// L’Editoriale
L’Editoriale
di Maria Luisa Mastrogiovanni
è il salento il capolinea italiano dei rifiuti tossici
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20 marzo 2009: la Procura di Brindisi e i Carabinieri del Noe colpiscono duro nel cuore della notte: dieci arresti, decine di perquisizioni e sequestri di impianti e automezzi in tutta Italia. Numerose intercettazioni e le indagini su un centinaio di persone smascherano un traffico illegale di rifiuti speciali e pericolosi provenienti da mezza Italia. Capolinea: Brindisi. Il procuratore aggiunto Cosimo Bottazzi ha illustrato il meccanismo attraverso il quale una quantità ancora da stimare di rifiuti tossici veniva smaltita nelle cave della discarica “Formica ambiente”: i rifiuti arrivavano nella discarica accompagnati da bolle di accompagnamento (Fir, fogli di identificazione rifiuti) truccati: sulle bolle venivano indicati codici Cer (codice europeo del rifiuto) non corrispondenti alla verità. In mezzo ai rifiuti urbani venivano mescolate e quindi camuffate sostanze contenenti mercurio, piombo, cadmio, benzene, nettamente superiori alla norma e comunque non ricevibili da una discarica con autorizzazioni come quelle in possesso della “Formica ambiente”. Le indagini, durate due anni e mezzo, hanno appurato come i traffici andassero a buon fine grazie alla complicità di “talpe” negli uffici della Provincia di Brindisi, proprio quegli uffici deputati a controllare l’andamento della discarica: così ad esempio emergono dalle intercettazioni compiacenti controlli di routine del dirigente provinciale, il chimico
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Salvatore Lapenna. Il quale veniva poi ripagato da consulenze. E non era il solo: i magistrati hanno chiesto anche l’interdizione dall’incarico di un componente della polizia provinciale e di un impiegato civile della Forestale. E’ un sistema, quello scoperto dalla Procura di Brindisi, ben radicato anche in provincia di Lecce. E’ quanto emerge dalle indagini condotte dalla sostituta procuratrice Valeria Elsa Mignone, che da 12 anni combatte in solitaria una guerra in cui nessuno ha interesse a porsi al suo fianco. Non i Comuni, che dovrebbero in primis sentire tutta la responsabilità di controllare le discariche che insistono sul proprio territorio: solo uno, Melendugno, si è costituito parte civile in uno dei principali processi per reati ambientali, quello a carico della Ecolio (ne abbiamo parlato nello scorso numero). Uno, Melpignano, costituitosi parte civile in un processo contro la Copersalento, riuscì ad avere un indennizzo di circa 200 milioni. Non la Provincia, cui per legge è demandato il compito di rilasciare le dovute autorizzazioni per l’avvio degli impianti di smaltimento: in 12 anni la Provincia si è costituita parte civile solo in un processo in corso per reati ambientali nel quale sono imputati anche alcuni suoi dirigenti. E la Regione? Ancora dà alla Sea Marconi (la ditta che smaltisce il pcb, sostanza altamente cancerogena) le autoriz-
IDEE DAL TACCO
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SAPERE, SENTIRE, VEDERE a cura di Flavia Serravezza
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CONTROCANTO ospita Serenella Pascali: Servizi sociali a doppia velocità
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GOLEM, FOTOPROTESTA, LETTERE AL DIRETTORE
BOLLETTINO DEI NAVIGANTI di Mario De Donatis IPSE DIXIT, COME È ANDATA A FINIRE
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L’ARIA CHE TIRA di Luisa Ruggio QUESTIONE DI LOOK, LA CITTÀ INVISIBILE di Enzo Schiavano
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SUL COMODINO E NELLA BORSA DI... di Vincenzo Barba
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OROSCOPO a cura di Iuly Ferrari
il mensile del salento Anno VI - n. 56 - Aprile 2009 Iscritta al numero 845 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 27 gennaio 2004
EDITORE: Nerò Comunicazione - Casarano - P.zza A. Diaz, 5 DIRETTORE RESPONSABILE: Maria Luisa Mastrogiovanni HANNO COLLABORATO: Mario Maffei, Laura Leuzzi, Francesco Ria, Flavia Serravezza, Ada Martella, FOTO: Dove non segnalato archivio del Tacco d’Italia REDAZIONE: p.zza Diaz, 5 - 73042 Casarano - Tel./Fax: 0833 599238 E-mail: redazione@iltaccoditalia.info
soMMario
TERZO GRADO Alba Sasso di Francesco Ria, LINK
zazioni per andare avanti – dice la Mignone. Forse sono i cittadini l’unico disperato combattente che, in tema di ambiente, potrebbe essere un valido alleato della magistratura. Crescono i comitati e le competenze al loro interno. Cresce la sensibilità verso i temi ambientali e la consapevolezza del diritto di vivere in una realtà sostenibile. Dalle tante segnalazioni che abbiamo ricevuto, dalle mail, dalle migliaia di commenti sul nostro quotidiano di informazione (www.iltaccoditalia.info), dai movimenti d’opinione nati attorno all’emergenza Burgesi e Copersalento, abbiamo idea che i cittadini abbiano ben dritte le antenne. E che anche in Salento si sia innescata una reazione a catena in cui, finalmente, sarà l’ambiente ad avere la meglio.
VEDIAMOCI CHIARO
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INCHIESTA //FINCHÉ GIUDICE NON CI SEPARI di Laura Leuzzi
CULTURA&PERSONE
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SOCIETÀ // TOGLIETEMI TUTTO MA NON... di Laura Leuzzi
PUBBLICITÁ: marketing@iltaccoditalia.info - tel. 3939801141
Unione Stampa Periodica Italiana Tessera n° 14705 STAMPA: Stab. grafico della CARRA EDITRICE Z. I. - Casarano (Le) DISTRIBUZIONE: Italian Services Group - Lecce 0832.242214 - 348.0039271 ABBONAMENTI: 15,00 Euro per 10 numeri c/c n. postale 54550132 - intestato a Nerò Comunicazione P.zza Diaz, 5 - 73042 Casarano - abbonamenti@iltaccoditalia.info IL PROSSIMO NUMERO IN EDICOLA “SPECIALE ELEZIONI” MAGGIO 2009
// Opinioni dal Tacco GOLEM
Cosmo Francesco Ruppi, vescovo di Lecce
Cosmo Francesco Ruppi, nato ad grado per diversi reati di don Cesare Alberobello 75 anni fa, vescovo di Lecce in Lodeserto in un’inchiesta correlata. prorogatio per raggiunti limiti di età dal Mons. Ruppi è stato anche indagato per 2008, anno in cui lascia la presidenza corruzione nell’ambito di un’inchiesta sulla regionale della Conferenza episcopale itasanità pugliese che ha coinvolto l’ex presiliana. Ordinato sacerdote nel 1954, nel dente della Regione Raffaele Fitto. 1980 è vescovo delle diocesi di Termoli e Ha mancato per poco la tonaca cardinaliLarino. Il 7 dicembre 1988 è eletto zia ed è forse questo il suo maggioro ramArcivescovo metropolita di Lecce. Da guida marico. L’augurio del Golem è per il nuovo spirituale della sua comunità, il prelato ha vescovo (si fa insistentemente il nome di lasciato una traccia profonda sulla società, Domenico D’Ambrosio, vescovo di San utilizzando con efficacia il pulpito dei mass Giovanni Rotondo, disponibile a partire da media locali (un vero esperto di comunica- giugno di quest’anno, subito dopo la visita zione, don Ruppi, avendo fatto parte deldi papa Benedetto presso il santuario di l’apposita commissione della CEI). Eterna San Pio): essere un’alta guida spirituale memoria del passaggio di questo vescovo per la sua comunità, ridimensionando nella Firenze del Sud, il sontuoso nuovo magari l’attivismo politico del suo predeportale del Duomo che in bassorilievo reca cessore. il volto riconoscibilissimo del Ruppi nell’atto di baciare l’anello di papa Wojtyla. La visita di Giovanni Paolo II a Lecce nel 2002 è forse il maggior successo piazza diaz, 5. di Ruppi, insieme al restauro di tante sì, Ma dove? Chiese e di piazza del Duomo, la costruzione del seminario “Pastor Bonus”e la forte ispirazione caritatevole che ha saputo esprimere nel ’97 in occasione del secondo esodo albanese sulle coste del Salento. Sul centro di permanenza temporanea “Regina Pacis” e sull’omonima fondazione le opinioni si fanno però più controverse: seppur assolto nel 2005 Non tutte le piazze Diaz n. 5 sono uguali. dall’accusa di peculato, resta la macE’ arrivata alcune settimane fa, presso la redazione del Tacco d’Italia, in piazza Diaz n.5 a Casarano, una lettechia della pensate condanna in primo ra-bolletta della Tim. Peccato che non fosse indirizzata al Tacco d’Italia, ma ad una cittadina-utente Tim scono-
LETTERE AL DIRETTORE
foto protesta
sciuta alla redazione. Domiciliata in piazza Diaz n.5, questo sì, ma a Carmiano. Forse ogni tanto, cari uffici postali frettolosi, sarebbe il caso di attardarsi a controllare con precisione indirizzo e destinatario delle missive, per evitare spiacevoli inconvenienti come questo. Sarebbe una grave danno, altrimenti, per i tanti innamorati che mandano lettere speranzosi in una risposta o per i tanti abbonati al Tacco d’Italia che attendono con ansia ogni nuovo numero.
//se è l’aMerica a “scoprire” l’italia Con rammarico sono stato testimone di uno strano meccanismo che si è innescato intorno al caso di una bambina da sottoporre alle cure in Usa, affetta da paresi spastica e da un’encefalopatia anossica ischemica. Sono in possesso del preventivo medico rilasciato dalla Clinica statunitense Ocean Hiperbaric Neurologic Center di Fort Lauderdale in Florida, il quale prevede una serie di trattamenti come iperbarica, fisioterapia del cranio sacrale, integrazione sensoriale e logopedia. Pur non essendo uno specialista, mi chiedo: tali trattamenti non possono essere fatti anche in Italia? Qui nel Salento, opera tra gli altri Antonio Gismondi, luminare di terapia iperbarica, che coordina un gruppo di fisioterapisti presso “Villa Verde” a Lecce. Capisco lo stato
d’animo dei genitori, ma non condivido l’inerzia dei medici italiani dinanzi a casi del genere. Presso una struttura di Caserta, gestita dal medico generico Gaudenzio Garozzo, ogni giorno vengono accolti numerosi bambini che poi andranno in Florida. Non capisco come possa un medico generico, presidente di un’associazione dove si pratica medicina cinese, avere maggiori conoscenze tecniche di qualunque altro specialista delle cliniche italiane. Non si ha notizia di un solo caso di miglioramento di pazienti sottoposti a tali terapie. Senza dimenticare che per ogni paziente che si reca negli Usa, si deve far fronte a spese che superano quasi sempre i 100mila euro. Antonio Montonato presidente associazione “Idee Valori e Solidarietà” Taurisano il tacco d’Italia
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Aprile 2009
//energie rinnovabili? non ho dubbi Egregio direttore, in riferimento alle opinioni espresse sul numero di febbraio del “Tacco d’Italia” dal giornalista Enzo Schiavano sul tema “Quando contraddire diventa regola”, con la presente tengo a ribadire che mai ho messo in dubbio la bontà e la necessità delle energie rinnovabili. Pertanto, la invito a voler rettificare quanto attribuitomi. Leda Schirinzi
// Opinioni dal Tacco terzo grado di FRANCESCO RIA f.ria@iltaccoditalia.info
www.iltaccoditalia.net
Se ho capito bene Zompì si accorge solo adesso di aver sostenuto per cinque anni un’amministrazione di cui non approva i metodi, che già non approvava ai tempi della prima giunta Venuti, quando lui era l’allora capo dell’opposizione... William Ghilardi @ 13:40-2.3.09 Commento alla news “Sindaco autoritario. Me ne vado” www.iltaccoditalia.info/sito/index-a.asp?id=6191
alba sasso
Quanto è ancora difficile, per una donna, dimostrare realmente il suo valore in ambito professionale e in politica? “Non è sempre facile perché in politica le competenze vengono spesso messe in secondo piano. E le donne sono più legate al fare, al lavoro. Sono più portate per vivere la quotidianità, anche e soprattutto nella politica, che significa discutere e tentare di risolvere i problemi della gente. Significa servizio”. Come mai i livelli più alti della formazione sono raggiunti, per la maggior parte, da donne, ma solo in poche assumono ruoli dirigenziali? “Le donne sono le più brave all’Università. Si laureano prima e con voti più alti. Anche e soprattutto nelle materie scientifiche per le quali, storicamente, si ritengono più portati gli uomini. Purtroppo scontiamo quello che, comunemente, è chiamato il ‘tetto di cristallo’: nelle posizioni apicali della società, le donne spariscono. Prendiamo l’esempio della scuola. Man mano che si sale di livello le donne diminuiscono. Sono tantissime nelle scuole dell’infanzia e, personalmente, credo che sia più difficile insegnare ai bambini che a persone più grandi, ma se andiamo a vedere tra i dirigenti scolastici ne troveremo molte di meno. Le donne rettori di Università non sono mai state più di una o due contemporaneamente”. La solita domanda: perché tutto questo? “Provo a fornire una considerazione diversa da quelle, condivisibili, di cui si parla spesso: a parità di
commenti e opinioni da
INDOVINA CHI E’?
