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1996 - 2011 QUINDICI ANNI CONTRO IL TEMPO FIFTEEN YEARS AGAINST THE CLOCK
1996 - 2011 QUINDICI ANNI CONTRO IL TEMPO e un brindisi al proseguimento del nostro gioco FIFTEEN YEARS AGAINST THE CLOCK and let’s toast to the continuation of our game
Con la partecipazione straordinaria di With the extraordinary participation of
1996 - 2011 QUINDICI ANNI DI SFIDE CONTRO IL TEMPO.
1996 - 2011 A FIFTEEN YEAR RACE AGAINST TIME.
Una piccola realtà, la nostra, sviluppata nel contesto di una “città” in continuo movimento con un’incredibile storia fatta di uomini, di artisti della tecnologia, di gladiatori moderni, di potenti mezzi, di viaggi, di donne dalla bellezza ma anche dalle capacità straordinarie, di trattative nascoste, a volte segrete; un lavoro fatto di passione, inseguendo emozioni, sfide e anche scommesse. Un gioco… per grandi. Quindici anni rappresentano una tappa importante che abbiamo voluto celebrare alla vigilia di un’altro entusiasmante viaggio in compagnia di Toni Elias, fresco campione del mondo, in una splendida città straordinariamente importante e conosciuta nella storia anche con il nome La Dominante. Abbiamo percorso il ponte che unisce la nostra realtà a epoche lontane trovando, con un pizzico di fantasia, diversi punti in comune; ci siamo calati in un passato ricco di storia, di artisti in architettura e costruzioni, in possesso di un organizzatissimo Arsenale carico di tecnologie e potenti macchine; un incomparabile e unico angolo del mondo che ha visto nascere tanti personaggi importanti con la stessa nostra passione per le sfide e lunghi viaggi come Marco Polo… Personaggi con uno spiccato debole per le donne cariche di fascino e attributi come Giacomo Casanova, il playboy per antonomasia… Personalità importanti, uomini illustri che spesso si mascheravano per mantenere l’anonimato all’interno delle sale da gioco… luoghi capaci di riunire forti temperamenti pronti a sfidarsi con talento e passione scommettendo in un gioco. Un gioco… per grandi. Come il nostro. Oggi, come allora, il Team LCR riparte per un nuovo viaggio, una nuova sfida, una nuova scommessa... Con l’occasione desidero ringraziare profondamente tutti coloro che hanno giocato e puntato su di noi nel passato, che vivono il presente, e che uniti dalle stesse passioni continueranno a giocare e scommettere su di noi in futuro.
Ours is a small little reality, developed in the context of a “city” in continual motion with an incredible history made up of men, technology artists, modern gladiators, powerful means, travel, beautiful yet extraordinarily capable women, hidden negotiations, at times secret; a work done with passion, pursuing emotions, challenges and even gambling. A game…for adults. Fifteen years represent an important milestone that we wanted to celebrate, on the eve of another journey, with Toni Elias - recent world champion - in an extraordinarily important beautiful city, also known in history as La Dominante (“The Dominant One”). We crossed the bridge that unites our world with eras of times past, finding – with a pinch of imagination – several things in common; we fell into a past rich in history, in construction and architecture artists, possessing an incredibly organised arsenal full of technology and powerful machines; an incomparable and unique corner of the world that has witnessed the birth of many important figures who share our same passion for challenges and long journeys such as Marco Polo… Characters - with a distinct weakness for women full of charm and attributes - such as Giacomo Casanova, also know as The Playboy… Important personalities, who were, at times, forced to masquerade in order to maintain the secrecy and confidentiality within the gaming halls…places capable of reuniting strong temperaments, ready to defy each other with talent and passion, gambling in a game. A game…for adults. Like ours. Today, like then, the LCR Team is setting out on a new journey, a new challenge, a new gamble... We wish to take this opportunity to profoundly thank all of those who have played and gambled with us in the past, who live in the now, and who, united by the same passion, will continue to play and take a gamble with us in the future.
Lucio Cecchinello
Lucio Cecchinello
Venezia la Dominante
Venezia vide le sue origini intorno al V sec. d.C., quando gli abitanti della terraferma raggiunsero le isole della laguna per sfuggire alle invasioni barbariche che funestavano il territorio del Veneto. Piccole terre sperdute iniziarono poco per volta a popolarsi e a diventare rifugio sicuro per le popolazioni protette, evidentemente, dall’acqua della Laguna che i Longobardi poco amavano e conoscevano. Gli abitanti di Altino e di Aquileia occuparono le isole di Torcello, Murano, Giudecca, Burano e Rialto e crearono presto quella che diventerà la base del futuro Ducato Veneziano, con l’appoggio e il sostegno di Bisanzio, con la quale si erano instaurati stretti rapporti commerciali. Con il passare del tempo, i nuclei abitati delle isole unirono i loro interessi in una confederazione che tutelava non soltanto l’interesse difensivo, ma anche le strutture sociali ed economiche, sotto la figura del “Duca” o “Doge” che restò figura di riferimento fino alla caduta della Repubblica di San Marco. Lo sviluppo avuto dalla città tra l’800 e il 1000, oltre ad essere importantissimo a livello economico, fu fondamentale per la sua crescente potenza e influenza nel mondo antico. I veneziani, alternando patti e compromessi a spedizioni punitive, riuscirono a conquistare l’egemonia nell’Adriatico, ottenendo il controllo della Dalmazia, per poi contendersi con le altre repubbliche marinare d’Italia (Pisa, Genova e Amalfi), l’egemonia dei fiorenti mercati verso l’oriente.
