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L’Editoriale
di Maria Luisa Mastrogiovanni
PARENTOPOLI E NEPOTISMI IN CGIL. UN’ISPEZIONE DA ROMA PORTERÀ (FORSE) VENTO DI RINNOVAMENTO: GIOVANI E DONNE
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a Cgil salentina a partire dal 2009 cambierà volto. Non sarà più Biagio Malorgio a guidarla, il segretario provinciale che in questi ultimi otto anni si è seduto sui tavoli più dolorosi, quelli su cui ha visto sfilare le cause e le conseguenze della crisi nera del Tac, ma anche su quelli più entusiasmanti, immaginiamo, relativi a tutte le azioni di governance e di concertazione in cui parti sociali ed enti locali hanno pianificato l’immediato futuro. Insieme al segretario organizzativo Salvatore Imperiale, Malorgio da giugno 2008 è in prorogatio. Il suo mandato è scaduto: non è più rieleggibile ma lo attende una meritata promozione alla segreteria regionale. A febbraio scadono anche gli incarichi di Antonella Perrone in qualità di responsabile del mercato del lavoro e di Giorgio Cotardo, segretario dei rapporti con l’industria. Questi quattro dirigenti costituiscono il “quadrumvirato” della Cgil (tecnicamente si chiamano “Confederazione”). Fuori Malorgio, il nome del prossimo segretario provinciale sarà fatto dalla segreteria regionale (il “centro regolatore”) dopo aver svolto la consultazione dei componenti il Comitato direttivo della “Confederazione” – Cgil di Lecce (come detto,
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l’organo di governo principale del sindacato), tra i tre del “quadrumvirato” o pescando nel gruppo dirigente di Lecce o nella struttura regionale e nazionale. E’ ovvio che sarebbe un segnale negativo, se Malorgio non riuscisse a darsi la staffetta con il prossimo segretario, se il territorio non riuscisse ad esprimere un “suo” segretario e si dovesse guardare oltre i “confini” salentini. Malorgio chiude un mandato in chiaroscuro: lascia un sindacato che ha saputo affrontare i momenti più duri degli ultimi decenni per i lavoratori salentini; un sindacato, cresciuto numericamente nella stagione più bassa della politica e della sinistra, che ha saputo dare risposte alle nuove fasce di lavoratori (ad esempio i lavoratori della conoscenza, della comunicazione, i lavoratori atipici). Ma la critica che gli viene mossa dall’interno è che non abbia condotto la segreteria a svolgere un lavoro collegiale. Il segretario generale ha optato per una presenza massiccia sui mass media e, delegando completamente l’organizzazione al segretario organizzativo (Salvatore Imperiale) da una parte e rinunciando al ruolo di leader/coordinatore della segreteria dall’altra, ha indotto ogni Segretario a svolgere il suo compito più o
meno in perfetta solitudine sul piano politico. L’organizzazione, secondo vecchi e nuovi iscritti, per scarsa democrazia in segreteria confederale, è rimasta nelle “sole mani” del segretario organizzativo, tanto che il giudizio sulla gestione Malorgio, nei suoi capitoli critici, finisce con il coincidere con quello sulla gestione Imperiale. E’ quanto si raccoglie dalle opinioni di iscritti giovani e vecchi, che guardano con interesse al percorso di rinnovamento avviato dalla Cgil a livello nazionale. Tale percorso, apertosi con la cosiddetta “conferenza d’organizzazione” prima dell’estate, si perfezionerà con le assemblee di base e i successivi congressi provinciali e regionali (sia di categoria che confederali) che si terranno a partire dal 2010. (continua a pag. 9)
Il mensile del salento Anno V - n. 53 - Dicembre 2008 Iscritta al numero 845 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 27 gennaio 2004
EDITORE: Nerò Comunicazione - Casarano - P.zza A. Diaz, 5 DIRETTORE RESPONSABILE: Maria Luisa Mastrogiovanni HANNO COLLABORATO: Mario Maffei, Laura Leuzzi, Guido Picchi, Enzo Schiavano, Mario De Donatis, Francesco Ria, Donato Nuzzaci, Flavia Serravezza, Luisa Ruggio, Margherita Tomacelli, Barbara Melgiovanni, Giovanni Di Stefano, Marco Sarcinella, Giuseppe Finguerra FOTO: Dove non segnalato archivio del Tacco d’Italia REDAZIONE: p.zza Diaz, 5 - 73042 Casarano - Tel./Fax: 0833 599238 E-mail: redazione@iltaccoditalia.info PUBBLICITÁ: marketing@iltaccoditalia.info - tel. 3939801141
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// Opinioni dal Tacco GOLEM
Loredana Capone, assessora Provincia di Lecce
Loredana Capone, 44 anni, vicepresidente e che era una giovane entusiasta della politica, assessora multi-delega della Provincia di Lecce, spooggi si sta muovendo da politica navigata. sata, madre di quattro figli. Entrata in politica a 31 Mantiene un profilo istituzionale e si destreggia anni e in punta di piedi, grazie alla nomina diretta con cautela nel gioco delle candidature: ogni del compianto sindaco Stefano Salvemini che le affitanto fa il nome di un possibile candidato dò l’assessorato all’Igiene pubblica. Poi una vicenda (Antonica, Venuti, Fasano) “bruciando” i nomi, giudiziaria travolse il titolare dell’Urbanistica e preoccupata, oggi, di conservare la “crescita”. Salvemini le chiese se se la sentiva di prendere quelChe cosa può augurare il Golem a questa la scottante poltrona. “Sì”, rispose. E da quell’espedonna di successo? Che si ricordi com’era, in rienza, conclusa anzitempo per le faide di partito primis e che tenga d’occhio anche il futuro degli (appunto) di cui fu vittima Salvemini (e Lecce fu Enti provinciali in Italia. Visione ben chiara riconsegnata al centrodestra, probabilmente per sem- all’altra donna della politica leccese, Adriana pre), Capone uscì rafforzata per l’impegno profuso e Poli, che ha tagliato corto rispetto ad una sua il buon governo esercitato. Agli esordi nel 1996, ci si possibile candidatura dicendo che non vuole ricorda di una donna appassionata di politica, forte e diventare presidente di un “Ente inutile”. coraggiosa, caparbia e pulita, premiata con la toga Berlusconi infatti aveva promesso l’abolizione d’onore come migliore giovane avvocata dell’intero delle Province in campagna elettorale. Distretto giudiziario e nominata magistrata onoraria Cavalcando l’antipolitica generata dal risentipresso la Pretura di Lecce – sezione staccata di mento verso la “casta” il furbo Berlusconi aveva Nardò. Un’anomalia in un mondo abituato a declinaproposto una cosa popolare e giusta. E oggi, re ogni passaggio con i parametri del potere, del “do nonostante questo, ci tocca assistere all’ennesiut des”, del clan chiuso sotto le insegne di un partito mo balletto delle candidature per accaparrarsi o di una corrente di partito. Fu rieletta in Consiglio la poltrona di un ente… inutile. comunale e approdò con successo anche alla Provincia. Qui divenne assessora alle CASARANO. C’era una Pari opportunità, poi crebbe, crebbe, crebvolta una piazza viva e be; allargò gli staff, gli interessi elettorali, vegeta. aumentò le ambizioni, ebbe assessorati più Godeva di buona salupesanti, incarichi dirigenziali di partito a te e di tanto movimenlivello ragionale, primarie (perse) per la to. Era, quella piazza, candidatura a sindaca di Lecce. Crescendo, il luogo più attivo crescendo perse di vista alcune delle caratdella città. Era lì che teristiche più belle che l’avevano portata si facevano gli affari. ad ottenere il successo, prese a praticare la Dopo aver gustato un rappresaglia, la squalifica, a voltare le spalbuon caffè e dopo aver le agli amici della prima ora. Sempre genefatto un salto al salorosa di sorrisi, smise però di esercitare ne del barbiere, i quella straordinaria attitudine di chi ha casaranesi si scambiaresponsabilità che si chiama dubbio. vano notizie, informaInsomma, aveva imparato tutti i metodi zioni, anche pettegodella politica che aveva disdegnato all’inilezzi. Per essere inforzio. Per chi la stimava si è rivelata una picmati sulle ultime cola ma cocente delusione. Nella corsa alla news, bastava “scendere” in piazza Diaz. Le attività commerciali erano fiorenti e redditizie; la moneta successione (ma ci sarà poi un successocircolava veloce. Una volta, ebbene sì!, una volta in piazza Diaz c’era tutto questo. Non c’erano, invece, re?) al regnante Giovanni Pellegrino, quella
LETTERE AL DIRETTORE
FOTO PROTESTA
un basolato a rischio slogature, un’illuminazione a rischio inciampo, una squadra di vigili (dalla firma facile) a rischio multe. Non c’erano nemmeno i negozi chiusi di domenica. Ma i tempi cambiano e anche le piazze invecchiano. E quella era tutta un’altra storia.
LA VITA COME CAMMINO Al progetto sul miglioramento della qualità della vita delle persone anziane, approvato e finanziato a suo tempo dalla Provincia di Lecce con il cofinanziamento dei Comuni dell’Ambito, Casarano ha dato una risposta che ha consentito la realizzazione di un’esperienza indimenticabile. Cento persone, provenienti da Casarano, Collepasso, Matino, Parabita, Ruffano, Supersano e Taurisano, hanno potuto concedersi, con spese a totale carico del progetto, tre giorni intensi a Roma. La visita alla capitale d’Italia, che possiamo definire non solo come un momento di ristoro dalla routine quotidiana, ha dato l’opportunità di vivere un momento di turismo religioso.
Due pullman hanno portato prima a Castel Gandolfo, per una breve escursione alla residenza estiva del Papa, e poi a Frascati, per il pernottamento, 100 anziani ed i loro accompagnatori. Il secondo giorno è stato dedicato alla visita dei Giardini e dei Musei Vaticani: hanno suscitato emozione le stanze degli Arazzi e delle Carte geografiche e la Cappella Sistina.
Nella terza giornata, il momento più intenso è stata la partecipazione all’udienza generale del Papa, che ha rappresentato anche l’occasione di vivere “l’importanza del turismo per lo sviluppo dell’uomo, per l’incontro tra popoli diversi e per la crescita della comunità internazionale oltre ogni frontiera, lingua, nazionalità” (Dichiarazioni sul Turismo dei Vescovi Italiani, 1990). Un esperienza di turismo religioso, quella compiuta dagli anziani dell’Ambito di Casarano, particolare per le motivazioni che l’hanno mossa, di ordine spirituale, ma che ha trovato una delle chiavi interpretative dell’esistenza umana: quella che considera la vita come un cammino. Antonio Memmi assessore alle Politiche sociali Comune di Casarano
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// Opinioni dal Tacco TERZO GRADO di FRANCESCO RIA f.ria@iltaccoditalia.info
commenti e opinioni da
www.iltaccoditalia.net
FRANC QUARANTA
Come è composta Emergency nel Salento? “E’ composta dai gruppi di Nardò e Lecce. Siamo circa 30 volontari. Ma altre persone ci danno una mano e ci supportano nelle varie iniziative”. In che cosa consiste l’attività di Emergency nel Salento? “I gruppi lavorano su più fronti. Innanzitutto la realizzazione di banchetti in varie città e l’organizzazione di iniziative per raccogliere fondi che servono a costruire e finanziare i nostri ospedali e i nostri centri in giro per il mondo. Altro aspetto importante della nostra attività è la diffusione di una cultura di pace e rispetto dei diritti umani. Ad esempio dà sempre ottimi riscontri la presenza nelle scuole con mostre fotografiche e video”. Uno dei problemi principali per chi opera nel volontariato è la generale diffidenza nei confronti delle organizzazioni. Come si dimostra la cittadinanza salentina rispetto a quella del resto d’Italia? “Emergency gode di buona credibilità e riesce sempre ad attirare attorno a sé molti sostenitori. Negli anni abbiamo sempre cercato di essere molto attivi sul territorio; ciò serve molto ad istaurare un rapporto con i cittadini e contribuire a creare la credibilità che ci è attribuita”. Emergency si caratterizza anche per un’attività di informa-
INDOVINA CHI E’?
La soluzione a pag. 50
(in risposta ad un altro commento, ndr) Caro Antonio, la paura del nuovo non ci può paralizzare. Tu dici “il paventato nuovo non sia l’arcaico che torna di moda”. E’ vero!!! Ma ti dico: lo sai quale è il livello del dibattito politico in questi giorni a Casarano? La fiaccolata del PdL per accendere il centro storico contro la scelta dell’amministrazione comunale di sostituire i vecchi lampioni con nuovi lampioni che consumano meno (e fanno meno luce!!!). Queste sono le idee?? Io sono stufa e voglio una città veramente nuova. Voglio un candidato o più candidati che mi dicano che idea hanno per la mia città e per il mio futuro. Voglio dei politici capaci di darci una speranza. barbara @ 19:10-22.11.08 commento alla news “Obama e il Salento. Nuovi crocevia” www.iltaccoditalia.info/sito/commenti.asp?id=5531 Ma perchè Fasano non fa niente per a pista di atletica abbandonata a Taviano? Che fa, dorme? Tavianese @ 9:26-24.11.08 commento all’approfondimento “Un nuovo sport ai nastri di partenza” www.iltaccoditalia.info/sito/commenti.asp?id=5460
Franc Quaranta, responsabile gruppo Emergency di Nardò e componente Emergency nazionale
zione che utilizza notizie provenienti direttamente dalle zone in cui opera: quali canali sono più efficaci? “Il messaggio più efficace è quello video poiché consente di vedere direttamente l’attività di Emergency; ma la gente è curiosa e vuole anche ascoltare le testimonianze dei nostri pazienti: in particolar modo vuole conoscere la condizione dei bambini che si trovano in zone colpite da conflitti”. Impegnarsi nel volontariato non è facile. Dove si trovano gli stimoli e la voglia di lavorare per gli altri? “Ho avuto la fortuna di andare in Sudan per l’inaugurazione del centro di cardiochirurgia Salam a Kartoum. Tante emozioni. Su tutte quella di aver avuto l’immensa gioia di conoscere Sunia, la prima paziente operata nel nostro centro. Quel giorno Sunia era con noi e non riusciva a trattenere le lacrime di gioia che hanno emozionato tutti. Non dimenticherò mai la sensazione che ho provato alla visione delle condizioni di vita della gente durante la visita presso il centro pediatrico di Mayo. La struttura è costruita a ridosso di un campo profughi dove sono presenti 300mila persone ridotte allo stremo. Queste esperienze segnano e aiutano a trovare sempre nuovi stimoli per portare avanti l’attività di Emergency”. il tacco d’Italia
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Penso che tutta la comunità ugentina debba tenere un comportamento “attivo” attorno a questa faccenda per arrivare il più presto possibile ad una soluzione. E’ importante che il caso sia mantenuto “vivo” indipendentemente dalle strumentalizzazioni che da più parti possono arrivare. Peraltro esse sono facilmente individuabili. Indipendentemente dal caso Basile, ritengo che Ugento abbia bisogno di una nuova classe politica capace di garantire legalità, pari opportunità e sviluppo. Salvatore Ventruto @ 15:4-26.11.08 Commento alla news di cronaca “Omicidio Basile” nella finestra “In evidenza” www.iltaccoditalia.info/sito/commenti.asp?id=4821 Non riesco a capire che cosa porti la gente a credere che un parco eolico sia dannoso per la comunità. Ho vissuto per 3 anni in una cittadina umbra dove le pale eoliche facevano da scorcio al bellissimo paesaggio e distavano dall’abitato circa 400 metri. Non davano fastidio, erano ben accette dalla comunità e aiutavano questo nostro mondo a vivere un pò di più. Io personalmente non ho proprio niente in contrario a questo parco eolico. Casaranight @ 22:7-28.11.08 Commento alla news “Parco eolico. E’ guerra di carte bollate” www.iltaccoditalia.info/sito/commenti.asp?id=5562 Finalmente una iniziativa del genere anche a Lecce! Sa tanto di cose che si sentono in tv, invece anche la provincia di Lecce così sonnacchiosa ha deciso di darci un taglio con le spese e di trovare la soluzione alla crisi. Io ne approfitterò! Credo sia anche utile educare i nostri figli al risparmio ma anche alla predilezione della genuinità! Carla @ 12:48-1.12.08 commento alla news “La domenica è farmers market” www.iltaccoditalia.info/sito/commenti.asp?id=5570
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BOLLETTINO DEI NAVIGANTI
// Opinioni dal Tacco
di MARIO DE DONATIS m.dedonatis@iltaccoditalia.info
QUANDO I SISTEMI LEGISLATIVI COSTRUISCONO STRUTTURE DI PECCATO
Da più tempo, vado osservando attraverso fatti di cronaca riportati dai media e da editoriali di approfondimento - che politiche pubbliche di intervento, particolarmente di valenza settoriale, risultano essere sempre più al centro, se non la causa, di un fiorire di comportamenti illegali, da parte dei soggetti fruitori richiamando, conseguentemente, l’attenzione delle Forze dell’ordine e della Magistratura. Non voglio, deliberatamente, fare riferimento alle specifiche legislazioni regionali, nazionali ed europee. Il mio vuole essere un ragionamento di carattere generale, prioritariamente rivolto a verificare se i richiamati “avvenimenti” sono da ricondurre a “patologie comportamentali”, da parte di attori dei campi economici interessati, o da “interferenze lobbistiche” che incidono sulla destinazione delle risorse ed, ancor più, sulle modalità di erogazione delle stesse. Se dovesse prevalere questa seconda
ipotesi (sulla base, ovviamente, di specifiche e puntuali analisi), ci troveremmo, ancora una volta, di fronte a quelle “patologie” (che possono trovare alimento negli stessi processi decisionali di Organi Costituzionali), che la Chiesa Cattolica ha definito “Strutture di peccato”. Nel caso in specie “Strutture di peccato” rappresentate da “sistemi legislativi” che determinano, da un lato, “aspettative allettanti” (legate alle necessità del consenso) e, dall’altro, “comportamenti illegali” (riconducibili alle modalità, ambigue o inapplicabili, di attuazione), almeno, per quei potenziali fruitori marginali al “disegno lobbistico”. Tali intrecci pubblico-privato, sempre più articolati ed estesi, di certo non favoriscono, nell’attuale “economia globalizzata”, lo sviluppo di una visione etica del mondo imprenditoriale che, anche per oggettive questioni di sopravvivenza, è sempre più esposto alle sfide della concorrenza.
Tanto porta alla rappresentazione di scenari in cui si abbattono ombre, anche, sugli onesti. E può accadere che chi rappresenta tali fatti può apparire – in un clima di sospetti – parte interessata di altre lobby. Se questo ragionamento ha qualche fondamento di verità, al di là di quello che si può e si deve fare nel breve periodo, occorrerebbe in una prospettiva di mediolungo termine, ripartire dalla politica e ricostruire un tessuto sociale in grado di porre un argine alle derive che da più parti vengono denunciate, per dare vita a nuovi scenari che solo il perseguimento del bene comune può assicurare. E perché tale auspicio non rimanga una semplice aspirazione, occorre un impegno forte di tutte quelle realtà - già, oggi, impegnate nella società civile - ad assicurare specifica attenzione alla formazione etica e politica delle nuove generazioni, perché “chi non ha non può dare”.
Inviate i vostri inediti (poesie, racconti brevi) a Il Tacco d’Italia, p.zza Diaz 5 Casarano; oppure a redazione@iltaccoditalia.info. Verranno selezionati e pubblicati sul nostro giornale.
Nessuno di noi di Eugenio Giustizieri A poco a poco il mare scuote il liquido crepuscolo di tanta luce e indovino appena un’isola di terra che urla il suo dolore. Anche se fossimo capaci di librarci in volo, senza più peso, nessuno di noi s’alzerebbe dalla voragine tremenda che ci inchioda ad un legno d’ulivo scorticato. Trattienimi e che non bruci la nostra furia dal sapore di cenere e di fiamma.
di GUIDO PICCHI g.picchi@iltaccoditalia.info
L’ULTIMO DEGLI STRANIERI Le certezze crescono al passo del disfacimento sociale di questa terra ed io non trovo più le parole. Non resta che una flebile speranza di rilasciare qualche traccia utile ad un qualcuno che potrà comunque seguirmi in quello spazio cibernautico che non ho mai smesso di frequentare (dis-pensa.blogspot.com). Giacchè solo dietro l'elettronica apparenza del monitor s'intravede la flebile possibilità di rilasciar liberamente ogni pensiero al di là di noi stessi e dei nostri limiti terreni. Ora tornerà il Natale carico di richieste monetarie per coronare l'anno passato a sudarsi i danari, per chi lo vuole lascio l'ultimo pensiero: “Il lavoro nobilita l'uomo. Il denaro dovrebbe esser frutto del
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lavoro, del sudore umano. Non è così, altrimenti ne ricorderebbe quantomeno l'odore, il puzzo di sudore che accompagna la giornata di fatica. Invece il denaro profuma! Ricorda più la moquette sempre ben linda dei negozi più chic, le lenzuola degli alberghi a cinque stelle, i vini dei migliori ristoranti. Tutte cose che chi suda per campare non riesce neanche a sognare. Quando impareremo a comprendere l'immenso potere di controllo che esercita sulle nostre vite potremo pensare finalmente alla rivoluzione. Fino ad allora ci saranno solo (improbabili) cambi di timonieri”.
