//L’Editoriale di Maria Luisa Mastrogiovanni
continua dalla prima Minzolini non avrebbe osservato il divieto imposto dal pubblico ministero, Michele Ruggiero, di non rivelare a terzi il contenuto dell'interrogatorio a cui fu sottoposto a Trani il 17 dicembre 2009 nell’ambito delle indagini sulle carte di credito American Express. Non si conoscono ancora i dettagli, ma l’indagine del pubblico ministero Michele Ruggiero assume via via contorni sempre più netti: dalle intercettazioni delle conversazioni tra Berlusconi e Giancarlo Innocenzi Bozzi, commissario dell’Agcom, emergerebbe il tentativo del capo del Governo di piegare l’operato di un pubblico ufficiale in cambio di un tornaconto. E’ qui che si configura il reato di concussione. Avrebbe addirittura cercato di coinvolgere un generale dei Carabinieri affinché presentasse un esposto contro la trasmissione di Michel Santoro “Anno zero”, per indurre l’Authory ad una chiusura preventiva, ossia prima della messa in onda delle trasmissioni che più davano fastidio al premier: quella sul processo Mills e quella sui collegamenti tra la
DALLA PUGLIA CON FURORE. I MAGISTRATI A DIFESA DELL’INFORMAZIONE LIBERA mafia siciliana e la nascita di Forza Italia. Ancora una volta la magistratura si deve occupare del premier e delle sue attività “non convenzionali”. Ancora una volta è accusata di strumentalizzazione e di essere legata a doppio filo con la sinistra. Come al solito il nostro presidente del Consiglio non ha lesinato offese, definendo “grottesca” l’inchiesta. Invece si tratta di un’inchiesta interessante e politicamente dirompente. Sarà difficile da imbastire, l’impianto accusatorio del pm Michele Ruggiero, a cui il procuratore capo di Trani Carlo Maria Capristo ha affiancato un pool di magistrati costituito dal procuratore aggiunto Giannella, e dai pubblici ministeri Buquicchio, Cardinali e D'Agostino. Quest’ultimo è stato il pm che a Lecce si è occupato di grandi inchieste come quella sull’Iskenia, sull’Università di Lecce, Colonia Scarciglia. Politicamente dirompente, ciò che viene fuori dalle indagini, perché per la prima volta viene fuori, non da commenti o “grottesche” ana-
lisi giornalistiche, l’impatto del conflitto d’interessi del Cavaliere sull’informazione, il suo tentativo di censura anche attraverso manipolazioni e minacce verso pubblici ufficiali. L’informazione come mezzo di scambio e strumento di potere. Ancora una volta niente di nuovo per la Puglia: qualcosa di simile è contenuto nelle carte processuali e nelle intercettazioni che riguardano il ministro Raffaele Fitto e un editore televisivo locale, entrambi rinviati a giudizio dalla Procura di Bari: informazione pilotata in cambio di soldi. Anche in quel caso eravamo in campagna elettorale: cinque anni fa, Fitto contro Vendola, esattamente come oggi. Quindi il problema non è che sotto elezioni la magistratura affila i coltelli e tira fuori dal cappello inchieste strumentali, ma che in vista delle urne il potere stringe i ranghi per dominare l’informazione. Il problema è che c’è chi si piega, leggi Minzolini, e chi no, leggi Santoro. E quest’ultimo poi paga per tutti. Ancora una volta niente di nuovo sotto il sole.
Il mensile del salento Anno VII - n. 70 - 18 marzo 2010 Iscritta al numero 845 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 27 gennaio 2004
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BOLLETTINO DEI NAVIGANTI
// Opinioni dal Tacco LE DIMENTICATE QUESTIONI PUGLIESI DA DIBATTERE IN CAMPAGNA ELETTORALE di MARIO DE DONATIS m.dedonatis@iltaccoditalia.info
Una brutta campagna elettorale. Tra ricorsi per l’ammissione o l’esclusione delle liste elettorali, manifestazioni di piazza e trasmissioni televisive – in cui la buona educazione ha ceduto il passo ad espressioni e gestualità che appartengono più agli “avventori di cantine” che ai rappresentanti delle istituzioni – la competizione per il rinnovo dei Consigli regionali ha offerto uno spettacolo indecoroso. Non c’è stato spazio – tranne lodevoli eccezioni – per analisi, serie e documentate, sulla conduzione della cosa pubblica, né sugli scenari futuri e sui relativi programmi delle forze politiche, relegati nei propri siti di riferimento. Eppure questioni da affrontare ce ne sono, molte e di grande rilevanza. Quali gli effetti del “federalismo fiscale” sulla Puglia e sul Mezzogiorno? Per i nuovi consiglieri che approde-
ranno in Via Capruzzi segnalo uno studio dell’Ipres che penso sia utile consultare per le decisioni da assumere, nelle sedi opportune. Ed, inoltre, qual è l’indebitamento reale della regione Puglia? Sul “risanamento dei conti regionali” si è sempre omesso di puntualizzare che tale operazione è stata perseguita con la sottoscrizione di altri debiti ricorrendo, anche, ai “derivati”, con relative incognite sui costi finali. Ne vogliamo parlare? Ed, ancora, la sanità – che, peraltro, ha le sue eccellenze – è veramente la pietra dello scandalo? E’ la causa di tutti i mali o è un settore che più degli altri (per i consistenti flussi finanziari che lo interessano) è esposto alla invasività della politica, alle interferenze che maturano nell’abbraccio tra affari e politica, al voto di scambio? Quali progetti si hanno in mente per neutralizzare quanti vedono nella spesa pubblica l’“albero della cuccagna”? E come liberare le risorse drenate dalle clientele per impiegarle nel
sostegno della famiglie, del lavoro, dello sviluppo? Ed, infine, vogliamo riprendere le vie della programmazione e della partecipazione democratica? Ed in tale alveo vogliamo costruire uno scenario che permetta al Mezzogiorno, alla Puglia, di essere riferimento per un nuovo modello di sviluppo che tragga alimento dalla visione di una “Europa delle Regioni”, che faccia della politica euro-mediterranea lo strumento per raccordarsi con il continente africano, con i Paesi della riva Sud del Mediterraneo? Ci si rende conto che la nostra ricchezza in termini culturali e di sviluppo economico risiede per la gran parte nella opportunità di concorrere alla creazione di migliori condizioni di vita per i cittadini che risiedono nei Paesi in via di sviluppo e per quanti insistono nelle aree di emigrazione? L’augurio è che il dibattito politico soffocato in questa strana, molto strana, campagna elettorale possa essere ripreso in sede di Consiglio regio-
nale che per poter lavorare a pieno regime, lo ripeto ancora una volta, deve rendere operativi i due grandi Organismi di rilievo statutario, per dare voce al sistema delle autonomie ed alle articolazioni della società civile.
INDOVINA CHI E’?
La soluzione a pag. 30
Il mensile d’inchiesta “il Tacco d’Italia” sospende le sue regolari uscite fino alla fine della campagna elettorale e diventa settimanale free-press. Ci troverete in tutte le edicole a partire dal 10 aprile con un nuovo numero monotematico d’inchiesta. Per chi vuole essere aggiornato 24 ore su 24 c’è invece la nostra web-tv www.iltaccoditalia.net, quasi 10.000 singoli lettori al giorno.
Notizie non modificate geneticamente. Inchieste senza coloranti aggiunti. Opinioni con fer menti lattici vivi.
LEGGI COME MANGI
// Opinioni dal Tacco IPSE DIXIT // Lezione di marketing politico “Non si governa a colpi di spot”. Adriana Poli Bortone, candidata presidente della Regione Puglia per il Terzo polo Nuovo Quotidiano di Puglia, 10 marzo 2010, p.3 // Sos visita oculistica “Vendola ha promesso trasparenza ed ha regalato opacità”. Rocco Palese, candidato presidente della Regione Puglia per il centrodestra Nuovo Quotidiano di Puglia, 15 marzo 2010, p.2 // Il litigio non è per tutti “Litigo solo con le persone che stimo. Alle altre non rispondo”. Nichi Vendola, candidato presidente della Regione Puglia per il centrosinistra Nuovo Quotidiano di Puglia, 15 marzo 2010, p.3
commenti e opinioni da
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5 anni fa Vendola vinse prendendo in giro i giovani, oggi spera di prendere in giro le donne... ma per fortuna dei pugliesi fra venti giorni è a casa! è palese... a casa l´incantatore di serpenti @ 15:3-9.3.10 commento alla news “Donne pugliesi per Vendola” www.iltaccoditalia.info/sito/indexa.asp?id=9789#commenti_articolo Vorrei tanto vedere come la signora Poli manterrà le sue, di promesse. Il nodo della sanità diventa sempre più cruciale in questa campagna elettorale. Sarà su quei temi che si giocherà la sfida. e la poli come fa? @ 11:15-15.3.10 commento alla news: “Poli Bortone: ‘Vendola e Palese tengano giù le mani dalla sanità’” www.iltaccoditalia.info/sito/indexa.asp?id=9851#commenti_articolo Ma Palese dove li ha trovati tutti i suoi candidati? Così spera di vincere queste elezioni? Il premier Fitto non l'ha per niente consigliato? Peccato, mi sa che le liste di sinistra sono più forti. Liste scarse @ 11:20-15.3.10 commento alla news “Elezioni regionali: presentate le liste” www.iltaccoditalia.info/sito/indexa.asp?id=9689#commenti_articolo
I CANDIDATI CASARANESI SI IMPEGNINO PER LA SP 361 di ENZO SCHIAVANO e.schiavano@iltaccoditalia.info
Casarano. La nostra città, nonostante negli anni passati (ma ancora oggi) fosse considerata una delle più importanti dal punto di vista economico, ha sempre avuto un deficit in termini di viabilità e di collegamenti con le principali arterie stradali. Molto si è fatto in questi anni, ma ancora molto si deve fare per dare a Casarano quella “centralità” di cui ha diritto, non solo per il sistema delle imprese ma anche per i numerosi uffici pubblici di cui è sede. Nei giorni scorsi percorrevo la strada provinciale CollepassoMaglie (SP 361), una delle strade per raggiungere Lecce. Vicino allo svincolo per Cutrofiano, mi sono ritrovato alla fine di una lunga coda di autoveicoli che seguivano un camion con rimorchio e un
pullman. Data la scarsa larghezza della carreggiata e le caratteristiche della strada (dossi e curve) era impossibile sorpassare i mezzi pesanti e quindi ho viaggiato, insieme a numerosi automobilisti, a moderata velocità. Di conseguenza, un tratto di strada che si percorre in 10 minuti lo si è percorso in un tempo doppio. Non sempre si ha la sfortuna di trovare mezzi pesanti su quella statale, ma purtroppo capita e tutto quello che si è realizzato in questi ultimi anni (l’allargamento della carreggiata della strada CasaranoMasseria Grande; l’apertura della tangenziale di Maglie) per velocizzare i collegamenti tra Casarano e Lecce, via Maglie, viene mortificato dall’inadeguatezza della strada provinciale 361. Tra l’altro, su
//QUESTIONE DI LOOK
questo percorso, come gli amministratori e i politici casaranesi sanno, si trovano le zone industriali di Casarano e Collepasso e sarebbe preferibile, per il sistema delle nostre imprese, un collegamento con il capoluogo su questa direttrice piuttosto che su quella alternativa (Casarano-TavianoGallipoli-Lecce). L’appello che facciamo ai nostri candidati al Consiglio regionale – Fernando Rizzello (io Sud), Alberto Chiriacò (Udc), Sabrina Sansonetti (IdV), Remigio Venuti (Pd) e soprattutto a Gianni Stefano (Pdl), che ricopre il ruolo di assessore provinciale – è quello di sollecitare l’allargamento della Collepasso-Maglie perché, sarà paradossale, ma è una strada che serve solo a noi casaranesi. Tacco n.65, dicembre 2009. Li avevamo lasciati così, al volgere del nuovo anno, tutti presi dalle loro strategie e dalla loro voglia di esserci. Chi sarebbe salito sulla giostra elettorale ancora non era dato sapere; ma i media locali erano ogni giorno occupati da dichiarazioni di questo o quel politico che dichiaravano la propria disponibilità a scendere in campo in prima persona e intanto commentavano quanto fosse inopportuna la presenza degli altri. Da allora è cambiato poco. Cioè: è cambiato che i candidati sono ormai cosa nota. Ma nei fatti è tutto come allora: continuano i battibecchi, continuano i messaggi, se non le più moderne video-dichiarazioni, inviati dall’uno all’altro. Sarà solo il voto di 28 e 29 marzo a stabilire quali nomi siano opportuni o meno in lista. Non ci resta che… aspettare.
