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POLITICA
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ISTITUZIONI
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ECONOMIA
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Primo Piano
Sabato 22 Maggio 2021 www.gazzettino.it
La lotta al virus IL VERDETTO VENEZIA Ora che sulla carta è bianco, il Nordest spera nella ripresa del turismo. Ieri il ministero della Salute e l’Istituto superiore di sanità hanno confermato la classificazione complessiva di rischio «bassa» anche per il Veneto e per il Friuli Venezia Giulia, che rimangono così in zona gialla, ma con parametri che annunciano già l’ulteriore passaggio di fascia rispettivamente dal 7 e dal 1° giugno. Il verdetto è stato pronunciato nella giornata che ha visto l’andamento dei contagi nelle ventiquattr’ore toccare i minimi storici: i bollettini hanno evidenziato un tasso di positivi sui tamponi pari allo 0,87% a Venezia e allo 0,56% a Trieste.
GLI INDICATORI Nella settimana dal 10 al 16 maggio, l’indice di contagio Rt è sceso da 0,88 a 0,74 in Veneto e da 0,72 a 0,66 in Friuli Venezia Giulia. Ancora più cruciali, considerato il nuovo sistema di valutazione, sono però gli altri due indicatori che devono essere mantenuti per tre settimane, per consentire la discesa dal giallo al bianco. L’incidenza veneta è calata da 68 a 45 casi ogni 100.000 abitanti, quella friulgiuliana da 44 a 24. In flessione sono pure i valori di occupazione dei posti-letto: secondo i dati comunicati da Venezia, 9% sia in Terapia intensiva che in area non critica, così come Trieste ha segnalato 9% per i degenti intubati e 5% per gli altri. Analizzando poi gli altri numeri elaborati dall’algoritmo, in Veneto le infezioni sono oggettivamente in calo: -37,8% e -37,2%, rispettivamente, quelle notificate alla Protezione civile nelle ultime due settimane e alla sorveglianza integrata per giorno. Sono in riduzione pure i nuovi focolai di trasmissione (da 789 a 492) e i casi di infezione non associati a catene
LA VALUTAZIONE SETTIMANALE CONFERMA IL GIALLO MA C’È FIDUCIA SULLA NUOVA FASCIA DAI PRIMI DI GIUGNO
Contagi ai minimi nel Nordest “bianco” «Riparte il turismo» Tasso di positività: 0,87% in Veneto e 0,56% `Zaia: «Boom di prenotazioni, recuperiamo in Fvg. Crollano anche l’incidenza e i ricoveri due anni in uno. Seconda dose agli ospiti»
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note (da 606 a 348). Un andamento analogo è osservabile anche in Friuli Venezia Giulia, dove i casi sono in diminuzione: -38,4% e -39,2%, rispettivamente, quelli segnalati alla Protezione civile nelle ultime due settimane e alla sorveglianza integrata per giorno. Risultano in contrazione pure i nuovi focolai di contagio (da 129 a 76) e gli episodi di contagio non legati a catene conosciute (da 182 a 130).
DI FATTO Agli esiti del monitoraggio settimanale si aggiunge poi la rilevazione quotidiana. In un Veneto
che sta per raggiungere i 10 milioni di test (ieri mattina erano arrivati a quota 9.957.758, fra molecolari e antigenici), vengono contabilizzati 363 positivi (421.637 dall’inizio) e 9 morti (11.524 in tutto), con 101 ricoverati in Terapia intensiva (+3) e 765 in area non critica (-36). «Siamo in zona bianca di fatto ma non di diritto», ha commentato il governatore Luca Zaia, alludendo alla necessità di attendere un altro paio di settimane per il superamento delle varie restrizioni, ad eccezione delle misure personali quali mascherina, distanziamento e igienizzazione. «Non è la festa della liberazione e
La sentenza del Tar
Smi contro Regione, ricorso bocciato «Le Usca non hanno svilito i medici» VENEZIA Durante la pandemia, le Usca non hanno esautorato i medici di base. L’ha stabilito il Tar del Veneto, respingendo il ricorso presentato dallo Smi e dalla sua segretaria Liliana Lora contro la Regione, che il 16 giugno 2020 aveva approvato il Piano di potenziamento dell’assistenza territoriale. Secondo il sindacato, la delibera aveva assegnato alle
Unità speciali di continuità assistenziale «un compito aggiuntivo ed incongruente rispetto a quanto previsto dal legislatore nazionale», disponendo che non si occupassero solo dei pazienti Covid ma pure di quelli «fragili, cronici e affetti da patologie invalidanti». Per il Tribunale amministrativo regionale, invece, «emerge che la figura
Iniezioni a quota 2,5 milioni e messa in mora per i sanitari Il Pd: «Decreto da rispettare» LA CAMPAGNA VENEZIA Fra oggi e domani il Veneto arriverà a somministrare 2,5 milioni di dosi. Secondo il rapporto della struttura commissariale nazionale, ieri pomeriggio il conto è salito a 2.454.770 (614.243 in Friuli Venezia Giulia), anche se c’è un po’ di preoccupazione per il ritmo della campagna vaccinale, dato che questa settimana non si sono viste forniture di AstraZeneca e per la prossima sono attese fiale per 127.000 iniezioni dei vari marchi, anziché per le annunciate 200.000. Ad ogni modo la macchina organizzativa continua a girare, pure sul fronte legale, considerati i 6.312 sanitari su 60.203 ancora da immunizzare.
L’ADESIONE Fra vaccinati e prenotati, l’aggiornamento regionale registra questi tassi di adesione: 97,8% fra gli ultra 80enni, 84,7% fra i 70enni, 80,1% fra i 60enni, 68% fra i 50enni e 46% fra i 40enni. Ci sono ancora 43.000 posti liberi, il problema è che sono concentrati in al-
QUESTA SETTIMANA NON SONO ARRIVATE FIALE DI ASTRAZENECA E PER LA PROSSIMA NE SONO ATTESE 127.000 ANZICHÉ 200.000
cune Ulss. «Il consiglio è di affrettarsi a iscriversi – dice il governatore Luca Zaia – perché poi non escludiamo una redistribuzione fra i territori. Per esempio, in questo momento ci sono 11.000 disponibilità nell’agenda di Treviso, ma potremmo spostarne una parte su Vicenza».
dobbiamo ancora stringere i denti, ma vediamo la luce in fondo al tunnel e questa volta non è il treno», ha aggiunto. Anche in Friuli Venezia Giulia le indicazioni della giornata sono confortanti: 38 positivi (106.698 dall’inizio) e 2 decessi (3.777 in tutto), con 12 degenti intubati (+1) e altri 55 accolti negli altri reparti (-5). Davanti a una simile situazione, il presidente Massimiliano Fedriga si è detto «più che favorevole ad aprire le discoteche con green pass».
GLI HOTEL Ma non sono solo i locali da ballo a confidare nella ripartenza. È tutto il comparto turistico, ad esempio, a cominciare a vedere rosa dopo una sfilza di stagioni nere: secondo l’Associazione jesolana albergatori, ad esempio, l’occupazione è già adesso al 55% e nel fine settimana potrebbe raggiungere il 70% in alcuni hotel. «L’assessore Federico Caner – ha detto Zaia – mi ha confermato che le prenotazioni sono in totale accelerazione, non solo dall’Italia ma anche dall’estero. Ora vedremo come andranno le ferie di Pentecoste, ma credo che di questo passo potremo recuperare due anni in uno. Ringrazio Red Canzian che si è prestato gratis a uno spot fatto con il cuore. Nel frattempo attendiamo in visita ufficiale, lunedì 31 maggio, il ministro Massimo Garavaglia». Proprio il titolare del Turismo ieri ha espresso fiducia: «Sarà una grande estate, ora i turisti stranieri possono tornare». Con lui la Regione intende rilanciare il tema dei vaccini ai visitatori. «Non sarà un assalto alla diligenza – ha precisato Zaia – ma semplicemente un gesto di cortesia: dare la possibilità ai nostri ospiti di ricevere la seconda dose qui, se certificheranno di aver già ricevuto la prima». Angela Pederiva
del medico di medicina generale non viene erosa nelle proprie competenze fondamentali né lesa nella propria professionalità, essendo invece attore centrale e primario di un complesso modello organizzativo». Secondo i giudici di Venezia, in questo schema «l’integrazione delle prestazioni è volta a garantire l’obiettivo della
prevenzione e della continuità di cura del paziente in questa particolare situazione contingente di emergenza sanitaria determinata dall’epidemia di Covid-19, e in cui le Usca fungono da elementi di supporto e ausilio ma sempre in stretto raccordo con il medico di medicina generale». (a.pe.)
PROTESTE Alcuni sanitari no vax ieri a Mestre. Nella foto in alto Luca Zaia (NUOVE TECNICHE)
«Gravi postumi del Covid, l’esenzione sia per sempre»
Casinò, allo studio la ripresa dal 7 giugno
IL PERSONALE
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I BOLLETTINI SEGNANO ULTERIORI RIDUZIONI FEDRIGA: «SONO PIÙ CHE FAVOREVOLE AD APRIRE LE DISCO CON IL GREEN PASS»
Pesa poi la zavorra del personale sanitario: in linea con la media nazionale, un dipendente su dieci non si è vaccinato, malgrado l’obbligo normativo e al netto delle incompatibilità patologiche. I consiglieri regionali del Partito Democratico, guidati da Giacomo Possamai, chiedono fermezza: «Da inizio aprile è entrato in vigore il decreto che prevede provvedimenti disciplinari per gli “irriducibili”: si faccia rispettare. Queste persone potrebbero trasformarsi in veicolo di contagio e non possiamo rischiare di ritrovarci al punto di partenza, con focolai in ospedali o Rsa». La replica di Zaia: «Rispetto ai contratti di assunzione, le regole sono cambiate in corsa. Credo che questo si trasformerà in un mare di scartoffie che durerà per anni, per questo spero che il decreto venga semplificato in sede di conversione. Ma certo il sanitario non può porre la contestazione che non si vaccina perché la sperimentazione è stata breve. Il medico è una figura di riferimento per i suoi pazienti e deve dare un segnale alla collettività: è un fatto anche etico. Perciò le Ulss procedono con la messa in mora, in vista dell’eventuale sospensione dal servizio o cambio di mansioni». A.Pe.
