Telefilm Central Fanzine - Numero 3

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SERIE OLD: HARSH REALM The Ultimate Mind Game

SERIE USA: DOLLHOUSE Eliza Dushku e Joss Whedon di nuovo insieme

SERIE ITALIA: ROMANZO CRIMINALE Dal film di Michele Placido la serie tv di successo su Sky

IL PERSONAGGIO

Tara e Kevin Walker sono i personaggi del mese


Da un’idea di: Mara Dallefrate, Micaela Motta, Valentina Colombo. Hanno collaborato a questo numero: Cristiano Busillo, Valentina Colombo, Mara Dallefrate, Sara Esposito, Josh, Marco Merghetti, Micaela Motta, Vincenzo Piscitelli, Maura Pistello, Tiziana, Filippo Troncone. Magazine amatoriale gratuito a cura della redazione di Telefilm-Central.org. © copyright 2009 Tutti i diritti sono riservati. La riproduzione, anche parziale, è espressamente vietata. Tutte le immagini e i marchi citati sono di proprietà dei rispettivi aventi diritto.


/sommario

sommario

Editoriale .............................................................................................................

3

dollhouse ............................................................................... Serie ItaliA: romanzo criminale ................................................

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Serie USA:

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gossip: .....................................................................................................................

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harsh realm.......................................................................... Personaggio maschile: kevin walker ........................................... Personaggio femminile: tara gregson .........................................

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Magic Moments ...................................................................................................

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La Top5 di: Tiziana, Marco, Vincenzo, Josh, Alessio .............................

35

Serie old:

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spazio riservato alla pubblicitĂ


www.telefilm-central.org

editoriale

Eccoci finalmente qua con il terzo numero della Telefilm Central Fanzine. A lavoro finito c’è grande soddisfazione, ma non avete idea del “caos” che c’è stato in redazione, soprattutto all’approssimarsi della chiusura del numero. Non siamo professionisti ma semplici fan del mondo seriale e in questi momenti possiamo capire le varie problematiche che possono sorgere dietro alla pubblicazione di una vera rivista. La parola “frenesia” è forse troppo poco rappresentativa. Diciamo pure... PANICO! Ma anche questa volta abbiamo chiuso il numero e siamo molto contenti del risultato. Sfogliando le pagine potrete trovare alcune anticipazioni “a stelle e a strisce” su Dollhouse e United States of Tara, serial ancora inediti da noi, mentre parallelamente scoprirete grandi elogi per un telefilm tutto italiano come Romanzo Criminale. Da segnalare poi per gli amanti delle “serie old” poco conosciute l’articolo dedicato ad Harsh Realm con il bravissimo Terry O’Quinn nei panni di un temibile tiranno. E infine da non dimenticare il personaggio maschile del mese, Kevin Walker di Brothers & Sisters, e i fantastici magic moments degli utenti del forum. Un ricco numero che speriamo vi piaccia come le passate uscite. E per tutti coloro che vogliono partecipare al progetto e condividere con gli altri fan della rete la passione seriale che ci unisce, ecco un appello: scrive a staff@telefilmcentral.org e collaborate anche voi a rendere la Telefilm Central Fanzine una rivista elettronica sempre più ricca e interessante nel mondo internettiano telefilmico!


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01 serie USA

di Cristiano Busillo

Dollhouse


/serie usa

J

oss Whedon è tornato. Era necessario che lo mettessi nero su bianco, perchè ancora non me ne capacito. Joss Whedon – il creatore di

Buffy, Angel e Firefly – è tornato alla televisione, con la serie tv Dollhouse, partita il 13 Febbraio scorso sulla rete americana FOX. Protagonista della serie è

Eliza Dushku, e qui mi ci vuole un’altra pausa: Eliza Dushku, l’indimenticabile interprete di Faith Evans nel Buffyverse, è tornata in tv dopo l’esperienza