LO STRANIERO
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// Opinioni dal Tacco L’ARIA CHE TIRA
REGALATE UN LIBRO SCOMPARSO CONSIGLIO IMPOSSIBILE PER LA STRENNA NATALIZIA Niente di più serio che cercare di regalare per Natale un libro che non si ristampa più. Il libro è “La Malapianta”, l’ha scritto Rina Durante. Lo pubblicò Rizzoli e nel 1965 vinse il “Premio Salento”. Sarebbe stato un regalo ideale in un momento in cui si stampano tanti libri e si sponsorizzano tante fiere degli editori e si ingolla vino alle presentazioni di questo o quello e si crede a un mercato che non ha proprio nulla a che fare con la scrittura, quella vera. Se solo il Salento potesse scorgere quel libro mentre, sotto una coltre d’addobbo, porta in giro l’oziosità riflessa nelle vetrine dei negozi, delle librerie soprattutto. “La Malapianta” è l’episodio decisivo della letteratura di un sud che muove da se stesso, si dovrebbe poter chiedere a un libraio al posto delle memorie di certi soggettoni, sportivi facce di gomma e altri di cui non si sente minimamente la mancanza. Natale mi ricorda Rina Durante, mi ricorda la sua voce. La voce dei suoi libri, che mancano dal coro di quelli che hanno un valore e sono una magnifica occasione. Quando finisce la strada, certi libri devono fare lo slalom per
di LUISA RUGGIO l.ruggio@iltaccoditalia.info
oltrepassare una specie di frontiera che è fatta di investimenti vigliacchi, di dinamiche strane, di cose miserrime. Per un mucchio di tempo ho cercato una copia di questo libro che è stato dimenticato, trascurato, pur essendo un capolavoro. Poi, una mattina, avvolto in un pacchetto indirizzato a me e giunto in redazione, il libro è arrivato. Addosso, Tagliati treni e aerei, poi rimessi, ma solo per metà. Proteste delle Istituzioni a tradimento. Per ricordarmi come stanno le cose tutte le (Regione in primis), disagi per i cittadini. Al Salento, ponte proteso verso il volte che qualcuno, tra quelli Mediterraneo, vengono tagliati i ponti verso l'Europa. Ma una speranza c'è. La Befana. Arriverà con il suo carico di... voli nuovi: Cai+ Alitalia+Air one+ Air Franceattenti, mi chiede: dove hai Klm + Lufthansa (forse) tutte insieme ce la faranno per quella data a farci riprendetrovato questa copia? re quota? Con la speranza di non ritrovarci come al solito con un pugno di... carboni Non so precisamente quale ma ci dev’essere una specie di morale in questa gli dire: “Luisa, quest’anno il libro che anni ‘60, come un territorio contadino e microstoria da “Aria che tira” sui libri chiedono di più è ‘La Malapianta’ di cattolico diventava altro. Aveva capito il che scompaiono senza che nessuno alzi Rina Durante.” E allora sì, nel Paese dei cuore di un problema attuale; tutta la una mano, muova un dito. Non dico di sua scrittura testimonia che per cambiafare casino ma almeno andare in libreria Romanzi, sarebbe un Natale spettacolare e pieno di intuizioni che Rina Durante re le cose bisogna usare il bisturi antroa chiederlo, ecco. Vorrei che il Salento ha lasciato in eredità al posto delle stapologico prima di quello politico. Non che si sente così tanto salentino, si tuine del presepe. Cose che ci riguardaso, mi viene da pensare a Rina Durante, facesse un regalo per Natale. Vorrei sveno, e che il suo pensiero scandagliava. a Natale. gliarmi al mattino con una telefonata di Quella era una che aveva capito, negli qualche mio amico libraio, vorrei sentir-
// QUESTIONE DI LOOK
di ENZO SCHIAVANO e.schiavano@iltaccoditalia.info
UDC, SPADA DI DAMOCLE O AGO DELLA BILANCIA Siamo quasi a Natale, alle elezioni amministrative mancano almeno sei mesi e tutto sembra ancora molto lontano. E invece non è così, perché i partiti sono nel pieno dell’attività propedeutica a formalizzare alleanze, programmi, candidature. Tutto ruota intorno alle decisioni dell’Udc. Il partito di Casini, almeno alle elezioni provinciali (che si terranno insieme alle Comunali), è orientato ad entrare in una coalizione di partiti e non a correre da solo, come è successo alle recenti Politiche. La sua decisione (centro-sinistra o centro-destra?) metterà in moto una serie di azioni politiche rilevanti, sia a livello provinciale sia a livello comunale. La scelta potrebbe anche non essere indolore. In questi casi, chi non è d’accordo potrebbe anche lasciare il partito, oppure è possibile che
gli estremi delle coalizioni si defilino. Allo stato, l’Udc salentina sembra orientata ad allearsi con il centro-sinistra. A Casarano, gli effetti di questa scelta potrebbero modificare l’attuale quadro politico cittadino. Sembra strano che l’assetto delle forze in campo alle elezioni comunali di Casarano dipendano dal sen. Ruggeri o dall’on. Casini, ma così è. L’Udc insieme al Partito Democratico: quali conseguenze comporterà? Essenzialmente due. La prima: un deciso spostamento dell’asse del centro-sinistra casaranese verso il centro, irrobustito dall’adesione di quei movimenti come “Venti di Libertà”, la lista civica di Attilio De Marco, oppure “Casarano Amica” associazione che pescò voti nella cosiddetta “società civile”, o ancora l’Udeur, partito dell’attuale formazione di centro-sinistra, ma paril tacco d’Italia
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ticolarmente critico negli ultimi anni. La seconda conseguenza è il distacco dalla coalizione di Rifondazione Comunista, separazione solo teorica, in verità, considerato che quel partito non ha mai formalizzato patti o alleanze. Tra l’Udc e il Pd ci sono anche i Verdi (che a Casarano sono più centristi rispetto alla linea nazionale) e, probabilmente, si rivedranno i socialisti. Se, al contrario, l’Udc si presenterà da sola o si alleerà con il Pdl, il quadro politico di Casarano si complicherebbe in modo ulteriore, perché in quel caso alcuni partiti/movimenti e, soprattutto, alcune personalità politiche, anche in seno al Pd, potrebbero prendere altre strade. All’orizzonte, dunque, interessanti colpi di scena.
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//Copertina //Parentopoli in Cgil //Nuovo volto al sindacato ENTRA ANCHE TU NELLA COMMUNITY DEL TACCO D’ITALIA E DISCUTI DI QUESTO ARGOMENTO SU WWW.ILTACCODITALIA.NET (continua da pag. 3)
Il Tacco d’Italia n. 22, dedicato ai 100 anni della Cgil
Ma già oggi in cinque delibere del comitato direttivo nazionale sono ben espresse, e chiaramente, alcune indicazioni che il sindacato dovrà seguire per attuare un concreto rinnovamento fin dalla sua base: è necessario, c’è scritto, un ricambio generazionale e di genere, una maggiore apertura alle donne, quindi, in tutti gli organismi. Con queste chiare direttive nazionali, alla boa dell’elezione del nuovo segretario, i tempi della Cgil salentina sono ormai maturi per procedere all’elezione della nuova Segreteria confederale all’insegna del rinnovamento, perché lo statuto non permette di aspettare i tempi dei congressi.
E’ STATO INVIATO UN ISPETTORE DAL SEGRETARIO NAZIONALE PANINI: AI VERTICI DELLA CGIL VENGONO CONTESTATE LE ASSUNZIONI DI FIGLI E FIGLIE, ANCHE PER TENERE APERTE SEDI FANTASMA. PAPÀ E FIGLI ANCHE NEL COMITATO DIRETTIVO il tacco d’Italia
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Tanto più che emergono, nel bel mezzo della fase più alta (e aspra) della dialettica interna ad un’organizzazione democratica, una serie di anomalie finora sconosciute e di cui diamo notizia. Trapelano dalla cortina di ferro tipica del mondo sindacale una serie di situazioni gravi. In primis una “ispezione” da Roma per mezzo del dottor Carlo Baldini, uomo di Panini, segretario nazionale e responsabile dell’organizzazione della Cgil per verificare la gestione amministrativa degli ultimi anni in seguito ad alcuni fatti riconducibili a nepotismo all’interno della Cgil leccese. Nello specifico si contestano ai vertici in carica e ad altri importanti dirigenti l’assunzione dei rispettivi figli e figlie, anomalia diffusa anche a livello Inca (il patronato Cgil) che nelle sedi del basso Salento vede l’assunzione di parenti per presidiare anche qualche sede fantasma. In questo contesto torbido condito da lettere anonime e sistemi di potere, si staglia la convocazione, da parte del segretario generale della Cgil Puglia, Gianni Forte, del Comitato direttivo per il 17 dicembre prossimo. Questo organismo composto da circa 80 componenti effettivi e 5 sindaci senza diritto di voto ha il difficile compito di nominare i Saggi (da tre a cinque) che dovranno avviare una fase di consultazioni che potrà durare al massimo 45 giorni, verificando la più ampia convergenza sul nome del prossimo Segretario o, se ci sono più candidature, dopo un’attenta riflessione, provare a proporre il “nome”da indicare. Una così arzigogolata procedura di elezione è complicata da manovre opache sulla composizione del Direttivo. I membri del direttivo eletti nel congresso del 2004 non sono infatti più gli stessi. Con successivi giochi di dimissioni/promozioni, questa composizione è stata largamente rimaneggiata, attraverso meccanismi di cooptazione che portano a sedere nella stessa assemblea, come detto, padri e figli. Un caso per tutti: nel direttivo non c’è più Salvatore Cortese, già segretario della Funzione pubblica, ma non risultano mai pervenute sue dimissioni. Non sappiamo quale sarà l’esito dell’ispezione romana che, mentre scriviamo, è in corso in Cgil. Non sappiamo neanche se augurarci o meno che l’esito sia il commissariamento della segreteria salentina. Perché, se da una parte dispiace che il mandato di Malorgio, già concluso e in prorogatio, come detto, debba avere un così infamante epilogo, dall’altra un commissariamento porterebbe a pregiudicare alla base i centri di potere che si sono precostituiti in questi anni e come uno tzunami spazzerebbe via la fuliggine aprendo al vento di rinnovamento che arriva da Roma: ricambio generazionale e donne. APPROFONDIMENTI www.iltaccoditalia.info/sito/index-a.asp?id=5585
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//Copertina //Inchiesta //Storie di ordinario altruismo ENTRA ANCHE TU NELLA COMMUNITY DEL TACCO D’ITALIA E DISCUTI DI QUESTO ARGOMENTO SU WWW.ILTACCODITALIA.NET
“NON BASTA CONCEPIRE UN PENSIERO BUONO. E’ NECESSARIO TRASFORMARLO IN AZIONE CONCRETA; OGNUNO DI NOI DOVREBBE ESSERE IL MOTORE DEL CAMBIAMENTO”. LO DICEVA GANDHI IN INDIA NELLA PRIMA METÀ DEL SECOLO SCORSO. QUEL CAMBIAMENTO TANTO ATTESO È OGGI IN CORSO NEL SALENTO. 45MILA PERSONE, SENZA PROCLAMI NÉ CLAMORI MEDIATICI SI RIMBOCCANO LE MANICHE E, SENZA CHIEDERE NULLA IN CAMBIO, SI IMPEGNANO PER UN MONDO MIGLIORE
SALENTINI DE CORE di FLAVIA SERRAVEZZA f.serravezza@iltaccoditalia.info
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orse lo sapevamo già: i salentini sono un popolo di cuore. In provincia di Lecce sono oltre 45mila i volontari che operano in circa 700 associazioni, quelle riconosciute dalla legge quadro sul volontariato (legge 266 dell’11 agosto 1991). Essi dedicano almeno due ore a settimana all’assistenza di persone in difficoltà, si adoperano per la difesa dell’ambiente, per la promozione
della cultura e delle tradizioni e per la donazione. Muovono un volume di servizi pari a 77 milioni di euro. È questo il quadro emerso da un’indagine svolta nel 2005 dal Csv Salento, il Centro di servizi volontariato, che ha lo scopo di sostenere, qualificare e promuovere l’attività delle organizzazioni di volontariato (Odv) che operano sul territorio provinciale.
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// UNA MAPPA DELLE ODV In provincia di Lecce sono attive 2261 realtà associative. Circa 700 di esse rispondono ai requisiti della legge 266/1991: prevalenza dell’azione volontaria, democraticità degli organismi, trasparenza dei bilanci e obiettivi di solidarietà sociale e civile. Dalla “Prima indagine sull’associazionismo e sul volontariato nella Provincia di Lecce” realizzata nel 2005 dal Csv (Centro di servizi volontariato) Salento, è emerso che le associazioni salentine sono distribuite sull’intero territorio provinciale. Ma mentre la strutturazione del fenomeno associativo è maggiore in tre aree (Polo Lecce, Casarano-Gallipoli, Polo Tricase-Sud Salento), in altre, come nell’area Nord Lecce e lungo l’asse Maglie-Otranto, il fenomeno è più disgregato. Il numero di organizzazioni di volontariato (Odv) salentine è suscettibile di variazioni anche nell’arco di breve tempo perché tante associazioni nascono per affrontare una questione particolare e durano finché il problema non ha trovato soluzione. Si potrebbero distinguere pertanto due categorie di organizzazioni di volontariato: le realtà federate alle sigle nazionali come Lega Tumori, Fratres, Adovos,Avo (volontariato ospedaliero), i gruppi di volontariato Vincenziano, solo per citarne alcune; le numerose piccole e medie realtà che interagiscono con le questioni più urgenti e sono concentrate soprattutto nell’area del Sud Salento (zona Tricase-Leuca).
// I CAMPI DI AZIONE
45MILA VOLONTARI, 700 ASSOCIAZIONI RICONOSCIUTE DALLA LEGGE SU UN TOTALE DI 2.261; UN VOLUME DI SERVIZI PARI A 77 MILIONI zione); le percentuali aumentano per l’iscrizione al registro comunale, segno della forte volontà di crescita e di attenzione alla politica sociale territoriale. Ciò dipende dalla volontà delle associazioni di definire la propria posizione, la struttura interna, di essere visibili e quindi di interagire con gli enti pubblici sfruttando le opportunità da questi offerte. Elevata è oggi la matrice “laica” delle associazioni di volontariato. Dal 2000 in poi, infatti, il fenomeno associativo ha subito una profonda trasformazione e si è andato ad affermare soprattutto un volontariato civile che coesiste al fianco del volontariato di ispirazione religiosa.
// I PIÙ GENEROSI Secondo le stime del Csvs, nel Salento fanno volontariato soprattutto persone adulte; il 52% dei volontari ha, infatti, un’età compresa tra 30 e 65 anni. In prevalenza si tratta di donne che svolgono attività di assistenza in ospedale o aiutano disabili e anziani. Gli uomini si interessano maggiormente a questioni legate alla salvaguardia del territo-
Gran parte delle associazioni di volontariato sono nate nell’ultimo ventennio ed hanno finalità educative, di diffusione della cultura e delle tradizioni, di partecipazioni ad attività ricreative. Forte è anche l’interesse dei volontari nei confronti delle attività di protezione civile (si contano oltre 80 realtà di questo tipo nel Salento), soccorso e pronto intervento. Il 30% delle associazioni di volontariato salentine è impegnato nei settori welfare, socio-assistenziale, sanitario e della donazione; il 70% si dedica ad attività legate all’area di partecipazione civica. Il 13% delle organizzazioni della provincia è iscritto al registro regionale (il 56% ha intenzione di procedere al più presto all’iscriil tacco d’Italia
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rio. Anche i giovani si stanno gradualmente avvicinando a questa realtà: uno su tre ha avuto a che fare con il volontariato, lo rispetta, e lo considera uno dei valori più importanti della vita. Essi non sono refrattari all’istinto di aiutare gli altri ma tendono a rimandare “a quando sarò più grande” l’impegno volontario nel terzo settore e sono poco stimolati dalle famiglie. In provincia di Lecce, i volontari che dedicano almeno due ore a settimana alle attività delle rispettive associazioni, sono circa 45mila, poco più del 5% della popolazione totale salentina. A questo dato occorre aggiungere quello dei volontari che agiscono nelle realtà ecclesiali come la Caritas (che non rientrano nei requisiti della legge 266); essi sono circa 5mila, ma è difficile quantificarli dal momento che il volontariato cattolico è informale e poco strutturato.
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Luigi Russo
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Presidente Csv Salento
AIUTARE PER CRESCERE Dottor Russo, quanto conta il volontariato nel Salento? “Abbiamo stimato, certamente per difetto, in 77 milioni di euro il volume economico in servizi alla persona, alla cultura e quindi allo sviluppo, mosso dai volontari salentini. Non è bello parlare di soldi, ma è solo una simulazione utile a comprendere quanto il fenomeno sia importante dal punto di vista economico”. Che Salento sarebbe senza volontariato? “Chiedersi che cosa sarebbe la società salentina senza il volontariato significa chiedersi che cosa sarebbe il Salento senza le migliaia di volontari che donano il sangue, che si impegnano in servizi per disabili, dipendenze, minori e anziani, per i malati di cancro, per la difesa dell’ambiente e delle tradizioni salentine e così via. Sarebbe una società più triste, perché il volontariato è un motore di cambiamento culturale e sociale, che porta al miglioramento della qualità di vita dei cittadini, un dato di fatto che il mondo politico deve riconoscere”.
Nell’immaginario collettivo il volontariato è stato legato alla Chiesa, all’oratorio, alle dame di carità. Che cosa è successo negli ultimi anni? “Il volontariato sta diventando sempre più laico, nasce direttamente dalle iniziative dei cittadini, che credono nel valore della solidarietà, un valore di tutti, credenti e non credenti. Il volontariato laico non è in contrapposizione con quello della chiesa, ma è un volontariato civile che stimola la partecipazione alla vita sociale”. Quali sono le associazioni più diffuse e dove si concentrano? “Si trovano nel capoluogo e nei grandi centri le associazioni più antiche, in genere sorte tra gli anni ’30 e ’70, che hanno una loro solidità
NON SOLO CHIESA. OGGI LA MATRICE “LAICA” DEL VOLONTARIATO IN CRESCITA. IL VOLONTARIATO CIVILE CONVIVE CON QUELLO RELIGIOSO
strutturale, visibilità, rapporti consolidati con la pubblica amministrazione. Sono prevalentemente associazioni di tipo assistenziale. Sempre nel capoluogo si è assistito, però, a partire dagli anni ’80, ad un proliferare di piccole associazioni legate a battaglie per i diritti civili: organizzazioni dalla vita breve che nascono per delle precise istanze ma poi si perdono per strada, con la caduta di motivazione dei singoli. Nei piccoli centri, soprattutto nel Sud Salento, ha avuto inizio negli anni ’90 una esplosione di sigle nuove ed originali, impegnate sul fronte delle battaglie civili, spesso senza strumenti adeguati e prive del giusto riconoscimento da parte delle amministrazioni pubbliche”. Come spiega il continuo sorgere delle associazioni che si è verificato nell’ultimo decennio? “Esso è espressione della volontà di piccoli gruppi di cittadini che si muovono in tutela del target che rappresentano - lotta contro i tumori, supporto ai disabili o ai giovani disagiati - o il cui interesse è rivolto verso il degrado ambientale, la valorizzazione delle tradizioni, la protezione civile. La tendenza ad auto-organizzarsi può essere dettata dal fatto che i cittadini non trovano risposte ai loro problemi nel mondo politico”.
I PIÙ ALTRUISTI SONO NEL POLO DI LECCE, DI CASARANO-GALLIPOLI E TRICASE-SUD SALENTO; NELLE ZONE A NORD DI LECCE E MAGLIE-OTRANTO, L’ASSOCIAZIONISMO È PIÙ DISGREGATO
// LE AZIONI CONTANO. IL FORUM DI GALATINA
ste due dimensioni soprattutto nel proprio gruppo di pari.