La soluzione a pag. 30
La fortuna per il turista è che venendo qui da noi trova tanta brava gente che nell’accoglierlo gli trasmette la parte migliore di questo Salento, e forse è proprio per questo che decide di ritornare l’anno successivo. Ma se chi deve di vigilare sulla nostra salute non fa il suo dovere, il turista non ci verrà più, e non perché è spaventato dalle notizie che gli giungono dai mezzi di comunicazione, bensì perché non troverà più la meravigliosa natura che ha trovato finora e, cosa non meno grave, non troverà nemmeno gli ospitali salentini, che nel frattempo sono andati a villeggiare al camposanto. maximiano @ 18:31-5.3.09 commento alla news “Monit H2O. Che cosa c’è nell’acqua” www.iltaccoditalia.info/sito/index-a.asp?id=6213
Alba Sasso, già parlamentare, vice presidente della commissione Cultura della Camera nella scorsa legislatura, oggi presidente del Consiglio di amministrazione dell’Adisu-Puglia (nuovo ente regionale per il diritto allo studio universitario)
ruolo e responsabilità le donne vengono pagate meno degli uomini. Lo abbiamo scoperto con una delle azioni del ministro Brunetta quando sono stati resi pubblici gli stipendi dei dirigenti ministeriali. A questo va aggiunto che se le donne vanno in pensione prima, spesso, è perché assolvono a delle mancanze dello stato sociale: assistono gli anziani, si impegnano maggiormente per affrontare le difficoltà familiari e questo rende più difficile raggiungere i livelli più alti di una carriera. Le donne possono anche andare in pensione a 65 anni, ma prima vanno creati i servizi”! Esiste ancora la scelta tra carriera e famiglia? “Le donne vivono molto il senso di colpa, si sentono sempre inadempienti, hanno un altissimo senso di responsabilità, ma oggi riescono a vivere meglio questa lacerazione. Anche nel mio piccolo quando dall’impegno nell’associazionismo e nella politica gli impegni sono diventati importanti e difficili da gestire, come può essere un incarico parlamentare, questa lacerazione non l’ho avvertita. Credo, soprattutto, grazie a chi mi è stato affianco che mi ha sempre supportata”. Quindi non bastano gli asili nido aziendali per le mamma lavoratrici? “Assolutamente no. Serve affrontare un cambio di mentalità, di cultura. E poi servono anche gli asili nido: necessari anche e soprattutto per i bambini”. il tacco d’Italia
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Sono un simpatizzante del Movimento per il Sud e faccio i complimenti a senatrice Poli di essersi messa in prima fila ed avere rotto quegli schemi che nell’ultimo periodo Alleanza nazionale aveva imposto. Facciano politica non demagogia perché le persone aspettano fatti, non parole. livio milelli @ 20:41-13.3.09 commento alla news “Movimento per il Sud a grande richiesta” www.iltaccoditalia.info/sito/index-a.asp?id=6290 Vogliamo tutti i risultati delle analisi. Ci vuole trasparenza. I cittadini non si fidano più di nessuno. Vogliamo i livelli di cromo esavalente, quello che provoca i tumori. Qui stanno morendo troppe persone e chi ne ha provocato la morte le avrà tutte sulla coscienza. Vogliamo la verità @ 23:8-13.3.09 Commento all’approfondimento “Veleni a Burgesi. Terza puntata” www.iltaccoditalia.info/sito/index-a.asp?id=5810#commenti_articolo Il tempo ci dirà quello che c’è dietro a questi fatti, ma oggi abbiamo bisogno di tranquillità nei rapporti tra le parti sociali, tra le persone e soprattutto tra le istituzioni ed i cittadini. Da parte nostra, il comitato civico IO CONTO, ha sempre chiesto questo sin dall’inizio della sua costituzione al di là di quello che altri hanno cercato (invano) di fare capire. Ugento ce la farà ad uscire da questo buio periodo con l’aiuto fattivo di tutti. Vito Rizzo. io conto @ 9:46-17.3.09 commento all’approfondimento “Dieci carabinieri in più per vigilare su Ugento” www.iltaccoditalia.info/sito/index-a.asp?id=6323#commenti_articolo
BOLLETTINO DEI NAVIGANTI
// Opinioni dal Tacco
di MARIO DE DONATIS m.dedonatis@iltaccoditalia.info
l’antiliberisMo di benedetto Xvi e la cultura del preservativo
In un consultorio del Nord – mi ha confidato una mia amica – ad una donna giovanissima e fragile psicologicamente, nota preda di giovani e meno giovani, è stato prescritto – quale terapia preventiva – l’uso sistematico del profilattico. La prevenzione è, sicuramente, un elemento indice di civiltà ma, nel caso in specie, o in casi analoghi, mi chiedo se la “cultura del preservativo” possa essere considerata esaustiva per far fronte alle grandi questioni del nostro tempo. Questioni che, com’è noto, vanno ben oltre la prevenzione sanitaria, il contenimento della diffusione dei contagi (non solo quello legato alla sessualità) per interessare la sfera della “dignità della persona”, “la qualità della vita” delle comunità, il “rapporto riferito ai consumi vitali” tra aree ricche ed i Sud del mondo. Di fronte alla lacerazione del rapporto uomo-donna, che interessa anche il nostro civilissimo Occidente, alle “vite ignorate” che risaltano dalla cronaca, agli inferni che le avidità determinano nei continenti più fragili ma, anche, nelle nostre periferie, penso che la “cultura del preservativo” sia, nell’accezione più specifica, inadeguata ed in quella “comportamentale”, cinica. Nel significato più specifico di “consiglio per gli acquisti” il preservativo è, al più, uno degli strumenti per intervenire sull’emergenza. Perché le stesse condizioni per l’uso corretto dello strumento (condizioni igieniche dell’ambiente, disponibilità di acqua, ecc) non sono, per niente, assicurate nel continente africano. Sono, questo sì, privilegi di pochi. Nell’accezione più ampia “la cultura del preservativo”, bisogna ammettere, ben rappresenta il nostro tempo. Se vogliamo racchiude in sé tutti quei comportamenti personali, dei gruppi, delle istituzioni che, più che essere rivolti “al comprendere” i problemi della persona,
di una comunità, per risolverli, ricercano soluzioni pratiche, molto pratiche (ma ben studiate) per tenere sotto controllo “condizioni esplosive” o per contenere possibili fastidi, interferenze sui singoli, o sul sistema. L’esatto contrario della “civiltà dell’amore” che la Chiesa – con tutte le ombre e le luci, proprie di istituzioni costituite da uomini – è chiamata a diffondere. Come lo stesso Benedetto XVI si è proposto di alimentare con la sua recente visita nel continente africano, le cui denunce, sulle responsabilità dell’Occidente e delle multinazionali, sono state, inizialmente, fortemente oscurate da una campagna dei media “sull’uso del preservativo” e, successivamente, da colpevoli silenzi. Che cosa c’è dietro l’avversione dei media nei confronti di Benedetto XVI? Errori di comunicazione, avversità nei confronti di una Chiesa che – pur esprimendosi con lo stesso linguaggio di Giovanni Paolo II - si vuol far apparire anticonciliare? O si tratta, più semplicemente, degli ultimi colpi di coda di un sistema che, attraverso le multinazionali, ha reso “infernali” molte vite (molte volte nel nome del progresso) illudendo, con il suo inno alla crescita infinita, il mondo? Per certi versi, la visita di Benedetto XVI in Africa, con le sue denunce al “sistema liberistico”, ha ricordato quelle di Giovanni Paolo II in cui, dalla sua Polonia, ha denunciato il “sistema collettivistico”. Si possono cogliere, però, delle differenze. All’epoca le denunce di Giovanni Paolo II piacevano all’Occidente ed ai media (interpreti di una certa cultura dell’Occidente); oggi quelle di Benedetto XVI piacciono molto meno, anzi arrecano molto fastidio, perché, peraltro, sembrano, per la gran parte, in sintonia con la svolta di Obama che ci sembra meno incline alla cultura “dell’usa e getta”.
IPSE DIXIT // Chi di speranza vive “La situazione non è delle più facili, però resto fiducioso sulle possibilità di invertire questa tendenza negativa”. Giovanni Semeraro, presidente U.S. Lecce Nuovo Quotidiano di Puglia, 3 marzo 2009, p.37 // Ogni promessa è debito “Non aumenterò la Tarsu e nessun’altra tassa”. Paolo Perrone, sindaco di Lecce Nuovo Quotidiano di Puglia, 4 marzo 2009, p.9 // Questione di irriconoscenza “Questo congresso è stato un insulto. E così si sono chiusi i battenti, perché è stato rinnegato un percorso politico identitario. Qualcuno ora ha potuto godere dei frutti di un lavoro difficile, di una lunga e travagliata storia politica”. Adriana Poli Bortone, fondatrice del Movimento per il Sud Corriere del Mezzogiorno, 8 marzo 2009, p.5 // “Non sei più quella di una volta” “Adriana Poli Bortone già parla come quelli del centrosinistra. Che pessima caduta di stile”. Roberto Tundo, dirigente nazionale An Nuovo Quotidiano di Puglia, 9 marzo 2009, p.10 // Progetti da dopo-poltrona “Voglio lavorare in pieno ad una professione che non ho mai abbandonato e, comunque, solo in parte da presidente della Provincia. Un progetto politico-culturale ce l’ho: vorrei scrivere un altro libro”. Giovanni Pellegrino, presidente della Provincia di Lecce Nuovo Quotidiano di Puglia 19 marzo 2009, p.11
COME È ANDATA A FINIRE Salento show Ha vinto lei. Alessandra Amoroso, la 21enne di Galatina, ha trionfato sul palco della trasmissione tv “Amici” condotta da Maria De Filippi. Una sfida all’ultimo voto disputata contro il “collega” cantante Valerio, molto quotato ed altrettanto favorito. Ma la voce graffiante dalle accattivanti tonalità nere della salentina e la irrefrenabile energia messa in mostra fino all’ultimo istante di gara, non ha lasciato scampo. La vittoria di Alessandra conferma la grande vocazione artistica del Salento. Formazioni come i Negramaro, i Sud Sound System, gli Aprés la Classe, sono ormai realtà nazionali se non internazionali; ed è datato appena 2008 il successo degli Aram Quartet in un altro talent Show, “X factor” stavolta su Raidue. Il Tacco d’Italia aveva puntato su di lei, quando nello scorso numero l’aveva definita “una delle voci più interessanti” della trasmissione. Che farà adesso? Con i 200mila euro vinti in tv comprerà un’auto per la madre ed estinguerà il mutuo della sorella. Progetti che non fanno una piega. Auguri.
