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// L’Editoriale
L’Editoriale
di Maria Luisa Mastrogiovanni
se è “emergenza” tutto è permesso
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Nata con tutte le migliori intenzioni di risollevare le sorti dell’economia, alla legge sul Piano casa, a rivedere le dichiarazioni del presidente del consiglio Silvio Berlusconi, sembra essere affidata la responsabilità di farci uscire dalla crisi. Si tratta di una legge varata in “emergenza” e le cui disposizioni valgono per un lasso limitato di tempo: in Puglia 18 mesi. L’Italia è il Paese della gestione in “emergenza”, dove ogni aspetto della vita amministrativa può essere organizzato in deroga alla norma, con conseguenze dirette sulla vita quotidiana di ognuno. Abbiamo più volte analizzato gli scempi che si sono prodotti, in tutti i settori, a causa di quest’anomalia tutta italiana: in “emergenza” si è fatta lievitare la discarica di Burgesi, aggiungendovi piani su piani; in “emergenza” si è tenuta aperta 20 anni quando doveva funzionare per dieci; in “emergenza” si sono autorizzati tutti gli impianti per la gestione del ciclo dei rifiuti; in “emergenza” sono stati costruite decine di depuratori che non depurano alcunché; in “emergenza” si sono rilasciate autorizza-
zioni per riversare nella falda acquifera profonda reflui densi di sostanze pericolose. Potremmo stilare una lunga lista delle vergogne. Ora i Comuni entro il 24 novembre prossimo sono chiamati a recepire e/o a modificare la legge regionale sul Piano casa che, merito della Regione Puglia, ha cercato di porre un argine al cemento come panacea di tutti i mali economici. La legge non piace agli imprenditori e agli artigiani, proprio per questo, perché la vorrebbero più elastica, più permissiva, per consentire di allargare gli stabilimenti e le fabbriche. Ma i Comuni dalla nostra indagine risultano inadeguati a far fronte a questa responsabilità e quei pochi che stanno redigendo le delibere per modificare la legge, lo stanno facendo per divellere tutti i paletti posti dalla Regione a tutela del paesaggio e dell’ambiente. Come Porto Cesareo, che sembra pronto a sferrare un ultimo attacco, quello definitivo, ormai, su quel poco di costa rimasta intatta. Come dire: legalizziamo lo scempio,
così non serve il condono. O Lecce, ad oggi immobile di fronte alla scadenza del 24 novembre, ma molto attiva sul fronte delle grandi speculazioni edilizie. Tutto questo mentre il capoluogo di provincia viene annoverato dalla Lonely planet, la guida per viaggiatori più diffusa al mondo insieme alla Routard, tra le dieci città al mondo che meritano di essere visitate l’anno prossimo: la cittadina, scrivono gli autori della guida, è in una posizione centrale ottimale per visitare la penisola salentina e il suo mare. Sono sempre gli altri ad accorgersi di quanto di bello abbiamo e ad amarlo. Noi lo sfruttiamo fino all’osso e lo gettiamo via.
Il mensile del salento Anno VI - n. 64 - Novembre 2009 Iscritta al numero 845 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 27 gennaio 2004
EDITORE: Nerò Comunicazione - Casarano - P.zza A. Diaz, 5 DIRETTORE RESPONSABILE: Maria Luisa Mastrogiovanni
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HANNO COLLABORATO: Mario Maffei, Laura Leuzzi, Annalisa Nesca, Luisa Ruggio, Enzo Schiavano, Mario De Donatis, Elisa Indracolo FOTO: Dove non segnalato archivio del Tacco d’Italia
sommarIo
IDEE DAL TACCO
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BOLLETTINO DEI NAVIGANTI di Mario De Donatis CHI SALE, CHI SCENDE L’ARIA CHE TIRA di Luisa Ruggio QUESTIONE DI LOOK, LA CITTÀ INVISIBILE di Enzo Schiavano
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IL PERSONAGGIO DEL MESE//Paride De Masi
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CONTROCANTO ospita Stefano Cianciotta: Puglia, il treno da non perdere entro il 2013
VEDIAMOCI CHIARO
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L’INCHIESTA //PAESE CHE VAI, PIANO CASA CHE TROVI di Laura Leuzzi
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UN SETTORE IN CRISI DI IDENTITÀ di Laura Leuzzi
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MEGLIO UNA CASA “BIO” di Annalisa Nesca
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C’ERA UNA CASA TANTO CARINA di Elisa Indraccolo
REDAZIONE: p.zza Diaz, 5 - 73042 Casarano - Tel./Fax: 0833 599238 E-mail: redazione@iltaccoditalia.info PUBBLICITÁ: marketing@iltaccoditalia.info - tel. 3939801141
Unione Stampa Periodica Italiana Tessera n° 14705
CULTURA&PERSONE
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UN PO’ DI LEGGEREZZA//MATTONE SU MATTONE di Laura Leuzzi
STAMPA: Stab. grafico della CARRA EDITRICE Z. I. - Casarano (Le) DISTRIBUZIONE: Agenzia Tarantino - Lecce 0832.240034 - 240462 ABBONAMENTI: 15,00 Euro per 10 numeri c/c n. postale 54550132 - intestato a Nerò Comunicazione P.zza Diaz, 5 - 73042 Casarano - abbonamenti@iltaccoditalia.info IL PROSSIMO NUMERO IN EDICOLA 10 DICEMBRE 2009
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di MARIO DE DONATIS m.dedonatis@iltaccoditalia.info
la strategIa dell’emergenza e l’InfIltrazIone del male Comune
Più volte ho richiamato la predisposizione, tutta nazionale, ad impegnarsi più che nell’“ordinario” nelle “emergenze” e nelle politiche che ad esse si richiamano. In un Paese che ha rinunciato alla Programmazione (emblematico il ponte sullo stretto di Messina che viene sostenuto da un Governo, cancellato dal successivo e riproposto da quello attuale), in una Regione che, da tempo, al di là delle maggioranze che governano, naviga a vista (basti pensare al ricorso ai “progetti sponda” che ha caratterizzato la “politica di coesione comunitaria”) può accadere che, provvedimenti legislativi – varati per il superamento dell’emergenza economica – determinano, a catena, “così è, se vi pare”!, altre “emergenze”. È quello che sta accadendo con i provvedimenti che la Regione ha adottato in adesione al “Piano” del Governo per dare impulso al settore dell’edilizia. Nulla da dire sul legislatore regionale che ha saputo cogliere le opportunità della “legge quadro nazionale”, salvaguardando il patrimonio storico-ambientale con vincoli e modalità opportuni. Ma dalla periferia si hanno notizie
allarmanti che mettono a nudo “altre emergenze”. Si passa dalla propensione della politica locale a “mietere consensi” giocando sui tempi delle decisioni proprie, alla “inadeguatezza delle strutture burocratiche” delle amministrazioni comunali, alle infiltrazioni, nel gioco, di operatori del “male comune”. L’assurdo è che provvedimenti legislativi, varati per concorrere – con impulsi sull’attività edilizia – al superamento della stasi “economico-finanziaria”, produrranno effetti, al di là dei tempi immaginati. Con il pericolo che le fragili strutture burocratiche, sopraffatte da progetti e sollecitazioni, possano essere travolte, insieme agli argini legislativi. In un contesto in cui i “controlli amministrativi” sono, ormai, ricordi del passato e quelli sul territorio urbano sono sempre doverosamente inadeguati ai compiti assegnati, c’è da temere che la legge per il “superamento dell’emergenza economica” produrrà, alla fine, altra emergenza: l’“emergenza condono” per le “emergenti costruzioni” edificate in attuazione delle disposizioni per l’“emergenza economica”.
pennetta. sesso debole a chi?
Flavia Pennetta
Sul trono dello sport italiano siede questo mese la brindisina Flavia Pennetta, vincitrice con Francesca Schiavone e le “doppiste” ErraniVinci della Federation Cup (l’equivalente della Coppa Davis maschile, già vinto
CHI SALE
BOLLETTINO DEI NAVIGANTI
// Opinioni dal Tacco
dalle azzurre nel 2006). Flavia è stata la prima italiana ad essere entrata nella classifica delle prime dieci tenniste al mondo ed è una delle stelle del firmamento del WTA, forse più conosciuta all’estero che in Italia. Vive e si allena a Barcellona, anche dopo l’interruzione del lungo fidanzamento con il tennista spagnolo Carlos Moya, ma ha un forte legame con la sua terra, dalla quale ha ereditato i tipici tratti caratteriali: la grande espansività e simpatia, la voglia di emergere a tutti i costi e una certa fragilità sempre in agguato. Il papà Oronzo le mise la racchetta in mano all’età di cinque anni e la mamma Concita, intuendone il talento, la affidò al maestro Alfonso Pastore presso il Circolo tennis di Brindisi. I suoi idoli sono Al Pacino e Monica Seles. Flavia Pennetta è invece l’idolo della redazione del Tacco.
miccoli. Chi l’ha visto?
Fabrizio Miccoli
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CHI SCENDE
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Diciamo la verità: dalla carriera di Fabrizio Miccoli ci aspettavamo qualcosa di più. Dopo aver vestito per dieci volte la maglia della Nazionale di Trapattoni segnando due reti (di cui una direttamente su calcio d’angolo), il Romario del Salento ha un po’ perso il piglio scattante del fuoriclasse e le giocate geniali, pur confermandosi un eccellente giocatore, perno dell’attacco del Palermo. Miccoli è amatissimo sia a Casarano sia a Lecce (caso più unico che raro). A Casarano esordì a 17 anni in C1, scoperto da Pantaleo Corvino, diventando subito titolare e segnando otto reti. La maglia del Lecce non l’ha invece mai vestita ma la sua fede giallorossa è nota, tanto che nel marzo di quest’anno ha preferito non calciare un rigore contro il Lecce (lui che è uno specialista). Fatto che naturalmente l’ha reso un eroe (al contrario di Antonio Conte, contestatissimo della sua sciagurata esultanza in un Lecce-Juve). Esploso calcisticamente in contemporanea con Cassano, il pibe di Nardò ha dovuto cedere lo scettro di “re delle Puglie” all’asso barese. Cosa che, lo confessiamo, un po’ fa rodere d’invidia, e ce lo fa affettuosamente collocare con freccia in basso.
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// Opinioni dal Tacco
//QuestIone dI looK
l’arIa Che tIra
di LUISA RUGGIO l.ruggio@iltaccoditalia.info
a Casa bruCIata
Un mio caro amico è un padre di famiglia della classe media salentina, al quale è successo di chiedere qualche aiutino alla sua banca di fiducia per ottenere delle agevolazioni temporali sul pagamento del mutuo di casa, poiché lui – che è un bravissimo infermiere ma è stato licenziato perché colpito da una malattia rarissima che lo costringe a vivere con la pensione d’invalidità – non ce la fa più a pagare, la qual cosa non gli fa credere di essere diventato un fumetto sfortunato, semmai lo terrorizza. Ha due figli piccoli, una moglie medico che lavora dalla mattina alla sera e cerca di stare sulle spese. Eppure non arrivano alla fine del mese. La banca di fiducia gli ha detto che se lo può scordare
INDOVINA CHI E’?