telefilm-central sfortunata di Tru Calling. Quale modo migliore, per i due, di tornare alle loro origini se non insieme? Leggenda vuole, infatti, che Dollhouse sia nato a tavolino (letteralmente), durante una cena tra Whedon e la giovane attrice: lui voleva Eliza come protagonista della sua nuova serie tv, lei avrebbe accettato di tornare in televisione solo in un progetto che portasse la firma di Joss. E Dollhouse fu: dopo una produzione durata più del previsto (a causa dello sciopero degli sceneggiatori prima, e poi per “colpa” del perfezionismo di Joss, che lo ha portato a riscrivere completamente pilot e i primi episodi per rendere la serie più appetibile al pubblico), lo scorso 13 Febbraio è andato in onda il primo episodio di quella che è stata una serie attesissima, sia dai fan di Whedon che dagli amanti dello sci-fi in generale. Dollhouse vede protagonista Echo, che non è una ragazza proprio normale: è una “doll”, membro di un gruppo di persone dette “Actives” o “Dolls” appunto. Queste sono state private delle loro personalità (in maniera consenziente, in quanto le dolls sono individui normali che – per motivi ancora a noi sconosciuti – hanno firmato un vero e proprio contratto accettandone la rimozione): i

loro ricordi, le loro abilità sono state azzerate, dando quindi la possibilità – al team di scenziati che li seguono – di impiantare in

loro ogni volta nuove personas, inclusi ricordi, abilità e lingue a seconda del compito che devono svolgere, su richiesta dei clienti


/serie usa

della facoltosa e misteriosa Dollhouse. Quella nuova non è però originale, bensì un mix di personalità già esistenti. Una

personalità “ibrida”, finalizzata al raggiungimento perfetto dello scopo per cui le dolls sono state ingaggiate. Questa l’idea base: le cose, però, si complicano quando Echo – doll (che ci rendiamo subito conto è) “speciale” – inizia ad avere dei flash e a ricordare alcuni fatti anche dopo la “cancellazione”. Inoltre sulle tracce della Dollhouse si mette l’agente dell’FBI Paul Ballard che, dopo aver ricevuto un indizio sulla vera identità di Echo, è sempre più convinto dell’esistenza d e l l ’ o r ga n i z z a z i o n e , nonostante lo scetticismo dei suoi colleghi. La struttura della serie è stata in più interviste definita proprio da Whedon: i primi sei episodi hanno lo scopo di fungere da “pilot”, per questo motivo si basano sul più classico del formato seriale americano, il case of the week: ogni settimana Echo viene ingaggiata per compiere una missione, che può avere gli obiettivi più disparati (nel primo episodio, ad esempio, Echo diventa una negoziatrice; nel quarto una ladra professionista). La trama però si snoda anche in altre direzioni: ogni puntata, grazie ad un abile collegamento

tra Echo e la sua missione, ci svela particolari sul passato della ragazza, sulla Dollhouse e sui suoi componenti. Dopo il sesto episodio, invece, a detta del suo

creatore la serie sarà incentrata su una maggiore continuity, in modo da permettere una risposta soddisfacente a quelle che sono le domande che lo spettatore si pone: Cos’è veramente la Dollhouse e come è nata? Chi era Echo prima di diventare una doll? E in che senso è speciale? Infine, chi è Alpha, ovvero quello che ci viene presentato come un active “andato a male” e perchè è interessato proprio ad Echo? Inutile dirlo, Joss Whedon ha fatto nuovamente centro: non solo perchè è riusciuto a costruire una serie con una trama interessante,


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originale e accattivante ma perchè, nuovamente, riesce a raccontare la natura dell’uomo e le sue declinazioni, usando questa volta l’escamotage dello sci-fi. La domanda che la serie subito suscita nello spettatore è: “E’ possibile cancellare la memoria..

tradizionale scontro tra scienza e fede (generalmente intesa), e quindi oggi quanto mai attuale. I personaggi della serie sono differenti ma accomumati da un concetto di morale quantomeno ambiguo: una morale distorta, da interpretare, che ci porta a

ma è possibile annichilire la nostra anima?”. Domanda, che, di fatto, riconduce a quello che potrebbe essere visto come il

simpatizzare più con i piani alti della Dollhouse – associazione i cui scopi non sono sicuramente chiari, né giustificabili – che con

Curiosità • La FOX ha già ordinato tredici episodi della prima stagione del serial. I costi di produzione concessi dalla rete possono variare dall’uno ai due milioni di dollari ad episodio. • Al fianco di Joss, lavorano (tra gli altri) alla serie Elizabeth Craft & Sarah Fain (Angel, The Shield) e Tim Minear (Angel, Firefly). • Nel piano originale di Joss, la serie dovrebbe essere composta da cinque stagioni, necessarie per l’evoluzione completa di Echo e della sua storia. • Gli episodi di Dollhouse durano circa 50 minuti, 10 in più della norma: questo per una politica della FOX di mandare in onda meno spot (applicata anche a Fringe). • Joss Whedon ed Eliza parlarono per la prima volta della serie durante un incontro a pranzo mentre discutevano della carriera dell’attrice. • Il 22 luglio 2008 Joss Whedon