LA PROPOSTA
L’ORDINANZA
VENEZIA Un provvedimento per attuare, anche in Veneto, l’esenzione dal ticket per due anni a favore dei pazienti con postumi del Covid. «Lo predisporremo per dare indicazione alle Ulss sulle modalità operative con cui attuare le previsioni del decreto Sostegni Bis», annuncia l’assessore regionale Manuela Lanzarin. Ma il presidente Luca Zaia propone che lo sgravio sia a vita: «Penso a gravi complicanze come l’insufficienza respiratoria o renale, l’encefalite, l’impossibilità di deambulare: secondo me, e lo dico sinceramente, questo aiuto non dovrebbe limitarsi a due anni, ma valere per sempre. Faccio appello al legislatore perché lo valuti. Metà dei positivi non ha avuto sintomi. Ma esistono pazienti, e sono il 5,7%, che sono finiti in ospedale, con il respiratore e la Terapia intensiva. Se i postumi di questa patologia diventano invalidanti, va riconosciuto il ruolo dei “reduci” di quella che è stata una terza guerra mondiale».
VENEZIA Se i parametri verranno confermati, e il 7 giugno il Veneto entrerà a tutti gli effetti in fascia bianca, la Regione dovrà emanare l’ordinanza per le riaperture delle attività. Fra le misure allo studio c’è anche la ripresa delle sale da gioco e da scommesse, compreso il Casinò di Venezia, la cui ripartenza sarebbe invece fissata per il 1° luglio sul calendario nazionale. Il presidente Luca Zaia si sta confrontando sul tema con il collega Giovanni Toti, che in Liguria ha il caso di Sanremo. Nel frattempo l’assessore Manuela Lanzarin ha seguito l’aggiornamento delle linee-guida per questo settore (oltre che per le sagre, le fiere e i corsi di formazione). La proposta delle Regioni include il cambio frequente delle carte con nuovi mazzi e la disinfezione delle superfici delle macchine a contatto con le mani, come pulsantiere e maniglie, almeno una volta all’ora.
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Attualità
Sabato 22 Maggio 2021 www.gazzettino.it
Sostenibilità, Venezia capitale mondiale: arriva il sì del governo
I PROTAGONISTI Il ministro per la Pubblica amministrazione Brunetta ieri al tavolo veneziano col sindaco Brugnaro e gli altri attori del progetto per Venezia capitale mondiale della sostenibilità
Il ministro Brunetta appoggia il progetto di Comune e Regione «Un laboratorio in linea con le transizioni del Piano nazionale»
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IL PROGETTO VENEZIA Anche il Ministero per la Pubblica amministrazione entra nel progetto “Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità”. Cresce così il piano di interventi funzionali allo sviluppo sostenibile del territorio, con fulcro la città capoluogo, promosso dalla Regione Veneto con a fianco Comune di Venezia, Università di Ca’ Foscari, lo Iuav, il Conservatorio Benedetto Marcello, l’Accademia di Belle Arti, la Fondazione Cini, Confindustria Veneto e realtà industriali come Snam, Generali e Boston Consulting Group.
LA FIRMA Con la firma del ministro Renato Brunetta, ieri a Ca’ Corner a Venezia, si rafforza il partenariato del progetto approvato dalla Giunta Zaia lo scorso 12 marzo - promuove lo sviluppo di un piano di interventi funzionali alla crescita sostenibile del territorio, in particolare alla riqualificazione urbana e alla promozione del patrimonio artistico e naturale della Città storica. L’adesione al progetto è formalmente avvenuta durante un incontro al quale, oltre al sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, ha
partecipato anche Marco Alverà, amministratore delegato di Snam. «Questo piano diventerà elemento importante del G20 dell’economia che si terrà a luglio a Venezia» sottolineano dallo staff del sindaco Brugnaro, mentre il ministro Brunetta - veneziano Doc - si è detto “lieto di sostenere un progetto che si muove nella direzione di proteggere e valorizzare Venezia, le sue pietre, le donne e gli uomini che la abitano e che meritano una città vivibile”. «Venezia - aggiunge il ministro - può incarnare nella sua unicità: una sostenibilità economica, ambientale e tecnologica in linea con le “transizioni” che il Piano nazionale di ripresa e resilienza ora rende possibili». «L’adesione del ministro Brunetta al progetto è un momento di grande soddisfazione – interviene il presidente veneto, Luca Zaia -. Dal più ampio insieme di partner a tutti i livelli viene la conferma della bontà di questa nostra iniziativa, in grado di proporre una visione futura di rilievo per la città e tutto il suo territorio. Un rilievo internazionale e storico come Venezia e tutto il Veneto meritano, presentandosi come laboratorio di sostenibilità, la vera sfida di questo millennio».
LE DIRETTRICI I progetti si svilupperanno su precise direttrici, tra cui la transizione energetica e la sostenibilità ambientale attraverso interventi volti alla creazione di un polo dell’idrogeno (e qui la protagonista sarà ovviamente Snam), decarbonizzazione e circolarità dei rifiuti, difesa dell’ecosistema lagunare e la promozione di Venezia come sede di Centri di ricerca, insieme al potenziamento della formazione accademica sulla sostenibilità. La Regione, assieme a tutti i promotori, prevede di generare rilevanti benefici economici, sociali e ambientali “non solo per il capoluogo, ma per tutto il Veneto e il “Sistema Paese”, seguendo linee di intervento coerenti con il Piano di Ripresa e Resilienza che consentirà di utilizzare le risorse finanziarie del Fondo Next Generation EU. Gongola il sindaco Luigi Brugnaro: «Venezia, proprio nell’anno in cui celebra i 1600 anni dalla sua Fondazione, guarda al futuro e dimostra di essere luogo di innovazione e d’avanguardia culturale e tecnologica, mentre Porto Marghera, simbolo della riconversione “green”». Fulvio Fenzo © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’amministratore delegato della Snam
Alverà: «La città può diventare un modello» «Venezia ha l’occasione di diventare un esempio di ripartenza all’insegna della sostenibilità ambientale e della transizione ecologica», lo afferma il veneziano Marco Alverà, amministratore delegato di Snam, una delle grandi aziende che sostengono e promuovono il progetto “Venezia capitale mondiale della sostenibilità”. Alverà sottolinea l’importanza della «virtuosa collaborazione tra istituzioni nazionali e locali e le sinergie tra pubblico e privato», due condizioni che hanno consentito al progetto di prendere forma, coinvolgendo realtà istituzionali, culturali ed
L’intervento
«Brunetta ha ragione, ma ci serve una regia. Non continue polemiche» di Pier Paolo Baretta ’appassionato intervento di Renato Brunetta merita attenzione. Non solo perché, nella sua funzione di ministro, può davvero aiutare la città, ma, soprattutto, perché il suo amore per Venezia è sincero e questo ci accomuna oltre le differenti opinioni politiche. Quando nel 2011 siamo stati, entrambi e insieme, relatori della legge finanziaria del governo Monti, non mancammo di affrontare (già allora!) la tutt’ora irrisolta questione della conca di navigazione. E quando si unificarono i progetti di riforma della legge speciale (tra cui il suo e quello dell’on. Pellicani), io, dal governo, appoggiai tale scelta. E ancora quando mi adoperai per i finanziamenti, copiosi, portati alla città negli anni scorsi, ho sempre trovato sostegno da parte sua. Fino alla delicata questione della fuoriuscita delle grandi navi dal bacino di San Marco e alla preparazione della call internazionale per approdi alternativi (dal cui successo dipenderà molto del reale futuro della portualità veneziana) e alla rapida erogazione dei 538 milioni, al cui sblocco ho lavorato assiduamente nei mesi scorsi. Risorse che consentono di completare il Mose, ma anche di individuare le modalità per appianare i debiti che il Consorzio ha accumulato verso le imprese veneziane. Soprattutto, concordo sulla visione del Mose non sia solo come opera – straordinaria – che ci protegge dalle maree eccessive, bensì come sistema complessivo di
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tutela dell’intero sistema lagunare e del suo patrimonio ambientale ed economico. Ma questa visione necessita di una strategia che affronti contemporaneamente le grandi emergenze di Venezia di oggi, collocate in una idea di città del futuro. Lo sviluppo di una economia non dipendente solo dal turismo; lo spopolamento dell’intero Comune; la sostenibilità ambientale sono le priorità. Ma per affrontarle ci vuole una strategia (e le idee non mancano) e ci vuole una regia (invece non c’è). La triangolazione istituzionale Stato, Regione, Comune ha bisogno della convergenza delle rispettive volontà. La città deve stemperare il clima polemico e mettersi alla ricerca dei punti di contatto. Ma a chi spetta, in primis, questa responsabilità? Un solo esempio: che fine ha fatto il NGEU per Venezia? La occasione perduta di un piano di ripresa e resilienza veneziano dipende dal fatto che, nonostante l’avvertimento datoci dalla pandemia, ci si culla ancora sulla idea che, passata l’emergenza, il turismo ci salverà. Il turismo, che va rilanciato ovviamente, sarà una componente essenziale,
«CAMBIARE L’AGENZIA PER LA LAGUNA? NON VORREI CI PORTASSE ALLE LUNGAGGINI E ALL’IMMOBILISMO CHE IL MINISTRO DENUNCIA»
ma non la sola del futuro. Cultura, porto, industria, artigianato, commercio hanno bisogno di piani di sviluppo e di risorse. La residenzialità (50 mila abitanti, ormai, in centro storico!) necessita di un intervento pubblico che parta dalle proprietà comunali e si confronti con quelle private e, almeno, il parco di terraferma (Marzenego, Osellino, san Giuliano Tessera) e della Laguna siano al centro di un progetto green. Ecco perché il riordino dell’architettura istituzionale, alla quale Brunetta affida la soluzione del problema, non basta. Quella esistente ha bisogno di essere realizzata, più che rifatta. L’Agenzia per la Laguna è un valido strumento che consente di accelerare i processi decisionali, proprio per le sue competenze. Mi preoccupa che rimetterci le mani ci porti dentro quelle lungaggini e quell’immobilismo che proprio Brunetta denuncia e che anche oggi affligge la città, con una amministrazione distratta da altri progetti. La leale collaborazione può essere assicurata dalla volontà di agire di concerto espressa dai diversi soggetti. Si scelgano, dunque, persone capaci e collaborative. Semmai, sollecitiamo l’amministrazione comunale a dare vita e impulso ad una Agenzia che si occupi, in parallelo, dello sviluppo economico, a cominciare da Porto Marghera (Zes e bonifiche). E, diamo corso al centro internazionale di studi climatici, già finanziato. In ogni caso, il tema posto da Renato Brunetta è: “ripartiamo!”. E, su questo, non c’è alcun dissenso. Non perdiamo altro tempo.