La soluzione a pag. 30
un aiutino e, con automatismo quasi liturgico, ha chiuso la pratica con quel bel ghigno da strozzino. Ottimo periodo per i proprietari d’appartamenti in città invece, con l’affitto ci ricavano stipendi, nelle case ci vivono gli studenti LECCE. La giunta discuteva sull’acquisto dei palazzi di via Brenta. pagando una quota mensile Ma lui, Paolo Perrone, oggi sindaco e ieri vice ed assessore al patrimonio, ha che eleva le stanze, singole o recentemente dichiarato di essere sempre stato assente in quelle decisive sedudoppie, alla categoria di te dell’assise comunale. In altre faccende affaccendato. Come dire: “Non sono monolocali da dividere con stato io”, a patto di non essere sorpreso con le mani nella marmellata altri inquilini. E, siccome una volta finita la vita da studente le cose non accennano a straordinaria consapevolezza del mio amico decollare, ora questo genere di cosa la fanno che una sera, al cinema per l’ultimo film di pure i lavoratori, così dividere l’affitto con Michael Moor (Capitalism, n.d.r.), per sdramamici o estranei è la nuova frontiera dell’ematizzare mi ha detto: quasi quasi faccio una mergenza casa, di cui poco si parla perché rapina, così mi mettono al fresco e lì almeno non fa chic. Non è che a nessuno sia venuto un tetto e un pasto caldo ce l’ho. in mente di domandare come si possa pensaImpossibile, gli ho risposto, le carceri sono re di acquistare una casa tenendo conto sovraffollate, con una rapina te la caveresti, degli stipendi medi, i patti di solidarietà, la per ottenere un posto lì devi tentare il colpo cassa integrazione, gli inverni caldi dei lavodi Stato portandoti in tasca due grammi di ratori, i tagli a questo e a quello e vattelapmarijuana e una escort o un trans, così tutti pesca, è solo che teniamo così tanto ai consapranno in tempo della notizia visto che i venzionalismi da aver inventato un termine giornalisti non sanno più occuparsi delle facpersino per le domande senza risposta, il tercende che contano. Ma io non fumo, mi ha mine sarebbe censurato con un bip persino detto lui. Non fa niente, questo non è un in un talk satirico proprio perché racchiude la Paese per vivi.
di ENZO SCHIAVANO e.schiavano@iltaccoditalia.info
bIlanCI fumosI. Quando I numerI non Quadrano Casarano. Il Comune di Casarano ha scongiurato l’ipotesi del dissesto finanziario? Non si può dire con certezza assoluta che questo rischio sia stato allontanato. La manovra finanziaria approvata dal Consiglio Comunale il 6 ottobre scorso, infatti, fissa a Euro 3.778.106,12 il disequilibrio di bilancio per l’anno corrente, ma nello stesso tempo ordina una verifica straordinaria sui residui, ammettendo in sostanza che ci sono elementi che farebbero credere che il debito del Comune potrebbe essere superiore a quello accertato. Nella delibera, infatti, si legge: “[...]dare atto che la situazione perdurante di sofferenza di cassa con particolare riferimento alla situa-
zione in essere con il Concessionario dei tributi, impone la necessità di avviare una ricognizione dei residui. Tale difficoltà suggerisce di avviare dei processi per reperire i dati necessari a valutare l’esatta consistenza e l’esigibilità dei residui, nella consapevolezza che si potrebbero verificare le condizioni di cui all’art. 244 del TUEL [...]”. L’art. 244 del Testo Unico riguarda proprio l’ipotesi di dissesto finanziario. La ricognizione dovrà essere completata entro l’aprile 2010. Nella stessa delibera si quantifica in Euro 790.169,60 i presunti debiti fuori bilancio, ma non si fa cenno al credito vantato dalla “Monteco srl”, l’ex gestore del servizio di spazzatura, che da tempo chiede a Palazzo il tacco d’Italia
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dei Domenicani il pagamento di diritti legati al costo del servizio che, tra adeguamento prezzi e conferimento in discarica, ammonta a circa Euro 3.700.000, più Iva e relativi interessi. Nella delibera, inoltre, non vengono indicati i risultati della verifica sugli ultimi cinque bilanci che ha effettuato la società di rating “Bdo”. Per riepilogare: si quantifica il disavanzo, ma si fa intuire anche che è molto di più; si indicano i presunti debiti fuori bilancio, ma si non si fa cenno ad altri debiti già noti. E’ chiaro che l’atto della manovra finanziaria è stato il frutto di un difficile compromesso con il Pd, che fa parte del nuovo esecutivo ma che costituiva la maggioranza di quello uscente.
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//L’inchiesta //Il Piano casa IL PIANO CASA NASCE CON LE MIGLIORI INTENZIONI: INCENTIVARE GLI INVESTIMENTI IN EDILIZIA. MA I COMUNI DELLA PROVINCIA DI LECCE SONO IN RITARDO ED IMPREPARATI A RECEPIRE LA NORMA REGIONALE. SI RISCHIA L’ANARCHIA O, PEGGIO, UN’AGGRESSIONE AUTORIZZATA DEL TERRITORIO di LAURA LEUZZI l.leuzzi@iltaccoditalia.info
paese Che vaI, pIano Casa Che trovI
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l 24 novembre scadranno i termini per l’approvazione da parte dei Comuni delle delibere di consiglio sul Piano casa, nato per rilanciare l’economia attraverso l’attività edilizia. Significa che entro quella data gli Enti locali dovranno aver stabilito le condizioni per l’applicazione della legge regionale nel proprio territorio. Conoscendo da vicino le caratteristiche dei luoghi di propria competenza, hanno la facoltà di rendere più restrittiva la norma regionale, ponendo dei “paletti” alla sua applicazione; ma possono anche renderla meno severa, concedendo interventi urbanistici laddove la legge indicativamente lo vieti, come nelle zone sottoposte a vincolo paesaggistico.
I
Naturalmente sta alla sensibilità delle Amministrazioni consentire interventi solo in quelle porzioni di territorio che lo possano sopportare e non dove ciò costituisca un’aggressione. Una sensibilità che in altre circostanze il Salento non ha dimostrato: quando ha concesso l’edificazione sfrenata sulla costa o in aree dal delicato equilibrio ambientale, come i parchi e le oasi naturali; quando non ha combattuto l’abusivismo; quando ha autorizzato le speculazioni edilizie.
In mancanza delle delibere comunali, la norma verrà applicata così come è stata emanata dalla Regione. Ci siamo chiesti: sarebbe un male o un bene? La conclusione a cui siamo giunti è che potrebbe essere un bene. Perché se è vero che la Regione non conosce nel dettaglio tutti i territori comunali per poterne determinare le linee di sviluppo urbanistico, è vero anche che i Municipi della Provincia di Lecce sembrano impreparati a recepire la norma ed in alcuni casi fanno fatica a comil tacco d’Italia
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prenderla a fondo; le difficoltà maggiori riguardano quelli più estesi o dal territorio più “complicato” in quanto interessato ad esempio dalla presenza di aree naturali vincolate o tratti di costa. Il rischio è dunque che possano approvare delibere non rispondenti alla legge regionale o rendere possibili gli interventi edilizi anche in aree troppo delicate per sostenerli. Il rischio è anche che ogni Comune interpreti ed applichi la norma a suo modo (ed in effetti alcuni Comuni, come Porto Cesareo ad esempio, si stanno organizzando per eliminare i paletti imposti dalla Regione, si legga a pag. 13), dando vita ad un regime di anarchia urbanistica che andrebbe a tutto svantaggio del territorio perché in controtendenza rispetto agli sforzi di programmazione paesaggistica coordinata che si sono concretizzati in documenti sovracomunali come il Ptcp, il Piano territoriale di coordinamento provinciale.
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nICastro: “I rIsChI della legge” Abbiamo posto i nostri quesiti anche a Lorenzo Nicastro, sostituto procuratore presso il Tribunale di Bari. Sono sue l’inchiesta sui presunti favori nella sanità barese, che vede coinvolti l’imprenditore Gianpaolo Tarantini e politici regionali; quella sulla Cedis Puglia; quella denominata “La Fiorita” nella quale è imputato per il reato di corruzione l’allora presidente della Regione Puglia, Raffaele Fitto, per il quale è stato chiesto il rinvio a giudizio (l’udienza si terrà il 30 novembre). Il magistrato ha confermato i nostri timori: il rischio che i Comuni si muovano ognuno per proprio conto nell’applicazione del Piano casa, c’è. E c’è anche il rischio di un’eccessiva cementificazione del territorio. Scongiurare l’aggressione del paesaggio non sarebbe dunque così facile.
a ChI gIova Il pIano Casa deguare la propria casa alle norme di sicurezza e di risparmio energetico ed ottenere in cambio la possibilità di allargarla un po’. E’ il sogno nel cassetto praticamente di chiunque. Il Piano casa si propone di realizzarlo. Emanato nelle sue linee generali dal Governo centrale il 1° aprile 2009i e poi recepito dalle Regioni tramite proprie leggi regionaliii, esso ha carattere “straordinario ed urgente” e dunque temporaneo. In Puglia ha validità di 18 mesi. Questa legge si propone di riattivare gli investimenti nel settore edile, prevedendo tre tipi di intervento urbanistico.
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L’ampliamento del 20% dell’immobile. Si applica agli edifici residenziali. E’ subordinato all’adeguamento dell’edificio alle norme di sicurezza. La demolizione di immobile non a norma e la sua ricostruzione secondo criteri di sicurezza e risparmio energetico; concessa ad edifici residenziali per il 75%. La delocalizzazione con ampliamento del 45%. Prevista anche per edifici non residenziali come attività private commerciali, turistiche, industriali, di qualsiasi grandezza, nate anche in sanatoria, che sorgono in zone non adatte, come le aree naturali protette, le zone umide, le zone sismiche, quelle a vincolo paesaggistico. Chi delocalizza può usufruire di altri incentivi quali la riduzione dell’Ici o altre imposte comunali, degli oneri di urbanizzazione secondaria o del costo di costruzione e di un ulteriore 10% di volume rispet-
to all’originale. Il vero business è qui. Sono i grandi imprenditori, in definitiva, che possono trarre maggiore vantaggio dalla legge, perché hanno maggiore disponibilità economica e perché possono usufruire degli sgravi fiscali citati. La domanda a questo punto è: quanto il Piano casa riesce effettivamente a venire incontro ai bisogni abitativi dei cittadini? E che cosa ne sarà del territorio una volta che questi interventi saranno stati realizzati? Chi vigila, infine, affinché si svolgano nel rispetto dell’ambiente? Abbiamo rivolto queste domande a tecnici del settore ed a rappresentanti del mondo associativo ed imprenditoriale. Infine, le abbiamo girate ad Angela Barbanente (pag. 14), assessora regionale all’Urbanistica, cui va la maternità del Piano casa.
la legge puglIese La Puglia è stata la prima Regione meridionale ad approvare il Piano Casa, tramite la legge regionale 14 del 30 luglio 2009, poi rettificata il 24 settembre con un “errata corrige” relativo all’articolo 3 “Interventi straordinari di ampliamento”. Sin dalla pubblicazione della legge la Regione ha attivato sul sito internet istituzionale il forum “Misure urgenti per l’edilizia”, che già nel primo mese, riferisce Emanuele Moretti, referente del forum, ha raccolto 150 richieste di informazioni da parte di privati e di studi tecnici, segno dell’interesse suscitato dalla norma.
