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Primo Piano
Venerdì 14 Maggio 2021 www.gazzettino.it
La lotta al Coronavirus LA GIORNATA VENEZIA Arriveranno vaccini. Tanti. Di più. E con quei vaccini non ci sarà bisogno di contingentare le prenotazioni, di limitare le chiamate a coorti anagrafiche o a categorie protette. Da giugno, il «mese della svolta» come l’ha definito il commissario per l’emergenza coronavirus generale Francesco Paolo Figliuolo, non solo si aprirà alle altre classi anagrafiche e alle categorie, ma si comincerà anche a vaccinare nelle aziende. Il che, con i medici di base e le farmacie, sarà davvero una artiglieria pesante contro il virus che ha chiuso i Paesi e messo in ginocchio le economie. Un esempio numerico l’ha dato lo stesso Figliuolo citando il Veneto: oggi, con le forniture di vaccini contingentate, la Regione capitanata da Luca Zaia viaggia su una media di 40mila somministrazioni al giorno; a giugno, con le nuove forniture di vaccini, si potrà arrivare addirittura a 100mila.
IL TOUR È da settimane che il generale Figliuolo sta girando l’Italia, Regione per Regione, a visitare i centri vaccinali, a sentire i prefetti, i medici, i volontari della Protezione civile. Ieri è stato il turno del Veneto: prima a Mestre, al padiglione Rama per un incontro tecnico con gli operatori, poi al PalaExpo a Marghera dove i cittadini erano in coda ad attendere l’inoculazione del siero, infine a Padova e Verona. La visita in Veneto, assieme al governatore Luca Zaia e al capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, era già stata preceduta dall’annuncio dell’apertura delle vaccinazioni ai quarantenni: da lunedì 17 maggio la fascia di età 40-49 anni potrà prenotare la seduta vaccinale. E dopo? La visita a Mestre del commissario Figliuolo è stata l’occasione per fare il punto su forniture, “bilanciamento” tra Regioni, ampliamento delle classi vaccinali. Ma anche per rassicurare gli italiani sui tempi dei richiami di Pfizer e Moderna prolungati a 42 giorni e sulla sicurezza di AstraZeneca, di cui peraltro è atteso l’abbassamento dell’età per la somministrazione del siero.
STOP MAGAZZINO
Covid, il generale ordina la “spallata di giugno” La svolta di Figliuolo nelle forniture di vaccini `Il commissario all’emergenza: «Niente magazzino «Il Veneto passerà da 40 a 100mila al giorno» Redistribuite tra le regioni le dosi di AstraZeneca» `
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Confermato il raddoppio dei giorni per i richiami
Non esiste che le dosi consegnate all’Italia rimangano in fri-
gorifero, il generale Figliuolo su questo è stato chiaro: «Non facciamo magazzino: quando serve la struttura commissariale fa proiezioni e si bilanciano i vaccini, con il consenso delle regioni interessate. Nei giorni scorsi c’è stato un bilanciamento sud-sud tra Sicilia e Puglia. Ne faremo altri su AstraZeneca, in modo da vaccina-
re il più possibile e non tenere nulla “in cassa”». Questo “bilanciamento” comporterà per il Veneto l’arrivo nelle prossime settimane di 183mila dosi. «Maggio è un mese di transizione, a giugno dobbiamo aprire le vaccinazioni ad altre fasce d’età e alle aziende», ha detto Figliuolo, certo che le forniture di
La situazione degli ospedali Occupazione dei posti letto al 12 maggio
Friuli, diecimila posti ancora liberi «Farsi avanti o passiamo ai 40enni» LA SITUAZIONE TRIESTE Il Friuli Venezia Giulia la prossima settimana avrà 10mila posti liberi nel calendario delle vaccinazioni. È il risultato di una combinazione: un’adesione non eccezionale tra gli over 50 (al momento è al 54 per cento) e gli over 60 (66 per cento), una capacità di somministrazione notevolmente potenziata nelle ultime settimane e una fornitura finalmente continua di vaccini dalla gestione commissariale. Ma la campagna di immunizzazione non può frenare. «Non ce lo possiamo permettere», ha detto non senza una punta di irritazione il presidente del Fvg, Massimiliano Fedriga. Quindi l’annuncio: «Contavamo di vaccinare i quarantenni a partire dal 1° giugno, confermando la partenza delle prenotazioni da lunedì. Ma se vedremo che i 10mila “buchi” liberi nelle agende non si riempiranno, allora faremo vaccinare immediatamente anche le per-
sone tra i 40 e i 49 anni», ha spiegato il presidente della Regione. Quindi senza aspettare giugno. Un quarantenne, se le cose non dovessero cambiare, potrebbe prenotare l’appuntamento lunedì e vaccinarsi già martedì, cioè meno di 24 ore dopo. C’è posto, quindi è tutto tranne che impossibile. Lo stesso potranno fare tutte le altre categorie che possono avere accesso a una dose: cittadini dai 50 in su, persone fragili, lievemente fragili tra i 16 e i 60 anni, insegnanti, componenti delle forze dell’ordine, caregiver e conviventi delle persone estremamente fragili, operatori sanitari e ospiti delle case di riposo. Non è previsto un ampliamento delle categorie da vaccinare, ma chi si prenoterà, potrà trovare posto subito.
IL NODO Perché in Friuli Venezia Giulia c’è questa possibilità? Il nodo principale è quello dell’adesione, inferiore alle attese soprattutto in alcune categorie anagra-
Terapie intensive Reparti ordinari Abruzzo
Soglia critica: 30% 13% 21% 11%
Basilicata
27% 18%
Calabria
41% 19%
Campania
30% 23% 19%
Emilia Romagna Friuli V. G.
10% 19% 26% 27%
Lazio
22% 19%
Liguria
32% 25% 24% 24%
Lombardia Marche Molise PA di Bolzano PA di Trento
10% 11% 6% 6% 22% 9% 23% 27%
Piemonte
27% 35%
Puglia
18% 16% 15% 24%
Sardegna Sicilia
IRRITATO Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli Venezia Giulia, chiede una maggiore adesione
50ENNI AL 54% E 60ENNI AL 66%: AGENDE VUOTE NEI PROSSIMI GIORNI MALGRADO LE DOSI FEDRIGA: «NON CE LO POSSIAMO PERMETTERE»
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20%
Umbria
19% 20%
Veneto
ITALIA FONTE: Agenas
fiche considerate ad alto rischio. Gli ultrasessantenni, ad esempio, hanno risposto in modo particolarmente “freddo” alla chiamata. Ad oggi si è prenotato il 66 per cento della platea. «E l’adesione aumenta di mezzo punto percentuale al giorno», ha detto il vicepresidente del Fvg, Riccardo Riccardi. L’obiettivo è quello di arrivare almeno al 70 per cento. Gli over 50 possono prenotarsi da meno di una settimana, ma dopo l’exploit delle prime ore, con 30mila richieste, la curva si è appiattita e l’adesione per ora è ferma al 54 per cento. Va leggermente meglio tra gli ultrasettantenni, dove la risposta arriva oltre il 76 per cento della platea, simile a quella che si riscontra tra gli over 80.
L’APPELLO
31%
Toscana
Valle d'Aosta
40%
sieri non mancheranno. «Questo mese - ha annunciato - avremo circa 17 milioni di dosi, siamo con una media di 450mila dosi somministrate al giorno con punte di oltre 500 mila tra giovedì e venerdì. A giugno dobbiamo aprire ad altre fasce, alle aziende, si faranno test con classi d’età, “warm up” con i medici aziendali
23% 8% 11% 11% 22% 23% L’Ego-Hub
«Io mi prenoterò già alla mezzanotte di domenica. Non dobbiamo avere paura - ha ribadito Fedriga, quarantenne -, i rischi sono infinitesimali, mentre il pericolo di prendere il Covid e di riempire gli ospedali è concreto. L’ho sempre detto: questa è una battaglia che si vince da comunità, rimanendo uniti». Marco Agrusti © RIPRODUZIONE RISERVATA
3
Primo Piano
Venerdì 14 Maggio 2021 www.gazzettino.it
«Siete già al primo posto E vi daremo più dosi» Il Veneto detiene il record nazionale `Oggi ultima classificazione a colori per le somministrazioni ai 70 e 80enni con i vecchi parametri, indice Rt a 0.88 `
I NUMERI
IL PLAUSO
LA VISITA Il generale Francesco Paolo Figliuolo accolto all’ospedale di Mestre dal governatore Luca Zaia e, a destra, l’appuntamento in fiera a Padova
Ricoveri dimezzati terapie intensive giù del 40% Via libera per tutte le età e nuovi hub nelle aziende per testare la bontà del sistema. Giugno deve essere il mese della svolta per dare la spallata definitiva e lasciarci indietro il periodo peggiore. Dobbiamo arrivare all’immunità di gregge, confido che ci arriveremo nei tempi previsti». Dopo i quarantenni, dunque, ci sarà un “liberi tutti”. L’intenzione della struttura commis-
sariale è di «dare una sorta di via libera parallela e multipla su tutte le classi di età, e aprire altri hub nelle aziende». La stima per giugno è di avere almeno 20 milioni di dosi. Il commissario ha ricordato che il Veneto avrà a disposizione altri 65 hub nelle aziende - 1.000 a livello nazionale - ma comunque subordinati all’arrivo dei vaccini. «Tra il piano vaccini cadenzato e le misure di contenimento decise dal governo, c’è stata una caduta del 50% dell’ospedalizzazione e del 40% nelle terapie intensive».
