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EDITORIALE zx di Maria Luisa Mastrogiovanni
Un anno di scossoni tirato in quinta. Il Tacco si rinnova dal 1° febbraio
Non è stato un anno facile. Al numero di dicembre del 2005, quello in cui avevamo pubblicato l’inchiesta sulle tante attività del gruppo Mixer media management, è seguita, da parte del presidente del gruppo, Paolo Pagliaro, una citazione civile con richiesta di risarcimento danni per 260mila euro. Una bella botta, per inaugurare l’anno nuovo, dalla quale ci stiamo difendendo. Scossoni diversi, questa volta ad opera di ignoti, nel corso del 2006 ci sono arrivati tramite telefonate, danneggiamenti reiterati alla sede della redazione e all’automobile di un editorialista. Ovviamente tutti i fatti sono stati denunciati alle Autorità. L’ultimo in ordine di tempo è accaduto ora, proprio mentre andiamo in stampa: sono state rubate le unità centrali dei computer, con tutta la memoria del giornale. Non è stato un anno facile. Soprattutto non è stato facile mantenere la barra della navigazione sulla onestà dell’informazione. Quando subisci minacce e danneggiamenti, quando ti arrivano pressioni, quando la pubblicità viene meno oppure viene commissionata ma non pagata,
significa che hai colpito nel segno. Che a qualcuno stai dando fastidio. Quindi, che finalmente stai facendo il giornalista. Non lo stai facendo bene o male. Stai facendo il giornalista. Rimangono allora due cose da fare: fermarsi o mettere la quinta. Per un giornale nato con l’obiettivo di guardare tutti “dal basso in alto”, con l’intento cioè di avvicinarsi alle esigenze di un territorio distante e dimenticato, qual è il basso Salento, narrandolo con un punto di fuoco “basso”, quello dei lettori, dei cittadini, la scelta è stata obbligata. Non per questo meno difficile. E’ nato il quotidiano on line, www.iltaccoditalia.info, l’unico quotidiano del Salento, che ha posto le basi per un grande e ambizioso progetto editoriale sul web, che ha avuto il plauso della regione Puglia e di cui vi parleremo in futuro; sono aumentati i lettori del Tacco on line (siamo a quota 30mila pagine lette al giorno) e quelli del Tacco in edicola. Continuiamo a fare inchieste e a toccare con mano, nei nostri reportage, problemi e drammi con cui quoti-
GOLEM Zdenek Zeman ha perso. Viva Zeman! Nel calcio, si sa, conta solo la vittoria, ma al Golem poco importa di unirsi al coro dei tifosi. Molto meglio manifestare ammirazione ai pochissimi uomini, che, con la sola forza delle proprie idee, si pongono al di sopra di questa logica meschina. Del resto il calcio italiano è lo specchio fedele del nostro Paese. Oggi la Juve delle partite taroccate (chissà da quante stagioni…), ha epurato i cattivi della Triade e vive una nuova giovinezza; completamente riabilitata dal purgatorio della Serie B che le risulta facile dominare a suon di gol: alla faccia di chi le voleva male. Così Riccardo Agricola, capo della fornitissima farmacia bianconera, assolto in secondo grado dall’accusa di doping dopo la condanna in primo, si permette di sfottere Zeman per le quattro “pere” rifilate dalla sua squadra di campioni al povero Lecce, dimenticando le “pere” che i suoi atleti hanno assunto per anni, stando almeno alle loro ammissioni nel corso delle testimonianze rese ai giudici. Il video amatoriale in cui un giovane Cannavaro e altri calciatori si fanno una misteriosa flebo nello spogliatoio, è invece già rimossa dall’immaginario collettivo e sostituita dall’immagine della Coppa del Mondo e del Pallone d’oro. E così il prossimo anno tutto sarà di nuovo a posto: l’Inter delle intercettazioni, pedinamenti e 007 porterà (forse) cucito sul petto il primo scudetto vinto sul campo dai tempi di Trapattoni; la Roma dei rolex d’oro agli arbitri si sarà goduta un anno senza scomode rivali; il Milan del potere televisivo e degli eterni conflitti di interesse tornerà ai vertici della classifica e continuerà ad essere determinante per i bilanci delle squadre avversarie. Che male c’è, verrebbe da dire, se i calciatori si vendono le partite e le società falsificano passaporti, se lo spettacolo della politica e dell’economia nazionale offre spettacoli assai più desolanti? I colleghi di Report (Rai 3) hanno scoperchiato uno sconvolgente “caso” alla settimana nell’indifferenza generale. La certezza statistica di brogli nelle ultime elezioni politiche non sconvolge nessuno. I delinquenti passeranno il Natale a casa. L’augurio del Golem non può che essere rivolto a ciascuno di voi lettori per un 2007 in salute e felicità. Magari con in giro qualche Zeman in più.
N. 32 Dicembre 2006
dianamente i salentini convivono. Dall’inchiesta sul parco di Ugento, nel bel mezzo del quale nascerà un albergo di cemento che (pare) da 800 posti passerà a 1600; all’inchiesta sulla chiusura degli orfanotrofi, prevista per il 31 dicembre prossimo, dove abbiamo scoperto che per la strana incomunicabilità tra gli Enti interessati, non si sa quanti bambini dovranno essere spostati né dove andranno a finire, né tantomeno li stanno preparando al cambiamento. Cito solo queste due per dire che dall’ambiente, alla correttezza dei media, ai temi sociali, non smetteremo di dire la nostra, avendo la pretesa che possa coincidere con la “vostra”. Ora però abbiamo bisogno di fermarci qualche giorno in più per ripensare un nuovo Tacco: al compimento del suo terzo anno il Tacco uscirà con una nuova veste grafica e nuovi contenuti, che presenteremo in occasione di un grande convegno sulla libertà di espressione e di informazione in Italia e soprattutto al Sud. Ci vediamo il 1° febbraio in tutte le edicole del Salento. Puntuali come sempre. Il tacco d’Italia
Il mensile del salento Anno III - n. 32 - Dicembre 2006 Iscritta al numero 845 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 27 gennaio 2004 EDITORE: Nerò Comunicazione - Casarano - P.zza A.Diaz, 5 DIRETTORE RESPONSABILE: Maria Luisa Mastrogiovanni HANNO COLLABORATO: Mario Maffei, Laura Leuzzi, Marco Sarcinella, Guido Picchi, Marco Laggetta, Enzo Schiavano, Mario De Donatis, Antonio Lupo, Paolo Vincenti, Giuseppe Finguerra, Francesco Ria, Flavia Serravezza, Antonella Coppola FOTO: Dove non segnalato archivio del Tacco d’Italia COPERTINA: Crazy Cat - Emad lynx REDAZIONE: p.zza Diaz, 5 - 73042 Casarano Tel./Fax: 0833 599238 E-mail: redazione@iltaccoditalia.info PUBBLICITÁ: marketing@iltaccoditalia.info - tel. 3939801141
Unione Stampa Periodica Italiana Tessera n° 14705
STAMPA: Stab. grafico della CARRA EDITRICE Z. I. - Casarano (Le) ABBONAMENTI: 15,00 e per 12 numeri c/c n. postale 54550132 - intestato a Nerò Comunicazione P.zza Diaz, 5 - 73042 Casarano - abbonamenti@iltaccoditalia.info IL PROSSIMO NUMERO IN EDICOLA IL 1° FEBBRAIO 2007
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Sottoscrizione abbonamenti per la rassegna e vendita biglietti spettacoli presso: Centro Informagiovani - via Parente - tel. 0833.514242 (ore 10:00 - 13:00 / 17:30-20:30) Biglietti presso il botteghino teatro dalle ore 18:00 - prima di ogni spettacolo. Spettacoli: porta ore 20:30 - sipario ore 21:00
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ANGOLO 21 Questo è uno spazio libero per chiunque abbia qualcosa da dire. Raccoglie i pensieri, i commenti, gli interventi più strani o degni di nota che i lettori lasciano sulle pagine del quotidiano on line www.iltaccoditalia.info, il primo del Salento, con tre aggiornamenti al giorno sui temi più vari, dalla politica, all’economia, alla cultura agli spettacoli. E, allora, l’invito è aperto a tutti: fatevi sentire, partecipate alla vita del quotidiano on line. Potete commentare ogni singolo articolo e le rubriche, iscrivervi al forum e rispondere ai pensieri dei blog. 24 ore su 24. Sta nascendo la prima grande community salentina. E chi fa breccia nel cuore del Tacco, avrà qui un angolo per dire la sua.
// Sguardo disilluso
// Ambientalista convinto
Trovo davvero squallido che i politici (di destra, centro e sinistra) si scarichino addosso accuse di voto di scambio sulla pelle dei precari. E’ pronto Palese a giurare di non aver mai raccomandato nessuno? Nessuno de La Fiorita? Nessuno in Regione? Del resto abbiamo visto lo stesso comportamento da parte della sinistra per gli operai della Lupiae servizi (gente umile, non privilegiati con stipendi d’oro). BASTA. Fate politica in modo pulito!
E chi crede alle parole di Pellegrino? Quanto ci tenga all’ambiente lo si capisce da quello che stanno facendo nel parco di Ugento!!! Salviamo contrada Mendole!!! Che la tangenziale passi da un’altra parte!!!
zx Marco Rizzo, commento ad Approfondimenti “Non è tutto oro quel che luccica”: Rocco Palese, consigliere regionale di Forza Italia, chiama in causa la Regione Puglia in merito alle “assunzioni d’oro” dell’Ente www.iltaccoditalia.info/sito/index-a.asp?id=1063#commenti
// La quarta chance Come mai nelle possibili risposte del sondaggio “Sarai in piazza con Berlusconi il 2 dicembre a protestare contro il regime?” non viene inserita una possibile risposta del tipo: “E mica sono così scemo ad andare in piazza con una persona che pensa solo agli affari suoi in quanto è entrato in politica solo per salvarsi le chiappe dalla giustizia e per salvare le casse della sua azienda, in quanto poco prima di entrare in politica Berlusconi aveva 5000 miliardi di lire di debiti e ora è il quarto uomo più ricco del mondo”? Secondo me se inserite questa possibile risposta e al sondaggio partecipasse solo gente intelligente e informata sui fatti, allora questa risposta avrebbe il 100 per cento delle preferenze. 20 novembre 2006 zx Emanuele Santoro
zx Paolo, commento a news “U Re di Casarano è salvo” di Enzo Schiavano 21.11.2006: Pellegrino ha promesso: “Gli alberi di maggior interesse non saranno distrutti”. Sono salve, dunque, le piante ultracentenarie del fondo in contrada Mendole a Casarano nei pressi del quale sorgerà la tangenziale. Un trattamento particolare sarà riservato all’ulivo detto “U Re”. www.iltaccoditalia.info/sito/index-a.asp?id=1163#commenti
// La strigliata Professore...forza sennò il Salento perde l’ottanta per cento del suo patrimonio...dia una occhiata alla cinquecentesca torre colombaia sulla provinciale Felline - Torre San Giovanni: credo che necessiti di una sua segnalazione su questa rubrica. zx Angelo Minenna, commento alla rubrica “All’incrocio dei venti”
www.iltaccoditalia.info/sito/index-r.asp?id=442#commenti
// Belloluogo premia il Tacco C’era anche il Tacco d’Italia, tra i premiati, lo scorso 19 novembre, presso la Torre di Belloluogo a Lecce, in occasione del primo Premio internazionale Torre di Belloluogo. Organizzato dall’associazione culturale Osservatorio, coordinata da Beniamino Piemontese, e patrocinato dalla Provincia di Lecce, il neonato premio ha lo scopo di promuovere e valorizzare il patrimonio artistico e culturale del Salento. E a Maria Luisa Mastrogiovanni, direttora del Tacco, il riconoscimento è andato “per il suo importante e delicato impegno di giornalista svolto, con grande passione, nei riguardi dei cittadini e degli utenti dell’Informazione, delle popolazioni salentine, regionali, e nazionali attraverso la nascita e la pubblicazione del QuotidianOnline www.iltaccoditalia.info e del mensile cartaceo “Il tacco d’Italia”, distinguendosi per la difesa, il recupero e la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale salentino e dell’intera Puglia”.
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BOLLETTINO PER I NAVIGANTI Il fattore “C” della regione Puglia: immuni cultura e imprenditori. E Confindustria chiede di più zx di Mario De Donatis*
Il fattore “comunicazione”, alimentato da veline governative e da corrispondenze di parte, è ancora il pilastro portante della “Puglia migliore”. Tramite una comunicazione mirata si potrà ancora incidere sulle valutazioni della gente buona e semplice (quella che percepirà, un domani, le conseguenze del navigare a vista, la vera strategia dell’attuale governo regionale) ma non sugli ambiente culturali, sociali ed imprenditoriali. Perché tali espressioni della società civile guardano allo scenario dello sviluppo e valutano i piani e i programmi della pubblica amministrazione, verificandone le risorse finanziarie realmente disponibili ed il grado di affidabilità delle burocrazie. “Costruire insieme il Salento di domani” il documentario presentato a Lecce il 21 novembre scorso dalla Confindustria di Lecce, è da considerare un campanello d’allarme, un sasso gettato nello stagno. E’ una risposta positiva, dopo le tante denunce indirizzate al governo Vendola. E’ la società civile che tenta di reagire all’inerzia di una maggioranza non omogenea. Inerzia denunciata non dalla opposizione presente in Consiglio regionale, disorganica per scelta, ma da pezzi di maggioranza che chiedono più collegialità, dalla Cgil per esempio, che ha stigmatizzato le modalità di assunzione messe in atto per il personale dirigente, e dai riferimenti del mondo produttivo come ad esempio il presidente della camera di commercio di Lecce, Alfredo Prete, che ha diagnosticato “la mancanza di programmazione”. Ma Alfredo Prete è andato oltre, ha messo in evidenza un modo di essere dell’attuale governo regionale, denunciando un comportamento che si limita “a visitare l’ammalato”, “a definire la diagnosi”, “a prescrivere la medicina” che non viene “né acquistata né somministrata”. Che cosa dire di più? Bene ha fatto la Confindustria di Lecce che, con un documento forte e chiaro, ha ripreso i temi di fondo del “Grande Salento”, della “Programmazione” del “dialogo istituzionale”. Quale, ora, il percorso da intraprendere? Il documento di Confindustria merita molto di più dell’attenzione che le Istituzioni hanno riservato allo stesso nel giorno della presentazione: un vero e autentico dialogo istituzionale da riservare al documento potrebbe far maturare quello che, oggi, manca al Salento come alla Puglia: la consapevolezza di una propria identità, di un disegno articolato e credibile che vada oltre le sterili denunce e le illuminate e enunciazioni. C’è la necessità di tradurre le aspirazioni della gente in politiche concrete. Ma anche di “spendere bene” e non di “spendere comunque” perché i flussi di spesa di oggi possano tradursi in sviluppo per il futuro.
N. 32 Dicembre 2006
E c’è infine, anche, il bisogno di immergere il documento nelle acque della solidarietà e della sussidiarietà. Per ridare alla persona la sua centralità, in un sistema democratico e pluralistico. * Presidente Associazione “Identità e Dialogo”
LO STRANIERO
Le tentazioni della modernità si vincono (anche) col presepe
zx di Guido Picchi
Partendo da Milano, un anno fa, avevo soprattutto un’esigenza: uscire dal vortice di materialità in cui ero finito. Scelsi il Salento quasi per caso. Non conoscendolo a fondo mi basai più sul mio istinto che su informazioni concrete. Appena arrivato iniziai subito ad innamorarmi di questa terra, che avevo intuito essere magica, e della gente che la vive, che scoprii essere portatrice sana di saggezza. Presto mi accorsi di non essere il solo “immigrato innamorato”. C’è chi arriva e chi torna dai tanti nord del mondo perché sente e vede le stesse cose. Passarono i mesi e con il vivere quotidiano iniziai ad imbattermi sempre più spesso in quella realtà che purtroppo parla di una popolazione che “svende” quella saggezza per trovare nuove prospettive di guadagno (penso ai mega-alberghi, alla pesca con le bombe, alla massiccia cementificazione e privatizzazione delle coste, all’avvelenamento delle campagne coi diserbanti). Mi viene in mente la Thailandia, un popolo che viveva una spiritualità eccezionale, dove ogni casa aveva il suo tempio (spesso miniature che ricordano i nostri presepi), che ora ha rimpiazzato con cellulari, centri commerciali e resort, svendendosi sul mercato globale del turismo di massa (punti forti, dopo la natura, lo shopping, la droga e la prostituzione). La domanda che oggi mi viene spontanea è: perché pensare che il salentino sia immune alle tentazioni della modernità?