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AD SNAM Marco Alverà
economiche di primo piano. Secondo l’amministratore delegato di Snam anche il momento storico è particolarmente favorevole al riconoscimento per
Venezia di un ruolo mondiale in questo campo: «Nella fase attuale, alla vigilia del G20 dell’ economia che si svolgerà proprio in questa città, ci sono tutte le condizioni, le tecnologie e le opportunità di finanziamento per rendere Venezia un modello di tutela dell’ambiente e di valorizzazione del territorio». Le ultime parole di Alverà riguardano il suo personale rapporto con la città lagunare: «Venezia è uno dei simboli del patrimonio naturale, artistico e culturale dell’Italia nel mondo. Oggi di fronte alla minaccia del cambiamento climatico, è nostro dovere prendercene cura. E da veneziano ne sono particolarmente orgoglioso»
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Economia
Sabato 22 Maggio 2021 www.gazzettino.it
Asco Holding condannata: dovrà rimborsare i Comuni
Confartigianato Veneto: «Pedemontana decisiva, ma servono altre opere»
La società che controlla Ascopiave deve versare 2 milioni di azioni (con interessi, l’esborso è di 11 milioni) a 10 amministrazioni trevigiane che avevano chiesto il recesso
INFRASTRUTTURE
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la quotazione più esatta è di 4,047 euro per azione. Il tutto però finisce nel ricorso che i Comuni fanno davanti al Tribunale delle Imprese. Nel frattempo ogni forma di accordo naufraga. E così, ieri, il Tribunale sentenzia: la valutazione corretta è quella fissata dal perito, 4,047 euro. Quindi la Holding deve dare ai comuni la differenza. Che vuol dire spostare 2 milioni di azioni di AscoPiave nelle mani dei comuni, più pagare gli interessi per un totale che supera gli 11 milioni di euro.
LA SENTENZA TREVISO Una mazzata. Il Tribunale delle Imprese di Venezia ha condannato Asco Holding a corrispondere ai dieci comuni che nel 2018 sono usciti dalla società perché contrari al nuovo statuto, circa due milioni di azioni delle controllata Ascopiave. Con le quotazioni di oggi fanno poco meno di otto milioni di euro, che lievitano a 11 se si aggiungono interessi, spese legali. È questo il primo punto fermo di una vicenda che si trascina da anni avvelenando i rapporti all’interno di una società che, nonostante, tutto ha continuato a macinare utili e a crescere.
REAZIONI
LE SCINTILLE Sono dieci i comuni “ribelli”, tutti trevigiani: Trevignano, Spresiano, Giavera del Montello, Mareno di Piave, Santa Lucia di Piave, Segusino, Pieve di Soligo, Cison di Valmarino, Follina, Riese Pio X. Nel 2018, al termine di un periodo di tensioni continue, hanno deciso di uscire dall’assemblea perché non d’accordo con le modifiche decise per lo statuto, a loro dire troppo limitative e penalizzanti. E hanno annunciato la decisione di uscire cedendo le loro quote della Holding alla stessa società. Tranne Santa Lucia, che sceglie di monetizzare, gli altri comuni si fanno pagare parte in azioni della con-
ASCO HOLDING Il presidente Giorgio Giuseppe Della Giustina
trollata Ascopiave e parte in denaro. Lo scontro scoppia sulla quotazione dell’azione. La Holding tiene come punto di riferimento quella di 3,75 euro raggiunta l’8 giugno 2018, giorno in cui il cda delibera di convocare l’assemblea dei soci. I comuni ribelli invece dicono che la quotazione giusta è quella raggiunta il 23 luglio, giorno dell’assemblea in cui ufficializzano la loro uscita dalla società, quando l’azione AscoPiave lievita a 4,19 euro. Pochi centesimi che però valgono centinaia di migliaia di euro. E
da qui parte il contenzioso.
IL DUELLO I “ribelli” si impuntano. Contestano i conteggi fatti dalla Holding, chiedono una revisione. La Holding resta ferma sulla propria posizione. E, alla fine, la vicenda non può che sfociare in un contenzioso legale. Un perito viene incaricato di esaminare tutti i dati e stabilire la quotazione più giusto. Passano i mesi e all’inizio del 2019 arriva il parere del tecnico, che si pone a metà strada. Tenendo conto di tutte le posizioni,
«Siamo soddisfatti - precisa Marco Della Pietra, sindaco di Spresiano e portavoce anche dei colleghi - è stato riconosciuto che avevamo ragione e che era stato fatto un conteggio delle azioni non corretto. Ci dispiace essere arrivati a questo punto, avremmo voluto trovare un accordo prima. Ma non è stato possibile». Dalla Holding l’unica reazione ufficiale è un laconico «la società si riserva di esaminare la sentenza con i propri avvocati». E mentre tra i sindaci rimasti in assemblea si sta diffondendo il timore che questo esborso possa mettere a rischio i dividendi 2021, dalla Holding arriva la rassicurazione: «I dividendi sono al sicuro, non ci sarà alcun impatto». E già si prepara il ricorso. Paolo Calia © RIPRODUZIONE RISERVATA
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VENEZIA Un passo importante per il nuovo Veneto è stato fatto, ora però c’è da completare il lavoro e collegare al meglio la Pedemontana che il 28 maggio aprirà al traffico il tratto più importante, 35 chilometri tra Bassano del Grappa a Montebelluna. «Contiamo di arrivare all’innesto con la A27 per fine anno. Restano da completare l’innesto sull’A4 a Montecchio e la galleria di Malo, che contiamo di finire nel 2022», ha annunciato il presidente del Veneto Luca Zaia. E la Confartigianato regionale chiede alla politica misure precise per rendere la superstrada più accessibile (tariffe scontate per i residenti) e governare urbanisticamente il territorio definendo i centri di sviluppo vicino ai nuovi caselli. Il tutto con una rivoluzione: per completare la rete autostradale del Nordest (con le opere di collegamento in Friuli e in Veneto) serve un concessionario unico per le attuali 5 autostrade dell’area. «La Pedemontana è l’occasione di ripensare il territorio e le sue condizioni di competitività - avverte il presidente di Confartigianato Veneto Roberto Boschetto che ieri ha presentato il libro bianco su questa superstrada che una volta completata sarà di 94,5 chilometri, con 14 caselli e verrà a costare 2,258 miliardi - quest’opera deve essere l’occasione per rafforzare le interconnessioni tra filiere produttive e sistemi delle conoscenze». Già perchè questa arteria passa nel cuore del
made in Veneto: nel raggio di 20 minuti dai suoi caselli vivono un milione di persone e si produce 34 miliardi di Pil. «Con la Pedemontana cambia tutto, il mercato del lavoro, i distretti - avverte Sergio Maset, direttore Confartigianato veneta -. Questa è anche un’opera in competizione con la A4, un aspetto importante per il traffico merci». Una decina di chilometri in meno che diventano più di 30 se si pensa al collegamento col Friuli.
UNICO CONCESSIONARIO «È importante completare al più presto i collegamenti con A27 e A4 - avverte Vendemiano Sartor, presidente di Confartigianato Treviso -. Ricordiamo poi che migliorerà anche il traffico locale, alleggerendolo, soprattutto se arriveranno i collegamenti con Feltrina e Padova. Traffici veloci poi favoriscono anche il turismo. Ma serve una programmazione della Regione sui grandi insediamenti vicino ai caselli. È poi necessario il completamento della Pedemontana friulana, il completamento della Valdastico verso Trento e della A27 a Nord: per questo serve un concessionario unico per le 5 autostrade del Nordest». «La pedemontana è un’opera fondamentale anche per l’export - afferma Gianluca Cavion, presidente Confartigianato Vicenza - e chiediamo tariffe agevolate per i residenti. La Regione tra qualche anno farà i suoi conti e vedrà che non ci sono problemi. L’importante è completare in fretta l’opera». Maurizio Crema © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Venezia
Sabato 22 Maggio 2021 www.gazzettino.it
Mose, soldi sbloccati ma i test si fermano Il ministro Enrico Giovannini ha annunciato lo stanziamento ` Ma in attesa del finanziamento, il liquidatore del Cvn, Miani, col prossimo Cipess dei 538 milioni necessari per finire l’opera ha comunicato lo stop al sollevamento previsto per il 28 maggio
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trovare. Per cominciare a risollevare il Cvn, ad ogni modo, basterebbero i primi 530 milioni annunciati da Giovannini. Miani dopo l’incontro in Prefettura, e soprattutto dopo la riunione tecnica che ha preceduto quell’incontro, non ha voluto fare commenti ma è chiaro che lui è stato nominato per garantire che il Consorzio non fallisca e che le imprese possano completare il Mose, e quindi i soldi devono essere certi e arrivare in fretta perché il prossimo 10 giugno si terrà la prima udienza in Tribunale per discutere l’istanza che Miani ha presentato per la ristrutturazione del debito in base all’articolo 182 bis della legge fallimentare, iniziativa che ha già prodotto il blocco di quasi tutti i decreti ingiuntivi e pignoramenti richiesti da vari creditori.