//Regionali //Intervista incrociata
“LA SANITA’ SECONDO NOI” Rocco Palese
rtone Adriana Poli Bo
I TRE CANDIDATI SI CONFRONTANO SUL “TERRENO DI SCONTRO” DELLA SANITA’
Nichi Vendola
di MARIALUISA MASTROGIOVANNI
Vicende giudiziarie, appalti, liste d’attesa, azien- i tre candidati alla carica di presidente della Redalizzazione del “Vito Fazzi” ed altro ancora. gione Puglia si confrontano su quelli che sono diRocco Palese, Adriana Poli Bortone, Nichi Vendola, ventati i temi “caldi” della campagna elettorale. Alla luce delle vicende giudiziarie che hanno travolto la sanità pugliese, qual è, oggi, il punto da cui ripartire? ROCCO PALESE: “Rispetto alle vicende giudiziarie ci confermiamo garantisti, non esprimiamo giudizi che spettano solo alla Magistratura e non intendiamo prestarci a strumentalizzazioni come invece fatto in passato dalla sinistra. Il nostro giudizio è meramente politico e non può che essere di totale condanna. L’aspetto politico è quello che da
queste inchieste emerge chiaramente la totale assenza di controllo e di gestione della sanità finalizzata all’assistenza ai cittadini, come abbiamo denunciato per cinque anni a prescindere e ben prima delle inchieste. Da dove ripartire? Certamente dalla legge che racchiude tutte le nostre proposte, avanzate dieci volte in questi cinque anni e che sistematicamente Vendola e la sua maggioranza hanno bocciato in Commissione e in Consiglio: nomine dei direttori generali delle Asl il tacco d’Italia
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per concorso e istituzione di un Albo regionale; nomina dei primari in base a selezioni effettuate da una commissione esaminatrice esterna alle Asl; misure di controllo periodico e di contenimento della spesa per i Bilanci delle Asl; autorizzazione della Giunta alle Asl per acquisti superiori ad una certa cifra. Queste misure, che la Giunta Vendola ha solo in minima parte fatto proprie e solo in questi mesi dopo le inchieste giudiziarie, in gran parte erano già in vigore in Puglia nel 2005
e sono state cancellate per legge dalla Giunta Vendola. Bisogna mandare la cattiva politica fuori dalle Asl e dagli ospedali”. ADRIANA POLI BORTONE: “Occorre pensare ad interventi strutturali utili ad impedire il reiterarsi degli episodi conclamati ed a prevenire quelli supposti, anche se non ancora accertati. In particolare, in materia di ‘costo delle protesi’ una delle soluzioni possibili, potrebbe essere la inclusione nel valore di remunerazione dei DRGs del costo standard delle protesi, con ciò evitandosi la rincorsa all’acquisto indiscriminato delle protesi ritenute infungibili dai singoli operatori ed a costi personalizzati”. NICHI VENDOLA: “Ferma restando la nostra fiducia nei confronti della magistratura e in attesa di conoscere le risultanze delle inchieste giudiziarie tuttora in fase istruttoria, ritengo che i provvedimenti messi in atto dalla Giunta regionale e le norme proposte nell’ambito dell’Omnibus Sanità vadano esattamente nella direzione del potenziamento e del miglioramento del sistema dei controlli della spesa sanitaria, con particolare riferimento al settore delle forniture dei presidi sanitari”. Quali sono le emergenze da affrontare in tema di appalti pubblici, di nomine dei dirigenti, di trasparenza dei concorsi? PALESE: “Vale anche in questo caso quello che vale per le nomine dei primari e degli organi dirigenti delle Asl: servono organismi super partes, scollegati dall’organo politico, che giudichino i professionisti per meriti e per curricula, non per appartenenza o vicinanza politica; bisogna smetterla di buttare fumo negli occhi dei cittadini con una trasparenza ed una moralità solo ventilate e promesse in questi cinque anni. Basta vedere le centinaia di ricorsi che ci sono stati sui concorsi regionali di questa Giunta, gli errori materiali e i disordini sulle selezioni del personale; le centinaia di consulenze esterne e di incarichi affidati non per meriti ma per tessera di partito a persone che nella maggior parte dei casi sono state addirittura stabilizzate e sono diventate dipendenti regionali”. POLI BORTONE: “In tema di appalti pubblici, non è da escludere una cabina di regia a livello regionale, attraverso la quale monitorare tutti gli appalti nel mondo della sanità di tutte le Asl regionali al di sopra di un certo valore, e raffrontandoli per categorie omogenee, al fine di rilevare i macroscopici livelli di scostamento a parità di oggetto. Nella cabina di regia dovrebbero essere presenti figure quali magistrati della Corte dei Conti e ufficiali della Guardia di Finanza in pensione, persone insomma di grande professionalità e moralità, estranei al mondo della sanità. Per le nomine dei direttori generali, ho già
presentato un ddl; la Medici in tv. La locandina originale nomina deve essere della serie televisiva “Dr. House”, avulsa dalla politica, da cui prende spunto la nostra copertina per cui mi immagino una sorta di autonomia sanitaria simile all’autonomia universitaria: i direttori generali debbono essere eletti dalle espressioni degli operatori del mondo della sanità. In tal modo si rompe quel fastidioso legame fra politica e gestione della sanità stessa che ha visto spesso gli stessi direttori generali talmente vincolati ai loro sponsor da essere poi costretti a fare le nomine di loro competenza senza potersi esprimere liberamente, come semmai avrebbero voluto, nella individuazione di professionalità valutate esclusivamente in base al merito. Non mi soddisfano le soluzioni proposte di albi dai quali attingere, né di comvalere sempre e comunque la scelta delle missioni ancora una volta scelte con criteri migliori professionalità valutate, anche in politici. base ad elementi oggettivi (es. risultati ragIn tema di concorsi occorre distinguere tra giunti nei precedenti incarichi, attività svolta quelli correlati al conferimento di incarichi nelle precedenti attività lavorative, attività quinquennali di ‘Struttura Complessa’ da scientifica, ecc..). La norma nazionale doquelli relativi a tutte le altre figure professio- vrebbe essere sottoposta a una revisione che nali. Per i primi non è da escludere che la de- riporti al centro del percorso di nomina la cisione finale sostanzialmente oggi rimessa valutazione oggettiva dei candidati, così al direttore generale della Asl possa essere come è stato proposto da questo Governo sostenuta obbligatoriamente da una valuta- regionale, per esempio, per le procedure di zione anche a livello universitario”. individuazione e nomina dei direttori generali VENDOLA: “Nel corso della attuale legisla- delle Aziende sanitarie. tura sono stati introdotti, a mio giudizio, imROCCO PALESE: “SERVONO portanti elementi innovativi all’interno della normativa che disciplina le procedure di afORGANISMI SUPER PARTERS, fidamento degli appalti e attivata una serie SCOLLEGATI DALL’ORGANO POLITICO, di strumenti di controllo a tutela della traCHE GIUDICHINO I PROFESSIONISTI sparenza degli atti, come l’istituzione e l’atPER MERITI E PER CURRICULA, tivazione del Nucleo Regionale di Verifica degli Appalti e dell’Osservatorio Prezzi e TecNON PER APPARTENENZA POLITICA” nologie, provvedimenti mai attivati in passato da nessuna delle Giunte precedenti. In merito alle procedure concorsuali e alle In riferimento alla nomina dei dirigenti o dei condizioni di trasparenza del sistema, va riprimari, le procedure seguite sono state coe- cordato che esistono già norme e procedure renti con la normativa nazionale che affida al che devono essere rispettate per garantire la potere discrezionale dei direttori generali massima trasparenza e l’obiettività delle val’individuazione del vincitore all’interno di lutazioni. Attraverso una serie di procedure una terna di candidati giudicati idonei dalla anche informatizzate la Regione sta potenCommissione esaminatrice sulla base dei cri- ziando il sistema di monitoraggio delle dotateri prestabiliti. In questo ambito ho più volte zioni organiche e delle assunzioni operate ribadito che ritengo fondamentale far pre- dalle Aziende sanitarie. il tacco d’Italia
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Devo comunque evidenziare che la Regione Puglia in materia di personale ha, in questi ultimi anni, valorizzato procedure di stabilizzazione del personale che operava nell’ambito delle attività e dei servizi sanitari, in alcuni casi anche da oltre un decennio, in condizioni di precarietà del rapporto di lavoro”. Da almeno un decennio le liste d’attesa ritornano come cavallo di battaglia durante le elezioni. I tempi d’attesa però non sono diminuiti in maniera significativa, nonostante l’informatizzazione e la riorganizzazione delle Asl. Spesso i lunghi tempi d’attesa sono causati dalla carenza di personale e anche di prescrizioni inutili (la cosiddetta medicina difensiva). Che fare, dunque? PALESE: “All’inizio della legislatura, Vendola disse: ‘Entro fine 2006 dimezzeremo le liste d’attesa ed entro fine 2007 le azzereremo’. Oggi quelle liste d’attesa, medici e pazienti lo sanno bene, si sono triplicate. I soldi del Fondo Sanitario Regionale non fanno in tempo ad essere trasferiti alla Regione e finiscono nel calderone dei debiti. Nel 2005 lasciammo i conti della sanità con 9 milioni di euro di attivo ed oggi c’è un miliardo di debiti. Sulle liste d’attesa si interviene seriamente solo se si investe davvero sull’acquisto di nuovi macchinari (la Pet mobile del Policlinico di Bari incoscientemente acquistata da questo Governo e mai stata mobile ma fissa, costa quanto quattro Pet fisse che si potevano distribuire in tutta la Puglia). Serve poi un coordinamento serio di tutti gli ospedali pugliesi, una sorta di messa in rete che garantisca turni più umani al personale, ma anche maggiormente distribuiti nell’arco della giornata. Il tasso di utilizzo dei macchinari deve essere aumentato”. POLI BORTONE: “Sicuramente il problema annoso delle liste d’attesa è la conseguenza
di una serie innumerevole di concause. La soluzione dunque presuppone l’adozione di una serie di iniziative, tra le quali: implementazione delle dotazioni strumentali, ma ancora prima la verifica ed il monitoraggio costante dell’indice di utilizzo delle stesse, anche sulla base di parametri standard di impiego delle singole attrezzature; governo della formazione della domanda di prestazioni attraverso il coinvolgimento efficace della categoria dei medici prescrittori, che troppo spesso rinunciano alla diagnosi clinica ricorrendo esclusivamente ad indagini strumentali; rivedere il rapporto fra pubblico e privato in termini di complementarietà”. VENDOLA: “E’ vero che i tempi d’attesa continuano a rappresentare un problema di difficile soluzione per tutte le regioni e non è un caso che la premessa del secondo Piano nazionale per il governo dei tempi d’attesa, di recente approvato dalla Conferenza Stato-Regioni, sottolinei la complessità della questione. Vorrei, tuttavia, porre l’accento su un aspetto che ritengo di primaria importanza per il governo e riguarda il significato stesso di ‘tempo d’attesa’, che, a mio parere, si dovrebbe tendenzialmente riferire in via esclusiva alle prestazioni di ‘primo accesso’ al sistema sanitario nazionale. E’ questa, infatti, l’attività sanitaria da considerarsi critica rispetto al diritto del cittadino a tempi d’attesa appropriati. Il ‘primo accesso’ a una qualunque prestazione sanitaria si rende necessario, in linea di massima, in due condizioni: la prima, per un problema acuto a prognosi fausta, che esita nella risoluzione completa del problema diagnostico terapeutico che l’ha reso necessario; la seconda, finalizzata ad inquadrare una condizione cronica, che darà avvio, in prima istanza, a procedure di breve periodo per l’inquadramento della malattia e, successivamente, a processi di lungo periodo per