// Opinioni dal Tacco
//Questione di looK
l’aria che tira
sud nel cantiere di LUISA RUGGIO l.ruggio@iltaccoditalia.info
Malgrado tutte le complicazioni che questo territorio comporta, l’architetta Valentina Rossi ha deciso di tornare. Di tornare per restare. Una volta compiuta l’impresa di studiare, è rientrata nella sua terra per disporre nuove fondamenta e dimostrare – con una certa velocità, se si pensa ai suoi 29 anni – che questo sud può essere un cantiere per chi ha voglia di lavorarci. Talvolta, parlando con chi parte, le donne soprattutto, che sbarcano il lunario lontano dal Salento, si ha come l’impressione che cento anni fa questo bordo di mondo fosse più progredito. Fu senza propulsori a reazione che Colombo scoprì L’America. A volte le rivoluzioni si fanno con mezzi di fortuna, con ciò che capita per le mani, in condizioni che insegnano come far stare in piedi un uovo rimboccandosi le maniche. Senza bisogno di troppa meditazione, senza paura. Noialtri ci siamo abituati a quelli che annunciano le partenze, sa di coprifuoco mentre l’orologio di una nuova epoca nomade ci sovrasta di nuovo. Abbiamo quasi perduto l’aspetto familiare dei ritorni, qualcuno recide il
filo delle sue avventure e smarrisce il confine invisibile tra il suo fare e quello di un intero territorio-formicaio. Allora questa penisola può sembrare a chi è andato via senza tentare un respiro di rumore ribelle, quello che dovevano fare i vascelli all’at- Porta gli occhiali o forse no. Ha gli occhi azzurri ma, a pensarci bene, castani. Vi ricordate il gioco “Indovina chi?”, tanto in voga negli anni ‘80? Proprio tracco, una specie di cosa minima, un’anato- come in quel gioco, anche in provincia di Lecce è caccia all’identità misteriosa. Solo che bisogna indovinare il candidato alle Provinciali per il centrodemia che ha scalzato i stra. Perché, mentre la sinistra ha riempito colonne su colonne di giornali con suoi figli migliori insile danze interne alla coalizione (chi ha fatto un passo in avanti, chi ne ha nuandogli nelle vertebre fatto uno indietro), la destra sorniona è stata in silenzio. Ma forse non a la paura di un futuro guardare, puntando sull’effetto sorpresa, come Pasqua comanda. Chissà che pieno di incognite, pieno l’effetto non sia che tra i due litiganti il terzo (polo o Poli) vinca. di silenzi che si aggirano tura piena di una concezione del sud diversa. su balconi del secolo scorso. Un sud dove si può restare a costruire, non Non è così, non è sempre così, non può solo case. Lo sento il coprifuoco. Ma per foressere. Eppure deve esistere qualcosa che tuna so che nel Salento c’è Valentina Rossi, rompe con questo silenzio. Me lo dice la vita piena della nostra antica disciplina, bella di una donna che ha scelto di tornare, di fare come l’angolo della mezzanotte. Ad aprile, l’eun rumore ribelle d’attracco potente, di respisempio della sua vita è un caldo presentirare in questa terra col suo lavoro. Una donna mento di poesia. che va sui cantieri, che porta la sua architet-
di ENZO SCHIAVANO e.schiavano@iltaccoditalia.info
palazzi trasparenti. a volte si, a volte no Il bilancio non è soltanto un insieme di numeri o uno strumento riservato agli esperti. Esso influisce sul vivere quotidiano dei cittadini, dà l’impronta alla comunità e stabilisce le priorità in tanti settori diversi: dagli aiuti sociali al turismo, alla scuola, alle opere pubbliche, alle opportunità economiche e culturali ecc. E’, pertanto, imprescindibile la necessità di renderlo comprensibile a tutti, assolvendo così a criteri di chiarezza, trasparenza e comunicazione. Di solito sono le stesse Amministrazioni comunali a pubblicare i loro bilanci in forma e linguaggio comprensibili. Tanti Comuni lo fanno, senza alcuna remora. I cittadini di Casarano hanno mai visto un bilancio comunale? Credo che in pochi abbiano potuto farlo. Eppure, Palazzo
dei Domenicani si vanta di avere attuato la trasparenza amministrativa grazie alle forme di comunicazione che internet mette a disposizione. E in effetti in alcuni casi è stato fatto. Il Comune di Casarano infatti, gestisce due siti istituzionali: quello dell’amministrazione comunale (www.comune.casarano.le.it) e il sito di Area Sistema, il consorzio di Comuni la cui presidenza è detenuta dal primo cittadino Remigio Venuti (www.areasistema.it). In questi anni però, mai un bilancio preventivo o consuntivo è stato pubblicato, a parte lo schema di delibera, ossia una dichiarazione ufficiale di approvazione o non approvazione dell’atto. Tranne sul sito del Pit9 (www.Pit9.it), che pubblica tutte le determine con cui si conferiscono incarichi
ai consulenti, sugli altri due siti (quello del Comune e quello di Areasistema) non v’è traccia delle determine, ossia di quegli atti che danno conto delle decisioni che prendono quotidianamente i responsabili dei vari servizi. Non vengono pubblicate nemmeno le ordinanze (a parte alcune considerate importanti), né le licenze commerciali e le concessioni edilizie. Non si capisce perché: se sono classificati come “atti pubblici”, si dovrebbe ricorrere alle norme sulla trasparenza per rendere nota questa documentazione. Un consiglio ai candidati alle prossime elezioni amministrative: dedicate un capitolo del vostro programma elettorale a questo argomento.
Foto di nick bowers55555 tratta da www.flickr.com
//Inchiesta //Coppie instabili //Divorzio alla salentina
finchè giudice non ci separi di LAURA LEUZZI l.leuzzi@iltaccoditalia.info
L’INSTABILITÀ CONIUGALE IN PUGLIA E NEL SALENTO. DOVE SEPARAZIONI E DIVORZI CRESCONO IN LINEA CON IL TREND NAZIONALE. A CHIEDERLI SONO SOPRATTUTTO I GIOVANISSIMI. E LE DONNE A PRENDERE L’INIZIATIVA. QUASI SEMPRE PER INCOMPATIBILITÀ DI CARATTERE COL PARTNER. GLI ADDETTI AI LAVORI: “CI SI SPOSA CON IMMATURITÀ”
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il tacco d’Italia
’era una volta la famiglia tradizionale. Un marito, una moglie ed uno o più figli. Negli ultimi anni infatti profonde trasformazioni hanno investito la sfera delle relazioni familiari e sociali, determinando un mutamento di costumi e stili di vita: si sono diffuse le famiglie ricostituite, i genitori soli e i single non vedovi, le unioni libere. In questo scenario si inserisce la crescita dell’instabilità coniugale, misurata attraverso il numero di separazioni e divorzi. Eventi fortemente cresciuti nell’ultimo decennio, pur mantenendosi in Italia ancora al di sotto della media europea. Una curiosità: la prima proposta di legge per l’istituzione del divorzio venne presentata al Parlamento italiano nel 1878. A prendere l’iniziativa fu un deputato salentino, Salvatore Morelli, noto per le sue doti di uomo integerrimo e per essere stato precedentemente rinchiuso in un carcere borbonico sotto accusa di cospirazione.
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Aprile 2009
anche i pugliesi divorziano. poco u scala nazionale la Puglia è una delle regioni che ricorrono meno agli istituti della separazione e del divorzio. Uno studio pubblicato l’anno scorso dall’Istat fotografa la tendenza al 2005: nella nostra Regione in un anno si sono registrate 3,8 separazioni ed 1,6 divorzi su mille coppie coniugate. Numeri superiori solo a quelli di Basilicata e Calabria dove su mille coppie le separazioni sono state tre ed i divorzi rispettivamente 1,2 ed 1,4. Il dato medio nazionale è di 5,6 separazioni e 3,2 divorzi ogni mille coppie. Le differenze regionali possono dipendere da fattori quali il tasso di occupazione femminile, la partecipazione religiosa, una idea di famiglia di stampo più o meno tradizionale. Nonostante i “numeri” siano più piccoli di quelli relativi ad altre Regioni o alla media nazionale, la crescita del fenomeno in dieci anni (l’Istat considera il periodo dal 1995 al 2005) è perfettamente in linea, in Puglia, con il resto d’Italia: + 40% di proclamazioni di nullità matrimoniale (vedi finestra “Tutti i modi per lasciarsi”), + 43,2% di divorzi. E nella provincia di Lecce? La sensazione è che il Salento rispecchi la tendenza regionale, ma non ci sono dati che lo confermino. Il Tribunale civile di Lecce non li fornisce per tutela della privacy. Per farci un’idea della
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COME I DIVORZI, CRESCONO ANCHE LE CAUSE DI NULLITÀ MATRIMONIALE. NEL 2008 PRESSO IL TRIBUNALE ECCLESIASTICO PUGLIESE NE SONO STATE INTRODOTTE 232, OTTO IN PIÙ DEL 2007. 51 PROVENIVANO DA DIOCESI SALENTINE: 16 DA LECCE, 16 DA NARDÒ-GALLIPOLI, 12 DA OTRANTO, SETTE DA UGENTO-SANTA MARIA DI LEUCA tendenza, abbiamo incontrato gli “addetti ai lavori”: due avvocati e la referente del consultorio diocesano di Nardò. Tutti hanno confermato che anche in Salento separazioni e divorzi sono in aumento e ci hanno fornito i “loro” dati. Empirici, raccolti sul campo, ma comunque rappresentativi del fenomeno. Un capitolo a parte è quello che si riferisce alle proclamazioni di nullità del matrimonio presso il Tribunale ecclesiastico regionale, con sede a Bari. Nel 2008 sono state introdotte 232 nuove cause, otto in più del 2007; sono state concluse con decisione
LA PUGLIA È UNA DELLE REGIONI CON LA MINOR PERCENTUALE DI SEPARAZIONI E DIVORZI IN ITALIA. NEL 2005 SI SONO REGISTRATE 3,8 SEPARAZIONI ED 1,6 DIVORZI SU MILLE COPPIE CONIUGATE. LA MEDIA NAZIONALE È DI 5,6 SEPARAZIONI E 3,2 DIVORZI. I DATI SALENTINI? IL TRIBUNALE NON LI FORNISCE, PER TUTELA DELLA PRIVACY // TUTTI I MODI PER LASCIARSI In Italia i coniugi possono porre termine al proprio progetto di vita coniugale attraverso la separazione legale, il divorzio e l’annullamento del matrimonio. La separazione. Non elimina il vincolo coniugale ma lo modifica, con la temporanea cessazione di alcuni obblighi derivanti dal matrimonio. Ha carattere transitorio in quanto per i coniugi è sempre possibile riconciliarsi, senza ricorrere al giudice. Il passaggio da separazione a divorzio non è dunque obbligatorio. Il divorzio. E’ stato introdotto nell’ordinamento italiano nel 1970 (legge n.898 del 1° dicembre). Condizione necessaria per presentare domanda di divorzio è la separazio-
ne legale dei coniugi protratta per almeno tre anni. La nullità del matrimonio. La nullità del matrimonio civile è disposta in caso di violazione dei principi di legge relativi ai requisiti per la celebrazione del matrimonio. Sono cause di invalidità il vincolo di precedente matrimonio, il delitto tentato o consumato sul coniuge, un legame di parentela tra i coniugi. Il matrimonio concordatario (celebrato in Chiesa) può essere dichiarato nullo in caso di esclusione di una delle finalità del matrimonio (la fedeltà, l’indissolubilità del vincolo, la procreazione), di impotenza, di violenza fisica. il tacco d’Italia
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1962. La locandina del film “Divorzio all’italiana” di Pietro Germi, con Marcello Mastroianni e Stefania Sandrelli
254 cause (nove in più dell’anno precedente) e ne sono state archiviate 32. Delle cause concluse con decisione, 179 hanno avuto esito positivo, 75 negativo. Procedura in crescita, dunque. Dai dati del Tribunale ecclesiastico è possibile anche conoscere il numero di cause introdotte per singola diocesi: 16 a Lecce, 16 a Nardò-Gallipoli, 12 ad Otranto, sette ad Ugento-Santa Maria di Leuca. Secondo l’Istat, le delibazioni in seguito a sentenze dei tribunali ecclesiastici sono, in Italia, in un rapporto di uno a 50 rispetto a quelle dei divorzi. Tale rapporto può aiutare a farsi un’idea indicativa del numero di questi ultimi.