I RICHIAMI Per quanto riguarda i richiami di Pfizer e Moderna, inizialmente fissati rispettivamente a 21 e 28 giorni, l’indicazione in Italia è di allungare la seconda dose a 42 giorni. Un allungamento, ha detto Figliuolo, «derivato da studi scientifici»: «Nell’ambito di una pandemia se si dà mezzo scudo a più persone è meglio che darne uno intero a meno persone». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
VENEZIA Ci sono stati tempi in cui il Veneto veniva accusato di non utilizzare le dosi di vaccino, di essere troppo prudente nel tenere da parte i sieri per i richiami, insomma, di fare troppo “magazzino”. Quei tempi sono finiti e a certificarlo è stato il commissario per l’emergenza coronavirus. «Questa Regione - ha detto il generale Francesco Paolo Figliuolo durante il suo intervento ieri al PalaExpo a Marghera, dove, assieme al capo della Protezione civile Federico Curcio, si è recato in visita accompagnato dal governatore Luca Zaia, dagli assessori Manuela Lanzarin e Gianpaolo Bottacin, dal direttore della Sanità veneta Luciano Flor, dal vicesindaco di Venezia Andrea Tomaello e dal direttore dell’Ulss 3 Serenissima Edgardo Contato - è numero uno in Italia per i vaccini agli over 80 con il 98% contro la media nazionale dell’88%, è numero uno per gli over 70 con l’83% di somministrazioni contro una media che è circa del 75%, sui fragili è in cima alle classifiche e sulle percentuali di somministrazioni rispetto alle forniture è sempre sopra il 90%, oggi è “solo” all’85% perché sono arrivate le dosi di Pfizer». Il generale ha reso nota la richiesta avanzata dal governatore Zaia: «L’unica cosa che mi ha chiesto il presidente è: “dammi i vaccini”. Arriveranno in maniera copiosa a giugno, spero a breve di poter diramare a tutte le regioni il calendario». E ha aggiunto che il Veneto sarà in gra-
67,5% L’incidenza dei contagi ogni 100mila abitanti, un dato ben al di sotto del limite di 250. È calato anche il tasso di ospedalizzazione
11.472 MARGHERA Così al PalaExpo in attesa del vaccino
do di arrivare anche a «100mila somministrazioni al giorno». Il ritmo delle inoculazioni di mercoledì è stato leggermente al di sotto del target, anche perché si attendevano le consegne e lo scongelamento dei vaccini Pfizer: 34.762 dosi in un giorno, che portano il totale dall’inizio della campagna a 2.156.354. «In via teorica, in Veneto una testa su due ha avuto un incontro ravvicinato con il vaccino», è stato il commento di
IL GOVERNATORE: «UNA TESTA SU DUE HA AVUTO UN INCONTRO RAVVICINATO CON IL SIERO ANTI-COVID»
Medici, ora il Nordest chiede di formare 3.600 specialisti `Veneto e Fvg cercano concorso della scorsa estate e nuovi laureati da specializzare e
anestesisti, pediatri e dottori di emergenza L’ACCORDO VENEZIA Per il prossimo triennio, il Nordest avrà bisogno di quasi 3.600 nuovi medici specialisti. Per la precisione, 3.599, di cui 2.463 in Veneto, 606 in Friuli Venezia Giulia, 105 in Trentino e 425 in Alto Adige. È quanto risulta dalla bozza dell’accordo che è pronto a sbarcare in Conferenza Stato-Regioni.
IL FABBISOGNO Lo schema di intesa stabilisce il fabbisogno dei camici bianchi da formare in questi tre anni, in base alle esigenze indicate dai singoli territori: in totale 38.942. A livello nazionale, serviranno 13.507 specialisti per l’anno accademico 2020-2021 (teoricamente già in corso, ma occorre ancora scontare il ritardo patito con il
con la presa di servizio avvenuta solo a gennaio. Il numero è però destinato a scendere nel 2021-2022 a 13.311 e nel 2022-2023 addirittura a 12.124. Per ciascuna delle tre annualità, quasi metà delle richieste riguarda l’area funzionale di medicina, poco meno di un terzo attiene alla sfera dei servizi e il resto concerne le necessità della chirurgia.
I REPARTI Non calano però le richieste del Nordest, che evidentemente mantiene una drammatica carenza di personale, dovuta a un lungo periodo di mancata programmazione universitaria. La tendenza risulta infatti dalla rilevazione trasmessa al ministero della Salute dal Veneto, il cui direttore delle risorse strumentali Claudio Costa coordina il tavolo tecnico interregionale dedicato all’area risorse umane, formazione e fabbisogni formativi. Palazzo Balbi ha infatti evidenziato una domanda costante di
inserire nei reparti: 821 per ognuno dei tre anni. I numeri più consistenti sono relativi agli anestesisti (300 nel triennio) e ai medici di Emergenza e urgenza (altri 300), seguiti dai pediatri (180), dai chirurghi generali (165) e dagli internisti (150). Per gli altri corsi le cifre sono inferiori, anche se stanno a zero solo gli specialisti in Audiologia e foniatria e quelli in Medicina termale. Da parte sua, il Friuli Venezia Giulia ha chiesto 202 corsisti per ciascuna annata, fra i quali spiccano 45 di Anestesia e rianimazione, 36 di Pediatria e Medicina interna, 30 di Emergenza e urgenza e Geriatria. Quanto a Trento, la pianificazione vede 35 studenti all’anno da moltiplicare per tre. Solo a Bolzano viene prevista una progressiva riduzione nel corso del tempo: prima 176, poi 132 e infine 117. Ora la bozza dovrà essere approvata congiuntamente dal Governo e dalle Regioni. Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il numero dei morti in Veneto dall’inizio della pandemia. I contagi totali sono saliti a 419.254, di cui 149 nella giornata di ieri Zaia». Le persone che hanno già completato il ciclo vaccinale sono 619.032, il 12,7% della popolazione, mentre sono 1.506.122 (il 30,9%) quelle che hanno ricevuto almeno una dose. «Il commissario - ha aggiunto Zaia - ha avuto modo di vedere di persona una macchina vaccinale con 1.300 persone schierate tutti i giorni. Abbiamo 60 centri vaccinali che ci permettono di essere in testa alle classifiche nazionali. Sulle po-
polazioni target siamo a numeri straordinari. Possiamo dire che il Veneto ha svuotato gli ospedali su certe fasce d’età». Il commissario Figliuolo ha anche elogiato la sinergia che ha portato all’apertura del PalaExpo di Marghera: «Questo hub vaccinale è frutto del sistema Paese, in sinergia tra imprenditori privati, Regione Veneto e Comune di Venezia. Quando si fa squadra si vince». Soddisfazione per la visita del commissario Figliuolo in Veneto è stata espressa dal presidente dell’Anci regionale, Mario Conte: «Le sue parole di elogio al modello Veneto rappresentano un riconoscimento anche allo straordinario lavoro fatto dai sindaci».
IL BOLLETTINO Per quanto riguarda il bollettino del Veneto, si conferma la fase discendente: nella giornata 149 casi positivi, 12 i decessi nelle ultime 24 ore, mentre i ricoverati sono scesi a 942 più 133 nelle rianimazioni. E oggi ultima classificazione a colori con i vecchi parametri, numeri che indicano il giallo: l’indice Rt è sceso a 0.88, il tasso di occupazione delle aree ospedaliere non gravi e delle terapie intensive è crollato al 11%, l’incidenza dei contagi è 67,5% ogni 100mila abitanti quando il limite è 250mila. Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Venerdì 14 Maggio 2021 www.gazzettino.it
«Siete già al primo posto E vi daremo più dosi» Il Veneto detiene il record nazionale `Oggi ultima classificazione a colori per le somministrazioni ai 70 e 80enni con i vecchi parametri, indice Rt a 0.88 `
I NUMERI
IL PLAUSO
LA VISITA Il generale Francesco Paolo Figliuolo accolto all’ospedale di Mestre dal governatore Luca Zaia e, a destra, l’appuntamento in fiera a Padova
Ricoveri dimezzati terapie intensive giù del 40% Via libera per tutte le età e nuovi hub nelle aziende per testare la bontà del sistema. Giugno deve essere il mese della svolta per dare la spallata definitiva e lasciarci indietro il periodo peggiore. Dobbiamo arrivare all’immunità di gregge, confido che ci arriveremo nei tempi previsti». Dopo i quarantenni, dunque, ci sarà un “liberi tutti”. L’intenzione della struttura commis-
sariale è di «dare una sorta di via libera parallela e multipla su tutte le classi di età, e aprire altri hub nelle aziende». La stima per giugno è di avere almeno 20 milioni di dosi. Il commissario ha ricordato che il Veneto avrà a disposizione altri 65 hub nelle aziende - 1.000 a livello nazionale - ma comunque subordinati all’arrivo dei vaccini. «Tra il piano vaccini cadenzato e le misure di contenimento decise dal governo, c’è stata una caduta del 50% dell’ospedalizzazione e del 40% nelle terapie intensive».