Tempi di attesa lunghi. Reparto di Oncologia, ospedale “Francesco Ferrari” di Casarano
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il follow-up. La realtà attuale delle liste d’attesa è che esse, oltre che da prestazioni purtroppo inutili, sono intasate per la gran parte da prestazioni di controllo per pazienti cronici, di cui la patologia è già nota, o da prenotazioni per screening preventivi, che sono ampiamente programmabili e governabili, anche in modo più appropriato di quanto accade oggi. Credo che si debba avviare un percorso nuovo, per cui uso il termine ‘tendenzialmente’, che porti a separare nettamente, sia nei processi gestionali sia nelle procedure organizzative, le attività sanitarie che caratterizzano le finalità del primo accesso da tutte le altre, cioè l’urgenza differibile, il controllo programmato, le attività di screening. Penso che questo processo tendenziale debba considerarsi completato a regime, quando si potrà parlare di liste d’attesa solo
ADRIANA POLI BORTONE: “IL PROBLEMA DELLE LISTE D’ATTESA DIPENDE DA UNA SERIE DI CONCAUSE. LA SOLUZIONE PRESUPPONE UNA MAGGIORE DOTAZIONE STRUMENTALE MA ANCOR PRIMA LA VERIFICA COSTANTE DEL SUO UTILIZZO” in riferimento al ‘primo accesso’, poiché tutte le altre modalità di accesso, in particolare quelle correlate ai processi di gestione delle cronicità, ai percorsi diagnostico-terapeutici complessi (ad es. oncologico), ad urgenze e screening dovranno essere gestite secondo modalità per cui non avrà più senso parlare di liste e tempi d’attesa. La professionalità del personale medico e paramendico troppo spesso sopperisce alla carenza di strumentazioni adeguate e di strutture efficienti. Inoltre il personale che va in pensione non viene sostituito se non con contratti a tempo, perché non si fanno più concorsi. Come mantenere alto dunque il livello di efficienza delle prestazioni? PALESE: “Se il sistema sanitario pugliese non è completamente collassato in questi cinque anni, lo si deve quasi esclusivamente al sacrificio quotidiano con cui le migliaia di operatori sanitari, medici e non, sopperiscono alla totale assenza di programmazione da parte della Regione. Una delle prime cose che faremo sarà una ricognizione delle piante organiche e un conseguente piano di sostituzione del personale mancante. Nonostante i limiti delle Leggi finanziarie nazionali, ci sono margini per poter sostituire per esempio il personale che va in pensione e anche quello in ferie o malattie prolungate. La parola d'ordine è program-
L’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce
mare, guardare al futuro con senso di responsabilità e non tamponare le emergenze con decisioni e provvedimenti che, in quanto di emergenza, rischiano di penalizzare gli ammalati e favorire solo e sempre gli amici della cattiva politica”. POLI BORTONE: “La giunta di centro destra (2000-2005) con i ‘tagli al personale’ ed il successivo ‘blocco delle assunzioni’ ha portato al sottodimensionamento delle risorse professionali, con riflessi sull’organizzazione dei servizi; inoltre, le improvvise chiusure di ospedali e trasformazione degli stessi in daysurgery, ha determinato incrementi di spesa e depotenziamento dei servizi sul territorio. Oggi è necessario l’adeguamento e la riorganizzazione della rete ospedaliera, ineludibile processo per il contenimento della spesa sanitaria, anche attraverso il consolidamento
NICHI VENDOLA: “LA MIA GIUNTA HA INVESTITO NELLE POLITICHE DEL PERSONALE ATTRAVERSO IL CONTRASTO AL PRECARIATO, MOLTO DIFFUSO IN SANITA’, ED AVVIATO LA STABILIZZAZIONE DELLE PROFESSIONALITA’” della dorsale da San Giovanni Rotondo e Tricase, con rilettura della domanda ed adeguamento dell’offerta. Così come è necessaria la ricerca di una comune progettualità per la formazione professionale, funzionale alla riorganizzazione dei servizi, che vada di pari passo alla rivisitazione profonda dei processi selettivi e decisionali per le posizioni apicali del settore”. VENDOLA: “La mia Giunta ha fortemente investito nelle politiche del personale e nella valorizzazione delle risorse umane, attraverso un’articolata strategia di contrasto al fenomeno del precariato, molto diffuso in sanità, che si è concretizzata con l’avvio dei processi di stabilizzazione delle professio-
nalità da anni impiegate all’interno del sistema con rapporti di lavoro e tipologie contrattuali estremamente diversificate. Desidero segnalare, inoltre, l’avvio un processo di grande valenza strategica e fortemente innovativo all’interno del panorama italiano, rappresentato dal percorso di autoproduzione dei servizi attivato mediante la costituzione di società di ‘in house providing’ da parte delle Aziende Sanitarie con conseguente strutturazione del personale impegnato in servizi esternalizzati e con qualificazione dei servizi, con particolare riferimento ai servizi alla persona e di emergenza-urgenza”. Che cosa ne pensa dell’aziendalizzazione dell’ospedale Vito Fazzi? PALESE: “Il Vito Fazzi ha un enorme bacino di utenza ed è strategico nel panorama dell’offerta sanitaria di tutto il Salento. L’indipendenza dalla Asl da un lato potrebbe garantire maggiore efficienza, dall’altro però bisogna scongiurare la frammentazione e, quindi, prioritariamente va fatta una reale programmazione sanitaria, ossia vanno individuati gli ospedali di riferimento, i poli di eccellenza, quelli in L’ospedale “Sacro Cuore” di Gallipoli
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grado di garantire una assistenza altamente specialistica e trasferire sugli ospedali minori l’assistenza territoriale. Uno dei principali problemi della sanità pugliese è la inappropriatezza dei ricoveri, ossia i ricoveri inutili, così come la mobilità passiva. La soluzione è programmare l’offerta sull’intero territorio regionale. Del resto uno dei motivi per cui ad oggi in Puglia è ancora in vigore il Piano Fitto (nonostante Vendola nel 2005 diceva che l’avrebbe revocato come primo atto di Governo) è che la sinistra non è stata in grado di avanzare una proposta alternativa e diversa”. ADRIANA POLI BORTONE: “E’ uno degli snodi cruciali del sistema. Affrancare una struttura come il Vito Fazzi, strategica per la sanità pubblica del Salento, sostituirebbe una svolta epocale. Ma mi rendo conto che essere d’accordo con questa prospettiva non equivale a realizzarla con un colpo di bacchetta magica; occorre una serie complessa di passaggi politici e burocratici che, questo sì, possono diventare realtà se chi è deputato a mettervi mano è animato da spirito di servizio e razionalità”. VENDOLA: “Le precedenti esperienze di aziendalizzazione di realtà ospedaliere regionali importanti come il ‘Vito Fazzi’ di Lecce o il ‘Ss Annunziata’ di Taranto hanno prodotto esiti incerti sul piano della efficienza amministrativa e il mancato raggiungimento di quei livelli di eccellenza attesi e coerenti con gli indirizzi previsti dalle norme sanitarie. Ciò non significa automaticamente che il ‘Vito Fazzi’ non possa aspirare ad un reale potenziamento della capacità di offerta. Anzi l’esperienza di aziendalizzazione di tali realtà ha dimostrato che non è la separazione di funzioni amministrative la chiave di volta per costruire realtà di riferimento per territori sovraprovinciali. Il ‘Vito Fazzi’ rappresenta una realtà di rilievo all’interno di uno scenario regionale che, attraverso i Piani Attuativi Locali (PAL) in corso di approvazione da parte della Giunta al termine di un complesso percorso di elaborazione da parte delle Asl condiviso con i rappresentanti degli Enti Locali, deve accrescere ulteriormente le proprie competenze e puntare all’effettiva eccellenza nell’ambito di una programmazione territoriale più ampia ed articolata. Aggiungo che non sono contrario a priori ad una ipotesi di ri-aziendalizzazione dell’ospedale ‘Vito Fazzi’, ma ritengo che qualsiasi ragionamento in tale prospettiva non possa assolutamente prescindere da una riflessione più ampia sull’eventuale candidatura della Università di Lecce ad ospitare una nuova Facoltà di Medicina e Chirurgia”.
//Regionali //L’intervista // Adriana Poli Bortone Una delle vignette che Poli Bortone sta utilizzando per la sua campagna elettorale
“L’UNICO vOTO UTILE è QUELLO PER IL SUD” NON CI STA A DARSI PER SCONFITTA ANCORA PRIMA DELLE ELEZIONI. PERCHÉ LEI, ADRIANA POLI BORTONE, LA SIGNORA DELLA POLITICA SALENTINA, DI SFIDE, ANCHE DIFFICILI, NE HA VINTE TANTE. ECCO SU CHE COSA INTENDE PUNTARE PER USCIRE VINCITRICE ALLE REGIONALI DEL 28 E 29 MARZO di ADOLFO MAFFEI
Senatrice Adriana Poli Bortone, ormai lo sanno anche i sassi pugliesi che se fosse stata il candidato unico del centrodestra, appoggiato dall’Udc, oggi i sondaggisti starebbero disquisendo sulla percentuale della sua vittoria su Nichi Vendola e non su chi sarà presidente della Regione. Perché questa condizione non si é verificata é ormai un fatto storicizzato nell’agenda della politica pugliese e lasciamolo lì, per il momento. Le chiedo, invece, di spiegare quali sono le ragioni di fondo della sua rischiosissima scelta di creare un partito del Sud. Lei poteva vivere di rendita, e invece… “Invece non ho accettato di accucciarmi nella nicchia del Pdl, in una postazione di potere che avrei perfino potuto scegliere. Ho intuito immediatamente che il Pdl avrebbe rappresentato la fine degli ideali di An, non solo l’annichilimento di tante belle storie personali. Oltre a questo macigno, per me insuperabile, vi é un’altra serie di considerazioni più generali, ma non meno importanti. I vecchi schieramenti di destra e sinistra sono definitivamente stati sepolti con la scelta del bipolarismo, che ha comportato il confluire di tutti i partiti nelle due grandi coalizioni, una di centrodestra, l’altra di centrosinistra. Di fatto, però, tale fusione é stata un’operazione a freddo che ha generato solo la nascita di due grandi nuovi partiti, anziché di due nuovi grandi poli che rappresentassero due modalità diverse e distanti
di fare politica. In questo panorama, ciò che di fatto accade è che all’interno di ognuna delle due coalizioni gli (ex) partiti, forti abbastanza da poter far pendere l’ago della bilancia da una parte o dall’altra, dettano legge. Così, da una parte il centrosinistra si trova a dover fare i conti con una vena fondamentalista che è ben lontana dalle velleità moderato-riformiste che i vertici vorrebbero; dall’altra, il Popolo delle Libertà si trova a dover arginare le pretese sempre più espansionistiche di una Lega Nord che porta avanti i propri interessi e quelli dei propri territori prima ancora di quelli degli italiani, pena il disimpegno e la fine della Legislatura. Insomma: un ricatto continuo”. C’é qualche retroscena ancora inedito di quella trattativa? “Non credo, é tutto alla luce del sole. La sola cosa che non si conosce in dettaglio è la lettera che Fitto scrisse a Berlusconi minacciando di lasciare il governo se io fossi stata candidata del Pdl. Io stavo dialogando con il Pdl già dal mese di ottobre alla soluzione più logica, quella di andare noi di Io Sud assieme all’Udc con il Pdl, cosa che, nonostante la fermissima convinzione di Berlusconi in tale direzione, non si è trovata per una visione miope della politica che impedisce a qualcuno di andare oltre il polo, come intuito più di dieci anni fa da Pinuccio Tatarella, e si è ristretta invece nell’orticello del Pdl; una miopia che si è manifestata in maniera brutale attraverso i veti di Fitto.