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ATTUALITÀ
z IL VIAGGIO DELLA MEMORIA
//REPORTAGE
“Mai più” lager IL VIAGGIO DI ALCUNI STUDENTI NEI CAMPI DI CONCENTRAMENTO DI AUSCHWITZ E BIRKENAU. UN VERO E PROPRIO PELLEGRINAGGIO LAICO. PER NON DIMENTICARE L’ORRORE DELL’OLOCAUSTO i può prendere un aereo e partire, per tanti motivi. E ci si può preparare al viaggio con stati d’animo diversi. L’idea dello spostamento ne porta con sé tante altre. Il bisogno di evasione, la curiosità di visitare luoghi nuovi, la voglia di tornare da dove sei partito. Ogni viaggio ti cambia. Soprattutto se è un viaggio non solo fisico, che ti porta lontano chilometri dalla realtà in cui vivi, ma anche indietro nel tempo. Una forma di pellegrinaggio laico nella memoria. Tre scuole della Provincia di Lecce (gli istituti tecnici “Vanoni” di Nardò, “Salvemini” di Alessano e “Meucci” di Casarano) questo viaggio nella memoria l’hanno fatto. Nei giorni dal 10 al 12 novembre. Quando hanno preso l’aereo che ha portato alcuni ragazzi a Cracovia, nei campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau. Dove l’orrore dell’olocausto è ancora vivo. Per non dimenticarlo e, anzi, per viverlo, se si può. Il viaggio rientrava nel più ampio progetto “Mai più” organizzato dalla Regione Puglia per l’anno scolastico 2005/06 e costituiva la conclusione di un lungo discorso sull’olocausto, che si è sviluppato con convegni, incontri, approfondimenti. Per una mancanza di fondi, però, il viaggio programmato per l’anno scorso, si è realizzato quest’anno. E siccome crediamo che un’esperienza così forte possa essere raccontata solo da chi l’ha vissuta, abbiamo chiesto ai ragazzi che hanno preso parte al viaggio di dirci, in prima persona, che cosa hanno provato. Il risultato è stato sorprendente. Alunni e insegnanti entusiasti dell’idea. Per quanto le parole possano rendere giustizia a certe sensazioni, questo è il resoconto di quei giorni. Scritto di loro pugno. Il cui senso profondo abbiamo sintetizzato in un’immagine efficace resa da uno dei ragazzi: “Avevamo freddo”. L’orrore inimmaginabile e indescrivibile è stato reso attraverso la descrizione, semplice, dell’incapacità di sopportare una sensazione fisica, familiare, consueta. Il freddo. I ragazzi non riuscivano a sopportare il freddo. Nonostante quei tre maglioni. Se il consueto diventava insopportabile, come hanno potuto vivere e sopravvivere, i prigionieri, lì ad Auschwitz e Birkenau? E’ una delle tante riflessioni che gli studenti salentini hanno generosamente accettato di voler condividere con noi.
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ATTUALITÀ
//REPORTAGE
IL VIAGGIO DELLA MEMORIA z
//“Troppo freddo per noi”
«Reporter d’eccezione.
E’ il 10 novembre 2006. E’ un giorno che cambierà la vita degli alunni di tre scuole salentine: il “Meucci” di Casarano, il “Vanoni” di Nardò e il “Salvemini” di Alessano
» Campo di Auschwitz. Entrata. Il “Meucci” di Casarano con docenti e amministratori. Si vede la scritta “Il lavoro rende liberi”
LE TESTIMONIANZE DEGLI ALUNNI E DEI DOCENTI DELL’ISTITUTO TECNICO STATALE “MEUCCI” - CASARANO
Mai più fili spinati. Una foto scattata, durante il viaggio, dai ragazzi dell’Istituto “Vanoni” di Nardò
La “diversità”, il culto della razza ariana, il pregiudizio nei confronti degli ebrei, sono solo alcune delle cause del loro genocidio, di cui testimonianze sono Auschwitz, Birkenau, Dachau, Sobibòr, Treblinka, Therezin, Ravensbruk. Per tre giorni abbiamo respirato l’aria di alcuni di questi posti, ne abbiamo calpestato la terra, ci siamo emozionati guardando il muro delle fucilazioni, la cella di Massimiliano Kolbe e quella di tante altre persone che non ci sono più. Capelli, scarpe, vestiti, fotografie ci hanno provocato emozioni forti e ci hanno portato a chiederci come sia stato possibile. Abbiamo pensato al processo di spersonalizzazione che portava il detenuto a diventare “non-persona”: treni merci, persone senza nome, capelli e vestiti, sguardi spenti, numeri tatuati sulle braccia, carretti carichi di cadaveri sono sfilati davanti ai nostri occhi. Eppure la diversità è arricchimento, cultura, conoscenza. Non motivo di persecuzione.
Calpestare la terra “sacra” di questi “templi dell’orrore” mi è quasi sembrato un sacrilegio. Ho provato tristezza, sconcerto, incredulità. Sono sempre più convinta che come persona adulta, docente e mamma devo educare alla tolleranza e al rispetto dei diritti e della dignità dell’altro; insegnare alle giovani generazioni non solo a celebrare il 27 gennaio per mantenere viva la testimonianza di quanto è stato, ma a vivere la quotidianità agendo perché quella testimonianza resti in vita e contribuendo alla formazione di una coscienza di massa. zx Rita Maria Manco, docente Gli occhi possono vedere quello che la mente non può immaginare. Niente può contenere Auschwitz, nemmeno la mente. Ad Auschwitz anche l’essenziale era superfluo. Lì l’urlo del silenzio ferisce l’anima. Nessuno può comprendere a fondo quest’esperienza, finché Aushwitz non ti entra nel cuore. zx Alessio Rocco Caputo N. 32 Dicembre 2006
Ho imparato a non lamentarmi. Ho respirato l’aria di quei luoghi ad occhi chiusi immaginando cosa provavano migliaia di persone in quelle stanze. Cominciavo ad avere un certo senso di claustrofobia. Cominciavo ad avere paura. zx Antonio Calcagnile Niente è più grave del silenzio rispetto ad avvenimenti che coinvolgono la coscienza dell’umanità. Non mi stancherò mai del tozzo di pane che orna la mia tavola perché per quel tozzo di pane molta gente ha perso la vita. Le grida dei deportati che mi sembrava di sentire erano talmente atroci che talvolta ero costretto a distogliere lo sguardo da quelle visioni per resistervi. zx Mattia Morciano Possiamo descrivere quello che abbiamo visto, ma è quasi impossibile dire cosa abbiamo provato… è un’esperienza che va vissuta. zx Rocco Morello il tacco d’Italia 9
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ATTUALITÀ
z IL VIAGGIO DELLA MEMORIA
Ho conosciuto l’orrore fatto in quei tempi e mi farò portavoce affinché tutti possano venirne a conoscenza. Nei lager si respira un’aria di morte e abusi che non potranno mai essere immaginati. Oggi, conosciuta la follia nazista, ringrazio il cielo di ciò che mi mette a disposizione. zx Roberto Panico Entrando nel campo di concentramento di Auschwitz e dopo aver visto i forni crematoi ho notato che quei nazisti malati di mente non conoscevano cos’era la dignità per quei poveri uomini che ottenevano la libertà solo dal camino. Non è facile esprimermi perchè ho provato qualcosa di indescrivibile, che non si può capire se non si visitano quei posti. Nel campo di concentramento di Birckenau mi sono chiesto come facessero i detenuti a sopportare il freddo in quelle misere baracche. Io indossavo tre maglioni pesanti sotto il giubbotto, guanti e sciarpa, e morivo di freddo ugualmente mentre loro, invece, vestivano con una sola maglietta e un pantalone. zx Valentino Occhilupo
//REPORTAGE Vivere in quei luoghi, anche solo per poche ore è stata una esperienza indimenticabile, impossibile da spiegare e da “compatire”. Non si può descrivere la follia nazista, perché ci siamo immedesimati in tutti quei prigionieri, non possiamo discolpare tutti quegli esponenti delle SS che accecati dalla volontà di potere hanno tolto la vita a milioni di innocenti, con l’unica colpa di essere ebrei, oppositori politici, omosessuali, asociali, testimoni di Geova, zingari. Parliamone e portiamo dentro il ricordo perché ciò che è stato non si ripeta mai più. zx Luigi Cacciatore Nel nostro mondo evoluto, ci sono ancora persone che coltivano pensieri razzisti, che non si limitano a discriminare i “diversi” ma compiono atti di violenza gratuita verso di loro. Troppa gente ancora oggi ignora quanto è accaduto, solo perché sono avvenimenti del passato e che non l’hanno coinvolta in prima persona. zx Vito De Angelis
Quello che ho visto esiste. Vorrei che fosse un’immaginazione. Mentre camminavo in quel campo sapevo di essere libero, ma mi sentivo imprigionato. Non ho idea di come abbiano fatto i poveri ebrei a vivere lì per così tanto tempo. Il pensiero di trascorrere anche soltanto un giorno in quel modo mi fa venire voglia di morire. A pochi metri dalle baracche c’era il filo spinato percorso da corrente: quel filo per me sarebbe stato un grande amico. zx Marco Miraglia
Rimanere indifferenti è un male. I campi di concentramento prima, di sterminio poi, ne sono una testimonianza. La shoah, ossia l’annientamento degli ebrei, fu possibile non solo perché lo volle Hitler, ma anche perché molte persone con la loro omertà, il loro tacito assenso, la resero possibile. E’ necessario estirpare l’indifferenza per non rischiare che il razzismo germogli ancora e provochi di nuovo catastrofi orribili.
//“Così vicini al filo spinato”
Auschwitz: fermi all’ingresso del campo, con su la scritta: “Il lavoro rende liberi”. Eravamo incoscienti dell’orribile realtà che ci sarebbe stata proposta da lì a poco, ma consapevoli del grande significato che avrebbe avuto per noi. Che impressione è stata poter essere cosi vicini al filo spinato, lo stesso che per anni ha costituito un grande incubo per i detenuti ebrei. Come non commuoversi di fronte all’immagine degli indumenti indossati dai bambini, che nel campo ricevevano lo stesso trattamento degli adulti. Da Auschwitz ci siamo spostati a Birkenau, il più grande campo di sterminio nazista, dove gli ebrei arrivavano su un treno e venivano selezionati da ufficiali e medici delle SS. Gli abili al lavoro venivano inviati al lavoro nel campo, mentre chi veniva ritenuto inabile veniva inviato nelle camere a gas. Il destino dei deportati era nelle mani di chi con un semplice cenno avrebbe loro indicato la strada verso il logoramento del lavoro o la morte. Dopo un’intera giornata in giro per i campi di concentramento, siamo ritornati nell’albergo in cui alloggiavamo, con i volti stanchi, ma soprattutto provati per un esperienza così forte, che ci ha lasciato un segno indelebile. Ognuno di noi oggi ha nel cuore un obiettivo: evitare che l’incubo di questa tragedia si trasformi in rassegnazione e perdita di coscienza.
Il “Salvemini” di Alessano all’entrata del campo di concentramento di Auschwitz
I RAGAZZI DELL’ISTITUTO COMMERCIALE “SALVEMINI” DI ALESSANO RACCONTANO All’aeroporto di Bari eravamo impazienti ed elettrizzati, in attesa della partenza per Cracovia. Siamo entrati nel museo di Auschwitz assieme a Nichi Vendola, presidente della Regione. Con l’augurio che noi, nuove generazioni, riflettendo su ciò che avremmo dovuto vedere, potessimo coltivare per sempre il germe della fratellanza universale. Righe e numeri. I deportati venivano fotografati di fronte e di profilo, come delinquenti
zx Antonio Marra
Freddo e silenzio. Il filo spinato nel campo di concentramento
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ATTUALITÀ
//REPORTAGE
IL VIAGGIO DELLA MEMORIA z
// “il fischio del treno sembrava spaventoso” zx di Lamberto Dell’Anna*
A voler definire quest’esperienza userei due aggettivi in apparente antinomia, terribile e stupenda. Terribile, perché genera rabbia prendere atto che l’esercizio di onnipotenza di alcuni ha generato un orribile mostro, che ha decimato popoli, culture, sistemi e, irrimediabilmente, segnato la storia. Alla base dello sterminio di massa, esisteva un sistema ben organizzato, una rete di complicità fra Paesi che ha favorito il piano di morte. Basti pensare al servizio delle ferrovie che trasportavano i prigionieri nei campi (oltre ai tre principali di Auschwitz, Birkenau e Monowitz, ne esistevano altri 40 distribuiti dappertutto), alle imprese che producevano il “ciclone b” (il gas utilizzato nelle docce) e a quelle che riducevano in schiavitù gli stessi deportati. Da non dimenticare i medici delle SS, che eseguivano esperimenti criminali sui prigionieri (Clauberg eseguiva esperimenti sulla sterilizzazione delle donne, Mengele sui bambini, gemelli e menomati). Durante la visita ai campi di concentramento, una delle frasi che più mi è rimasta impressa nella mente è stata “….il fischio del treno sembrava spaventoso….”; la mia mente ha iniziato ad immedesimarsi in uno qualsiasi dei passeggeri di quel treno. Questo viaggio nel dolore ha fatto comprendere a me, studente neretino, la grandezza della scelta compiuta dai nostri nonni che hanno, all’occorrenza, saputo, senza esitazioni, dividere il pane con chi ne aveva bisogno ed ha trovato nella nostra terra umanità e calore. Questa esperienza, che mi ha riempito il cuore di forti emozioni e di speranza, spero possa unirsi a quelle di chi cerca in ogni modo e con ogni mezzo di gettare le basi per una società multietnica e aperta al dialogo. (L’intervento integrale di Lamberto Dell’Anna è pubblicato su www.iltaccoditalia.info) * Istituto tecnico statale “Vanoni” - Nardò V C Mercurio
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Mai più quotidianità. Sono ancora conservati ad Auschwitz gli oggetti personali che gli ebrei avevano con sé al momento dell’arrivo nel campo di concentramento. Sono beni di uso quotidiano, testimonianza di vita semplice: 1. Fornello elettrico e stoviglie; 2. Scarpe; 3. Capelli che venivano rasati ai deportati; 4. Foto di famiglia 3.
Entrata del campo di Auschwitz. Il “Vanoni” di Nardò si prepara alla visita
// Capelli intrecciati di gente zx di Fabrizio Dell’Abate*
Abbiamo viaggiato nel passato oscuro e siamo riusciti a malapena ad immaginare l’orrore che regnava nell’aria, tra i corridoi, negli edifici, per le strade più di 60 anni fa. E’ difficile credere come quel campo all’apparenza vuoto, possa nascondere dietro di sé stermini, morte, atrocità. Lo scenario è autunnale, l’aria è fredda; visitiamo enormi capannoni ad Auschwitz e Birkenau; vediamo 500 posti letto in una stanza che a malapena poteva contenerne 50. Proviamo ad immaginare la gente che affollava quei posti. Proviamo a chiudere gli occhi e a sentire le urla, gli spari, i pianti, il silenzio, le risa degli ufficiali. E’ uno scenario irreale. Forni crematori, camere a gas, fili elettrici spinati, fosse comuni, muri da esecuzione, camere da tortura. Tutto è così orribilmente duro e soffocante. In quei luoghi hanno vissuto circa 200mila detenuti; sono morte migliaia di persone senza una colpa, solo per ideali contorti che nutrivano le menti di assassini. Che cos’è rimasto? Le grigie divise dei prigionieri appese ad un muro, le valigie ammucchiate in una stanza, posate e utensili invecchiati dal tempo, capelli intrecciati di gente che non c’è più, che ha sofferto, e il cui ricordo è stampato in bianco e nero nelle foto sui muri. In quei luoghi si respira oggi l’odore di una storia che non dovrà ripetersi mai più, imprigionata nella memoria di noi ragazzi, che si fa viva, mentre camminiamo sulle rotaie deserte che tanti visi impauriti ed innocenti hanno attraversato per arrivare ad un cancello di ferro dal quale non sarebbero mai usciti. Siamo spettatori inermi davanti a tutto ciò, incapaci di comprendere le ragioni, impotenti ma decisi a non dimenticare, decisi a far in modo di preparare un futuro migliore in cui i fucili, la fame, la morte, le torture siano solo lontani ricordi. * Istituto tecnico statale “Vanoni” - Nardò V A Mercurio 4.