Venice origins date back to around the fifth century AD, when the mainland population reached the islands of the lagoon to escape from the barbarian invasions that ravaged the territory of Veneto. Small remote lands started slowly to be populated and become a safe place for the population, protected by the water of the lagoon since it was not that known and loved by the Lombards. The people living in Altino and Aquileia occupied the islands of Torcello, Murano, Giudecca, Burano and Rialto and created what will soon become the basis of the future Duchy of Venice, with the backing and support of Byzantium, with which they established close business relationships. Over the time, the settlements of the islands combined their interests in a confederation which protected not only their defensive interest, but also the social and economic structures, under the figure of the “Duke” or “Doge”, who remained a reference figure until the defeat of the Republic of San Marco. The development that the city had between 800 and 1000, beside being very important from the economic point of view was essential for its growing power and influence in the ancient world. The Venetians, alternating pacts and compromises with punitive expeditions have grown hegemony in the Adriatic, gaining control of Dalmatia, contending then with the other maritime republics of Italy (Pisa, Genoa and Amalfi), the hegemony of flourishing markets towards East.
Ritratto di Doge (da C. Vecellio, “Habiti antichi et moderni di tutto il mondo”, Venezia 1590). Veduta di un’isola a Venezia ai giorni nostri. Portrait of the Doge (by C. Vecellio, “Ancient and modern clothes from all over the world”, Venice 1590). View of an island in Venice today.
Le abilità degli ingegneri navali, dei comandanti delle navi ed dei commercianti permisero alla Città di Venezia di controllare il commercio con l’oriente, grazie anche al rapporto privilegiato con l’Impero Bizantino: le rotte navali giungevano sino a Tripoli, ad Alessandria d’Egitto, nel Mar Nero, nelle Fiandre e in Inghilterra. L’acqua è, da sempre, per Venezia elemento di vita. La città sorge e vive grazie ad essa. Per arrivare a questo risultato, i veneziani oltre ad essere abilissimi navigatori erano abili ingegneri idraulici in grado di deviare il corso di alcuni fiumi, realizzando così, attraverso i secoli una delle più grandi opere di ingegneria idraulica: la città. Venezia sorge, infatti, su più di 100 isole collegate tra loro da canali e ponti. Per secoli i costruttori veneziani hanno lavorato duramente per costruire la loro città. Gli ingegneri veneziani svilupparono tecniche particolari di costruzione per edificare gli edifici: i costruttori conficcavano i pali di legno nel fango per alcuni metri, sino a raggiungere il caranto di sabbia e argille dure; sopra i pali veniva poi costruita una zattera con assi di legno incrociati, così da distribuire uniformemente il peso sui pali. Sulla zattera, infine, si procedeva alla costruzione in pietra o marmo. Marmi e pietre che i veneziani portavano via mare per lo più dall’entroterra in particolare da Verona e dall’Istria. Sono stati trasportati anche milioni di tronchi di quercia, larice ed abete per rafforzare le fondamenta. Durante i lavori di ristrutturazione di alcuni palazzi, quando i canali vengono prosciugati per agevolare le operazioni, è possibile vedere lo stato di conservazione dei pali conficcati nel fango. Fango che è anche elemento fondamentale per la costruzione in quanto grazie all’assenza di ossigeno nel fango il legno si mantiene integro nei secoli.
The ability of marine engineers, masters of ships and merchants of the City of Venice allowed to control the trading with the East, thanks also to the privileged relations with the Byzantine Empire: shipping routes reached Tripoli, Alexandria of Egypt, the Black Sea, Flanders and England. The water is always an element of life in Venice. The city was born and lives thanks to it. To achieve this result, the Venetians apart from being skilled sailors were skilled hydraulic engineers able to change the course of some rivers, thus creating, through the centuries, one of the greatest works of hydraulic engineering: the city. Venice is in fact built on more than 100 islands connected by canals and bridges. For centuries, Venetian builders have worked hard to build their city. The Venetian engineers developed special techniques of construction to build buildings: the builders dug the wooden poles into the mud for a few meters, until the sand and hard clays was reached; over the poles it was then built a raft of crossed wood planks so as to evenly distribute the weight on the poles. On the raft, finally, the building was constituted by stone or marble. Marble and stones that the Venetians brought by sea from the inland, mostly from Verona and Istria. Also millions of oak, larch and spruce trunks were transported, to strengthen the foundations. During the renovation of some buildings, when channels are drained to facilitate operations, it is possible to see the condition of poles stuck in the mud. Mud that is also fundamental to the construction, as due to the absence of oxygen in the mud the wood remains intact over the centuries.
Fluitazione, taglio e trasporto del legname a Venezia (Codice Paulini, Secreta, Materie Miste Notarili, reg. 131, cc. 28v.-29). Rafting, cutting and transporting timber in Venice (Codice Paulini, Secreta, Materie Miste Notarili, reg. 131, cc. 28v.-29).
Vari tipi di gondole costruite tra il XV e il XVIII secolo. Various types of gondolas built between the XV and the XVIII century.
Uno “Squero”, cantiere per la costruzione delle gondole. Gondole ormeggiate in un rio. A “Squero”, a site for the construction of gondolas. Gondolas moored in a canal.
Jacopo De' Barbari (noto anche come Jacob Walch), Veduta prospettica di Venezia, 1500 Jacopo de ‘Barbari (also known as Jacob Walch), perspective view of Venice, 1500
“La più bella strada del mondo” così è stato definito nel 1495 il Canal Grande da un ambasciatore francese. E’ lungo quasi quattro chilometri e attraversa la città seguendo il corso di un antico fiume. Sulle sue rive si affacciano palazzi grandiosi che illustrano la storia secolare di Venezia e incantano da sempre i visitatori per la loro bellezza. “The most beautiful avenue in the world” this is how the Grand Canal was called in 1495 by a French ambassador. It is almost four kilometers long and passes through the city following the course of an ancient river. Many grand palaces overlook its shores illustrating the secular history of Venice and enchanting visitors since ever with their beauty.