Trovo che ci sia un abisso tra la lungimiranza di Berlusconi da una parte e la ristrettezza di visione politica del Pdl pugliese dall’altro. Una visione che in caso di sconfitta di Rocco Palese porterà sull’orlo di un abisso in centrodestra pugliese ed il suo leader maximo magliese. Comunque tutto questo é acqua passata. Ciò che serve dunque, oggi, è pensare ad un partito a base territoriale non partitica, nel quale confluire ognuno con la propria storia politica personale, senza necessità di dover sconfessare nulla del proprio passato, ma avendo come unico comune denominatore gli interessi del territorio. Io Sud nasce proprio da questa esigenza di una forza politica moderna e pragmatica che sia espressione del territorio e in grado di interpretare e rilanciare orgogliosamente i valori e la cultura del Mezzogiorno d’Italia”. Parliamo di un tema che riguarda il Sud, il Federalismo. Sbaglio o lei l’ha salutato sempre con favore? “Il problema non é il Federalismo in sé, la cui necessità strategica confermo, ma il modello di Federalismo che si è voluto attuare, che per il momento è solo fiscale e confuso, non essendo state nemmeno determinate le competenze di governo centrale ed enti locali. Questo modello di Federalismo non può che tornare a favore di chi, all’interno del governo, sa fare la voce più grossa; il che vuol dire, ancora una volta, la Lega Nord. Ecco dunque come
è stato possibile che i fondi Fas, destinati al Sud, siano finiti a favore di zone del Nord, che certo non sono svantaggiate, addirittura per pagare le multe che l’Unione europea comminò all’Italia per le quote latte degli allevatori settentrionali. Uno scippo che allontana sempre di più il Sud dall’Europa”. Molti dicono che il voto alle sue liste e alla sua persona sia un voto disperso, inutile. “E’ esattamente il contrario. Il solo voto utile è quello dato per il Sud, perché questa parte fondamentale del Paese possa migliorare le condizioni di sviluppo, in termini economici, culturali, sociali. Ed Io Sud è l’unica forza nell’attuale panorama politico che difende il territorio, la gente e gli interessi dei meridionali. Chi vota per il centrodestra rafforzerà, come effetto collaterale non secondario, il peso di Umberto Bossi nella maggioranza parlamentare e nel governo Berlusconi. A chi parla di voto utile ricordo che la legge elettorale regionale (articolo 2) prevede che il popolo scelga direttamente il proprio presidente, che poi sceglie la sua maggioranza. Significa che ognuno dei tre candidati ha le stesse, identiche possibilità di vincere sugli altri”. I sondaggi però sembrano penalizzarla rispetto ai suoi due avversari. “Ah, i sondaggi! Ma quale intervistato dirà mai che adotterà il voto disgiunto ad un’agenzia demoscopia, per quanto anonimamente? La verità dei sondaggi, specialmente preelettorali, sono fun-
zionali ai committenti, si vedano quelli della Swg, notoriamente di sinistra, che danno Vendola oltre il 50%. E poiché Io Sud non ha finanziamenti pubblici come i suoi maggiori competitori, non ha le risorse per pagarsi un bel sondaggio fatto su misura. Se potessi farei porre al mio sondaggista una domanda del genere: se dovesse votare per l’esperienza politica e l’orgoglio della pugliesità chi voterebbe? Sarei presidente a mani basse”. Lasciamo i massimi sistemi e parliamo di cosa concrete da fare. Per rilanciare l’economia, per esempio, senatrice Poli Bortone. “Io Sud ha capito, prima di altri, che l’unica possibilità di limitare i rischi di questa crisi in termini di riduzione dei consumi e crescita della disoccupazione, dipenderà dalle azioni concrete che verranno messe in atto per contrastarla. Azioni che, naturalmente, dovranno essere soprattutto fattibili. Sono sempre stata contraria, infatti, agli spot elettorali che creano solamente illusioni e aspettative disattese. Sicuramente, in questo momento, il problema più sentito dai nostri imprenditori, soprattutto nel settore del commercio e del turismo, é quello della tensione finanziaria determinata dalla riduzione del volume di affari e dall’allungamento dei tempi degli incassi. Sarà dunque fondamentale proteggere il tessuto imprenditoriale ed i piccoli commercianti impedendo che aziende con grandi potenzialità, capaci di tornare a prosperare dopo la crisi, muoiano per carenza di liquidità. Concretamente mi sono mossa da molto tempo, come parlamentare: è da ormai quasi 12 mesi che in Senato, come Io Sud, ho presentato ben due disegni di legge che prevedono: il primo, una moratoria dei crediti delle banche verso le imprese della durata di un anno, limitata al capitale e riservata alle imprese in bonis (DdL n. 1729); il secondo, l’adozione di strumenti atti a facilitare l’occupazione e lo sviluppo del mercato del lavoro (DdL n. 1696). Nello specifico, per il settore del commercio e del turismo, lo strumento che Io Sud intende introdurre per la Regione Puglia risiede nella possibilità data ai datori di lavoro della nostra regione di assumere residenti o richiamare residenti emigrati per lavoro e offrire loro contratti a tempo indeterminato senza l’obbligo del versamento a proprio carico delle quote di contribuzione per 24 mesi, nonché la possibilità di ricorrere allo stesso mezzo per evitare il licenziamento del lavoratore. Inoltre attivando una moratoria sui crediti delle banche, le Pmi, liberate dalla tensione determinata da richieste di rientro cui non riescono a far fronte, potrebbero agevolmente mettere in atto strategie finalizzate al superamento di un lungo periodo di tensione e di crisi”. Che cosa intende fare per il settore turistico? “E’ giusto ed urgente che venga rivalu-
tato dopo anni di interventi spot che, spesso, hanno lasciato a bocca asciutta i tanti piccoli imprenditori locali che, se pur con molti sacrifici, hanno continuato ad andare avanti mantenendo in piedi l’intero settore. La Puglia per la sua conformazione e la sua posizione geografica rappresenta un naturale polo attrattivo per il turismo, specie di qualità. Occorre però allargare le vedute sulle possibilità offerte dal settore, e valutare ad esempio le prospettive offerte dal turismo termale, rurale, religioso, artigianale, sportivo, enogastronomico. Come candidata presidente per la Regione Puglia ho inteso focalizzare l’attenzione soprattutto su alcune linee guida. Offerta turistica integrata. Con la definizione di un piano strategico regionale che orienti il sistema turistico verso un modello integrato di accoglienza ed ospitalità diffusa, rispettosa dell’ambiente, della cultura e delle singole specificità territoriali esistenti sul nostro territorio regionale con un occhio di riguardo al costo/beneficio per il turista-visitatore. Perché nella mia città, da sindaco, sono riuscita ad attrarre flussi turistici che non erano mai stati immaginati prima, e se oggi Lecce è l’unica città italiana tra le dieci al mondo da visitare lasciatemelo dire, è anche merito mio. La Puglia non può continuare a festeggiare il raddoppio di una strada statale come un evento da ricordare, anziché considerarlo per quello che è, ovvero un diritto sacrosanto, e nel contempo assistere impotente a quanto riescono ad avere altri territori che hanno propri uomini nei posti giusti. E l’accenno è alla Lega Nord, naturalmente. Un’accademia dell’enogastronomia pugliese. Creare una struttura che consenta di tutelare e valorizzare le tradizioni enogastronomiche pugliesi che si occupi di: alta formazione nel settore della ristorazione, corsi di specializzazione sulla cucina regionale rivolta a chef ed operatori stranieri. Infine programmare eventi di promozione specifici che non siano spot ed una tantum ma programmati durante tutto l’arco dei dodici mesi. L’albergo diffuso. Definire ed implementare standard di accreditamento e qualificazione dei servizi di ricettività di tutte quelle strutture non tradizionali diffuse sul territorio (b&b, agriturismi). Integrare la capacità ricettiva del territorio con le forme emergenti di turismo: enoturismo, turismo sportivo, turismo congressuale, religioso, artigianale, culturale, sportivo, termale. Valorizzazione della rete dei borghi pugliesi. Che nel loro insieme possono per l’appunto costituire un sistema che dà valore aggiunto al settore”. In questa campagna elettorale parla molto spesso delle e alle donne. Ep-
CHI É
Adriana Poli nel 1967 diventa docente ordinario di latino e greco presso il liceo classico "Palmieri”, nel 1968 è assistente alla cattedra di Letteratura Latina della facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Lecce, dove dal 1985 è professore associato di Letteratura Latina. Oggi è in pensione dall'Università.Nel 1967 viene eletta consigliere comunale a Lecce nella lista del Msi, poi Alleanza Nazionale. Da allora è sempre riconfermata consigliere fino alla elezione a sindaco nel 1998. Nel maggio del 2002 viene rieletta sindaco con il
68,9 per cento di voti. Deputato alla Camera dei Deputati per la prima volta nel 1983, viene riconfermata nel 1987, 1991, 1994 e nel 1996. Nel 1994 è eletta vicepresidente della Camera, e nominata successivamente ministro delle Risorse agricole, alimentari e forestali del primo Governo Berlusconi. E' stata eletta anche deputato al Parlamento europeo nel 1999 nella lista di Alleanza Nazionale, dove é stata membro della Commissione per le Politiche regionali, trasporti e turismo e titolare della Delegazione interparlamentare per le relazioni con il Sud-Est d'Europa. Nell'ambito di Alleanza Nazionale è stata segretaria nazionale femminile dal 1981 al 1994 e componente dell'esecutivo nazionale ininterrottamente dal 1981 al 2000 e responsabile delle Politiche per il Mezzogiorno, delle relazioni con le categorie produttive e del Dipartimento Agricoltura. Nell’aprile 2008 è capolista in Puglia (lista del Pdl) alle politiche per il rinnovo del Senato ed è senatrice della Repubblica con 92.239 preferenze.
“ALLE REGIONALI IO SUD SARÀ L’UNICO PARTITO A BASE TERRITORIALE, LEGATO AGLI INTERESSI DELLA PUGLIA” pure lei non é mi stata femminista. “La mia intera storia politica è caratterizzata da attività per le donne, a partire dalla mia proposta di assegno alle casalinghe, datata 1983, proposta che ho ri-avanzato e che ho inserito nel mio ‘pacchetto donna’ per le elezioni regionali, costituito da sei azioni positive dedicate alle donne. Innanzitutto prevediamo che in ogni misura dei Por sia prevista una premialità per la presenza di donne nei progetti candidati al finanziamento con fondi europei. Analoga premialità sarà assegnata dalla Apulia Film Commission alle donne che vorranno esprimere la propria creatività sperimentandosi nel mondo delle professioni legate al cinema. Nell’ambito della comunicazione, essendo molte le donne impegnate nei media e nel settore della informazione, creeremo un Media Center dedicato alla promozione della inclusione delle donne. Inoltre, saranno incentivate con 50mila euro l'anno per tre anni le forme di aggregazione tra donne in ambito che decidano di mettersi insieme e avviare attività lavorative o professionali. Le ultime due azioni del ‘Pacchetto donna’ sono dedicate all'ambito familiare. La prima è l'‘assegno al lavoro casalingo’, che ripropongo: alle donne che svolgono lavoro domestico va riconosciuto il contributo che esse danno alla economia delle nostre famiglie e più in generale della nostra società, basata sul nucleo
famiglia. La seconda azione è un ‘bonus per le famiglie disagiate che rischiano di vedersi sottrarre i figli dal Tribunale per i minorenni per motivi economici’. Ricordo dalla mia esperienza di sindaco che i Comuni sostengono una spesa di 100-120 euro al giorno per pagare la retta di questi bambini affidati alle case famiglia: se quelle risorse, fino a un massimo di 300 euro al mese, fossero date direttamente alla famiglia i figli potrebbero rimanere in casa”. Concludendo: perché votare per Adriana Poli Bortone? “Molte ragioni le ho spiegate, moltissime le troveranno gli elettori pugliesi ascoltando i miei avversari, le promesse poetiche di Vendola e le farneticazioni arrabbiate di Palese. Io Sud è l’unico movimento che si propone esclusivamente per rappresentare gli interessi delle popolazioni meridionali; gli amministratori che saranno eletti in Puglia, come altrove, non dovranno barcamenarsi tra le tante spinte che i partiti tradizionali esercitano per ragioni di alleanza, di governo di convenienza. la propria terra, non per uno schema di partito. Noi ‘siamo’ il Mezzogiorno e lo saremo sempre di più se gli elettori voteranno la nostra lista. Non amo gli slogan effetto, anche se ‘Orgogliosamente terrona’ mi piace molto. E, poi, nessuna donna é mai stata presidente in Puglia: non vi pare che sia giunta l’ora”?
ENERGIA DAGLI ULIVI. COME NATURA COMANDA Entrerà in attività entro l’estate nella zona industriale di Calimera un impianto di micro co-generazione derivata da legno da 1 MWe di potenza e zero controindicazioni Il Salento è un’immensa distesa di alberi di ulivo. Essendo così facilmente reperibile sul territorio la biomassa legnosa costituisce pertanto un’importante risorsa per tutti i suoi abitanti. Una risorsa poco sfruttata: oltre alla possibilità di essere immagazzinata per lunghi periodi, il suo valore risiede infatti nel suo essere totalmente rinnovabile e sostenibile. Il legno, raccolto e triturato da aziende locali, dà origine al cippato che viene utilizzato per produrre energia pulita, garantendo il massimo rispetto per l’ambiente. L'uso dei combustibili solidi di origine vegetale si sta diffondendo in Italia sull'esempio virtuoso di diversi Comuni dell'area settentrionale, che coprono in questo modo gran parte del loro fabbisogno energetico. L'impianto di Calimera sarà il primo in Europa e nel Mediterraneo a farlo con il legno d'ulivo.