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//REPORTAGE
// “Ho immaginato le persone dietro al filo spinato” E’ difficile tradurre in espressioni le sensazioni che ho vissuto. Appare del tutto impensabile che sia potuto succedere ciò che abbiamo visto. La sensazione predominante è l’incredulità. Un sopralluogo in quei campi, dove si è consumata una tragedia così grande, è utilissimo da un punto di vista culturale, di crescita, di riflessione, e anche da un punto di vista interiore. Ma è utile soprattutto perché fa pensare, e fa in modo che ognuno di noi si adoperi con tutte le sue forze perché quello che è successo non succeda più. Io ho partecipato a questo viaggio per un arricchimento personale, ma anche perché questo arricchimento possa essere utile ai miei concittadini. Ho immaginato le persone dietro al filo spinato. Ricordo i reperti conservati. I capelli, le montagne di capelli, che sono un segno tangibile del passaggio di quella gente. zx Remigio Venuti, sindaco - Casarano
// Un dolore lento e immane Camminare nei campi di concentramento significa ripercorrere il dolore lento e immane di tanta gente. Quel dolore deve diventare nostro in modo che possiamo evitare che episodi di questo genere si ripetano. La mia impressione non si può dire positiva o negativa, perché supera la sfera sentimentale. Sono scene che fanno riflettere. Il resto sembra insignificante. Si ha l’impressione della piccolezza dei problemi che ci portiamo addosso. I ragazzi hanno sentito queste sensazioni. Io vedevo nel loro silenzio e nei loro occhi lucidi il dolore che la nuova generazione avverte anco-
ATTUALITÀ
IL VIAGGIO DELLA MEMORIA z
ra e che era giusto potesse conoscere. I ragazzi hanno vissuto il viaggio col cuore. Una volta che sei lì, tocchi con mano la gravità di quello che è successo. Ecco perché lo dobbiamo testimoniare al mondo intero. zx Fernando Bianco, assessore Affari generali - Nardò
// Quante storie in quelle valigie Aver partecipato al viaggio della memoria con i ragazzi delle scuole ha significato toccare con mano la tragedia dell’olocausto e la scientificità con la quale era stata progettata. A partire da quando gli ebrei venivano portati nei campi, a quando venivano privati dei beni personali, a quando venivano loro rasati i capelli, fino a quando erano condotti nelle camere a gas. Mi sono rimaste nella mente le valige provenienti da tutta Europa, con sopra i nomi dei viaggiatori. Mi ha colpito la presenza di oggetti di uso quotidiano, come una grattugia per il formaggio o la crema per le scarpe. E la enorme distesa di foto familiari. Dietro quelle foto c’erano persone, con famiglia, vissuto, memoria. Sono visioni che ti lasciano senza parole. zx Mauro Alba, Valigie piene di vita. Un’immensa distesa di valigie assessore Cultura - reca ancora i nomi dei deportati, provenienti Alessano da ogni parte d’Europa
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ATTUALITÀ z TUTTI DICONO CARITà
Mali Vishwanath con la moglie Sarita e il figlio Siddarth. Induisti
Maurizio Muscettola, devoto Hare Krishna
Penda Toure e Aida Sarr, musulmani
Papas Nik Pace, sacerdote cristiano di rito greco
Carità in tutte le lingue del mondo LE RELIGIONI PRESENTI IN SALENTO VISSUTE DA DENTRO. IL TACCO SI È MIMETIZZATO TRA I FEDELI E HA PRESO PARTE AI LORO RITI. VOLEVAMO CAPIRE CHE COSA SIGNIFICHI “CARITÀ” PER I NON CATTOLICI; ABBIAMO SCOPERTO CHE “FARE DEL BENE” È PATRIMONIO DI TUTTI zx di Laura Leuzzi 14 il tacco d’Italia
Se è vero che il Natale significa carità, chiediamoci che tipo di carità facciamo noi. Ogni giorno e a Natale, in modo particolare. Chiediamoci come accogliamo le persone diverse da noi. Per tradizioni, luogo di nascita, religione. E se è vero che il Salento è luogo di scambio e di passaggio di genti, proprio ora che si avvicina il Natale, prestiamo attenzione alle culture, differenti dalla nostra, presenti sul territorio. Noi siamo andati a conoscerle più da vicino per capire quale senso danno alla parola “carità”; in alcuni casi, abbiamo preso parte ai loro riti. Siamo stati accolti con sorrisi e disponibilità. E non ci siamo sentiti diversi da loro. N. 32 Dicembre 2006
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ATTUALITÀ TUTTI DICONO CARITà z
// Hare Krishna: per chi adora la pianta sacra
Krishna
Shiva, dio degli induisti
«Ogni religione
intende la carità a suo modo. Per Hare Krishna e testimoni di Geova carità significa insegnare la spiritualità e il rapporto diretto con Dio; per i musulmani, donare parte delle proprie ricchezze ai poveri; per induisti e cristiani di rito greco, intervenire al momento del bisogno
»
N. 32 Dicembre 2006
Arnesano. Tempio di Hare Krisna. Fa freddo ed è buio. Eppure sono appena le cinque del pomeriggio. Il tempio Nava Rama Rajya di Arnesano, dove sono diretta, è l’unico del Salento. Ogni domenica vi si riuniscono i devoti Hare Krishna, per pregare insieme. Lo raggiungo senza difficoltà; è segnalato da scritte fatte a mano sui muretti. Non ho idea di cosa mi aspetti. A vederlo da fuori, il tempio sembra una comune abitazione. Mi avventuro, non senza imbarazzo. In un piccolo ingresso, lascio le scarpe e proseguo scalza, come mi indicano un uomo e una donna. Apro la porta ed entro. Ci sono circa 15 persone. Profumo di incenso, tepore, tappeti, luci soffuse e immagini di maestri spirituali. I devoti vestono tuniche bianche annodate sulla schiena; gli uomini hanno i capelli rasati e una ciocca più lunga. Mi offrono un cuscino e mi siedo anch’io, per terra, a gambe incrociate. Resto in silenzio, mentre loro intonano un mantra (una specie di canto) di preparazione alla celebrazione. I versi, sempre gli stessi, vengono ripetuti su musiche e ritmi diversi. Il brahmana, il sacerdote, mi spiega che i canti purificano la mente. Dopo circa mezz’ora, si entra nel vivo della celebrazione. Oggi ricorre l’ultimo giorno del mese di kartika, in cui si ricorda un episodio della vita di Krishna bambino. Dopo aver intonato i mantra (lo faccio anch’io), è il momento di adorare la pianta sacra di tulasi, con la quale si realizzano il japa, il rosario (composto da 108 grani; ogni giorno, per pregare bisogna fare 16 giri completi del rosario; la preghiera dura in media due ore), e le collane. La pianta di tulasi viene disposta al centro della stanza e noi iniziamo a girarle attorno recitando i mantra, per liberarci dei peccati. Quando, nel nostro giro, arriviamo vicino alla statua in legno del maestro spirituale, Srila Prabhupada, compiamo un giro su noi stessi e proseguiamo. Poi, uno alla volta, ci bagniamo una mano con dell’acqua e ne versiamo dell’altra sulle foglie di tulasi. Continuiamo con canti e danze fino a che non ci avviciniamo, ad uno ad uno, all’altare, dove è disposta l’immagine di Krishna bambino. Ognuno di noi accende ad una candela un bastoncino ricoperto di
ovatta ed imbevuto d’olio e lo ruota in aria per sette volte. I devoti mi stanno vicini fino a che non ho finito di compiere il rito. I canti continuano. Io cerco di cavarmela come posso; se ogni tanto perdo il filo, qualcuno mi indica il verso successivo. “La carità per noi è una questione spirituale – mi spiega Maurizio Muscettola, artista leccese, devoto Hare Krishna - anche se non bisogna dimenticare l’elemosina materiale. Se un uomo è affamato, gli devi dare il pane, ma gli devi insegnare come non avere più fame”. La religione vedica si basa sul principio del ricongiungimento spirituale a Dio; per questo proibisce fumo, droga, alcol, rapporti sessuali extramatrimoniali, gioco d’azzardo. La soddisfazione dei piaceri fisici non deve prendere il sopravvento. “Il nostro non è un vero induismo, anche se fa parte di quel ceppo religioso – continua Maurizio – ma è più una filosofia. L’induismo è fatto per le masse. Il nostro testo sacro, la BhagavadGita, invece, può essere spiegato solo dallo spiritualista, perché è troppo complicato. Mi sono avvicinato a questa religione per un bisogno di spiritualità che la religione cattolica non riusciva a soddisfare”.
// Induisti, quando il prossimo chiama Allo stesso tempio di Arnesano si riuniscono gli induisti; ce ne sono circa 80 a Lecce e provincia. Lecce. Incontro Mali Vishwanath, 36 anni, sulla porta di una caffetteria-libreria. Lui arriva su uno scooter, con il figlio Sanny. Per chiacchierare meglio, mi porta a casa sua, dove conosco anche la moglie Sarita, e il figlio più piccolo, Siddharth. Intanto mi parla del suo lavoro. Di giorno le pulizie in uno studio dentistico; di sera,
Il tempio Nava Rama Rajya di Arnesano. Luogo di preghiera e di festa per i devoti Hare Krishna
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ATTUALITÀ TUTTI DICONO CARITà z
nelle abitazioni private. Fa, all’occorrenza, il cuoco a domicilio. Di cucina indiana. E’ sereno; a Lecce, dove è dal ’94, ha trovato il suo equilibrio. Anche Sarita fa la collaboratrice domestica. I bambini vanno a scuola. “Il più grande è un orgoglio; le maestre sono molto contente di lui. Per fortuna ci hanno sempre voluto bene. Nessuno ci ha mai fatti sentire diversi.” Il dio di Mali si chiama Shiva. Da questo sono nati gli altri. “Lui, invece, non è nato. C’era già”. Mali e la sua famiglia non festeggiano il Natale nei modi cattolici. Le feste principali della loro religione sono dipawli, la più grande, e holly. La prima ricorda il ritorno di Dio dalla guerra, con cinque giorni di festa, cucina abbondante, abiti eleganti, scambio di auguri e regali ai più piccoli. La seconda, un episodio leggendario: la morte di Holly, una donna cattiva, che voleva bruciare sul fuoco un bambino buono. La religione induista vieta totalmente la carne. “Ma qui a Lecce è molto buona – confessa Mali – e allora la mangiamo, tranne quella di vitello, che per noi è sacra”. L’associazione “Indiani non residenti” di cui fa parte Mali
// Ecco la carità “legale” Penda Toure e Aida Sarr sono due belle signore senegalesi. Hanno 53 e 57 anni. Penda è presidente dell’associazione “Donne senegalesi” di Lecce, composta da circa 30 donne. Caffè Prato. Le incontro a Lecce; mi vedono e mi sorridono. Ci sediamo al tavolino del bar ed iniziamo a chiacchierare. Sono in Italia da più di dieci anni; Penda è stata anche a Torino, ma a Lecce “la gente è più accogliente”. Non riesce a capire, però, un pregiudizio nei confronti dei musulmani. “Musulmano oggi significa terrorista; non so come siamo arrivati a questo punto”. Penda lavora come badante presso un’anziana. Aida fa la commerciante nei mercati. “In Salento si sta bene – dice Penda – ma non ci rimarrei per sempre. Voglio tornare in Senegal, dai miei figli. Qui la vecchiaia è triste e costa troppo. Nella mia terra stiamo tutti insieme e ci aiutiamo a vicenda”. Oggi il Senegal offre qualche possibilità in più ai suoi giovani, ma anche ai suoi anziani. Penda mi racconta di essere spesso vittima di giudizi affrettati. “Siamo musulmani come voi siete cattolici. Non facciamo guerre di religione”. Per Penda e Aida la carità è un momento importante della religione, un’attività nella quale impegnarsi tutti i giorni. Loro la definiscono “carità legale” perchè è uno dei precetti basilari dell’islamismo: chiunque abbia accumulato ricchezze da almeno un anno, deve darne il 2,5 per cento in beneficenza.
Segni di dio. Il piccolo altare induista a casa di Mali
non ha programmi precisi di carità, ma si impegna molto nell’aiuto degli altri. “Siamo sempre pronti per il prossimo – spiega -; ad esempio, quando in caso di calamità naturali, offriamo aiuto alle popolazioni in difficoltà”.
Lecce, Ecotekne, dipartimento di Matematica. Chefi Triki è docente all’Università di Lecce. Ha 37 anni. Con lui continuo a parlare di carità. Le principali feste islamiche sono caratterizzate dalla condivisione delle ricchezze. Per la fine del Ramadan ogni musulmano che se lo possa permettere fa l’elemosina (Chefi la chiama “elemosina legale”) ai poveri perché tutti possano festeggiare. Per la festa del sacrificio (si ricorda il sacrificio di Abramo, disposto ad uccidere il figlio per Dio), ogni famiglia uccide un agnello che divide in tre parti: un terzo per la propria famiglia, uno per i poveri, uno per gli amici.
«Unèpilastro dell’islamismo la carità legale: chi ha accumulato beni per almeno un anno, deve donarne il 2,5 per cento ai poveri; ma si basano sulla carità anche la festa di fine Ramadan e la festa del sacrificio
»
Difficile da trovare e da riconoscere. La moschea Assalam, dove pregano i musulmani
L’elemosina “legale” è uno dei cinque pilastri dell’islamismo. Ma i buoni musulmani si impegnano costantemente per gli altri. L’associazione islamica “Assalam”, di cui Chefi è presidente è in contatto con altre associazioni internazionali sul territorio nazionale. Una delle più importanti, in Italia, è la “Islamic Relief” con sede a Milano. Le associazioni, insieme, organizzano programmi di aiuto alle popolazioni bisognose. Chefi è attualmente l’imam della moschea di Lecce, la guida che interpreta le parole degli “ulama”, i saggi che rispondono ai dubbi dei fedeli ma in un linguaggio di difficile comprensione. La religione musulmana prevede cinque preghiere giornaliere di circa dieci minuti l’una e l’imam invita alla preghiera intonando un richiamo dal minareto. A Lecce il richiamo si fa prima che la preghiera abbia inizio all’interno della moschea. Questa dev’essere un luogo semplice che faciliti il rapporto con Dio. Quando chiedo a Chefi se posso visitare quella di Lecce, lui storce il naso; mi fa capire che è meglio di no perché disturberei la concentrazione. Ma quando lo saluto, vado a cercarla. Non è semplicissimo, perché non è segnalata in alcun modo. Solo una volta arrivata (ora sono in piazza Napoli), riesco a leggere “Moschea Assalam”, scritto in italiano. I vetri sono oscurati, ma sbircio attraverso una fessura: due uomini, con barba e baffi bianchi mi guardano severi; sono seduti a terra a gambe incrociate. Non riesco a vedere nient’altro. Spero di non aver disturbato troppo e scappo via.
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ATTUALITÀ TUTTI DICONO CARITà z
// A lezione da Geova Lecce, piazzetta Chiesa Greca. La chiesa, unica in Puglia, di rito cristiano bizantino
// Chiesa greca: unica in Puglia Lecce, piazzetta Chiesa Greca, via degli Albanesi. Incontro papas Nik Pace, sacerdote di rito greco (“papas”, alla greca, significa sacerdote), 44 anni, calabrese di origini albanesi. La religione cristiana di rito greco si differenzia da quella latina solo per il rito: la comunione si fa con pane lievitato e battesimo, cresima ed eucarestia si somministrano insieme, al quarantesimo giorno di vita, l’età della presentazione di Gesù al tempio. La chiesa di Lecce è l’unica di rito greco in Puglia; al Sud il rito ha resistito più che al Nord; in tutto, tra Sicilia, Calabria e Puglia, si conservano 15 chiese greche. Quella di Lecce è frequentata anche da leccesi, che trovano il rito bizantino più coinvolgente del latino. “Il Salento – dice Nik – ha mantenuto il legame con il territorio ed ha vissuto migrazioni dall’Est che hanno conservato le tradizioni”. La chiesa di Lecce ha la vocazione all’unità. Durante il periodo di Natale, che per il rito bizantino inizia il 13 dicembre, quando le cerimonie si svolgono in tutte le lingue, è frequentata da francesi, spagnoli, inglesi, tamil, albanesi, greci ed italiani. “Il senso del Natale è la voglia di stare insieme e la disponibilità verso il prossimo”. Oggi la chiesa greca ha intrapreso un programma di sostegno alla famiglia di due bambine albanesi affette la leucemia e fa beneficenza in ogni occasione. Inoltre, insieme all’Edisu dell’Ateneo salentino, aiuta gli universitari stranieri nella ricerca di alloggio e nella presentazione delle domande per le borse di studio.
Taurisano, Sala del Regno. L’adunanza è alle 19. La religione dei testimoni di Geova è una di quelle con le quali abbiamo più a che fare, eppure ne sappiamo poco. Cerco di mimetizzarmi tra la gente, ma fallisco. Mi chiedono se ho bisogno di qualcosa. Mi fanno sedere tra le prime file, come ospite d’onore. Ci sono circa 20 persone. L’incontro di oggi è una lezione, non una vera celebrazione. Quelle si svolgono il giovedì e la domenica (oggi è martedì) e durano circa due ore. L’appuntamento di oggi durerà un’ora e consisterà nel commento di alcune pagine di testi sacri lette a casa. Angelo De Giorgi conduce la discussione e fa domande ai presenti sugli insegnamenti di verità. Gli altri rispondono, alzando la mano per prendere la parola. Anche i bambini. I testimoni di Geova non festeggiano il Natale: allontana dalla verità, perché secondo fonti storiche Gesù non sarebbe nato davvero il 25 dicembre e perché festeggiare distrae dal vero senso religioso che è quello di avvicinarsi il più possibile a Geova. E “Geova non predica gli sfarzi”. Festa è comportarsi come lui vorrebbe, predicando la sua parola. Questa è la forma più alta di carità, perché porta gli uomini alla conoscenza. Alla fine della lezione, la guida saluta e rimanda all’appuntamento di giovedì. Mi chiedono di ritornare a trovarli.