Sono state più di 100 le associazioni che hanno aderito al primo forum del volontariato (Galatina, 24-26 ottobre). In quell’occasione è stata presentata l’ultima “Indagine sulla cultura del dono e della gratuità nella provincia di Lecce” condotta all’interno degli istituti secondari superiori dall’Ufficio Ricerca del Csv Salento, in collaborazione con Eurispes. Dal lavoro è emerso che la solidarietà e il dono sono valori vivi per il 66% dei salentini, e che i giovani tendono a sperimentare que-
// CINQUE VOLTE CSV SALENTO Previsti dalla legge 226 del 1991 e dal decreto ministeriale dell’8 ottobre 1997, i Centri di servizio al volontariato hanno lo scopo di sostenere e qualificare le attività volontaristiche attraverso l’erogazione di servizi. I Csv sono finanziati da un fondo speciale per il volontariato costituito presso ogni Regione (legge 266/1991, art.15), che si alimenta con 1/15 degli utili delle fondazioni di origine bancaria ed è amministrato da un il tacco d’Italia
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Comitato di gestione regionale che ne verifica il corretto utilizzo. Il Csv Salento nasce a Lecce nel 2002 su iniziativa di un gruppo di enti non profit, in prevalenza Odv e di enti pubblici della provincia di Lecce. Interviene a sostegno delle associazioni di volontariato del territorio alle quali offre gratuitamente servizi di formazione, informazione, consulenza legale e fiscale, assistenza alla progettazione, comunicazione e realizza ricerche a favore delle circa 700 Odv presenti nel territorio salentino. Attualmente il Csv Salento ha cinque sedi: a Lecce, (via Gentile,1 e via Sicilia, 21), Casarano (via Leopardi, 56), Gallipoli (via Mazzini, 37), Maglie (via Matteotti, 137), Tricase (via Rosai, 7). Nel Rapporto nazionale Eurispes “Eccellenze 2008”, il Csv Salento è stato inserito tra le prime 100 realtà italiane che si sono distinte per efficienza, efficacia e trasparenza dell’organizzazione e delle azioni.
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// CHE COSA DICE LA LEGGE La legge 266 dell’11 agosto 1991 riconosce il valore sociale e la funzione dell’attività di volontariato, cioè quella prestata in modo personale, spontaneo e gratuito, tramite l’organizzazione di cui il volontario fa parte, senza fini di lucro anche indiretto ed esclusivamente per fini di solidarietà. Le organizzazioni di volontariato possono avere la struttura giuridica che ritengono più adeguata al raggiungimento del proprio fine, purché compatibile con lo scopo solidaristico. E’ previsto poi che lo statuto indichi espressamente: - l’assenza di fini di lucro, la democraticità della struttura; - l’elettività e la gratuità delle cariche associative; - la gratuità delle prestazioni degli aderenti e l’esplicitazione dei criteri della loro ammissione ed esclusione; - i diritti e gli obblighi degli aderenti medesimi; - l’obbligo della formazione del bilancio e le modalità di approvazione dello stesso da parte dell’assemblea degli aderenti.
L’attività del volontariato, quindi, non può essere in alcun modo retribuita, neppure dal beneficiario; al volontario possono essere solo rimborsate dall’Odv di appartenenza le spese sostenute entro limiti preventivamente stabiliti dalle organizzazioni stesse. Anche se l’attività di volontariato è incompatibile con qualunque forma di lavoro autonomo o subordinato, le associazioni possono avvalersi di prestazioni da lavoro autonomo e dipendente nei limiti necessari a regolare il funzionamento dell’organizzazione o a migliorarne l’attività. L’Odv deve finanziare la propria attività con contributi degli aderenti o di privati, con contributi dello Stato, di enti pubblici od organismi internazionali, con donazioni e lasciti testamentari, con rimborsi derivanti da convenzioni, con entrate derivanti da attività commerciali e produttive marginali. Per accedere ai contributi pubblici e per godere delle agevolazioni fiscali, le organizzazioni dovranno iscriversi nel registro del volontariato della Regione o Provincia nel cui territorio hanno la sede amministrativa e/o operativa. La legislazione italiana ha disciplinato cinque differenti tipi di organizzazioni private
LA LEGGE QUADRO SUL VOLONTARIATO VIETA CHE NELLE ATTIVITÀ BENEFICHE VI SIA FINE DI LUCRO, ANCHE INDIRETTO
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che operano con finalità solidaristiche senza fini economici: le organizzazioni non governative (legge 49/1987), le organizzazioni di volontariato (legge 266/1991), le cooperative sociali (legge 381/1991), le fondazioni ex bancarie (legge 461/1998) e le associazioni di promozione sociale (legge 383/2000). Alcune puntualizzazioni sono necessarie. Associazioni di protezione civile. I componenti possono mantenere il posto di lavoro e il trattamento economico e previdenziale goduto; non è prevista l’assenza del fine di lucro. Organizzazioni non governative. Per i componenti è prevista la corresponsione della retribuzione e l’assenza del fine di lucro (non profit). Cooperative sociali. I soci volontari operano gratuitamente; non è prevista l’assenza del fine di lucro. Organizzazioni di volontariato (Odv). Per gli aderenti è prevista la gratuità delle prestazioni e l’assenza del fine di lucro anche indiretto. Le Odv assumono automaticamente la qualifica di Onlus (organizzazione non lucrativa di utilità sociale) purché iscritte nei registri regionali delle organizzazioni di volontariato. La categoria delle Onlus è destinataria di un regime tributario di favore per quanto riguarda le imposte sui redditi, l’imposta sul valore aggiunto (Iva) e altre imposte indirette. Dal 2006 le Onlus possono concorrere al cinque per mille. Esistono poi molti enti che non sono giuridicamente organizzazioni di volontariato perché non sono enti autonomi (sono parastatali o controllati dalla Chiesa e quindi le cariche non sono elettive e la struttura non è definibile come democratica), ma hanno al loro interno persone che prestano attività volontaria, accanto a persone retribuite.
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//Attualità //Reportage //Fondazione Bastianutti ENTRA ANCHE TU NELLA COMMUNITY DEL TACCO D’ITALIA E DISCUTI DI QUESTO ARGOMENTO SU WWW.ILTACCODITALIA.NET
UN POMERIGGIO IN CASA APPROFONDIMENTI www.iltaccoditalia.info/sito/index-a.asp?id=5578
TRA CHI NON VUOLE FARE I COMPITI, CHI STUDIA LA SITUAZIONE RIPARANDOSI DIETRO LA PORTA DELLA CUCINA, E CHI, ANCORA, SI LANCIA IN TUTTA FRETTA NELLE PRESENTAZIONI. IL RACCONTO DI ALCUNE ORE IN ALLEGRIA PRESSO LA FONDAZIONE “CASA DEI BAMBINI” DI CASARANO. AL PROFUMO DI TORTA AL CIOCCOLATO
di BARBARA MELGIOVANNI
he cosa si prova a vivere in una casa che non è la tua, con una famiglia che non è la tua, con oggetti, spazi che non sono i tuoi? Mi ripetevo queste domande mentre mi recavo presso la “Casa dei Bambini”, la fondazione onlus nata a Casarano in memoria di Daniela e Paola Bastianutti, le due sorelle scomparse, a causa di un attentato terroristico, a Sharm El Sheik. Domande alle quali credevo di non trovare risposta. Mi sbagliavo. La mia esperienza nella struttura per minori che sorge alle spalle della chiesetta di Casaranello comincia con un timido indice, il mio, che rimane sospeso a mezz’aria a pochi millimetri dal campanello, prima di decidersi a suonare. Un volto sorridente fa capolino da dietro il portone, m’invita ad entrare, scusandosi se non può porgermi la mano perché bagnata. Michela è una delle cuoche, la interrompo mentre era intenta a lavare i piatti. Sono le
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UNA STELLINA PER OGNI VOLTA CHE FA IL BRAVO. E UNA VOLTA RAGGIUNTE LE DIECI STELLINE, UN PREMIO. TRAMITE IL METODO EDUCATIVO IMPARTITO DALLA CASA FAMIGLIA BASTIANUTTI, IL BAMBINO IMPARA A COMPORTARSI BENE GIOCANDO 14.30; nella “Casa dei Bambini” si è appena finito di pranzare. Ancora odore di cibo nell’aria, misto a quello più acre del detersivo per i piatti. Attendo nel corridoio all’ingresso della struttura, Michela chiama una delle educatrici per avvisarla del mio arrivo. Mi guardo un po’ intorno e poi mi accorgo di qualcuno che da dietro la porta della cucina, incuriosito, mi spia. E’ Marco, l’unico ometto della casa; mi si fa incontro e porgendomi la mano si presenta. il tacco d’Italia
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Occhi grandi che mi esaminano, attenti, indagatori. Mi sorride, è incuriosito dalla mia presenza. Ci raggiunge Marta, l’educatrice, che m’invita ad entrare in cucina dove ci sono gli altri ragazzi, e cominciano così ufficialmente le presentazioni. Clara è una tra le più piccole, è la più spontanea ed espansiva; quando le stringo la mano, m’indica subito sua sorella, Aurora, di nove anni, anche lei ospite nella struttura. Arriva Sara, lei è la più intrepida del gruppo e anche la più furbetta. Lo si nota anche dai suoi vispi occhi neri. Ha 12 anni e chiede subito all’educatrice di uscire. Ma è l’ora dei compiti e Sara lo sa bene, si giustifica prontamente dicendo di non averne; Marta chiede allora di mostrarle il diario, ma Sara esibisce una bella pagina bianca. Un cartellone di fronte a noi attira la mia attenzione, così chiedo il significato di quelle stelline che vengono aggiunte proprio accanto ai nomi dei ragazzi. Marta mi spiega che è un
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metodo educativo: ai ragazzi viene assegnata una stellina ogni qualvolta assumano un comportamento corretto. Chi raggiungere le dieci stelline riceve un premio; non un giocattolo superfluo, di cui può fare a meno, ma ciò di cui ha veramente bisogno: un paio di scarpe nuove o un cappottino o altro a seconda delle esigenze di ognuno. Alle 15.00 veniamo interrotti dall’arrivo di Angela, la seconda educatrice. E’ il momento dei compiti e le educatrici si dividono tra i bambini per aiutarli con i compiti. Angela non è sola: con lei c’è Lucia, che è tornata dall’asilo. Conosco finalmente l’ultima componente del gruppo che mancava all’appello. Lucia è la più piccola, ha solo cinque anni, e due bellissimi occhi neri; sono neri anche i capelli raccolti in due codini. Sara, intanto, non demorde e i compiti proprio non vuole farli. Così ricorda alle educatrici che in occasione della Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, la città ha organizzato una settimana di eventi per tutti i bambini; si avvicina al calendario: oggi è la giornata dedicata ai suoni e alla musica, e Marco che è un ottimo suonatore di djambè insiste per andarci. Sara ce l’ha fatta, ha trovato un complice! Marta, l’educatrice, è costretta a cedere ma pone una condizione: solo i più piccoli parteciperanno all’appuntamento musicale per-
ché hanno pochi compiti. Purtroppo Sara ne ha bel po’. Per lei niente giro in centro, dunque. All’improvviso mi colpisce una fragranza di cioccolato: Michela, in cucina, sta preparando una torta pasticciotto al cioccolato per merenda. “Sono ragazzi – commenta -; a quest’ora hanno di nuovo fame”! La mia visita alla Fondazione finisce così: con la tazza fumosa del caffè tra le mani, il caldo rassicurante della stufa alle spalle, le chiacchiere con Michela ed i ragazzi mentre anch’io assaggio la sua formidabile torta. Non è forse un “classico” pomeriggio d’autunno passato in famiglia questo? Le mie domande hanno trovato risposta: ci si può sentire a casa anche se la casa non è tua. Per me è stato così.
// CINQUE IN FAMIGLIA La fondazione onlus “Casa dei Bambini”, prende il suo nome da Daniela e Paola Bastianutti, rimaste vittime, nel 2005, dell’attentato terroristico a Sharm el Sheik. È il gesto generoso di due genitori, dunque, privati violentemente delle figlie, a segnare l’atto di nascita della struttura, che ha l’unico scopo di donare benessere a bambini che vivono situazioni di disagio sociale, familiare ed economico. Costituita nel 2006, la casa famiglia inizia
la sua attività nel febbraio 2008, dedicandosi esclusivamente a minori dai cinque ai 13 anni. La comunità educativa ospita attualmente cinque bambini, ma ne può accogliere fino ad un massimo di dieci (soglia che garantisce e tutela il clima familiare indispensabile ai ragazzi). L’equipe socio-educativa è costituita da quattro educatrici, una psicologa, un’assistente sociale e tre operatori polifunzionali, cui è affidata la pulizia degli ambienti e il servizio di cucina e lavanderia. Tutto avviene sotto la supervisione di Claudio Bastianutti, che porta, così, a quota nove il numero del personale operativo, al quale, a discrezione dello staff, può aggiungersi qualche volontario, che presta il suo servizio nelle ore pomeridiane. Tra gli altri scopi della Fondazione, vi è quello di offrire un saldo punto di riferimento ai bambini che ospita, dare loro stabilità, aiutarli a colmare le carenze educative ed affettive, sostenendoli e accompagnandoli nel processo di reinserimento nel contesto familiare d’origine, fine ultimo della onlus. Per ottenere questi obiettivi è previsto il coinvolgimento dei genitori, previa autorizzazione dei servizi sociali.
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//Attualità //Una mano all’Africa //La storia di Vaileth ENTRA ANCHE TU NELLA COMMUNITY DEL TACCO D’ITALIA E DISCUTI DI QUESTO ARGOMENTO SU WWW.ILTACCODITALIA.NET La volontaria Chiara con i bambini della Tanzania Sorriso ritrovato. Valleth e la sua accompagnatrice Fortunata Franziskjimu
L’ARCOBALENO DI GALLIPOLI SULLA TANZANIA
APPROFONDIMENTI www.iltaccoditalia.info/sito/index-a.asp?id=5577
di FLAVIA SERRAVEZZA f.serravezza@iltaccoditalia.info
DALL’AFRICA A LECCE PER UN INTERVENTO AL CUORE. LA STORIA DI VAILETH, GIOVANE TANZANIANA RITORNATA ALLA VITA GRAZIE ALL’IMPEGNO DI VOLONTARI SALENTINI
aileth Sumuni è una ragazza tanzaniana di 15 anni. Grazie all’impegno dell’associazione “Arcobaleno su Tanzania” di Gallipoli è stata operata al cuore presso l’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce e a gennaio potrà tornare nella sua amata Africa. Veileth soffriva di un grave problema cardiaco che le lasciava poche speranza di vita. Per questo motivo, il 20 ottobre scorso è stata sottoposta ad un complicato intervento di cardiochirurgia (per la sostituzione della valvola mitrale e riparazione della tricuspide) eseguito dall’équipe di Massimo Villani. L’esito è stato positivo; ciò ha permesso a Veileth di affrontare l’iter post-operatorio in casa di alcuni volontari dell’associazione. Quella di Vaileth è una storia difficile. Abbandonata dai genitori all’età di otto anni, ha vissuto per molto tempo in un orfanotrofio, poi
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Giovanni Primiceri
presso le suore della missione di Chibumagwa (a circa 100 km da Dodoma, capitale politica della Tanzania), dove i volontari gallipolini si recano da sette anni. Nelle capanne del villaggio manca l’elettricità, il cibo è scarso, si beve l’acqua piovana e le condizioni igieniche sono pessime. L’età media di sopravvivenza è di 45 anni: si muore di malaria, malattie intestinali, Aids, malattie curabili ma il più delle volte trascurate. A diagnosticare la gravissima malformazione cardiaca di Vaileth è stato Salvatore Giannico del “Bambin Gesù” di Roma, che l’ha visitata una sola volta in Tanzania. La ragazza accusava problemi respiratori e aveva gravi difficoltà a camminare. Circa un anno fa, i volontari dell’associazione guidata da Giovanni Primiceri si sono accorti del caso e da quel momento hanno dato il via all’iter per portarla in Italia. Tra mille difficoltà. Come per esempio quella di ottenere l’af-
fido da parte dello zio e della nonna, nonchè del capo villaggio; e poi i visti, le fidejussioni e le assicurazioni. La Regione Puglia ha deliberato le spese dell’intervento, il resto (spese di viaggio, di rilascio passaporto, iter burocratico per il visto, ecc.) è stato a carico dell’associazione. Vaileth dovrà sempre tenere sotto controllo il tasso di coagulazione del sangue e conseguentemente dosare la terapia farmacologica. Inutile pensare che il coagulometro, l’apparecchio necessario per questo tipo di controlli, possa esistere nell’ospedale di Itigi, quello dei Missionari del Preziosissimo Sangue dove la ragazza sarà curata una volta rientrata in Tanzania per stare dalle suore Orsoline. Ma questo non è già più un problema. La compagnia teatrale “Talianxa” di Gallipoli si è fatta carico degli 850 euro necessari all’acquisto del macchinario.
Responsabile dell’associazione”Arcobaleno su ... Tanzania
SOGNO PER LA TANZANIA UN NATALE 2009 DIVERSO L’associazione di volontariato “Arcobaleno su…Tanzania” è nata nel 2007 su iniziativa di un gruppo di volontari laici di Gallipoli attivi in Tanzania. Il suo scopo è raccogliere fondi per la realizzazione di microprogetti che riguardano educazione scolastica, sanità e alimentazione, inclusi interventi presso orfanotrofi e centri di accoglienza per anziani e ammalati di Aids e lebbra. La raccolta di fondi
avviene attraverso le donazioni dei salentini (ai quali viene rilasciata relativa dichiarazione e ampia documentazione dell’operato svolto in Africa) e l’organizzazione di iniziative di solidarietà. I nuovi progetti da realizzare riguardano: l’acquisto di una pompa e di un generatore di corrente indispensabili per erogare l’acqua ad una scuola e a un dispensario da un pozzo già esistente nel villaggio di Mbalala (Dodoma); e le ristrutturazioni di cucina, tavoli e panche in cemento per la scuola primaria del villaggio di Chibumagwa dove 920 alunni consumano l’unico pasto dignitoso della giornata (farina di mais e fagioli) seduti per terra. Il costo dei due interventi si aggira intorno ai 7.800 euro per la scuola di Mbalala e intorno ai 1.500 euro per la scuola di Chibumagwa.
Infine, ciò che consideriamo un’impresa e al tempo stesso una sfida per la nostra comunità, è poter acquistare e donare all’ospedale di Itigi un ecografo multifunzione del costo di circa 12mila euro. Risolverebbe tanti problemi grazie a diagnosi precise e precoci. E’ un sogno difficile ma non impossibile da realizzare. Ho la speranza che il Natale del 2009 possa essere per i nostri amici tanzaniani un Natale diverso”. Chi volesse contribuire all’iniziativa, può inviare offerte (anche piccolissime) al c.c. postale n. 88217245 intestato a “Arcobaleno su Tanzania”; causale: acquisto ecografo multifunzione.
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//Società //Ideali e idealisti //I cavalieri ENTRA ANCHE TU NELLA COMMUNITY DEL TACCO D’ITALIA E DISCUTI DI QUESTO ARGOMENTO SU WWW.ILTACCODITALIA.NET
ideale cavalleresco richiama le virtù del coraggio e dell’altruismo. Storiografi e poeti hanno tramandato, nel corso dei secoli, le gesta di personaggi che cavalcano sui percorsi della storia fino al bivio del mito. La tradizione millenaria dei cavalieri è giunta vivace fino al XXI secolo. I cavalieri di Malta, i cavalieri del Santo Sepolcro e i frati teutonici hanno abbandonato la funzione militare per ritornare alla originaria vocazione umanitaria. Abbiamo incontrato alcuni loro rappresentanti e studiosi, per farci raccontare vicende passate o attuali che riguardano la storia e le attività degli Ordini ed il loro rapporto con la Terra d’Otranto.
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di GIUSEPPE FINGUERRA g.finguerra@iltaccoditalia.info
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LE ANTICHE GESTA DEI CAVALIERI DI TERRA D’OTRANTO SIMBOLI, RITUALI E VIRTÙ MORALI NEL SALENTO DI IERI E DI OGGI. VIAGGIO NEL MONDO MAGICO DEGLI ORDINI CAVALLERESCHI
CROCI ROSSE E NERE. L’ORDINE TEUTONICO NEL SALENTO ocumenti risalenti al XV secolo consentono di individuare i possedimenti dei cavalieri Teutonici nella odierna provincia di Lecce. Essi avevano fondi nella città capoluogo, ma anche a Nardò, Galatone, Gallipoli, Casarano, Ugento, Torrepaduli e Acquarica del Capo. Hanno avuto anche stretti legami con i potenti signori di Terra d’Otranto. Raimondo, detto anche Raimondello, del Balzo Orsini, verso il 1374/1382, prima di sposare nel 1385 l’ereditiera della contea di Lecce, Maria d’Enghien, aveva fatto un viaggio in Prussia e partecipato ad una crociata in Lituania. La presenza dei Teutonici in Lecce è attestata nel codice di Maria d’Enghien, secolo XV, che menziona la chiesa di Santa Maria de li Alamagni. Mentre un libro contabile del 1310 (rationes decimarum) cita una domus S. Marie Theotonicorum. Anche in Nardò vi sono stati i cavalieri tedeschi. A riguardo le fonti affermano vi siano state “due chiese servite dall’Ordine Teutonico,
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S.Caterina degli Alemanni e S. Nicola degli Alamanni”. La chiesa di Santa Maria al Bagno appartenne ad un insediamento dei teutonici ed era vicino al mare, con un proprio cimitero. La chiesa di Santa Maria del Canneto di Gallipoli, originariamente detta Santa Maria della Visitazione, potrebbe essere appartenuta verso la fine del Medioevo all’Ordine teutonico. Infatti, risulta in possesso dell’“abbazia” di San Leonardo di Siponto, sede del Baliaggio di Puglia dei cavalieri teutonici. La chiesa fu distrutta nel 1502, riedificata nel 1504 e cedu-
ta, nel 1576, alla Confraternita di Santa Maria del Canneto. La cripta del Crocefisso in Ugento è una rara testimonianza artistica della presenza dei cavalieri teutonici nel Salento. Sul soffitto della chiesa rupestre vi sono dipinti della fine del XIII secolo. Un motivo ripetuto sono gli scudi crociati, di colore nero o rosso. Gli scudi nero crociati rappresentano i teutonici. Gli scudi rosso crociati, invece, potrebbero essere un omaggio reso dai Teutonici all’Ordine dei Templari, dal quale avevano mutuato l’abito e la regola.