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Se spetta ai Comuni deliberare il Regolamento che avrà validità nel proprio territorio, non si rischia un’eccessiva differenziazione nell’applicazione della legge tra Comuni vicini? “Il rischio di differente applicazione della legge da Comune a Comune è un rischio concretissimo, che pone numerosi interrogativi sul fatto che la legge regionale possa essere interpretata in maniera capillare”. Con le loro delibere ed i loro Regolamenti i Comuni potranno autorizzare interventi che stravolgeranno irrimediabilmente l’aspetto del territorio? “Gli atti regolamentativi ed ogni ulteriore attività provvedimentale della pubblica amministrazione dovranno essere rispettosi della legislazione vincolistica (territorio, paesaggio ecc.) esistente. In mancanza di vincoli ovviamente la discrezionalità amministrativa sarà molto più ampia”. Concedendo ampliamenti degli immobili fino anche al 45%, non esiste il rischio di un’eccessiva cementificazione del territorio? “Certamente sussiste concretamente il rischio di cementificazione del territorio, ma non sembra evidentemente un problema di interesse comune”. La legge prevede la possibilità di demolire un immobile che sorga in un contesto non consono, come una zona a vincolo paesaggistico, e ricostruirlo in altra zona ampliandolo fino al 45%. Ciò può essere un danno per il paesaggio? “Se la nuova unità viene costruita in zona non sottoposta a vincoli, almeno teoricamente (salvo verifiche pratiche) non si può parlare di danno per il territorio. La legge autorizza l’intervento ampliativo, quindi non possiamo parlare di danno. Altra e diversa cosa sono le considerazioni circa le scelte ‘politiche’ sottese all’intervento legislativo”. Prevedendo la delocalizzazione, la legge impone che, una volta spostato l’edificio, vengano ripristinate le condizioni paesaggistiche precedenti l’insediamento. Chi controlla che ciò venga fatto? “Controllano (dovrebbero controllare) tutti coloro che sono, appunto, dotati di potere di controllo sull’assetto del territorio. Polizia giudiziaria, Autorità amministrative e così via”. Dal momento che in passato è capitato che le Amministrazioni abbiano concesso autorizzazioni ad immobili senza curarsi troppo del danno provocato ai luoghi, oppure che abbiano chiuso gli occhi su fenomeni di abusivismo più o meno grave, come si può escludere che ciò avvenga nuovamente? “Per rispondere sarebbe necessario credere alle favole”. Andrea Morrone
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le Conseguenze sul turIsmo POTRANNO USUFRUIRE DEL PIANO CASA ANCHE I B&B E LE STRUTTURE RICETTIVE PIÙ VASTE. CIÒ PORTERÀ INEVITABILI EFFETTI SUL TERRITORIO E SUL SISTEMA TURISTICO SALENTINO luogo in cui sorgono? Quali ripercussioni avrà sul turismo salentino la legge sul Piano casa? Lo abbiamo chiesto a due “addetti ai lavori”: Stefania Mandurino, commissaria dell’Apt della Provincia di Lecce, e Giovanni Serafino, presidente della sezione Turismo di Confindustria. Entrambi concordano nel giudicare positivamente la legge e nel sottolineare l’esigenza di imporre ai Comuni regole più ferree di rispetto paesaggistico. l Piano casa non interessa solo le comuni abitazioni ma anche altri tipi di immobili, tra i quali le strutture turistiche. Il Salento ne è pieno. La legge quindi potrebbe avere delle conseguenze importanti anche sul turismo. Nella Provincia di Lecce sono presenti 973 bed and breakfast, per un totale di 3042 camere e 6609 posti letto (dati Apt Lecce). Rientrano nell’edilizia residenziale e possono pertanto essere ampliati del 20% se adeguati alle norme di sicurezza (a patto che non superino i mille metri cubi) oppure del 35% se demoliti e ricostruiti a norma (non ci sono limiti di volumetria). Nulla vieta infatti che
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amplino la loro superficie, purché, per legge regionale istitutiva dei b&b (la 17/2001), non superino le cinque camere ed i dodici posti letto ognuno. Ma possono essere interessate da ampliamento, fino al 45%, anche le strutture ricettive più grandi, come i grandi alberghi ed i villaggi turistici, se vengono delocalizzati dalle zone “delicate” nelle quali sorgono: le aree sottoposte a vincolo paesaggistico, i Sic (siti di importanza comunitaria), le oasi naturali. Come si trasformerà il paesaggio salentino se i b&b si amplieranno e i grandi villaggi turistici si sposteranno, allargandosi, dal
Stefania Mandurino commissaria Apt, Provincia di Lecce
una buona legge, ma ControllIamo I ComunI Il Piano casa può essere dannoso per il territorio? “Credo di no. L’assessore Barbanente ha recepito la normativa nazionale in maniera fortemente rispettosa del paesaggio”. Spetta però ai Comuni elaborare una delibera ed un Regolamento per la attuazione della legge regionale. E nel Salento ci sono Comuni con porzioni rilevanti di abusivismo; non potrebbe ripresentarsi lo stesso rischio? “Il problema esiste. Il Salento ha aree devastate da amministrazioni che in passato hanno consentito l’abusivismo, che ha deturpato le coste ma non solo, anche le campagne e le periferie. E poi c’è un proble-
ma di autorizzazioni e concessioni assegnate spesso secondo criteri che confliggevano con un’edilizia turistica rispettosa di spazi, servizi, aree a verde, piani di colore. Il risultato è che splendide cittadine turistiche oggi hanno aree devastate da scelte amministrative non opportune”. Il Piano casa può essere un’occasione per il turismo salentino o più un danno per il paesaggio? “Non credo che i b&b possano incidere più di tanto sul paesaggio, dal momento che sono vincolati a mantenersi entro i limiti di cinque camere e dodici posti letto. Il problema del b&b è che tali limiti spesso non vengono rispettati e questo richiederebbe un maggiore controllo da parte degli organi preposti, che in questo caso sono i Comuni. Avverto piuttosto la necessità di un controllo più fermo sul rispetto di questi limiti sottraendone la competenza ai Comuni, perché evidentemente non riescono ad attuarlo”.
Giovanni Serafino presidente Confindustria Turismo
Il terrItorIo rIsChIa dI non rIConosCersI Che cosa pensa del Piano casa? “Lo trovo un’opportunità interessante per il privato che voglia ampliare la propria casa. E mentre fornisce questa possibilità, la legge incrementa l’edilizia, perché mette in un moto un intero sistema. Il cittadino che investe chiama in causa l’impresa, che investe a sua volta, assume, crea indotto positivo per il territorio”. Non trova che nel Piano casa e soprattutto nelle delibere dei Comuni si possa nascondere un rischio per il territorio? “Purtroppo credo di sì, perché vi è il serio rischio di perdere di vista l’obiettivo che il Salento rincorre a fatica: quello di uno sviluppo coordinato. Un territorio ha bisogno di identificarsi con i suoi luoghi; il suo aspetto deve essere uno e riconoscibile. Ma se vengono autorizzati interventi differenti in ogni Comune allora si vanificano gli sforzi effettuati negli ultimi tempi. Abbiamo inoltre bisogno di regole precise dall’alto perché non possiamo più permettere ciò che è avvenuto negli anni passati quando il fine di attrarre presenze giustificava comportamenti scellerati”. Non sempre il Salento ha rispettato le regole in tema di ambiente. “Non le ha rispettate mai. Il territorio è visto come una risorsa da sfruttare al massimo e alla quale non dare nulla in cambio”. Regole ferree e rispettose dell’ambiente. Il turismo se ne gioverebbe? “Certamente sì, perché il turista ha bisogno di riconoscere i luoghi in cui si reca in vacanza. Il Salento ha una sua identità che va recuperata e valorizzata in armonia, in un contesto di programmazione sovracomunale”.
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Il ruolo deI ComunI opo aver approvato la delibera di Consiglio entro il 24 novembre, i Comuni possono, ma non sono obbligati a farlo, disporre un Regolamento esplicativo delle condizioni di applicazione della legge. “Ma i Comuni hanno difficoltà a seguire l’Ente regionale nell’approvare quegli adempimenti di propria competenza – sostiene Salvatore Matarrese, presidente di Ance Puglia - così il Piano casa che ha 18 mesi di validità rischia di essere inficiato dall’inerzia degli enti locali”.
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Salvatore Matarrese presidente regionale Ance
entI loCalI In affanno Ci sono stati Comuni salentini particolarmente celeri nel recepire la legge? “A Lecce abbiamo rilevato una certa vivacità ma la situazione è pressappoco immobile. Il problema sono i Comuni più grossi ed i capoluoghi di Provincia che hanno un’urbanistica
mal “Comune” mezzo gaudIo. l’InerzIa deI CampanIlI er farci un’idea di quale sia la situazione salentina e di come si stiano muovendo i Comuni della Provincia di Lecce nel recepire la legge regionale, ne abbiamo sentiti alcuni. Abbiamo interpellato i Comuni che per motivi diversi, sono rappresentativi di situazioni critiche o sono fiori all’occhiello per la tutela del loro paesaggio: Lecce, capoluogo di Provincia; Casarano, capofila dell’AreaVasta Sud Salento; Specchia, interessato dal parco naturale e membro del club “I borghi più belli d’Italia”; e poi Gallipoli, Nardò, Ugento, Porto Cesareo, Comuni costieri tutti ricadenti in parchi naturali regionali. Risultato: gli Enti locali si trovano in differenti punti dell’iter amministrativo di ricezione della legge; alcuni hanno già approvato la delibera, altri sono fermi e vivono la difficoltà di progettare gli interventi edilizi. La sensazione è che, in regime di incertezza e di confusione, ognuno abbia interpretato la
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norma a suo modo. Il Comune di Gallipoli è stato il primo tra i salentini ad approvare la delibera di recepimento della legge regionale (il 25 settembre 2009)iii. “Abbiamo individuato delle zone in cui aumentare le altezze degli immobili o diminuire le distanze dai confini – spiega Giovanni Pisanello, assessore comunale all’Urbanistica -. Sulla delocalizzazione non abbiamo previsto condizioni differenti da quelle regionali, ma ci siamo limitati a perimetrare le zone vincolate nelle quali consentire l’applicazione del Piano casa”. Le zone individuate sono quelle che sorgono alle spalle dell’ospedale, quelle che rientrano nella “Baia verde” ed altre zone agricole. Lì sarà possibile demolire gli edifici e ricostruirli altrove ampliandoli del 45% del volume. Nel perimetro del parco naturale “Isola di S. Andrea e litorale di Punta Pizzo” non sono consentiti interventi in deroga al piano regoil tacco d’Italia
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più complessa. La Regione ha voluto dare ai Comuni la libertà di legiferare in ordine alle esigenze stabilite dai propri Piani urbanistici, ma è proprio questa la difficoltà incontrata”. Crede che sarebbe stato utile un coordinamento tra Comuni? “E’ ciò che ho proposto: indicare nella legge dei criteri e, automaticamente, darne attuazione, in maniera tale da evitare questa difficoltà ai Comuni, che probabilmente non riusciranno a stare nei tempi previsti”.