Uno sguardo ai numeri Nella provincia di Lecce sono stati censiti circa 11 milioni di alberi di ulivo. Ognuno di essi produce, in media, 3 quintali di legna da potatura ogni cinque anni. Potenzialmente, dunque, il territorio salentino produce, ad ogni lustro, 33 milioni di quintali di scarti da potatura. Considerato che solo il 60% degli alberi viene regolarmente rimondato, ogni cinque anni sono disponibili circa 2 milioni di tonnellate di legna da potatura (400mila tonnellate all’anno). Sino ad oggi quasi la metà di questa legna viene fatta ardere nelle pizzerie, nelle panetterie e nelle abitazioni mentre l’altra metà viene bruciata tal quale nei campi. Questi roghi oltre al fastidio del fumo, possono causare, specialmente d’estate, veri e propri incendi.
Da scarto a ricchezza Eppure uno scarto si può trasformare in risorsa. Ne è consapevole Fiusis Srl, azienda salentina esperta nella produzione di energia da fonti rinnovabili, in special modo nel campo del recupero energetico dal legno, che inaugurerà a Calimera, proprio nel centro della Grecìa salentina, un impianto di 1MWe che, adottando le tecnologie più moderne e partendo dal cippato di legno di ulivo (ovvero il legno vergine proveniente dagli scarti di potatura, raccolto e triturato), trasforma il legno oggi abbandonato e distrutto selvaggiamente in una risorsa per produrre energia pulita e rinnovabile. Per alimentare tale impianto sono necessarie, in un anno, solo
1) Gli scarti della rimonda degli ulivi vengono bruciati indiscriminatamente nelle nostre campagne, causando tavolta degli incendi. 2) Il cippato di legno ottenuto dalla frantumazione del legno vergine. 3) Sveva Sagramola, conduttrice di Geo&Geo, ha prestato la sua immagine come testimonial del progetto Fiusis.
8mila tonnellate delle 400mila disponibili sul territorio salentino; fornitura peraltro già assicurata da un accordo siglato con la Cia (Confederazione Italiana Agricoltori Lecce) e con aziende che si occupano della raccolta e cippatura degli scarti dai campi.
L’idea vincente Nel progetto dell’impianto Fiusis a Calimera hanno creduto due colossi del recupero energetico dal legno come Uniconfort e Turboden, leader in Italia ed in Europa, che l’hanno considerata un’idea vincente. Entro l’estate, insieme a Fiusis, queste grandi aziende metteranno in moto l’impianto salentino, vero gioiello di tecnica e tecnologia, che ha già attirato l’attenzione dei presenti in occasione dell’ultima Fiera Internazionale del legno di Hannover (Germania). Anche il Sole 24 ore ha ritenuto il progetto meritevole di attenzione e gli ha dedicato un servizio nella rubrica “Nuove Energie”. Ma veniamo all’impianto. E’ costituito da una caldaia a griglia mobile, fornita da Uniconfort, in cui, tramite un nastro trasportatore, verrà conferito il cippato. Il calore verrà veicolato attraverso un fluido che arriverà ad azionare la turbina, fornita da Turboden, che produrrà energia elettrica. I fumi prodotti verranno prima centrifugati e successivamente immessi nel filtro multiciclone e nei 702 efficientissimi filtri in maglia di acciaio inossidabile che li rende indistruttibili nel tempo. Ogni mezz’ora automaticamente un getto d’aria compressa pulisce i filtri rendendoli sempre al massimo della loro efficienza. Le ceneri prodotte dalla combustione verranno raccolte automaticamente sotto la caldaia e sotto i filtri dei fumi e conferite ad aziende altamente specializzate per il loro riutilizzo come fertilizzante agricolo o nella bioedilizia. Tutte le emissioni saranno registrate 24 ore al giorno per 365 giorni all’anno da uno strumento ABB, tra i migliori al mondo, che monitora in continuo tutte le emissioni e le registra su un computer in scatola chiusa accessibile al Comune e agli enti preposti al controllo, rendendo così totalmente trasparente l’impianto di Calimera. I muri perimetrali bassi (80 cm), sinonimo di trasparenza, ed i materiali utilizzati per la costruzione edilizia dell’impianto (rivestimenti in marmo bianco di Carrara di tutto il capannone, infissi di pregio in alluminio, ripristino di un trullo a museo, rivestimenti in pietra...) sono stati accuratamente scelti in quanto l’impianto Fiusis sarà aperto al pubblico un giorno alla settimana e soprattutto sarà aperto alle decine di scuole ed Università che già hanno fatto richiesta di visita guidata per i loro studenti. L'impianto Fiusis è pertanto pulitissimo, non si vedranno nè pennacchi nè colonne di fumo o quant’altro, tanto da aver approntato la severa proceduta per dotarsi della certificazione ambientale Emas.
di Arpa Puglia, di Asl Sisp e Spesal, dei Vigili del fuoco e del Ministero dello Sviluppo economico. Il Comune beneficerà gratuitamente di energia termica sotto forma di acqua calda da veicolare nelle aziende della zona industriale di Calimera. Tutta l’energia elettrica pro1 dotta sarà consegnata ad Enel su una linea che alimenta direttamente la città di Calimera che potrà pregiarsi di essere la prima città nel Salento, ed una delle prime nell’Italia meridionale, ad essere alimentata da energia verde e rinnovabile. Ciò darà un importante contributo allo sviluppo economico della zona. Ma non finisce qui. Grazie ad una Convenzione sottoscritta con il Comune, i cittadini di Calimera potranno usufruire su richiesta della raccolta dei residui di potatura degli 2 ulivi, riconoscendo loro 1,50 euro a quintale. - Fiusis garantirà una volta all’anno la potatura e la pulizia di tutti gli alberi comunali, boschi inclusi. - Fiusis per ogni anno di produzione riconoscerà al comune 45mila euro da utilizzare a scopi sociali ed ambientali. - Fiusis grazie ad un suo partner Ely Spa installerà gratuitamente 500 impianti di fotolvotaico sui tetti dei cittadini di Calimera azzerando la bolletta energetica di molte famiglie. E’ opportuno precisare, anche se è del tutto ovvio, che l’impianto di Calimera è stato progettato e costruito solo ed esclusivamente per utilizzare legno vergine di ulivo e null’altro. Anche legno diverso dall’ulivo (es. pino, quercia, eucalipto...) deve 3 essere utilizzato in percentuale con
Tutti i “sì”
quello di ulivo per non danneggiare Non sono state soltanto le aziende private a credere (ed a diventare la piccola caldaia (circa 6 mq di gripartner) nel progetto dell’impianto Fiusis. Che infatti ha ottenuto il pa- glia), tutta rivestita da pietre refrattarie come i vecchi forni a legna rere favorevole anche del Comune di Calimera, della Provincia di Lecce, del nostro Salento. FIUSIS srl, via Danimarca, zona PIP CALIMERA; e-mail: info@fiusis.com - www.fiusis.com
//Regionali // Le priorità della politica Foto di borsalino1951 tratta da flickr.com
OBIETTIVO: SOLUZIONE DEI PROBLEMI. ECCO COME I CANDIDATI PRESIDENTE DELLA PUGLIA HANNO IN MENTE DI PORRE RIMEDIO ALLE EMERGENZE PIÙ STRINGENTI DELLA REGIONE di LAURA LEUZZI
OGNI PROMESSA E’ DEBITO/2
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i auguriamo che non siano le solite promesse da marinaio e che i candidati alla carica di presidente della Puglia dimostrino di mantenere fede alle parole pronunciate al cospetto degli elettori. Non badando al luogo comune secondo il quale in campagna elettorale le parole dei politici se le porta il vento, e mettendoci intanto al riparo da siffatto rischio, abbiamo deciso di met-
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terle nero su bianco, le parole di cui sopra. E così alcuni opinion leader hanno segnalato, ognuno per ambito di competenza, quali, secondo loro, sono le emergenze della Regione Puglia cui porre rimedio con maggiore urgenza. Gli aspiranti timonieri di via Capruzzi hanno indicato come hanno intenzione di sanarle.
infrastrutture PIù ATTENZIONE AD APPALTI
E SICUREZZA
NICOLA DELLE DONNE, PRESIDENTE ANCE CONFINDUSTRIA, LECCE E’ innegabile che la crisi economica abbia colpito duramente anche e soprattutto le imprese edili. Molte hanno cessato la propria attività e molte altre si trovano in forti difficoltà. Anche l’indotto della vendita dei prodotti per l’edilizia ne ha profondamente risentito. Come presidente di
Ance Lecce, sento forte il dovere di lanciare un messaggio chiaro a tutte le forze politiche in campo. Il rilancio dell’edilizia deve essere un punto di primaria importanza nell’agenda del futuro governatore di Puglia. La Regione ha l’obbligo di sostenere le imprese edili soprattutto in questo delicato momento
PALESE: Il Piano Casa e l’abolizione dell’Ici sulla prima casa sono stati di aiuto alla ripresa del mercato edile in un momento di grave crisi economica. Adesso spetta alle Regioni fare il resto. In primo luogo riformare gli Iacp e rinnovare, restaurare, dismettere il patrimonio abitativo permettendo agli inquilini di diventare proprietari; promuovere un’edilizia sostenibile incentivando una nuova programmazione del territorio che renda protagoniste le imprese con la Regione; favorire l’innovazione incentivando la partecipazione delle aziende ad eventi che promuovano scambi di conoscenza. Arginare la povertà delle famiglie. Favorire nuovi insediamenti edilizi compatibili con il territorio e incrementare gli aiuti alle giovani coppie per la prima casa. La Regione ha il dovere di mettere al centro delle sue politiche la persona.
economico. C’è bisogno di attenzione in materia di appalti e di sicurezza e nella progettazione dello sviluppo del territorio. Ance Lecce registra troppe volte, da parte degli enti appaltanti, il mancato rispetto delle regole, che va a discapito delle imprese e dei lavoratori. Chiedo ai candidati alla pre-
POLI BORTONE: Parole sante il richiamo alla coerenza fra quello che si promette e quello che sarà mantenuto! Comparto edile non significa soltanto palazzi e strade. Se allarghiamo lo spettro delle competenze dei costruttori nella visione di sviluppo della Regione troviamo un’area vastissima di opportunità. Penso al comparto energetico, alla salvaguardia e messa in sicurezza del territorio, al rilancio della portualità e delle attività legate alle nostre stupende coste: dal turismo alla pesca, con l’indotto delle infrastrutturazioni, della costruzione di nuovi porticcioli eccetera. Se volessi far presa immediata tirerei fuori dal cassetto uno dei tanti progetti che ho e vi ricamerei una bella frase a effetto. Quella degli imprenditori è l’interfaccia più importante, perché ad essa affianco sempre il mondo del lavoro.
sidenza della Regione Puglia che cosa faranno, da governatori, per rilanciare l’intero comparto edile. Di slogan pre-elettorali se ne sono sentiti tanti e troppi. E’ ora di passare ai fatti. Chiedo soprattutto, a nome di tutte le imprese edili, impegni precisi da rispettare dopo le elezioni.
VENDOLA: L’impegno che abbiamo sottoscritto e completato in cinque anni si è manifestato con un rilevante provvedimento: abbiamo coniugato il sostegno al settore edilizio, e il miglioramento della qualità architettonica, con il primo Piano casa regionale. Un atto che contempla investimenti pari a 210 milioni di euro. Altri 215 milioni sono stati impegnati attraverso i Programmi integrati di riqualificazione delle periferie (Pirp). Questi sono solo i primi risultati di una complessa rivoluzione urbanistica ed edilizia, all’interno del quale è compreso il rilancio dell’edilizia popolare con un programma straordinario di manutenzione. È d’obbligo perseguire la ripresa del settore e delle politiche abitative, senza perdere di vista la sostenibilità ambientale. Oggi la Puglia ha tutti gli strumenti per intraprendere questo percorso.
sanità
LA GIUSTA DIGNITA’ ALLE STRUTTURE SANITARIE ACCREDITATE GIUSEPPE CALABRESE, AMMINISTRATORE POLIAMBULATORIO CALABRESE E’ da ormai più di un decennio che la classe politica prende decisioni che vanno nella direzione di ridurre, se non addirittura azzerare, la specialistica ambulatoriale accreditata in nome di una necessità di risparmio non supportata, peraltro, da alcuna prova di evidenza. La specialistica accreditata rappresenta infatti appena il 2% della spesa sanitaria regionale; la diagnostica di laboratorio convenzionata addirittura meno dello 0,8%.