Taurisano. La sala del regno dei testimoni di Geova
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QUESTIONE DI LOOK
z LA CITTà INVISIBILE
“Perdi la poltrona, più e più volte e poi la acquisterai. A Roma”. Gli apparve una notte in sogno, il leader Massimo, e Flavio Fasano non ebbe più dubbi: il suo sacrificio nel basso Salento, quello di darsi come agnello sacrificale nella competizione sia per la poltrona di primo cittadino di Gallipoli, sia per quella di senatore, gli avrebbe portato frutti. Ed ecco che è arrivata la nomina di consigliere d’amministrazione dell’Enit (Ente nazionale per il Turismo) direttamente dal Ministero degli Esteri (ossia D’Alema). Da Gallipoli a Roma, dunque, il fido Flavio. Un’occasione che non si farà sicuramente scappare per imprimere, dall’alto, in quanto rappresentante dell’Enit, una sterzata (a sinistra) al turismo gallipolino. Che tirato a destra e manca rischia di…restare fermo immobile. Tanto che l’amministrazione gallipolina capeggiata dal petroliere Barba ha storto il naso di fronte al progetto per tirare a lucido il porto, progetto presentato dal consorzio di comuni Area sistema capeggiato da Casarano. Ma questa è un’altra storia.
FOTOPROTESTA Maglie. La tangenziale che collega la Casarano-Maglie alla superstrada per Lecce è pronta da anni ma, non essendo mai stata collaudata, è chiusa. Le macchine però transitano, e molte, nei due sensi. L’imbocco con la superstrada le costringe ad una, spesso mortale, inversione ad U. Presidente Pellegrino, a quando i ripari? Costretti ad essere imprudenti. Un’auto effettua la pericolosa inversione ad U
zx di Enzo Schiavano
Contrada Mendole: il “Re” è nudo Casarano. Il fondo di contrada “Mendole”, dove si trovano decine di ulivi ultrasecolari, diventerà un parco come aveva programmato l’amministrazione comunale? Forse si, ma in un paesaggio dove predomina il cemento. Il sopralluogo dei tecnici della Provincia, effettuato oltre un mese fa, per verificare se il tracciato della nuova tangenziale rischiava di eliminare le splendide piante, ha prodotto questi risultati: 1) il tracciato della circonvallazione passerà proprio dal fondo “Mendole”, nei cui pressi verrà realizzato uno dei 17 rondò, e non sarà modificato; 2) le piante più interessanti che dovessero essere spiantate, saranno ripiantate nella stessa area; 3) per la pianta denominata U Re, la più antica (circa 700 anni), verrà realizzata una struttura in muratura per evidenziarla rispetto alle altre. Insomma, il parco, anche se si dovesse fare, avrà sullo sfondo il viadotto e il rondò di una specie di autostrada. E il “Re” apparirà ancor più solo e “nudo”. Eppure, l’amministrazione comunale ha avuto tutto il tempo per far “allontanare” dall’area il tracciato e salvare il fondo così com’è attualmente, cioè una zona umida suggestiva dove sostano un’infinità di uccelli migratori, compresi ci-
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gni e aironi rosa. I quali, ovviamente, disturbati dal traffico, sosteranno altrove. Palazzo dei Domenicani da anni sapeva che doveva realizzarsi il parco e contemporaneamente la nuova tangenziale. Il progetto della “Circonvallazione di Casarano”, infatti, ha cominciato il suo cammino amministrativo verso la fine degli anni Novanta; è stato oggetto di discussione in diversi passaggi negli organi istituzionali del Comune e della Provincia; è stato esposto al pubblico per due volte per dare modo ai cittadini di presentare eventuali osservazioni (e in una di queste il proprietario del fondo aveva segnalato il pericolo). Il Consiglio Comunale, in particolare, ha discusso l’argomento per due volte: il 13 dicembre 2001 e il 4 aprile 2004. E’ mai possibile, considerato il travagliato iter amministrativo del progetto, che in questi anni nessuno abbia evidenziato questo problema? Il paradosso è che la vicenda si è sviluppata negli stessi giorni in cui la Regione Puglia ha istituito la legge che tutela la piante di ulivo secolari.
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ATTUALITÀ
//REPORTAGE
z TRASPORTI D’EPOCA
Nessun operatore allo sportello « informazioni. Scarsa igiene e scarsa sicurezza. Ritardo sui tempi di marcia. Eppure nella Carta dei servizi i viaggiatori si dicono soddisfatti
Colori anni ‘70. Littorina anni ‘50. Sulla tratta Maglie-Otranto il tempo si è fermato
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In carrozza. Un anno dopo A DISTANZA DI UN ANNO, IL TACCO RIPRENDE IL TRENO. TRATTA MAGLIE-OTRANTO. PER VERIFICARE L’EFFICIENZA DEI SERVIZI FSE. ECCO CHE COSA VEDRÀ UN TURISTA CHE, ALLA RICERCA DELLA PRIMA ALBA D’ITALIA, CERCHERÀ DI RAGGIUNGERE OTRANTO SULLE ROTAIE Promesse da marinai o promesse da capotreni, fate un po’ voi. Il succo è che delle novità annunciate da Mario Loizzo, assessore regionale ai Trasporti, poco più di un anno fa (con la delibera di giunta 1181 del 6 agosto venivano destinati 13 milioni e mezzo di euro per l’acquisto di 13 automotrici leggere Fse) il Salento ha visto poco. Anzi nulla. Già nel numero di ottobre 2005 il Tacco si è occupato di trasporto su rotaia, e quindi di Ferrovie del Sud Est (la maggiore azienda di trasporto pubblico nella Regione Puglia e l’unico vettore su rotaia, nel comprensorio a sud di Lecce) viaggiando sull’ipotetico percorso (Ugento-Lecce) di uno studente che dal basso Salento dovesse raggiungere l’Università. “Il Sud Est – aveva detto in quell’occasione Mario Vantaggiato, segretario provinciale di Filt-Cgil – vive una situazione difficile, soprattutto da un punto di vista infrastrutturale, tra inadeguatezza delle macchine e condizioni di sostanziale abbandono delle stazioni”. Lo scorso ottobre si attendevano ancora le migliorie promesse dalla Regione. A più di un anno di distanza il Tacco ha ripreso il treno. Questa volta, scegliendo la tratta Maglie-Otranto, che, in occasione delle vacanze natalizie alle porte, sarà una delle più utilizzate dai turisti in terra di Leuca, alla ricerca della prima alba d’Italia. La “carta dei servizi 2005”, rintracciabile su internet al sito www.fseonline.it, decanta percentuali altissime di viaggiatori soddisfatti. Ecco invece quello che abbiamo visto noi.
zx di Flavio Serravezza
1. Stazione di Maglie. Binario 3. Il treno partirà alle 11.10. Direzione Otranto. All’entrata della stazione c’è uno sportello aperto al pubblico, ma deserto. Per capire da dove si accede ai binari, chiedo ad alcuni ragazzi. La stazione sembra una vecchia casa abbandonata. Non un cartello di indicazioni, né un tabellone. Arrivo sui binari. Sono le 11. Li vedo di fronte a me ma non riesco a capire quale sia il terzo e come fare per raggiungerlo. “Per raggiungere il terzo binario – mi spiega un signore - deve
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//REPORTAGE
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attraversare i primi due”. “Ma è vietato”, dico io. “Guardi prima a destra e poi a sinistra - mi risponde –; se non vede treni in arrivo, si affretti a passare”. 2. Niente sottopassaggio. Attraverso i binari. Solo un turista stranito aspetta con me il treno, la classica littorina arancione ricoperta di murales. Il macchinista si avvicina, attraversa anche lui di corsa i binari, e sale a bordo. Non sono in una delle 13 nuovissime automotrici leggere che Mario Loizzo, assessore regionale ai Trasporti, aveva promesso più di un anno fa. Le speranze che fossero destinate al Salento erano poche, ma c’erano. 3. Il mio treno è di sicuro del 1952-53; il macchinista lo conferma. I sedili di pelle sono in pessimo stato. Le condizioni igieniche scarse. Le cabine di guida e le aree entrata-uscita dal treno non credo siano mai state modificate da 50 anni a questa parte. La ruggine ha provocato buchi vicino ai finestrini e nella cabina del macchinista. 4. 5.Il beccuccio di un estintore è rattoppato con delle reti. Di dubbio funzionamento. C’è una stufa piccolissima e arrugginita. Alla faccia dei moderni impianti di climatizzazione decantati dalla carta servizi Fse. Sono le 11.20. Il treno tarda a partire perché aspetta una coincidenza. Sono scioccata da quel che vedo. Quanto il turista, a bordo con me. Sale una coppia di ragazzini e si parte. Non una voce che annunci la partenza (né il ritardo) o il transito della coincidenza di pochi minuti prima. Chiedo informazioni a chi guida il treno, che per motivi di tutela aziendale, chiamerò signor
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// 70 anni di Fse. Viaggiatori soddisfatti. Forse Da più di 70 anni (dal 1931) viaggiare in Puglia, in treno o in autobus, significa viaggiare con le Ferrovie del Sud Est. La maggiore azienda di trasporto pubblico operante nella regione che unisce il capoluogo, Bari, e gran parte della sua provincia, alle province di Brindisi, Lecce e Taranto. La rete ferroviaria, con i suoi 474 chilometri di linea, costituisce, dopo le Ferrovie dello Stato (cui è interconnessa), la più estesa rete omogenea italiana; essa attraversa le quattro province meridionali della Puglia, collegando fra loro i capoluoghi di Bari, Taranto e Lecce, nonchè 85 Comuni del loro circondario.
N. 32 Dicembre 2006
ATTUALITÀ TRASPORTI D’EPOCA z
Mario. Gli faccio un po’ di domande, perché mi accorgo di non poter aprire il finestrino. È bene che sia incastrato perché affacciandomi rischierei di prendere un ramo di albero in faccia. Tutto il percorso fino a Otranto, infatti, è pericoloso per i passeggeri che osano prendere un po’ d’aria. Le vecchie automotrici, dotate di una sirena luminosa esterna che avvisasse i viaggiatori del treno in partenza, mi dice il signor Mario, vengono buttate giù dagli alberi mentre il treno viaggia. Le rotaie, tra l’altro, sono molto vecchie in questo tratto di ferrovia e se il treno supera il limite dei 50 chilometri orari (la velocità massima prevista su questa linea) corre il rischio di “slittare fuori”. Il treno va. Vicino alla stazione di Giurdignano, dove si ferma ma non scende né sale nessuno quasi mai, vedo un passaggio a livello incustodito. Il macchinista suona e rallenta, ma il rischio è altissimo. 6. Arriviamo a Otranto con un quarto d’ora di ritardo. La stazione ha una sede antica tenuta malissimo. Scendo. Chiedo una carta degli orari dei treni, ma non esiste. Devo consultare il sito internet o ricopiarli dal tabellone appeso al muro delle stazioni. Ci rinuncio. Ho bisogno del bagno e mi danno una chiave. Guardando i servizi “igienici” della stazione ci ripenso e ritorno sul treno. Dopo 10 minuti si riparte. A Maglie gli studenti si preparano a salire sui treni per tornare a casa. Penso a come attraverseranno i binari. “Peccato – dice Mario – tutti usufruirebbero dei treni delle Fse se il servizio non fosse così scarso, soprattutto quanto a sicurezza. Comprano motrici che non viaggeranno mai su questi vecchi binari. La rete del basso Salento è tagliata fuori dagli investimento dell’azienda”. In stazione ci sono altri treni fermi sui binari, azzurri e luccicanti. Niente scritte. Penso che forse possono essere le nuove motrici. Mi dicono che hanno solo rivestito la ruggine dei vecchi treni, quelli del ’52’53, con una “nuova pelle colorata”. Guardo un po’ a destra, un po’ a sinistra e attraverso i binari. 6.
Questi i dati diffusi dalle Ferrovie Sud Est nella Carta dei servizi 2005: Fattori di qualità (monitoraggio 2005)
Percentuale di soddisfatti (valori medi)
Sicurezza di viaggio Regolarità del servizio Pulizia e condizioni igieniche Informazioni alla clientela Comfort di viaggio Servizi aggiuntivi – attenzione all’ambiente Aspetti relazionali
74% 72% 44% 83% 46% 42% 91%
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IL SALENTO CHE CRESCE z ECO SUD AMBIENTE
Eco Sud Ambiente. Vicini alla terra per vocazione DA VENT’ANNI CONSULENZA, RACCOLTA, TRASPORTO E SMALTIMENTO RIFIUTI Dell’amore per la natura, a volte, non si può proprio fare a meno. La storia di EcoSud Ambiente, azienda che si occupa di rifiuti speciali tossici e nocivi ne è la conferma. EcoSud Ambiente S.r.l. nasce nel 1986 dall’esigenza di un gruppo di imprenditori del settore calzaturiero di smaltire i rifiuti derivanti dai processi produttivi. Promotori della sua costituzione sono la C.S.A. S.r.l, già esperta in consulenza ambientale, e la BI. VI. di Torino, una delle aziende leader in campo nazionale per lo smaltimento dei rifiuti speciali e pericolosi. Ma la costituzione dell’azienda era già nella mente del direttore tecnico Rosario Merico, da sempre animato dall’amore per l’ambiente. Lo stesso Merico spiega come essere nato e cresciuto a contatto con la natura abbia stimolato in lui un interesse così
forte nei suoi confronti. Il legame con la terra è, infatti, qualcosa che ti rimane dentro. “Il mio primo lavoro a cinque anni – ricorda Merico - era raccogliere gli arbusti dai campi che sarebbero poi serviti per il riscaldamento. I profumi che emana ancora oggi la vegetazione dell’incantevole paesaggio che ha visto la mia infanzia mi ridà la gioia e la spensieratezza di una volta”. Insieme alla raccolta dei rifiuti industriali, settore per il quale cura circa 300 aziende, la EcoSud Ambiente si specializza, così, nella raccolta e nel trasporto dei ROT. Ma non solo. Perché le esigenze di mercato la portano ad occuparsi anche di “bonifiche di amianto”, settore nel quale essa ha oggi, dopo vent’anni dalla nascita, acquisito notevoli competenze, potendo contare sull’alta professionalità di 15 collaboratori.
Vigilanza Ambientale Le discariche abusive sono un fenomeno sempre crescente ed i Comuni pur sacrificando diversi fondi per le bonifiche, vedono le periferie sempre costellate di rifiuti di vario genere. Per porre fine a questo fenomeno la Eco Sud Ambiente s.r.l. ha istituito un servizio di “Vigilanza Ambientale” con l’obbiettivo di controllare tutte le zone periferiche mediante un monitoraggio costante, utilizzando personale qualificato ed auto-
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mezzi facilmente individuabili. Tutti i Comuni che hanno attuato questo servizio (Poggiardo, Uggiano La Chiesa, Otranto, Casarano, Novoli, Giurdignano) hanno di fatto riscontrato una forte riduzione di questa cattiva abitudine.
L’amianto L’amianto costituisce un pericolo per la salute dell’uomo a causa delle fibre di cui è costituito. Il rilascio di fibre nell’ambiente può avvenire se queste vengono manipolate e lavorate o spontaneamente (nel caso di materiali friabili, usurati o sottoposti a vibrazioni, correnti d’aria, urti). L’esposizione a fibre di amianto può provocare malattie dell’apparato respiratorio e delle membrane sierose, principalmente la pleura. La Eco Sud Ambiente s.r.l., da oltre 10 anni, provvede alla risoluzione di tale problema mediante le tecniche dell’incapsulamento, sconfinamento e smaltimento, utilizzando mezzi e personale altamente qualificato.
Curriculum e referenze Da oltre 15 anni la Eco Sud Ambiente s.r.l. fornisce consulenza ambientale e servizio di smaltimento rifiuti a grandi e piccole imprese pubbliche e private. L’azienda può oggi contare, tra i suoi clienti, Poste Italiane S.p.A., Sogesta, Poggiardo, Uggiano La Chiesa, Otranto, Novoli, Casarano, La Fondazione Filograna, Giochi Park,
L’Aia Vecchia s.r.l., Duedy s.r.l., Newlat s.r.l., Emmegi, ILPA s.r.l., Ex Distilleria Gallipoli, Cantiere Nautico F.lli Longo, Etichettificio Perruccio, Maremonti. Tra i più importanti interventi dell’azienda guidata da Merico si ricorda quello realizzato a Campi Salentina con la bonifica dell’ex Opificio Capurro di circa 18mila metri
quadri e quello al Comune di Poggiardo con la bonifica dell’ex campo Boario. Grazie a strumenti come aspiratori a filtri assoluti la Eco Sud Ambiente s.r.l. bonifica ambienti inquinati da fibre di amianto. Tra questi tipi di interventi sono di particolare importanza quelli eseguiti presso numerose sedi delle Poste Italiane S.p.A..