POLITICA E SALVAGUARDIA VENEZIA La garanzia del completamento del Mose è arrivata ieri a metà pomeriggio, nel corso di una giornata ricca di incontri e di decisioni sull’opera e sul futuro del Consorzio Venezia Nuova. Con una nota, il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili ha garantito che «i risparmi per 538 milioni di euro, derivanti da minori oneri finanziari sui mutui contratti per la realizzazione del sistema Mose, potranno essere utilizzati per il completamento dell’opera e la sua messa in esercizio, per gli interventi paesaggistici e ambientali e per le attività di manutenzione, in attuazione di quanto stabilito dal Dl Rilancio dello scorso agosto». Il ministro Enrico Giovannini ha anche ufficializzato di aver chiesto l’iscrizione all’ordine del giorno della prossima seduta del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipess) la proposta di riprogrammazione delle risorse, ferma restando l’entità dello stanziamento complessivo già previsto. «Una gran bella notizia la comunicazione del ministro che ci informa dell’intervento possibile sul Mose e su opere paesaggistiche - ha commentato il governatore Luca Zaia - Ciò significa andare verso il completamento dell’opera e vedere profilarsi finalmente la conclusione dei lavori».
LA GIORNATA Una lunga giornata, si diceva, iniziata in tarda mattinata con un vertice in Prefettura e conclusa, più o meno nelle stesse ore dell’annuncio di Giovannini, con un altro annuncio. Quello del blocco momentaneo all’operatività del Mose. Una decisione del commissario liquidatore del Consorzio Venezia Nuova (Cvn) Massimo Miani comunicata con una lettera inviata proprio al ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità sostenibili, al Provveditorato alle opere pubbliche (Piopp), alle Capitanerie di porto di Venezia e Chioggia, all’Autorità portuale, al commissario
IL PERSONAGGIO VENEZIA Il ridisegno dell’offerta museale italiana parte da Venezia. È infatti un veneziano, Massimiliano Zane, classe 1980, consulente in economia della cultura per il Ministero della cultura, progettista culturale e consulente strategico per la gestione e la valorizzazione delle risorse culturali, il tecnico chiamato dal Ministero ad operare con la Direzione generale musei per ridisegnare e incrementare lo sviluppo del sistema museale nazionale. Zane, con laurea in Filosofia (Produzione e ricezione artistica) e in Economia e gestione delle arti a Ca’ Foscari, è un rarissimo cervello non in fuga. Nato a Venezia, da una famiglia originaria di Burano, vive ancora al Lido, nonostante sia membro Icom e Icomos, parte della Expert of Management list of Rea della Commissione europea, Crew Member of Expert list di Kea European Affair e Independent Expert del Consiglio di Europa, insegni in diverse università italiane e concorre inoltre allo sviluppo ed all’applicazione delle nuove Tecnologie per la valorizzazio-
straordinario per il Mose, Elisabetta Spitz, alla Guardia di Finanza, alla Corte dei conti e alle imprese del Cvn. Miani, nella missiva, spiega che ha preso la decisione a seguito dell’indisponibilità manifestata dalle imprese e soggetti terzi a fornire il necessario supporto tecnico-operativo per i sollevamenti. In sostanza, a fronte delle garanzie giunte da Roma, il Cvn blocca i test in attesa della riunione decisiva del Cipess.
FORTI TENSIONI Non è un fulmine a ciel sereno, la decisione di Miani, perché sono forti le tensioni tra Cvn e
«IL CONSORZIO NON DEVE FALLIRE SAREBBE UN DISASTRO» Vittorio Zappalorto
imprese: da un lato il primo ha chiesto alle aziende impegnate nella costruzione del Mose di accettare la ristrutturazione dei propri crediti, riducendo le pretese a una percentuale variabile tra il 30 e il 40 per cento, dall’altro le imprese sostengono che così molte di loro falliranno. L’annuncio del ministero Giovannini di ieri pomeriggio arriva, dunque, in un momento cruciale quando il tempo per salvare il Consorzio e quindi completare il Mose è agli sgoccioli. In mattinata, al vertice in prefettura alla presenza del prefetto Vittorio Zappalorto, del sindaco Luigi Brugnaro, del ministro Renato Brunetta, del commissario liquidatore Miani, del commissario straordinario Elisabetta Spitz e del provveditore Cinzia Zincone, del resto, erano già giunte rassicurazioni dallo stesso Brunetta, a nome del presidente del Consiglio Mario Draghi: l’impegno del Governo è quello di permettere alle imprese di continua-
re a lavorare, con la necessaria garanzia di liquidità. «Siamo soddisfatti, solo in questo modo, d’altra parte, possiamo sperare di vedere ultimata l’opera di salvaguardia di Venezia dalle acque alte» ha commentato il presidente dell’Ance di Venezia Giovanni Salmistrari.
IL VERTICE In prefettura in mattinata si era affrontata la situazione del Consorzio, che è in liquidazione, in merito all’aggravamento delle criticità finanziarie e le conseguenti ripercussioni sul tessuto sociale ed economico veneziano. Oltre ai 538 milioni di euro risparmiati sui mutui, in ballo ci sono altri 300 milioni di euro che Venezia aspetta, ossia i soldi mancanti di quelli già previsti nella convenzione per la realizzazione del Mose che contempla il prezzo chiuso di 5,943 miliardi di euro, ma questi 300 milioni, a differenza dei 530, vanno stanziati, quindi il Governo li deve
Zane, al ministero un veneziano che dovrà modernizzare i musei «Seguire l’esempio di Londra» ne della cultura come Cultural Designer per società specializzate nel settore hi-tech. «La sfida a cui siamo ora chiamati è quella di recuperare quanto la pandemia ha colpito – spiega Zane -: il settore culturale da nord a sud trasversalmente è stato il settore che ha avuto il tracollo maggiore. In questo senso cercheremo di sviluppare tutte le opportunità per riportare in carreggiata le economie e i valori culturali che sono capaci di generare i nostri musei, i siti archeologici, i parchi naturalistici grazie all’opportunità data dai fondi europei. Il Pnrr, Piano nazionale di ripresa e resilienza, apre il comparto culturale a una disponibilità finanziaria inedita per l’Italia, con ben 5-8 miliardi di euro all’interno del capitolo digitalizzazione, destinati a cultura e turismo. I musei nazionali possono usufruire di questi fondi ma serve una progettazione integrata che copra diffe-
CONSULENTE Massimiliano Zane
È STATO CHIAMATO A ROMA PER RIDISEGNARE IL SISTEMA NAZIONALE «PRONTI 8 MILIARDI PER LA DIGITALIZZAZIONE, MA CAMBIARE L’APPROCCIO»
renti aspetti, quali territoriali quanto sociali, economici, di welfare, di riqualificazione». Sarà una sfida appassionante per Zane trovare nuove proposte programmatiche specifiche che possano coinvolgere l’offerta museale nazionale e locale in un nuovo rapporto di coesione, lavorando, ad esempio, su progetti che riguardino l’educazione, la mediazione culturale, la promozione della cultura del paesaggio, l’innovazione alla ricerca, il welfare e l’inclusione sociale. «I musei possono farsi portatori di questi valori – spiega ancora il consulente -, interpretandoli e preparando una lunga serie di progetti che dovranno svolgersi nell’arco dei prossimi anni, volti a questa finalità nuova. Il museo evolve. Attualmente stiamo definendo delle priorità di intervento e usciremo con le prime annotazioni a inizio giugno con interventi ri-
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VOGA VENETA VENEZIA Si sono concluse le
guardanti il sistema museale nazionale, soprattutto volto all’azione dei musei nazionali per lo sviluppo dei sistemi territoriali, chiamando in causa ad esempio, archivi, biblioteche, università, scuole, incrementando il rapporto con il terzo settore e il settore privato». L’obiettivo, a lungo raggio, è quello di creare nuove idee di sostenibilità economica culturale e turistica che valorizzi le realtà territoriali e porti flussi turistici culturali nelle delicate città d’arte come Venezia e Firenze, in sostituzione del turismo di massa. «Dobbiamo uscire dalla morsa della passività ricettiva per passare all’accoglienza – conclude Zane -. Venezia deve prendere esempio da Londra dove i musei, tutti gratuiti, sono sempre aperti e luogo di attrazione quotidiana per i residenti. I musei civici veneziani sono stati chiusi dal 2 gennaio al 4 aprile, a dimostrazione che servono solo ai turisti. È una prospettiva miope e sbagliata, una mezz’ora al museo anche solo per un caffè deve entrare nella quotidianità». Daniela Ghio