I RICHIAMI Per quanto riguarda i richiami di Pfizer e Moderna, inizialmente fissati rispettivamente a 21 e 28 giorni, l’indicazione in Italia è di allungare la seconda dose a 42 giorni. Un allungamento, ha detto Figliuolo, «derivato da studi scientifici»: «Nell’ambito di una pandemia se si dà mezzo scudo a più persone è meglio che darne uno intero a meno persone». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
VENEZIA Ci sono stati tempi in cui il Veneto veniva accusato di non utilizzare le dosi di vaccino, di essere troppo prudente nel tenere da parte i sieri per i richiami, insomma, di fare troppo “magazzino”. Quei tempi sono finiti e a certificarlo è stato il commissario per l’emergenza coronavirus. «Questa Regione - ha detto il generale Francesco Paolo Figliuolo durante il suo intervento ieri al PalaExpo a Marghera, dove, assieme al capo della Protezione civile Federico Curcio, si è recato in visita accompagnato dal governatore Luca Zaia, dagli assessori Manuela Lanzarin e Gianpaolo Bottacin, dal direttore della Sanità veneta Luciano Flor, dal vicesindaco di Venezia Andrea Tomaello e dal direttore dell’Ulss 3 Serenissima Edgardo Contato - è numero uno in Italia per i vaccini agli over 80 con il 98% contro la media nazionale dell’88%, è numero uno per gli over 70 con l’83% di somministrazioni contro una media che è circa del 75%, sui fragili è in cima alle classifiche e sulle percentuali di somministrazioni rispetto alle forniture è sempre sopra il 90%, oggi è “solo” all’85% perché sono arrivate le dosi di Pfizer». Il generale ha reso nota la richiesta avanzata dal governatore Zaia: «L’unica cosa che mi ha chiesto il presidente è: “dammi i vaccini”. Arriveranno in maniera copiosa a giugno, spero a breve di poter diramare a tutte le regioni il calendario». E ha aggiunto che il Veneto sarà in gra-
67,5% L’incidenza dei contagi ogni 100mila abitanti, un dato ben al di sotto del limite di 250. È calato anche il tasso di ospedalizzazione
11.472 MARGHERA Così al PalaExpo in attesa del vaccino
do di arrivare anche a «100mila somministrazioni al giorno». Il ritmo delle inoculazioni di mercoledì è stato leggermente al di sotto del target, anche perché si attendevano le consegne e lo scongelamento dei vaccini Pfizer: 34.762 dosi in un giorno, che portano il totale dall’inizio della campagna a 2.156.354. «In via teorica, in Veneto una testa su due ha avuto un incontro ravvicinato con il vaccino», è stato il commento di
IL GOVERNATORE: «UNA TESTA SU DUE HA AVUTO UN INCONTRO RAVVICINATO CON IL SIERO ANTI-COVID»
Medici, ora il Nordest chiede di formare 3.600 specialisti `Veneto e Fvg cercano concorso della scorsa estate e nuovi laureati da specializzare e
anestesisti, pediatri e dottori di emergenza L’ACCORDO VENEZIA Per il prossimo triennio, il Nordest avrà bisogno di quasi 3.600 nuovi medici specialisti. Per la precisione, 3.599, di cui 2.463 in Veneto, 606 in Friuli Venezia Giulia, 105 in Trentino e 425 in Alto Adige. È quanto risulta dalla bozza dell’accordo che è pronto a sbarcare in Conferenza Stato-Regioni.
IL FABBISOGNO Lo schema di intesa stabilisce il fabbisogno dei camici bianchi da formare in questi tre anni, in base alle esigenze indicate dai singoli territori: in totale 38.942. A livello nazionale, serviranno 13.507 specialisti per l’anno accademico 2020-2021 (teoricamente già in corso, ma occorre ancora scontare il ritardo patito con il
con la presa di servizio avvenuta solo a gennaio. Il numero è però destinato a scendere nel 2021-2022 a 13.311 e nel 2022-2023 addirittura a 12.124. Per ciascuna delle tre annualità, quasi metà delle richieste riguarda l’area funzionale di medicina, poco meno di un terzo attiene alla sfera dei servizi e il resto concerne le necessità della chirurgia.
I REPARTI Non calano però le richieste del Nordest, che evidentemente mantiene una drammatica carenza di personale, dovuta a un lungo periodo di mancata programmazione universitaria. La tendenza risulta infatti dalla rilevazione trasmessa al ministero della Salute dal Veneto, il cui direttore delle risorse strumentali Claudio Costa coordina il tavolo tecnico interregionale dedicato all’area risorse umane, formazione e fabbisogni formativi. Palazzo Balbi ha infatti evidenziato una domanda costante di
inserire nei reparti: 821 per ognuno dei tre anni. I numeri più consistenti sono relativi agli anestesisti (300 nel triennio) e ai medici di Emergenza e urgenza (altri 300), seguiti dai pediatri (180), dai chirurghi generali (165) e dagli internisti (150). Per gli altri corsi le cifre sono inferiori, anche se stanno a zero solo gli specialisti in Audiologia e foniatria e quelli in Medicina termale. Da parte sua, il Friuli Venezia Giulia ha chiesto 202 corsisti per ciascuna annata, fra i quali spiccano 45 di Anestesia e rianimazione, 36 di Pediatria e Medicina interna, 30 di Emergenza e urgenza e Geriatria. Quanto a Trento, la pianificazione vede 35 studenti all’anno da moltiplicare per tre. Solo a Bolzano viene prevista una progressiva riduzione nel corso del tempo: prima 176, poi 132 e infine 117. Ora la bozza dovrà essere approvata congiuntamente dal Governo e dalle Regioni. Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il numero dei morti in Veneto dall’inizio della pandemia. I contagi totali sono saliti a 419.254, di cui 149 nella giornata di ieri Zaia». Le persone che hanno già completato il ciclo vaccinale sono 619.032, il 12,7% della popolazione, mentre sono 1.506.122 (il 30,9%) quelle che hanno ricevuto almeno una dose. «Il commissario - ha aggiunto Zaia - ha avuto modo di vedere di persona una macchina vaccinale con 1.300 persone schierate tutti i giorni. Abbiamo 60 centri vaccinali che ci permettono di essere in testa alle classifiche nazionali. Sulle po-
polazioni target siamo a numeri straordinari. Possiamo dire che il Veneto ha svuotato gli ospedali su certe fasce d’età». Il commissario Figliuolo ha anche elogiato la sinergia che ha portato all’apertura del PalaExpo di Marghera: «Questo hub vaccinale è frutto del sistema Paese, in sinergia tra imprenditori privati, Regione Veneto e Comune di Venezia. Quando si fa squadra si vince». Soddisfazione per la visita del commissario Figliuolo in Veneto è stata espressa dal presidente dell’Anci regionale, Mario Conte: «Le sue parole di elogio al modello Veneto rappresentano un riconoscimento anche allo straordinario lavoro fatto dai sindaci».
IL BOLLETTINO Per quanto riguarda il bollettino del Veneto, si conferma la fase discendente: nella giornata 149 casi positivi, 12 i decessi nelle ultime 24 ore, mentre i ricoverati sono scesi a 942 più 133 nelle rianimazioni. E oggi ultima classificazione a colori con i vecchi parametri, numeri che indicano il giallo: l’indice Rt è sceso a 0.88, il tasso di occupazione delle aree ospedaliere non gravi e delle terapie intensive è crollato al 11%, l’incidenza dei contagi è 67,5% ogni 100mila abitanti quando il limite è 250mila. Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Primo Piano
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Il PalaExpo resterà gratis all’Ulss per tutta la durata della lotta al Covid `Il dg Contato: «Credo che oggi si sia toccato Siglato un accordo con Finint, proprietaria della struttura: sarà utilizzata per le vaccinazioni con mano la professionalità dei nostri operatori» `
LA STRUTTURA
Il bilancio
MESTRE Nessun problema di date o scadenze in vista perché il PalaExpo - ieri esaltato dal commissario per l’emergenza, il generale Francesco Paolo Figliuolo (ne parliamo nell’articolo a fianco) - resterà all’Ulss 3 in forma gratuita fino a quando sarà necessario per arginare l’emergenza coronavirus con la campagna vaccinale.
Cala la percentuale dei positivi ai tamponi VENEZIA Il dato migliore è che la percentuale di positivi sui tamponi effettuati (rapidi o molecolari che siano) è scesa ancora di più. A ieri era attestata al 2,6 per cento dopo aver toccato picchi preoccupanti come il 20% dei positivi sui tamponi fatti in piena seconda ondata. Ma adesso la situazione è diversa, complice anche la grande adesione al piano vaccinale da parte della categorie che potevano beneficiarne. Per il resto il bollettino delle 17 di ieri - che abbracciava un arco di tempo a partire dalle 8 di mercoledì mattina - ha visto 103 nuovi casi di contagiati ma l’ennesima flessione degli attualmente positivi, arrivati a 2.682 in tutto il Veneziano. In discesa anche i ricoverati: 163 in tutto (-10) di cui 11 (cioè -2) in Terapia intensiva. Un solo decesso che porta il conto totale comunque a 1.991 croci sul calvario del virus. (n.mun.)