EcoSud Ambiente, via Uggiano 63/b - 73020 Casamassella (Le) - Tel./fax 0836.811900 E-mail: ecologia@ecosudambiente.it - amianto@ecosudambiente.it zx a cura di Nerò Comunicazione
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ATTUALITÀ
z TREDICESIMA. PER CHI CE L’HA
Bianco Natale e lavoro nero TEMPO DI TREDICESIMA. MA NON PER TUTTI. ABBIAMO INCONTRATO ALCUNE PERSONE PER LE QUALI, ANCHE A NATALE, IL LAVORO NON REGOLARE È REGOLARE AMMINISTRAZIONE zx di Giuseppe Finguerra
accetta una «Emir retribuzione pari a metà di quanto dichiarato in busta paga; Dario non sa come mantenere il figlio che sta per nascere; Riccardo vorrebbe andar via
»
tempo di Natale. Il periodico corso degli eventi, scandito dal calendario, riesuma buoni sentimenti e migliori intenzioni. Ricorre una gioia di cui è difficile spiegare il senso. Ed è questa la magia del Natale. Ma ci sono anche motivi meno sentimentali e più materiali per essere pervasi da ottimismo e buon umore. Con le feste arriva la tredicesima, la parte dello stipendio che si consuma in fretta, tra strenne e libagioni natalizie. La tredicesima è per molti, ma non per tutti. Infatti, esiste una moltitudine di persone, per le quali il diritto ad un regolare stipendio (e mettiamoci pure quello alla tredicesima) è solo un miraggio. Le vicende (vere) narrate da alcune persone che subiscono il lavoro irregolare, forse, farà perdere a qualcuno la magia. Buon Natale, ugualmente. A chi può permetterselo.
È
Vedo nero. Storie di lavoro irregolare // 12 ore di lavoro e metà stipendio Emir, 24 anni: “Sono giunto clandestinamente in Italia, sfuggendo dalla guerra nella ex Jugoslavia, lasciando la mia famiglia in Kosovo. Inizialmente, sono stato in un centro di accoglienza gestito da religiosi. Quando ho avviato la procedura per il permesso di soggiorno, ho dovuto cercare un lavoro. Ho 26 il tacco d’Italia
Il rosso contro il nero. La campagna pubblicitaria di Cgil
conosciuto un facoltoso imprenditore, che mi ha proposto di lavorare per lui in una nota struttura alberghiera. Svolgo qualsiasi mansione mi richieda. Lavoro circa dodici ore al giorno, dalle sette alle venti con pausa pranzo di un’ora, e la mia retribuzione è inferiore di oltre la metà a quella dichiarata in busta paga. Il mio datore di lavoro giustifica questa differenza come spesa per l’alloggio in un appartamento di cui lui stesso è proprietario. Con lo stipendio pago anche il vitto. Mando alla mia famiglia, a Pec, quel poco che riesco a risparmiare. E’ una fortuna che almeno mi versi i contributi”.
// “Voglio mio figlio. E un altro lavoro” Dario, 27 anni: “Vivo in un paese della Grecìa. Lavoro nel magazzino di un esercizio commerciale, a Maglie. Il mio datore di lavoro ha dichiarato al Centro Provinciale per l’Impiego di avermi destinato al lavoro nei campi, come bracciante. La mia retribuzione è di molto inferiore rispetto a quella dichiarata: ricevo 400 euro mensili, mentre lui trattiene il resto della busta paga. Recentemente sono andato a vivere con la mia compagna, dalla quale aspetto un figlio. E’ impossibile tirare avanti. Ho chiesto un aumento che il mio datore di lavoro mi ha negato. Mi ha dato un consiglio, però: spingere la mia compagna ad abortire, dato che questo figlio non lo potevo mantenere. Ho provato rabbia. Io voglio che mio figlio nasca, ma non ho lasciato il lavoro perché non riesco a trovare alternative”.
N. 32 Dicembre 2006
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ATTUALITÀ
TREDICESIMA. PER CHI CE L’HA z
// Diploma a pieni voti. E voglia di andar via Riccardo, 25 anni: “Vivo in un paese a pochi chilometri da Maglie. Il lavoro che svolgo è completamente in nero. Faccio il cameriere in un ristorante e guadagno circa 500 euro al mese, ma mi considero fortunato, perché almeno ricevo il vitto. In passato ho sempre lavorato presso aziende salentine come ragioniere. Sono diplomato a pieni voti presso l’I.T.C. di Maglie, ma non ho mai trovato un posto di lavoro stabile, a causa delle scarse retribuzioni o delle assunzioni a tempo determinato. Ho anche fatto il cameriere in un bar alla moda di Maglie, in cui ero stato assunto con un contratto part time. Apparentemente si trattava di un lavoro regolare. Di fatto, ho lavorato con turni di dieci ore, con una retribuzione netta di tre euro all’ora. Ho mollato dopo due settimane. Spesso penso di emigrare in luoghi dove si possa lavorare in modo più dignitoso, ma questo significherebbe lasciare sola mia madre, cui non è rimasto altro affetto”.
// Camerieri Co.Co.Pro. Fonte dell’Ispettorato del Lavoro Provinciale Quali sono i casi più rilevanti di lavoro irregolare individuati con l’attività ispettiva nel territorio provinciale? “Abbiamo scoperto, a Matino e Casarano, laboratori tessili gestiti da cinesi. La manodopera abitava negli stessi locali dell’azienda, non idonei dal punto di vista igienico e sanitario, e lavorava in nero, in una condizione vicina alla schiavitù. Le aziende cinesi operavano su commissione di importanti marchi del luogo. Inoltre, nel corso dei controlli svolti durante la stagione estiva nelle aziende turistiche, abbiamo rilevato che erano irregolari l’80/85 per cento dei rapporti di lavoro. Poi, vi è il settore dei call center. Ce ne sono pochi, ma con molti dipendenti. Il totale delle persone occupate è circa 1500 unità, ed il numero è in aumento. Il 90 per cento dei
per cento dei rapporti di lavoro «nelL’85settore turistico sono irregolari. L’Ispettorato del Lavoro.Che ha tanto lavoro da svolgere ma pochi soldi per benzina e francobolli
»
N. 32 Dicembre 2006
In poco più di un anno l’occupazione « femminile in Salento è scesa del tre per cento. Diminuiscono anche le donne in cerca di lavoro, ma solo perché lavorano in nero. Nel 2004, in 183 si sono dimesse per maternità
»
lavoratori nei call center sono inquadrati in contratti di collaborazione a progetto (Co.Co.Pro.), che maschera un vero e proprio rapporto di lavoro subordinato. Addirittura, in un caso, abbiamo trovato un bar con il cameriere assunto come collaboratore a progetto”. Con quali strumenti normativi reprimete le situazioni di illegalità? “L’ispettore del lavoro è un ufficiale di Polizia Giudiziaria. Ha libero accesso nei luoghi in cui vi sono lavoratori dipendenti, senza che siano frapposti ostacoli. Le sanzioni irrogate alle aziende irregolari possono essere pesanti. La legge Bersani ha istituito una multa di 3mila euro, più 150 euro per ogni giorno lavorativo irregolare. Nei casi più gravi si giunge al sequestro del luogo di lavoro”. Il personale e le risorse materiali a vostra disposizione sono sufficienti? “Il personale presso l’Ispettorato del lavoro di Lecce è insufficiente rispetto alla mole di controlli da affrontare. Solo nel 2006 abbiamo ricevuto circa 1500 denunce. L’assunzione di sette nuovi ispettori ha migliorato la situazione. Inoltre, dall’inizio dell’anno fino a maggio, abbiamo avuto il problema della mancanza di soldi per pagare la benzina dei veicoli degli ispettori in servizio. Tra l’altro, le vetture utilizzate sono quelle private degli ispettori, dato che non abbiamo un parco macchine e i rimborsi della benzina sono inadeguati. Ma non è tutto, perché ci è capitato anche che mancassero i soldi per le affrancature della corrispondenza. Per cui, dato che lavoriamo soprattutto con le numerose segnalazioni dei lavoratori e dei sindacati, questi sono costretti a ritirare la corrispondenza di persona, o a ricevere le comunicazioni per fax”.
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ATTUALITÀ
z TREDICESIMA. PER CHI CE L’HA
// Condizioni “atipiche”
// Poche donne in cerca
Ettore Bambi, Commissione provinciale per l’Emersione Quanto è presente il lavoro irregolare nella provincia di Lecce? “Il lavoro nero o irregolare non può essere quantificato in modo esatto. Il 33 per cento dei rapporti di lavoro è in qualche modo irregolare. I Ettore Bambi. settori più interessati sono agricoltura, artigianato, commercio e servizi. È modificato il tipo di persona che accetta la riduzione o la negazione del diritto alla giusta retribuzione, alla previdenza sociale e alla sicurezza sul luogo di lavoro. Infatti, non è solo la manodopera poco scolarizzata e con scarse qualifiche a cadere nella rete del lavoro irregolare, ma anche diplomati o laureati, persone qualificate e con professionalità medie o alte. Il lavoro irregolare è anche negli studi professionali. Giovani laureati sono impiegati con contratti atipici che mascherano il lavoro nero”. Qual è l’attività della Commissione per l’Emersione? “Non è un organo repressivo. Andiamo nelle aziende e facciamo in modo che esse ‘si confessino’, spiegando le ragioni del ricorso al lavoro irregolare. Dopodiché, suggeriamo possibili soluzioni che portino alla regolarità. Questa attività ha già riscosso successi, e presuppone un’analisi del problema e l’utilizzo di misure di supporto per aiutare l’azienda ad emergere, allo stesso tempo regolarizzando i rapporti con i propri dipendenti. In questo periodo la nostra attività di supporto si concentra sul piccolo e medio artigianato, che per le sue caratteristiche ha difficoltà nell’assunzione di manodopera regolare. Invece, nel settore dei servizi, studiamo le cattive prassi del ricorso al lavoro irregolare a seconda della tipologia di azienda e delle aree territoriali, per comprendere e per combattere le cause culturali ed economiche del problema”.
Serenella Molendini, consigliera di parità della Provincia di Lecce Come si manifesta il lavoro nero in provincia? “Il problema del lavoro nero nel Salento è molto grave ed è così radicato nel nostro tessuto produttivo da divenire un fatto culturale. QuanSerenella Molendini do il passato Governo ha incentivato le aziende ad emergere, nessuna azienda salentina dei settori dell’agricoltura e dei servizi ha usato tale opportunità. Un altro fatto preoccupante è la diminuzione dell’occupazione femminile dichiarata. L’occupazione femminile nel 2004 si attestava intorno al 33 per cento, nel 2005 e nel primo semestre del 2006 è scesa intorno al 30 per cento. Diminuisce anche il tasso delle donne in cerca di lavoro, perché le lavoratrici entrano nel circuito del lavoro nero e non dichiarano più la loro condizione di disoccupate. Infine, nel 2004, in provincia di Lecce, 183 donne si sono dimesse dal lavoro per maternità, spesso a causa di ricatti zx di Francesco Ria dei datori di lavoro. E’ una situazione non dissimile dalle buste paga in nero”.
Ettore Bambi: “Il 33 per cento dei « rapporti di lavoro è in nero. Agricoltura, artigianato, commercio, servizi, i settori più interessati. E oggi anche diplomati o laureati accettano condizioni di lavoro irregolare”
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In Salento il lavoro nero è un fatto « culturale. Quando il passato governo ha incentivato le aziende ad emergere, nessuna l’ha fatto
»
Come contrasta il lavoro nero? “Sono impegnata a prevenire le discriminazioni nei luoghi di lavoro e a favorire l’occupazione femminile. Molte lavoratrici e molti lavoratori denunciano discriminazioni e molestie sessuali nei luoghi di lavoro al nostro sportello in Provincia. Queste situazioni si manifestano soprattutto là dove esistono rapporti di lavoro irregolare. In qualità di Pubblico Ufficiale e con l’autorizzazione della persona, intervengo anche in giudizio, affinché siano giudicati i responsabili e tutelati i diritti dei lavoratori. Purtroppo sono ancora molte le persone che, dopo avermi svelato i loro problemi nei luoghi di lavoro, non arrivano al passo successivo della denuncia. In questi casi attiviamo un momento di consulenza, di ascolto, ed aiutiamo le persone a trovare un’altra occupazione”.
info point Casarano tel.: 0833.512416
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GALLIPOLI (Le) Via B. Croce, 1/B Cell. 320.4276362
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UNIVERSITÀ z ODISSEA NELLO SPAZIO
I cacciatori di stelle La sonda Mars Express « sta studiando il pianeta
Un veloce bagliore nel cielo. Una cometa come quella che la sonda spaziale Rosetta raggiungerà nel 2001
Marte dal 2003; Venus Express è su Venere dal 2005; Rosetta è in viaggio verso una cometa che raggiungerà nel 2011
»
zx di Francesco Ria
C’È CHI ADORA LA COMETA E C’È CHI LA STUDIA. L’UNIVERSITÀ DI LECCE È IN TRE MISSIONI SPAZIALI INTERNAZIONALI. GRAZIE AL GRUPPO DI ASTROFISICA DI SERGIO FONTI Se il Presidente della Repubblica, in visita ufficiale a Lecce, ha definito la nostra Università come “la migliore tra gli atenei di seconda generazione di tutto il Sud Italia” (ha cioè escluso, più per cortesia che per altro, Napoli, Bari e Palermo), qualche motivo ci sarà. Ed è per comprendere il perché di tanta considerazione, e per conoscere meglio il lavoro delle nostre menti migliori, che proveremo ad intraprendere un percorso di scoperta tra i migliori progetti di ricerca dell’Università di Lecce. Inizia qui una nuova rubrica. niziamo da molto lontano: dallo spazio. All’interno del gruppo di Astrofisica che opera presso il Dipartimento di Fisica, è presente un sottogruppo che si occupa di studiare il nostro Sistema Solare, coordinato da Sergio Fonti e composto da tre docenti, due assegnisti, tre dottorandi e due tecnici. Tra i progetti più importanti portati avanti in questi anni, indubbiamente spiccano le partecipazioni a tre missioni spaziali internazionali: Mars Express, Venus Express e Rosetta. La prima sonda sta studiando il Pianeta Marte, la seconda è su Venere, mentre l’ultima è in viaggio verso una cometa che raggiungerà nel 2011. Con l’aiuto di Fonti cerchiamo di capire meglio il lavoro degli astrofisici dell’Università di Lecce.
I
// Luce in laboratorio Il gruppo analizza in laboratorio campioni di interesse astrofisico: cioè osserva oggetti del cielo dalla luce emessa. Tra i corpi spaziali, alcuni emettono radiazione luminosa (le stelle), altri la riflettono (i pianeti). La luce ha delle “impronte” particolari, a seconda dell’oggetto che l’ha emessa o ri30 il tacco d’Italia
flessa. Non è facile risalire da un raggio di luce all’informazione sulla composizione di un corpo celeste: serve un codice che consente di riconoscere immediatamente, dalle caratteristiche della luce, le caratteristiche dell’oggetto dal quale proviene. Così a Lecce si lavora in laboratorio ricostruendo situazioni simili, ma controllate, a quelle spaziali: si fa passare la luce attraverso materiali di origine nota, e si analizza il raggio finale osservando come è cambiato rispetto alla situazione di partenza.
// Un po’ di Lecce nello spazio Nel giugno del 2003 è partita la missione spaziale europea Mars Express, con l’obiettivo di studiare il pianeta rosso. L’entrata in orbita con Marte è avvenuta nella notte di Natale 2003 e i primi dati sono giunti sulla Terra pochi giorni dopo. A bordo di Mars Express sono presenti sette strumenti, due dei quali sono stati realizzati con la collaborazione del gruppo leccese. PFS analizza la luce infrarossa e ha vissuto le più importanti fasi di sviluppo proprio nell’Università di Lecce; Omega, invece, è una collaborazione con gruppi francesi di astrofisica. Nel novembre del 2005 inizia il viaggio di Venus Express, sonda che ha raggiunto Venere lo scorso mese di aprile. La sonda venusiana ha portato in orbita, tra gli altri, due strumenti “leccesi”: il clone di PFS e VIRTIS. Quest’ultimo strumento è presente anche sulla sonda Rosetta, partita nei primi mesi del 2004 verso una cometa che orbita attorno al Sole con un periodo di cinque anni. Dopo una traiettoria molto particolare, che l’ha vista fare la spola per due volte tra la Terra e Venere, Rosetta è in viaggio verso la cometa con la quale dovrebbe entrare in contatto nel 2011.