iscrizioni dell’edizione speciale di domani della Vogalonga, chiamata “Dei 1600 anni” e dedicata alla nascita di Venezia. La manifestazione prevede la partecipazione delle sole imbarcazioni di voga alla veneta, e le iscrizioni sono arrivate a sfiorare le 300 barche: più o meno quante vengono iscritte normalmente alle edizioni della Vogalonga. I partecipanti saranno circa mille, caduta l’imposizione iniziale di soli due vogatori per barca. «Tutte le associazioni remiere del territorio hanno iscritto le loro imbarcazioni - commenta Antonio Rosa Salva - e questa collaborazione segna la buona riuscita di questo particolare evento». Una manifestazione strappata con le unghie e con i denti da Antonio e dal comitato della Vogalonga, considerata la pandemia e l’alternarsi delle prescrizioni sanitarie relative in genere allo sport e alle manifestazioni pubbliche. Il normale traffico acqueo non sarà interdetto, le attività economiche continueranno e la polizia municipale farà buona guardia perché non si verifichino assembramenti a terra, particolarmente in fondamenta dell’Arsenal, fondamenta degli Arsenalotti, campo de l’Arsenal, fondamenta dei Forni, Campiello del Tagliapietra: luoghi che si trovano nei pressi dell’arrivo. Proprio il pericolo di eventuali resse ha consigliato il cambio del tradizionale percorso, accorciato di 10 chilometri rispetto ai 30 tradizionali, tanto da tagliare in via eccezionale attraversando il rio delle Galeazze e non più quello di Cannaregio. Il corteo, dalle 9, si muoverà dal Bacino di San Marco, dirigendosi verso il canale delle Navi, il canale della Bissa, il canale Passaora, il canale Crevan, la parte sud dell’isola di Burano, il canale San Giacomo, il canale Scomenzera, il canale Bisatto, la parte dell’isola di Murano, il canale de le Galeazze, e ritorno nel Bacino di San Marco. Meglio localizzando, dopo la partenza si aggira l’isola di Sant’Elena, si costeggiano le isole delle Vignole, di Sant’Erasmo e di San Francesco del Deserto; a metà percorso si resterà a sud dell’isola di Burano e costeggiando Madonna del Monte e San Giacomo in Paludo, il corteo passerà ad est dell’isola di Murano tagliando poi dritti verso l’ingresso dell’Arsenale. L’arrivo sarà sotto il ponte dell’Arsenale allo sbocco in Bacino San Marco. Alla partenza, ciascun vogatore riceverà la bandiera di partecipazione, con il logo dei 1600 anni. Il pettorale verrà inviato tramite e-mail. I partecipanti possono contare sui servizi di assistenza durante la manifestazione fino alle 15. «Questa non potrà essere la Vogalonga che tutti conosciamo - conclude Antonio Rosa Salva - ma sarà comunque un’occasione per portare avanti questa tradizionale manifestazione per i 1600 anni dalla fondazione di Venezia». Tullio Cardona
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TEMPI STRETTISSIMI
IL VERTICE Il tavolo istituzionale sul Consorzio e sul Mose riunito ieri in prefettura
Quasi trecento imbarcazioni alla Vogalonga “dei 1600 anni”
Dopo il 10 giugno ci saranno 60 giorni di tempo per presentare il piano che diventerà valido solo se i soggetti che rappresentano almeno il 60% dei crediti complessivi saranno d’accordo, e il restante dovrà comunque essere pagato integralmente. L’equilibrio è molto delicato perché, se non si raggiungerà la soglia del 60%, il piano salterà. Ecco perché è fondamentale che da Roma arrivino i fondi, che non sono aiuti di Stato ma soldi del Mose. «La situazione ha tanti elementi critici da considerare, però se si riesce a fare un cammino tutti assieme, coordinandosi, come ha detto Brunetta, con una leale collaborazione, penso che ce la facciamo per la prossima stagione delle acque alte da ottobre in poi. Certo, basta un passo falso da parte di qualcuno di noi per mettere a repentaglio il Mose, le imprese e la sicurezza di Venezia» ha detto il provveditore Cinzia Zincone. «Il Consorzio non può e non deve fallire - ha aggiunto il prefetto Vittorio Zappalorto - sarebbe un disastro che ricadrebbe poi sulle aziende e sull’opera stessa, che non verrebbe più completata. I fondi ci sono, a questo punto devono però essere sbloccati». Elisio Trevisan © RIPRODUZIONE RISERVATA
PRIMO PIANO
SABATO 22 MAGGIO 2021 CORRIERE DELLE ALPI
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Coronavirus: il rischio sanitario
Zaia: seconda dose ai turisti De Luca: noi pure un caffè... Filippo Tosatto / VENEZIA
I tamponi eseguiti dall’insorgere della pandemia si avviano a quota 10 milioni, quelli processati nelle ventiquattr’ore hanno scovato 274 positivi pari allo 0,87% di incidenza Covid, un minimo storico al quale fanno eco il dimezzamento dei contagi nell’arco della settimana e l’indice Rt di trasmissibilità del virus arretrato a 0,74.
CROMASIA
Il veneto rilancia («Ne parlerò al ministro Garavaglia») e il campano lo punzecchia Incidenza di contagi al minimo dall’inizio della pandemia, i ricoveri sono dimezzati ANDAMENTO DELLE VACCINAZIONI NEL VENETO Percentuale vaccinati con almeno una dose e prenotati
97,8% 84,7%
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L’ANDAMENTO DELLA CAMPAGNA
Sprizza ottimismo il rosario quotidiano sgranato a Marghera: «Gli indicatori scientifici collocano il Veneto in zona bianca. Lo siamo di fatto ma non ancora di diritto perché le regole sono cambiate e occorre attendere il 7 giugno», il commento di Luca Zaia; lesto poi a sedare gli entusiasmi: «Non è la festa della liberazione, non abbiamo vinto nulla, dobbiamo continuare a strin-
46%
89-80 ANNI
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59-50 ANNI
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gere i denti, sapendo però che la macchina della nostra sanità funziona». Vaccinazioni in primo piano, allora, con un progresso generale scandito dal balzo dei sessantenni e dall’appello agli over 40: «Ci sono ancora 43 mila posti liberi, prenotatevi o rischiate di finire in coda, la prossima setti-
Sindacati dei pensionati critici: 3 persone fragili su 10 sono ancora prive di una copertura mana riceveremo soltanto 127 mila dosi... ». La disponibilità, tuttavia, è limitata alle Ulss Marca Trevigiana e Scaligera, altrove c’è il tutto esaurito... «È vero e non escludo una redistribuzione. Treviso ne ha 11 mila, se non le consuma in fretta ne dirotteremo una par-
te a chi è sprovvisto». Detto che la necessità di un «terzo richiamo» con epicentro settembre 2022 «appare altamente probabile», Zaia auspica un’esenzione «perpetua» dal ticket (anziché biennale come prevede il Governo) per quanti soffrono danni postumi da Covid; e ribadisce la volontà di offrire il richiamo vaccinale ai turisti, italiani e stranieri, che trascorrano le vacanze in Veneto: «Sarebbe un gesto di cortesia, magari superfluo perché quasi tutti arriveranno dopo aver completato il ciclo, però l’assessore Caner mi dice che le prenotazioni alberghiere sono in netta accelerazione, va a finire che facciamo due stagioni in una, perché negare una gentilezza? Ne parlerò al ministro Garavaglia, il 31 a Venezia». SCINTILLE A DISTANZA TRA GOVERNATORI
Al riguardo arriva la stoccata del collega Vincenzo De Luca, nuovo re della sceneggiata partenopea applicata alla politica: «Non vorrei essere insolente, mi permetto di domandare: con i vaccini di chi? Visto che non abbiamo dosi sufficienti per la nostra popolazione. Come sarebbe bello evitare la propaganda a ruota libera, se dobbiamo fare demagogia, allora noi siamo pronti a vaccinare i residenti, i turisti e perfino gli animali d'affezione che dovessero arrivare con loro. Regaliamo a tutti quanti la merendina e la mattina cap-
puccino, brioche e il caffè nostro, il migliore al mondo». LA POPOLAZIONE VULNERABILE A RISCHIO
Anche in ambito nostrano c’è chi dissente. È il caso dei sindacati pensionati Cgil, Cisl e Uil: «Quella che secondo la narrazione unilaterale della Regione è una macchina perfetta, sta dimenticando di far salire a bordo proprio la parte più vulnerabile della popolazione, le persone fragili e in particolare gli anziani non autosufficienti che attendono l’immunizzazione a domicilio, 3 veneti fragili e disabili su 10 risultano ancora non vaccinati, riceviamo testimonianze molto preoccupanti su questo fronte». È tutto? Quasi. Alla gara di frecciate, sul versante leghista, concorre anche Roberto Ciambetti, il presidente del consiglio regionale: «Enrico Letta attacca
Ciambetti: «Letta accusa le Regioni? Da premier ha tagliato 8 miliardi alla sanità» le regioni sulla gestione della pandemia? Il segretario del Pd dimentica che, da primo ministro, tagliò 8 miliardi al sistema sanitario. Se la sanità italiana è arrivata in gravissima défaillance alla sfida con Covid lo si deve anche a lui». —
L’opera è composta da 12 uscite a 9,90 euro.
UN APPASSIONANTE VIAGGIO ATTRAVERSO I SECOLI IN COMPAGNIA DI UNA GUIDA D’ECCEZIONE.
Alessandro Barbero ci accompagna alla scoperta degli uomini e delle donne del Medioevo. Una appassionante galleria di 6 personaggi, famosi e non, che hanno saputo lasciare un segno nel loro tempo. Attraverso il loro racconto, Barbero ci restituisce un’immagine del Medioevo sorprendente e lontana dai luoghi comuni.