Giorgio Fossati, Veduta prospettica di Venezia nel 1743. Veduta aerea di Venezia ai giorni nostri. Giorgio Fossati, perspective view of Venice in 1743. Aerial view of Venice today.
L’area di Rialto assunse sempre maggior importanza da quando nel 810 il governo della città si trasferì da Malamocco a Rivoaltum permettendo così alla zona di diventare oltre che centro di potere politico della città e capitale dello stato anche sede dei più importanti commerci. l primo prodotto a venire scambiato fu il sale che veniva prodotto nelle saline della laguna. Per lunghi secoli la Serenissima ne ebbe il monopolio esportandolo nella Pianura Padana. Le altre merci importantissime che si susseguirono nel corso degli anni furono prima lo zucchero e poi il pepe considerato “l’oro nero” del Medioevo. Arrivavano successivamente le spezie dal Medio Oriente come la noce moscata, lo zenzero, lo zafferano e molte altre. Si vendeva anche canfora, incenso, seta, metalli preziosi, generi alimentari vari e oppio. I commerci a Rialto fecero la fortuna dei mercanti veneziani per secoli finchè non venne scoperta nel ‘600 la rotta per le Americhe condannando di fatto la decadenza della Repubblica a discapito di spagnoli, portoghesi e inglesi.
The Rialto area gained more and more importance since, in 810, the city government moved from Malamocco to Rivoaltum allowing the area to become the centre of political power of the city as well as of the state capital city and also place of the most important businesses. The first product to be exchanged was the salt that was produced in the salt marshes of the lagoon. For many centuries the Serenissima hold its monopoly, exporting it to the Po Valley. The other important goods that followed over the years were sugar first and then pepper, considered the “black gold” of the Middle Ages. Later on the spices such as nutmeg, ginger, saffron and many others arrived from the Middle East. It was also sold camphor, incense, silk, precious metals, various food and opium. The trades in Rialto made the fortune of the Venetian merchants for centuries until it was discovered in the ‘600 the route to the Americas, in fact determining the decadence of the Republic at the expense of Spanish, Portuguese and English.
L’area di Rialto in una veduta attuale ed in una di Jacopo De' Barbari (noto anche come Jacob Walch), Veduta prospettica di Venezia, 1500. Today view of Rialto area and in one of Jacopo de’ Barbari’s (also known as Jacob Walch), perspective view of Venice, 1500.
Una vasta aerea a nord-est della città nel quartiere di Castello è occupata dal cuore nevralgico/produttivo della Serenissima. Si tratta dell’Arsenale di Venezia ovvero il cantiere navale in cui i veneziani costruivano le loro famosissime navi da guerra e mercantili che solcavano i mari del mondo e facevano grande il nome della città. Il termne deriva da una parola araba “darsina’a” che congloba assieme il significato di darsena e cantiere. L’Arsenale su fondato nel 1104 ma continuamente espanso ed ingrandito con nuove costruzioni e scali raggiungendo il suo massimo sviluppo tra i secoli XIV e XVI periodo durante il quale i lavoratori impiegati a vario titolo arrivarono ad essere circa sedicimila.
A wide area in the north-east of the city in the Castello district is occupied by the nerve centre/production of the Serenissima. This is the Arsenal of Venice, which is the shipyard where the Venetians built their famous warships and merchant ships that sailed the seas of the world and made great the name of their city. The words come from an Arabic word “darsina’a” that puts together the meaning of the words dock and yard. The Arsenal was founded in 1104 but continually expanded and enlarged with new buildings and ports reaching its maximum development between the XIV and XVI centuries, the period during which the workers employed in different fields came to be about sixteen thousand.
L’area dell’Arsenale (cantiere navale di Venezia) zona nevralgica della città in una veduta attuale ed in una di Jacopo De' Barbari (noto anche come Jacob Walch), Veduta prospettica di Venezia, 1500. The Arsenale area (shipyard in Venice) nerve centre of the city in a recent view and in one of Jacopo de’ Barbari’s (also known as Jacob Walch), perspective view of Venice, 1500.
Marco Polo
Marco Polo è nato a Venezia il 15 settembre del 1254 ed è considerato uno dei più grandi esploratori di tutti i tempi. Appartiene ad una famiglia di mercanti originari della Dalmazia. La sua famiglia aveva una compagnia commerciale a Costantinopoli con sedi sulla costa sudorientale della Crimea. Niccolò, padre di Marco, e suo fratello Matteo erano ricchi mercanti che commerciavano con l’Oriente e durante il loro viaggio attraversarono l’Asia iniziato nel 1255, raggiunsero la Cina nel 1262, passando per Bukhara e il Turkestan cinese, arrivando a Khanbaliq (la residenza del khan, odierna Pechino). Ripartirono nel 1266 arrivando a Roma nel 1269 come ambasciatori di Kubilai Khan, con una lettera da consegnare al Papa con la richiesta di mandare religiosi istruiti al fine di evangelizzare le popolazioni mongole pagane. Nel 1269, quando il padre e lo zio ritornano a Venezia, Marco ha quindici anni, orfano di madre, conosce per la prima volta suo padre. Poco dopo probabilmente nella primavera o nell’estate del 1271, parte insieme a loro per la Cina, dove rimarrà per circa venticinque anni svolgendo qui il ruolo di ambasciatore per contro di Kublai Kan. Nel 1295 i Polo rientrano in patria ma durante uno scontro con navi mercantili genovesi Marco viene fatto prigioniero a Genova e rinchiuso in carcere. Qui conosce lo scrittore Rustichello da Pisa al quale detta e racconta le sue memorie di viaggio.