NESSUNA DATA La conferma di un accordo già nell’aria, è arrivata ieri quando Banca Finint, attraverso la controllata Finint Sgr, ha messo nero su bianco il rinnovo della concessione gratuita all’azienda Ulss 3 Serenissima del PalaExpo, il più grande hub regionale del Veneto. Ad annunciarlo il presidente della finanziaria, Enrico Marchi, nel salutare il generale Fugliuolo atterrato al Marco Polo di Tessera per la visita in Veneto. AL PALAEXPO Il commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo, l’assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin e il vicesindaco di Venezia, Andrea Tomaello
viaggiano spedite verso un grande numero di vaccinati (il grafico illustra le percentuali comune per comune) in queste ore all’Ulss 3 si sta lavorando per aprire agli over40. I primi posti saranno ricavati dagli slot dedicati ai cinquantenni e al momento ancora liberi, poi ne verranno aperti di dedicati. Con la contrazione nelle forniture, i vaccini ieri non hanno superato quota 5.500 dosi. Nicola Munaro © RIPRODUZIONE RISERVATA
schede regionali assegnano al Calvi, dove già ci sono reparti di riconosciuta eccellenza». Concetti ribaditi anche dai Lions, con in testa il presidente locale Angelo Formentin e il sostegno del governatore e dei vice governatori del distretto che ingloba le aree di Venezia, Treviso, Padova e Rovigo, così che per l’ospe-
IL DIRETTORE GENERALE «Abbiamo accolto la visita del generale Francesco Paolo Figliuolo e del presidente di Regione Luca Zaia come un segno e un riconoscimento per il lavoro che la nostra azienda sanitaria sta svolgendo - ha commentato il direttore generale dell’Ulss 3, Edgardo Contato - La presenza del commissario e dei vertici della sanità regionale suona come un grazie, che è anche il mio, a tutte le persone che nell’Ulss 3 si stanno prodigando, non solo al PalaExpo, ma in tutti i centri vaccinali e nei luoghi dove si programma la campagna in corso, campagna i cui risultati sono lusinghieri per noi operatori della sanità, e importanti per il diritto dei nostri cittadini ad ottenere il vaccino al più presto possibile». Nella sua visita, il commissario governativo ha visto un
dale si potrebbe aprire una nuova stagione: «In concreto – si legge nella missiva a Zaia – si auspica la necessità di organizzare l’immediato utilizzo del rinnovato padiglione da destinarsi al potenziamento dei servizi della nuova sanità territoriale e di prossimità, attraverso l’attivazione di un nuovo polo specialistico riabilitativo di eccellenza per la Città metropolitana di Venezia, in collaborazione con la Cardiologia riabilitativa, la Medicina dello Sport, la Medicina fisica riabilitativa e la Medicina di gruppo integrata». D’altra parte, è il ragionamento di Dalla Vecchia e gli altri, sarebbe assurdo non sfruttare 120 posti letto, distanti non più di un breve camminamento dal resto dei servizi riabilitativi presenti al padiglione più nuovo, il Lorenzi Vernier, quando ci sono tantissimi pazienti che sono riusciti a sconfiggere l’infezione – e sono classificati alla voce “negativizzati” – ma ancora soffrono le complicanze riportate e perciò non possono essere definiti guariti. Alvise Sperandio © RIPRODUZIONE RISERVATA
HUB Il Palaexpo sarà a disposizione dell’Ulss per tutta l’emergenza sanitaria
PalaExpo in piena funzione: «Credo che oggi (ieri, ndr) nello spazio esemplare del PalaExpo, si sia potuto toccare con mano l’alto livello di professionalità dei nostri operatori di ogni settore, da quello sanitario a quello informatico, tecnico, della logistica - ha aggiunto il dg Contato - In una struttura speciale, che Finint ha voluto mettere a disposizione in modo gratuito, il servizio sanitario, che in tutto il territorio è impegnato in modo a volte poco visibile - ha concluso il direttore generale - ha avuto oggi la soddisfazione di dimostrare tutto il proprio impegno e il risultato di questo impegno».
IL DIRETTORE GENERALE: «ABBIAMO COLTO LA VISITA COME UN SEGNO DI RICONOSCIMENTO DEL LAVORO SVOLTO» ORARIO PROLUNGATO ALLE DIECI DI SERA PRESTO SARANNO ATTIVE 28 LINEE E OLTRE 400 POSTI PER L’ATTESA
SICUREZZA VENEZIA Il modello visto a Carnevale evidentemente ha funzionato. Motivo per cui il Comune ha deciso di riproporre ancora l’ordinanza anti Movida in centro storico e in Terraferma con l’obiettivo di evitare assembramenti anche in questi giorni di parziale riapertura. Come più detto sia dal governo sia dal presidente dela Regione Luca Zaia, non è il momento di arrivare al “liberi tutti”. Per scongiurare l’ipotesi di aperitivi di massa, quindi, è stata ripristinata l’ordinanza che limita gli accessi in alcune aree specifiche, quelle che più sono punto di ritrovo nelle serate del fine settimana. L’ordinanza entrerà in vigore domani e durerà fino a domenica dalle 15 alle 22. Nello specifico, venerdì, sabato e domenica la polizia locale avrà facoltà di regolare l’accesso in alcune aree della città, garantendo sempre il transito agli addetti ai negozi aperti e ai cittadini con abitazioni nelle strade interessate. A Mestre dove gli agenti effettueranno un vero filtraggio, cioè si acce-
IL POTENZIAMENTO DG Edgardo Contato e Figliuolo
Per aumentare i giri e rispondere alle richieste delle coorti
Torna l’ordinanza contro la movida per il fine settimana
PRESIDIO La polizia locale di controllo a Mestre e in centro storico
TRANSENNE E ACCESSI LIMITATI DALLA POLIZIA LOCALE NELLE ZONE PIÙ FREQUENTATE PER L’APERITIVO DA DOMANI A DOMENICA
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de solo quando qualcuno esce circolazione limitata in piazzale Donatori di Sangue e calle Giovanni Legrenzi e in riviera XX settembre. A Venezia stop agli assembramenti in fondamenta degli Ormesini, fondamenta della Misericordia (da Ponte San Girolamo a Ponte
© RIPRODUZIONE RISERVATA
più grandi, nei giorni scorsi il mega hub di Marghera ha aumentato la sua potenza allargando l’orario fino alle 22, tutti i giorni della settimana e spingendo le linee fino a 20, ma presto arriveranno a 28. È stato riorganizzato lo spazio per l’anamnesi e l’attesa, con 432 sedie distanziate e in posizione frontale rispetto alla batteria delle postazioni di anamnesi; è stato montato uno schermo a led e aumentati di 4 i “box prenotazione” con l’installazione, al centro della parte dedicata all’attività vaccinale, di una cabina di regia vetrata per permettere al responsabile di giornata di monitorare l’attività vaccinale che verrà tracciata. N. Mun. © RIPRODUZIONE RISERVATA
San Marziale), campo San Giacometo, campo della Naranseria, campo Bella Vienna) e calli e portici limitrofi, e ancora in campo Santa Margherita e calli, ponti e campielli limitrofi. Per la sola giornata di domenica, A Cannaregio, l’ordinanza sarà valida nella fascia oraria aggiuntiva che va dalle 11 alle 15. Come disposto dalla prefettura Ristoranti, trattorie, pizzerie e locali potranno servire bevande e alimenti solo ai tavoli all’esterno dalle 5 alle 22. Nello stesso orario sarà consentito anche l’asporto. Stesso discorso per bar, birrerie e pub. I tavoli dovranno essere a distanza di un metro l’uno dall’altro. In caso di violazioni scatterà la diffida nei confronti dei gestori. Se invece verranno riscontrate trasgressioni più gravi, scatterà la chiusura del locale per 5 giorni. Poi restano valide le regole fissate nei mesi scorsi: gli esercenti dovranno fornire prodotti igienizzanti, i dipendenti a contatto con i clienti dovranno utilizzare la mascherina, i clienti dovranno indossare la mascherina tutte le volte che non sono seduti al tavolo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Attualità
L’OPERAZIONE VENEZIA Sul pallottoliere di “Coraggio Italia” cominciano a materializzarsi i primi numeri. Alcuni al momento sono soltanto sussurrati e riguardano la campagna acquisti in Parlamento: grazie all’accordo con “Cambiamo!” di Giovanni Toti, il partito di Luigi Brugnaro potrebbe già contare su un numero di senatori e deputati compreso fra 5 e 7, con l’obiettivo però di arrivare anche a 30 o 40. Altri sono invece già certi, trattandosi delle richieste di marchio depositate al ministero dello Sviluppo Economico: com’è ormai noto sono 3, ma la novità è che adesso circolano anche le relative ipotesi grafiche.
Venerdì 14 Maggio 2021 www.gazzettino.it
«Coraggio Italia, pronti già sette parlamentari» Ma si punta a quota 30 Il partito di Brugnaro, grazie all’accordo `Fra le tre ipotesi grafiche, c’è il simbolo con Toti, prepara lo sbarco alle Camere con il tricolore, il blu moderato e il fucsia `
I GRUPPI A leggere le dichiarazioni di Toti, rilanciate ieri su Twitter, i movimenti sarebbero decisamente in pieno corso fra Palazzo Madama e Montecitorio. «Ho pranzato con Brugnaro – ha affermato il governatore della Liguria, nella sua veste di leader politico – per parlare di possibili nuovi gruppi parlamentari, sia alla Camera che al Senato. Se Brugnaro scenderà in campo, darà un bel contributo. Abbiamo 5 parlamentari al Senato e alla Camera,
IL LEADER DI CAMBIAMO: «ABBIAMO GIÀ 5 ELETTI A PALAZZO MADAMA E A MONTECITORIO, CHE NEI PROSSIMI GIORNI SALIRANNO»
LE RICHIESTE DEPOSITATE Nella traduzione del blog “I simboli della discordia”, le tre domande di marchio presentate al Mise per conto di Luigi Brugnaro
che nei prossimi giorni diventeranno 6 o 7». Secondo indiscrezioni, tuttavia, il proposito sarebbe molto più ambizioso: ottenere almeno una trentina di rappresentanti, non foss’altro perché la componente “Cambiamo” nel gruppo Misto dei due rami del Parlamento conta una dozzina di iscritti. Diversi altri aderenti, comunque, sarebbero già in lista per una selezione rigorosa, in quell’area moderata che guarda al centrodestra, ma non vede più un futuro nella Forza Italia di Sil-
vio Berlusconi e non si riconosce nemmeno nell’oltranzismo della Lega di Matteo Salvini o dei Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Per citare un riferimento veneto, il perimetro di questa operazione potrebbe idealmente coincidere con quello dell’elettorato non leghista di Luca Zaia, che alle Regionali ha votato per la sua lista personale ampliandone i consensi.