Possedimenti di cavalieri teutonici
erano presenti a Lecce, Nardò, Galatone, Gallipoli, Casarano, Torrepaduli, Acquarica del Capo ed Ugento. Qui, nella cripta del Crocefisso, gli scudi crociati dipinti nel XIII secolo sono una rara testimonianza artistica del loro “passaggio”
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UN PASSATO DI GLORIA E RICCHEZZA Ordine teutonico nacque nel corso delle crociate, nel XII secolo. Nello stesso periodo sorsero gli Ordini religioso-militari dei Templari e dei Giovanniti. Questa confraternita ospedaliera si considerò erede di un ospedale tedesco, istituito a Gerusalemme nella prima metà del XII secolo, chiamato Sancta Maria Teutonicorum. La confraternita ottenne dall’imperatore Enrico VI, sposo di Costanza d’Altavilla, erede del regno normanno-siculo, possedimenti in Puglia ed in Sicilia. L’Ordine fu così presente in Terra d’Otranto fino alla seconda metà del XV secolo. Dopodiché, i possedimenti dei Teutonici furono affidati a cardinali della Curia romana, che li
Hubert Houben, presidente del Cirotm, Centro interdipartimentale di ricerca sull’Ordine Teutonico nel Mediterraneo, Dipartimento dei Beni delle Arti e della Storia, Università del Salento
L’
L’Ordine teutonico
fu presente in Terra d’Otranto fino al XV secolo. I possedimenti occidentali servivano per produrre alimenti per i cavalieri e foraggio per gli animali in Terra Santa. Grazie a questi commerci i cavalieri divennero ricchi e potenti
CARITÀ AI CRISTIANI. L’ORDINE DEL SANTO SEPOLCRO ll’indomani della conquista di Gerusalemme (15 luglio 1098), Goffredo di Buglione disegnò l’emblema dei cavalieri del Santo
A
gestirono in qualità di accommendatari. Ai tempi in cui l’Ordine fu presente in Oriente, i possedimenti d’Occidente, quindi anche quelli in Terra d’Otranto, servirono per produrre alimenti per i cavalieri e foraggio per gli animali: i cavalieri in Terra Santa vivevano una perenne condizione di assedio e dovevano importare da oltremare i prodotti agricoli. Fu grazie a questi commerci che i cavalieri divennero ricchi e potenti. Altre fonti di ricchezza erano il prestito di danaro o la consuetudine di combattere per conto di terzi. Colui che finanziava il cavaliere veniva ritenuto ugualmente un difensore
Sepolcro. La Croce rossa con quattro crocette su mantello bianco. L’Ordine del Santo Sepolcro è presente in Terra d’Otranto fin dal Medioevo. È un ordine religiosomilitare, fedele al papa e riconosciuto dal diritto canonico. Agli inizi degli anni Ottanta, a Lecce vi erano solo quattro membri. Oggi sono quasi 60. Il vescovo Ruppi ha contribuito a dare ai cavalieri grande visibilità. Essi pubblicano una rivista, “Sallentina Tellus” ed hanno recuperato, sopportandone per intero i costi, la chiesa di Santa Maria del Tempio, dopo secoli di incuria. “A riguardo – precisa Romano Santamaria, preside della sezione ‘Salento’ dell’Oessh, Ordo equestris Sancti Sepulcri Hierosolymitani - vorrei ringraziare Antonio Leopizzi per il decisivo aiuto. Il nostro emblema è su tutti i luoghi santi cattolici in Giordania, Palestina ed anche in Iraq. La nostra funzione più importante è quella di aiutare i cristiani in Terra Santa con la carità. Non possiamo
della fede cristiana in Terra Santa ed otteneva un compenso spirituale in cambio del denaro. La decadenza delle crociate, già nel XIV secolo, è acuita dalle attività collaterali dei cavalieri, che accumulando ricchezze, davano adito a critiche sul rispetto dei tre voti monastici: carità, castità ed obbedienza. Tanto facilitò, ad esempio, la soppressione dei Templari. Attualmente, la sede dell’Ordine è a Vienna. Il Gran maestro è Bruno Platter, di origini sudtirolesi. E’ un ordine religioso a tutti gli effetti, composto di frati e suore ed è l’istituzione più importante in Germania nella gestione di centri per la cura e l’assistenza dei tossicodipendenti e degli alcolisti.
solo autotassarci. Per questa ragione organizziamo periodicamente attività culturali e ludiche per raccogliere fondi. I fondi raccolti sono destinati a mantenere ospedali, orfanotrofi, università, professori, conventi e suore, in Terra Santa”. Santamaria coglie l’occasione per fare un appello, affinché istituzioni pubbliche ed aziende private vogliano, attraverso la sede leccese dell’Ordine del Santo Sepolcro, finanziare borse di studio. Con 500 euro all’anno è infatti possibile garantire l’assistenza e l’istruzione di un bambino palestinese cattolico.
Qui e in alto, Romano Santamaria, preside della sezione “Salento” dell’Oessh, Ordo equestris Sancti Sepulcri Hierosolymitani
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ORDINE DI MALTA. CHIAMATELO ENTE SOVARANO l Sovrano militare Ordine di Malta (Smom) nacque nel 1098, quando i cavalieri si insediarono a Gerusalemme e presso il Santo sepolcro istituirono l’Ospedale di San Giovanni. Per questa ragione l’Ordine fu chiamato, inizialmente “dei Giovanniti”. Con la perdita di Gerusalemme e la sconfitta di San Giovanni d’Acri, l’Ordine si trasferì a Rodi, dove esercita la sovranità. Nel 1530, Carlo V concesse all’Ordine la sovranità di Malta, in cambio del simbolico pagamento di cinque falconi maltesi. L’Ordine è un Ente sovrano ed è presieduto dal Gran maestro. Ha una articolazione interna che ripete quella degli Stati: il potere legislativo, il
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IL MISTERO DEI TEMPLARI na coltre di mistero ricopre la storia dei cavalieri templari. Nel corso dei secoli, una ricca letteratura di fantasia ne ha tramandato l’immeritata fama di eretici, custodi di segreti insieme diabolici e divini. Al mistero dei Templari ha decisamente contribuito la damnatio memoriae, dopo la cruenta soppressione del 1312, attuata con la sistematica distruzione dei documenti dell’Ordine. Tuttavia, le orme del loro passaggio in Terra d’Otranto non sono state del tutto cancellate. Nei pressi di piazza Sant’Oronzo in Lecce si trova via Templari. Un tempo un’unica direttrice, poi interrotta dagli scavi dell’anfiteatro romano, la congiungeva all’odierna via Grandi (già via Templari). In via Grandi vi è la chiesa di Santa Maria del Tempio, edificata dai cavalieri alla fine del XIII secolo. La facciata posteriore conserva caratteristici archetti cinquecenteschi. Nella canonica sovrastante persistono tutt’oggi due archi sui quali, sotto diversi strati di pittura a calce, si intravedono ancora gli affreschi. Questi andarono distrutti nella prima metà del Novecento, quando nel locale adibito a cereria scoppiò un incendio. Sulla volta, all’incrocio di costoloni, è visibile una croce di Malta, che fu sovrapposta a quella dei Templari, al momento in cui i cavalieri di Malta acquisirono i beni confiscati a questi ultimi. L’altare era rivolto verso Oriente, come in tutte le chiese dei Giovanniti. I cavalieri dell’Ordine del Santo Sepolcro hanno finanziato il restauro dell’edificio storico, che adoperano a loro sede.
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Paola, Giulio ed Alessandro Castriota Scanderbeg di Ruffano, cavalieri dello Smom (Sovrano militare Ordine di Malta)
Per diventare cavaliere o dama di onore e devozione dell’Ordine di Malta, occorre provare la nobiltà della linea paterna lunga 450 anni. Se si è nobili su tutti i quarti della famiglia, la prova è ridotta su 200 anni potere giudiziario e quello esecutivo. Intrattiene rapporti diplomatici con più di cento paesi. Siede nel Consiglio dell’Onu come osservatore permanente. È riconosciuto dalla Santa Sede ed ha con essa un rapporto privilegiato. Ha una zecca che batte moneta, il tarì. Ha un servizio postale, le Poste magistrali. L’Ordine svolge assistenza sociosanitaria con propri ospedali, ad esempio l’Ospedale di San Giovanni in Roma, ed interviene per scopi umanitari, laddove vi siano emergenze dovute a carestie o calamità naturali, senza discriminazioni di “credo”. In provincia di Lecce i membri dello Smom sono circa dieci e fanno riferimento alla Delegazione di Terra d’Otranto con sede a Taranto. La città di Lecce ha una antica tradi-
zione di patriziato e potrebbe ambire ad una propria delegazione autonoma. L’appartenenza ad una famiglia nobile gioca ancora un ruolo decisivo nell’accesso all’Ordine e deriva dalla origine cavalleresca. La matrice nobiliare è rimasta, ma alla fine degli anni ‘90, con una riforma interna, l’ordine ha eliminato la regola che richiedeva la qualità gentilizia per ricoprire i ruoli gerarchici più importanti. Per accedere al grado di cavaliere o dama di onore e devozione, occorre provare la nobiltà della linea paterna lunga 450 anni. Se si è nobili su tutti i quarti della famiglia, la prova è ridotta sulla durata di 200 anni. Più facile è la prova se vi sono stati dei cavalieri di Malta nella famiglia. La famiglia dei Castriota Scanderbeg ebbe, per esempio, Costantino, cavaliere di Malta nel XVI secolo. Nel corso dell’assedio di Malta, del 1575, da parte dei turchi, svolse un ruolo significativo nella strenua difesa della fortezza di Sant’Elmo. L’assedio terminò con lo sterminio dei Cavalieri, ma i maomettani lasciarono sul campo migliaia di caduti. Fu un esempio altissimo di resistenza non solo militare ma anche di perseveranza negli ideali dell’Ordine.
ARMI E DIPLOMAZIA, DALL’ALBANIA AL SALENTO CHI ERA GIORGIO CASTRIOTA SCANDERBEG Giorgio Castriota Scanderbeg (1405-1468) fu paladino albanese della cristianità e difensore di Ferrante d’Aragona, re di Napoli, dalle fazioni angioine. Ma fu anche raffinato diplomatico, dispiegando la sua azione entro un disegno politico di respiro europeo. Alla sua morte, la vedova Andronica ed il figlio Giovanni giunsero in Italia. Giovanni si insediò nei feudi del padre di San Giovanni Rotondo e Monte Sant’Angelo, poi permutati con il ducato di San Pietro in Galatina e la contea di Soleto. Primo duca di Galatina e conte di Soleto, diede luogo a discendenza, generando dalla moglie Irene Brankovi Paleologa, Ferdinando, secondo duca di Galatina e conte di Soleto. Ritratto di Giorgio Scanderbeg palazzo dei Castriota Scanderbeg di Ruffano
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“DONNE INTRAPRENDENTI Spunti appunti e disappunti sulla comunicazione d’impresa” è un progetto ideato e condotto da Grazia Manni, che si è rivolto a donne disoccupate in possesso di qualifica o di titolo di studio di scuola media superiore di secondo grado o laureate, e ha avuto lo scopo di formare una figura professionale in grado di gestire e condurre una piccola e media impresa che si occupa di progettazione, organizzazione e comunicazione nel settore culturale, settore strategico per lo sviluppo del territorio pugliese. Le corsiste, alla fine del percorso formativo, hanno acquisito gli strumenti per la gestione di un’impresa di
progettazione, organizzazione e comunicazione nel settore culturale. Lo scopo è dunque allargare la base occupazionale del settore della piccola e media imprenditoria femminile nel settore culturale, della valorizzazione e promozione del territorio. In particolare sono state approfondite alcune tematiche specifiche quali: politiche culturali e programmazione culturale, marketing dei beni culturali, comunicazione culturale, organizzazione dell’ufficio stampa, normativa e legislazione, nuove tecnologie al servizio dei beni culturali, redazione di businessplan per la costituzione in proprio di imprese, cooperative, associazioni in uno
specifico settore inerente la valorizzazione dei beni culturali. Il libro pubblicato come risultato finale racconta il corso/percorso sulla costituzione di un’impresa culturale e alcune donne, di estrazione ed età diverse, che studiano, imparano, propongono con quell’arguzia e quell’entusiasmo che solo le donne hanno. Un percorso articolato, fatto di lezioni, visite guidate, un viaggio alla Fiera del Libro di Torino per capire come nasce un’impresa culturale, ma anche per conoscersi ed intrecciare la propria storia con quella delle altre, in uno scambio di opinioni, racconti di vita, idee condivise e progetti, nella speranza che i propri desideri si trasformino in
Info: Associazione Culturale Melangolo – Via Umberto I, 47/51 – 73016 San Cesario di Lecce
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//Società //Buoni sentimenti //Lettere d’auguri ENTRA ANCHE TU NELLA COMMUNITY DEL TACCO D’ITALIA E DISCUTI DI QUESTO ARGOMENTO SU WWW.ILTACCODITALIA.NET
CARO
CI SARÀ UNA LETTERA IN PIÙ, A NATALE, NELLA POSTA DI ALCUNI PERSONAGGI NOTI SALENTINI. E’ LA LETTERA DI AUGURI CHE MENO SI ASPETTEREBBERO DI RICEVERE
“NEMICO”
tiSCRIVO
N
atale è tempo di letterine sotto l’albero. Ed è tempo di mettere da parte i vecchi rancori e guardare oltre. Almeno per il breve periodo in cui è tradizionalmente doveroso essere più buoni. Lo abbiamo chiesto anche ai vip di casa nostra: sotterrare per una volta l’ascia di guerra e scrivere, oltre ai consueti messaggi natalizi indirizzati ad amici e parenti, anche un’altra lettera di auguri. La più difficile. Quella destinata al loro più acerrimo “antagonista”. Questi hanno accolto di buon grado la proposta. E l’hanno fatto. O quasi.
di LAURA LEUZZI
A COLPI DI TACCO www.iltaccoditalia.info/sito/index-a.asp?id=5574
l.leuzzi@iltaccoditalia.info
Antonio Rotundo,
Paolo Perrone, sindaco di Lecce Caro Antonio, quest’anno il Natale mi rende particolarmente buono. Forse sto invecchiando, ma mi inteneriscono i tuoi sforzi per far risaltare il non-operato della mia amministrazione, a volte sconfinanti in clamorosi autogol: un po’ come Paolino Paperino (“Antonino Rotundino” ti piace?). Ho deciso così di regalarti un gioco che ti farà passare qualche ora lieta, facendoti dimenticare le traversie del tuo Pd: una macchina del tempo. Potrai così farti un po’ di viaggi a ritroso, per rinfrescarti le idee e la memoria su com’era Lecce prima dell’avvio del tanto vituperato decennio di centrodestra al governo della città (alla fine peraltro di un poco esaltante biennio di centrosinistra). Ricordi? No, non ricordi. Lecce era una sperduta città in una sperduta terra di un punto imprecisato del globo. Senza tangenziali, senza servizi moderni, senza turismo: una cittadina X. Ti sembra così anche adesso? Per carità, molto resta da fare. Però, siccome mi pare che la tua memoria difetti un poco, ti prego di accettare il mio regalo. Con affetto Paolo
Paolo Perrone: “Mi inteneriscono i tuoi sforzi per far risaltare il nonoperato della mia amministrazione, a volte sconfinanti in clamorosi autogol”; Antonio Rotundo: “Ti chiedo, perchè a Natale le promesse si mantengono, di mantenere fede a ciò che avevi detto in campagna elettorale: niente nuove tasse” il tacco d’Italia
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capogruppo di opposizione al Comune di Lecce, Cursi Caro Paolo, sotto Natale non posso che augurarti di trascorrere le feste nel migliori dei modi. Ma proprio perché siamo sotto Natale non posso fare a meno di pensare ai nostri concittadini e di notare che nella nostra Lecce persistono dei problemi che avrebbero dovuto trovare soluzione da molto tempo ormai. So che ti faccio arrabbiare quando tiro fuori questi argomenti, ma non ti sembra arrivato il momento di far partire i filobus per i quali abbiamo speso 21 milioni di euro più 400mila euro di variante al progetto? Avevi promesso che il servizio sarebbe partito prima dell’estate scorsa, poi prima dell’inizio della scuola, poi prima Natale ed ora hai comunicato che sarà tutto pronto per Carnevale. E’ uno scherzo di Carnevale e si potrà realmente usufruire del servizio? E poi ti chiedo, sempre perchè a Natale le promesse si mantengono, di mantenere fede a ciò che avevi detto in campagna elettorale: “Niente nuove tasse”. E invece le nuove tasse ci sono. Ti chiedo di eliminarle per il 2009, come i tuoi concittadini meritano. Antonio
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Franco Surano,
Piero Montinari,
segretario provinciale Csil Lecce, Carmiano
presidente Confindustria, Lecce
Caro dottor Montinari, che sia per lei e la sua famiglia un Natale pieno di serenità, gioie e speranze, le stesse che auguro alle migliaia di lavoratori che in questi giorni sono stati messi in cassa integrazione nel metalmeccanico e a tutti quelli che in altri settori, come il Tac o quello dei Servizi al commercio e turismo, vivono momenti di crisi a causa delle cosiddette “ricadute” sulla economia reale della bolla finanziaria. Presidente, i miei auguri sono sinceri e reali, al pari dei dati registrati in termini di previsione della cassa integrazione a fine 2008, dove si ritiene possibile un aumento in percentuale del 60%. Consideri che i Centri territoriali per l’impiego hanno comunicato una diminuzione in termini assoluti di oltre 20mila unità occupazionali: per 20mila famiglie non sarà un Natale di serenità, gioie e speranze, bensì di timori, incertezze, paure e preoccupazioni. Ebbene quale regalo di Natale farebbe trovare lei sotto l’albero a questi lavoratori? Noi vorremmo poter far trovare loro le stesse cose che auguriamo a lei: serenità e un positivo senso del futuro. Il 24 dicembre per la cena di Natale saremo con le nostre famiglie; ma per il cenone di San Silvestro saremmo volentieri ospiti della sua mensa. Franco Surano
Caro Franco, desidero formulare i più sinceri auguri per un Natale di serenità ed un 2009 pieno di soddisfazioni a te e alla tua famiglia. Noi imprenditori stiamo cercando di superare questo difficile momento. Il pensiero corre ai lavoratori ed alle loro famiglie, particolarmente colpiti da una crisi che incide pesantemente sull’oggi e può erodere le prospettive del domani. Tuttavia, con il nostro impegno continuiamo a lavorare perché si possa avere ancora lo sguardo rivolto al futuro. La fiducia non deve mai abbandonarci. Le imprese e, con esse, i lavoratori devono sentire la vicinanza delle Istituzioni e del Sindacato. Le imprese, importante risorsa economica, hanno prima di tutto un valore sociale, perché, come “comunità di uomini”, concorrono sì al progresso economico, ma anche alla crescita civile del territorio. Tutti dobbiamo impegnarci per salvaguardare l’esistenza di questa “comunità”. Dobbiamo essere saldi e decisi nell’affermare le nostre responsabilità, al fine di contribuire alla costruzione di un Salento prospero e solidale. Piero
Franco Surano: “Che sia per lei un Natale pieno di serenità, gioie e speranze, le stesse che auguro alle migliaia di lavoratori che in questi giorni sono stati messi in cassa integrazione”; Piero Montinari: “Lavoriamo perché si possa avere ancora lo sguardo rivolto al futuro. La fiducia non deve mai abbandonarci” Domenico Laforgia, rettore Università del Salento, Bari Cari studenti, condividiamo un profondo amore per la ricerca. Ma dobbiamo condividere anche il rispetto per l’Istituzione alla quale apparteniamo. In un momento in cui l’Istituzione universitaria è minacciata da una politica che non ha messo tra le sue priorità la conoscenza come volano di sviluppo del Paese, siamo tutti chiamati a impegnarci per riportarla al rispetto che merita. Chiedo a Voi studenti di dimostrare, non solo attraverso l’impegno sociale ma soprattutto attraverso l’impegno nello studio, che le argomentazioni a sostegno di tale politica sono pretestuose. La reputazione di un Ateneo non si costruisce soltanto con i risultati della ricerca, ma anche attraverso le carriere degli studenti. Ho sempre affrontato a viso aperto le difficoltà e scelto la strada dell’impegno e dello studio per arricchire il mio bagaglio di conoscenze, l’unico strumento in grado di spuntare le armi degli antagonisti. Il mio augurio a voi è di riuscire ad arrestare la deriva culturale e sociale. Progetto che mi vede al vostro fianco con l’entusiasmo di sempre. Buon Natale Domenico Laforgia
Domenico Laforgia: “Il mio augurio a voi è di riuscire ad arrestare la deriva culturale e sociale. Progetto che mi vede al vostro fianco con l’entusiasmo di sempre”; Marco Adamo: “Le porgo i migliori auguri di Natale, rassicurandola sul fatto che da parte nostra non mancherà mai la denuncia di ciò che non andrà per il verso giusto” il tacco d’Italia