Marco Polo was born in Venice on 15 September 1254 and is considered one of the greatest explorers of all time. He belongs to a family of merchants with Dalmatian origins. His family had a trading company with offices in Istanbul on the southeastern coast of the Crimea. Niccolò, Marco’s father, and his brother Matteo were wealthy merchants who traded with the East and during their journey through Asia that started in 1255, they reached China in 1262, through Bokhara and the Chinese Turkestan, arriving in Khanbaliq (the residence of the khan, today’s Beijing). They left in 1266 arriving in Rome in 1269 as ambassadors of Kublai Khan, with a letter to be delivered to the Pope with the request to send religious instruction in order to evangelize the pagan Mongol populations. In 1269, when his father and uncle returned to Venice, Marco, motherless, was fifteen years old and met his father for the first time. Shortly afterwards probably in the spring or summer of 1271 he leaves with them for China, where he remained for about twenty-five years playing here the role of ambassador of Kublai Khan. In 1295 the Polos come back home, but during a collision with merchant ships from Genoa Marco was taken prisoner in Genoa and sent to prison. He meets here the writer Rustichello from Pisa, to whom he dictates and tells him the memories of his journey.
Mappa del viaggio di Marco Polo. Map of Marco Polo’s journey.
Le memorie di Marco Polo, Il Milione, dettate al compagnio di prigionia Rustichello da Pisa ebbero una vasta diffucione subito dopo esser state scritte. Il Milione venne copiato, tradotto ed adattato secondo le esigenze del pubblico a cui era rivolto. Fu così che i manoscritti si moltiplicarono ed ebbero una vasta diffusione. L’edizione originale francese del Rustichello scritta per le classi colte non ci è pervenuta. Sono arrivate a noi altre molteplici edizioni scritte in epoche successive, edite in varie lingue: il testo franco-italiano conservato alla Biblioteca Nazionale di Parigi ed edito per la prima volta nel 1824 da J.B. Rouz de Rochelle; la versione francese del copista Grègoire la versione toscana conservata tra la Biblioteca Nazionale di Firenze e di Parigi; la versione veneta conservata dalla Biblioteca Marciana di Venezia; la versione del frate Francesco Pipino da Bologna che ebbe grande diffusione e importanza essendo scritta in lingua latina anche se è la più “corretta ed adattata ad un pubblico religioso”; la versione del Ramusio traduzione in lingua italiana della versione latina; il codice zeladiano che contiene parti inedite nelle altre versioni. Il Milione ebbe una grandissima fortuna nei secoli perchè rispondeva perfettamente ad una precisa esigenza del momento storico essendo una preziosa raccolta di informazioni e notizie utile alla classe dei mercanti che si stava affermando come classe borghese in ascesa. Il libro ha alimentato l’interesse di mercanti, viaggiatori, cartografi ed avventurieri. Si narra che anche Cristoforo Colombo avesse sempre con se una copia del Milione (oggi conservata a Siviglia).
Marco Polo memories, The Million, dictated to his prison fellow Rustichello from Pisa were widely distributed immediately after being written. The Million was copied, translated and adapted according to the needs of the audience it was addressed to. This is how the manuscripts multiplied and had a wide circulation. We could not find the original French edition written for the educated classes. We have found many editions written in later periods, published in various languages: the French-Italian text preserved in the National Library in Paris and published for the first time in 1824 by JB Rouz de Rochell; the French version of the copier Grègoire, the Tuscan version preserved in the Biblioteca Nazionale in Florence and Paris; the Venetian version preserved in the Biblioteca Marciana in Venice; the version of the Friar Francesco Pipino of Bologna, that was largely distributed and had a great importance since it was written in Latin, although it is the most “fair and suitable to a religious audience”; Ramusio version which was an Italian translation of the Latin version; the Zelada code containing new components not present in the other versions. The Million was very lucky over the centuries because it perfectly answered to the specific needs of the historical moment as a precious collection of news and information useful to the merchant class that was emerging as a rising middle class. The book has increased the interest of merchants, travelers, adventurers, and cartographers. It is said that Christopher Columbus had always with him a copy of the Million (now preserved in Seville).
Rustichello da Pisa Rustichello from Pisa
Marco Polo venne rilasciato dalle carceri genovesi nell’estate del 1299 e ritornò a Venezia, dove suo padre e suo zio avevano comprato una casa in contrada San Giovanni Crisostomo, coi profitti derivanti dalla loro compagnia. La società mercantile continuò l’attività e Marco diventò un mercante benestante. Finanziò altre spedizioni ma non partì più da Venezia. Nel 1300 sposò Donata Badoer di una antica famiglia patrizia veneziana. Dalla loro unione nacquero tre figlie: Fantina, Belella e Moreta, che poi si sposarono con appartenenti a famiglie patrizie. Marco Polo morì nella sua casa veneziana l’8 gennaio del 1324 all’età di quasi settant’anni. Venne sepolto nella Chiesa di San Lorenzo a Venezia ma i suoi resti furono perduti durante la ricostruzione dell’edificio alla fine del Cinquecento. Oggi in omaggio a Marco Polo l’aeroporto internazionale di Venezia si chiama Marco Polo ed è localizzato a Tessera. Esso ha sostituito a partire dal 1967 la storica aerostazione Nicelli sita a San Nicoletto nell’isola del Lido.
Marco Polo was released from prison in Genoa in the summer of 1299 and returned to Venice, where his father and uncle had bought a house in the district of San Giovanni Crisostomo, with the money earned from their company. The company continued its business and Marco became a wealthy merchant. He financed other expeditions, but he never left Venice anymore. In 1300 he married Donata Badoer, belonging to a Venetian noble ancient family. From their union three daughters were born: Fantina Belella and Moreta who got married with members of patrician families. Marco Polo died at his home in Venice on 8 January 1324 at almost seventy years old. He was buried in the Church of San Lorenzo in Venice, but his remains were lost during the reconstruction of the building at the end of the sixteenth century. Today, the international airport of Venice is called Marco Polo and is located in Tessera. It has since 1967 replaced the historic airport Nicelli which was in San Nicoletto located on the Lido island.