DAL 20 MAGGIO IN EDICOLA IL TERZO VOLUME SEI STORIE MEDIEVALI”
“DONNE, MADONNE, MERCANTI E CAVALIERI
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Dossier
IL PROGETTO In occasione dei 75 anni dell’Ance l’associazione guidata da Giovanni Salmistrari ha aperto un confronto tra esponenti di spicco
Sabato 22 Maggio 2021 www.gazzettino.it
Il dibattito sulla città
«Una sfida ambientale nei Comuni del litorale» Pasqualino Codognotto, sindaco di San Michele `«Ci sono ritardi rilevanti nella collaborazione al Tagliamento, è per lo status di città balneare fra i diversi livelli istituzionali in tema di tutela» `
ra i luoghi che più di altri stanno subendo duramente gli effetti economici della pandemia non vi sono solo le città d’arte come Venezia, ma anche le aree montane e balneari. Tra queste il litorale della provincia di Venezia. Si tratta come ormai è noto da anni di un territorio dove si concentra la più alta presenza di turisti all’anno. Da Grado a Jesolo il mare e il suo entroterra sono meta di milioni di turisti provenienti da tutto il mondo. All’interno di questa lunga lingua costiera vi è San Michele al Tagliamento. A guidare il Comune è Pasqualino Codognotto, al suo secondo mandato di sindaco e coordinatore dal 2016 della Conferenza dei sindaci del Litorale, organismo iscritto all’albo della Regione Veneto. «Il nostro territorio è al centro di una competizione globale, così che per affrontare e vincere la sfida diventa essenziale fare squadra e organizzarsi intorno ai nostri comuni interessi. Una sfida che è anche ambientale, volta a salvaguardare quel che abbiamo di più prezioso: le nostre spiagge. Un patrimonio che oggi è a rischio per effetto dei cambiamenti climatici che sono all’origine dell’erosione e della crescita dei livelli del mare, obbligandoci a trovare soluzioni sempre nuove e a dover investire, garantendo allo stesso tempo livelli di servizi sempre più a misura delle nuove
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esigenze. Uno scenario destinato ancora a cambiare alla luce della diffusione del Covid. È con questa consapevolezza e dalla necessità di riuscire ad interloquire in misura efficace con lo Stato e con le istituzioni che abbiamo creato a livello nazionale il nostro G20, che riunisce i 20 comuni con le spiagge a maggiore presenza turistica in Italia. Un’associazione nazionale che di fatto è l’organismo di rappresentanza dell’economia balneare». Quali sono i vostri obiettivi?
SPIAGGIA Il lungomare di Jesolo
«Al primo posto vi è la rivendicazione dello Status di Città turistica balneare, ovvero il riconoscimento di problematiche ed esigenze specificatamente legate alla nostra conformazione geografica a cui si lega un’economia con caratteristiche esclusive che come tali debbono essere affrontate. All’origine vi è una sottovalutazione dimensionale. Veniamo infatti considerati centri minori, anche se in estate registriamo una popolazione e quindi una domanda di servizi da vera e propria città media. Uno dei nodi da sciogliere riguarda la stagionalità. San Michele al Tagliamento con Bibione ospita anche 200mila persone in un solo giorno, contro una popolazione fuori stagione di 12mila residenti. Ci battiamo perché questa situazione sia alla base di una legislazione specifica, a cui legare politiche e scelte finanziarie conseguenti. Abbiamo bisogno di interlocutori consapevoli e attenti al valore economico che le 20 spiagge e i comuni che le gestiscono danno all’economia dell’Italia». Come state affrontando gli effetti drammatici della pandemia? «Non possiamo certo nascondere che stiamo vivendo un momento allo stesso tempo straordinario e terribile: lacrime e sangue. E anche quest’anno non sarà una stagione buona. Nel 2020 abbiamo lavorato al 50%. E molte delle nostre attività sono rima-
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«ABBIAMO BISOGNO DI INTERLOCUTORI CONSAPEVOLI E ATTENTI AL VALORE ECONOMICO CHE LE SPIAGGE E I COMUNI SI TROVANO A GESTIRE»
SINDACO Pasqualino Codognotto
«SI AFFERMANO MODELLI CHE NON TENGONO CONTO SOLTANTO DEL PAESAGGIO MA HANNO COME OBIETTIVO AUMENTARE LA FRUIBILITÀ IN MODO SOSTENIBILE»
ste escluse dagli aiuti. E l’erosione continua ad avanzare. Salvaguardare le nostre spiagge, il nostro oro bianco, vuol dire garantire ogni anno un’attrattività che vale milioni di turisti: 6 milioni ciascuno a Bibione, Cavallino e Jesolo, 4 milioni a Eraclea e a Caorle, solo per citare alcune delle spiagge maggiori. Questo sistema economico stagionale ha una ricaduta rilevante sull’intero territorio dell’area metropolitana di Venezia che purtroppo sconta ancora una scarsa interconnessione. Vi è un’esigenza “fisica” di potenziamento delle infrastrutture, ma anche “politica” in grado di affermare un metodo di lavoro basato sulla condivisione, sul confronto e sul dialogo costante. Così se è cresciuta la consapevolezza dei problemi e sul piano culturale del valore della sostenibilità e dell’interazione tra paesaggi, territori ed economie, ancora si scontano ritardi rilevanti sul fronte della collaborazione tra i diversi livelli amministrativi, tra comuni, città metropolitana, Regione e Stato. È essenziale che si affermi un metodo che metta al centro il superamento delle diversità ideologiche e di schieramento politico. Nel caso di Venezia resta ancora insufficiente una consapevole valorizzazione dell’area del litorale. Prima della pandemia, avevamo manifestato, in sede di Città metropolitana, una disponibilità a trovare soluzioni in grado di alleggerire l’eccessivo peso turistico che gravava su Venezia. E ci stavamo attrezzando con nuove proposte volte ad allungare la stagione». Proposte che immagino abbiano come obiettivo la valorizzazione del paesaggio naturale così come una capacità di proporre un utilizzo di qualità anche delle strutture e del patrimonio immobiliare. «Un punto fermo che va sottolineato riguarda il modo in cui si è costruito negli ultimi anni, puntando su una qualità che era mancata nel periodo precedente in seguito alla prima stagione del Piano casa, quando non si era guardato al contesto urbano, con degli insediamenti e degli interventi che hanno creato danni e problemi, andando ad impattare sulla qualità complessiva della vita collettiva, che oggi persistono. Per fortuna si tratta di casi sporadici. Oggi si sono affermati nuovi modelli che non solo tengono conto del contesto paesaggistico e delle relazioni con il contesto, ma hanno come obiettivo aumentare la sua fruibilità in una logica di sostenibilità e di rispetto dell’ambiente. Un elemento importante, nella prospettiva di una estensione temporanea dell’offerta turistica, è oggi rappresentato dalle terme, le quali contribuiscono a svolgere una funzione di collegamento tra la stagione estiva e quelle primaverili e autunnali. Questo diverso modo di guardare al territorio, che va oltre il mare e la spiaggia, ha significato una crescita anche in termini di nuove attività soprattutto nel settore dei servizi. Una particolare attenzione viene prestata alla sostenibilità non solo ambientale ma anche sociale, collegata all’accessibilità. Da un lato una rete sempre più ampia di piste ciclabili, dall’altro un’attenzione alla salute e al benessere degli utenti, a cominciare dall’iniziativa “Respira il mare”, collegata al divieto di fumare in spiaggia, che ha riscosso un enorme successo. L’altro progetto che ha prodotto effetti inattesi e che sta caratterizzando la nostra offerta turistica è “Village4all”, la città per tutti, che punta a favorire al massimo l’accesso e la mobilità delle persone disabili e con problemi motori. Un messaggio che diventa un fattore di promozione turistica». (A cura di Alfredo Martini) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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VENEZIA
SABATO 22 MAGGIO 2021 LA NUOVA
il nodo delle crociere
Franceschini rassicura l’Unesco «Le navi fuori dalla laguna» Incontro tra il ministro e il direttore dell’organizzazione delle Nazioni Unite «Venezia era in una “danger list” ma ora una decisione è stata presa» La soluzione per il passaggio delle grandi navi resta quello di un terminal costruito fuori della laguna, ma intanto si punterà a ridurne il passaggio, con gli approdi provvisori da realizzare a Marghera. È quello che il ministro della Cultura Dario Franceschini è venuto ieri a dire anche al il Direttore Generale dell’Unesco, Audrey Azoulay, che ha incontrato a margine della vernice della 17. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale – Perché il timore
– dopo l’ultimo rapporto non lusinghiero dell’Unesco su Venezia e la sua laguna – era quello dell’effettivo inserimento di essa tra i siti patrimonio dell’umanità a rischio, con una pesante ricaduta anche di immagine per la città e il nostro Paese. In particolare, Franceschini ha aggiornato Azoulay sulle iniziative legislative volte a superare definitivamente il passaggio delle grandi navi nella laguna. La norma recentemente varata dal Consiglio dei Ministri è
Una nave da crociera mentre passa davanti a San Marco
già stata approvata dal Parlamento. Ora sono necessari i tempi tecnici richiesti per la progettazione e la realizzazione dell’approdo extra lagunare. «Il Governo ha approvato il decreto legge che è stato già convertito dal Parlamento», ha ribadito Franceschini a margine dell’inaugurazione del padiglione Italia della Biennale di Architettura a, alla presenza del ministro Renato Brunetta, del presidente della Biennale Roberto Cicutto e del sindaco Luigi Brugnaro, «e fa una scelta molto importante, cioè la ricerca di soluzioni definitive, progettuali, dovranno essere fuori dalla laguna». Franceschini ha aggiunto: «Ho appena incontrato il direttore generale dell’Unesco, qui a Venezia, a cui ho spiegato che Governo e Parlamento italiano hanno fatto questa scelta in linea con le richieste dell’Unesco, perché sappiamo che Venezia era in “danger list”, quindi porteremo le navi fuori dalla laguna. Contemporaneamente le soluzio-