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Marco Adamo, coordinatore dell’Unione degli Universitari, Pulsano (Ta) Caro rettore, sta per finire un altro anno solare. Il suo primo anno da rettore; il mio primo da studente. Ricordo le mie prime difficoltà nelle segreterie, alla semplice ricerca di informazioni, nel seguire lezioni che si svolgevano in contemporanea. Poi giunse giugno e studenti e amministrazione si scontrarono sull’innalzamento delle tasse. Scontri probabilmente dovuti al poco dialogo. È proprio da lì, da quel poco dialogo, che bisogna partire. E condizionato, dato il periodo, dalla sua folta barba bianca, avrei una lista di doni da chiederle: professori che garantiscano un orario di ricevimento e che non pretendano libri originali in sede d’esame; centri multimediali che permettano l’accesso a internet; strutture “vivibili”; servizi accessibili anche ai diversamente abili; biblioteche “aperte” dove reperire i libri di testo di ogni insegnamento. Finisco questo elenco che entrambi sappiamo potrebbe essere molto più lungo, con la speranza che il fine ultimo dell’amministrazione possa coniugare i doveri di bilancio con quelli di una didattica di qualità. Le porgo infine i migliori auguri di Natale, “rassicurandola” sul fatto che da parte nostra non mancherà mai l’annotazione e la denuncia di tutto ciò che non andrà per il verso giusto. Marco Adamo
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Giacomo Grippa,
Don Stefano Rocca,
coordinatore Unione degli Atei e degli Agnostici razionalisti, Lecce
parroco Chiesa San Giovanni Bosco di Ugento, Taurisano
Gentile Stefano, il Tacco d’Italia ci ospita insieme per un saluto, pur trovandoci, nel resto del Paese, fermi sulle nostre “vedute”. Nulla impedisce di incontrarci, in un convivio, in una prima “cena”, tema su cui le nostre sensibilità sicuramente non “nutrirebbero” dubbi. Se aderirai, ti assicuro che porterei con me meno di dodici seguaci. Per il conto, potremo fare “alla romana”, anche se per te sarebbe più facile conciliarti con l’oste, che ti considera buon appartenente alla chiesa romana, per la verità non molto povera. Del resto nel Tacco d’Italia tra il clero non si vive di ristrettezze, molti sanno salvare il “sacer”, “dote” comune agli uomini di fede, qualche volta insidiati dal richiamo degli investimenti nella “borsa”. So che tu più che alla borsa hai da preoccuparti della vita, trovandoti a fronteggiare o ad “esorcizzare” una nuova “santa alleanza” con la “sacra corona”. Tu non de-mordi e sai tenerli in scacco, pur non volendolo “confessare”. Puntiamo allora ad una “perpetua”, buona vita, senza divieti innaturali, negazioni discriminanti e divisioni o condizionamenti che oscurano sia l’autonomia delle “fedi” sia l’etica pubblica e la laicità dello Stato. Fratello ateo Giacomo
Caro Giacomo, per me è difficile spiegare a chi non crede come noi cristiani ci prepariamo ad accogliere Gesù. Mi chiedo, d’altro canto, che Natale viviate senza l’attesa di un Dio che è venuto sulla terra per noi. Penso, tuttavia, che sia impossibile non credere in qualcosa di superiore a noi; anche voi atei avete, dunque, nel profondo del vostro cuore la fede in qualcuno, anche se non ve ne rendete conto. Il mio augurio è di poter avere un confronto con voi a riguardo; mi piacerebbe incontrarvi e scambiare qualche pensiero. Spero che il Natale faccia nascere in voi l’interrogativo sull’esistenza o meno di un essere superiore; che la vostra coscienza vi faccia sentire il desiderio di riscoprire un Dio che voi non sentite di dover ricercare. E’ Dio, caro Giacomo e cari amici atei, che si muove alla ricerca di voi. Vi auguro che riesca a trovarvi. Don Stefano
Ariafrisca, Tobia Lamare,
Felline (Alliste)
dj, Lecce
Non credo nell’Inferno, quindi il concetto di Natale cade, ma non ce l’ho mai fatta a resistere al fascino di Babbo Natale! Turco e moro (Santa Claus è San Nicola) e poi sulle copertine di Lp e cd è un panzone finlandese con la barbona bianca. Ogni anno ai miei amici più vicini regalo un disco, ormai non c’è più sorpresa. Anche a voi regalo un disco, di Rachid Taha. E’ un artista di world music che amo molto: ha saputo ricercare nuove soluzioni sonore e ha rivisitato “Rock the casbah” dei The Clash, il mio gruppo punk preferito. Non solo una chitarra distorta sopra il ritmo arabo (vicino alla pizzica in qualche modo) ma una miscela sapiente di suoni e colori. Nel caso avessimo gli stessi gusti e lo conosceste già, ve ne regalo un altro: “The Christmas Album” di Elvis Presley. Elvis ha le sue radici nel gospel, nel country e nel blues, musica tradizionale nordamericana. Ma anche la mia, visto che il tamburello lo suono come gli Abba e che la pizzica la sento, citando Wenders, così lontana e così vicina. Buon Babbo Natale. Tobia
Mario Beretta, allenatore Lecce, Milano Caro Antonio, in occasione del Natale ti rivolgo gli auguri più sinceri come uomo e come professionista. Non ho mai creduto alle polemiche che si sono scatenate quando, da leccese, hai accettato di allenare il Bari. Il dovere di un allenatore è guidare una squadra e tu lo hai fatto. Ti auguro di riuscire a fare sempre ciò che ti dà soddisfazione senza curarti del giudizio della gente. Non ho avuto la fortuna di scontrarmi con te sul campo né di conoscerti personalmente ma ammiro il tuo modo di portare avanti gli impegni. Mi piacerebbe disputare un derby pugliese, sempre se ciò dovesse significare una promozione del Bari in serie A e non una retrocessione del Lecce in B! Ti auguro che la fortuna ti accompagni nella tua carriera e che ti permetta di tagliare sempre nuovi traguardi. Ti auguro di arrivare, non ora che ci sono io, sulla panchina del Lecce. Mario
Auguri fatti in maniera tradizionale ai djs che suonan musica in maniera particolare... Tanti auguri tintinnanti, come i nostri sonagli tanto scintillanti. Tanti auguri col ritmo del cuore affichè sia un Natale colmo di gioia e amore. Il nostro augurio è quello, che in qualunque luogo, sia esso una pista da ballo o una ronda, la gente continui ad esprimere voglia di vita ballando. Ariafrisca
Antonio Conte, allenatore Bari, Lecce Caro Mario, sono contento di rivolgerti il mio augurio natalizio. Non ti ho mai considerato un antagonista, ma un collega oltre che un amico. Siamo uniti dalla stessa professione, dal desiderio di raggiungere obiettivi importanti con le nostre squadre. Amiamo il calcio indifferentemente dai colori che vengono espressi. Come leccese mi fa piacere che tu stia facendo un buon lavoro con la tua squadra perché la gente salentina, come quella barese, deve essere rappresentata nel massimo campionato calcistico. Augurare a te e alla tua famiglia un Natale sereno. Ti auguro di conseguire altri successi in campo professionale e spero, un giorno di poter giocare contro di te il derby pugliese. Ma non in serie B! Antonio
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A VOLTE BASTA POCO PER VEDERE QUALCUNO SORRIDERE. E’ QUESTA LA CONVINZIONE CHE ANIMA DUE IMPORTANTI INIZIATIVE DIVENUTE ORMAI APPUNTAMENTI FISSI DEL NATALE CASARANESE
di ENZO SCHIAVANO e.schiavano@iltaccoditalia.info
iccolo o grande che sia, un dono rende felice chi lo riceve ma anche chi lo fa. Allora la soluzione per un mondo più sorridente è una sola: donare. Donare se stessi, un po’ del proprio tempo ed un po’
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del proprio impegno. E donare qualcosa, anche apparentemente di poco valore, a chi non ce l’ha. Il risultato è garantito: delle feste di Natale vissute come Natale vuole.
SE BABBO NATALE FA CASA IN PIAZZA DIAZ n albero di Natale, una piccola baita in legno e la generosità di tanti sconosciuti. Con pochi mezzi e tanto entusiasmo, per sei anni consecutivi, il Fan Club Nomadi “Amico William” di Casarano ha reso felice migliaia di bambini, organizzando una delle iniziative di solidarietà più sentite e più belle: “Basta un niente per sorridere”. Il “niente” è un giocattolo, del valore anche di pochi euro, che la sera del 24 dicembre Babbo Natale, aiutato dai suoi folletti, distribuisce ai bambini meno fortunati della città. Nato quasi per caso, il progetto prende forma da un “sogno” di William Ingrosso, indimenticato sindaco della città, che voleva regalare un Natale ai bambini delle famiglie meno abbienti. Il mese di dicembre, per i soci del fan club, diventa il mese più importante dell’anno. Alla manifestazione credono davvero; per questa ragione ci mettono il massimo dell’impegno per realizzarla; per la stessa ragione l’hanno fatta crescere, anno dopo anno, in maniera esponenziale. Nel 2003, infatti, la prima edizione, Babbo Natale distribuì regali solo a circa 70 bambini, segna-
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NEL 2003, PRIMA EDIZIONE DI “BASTA UN NIENTE PER SORRIDERE”, BABBO NATALE DISTRIBUÌ REGALI A CIRCA 70 BAMBINI, SEGNALATI DALL’ASSOCIAZIONE CENTRO STORICO; L’ANNO SCORSO I GIOCATTOLI DISTRIBUITI SONO STATI PIÙ DI 1.500: UN VERO SUCCESSO il tacco d’Italia
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lati dall’associazione “Centro Storico”, un sodalizio che opera nel sociale e la cui collaborazione è considerata molto preziosa; l’anno scorso, invece, i giocattoli distribuiti sono stati più di 1.500: un vero successo. “I ragazzi segnalati – precisa Gianni Cozza, presidente del fan club –, cioè ragazzi che vivono in famiglie con seri problemi economici, sono circa 300. Questo dato, confrontato con quello del 2003, fa riflettere. Il resto dei regali sono stati donati a tutti i bambini che hanno fatto visita al nostro Babbo Natale”. E d’altronde, come negare un regalo ad un bambino? La casetta di piazza Diaz è diventata, infatti, in questi anni, un passaggio obbligato per mamme e papà. La settima edizione di “Basta un niente per sorridere” è iniziata il 30 novembre scorso. I volontari del fan club, come per la passata edizione, hanno chiesto collaborazione al “Cusp 1980”, il gruppo meglio organizzato dei tifosi della locale squadra di calcio. In occasio-
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ne della partita interna allo stadio comunale “Capozza”, questi hanno raccolto i fondi che verranno utilizzati per l’acquisto dei giocattoli. La stessa operazione sarà ripetuta il 21 dicembre, quando la “Virtus Casarano” giocherà di nuovo in casa. La vigilia di Natale, infine, sarà la giornata clou della manifestazione. Quest’anno, tra l’altro, alle spalle della casetta ci sarà
un grande albero di Natale, grazie alla collaborazione dei commercianti della zona. Sin dal pomeriggio, la piccola baita posta alla base della torre dell’orologio diventa il “posto più bello del mondo”, perché non è da tutti vedere tanti bambini felici. “Se tanti giochi saranno donati – dice ancora Gianni – per noi che crediamo in quello che stiamo facendo, saranno il sorriso e la gioia di un
bambino il dono più bello che Babbo Natale possa farci trovare sotto l’albero”. La macchina di solidarietà dei soci del fan club Nomadi “Amico William” è a pieno regime. Il loro entusiasmo contribuirà ancora una volta alla riuscita della manifestazione. Il motto è: “Un bambino che gioca sarà un uomo felice”.
NELLA PASSATA EDIZIONE LA “TENDA DELLA SOLIDARIETÀ” HA RACCOLTO CIRCA 50 QUINTALI DI VIVERI E HA DISTRIBUITO OLTRE MILLE GIOCATTOLI AI BAMBINI. SI ACCETTANO ANCHE GIOCATTOLI USATI: I VOLONTARI SONO DIVENTATI ESPERTI NEL RIPARARLI
Oggi questo dato si è quasi raddoppiato: la crisi del calzaturiero, settore portante della città, ha ingrossato la fascia sociale dei meno abbienti. “Questi dati sono precisi – spiega Lele Ungherese, presidente della onlus – perché da qualche anno, per ragioni fiscali, siamo obbligati a tenere un registro delle persone che assistiamo. In più bisogna considerare gli extracomunitari e quelle famiglie che per dignità o per altri problemi non hanno il coraggio di chiedere aiuto. Si tratta – prosegue Ungherese – soprattutto di ex dipendenti di industrie del settore Tac che hanno perso il lavoro e che cercano disperatamente un’occupazione”. Anche quest’anno, come nelle ultime edizioni, l’associazione coinvolgerà nell’iniziativa le scuole dell’obbligo, stimolando le coscienze di migliaia di giovani. L’anno scorso la “Tenda della Solidarietà” ha raccolto circa 50 quintali di viveri e ha distribuito oltre mille giocattoli ai bambini. I volontari accettano anche giocattoli usati, “purché in buone condizioni – aggiunge Ungherese – perché siamo diventati esperti nel riparare giocattoli usati. Li aggiustiamo e li doniamo”.
CIBO E GIOCHI DIETRO LA TENDA a “Tenda della Solidarietà” è un’altra manifestazione che caratterizza le feste di fine anno di Casarano. Si tratta di una tenda di tipo militare che viene installata due volte l’anno (anche in occasione della Pasqua) in piazzetta D’Elia, nel centro storico della città, vicino alla Chiesa Matrice, e serve per la raccolta di viveri. La tenda è diventata nel corso degli anni un simbolo: l’immagine dello spirito solidaristico della città. E’ il terminale dove i cittadini più sensibili possono depositare viveri e denaro per le famiglie meno fortunate della città. Organizzatrice della “Tenda della Solidarietà” è l’associazione socio-culturale “Centro Storico”, una onlus nata nel 1996, formata da giovani volontari con un passato di organizzatori del tifo della locale squadra di calcio, con collegamenti al mondo cattolico locale. La tenda, giunta ormai alla 13esima edizione, sarà inaugurata il 20 dicembre e rimarrà aperta fino al 10 gennaio per raccogliere le derrate alimentari. Oltre ai viveri, i volontari di “Centro Storico” accettano anche giocattoli da donare il giorno dell’Epifania ai bambini che appartengono alle fasce più deboli della popolazione. Il programma del giorno dell’inaugurazione non è ancora definitivo: manca ancora, ad esempio, il nome del religioso (parroco, frate ecc.) che, come da tradizione, farà la benedizione della tenda. L’obiettivo della “Tenda della Solidarietà”, che è anche la ragione sociale dell’associazione, è sempre quello di dare una mano alle persone più sfortunate che, per varie ragioni, si trovano in condizioni di indigenza. Dopo tredici anni di attività l’obiettivo è
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rimasto lo stesso e “Centro Storico” è diventato uno strumento di supporto prezioso per l’amministrazione comunale nel gestire l’assistenza sociale della città. Anzi, il lavoro dei volontari si è moltiplicato perché, intanto, è aumentato il numero dei nuclei familliari da aiutare. Fino al 2005, erano 152 i nuclei familiari che la onlus sosteneva con le sue iniziative.
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//Cultura //Incontri in rete //Blogger salentini
IObloggo
SALENTINO
DA QUANDO LA QUALITÀ HA SOSTITUITO LA QUANTITÀ NEL CRITERIO DI SELEZIONE DEI BLOG ESISTENTI IN RETE, I SALENTINI SONO BALZATI SOTTO I RIFLETTORI. I LECCESI IN RETE FANNO DI TUTTO: SCRIVONO, LEGGONO, SI ABBANDONANO IN PASSEGGIATE VIRTUALI. ADDIRITTURA DEGUSTANO VINO di GIOVANNI DI STEFANO
a quando BlogBabel ha chiuso i battenti è difficile farsi un’idea della diffusione regionale dei blog di qualità. BlogBabel, nelle cui severissima redazione c’era anche il pugliese Giovanni Barbieri, funzionava come un indice dei blog italiani, che venivano ordinati secondo determinati parametri (vedi box in basso). Il sistema, però, finiva per indicare ai primi posti della classifica virtuale i blog che generavano più discussione a prescindere dalla loro effettiva autorevolezza. Con l’eccezione del già citato Giovanni Barbieri (http://www.giovy.it), e dei “Googlisti” (http://www.googlisti.com/) nessun salentino o pugliese ebbe mai l’onore della top 100 di BlogBabel, soprattutto per via di una spiccata vocazione all’indipendenza da quella che molti definivano una vera e propria compravendita dei link. Con la crisi di BlogBabel, servizi come Twitter e FriendFeed hanno consegnato agli utenti stessi dei blog il compito, difficilissimo, di decidere del successo o dell’insuccesso di un blog. Semplicemente unendo le proprie forze e, pazientemente, quotidianamente, consigliare ai propri amici i post più meritevoli di lettura o di
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Nella sua proposta di legge depositata in Parlamento a fine novembre, Roberto Cassinelli, deputato del PdL e membro della commissione Giustizia della Camera, ha chiesto di liberare i blog dagli obblighi previsti per i prodotti editoriali on line. Il suo sarebbe un incentivo
ALLA CIRCOLAZIONE DI IDEE approfondimento, di sviluppo, di analisi. FriendFeed (http://www.friendfeed.com), in particolare, dotato di un potente motore di ricerca interno, funziona ormai sempre meglio e sempre più come un Google dal volto umano, capace di rispondere a una chiave di ricerca e non pretendendo di effettuare una cernita istantanea di tutto lo scibile, o quantomeno di tutto il pubblicabile. Bensì, risalendo ai consigli che qualcuno ha dato a qualcun altro, riguardo ad una particolare ricerca e fino a costituire un network credibile e diffuso in cui la sola qualità viene premiata, e immediatamente puniti il superfluo e l’approssimativo. E, nemmeno a dirlo, i salentini sono balzati relativamente presto al centro dell’attenzione. il tacco d’Italia
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// I FANTASTICI TRE DI CASA NOSTRA Non si può non nominare parlando di blog 2.0 (come viene definito questo nuovo web) il leccese Federico Mello. Grazie al suo Generazione Blog (http://www.generazioneblog.it) non solo è riuscito a diventare uno dei blogger più noti, intervistati e visibili del panorama nazionale, ma è anche riuscito a realizzare il suo sogno di pubblicare un libro impegnato per un editore mainstream. Partendo da una semplicissima versione del testo scaricabile liberamente il formato pdf, Mello è riuscito a raccogliere talmente tanto entusiasmo nella comunità di lettori che aveva generato, che Mondadori si è interessata alla pubblicazione del pamphlet “L’Italia spiegata a mio nonno”, dedicato ai temi cruciali delle prospettive dell’occupazione, del problema esistenziale dei trentenni di casa nostra, del difficile rapporto con le generazioni più mature.
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semplice connessione ad alta velocità tramite telefonia mobile. Perfettamente al passo coi tempi. E’ noto a molti frequentatori della rete salentina come quelli di 0832 siano molto attivi dal punto di vista della sensibilizzazione in chiave ecologia, anche grazie alla collaborazione stretta con Culturambiente (http://www.culturambiente.it), associazione no profit attiva da tempo sul web e nel Salento per la salvaguardia del territorio. Fabio Ingrosso, infine, è il terzo simbolo del weblogging made in Salento: il lato tecnico, compeAncora grazie alla sua popolarità in rete e alle sue indiscutibili capacità dialettiche, Mello ora collabora con quotidiani e riviste nazionali e locali, senza mai perdere d’occhio un solo commento sul suo blog. In un’osmosi invidiabile fra più media, forse raggiunta nel nostro paese solo dal blogger più influente e famoso Luca Conti di Pandemia.info. Si tratta dunque di un caso di approdo alle forme di editoria tradizionale da parte di chi proviene dalla cosiddetta “coda lunga”, da quella straordinaria forma di pubblicistica amatoriale, ma spesso sapientemente aggiornata e competentissima che sono i blog. Un caso del tutto opposto è quello della squadra che compone 0832.tv, un cityblog leccese (ma che spessissimo dà spazio a problematiche provinciali e regionali). I suoi fondatori erano già giornalisti ma, essendo anche sufficientemente giovani per conoscere anche il linguaggio del web, e sufficientemente pronti per metterlo in pratica, hanno deciso di dare forma a un progetto che coinvolge studenti e ricercatori universitari, comunicatori, viaggiatori, ambientalisti, tutti salentini su http://www.0832.tv. Un blog ospitato su wordpress, con tutti i plug-in del caso per renderlo del tutto multimediale. Infatti, a 0832.tv non manca una web tv sperimentale, che trasmette, tramite piattaforma Mogulus (http://www.mogulus.com) eventi, seminari, passeggiate in bicicletta in differita on demand ma, all’occorrenza, anche in diretta. Le dirette vengono effettuate sfruttando una
forse, altro che un ritorno inaspettato dei teenager all’epistolarità, sono semplicemente un modo della parola scritta di continuare a fare quello che ha sempre fatto: stupirci, informarci, emozionarci. Solo, in un modo ancora nuovo e al passo coi tempi.