La Piazza San Marco delle origini era molto diversa da quella che siamo abituati a vedere oggi. Era un “Brolo” ovvero un campo d’erba alberato attraversato da un piccolo canale chiamato Batario antistante al sagrato della Basilica di San Marco. La prima pavimentazione in cotto secondo le cronache antiche risale al 1267 ma venne lastricata solo nel 1392. La pavimentazione venne poi rifatta più volte nei secoli successivi fino a quella odierna frutto di studi ingegneristici che permettono un miglior deflusso dell’acqua alta. La Piazza San Marco è da sempre il salotto buono di Venezia e l’area deputata ad accogliere tutti gli avvenimenti più rilevanti della città. Sulla Piazza San Marco gravitano oltre alla famosissima Basilica di San Marco tutti i più famosi edifici: Procuratie Nuove e Vecchie, Torre dell’Orologio, Piazzetta dei Leoncini, Palazzo Ducale, Campanile di San Marco, la Loggetta, la Libreria Sansoviniana, la Zecca, il Palazzo delle Prigioni.
The original Piazza San Marco was very different from what we are used to see today. It was a “Brolo”, which was a field of grass with trees crossed by a small canal called Batario, in front of the portico of the Basilica of San Marco. The first brick floor according to ancient chronicles dates back to 1267 but it was paved only in 1392. The floor was then rebuilt several times over the centuries up to today, result of engineering studies allowing a better flow of high water. Piazza San Marco has always been the parlour of Venice and the area assigned to host all the most important events in the city. In Piazza San Marco there is the famous Basilica of San Marco and the most famous buildings: New and Old Magistrates, Clock Tower, Piazzetta dei Leoncini, Palazzo Ducale, the Campanile of San Marco, the Loggetta, the Sansovino Library, the Mint, the Palace of Prisons.
La Basilica di San Marco. The Basilica of San Marco.
La Torre dell’Orologio. The Clock Tower.
Le Procuratie. The Magistrates.
Piazza San Marco, ”Il salotto buono”. Piazza San Marco, “the good parlour”.
Il Palazzo Ducale. The Ducal Palace.
Il Ponte dei Sospiri. E’ sicuramente uno dei ponti più famosi di Venezia in quanto collega il Palazzo Ducale con il Palazzo delle Prigioni di Venezia dette i Piombi. E’ stato costruito in pietra d’Istria durante il seicento in concomitanza con un lavoro di ristrutturazione del palazzo delle Prigioni su progetto di Antonio Contino. E’ detto dei Sospiri in quanto i carcerati che lo attraversavano passando dal Palazzo Ducale dove venivano processati e giudicati raggiungevano le prigioni dei Piombi passando dal ponte e sospirando ed ammirando per l’ultima volta (o quasi) uno squarcio di luce e libertà attraverso le sue finestre. E’ noto infatti che le prigioni dei Piombi erano considerate di massima sicurezza, luogo dal quale fosse impossibile evadere, oltreché prigioni terribili per le condizioni di detenzione. Alcune celle erano poste sotto i tetti ricoperti da piombo che, a causa dell’alta conducibilità del materiale, erano molto fredde durante il periodo invernale ed afose nel periodo estivo. Atre celle, dette Pozzi, ancora più disumane, erano poste sotto il livello del mare e periodicamente soggette ad allagamento.
The Bridge of Sighs. It is certainly one of the most famous bridges in Venice since it connects the Ducal Palace with the Palace of Prisons of Venice called the Leads. It was built in Istrian stone during the seventeenth century in conjunction with a restructuring work of the Prisons building designed by Antonio Contino. It is called the Bridge of Sighs since the prisoners who crossed it through the Ducal Palace, where they were brought to trial and judged, reached the prisons of Leads by crossing the bridge while sighing and admiring for the last time (or almost) a burst of light and freedom through its windows. It is well known in fact that the prisons of Leads were considered a maximum security place from which it was impossible to escape, they were also terrible prisons considering the conditions of detention. Some cells were placed under the roofs covered with lead, which, due to the high conductivity of the material, were very cold in winter and sweltering in summer. Some other cells, called Wells, were still more inhuman, they were under the sea level and regularly suffering from flooding.