latore. Il Regolamento non è stato ancora approntato. Con delibera del 6 ottobre scorso, il Consiglio comunale di Casarano, che abbiamo sentito in quanto capofila di Area Vasta Sud Salento, ha deciso di consentire l’ampliamento degli immobili così come previsto dalla legge regionale sia per la demolizione e ricostruzione sia per la delocalizzazione e quindi di attuare il carattere premiale della norma nel rispetto e non in deroga delle distanze e delle altezze previste dallo strumento urbanistico approvato nel dicembre 2008. “Abbiamo escluso categoricamente – dice Attilio De Marco, assessore al ramo – l’ipotesi di ampliamento di edifici ricadenti in zone sottoposte a vincolo paesaggistico o nel centro storico per evitare di prestare il fianco al rischio di deturpare il territorio”. Nonostante sia capofila di Area Vasta, il Comune di Casarano non ha programmato iniziative per fare in modo che il Piano casa venga recepito in maniera coerente in tutti i Comuni che ne fanno parte. “Riteniamo l’applicazione della legge un fatto individuale di ogni singolo Comune”, spiega De Marco. Drammatica condizione di blocco per il Comune di Lecce, che, come riferisce Chiara Marcellini, responsabile amministrativa dell’Ufficio Urbanistica, non ha ancora approvato la delibera che è ancora in fase di elaborazione. Abbiamo chiesto le motivazioni di tale ritardo a Roberto Marti, assessore all’Urbanistica, che, seppur sollecitato diverse volte, non ci ha risposto. Il Comune di Porto Cesareo ha l’indice di abusivismo più alto d’Italia. Negli anni Ottanta sono sorti edifici a pochi metri dalla costa, realizzati, per giunta, senza il minimo rispetto delle norme estetiche e di sicurezza. Qui l’applicazione del Piano casa assume un’importanza particolare, perché potrebbe permettere di adeguare a norma una percen-
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tuale altissima di immobili. Tuttavia, l’ampliamento degli stessi previsto dalla legge regionale potrebbe costituire un rischio per il territorio comunale che è sottoposto a vincolo per il 99% della sua estensione: l’intero Comune è un’oasi marina protetta. Nonostante ciò, l’indirizzo dell’Amministrazione è di permettere l’applicazione del Piano casa anche nelle zone sottoposte a vincolo. “Nel nostro Comune - spiega l’assessore Salvatore Alemanno - non è pensabile escludere l’attuazione del Piano casa in queste zone dove, invece, esso può risanare l’architettura abusiva realizzata senza alcun rispetto delle regole negli anni Ottanta”. Porto Cesareo è molto indietro nell’iter di recepimento della legge. La delibera di Consiglio non è ancora stata approvata. Situazione di stand-by anche per il Comune di Ugento, che aveva già predispo-
sto, ma non approvato, una delibera entro il termine fissato del 2 ottobre ma che, prorogata la scadenza, ha preferito studiare meglio la legge. “Nel parco naturale Litorale di Ugento – garantisce Antonio Mauro, assessore all’Urbanistica - non sarà possibile realizzare alcun intervento di ampliamento perché è già vincolato da una legge speciale. Vogliamo, però, prevedere delle premialità per chi abbia voglia di delocalizzare, allontanandosi dalla costa e dalle zone sensibili”. Nemmeno il Comune di Nardò ha ancora deliberato sul Piano casa. “Le intenzioni – spiega Cosimo Caputo, assessore all’Urbanistica - sono quelle di non permettere alcun intervento nel centro storico”. Nelle zone con vincolo paesaggistico verranno invece individuate le aree nelle quali consentire l’aumento di volumetria. Il parco naturale “Portoselvaggio e Palude
Paolo Stefanelli già presidente Ordine nazionale degli ingegneri
“una legge Che Confonde le Idee” “La legge regionale pugliese stravolge lo spirito del Piano casa”. A Paolo Stefanelli, già presidente dell’Ordine nazionale degli ingegneri ed attuale componente del Consiglio nazionale, che difende a spada tratta il Piano casa nazionale, la legge regionale non piace affatto. Secondo il tecnico quella pugliese è una legge senza anima e senza obiettivi chiari e, cosa più grave, si presta a dubbi interpretativi che “daranno tanto lavoro agli avvocati ma pochissime certezze ai cittadini. Ciò determinerà inevitabilmente differenze, anche sostanziali, nell’applicazione della legge tra le diverse Regioni”. Se spetta ai Comuni approvare la delibera ed il Regolamento che avrà validità nel proprio territorio, non si rischia un’eccessiva differenziazione nell’applicazione della legge? “Certamente sì; ci si ritroverà ad avere condizioni differenti di applicabilità della legge in Comuni dirimpettai. Un ulteriore colpo all’idea di appartenere ad uno Stato unico e che abbia a cuore i problemi di tutta la cittadinanza”. Ragionando per assurdo, i Comuni con le loro delibere ed i loro Regolamenti potranno autorizzare interventi che stravolgeranno irrimediabilmente l’aspetto del territorio? “Non succederà niente. Questa è una legge fatta per non cambiare niente. I Comuni non redigeranno i Regolamenti perché non sono in grado di programmarli senza coordinamento dall’alto”. Mettiamo che lo elaborino. Potrebbe collidere con le azioni di progettazione territoriale provinciali come il Ptcp? “E’ l’ultimo dei problemi”. Secondo lei, la legge avrebbe dovuto dare maggiore libertà d’azione ai Comuni e, di conseguenza, maggiori possibilità ai cittadini? “Mi sarei aspettato un rilancio del principio di ammodernamento degli edifici. Se il cittadino adegua la sua abitazione alle norme, lo Stato non avrà costi sociali legati alla sicurezza”.
DELOCALIZZARE IMMOBILI CHE SI INSERISCONO MALE NEL CONTESTO IN CUI SORGONO PUÒ PERMETTERE DI RIPRISTINARE LE ORIGINARIE CONDIZIONI DEI LUOGHI. MA NEL SALENTO IL RECUPERO NON È STIMOLATO Ma concedendo ampliamenti degli immobili fino anche al 45%, non esiste il rischio di un’eccessiva cementificazione del territorio? “E come può esserci? Sono ampliamenti da realizzarsi in zone edificabili”. Ma ci sono Comuni, nel Salento, dove l’abusivismo edilizio raggiunge percentuali di territorio altissime e altri fortemente interessati da edificazione sulla costa o in zone di alto pregio paesaggistico. Non si rischia di aggravare queste realtà? “No, perché la legge non consente edificazione in lotti liberi. Un grosso problema del Salento e della Puglia è la corsa a mantenere bassissimi gli indici di edificabilità dei suoli. Esistono così villaggi sulla costa, come Torre Lapillo, che sono enormi; in Romagna, su quella superficie, si insedierebbe un milione di abitanti”. Ma delocalizzare una struttura non residenziale che sorge in una zona vincolata non significa costruirla due volte, dunque infliggere una doppia sofferenza al territorio, visto che la si ricostruisce più grande? “Non è detto che le cose fatte dall’uomo siano brutte e quelle naturali siano belle”. Ma molte volte questi edifici sono nati in maniera abusiva e sono stati sanati in un secondo momento. “Meglio toglierli e ripristinare le condizioni precedenti l’insediamento. Nel Salento non concepiamo il ripristino degli spazi”. E’ possibile recuperare al 100% la condizione originaria del territorio? “Certo”. Si fa? “No. Perché il recupero non viene stimolato perché probabilmente non ci si crede”.
del Capitano” non sarà interessato dagli interventi. “Non abbiamo in mente di permettere ampliamenti del 45%, pur previsti dalla legge regionale”, aggiunge Caputo. Specchia è uno dei Borghi più belli d’Italia. Ciò impone al Comune un costante controllo urbanistico che va dall’aspetto degli edifici ai materiali utilizzati. “Abbiamo deciso di non andare in deroga al pug su distanze ed altezze, perché non ci sembra giusto nei confronti di chi costruirà quando il Piano casa non sarà più applicato”, dice Antonio Biasco, sindaco di Specchia con delega all’Urbanistica. “Tutto ciò che è vincolato non si toccherà - aggiunge – ed anche il centro storico sarà categoricamente escluso dall’applicabilità della legge”. Il Piano casa non lo convince e Biasco avverte l’esigenza di approfondirlo ancora. Per questa ragione la delibera di Consiglio non è stata ancora approvata. Daniele De Fabrizio presidente Ordine degli ingegneri della Provincia di Lecce
le proposte deglI IngegnerI Secondo Daniele De Fabrizio, presidente dell’Ordine degli ingegneri della Provincia di Lecce, la legge regionale pone un freno ingiustificato alla possibilità di ristrutturare un patrimonio edilizio esistente ed inutilizzato. Assieme agli altri Ordini provinciali della Puglia, l’Ordine di Lecce ha così inviato delle richieste di modifica della legge. Una di queste riguarda la data di accatastamento degli immobili oggetto degli interventi. “La Regione spiega De Fabrizio – permette gli interventi descritti dal Piano casa solo a quelli regolarmente accatastati entro il 31 marzo 2009 o in fase di accatastamento alla data di entrata in vigore del provvedimento. E’ un limite incomprensibile in quanto l’accatastamento di un’abitazione non ha nulla a che vedere con la sua regolarità”. Ma questo non è l’unico punto che non convince gli ingegneri. L’ampliamento dell’immobile residenziale risulta molto costoso per il cittadino che, per adeguare la propria abitazione alle indicazioni sulla sicurezza fornite dalla legge (ad esempio i vetri con intercapedini di aria o gas), si ritrova a pagare una somma di circa 20mila euro prima ancora di aver posato la prima pietra. Troppi “paletti”, secondo De Fabrizio, renderanno inapplicabile la legge anche relativamente alla delocalizzazione. Può succedere che un Comune approvi un Regolamento scellerato danneggiando ulteriormente il territorio? “Certo che è possibile. Perché quel regolamento non è soggetto ad alcun controllo. Se esistono già gli strumenti urbanistici ed esiste un Piano territoriale di coordinamento provinciale che detta regole, perché chiedere ad ogni Comune un Regolamento? Si stanno ponendo i bastoni tra le ruote alle piccole famiglie e si sta favorendo il grosso. Le famiglie non potranno mai approfittare della legge”. Le risulta che i Comuni stiano elaborando il Regolamento? “Hanno tutti grandi difficoltà”.
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Il parere deglI artIgIanI Uno studio realizzato nel marzo scorso da Confartigianato nazionale, aveva previsto che il Piano casa avrebbe potuto interessare, in Italia, oltre 9 milioni di edifici. Lo studio stimava oltre 300mila interventi che avrebbero Corrado Brigante determinato un aumento di circa 10 miliardi di euro di fatturato nel settore delle Costruzioni. La Puglia, secondo questo studio, sarebbe stata interessata da circa il 3% degli interventi totali per oltre 300 milioni di euro. Ma nella sua previsione, Confartigianato aveva preso in considerazione, quali potenziali destinatari degli interventi, anche gli artigiani e le piccole imprese, con una crescita stimata in termini di occupazione di quasi 100mila unità, pari ad un aumento del 5,3% di muratori, intonacatori, pavimentatori, pittori, impiantisti, falegnami, serramentisti, eccetera. “Introducendo la rettifica all’articolo 3 – afferma Corrado Brigante, presidente Confartigianato Imprese Lecce - la legge regionale pugliese discrimina proprio quelle attività che necessitano di interventi di ampliamento, seppure di modesta entità. Pensiamo a piccoli locali destinati a magazzino o deposito oppure a servizi igienici”.
l’ottImIsmo della regIone Eppure il Piano casa, approvato all’unanimità del Consiglio regionale, ha ottenuto commenti positivi anche da parte del centrodestra pugliese. Lo riferisce Loredana Capone, vicepresidente Loredana Capone della Regione Puglia ed assessora allo Sviluppo economico. “Prevede infatti - dice Capone - la possibilità di incremento dell’edilizia nel rispetto dell’ambiente e punta non soltanto ad interventi utili al miglioramento edilizio all’interno delle zone urbane, ma al contingentamento energetico”. Alla luce degli interventi di Matarrese, Stefanelli, De Fabrizio e Brigante, le chiediamo se il fatto che ogni Comune debba redigere un proprio Regolamento senza dar conto delle proprie scelte possa costituire un rischio per il territorio. Ci risponde di no. “E’ assolutamente necessaria la collaborazione dei Comuni; diversamente le attività previste dalla Regione rimarrebbero sulla carta”.