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l’agente Ballard. Le parti, come nella migliore della tradizione Whedoniana, non sono facilmente distinguibili, e la cosiddetta zona grigia – a metà fra bianco e nero – appare più visibile che mai. In un’intervista, Joss ha affermato che la serie è incentrata sulle identità: su quelle che ci creiamo, e i modi in cui utilizziamo queste identità a nostro favore, riuscendo anche – perchè no – a manipolare a nostro piacimento chi ci sta di fronte. Una versione moderna, misteriosa e un pò cicinica dell’Uno, nessuno e centomila Pirandelliano insomma. E’ ancora presto per avere una visione definitiva su questa serie, soprattutto conoscendo il nostro Whedon: le partenze, infatti, non sono proprio il suo forte, sebbene l’inizio di Dollhouse abbia già convinto pubblico e critica. Sappiamo per esperienza però che, in poco tempo, Whedon riuscirà magistralmente a ribaltare la situazione. Visto il brillante inizio della serie, possiamo solo immaginare cosa ci aspetterà in futuro.


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02 serie ItaliA

Romanzo Criminale di Marco Merghetti

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/serie italia

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omanzo criminale, la seconda serie TV prodotta da Sky (in collaborazione con Cattleya e Rti Mediaset), amplia i temi affrontati nell’omonimo

film diretto da Michele Placido (che a sua volta si ispirava al libro scritto dal giudice Giancarlo de Cataldo) così come già era stato per la prima serie prodotta dalla pay TV italiana: Quo Vadis Baby?

basata sull’omonimo film di Gabriele Salvatores. All’origine di Romanzo criminale però non c’è solamente la fantasia e la creatività di alcuni sceneggiatori ma c’è la cronaca, quella che 11


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ha fatto la storia recente del nostro paese. I protagonisti sono i membri della banda della Magliana attiva tra la fine degli anni ’70 e gli anni ’80 a Roma e non solo. Tale banda fu implicata oltre che in traffico di droga, gioco d’azzardo, sfruttamento della prostituzione, rapimenti e omicidi anche in diversi misteri non ancora del tutto chiariti come il sequestro di Aldo Moro (a cui in parte si riferiscono gli episodi quattro, cinque e sei) la strage alla stazione di Bologna del 2 Agosto 1980 (oggetto dell’undicesimo e penultimo episodio) o l’omicidio del giornalista Carmine Pecorelli. Legata a Camorra, Mafia, ‘Ndrangheta oltre che ai 12

servizi segreti, la banda prosperò e dettò legge nella capitale per diversi anni. Questa la cronaca. La serie TV rivisita le principali v i c e n d e che videro implicato uno dei gruppi malavitosi più forti e t ristemente famosi della nostra storia cont em p ora nea, dalla sua nascita alla sua affermazione quale o rga n i z z a z io n e criminale rispettata, conosciuta e temuta da tutti. Assistiamo così all’ascesa al potere di alcuni borgatari romani che decidono di dare una svolta al di fuori della legge alla loro vite scalando la classifica dell’illegalità nella malavita romana e italiana con un’idea nuova in testa: diventare

i padroni della capitale, fino ad allora alla mercè di tanti piccoli gruppi criminali (“Pijamose Roma e pijamosela ‘mo prima che lo faccia qualcun altro”). La serie è una di quelle che “restano” grazie a personaggi (interpretati da attori finora sconosciuti al grande pubblico) che colpiscono e rimangono nella mente dello spettatore. Tra questi ricordiamo lo spietato “Libanese” (Francesco Montanari) , il taciturno “Freddo” (Vinicio Marchioni), l’elegante “Dandi” (Alessandro Roja), la bellissima prostituta Patrizia (Daniela Virgilio) e il commissario Scialoja (Marco Bocci). Tutti si ispirano agli autentici protagonisti

degli avvenimenti raccontati. Finzione e realtà si mischiano in continuazione e le vicende