IL QUIRINALE Dal Veneto alla Sicilia, si trat-
terebbe di soldati semplici, privi di ruoli nel Governo di unità nazionale, ma fautori di un approccio pragmatico (e però non anti-politico) all’attività legislativa, in linea con quello dell’imprenditore-sindaco di Venezia. A proposito dell’esecutivo, il premier Mario Draghi sarebbe ben al corrente della dinamica in evoluzione, alla pari del presidente Sergio Mattarella. E a riguardo del Quirinale, proprio in vista dell’elezione del futuro capo dello Stato, la pattuglia di
già stato firmato. Del resto ancora il 5 febbraio l’associazione “Un’impresa in comune” di Mestre risulta aver registrato il dominio Brugnarosindaco.it, che pure esisteva già dalla prima elezione del 2015. La stessa organizzazione il 15 aprile ha presentato al Mise le tre domande relative ai loghi, su cui in queste ore si è focalizzato il blog “I simboli della discordia” del giornalista Gabriele Maestri. La prima cita «la dicitura Coraggioitalia, in caratteri di fantasia», con la precisazione che la “i” rappresentante l’iniziale del Paese dev’essere «di dimensioni maggiori». La seconda prevede di separare le parole «Coraggio Italia», mettendole l’una sopra l’altra (quest’ultima comunque «di dimensioni maggiori»), il tutto «racchiuso entro una impronta quadrata». La terza assomiglia decisamente a un contrassegno elettorale, «essendo il tutto racchiuso entro una impronta circolare attorno alla quale è presente una fascia circolare aperta superiormente». Nell’istanza non vengono indicati cromatismi, ma l’ipotesi è che la circonferenza possa essere un po’ tricolore in omaggio all’Italia e un po’ blu in ossequio ai moderati, mentre l’interno del cerchio potrebbe essere fucsia in richiamo al movimento veneziano di Brugnaro. Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA
Brugnaro-Toti potrebbe arrivare a costituire un bacino di voti in grado di contribuire a far oscillare l’ago della bilancia.
I LOGHI Comunque vada, la macchina organizzativa è in moto. L’atto di fondazione di “Coraggio Italia” è
LA NUOVA REALTÀ POTREBBE COSTITUIRE UN BACINO DI VOTI INTERESSANTE PER IL FUTURO CAPO DELLO STATO
La Cassazione: giusto il tetto allo stipendio dei dg veneti LA SENTENZA VENEZIA Il tetto statale agli stipendi dei direttori generali delle Ulss è legittimo. L’ha stabilito la Cassazione, respingendo il ricorso da 67.000 euro di Antonio Padoan, già dg dell’allora Ulss 14 di Chioggia (ma un contenzioso simile, per altri 361.000, è in corso pure per l’analogo ruolo rivestito alla dismessa Ulss 12 di Venezia). L’ex dirigente chiedeva alla Regione Veneto e all’attuale Ulss 3 Serenissima un aumento per l’incarico svolto dal 2008 al 2011, invocando due delibere dell’epoca Galan, ma si è sentito ribadire che possono bastare i 154.000 euro annui di base fissati dal decreto nazionale.
LA RICHIESTA Dopo la condanna erariale in primo grado alla rifusione di 1,8 milioni, comminata dalla Corte dei Conti per la vicenda del Centro protonico di Mestre, per Padoan è così arrivata un’altra sconfitta giudiziaria. La sua richiesta puntava a ottenere l’adeguamento del trattamento economico da dg, in ragione degli aumenti previsti dai contratti collettivi nazionali del comparto sanità per le posizioni dirigenziali mediche e amministrative apicali, ma anche in modo tale da assicurare il mantenimento della proporzionalità rispetto ai compensi dei direttori sanitario, amministrativo e sociale, «in coerenza con il ruolo di supremazia gerarchica ed il diverso grado di responsabilità». Prima il Tribunale e poi la Corte d’Appello, però, avevano respinto la sua domanda. In particolare i giudici di seconda istanza avevano rimarcato come i decreti dei vari presidenti del Consiglio avessero posizionato un limite
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massimo agli emolumenti, «che nulla autorizzava a ritenere potesse essere variato al mutare della contrattazione collettiva, per il solo fine di assicurare il mantenimento del divario previsto tra il dg e i direttori ad esso sottostanti», ai quali spetta un importo del 70%.
LE MOTIVAZIONI Anche la Suprema Corte ha condiviso la tesi dei magistrati lagunari, affermando che il sistema prospettato dai dpcm «non prevede alcun automatismo di variazione in corso di rapporto per effetto del modificarsi della contrattazione collettiva dei medici ed amministrativi apicali». Chiosano gli “ermellini”: «Al di fuori di tale ambito, il dirigente ed i direttori possono soltanto non accettare la nomina, ma non hanno effettivi spazi di libera contrattazione». Di più: «La stipula del contratto (...) ha l’effetto di comportare l’accettazione di quanto indicato nel contratto, anche sotto il profilo delle misure economiche, per l’intera durata (3 o 5 anni) di esso». Quanto alle delibere della giunta Galan, «in mancanza di intervento legislativo regionale, gli atti amministrativi, seppur regionali, non potevano che essere osservanti dell’esistente assetto delle fonti di rango statale», mentre così non è stato. A.Pe. © RIPRODUZIONERISERVATA
RESPINTO IL RICORSO DI PADOAN (EX ULSS DI CHIOGGIA E VENEZIA): RIMANE IL LIMITE DI 154.000 EURO L’ANNO FISSATO DAI DPCM
Formazione Berlato: «Non chiedo scusa, anzi sono stato sentito sul dossier» VENEZIA «Perché dovrei chiedere scusa? E con chi, poi?». Sergio Berlato, ex capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio regionale del Veneto, oggi parlamentare europeo, non intende accogliere l’invito rivoltogli dalla collega di partito e assessore a Palazzo Balbi Elena Donazzan dopo il rinvio a giudizio di Iles Braghetto e Marco Spiandorello in merito ai fondi regionali ottenuti per i corsi di formazione e utilizzati diversamente. L’assessore Donazzan aveva sottolineato che il cosiddetto “Dossier Berlato” si era di fatto rivelato inconsistente. Al che Berlato ieri ha rivelato che il “dossier” non è affatto finito in un cestino: «Martedì mattina sono stato chiamato negli uffici della polizia giudiziaria a Venezia come persona informata dei fatti, ho spiegato di avere ricevuto quelle carte da più persone e di averle consegnate asetticamente al presidente della Regione, al presidente del consiglio regionale, alla Procura di Vicenza, alla Guardia di finanza di Mestre. Non ho accusato nessuno. Come avevo fatto per il Mose ho inoltrato alle autorità competenti la documentazione perché verificasse. Ho fatto il mio dovere, di cosa e con chi dovrei scusarmi?». (al.va.)