Giacomo Casanova
Si narra che solo tre fughe dai Piombi ebbero successo anche grazie all’aiuto volontario o meno di carcerieri: quella di Giulio Tommaseo l’11 novembre del 1658, quella di Giacomo Casanova e Marino Baldi il 1 novembre del 1756 e quella di Gaetano Lechi il 27 marzo del 1785. Sicuramente la fuga più famosa e conosciuta nei secoli è stata quella di Giacomo Casanova narrata da lui stesso nella sua “Historie de ma vie”, autobiografia scritta da lui stesso in lingua francese (la lingua per eccellenza all’eopoca che godeva della massima diffusione). Casanova aveva vissuto sempre con uno stile frenetico e gaudente, spesso al di sopra delle sue possibilità, passando da una festa all’altra nella città lagunare, dedicandosi a tutti i giochi d’azzardo, dei quali divenne presto un maestro. Ma era noto per lo più per l’arte di sedurre le donne. Non aveva disdegnato anche di approfondire la sua cultura e allargare la sua versatilità, componendo pamphlet che suscitavano scalpore per l’arditezza delle idee. Furono proprio questi libri, intessuti di posizioni antireligiose e per la sua condotta che per lui si aprirono le porte del carcere nel settembre del 1755 (“ad anni 5 sotto i Piombi”). Casanova rimase nei Piombi 15 mesi, fino a quando riuscì rocambolescamente a fuggire. La storia della sua permanenza nei Piombi e la sua fuga sono tra le pagine più vive della sua celebre autobiografia. La permanenza in carcere fu molto dura perchè l’inverno del 1755 fu molto freddo. Inoltre Giacomo soffriva il fatto di dover restare al buio per moltissime ore. Infatti racconta che grande fu la sua felicità, quando riuscì a costruirsi ingegnosamente una piccola lampada grazie alla quale poté leggere nelle notti insonni. Casanova visse quei mesi quasi ancorato alla sua poltrona, che era riuscito ad avere e in cui aveva nascosto l’attrezzo con il quale intendeva aprirsi la fuga: uno spuntone di ferro, che aveva appuntito con pazienza ricavandolo da un vecchio catenaccio. Lavorando metodicamente aveva fatto un buco nel pavimento della sua cella dalla quale contava di fuggire lasciandosi scivolare nell’apertura, la notte del 27 agosto, festa di S.Agostino. Il giorno prima della fuga però, fu scoperto e spostato in un’altra cella. Nella nuova cella era sottoposto ad una sorveglianza ancora più marcata. Riuscì però a mettersi in contatto con un vicino di cella padre Marino Baldi, in carcere per aver sedotto tre ragazze da cui aveva avuto dei figli, al quale comunicò il piano di fuga ed al quale fece arrivare lo spuntone. Fu Baldi a realizzare i fori attraverso i quali sarebbero fuggiti, prima raggiungendo i tetti della prigione e poi, attraverso un abbaino aperto, alla Cancelleria, nella notte del 31 ottobre del 1756. Dalla Cancelleria furono costretti ad affacciarsi alla finestra. Erano le sei del mattino. Furono visti dal guardiano che si affrettò a salire, per aprire il portone, credendo che si trattasse di due nobili rimasti rinchiusi dalla sera prima nella Cancelleria. Casanova e Balbi senza correre per non tradirsi, uscirono per la Scala dei Giganti dal Palazzo Reale. Presero una gondola e si fecero portare a Mestre, da cui Casanova raggiunse Parigi. Quando il racconto della fuga fu divulgato Casanova divenne famoso in tutta Europa. Una fuga gli garantì l’impunità alla sua condotta libertina e gli assicurò un posto importante nella storia della letteratura.
It is said that only three escapes from the Leads were successful, thanks to the help of prison guards: Giulio Tommaseo’s escape on November 11th,1658, Giacomo Casanova and Marino Baldi’s on November 1st,1756 and that of the Gaetano Lechi on March 27, 1785. With no doubt the most famous escape known over the centuries has been the one of Giacomo Casanova, that he narrated in his “Historie de ma vie”, autobiography written by himself in French (the language par excellence during the period where it enjoyed the highest circulation). Casanova had always lived with a bon vivant and frenetic style, often beyond its possibilities, going from party to party in the lagoon city, devoted to all games of chance, becoming soon a master. But it was known mostly for the art of seducing women. He did not disdain even to deepen and broaden its culture to its versatility, composing pamphlets that caused a sensation for the boldness of ideas. It was due to these books, woven of antireligious views, and his conduct that the prison doors opened to him in September 1755 (“for five years under the Leads”). Casanova remained in the Leads for 15 months, until he managed to escape in an incredible way. The story of his stay in the Leads and his escape are among the most vivid pages of his famous autobiography. The time spent in prison was very hard because the winter of 1755 was very cold. Giacomo suffered also from remaining in the dark for many hours. In fact, he tells about his great happiness, when he managed to build a small lamp ingeniously through which he could read during the sleepless nights. Casanova lived those months almost anchored to his chair, that he was able to get and where he had hidden the tool with which intended to open up the escape: a spike of iron, which he patiently pointed and that was taken from an old bolt. Working methodically he did a hole in the floor of his cell from which he planned to escape and slipped into the opening on the night of August 27, St. Augustine’s day. The day before his escape, however, he was discovered and moved to another cell. In the new cell he was subjected to a more strict surveillance. But he managed to get in touch with a nearby cell with father Marino Baldi, imprisoned for having seduced three girls from whom he had children, explaining him the plan to escape and to whom he manage to give the spike. Baldi made the holes through which they would have escaped, reaching first of all the roofs of the prison and then, through an open dormer, to the Chancellery, the night of October 31, 1756. From the Chancellery they could not avoid to look out the window. It was six o’clock in the morning. They were seen by the guard who hurried up to open the door, believing that they were two nobles locked from the night before in the Chancellery. Casanova and Balbi did not run on purpose, they went to the Scala dei Giganti of the Palazzo Reale. They took a gondola and went to Mestre, from which Casanova reached Paris. When the story of the escape was disclosed Casanova became famous throughout Europe. An escape to the impunity granted him his libertine conduct and secured an important place in literary history.
Giacomo Casanova nacque a Venezia il 2 aprile 1725 da Gaetano e Giovanna Maria (Zanetta) Farussi, di professione attori (girovaghi, come del resto tutti gli attori dell’epoca). Va ricordato che questo è un fervido momento per il teatro ed a Venezia lavora Carlo Goldoni che nelle sue memorie descrive la madre di Casanova come “....una vedova bellissima e assai valente”. Giacomo fu affidato dai genitori da piccolo alle cure della nonna Marzia Farussi. Studia con profitto all’università di Padova dove ha modo di svelare una intelligenza non comune. Inizia poi una breve e precoce carriera ecclesiastica (1741-1745) presso il seminario di San Cipriano, da dove viene espulso per condotta indegna (alcol e donne). Il resto della sua vita la trascorre in modo roccambolesco e viene da lui stesso raccontata nelle sue Memorie. Dal 1745 al 1763 Casanova si guadagna da vivere facendo diversi mestieri: suona il violino, impiegato presso un avvocato, successivamente diventa segretario del cardinale Acquaviva a Roma. Si avvicina alla magia ma nel 1748 deve lasciare Venezia dove sono vietate le pratiche magiche. Vive tra Milano, Mantova, Parma e Parigi; a Lione aderisce alla massoneria (1753). Poi si reca a Vienna, fermandosi a Dresda ed a Praga. Dal 1764 al 1783 è ricevuto a corte da Federico II di Prussia e da Caterina di Russia; soggiorna in Polonia; si reca a Breslau, Dresda, Lipsia. A Vienna viene scoperto mentre bara al gioco e fugge a Parigi. In Spagna viene imprigionato per frode e liberato per l’intervento di un alto personaggio. Attraverso il Sud della Francia e raggiunge Trieste nel 1772 da dove prepara il suo rientro a Venezia nel 1774 diventando confidente segreto dell’Inquisizione. L’ultima parte della sua vita Casanova la trascorre al castello di Dux, in Boemia, dove, pur esercitando le funzioni di bibliotecario, pubblica un romanzo e molti altri opuscoli.