// CHI PRENDE L’INIZIATIVA A intraprendere più frequentemente l’iniziativa della separazione sono le mogli. I mariti attivano nella maggioranza dei casi il procedimento del divorzio. Nel 2005 il 71,7% delle domande di separazione aperte in Italia con rito giudiziale è stato presentato dalle mogli; nel caso dei divorzi, nel 56,3% dei casi dai mariti. Il 2,5% delle domande di separazione ed il 2,7% di quelle di divorzio sono state presentate congiuntamente da entrambi i coniugi (fonte: Istat).
Stefano Sinisi
avvocato presso il Tribunale ecclesiastico, Maglie
coMe se nulla fosse accaduto In che cosa consiste la richiesta di nullità matrimoniale? “E’ un ricorso introdotto presso il Tribunale ecclesiastico con il quale si chiede alla Chiesa di giudicare se il matrimonio sia valido o meno. Se non è valido è come se non fosse mai stato celebrato”. Quali sono nel Salento i motivi che inducono a chiedere la nullità del matrimonio? “Svariati. Oggi le cause più frequenti per la dichiarazione di nullità fanno capo alla cosiddetta simulazione, ovvero la condizione che si verifica quando, nel contrarre il matrimonio, una delle due parti ha una riserva sull’assunto della Chiesa secondo cui il sacramento matrimoniale è unico, indissolubile ed orientato alla procreazione”.
Come si sviluppa il processo di nullità matrimoniale? “Dopo la dichiarazione di nullità in primo grado, emessa dal Tribunale ecclesiastico regionale di Bari, ci si appella a quello di Benevento. Se i due tribunali danno sentenze conformi il matrimonio si può considerare nullo. Il Supremo Tribunale della Segnatura
COME PER OGNI PROCESSO, LA DURATA DELLE CAUSE DI NULLITÀ MATRIMONIALE VARIA DI CASO IN CASO. LE TARIFFE, INVECE, SONO STABILITE E VALIDE IN TUTTA ITALIA: LA PARTE ATTRICE VERSA AL TRIBUNALE 500 EURO; LA PARTE CONVENUTA, SE SI COSTITUISCE COL PATRONO, NE VERSA 250. L’ONORARIO DELL’AVVOCATO VARIA DA 1.500 A 2.850 EURO
Gianni Bellisario avvocato civilista e penalista, Casarano
divorziare dopo il viaggio di nozze
Apostolica dà il suo imprimatur e, a quel punto, le parti possono chiedere alla Corte d’appello italiana di recepire nell’ordinamento italiano la sentenza di nullità. Se le sentenze di Bari e Benevento sono discordanti, è necessario un terzo grado di giudizio, davanti al Tribunale della Rota Romana, ma è raro che ciò si verifichi”. Quanto dura e quanto costa un processo di nullità matrimoniale? “I tempi variano di caso in caso. Le tariffe sono fisse in tutta Italia: la parte attrice versa al Tribunale 500 euro, l’unico costo reale chiesto alle parti. La parte convenuta, se si costituisce da sola, non paga nulla; se si costituisce col patrono, versa 250 euro al Tribunale. L’onorario dell’avvocato è determinato dal Tribunale ecclesiastico alla fine della causa e va da 1.500 a 2.850 euro”. Chi chiede la nullità matrimoniale? “E’ difficile dirlo data l’assoluta trasversalità delle cause, relativamente ad età, professione, estrazione sociale. Non è un procedimento elitario e non è appannaggio degli iper-religiosi. Per molti è una catarsi”.
Anna Maria Borgia avvocata civilista e penalista, segretaria Camera civile Lecce, Casarano
da donna a donna
In base alla sua esperienza professionale, può dire che il divorzio sia in crescita? “Indubbiamente sì. Ho notato un incremento nelle richieste di divorzio dei miei clienti”. Quanto tempo serve per portare a compimento un divorzio? “Oggi le Camere di Consiglio sono molto veloci. E’ possibile liquidare anche 12 o 13 divorzi nel giro di un’ora, se sono consensuali”. Sono più gli uomini o le donne a chiedere di divorziare? “Nel 70% dei casi sono le donne; sono più consapevoli e, se decidono di separarsi, difficilmente tornano sui loro passi”. Quali sono i principali motivi che spingono al divorzio? “Contrariamente a quanto si crede, il tradimento non è il motivo principale. La causa vera è la mancanza di dialogo. In un rapporto già minato l’infedeltà del coniuge rappresenta la goccia che fa traboccare il vaso”. Qual è l’età media delle coppie che chiedono il divorzio? “Le coppie più giovani sono la maggioranza; in molti casi decidono di separarsi dopo pochi anni di matrimonio; addirittura di ritorno dal viaggio di nozze, nei casi più estremi. Tuttavia mi capita non di rado di seguire coppie di 50 o 60 anni”. Quante cause aperte si concludono effettivamente con il divorzio? “Praticamente tutte. A volte succede, però, che i due coniugi intraprendano inizialmente la causa giudiziale e, dopo anni di battaglie in udienza, la trasformino in consensuale”.
Avvocata, il divorzio è in crescita? “Indubbiamente. Oggi seguo una media di 20 divorzi all’anno, mentre quando ho iniziato, negli anni ’90, solo una o due”. Perché si divorzia? “Per incompatibilità di carattere o difficoltà a condividere la vita familiare. Ciò spiega l’incremento di separazioni tra coppie giovani. Quando il sentimento è forte, anche il tradimento si supera”. Chi decide di divorziare? “Nella maggior parte dei casi, le donne; le quali riescono meglio a riorganizzarsi una vita dopo la separazione. Gli uomini spesso subiscono la decisione”. Le sue clienti sono soprattutto donne. E’ più facile per una donna rivolgersi ad una donna? “Credo di sì. Quando ho iniziato, 18 anni fa, ero l’unica avvocata donna a Casarano. Ed ancora oggi il 70% dei miei clienti è donna. Rappresento tuttavia anche numerosi uomini”. Il divorzio è praticato indistintamente in tutti gli strati sociali? “Certamente. Esso non dipende dalla condizione economica”. Come spiega il maggiore ricorso al matrimonio. Ci si “arrende” prima? “Probabilmente. Trovo giusto che se il matrimonio non va, si possa divorziare. Ma il periodo di tre anni tra separazione e divorzio mi sembra troppo lungo. Spesso in questo arco di tempo capita che una delle due parti formi un’altra famiglia, metta al mondo dei figli, non potendo garantire loro i diritti sacrosanti di una famiglia”.
GIANNI BELLISARIO: “OGGI SONO SOPRATTUTTO LE COPPIE PIÙ GIOVANI A DIVORZIARE, ANCHE DOPO POCHI ANNI DI MATRIMONIO. NEL 70% DEI CASI SONO LE DONNE A PRENDERE L’INIZIATIVA, PERCHÉ SONO PIÙ CONSAPEVOLI E DIFFICILMENTE TORNANO INDIETRO”
ANNA MARIA BORGIA: “OGGI SEGUO UNA MEDIA DI 20 DIVORZI ALL’ANNO; QUANDO HO INIZIATO, NEGLI ANNI ’90, SOLO UNA O DUE. DOPO IL DIVORZIO, LE DONNE NON HANNO DIFFICOLTÀ A RICOSTRUIRSI UNA VITA. GLI UOMINI SUBISCONO LA SCELTA”
sospettose e gelose. il “sesto senso” feMMinile In 20 anni di attività, Gianni Paolo, titolare dell’agenzia investigativa omonima di Casarano, di storie strane ne ha viste tante. E le ha viste da vicino, dato che la modalità principale per condurre le sue indagini è il pedinamento. Il controllo diretto e costante della “preda”. Indaga su tutto: infedeltà coniugale, correttezza e fedeltà all’azienda da parte dei dipendenti, condotta dei figli nel tempo libero. Il 50% delle telefonate che arrivano in agenzia chiedono che si indaghi sul partner; arrivano soprattutto da donne. Sospettose, curiose, gelose. Quasi tutti i casi hanno esito positivo.
I CLIENTI DELL’AGENZIA INVESTIGATIVA DI GIANNI PAOLO SONO AL 99% DONNE. PER FAR LUCE SULLA PRESUNTA INFEDELTÀ DEL CONIUGE, CORRISPONDONO TARIFFE, IMPOSTE DALLA PREFETTURA, CHE VARIANO DA 60 A 120 EURO ALL’ORA Gianni Paolo titolare agenzia investigativa Gianni Paolo Investigazioni, Casarano
Chi sono i suoi clienti? “Al 99% sono donne. Di ogni estrazione sociale ed ogni età”. Come se lo spiega? “Le donne sono più sospettose; gli uomini invece stentano a parlare di cose personali”. Quanti casi trattate in un mese? “In un mese ci arrivano circa 15 telefonate di persone che vogliono indagare sul partner; molte di esse poi si tirano indietro. Intraprendiamo, in un mese, due o tre casi”. Su che cosa vi chiedono di indagare? “Su sospetti tradimenti, su presunte attività illecite del partner come l’uso di droghe o il gioco d’azzardo”. Quante volte vi è capitato che il risultato delle vostre indagini fosse la causa di una separazione o divorzio? “Il risultato delle indagini è quasi sempre positivo. Ma che sia stato causa del divorzio, è successo raramente. Spesso diventa occasione di dialogo tra i due partner che alla fine decidono di ritornare insieme”. Quali sono le tariffe per un servizio investigativo? “Variano da un minino di 60 euro ad un massimo di 120 euro all’ora, a seconda dell’orario in cui viene svolto. Sono tariffe imposte dalla Prefettura”. Può essere pericoloso? “E’ sempre pericoloso. Un investigatore è costantemente nel mirino della persona su cui indaga”. Ci racconta un caso curioso che ha seguito? “Una donna insisteva che il marito la tradisse e nonostante i nostri risultati fossero negativi, ci chiedeva di continuare ad indagare su di lui. Alla fine, scoprimmo che quando usciva di casa, l’uomo si recava nei cinema a luci rosse”. Qual è stata l’avventura più strana che le è capitata? “Mi è capitato di rimanere su un albero per molti giorni per non perdere d’occhio la mia ‘donna’; era il punto di osservazione migliore per tenere sotto controllo la mia preda. Alla fine scoprii era innocente”. Le è mai capitato di essere scoperto durante i pedinamenti? “Mi è capitato; ed ho dovuto sospendere le indagini. Ma molto raramente”.
faMiglie sotto osservatorio Si è costituito l’anno scorso presso la Provincia l’Osservatorio provinciale sui servizi sociali. Realizza approfondimenti sulla società che poi saranno la base per le iniziative da intraprendere da parte dell’Ente.
