Nelle città senza Mare… chissà a chi si rivolge la gente per ritrovare il proprio equilibrio… forse alla Luna… (Banana Yoshimoto)
La prima parte di questo sfogliabile mi ha regalato molta soddisfazione, quindi mi sono buttata per dedicarvi ancora qualche riga, quasi fosse una sorta di articolo a puntate e ciò non solo perché amo scrivere, ma anche e soprattutto in quanto si tratta di una sfida con me stessa.
Non capisco nulla di grafica, non so usare Issuu, ho difficoltà con il pdf e non ho mai appreso nulla di alcun programma che non sia un semplice word, ma sono caparbia, non mi arrendo davanti ad alcuna difficoltà, sono sempre stata una guerriera sin fa quando ho voluto conquistare la libertà di poter fare da sola qualsiasi cosa avessi voluto. Amo internet per questo motivo, poiché è una fonte di sapere inesauribile, perché grazie alla rete ho appreso le prime nozioni di fotografia, sono approdata al mondo dei blog, mi ha permesso di acquistare tutto ciò che nella mia città risulta essere introvabile, materia prima per la cucina compresa. La rete mi ha permesso di approfondire la cultura di molti paesi e di conoscere al meglio i piatti che più mi hanno colpita nel corso dei miei viaggi e, quindi, di poterli replicare con successo. Questa è una pietanza che spesso ho incontrato anche nella mia città, caratterizzata storicamente dalla presenza di una comunità greca e, di recente, da una elevata
percentuale
di
popolazione
serba
in
costante
stanziamento, fonte di sentita destabilizzazione sociale in una città colpita da un’elevata disoccupazione, ma anche di un arricchimento culturale che, inevitabilmente, passa per la cucina.
La cura per ogni cosa è l’acqua salata: sudore, lacrime, o il mare. (Karen Blixen)
Bourek al formaggio
Ingredienti: 1 confezione di yufka (sostituibile con la pasta fillo) 1 confezione di skuta (il feta può essere un’alternativa) Uova da mescolare allo skuta Uovo per spennellare Olio di semi (io ho usato l’extra vergine di oliva)
Procedimento: Stendere la pasta, spennellarla con l’olio e poi versarvi qualche cucchiaiata di skuta mescolata con l’uovo (se dovesse essere troppo secca oppure poco sapida regolarsi con l’olio e il sale poiché dipende tutto dal tipo di formaggio che usate), stendere bene ed iniziare a piegarla a fisarmonica e poi su se stessa in modo da ottenere delle roselline (oppure arrotolate semplicemente come ho fatto io). Infornare i bourek spennellati con l’uovo rimasto, mescolato ad un po’ di olio, cuocendoli a 180° statico per circa 50 minuti (molto dipende dal forno, come sempre, quindi controllate costantemente l’aspetto del bourek finchè non risulterà dorato).