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narrate sono di conseguenza molto credibili grazie anche alla scelta di rappresentare i fatti in maniera spesso cruda e violenta. La serie è vera e non edulcorata per un pubblico facilmente impressionabile. Diverse scene di sesso “cinematografiche” a cui non siamo abituati in una serie televisiva, sparatorie e pestaggi molto realistici rendono Romanzo criminale qualcosa di unico nello spento panorama della televisione italiana. Grazie anche alla bravura di regista, costumisti e scenografi gli anni di piombo rivivono sui

nostri schermi. Ottimi i costumi, il look degli attori, le auto, le case e gli arredamenti dell’epoca. Molto bella anche la colonna sonora che spazia dalla discomusic (S u p e r t r a m p , Alan Sorrenti, Sylvester) alla musica d’autore italiana (Claudio B a g l i o n i , Franco Califano, Rino Gaetano). Memorabile a tal proposito

la scena di un matrimonio a cui presenzia un giovane Franco Califano a cantare il suo cavallo di battaglia “Tutto il resto è noia” tra il tripudio degli invitati. La parte più interessante è probabilmente il punto di vista della narrazione: quello dei criminali. Lo spettatore viene coinvolto e portato a simpatizzare e a “tifare” per loro. Viene mostrato anche il lato

umano dei cattivi che non sono i cattivi assoluti già visti in altri 13


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telefilm. Sono persone reali, assassini spietati ma con un’anima spesso tormentata e con un cuore talvolta capace di amare. Anche i buoni hanno i loro scheletri negli armadi. Ci troviamo quindi di fronte ad un prodotto lontano dai classici stereotipi della lotta tra bene e male che spesso si mescolano come di fatto avviene nella vita reale. Indimenticabile la scena sotto la pioggia che chiude l’ultimo episodio e non diciamo di più per non svelare niente ai futuri telespettatori. Romanzo criminale è andato in onda tra Novembre 2008 e Gennaio 2009 su SKY e arriverà la prossima primavera su Italia 1. Difficile la prima serata a meno che qualche scena non venga censurata data la crudezza di cui si è parlato. Per il prossimo anno 14

è prevista la seconda serie grazie anche al successo di pubblico e di critica. Si ricorda, tra gli altri, il giudizio dato dal prestigioso critico televisivo del Corriere della Sera Aldo Grasso “Devo ammettere che ci troviamo di fronte a uno degli esiti più riusciti della fiction italiana. La livida saga del Libanese, del Dandi, del Freddo, di Patrizia ha trovato una scrittura che finalmente esce dai canoni dell’agiografia all’italiana.”

Curiosità • In un ruolo minore troviamo quella che è probabilmente l’attrice più conosciuta tra gli interpreti di Romanzo Criminale: Alessandra Mastronardi, la Eva de I Cesaroni. • Gli episodi non hanno titolo. • Michele Placido, regista dell’omonimo film dal cast all stars (Stefano Accorsi, Pierfrancesco Favino, Claudio Santamaria, Riccardo Scamarcio, Kim Rossi Stuart, Jasmine Trinca, Gianmarco Tognazzi, Elio Germano) è il direttore artistico della serie.


/gossip

! p i s s Go Ecco il servizio che sta facendo il giro del Web e non solo: Zac Efron immortalato per Interview Magazine in un servizio molto sexy e poco Disney.

Ed Westwick continua a ripetere di non essere gay e che non ha una relazione con il suo amico-collega Chace Crawford; Ed dice di considerare Chace come un fratello, ma di amare troppo le donne per essere gay: “He’s my brother. But, by God, we are so into our f*cking women it’s ridiculous.”

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03 serie old

di Mara Dallefrate

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Harsh Realm


/serie old

O

ggi possiamo dire che è J.J. Abrams il guru cine-televisivo del momento, ma negli anni ’90 quel titolo spettava, senza ombra di dubbio, all’ideatore e produttore Chris Carter. Agli inizi del 1993 il suo fantascientifico The X-Files conquistò le vette del piccolo schermo internazionale diventando un fenomeno culturale senza precedenti. Tre anni dopo lo sceneggiatore puntò su Millennium, che divenne (neanche a dirlo) un ennesimo successo seriale. Quando questo telefilm venne cancellato, Chris Carter decise di voltare pagina e dedicarsi a un nuovo prodotto televisivo che la critica seriale incoronò come uno dei più importanti precursori dei grandi blockbuster sci-fi moderni: Harsh Realm. Molti di voi probabilmente ricordano ancora con chiarezza la fine degli anni ’90, un momento fondamentale per il genere fantascientifico e per il mondo della tecnologia. Fu infatti nel lontano 1997 che iniziò a diffondersi la cultura del “cyber space” e diventarono di uso comune termini come “virtuale”, “navigare”, “connettersi” e “essere on-line”. In quegli anni, il PC divenne 17