Abbiamo chiesto a Loredana Capone, assessore provinciale di riferimento (Sicurezza e qualità sociale) come si realizza nel pratico l’attività dell’Osservatorio e a quali risultati è giunta.
L’OSSERVATORIO PROVINCIALE SUI SERVIZI SOCIALI È NATO UN ANNO FA GRAZIE AD UN CONTRIBUTO REGIONALE DI 100MILA EURO. SI OCCUPA DI REALIZZARE RICERCHE SOCIALI SU FAMIGLIA E MINORI, DISABILITÀ E NON-AUTOSUFFICIENZA, DISAGIO E DIPENDENZE, NUOVE POVERTÀ, ANZIANI Loredana Capone assessora alla Sicurezza e qualità sociale, Provincia di Lecce
Con quale fine è nato l’Osservatorio provinciale per i servizi sociali? “E’ nato sulla base di un progetto regionale di massima che abbracciava tutte le cinque province. Poi ogni Provincia ha elaborato il proprio progetto esecutivo. Il nostro prevede di esercitare ricerche sociali per tracciare le condizioni di vita nel Salento da cui trarre le linee guida per la programmazione. E’ finanziato con fondi regionali per 100mila euro”. Come è strutturato? “In più tavoli: della famiglia e minori; della disabilità e della non-autosufficienza;
del disagio e delle dipendenze; delle nuove povertà; delle problematiche degli anziani”. In che cosa consiste l’attività dell’Osservatorio? “E’ un’attività di tipo analitico; l’Osservatorio realizza ricerche sociali. Il comitato tecnico è composto da dipendenti della Provincia e referenti dell’Università. Nelle scorse settimane abbiamo pubblicato due guide: la Guida ai servizi alle famiglie e ai minori e la Guida ai servizi in genere che si trovano sul territorio”. Relativamente al divorzio di quali dati è in possesso l’Osservatorio? “Non conosciamo il numero dei divorzi in Provincia. Sappiamo però che a fronte di un totale di 204.122 maschi coniugati e di 206.161 femmine coniugate in Provincia di Lecce, ci sono 2.266 divorziati e 3.654 divorziate. Stiamo analizzando questa disparità”.
il senso del sacrificio Da dieci anni Clara De Braco è responsabile del consultorio di ispirazione cristiana della diocesi di Nardò, la più vasta della provincia di Lecce. Il consultorio ha una sede centrale, a Nardò, e due sedi distaccate a
Galatone e Casarano. Si mantiene con un contributo da parte della Curia che serve solo alle spese quotidiane e offre sostegno e consulenze professionali a titolo gratuito.
OGNI ANNO SI RIVOLGONO AL CONSULTORIO DIOCESANO DI NARDÒ UNA MEDIA DI 15 COPPIE INTENZIONATE A SEPARARSI, PER I MOTIVI PIÙ DIVERSI. INOLTRE È CRESCIUTA, NEGLI ULTIMI ANNI, LA TENDENZA ALLA CONVIVENZA COME PROVA PRE-MATRIMONIALE Clara De Braco
docente di materie letterarie scuola media, in pensione; responsabile consultorio diocesano Nardò-Gallipoli
Come è organizzato il consultorio? “Vi prestano servizio figure professionali, come psicologi, avvocati, pedagogisti, medici. 25 persone in tutto. Rigorosamente volontarie”. Come si mantiene economicamente? Il logo del Consultorio “Riceve un contributo da parte della Curia. Circa 5mila euro per le tre sedi operative: oltre a Nardò, anche Galatone e Casarano”. In che cosa consiste l’attività del consultorio? “Oltre a svolgere consulenza a coppie in crisi, facciamo opera di prevenzione. I proble-
mi di una coppia si trovano a monte, in una preparazione non sufficiente al matrimonio”. Come spiega la crescita del numero dei divorzi? “La nostra società non ha il senso del sacrificio. Ciò spiega anche la crescente tendenza alla convivenza, che 15 anni fa era una rifiutata dalla nostra cultura, mentre oggi è quasi una tappa obbligata prima del matrimonio”. Quante coppie, in un anno, si rivolgono a voi perché hanno in mente di divorziare? “Circa 15. Il consultorio cerca di capire se si può salvare il matrimonio. I motivi per cui i coniugi scelgono la separazione sono diversi: primo fra tutti, l’incompatibilità di carattere; ma incidono molto anche l’invadenza dei genitori, la divergenza di vedute circa l’educazione dei figli”.
//Società //Questione di priorità //Mai senza Forever friends. Linus, il celebre personaggio dei “Peanuts”, nato dalla matita di Charles Schulz, non si separava mai dalla sua adorata coperta
toglieteMi tutto
ma non... RINUNCEREBBERO A TUTTO, MA PROPRIO A TUTTO. C’È QUALCOSA PERÒ, DI CUI I VIP SALENTINI NON POTREBBERO MAI FARE A MENO. ECCO CHE COS’È
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di LAURA LEUZZI l.leuzzi@iltaccoditalia.info
Lorenzo Ria: “Se mi dicessero: ‘Diventi ministro se rinunci alla maratona’, risponderei di no con estrema convinzione. SE SI POTESSERO UNIRE LE DUE COSE, BEH, ALLORA SAREBBE IL MASSIMO”
asqua tempo di rinunce. I cosiddetti fioretti (in genere alimentari)- che vono per purificare l?anima ed ingrazi la benevolenza del Cielo. Il fioretto effetto solo se chi lo intraprende rin a ci a cui tiene di pi : la cioccolat dolci, un bel piatto di pasta. Ci sono per , alle quali difficile dire di n ci sono fioretti che tengano. Una pass un?abitudine quotidiana, un modo di fa Anche la stessa cioccolata e lo stesso piatto di pasta, per qualcuno, possono
Lorenzo Ria, senatore Pd, Taviano Non rinuncerei per nulla al mondo alla corsa mattutina. Mi è capitato pochissime volte di saltarla e sempre controvoglia. Per me è un modo per iniziare la giornata nella maniera giusta, per stare solo con me stesso e poter pensare senza essere disturbato. Grazie alla maratona quotidiana riesco a trovare l’energia giusta per affrontare la giornata di impegni che mi attende. Se mi dicessero: “Diventi ministro se rinunci alla maratona”, risponderei di no con estrema convinzione. Se si potessero unire le due cose, beh, allora sarebbe il massimo.
il tacco d’Italia
Caterina Gerardi, docente di materie letterarie in pensione, fotografa per passione, Arnesano Non potrei mai rinunciare alla mia libertà, al mio punto di vista, alle mie opinioni. Le ho sempre difese con tutte le mie forze, quando qualcuno ha tentato di privarmene. Mi è accaduto spesso, anche in famiglia. Una famiglia di stampo tradizionale, in cui ho dovuto in molti casi rimboccarmi le maniche ed alzare la voce, anche a costo di pagare in prima persona. La libertà di poter essere se stessi e di tentare di realizzare ciò che si sogna non ha prezzo; vale la pena, dunque, difenderla ad ogni costo. E’ una costante prova di forza, non fisica, ma intellettiva. Ma è una dura prova di forza.
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Claudio Prima, Pasquale Aralla, presidente I circoscrizione Centro Mazzini, Lecce Personalmente, penso che non rinuncerei mai ad una serata con le mie figlie, a qualsiasi evento di origini più disparate che possa darmi conoscenza, sensazioni e arricchimento. Non rinuncerei alle uscite con i mitici amici che tanto calore mi danno; inoltre non rinuncerei mai ad una giornata al mare da cui traggo quella simbiosi che mi fa sentire parte integrante della natura. Ed infine, non rinuncerei mai ad un piatto fumante di pastasciutta. E’ questa una piccola sintesi delle mie irrinunciabilità.
musicista Notte della Taranta (organetto e voce), Lecce Non potrei mai fare a meno della musica. Suono da quando ho memoria. Non sarei in grado di immaginarmi diversamente. Rinunciare alla musica sarebbe come rinunciare ad esprimersi, ad avere voce; come rinunciare ad utilizzare un canale diretto del mio stato emozionale più profondo. Per me la musica costituisce una necessità perché è la maniera più autentica di dire la verità. Rinunciare a suonare vorrebbe dire rinunciare ad essere pienamente me stesso e dunque ad esistere.
Michela Di Ciommo: “a due cose non rinuncerei mai: alla libertà di esprimere le mie idee e al telefono, che mi permette di sentirmi vicina ai miei cari, mio figlio in primis” Michela Di Ciommo, presidente Commissione Pari Opportunità della Provincia di Lecce, Lecce A che cosa non rinuncerei? Potrei indicare due cose, di cui una apparentemente (solo apparentemente) materiale. La prima è la libertà di esprimere le mie opinioni. Purtroppo a volte, soprattutto recentemente, ho dovuto farne a meno. E’ sempre una grande sofferenza ma il mondo di oggi ci pone continuamente nella condizione di dover scendere a compromessi per cui, alle volte, pur di non rinunciare ai propri sogni, si è costretti a fare un passo indietro. Un passo indietro molto sofferto. Inoltre non rinuncerei al telefono che mi tiene vicina ai miei cari e mio figlio in primis. E’ un bisogno materiale ma, come si può vedere, ne nasconde uno molto più immateriale: il bisogno di mantenermi sempre vicina alle persone che amo. E a mio figlio, ovviamente.
Antonio Baglivo, direttore sportivo Circolo Tennis, Maglie Da padre di famiglia, non potrei rinunciare per nulla al mondo alla serenità e al benessere di mia moglie e dei miei due figli. Subito dopo la mia famiglia, viene la mia passione per il tennis; ed infatti difficilmente rinuncerei ad una partita del mio sport preferito. Ho 49 anni, 35 dei quali passati a giocare a tennis. Un tempo lo praticavo in prima persona a livello agonistico ed ero spesso fuori per disputare i tornei; mancavo da casa per almeno cinque giorni su sette. Ora che sono direttore sportivo, le trasferte sono meno impegnative, ma disputo almeno tre partite alla settimana. Del resto è una passione che ho trasmesso anche ai miei figli: a mia figlia, che poi l’ha abbandonata per la palestra, dandomi un grande dispiacere, e a mio figlio che invece continua a praticarla con ottimi risultati. Per me il tennis è una necessità, un modo per scaricare lo stress, per misurarmi costantemente con me stesso e per tenere sempre viva quella sana competitività.