// BLOBBABEL. PIÙ SEI LINKATO, MEGLIO È Il sistema che BlogBabel utilizzava per selezionare i blog da inserire nella sua classifica teneva presente un algoritmo che considerava, a sua volta, altri indici: il numero dei lettori del feed rss di un blog (in un certo senso: i suoi abbonati); il suo punteggio su Technorati (un sito che conta il numero di link che un blog riceve da un altro blog, dando un valore più o meno alto a un link in base alla posizione in classifica del sito che linka); il page rank di Google (l’indice che stabilisce il posizionamento nei risultati delle ricerche su Google), e altri indici secondari. Il sistema aveva la caratteristica di premiare soprattutto i blogger che mostrassero grandi doti di aggregatori di link, e dunque produttori di conversazioni, generando talvolta risultati che finivano per non premiare la qualità o l’autorevolezza stessa dei contenuti, ma l’autoreferenzialità dei post, all’interno della schiera dei primi 40-50 blog. Vanificando il tentativo di andare oltre una semplice indagine “quantitativa” delle visite ricevute dai siti, per afferrare l’ineffabile audience perfetta, perché già “ragionata” prima ancora di essere pubblicata.
// NO LIMITS BLOG tentissimo in un settore apparentemente lontano dalla comunicazione o dall’hi-tech. Cose che in realtà riesce a sfruttare benissimo, pur essendo principalmente un esperto di vino e di giornalismo sul vino. Il suo blog è http://www.vino24.tv, che a sua volta ospita un canale sperimentale di web television, stavolta tutta dedicata alle aziende vinicole e agli eventi che esse organizzano e promuovono, effettivamente, sempre più modernamente e tecnologicamente. Vino24, nel giro degli ultimi mesi di attività, è diventato un punto di riferimento a livello nazionale per un settore secolare ma tanto bisognoso di spunti e di comunicazione presso i giovanissimi, al fine di non disperdere energie e potenzialità. I blog, del resto, come le chat non sono,
La proposta di legge è dell’ultim’ora. Fine novembre per l’esattezza. Roberto Cassinelli, deputato del PdL e membro della commissione Giustizia della Camera, ha chiesto di liberare “blog, social network e community dai lacci e lacciuoli stabiliti dalla legge per i prodotti editoriali”. Cassinelli prende di mira la legge 62 del 2001 “Nuove norme sull’editoria e sui prodotti editoriali”, che impone dei limiti ed obblighi previsti e considerati necessari per stampa tradizionale a ciò che definisce genericamente “prodotto editoriale” (includendo in tale definizione anche i blog che per loro natura sono un territorio virtuale libero da vincoli). La proposta di legge di Cassinelli, che lo stesso deputato definisce “salvablog”, risponderebbe all’esigenza di liberalizzare la circolazione delle idee ed il mercato delle opinioni, senza introdurre ulteriori appesantimenti e controlli.
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//Cultura //Libri
//Da regalare
LETTURE
sottoL’ALBERO
PER FARE UN REGALO OPPURE PER SÉ. IL TACCO CONSIGLIA
di MARCO SARCINELLA m.sarcinella@iltaccoditalia.info
otto l’ombrellone o sotto l’albero di Natale, l’editoria salentina è una realtà in continuo fermento. Anche per quest’anno, dunque, i lettori del Tacco non resteranno senza libri nella calza. Ne proponiamo alcuni. Dell’editore Cosimo Lupo segnaliamo una raccolta di poesie dal suggestivo titolo “Del gatto delle fusa e del suo strusciamento” (2007, 11euro) il cui autore, Maurizio Leo, è tra i poeti più interessanti nel panorama letterario salentino. Come scrive Michelangelo Zizzi introducendo la raccolta, la poesia di Leo è anzitutto, “testimonianza autentica dell’aver provato la passione e
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Libri poetici, racconti di riflessione, e pubblicazioni senza scopo di lucro. A Natale l’editoria salentina è più viva che mai. Ecco che cosa leggere sotto le feste, tra il brindisi della vigilia ED IL CENONE DI FINE ANNO forse anche l’iniziazione radicale alla scrittura”, la sua poetica si dipana su alcuni elementi che lo stesso Zizzi ripercorre sommariamente e che sono, “il disfarsi del soggetto nel testo che a tratti assume toni leggendari, l’alterità topologica tra geografia spaziale e geografia del poetico, un ritmo interessante, snervato dalla rapidità impressiva di alcune costruzioni in vortice e poi rallentato, fermato in altri testi, un certo metaforico viscerale che si introduce tra
un dettato ed un altro”. Suggeriamo sempre per Lupo “Ritratto di ragazza allo specchio” (2008, 9 euro) di Lilla Rogèc e Angela Greco, una raccolta di brevi racconti che hanno nello specchio (visto come oggetto-simbolo della trasfigurazione, ma anche come oggetto e basta), in un’empatica e corrodente sensualità e nella ricerca della propria identità attraverso l’esperienza nel mondo, i loro centri di sviluppo. Sono racconti che si lasciano leggere con fluidità e piacere, a riconosci-
mento di uno stile leggero che in alcuni di essi si coniuga o forse coincide con un vero e proprio umorismo. Di Lupo infine consigliamo “Ditteri ’ntichi” (2007, 15 euro), un libro in cui l’autore, Paolo Carlino, raccoglie alcuni tra i proverbi e i modi di dire più noti del dialetto leccese. In essi, come lo stesso autore scrive “aleggia lo spirito della nostra gente agricola, nella quasi totalità, sempre in lotta con l’incostanza del clima, con l’avarizia della pioggia, con la povertà di tante terre, e pur sempre vigile e presente e, quando l’avversa sorte distrugge il raccolto, rassegnata alla rinunzia, alla miseria, a ricominciare il nuovo lavoro con rinnovellata speranza.” Della casa editrice Besa presentiamo “Il funambolo sull’erba blu” (2008, 10 euro) di Maria Pia Romano; una raccolta di poesie e pensieri avente come nuclei semantici essenziali la
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musica, l’uomo, padre e compagno, il Sud con il suo mare. La scrittura dell’autrice parla chiaro e si muove nella consapevolezza che non servono più rivoluzioni silenziose per sfondare la cortina di dubbi e incertezze e l’assordante rumore bianco di una gigantesca mente globale interconnessa e tanto meno, goffi voli, simili a quelli di un tacchino, quando non si hanno che pochi spiccioli di speranza e i debiti con la vita sono troppi. Di Besa è anche una raccolta di poesie dal titolo “Movimenti del pensiero” (2007, 10 euro) di Roberto Calò, autore nato e residente a Galatina e che per Besa ha già pubblicato un’altra raccolta di versi dal titolo “Corridoi”. Il pensiero è per Calò simile alla luce che illumina la mente di chi scrive e si riflette in quella di chi legge; la poesia è soprattutto ascolto del pensiero ed occasione per il lettore di rivedersi e riconsiderarsi nel perenne flusso di idee che ruotano attorno all’uomo e alla sua coscienza. Di Besa, infine, ricordiamo l’uscita di “Tabula Rasa” (2008, 12 euro), la rivista che dal 2002 la casa editrice dedica alla ricerca di scrittura narrativa e poetica; in particolare, in questo numero, prosegue la collaborazione con il gruppo dei Quindici; sono ospitati infatti i racconti di Gabriele Gismondi, Sandra Risucci e Paolo Ferrari, ai quali si aggiungono quelli inediti di Gabriele Dadati, Gianluca Gigliozzi, Michele Lupo, Marco
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Montanaro. Nella sezione della critica è ospitato l’intervento di Christian Sinicco, dal titolo “La nuova poesia in Italia? Ouverture sulla differenziazione.” Nella sezione poesia sono ospitati infine, i componimenti di quattro autori: Fabio Franzin, Luigi Nacci, Claudio Plagelli, Luigi Massari. Dell’editore Manni, segnaliamo il romanzo “Maschio adulto solitario” (2008, 17 euro) di Cosimo Argentina. Danilo Colombia, protagonista della storia, è consapevole che a 18 anni la sua vita è un percorso a ritroso, segnato dalla progressiva perdita di sé, tuttavia egli non riesce a fuggire e rimane inghiottito nel grembo di una città in declino come Taranto, perdendosi in un esilio in cui la solitudine è al tempo stesso, dolore incurabile e sopravvivenza. Di Manni, segnaliamo inoltre il romanzo di Giovanni Bernardini dal titolo “I bruchi” (2008, 16 euro). E’ una satira, ai confini con il surreale, del regime fascista e del militarismo in genere; come precisa Donato Valli nell’introduzione “è come se il pensiero, trasformatosi in scrittura, designasse una fedeltà troppo umana per poter invadere il guscio del surreale. Così il fatto rimane in se stesso, puro nella sua essenzialità, rinsaldato da un tale impegno di fedeltà, da sorpassare l’amore della scrittura in sé e traboccare nel piacevole eden d’una sognata surrealtà”. Chiudiamo lo spazio dedicato a Manni con il romanzo-saggio di Giuseppe Cassieri “Poetica di un infelice” (2008, 14 euro), in cui l’autore ci presenta una figura inconsueta, dai tratti drammatici
e dolorosamente bizzarri. E’ la storia di una patologia semiocculta fatta di emarginazione intellettuale e amore inibito, un profilo labile, inseguendo, come lo stesso autore scrive, “un personaggio lampo e tuono che sfugge a se stesso”. Come non ricordare poi, “La nuca” il secondo romanzo di Luisa Ruggio dopo “Afra” edito da Controluce (2008, 14 euro). L’autrice torna a incantare i lettori con una favole gotica centrata sul potere del desiderio: siamo nel Medioevo, nella terra di Hidrunte; una bellissima adolescente su cui grava il sospetto di stregoneria perché innamorata delle parole, si traveste da uomo per diventare allieva di uno scriptorium, in cui i maestri sono due fratelli, un alchimista eremita e un arabo che colleziona nuche femminili alla ricerca di un codice fatto di puro erotismo. Con uno stile vicino alla prosa poetica, “La nuca” è l’analisi in forma di racconto dell’alchimia segreta che anima tutte le relazioni umane, ovvero la fascinazione. Una pubblicazione in perfetto clima natalizio, fresca fresca di stampa (è uscita a fine novembre), è “Con te. Storie di aiuto nel Salento” (Edita, 20 euro). Gli autori del libro, finanziato da Italgest, sono tre: Leda Cesari, giornalista professionista; Salvatore Bello, fotografo iscritto all’Ordine dei giornalisti della Puglia; Silvia Cazzato, giornalista e capo ufficio stampa dell’Università del Salento. Proprio quest’ultima spiega, nel preambolo a sua firma, la natura del testo. “Aiutarsi potrebbe, dico
potrebbe, tradurre parte consistente del senso del nostro esistere – dice -. Converrete. Ma magari aiutarsi in maniera ampia, estesa, universale. Aiutare la propria famiglia, i propri simili, forse ci viene più naturale. Ma aiutare anche ‘altri’, questa è un’altra delle sfide percorribili”. Allora accettiamola, questa sfida ed acquistiamo il libro. Il ricavato sarà devoluto al Centro per bambini abusati e maltrattati della comunità Emmanuel “L’Aurora”. Dai nostri lettori, ci giungono infine due segnalazioni. La prima riguarda una raccolta di racconti di Salvatore Greco dal titolo “Nord Salento calibro 45” edito da Smanubbrio. Le ambientazioni dei racconti sono dislocate tra Avetrana e Lecce, proseguendo per Tricase e Leuca, fino a Salice e Novoli. L’autore immagina un salento western, sostituendo il deserto dell’Arizona con le ex pietraie dell’Arneo, il whisky e le bistecche di manzo alte tre dita col primitivo di Manduria e i pezzetti di cavallo e altro ancora. La seconda segnalazione riguarda un’altra raccolta di racconti di Rocco Boccadamo, intitolata “Io sono chi”. L’avventura della vita colta nella pienezza della dimensione infantile pervade gran parte dei contenuti delle storie, impreziositi da undici illustrazioni di grafica che colgono alcuni flash dei racconti stessi. Terminano qui i nostri consigli letterari. Non ci resta che augurarvi buona lettura e buone feste.
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//Cultura //Nuovo osservatorio astronomico //Racale
AllaRICERCA della
BUONA STELLA
di DONATO NUZZACI
TRA POCO PIÙ DI UN ANNO RACALE SPALANCHERÀ UNA FINESTRA SULL’UNIVERSO. SOTTO LA LENTE SARANNO GALASSIE, STELLE VECCHIE E NUOVE, MA ANCHE L’EROSIONE DELLE COSTE E IL TERRITORIO. GARANTISCE IL CENTRO STUDI ASTRONOMICI E METEOROLOGICI “BECCARIA” DI IVREA: QUELLO SALENTINO SARÀ IL SECONDO OSSERVATORIO DI TAL TIPO IN ITALIA
ià ad occhio nudo il pulsare illimi- Il progetto per la realizzazione tato e indifferente di astri sul cielo del Nuovo Osservatorio pulito del Salento, provoca un Astronomico senso di infinita bellezza. ha un importo di 470mila euro Figuriamoci la sensazione che si prove( fondi Por). Su 1.000 metri quadrati rebbe a scrutare lo stesso cielo con l’ausilio di una lente di ultima generazione. sorgeranno due stabili per scrutare Figuriamoci sotto Natale, quando il cielo. Lì si avvicenderanno tutti, chi più chi meno, sono in trepidan400 tra ricercatori nazionali te attesa di una stella.
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ED INTERNAZIONALI
Racale ha deciso di stupirsi e soprattutto di stupire, nei prossimi anni, quanti si affacceranno alla “finestra” sull’Universo. Sorgerà sul punto più alto della città, a 75
Da sx: Diego Taselli, presidente Csam Beccaria, Massimo Basurto, sindaco di Racale, Viviano Causo, assessore ai Lavori pubblici
IL PROGETTO IN NUMERI L’impegno di spesa complessivo per il progetto si aggira intorno ai 470mila euro (fondi Por del VII Programma quadro della Comunità europea e della Regione Puglia rientranti nel piano 2007-2013), di cui 400mila euro verranno utilizzati per la realizzazione dell’immobile, mentre i restanti 70mila euro saranno impegnati per dare vita ad
metri sul livello del mare, in un luogo quasi del tutto incontaminato, proprio al confine coi feudi di Taviano e le marine di Mancaversa e Torre Suda, il “Nuovo Osservatorio Astronomico”. Nei programmi del Comune esso servirà a prepararsi per tempo alla grande sfida che attenderà al varco l’umanità quando l’esplorazione della Terra sarà completata e lo sguardo curioso collettivo cercherà lidi sconosciuti, tra il cielo e le stelle, da studiare. Il Tacco ha incontrato in anteprima i progettisti dell’Osservatorio. Fanno capo al “Centro studi astronomici e meteorologici Beccaria” (Csam), con sede ad Ivrea (To), ente
una serie di conferenze regionali e locali. E’ già possibile calcolare la spesa per il mantenimento della struttura nei suoi primi cinque anni di vita: circa 3 o 4 milioni di euro. Il progetto prevede la costruzione di due stabili (le opere di urbanizzazione saranno a carico del centro racalino) per circa 1.000 metri quadrati, dove verranil tacco d’Italia
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scientifico privato presieduto da Diego Tasselli, astrofisico. “L’idea ci ha affascinati da subito – racconta Massimo Basurto, sindaco di Racale – ed abbiamo deciso di inserirla nel Piano triennale per le opere pubbliche (la cui approvazione da parte del Consiglio comunale è prevista per dicembre, ndr). Sarà un progetto dall’enorme valenza scientifica e dall’impatto culturale e sociale non di poco conto, sia su Racale che sull’intero bacino. L’obiettivo principale- conclude - sarà coinvolgere le scuole, soprattutto i due istituti comprensivi cittadini”. Stando alle previsioni i lavori partiranno nel giro di un anno e mezzo. L’Osservatorio astronomico sarà il secondo, dopo quello di Andrate, nel torinese, dei Centri di ricerca voluti e gestiti dal gruppo presieduto da Diego Tasselli. “L’attività – spiega questi - non sarà limitata alla sola ricerca, ma si estenderà anche all’attuazione di ‘azioni abilitanti’ d’interesse per le istituzioni scientifiche, le imprese e l’economia del territorio locale, attraverso la promozione di attività culturali, tese a valorizzare il vasto patrimonio di conoscenze ed esperienze, presenti negli istituti scolastici di ogni ordine e grado”.
no poi ospitati, a turno, 400 addetti fra ricercatori nazionali ed internazionali, ed operatori semplici. Due i telescopi elettronici disponibili, da 60 e 40 cm di diametro, dotati di camere “Ccd” della Fly con filtri di riferimento particolari, attraverso cui i ricercatori avvieranno studi sulla meteorologia, sui cambiamenti climatici, sull’erosione delle coste e la ricerca e moniDicembre 2008
toraggio di asteroidi potenzialmente a rischio di impatto con il nostro pianeta. Suggestiva sarà l’indagine sulla divisione delle galassie, di recenti supernove (immense esplosioni stellari) e sullo studio dell’attività spettroscopia delle stelle, cioè la fonte luminosa. Non mancherà neppure la ricerca spasmodica di nuovi pianeti intorno ad altre stelle.
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//Itinerari d’inverno //Vignacastrisi //Fenomeni naturali ioielli della natura sono presenti ovunque nel Salento, ma quelli poco conosciuti conservano ancora quell’aura magica e speciale che fa emozionare gli occhi e la mente. Uno di questi è zona “Canali”, posizionata nella periferia più profonda di Vignacastrisi. Per imbattersi in questo angolo non intaccato dall’uomo sono sufficienti la lettura di alcuni segni nascosti della natura e tanto fiuto utile a seguire il fiume di suoni e di odori che avvolge la vallata, provenienti dalla terra e soprattutto dalle copiose scrosciate d’acqua di questo scorcio di paradiso ricco di “laure” (cioè di grotte eremitiche), scavate a più piani. È l’acqua il vero motore dei Canali, sempre pronta ad adagiarsi per chilometri sul letto di un ruscello presente da millenni. Ma non si tratta di semplice acqua, perché durante la stagione delle precipitazioni spesso accade che essa si carichi, quasi per magia, di così tanto ossigeno da sembrare un torrente continuo di latte, lanciato a tutta velocità verso il mare Adriatico dove poi riacquista la sua normalità. Qui tutto è speciale, a maggior ragione ora che la zona è stata inserita all’interno del parco naturale Otranto-Santa Maria di Leuca, istituito con legge regionale nel 2006. Non solo le sostanze liquide sono protagoniste; pure il vento non è vento, ma “refolo” incessante che soffia anche quando tra le vie del paese quasi non c’è; soffia forte in questa gola e molto spesso crea vortici d’aria e di foglie della folta vegetazione in cui si annida una flora rigogliosa tipica della macchia mediterranea. Erbe, alberi, arbusti e fiori sono presenti a bizzeffe: origano, timo, mirto, fillirea, lentisco, asparago, funghi lattari, zafferani, garofani salentini, biancospini, rosmarino, edere spinose e non, orchidee, gigli, narcisi, rose di S. Giovanni, ciclamini e altre erbe officinali, spuntano tra una serie di uliveti impiantati nel periodo medievale; lecci, carrubi ed appezzamenti di terra destinati “a macchia” si sprecano. Un tempo si registravano avvistamenti di grossi mammiferi come le milogne (i tassi), che qui erano di casa; ora rimane lo stupore per tante volpi, donnole, faine, ricci, uccelli stanziali e migratori presenti in ambiente
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“CANALI”
di quattro
ELEMENTI di DONATO NUZZACI Ph: Agostino Casciaro
NELLA PERIFERIA PROFONDA DI VIGNACASTRISI, C’È UN ANGOLO DI PARADISO ANCORA NON INTACCATO DALLA PRESENZA DELL’UOMO. IN QUESTO LUOGO, SCONOSCIUTO AGLI STESSI ABITANTI DEL LUOGO, SI CONCENTRANO LE FORZE DI ACQUA, ARIA, TERRA E FUOCO rimasto selvaggio. “Canali” però è anche fuoco. Fuoco di passione nel quale ancora si possono ascoltare “nenie ammalianti di ninfe acquatiche e urla mortificanti di uomini pietrificati” (“Laura di terra” di Agostino Casciaro in Sotto la cenere, Luca Pensa editore, Cavallino, 2008). Di pietra è il “Sepolcro del Cavaliere” risalente al periodo paleocristiano, un elegantissimo monumento funebre incavato nella roccia che qualcuno ha immaginato come ultimo rifugio di un guerriero. Il silenzio, qui, non è silenzio, ma rifugio mistico per tanti uomini di Chiesa e studiosi della cultura grecobizantina dell’abbazia di San Nicola di Casole di Otranto che durante il Medioevo, quando Vignacastrisi era Università, Parrocchia e Casale, prima ancora di fermarsi presso la masseria di S. Nicola, venivano in questi posti per farsi affascinare dall’incanto naturale e trovare ristoro non solo per lo spirito ma anche per le membra. Zona Canali in definitiva è qualcosa di più di un semplice “canale”. È gioiello, suggestione profonda che, per la sua superba bellezza selvaggia, la freschezza e il delizioso e costante canto delle cicale, fu scelta qualche anno fa come sfondo dal regista-fotografo Fernando Bevilacqua che lì vi girò un filmdocumentario dal titolo “Edipo Re”, tratto dall’opera “I ciechi” di Cesare Pavese.