barbanente: “vI spIego Il pIano Casa”
Angela Barbanente
Diverse categorie di artigiani e di professionisti muovono alla legge regionale la critica di essere troppo restrittiva. Che cosa risponde? “Si tratta di interventi in deroga rispetto alla strumentazione urbanistica. E se è ragionevole ipotizzare che nelle aree sottoposte a tutela particolare attenzione sia prestata dagli strumenti urbanistici nella definizione delle condizioni di ammissibilità di interventi di ampliamento o demolizione e ricostruzione degli edifici esistenti, quale senso di responsabilità dimostrerebbe una Regione che consente di rimuovere tali condizioni con una norma derogatoria”? Un’altra critica che viene mossa alla legge è di gravare troppo sul comune cittadino e di favorire il grosso speculatore. La legge può fallire nel suo obiettivo primario? “In Puglia l’entità del contributo di costruzione è già piuttosto modesto rispetto ai reali costi di costruzione e ancor di più rispetto ai valori immobiliari. D’accordo con l’Ance Puglia si è ritenuto che la sua riduzione fosse inopportuna per evitare di far gravare sui Comuni i costi economici delle misure straordinarie a
sostegno dell’edilizia oggetto del provvedimento legislativo. La norma asseconda l’interesse privato ma avendo l’accortezza di non provocare danni alla collettività”. Gli interventi di delocalizzazione sono concessi a patto che venga ripristinato lo stato dei luoghi precedente l’insediamento. A chi spetta il controllo? “In Italia c’è un regime sanzionatorio molto pesante e ci sono responsabilità penali. Non spetta solo ai Comuni controllare ma anche ai singoli professionisti autocontrollarsi”. In che modo la Regione impedirà che i Comuni elaborino Regolamenti troppo differenti andando contro la programmazione coordinata dal territorio? “I Comuni devono stare molto attenti perché chi approva delle delibere illegittime, ovvero non coerenti con la legge regionale, mette nei pasticci i cittadini. Devono usare una maggiore responsabilità”. Molti Comuni stanno riscontrando difficoltà ad approvare la delibera. C’è il rischio che non abbiano compreso bene la norma? “La norma è molto chiara. Peraltro abbiamo aperto il Forum in rete, abbiamo tenuto numerosi incontri nei territori. Questa distrazione non è ammessa. Sta ai Comuni applicare correttamente le indicazioni che la legge regionale fornisce loro”.
“NELL’APPROVARE LE DELIBERE DI APPLICAZIONE DEL PIANO CASA I COMUNI DEVONO STARE MOLTO ATTENTI PERCHÉ CHI APPROVA DELLE DELIBERE ILLEGITTIME, NON COERENTI CON LA LEGGE REGIONALE, METTE NEI PASTICCI I CITTADINI”
iDisegno di legge dello Stato 18/2009 ii La legge pugliese è la 14/2009 del 30 luglio 2009, poi rettificata il 24 settembre 2009. Il termine per l’approvazione delle delibere comunali era inizialmente il 2 ottobre 2009; esso è stato successivamente spostato al 24 novembre in quanto il 24 settembre la Regione ha apportato una modifica alla legge regionale, introducendo un “errata corrige” all’articolo 3. La rettifica “per mero errore interpretativo” restringe l’applicabilità dell’intervento di ampliamento ai soli edifici residenziali di volumetria massima pari a mille metri cubi e puntualizza che possono essere ampliati nel limite del 20% e non oltre i 200 metri cubi. Il testo originale, invece, prevedeva l’accesso agli interventi di ampliamento agli edifici residenziali senza limiti di volumetria e a quelli non residenziali fino a mille metri cubi. La norma ha una durata di 18 mesi. iii Delibera di Consiglio n.51 del 25 settembre 2009
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NUMERO DI AZIENDE E DI LAVORATORI IN CALO; DI CONTRO, AUMENTO DELLA CASSA INTEGRAZIONE E DI CATTIVE PRASSI COME LE FALSE DICHIARAZIONI CONTRIBUTIVE. LA CRISI È FORTE ANCHE IN EDILIZIA. ED IL COMPARTO NON RICONOSCE PIÙ SE STESSO
di LAURA LEUZZI l.leuzzi@iltaccoditalia.info
un settore In CrIsI dI IdentItà a casa è la casa. Uno dei beni primari per gli italiani, la casa ha forse ancora più valore per pugliesi e salentini. Rappresenta il “certo”. Altrettanto è sempre stata l’edilizia per l’economia: il settore trainante, quello dal quale è partita la ripresa in tempo di crisi. Ma per gli economisti una congiuntura economica avversa come quella attuale non si era mai verificata. La crisi è stata talmente impietosa che anche il settore “certo” per eccellenza ha subìto il colpo.
L
// LA NATI-MORTALITÀ DELLE IMPRESE (dati Camera di commercio Lecce) I trimestre 2009 Settore di attività imprese registrate Costruzioni 10.033
attive 9.304
iscritte 264
cessate 419
saldo tasso di sviluppo -155 -1,52%
attive 9.377
iscritte 178
cessate 189
saldo tasso di sviluppo -11 -0,11%
II trimestre 2009 Settore di attività imprese registrate Costruzioni 10.077
// LA RIDUZIONE DEGLI INVESTIMENTI
// I POSTI DI LAVORO E LA CASSA INTEGRAZIONE
Il comparto edile rappresenta il 10% del Pil regionale. La sua crisi si ripercuote pertanto su molti altri settori. Secondo le stime realizzate dai sindacati regionali di categoria (Fillea Cgil, Filca Cisl, Feneal Uil), gli investimenti in costruzioni si ridurranno in Puglia del 10,9% rispetto al 2008, dopo un ulteriore calo del 2,3% registrato nel 2008 rispetto all’anno precedente. Una flessione che coinvolge tutti i comparti di attività: -12% per le costruzioni non residenziali private e -8,1% per le opere pubbliche. L’attività nel comparto dell’edilizia residenziale ha accusato una contrazione pari al 3,4%. Il numero delle unità abitative iniziate nel biennio 20072008 si è ridotto del 67% rispetto all’anno precedente. Nelle costruzioni, la Puglia ha perso circa 120mila occupati nei primi sei mesi del 2009.
L’osservatorio della Cnce (Commissione nazionale casse edili) segnala che nel periodo ottobre 2007-giugno 2009, si è verificata una contrazione del 18,5% del monte ore versate (le ore di lavoro retribuite agli operai), dell’11,6% dei lavoratori iscritti, del 9,5% delle imprese iscritte. A livello regionale, la cassa integrazione ordinaria e straordinaria nel periodo tra gennaio-agosto 2008 e gennaio–agosto 2009 ha subito un incremento del 157,28%. La Provincia di Lecce conferma il trend negativo: qui in un anno la cassa integrazione ordinaria è passata da 28.352 a 50.775 ore per il settore edile e da 11.308 a 74.746 ore per quello del legno; la straordinaria, da 29.504 a 35.720 ore per il settore edile (quello relativo al comparto del legno non è ancora stato elaborato). il tacco d’Italia
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// GLI INFORTUNI SUL LAVORO L’unico dato positivo riguarda gli infortuni sui cantieri: nel 2009 in Puglia se ne sono registrati 1.446 in meno rispetto al 2008: i dati aggiornati allo scorso luglio parlano di 10.426 infortuni rispetto agli 11.892 del luglio 2008. Tale riduzione potrebbe essere un positivo effetto dell’introduzione del corso delle “16 ore prima”, ovvero la formazione sulla sicurezza cui i lavoratori si sottopongono prima di entrare per la prima volta in cantiere. La Provincia di Bari è stata la più colpita con 4.302 incidenti sul lavoro nell’anno in corso (nel 2008 se ne registrarono 4.869). La provincia leccese è la seconda su scala regionale per numero di infortuni sul lavoro: quest’anno se ne sono verificati 1.763; 121 in meno rispetto all’anno scorso (1.884).
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Valentino Nicolì presidente Cpt, Centro paritetico territoriale, Lecce
Nicola Delle Donne presidente Scuola edile Lecce
l’assunzIone del gIorno prIma
la sICurezza In 16 ore
Qual è il trend degli infortuni sul lavoro in Provincia di Lecce? “Il Salento è sostanzialmente in linea con i dati nazionali. Nella Provincia di Lecce il 2008 ha visto un -7% di infortuni indennizzati rispetto al 2007. Le statistiche ci dicono che il merito è della legge 626/94 e poi dal blocco normativo che è sfociato nel Testo unico sulla sicurezza 81/2008 che di fatto ha accresciuto la sensibilità delle aziende e dei lavoratori rispetto ai temi della sicurezza”. Come si inserisce il settore edilizia in questo quadro? “E’ uno dei settori maggiormente a rischio, in quanto il lavoratore cambia ogni giorno attività lavorativa e mansioni. Tuttavia circa il 50% degli infortuni è ascrivibile ai cosiddetti ‘infortuni in itinere’ che non avvengono sul cantiere ma nel percorso casa-lavoro”. Quanto questi dati sono inficiati dalla presenza di lavoro nero? “Negli ultimi anni l’introduzione del Durc, il Documento unico di regolarità contributiva, anche nel settore privato sta portando ad un’emersione del lavoro nero. Un’altra importante introduzione normativa, che risale alla Finanziaria 2007, è stata la cosiddetta ‘assunzione del giorno prima’, che oggi rende obbligatorio comunicare l’assunzione di un lavoratore il giorno prima dell’effettivo inizio dell’attività lavorativa. Ciò per combattere lo strano fenomeno, che si verificava negli anni scorsi, di infortuni al primo giorno lavorativo; naturalmente gli infortuni non avvenivano realmente al primo giorno di lavoro; era semmai il datore di lavoro che dichiarava l’assunzione dell’operaio al momento dell’infortunio”.
Dal primo gennaio 2009, un lavoratore al primo ingresso nel settore edile deve, prima dell’assunzione, ricevere una formazione di mestiere che tenga conto delle tematiche della sicurezza; il corso ha durata di 16 ore e si svolge presso la Scuola Edile. L’innovazione è stata introdotta da Ance e da altre associazioni imprenditoriali insieme a Feneal-Uil, FilcaCisl e Fillea-Cgil, nell’ultimo contratto collettivo di lavoro delle costruzioni. I costi sono a carico della Scuola Edile, se il lavoratore frequenta il corso ancor prima dell’assunzione; a carico dell’impresa se questa ha assunto il dipendente senza invitarlo a frequentare le 16 ore. A dieci mesi dall’avvio dei corsi Nicola Delle Donne, presidente della Scuola edile della Provincia di Lecce, individuato come unico candidato alle elezioni per la nomina del prossimo presidente Ance (che si terranno il 21 novembre), traccia un bilancio positivo dell’iniziativa. Da gennaio sono stati programmate ed effettivamente realizzate 39 edizioni dei corsi di formazione, alle quali hanno preso parte 244 lavoratori alla prima assunzione in 200 aziende. La Provincia di Lecce è stata la prima in Regione per numero di lavoratori frequentanti i corsi e la seconda per numero di aziende. Dati i positivi risultati, avete in mente di ripetere i corsi di formazione? “Contiamo di continuare ad organizzarli e di farne sempre di più. La nostra intenzione è raggiungere una cadenza settimanale”. Intervenire sulla sicurezza potrà dare nuova linfa al settore edile? “In un territorio come quello della Provincia di Lecce che non gode di realtà industriali di particolare importanza, il settore dell’edilizia ha acquisito una valenza ancor maggiore. Il tema della sicurezza è certamente di importanza strategica in questo scenario”. Ha già in mente una bozza di programma da seguire da presidente Ance? “Punterei sul rilancio dell’associazione che deve essere più attenta al territorio partendo dall’idea che è necessario ampliare i propri orizzonti per trovare risposte nuove ad un mercato ormai in perenne affanno”. Come si può raggiungere questa apertura di orizzonti? “Facendo dell’associazione un reale punto di riferimento per gli associati”. E’ necessario rafforzare il senso di appartenenza ad un gruppo? “Certamente sì ma credo anche che sia necessario rendere l’associazione in grado di tutelare in maniera sempre più ampia gli interessi delle imprese, nei quali rientrano anche gli interessi dei lavoratori”. La sua sensibilità nei confronti dei lavoratori è un insegnamento appreso dall’esperienza di presidente della Scuola edile? “Da imprenditore credo che l’interesse del lavoratore e quello dell’imprenditore coincidano. Non esisterebbe l’uno senza l’altro. Un’azienda in buona salute fa crescere i suoi dipendenti ed il territorio in cui nasce”. Osvaldo Troso presidente Cassa Edile Lecce
operaI poCo speCIalIzzatI Gli operai specializzati nel Salento non superano il 20%. Come si spiega questo dato? “Purtroppo c’è carenza di soggetti specializzati perché non c’è più l’apprendistato di una volta. Gli operai specializzati di oggi fanno parte della vecchia guardia di lavoratori. Adesso la Scuola Edile sta concorrendo a migliorare la situazione”. Tramite le “16 ore”? “Non solo, ma anche con corsi per l’impostazione delle volte, per la costruzione di manufatti speciali, che abilitano gli operai a passare da qualificati a specializzati”. Qual è l’impatto degli immigrati rispetto al numero di lavoratori? “In Provincia di Lecce circa il 10% degli operai sono extracomunitari”. Questo può abbassare ancora di più la specializzazione? “Sicuramente sì perché gli extracomunitari che sono poco propensi ad acquisire specializzazione”.