Giacomo Casanova was born in Venice, on April 2nd, 1725 by Gaetano and Giovanna Maria (Zanetta) Farussi, professional actors (wanderers, like all the actors of the time). It should be remembered that this is a very lively moment for the theater and in Venice he works with Carlo Goldoni, who describes in his memoirs Casanova’s mother as “..... very beautiful and very talented widow”. Giacomo was entrusted by his parents when he was still a child given to the care of his grandmother Marzia Farussi. He studied with profit at the University of Padua where he was able to show a rare intelligence. He begins than a brief and early ecclesiastical career (1741-1745) at the seminary of St. Cyprian, from which he is expelled for misconduct (alcohol and women). He spent the rest of his life in an adventurous way and is told by himself in his memoirs. From 1745 to 1763 Casanova makes a living doing various jobs: he plays the violin, employed by a lawyer, later on he became secretary to Cardinal Acquaviva in Rome. He approaches to magic, but in 1748 he must leave Venice where magical practices were prohibited. He lives between Milan, Mantua, Parma and Paris; in Lyon he joins the Freemasonry (1753). Then he went to Vienna, stopping in Dresden and Prague. From 1764 to 1783 he is received at the court of Frederick II of Prussia and Catherine of Russia; living in Poland; he went to Breslau, Dresden, Leipzig. In Vienna he was discovered cheating during the game and escaped to Paris. In Spain he was imprisoned for fraud and released through the intervention of a very important person. Through the South of France he reached Trieste in 1772 from which he prepared his return to Venice in 1774, becoming secret confident of the Inquisition. Casanova spent the last period of his life in the castle of Dux, in Bohemia, where, while performing the functions of librarian, he published a novel and many other booklets.
Tavola che ricorda la casa natale di Giacomo Casanova. Table describing Giacomo Casanova’s birthplace.
Sul valore letterario e la validità storica dell’opera di Giacomo Casanova si è discusso molto nei secoli. Bisogna tuttavia distinguere tra l’opera autobiografica e il resto della produzione: Casanova non ebbe in vita, e tantomeno da morto, nessuna notorietà e nessun successo con le altre opere. Il successo lo deve alla sua autobiografica, anche se si manifestò in tempi molto posteriori alla sua morte. E’ uno scrittore fondamentalmente di costume che non teme di rivelare situazioni, inclinazioni, attività, trame e soprattutto confessioni che erano all’epoca, e tali rimasero ancora più di un secolo, assolutamente irriferibili. Tutto ciò ha contribuito alla sostanziale “immoralità” della sua opera. Casanova, insieme a Don Giovanni è stato l’incarnazione del mito del seduttore. Nelle sue memorie i racconti di incontri galanti, feste mascherate, giochi d’azzardo, vita mondana sono il perno su cui ruota il racconto. L’intenzione fondamentale di Casanova non è tanto di glorificare se stesso, quanto di raccontarci una storia stupefacente che illustri il comportamento delle persone spiegandoci la vita d’allora.
There have been many debates over the centuries on the literary value and historical validity of Giacomo Casanova. However, a distinction shall be made between the autobiographical work and the rest of the production: Casanova did not have in life, not even when he died, fame and success with the other works. The success is due to his autobiography, although it appeared long time after his death. It is basically a costume writer that is not afraid to reveal situations, inclinations, activities, and above all confessions that were at the time, and remained for more than a century, absolutely unrepeatable. All this has contributed substantially to the “immorality” of his work. Casanova, together with Don Giovanni, was the incarnation of the myth of the seducer. In his memoirs, the stories of amorous encounters, parties, masquerades, gambling, social life are the pivot of the story. Casanova’s essential purpose is not so much to glorify himself, but to tell an amazing story that illustrates the behaviour of people explaining us the life of that time.
Il Casinò
I Ridotti o Casini erano nell’antica Venezia delle stanze o piccole case dove i veneziani si riunivano la notte per giocare d’azzardo ed intrattenersi con le cortigiane. Erano regolamentati da leggi emanate sin dal Cinquecento dal Consiglio dei Dieci (organo di governo a Venezia). Uno dei più importanti, detto Il Ridotto, si trovava a Palazzo Dandolo a San Moisè ed era operativo già nel 1638, conteneva moltissimi tavoli da gioco dove i veneziani e gli stranieri (tutti con il volto coperto con la classica Bauta, maschera veneziana) potevano intrattenersi. Assidui frequentatori di questi locali furono Giacomo Casanova e Federico IV re di Danimarca; oppure bari come il Conte Alessandro Romano da Verona, il Conte Gian Battista Friulano o il prete Francesco Dalla Poma. Negli ultimi anni della Repubblica di Venezia c’erano ben 136 casini (sia privati che pubblici) più o meno noti e famosi, più o meno frequentati da nobili o dal popolino, luoghi di perdizione e/o cultura.