Oggi le strutture private accreditate sono a tutti gli effetti strutture pubbliche la cui gestione è affidata a professionisti privati e le cui tariffe sono bloccate da oltre un decennio a fronte di un continuo aumento dei costi, all’introduzione di sempre più sofisticate tecnologie e soprattutto al notevole impegno di investimenti che scaturisce dal processo di accreditamento (richiesto inspiegabilmente alle sole strutture private).
PALESE: Credo in una sana e programmata integrazione tra pubblico e privato. Abbiamo sempre contestato a Vendola di aver creato una giungla. Non si può parlare di sanità senza parlare di Programmazione con la P maiuscola e il Piano della Salute arrivato dopo tre anni e privo di copertura finanziaria, non ha fatto altro che delegare alle sei Asl provinciali, tramite i Pal, una serie di intenti che tali sono rimasti, tanto che il Piano non è mai entrato in vigore. Sugli accreditamenti abbiamo sempre posto il problema dei requisiti: servono dei parametri e dei criteri di accreditamento stabiliti dalla Regione e serve anche non limitarsi al controllo iniziale. Le strutture devono essere aiutate, anche tramite controlli periodici a mantenere alto il livello delle prestazioni e la Regione ha il dovere di ripetere periodicamente le verifiche per constatare la sussistenza dei requisiti atti all’accreditamento.
Il sistema delle imprese sanitarie accreditate dunque offre prestazioni sanitarie di qualità a basso costo, occupazione, gettito fiscale generando un significativo indotto costituito da ditte di forniture o di assistenza tecnica, professionisti, istituti di credito, ecc. Per queste ragioni risulta inspiegabile l’accanimento della classe politica contro quella che dovrebbe essere considerata una risorsa e che, se sfruttata correttamente, permetterebbe
POLI BORTONE: E’ necessaria la rimodulazione delle convenzioni con strutture private per ridurre le convenzioni per patologie acute ed aumentare quelle per la riabilitazione e la lungodegenza. Solo così è possibile contenere i costi. Sino ad oggi si è teso alla riduzione dei posti letto degli ospedali pubblici per poi mantenere o aumentare i posti letto nelle strutture private convenzionate. Trovo necessario un tavolo di concertazione con le associazioni che rappresentano le imprese private e laboratori di analisi in Puglia, con le quali effettuare un monitoraggio obiettivo e a 360 gradi. La professionalità e l’esperienza di manager privati darà una spinta verso la ricerca di soluzioni che contemperino le necessità dei privati e l’interesse collettivo. Le strutture private dovrebbero poter coesistere con gli ospedali pubblici, orientando le proprie specializzazioni verso l’eccellenza.
di potenziare l’azione di prevenzione la quale rappresenta, tra l’altro, la via maestra verso la riduzione della spesa sanitaria. Vi impegnerete a dare pieno riconoscimento e dignità alle strutture sanitarie accreditate già esistenti e ad introdurre un tavolo permanente di concertazione per la specialistica accreditata che porti ad una formulazione condivisa di un piano organico dei servizi sul territorio?
VENDOLA: Le strutture accreditate sono fondamentali in un sistema sanitario pubblico che voglia offrire servizi di qualità in maniera capillare ed efficiente. I servizi specialistici sul territorio devono essere organizzati dando dignità a tutte le esperienze che portino reali vantaggi ai cittadini che necessitano di cure per la propria salute. Posso aggiungere che gli accreditamenti futuri non saranno più concessi a pioggia per fornire poi solo rimborsi a piè di lista, ma saranno concertati anche con le organizzazioni degli imprenditori, oltre che con la cittadinanza attiva e con i rappresentanti degli enti locali, in un’ottica di potenziamento dei servizi territoriali.
energia UNA LEGGE INTELLIGENTE
SUGLI IMPIANTI ENERGETICI LUIGI BRUNO, AMMINISTRATORE EMMEC2, SETTORE DEL FOTOVOLTAICO Da anni imperversano sui giornali polemiche attorno alle fonti energetiche rinnovabili. Associazioni ambientaliste più o meno “non profit” lanciano campagne di mistificazione volte a confondere i rischi del nucleare con quelli dell’eolico, a insinuare che i pannelli fotovoltaici producano scorie tossiche, ecc. Ciò determina la diffusione sul territorio della sin-
drome NIMBY (acronimo inglese per Not In My Back Yard, lett. "Non nel mio cortile"), con la quale si indica un atteggiamento che si riscontra nelle proteste contro opere di interesse pubblico che hanno, o si teme possano avere, effetti negativi sui territori in cui verranno costruite. Qual è la sua opinione in merito? Se è vero che la pubblica opinione segue i suoi
PALESE: La sindrome di Nimby purtroppo riguarda il mondo intero e va considerata per quello che è: la legittima aspirazione di ciascun territorio di salvaguardare il proprio interesse e il proprio contesto ambientale. Un Ente locale, in questo caso la Regione, deve tenere nel debito conto l’interesse particolare di quel territorio ma ha anche il dovere di conciliarlo con l’interesse di tutti i territori che amministra. Questo non vuol dire per forza imporre le scelte ad alcuni territori, ma non si può pensare che l’ostinazione nel dire no per esempio all’ampliamento di una strada pericolosa o alla costruzione di una importante infrastruttura, possa pregiudicare la costruzione della infrastruttura stessa. Chi governa ha il dovere di trovare la giusta sintesi tra legittimi interessi particolari e interesse generale, altrimenti vivremmo ancora nell’età della pietra.
istinti e che l’informazione dovrebbe dar voce ai soggetti che protestano ma riportare anche le ragioni degli altri, che ne pensa della necessità di una pianificazione energetica del territorio? E’ auspicabile assecondare chi dice “A casa mia non voglio alcun impianto”, si dovrebbe dare il via libera a centrali da combustibile fossile o nucleare oppure, ancora,
POLI BORTONE: Tutti concordano sulla necessità di creare energia, smaltire rifiuti, riciclare cascami, ma non si trova mai nessun amministratore che dica “Lo faccio sul mio territorio”.Questa è, invece, la mia visione progettuale, dalla quale escludo a priori la costruzione di centrali nucleari in Puglia. Bastano buon senso e buona volontà. Occorre dare il via ad organismi istituzionali partecipativi, quali il Consiglio delle autonomie, pure previsto dallo Statuto regionale, che rappresenta il luogo istituzionale nel quale far emergere la volontà del territorio. Il rispetto dell'ambiente sarà priorità assoluta del governo regionale: zone verdi, aree protette e parchi devono poter essere occasione di valorizzazione del territorio, di attrazione turistica. Si dovranno incentivare le fonti alternative di energia accanto a una gestione responsabile dello smaltimento dei rifiuti e dell'utilizzo di risorse vitali come l'acqua. il tacco d’Italia
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sarebbe opportuno puntare su una normativa intelligente che consenta gli investimenti nel fotovoltaico ed eolico? Questo non vuol dire diffusione selvaggia, ma predisporre una legge che nel rispetto di elementari principi di tutela ambientale consenta ad un settore trainante dell’economia di svilupparsi e di produrre energia davvero pulita e rinnovabile.
VENDOLA: L’atteggiamento di opposizione nei confronti di opere che ricadano nel proprio territorio è negativo, se adottato in via del tutto aprioristica. Spesso e volentieri ci si nasconde dietro convinzioni troppo personali, caratterizzate da una visione poco ispirata ai principi collettivi e ai benefici che ne deriverebbero per la comunità. D’altro canto, può essere interpretato come un segnale di malessere diffuso proprio perché la classe politica non è in grado di intercettare i motivi del dissenso. E ciò significa che alla popolazione non è stata data la giusta attenzione che meritava. In ultimo, potremmo trovarci di fronte a un atteggiamento di comodo. Si prenda il caso del nucleare: non ho mai nascosto la mia contrarietà all’uso dell’energia atomica, ma non solo in Puglia. C’è qualcun altro, invece, che gioca sulla pelle dei propri concittadini per meri scopi elettorali. Un comportamento inqualificabile.
//Megafono a... // Gianni Stefàno
ENERGIA Sì, MA SI ASCOLTI IL TERRITORIO GIANNI STEFÀNO, CANDIDATO ALLE REGIONALI CON IL PDL
Dr. Stefàno, Lei è assessore provinciale all’Energia, un tema attorno al quale si gioca il futuro del territorio salentino e pugliese, dal punto di vista sia economico sia ambientale. Si possono conciliare economia e salvaguardia del territorio? “Credo che non solo si possano, ma si debbano conciliare in quanto la salvaguardia del territorio deve necessariamente essere la direttrice dello sviluppo economico. E’ una convinzione che difenderemo strenuamente, in Provincia. Del resto, in Consiglio provinciale abbiamo adottato, peraltro approvandola all’unanimità, una delibera con la quale sollecitiamo i Comuni a redigere delle varianti ai propri strumenti urbanistici per limitare il fenomeno del fotovoltaico a terra che rappresenta una delle emergenze del momento in tema energetico. Credo tuttavia che ciò non sia sufficiente e che tanto altro vada fatto: lo faremo sicuramente, ascoltando le esigenze del territorio e dei cittadini, soprattutto in tema di biomasse ed eolico”. Un altro tema scottante di questa campagna elettorale è il nucleare. Che cosa ne pensa? “Credo che debba rappresentare una delle tante fonti per la produzione di energia; ma non può essere il nucleare a risolvere i problemi energetici della nostra nazione. Va considerato per quello che è: una componente del sistema energetico nazionale. Palazzo dei Celestini è già stato molto chiaro su questo argomento, esprimendo un punto di
vista netto attorno agli insediamenti per la produzione di energia da nucleare: la provincia di Lecce non è disponibile ad accettare né le centrali né lo stoccaggio di scorie. Altrettanto ha dichiarato la Regione. Siamo pienamente concordi con lo schieramento di centrodestra”. Che cosa pensa degli impianti a biomasse? “Credo che in questo ambito si debba fare un discorso che vada al di là della filiera, lunga o corta che sia. La produzione di energia da biomassa deve necessariamente essere legata alle potenzialità del territorio. Credo, cioè, che ci debbano essere dei limiti da non superaree nella produzione di energie e che tali limiti siano direttamente connessi alla natura del territorio in cui gli impianti sono previsti. In Provincia abbiamo in previsione – e stiamo lavorando in tal senso - una delibera di Giunta sulle biomasse, per la quale abbiamo fatto ricorso a degli studi sulle potenzialità del territorio provinciale di alimentare gli impianti a biomassa solida.
“IN CONSIGLIO PROVINCIALE ABBIAMO APPROVATO ALL’UNANIMITÀ UNA DELIBERA CON LA QUALE SOLLECITIAMO I COMUNI A REDIGERE VARIANTI AI PROPRI STRUMENTI URBANISTICI PER LIMITARE IL FOTOVOLTAICO A TERRA” La potenzialità massima si aggira attorno ai 40 Megawatt. Ciò significa che quei 40 Megawatt, spalmati sull’intero Salento, debbano obbligatoriamente essere il limite massimo per gli impianti da ospitare sul territorio. Per quanto riguarda le biomasse liquide, credo sia un sistema produttivo valido ma a determinate condizioni: che rientri nei 40 Megawatt di cui ho già parlato e che l’impianto abbia reale efficienza energetica. Faccio riferimento, ad esempio, all’impianto che ci è più vicino, quello di Casarano: è un esempio che non risponde ai criteri di efficienza energetica, in quanto è un impianto da 25 megawatt, peraltro cogenerativo, ossia proil tacco d’Italia
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durrà energia termica oltreché elettrica. Non c’è pertanto possibilità di utilizzare l’energia termica poiché l’impianto sorge nella zona industriale della città, lontano dal centro abitato, e non può pertanto essere sfruttato al meglio dai cittadini. Non può aggiungersi, di conseguenza, con le proprie emissioni, alle emissioni già presenti sul territorio. Questa è in linea di principio la direttrice da seguire per le biomasse”. Dopo il suo exploit elettorale alle provinciali è stato “premiato” con un assessorato importante. Che bilancio può tracciare di questi primi mesi di attività a Palazzo dei Celestini? “E’ un bilancio positivo. In questi otto mesi di lavoro gran parte del tempo e delle energie è stata concentrata sul riordino dell’attività amministrativa e finanziaria dell’Ente. Abbiamo messo mano concretamente al riordino delle società partecipate per bloccare l’emorragia di denaro pubblico dell’Ente Provincia che si realizzava con queste società partecipate. Si tratta di un processo tuttora in atto e che richiederà dell’altro tempo in quanto bisognerà riorganizzare le società, alcune delle quali saranno trasformate ed altre sono già in fase di trasformazione”. Qual è la differenza tra le campagne elettorali per le Provinciali e per le Regionali? “La differenza è consistente. La campagna elettorale per la Provincia era concentrata su un collegio formato da solo da due Comuni, Casarano e Supersano. Territorio che conoscevo da vicino come le mie tasche e nei quali ero conosciuto. Quella Regionale abbraccia invece l’intera provincia. Sono molto orgoglioso di constatare che ho già trovato grande appoggio anche al di là del mio territorio di appartenenza. Oltre il consenso di cui godo nel mio collegio, e per il quale ringrazio i tanti cittadini che continuano a sostenermi, in questi giorni di campagna elettorale in cui mi sono spostato molto in lungo e largo per l’intero Salento, ho potuto costruire una rete di amici negli altri Comuni sull’aiuto dei quali mi sento di poter contare concretamente. Dai riscontri che raccolgo, credo di aver già costruito tanto. E credo anche di poterla spuntare, alla fine di questa tornata elettorale”.