Maria Grazia Paterno, dentista, Lecce Non potrei mai fare a meno della mia mezza giornata libera al giorno. Per me è un momento fisiologico, che devo obbligatoriamente ritagliare all’interno delle 24 ore. Mi serve per stare con i miei figli, condividendo le loro passioni; mi serve per leggere; mi serve per giocare con i miei cani. E’ una parte importantissima della mia giornata. Non potrei rinunciarci per nulla al mondo. il tacco d’Italia
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Carla Quaranta, “presidente-operaio” Coppula Tisa, Tricase Ci sono molte cose a cui non rinuncerei per nulla al mondo. Non potrei mai rinunciare alla mia libertà, al diritto di esistere, di essere sempre me stessa. La verità in primo luogo. Detesto la menzogna, l’ipocrisia, chi si nasconde dietro i luoghi comuni. Non rinuncerei mai alla possibilità di sbagliare, di mettermi in gioco, di rischiare, di osare, di lottare per le cose e le persone in cui credo. Non rinuncerei mai alla mia coperta elettrica d’inverno, ad una penna e un foglio e al mio pantaloncino di jeans d’estate. Non rinuncerei mai alla magia dei piccoli riti quotidiani, alla forza creativa dell’immaginazione, alla passione e a tutto ciò che mi lega e mi restituisce emozione. Non rinuncerei alla tenerezza della fedeltà e al coraggio della lealtà e alla possibilità di lasciarmi sorprendere. Sempre. Non rinuncerei mai al buon gusto e ad una buona parola quando serve. Non rinuncerei mai ai toni grigi dell’anima, allo sguardo lungo che unisce gli orizzonti e riflette i tramonti, agli odori e ai colori dell’alba, ai miei ricordi più cari, alla mia Bianchina, alle mie scarpe da ginnastica, alle mie contraddizioni, al mio senso del pudore e alla presunzione di saper rinunciare alla vanità del potere.
Antonio Buccoliero: “Come diceva Churchill, non potrei mai fare a meno dell’ottimismo, cioè quella capacità, tanto rara quanto preziosa, di riuscire a vedere il bicchiere sempre mezzo pieno, sdrammatizzando anche le situazioni più controverse”
Antonio Buccoliero, consigliere regionale Udeur, vicesegretario nazionale, Sava Diceva Winston Churchill: “Per quanto mi riguarda io sono un ottimista; non sembra essere molto utile essere qualcos’altro”. Questa celebre affermazione racchiude ciò a cui non potrei mai rinunciare: l’ottimismo, cioè quella capacità, tanto rara quanto preziosa, di riuscire a vedere il bicchiere sempre mezzo pieno, sdrammatizzando anche le situazioni più controverse. Se esiste un problema, esiste necessariamente anche la sua soluzione, che rappresenta un nuovo corso, una nuova opportunità e, dunque, una crescita. Da ufficiale dell’Arma prima e da rappresentante politico poi, ho sempre lasciato che l’ottimismo permeasse ogni mia scelta e mi sono reso conto di come questo atteggiamento positivo riesca non solo a risvegliare gli entusiasmi, ma anche a concretizzare la risoluzione di un problema. Chi guarda in positivo, infatti, non perde tempo a piangersi addosso, a scaricare la colpa o a polemizzare: si rimbocca le maniche e guarda, con entusiasmo, alla soluzione più efficace, trovando un’opportunità di vita anche nelle difficoltà. Ebbene, non potrei mai fare a meno di questa opportunità!
Laura Preite,
Elisabetta Salvati,
stundetessa di Filosofia, vicepresidente associazione “Terra del fuoco/Mediterranea”, Surano
presidente Scuola di formazione manageriale Aforisma, Lecce In questo momento di crisi mi sono posta il problema di rivedere le abitudini di consumo a cui ci siamo abituati. Sono felice di essermi posta questa domanda e di essermi risposta che a molte futilità rinuncerei senza davvero grande fatica. Ciò a cui non potrei rinunciare è invece la libertà di esistere con autenticità, a tutti i costi, senza alcun compromesso. Mai.
Nella vita non rinuncerei mai a quell’energia che spesso riponiamo in parti nascoste del nostro essere, nelle cave che ci costruiamo, nelle buche che a volte vediamo la necessità di scavare. Quell’energia che riesci a portare fuori e ad utilizzare al meglio in ogni attività di cui ti rendi protagonista. Non rinuncerei alla possibilità di utilizzare il mio senso di responsabilità, quello che sento impetuoso, quello che ad un certo punto diventa una bussola infallibile. Non rinuncerei alla bellezza del sentirmi parte di una comunità, del viverla, proteggendola, analizzandola, passeggiando tra i suoi problemi, le sue incertezze ed i suoi limiti. Non rinuncerei mai alla memoria che noi abbiamo deciso di portare sulle spalle. A volte un fardello difficile da sopportare, a volte una spinta a preservare le conquiste che qualcuno prima di noi è riuscito a raggiungere. La responsabilità, la comunità, la nostra storia. Non rinuncerei ad essere un cittadino.
Enrico Melissano, presidente associazione Cicloamici Fiab, Lecce Non rinuncerei mai alla mia idea di trasformare il Salento nella Danimarca del Mediterraneo. Il “parco Salento”, una regione così bella, pianeggiante, calda, così ricca di natura incontaminata, storia e tradizioni, non può che essere disseminata di miriadi di ciclovie che in tranquillità collegano i numerosi parchi e i borghi antichi interconnettendo treni e bici. Quale mezzo migliore, salutare, amico dell’ambiente, silenzioso ed economico della bicicletta per stringere relazioni umane? il tacco d’Italia
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COME TRADIZIONE VUOLE
Gallipoli. Una delle tante processioni del periodo pasquale, foto di Red Beetle tratta da www.flickr.com
in processione fino a pasQua Commozione e partecipazione caratterizzano, in Salento, l’intera settimana santa, quella precedente la Pasqua (quest’anno il 12 aprile). Gran fermento si respira praticamente in ogni centro, dove in più occasioni si organizzano processioni e si segue un rigido rituale di purificazione e preparazione all’evento. In genere i riti pasquali hanno inizio il lunedì e si protraggono fino alla domenica, giorno di Pasqua. A Gallipoli essi partono ancora prima, il venerdì precedente la domenica delle Palme, quando ha luogo la processione della Madonna Addolorata, organizzata dalla confraternita omonima. Quando, dopo la messa, la statua esce dalla chiesa ed i membri della congrega si uniscono alla folla di devoti, la commozione raggiunge livelli altissimi.
C’è chi prega e c’è chi piange. E questo è solo l’inizio. L’appuntamento successivo è il giovedì santo, quando a tarda ora, si allestiscono i “sepolcri” (“li sabburchi” o “sibburchi”, a seconda della latitudine), ovvero si decorano gli altari delle chiese cittadine (a volte possono essere anche semplici cappelle di piccole dimensioni) con fiori o stoffe finemente ricamate. Le chiese rimangono aperte alle visite dei fedeli fino al mattino successivo. A Gallipoli, la processione legata alla visita dei “sepolcri” acquista i colori delle tuniche delle diverse confraternite che percorrono al ritmo cadenzato del tamburo e allo squillo della tromba le stradine del centro storico facendo tappa e meditazione ad ogni cappella. Un’usanza legata alla visita delle chiese (devono essere almeno sette) nota nell’intero Salento è il cosiddetto “piattu pe llu sabburchiu” e consiste il tacco d’Italia
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nel disporre accanto all’altare un pane di grano lasciato germogliare al buio. Ma quando sembra che le processioni siano terminate, Gallipoli ne propone una il venerdì santo: è quella organizzata dalle confraternite del SS. Crocefisso e della Madonna degli Angeli. Anche in questo caso si tratta di un evento molto suggestivo con i confratelli che, sfilando, portano in processione le statue in cartapesta che evocano i misteri della passione di Gesù. Qualcuno, per penitenza, è scalzo e si percuote con l’antico strumento di tortura chiamato “disciplina” oppure trasporta due grosse pietre appese alle spalle. A Galatina si svolge una processione addirittura il sabato santo; sfila in quell’occasione anche la Caremma, fantoccio dalle sembianze di vecchia, simbolo della penitenza che si è protratta per l’intera Quaresima.
Almanacco salentino ACCADDE UN ANNO FA
LA RICETTA DEL MESE pupe e caddhuzzi per pascareddha
election days Dal sacro al profano. Il mese di aprile di un anno fa è stato tutto dedicato alle elezioni politiche. Si sono svolte nelle giornate del 13 e del 14 aprile ed hanno decretato la vittoria, anche piuttosto schiacciante, del PdL. Anche a Lecce e in provincia il Popolo di destra ha trionfato su quello di sinistra con numeri importanti, nonostante l’affluenza alle urne sia stata più bassa rispetto alla precedente esperienza elettorale: il 78% degli aventi diritto rispetto all’82% registrato nel 2006. Raffaele Fitto, ministro agli Affari regionali
Le urne del 2008 hanno così portato al Senato quattro salentini: Adriana Poli Bortone, Rosario Giorgio Costa e Cosimo Gallo (PdL) e Alberto Maritati (Pd); nove figli del Salento alla Camera: Raffaele Fitto, Alfredo Mantovano, Luigi Lazzari, Ugo Lisi e Vincenzo Barba (PdL); Massimo D’Alema, Teresa Bellanova e Lorenzo Ria (Pd); Salvatore Ruggeri (Udc). Raffaele Fitto verrà poi nominato ministro agli Affari regionali, mentre Alfredo Mantovano riceverà la carica di sottosegretario all’Interno. Alfredo Mantovano, sottosegretario all’Interno
l’unguento fac totuM
Ingr edienti Farina Acqua Sale Un uovo per ogni pupa o caddhuzzu
Preparazione Precisazione necessaria a chiunque voglia preparare “pupe” e “caddhuzzi” secondo tradizione: non sono per tutti. Cioè: le “pupe” sono destinate alle femminucce ed i “caddhuzzi” ai maschietti. Attenzione a non sbagliare: potrebbe essere un vero affronto per chi li riceve! Dopo aver realizzato un impasto morbido, ma non troppo, di farina, acqua e sale, si poteva procedere a dargli forma di bambina o di galletto. Dei grani di pepe nero costituivano gli occhi dei personaggi, ma ci si poteva sbizzarrire con la fantasia per renderli il più verosimili possibile. Un uovo sodo collocato proprio al centro della pancia, era una vera e propria sorpresa per i più piccoli. “Pupe” e “caddhuzzi” venivano realizzati in casa dalle mamme ed erano il corrispettivo del moderno uovo di Pasqua. Dopo averli preparati, il sabato santo si portavano in chiesa a benedire e non si potevano consumare prima del lunedì di Pasqua, giorno di “Pascareddha” (Pasquetta). Per i bambini era una dura prova di astinenza averli in casa e non poterli mordere.
sole e pioggia coMe terra coManda
Il pic nic di Pasquetta dava il via alle scampagnate fuori porta. Poteva capitare spesso, quindi, che i più piccoli incappassero in cadute con relativa sbucciatura di ginocchio o bruciature ai falò. Per tutte le ferite del caso, c’era un unguento infallibile. Ada lo preparava con bianco d’uovo e zolfo. Faceva cuocere al fuoco gli ingredienti fino ad ottenere una poltiglia, che spalmava sulla ferita. Come garze per
a cura di GIORGIO ORLANDO
la medicazione (al tempo non esistevano) utilizzava le foglie della “serpentana”, pianta spontanea dalle foglie larghe, che sostituiva due volte al giorno. Quando la ferita era in via di guarigione, cambiava pozione. Preparava il secondo unguento con cera, olio e allume. Anche in questo caso, cuoceva il composto al fuoco e poi lo metteva a raffreddare su una lastra di marmo. Poi riduceva in polvere. il tacco d’Italia
“Natale cu llu sule e Pasca cu llu tizzune, ci hoi cu bbene bbona la stagiune”. Se vuoi avere un buon raccolto, devi augurarti che il periodo invernale sia soleggiato e quello primaverile sia piovoso e freddo (tanto da richiedere l’utilizzo della legna da ardere nel camino). A dicembre, infatti, il terreno ha bisogno di sole per
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far germogliare le piante; a marzo e ad aprile, invece, ha bisogno della giusta quantità di acqua piovana per innaffiarle. Il consiglio di Giorgio è, dunque, di non lamentarsi se a primavera le temperature stentano ad alzarsi; la terra ed i suoi prodotti ne trarranno beneficio. E, di conseguenza, anche la nostra tavola dell’anno prossimo.