The Ridotti or Casini were in the ancient Venice rooms or small houses where the Venetians gathered at night to play games and spend time with the courtesans. They were regulated by laws enacted since the sixteenth century by the Council of Ten (governing body in Venice). One of the most important, called the Ridotto, was at the Palazzo Dandolo at San Moisè and was working already in 1638, there were many tables where Venetians and foreigners (all with their faces covered with the classic Bauta, Venetian mask) could entertain. People regularly attending these places were Giacomo Casanova and King Frederick IV of Denmark; or cheaters as Count Alessandro Romano from Verona, Count Gian Battista Friulano or the priest Francesco Dalla Poma. In the last years of the Republic of Venice there were 136 gambling houses (both private and public) more or less well-known and famous, more or less frequented by nobles or common people, places of perdition and/or culture.
Ora le sedi del Casino di Venezia sono ben tre. La sede storica nasce negli anni Trenta nella sabbia dorata del Lido ed è concepita come parte vitale di un progetto di ospitalità, divertimento e cultura. Negli anni Cinquanta s’inaugura poi la sede del Centro Storico sulle nobili rive del Canal Grande. “Una nuvola effigiata che posasse sull’acqua”: così Gabriele D’Annunzio immortala Ca’ Vendramin Calergi. Perfetto esempio di stile patrizio rinascimentale, residenza di dogi e ultima dimora di Richard Wagner, è uno dei più eleganti palazzi che si affacciano sulla principale via d’acqua di Venezia. L’ultimo nato è nel 1999 Ca’ Noghera, il primo Casinò all’americana in Italia. Giochi, luci, suoni e colori in una dimensione moderna e informale.
Today the headquarters of the Casino of Venice are three. The historical site was founded in the thirties in the golden sands of the Lido and is conceived as a vital part of the city’s hospitality, entertainment and culture project. In the fifties, they opened the headquarters of the Historical Centre on the noble banks of the Grand Canal. “A sculpted cloud perching on the water”: this is how Gabriele D’Annunzio immortalized Ca’ Vendramin Calergi. Perfect example of aristocratic renaissance architecture, the residence of the Doges and final resting place of Richard Wagner, it is one of the most elegant buildings overlooking the main waterway of Venice. The latest one, founded in 1999 was Ca’ Noghera, the first American style Casino in Italy. Games, lights, sounds and colours in a modern and informal dimension.
1996 - 2011 QUINDICI ANNI CONTRO IL TEMPO e un brindisi al proseguimento del nostro gioco FIFTEEN YEARS AGAINST THE CLOCK and let’s toast to the continuation of our game
Ringraziamenti / Acknowledgements
Fonti: Giulio Lorenzetti, “Venezia e il suo estuario”; Ed. Lint M. Brusegan, A. Scarsella, M. Vittoria, “Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità di Venezia”; Newton & Compton ed. Maria Bellonci, “Marco Polo Il Milione”; Ed. Mondadori. Eugenio Vittoria, “Giacomo Casanova e gli inquisitori di Stato”; ed. EVI. Luigi Baccolo, “Casanova e i suoi amici”, ed. Sugar. Casanova, Giovanni Giacomo (1725-1798). Mémoires de J. Casanova de Seingalt, écrits par Edmund Wilson, “La ferita e l’arco”; Ed. Gazanti. Italialibri.net, Milano Simone Ferrari, “Jacopo de’ Barbari un protagonista del Rinascimento tra Venezia e Durer”, Mondadori. “Laguna, Lidi, fiumi. Esempi di cartografia storica e commentata”, Archivio di Stato di Venezia. Ennio Concina, “Arsenali e città nell’occidente europeo”, NIS. Giuseppe Tassini, “Curiosità veneziane”, Filippi ed. Note: Per riprodurre l’opera di Casanova e Marco Polo dalla Biblioteca Nazionale di Parigi http://visualiseur.bnf.fr/CadresFenetre?O=NUMM-31485&M=imageseule http://www.bnf.fr/fr/acc/x.accueil.html Fotografie di: Andrea Arcangeli, Fabio Alberti, Franco Corelli, Edoardo Gatto Corner Campana, Raffaella Gianolla, Mirco Lazzari, James Pipino, Carlotta Santini. Post produzione foto: Mirco Lazzari, Damiano Fiorentini, Raffaella Gianolla Testi e progetto grafico: Raffaella Gianolla, Errico Gasperoni Sources: Giulio Lorenzetti, “Venezia e il suo estuario”; Ed. Lint M. Brusegan, A. Scarsella, M. Vittoria, “Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità di Venezia”; Newton & Compton ed. Maria Bellonci, “Marco Polo Il Milione”; Ed. Mondadori. Eugenio Vittoria, “Giacomo Casanova e gli inquisitori di Stato”; ed. EVI. Luigi Baccolo, “Casanova e i suoi amici”, ed. Sugar. Casanova, Giovanni Giacomo (1725-1798). Mémoires de J. Casanova de Seingalt, écrits par Edmund Wilson, “La ferita e l’arco”; Ed. Gazanti. Italialibri.net, Milano Simone Ferrari, “Jacopo de’ Barbari un protagonista del Rinascimento tra Venezia e Durer”, Mondadori. “Laguna, Lidi, fiumi. Esempi di cartografia storica e commentata”, Archivio di Stato di Venezia. Ennio Concina, “Arsenali e città nell’occidente europeo”, NIS. Giuseppe Tassini, “Curiosità veneziane”, Filippi ed. Notes: To reproduce the work of Casanova and Marco Polo from the National Library in Paris http://visualiseur.bnf.fr/CadresFenetre?O=NUMM-31485&M=imageseule http://www.bnf.fr/fr/acc/x.accueil.html Photographs by: Andrea Arcangeli, Fabio Alberti, Franco Corelli, Edoardo Gatto Corner Campana, Raffaella Gianolla, Mirco Lazzari, James Pipino, Carlotta Santini. Post Production photos: Mirco Lazzari, Damiano Fiorentini, Raffaella Gianolla Text and graphic design: Raffaella Gianolla, Errico Gasperoni
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