UN SINCERO GRAZIE AI MEDIA PATNER DEL TACCO. INSIEME PER INFORMARVI MEGLIO
//Megafono a... // Angelo Tondo
IO SUD, UNA SCELTA DI CUORE ANGELO TONDO, CANDIDATO ALLE REGIONALI NELLA LISTA CON “IO SUD” PER IL TERZO POLO Per l'agricoltura, per il turismo, per le energie rinnovabili: tre ricette per Puglia e Salento. “Che cosa è stato fatto per l'agricoltura pugliese? Il distretto agroalimentare non è stato mai attuato. Era un obiettivo centrale ed è diventato lettera morta. Occorre valorizzare e promuovere l'identità dei prodotti di questa terra, valore aggiunto nell'economia globale. Qualità e tipicità sono le parole chiave che da sempre caratterizzano le nostre produzioni e che tali devono rimanere, senza contaminazioni. Bisogna inoltre prevedere una rete che permetta ai nostri agricoltori di poter interagire con i mercati esteri. Ciò vuol dire fornire servizi che pos-
Angelo Tondo, perchè un elettore dovrebbe scegliere la lista Io Sud/Udc/MPA? “Perchè significa credere in uno scatto di orgoglio di questa terra; agire insieme per difendere le ragioni e le necessità del Mezzogiorno troppo spesso sacrificate ad esigenze ritenute prioritarie dal Governo all’interno del quale la Lega Nord svolge un ruolo decisivo. La scelta di Io Sud è una scelta del cuore, del cuore pulsante di questo territorio che vuole farsi rispettare, crescere e migliorare”.
“IL PROGRAMMA DI ADRIANA POLI È UN DOCUMENTO DENSO DI PROPOSTE CONCRETE, IDEE REALIZZABILI, PROGETTI INTELLIGENTI” sano facilitare lo scambio commerciale con altri paesi attraverso, ad esempio, i mediatori linguistici. Turismo. Nessuna politica seria è stata fatta in questi anni di governo Vendola. Per le energie, partendo dal presupposto che tutte le risorse energetiche vanno sfruttate con oculatezza senza creare danni all'identità del nostro territorio, penso che la vera emergenza sia rap-
presentata dalla centrale di Cerano: un problema gravissimo che pesa sulla salute, sull'ambiente, sulla nostra economia. E' necessario immaginare in tempi brevi una trasformazione del tipo di alimentazione per eliminare quella del carbon fossile”. La Banca del Sud può essere un sostegno alle nostre aziende? “A condizione che sia davvero una banca per il Sud, cioè che venga incontro a chi ha voglia di intraprendere nel Mezzogiorno e nel Salento, in particolare. Molto spesso le banche bocciano idee progettuali, anche geniali, solo perché sono proposte da imprenditori meridionali, idee che poi vengono sistematicamente finanziate in altre parti d'Italia”. Gli avversari di centrodestra, soprattutto, ritengono che il voto dato alla senatrice Poli Bortone sia un voto inutile. Che cosa risponde? “Ogni voto è utile e necessario e determinante. Ed io aggiungo che, anzi, è fondamentale votare Io Sud proprio per determinare un’inversione di tendenza che significhi l’inizio del riscatto del Sud. Il programma con il quale si candida Adriana Poli Bortone alla presidenza della Regione è un documento denso di proposte concrete, idee realizzabili, progetti intelligenti. Noi siamo la scelta più giusta per il futuro del Sud”.
//Megafono a... // Dario Stefàno
L’AGRICOLTURA SOPRATTUTTO DARIO STEFANO, CANDIDATO ALLE REGIONALI NELLA LISTA “LA PUGLIA PER VENDOLA”
Dr. Stefàno, Lei è stato per pochi mesi assessore regionale all’agricoltura: di quale azione intrapresa va più orgoglioso? “Senza dubbio dell’aver riportato al centro del dibattito politico il tema dell’agricoltura: non c’è giorno che sui giornali non si affronti il tema. Certo mi piacerebbe che fosse più spesso un confronto costruttivo, piuttosto che una contesa strumentale, che non credo giovi al comparto pugliese. Dal mio insediamento, non c’è stato giorno che non abbia incontrato i produttori, le associazioni di categoria, le aziende, per un confronto mai retorico, ma essenziale per intraprendere una comune linea d’azione. Soprattutto verso il governo nazionale che ha deliberatamente abbandonato l’agricoltura. Nel nostro ultimo bilancio abbiamo stanziato, solo per il 2010, 50 milioni di euro in più rispetto al 2009 per il comparto, il governo Berlusconi, invece, nell’ultima Finanziaria ha tagliato del 38% le risorse dell’agricoltura. Come pure, ci è stato risposto ‘picche’ alle reiterate richieste delle Regioni, affinché il governo a Roma adottasse un Piano di interventi con azioni anticrisi e risorse straordinarie per sostenere il settore. Stessa risposta, d’altronde, si sta tentando di dare per la dichiarazione dello stato di crisi, che il ministro Zaia, per evidenti motivi politico-elettorali, ancora non si decide a riconoscere, giustificandosi con procedure burocratiche inesistenti”. Quanto vale nell’attività politica una lunga esperienza manageriale come la sua? “Si tratta di avere una forma mentis precisa: inquadrare i problemi, predisporre un piano d’azione e fissare obiettivi, quello che ho cer-
cato di fare anche con l’assessorato. Con la pubblicazione dei bandi del Psr ad ottobre, ad esempio, abbiamo mantenuto fede agli impegni che avevo assunto personalmente con gli operatori del sistema agroalimentare. Per me è stato uno dei risultati più importanti, tanto più che si tratta di strumenti innovativi: i progetti integrati di filiera, l’insediamento di giovani agricoltori e gli avvisi ‘Approccio leader’ da parte dei Gal. Sono state messe a bando risorse per 660 milioni di euro, oltre il 45% della dotazione finanziaria di cui il Psr dispone sino al 2015”. L’Europa ha dato il via libera agli ogm. Qual è il futuro per la nostra agricoltura e le specificità enogastronomiche? “L’unico modo per distinguersi positivamente è proseguire nella crescita qualitativa. Il percorso fatto sinora dal comparto vitivinicolo è inequivocabile: le eccellenze sono tali perché esprimono qualità di prodotto, di marketing e nell’organizzazione della filiera. La qualità, insieme alla tracciabilità, rimangono la nostra frontiera per provare ad uscire dalla crisi. Il ‘made in Puglia’, nell’enogastronomia come nell’ortofrutta, piace e i mercati esteri dimostrano di apprezzare la qualità dei nostri prodotti tipici. Non a caso, proprio in questa direzione va la nostra recente attività per legare il marchio prodotti di Puglia alla certificazione della filiera e della tracciabilità, che devono essere rigorosamente pugliesi. Ciò detto, ritengo che anche in tema di ogm l’azione del governo nazionale si è dimostrata insufficiente a governare una eventualità assai critica per il sistema Puglia e Italia”. L’energia è uno dei temi fondamentali di questa campagna elettorale. Che cosa pensa del nucleare? E delle biomasse? Ritiene significativa la distinzione tra filiera lunga e filiera corta? “La Puglia con una legge ad hoc ha espresso il suo ‘no’ all’ipotesi del nucleare. Ed è impensabile che si possano realizzare impianti senza il consenso delle Regioni, come vorrebbe invece fare il governo Berlusconi. Una centrale in Puglia, ad esempio, stopperebbe violentemente quel percorso virtuoso che abbiamo imboccato nel turismo, che solo nella nostra regione nel 2009 ha registrato numeri con segno positivo, grazie a cultura, enogastronomia e bellezze naturali. Cioè: mare pulito, aria pulita, paesaggi rurali, masserie e non depositi di scorie nucleari. Inoltre, il nostro Piano energetico regionale (Pear) pone limiti alle emissioni delle il tacco d’Italia
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grandi centrali termoelettriche e incentiva le fonti rinnovabili. Per quanto riguarda le biomasse, il Pear proietta la Puglia come seconda Italia con il 25% della produzione di energia da rinnovabili. Le agroenergie, inoltre, possono essere una opportunità anche per il comparto agricolo. Per questo è stata avviata una banca dati per monitorare le biomasse, che potrebbero rappresentare un’importante fonte di approvvigionamento energetico e di sostegno economico per gli agricoltori. Naturalmente la distinzione fra filiera lunga e corta è importante, perché occorre chiudere il ciclo qui. In tal senso, è opportuno ragionare su come e dove individuare le zone più idonee da dedicare alla colture finalizzate alle biomasse, in modo da rendere sostenibili gli equilibri economici della produzione. Ciò detto, resti chiaro però che la spina dorsale delle nostre politiche agricole deve rimanere la produzione d’eccellenza: se non si parte da que-
“LA MIA PRIORITÀ È ACCELERARE IL DECOLLO DEFINITIVO DEI DISTRETTI AGROALIMENTARI DI QUALITÀ, CONNETTENDOLI ALLA PROGRAMMAZIONE DELLE RISORSE COMUNITARIE” sto presupposto, non si potrà fare delle agroenergie il miglior uso possibile, che non è quello di convertire le colture per produrre gas”. Una volta eletto, quale sarà la prima sfida da vincere? “Quella di accelerare il progetto di cambiamento avviato, dando la spinta, ad esempio, al decollo definitivo dei distretti agroalimentari di qualità, connettendoli alla programmazione delle risorse comunitarie. Come pure dovremo implementare definitivamente il percorso del marchio prodotti di Puglia, che già abbiamo ancorato alla certificazione di una tracciabilità di filiera pugliese, per proteggere la nostra produzione dagli atti di pirateria poiché la rende inimitabile. Così concepito, il marchio rafforza l’appeal delle nostre produzioni, legandole fortemente ad una identità territoriale. Al contrario di quello fatto dal ministro Zaia che ha legato il prodotto italiano al marchio McDonald's: un pugno nello stomaco della nostra tradizione produttiva e delle peculiarità che ci identificano in tutto il mondo per qualità e sicurezza alimentare”.