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VENERDÌ 14 MAGGIO 2021 CORRIERE DELLE ALPI
BELLUNO
Case cantoniere, hotel e rifugio: la Regione lancia aste per 92 milioni Il piano alienazioni ha due pezzi pregiati in Cansiglio: il Sant’Osvaldo e l’ex albergo San Marco Francesco Dal Mas BELLUNO
Sull’altopiano del Cansiglio si privatizzeranno sia l’ex Albergo San Marco che il Rifugio Sant’Osvaldo. Lo ha deciso la Giunta regionale, inserendo i due beni fra i 122 immobili in vendita che dovrebbero rendere complessivamente 92 milioni di euro. In tempi come questi la Regione ha urgente bisogno di far cassa per cui fa capire di non essere nelle condizioni di accogliere l’invito degli ambientalisti a conservare tutto pubblico il patrimonio ai margini della foresta della Serenissima Repubblica. Se l’ex hotel San Marco ha funzionato da “Quirinale estivo” nei soggiorni degli ex Presidenti della Repubblica, Francesco Cossiga e Oscar Luigi Scalfaro, giusto trent’anni fa, il rifugio sant’Osvaldo, al centro della Piana, era l’avamposto dei quirinalisti. Ed è stato, nel tempo, l’esercizio più frequentato dell’altopiano. L’ambiente è chiuso da tre anni; esige, per essere riaperto, una radicale ristrutturazio-
ne, mentre il San Marco è, probabilmente, da abbattere e ricostruire. Ripetutamente il San Marco è stato posto all’asta, senza esito. La Regione lo cede per mezzo milione di euro, ma ci vorranno almeno tre milioni per ricostruirlo. L’operazione sant’Osvaldo, invece, potrebbe valere un milione e mezzo. Questa struttura, però, è molto più appetibile. E, sull’altopiano, se ne sente indubbiamente la mancanza. In provincia di Belluno, tuttavia, il patrimonio regionale messo in vendita è molto più consistente. Comprende il complesso “Ex Stabilimento troticoltura” di Belluno, alienabile a 195 mila euro, la casa cantoniera al km 58 della statale Agordina, a Collaz di Livinallongo, che costa 310 mila euro (prezzo base); la casa Cantoniera, sempre sulla regionale 203, in località Palù di Cencenighe, che verrebbe ceduta a soli 35 mila euro. A Sedico, in località Val Greva, per 15 mila euro (o poco più) si può mettere le mani su un’altra Cantoniera, questa volta di più piccole dimensio-
Il rifugio Sant’Osvaldo a Pian di Cansiglio: è un pezzo pregiato del rinnovato piano delle alienazioni
ni. Sempre nello stesso comune, ma in località La Pissa, per 25 mila euro, prezzo base, è disponibile un’altra casa cantoniera ancora. Salendo ad Alleghe, ecco la Cantoniera al km 54 della 203, cedibile per 20 mila euro. A Lamon ce n’è un’altra, per 40 mila euro, in località
Fontane. Ad Anzù di Feltre, per 40 mila euro, si può diventare proprietari della Cantoniera al km 50 della Feltrina. Dall’altra parte della Provincia, ad Auronzo di Cadore, la Regione ha messo in vendita la casa cantoniera al km 142 della regionale 48 delle Dolomiti, per 180 mila euro; si tro-
va in località Palù San Marco. Dal 2010 sono stati conclusi positivamente – fa sapere l’assessore al patrimonio Francesco Calzavara – 41 procedimenti di vendita in regione: tre fino al 2015 (11 milioni 284.250 euro), due nel 2016 (1 milione 785.000 euro), sette nel 2017 (8 milioni
135.651 euro), sette nel 2018 (11 milioni 532.690 euro) e sette nel 2019 (6 milioni 113.500 euro). Nell’anno appena concluso, si sono chiusi positivamente undici avvisi pubblici che hanno riguardato, tra l’altro, le case di Caprile e terreni in quel di Alleghe ed Auronzo di Cadore, Annone Veneto, Camposampiero, Arquà Petrarca. Nello specifico il 2020 si è chiuso con alienazioni per 7.285.746 euro che hanno fatto superare la somma di 46 milioni dal 2010. «L’emergenza sanitaria Covid-19 ha impattato anche sull’attuazione dei programmi specifici di alienazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare – spiega Calzavara – generando un inevitabile calo di interesse per l’acquisto di immobili e investimenti con valore superiore ai 300mila euro. Ma nel corso del secondo semestre del 2020 si è colto qualche segnale di ripresa». Gianpaolo Bottacin, assessore regionale con delega al piano straordinario delle alienazioni, ricorda dal canto suo che «un patrimonio immobiliare corposo, molto oneroso nella manutenzione non è funzionale alle funzioni precipue del nostro ente; per questo è necessario alienare tutto ciò che non è funzionale, lasciando agli acquirenti il compito di valorizzare al massimo il bene. Non possiamo rischiare, e non sarebbe nemmeno etico – ribadisce Bottacin –, il deperimento di beni pubblici». —
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VENERDÌ 14 MAGGIO 2021 LA NUOVA
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le nuove frontiere
Un filo rosso collega Venezia con la Cina per far decollare affari e investimenti Siglato l’accordo tra Confindustria e Fondazione Italia-Cina. Marinese: «Una grande opportunità offerta alle imprese» Venezia e la Cina proseguono i loro storici contatti e scambi con una nuova opportunità offerta dall’accordo siglato ieri mattina tra Confindustria e Fondazione Italia Cina. Si tratta di una partnership tra i due soggetti che permetterà di avviare nuovi scambi commerciali e collaborazioni in ogni settore possibile. Un modo per creare una nuova unione tra il saper fare italiano e le capacità di innovazione e penetrazione nei mercati internazionali tipiche delle imprese cinesi. «È il momento di giocare in attacco», ha sottolineato Vincenzo Marinese, presidente di Confindustria Venezia, «attraverso nuove strategie per far crescere le nostre aziende. Dopo l’estate avremo la zona economica speciale e dovremo farci trovare pronti. Avere un rapporto diretto con la Cina significa moltissimo e vogliamo essere un polo di attrazione perché tutti vogliono venire nella nostra meravigliosa città. Non ci mancano storicamente voglia e capacità di fare, tenacia e comprensione delle dinamiche commerciali. Abbiamo quindi accolto l’invito di Fondazione Italia Cina. Vogliamo lasciarci alle spalle la pandemia e rimettere in circolazione intraprendenza e ottimismo. Possiamo offrire capacità legate a moda, design, settore meccanico e tecnologico, alimentazione e molto altro ancora». Mario Boselli, presidente della Fondazione Italia Cina, nonché presidente onorario della Camera della moda nazionale, aggiunge: «Senza ottimismo e intraprendenza non si va da nessuna parte.
Oggi la Cina è un mercato imprescindibile. Mettiamo a disposizione i nostri 400 soci e 8 mila contatti per fare network. Benché oggi entrare in Cina fisicamente sia molto complesso per gli esiti della pandemia, dobbiamo attivarci subito anche per i canali web, prendere contatti e dialogare per essere pronti alla piena riapertura delle frontiere. Sarà importante cogliere tutte le opportunità, lavorando assieme». Un accordo, quello firmato ieri, che agevolerà la partecipazione alle fiere dei vari settori, istituirà un numero verde per le aziende locali. La app “Confindustria made in Venice” permetterà di attrarre investimenti: dalla Cina potranno vedere le caratteristiche di ogni singola azienda della provincia e capire come avviare nuove collaborazioni. «Speriamo che le imprese comprendano questa grande opportunità», conclude Marinese, «Condivideremo questa iniziativa con Confindustria Veneto. Facciamo pochi accordi, ma quando li facciamo i risultati sono notevoli come quello che sta dando grandi frutti nella collaborazione con Israele, soprattutto in ambito tecnologico. E in tutto questo lo sviluppo del Porto di Venezia sarà fondamentale. Il mare rappresenta il futuro del transito globale delle merci per tempi, volumi e logistica. Ricordiamoci che il mercato europeo è il più ricco a livello di import/export. Non possiamo non cogliere questi aspetti alla luce degli enormi investimenti che sta facendo la Cina». — SIMONE BIANCHI © RIPRODUZIONE RISERVATA
lo spegnimento del cracking
Un tavolo aperto al Mise sul futuro della chimica Focus sul caso Versalis Sulla questione dello spegnimento del cracking di Versalis a Marghera, Eni e sindacati fermi ognuno sulle proprie posizioni. Eni ha ribadito che chiuderà gli impianti e che a Marghera per ora resterà la logistica. Il Ministero dello Sviluppo economico si è assunto l’impegno di convocare un tavolo per discutere del futuro della chimica di Eni proprio a partire da Porto Marghera.
Ciò è emerso in un lungo incontro che si è tenuto fra le parti mercoledì sera, coordinato proprio dal Mise insieme al ministero della Transizione ecologica. L’incontro, a cui hanno partecipato anche Regione Veneto, Comune di Venezia e le Regioni Emilia Romagna e Lombardia, è arrivato dopo che i due scioperi nel giro di una settimana: il primo per avere nuove assunzio-
ni, il secondo contro lo spegnimento del cracking. Si era deciso, come forme di protesta, di portare al minimo tecnico la produzione di etilene e propilene (materie base per la produzione della plastica) e di fare volantinaggio davanti alla portineria 9. Versalis è l’azienda con 390 dipendenti del gruppo Eni in cui è previsto lo spegnimento del cracking (la chiusura degli impianti Cr1/3 e Cr20/23). Per i sindacati, la chiusura degli impianti produttivi a Marghera è il primo passo per il definitivo declino della chimica di base in Italia, e in particolare nella pianura padana. «All’incontro di mercoledì sera», spiegano per i sindacati Giuseppe Callega-
ro, segretario generale di Femca Cisl Venezia, e Davide Camuccio di Filctem Cgil, «Eni ha ribadito che è intenzionata a chiudere gli impianti cracking a Marghera e sviluppare nel contempo la logistica a Marghera, in attesa della realizzazione dei nuovi impianti produttivi promessi. Da parte nostra chiediamo che Eni mantenga invece accesi gli impianti del cracking fino a quando non saranno realizzati i nuovi impianti promessi nel 2024. Il viceministro Gilberto Pichetto Fratin si è preso l’impegno di convocare un tavolo nazionale sulla chimica Eni in Italia partendo da Porto Marghera in tempi brevi». — ALESSANDRO ABBADIR
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Cittadella Camposampiero
Venerdì 14 Maggio 2021 www.gazzettino.it
«Argenti, un sindaco mondiale» `«Comunque vada abbiamo già vinto perché siamo riusciti La City Mayors Foundation di Londra ha comunicato che la prima cittadina è entrata nei 12 finalisti del concorso a far conoscere la nostra piccola realtà fuori dal Paese» `
Contributi ai cittadini che faranno lavori utili
VILLA DEL CONTE Antonella Argenti è tra i dodici finalisti del concorso planetario della City Mayors Foundation di Londra come miglior sindaco al mondo nel contrastare la pandemia in corso. Un risultato straordinario per la prima cittadina comitense, 52 anni, sposata con due figlie e alla guida da circa due anni del piccolo comune di 5.600 abitanti, confermato dagli organizzatori della manifestazione in un documento ufficiale recapitato in municipio: «Il voto e il sostegno ai sindaci di tutto il mondo rimasti in lizza per vincere si sono conclusi lo scorso 30 aprile - scrivono in inglese i responsabili dell’evento internazionale - stiamo ancora processando molte decine di migliaia di voti che abbiamo ricevuto ma è ormai certo, Antonella Argenti, che il forte e appassionato sostegno ricevuto dai tuoi concittadini, da tutta Italia e da tutta Europa, ti collocherà tra i 12 finalisti del world mayors 2021».