ni provvisorie che stiamo studiando e già immaginate, per consentire in questa fase transitoria di ridurre fortemente il numero di grandi navi che passano per la Giudecca. Mi pare una scelta importante». Il 5 giugno, tuttavia, una grande nave da crociera con tutta probabilità passerà ancora per il canale della Giudecca. Sul ritorno del traffico crocieristico in laguna Franceschini è stato netto: «I problemi sono naturalmente molto complessi, credo dovrebbe esser apprezzata la scelta lungamente discussa che la soluzione definitiva sarà fuori laguna, e già in quel periodo di tempo che servirà per concretizzarla si lavorerà per ridurre il numero di passaggi alla Giudecca con approdo a Marghera». Insomma, la decisione resta il terminal in mare per cui si è lanciato il concorso di idee progettuali, ma nel frattempo – si parla di anni – si dovrà gestire il problema puntando su Marghera. — E. T. © RIPRODUZIONE RISERVATA
la difficile approvazione
Autorità portuale ok al bilancio 2020 ma resta il caso del terminal Fusina Approvato all’unanimità, con un avanzo di amministrazione di 20milioni e 280mila euro, il rendiconto generale per l’esercizio finanziario del 2020 dell’Autorità di Sistema Portuale. L’approvazione è giunta durante la riunione di giovedì del Comitato di Gestione alla quale hanno partecipato il Commissario Straordinario Cinzia Zincone, il Direttore Marittimo del Veneto pro tempore Piero Pellizzari, il Comandante del Porto di Chioggia Michele Messina, Maria Rosaria Anna Campitelli, in rappresentanza della Regione Veneto. Assente Fabrizio Giri, rappresentante della Città Metropolitana di Venezia. Assenza legata al dissenso sulla nota questione del caso del Terminal Fusina. Il primo punto all’ordine del giorno infatti ha riguardato l’approvazione della variazione ai residui attivi e passivi dell’esercizio finanziario 2020. Campitelli ha chiesto e ottenuto di inserire nel verbale della delibera che l’Autorità attesti che il residuo passivo di 7milioni di euro iscritto a fronte del contributo stanziato in favore di Venice Ro. Port. Mos sulle opere di escavo della seconda darsena deriva dall’atto aggiuntivo sottoscritto il 26 maggio 2020 e che, stante la validità attuale dello stesso atto, risulti inevitabile che il residuo passivo venga mantenuto nel bilancio consuntivo del 2020 e che, al contrario la sua cancellazione, determinerebbe un debito fuori bilancio. Un modo per mette-
re nero su bianco la sua opposizione. Col parere favorevole del collegio dei revisori, il Comitato ha approvato lo stralcio dei residui attivi e passivi dell’esercizio finanziario del 2020 pari rispettivamente a 47mila e 379 euro e 1milione e 667mila euro. E’ stato approvato anche il rendiconto generale per lo stesso esercizio: il 2020 ha visto, insieme al risultato di amministrazione di 20milioni 280mila euro. Rispetto al 2019, sul fronte della gestione corrente si è assistito a una diminuzione delle entrate, da 50milioni di euro a 42milioni di euro, legata principalmente alla riduzione dei canoni demaniali riconosciuta agli operatori portuali in difficoltà e al calo delle entrate da tasse portuali. Dato che risulta però controbilanciato dall’aumento delle entrate in conto capitale che passano dai 2milioni di euro del 2019 ai 16milioni e 400mila euro del 2020, incremento prevalentemente legato all’accesso a fondi pubblici destinati ad opere ed escavi. Nel corso dello scorso anno l’Autorità ha destinato investimenti per oltre 21milioni di euro per la realizzazione di opere ed escavo di canali. Ammonta a 25milioni di euro il valore delle uscite in conto capitale, comprensive degli investimenti in opere ed escavi; gran parte delle coperture sono venute da fondi pubblici. Quella di venerdì è stata l’ultima riunione per il commissario Cinzia Zincone in attesa dell’arrivo del nuovo presidente, Fulvio Lino Di Blasio. —
ECONOMIA 15
IL GIORNALE DI VICENZA Sabato 22 Maggio 2021
AIUTI A IMPRESE E PROFESSIONISTI Sostegno al settore da Palazzo Balbi e Cciaa berica
BILANCIO 2020
Turismo, dalla Regione 2,6 miloni di contributi
UN SONDAGGIO DI CONFAGRICOLTURA
Agriturismi, è allerta «Prenotazioni al 50%»
E la Camera di Commercio di Vicenza interviene con un bando da 110 mila euro per gli investimenti sostenuti nel corso del 2021 Stefano Tomasoni
Si va verso la stagione •• estiva che segna la riparten-
za per il settore del turismo, uno dei più colpiti dalle conseguenze economiche della pandemia, e crescono le attenzioni verso la “filiera delle vacanze”. Due contributi concreti arrivano a livello veneto dalla Regione e a livello vicentino dalla Camera di Commercio berica.
Risorse anche dalla Cciaa di Vicenza Anche la Camera di Commercio di Vicenza mette a disposizione un bando a favore delle attività che operano nella filiera del turismo, con una dotazione complessiva di 110 mila euro, con prospettive di poter crescere. Possono già presentare domanda di contributo alberghi e strutture ricettive a scopo turistico, società di noleggio di mezzi di trasporto con e senza conducente, no-
Nel2020in provinciagli arrivi per turismosisono più che dimezzati
leggi di attrezzature sportive e ricreative, agenzie di viaggio, tour operator e altre società di servizi collegate al turismo, gestori di parchi divertimenti, parchi tematici, funivie e strutture simili. Il bando prevede un contributo di 1.500 euro per spese minime di 3 mila euro sostenute dal 1 gennaio al 31 dicembre 2021; inoltre alle imprese in possesso del rating di legalità saranno attribuiti altri 200 euro. Molto ampia anche la tipologia di investimenti per i quali è possibile richiedere il contributo, tra questi le spe-
se di promozione delle stagione turistica 2020/21, l’inserimento o il mantenimento su piattaforme di prenotazione turistica e marketplace, gli interventi per la valorizzazione del territorio e delle produzioni locali e molto altro. Solo per pubblici esercizi in alcuni comuni a vocazione turistica e per gli alberghi, è possibile richiedere il contributo anche per le spese sostenute per adeguarsi alle normative per la prevenzione dei contagi o l’allestimento di nuovi plateatici esterni o arredi.
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«Paradossalmente quest’anno la situazione è ancora più critica del 2020 commenta Leonardo Granata, presidente di Agriturist Veneto e titolare dell’agriturismo Monte Sereo a Bastia di Rovolon (Padova ) - . L’estate scorsa assistemmo a un’improvvisa fiammata nel post lockdown con moltissime prenotazioni last minute da luglio fino alla seconda metà di settembre, che in parte rimediarono al blocco dell’attività della prima parte dell’anno. Quest’anno si avverte un grande desiderio di uscire e tornare alla normalità, ma con molta più prudenza e attenzione per il timore di tornare indietro all’incubo lockdown. C’è ancora incertezza sull’andamento vaccinale e sui passaporti verdi, perciò la gente aspetta a decidere dove andare in vacanza finché la situazione non è ben chiara». «Quel che è certo - conclude Granata - è che molti agriturismi, che hanno chiuso l’anno scorso, hanno rinunciato ad aprire e rendere fruibili alcuni servizi accessori come spa e centri benessere. Sono a zero prenotazioni: si tratta appunto di chi lavora in località turistiche, ha un target straniero e ha solo camere. Chi invece ha ristorazione sta ripartendo, anche se in maggio il meteo non è stato favorevole. La situazione rimane fluida: l’auspicio è che, se le vaccinazioni proseguiranno e i contagi scenderanno, in luglio e agosto arrivino i turisti».
© RIPRODUZIONERISERVATA
Anche nel difficile anno •• 2020 della pandemia, Südt-
irol Bank, presente anche nel Vicentino, ha ottenuto un risultato d’esercizio positivo con un utile lordo di 944 mila euro, in linea con l’anno precedente. Gli obiettivi economici fissati nel Piano strategico 2017-2020 sono stati ampiamente superati. Nel 2020 la massa gestita e amministrata è aumentata dell’11% a oltre 1,1 miliardi di euro, compresa la controllata Südtirol Vita & Danni, che cura le attività del settore assicurativo. Il volume dei crediti è cresciuto del 14% a 49 milioni. Con una quota di Npl dello 0,04%, il bilancio a fine anno non presenta di fatto poste in sofferenza. Anche in questo esercizio non vengono distribuiti dividendi agli azionisti e, come raccomandato dall’Autorità di vigilanza, i fondi propri della società risultano così ulteriormente rafforzati. A fine anno, Südtirol Bank aveva un coefficiente di capitale di base Cet 1 del 20,30% (18,57% nel 2019). Südtirol Bank è focalizzata su un modello di business incentrato sull’erogazione di servizi di investimento assistiti da un forte utilizzo della tecnologia. Il risultato positivo conferma la solidità della strategia dell’istituto basata su un alto livello di digitalizzazione con l’obiettivo di fornire un servizio completo come banca. La banca è attiva principalmente nel settore del private banking con 184 consulenti per gli investimenti di cui 15 nel Veneto.
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Regione, un bando da 2,6 milioni La giunta regionale ha approvato un bando da 2 milioni e 645 mila euro per contributi a sostegno delle professioni turistiche. Grazie a fondi disponibili nell'ambito del Por Fesr 2014-2020 e a risorse di bilancio, la giunta ha trovato la copertura per concedere un aiuto diretto ai professionisti in possesso di partita Iva che lavorano come guide turistiche, accompagnatori turistici, animatori e guide naturalistico-ambientale. Il bando prevede la concessione di un contributo a fondo perduto, forfettario e una tantum, ai professionisti in regola con la dichiarazione dei redditi 2019, con gli adempimenti fiscali e l’iscrizione negli elenchi approvati dalla direzione turismo.