//Megafono a... // Alberto Chiriacò
UN “NO” DECISO AL NUCLEARE ALBERTO CHIRIACO’, CANDIDATO ALLE REGIONALI CON L’UDC PER IL TERZO POLO Avv. Chiriacò, gli avversari dell'UDC parlano con enfasi di "voto utile". Qual è la sua opinione in proposito? “Chi lancia questi appelli disperati al voto utile di fatto dimostra solo la scarsa consistenza dei propri programmi. Purtroppo in Italia siamo ormai abituati da una quindicina d’anni a campagne elettorali volte solo a denigrare gli avversari. Abbiamo anche illustri esempi che dimostrano come questo presunto ‘voto utile’ in realtà sia stato utile solo a chi ha avuto modo di raggiungere prestigiose poltrone e non certo ai cittadini”. Lei è un esperto di energia, uno dei temi fondamentali di questa campagna elettorale. Che cosa pensa del nucleare? “Al nucleare posso rispondere solo con un categorico no. Non può essere considerato come un’alternativa al petrolio quando sappiamo benissimo che le riserve d’uranio sono in fase d’esaurimento e, con il proliferare di centrali nucleari in tutto il mondo, il suo
costo sta aumentando esponenzialmente. Senza parlare del problema non secondario dello smaltimento delle scorie radioattive. Se il governo nazionale ha comunque deciso l’installazione di centrali in Italia sarà nostro impegno concreto almeno quello di impedire che queste vengano costruite in Puglia”. Che opinione ha delle energie rinnovabili: impianti piccoli, diffusi, a filiera corta o pochi e potenti, anche con filiera lunga? “Ovviamente siamo favorevoli a tutte le forme di energia rinnovabile e pulita. Credo che impianti piccoli e a filiera corta possano rappresentare non solo importanti insediamenti di produzione energetica ma anche, ad esempio, uno strumento per il rilancio dell’agricoltura locale a tutto vantaggio del territorio. Non siamo favorevoli a una deturpazione dell’ambiente con enormi distese di pannelli fotovoltaici o pale eoliche che andrebbero a sostituire le colture, né a grandi impianti che sfruttino produzioni agricole di paesi in via di sviluppo a tutto svantaggio dei nostri agricoltori e della nostra terra”. Lei è l'autore di un interessante appello ai cittadini casaranesi nel quale chiede di non disperdere il voto. Ci spiega questa iniziativa politica? “Credo che il vero voto sprecato sia quello
non espresso. C’è grande sfiducia da parte degli elettori verso l’attuale classe politica e verso questo modo di fare politica. C’è chi non riesce proprio ad attenersi al rispetto delle leggi democratiche e le cambia a proprio piacimento ogni volta che le viola, c’è chi si crede depositario della verità assoluta e, vestendo i panni del moralista, sfoggia la miglior retorica per denigrare gli avversari per poi comportarsi in egual maniera una volta al potere. Il nostro è un invito a tutti i cittadini a non rassegnarsi, a non subire passivamente i feudatari di turno, ma a riscoprire quei valori che hanno fatto crescere il nostro paese. Valori veri e concreti, alla base di progetti concreti, ma affidati nelle mani di persone nuove”.
“IL VOTO SPRECATO È QUELLO NON ESPRESSO. INVITO I CITTADINI A NON RASSEGNARSI, A NON SUBIRE PASSIVAMENTE I FEUDATARI DI TURNO, MA A RISCOPRIRE QUEI VALORI CHE HANNO FATTO CRESCERE IL NOSTRO PAESE”
//Megafono a... // Francesco Chirilli
UN DOvERE: IL RISPETTO DEL TERRITORIO FRANCESCO CHIRILLI, CANDIDATO ALLE REGIONALI CON L’UDC PER IL TERZO POLO Lei ha polemizzato in tempi non sospetti con Forza Italia e non ha pertanto mai aderito al Pdl. Vista la difficoltà di questa competizione è un po’ pentito? “Ho deciso di lasciare Forza Italia nel 2007 per le persistenti difficoltà ad esplicare la mia azione politica con quell’entusiasmo, quella compiutezza e quella ricchezza di valori e di idee che ritengo necessari e senza i quali trovo impossibile intraprendere qualsiasi azione sia politica sia personale. Nell’Udc ho trovato una collocazione ideale, riscoprendo una convergenza tra i miei valori e quelli di cui il partito si fa portavoce. Non mi sono mai pentito della scelta effettuata. E sarei poco serio a farlo solo perché la competizione elettorale è più ardua dalle fila del Terzo Polo. Voglio intanto precisare che non la considero difficile; ognuno è portatore delle sue idee. Io rendo pubbliche le mie; se c’è chi le condivide e le trova meritevoli di appoggio, allora mi darà la sua preferenza. Inoltre Adriana Poli Bortone è una figura politica di primo piano, capace di attirare consensi in quanto ha dalla sua un curriculum di tutto rispetto. La sua serietà ed i risultati raggiunti quando era sindaco di Lecce sono sotto gli occhi di tutti. Ed il suo impegno per la riscoperta e la difesa delle peculiarità del Mezzogiorno sono più che condivisibili. Credo che gli elettori le daranno ragione”. La strada statale 275 è entrata di prepotenza nel dibattito elettorale: può dirci la sua posizione da politico e da ingegnere?
“La strada Maglie-Leuca è un’arteria di estrema importanza. Ogni giorno è percorsa in entrambe le direzioni da migliaia di veicoli: le auto dei pendolari, i mezzi pesanti che trasportano merci, i turisti in visita nel Salento. E’ la strada che porta a Leuca; racconta una storia, un sentimento religioso, rappresenta un cammino anche spirituale. Renderla più sicura è un nostro preciso dovere non più rimandabile, in quanto sono all’ordine del giorno le notizie di incidenti, anche mortali, che si consumano lungo il suo tracciato. Tuttavia mettere in sicurezza la strada non significa deturpare il territorio nel quale essa sorge. Una mega-arteria sovradimensionata rispetto alle reali esigenze non avrebbe senso in questo lembo di terra, peraltro delicatissimo dal punto di vista ambientale. Credo che nostro dovere sia quello di valutare ogni singolo centimetro del nuovo progetto prima di dare il via ai cantieri. Il progresso e il rinnovamento infrastrutturale non possono dimenticare le ragioni del paesaggio”. Quella per la chiusura della Copersalento di Maglie è una sua battaglia. Fu lei, da sindaco, a chiedere per la prima volta, negli anni ’90, che venissero effettuate le analisi sulle emissioni dei fumi della centrale. Continuerà ad opporsi all’attività della Copersalento come ha fatto fino ad oggi? “Garantisco fin d’ora che la Copersalento resterà chiusa. Non esiste alcuna possibilità che lo stabilimento possa ritornare in attività. E’ vero, sono stato il primo a chiedere che venissero fatte le analisi sui fumi della centrale, ma non mi piace considerarla la ‘mia’ battaglia. Da sindaco, da politico ma anche da comune cittadino ho sempre sentito il dovere di tenere sotto controllo l’impianto e di salvaguardare la salute ed il benessere dei cittadini non solo magliesi ma
del territorio circostante. L’inquinamento che proveniva dalla Copersalento era sotto gli occhi di tutti, ma paradossalmente non era mai stato documentato. Abbiamo tutti il dovere ed il diritto di andare a fondo in questioni che ci riguardano così da vicino. Per anni sui campi attorno all’impianto hanno pascolato animali che poi ci hanno nutriti. Con il conseguente danno che possiamo immaginare”. Lei ha ricoperto la carica di sindaco di Maglie per ben tre volte. Ora a quella carica aspira suo fratello Mario, candidato primo cittadino per Udc e Io Sud-Città libera. Lo considera un passaggio di testimone? “Con mio fratello condivido molti punti di vista e sono certo che se dovesse vincere la competizione per le Amministrative, sarebbe un ottimo sindaco di Maglie. La nostra città negli ultimi anni ha perso quel ruolo di primo piano rispetto al Salento che aveva un tempo. Credo che questo dovrebbe essere il primo obiettivo del futuro primo cittadino: ridare a Maglie il ruolo di città metropolitana capace di guidare il territorio di riferimento verso più ambiziosi traguardi di civiltà e di progresso”.
“GARANTISCO FIN D’ORA CHE LA COPERSALENTO RESTERÀ CHIUSA. DA SINDACO, SONO STATO IL PRIMO A CHIEDERE LE ANALISI SUI FUMI DELLA CENTRALE, MA NON MI PIACE CONSIDERARLA LA ‘MIA’ BATTAGLIA”
//Minima immoralia
di ADOLFO MAFFEI
QUALE MONDO TROvA, OGGI, UNA vITA CHE NASCE
U
Una bimba sta per nascere in un mondo che non so. Questo è un fatto personale ma, come spesso accade al giornalista che racconta circostanze e sensazioni di cui è testimone e che coinvolgono migliaia di persone, come uno sciopero selvaggio in un grande aeroporto piuttosto che lo stress ad uno sportello postale, eccomi cronista di una vigilia che mi accomuna, oggi, a circa 1.200.000 persone, dato che ho calcolato moltiplicando 300mila (il numero delle creature che hanno visto la luce nelle odierne 24 ore, dal sito worldmeter.info/it) per una media di quattro persone, due genitori e due nonni superstiti in trepidante attesa. Questa bimba nasce fortunata, a cominciare dal profilo di un papà e di una mamma che si amano, precisazione tuttaffatto superflua in un periodo contrassegnato da una crisi economica che espande sui giovani una coltre di insicurezza e di tristezza. Ragazzi che hanno studiato o che hanno imparato un mestiere ma vivono nel precariato, fisico e morale, accettando a testa bassa la paghetta come se avessero dieci/15 anni di meno; nuovi sbandati senza colpa
fanno massa sulle strade in attesa del nulla di un giorno come un altro. Il mondo in cui nasce la bimba è anche intriso del dolore immenso che viene generato dalla condizione dei giovani, specialmente nel Meridione d’Italia, e il fatto che il papà e la mamma di questa bimba che sta per nascere siano più fortunati della media dei loro coetanei, non attenua questa grande sofferenza civile collettiva. L’ospedale del Sud in cui sta per avvenire questa nascita, almeno, non ci fa vergognare di essere meridionali. Anzi: il reparto ottimamente gestito in cui medici, ostetriche e infermieri hanno accompagnato la futura mamma durante tutto il percorso con professionalità e attenzione, ti dà ottime ragioni di essere orgoglioso della sanità pubblica. Questa giovane donna, poi, ha raccontato che il trattamento a lei riservato era lo stesso avuto da puerpere extracomunitarie, spaesate e impaurite per la loro condizione di future mamme lontane dalla propria terra, rincuorate e perfino coccolate dal personale. Eppure, se si esce da quest’ambito specialistico e da questo clima felice, ecco le liste
d’attesa per una tac (200 giorni), ecco i viaggi della speranza per un intervento oncologico o per una procreazione assistita, ecco un qualunque reparto di Pronto Soccorso in periodo estivo, più assimilabile ad una bolgia infernale (e non solo per il clima) che ad una struttura dove maggiore dovrebbe essere l’attenzione e la partecipazione ad una sofferenza improvvisa. In altre parole, ecco la sanità che brucia 400 milioni di euro all’anno solo in Puglia (è uno dei temi sensibili della campagna elettorale in corso). Quindi: ecco un’altra faccia del mondo che la bimba troverà. Il 16 marzo, oggi, è una splendida giornata: cielo terso, tepore nell’aria, brezza leggerissima annunciano la fine dell’inverno, quasi definitivamente. Ma che inverno è stato, che genere di mondo ambientale sta aspettando al varco chi è nato oggi? Quante catastrofi naturali, molte delle quali provocate dell’idiozia del cosiddetto homo sapiens, hanno generato lutti e distruzioni immani, con il calvario delle conseguenze che, spente le luci dell’informazione d’assalto e della solidarietà via sms, reste-
ranno per decenni nelle carni e nelle menti di chi le ha patite? Quante centinaia di migliaia di bambini restano orfani, mutilati, ammalati, muoiono dopo un terremoto o un’alluvione catastrofica per denutrizione, contraggono infezioni che cronicizzano per mancanza di farmaci, di igiene, e molto spesso per carenza di acqua e cibo? Il cronista potrebbe continuare l’elenco delle cose brutte che il mondo in cui sta venendo accoglierà questa bimba. L’aria malata, le decine e decine di guerre che si stanno combattendo, l’estinzione di migliaia di specie viventi animali e vegetali all’anno, la deforestazione selvaggia quanto ottusa in Amazonia, Africa, Asia, la corruzione dei politici che ingoiano denaro di tutti, le mafie che soppiantano impunemente gli Stati, la democrazia sempre più utopia filosofica e sempre meno pratica condivisa. Poi interviene la parte di me più bella, il nonno, che spegne bruscamente il computer e pensa a questa nipotina in arrivo: “Almeno oggi voglio essere felice. A come sarà il mondo penseremo domani”.
Nella vignetta in basso: Tacco 43, dicembre 2008 Un Tacco “natalizio” rappresentava Raffaele Fitto in versione Babbo Natale. A distanza di quasi due anni, il ministro veste ancora alla perfezione quei panni. Così, almeno, si augura Rocco Palese, candidato per il centrodestra alla presidenza della Puglia. Se anche non è Natale, il beniamino di Fitto spera in un bel regalo sotto elezioni: un sacco pieno... di voti, non di carbone.
INDOvINA CHI è
“Bestiario pubblico. Ovvero: come nascono nuovi improbabili personaggi sulla scena”