DITTERI ‘NTICHI
IL RIMEDIO DELLA NONNA
a cura di ADA DE PIETRO
VISTI DA VICINO
// Sul comodino e nella borsa di... //Vincenzo Barba
un’edicola sul coModino. gli appunti? nella giacca di VINCENZO BARBA Vincenzo Barba, deputato PdL Gallipoli
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l mio comodino è una vera e propria edicola, un chioschetto di giornali, riviste e libri. È, in realtà, il regno in cui soggiornano - vivendo di vita propria - quotidiani, settimanali, mensili e tanti, tantissimi libri. Libri e giornali che vorrei leggere o sfogliare durante il giorno, ma che, non trovando un minuto di tempo libero, finiscono irrimediabilmente poggiati là, accanto al letto, pronti ad ammonticchiarsi rapidamente, per formare un’autentica torre di carta dall’equilibrio incerto. Ma sbaglia, e sbaglia di grosso chi pensa che il mio comodino sia il regno del disordine. Assolutamente no. Direi che le regole che governano l’ordine nella vita normale di ogni persona, sul mio comodino vanno in deroga per essere interpretate in maniera difforme, ma non per questo meno ferrea. Saprei dire, con precisione certosina, dove si trova l’articolo di quell’editorialista che, con arguzia, si è soffermato sulla notizia del giorno. E saprei anche andare a prendere il giornale che agli occhi degli altri sembra invisibile, per quanto nascosto sotto ad una pila di carte. So esattamente dietro quale mazzetta di settimanali è nascosto il libro di cui ho fatto appena in tempo a leggere l’introduzione. Purtroppo - come ho avuto modo di dire in varie interviste - la mia giornata dovrebbe essere fatta non di 24, né di 48 ma di 72 ore per riuscire a fare tutto ciò che mi piacerebbe fare. E invece ci dobbiamo accontentare di 24 misere ore, appena 1.440 minuti. E’ il nostro destino. Ultimamente mi sta appassionando molto la “Trilogia di Millennium” di Stieg Larsson. Sul mio comodino si nascondono tutti e tre i volumi, perché talvolta dimentico gli antefatti e vado a cercare negli altri libri il reale svolgimento della situazione che ha portato a quel punto del racconto. Ma è anche vero che l’offerta giornalistica e libraria del nostro Paese è talmente vasta che sarebbe impossibile leggere tutto ciò su cui vorremmo formarci e indottrinarci. Pazienza, dovremo aspettare la prossima vita. Sempre che non ci veda impegnati con lo stesso stakanovismo di questa esistenza. Tra l’altro, a proposito di “Millennium”, ho letto da qualche parte che il “Tacco d’Italia” è stato paragonato a questa rivista di fantasia di giornalismo economico. Complimenti, mi sembra davvero un paragone entusiasmante. Quanto alla borsa, debbo ammettere che non è mia abitudine viaggiare con “24 ore”, borselli, marsupi o scrigni di cuoio di qualsiasi genere. I miei collaboratori mi coadiuvano portandomi qualche faldone o qualche cartellina per gli impegni in cui sono chiamato ad intervenire o a relazionare. Ma ho anche la buona abitudine di mettere le carte e le “cartuscelle” più importanti nel taschino della giacca. Posto sicuro e sempre infallibile. Racconterò una cosa. Una volta, durante l’inaugurazione di un convegno, chiesi all’architetto austriaco Heinz Tesar perché portasse una giacca di velluto in piena estate e se non sentisse caldo. “Caro onorevole - mi rispose – qui, in questa giacca, ho penne, matite, fogli e taccuini, tutti strumenti che sono utili ad afferrare le idee quando passano. Questo è il mio ufficio ambulante. Pensa che potrei farne a meno anche solo per il giorno di ferragosto?” Aveva ragione. Sì, aveva proprio ragione lui.
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Il comodino di Vincenzo Barba. Più che un comodino ha l’aspetto di un’edicola. Sopra, infatti, non vi sono i soliti accessori da comodino (come una lampada, una sveglia, un bicchiere d’acqua per la notte) ma solo libri e giornali di vario tipo. Spicca la stravaganza di tenere accanto al letto, oltre a giornali di informazione (tra cui il “Tacco d’Italia”), anche libri di fiabe più o meno noti.
La borsa di Vincenzo Barba. Data la linea moderna e giovanile, sembra quella di un adolescente. Per il deputato del PdL la borsa non è lo scrigno di fogli e foglietti come per molti. Egli la abbandona sul divano senza troppa premura: gli appunti più preziosi sono nel taschino della giacca!
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//Oroscopo //Il segno del mese //Ugo Latrofa Ariete (21 marzo-20 aprile)
//obiettivo: l’estero SOTTO IL CIELO DEL SALENTO
a cura di IULY FERRARI
// Toro (21.4-20.5) Vi attendono ottime soddisfazioni in campo professionale. Come tutti i “segni di terra” sarete moto avvantaggiati dalla dea Fortuna. Chi già lavora, potrà concretizzare nuovi progetti e realizzarsi anche in campo sentimentale.
// Gemelli (21.5-21.6) Saranno giorni di numerose collaborazioni che porteranno a tagliare traguardi importanti. Per voi ha inizio una fase dell’anno molto positiva. Se cercate un posto di lavoro, non disperate: è il vostro momento.
// Cancro (22.6-22.7) Termina, finalmente, un periodo di fatiche. Con l’entrata della primavera vi sentirete piuttosto affaticati ed anche un po’ giù di morale. Ma abbiate pazienza. E’ solo una fase di transizione.
prile sarà per te un mese di grande energia. Ancora più del solito vivrai la difficoltà di tenere a bada la tua parte più istintiva. In un periodo di crisi diffusa come quello attuale, che ne pensi, caro Ugo, di investire tempo ed energie all’estero? Hai mai pensato ad una meta esotica? La tua spiccata abilità nello stringere rapporti ed il tuo innato senso dell’avventura, ti daranno grande credito dappertutto. Parti, allora, senza pensarci troppo. Prepara una valigia veloce e lanciati in una nuova avventura. Metti in conto che dal 21 marzo Venere è nel tuo segno e non si escludono, dunque, innamoramenti improvvisi. L’affettività caratterizzerà l’intero mese, ma anche il lavoro andrà a gonfie vele. Molto favoriti sono i contatti al di fuori del tuo territorio di appartenenza, dove sei popolare
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Ugo Latrofa, responsabile comunicazione ed innovazione Bpp, Galatina
per forza. Il consiglio è: buttati nella mischia, agisci, non aspettare. Fatti un paio di conti in tasca e vai, facendoti trascinare dalla corrente.
// Bilancia (23.9-22.10)
// Capricorno (22.12-20.1)
Sarete concentrati principalmente su questioni che riguardano i beni immobiliari, la casa, le ristrutturazioni ed i lavori: vi sentirete molto “casalinghi”. Assecondate questa vena e godete del rapporto con la famiglia.
Sarete più cupi del solito e troppo concentrati sulla sfera lavorativa. Perseveranti per carattere, sarete in grado di superare anche questo periodo “no”. Non concentrate le vostre energie sempre e solo sul lavoro.
// Leone (23.7-23.8)
// Scorpione (23.10-22.11)
// Acquario (20.2-20.3)
Subirete l’opposizione di diversi pianeti: Marte, Nettuno e Giove vi daranno del filo da torcere. Se vorrete affermarvi, avrete molto da faticare. Coraggio. La forza che vi serve è dentro di voi.
A gonfie vele le conquiste sessuali. La casa dell’eros è nel vostro segno con l’entrata della primavera. Marte in Pesci vi dona anche un aspetto più sognante del solito e meno aggressivo. E’ il periodo adatto per i fidanzamenti.
Nonostante siate spiriti liberi, è arrivato anche per voi il momento di mettersi alla ricerca del compagno di vita. Relazioni a gogo, più o meno solide, renderanno davvero piacevole il mese di aprile.
// Vergine (24.8-22.9) Saturno nel vostro segno si oppone ad Urano; ciò significherà che dovrete mettere in campo tutta la vostra diplomazia nei rapporti interpersonali per non combinare guai. Il consiglio: tenete la lingua a freno.
// Sagittario (23.11-21.12)
// Pesci (20.2-20.3)
L’amore fila liscio, uscendo indenne anche da qualche piccola incomprensione. Grazie alla vostra giovialità saprete affrontare tutti gli imprevisti nel migliore dei modi.
Avvertirete nervosismo e tensione. Ciò vi renderà ancora più forti perché vi consentirà di tirare fuori quella sana aggressività innata. Ben vengano i viaggi distensivi per “staccare la spina”.
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Sapere, sentire, vedere a cura di FLAVIA SERRAVEZZA
MUSICA MAESTRO MUSICA MAESTRO MUSICA MAESTRO MUSICA MAESTRO MUSICA MAESTRO
f.serravezza@iltaccoditalia.info
ecco tutti i live in programma, ogni venerdì, dal 3 aprile al 1° maggio: 3 aprile: Skalento. Moderno roots-rock-reggae unito ai ritmi saltellanti dello ska. I componenti: Fabio De Vitis (voce), Alessandro Cisternino (voce), Antonio d’Amuri (chitarra, voce), Olimpio Micelli (basso), Daniele Ferreri (batteria), Rocco Nardelli (percussioni), Salvatore Minonne (tastiere e sinth). 10 aprile: Ics Project propone una serata dedicata alla discomusic ed al divertentismo. I componenti: Giusi Colì (voce solista), Shary Antonaci (voce), Marco Mastroleo (tromba), Fernando Fattizzo (piano), Luca Mastroleo (sax), Alfredo Ronzino (chitarra), Marco Calignano (basso), Roberto Duma (batteria). 17 aprile: Simone Perrone & Band. E’ una della nuove scoperte di Carosello Records. Sonorità rock con sfumature ed influenze pop, tra testi e melodie originali, che lasciano trasparire il talento emotivo da vendere: Simone Perrone (voce, chitarra, piano), Aldo Natali (chitarra), Gianluigi Giorgino (chitarra), Mike Minerva (basso), Giulio Rocca (batteria). 24 aprile: Ics Project. Serata live di sonorità funk a cura della resident band di Villa Prandico. Dal grande “sacerdote” James Brown ai giovani interpreti di oggi. 1 maggio: Ginga de Bamba Quintet propone un viaggio nella tradizione musicale del Brasile. I componenti: Francesca Leo (voce), Beppe Magagnino (pianoforte, tastiere), Marco Calignano (basso, contrabbasso), Antonio De Marianis (batteria), Daniele Leucci (percussioni).
fare musica a villa prandico Ecco una nuova residenza musicale per le band salentine. Villa Prandico, a Tuglie, si trasforma ogni venerdì in fucina d’arte per i talenti locali e gli amanti della musica live. Sul palco si alternano la resident large band Ics project (Industrie culturali del Salento) e altre giovani realtà musicali salentine accuratamente selezionate. Dopo ogni concerto, si balla con il dj resident Mr Groove. Ma non è tutto. Villa Prandico è anche osservatorio musicale. I musicisti emergenti, infatti, possono presentare nell’apposita postazione le proprie schede tecniche ed un demo: i migliori potranno esibirsi durante la rassegna estiva live che si svolgerà nel parco attorno alla villa, tra i menhir dell’artista Mauro Sances.