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Alessio Colella segretario provinciale Fillea-Cgil
Salvatore Zermo segretario provinciale Feneal Uil
ognI gIorno ChIude un CantIere
CrIsI eConomICa e CattIve abItudInI
“Il Salento si ritrova ad affrontare la crisi del settore in maniera più convulsa rispetto ad altre province perché ha numerosi cantieri di piccola e piccolissima dimensione che non permettono di delineare un quadro ben definito della crisi. Il sindacato riscontra quotidianamente cantieri chiusi e gente che perde il lavoro. Dal punto di vista della sicurezza sul lavoro, abbiamo registrato una fase positiva dovuta all’introduzione del Durc anche per i cantieri privati che ha permesso l’emersione di un bel numero di lavoratori in nero o in grigio. Ora si denota un abbassamento del numero di operai determinato dalla crisi. E’ necessario un intervento più consistente da parte del pubblico”.
Sandro Russo segretario provinciale Filca Cisl
pIù Cassa IntegrazIone, meno sommerso “Negli ultimi sei mesi abbiamo riscontrato un calo dei lavoratori entro il 10%. Non è un dato drammatico rispetto al quadro generale di tutta Italia. Moltissime aziende stanno usufruendo della cassa integrazione, anche quelle un tempo più solide. Il lavoro sommerso è un capitolo a sé. Dal 2006 con l’introduzione dell’obbligatorietà del Durc anche per i lavori privati sono emersi molti lavoratori dal nero. La Cassa edile ha registrato un aumento del 45% degli addetti nel giro di due anni dall’applicazione del Durc. Il Durc infatti mette in comunicazione l’Inps, l’Inail e la Cassa edile ed attraverso dei controlli incrociati permette di capire di individuare lavoratori in nero. Essendo gli enti appaltanti sia pubblici sia privati obbligati a pretendere il Durc in fase di concessione edilizia, concessione di agibilità ed in fase di avanzamento dei lavori, le imprese sono costrette ad iscriversi in Cassa edile e quindi ad emergere. Il Durc è rilasciato dalla Cassa edile al termine di un percorso di controllo della regolarità effettuato da Inps ed Inail”.
“Il nostro settore ha una percezione ritardata della crisi perché è a volano lento ed avverte gli effetti della crisi con sei/nove mesi di ritardo rispetto ad altri settori. Negli sei mesi abbiamo registrato un calo dell’11% del numero di ore lavorate dagli operai e, dopo dieci anni di continua crescita, un calo dei lavoratori del 13/15%. Per le aziende la riduzione è stata del -2%; ciò perché molti lavoratori vengono obbligati dall’azienda ad aprire false partite Iva, facendo risultare di essersi messi in proprio. In tal modo si spogliano dei diritti di lavoratori e della tutela di lavoratori dipendente pur di avere un reddito. Non è l’unica prassi negativa che notiamo. Molte imprese, per quadrare i conti, danno al lavoratore una busta paga che copre tutte le ore lavorate, ma in realtà li pagano molto meno di quanto dichiarato sulla busta paga. Questo crea un grosso danno perché il lavoratore paga tasse sull’importo percepito e intanto perde i diritti sociali legati al reddito, come borse di studio, assegni familiari, eccetera. Altre volte l’azienda dichiara un numero di ore inferiore a quelle effettivamente lavorate dall’operaio, facendo risultare che questi ha chiesto ore di permesso non retribuito. Il problema è: quando passerà la crisi queste cattive abitudini resteranno”?
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LA BIOEDILIZIA È UN RAMO DELL’EDILIZIA INTRODOTTO NEGLI ANNI NOVANTA. PROGETTA EDIFICI RISPETTOSI DELL’AMBIENTE ED A BASSO CONSUMO ENERGETICO. NEL SALENTO LA CULTURA DELLE COSTRUZIONI “BIO” È UNA CONQUISTA RECENTE di ANNALISA NESCA
meglIo una Casa “bIo” ivere in una casa accogliente risparmiando energia, acqua e soprattutto la salute è un sogno che in molti ormai da tempo coltivano. Un edificio eco-sostenibile con un basso impatto ambientale che vada incontro a esigenze di risparmio e di tutela del territorio è la risposta. La bioedilizia, mettendo insieme le migliori soluzioni, tra meto-
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Silvano Ingrosso, architetto di Casarano esperto di bioedilizia, spiega che nel Salento “l’unico settore in via di sviluppo è quello del risparmio energetico, ma manca in sostanza la cultura del rinnovabile e dell’ecosostenibile. Le altre province pugliesi – dice Ingrosso - sono all’avanguardia in questo settore, progettano e sviluppano edifici di alto valore qualitativo e sostenibile”. Silvano Ingrosso In verità qualcosa già si muove. Un esempio ne è stato il concorso di idee “La casa per i paesi del Mediterraneo” bandito nel 2008 dal Portale Edilpro.it e realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Architettura ed UrbaMichele Di Noia
dologie del costruire e materiali utilizzati, persegue l’obiettivo della sicurezza, del comfort e della piena armonia con l’ambiente. Lievitano un po’ i costi rispetto all’edilizia tradizionale di circa il 5-10% ma la teoria della bioedilizia può essere concentrata nel concetto “investire oggi per risparmiare domani”.
nistica della Facoltà di Ingegneria del Politecnico di Bari, il Comune di Leverano, l’Ordine degli architetti e l’Ordine degli ingegneri della Provincia di Lecce. Gli obiettivi e le linee guida cui i progettisti partecipanti dovevano attenersi riguardavano il giusto equilibrio tra valore architettonico, soluzioni tecnologiche, problematiche ambientali e compatibilità economica. Michele Di Noia, ingegnere e responsabile del portale Edilpro.it, ribadisce che “questa esperienza oltre ad aver avuto un’innegabile valore teorico ha dimostrato che quando le realtà locali riescono a integrare competenze e potenzialità i risultati sono visibili. Analizzando i singoli progetti è possibile ritrovare grande attenzione alla sostenibilità degli edifici”, che dunque rientrano a pieno titolo nell’ambito della bioedilizia. Guido Raffaele Dell’Osso, ingegnere e consulente scientifico del concorso per il dipartimento di Architettura e Urbanistica del Politecnico di Bari, sostiene che “le soluzioni progettuali dei numerosi gruppi che hanno partecipato al concorso (più di 100) declinano in modo attento e diversificato i principi dell’architettura bioclimatica e della sosteniil tacco d’Italia
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bilità. Le proposte sono esito di specifiche riflessioni sulla applicazione delle teorie generali al contesto territoriale e alle peculiarità del Salento”.
// I MATERIALI “ECO” Tutti i prodotti utilizzati in bioedilizia sono biodegradabili e conosciuti dal ciclo geofisico del pianeta. Hanno un effetto equilibrante e consentono di mantenere la traspirabilità delle superfici, sono semplici da usare e richiedono poca manutenzione e a basso costo. L’etichetta “Bioedilizia Italia” apposta sui prodotti, ne certifica la conformità e ne dichiara le materie prime utilizzate. Per i materiali tradizionali, invece, non esiste alcuna normativa che obblighi ad indicare le sostanze contenute o utilizzate per la fabbricazione. I materiali bio vanno dalla calce idraulica naturale ottenuta dalla pietra calcarea, agli intonaci di argilla e paglia, dal coccio pesto, alle pitture murali, agli isolamenti in sughero e lino, passando dalle colle naturali al riscaldamento a battiscopa. (Info: Casasana Tricase).
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La casa passiva di San Vito dei Normanni
“passIvhaus” a Costo zero P resso l’Università del Salento sono state condotte alcune ricerche sui materiali da utilizzare nella bioedilizia. È in corso lo studio delle fibre d’acciaio ricavate da pneumatici in disuso con le quali possono essere realizzati i calcestruzzi rinforzati. Maria Antonietta Aiello, docente di Tecnica delle costruzioni, tra i promotori di questa ricerca, spiega che “si tratta di un progetto esplorativo, finanziato dalla Regione Puglia, che mira ad individuare come tali fibre possono sostituire quelle tradizionali in commercio riciclando una parte del pneumatico che altrimenti andrebbe persa. ttraverso prove sperimentali è stata scoperta la somiglianza tra le fibre d’acciaio abituali utilizzate in edilizia e quelle contenute nei pneumatici. Tali fibre potrebbero essere utilizzate come componenti nella pavimentazione industriale che spesso presenta problemi di crepe e spaccature o nei prefabbricati molto sottili dove la fessurazione amplifica i danni. Si potrebbe adoperare anche nelle barriere autostradali”. Ma c’è anche un altro progetto dell’Università del Salento. Presso il Centro Ricerche Energia e Ambiente (Crea) è in corso un’attività di ricerca sulla prima casa passiva pugliese. La stessa è in fase di realizzazione a San Vito dei Normanni (Br), per la volontà di un privato, Alessandro Francavilla, che ha deciso di realizzare la propria abitazione con
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elevati standard di efficienza energetica. Costruita utilizzando materiali tradizionali, come il tufo e la pietra leccese, integrato con materiali altamente isolanti. L’abitazione ha un consumo stimato di 10 kWh/m² per anno. E’ prevista l’installazione di una piccola pompa di calore per garantire l’ultimo bilanciamento dei carichi termici. E’, inoltre, prevista l’installazione di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica. Paolo Maria Congedo, ricercatore e progettista dell’involucro e degli impianti commenta così il lavoro: “La costruzione della prima passivhaus pugliese ha molteplici aspetti positivi. Parlare di edifici a basso consumo è importante, ma vedere in prima persona un edificio nella sua completezza con consumi prossimi allo zero può spingere privati e costruttori ad intraprendere l’iniziativa che presenta certamente costi di costruzione più alti rispetto ad un edificio tradizionale ma, al tempo stesso, costi di esercizio drasticamente più bassi, con la convinzione di aver raggiunto una elevata qualità abitativa con il minimo impatto ambientale. Il passo successivo sarà quello di standardizzare la progettazione e l’esecuzione delle opere al fine di rendere riproducibili i risultati raggiunti, minimizzando i consumi energetici ed i costi di realizzazione”. il tacco d’Italia
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// LA RIVOLUZIONE DELLA BIOEDILIZIA Migliorare la qualità ambientale degli interventi in ambito urbano e territoriale. E’ l’obiettivo di fondo della bioedilizia, ramo dell’edilizia introdotto negli anni Novanta che ha modificato radicalmente il modo di intendere la progettazione in edilizia. Il primo passo della Puglia in materia si registra nel 2007 quando la Regione, attraverso una legge (la n. 36/07 “Promozione e riconoscimento dei distretti produttivi”), prevede a favore delle imprese che si aggregano facilitazioni e finanziamenti per lo sviluppo e la ricerca, per l’internazionalizzazione e la formazione. Nel dicembre del 2008, l’ente di via Capruzzi riconosce il Distretto produttivo dell’edilizia sostenibile, promosso dall’Ance Puglia, (Associazione nazionale costruttori edili) e composto da circa 150 soggetti (tra cui 28 salentini) tra produttori di materiali, di elettronica applicata, costruttori, centri di ricerca, come il Cetma e l’Enea, Università, il Politecnico di Bari, alcuni sindacati, banche, ordini professionali e scuole di formazione. Con la legge 13/2008 “Norme per l’abitare sostenibile” la Puglia è una delle tre regioni italiane, insieme a Emilia Romagna e Lombardia, ad essersi dotata di norme in materia. In Puglia l’edilizia muove il 10% del Pil regionale e, secondo le stime, tra dieci anni quella sostenibile varrà 8 miliardi di euro, con un mercato dei materiali eco-compatibili che crescerà dagli attuali 70 milioni a 1,2 miliardi di euro nel 2019 (dati Enea).