BORGORICCO
via Roma ad Arsego, in via Rettilineo a Fratte di Santa Giustina in Colle, in via Restello ad Abbazia Pisani di Villa del Conte, in via Ampezzon a Villanova di Camposampiero. «Con questo progetto - ha dichiarato il comandante Paolocci - desideriamo lanciare un importante messaggio alle migliaia di persone che utilizzano le arterie del Camposampierese. Occorre rispettare i limiti di velocità visto che la maggior parte degli incidenti stradali sono provocati principalmente da una guida troppo azzardata. La Polizia locale non ha l’obiettivo di fare cassa, ma di tutelare la collettività attraverso una reciproca e fattiva collaborazione». Cesare Arcolini
Si chiama “reddito di reciprocità” e prevede l’erogazione di contributi comunali a cittadini in difficoltà in cambio di lavori socialmente utili. Il progetto è promosso dall’assessorato ai Servizi sociali e partirà fra qualche settimana. «É in sostanza un baratto sociale che mira a superare la classica logica dell’assistenzialismo fine a se stesso – spiega l’assessore Silvia Vecchiato – anziché erogare contributi a fondo perduto, aiutiamo le persone che si trovano in situazioni di disagio economico in cambio della prestazione in lavori socialmente utili». A dirla con uno spot il primo cittadino Alberto Stefani «il Comune ti aiuta e tu aiuti il comune e gli altri cittadini». In sostanza, tutti coloro che rientreranno nella graduatoria dei soggetti idonei a ricevere contributi comunali saranno chiamati a prestare servizi e piccoli lavori pubblici. Fra i tanti, asportare rifiuti dai cestini, curare le aiuole, i giardini e il verde pubblico, sorvegliare i parchi e le aree sensibili, effettuare sfalci d’erba nelle aree verdi pubbliche, segnalare situazioni di incuria. «In questo modo vogliamo permettere ai cittadini di essere utili alla comunità – precisa l’assessore Vecchiato – un principio che, da un altro punto di vista, permette ai percettori di contributi comunali di essere aiutati con dignità nell’ottica di un reciproco scambio di servizi». Potranno partecipare al progetto tutti i cittadini che si trovino in difficoltà economica perché disoccupati o momentaneamente inoccupati o altrimenti privi di una fonte di reddito. Anche anziani che percepiscano una pensione minima che non consenta loro una qualità di vita dignitosa. I parametri per l’accesso ai contributi saranno stabiliti in questi giorni così come l’ammontare concreto degli aiuti. Questi ultimi saranno comunque proporzionali alle ore di servizio prestate alla comunità che potranno variare da un minimo di 30 ore ad un massimo di 60 ore mensili per un periodo di tempo che va dai quattro ai sei mesi. La domanda per accedere al bando andrà fatta su apposito modulo, scaricabile dal sito del Comune e da presentare all’ufficio Servizi sociali, e potrà essere presentata al massimo per due volte. Tutti i beneficiari saranno dotati di assicurazione, tesserino di riconoscimento e dispositivi di protezione individuale. Il progetto, sostenuto anche dalla Fondazione Cariparo con uno stanziamento di 30 mila euro, sarà inoltre funzionale anche al reinserimento nel mercato lavorativo. Il passo successivo sarà infatti quello di puntare sull’aspetto formativo per proporre progetti di inserimento nelle aziende del territorio. Monia Pasqualetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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L’ENTUSIASMO La notizia, subito rimbalzata sui social, ha riscosso il plauso e l’entusiasmo di molti comitensi. La sindaca ammette lo stupore nell’aver appreso di essere tra le top 12 del mondo: «Villa del Conte ha già vinto - esclama - essere candidati tra gli 80 migliori sindaci del mondo, aver passato il primo turno ed essere rimasto tra i 30 candidati finalisti come unica donna europea e infine avere l’onore e la fierezza di essere nei 12 finalisti mi fa esultare e mi fa ancora una volta pensare con affetto ai miei cittadini, che mi hanno onorato di questo importante compito e mi danno la possibilità di dimostrare che i sogni diventano realtà quando ci si adopera con cuore e testa. La nostra comunità ha già vinto, perché siamo stati uniti in questo duro anno e vederlo riconosciuto a livello mondiale è gioia pura». «Sono commossa per i commenti positivi alla mia candidatura - aggiunge - non solo dai miei concittadini e dall’Italia ma anche da persone africane che conosco bene perché vado a
ASSESSORATO ALLA SOLITUDINE, PASTI A DOMICILIO E VISITE AI BIMBI I SUOI IMPEGNI IN TEMPO DI COVID
IL RICONOSCIMENTO Antonella Argenti è entrata tra i dodici finalisti al concorso di migliore sindaco al mondo durante la pandemia
fare volontariato nel loro paese. Di una cosa sono estremamente orgogliosa: con questa avventura abbiamo già vinto: ci siamo fatti conoscere in tutto il mondo». É innegabile che il riconoscimento alla prima cittadina sia molto legato all’idea di istituire, in tempo di Covid, un assessorato alla solitudine. Argenti ha fatto breccia nel cuore della giuria internazionale e della gente per l’approccio pragmatico al problema Coronavirus. Non solo in prima persona ha aiutato le persone più fragili, sole e in difficoltà ma è sempre stata vicina ai bambini e ai ragazzi che non potevano andare a scuola a causa del lockdown. La sindaca, coadiuvata dall’amica assessore Graziella Vigri, ha consegnato personalmente i pasti a domicilio alle persone bisognose e spesso ha fatto visita ai piccoli in occasione di compleanni o altre feste. Nel mese di giugno verrà proclamato il vincitore del concorso. Luca Marin © RIPRODUZIONE RISERVATA
Allarme furti, gli amministratori organizzano la sorveglianza serale BORGORICCO Tentati furti nelle abitazioni ed episodi di microcriminalità sono stati segnalati nelle ultime settimane in varie località del territorio. Un fenomeno diffuso in diversi comuni del Camposampierese che ha spinto l’amministrazione comunale a scendere direttamente in campo intensificando la collaborazione con le forze dell’ordine per agevolare le indagini. «É fondamentale ai fini di una corretta attività di prevenzione segnalare tempestivamente qualsiasi movimento o situazione sospetta – afferma il consigliere con delega alla Sicurezza Samuele Peron (nella foto) – da parte nostra stiamo facendo tutto quello che è in nostro potere per frena-
re l’escalation di illeciti segnalati negli ultimi giorni. Sono però le forze dell’ordine i soggetti deputati ad agire contro la criminalità. Ed è a loro pertanto che i cittadini devono rivolgersi chiamando tempestivamente il 112». Da ieri sera sono partite anche operazioni di monitoraggio su tutto il territorio comunale da parte degli amministratori. Squadre di due o tre persone, composte da consiglieri, asses-
sori e sindaco, che si turneranno per un periodo in un’attività di controllo e sorveglianza in orario serale sia nel capoluogo che nelle frazioni. Sono inoltre stati stanziati fondi aggiuntivi nel bilancio comunale per implementare l’installazione di telecamere sul territorio comunale. Attualmente sono sette gli occhi elettronici attivi, tutti collegati in tempo reale alla centrale operativa della polizia locale della Federazione dei Comuni del Camposampierese 24 ore su 24. «Grazie alla previsione di nuovi stanziamenti saremo in grado di potenziare la videosorveglianza sul territorio – conclude Peron – la prossima videocamera sarà installata nella località di Sant’Eufemia». M.P. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Federazione, in arrivo 11 rilevatori di velocità CAMPOSAMPIERESE Il progetto si chiama “Federazione sicura abbasso la velocità, viva la sicurezza”. L’ha creato e voluto il comandante della Polizia locale della Federazione del Camposampierese Antonio Paolocci dopo un confronto con gli amministratori dei comuni interessati. L’obiettivo è chiaro: scongiurare incidenti stradali, educare i fruitori della strada a rispettare i limiti di velocità. Undici nuovi rilevatori di velocità saranno posizionati nei punti più delicati della viabilità dei dieci comuni. L’undicesimo verrà installato nella frazione di Poncia di Curtarolo. Questo ultimo territorio, pur non facendo parte della Federa-
zione è convenzionato con i servizi di Polizia locale. Le postazioni saranno di tipo fisso, saranno cioè installate in maniera permanente nei punti nei quali gli organi di Polizia intendono effettuare i controlli, ma saranno utilizzate soltanto alla presenza degli agenti accertatori e quindi in modalità presidiata. Usufruiranno dei nuovi dispositivi i Comuni di Borgoricco, Campodarsego, Camposampiero, Santa Giustina in Colle, San Giorgio delle Pertiche, Loreggia, Massanzago, Piombino Dese, Villa del Conte, Villanova di Camposampiero e appunto Curtarolo. Per ciascuna postazione sarà installata la segnaletica di preavviso prevista dalla normativa, riportante la dicitura “controllo elettronico della
velocità” e quella che segnala la presenza della postazione. A Borgoricco l’installazione riguarderà via Desman, a San Michele delle Badesse. A Campodarsego il rilevatore sarà in via Cinganame, Camposampiero in via San Marco, Loreggia sulla vecchia Statale del Santo, Massanzago in via Roma, Piombino Dese in via Ronchi Destra, San Giorgio delle Pertiche in
IL COMANDANTE ANTONIO PAOLOCCI: «OCCORRE RISPETTARE I LIMITI SULLE STRADE, TROPPI INCIDENTI PER GUIDA AZZARDATA»
GIRO DI VITE In arrivo undici autovelox sulle strade dell’Alta
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VENETO ECONOMIA
VENERDÌ 14 MAGGIO 2021 CORRIERE DELLE ALPI
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istrana
le strategie di crescita
Produzione Biochetasi affidata a Labomar ISTRANA
Labomar avvia una nuova collaborazione con il gruppo farmaceutico Alfasigma: l’azienda trevigiana è partner nello sviluppo del nuovo integratore alimentare commercializzato sotto il marchio Biochetasi. Labomar svilupperà e produrrà un nuovo integratore della linea Biochetasi in due formati, quello in buste granulato e in compresse masticabili all’aroma di limone.