la prima volta di paqman e serena “Andata e Ritorno” è il primo lavoro discografico di Paqman e Serena, duo rap/hip hop italo-svizzero. Lui è un salentino doc, originario di Brindisi, mentre lei vive a Zurigo. La loro storia musicale (e non solo) inizia cinque anni fa con un incontro virtuale su un sito hip hop. L’idea di registrare una canzone li fa incontrare. L’intesa e la complicità in rima tra i due cresce, anche dopo il trasferimento di Paqman a Milano. In cinque anni hanno fatto uscire diversi release su produzioni svizzere e italiane e si sono esibiti in varie manifestazioni in Italia e all’estero. Il disco d’esordio (2008) è il racconto della loro storia in 12 tracce. Interessanti i racconti biografici dell’incontro della title track, poi i colori e i tepori passeggeri di “Un’altra estate” (brano di cui è stato girato il video con la regia di Gianfranco D’Attoma). Colpiscono l’atmosfera malinconica di ”Ricordi d’infanzia”, l’ostinata “Non mi fermo qui” (featuring Alessio Beltrami), gli amori giovanili di “Tra emozione e sentimento” e le apparenze di “Non trovo pace”. Le produzioni musicali sono affidate a pregevoli produttori della scena hip hop europea: Michel (Metrostars), Raven, Mastrobeat, Dj Esoph, Jay, con la partecipazione di Maxi B, Alessio Beltrami, Morph e Killa Mazi (Prestigio Records). Per un assaggio, www.myspace.com/paqmanserena Inviate i vostri demo al Tacco: piazza Diaz n. 5 - 73042 Casarano (Le) redazione@iltaccoditalia.info
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LUCI DELLA RIBALTA
arrivano gli scemifreddi Sono la nuova rivelazione del cabaret made in Salento. Gli Scemifreddi, trio comico di San Cesario di Lecce, si cimentano da diverso tempo nello spettacolo “Doveva succedere che succedesse” che hanno portato in scena in diversi teatri della provincia. “In una fredda serata di una calda estate, quando ci siamo accorti che ci mancava soltanto un nome, abbiamo pensato per la prima volta di essere un gruppo… Sono servite le calde serate di un freddo inverno per dimostrarlo. Non siamo trio da molto, ma nemmeno trio da poco! Come? Perché proprio Scemifreddi? Spiegarlo sarebbe come piovere sulla Croce Rossa o sparare sul bagnato… Doveva succedere che succedesse!”. Gli Scemifreddi sono Anthony Fracasso, Cristian Nobile e Tonio Rollo e il loro spettacolo è un continuo fiorire di storie impossibili, freddure e colossali “stronzate”, come tengono a sottolineare, recitate con stile ironico, sguardi grotteschi, pronunce balzane e buffi dialettismi che fanno centro. E così, una battuta dietro l’altra, spiegano: “Abbiamo cominciato con piccoli spettacolini in famiglia… ma ci venivano solo i cognati di vomito”. Da non perdere.
un’orazione per i martiri dei petrolchimici Per la verità non è un vero e proprio libro. Cioè, non è solo un libro. E’ un mediometraggio di straordinaria attualità con gli interventi eccezionali di Caparezza e Franco Battiato. “Un rumore di gabbiani. Orazione per i martiri dei petrolchimici” di Giuseppe Cristaldi, giovane autore che vive e lavora a Parabita, è la veemente descri-
appunti di natura “Nelle nostre campagne si possono osservare ancora stupendi uliveti costituiti da monumentali esemplari con alle spalle 600 anni di vita. Stesso concetto vale per la nostra fauna selvatica. Molte specie antropofobe come la faina, il tasso, la donnola, sono quasi del tutto scomparse dal nostro territorio perché sono scomparsi i il tacco d’Italia
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zione della vasta piaga petrolchimica nei territori italiani, la deriva degli operai e la rabbia delle famiglie, il disinteresse dei dirigenti e delle istituzioni. Un’opera filmica sperimentale sia a livello testuale sia strutturale, che si traduce in un canto di lotta e di denuncia, un’orazione per i martiri dei petrolchimici appunto, come recita il sottotitolo del lavoro (libro+dvd) edito da Besa. Il documentario racconta l’esperienza disumana di Gabriele Bortolozzo, exdipendente del petrolchimico di Porto Marghera, attraverso le parole crude e dense di rabbia che un operaio brindisino, gravemente malato a causa di continue inalazioni di polivinilcloruro, rivolge ad un feto, affinché possa diffondersi la speranza di un futuro diverso e niente e nessuno annaspi più nell’oblio e nell’omertà. Dopo il suo primo lavoro, “Storia di un metronomo capovolto”, Cristaldi torna a mostrare tutta la sua sensibilità verso problematiche di carattere civile. “Un rumore di gabbiani. Orazione per i martiri dei petrolchimici”, di Giuseppe Cristaldi; editore Besa, 15 euro (libro+dvd)
loro habitat, mentre altre specie più generaliste si sono adattate incrementando le popolazioni locali così come è successo ad esempio per la volpe o per la gazza”. Con l’amore e l’ammirazione che trapela da ogni riga Roberto Gennaio, tavianese d’origine, ma adottato da Alliste racconta i segreti della Serra di Calaturo, in territorio di Alliste-Felline. Uno scrigno naturalistico dove il tempo si è fermato ed ha conservato le caratteristiche ideali per la vita di alcune specie di piante e animali che sembrerebbe impensabile ritrovare in Salento. Gennaio è tecnico Arpa e socio della Società botanica italiana e di Giros, il Gruppo italiano per la ricerca sulle orchidee spontanee. Ha già pubblicato due volumi, “Alberi monumentali del Salento” e “Tra le dune e la macchia i Bacini di Ugento”. “La serra di Calaturo. Appunti di natura del territorio di Alliste-Felline” di Roberto Gennaio, Edizioni del Grifo, 22 euro.
SUGLI SCAFFALI
Sapere, sentire, vedere
//Controcanto
di SERENELLA PASCALI*
servizi sociali a doppia velocità LA PUGLIA HA DETTATO LE REGOLE PER LA PROGRAMMAZIONE E GESTIONE DEI SERVIZI SOCIALI DEI COMUNI. MA DEGLI OLTRE 46 MILIONI DI EURO EROGATI ALLA PROVINCIA DI LECCE DALLA REGIONE PER IL QUADRIENNIO 2005-2008, AL 31 DICEMBRE 2007 È STATO SPESO POCO PIÙ DEL 13,5%. ALCUNI AMBITI HANNO INVESTITO IN SERVIZI BEN DOTATI FINANZIARIAMENTE; ALTRI (LA MAGGIOR PARTE) HANNO POLVERIZZATO LE RISORSE IN PICCOLI INTERVENTI. PUBBLICHIAMO IN ESCLUSIVA UN ABSTRACT DEL DOSSIER REALIZZATO DAL CENTRO SERVIZI VOLONTARIATO SALENTO CHE SARÀ PRESENTATO UFFICIALMENTE A METÀ APRILE
I
n Puglia i piani sociali di zona (lo strumento di programmazione dei servizi sociali dei Comuni raggruppati in associazioni di Comuni) hanno programmato servizi sociali e sociosanitari a partire dal 2005. Ma a quattro anni dall’avvio di questo nuovo processo i cittadini pugliesi hanno beneficiato di pochissimi servizi sul territorio regionale, ancor meno su quello provinciale. Nel 2006 e nel 2007 la Regione Puglia completa il quadro degli strumenti normativi con la l.r. 19/2006 “Disciplina del sistema integrato dei servizi sociali per la dignità e il benessere delle donne e degli uomini in Puglia” ed il suo regolamento attuativo n. 4/2007, dettando le regole del gioco. Che spetta, già dal 2004, ai Comuni. Ma qui intervengono le prime differenze: c’è chi sta al gioco e crea sul territorio servizi per tutti, e chi fa fatica, ritarda, non sa o sa poco. Il mensile “Volontariato Salento” del CSVS ha avviato un’inchiesta che fa il punto sui servizi erogati e su quelli mancanti. I soldi sono stati erogati dalla Regione e attendono di essere organizzati in servizi per i cittadini. Complessivamente in provincia di Lecce sono stati erogati dalla Regione Puglia per il quadriennio 20052008 oltre 46 milioni di euro e, al 31 dicembre 2007, di queste risorse era stato speso poco più del 13,5%. Molto differenti i comportamenti degli ambiti in termini di servizi. Alcuni (pochi) hanno investito in pochi servizi ma ben dotati finanziariamente (in totale in provincia di Lecce sono stati previsti 555 servizi), altri, la maggior parte, hanno continuato a polverizzare le risorse in piccoli interventi che mediamente non superano i 98mila euro.
I
CHI HA FIRMATO CONTROCANTO
Significativa la scelta dell’organizzazione. La maggior parte degli ambiti territoriali continua ad effettuare servizi su scala comunale. Solo quattro ambiti su dieci hanno scelto la dimensione di ambito allargata a tutto il territorio del distretto. Anche qui non mancano le criticità. Le regole della Regione spesso vengono disattese dai Comuni o raggirate. La scelta di servizi effettuata dai Comuni salentini in questi anni è comunque chiara. Nonostante gli sforzi compiuti per qualificare il sistema di welfare nei servizi alla persona, ci sono ancora alcuni ambiti della provincia di Lecce in cui sono molto presenti i trasferimenti economici. Per alcuni si attestano ancora intorno ad un quinto/un quarto delle risorse programmate. Scarso risulta l’investimento finanziario effettuato dagli ambiti territoriali per la dotazione di strutture a carattere semiresidenziale e residenziale, con incidenze che non superano mai il 13,8%. Lo scenario che si va delineando è di un Salento a doppia velocità: da una parte ambiti che hanno erogato già tutti i servizi previsti nei Piani sociali di zona (Galatina e Maglie), tanto da richiedere alla Regione l’anticipazione delle risorse finanziarie programmate per il prossimo triennio; dall’altra parte chi ha cominciato a balbettare l’erogazione di servizi e prestazioni o è fermo al palo, con i soldi in cassa e i cittadini alle porte. *giornalista di “Volontariato Salento”; esperta di Politiche sociali
Vincenzo Magistà direttore “TgNorba” Rosanna Metrangolo caporedattore “Nuovo Quotidiano di Puglia” Marco Renna “Studio 100 Lecce” Mimmo Pavone direttore responsabile “Il Paese nuovo” Vincenzo Maruccio giornalista “Nuovo Quotidiano di Puglia” Tonio Tondo inviato “La Gazzetta del Mezzogiorno” Roberto Guido direttore “quiSalento” Lino De Matteis caposervizio “Nuovo Quoti-diano di Puglia”, vicepresidente regionale Assostampa Renato Moro capocronista “Nuovo Quotidiano di Puglia” Gabriella Della Monaca coordinatore TG NORBA GRANDE SALENTO Luisa Ruggio redattrice Canale8, scrittrice Walter Baldacconi direttore responsabile Tg Studio 100 Paola Ancora addetta stampa Ministero delle Politiche agricole Michele Mauri direttore editoriale L’ATV Antonio Silvestri addetto stampa Inps Lecce Dionisio Ciccarese presidente homepage Group, società di consulenza di comunicazione strategica ed editrice di grandi giornali e siti internet Nunzio Pacella addetto stampa Apt di Lecce Loredana Di Cuonzo giornalista pubblicista dirigente scolastico Istituto d’arte “G. Toma” Galatina-Nardò Giancarlo Minicucci direttore Il Nuovo Quotidiano di Puglia Vaileth Sumuni Luigi Russo giornalista, presidente CSV Salento Francesco Ria fisico, pubblicista
indovina chi è
“Bestiario pubblico. ovvero: come nascono nuovi improbabili personaggi sulla scena”
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