«Si tratta di un aiuto concreto rivolto a chi ha fatto del turismo la propria attività e che in questo anno e mezzo ha molto sofferto - dice l’assessore regionale al turismo, Federico Caner -. Mi auguro che questi aiuti possano fare il paio con le ulteriori risorse che il Consiglio dei Ministri intende stanziare attraverso il decreto Sostegni bis a favore delle imprese turistiche e delle strutture alberghiere Sono convinto che il turismo, in Italia e in Veneto, ripartirà già nelle prossime settimane. Nel frattempo però è necessario mettere in campo tutti gli aiuti possibili». La presentazione della domanda va fatta a partire dalle ore 10 del 25 maggio fino alle 17 del 24 giugno, l’istruttoria delle domande sarà a cura dell’Agenzia Veneta per i pagamenti (Avepa).
«Negli agriturismi veneti le richieste di prenotazioni sono meno della metà rispetto all’estate 2020, anche se negli ultimi dieci giorni sono in aumento. È soprattutto il mese di giugno a soffrire di più, con l’assenza di prenotazioni da parte degli stranieri e della clientela italiana da fuori regione, mentre in luglio e agosto molte sono le cancellazioni da clienti italiani». È questa la fotografia diffusa dopo un sondaggio di Agriturist Veneto, l’associazione degli agriturismi di Confagricoltura, effettuata sulle strutture agrituristiche delle sette province del veneto. Dai dati, precisa una nota di Confagricoltura, emerge che in giugno «le prenotazioni sono molto poche e riguardano quasi esclusivamente clienti italiani (95%) provenienti da zone limitrofe (turismo regionale). Da metà luglio a fine agosto a prenotare sono quasi esclusivamente ospiti stranieri (90%) per lo più provenienti da Germania, Austria, Olanda e Francia». Quanto alle scelte fatte dai turisti, si affaccia ancora il timore dei contagi: «Vengono preferiti gli appartamenti alle camere, per motivi di sicurezza legata al distanziamento sociale. A chiamare sono soprattutto clienti affezionati, che chiedono degustazioni di prodotti tipici e ristorazione in loco, oltre a tour, passeggiate e attività per bambini».
Südtirol bank Un milione di utili, niente sofferenze
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SABATO 22 MAGGIO 2021 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
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Il nodo infrastrutture
TEMPI E DISTANZE VILLORBA-MONTECCHIO
VILLORBA-VICENZA EST VIA SPV KM 80 MIN 42 circa
VIA SPV KM 94 MIN 60 circa
VIA SR53 + A31 + A4 KM 69 MIN 70 circa
VIA SR53 + A31 + A4 KM 84 MIN 80 circa
VIA A27 + A4 KM 87 MIN 45 circa
VIA A27 + A4 KM 104 MIN 65 circa
Sfida Pedemontana «Pianificare ora strade di accesso e sviluppo dell’area» Libro bianco di Confartigianato Veneto sulla superstrada «Occasione per ripensare il territorio e la sua competitività» Matteo Marian / VENEZIA
«Una storia a lieto fine» la definisce Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Veneto. Ma come nelle trame delle più acclamate serie tv, la fine è quella della prima stagione ed è ora di pensare alla seconda. Perché se è vero che la Pedemontana Veneta (nonostante i dieci anni di gestazione) «non nasce vecchia», va detto che con la prossima apertura del tratto Bassano del Grappa-Montebelluna è
arrivato il momento di pianificare «interventi ulteriori, nella direzione del completamento di una trama stradale veloce che ancora presenta dei buchi». «Abbiamo un’occasione unica di ripensare il territorio e le sue condizioni di competitività, non sprechiamola» è l’appello di Boschetto. LIBRO BIANCO
Dopo aver incrociato i dati relativi allo sviluppo dell’area pedemontana veneta, alle dinamiche demografiche lungo
l’asse della nuova superstrada che collegherà Montecchio Maggiore a Spresiano – passando per il distretto industriale di Thiene-Schio, per Bassano del Grappa e a nord di Treviso, interconnettendosi a tre autostrade (A4, A31 e A27) – e i potenziali flussi di traffico, Confartigianato Veneto ha tracciato gli impatti futuri legati all’entrata in esercizio della Pedemontana Veneta fissando le priorità che rimangano da affrontare. «Nel raggio di 10 minuti dai caselli
Pellicani (Pd): «Il vice ministro Morelli ha detto che su questa tratta ci saranno solo interventi di ammodernamento tecnologico»
«Padova-Bologna, non sarà Tav Così rischiamo l’isolamento» IL CASO
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ualcosa si muove per la linea ferroviaria Padova-Bologna, ma la pessima notizia è che non è prevista l’alta velocità. Resterà un “buco” inspiegabile nella tratta Venezia-Ro-
ma. Secondo il governo dovremmo accontentarci di un semplice ammodernamento con un investimento di 160 milioni pronto nel 2025». Lo sottolinea in una nota Nicola Pellicani, deputato veneziano del Pd, dando conto della risposta a un’interrogazione in Commissione Trasporti del vice ministro Ales-
sandro Morelli. «Il pressing sul governo – prosegue Pellicani – ha portato al finanziamento della progettazione del tratto tra Vicenza e Padova, una novità del Pnrr varato dall’attuale Governo. Mancando il progetto del tratto tra Vicenza e Padova, il Governo ha deciso di disporre idoneo finanziamen-
della Pedemontana vivono più di 330 mila persone, e le 35 mila imprese che vi hanno sede impiegano oltre 154 mila addetti, di cui 69 mila (il 44%) nel settore manifatturiero. Una popolazione residente che arriva a sfiorare il milione di abitanti (907 mila), un veneto su cinque». Ecco perché «interrogarsi su quali saranno gli effetti della Pedemontana significa ragionare in parallelo su più tematiche e su più livelli territoriali» è la riflessione «a livello locale si modificheranno le geografie dei mercati del lavoro e dei sistemi della formazione e dei saperi, così come le logiche che presiedono alle scelte del commercio e della residenzialità. Città medie e aree produttive che fino a oggi hanno operato in maniera indipendente si ritroveranno connesse in un sistema unico e policentrico, nel quale andranno ridisegnati i reciproci ruoli e le interrelazioni strategiche tra luoghi». Riflessioni e proposte che l’associazione di categoria ha riunito in un libro bianco che è stato presentato ieri. I PUNTI CHIAVE
La Pedemontana Veneta serve, ribadiscono gli artigiani, ma non basta. L’obiettivo deve essere quello della sua piena accessibilità. «Servono in-
to a valere sul cosiddetto “fondo complementare” di 30 miliardi, che hanno portato i fondi del Pnrr a 211 miliardi. Il ministro Giovannini ha inoltre annunciato che la linea sarà operativa dal 2030. Un segno di attenzione per il Nordest, che però non sposta la scelta scriteriata di non programmare l’alta velocità tra Padova e Bologna. Venezia, città internazionale unica al mondo, resterà anche l’unico capoluogo di regione del centro-nord a non avere un collegamento alta velocità diretto con Milano e Roma. L’alta velocità è fondamentale, ed è perciò inconcepibile che da Bologna a Milano sia possibile viaggiare in un’ora e mezza, lungo l’asse Venezia-Ro-
e Castelfranco rafforzando i collegamenti con la provincia di Trento (già impegnata nel completamento della Valsugana come arteria a scorrimento veloce). Un terzo asse verticale è rappresentato dalla Sr348 Feltrina quale collegamento della Pedemontana con la Valbelluna e il Cadore anche attraverso il rafforzamento della direttrice A27 – Belluno – Feltre – Primolano con il miglioramento dello sbocco a Ovest verso la Valsugana e da qui a Nord verso il Brennero». IL TERRITORIO ROBERTO BOSCHETTO PRESIDENTE DI CONFARTIGIANATO VENETO
terventi ulteriori», ha spigato il direttore dell’associazione Sergio Maset intervenuto, con Boschetto, alla presentazione insieme a Vendemiano Sartor (Marca Trevigiana) e Gianluca Cavion (Vicenza). «Rimane irrisolta la questione del completamento della trama con connessioni rapide nord-sud. Interventi di potenziamento della Sr308 – Statale del Santo e della Ss47 – Valsugana consentirebbero di fluidificare la mobilità dal nodo di Padova verso Cittadella
NICOLA PELLICANI DEPUTATO VENEZIANO DEL PARTITO DEMOCRATICO
«In questo modo resta un buco inspiegabile nello sviluppo ferroviario e del Nordest»
Ma non solo. Sono necessarie, secondo l’associazione, «una pianificazione dei flussi, territoriale e urbanistica a livello regionale; una verifica degli interventi di potenziamento della viabilità complementare e di adduzione ai caselli, prevedendo forme di riduzione dei pedaggi dedicate all’utenza locale; preservare i caratteri di pregio paesaggistico del territorio posto a nord della superstrada garantendo l’attrattività turistica». E infine «governare le aree gravitanti sui caselli, individuando quelli sui cui concentrare l’addensamento di funzioni commerciali, produttive, logistiche, insediative». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
ma, e che invece da Padova a Bologna la rete ferroviaria esistente – conclude – sia destinata a restare obsoleta, nonostante l’ammodernamento programmato». Difficile spiegarsi, aggiunge Pellicani, quali siano gli ostacoli. «Il Nordest rischia di rimanere isolato, abbiamo faticosamente colmato, attraverso il fondo complementare, il “buco” della Vicenza-Padova. Ma resta il problema della Padova-Bologna, e non è affatto secondario. Rendere ad alta velocità e ad alta capacità questa tratta deve essere una delle priorità che va affrontata, la risposta del governo è insufficiente. Faremo battaglia anche su questo». — © RIPRODUZIONE RISERVATA