Da anni lo sviluppo di nuove formulazioni del gruppo bolognese viene portato avanti attraverso un confronto costante e continuo tra i team R&D di Alfasigma e dei propri partner, in questo caso di Labomar. «Siamo felici e orgogliosi di rinnovare il nostro impegno con Alfasigma», dice Walter Bertin, fondatore e AD di Labomar che ha chiuso il 2020 con un fatturato consolidato preliminare pari a 61,1 milioni di euro. —
aeroporti e autostrade
Atlantia, traffico giù e perdita da 67 milioni La “Costa Firenze” realizzata da Fincantieri. A destra in alto l’amministratore delegato Giuseppe Bono, sotto Jeff Bezos (Amazon)
Fincantieri-Amazon patto per il digitale Obiettivo: sviluppo dell’innovazione anche nel pubblico Per il gruppo navale già in portafoglio ordini per 34,4 miliardi
Fincantieri archivia il primo trimestre con i principali indicatori indicatori in crescita nel giorno in cui comunica un accordo con Amazon.
di alla fine del 2020, mentre dopo tre mesi si è portato a quota 1,617 miliardi. Guardando in prospettiva, la società si attende che a fine anno questo indicatore tornerà sui livelli dello scorso dicembre.
RICAVI IN CRESCITA
ORDINI PER 34,4 MILIARDI
Cominciando dai numeri, il gruppo cantieristico nordestino ha chiuso il periodo gennaio-marzo del 2021 con ricavi per 1,426 miliardi di euro, che al netto delle poste straordinarie risultano in crescita del 9,1% nel confronto con lo stesso periodo dello scorso anno. Bene anche l’Ebitda (che è un indicatore della gestione caratteristica, salito da 72 a 101 milioni, e l’Ebitda margin, dal 5,5% al 7%. Sale leggermente l’indebitamento finanziario netto: era a quota 1,062 miliar-
Di certo il gruppo guidato da Giuseppe Bono può essere ottimista sui carichi di lavoro, dato che sono già stati acquisiti ordini per 34,4 miliardi di euro (300 milioni solo nel primo trimestre), che valgono 6,6 volte i ricavi generati nel corso del 2020. L’ad rivendica i risultati ottenuti, parlando di «un’azienda in piena salute che, come previsto, conferma la guidance, registra ricavi in crescita e l’aumento della marginalità». Accanto a questi segnali positivi, che si accompagnano
Luigi Dell’Olio / VENEZIA
al lieve miglioramento del quadro economico complessivo in virtù anche dei progressi registrati sul fronte dell’emergenza pandemica, Bono saluta con favore «la cauta ripartenza delle crociere in Europa, alla quale farà seguito a breve il mercato statunitense». RIPARTONO LE CROCIERE
Due mercati strategici per l’azienda triestina, che adesso può tornare a guardare con ottimismo al futuro. Il manager ricorda che la crocieristica sta ripartendo non solo per l’affievolirsi dei numeri relativi ai nuovi contagi da Coronavirus, ma anche «grazie ai rigidi protocolli sanitari adottati dalle società armatrici che rendono le loro navi totalmente sicure e alla tecnologia che nel frattempo abbiamo identificato per sa-
nificare l’aria e ridurre la possibilità dei contagi». È importante segnalare il dato sulle prenotazioni per il 2022, che registra livelli in linea o migliori rispetto a quelli pre-Covid. Un risultato, quest’ultimo, tutt’altro che scontato fino a qualche settimana fa, quando la terza ondata di Covid-19 appariva inarrestabile. Fin qui i dati acquisiti, mentre questa mattina è in programma una call del management con gli analisti dalla quale potrebbero emergere indicazioni sulle aspettative per i prossimi mesi. Verosimilmente sarà anche l’occasione per approfondire l’accordo con Amazon Web Services (piattaforma cloud del colosso It) annunciato ieri. Le due società collaboreranno per accelerare l’innovazione digitale e lo sviluppo tecnologico nazionale supportando l’attuazione del piano “Italia Digitale 2026”, parte del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che ha definito specifici obiettivi e priorità della digitalizzazione della Pa. In particolare, l’obiettivo è definire una serie di progetti comuni, anche tramite attività di sensibilizzazione e di educazione alle nuove tecnologie e al loro potenziale produttivo per la crescita del Paese. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
IN BREVE
Russia, Cina e online fanno respirare Geox
Edilizia Accordo Ance-Bper per il superbonus 110%
Valore 10 milioni La British American compra tabacchi veneti
Il Gruppo BPER e l’Associazione nazionale costruttori edili hanno siglato un accordo di collaborazione per assistere le aziende iscritte all’associazione nell’utilizzo del superbonus 110% e di tutti gli altri bonus fiscali per la riqualificazione del patrimonio immobiliare. L’accordo è esteso su tutto il territorio nazionale, e contempla un sostegno reciproco per agevolare le aziende nella gestione dell’iter di accesso allo strumento fiscale.
British American Tobacco Italia sceglie l’agricoltura italiana. L’azienda ha annunciato l’acquisto di settemila tonnellate di tabacchi lavorati in Italia – 3.500 dal Veneto, per un investimento di 20 milioni di euro. La provincia di Verona è il principale polo tabacchicolo della regione con quasi 3.000 ettari impiegati e una produzione che supera le 12.000 tonnellate. Al secondo posto Vicenza, con 1.602 tonnellate di produzione e al terzo Padova con 1.046.
I ricavi consolidati del primo trimestre 2021 del gruppo Geox si sono attestati a 148,4 milioni (-18,9% a cambi correnti, -17,4% a cambi costanti). Sul trimestre ha impattato inoltre la perdita dei ricavi derivante dalla razionalizzazione del perimetro in corso (-115 negozi rispetto al primo trimestre 2020) tesa a migliorare il profilo reddituale prospettico. La posizione finan-
ziaria netta al 31 marzo 2021 (ante Ifrs 16) è pari a –109,8 milioni (-99,8 milioni al 31 dicembre 2020). Il business online diretto continua a evidenziare una crescita rilevante (+85%), raggiungendo in questo trimestre il proprio record di fatturato trimestrale, pari a oltre il 30% dei ricavi totali del canale Dos (a gestione diretta). Per aree geografiche spiccano le crescite di fatturato di Russia (+48%) e Cina (+54%). —
Atlantia archivia il primo trimestre dell’anno con una perdita di 67 milioni di euro, ricavi operativi pari a 2,025 miliardi di euro, in riduzione di 185 milioni di euro (-8%) e un Ebitda pari a 1,124 miliardi di euro, in diminuzione di 147 milioni di euro (-12%). I risultati del gruppo, rispetto al primo trimestre 2020, «risentono dell’impatto del Covid-19 sui volumi di traffico delle concessionarie», spie-
ga Atlantia. Si rilevano effetti più marcati per le attività aeroportuali (-81,3%) rispetto a quelle autostradali (-6,7%). Il cash flow operativo si attesta a 581 milioni di euro (-26%) mentre gli investimenti sono pari a 384 milioni di euro (+6%). L’indebitamento finanziario netto è pari a 38,264 miliardi di euro, in diminuzione di 974 milioni. Atlantia conferma la guidance per quest’anno con una stima di ricavi nell’ordine di 9, 4 miliardi di euro. —
utile netto a 20,1 milioni
L’ACCORDO CON AMAZON
ricavi in calo del 18,9%
MONTEBELLUNA
MILANO
Ifis, il recupero sugli npl tocca i massimi storici VENEZIA
Nel primo trimestre 2021 Banca Ifis ha raggiunto il massimo storico per i recuperi di cassa sui portafogli npl acquistati, che si attestano a 81 milioni (+24%) e una performance in crescita dei ricavi nel commercial e corporate banking (+21%). Si registra un margine di intermediazione in crescita a 137,7 milioni di euro (+30%). «La performance del business npl, con ricavi per 58,3 milioni (+35%), be-
neficia della normalizzazione dell’attività dei tribunali e della migliore gestione dei piani di recupero», ha sottolineato l’ad Frederik Geertman. I costi operativi risultano a 91, 3 milioni (+24,2%) per maggiori costi variabili legati all’attività legale del settore npl, l’ingresso nel perimetro di Farbanca e nuove progettualità Ict. L’utile netto è di 20,1 milioni, la raccolta retail è stabile a 4,5 miliardi. Previsto un dividendo di 0,47 euro per azione in pagamento il 26 maggio. —
la trimestrale
Ascopiave cresce utili per 13,6 milioni PIEVE DI SOLIGO
Utile consolidato in crescita nel primo trimestre 2021 per Ascopiave, che chiude i conti gennaio-marzo con un risultato netto a 13,6 mln di euro, contro i 13 del corrispettivo periodo 2020. Il margine operativo lordo pari 15,8 milioni (15,6 mln nei primi 3 mesi 2020), il risultato operativo di 7 mln (7,2 mln). La posizione finanziaria netta pari 296,2
milioni, in riduzione rispetto 31 dicembre 2020 (339 mln). Il resoconto intermedio di gestione stato approvato oggi dal Cda. «Ascopiave ha chiuso il primo trimestre del 2021 con un risultato netto in crescita – afferma il presidente Nicola Cecconato – grazie al positivo contributo sia delle attività controllate nel settore regolato della distribuzione gas che della partnership attiva nel segmento commerciale». —