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Una tipica sim-casa con una sim-famiglia felice
di ELISA INDRACCOLO
C’era una Casa tanto CarIna
DICI CASA E DICI GRANDI PROGETTI E GRANDI DIFFICOLTÀ ECONOMICHE. ANCHE NEL MONDO PARALLELO DI “THE SIMS3”. UN MONDO VIRTUALE CON PROBLEMI VERI on è facile metter su casa. Risparmi di una vita permettono il minimo dei comfort. La parola d’ordine è “accontentarsi” e le persone lo sanno. Ma c’è un mondo parallelo, fatto di giochi virtuali, all’interno del quale è possibile togliersi ogni sfizio e costruire la casa dei desideri. Si chiama “The Sims3”. Digitando questo nome su un comunissimo motore di ricerca su Internet ecco comparire 886mila pagine di risultati dedicate a questo argomento, un mondo “all sim” per molti (ma evidentemente non per tutti) sconosciuto. Per chi non si è ancora imbattuto in simbollette, sim-famiglie e sim-problemi, il posto ideale dove racimolare qualche informazione in merito è il forum ufficiale italiano. Alla nostra domanda “Che cos’è Sims3?”, i simsinternauti ci hanno risposto un po’ increduli e meravigliati: possibile che a fine 2009 ci sia ancora qualcuno che chieda che cosa sia the sims? Grazie ai chiarimenti dei moderatori e dello staff del forum siamo venuti a conoscenza che Will Wright realizzò la prima versione The Sims nel 2000, e che nel 2002 il gioco assume dimensioni globali: il suo pubblico, composto sia da uomini sia da donne, spazia dai ragazzini di dieci anni ai più adul-
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ti che hanno il compito di fare un progetto, seguire le regole di costruzione, e in base ad esse adeguare la scelta dei materiali, tenendo anche presente la tipologia di famiglia che si vuole far trasferire. The Sims è un videogioco simulatore di realtà in cui è possibile inventarsi un personaggio virtuale, e costruire la casa dei propri sogni, personalizzandola in tutto, con dei semplicissimi click del mouse anche in meno di 60 minuti: dai pavimenti alla carta da parati, dalla piscina al giardino, dall’arredamento agli accessori, dalle scale agli infissi. Spetta dall’abilità e dalla volontà del giocatore trasformare la propria casa in un villa extra-lusso dotata di ogni comfort, in un loft alla moda nel centro di una grande metropoli oppure in un economico cottage rustico. Realizzarla in poco tempo, tuttavia, è possibile solo se si possiede una bella somma di simoleon (il conio del game) da parte, perché nel gioco si paga in contanti e non si può ricorrere ai mutui. Ma come si accumulano i soldini? Semplice, lavorando. Non solo, bisogna combattere contro l‘indebitamento, che è sempre dietro l’angolo. Nella terza saga, Wright si mantenuto sul “politically correct”, inserendo il concetto di sim ricco e sim povero e redditi iniziali differenziati in base ai componenti del nucleo il tacco d’Italia
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familiare. I prezzi delle abitazioni, degli arredamenti e degli accessori sono molto alti se si vuole usufruire di prodotti griffati e all’ultima moda, pertanto per acquistarli occorre fare dei sacrifici, proprio come nella realtà. È raro tuttavia che le sims-famiglie abbiano vere difficoltà economiche, ma ciò non toglie che bisogna lavorare duro e risparmiare. Si tenta di far vivere le famiglie in ville che nella realtà sono impossibili,e questo anche a costo di usare dei trucchi che incrementano “miracolosamente” il budget di decine di migliaia di simoleon. Alla fine, dal momento che Sims3 è un simulatore di verità, i personaggi hanno gli stessi problemi della vita reale: se non si ha un sim-lavoro non si può costruire una bella sim-casa piena di sim-comfort, non si possono pagare le sim-bollette e arriverà un simufficiale giudiziario a pignorare i sim-beni. Di conseguenza il personaggio sarà sempre simtriste e poco sim-patico. E allora ecco comparire il motherlode, il “trucchetto” da utilizzare per i periodi di difficoltà finanziaria. È come giocare una schedina e vincere al lotto. Proprio come nella realtà. Ma, ci chiediamo, un videogioco non dovrebbe donare attimi di evasione dalle frustrazioni quotidiane? E allora, perché avvilirsi anche in un game virtuale?
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//Il personaggio del mese //Paride De Masi CARTA D’IDENTITÀ
Sagittario
COGNOME: De Masi NOME: Paride NATO IL: 15 dicembre 1976 A: Casarano OCCHI: azzurri CAPELLI: castani STATURA: 1,80 m PESO: “no comment” TAGLIA: “no comment come sopra” NUMERO DI SCARPE: 43 STATO CIVILE: coniugato TITOLO DI STUDIO: laurea in Amministrazione d’impresa; laurea honoris causa in Economia e commercio PROFESSIONE: imprenditore (amministratore delegato Italgest)
(23 novembre 21 dicembre)
e stelle ti vogliono bene. L’ascendente in Cancro con Luna congiunta a Plutone in Bilancia lo conferma. Ciò significa che nelle prossime settimane avrai il sole in faccia ed una energia da vendere. L’iniziativa, del resto, non ti è mai mancata e questo è il momento giusto per portare a compimento progetti che tenevi nel cassetto, o sui tavoli, da tempo. Riceveranno il via libera degli astri e nulla si potrà più opporre alla loro perfetta realizzazione. La positiva congiuntura in ambito lavorativo porterà nuova stabilità anche negli affetti. Sempre preso da tanti impegni – attraverso i quali ti districhi con grande sapienza – riuscirai infatti a concederti qualche istante di più da investire nella vita privata, che se ne gioverà molto. Grazie all’influenza di Venere nella quinta casa dell’affettività congiunta al tuo nodo lunare di nascita, avrai l’opportunità di tenere a bada l’ansia che la frenesia lavorativa comporta. Già brillante e determinato, troverai una rinnovata forza per fronteggiare il nuovo carico di lavoro che ti si presenterà davanti. E’ il momento buono per stringere alleanze professionali. Impresa non facile da gestire, di questi tempi. Attenzione, però agli investimenti in denaro; in molti casi il rischio potrà non valere la candela. Bene invece quelli in immobili. Il consiglio: avanti così, senza perdere la concentrazione. Il tuo eclettismo sarà la dote alla quale ricorrere nei momenti di maggiore stress.
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//ultra ChIC Blackberry. E’ in carica, perché stressato da una intera giornata di lavoro. Telefono. Accanto al cellulare, il telefono fisso. Non è il “tradizionale” telefono; è di design, signori Lampada. Bianca e di design, per conciliare le letture dei più disparati generi letterari Libri. Da leggere di notte: John Boyne, “Il bambino con il pigiama a righe”; Dacia Maraini, “Il treno dell’ultima notte”; Paolo Coelho, “Agenda 2010”, per non perdere mai il contatto con la parte più autentica di sé Giornali. Più che sopra, stanno sotto il comodino. A portata di mano, comunque
Il comodino è passato di moda. Infatti Paride De Masi non ha un comodino; ha più che altro un ripiano in stile ultramoderno minimal chic sul quale sono appoggiati i “beni da camera” di prima necessità. Frenesia e relax convivono, sul ripiano, in un equilibrio che ha tutta l’aria di essere ben collaudato.
Borsa in pelle. Sobria ed elegante. E griffata, naturalmente Pashmina. Nera, perché il nero va su tutto. Soprattutto sulla borsa in pelle Must. Beauty case con il necessaire da viaggio; agenda non elettronica, per un ritorno ai valori semplici di una volta
In pelle nera, con marchio “Prada” in bella vista. E’ spaziosa e morbidissima. Viaggia di pari passo ad una pashmina, anch’essa nera per un total black che non passa mai di moda. Che cosa c’è dentro? Ciò che un tipo sempre in movimento non può mai dimenticare.
SUL COMODINO E NELLA BORSA
L’OROSCOPO A CURA DI IULY FERRARI
//energIa da vendere
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//Un po’ di leggerezza
mattone su
MATTONE
SODDISFATTI DEL RISULTATO E SODDISFATTI DI SÉ. ECCO QUAL È L’IMPRESA, FATICATA, DELLA QUALE I VIP DI CASA NOSTRA VANNO PIÙ FIERI di LAURA LEUZZI
Gigi Campanile: “Sono riuscito a far venire nel Salento gente da tutto il mondo che ci ripaga delle fatiche di un anno intero ed aver reso il Salento International Film Festival un evento conosciuto in tutto il mondo”
Gigi Campanile, fondatore e direttore del Salento Film Festival, Tricase e Los Angeles La mia più grande impresa è stata l’aver fondato e diretto il Los Angeles Italian Film Awards dal 1997 a oggi ed il Salento International Film Festival dal 2004 a oggi. Il Laifa è stato il primo e l’unico film festival dedicato al cinema italiano. Devo dire, però, che le più grosse difficoltà le ho trovate nel Salento. La nostra soddisfazione è riuscire a far venire nel Salento gente da tutto il mondo che ci ripaga delle fatiche di un anno intero ed aver portato il Salento International Film Festival al livello di un evento internazionale.
Teresa Bellanova, deputata Pd, Ceglie Messapica L’impresa di cui vado più fiera è quella delle reti di relazioni, dei tanti rapporti interpersonali che negli anni del mio lavoro e della mia attività politica sono riuscita a intessere. Si tratta di un “lavoro” lungo, faticoso, di scambio, di condivisione, di comprensione e a volte di scontro. Appunto, “mattone su mattone”, sono le persone che fanno la ricchezza, che compiono le imprese più importanti.