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//Itinerari d’inverno //Sconti e baratti //Casarano
MERCATINO
IN TEMPO DI CRISI NON SI BUTTA VIA NIENTE. IL MERCATINO DI PIAZZA SAN DOMENICO A CASARANO È TAPPA OBBLIGATA PER CHI È ALLE PRESE CON I REGALI DI NATALE
dell’USATO.
AFFARE FATTO di MARGHERITA TOMACELLI m.tomacelli@iltaccoditalia.info
are un giro in centro e intanto guardare le vetrine. Scrutare, nell’atmosfera calda delle luminarie in festa, gli oggetti messi in mostra sulle bancarelle e pensare a chi regalarli; a volte è possibile immaginare prima del tempo l’espressione che avrà sul viso chi scarterà quel pacchetto confezionato apposta per lui. E’ innegabile: Natale è tempo di mercatini. E’ la voglia di trovare l’idea giusta e di non trascurare nemmeno un nome tra quelli inseriti nella propria lista di “destinatari”. E anche se fuori c’è la crisi, non si può opporre resistenza, se è Natale, alla febbre dell’acquisto. Ci sono dei metodi “alternativi”, infatti, pensati per chi non rinuncerebbe per nulla al mondo al piacere del cadeau ma si trova alle prese con l’esigenza di farsi i conti in tasca. I mercatini dell’usato ne sono un esempio. Nel Salento ce ne sono di tutti i tipi. Alcuni sono specializzati nella vendita di dolciumi, altri negli addobbi, altri ancora nei giocattoli. Ce n’è uno, poi, che è nato poche settimane fa nel centro di Casarano, proprio in piazza San Domenico dove ha sede il Comune. Vi si possono trovare oggetti di ogni tipo, dall’abbigliamento ai giocattoli, dai fumetti ai cd musicali agli utensili per la cucina. E (questo è il bello!) in ogni periodo dell’anno. Natale può essere l’occasione giusta per farci un salto. L’idea del mercatino di piazza San Domenico è venuta in mente a Salvatore Rausa, titolare dell’omonima edicola, il quale già cura il volantino free press “Il gratis”, che pubblica annunci economici per tutte le esigenze (dall’affitto di posti letto in centro alla vendita di abiti da
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imposto. E se sarà l’oggetto più interessante tra quelli in vendita, il regalo della zia sarà anche fotografato e pubblicato, corredato di descrizione dettagliata, su “Il gratis” e potrà così circolare di mano in mano fino a che non avrà attirato l’attenzione dell’estimatore di ceramica cinese. sposa, sic!, mai usati). “Il mercatino – spiega Rausa – è la logica conseguenza de ‘Il gratis’. Non più un luogo virtuale dove descrivere i prodotti che si intende mettere in vendita, ma un luogo fisico dove esporli a chi li voglia ‘toccare con mano’. Tutto è partito – continua – da una considerazione: perché non mettere a disposizione di qualcun altro un oggetto di cui non ho più bisogno? E ancora: perché non guadagnarci qualcosa? Viviamo un periodo di crisi, per cui è meglio non buttare via niente. Inoltre le nostre case traboccano di oggetti accumulati in una vita che non sappiamo più dove riporre. Le stesse cose che per noi sono diventate superflue potrebbero essere utili ad altri”. Allora, nulla di più semplice: invece di sbarazzarci del vecchio vaso cinese regalo di nozze di una vecchia zia anche un po’ antipatica, portiamolo al Mercatino. Lì lo prezzeranno (potrà costare al massimo il 50% del suo prezzo attuale), vi applicheranno codice a barre ed etichetta distintiva. E lo esporranno al pubblico per 60 giorni (come avviene in ogni altro mercatino dell’usato). Se entro due mesi il nostro vaso non sarà stato acquistato, verrà prezzato nuovamente, in questo caso con una riduzione del 25% sul primo prezzo il tacco d’Italia
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Ma non è tutto. Oltre ad oggetti di seconda mano (tutti in buone condizioni) presso il mercatino di Rausa si possono trovare anche oggetti mai usati (in molti casi essi sono ancora confezionati con il cellophane originale) provenienti dalla chiusura di attività commerciali. Anche in quel caso il prezzo imposto è pari alla metà dell’originale; vale la pena, dunque, approfittarne. E c’è di più: chi voglia fare un passo indietro nella storia, ed assaporare l’antico gusto del baratto, non dovrà aspettare a lungo. Una volta che il mercatino avrà preso pieno regime, sarà attivato anche lo scambio di oggetti. Come dire: un vaso cinese per una lampada. E l’affare è fatto.
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Auguri per un sereno Natale e un “Costruttivo” 2009 COMPAGNIA DELLE COSTRUZIONI Srl Sede Legale: Via Roma n. 227 - 73013 Galatina (LE) Sede Operativa: Circonv. per Galatina - 73040 Collepasso (LE) Tel. 0833 595333 Fax 0833 595531
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//Personaggi //Un uomo, un sogno //Tommaso Scarlino ENTRA ANCHE TU NELLA COMMUNITY DEL TACCO D’ITALIA E DISCUTI DI QUESTO ARGOMENTO SU WWW.ILTACCODITALIA.NET
APPROFONDIMENTI www.iltaccoditalia.info/sito/index-a.asp?id=5580
DA UN BANCHETTO DI ROSTICCERIA AD UN’AZIENDA DI 1700 METRI QUADRATI, CHE CONTA CIRCA 150 DIPENDENTI E SI COLLOCA AL SECONDO POSTO IN ITALIA PER PRODUZIONE. LA STORIA DI TOMMASO SCARLINO È ESEMPIO DI PERSEVERANZA E TENACIA
di MARCO SARCINELLA m.sarcinella@iltaccoditalia.info
TOMMASO SCARLINO, imprenditore SENZA CRAVATTA er raccontare la storia del salumificio Scarlino non sono sufficienti le poche righe di un articolo, tanto ricca di particolari è la vicenda legata alla sua nascita e alla sua ascesa quale protagonista a livello nazionale ed internazionale nella produzione e commercializzazione di salumeria cotta. I numeri parlano chiaro: negli ultimi anni l’azienda esibisce un fatturato medio di 24 milioni di euro l’anno, con una produzione giornaliera che nel 2004 superava i 450 quin-
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tali al giorno. Tommaso Scarlino, il padre fondatore del salumificio, è stato un uomo capace di perseguire fino in fondo le sue intuizioni, sfidando lo scetticismo con cui furono salutate all’inizio, finendo, così, per incarnare il modello-tipo dell’imprenditore puro, di colui cioè, che è capace di inventarsi un’industria dal nulla, seguendo il filo di un’intuizione, disponendo solo di una forte volontà e di indubbie capacità artigianali, che in un contesto di pressoché totale miseria, quale certamente il tacco d’Italia
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era quello salentino posteriore alla seconda Grande Guerra, non avevano e non potevano avere, lo spunto per svilupparsi al meglio. Nato il 2 giugno del 1940 in una famiglia numerosa, Tommaso, quarto di undici figli, fa le sue prime esperienze lavorative in campagna, dove accudisce e cresce la capra e il maiale. La “carcàra”, l’industria estrattiva e di trasformazione della pietra in calce, unica attività extra-agricola che il luogo può offrire, non lo attira e lo induce a guardare lontano. A 15
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anni per la prima volta va a lavorare fuori, nel viterbese, come lavoratore stagionale nella coltivazione e raccolta del tabacco; a 18 anni, nel 1959, emigra in Svizzera, a Zurigo, con altri tre fratelli, svolgendovi varie attività: manovale edile, operaio in una fabbrica di materiale bellico, carpentiere e ferrotranviere. Inizia anche a commerciare indumenti intimi, che durante i fine settimana acquista a Milano per poi rivendere in Svizzera; nel 1962 sposa Felicetta, Tommaso Scarlino anche lei proveniente da una famiglia numerosa e a sua volta costretta ad emigrare. La prima tappa del salumificio Scarlino si colloca nell’estate del 1969, quando Tommaso torna a Taurisano e ha l’idea, su suggerimento della moglie, di allestire, in occasione della festa patronale di Santo Stefano, un banchetto di rosticceria dove fanno la loro bella comparsa i wurstel, meglio noti con il nome di “servole”. E’ un’intuizione grandiosa: i paesani apprezzano molto quello strano, ma gustoso, insaccato, per di più estraneo alla dieta mediterranea, povera di carne. Il successo è tale da indurlo a rimanere in paese dove di lì a breve pone le basi della sua azienda. I wurstel glieli aveva forniti un piccolo salumificio sito a Miggiano che nel giro di poco tempo andò incontro al fallimento; Tommaso ne acquistò alcuni macchinari al prezzo di 2 milioni di lire da scontare in cambiali. “Non essendo figlio d’arte - ricordava Tommaso Scarlino, qualche anno fa, in un’intervista ad Adolfo Maffei - ho dovuto fare il tirocinio anche sul fronte dello sviluppo indu-
striale, primo fra tutto la finanza. Santa Cambiale, non bastava più e per quanto la onorassi mensilmente bisognava fare un grosso salto in un mondo difficile che mi chiedeva garanzie incrociate di varia natura. Il mio nome non era conosciuto, se dovevo comprare 100 quintali di carne non potevo fare riferimento a mio padre che era una brava persona ma non poteva garantire le banche. D’altra parte la crescita della produzione era costante: mi vedevo costretto a rallentare l’espansione perché non riuscivo a fare fronte a tutti gli ordinativi. Così mi feci coraggio e mi apprestai al salto nel sistema industriale vero e proprio”. Inizialmente Tommaso avvia il salumificio con i fratelli Rocco e Nicola, dalle cui iniziali prenderà il nome di salumificio “Toroni”. Nel 1971 nasce ufficialmente il salumificio “Scarlino”, che alla produzione di wurstel associa quella di pollame e di altre carni; gradualmente, con una parabola che tocca la fine degli anni ’70, la produzione si concentra sui wurstel. Tommaso fa quasi tutto da solo: sperimenta dosaggi e conservanti, fa gli assaggi in famiglia, a volte sbaglia, ma sa trarre importanti suggerimenti dai suoi errori. Nel 1982 un’altra tappa decisiva per la crescita del salumificio Scarlino è il trasferimento delle attività in un’azienda con una superficie di 1700 metri quadri, passando così dal “prodotto sfuso” destinato al circuito delle feste patronali e dei negozi alimentari della zona, al “confezionato”. Tommaso partecipa alle fiere di settore,
conosce le innovazioni sul versante dei macchinari, si aggiorna, stringe contatti, dota l’azienda di una struttura commerciale e amministrativa. La produzione aumenta passando rapidamente dai 60 kg degli inizi ai 5 quintali, poi ai 20, fino ai 250 a fine 1997. La richiesta cresce e il salumificio Scarlino arriva a sfidare i colossi dell’agro-alimentare della statura di Beretta, Aia, Amadori. Attualmente l’azienda conta circa 150 dipendenti e si colloca al secondo posto in Italia come produzione; all’estero è attiva sui mercati di Croazia, Montenegro, Albania e di altri paesi dell’Est. Eccellenza, innovazione e qualità sono i parametri che ne definiscono il piano industriale, delineando una filosofia centrata non tanto sulla crescita del fatturato ma sulla creazione di valore aggiunto all’azienda stessa, come Antonio Scarlino, secondo figlio maschio di Tommaso tiene a precisare. Il 3 agosto del 2007, lo stesso giorno in cui 36 anni fa ebbe inizio la storia del salumificio Scarlino, Tommaso si spegne dopo una malattia che lo ha tenuto in vita poco più di un anno dalla sua scoperta; il figlio Antonio lo ricorda come una persona estremamente umile, consapevole delle sue origini e dei valori che da esse derivano. “Facendo ritorno in paese – ricorda - dopo le riunioni di Confindustria, si toglieva la cravatta, per non mettere a disagio i suoi compaesani con cui, dopo il lavoro in azienda, amava intrattenersi discorrendo in dialetto salentino”. A noi resta il ricordo e l’esempio di un uomo tenace, che ha saputo portare avanti le sue idee, onorando gli impegni e investendo sul suo territorio. Non capita spesso di imbattersi in storie come quella di Tommaso Scarlino. Ripercorrerla può dare nuova linfa a quanti credono e investono sul Salento e a quanti dal Salento sono costretti a emigrare con la prospettiva di un futuro migliore.
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//Cultura //Musica e parole //Supersex e Gospel Energy // LE FIAMME DI SUPERSEX
Dall’alto della Vecchia Torre si vede il mare? È questo l’interrogativo che il giovane protagonista del romanzo vuole risolvere. Ma, all’improvviso, proprio lui che abita in una cantina vinicola e legge di nascosto i fotoromanzi di Supersex, incontra in chiesa l’amore di Carla, una sua coetanea con la quale attraversa il delicato passaggio dall’adolescenza al mondo degli adulti. Tra il sorriso pieno di complicità della zia e le delicate domande del prete in confessione, con l’amicizia per Mario, l’unico che accetterà di accompagnarlo sulla Vecchia Torre, la vicenda si dipana con semplicità sullo sfondo di un paesino del Salento, Leverano. E riporta, intatto, il profumo degli anni Sessanta. Raffaele Polo è nato a Piacenza il 2 aprile 1952. È pubblicista dal 1978; laureato in Lettere e in Pedagogia, vive e lavora a Lecce. E’ autore di numerosi romanzi, ma anche di due fiabe (“L’orologio dell’angelo” e “Il vento ed il ragioniere”, uscite entrambe per Lupo Editore). Giornalista, critico d’arte, si è cimentato in diversi generi letterari. Per Lupo editore sono già usciti, a sua firma: “Un nome scritto nel cielo” (2003), “L’orologio dell’angelo” (2003), “Storie segnate” (2004), “Libreria Antica Roma” (2006), “Il vento e il ragioniere” (2006), “Il segreto dello scoglio” (2006), “L’ultimo menhir” (2008), “Il manoscritto di Copertino” (2008). “Le fiamme di Supersex”, di Raffaele Polo Lupo Editore, 10 euro Con il Tacco d’Italia di dicembre al prezzo speciale di 2 euro
// VOGLIA DI GOSPEL SOTTO NATALE
Coro spalla in Puglia del quartetto afroamericano “Golden Gospel Singers”, il coro gospel “A. M. Family” ha collaborato anche con le Produzioni di Rai uno “Grandi Eventi”, per le quali ha interpretato la sigla iniziale del programma “Premio Barocco” 2004, con Al Bano Carrisi e Gianfranco Lombardi, e la sigla finale dello stesso programma, edizione 2008, con Al Bano Carrisi e Antonio Palazzo. La “A. M. Family” si è formata nel 2002 nell’ambito delle attività progettuali integrative del Conservatorio di Musica “Tito Schipa” di Lecce. E’ composta da oltre 50 elementi, provenienti da tutta la Puglia ed ha già al suo attivo numerosi concerti e spettacoli. La compagine corale è stata insignita nel 2003 di una targa honoris causa per la propria attività artistica da parte del Comune di Perugia e della Provincia di Lecce; ha ricevuto nel 2005 il primo premio al concorso per cori gospel “Premiofestival” di Conversano (Ba) ed il premio “Lecce Art Festival” per la categoria dei gruppi di jazz. Il Coro è specializzato in gospel interattivo, in quanto la sua esibizione è caratterizzata dal coinvolgimento diretto del pubblico presente, attraverso la recitazione di preghiere che illustrano, di volta in volta, agli ascoltatori il significato profondo di ogni brano. Direttrice e preparatrice vocale della “A. M. Family” è Elisabetta Guido. Spiritual e gospel sia in versione originale sia ri-arrangiati in modo più moderno da Marco Dalla Gatta, autore, fra l’altro, degli arrangiamenti del film candidato all’Oscar 2007 “Nuovo Mondo” e pianista collaboratore delle produzioni di Rai uno “Grandi Eventi” e da Daniele Falangone, autore ed arrangiatore per la Warner Music Italia. Pianisti accompagnatori sono Fabrizio Longo e Carla Petrachi. Gospel Energy, della “A. M. Family”, 15 euro Con il Tacco d’Italia di dicembre al prezzo speciale di 10 euro
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//L’intervista //Forum della pace //Cesare Giordano ENTRA ANCHE TU NELLA COMMUNITY DEL TACCO D’ITALIA E DISCUTI DI QUESTO ARGOMENTO SU WWW.ILTACCODITALIA.NET
SI TEME L’ALTRO, SE NON LO SI CONOSCE. LA SOLUZIONE AI CONFLITTI TRA LE CULTURE È, DUNQUE, IL DIALOGO. IL PRIMO FORUM DELLA PACE NEL MEDITERRANEO, CHE SI È TENUTO AD ACAYA A FINE NOVEMBRE, INSEGNA
“PACE”
in tutte le lingue del
MEDITERRANEO
l Mediterraneo è terra di incontri e di relazioni. Qui genti di culture diverse si scambiano merci ed esperienze. Qui dialogano, collaborano, si scontrano anche. Per dare vita ad un dialogo proficuo tra culture si è svolto a Lecce, dal 26 al 29 novembre scorsi, il primo Forum della Pace nel Mediterraneo. La tre-giorni ha contato un totale di 300
I
Cesare Giordano, delegato generale per l’Europa del Mediterranean Peace Forum
Dottor Giordano, quali sono stati i temi affrontati nel corso del Forum? “Attraverso tavole rotonde, filmati e dibattiti aperti a tutti, cui hanno contribuito politici, diplomatici, personalità religiose ed esperti di economia e finanza, il forum ha esaminato cinque temi principali: il dialogo tra diversi popoli, in particolare tra palestine-
partecipanti, dei quali più di 150 provenienti dai Paesi europei ed oltre 100 dagli arabi (la restante parte in rappresentanza dall’America e dall’Africa). Il Forum è stato organizzato e sostenuto dalla Mediterranean Peace Forum, organizzazione non governativa costituitasi a Parigi nel 2006 in ambito Unesco, in collaborazione con la Provincia di Lecce. Dal 15 aprile
si e israeliani; quello tra diverse culture; quello tra le tre grandi religioni monoteiste, cristiana, giudaica e islamica; lo sviluppo tra i paesi del Mediterraneo; il ruolo dei media come vettori di dialogo e pace”. Perché il Castello di Acaya? “Perché è un luogo emblematico: un castello costruito per scopi di protezione del territorio oggi si riconverte in struttura di pace. Inoltre il Castello di Acaya non è isolato, ma è incardinato in un borgo, simbolo della volontà di vivere insieme. Una bella immagine di ritorno al futuro”. Chi ha sovvenzionato l’evento ed a quanto ammonta l’impegno di ognuno? “Se ne sono occupati il Forum, la Regione Puglia, la Provincia di Lecce ed i Comuni di Lecce e Vernole. Ma è stato significativo anche l’intervento di sponsor privati. Al momento non è ancora disponibile, però, una lista della spesa. E’ presto per fare i conti”. il tacco d’Italia
scorso esso ha sede europea nel Castello di Acaya, nell’omonimo borgo alle porte di Lecce (Comune di Vernole), messo a disposizione dall’amministrazione provinciale. Coordinatore del Centro è Cesare Giordano, delegato generale per l’Europa del Mediterranean Peace Forum. Lo abbiamo incontrato per farci illustrare le motivazioni alla base del Forum ed i suoi obiettivi.