N. 32 Dicembre 2006
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UNIVERSITÀ ODISSEA NELLO SPAZIO z
Sull’Osservatorio di Fisica. L’équipe di astrofisici dell’Università di Lecce. Al centro, Sergio Fonti
//Risultati ed effetti speciali Sergio Fonti, Dipartimento di Fisica, Università degli Studi di Lecce Professore, che cosa avete scoperto in due anni e mezzo passati a studiare Marte da vicino? “Abbiamo cominciato a studiare Marte dai dati di una sonda americana partita nel ’99 ed abbiamo scoperto cose interessanti: la presenza di carbonati (è un composto del carbonio, elemento che entra nella composizione di quasi tutti i tessuti animali e vegetali, ndr), sia sul terreno sia nella polvere atmosferica di Marte. Tale presenza era stata prevista dagli americani ma noi abbiamo trovato percentuali di presenza maggiori di quelle previste. I carbonati possono essere messi in relazione con una presenza di acqua. I nostri strumenti hanno confermato carbonati sulla superficie e ciò potrebbe essere messo in relazione con l’esistenza di forme di vita: possiamo pensare, per avere un’idea, a fossili e conchiglie. Stiamo andando in una direzione abbastanza interessante; i nostri risultati sono nuovi, e sono anche abbastanza controversi perché ci sono alcuni gruppi scientifici che li contestano. La discussione è aperta, ma stiamo comunque discutendo con i più importanti gruppi di ricerca, a livello mondiale, di questo settore”. Che cosa state studiando su Venere? “Stiamo cercando di capire quale è la struttura dell’at-
mosfera. L’atmosfera di Venere è abbastanza conosciuta ma ci sono molte eccezioni che ancora vengono dibattute. Ad esempio si sta cercando di capire solo recentemente, come mai ci sia un fortissimo vento che spira intorno al pianeta, che fa ruotare l’atmosfera molto più velocemente del pianeta stesso: è la cosiddetta super-rotazione, probabilmente dovuta alle differenze di temperatura presenti nell’atmosfera stessa. I nostri strumenti studieranno anche questi fenomeni. Inoltre, è ancora aperto il problema sugli strati più bassi dell’atmosfera di Venere che sono poco percettibili”. Perché andare su una cometa? “Il nostro strumento guarderà la cometa da una distanza di qualche decina di chilometri, mentre ci sarà una parte di strumentazione che scenderà addirittura a terra e le farà un po’ di solletico. La sonda seguirà la cometa nel suo percorso di avvicinamento al Sole e le variazioni che avverranno lungo questo percorso. Questa missione è molto importante perché le comete sono i corpi più primitivi del Sistema Solare, quindi hanno informazioni che i pianeti hanno ormai dimenticato perché sottoposti a vari mutamenti dovuti a vulcanismo, tettonica, terremoti, fenomeni atmosferici, che hanno modificato le proprietà dei materiali che li costituiscono. Questo per le comete non è avvenuto e quindi le informazioni che avremo ci daranno qualche indicazione sulla formazione del Sistema Solare”. Quanto costa il vostro lavoro? “Lavoriamo con budget abbastanza limitati. Ad esempio, per Marte, abbiamo avuto circa 800milioni di lire provenienti dall’ASI (Agenzia Spaziale Italiana) e dall’ESA (Agenzia Spaziale Europea)”. E una intera missione quanto può venire a costare? “Qualche centinaio di miliardi di lire. All’incirca quanto un film con un po’ di effetti speciali”.
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SOCIETÀ
z MILLE E UN PRESEPE
E’ Tricase la « “Betlemme d’Italia”, con il più grande presepe vivente della provincia: più di 200 figuranti, abiti dell’età romana direttamente da Cinecittà e più di 150mila visitatori
Testimonial d’eccezione. Nella passata edizione del presepe vivente di Tricase, gli attori che hanno impersonato la Sacra famiglia, Maria, Giuseppe e il Bambino, sono arrivati direttamente da Betlemme. Erano, come duemila anni fa, palestinesi
»
Paese che vai, presepe che trovi zx di Paolo Vincenti
DAI PIÙ ANTICHI E LEGATI ALLA TRADIZIONE AI PIÙ ORIGINALI, SPESSO OPERA DI ARTISTI. UN TOUR TRA FOLKLORE E GASTRONOMIA he Natale sarebbe senza il presepe? Ogni Comune della nostra provincia contribuisce a non disperdere ma anzi ad alimentare sempre più questa tradizione. Nel centro storico di Copertino, si tiene uno dei più imponenti e suggestivi presepi viventi del Salento, organizzato dalla parrocchia del Sacro Cuore di Gesù e dal circolo Anspi “Paolo VI”, che lavorano per mesi al fine di preparare con la massima cura questo allestimento. Non si può perdere il presepe poliscenico di Acquarica del Capo, organizzato dalla Pro Loco e dall’associazione “Amici del presepe”, insieme con i ragazzi della scuola media inferiore e superiore. Questo viene allestito al piano Acquarica che fu. Nel presepe di Antonio Occhilupo rivive, terra del Palazzo Villani di in miniatura, la città del passato Acquarica. Il vero artefice di tanta bellezza è Antonio Occhilupo, che ha rappresentato in miniatura, su una superfice di 130 metri quadrati, la Acquarica del passato, con grande attenzione ad ogni particolare paesaggistico ed architettonico.
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Tra gli antichi mestieri, molto interessante è la lavorazione del giunco, un tempo lavoro fondamentale nell’economia degli acquaricesi, non a caso soprannominati spurtari. Nelle stanze del Palazzo, inoltre, quest’anno si terrà la mostra dei presepi artistici realizzati dai ragazzi della scuola e da esperti presepisti acquaricesi, oltre al presepe di Nicola Ferraro, di Salve, a quello realizzato dallo scultore fiammingo ma salvese di adozione Norman Mommens, scomparso pochi anni fa, in ferro battuto e dipinto, e, ancora, a quello realizzato da Addolorata Olimpio, in giunco, negli anni 70. A Castro c’è solo l’imbarazzo della scelta fra i quattro importanti presepi che ormai sono appuntamento fisso ad ogni Natale. Uno di questi si può ammirare nella Grotta della Zinzulusa, a Castro Marina; ma se ne realizza anche uno nella grotta dei pescatori, nel porto di Castro, preparato da Angelo Coluccia; un presepe viene realizzato, per tradizione, nelle scuole elementari Castro. Un artigiano del presepe
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SOCIETÀ
MILLE E UN PRESEPE z da Carmine De Santis; infine, il quarto presepe viene allestito nel Vescovado di Castro dall’Azione Cattolica. Sulla serra di Alliste spicca il presepe rupestre, realizzato in gesso bianco dall’artista Luigi Sicuro; recuperato e restaurato pochi anni fa, oggi fa bella mostra di sé immerso nel verde della collina fra Alliste e il mare. Una vera chicca è il presepe che si tiene nel complesso di Leuca Piccola, a Barbarano di Morciano. Realizzato dall’associazione “San Martino nel cuore”, si trova sopra un mappamondo su cui sono ricostruite tutte le caratteristiche più importanti dei cinque continenti. Lo si può ammirare nei sotterranei dello storico edificio sacro. A Diso, l’anno scorso arrivò uno dei più grandi presepi viventi d’Italia, quello di Pietralcina, paese in provincia di Benevento noto per aver dato i natali a Padre Pio e che aveva stretto un gemellaggio con il Comune di Diso, il paese dei Santi Giacomo e Filippo. Il sindaco Antonio Minonne, giustamente orgoglioso della riuscita dell’evento, anche quest’anno non ha voluto esser da meno, ed ha stretto un gemellaggio con il presepe vivente di Ostuni. Il 4 gennaio, inoltre, ci Semplice e delicata. La Sacra Famiglia del Presepe di Diso svolgerà la “Calata dei Magi” provenienti da Lizzano. Nella cittadina di Diso, si può visitare anche il presepe permanente organizzato dall’associazione “Diso e futuro”. Anche a Gallipoli si preparano innumerevoli presepi che per Natale vengono allestiti nella città rivierasca. Innanzitutto, il concorso “Gallipoli in presepe”, promosso dall’azione cattolica “Sant’Agata”, nel centro storico, dà modo di ammirare le realizzazioni di tutti i partecipanti al concorso, organizzato dai commercianti del centro storico, dalla Pro Loco e dall’unione delle Confraternite. Sull’isolotto del Campo viene sistemato il presepe in ferro battuto realizzato dagli allievi dell’istituto d’arte di Parabita; un presepe vivente si tiene a Palazzo Briganti, storica dimora degli illuministi gallipolini Tommaso e Filippo Briganti; ancora, una mostra fotografica sui presepi viene ospitata dalla Confraternita della Purità; un piccolo presepe si tiene, inoltre, nella chiesa di Santa Maria delle Grazie, recentemente restaurata; quello realizzato dall’artista gallipolino Luigi Tricarico si può, invece, ammirare nei locali dell’associazione culturale “Anxa”; ma sono numerosi i piccoli presepi artistici composti nelle varie chiesette e confraternite della città bella. A Sanarica, Gesù nasce fra gli ulivi, nella Grotta di Sant’Angelo, dove è stato allestito il piccolo presepe vivente grazie all’impegno dei volontari della parrocchia Maria Ss. Annunziata. Una interessante mostra dei presepi si tiene a Scorrano, nello storico Palazzo Guarini, organizzata dall’associazione “Teatro e Musica” e da “Salentopresepi”. Ad Otranto Gesù nasce sott’acqua: infatti, la Natività viene riproposta dal centro sommozzatori della Lega Navale, nella profondità degli abissi, lungo la scogliera del porto. La Natività viene dal mare anche a Santa Caterina di Nardò dove, dopo la messa di mezzanotte, i fedeli assistono all’arrivo del Bambino trasportato su una barca fin sulla spiaggetta dove viene deposto nel suo giaciglio, in una grotta di cartapesta.
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Un presepe antichissimo è quello che si tiene presso il Santuario di Montevergine, a Palmariggi, organizzato da Rocco Zappatore: realizzato in cartapesta, poliestere e terracotta, è composto da circa 150 elementi a grandezza naturale. A Presicce, il presepe vivente è realizzato nei frantoi ipogei, di cui la cittadina è ricca, che si trovano sotto piazza del Popolo. Anche a Torrepaduli, frazione di Ruffano, si allestisce, da molti anni, un bellissimo presepe vivente nell’antico Palazzo Pasanisi. Qui, si può ammirare la bellezza dei mestieri di una volta, come il ceraio, il fabbro, il saponaio, l’arrotino, il falegname e il ferraio, e si possono degustare piatti della tradizione culinaria natalizia. Forse il più grande presepe vivente salentino è quello che si tiene su Monte Orco a Tricase: una tradizione antichissima, in quella che è stata già ribattezzata la “Betlemme d’Italia”. Più di 200 figuranti partecipano all’allestimento, con abiti dell’età romana inviati appositamente da Cinecittà. Fra le strade del paese si può passeggiare fra figuli, pastori, calzo- Ciak, si gira. lai, lavoratrici della lana, contadini Il presepe vivente di Tricase, con i fatti arrivare direttamente (più di 150mila visitatori l’anno scor- costumi da Cinecittà so hanno preso d’assalto il percorso, lungo più di due chilometri, che costituisce il presepe tricasino) in uno spettacolo davvero coinvolgente, allietato dal sapore di pittule calde e buon vino. Vino caldo aromatizzato e pittule vengono offerte anche ai visitatori del presepe vivente di Vaste, piccola frazione di Poggiardo, che lo realizza nella zona archeologica dei Santi Stefani. Immancabili le pittule anche a Casarano, dove l’associazione “Amici del presepe” (presidente Mimino De Masi), in occasione del presepe vivente apre ai visitatori vicoli, frantoi ipogei e casette seicentesche del centro storico, altrimenti inaccessibili nel resto dell’anno. A Vignacastrisi si tiene, quest’anno per la seconda volta, il presepe vivente realizzato dall’associazione culturale “Parabola a Sud”. Vivo grazie alle associazioni. Quest’anno, Molto giovane è ana curare il presepe di Vignacastrisi è l’associazione culturale “Parabola a Sud” che il presepe vivente che si tiene a Tiggiano in un vecchio frantoio ipogeo recentemente scoperto. Magiche atmosfere anche ad Ortelle dove si può visitare il presepe presso I Curti. Il tour fra i presepi salentini più caratteristici può cominciare. Buon divertimento e auguri a tutti.
// La curiosità da Casarano Lo sapete perché la notte del 24, quando durante la veglia si mangiano le pittule con il vin cotto e il miele, la prima “cotta”, cioè la prima sfornata, viene data agli animali, in particolare alle galline? Perché Gesù bambino, appena nato, per farsi un’idea di quale sia la natura del genere umano, chiede alle galline, chiacchierone e golose, se gli uomini le trattano bene. E gli uomini (i casaranesi in particolare, la leggenda si narra in quel di Casarano), si ingraziano le galline per pilotare il Giudizio del Signore.
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CULTURA z LIBRI IN VACANZA
Letture sotto l’albero
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I CONSIGLI NATALIZI PER CHI VOGLIA CONCEDERSI, O REGALARE, UN PO’ DI TEMPO PER LE PAROLE
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zx di Marco Sarcinella
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nche a Natale l’editoria promuove cultura. Per gli inguaribili nostalgici e, ahimè, inattuali amanti del libro, il panorama editoriale salentino si presenta ricco di proposte e novità.
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L’editore Manni si fa notare per il genere poetico con “Graffio di cuore” (1.), di Angelo Mancini (72 pagine, 9 euro), una testimonianza, secondo l’inclinazione propria dell’autore, della polemica rovente, del disagio sociale; una poesia funzionante sul piano retorico come micro-allegoria e, su quello ideologico, come denuncia di indignazione civile. Ancora per Manni escono due raccolte poetiche. “Lo stupore della ragione”(2.) di Carla Montefusco (136 pagine, 14 euro) di Gioia del Colle, ma residente a Roma dal 1960; la poesia è intesa dall’autrice come una lente capace di dare una visione razionale e al tempo stesso estatica della realtà, che si pone come ricerca del senso delle cose e come presa di coscienza del presente e del passato,
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con il magico potere di ricomporre le dissonanze. La seconda raccolta “In terza persona”(3.) è opera di Giovanni Nuscis, le cui poesie sono divise, per consonanza, in quattro sezioni; il titolo si riferisce ad un destino di terzietà, intesa come estraneità dannata e al tempo stesso salvifica che costituisce l’autentica dimensione poetica. Per Lupo esce “Controra”(4.) di Arcangelo Amodio (111 pagine, 9 euro); il testo raccoglie quattro racconti vivaci e nostalgici che conducono il lettore per le strade del Sud baciato dal mare e da luce accecante. La luce della controra, in cui le ombre prendono corpo, i ricordi si fanno presenti e le strade si riempiono di personaggi fantastici, sospesi tra commedia e poesia. E’ sempre dell’editore Lupo “L’ultimo bivio”(5.) di Rosaura Di Giuseppe, esordiente, dalla cui penna nasce un testo suggestivo, in uno stile che avvicina la letteratura al teatro scritto. La pubblicazione di Di Giuseppe è la trascrizione di un soggetto di Martino De Cesare, chitarrista jazz; al libro è allegato il cd di De Cesare.
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CULTURA LIBRI IN VACANZA z
Per Lupo esce ancora “Non chiedetemi l’autografo”(6.) portante rassegna di vedute mai dedicate alla Puglia, un mudi Giuseppe Castrignanò (155 pagine, 7,30 euro): in un’epo- seo con circa mille pezzie saggi scritti da illustri specialisti. ca di irrazionalità e paradosso, l’ironia diventa uno scudo Anche la casa editrice Besa propone, per Natale, interescontro le amarezze tipiche dell’uomo; l’autore ci accompa- santi novità. In “Sono rimasta molto delusa dai mirtilli”(10.) gna in un viaggio dove il surrealismo è la chiave di lettura (78 pagine, 8 euro), la poesia di Alessandra Nicita abita nel per comprendere un mondo in cui ogni individuo è chiuso nel disincanto, tra sbigottimento e stupore, in un continuo domansuo codice comunicativo e in cui solo l’intelligenza (intesa darsi; “la poesia - dice l’autrice - è lì seduta tra i rami e govercome lucida comprensione della realtà) può essere di soc- na in ciò che trova nella vita il vitalismo necessario alla risposta, al mai del “no”, al sempre accogliere” (dalla presentaziocorso con la sua forza dissacratrice dei miti infantili. ne di Mauro Marino). L’editore Congedo si imSempre di Besa, è “Il pone per tre novità che gli Per Natale Manni dà spazio alla poesia; Canto Blues alla deriamanti del Salento e della Puglia non possono lasciarsi Lupo crea atmosfere surreali e nostalgiche; va”(11.), che parte dall’on-line e che ha coinvolto dodici sfuggire. Congedo riscopre la Puglia e il Salento; autori, da marzo ad ottobre “Gente di Puglia” (7.) a cura di Fiorella e Maria Elena Besa punta su disincanto e senso di deriva 2005 su Musicaos.it. Il punCongedo (224 pagine, 28 euto di partenza è stato un ro) raccoglie le interviste a frammento di Francesco 22 pugliesi che si sono distinti sul piano internazionale, ma Sasso, osservatore dell’intera operazione, a cui si è aggiunto con alcune discriminanti: sono presenti anzitutto personaggi Luciano Pagano, direttore della webzine www.musicaos.it e cotra i 35 e i 50 anni, non vi sono politici e nemmeno sportivi, ordinatore degli interventi. Tutti gli interventi sono imperniati e inoltre sono stati interpellati solo i pugliesi che vivono fuori sulla categoria della deriva, che si può percepire nelle perifedalla loro terra; la pubblicazione nasce per offrire un tributo rie dell’esistenza individuale e collettiva, dove regna la spea questi cervelli e per dare l’occasione a tutti di scoprire ranza di percepirsi e di essere percepiti come esistenti (80 quali risorse, espresse dal nostro territorio, stiano rappresen- pagine, 5 euro). Non manca l’appuntamento natalizio “Tabula rasa”(12.), tando, in questo momento, il territorio pugliese nel mondo. “Il Mediterraneo pittoresco. Descritto da celebri viag- la rivista che la Besa editrice dedica dal 2002 alla scrittura giatori e illustrato dai migliori artisti”(8.) (444 pagine, 120 di ricerca narrativa e poetica, a cura di Luciano Pagano e euro), pubblicata in Italia nel 1892 da Sonzogno che la dis- Mauro Marino. “Tabula rasa” si conferma nel suo ruolo di ostribuì a dispense agli abbonati del “Secolo”, rappresenta un servatorio delle scritture, affermate o invisibili, tenendo fede unicum perché esibisce un’acquerellatura irripetibile, nella al suo originario intento, che è quello di farsi influenzare, coversione miniata messa a disposizione da un collezionista; i gliendo i molteplici e urgenti richiami della realtà. testi hanno più di 100 anni ed offrono un’immagine paterna Termina qui la nostra rassegna libraria, a tutti i lettori del Mediterraneo, in movimento, infinito, misterioso, azzurro. buone feste. “Puglia romantica”(9.) (480 pagine, 135 euro) è la più im-
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CULTURA z UN VIDEO PER I LIBRI
Sos libri nel deserto Un viaggio lungo 14mila chilometri. « E poi montaggio, scrittura e doppiaggio. Così nasce “Mauritania: città-biblioteche nel deserto”, il documentario che vuole salvare i libri sahariani
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zx di Antonio Lupo
I TESTI DELLE BIBLIOTECHE DEL SAHARA RISCHIANO DI SCOMPARIRE. ROSSELLA PICCINO, REGISTA SALENTINA, LANCIA L’ALLARME CON TESTI E IMMAGINI elle antiche città di pietra del Sahara occidentale, oggi quasi disabitate, si conserva un tesoro librario che rischia di scomparire per sempre. E’ quanto ci racconta con i suoi testi, attraverso eloquenti immagini e splendidi scenari di paesaggi sabbiosi, Rossella Piccinno nel documentario “Mauritania: città-biblioteche nel deserto”. Originaria di Supersano, 28 anni appena compiuti e una laurea, con il massimo dei voti, in cinematografia documentaria al D.A.M.S. di Bologna, Rossella è al suo esordio come documentarista, dopo le prime esperienze maturate nel campo dei cartoni animati ed un cortometraggio, di carattere intimista, dal titolo “Interno sei”. Con questo lavoro, iniziato nel novembre 2005 e prodotto in collaborazione con la Croce Rossa Italiana, ha voluto lanciare un allarme: i testi tramandati di generazione in generazione dai marabutt, i letterati-copisti che costituiscono una delle cinque caste in cui si divide la società maura, hanno bisogno di tutela. E’ infatti ancora possibile ammirare i preziosi manoscritti arabi, alcuni dei quali risalgono all’XI secolo, ma su di essi gravano innumerevoli problemi legati a ragioni storiche e ambientali: l’abbandono delle rotte carovaniere, la continua avanzata del deserto, l’implacabile minaccia delle termiti, la mancanza dei mezzi indispensabili per conservare una simile ricchezza culturale.