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l.leuzzi@iltaccoditalia.info
e opere realizzate un po’ alla volta sono quelle che danno più gusto. La fatica di averle costruite, come per un grande edificio, mattone su mattone, piano dopo piano, conferisce loro un valore inestimabile: poter guardare di sotto, una volta che si è arrivati in cima al palazzo, non ha prezzo. E nella soddisfazione che si prova ad essere l’artefice dell’impresa, poco importano i calli alle mani ed un po’ di sudore sulla fronte. Dalla terrazza di quel grattacielo ci si sente invincibili. C’è chi costruisce case, chi progetta e realizza grandi eventi, chi si barcamena tra lavoro e vita privata trovando finalmente il giusto equilibrio, chi lima e modifica il proprio carattere fino a costruire se stesso. La domanda che abbiamo posto questo mese ad alcuni personaggi noti di terra d’Otranto è stata: di quale impresa, realizzata mattone su mattone, sei più fiero? Ecco che cosa ci hanno risposto.
Franco De Giovanni, artista, Surano Sono orgoglioso di quello che faccio per promuovere il mio Salento, cercando di oppormi alla logica del lasciar perdere e cercando di dare un contributo concreto alla mia terra. Lo faccio nel modo che conosco meglio, cioè la pittura. Lo faccio attraverso la paesaggistica e le rappresentazioni sacre, attraverso la poesia, un’arte che ho riscoperto, ed organizzando eventi che puntino alla riscoperta del Salento non solo nei mesi estivi ma anche in inverno.
Danila Montinari, amministratore Aligros, Lecce Un’impresa della quale vado molto fiera è il progetto di solidarietà Cuore Amico, di cui il gruppo Aligros è uno dei promotori. Per noi è stato da sempre una sfida difficile e proprio per questo molto appassionante. Ciò che ci ha spinti ad andare avanti è stata la grande riconoscenza da parte delle persone; le continue manifestazioni di gratitudine ed anche la grande aspettativa che la nostra attività suscita ci fanno capire che dobbiamo continuare così.
Fabrizio Camilli, imprenditore, Roma La cosa della quale sono più fiero è essere riuscito a rimanere sufficientemente pulito in un mondo dove c’è molta possibilità di non essere onesti.
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Giulio Reho, biologo, titolare della azienda di maricoltura “Reho Giulio Srl”, Racale La mia azienda è il mio più grande orgoglio, in quanto è un tipo di attività piuttosto rara per il territorio salentino. E’ nata in seguito a numerosi sforzi, spinta da una fortissima passione. E’ stata proprio la mia passione a non farmi arrendere neanche davanti alle mille difficoltà, di carattere soprattutto burocratico, che mi si sono presentate davanti. Mi sono più volte ripetuto che erano problemi comuni a tutti gli imprenditori e non mi sono scoraggiato. I risultati non si sono fatti attendere. Ed oggi il successo della mia azienda è la risposta che gli sforzi andavano fatti e che ne è valsa la pena.
Raffaele Baldassarre, deputato europeo, Lecce Vado fiero del risultato conseguito nell’ultima sfida elettorale nella quale mi sono cimentato, ovvero quella al Parlamento europeo. Sono stato eletto superando di gran lunga, per numero di voti, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e, a prescindere dai numeri, ho avuto conferma della stima che i cittadini nutrono nei miei confronti. Tutto questo mi riempie di orgoglio. Se ci penso, da quando sono in politica, dal 1988, di sfide ne ho vinte molte. E’ vero, quella alla Presidenza della Provincia di Lecce, nel 2004, mi ha visto sconfitto, ma non mi sono perso d’animo ed ho saputo guardare avanti. Oggi il mio posto è in Europa, ma ciò non significa che io non abbia altre ambizioni. Chissà.
Maria Lucia De Vito, Orazio Frigino, presidente Idroclub e direttore scuola “idroscalo Molo degli inglesi” di Santa Maria di Leuca, Aradeo La mia più grande impresa è stata l’aver ripristinato la tradizione delle competizioni in idrovolante che in Italia erano state. Mi sono appassionato fino ad aprire nel 2003 la scuola di Santa Maria di Leuca, “Idroscalo Molo degli inglesi”, dove si tengono corsi di idrovolante certificati dall’Aeroclub Italia. Il mio impegno è stato premiato ed ora sono il presidente dell’Aviazione marittima italiana, una federazione che raggruppa le scuole d’Italia che organizzano corsi per l’abilitazione al volo anfibio. Inoltre la nostra “Coppa di aviazione marittima” è arrivata già alla sua sesta edizione. Sono orgoglioso di aver contribuito a far crescere il numero di piloti di idrovolanti in Italia: dal 2005 siamo cresciuti da otto a 42.
psicologa, Tricase Fare l’esperienza del fascino della propria vita per recuperare l’integrità anche nelle situazioni di limite e di sofferenza. Quindi come terapeuta sollevare il coperchio della vita altrui, al fine di scoprire le meraviglie celate, dolorose o piacevoli che siano, per ritrovare l’interesse per la propria esistenza, il proprio essere interessante ed interessato, perché ogni vita merita un romanzo.
Regina Pizzileo, titolare Baby center, Casarano Essere riuscita, insieme alle mie preziose collaboratrici, ad occupare un posto importante nella vita dei bambini che hanno frequentato il Baby center, dove abbiamo cercato di creare un clima familiare, allegro e gioioso. Essere riuscita a fare del mio lavoro una gioia per il cuore; e non c’è veramente gioia più grande che sentire l’affetto che, anche dopo anni, questi bambini conservano nei nostri confronti.
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//Controcanto
di STEFANO CIANCIOTTA*
puglIa, Il treno da non perdere entro Il 2013 IL FUTURO DEL SETTORE DELLE COSTRUZIONI PASSA PER GLI INVESTIMENTI IN INFRASTRUTTURE CHE SI DOVRANNO REALIZZARE GRAZIE AI FINANZIAMENTI EUROPEI
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re porti tra i principali del Mediterraneo, un sistema infrastrutturale su gomma nel complesso soddisfacente, due aeroporti che si sono sviluppati in pochi anni grazie ai «low cost» e ai voli internazionali, una rete ferroviaria da riconnettere e trasformare in una moderna e dinamica arteria di comunicazione. Negli ultimi dieci anni la Puglia è cambiata moltissimo. I nuovi volti dei centri storici di Bari e Lecce, ristrutturati con il sostegno dei finanziamenti europei, sono diventati il biglietto da visita della regione. A questa crescita ha contribuito in modo decisivo il settore delle costruzioni, che produce il 10% del pil regionale, e che ha avuto un incremento occupazionale dal 1998 a oggi del 55%. La brusca contrazione dei finanziamenti per le opere pubbliche negli ultimi due anni, però, sembra il segno evidente dell’inizio della crisi, a cui la Puglia dovrà reagire ottimizzando i fondi comunitari per il periodo 2007-2013. Solo così, infatti, la regione potrà ambire a recitare un ruolo definito nello scacchiere economico euro-mediterraneo. Dalla fine degli anni Novanta a oggi la Puglia è stata la regione italiana del Mezzogiorno che più delle altre è stata capace di ottimizzare le risorse provenienti da Bruxelles, per disegnare in modo nuovo e moderno le città di Bari e Lecce, e per rendere più competitivo il suo sistema infrastrutturale, con il potenziamento degli aeroporti, dei porti e della rete viaria, la cui dotazione è superiore del 21% alla media nazionale. I prossimi anni diranno quale sarà il ruolo che la Puglia rivestirà nel Mediterraneo. Il futuro della regione si giocherà, innanzitutto, sul potenziamento dei porti di Bari e Taranto, rispettivamente il più grande porto italiano sull’Adriatico e il secondo in Italia per il numero del volume di traffico del nostro Paese, dopo Genova e prima di Trieste. La scommessa, dunque, di fare dei porti pugliesi la piattaforma logistica del Mediterraneo non è credibile se non si passa attraverso una intensa stagione di investimenti in infrastrutture portuali. La Puglia non si è fatta trovare impreparata, come dimostrano gli accordi per interconnettere i porti di Bari e di Brindisi con i porti di Bar e Durazzo, e la possibile valo-
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rizzazione del porto di Taranto in rapporto ad azioni commerciali con l’Egitto. C’è un altro aspetto che l’industria pugliese delle costruzioni ha saputo cogliere con evidente intuizione. Le associazioni dei costruttori regionali della Lombardia e della Puglia, infatti, hanno promosso per prime in Italia la costituzione dei Distretti industriali dell’edilizia ecosostenibile, con il coinvolgimento anche delle università e delle Scuole edili, a cui è attribuito un ruolo centrale nelle attività di formazione. La vera novità di queste esperienze pilota sta nella organizzazione, perché il sistema di imprese che fa capo alle associazioni di categoria è riuscito a mettere insieme in una filiera orizzontale imprenditori edili, produttori di materiali, ordini professionali, centri di ricerca e formazione. In Puglia i soggetti interessati dalla iniziativa sono 150, tra cui cinque Università e sei centri di ricerca. Questa decisa accelerazione verso un livello superiore delle realizzazioni, del resto, va incontro a quelle che sono già da tempo le richieste in arrivo dal mercato, la cui ripresa dovrebbe cominciare nella seconda metà del 2010, e a cui il Piano Casa anche in Puglia sembra per il momento non dare alcuna risposta. Ad oggi, infatti, nessun Comune - a cui la Legge regionale ha attribuito la titolarità sul Piano Casa - ha deliberato le linee guida del provvedimento. Le imprese sono state chiamate, quindi, ad un notevole impegno nella riorganizzazione del processo costruttivo, ponendo al centro principi di qualità, ecoefficienza, alta tecnologia. Il riconoscimento del distretto dell’edilizia ecosostenibile da parte della Regione Puglia è arrivato alla fine di febbraio. Qualche mese più tardi al presidente dell’Ance Puglia, Salvatore Matarrese, è stato attribuito un ruolo di assoluto prestigio in seno all’Ance Nazionale. Matarrese, tra i primi industriali in Italia a promuovere il rinnovamento nel dialogo tra impresa e Pubblica Amministrazione, è stato chiamato a guidare il Consiglio delle Regioni, ed è stato nominato vicepresidente dell’Ance nazionale. *giornalista, esperto in lavori pubblici
CHI HA FIRMATO CONTROCANTO Vincenzo Magistà direttore “TgNorba” Rosanna Metrangolo caporedattore “Nuovo Quotidiano di Puglia” Marco Renna “Studio 100 Lecce” Mimmo Pavone direttore responsabile “Il Paese nuovo” Vincenzo Maruccio giornalista “Nuovo Quotidiano di Puglia” Tonio Tondo inviato “La Gazzetta del Mezzogiorno” Roberto Guido direttore “quiSalento”
Paola Ancora addetta stampa Ministero delle Politiche agricole Michele Mauri direttore editoriale L’ATV Antonio Silvestri addetto stampa Inps Lecce Dionisio Ciccarese presidente homepage Group, società di consulenza di comunicazione strategica ed editrice di grandi giornali e siti internet Nunzio Pacella addetto stampa Apt di Lecce Loredana Di Cuonzo giornalista pubblicista dirigente scolastico Istituto d’arte “G. Toma” Galatina-Nardò
Lino De Matteis caposervizio “Nuovo Quotidiano di Puglia”, vicepresidente regionale Assostampa
Giancarlo Minicucci direttore Il Nuovo Quotidiano di Puglia
Renato Moro capocronista “Nuovo Quotidiano di Puglia”
Luigi Russo giornalista, presidente CSV Salento
Gabriella Della Monaca coordinatore TG NORBA GRANDE SALENTO
Francesco Ria fisico, pubblicista
Luisa Ruggio redattrice Canale8, scrittrice
Serenella Pascali giornalista di “Volontariato Salento”; esperta di Politiche sociali
Walter Baldacconi direttore responsabile Tg Studio 100
Mario Vecchio direttore responsabile Tg L’ATV
Vaileth Sumuni
IndovIna ChI è
“bestiario pubblico. ovvero: come nascono nuovi improbabili personaggi sulla scena”
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