Quale ruolo hanno avuto i media nei lavori del Forum? “Sono stati coinvolti in una tavola rotonda, che si è svolta il 29 mattina, divisa in due sessioni: una per la stampa scritta e una per la stampa elettronica. Tema del dibattito è stato il ruolo dei media nel processo di costruzione della pace nel Mediterraneo. Un’informazione corretta ed equilibrata sullo stato delle politiche mediterranee amplifica la possibilità di arrivare alla soluzione dei conflitti in atto. I giornalisti provenivano da 12 Paesi diversi, inclusi quelli arabi; essi hanno avuto modo di confrontarsi anche tramite dei seminari sui temi del cinema e dell’audiovisivo”. Su che cosa bisognerebbe puntare per promuovere una cultura dell’accettazione dell’altro? “Sulla cultura, sul dialogo, sulla conoscenza. Si è parlato molto dello shock delle civiltà, ma io credo che si debba parlare dello shock delle ignoranze delle civiltà.
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di BARBARA MELGIOVANNI
I conflitti, la scarsa fiducia e addirittura il timore nei confronti delle culture differenti derivano dalla scarsa conoscenza dell’altro, che genera il pregiudizio. Invece conosciamo il pregiudizio che abbiamo su di lui, il suo stereotipo, che però non è lui. Il Mediterraneo è una terra geograficamente unita, è la culla delle tre religioni rivelate. Tutti coloro che lo abitano hanno il dovere di rifiutare la guerra delle religioni. La geografia ci apostrofa; prioritario è il dialogo”. In che modo si possono stabilire punti d’incontro tra le grandi religioni monoteiste? “Evitando una visione integralista e fanatica delle religioni. Quando si deciderà di adottare, anche all’interno di credo differenti, una visione più laica, più equilibrata, la convivenza tra i popoli sarà più semplice. Le tre Chiese monoteiste, del resto, dialogano già da diversi anni; l’estremismo, invece, esclude ogni possibilità di confronto e quindi arricchimento”.
A COLPI DI TACCO www.iltaccoditalia.info/sito/index-a.asp?id=5575
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//Resoconti //Belle notizie //Un anno in tre pagine ENTRA ANCHE TU NELLA COMMUNITY DEL TACCO D’ITALIA E DISCUTI DI QUESTO ARGOMENTO SU WWW.ILTACCODITALIA.NET APPROFONDIMENTI www.iltaccoditalia.info/sito/index-a.asp?id=5582
di buone UN ANNO
NOTIZIE TRA POLITICA, ECONOMIA, RELIGIONE E SPORT, ECCO CHE COSA, DI BELLO, È ACCADUTO IN 365 GIORNI SALENTINI di LAURA LEUZZI l.leuzzi@iltaccoditalia.info
er una volta vogliamo dare solo le notizie buone. E’ il nostro modo per chiudere l’anno con uno sguardo positivo verso quello che sta per arrivare. In 12 mesi, cose belle ne sono accadute. Le abbiamo raccolte e ve le riproponiamo.
Lasciando in bianco, per ora, il mese di dicembre. Vorremmo che tutte le notizie fossero positive, sotto Natale. Scriveteci voi che cosa di bello è accaduto. Con l’augurio di ritrovarci, a gennaio, con tante cose piacevoli da raccontarci.
P Gennaio
Febbraio
// Chi ben comincia
// Lecce cresce
// Lecce, per esempio
Il 2008 si apre con una notizia che il Comune di Casarano e i limitrofi attendevano da vent’anni: la Provincia di Lecce ha appaltato il primo e secondo lotto della circonvallazione di Casarano. La realizzazione dell’in-
La Camera di commercio pubblica i dati relativi alla natimortalità delle imprese salentine nel terzo trimestre 2007: sul territorio provinciale sono sorte 299 nuove imprese; un dato che pone la provincia di Lecce al 14esimo posto su scala nazionale.
Applicando la direttiva del Ministero dell’Interno che stabilisce che i Comuni si sostituiscano a Poste Italiane e affianchino le Questure nelle procedure per il rinnovo del permesso di soggiorno agli immigrati, il capoluogo salentino è l’unica città del centro-sud a rientrare nella fase di sperimentazione della normativa.
// Bio è meglio
frastruttura (solo questo stralcio costerà 9.307.016,11 euro) è stata affidata alla società “Pal Strade” di Roma. I Comuni coinvolti sono Taurisano, Ugento, Melissano, Taviano e Matino.
La Sandemetrio, azienda agricola di Specchia che fa capo al Gruppo Specchiasol, avvia la sperimentazione dell’utilizzo dei semi di Jatropha Curcas, una pianta parente del ricino, come biocarburante per motori diesel: le emissioni di anidride carbonica sono pari a zero.
il tacco d’Italia
Claudio Santamaria. Con Valentina Cervi in “Fine pena mai”
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// Pellicole salentine
A fine mese esce nelle sale cinematografiche “Fine pena mai”, storia di mafia girata nel Salento, con Claudio Santamaria e Valentina Cervi. La pellicola, firmata da Davide Barletti e Lorenzo Conte, viene riconosciuta come “film d’interesse culturale nazionale” dal Ministero per i Beni e le Attività culturali.
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Marzo
// I diritti su carta
// Sviluppo sì, ma condiviso
Su proposta di Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento tematico nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, la Provincia di Lecce approva la prima Carta provinciale dei diritti del consumatore ed utente.
Con 19 voti favorevoli e otto astensioni il Consiglio provinciale adotta definitivamente il Ptcp, Piano territoriale di coordinamento provinciale. Prima in Puglia, tra le prime dell’Italia meridionale, la Provincia si dota di un importante strumento di pianificazione territoriale condiviso da tutti i Comuni.
// Svolta a destra
// Tempo di raccolta
Aprile
Le elezioni politiche di 13 e 14 aprile, che decretano la vittoria del PdL, portano due salentini a Palazzo Chigi. Si tratta di Raffaele Fitto, nominato ministro agli Affari regionali, ed Alfredo Mantovano, sottosegretario alla Giustizia.
Raffaele Fitto
Alfredo Mantovano
// Capozza new style
// Meglio prevenire
Nuova gradinata, nuove tribune, nuove curve e servizi connessi ed un totale di 10mila posti a sedere. La Virtus Casarano, società sportiva firmata De Masi, propone all’Amministrazione la ristrutturazione dello stadio “Capozza”. Il progetto prevede anche la copertura della struttura con fotovoltaico integrato. Uno dei pochi esempi al mondo.
La Asl di Lecce promuove una campagna di prevenzione dei tumori femminili, offrendo alle donne fra i 50 e i 69 anni, una mammografia gratuita ogni due anni.
Dopo due anni di battaglie, il comitato “Un Cordone per la Vita” ottiene dalla Giunta regionale la designazione di due centri per la
L’edizione numero 39 del Premio Barocco, condotta da Fabrizio Frizzi e tramessa in diretta su Rai1, è la più seguita degli ultimi dieci anni.
Al cospetto di uno Junior Fasano poco concreto, la Italgest pallamano di mister Dragan Ivanisevic, si aggiudica dopo il Campionato anche la Coppa Italia continuando con la serie fortunata di successi accumulati sul campo.
// Chi ha il fattore x
I Negramaro
37mila paganti più 4mila omaggi. I Negroamaro di Giuliano Sangiorgi sono la prima band ad esibirsi a San Siro con pubblico in delirio e un dvd dello show che uscirà a Natale. Il gruppo salentino si conferma il fenomeno musicale del momento; la loro salentinità, ribadita ogni volta che se ne presenti l’occasione, rende i conterranei orgogliosi di loro.
Per una band che si consacra nel mondo della musica, un’altra si affaccia al mondo del rock. Sono gli Aram Quartet, quartetto tutto salentino, che sbaraglia gli avversari e si aggiudica il primo posto ad “X Factor”, trasmissione musicale condotta da Francesco Facchinetti su Rai2.
Gli Aram Quartet
Luglio
non meno partecipato, è il modo migliore per festeggiare il centenario della società giallorossa. In un Via del Mare gremito fino all’orlo, con un pareggio per uno a uno contro l’Albinoleffe, il Lecce ritorna tra le grandi del calcio. Cori
// Destinazione Salento
La Regione rende noti i dati relativi al turismo di mezza estate: il Salento è scelto dal 45% dei turisti che arrivano in Puglia. La provincia di Lecce registra il 38% di presenze in più rispetto all’estate 2007.
// Porte aperte
// Questione di fede A metà mese, due grandi eventi emozionano il popolo salentino: la visita di Benedetto XVI e la promozione del Lecce in serie A. Il primo risveglia la naturale voglia di spiritualità dei leccesi e colpisce nel profondo migliaia di fedeli. Il secondo, più profano ma
// Coppa rosso-azzurra
Maggio
// Luci a San Siro
Giugno // Ex Carlo Pranzo sotto le stelle
raccolta del sangue del cordone ombelicale anche nel Salento. Si tratta degli ospedali “Vito Fazzi” di Lecce e del “Cardinale Panico” di Tricase.
e caroselli tengono sveglia la provincia fino all’alba.
// E luce fu Dopo otto anni di chiusura per restauro, viene riacceso il faro di San Cataldo. Alla presenza di autorità politiche e religiose, rivive la guida di chi va per mare.
Per confermare il trend turistico positivo l’Apt, Azienda di promozione turistica della Provincia di Lecce, promuove l’iniziativa “Chiese aperte”. Fino a settembre, sei chiese del centro storico di Lecce rimarranno aperte anche oltre il consueto orario.
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Agosto // Vieni a ballare in Salento
La provincia di Lecce si trasforma in terra di eventi di ogni genere. Tutti si muovono alla ricerca di concerti, spettacoli teatrali, sagre e manifestazioni di paese. Colonne portanti del calendario estivo si confermano la Notte della Taranta con il concertone conclusivo di fine agosto a Melpignano e la Festa di San Rocco. Quest’ultima, in particolare, viene interamente organizzata
prima per tutelare l’identità culturale del territorio. Il risultato supera le aspettative: in 25mila apprezzano la novità. dalla Fondazione “Notte di San Rocco – Pizzica, tamburello, scherma in ronde”, nata pochi mesi
Settembre // Salento post-olimpico
Saltando 4, 42 metri, Arianna Farfaletti, atleta portacolori della Italgest, ottiene il primato nazionale nel salto con l’asta. Restando in ambito sportivo,
ed in casa rosso-azzurra, la Italgest Salento d’amare completa il secondo Grande Slam della sua storia conquistando la Supercoppa Italiana 2008 contro lo Junior Fasano. Va alla compagine salentina, dunque, il primo trofeo della stagione.
Novembre // Casa eco casa
Il risparmio energetico ed il rispetto dell’ambiente diventano condizione necessaria per la progettazione degli edifici. E’ proprio questo che il concorso Edilpro chiede ai giovani pro-
fessionisti: progettare una casa ecologica per i Paesi del Mediterraneo. La partecipazione alla gara è davvero inaspettata. Il successo della manifestazione fieristica, il Salone Edilpro, organizzato da Salento Congressuale, anche.
// Prezzi amici A Lecce prende il via il Mercato di Campagna Amica, iniziativa di Coldiretti ed associazioni dei consumatori, che consente la vendita di prodotti agroalimentari a prezzi inferiori di almeno il 30%. I prodotti
// Roba da ricchi
capite pari a 17.783 euro, la città di Lecce è il capoluogo più ricco della Puglia. E’ quanto emerge dall’analisi del centro studi Sintesi (pubblicata dal quotidiano Il Sole 24 Ore).
Con un reddito medio pro-
Ottobre
// Ci sono reality e reality
seguono le “azioni” dei “giocatori” in internet, ed assegnano i voti.
I ragazzi dell’istituto tecnicocommerciale “Costa” di Lecce ne inventano un’altra delle loro: la “Class Action - Azione di classe per fare impresa”. Funziona così: la class action è trasmessa su www.classactionreality.it; i concorrenti eseguono delle “azioni” sottoposte a valutazione e meritevoli di “punti”. Gli utenti esterni
// E son due
sono rigorosamente locali e rigorosamente stagionali. Un modo divertente, oltre che economico, di fare la spesa alla domenica.
Dopo anni di attività formativa e servizi al settore edile erogati solo presso la sede operativa di Lecce, diventa operativa, a Casarano, la sede decentrata della Scuola Edile. Si trova presso il Cisi, nella zona industriale della città.
Dicembre // In attesa di buone notizie
Scriveteci le vostre buone notizie su www.iltaccoditalia.info/sito/indexa.asp?id=5582. Vanno bene notizie di ogni tipo, personali o universali. Ci vediamo a gennaio, con l’augurio di raccontarcene tante.
TACCO N. 53 (2)
2-12-2008
16:59
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//Società //Medicina in musica //Il centro Ilma ENTRA ANCHE TU NELLA COMMUNITY DEL TACCO D’ITALIA E DISCUTI DI QUESTO ARGOMENTO SU WWW.ILTACCODITALIA.NET
di FLAVIA SERRAVEZZA
IL “NO” DELLA LILT AI VELENI DI PUGLIA. CANTATO, ANZI GRIDATO, SULLE NOTE DI MUSICISTI SALENTINI CONOSCIUTI OLTRE CONFINE
f.serravezza@iltaccoditalia.info
APPROFONDIMENTI www.iltaccoditalia.info/sito/index-a.asp?id=5576
No ai veleni di Puglia. Il concerto-evento organizzato nell’ex foro Boario di Lecce lo scorso 6 settembre. In basso Serena Dandini, conduttrice della serata, e Giuseppe Serravezza, presidente Lilt Lecce
TUTTI DICONO utti i risultati che oncologi e ricercatori ottengono ogni giorno sul fronte delle cure sono vanificati dai disastri provocati dall’inquinamento ambientale, che fa crescere il numero dei malati di cancro e distrugge il territorio”. Ecco che cosa spinge Giuseppe Serravezza, oncologo salentino e presidente della Lega contro i tumori di Lecce, a smettere il camice bianco per qualche ora e scendere nelle piazze per parlare alla gente, non solo ai suoi pazienti o colleghi, di emergenze ambientali causate dalle tante fabbriche di fumi e veleni presenti sul territorio. E l’effetto è sorprendente, soprattutto se la modalità scelta per diffondere informazioni così importanti non è il convegno, né il dibattito, né tantomeno il comizio. È con il concerto-denuncia “No More”, infatti, che la sezione leccese della Lilt, insieme ai Sud Sound System, ha dato il via lo
“T
“MAI PIÙ”
Con il concerto-denuncia “No More”,
che si è tenuto a settembre, la sezione leccese della Lega italiana per la lotta ai tumori, insieme ai Sud Sound System, ha dato il via alla battaglia contro ogni tipo
DI INQUINAMENTO IN PUGLIA scorso 6 settembre alla battaglia contro i veleni di Puglia. Un evento, patrocinato dalla Provincia e dal Comune di Lecce, realizzato per lanciare un “inno alla vita” contro ogni forma di inquinamento. Altro scopo dell’iniziativa è stato raccogliere fondi per la realizzazione del Centro Tumori “Ilma”, una grande struttura polivalente dedicata alla prevenzione, ricerca, riabilitazione e assistenza in campo oncologico, che sorgerà alle porte di Gallipoli e i cui lavori sono
Centro “Ilma”. Il Salento sfida il cancro Nel 1999, la sezione provinciale di Lecce della Lega contro i tumori concepisce l’idea della realizzazione nel Salento di una grande struttura polivalente dedicata alla prevenzione, ricerca, riabilitazione e assistenza in campo oncologico. Una struttura all’avanguardia che comprende un Centro studi e
ricerche con biblioteca pubblica, Aaditorium e strutture didattiche, spazi per la prevenzione clinica e la riabilitazione, ed un hospice con 12 posti letto. I lavori per la costruzione di questa importante opera sono iniziati lo scorso ottobre. Il costo dell’intero progetto è di 8 milioni di euro.
iniziati lo scorso ottobre. “Negli ultimi dieci anni è stato registrato un aumento allarmante dei casi di tumore in Puglia, ben il 30% in più – spiega Serravezza e si tratta principalmente di linfomi, leucemie, tumori a vescica e polmoni, tutti direttamente riconducibili a cause ambientali. Di qui l’urgenza di impedire il proliferare di centrali a biomasse per la produzione di energia e la necessità di mettere a norma gli impianti esistenti”.
Fino ad oggi, grazie alle donazioni dei cittadini, sono stati raccolti 2 milioni e mezzo, somma sufficiente per la costruzione del primo lotto del progetto, ovvero il Centro di ricerca, prevenzione e riabilitazione. La Lilt di Lecce ha attivato un conto corrente bancario dedicato esclusivamente ai versamenti per il progetto del Centro
“Ilma”: Banca Popolare Pugliese – Filiale di Casarano – codice Iban IT 84 G 05262 79520 CC0021070000. Oppure si può scegliere di destinare alla Lilt di Lecce il 5 per mille delle imposte nella dichiarazione dei redditi, firmando nel primo riquadro (sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale) e inserendo il codice fiscale 03263200754.
TACCO N. 53 (2)
2-12-2008
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//Controcanto
di VAILETH SUMUNI
L’AFRICA NEGLI OCCHI DI VAILETH UN CONTROCANTO INSOLITO. AFFIDATO AD UNA RAGAZZINA DI 15 ANNI CHE HA RITROVATO LA FORZA DI VIVERE NEL CALDO ABBRACCIO DEI VOLONTARI SALENTINI. POCHE BATTUTE E SEMPLICI, RACCOLTE DA FLAVIA SERRAVEZZA GRAZIE ALL’AIUTO DELL’INTERPRETE DANIELE QUARTA CHI HA FIRMATO CONTROCANTO
I
In attesa di ritornare a casa, accompagnata sia da alcuni volontari sia dal cardiologo Antonio Pennetta, la piccola Vaileth trascorre le ultime giornate salentine a Gallipoli in compagnia di alcuni volontari: Chiara Tricarico, la più giovane dell’associazione, Daniele Quarta e Giovanni Primiceri, presidente di “Arcobaleno su…Tanzania”. Ma soprattutto ride e scherza con la sua accompagnatrice Fortunata Franziskiimu, con la quale parla la sua lingua, il Kiswahili. Ha imparato anche qualche parola in italiano: “Ciao”, “Grazie” e “Italia Uno”, che ripete come ha visto fare in tivù. Poi gli occhi le brillano se si parla di Africa. Quanta voglia hai di tornare a casa? “Tantissima, non vedo l’ora. Sono africana, come Obama. Ma io non potrei mai vivere lontana dall’Africa. Poi mi mancano il mio fratellino e due amici, li prendevo sulle spalle per giocare”. Qual è la prima cosa che vuoi fare una volta tornata in Tanzania? “Voglio andare a scuola. Per colpa della malattia che mi faceva stare molto male ho perso tre anni e sono rimasta al quinto anno della scuola primaria. Mi piaceva molto studiare Inglese e Biologia”. Che cosa vuoi fare da grande? “Studiare e studiare, per diventare suora. Loro stanno bene e aiutano gli altri”. Sei credente? “Sì, come voi italiani. Credo in Dio e nella Chiesa, e spero che Lui benedica tutti gli amici dell’associazione che mi hanno aiutata a vivere. Spero che possano continuare ad aiutare altri bambini sfortunati come me. Ce ne sono tanti nel mio Paese”. Che cosa pensi dell’Italia e del Salento? “Mi piacciono i luoghi che ho visto finora; le persone che ho conosciuto sono davvero gentili ma voglio tornare a casa mia anche perché non mi piace il vostro cibo”. Davvero? “Sì. Mangiate troppa roba inscatolata o imbustata; noi siamo abituati diversamente. Anche per questo non vedo l’ora di ripartire”. Come si dice “buon viaggio” nella tua lingua? “Safari Njema”. Safari Njema, Vaileth. “Grazie di cuore” (lo dice in italiano, ndr). Per leggere tutta la storia di Vaileth vai a pag. 20
Rosanna Metrangolo caporedattore “Nuovo Quotidiano di Puglia”
Marco Renna “Studio 100 Lecce”
Mimmo Pavone direttore responsabile “Il Paese nuovo”
Vincenzo Maruccio giornalista “Nuovo Quotidiano di Puglia”
Tonio Tondo inviato “La Gazzetta del Mezzogiorno”
Roberto Guido direttore “quiSalento”
Lino De Matteis caposervizio “Nuovo Quotidiano di Puglia”, vicepresidente regionale Assostampa
Renato Moro capocronista “Nuovo Quotidiano di Puglia”
Gabriella Della Monaca coordinatore TG NORBA GRANDE SALENTO
Luisa Ruggio redattrice Canale8, scrittrice
Walter Baldacconi direttore responsabile Tg Studio 100
Paola Ancora addetta stampa Ministero delle Politiche agricole
Michele Mauri direttore editoriale L’ATV
Antonio Silvestri addetto stampa Inps Lecce
Dionisio Ciccarese presidente homepage Group, società di consulenza di comunicazione strategica ed editrice di grandi giornali e siti internet
Nunzio Pacella addetto stampa Apt di Lecce
Loredana Di Cuonzo giornalista pubblicista dirigente scolastico Istituto d’arte “G. Toma” Galatina-Nardò
Giancarlo Minicucci direttore Il Nuovo Quotidiano di Puglia
Vincenzo Magistà direttore “TgNorba”
INDOVINA CHI È
“Bestiario pubblico. Ovvero: come nascono nuovi improbabili personaggi sulla scena”
il tacco d’Italia
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