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Sul set. Rossella Piccinno durante le riprese del documentario
Delle biblioteche di Guadane, Chinguetti, Tichit, e Oualata, luoghi classificati dall’Unesco di interesse mondiale per l’umanità, solo un paio sono provviste di moderni armadi che mettano i libri al riparo dalle termiti. Le altre, non avendo ancora fruito degli aiuti della cooperazione internazionale, conservano il patrimonio librario miseramente per terra o tra la polvere di scaffali in pietra. Attendono perciò di essere meglio valorizzate. L’idea di Rossella è nata dalla voglia di un’esperienza di viaggio in Africa e dall’incontro casuale con un testo su questo argomento. Da qui un’avventura lunga 14mila chilometri, a bordo di un fuoristrada che ha condotto i quattro componenti della troupe dall’Italia alla Mauritania e ritorno. Ed un lavoro serrato di montaggio, scrittura dei testi e doppiaggio. “Un’esperienza che sono pronta a ripetere - dice l’autrice -. Questa volta mi piacerebbe non avere limiti di tempo per entrare completamente nella realtà degli abitanti del luogo. Invece che guardare la loro vita da vicino, mi piacerebbe viverla dall’interno, insieme a loro”. Intanto il documentario, dopo il lavoro di doppiaggio (a cura di Tommaso Del Signore) e di traduzione in inglese (realizzato da Maggie Armstrong e Nikolas Gray), è pronto per essere presentato anche oltre confine, ad un pubblico internazionale.
I-73030 Santa Maria di Leuca – Parco Costiero Penisola Salentina – Tel. 0833 758242 – Fax. 0833 758246 I-73014 Gallipoli – Riserva Naturalistica Torre del Pizzo – Tel. 0833 202536 – Fax. 0833 202539 www.attiliocaroli.it - info@attiliocaroli.it – skype: centroprenotazionicarolihotels 36 il tacco d’Italia
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CASARANO
STAGIONE TEATRALE 2006/2007 z
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Casarano pensa in prosa
IL 13 DICEMBRE RIPARTE L’APPUNTAMENTO CON IL TEATRO. COME SEMPRE,NELLA CORNICE DELLA FONDAZIONE FILOGRANA zx di Enzo Schiavano
a novità della stagione 2006-07 di “Pensiatista la definisce “adesione al canto come dialogo mo in prosa”, il consueto appuntamento intimo con l’urgenza del divino in presenza come in con il teatro proposto dall’Assessorato alla assenza”. Cultura del Comune di Casarano e dal “Teatro Lo spettacolo finale di “Pensiamo in prosa” sarà Pubblico Pugliese”, è l’arricchimento della narprettamente musicale. La rassegna, infatti, si chiuderazione con elementi musicali. Il cartellone di rà con “Banda 25” (22 marzo), il concerto della quest’anno sembra quasi la continuazione di “Banda Osiris”, considerata la massima espressione “Oltremare/Entroterra”, la rassegna culturale in Italia della comicità nel teatro musicale. La band è Pedone, assessore alla estiva della città, imperniata proprio sul bino- Claudio formata da Sandro Berti (mandolino, trombone), Cultura - Casarano mio teatro-musica. Gianluigi Carlone (voce, sax, flauto), Roberto Carlone Il calendario teatrale, composto da sette spettacoli che (trombone, tastiere) e Giancarlo Macrì (percussioni, basso-tuba). si svolgeranno tutti presso il Teatro Filograna – che è ormai In questo spettacolo “Banda Osiris” è coadiuvata da tre giovani il tradizionale palcoscenico di “Pensiamo in prosa” – leverà il musicisti: Ivan Ciccarelli (percussioni), Raffaele Koler (trombe) e sipario il 13 dicembre per concludersi il 22 marzo 2007. Roberto Melone (basso e chitarre). E in un cartellone che propone la musica come filo condut“L’intera rassegna è frutto di una scelta coraggiosa – ha tore, non si poteva che iniziare con un premio Oscar. Le musi- dichiarato l’assessore Claudio Pedone durante la presentazioche di Nicola Piovani (premio Oscar per il film “La vita è bella” ne –; puntiamo al coinvolgimento degli spettatori dell’intero di Roberto Benigni) faranno infatti da base al racconto “Il si- territorio, confortati dai numeri della passata stagione: 262 gnor Novecento”, con Lello Arena e Norma Martelli, arricchito abbonamenti, con una larga partecipazione di spettatori dell’dalle canzoni, i cui versi sono opera di Vincenzo Cerami (altro hinterland”. Il prezzo dell’abbonamento è fissato in 80 euro autore del pluripremiato film di Benigni), interpretate da Aisha per i sette spettacoli e per il primo settore (65 euro per il seCerami e Raffaela Siniscalchi. condo). Ma la vera novità è l’istituzione di uno speciale abboIl 18 dicembre tocca ad un mostro sacro del teatro italia- namento riservato ai giovani fino a 25 anni, il cui prezzo è di no: Carlo Giuffrè che metterà in scena “Il medico dei pazzi”, 39 euro per il primo settore e 25 euro per il secondo. “E’una una delle più famose commedie di Eduardo Scarpetta. Insieme scelta precisa dell’amministrazione comunale – ha rivelato Pea Giuffrè, che cura anche la regia, ci saranno Piero Pepe, Moni- done –, che spera di coinvolgere il maggior numero possibile di ca Assante di Tatisso, Rino Di Maio e Antonella Lori. giovani. Con 25 euro, che è il costo di una pizza, una birra e un “Miracoli e Musica”, in programma il 19 gennaio, è un rac- caffé, si possono vedere sette spettacoli molto interessanti”. conto e, nello stesso tempo, un concerto. E’ interpretato da Alessandro Haber e Rocco Papaleo e scritto da Giovanni Vero// I bambini invitano Casarano nesi e dallo stesso Papaleo. I due attori sprigioneranno le loro E’ un mercatino tutto speciale quello del 7 dicembre emozioni, lasciandosi guidare da un percorso musicale che li prossimo. I piccoli alunni della scuola materna di viale Staporterà in un viaggio all’interno della loro memoria, della loro zione a Casarano, insieme alle maestre e ai genitori, organizstoria e della loro carriera. Chi conosce Haber solo per le sue zano una fiera con il cui ricavato compreranno tutto ciò che doti di attore, avrà l’occasione di scoprirlo come singolare inserve alla scuola per permettere ai bambini di giocare e diterprete della canzone d’autore. vertirsi imparando. Lo spazio per allestire le bancarelle non manca: l’atrio centrale dell’istituto infatti, è spoglio di quaLa rassegna proseguirà con “Le intellettuali” (30 gennaio) lunque tipo di gioco. Tre le sezioni dell’allegra fiera: lo spazio di Molière con Salvatore Caruso, Beatrice Ciampaglia e Arturo del “fai da te”, quello delle “cianfrusaglie” e quello della Cirillo; “H2O” di Michele Santeramo, con Franco Ferrante e Mi“buona tavola”. chele Sinfisi, un racconto sull’acqua, una risorsa insostituibile Tutti i cittadini di Casarano, il sindaco, gli assessori e i che scarseggia in intere regioni del mondo (15febbraio). consiglieri sono invitati a contribuire. Come? Portando ogIl canto è una delle peculiarità dell’artista ebreo Moni Ovagetti (realizzati a mano, dalle sciarpe alle candele) e manidia, che torna a Casarano con lo spettacolo “Kavanah, un cancaretti (dalla pasta fatta in casa ai purciddhuzzi): il tutto da to divino” (3 marzo). “Kavanah” significa partecipazione e l’armettere in vendita. Oppure si può contribuire acquistando
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quello che si troverà sulle bancarelle. In quell’occasione potranno essere sottoscritti abbonamenti annuali e semestrali al Tacco d’Italia, che devolverà l’intera somma all’iniziativa. I bambini vi aspettano il 7 dicembre dalle 8.30 alle 16 nella scuola materna in viale Stazione
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MATINO
z OPERAZIONE RESTYLING
Cantieri aperti
STRADE, PALAZZI, SCUOLE E VERDE PUBBLICO. NON C’È QUARTIERE CHE NON SIA INTERESSATO DAI LAVORI IN CORSO
zx di Antonella Coppola
on c’è zona di Matino che non sia interessata dai lavori pubblici. E non si esagera nel dire che il paese è un cantiere aperto. Sono tante le opere in corso. Si inizia dalla sistemazione dell’ingresso Matino Nord, che è stato inaugurato il 23 novembre scorso, per arrivare alla sistemazione idraulica di via Bolzano. Ma andiamo con ordine. Incominciando dall’ingresso Matino Nord. Il crocevia in questione era molto pericoloso, in quanto privo di idonea illuminazione e canalizzazione; inoltre era privo di segnaletica, sia orizzontale sia verticale. Attualmente ha un aspetto decisamente nuovo: è stata realizzata una rotatoria canalizzata con due corsie e due banchine laterali, per consentire una comoda fruibilità dell’incrocio; è stata installata una segnaletica idonea e sono state realizzate delle aiuole. “Per rendere visibile e più sicuro il sito – spiega Giorgio Primiceri, sindaco di Matino - nell’aiuola centrale è stata costruita una torre faro alta 20 metri a pannello mobile ed una serie di pali illuminano l’area adiacente e le corsie fino a raggiungere l’accesso all’abitato”. Un’analoga sistemazione è prevista per l’ingresso della provinciale Taviano-Matino che verrà sistemato con la costruzione di marciapiedi lungo l’edificio della chiesa Sacra Famiglia e disciplinato nei pressi del passaggio a livello con una rotatoria idonea ad incanalare il traffico verso viale Stazione, via Caduti di via Fani e via Crispi. Altro punto cruciale dei lavori in corso in città è la ristrutturazione del Palazzo Marchesale che, tra le altre cose, permetterà di realizzare l’arredamento della sala biblioteca, attualmente utilizzata come sala consiliare, e l’allestimento di una biblioteca virtuale. Con fondi europei per circa 415mila euro si procederà alla ristrutturazione dei locali che costituiranno l’area museale del palazzo. Porta Carrese, ristrutturata, diventerà un contenitore culturale: ospiterà un mercatino coperto delle antichità e sarà un centro artistico e di pubbliche manifestazioni. “Non dimentichiamo - continua Primiceri - il rifacimento e la manutenzione delle strade interne, l’adeguamento alle norme di sicurezza del campo sportivo e delle scuole; la bonifica del canale Reale; la sistemazione idraulica di Viale Italia, di via Extra-Murale di Ponente e di via Bolzano e il completamento delle opere di urbanizzazione nella zona Peep”. Infine, la sistemazione del verde pubblico e in particolare dell’area esterna del Parco Bosco con la predisposizione
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«A Palazzo Marchesale nascerà
una biblioteca con sezione virtuale e saranno ristrutturati i locali da adibire ad area museale
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di parcheggi, aiuole e chiosco in via Machiavelli e delle piazzette nelle vie Gioberti, Giolitti, Casati, Toselli, Costa e Castromediano dove saranno fatte delle piantumazioni. “Sempre in materia di verde pubblico - conclude il primo cittadino – saranno recuperati lo spazio a verde in viale Italia, verranno collocate fioriere e panchine su via Roma e sarà ristrutturata piazza Carlo Alberto”.
Rosso d’autunno il vino novelnolo vello delle Cantine Canti-
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PARABITA PROGETTI z
La cultura Ali, ma non di cera si Consulta NASCERÀ LA CONSULTA DELLA CULTURA, DELLO SPORT E DEL TURISMO PER UN SANO IMPIEGO DEL TEMPO LIBERO Parabita diventa sempre più città di cultura. Sarà istituita a breve, infatti, per la prima volta, la Consulta della cultura, dello sport, del turismo e del tempo libero che servirà a dare spazio alle associazioni. “Come amministrazione - afferma Sergio Milelli, assessore alla Cultura - riconosciamo l’importanza che rivestono la cultura e lo sport e intendiamo promuovere ogni iniziativa che renda accessibile a tutti i cittadini la pratica di queste attività, quale mezzo di educazione e formazione personale, di tutela della salute e di sano impiego del tempo libero”. La Consulta rappresenta un luogo di partecipazione e confronto tra le realtà culturali, sportive, politiche, economiche e sociali della città e si propone l’obiettivo di valorizzare le espressioni associative presenti sul territorio, garantendo loro il sostegno del Comune. In pratica contribuisce alla determinazione della politica e delle scelte amministrative nei settori di sua competenza, mediante proposte e pareri e nel pieno rispetto della differenziazione dei ruoli. La Consulta è formata da un’assemblea e da gruppi di studio. La prima è costituita da Adriano Merico, sindaco di Parabita, dallo stesso Milelli, da un rappresentante per ogni società sportiva operante nel territorio del Comune di Parabita, dal fiduciario comunale del Coni, da un rappresentante del servizio di medicina sportiva, da un rappresentante per ogni associazione culturale, da un delegato dell’istituto comprensivo statale di Parabita e da un delegato dell’Istituto d’arte Giannelli. Tra i suoi numerosi compiti, adottare proposte operative, formulare analisi e proposte su problemi generali, collaborare con l’amministrazione per il miglior utilizzo degli impianti sportivi; rafforzare i rapporti con il mondo della scuola, valorizzare i beni culturali comunali. I gruppi di studio, a loro volta, approfondiranno problemi di interesse specifico. A.C.
IL PROGETTO DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE. PER CHI CREDE CHE TUTTI POSSANO VOLARE Servizi sociali sempre più attenti alle esigenze dei disabili a Parabita. La giunta comunale, infatti, ha approvato nei giorni scorsi il progetto denominato “Le ali della libertà” che prevede l’impiego di quattro giovani del servizio civile volontario. Questi dovranno occuparsi dei disabili dando un sostegno alle famiglie. “Questo progetto - afferma Piero Solidoro, assessore ai servizi sociali che ha curato il tutto insieme a Rosaria Baldari, assistente sociale - ha l’obiettivo prioritario di rimuovere le cause dell’isolamento dell’individuo diversamente abile, sostenendolo nella sua autodeterminazione in tutti i luoghi già frequentati e stimolando la sua partecipazione nei luoghi normalmente poco accessibili”. Per la precisione il progetto si articola in più moduli. In primo luogo i volontari accompagneranno i disabili per tre pomeriggi a settimana ai laboratori itineranti di cartapesta e teatro, ai corsi di ballo e di attività sportive, già realizzati dalla cooperativa sociale “Orizzonti Nuovi” nell’ambito di un altro progetto denominato “Saper essere”. “Il secondo modulo - continua Solidoro - prevede l’affiancamento dei volontari nelle scuole di ogni ordine e grado al personale della Asl, nel tentativo di garantire ai portatori di handicap l’inserimento scolastico e il diritto allo studio, evitando gravi forme di emarginazione sociale. Il loro compito – spiega l’assessore - sarà quello di assistere i ragazzi dalle 8.30 alle 11.30”. La terza parte del progetto si realizza nei pomeriggi in cui non sono attivi i laboratori itineranti e in orario antimeridiano. In questo caso i ragazzi del servizio civile espleteranno un servizio domiciliare di supporto alle famiglie aiutandole nello svolgimento dei compiti per curare i figli con disabilità”. A.C.
Corso XX Settembre, 209 CASARANO
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SPORT BILIARDO z
Quel rilassante tappeto verde IL GIOCO DEL BILIARDO È UN ANTIDOTO ALLO STRESS. LECCE È LA PROVINCIA PUGLIESE CON PIÙ CLUB E PIÙ CAMPIONI: PERCHÉ PIÙ STRESSATI O PERCHÉ PIÙ RILASSATI? zx di Marco Laggetta
on l’inverno gli sport tradizionali lasciano il posto a sport alternativi, praticabili fra le calde mura domestiche. Ma non solo tombola e carte: nel Salento d’inverno si gioca a biliardo. La Provincia di Lecce conta ben undici club di biliardo associati alla FIBIS (Federazione Italiana Biliardo Sportivo), rispettivamente a Nardò, Soleto, Taviano, Melendugno, Minervino, Carmiano, Galatone, Veglie, Aradeo, Maglie e Lecce. Un numero importante se pensiamo che le province di Brindisi e Taranto, insieme, ne contano appena sei. Nel biliardo esistono cinque categorie: partendo dalla più bassa, sono la terza categoria, la seconda, la prima, Nazionali e Nazionali Pro (dove Pro sta per Professionisti). Si passa da una categoria all’altra sulla base di un punteggio che viene aggiornato di competizione in competizione. Le specialità nel gioco del biliardo sono quattro: stecca, carambola, pool-snooker e boccette. La più praticata è la stecca. “La scuola pugliese di Biliardo è fra le migliori in Italia – spiega soddisfatto Antonio De Riccardis, 44 anni, originario di Galatina ma residente a Soleto, campione italiano di Biliardo nel 1992 e nel 2004 e referente provinciale della FIBIS–. Ed è il Salento ad offrire alla regione il maggior numero di campioni: ben cinque giocatori nelle categorie Nazionale o Nazionale Pro sugli otto complessivi”. Oggi, infatti, il Salento può vantare campioni di grande calibro. In categoria Nazionale militano Carmine Ianne, 40 anni, di Carmiano, lo stesso Antonio De Riccardis, Giovanni Metrangolo, 40 anni, di Novoli; nella massima categoria, la Nazionale Pro, sono invece impegnati Andrea Quarta, di appena 24 anni, di Carmiano ma piemontese di adozione, che ha già all’attivo un titolo europeo conquistato Antonio De Riccardis
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E’ di Galatina il campione italiano « di biliardo. In Provincia di Lecce ci sono
undici club, in quelle di Brindisi e Taranto appena sei. Degli otto campioni pugliesi che giocano in Nazionale, cinque sono salentini
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nel 2005, e il brindisino Crocefisso Maggio, 44 anni, oggi residente a Pescara. Proprio quest’ultimo ha vinto, nel 2003, il titolo mondiale, a Legnano. Titolo che nell’edizione di quest’anno (i mondiali si tengono ogni tre anni), che si è tenuta a Siviglia, in Spagna, è andato al barese Michelangelo Aniello. Entrando in un club di biliardo della provincia non respiriamo l’acceso agonismo che ci immagineremmo, bensì un’aria di ricercato relax. Nell’Ipsos club di Maglie incontriamo una coppia di anziani signori al tavolo da biliardo. “Il biliardo – dicono – è un valido strumento di evasione, ma soprattutto un’ottima cura per lo stress proprio del vivere ai nostri giorni”. “Ho cominciato a giocare che non ero più un ragazzo – continua il più loquace dei due – ma il bello di questo gioco è che il suo fascino cresce di pari passo con l’esperienza ed ora mi riscopro più giovane di vent’anni almeno, mentre giro intorno al tavolo e mi piego per tirare di stecca”. Terminata la frase ritorna al suo gioco e non apre più bocca. È un uomo schivo il giocatore-tipo di biliardo; taciturno e pensieroso, prende molto sul serio il suo gioco. Alcuni giovani che stanno giocando al tavolo accanto, in religioso silenzio, ci spiegano che frequentano periodicamente il club, in particolar modo nella stagione invernale. Alla domanda “Che cosa vi piace del biliardo?” rispondono: “E’ un gioco che rispetta i tuoi pensieri e quelli degli altri, lontano anni luce dal caos degli sport di punta; il biliardo è una realtà tramite la quale ci si può confrontare in modo civile”.
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L’OPINIONE MARIO TURCO z
I talenti come capitale zx di Mario Turco*
e risorse materiali e i capitali sono stati tradizionalmente considerati come i fattori determinanti per lo sviluppo economico territoriale. Ma con il tempo le cose sono andate cambiando. Ci si è accorti, infatti, che per consolidare l’economia di un territorio, oltre alla disponibilità di soldi, di beni e di servizi, è divenuta fondamentale la disponibilità di risorse umane e di talenti che con la loro creatività possono dare un colpo di acceleratore alla crescita economica. Nel solco di questa moderna visione dello sviluppo hanno preso il via i master e le scuole estive per giovani laureati, attivati dall’Università di Lecce nell’ambito del Pit 9, progetto integrato territoriale promosso da un insieme di Comuni della provincia di Lecce. Due di questi master, quelli con gli indirizzi di studio più innovativi, si terranno a Casarano e porteranno quindi nel territorio la ricerca e la formazione di eccellenza.
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ha accolto «conIl territorio entusiasmo i cinque master attivati dall’Università di Lecce nell’ambito del Pit 9. Due dei quali si terranno a Casarano
In questa interessante iniziativa, nata dalla collaborazione tra enti locali e mondo accademico, trova concretezza l’immagine di un nuovo Salento. Un Salento che non si piange addosso, che cerca autonomamente le strade del suo futuro, si rimbocca le maniche per modernizzare le proprie imprese e si pone l’obiettivo di coltivare al meglio l’intelligenza e la creatività dei suoi giovani. Formare talenti e attrarre talenti è oggi quanto mai necessario per proiettare in avanti l’economia e la società salentine. Produrre nuove idee, nuove tecnologie, nuovi modelli di impresa, nuove forme organizzative per la cultura: sono questi gli obiettivi concreti che i Comuni aderenti al Pit 9 e l’Università di Lecce intendono raggiungere nei prossimi anni. *capogruppo DS del consiglio comunale di Casarano
IL FATTO
In 658 chiedono » il master
Grande successo hanno riscosso i cinque master universitari attivati dall’Università di Lecce nell’ambito del “Pit 9”, il grande progetto integrato a sostegno del rilancio del sistema socio-economico salentino. Le domande presentate per i cinque corsi, infatti, sono stati complessivamente 658 contro una disponibilità di 100 posti. I corsi, presentati il 26 ottobre scorso a Lecce da Oronzo Limone, rettore dell’Ateneo salentino, e da Remigio Venuti, sindaco di Casarano, Comune capofila del “Pit 9”, hanno l’obiettivo di puntare alla valorizzazione e alla formazione del capitale umano. I master sono cinque: “Management per la valorizzazione del patrimonio culturale” (196 domande); “Strategie di marca e nuovi media nel settore moda” (108); “Fashion design” (81); “Analisi dei mercati e sviluppo locale” (157); “Gestione dei processi di internazionalizzazione” (116). La frequenza ai master è totalmente gratuita e i frequentanti (20 per corso, selezionati dall’Università) usufruiranno di una borsa di studio pari a 3.500 euro, erogata dalla Re-
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gione Puglia. I corsi, ai quali sono ammessi studenti laureati residenti in Puglia hanno durata annuale, per un totale di almeno sessanta crediti formativi. Si terranno a Lecce, tranne “Fashion design” e “Gestione dei processi di internazionalizzazione” che avranno sede a Casarano (decisione che ha riempito d’orgoglio il sindaco Venuti). Insieme ai master, Università di Lecce e Comune di Casarano hanno presentato anche le due Summer school, ossia “Scuola estiva internazionale su Comunicazione, design e nuovi media nel settore moda” e “Scuola estiva internazionale in gestione dei processi di internazionalizzazione”. I due strumenti di formazione danno vita ad un’azione che si caratterizza per l’alta valenza formativa dei profili professionali e per il forte ancoraggio al sistema dello sviluppo locale, con una formazione di professionisti destinata a giocare un ruolo forte non solo per la creazione di nuove figure professionali, ma anche per il legame e la straordinaria collaborazione instaurata tra l’Università e il “Pit 9”. E.S. il tacco d’Italia 43
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L’INTERVENTO BIAGIO MALORGIO z
“Rosso contro nero”, si può zx di Biagio Malorgio*
el corso dell’autunno, la Cgil ha avviato, insieme a Cisl e Uil, “Il rosso contro il nero”, una campagna di informazione contro il lavoro nero ed irregolare, che ha avuto il culmine in una grande manifestazione che si è tenuta il 21 ottobre a Foggia. La nostra è una grande operazione culturale che ha lo scopo di contrastare l’economia sommersa. In Italia vi sono più di 4 milioni di persone che lavorano in condizioni di irregolarità, in nero e con contratti parzialmente dichiarati. Nella provincia di Lecce il problema riguarda quasi la metà della popolazione attiva, circa 200mila persone. Nei settori produttivi dell’agricoltura, del turismo e della ristorazione, nei periodi stagionali, si raggiungono tassi altissimi di irregolarità, circa l’85 per cento dei rapporti di lavoro. Il lavoro sommerso deve diventare un disvalore e, di conseguenza, occorre affermare l’idea che il lavoro nero non è un aspetto fisiologico ed ineliminabile dell’economia, bensì una pratica oltraggiosa dei diritti e della dignità della persona. Il sindacato ha, quindi, approntato una strategia che sostiene le imprese qualora queste decidano di emergere e le aiuta a qualificare la produzione. Al contempo, è fondamentale un’opera di maggior controllo e repressione contro quelle che rimangono nell’illegalità. Abbiamo avanzato delle proposte alle istituzioni centrali e locali. La nostra strategia prevede, innanzitutto, l’istituzione del Fondo Nazionale per
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//La legge regionale 28/06 La condizione per le aziende che vorranno avvantaggiarsi dei benefici sarà sempre quella di applicare i contratti collettivi nazionali di categoria. Diventa obbligatorio il rispetto dell’indice di congruità, ovvero del rapporto tra il valore della produzione di un’azienda ed il numero minimo di lavoratori impiegati. La costituzione di una bancadati che raccoglie tutte le informazioni fornite dai soggetti controllori (Inps, Inail, Agenzia delle entrate, Forze dell’ordine) permette efficaci controlli incrociati. L’emersione non regolare è favorita da appositi piani territoriali. Questi nascono dalla concertazione della Regione Puglia con i sindacati, le rappresentanze dei datori di lavoro e gli enti territoriali. Sono previsti incentivi (agevolazioni cumulabili) per le aziende che dimostrino di rispettare e migliorare rispetto all’anno precedente l’indice di congruità. Il documento unico di regolarità contributiva (DURC) è obbligatorio per tutte le aziende che riceveranno gli incentivi.
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l’Emersione. Il Fondo aiuterà sia i lavoratori, sia le aziende. I primi beneficeranno di appositi piani predisposti per ricostruire le carriere previdenziali, con il versamento dei contributi omessi da parte delle aziende emerse; le seconde, invece, si avvantaggeranno dei Piani Locali per l’emersione, che prevedranno: un bonus annuo di 1500 euro per ogni lavoratore emerso; una fiscalizzazione per tre anni, fino al 50 per cento della base imponibile Irap; un tutor per le pratiche amministrative; l’accesso gratuito ai programmi formativi; il “bonus di sistema”; ed altre numerose misure da adottare nei Piani Locali. La Regione Puglia, inoltre, ha recentemente approvato la Legge Regionale n. 28/06, che detta le regole in materia di contrasto al lavoro non regolare. È una disciplina all’avanguardia nella lotta al lavoro irregolare, che nasce anche dalle proposte e dai suggerimenti del sindacato. La Puglia è attualmente l’unica regione d’Italia dotata di una legge per combattere questa piaga sociale. Poi, la Legge Finanziaria del 2007, in corso di approvazione da parte del Parlamento, contiene numerose misure di lotta al lavoro sommerso ed irregolare. Ma per parlarne nel dettaglio occorre attendere l’esito positivo del voto delle Camere. *segretario generale Cgil Lecce
IL FATTO Dati dell’ispettorato del lavoro di Lecce - 1° semestre 2006 Aziende ispezionate Aziende irregolari Lavoratori controllati Lavoratori irregolari Lavoratori in nero Casi di lavoro minorile Casi di lavoratori stranieri clandestini Contributi inevasi Contributi in ritardo pagamento Ipotesi di reati Violazioni amministrative Valore complessivo sanzioni
892 396 1397 174 122 4 2 520.802 euro 59.168 euro 198 5216 1.252.397 euro zx a cura di Pippi Finguerra il tacco d’Italia 45
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UN MESE IN UNA PAGINA z CHE COSA NON CI SIAMO PERSI
// Parcheggi a tempo determinato
Strisce blu e biglietti gialli. In piazza Diaz si parcheggia, ma a pagamento
Non finisce mai di stupire, l’amministrazione comunale di Casarano. Che ora ha deciso di ripristinare il parcheggio in piazza Diaz. Ma aspettate a cantar vittoria. Perché si potrà parcheggiare, è vero, ma solo su un lato, a pagamento e a tempo determinato. Ovvero fino al 15 gennaio 2007. Giusto il tempo per comprare qualche regalo di Natale e per farsi un giro in centro alla ricerca dei primi saldi invernali. “Dopo il 15 gennaio – ha sottolineato con convinzione Palazzo dei Domenicani si tornerà al precedente regime di divieto
// Lecce. Centro chiuso. Anzi no
Via libera. Lecce ha optato per l’apertura del centro al traffico
E anche Lecce si trova a dover fare i conti con lo spinoso problema traffico-parcheggi. Soprattutto in vista del periodo natalizio. Quando, si sa, fare spese in città è un piacere. Per tutti, tranne che per gli automobilisti, costretti a sorbirsi ore su ore di incolonnamenti. Allora, il Comune ha prima optato per la chiusura al traffico del centro. E per l’apertura domenicale dei negozi. Poi ha fatto retromarcia ed ha dichiarato: il centro non sarà chiuso al traffico, ma verranno potenziate le unità di vigili urbani e ausiliari del traffico e, se sarà il caso, anche della protezione civile. Purchè, precisazione che fa sorridere, la gente che arriva a Lecce causa shopping dimostri il buon senso di parcheggiare nelle zone di interscambio e proseguire il giro a bordo dei mezzi pubblici. Non è sbagliato fare affidamento sul buon senso. A Natale, poi, è quasi un dovere. Buona fortuna, allora, a chi non si fa scoraggiare da un po’ di traffico tra una vetrina e l’altra.
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di sosta sull’intera area, dove sarà consentito solo il transito”. Convinzione poco convincente, a dire il vero, perché sembra proprio che l’amministrazione comunale abbia ceduto, per l’ennesima volta, alle pressioni dei commercianti, che si sono sempre battuti per la possibilità di parcheggiare in piazza. E pensare che Remigio Venuti aveva inserito la chiusura al traffico dell’intero centro storico nel suo programma elettorale, sin dai tempi del primo mandato. Un po’ di polso, sindaco. E.S.
// Polo Umanistico diviso tre Umanisti a Lecce, giuristi a Monteroni, artisti ad Arnesano. E’ questa la conclusione del tanto parlare a proposito del Polo Umanistico dell’Università di Lecce. Si sono riuniti martedì 21 novembre, nella sala del rettorato chiusa al pubblico, tutti i protagonisti del confronto universitario. “Allarghiamo il dialogo a tutti gli attori dell’Università”, avevano chiesto gli amministratori leccesi, per scongiurare il pericolo che i Comuni limitrofi al capoluogo salentino si sentissero tagliati fuori dai tavoli che contano. E così è stato. Tutti insieme per decidere che il campus già previsto e già in fase di costruzione alle spalle della Manifattura Tabacchi si realizzerà ed ospiterà tutte le facoltà umanistiche dell’Ateneo. Eccetto Giurisprudenza, che avrà sede definitiva a Monteroni, ma in una struttura ex novo, e lo Stamms che resterà ad Arnesano, ma anche questo in uno spazio creato ad hoc. Intanto qualcuno (Mario De Cristofaro, candidato sindaco di An, in testa) ha sollevato la questione di presunte irregolarità sull’iter della costruzione del campus universitario, per il quale sarebbero stati impiegati irregolarmente 40 milioni di fondi Cipe e regionali. Ma questa è un’altra storia. Che procederà, parallela alle lezioni. Ma agli studenti, forse, importerà di meno.
Monteroni. Ecotekne. Dove ha sede la facoltà di giurisprudenza
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