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Con l’inspiegabile successo del Tamagotchi, il pulcino virtuale giapponese da allevare ed accudire, nacquero poi numerose discussioni e talk show televisivi

comportato la diffusione dei videogames di nuova generazione e soprattutto l’utilizzo, sempre più massiccio, di Internet. Infine in seguito al successo della

economicamente più accessibile, soprattutto se assemblato, e fu per tale ragione che entrò nella maggior parte delle case dei cittadini del mondo e si diffuse esponenzialmente anche nel settore terziario; negli uffici pubblici iniziò infatti la digitalizzazione degli archivi e dei dati mentre negli studi tecnici iniziò ad imporsi il disegno al computer comportando così il disuso, nella fase produttiva, di molto materiale storicamente fondamentale per i disegnatori come i tecnigrafi e le penne a china. Fu durante la fine degli anni ’90 che si impose il sistema operativo Microsoft Windows e molti ancora oggi ricordano i notiziari internazionali che ripresero l’assalto dei clienti ai negozi d’informatica per l’uscita di Windows 95.

Playstation, la generazione della seconda metà degli anni ‘90 venne addirittura definita come “Generazione Playstation ”. esattamente come il nostro. Questi anni segnarono questo mondo, dunque un momento , importante per la cultura del “virtual reality” ... E sebbene tu possa tanto che in quel periodo che iniziarono a domandarsi cosa avrebbe effettivamente

Esiste un mondo Tu vivi in insieme alla tua ai tuoi amici non saperlo, sono stato inviato qui per salvarti... 18 E’ solo un !”

famiglia

gioco


/serie old

la popolazione assistette alla nascita di molti film e telefilm dedicati a questo argomento, da Hackers (1995) a VR.5 (1995), da eXistenZ (1999) a Dark City (1998). Alcuni ebbero successo, altri indubbiamente meno fortuna. Quando fu la volta di The Matrix (1999) che conquistò immediatamente la leadership del genere cyberpunk, i concorrenti furono gettati senza incertezze e ripensamenti nel profondo baratro della sconfitta. Questo fu anche il destino di Harsh Realm; nonostante il serial fosse stato ideato un paio di anni prima, ebbe infatti la “colpa” di esser stato lanciato in tv solamente dopo il film dei fratelli Wachowski. Qualsiasi sia stata la ragione della prematura fine del serial (alcuni critici incolparono maggiormente l’opera di David Cronenberg eXistenZ, in cui i personaggi lottavano per le loro vite dentro un videogame) oggettivamente

Harsh Realm è un telefilm che ha molto da insegnare ai possibili

la fidanzata di sempre: Sophie (Samantha Mathis). Ma un’ultima

serial sci fi concorrenti, grazie all’alto livello di immaginazione e alla complessità della trama, mai banale. Il protagonista è Scott Bairstow (Significant Others) nei panni del tenente Thomas Hobbes, un soldato reduce da cinque anni di guerra a Sarajevo. Una volta tornato a casa, l’uomo è deciso a lasciarsi alle spalle la dura vita del soldato per sposarsi con

missione “top secret” lo aspetta... Hobbes viene infatti contattato da un misterioso superiore (Lance Henriksen) per testare Harsh Realm, un gioco virtuale di guerra simulata realizzato dal Pentagono con l’obiettivo di formare i soldati. Utilizzando le informazioni e le immagini satellitari, il Governo è riuscito infatti a riprodurre un gioco quasi perfetto replicando il mondo reale, duplicando ogni uomo, donna e bambino della Terra. L’obiettivo di Hobbes in 19


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questa missione, l’ultima pre pensionamento, è quello di battere

guerra del Vietnam: il generale Omar Santiago (Terry O’Quinn).

lo scorer più alto registrato da un veterano superdecorato della

La missione sembra semplice ed innocua tanto che Hobbes

decide di accettare l’incarico. Ma ben presto risulta evidente che vincere al gioco non sarà facile e che sopratutto Harsh Realm è a tutti gli effetti un gioco di vita o di morte. Una volta risucchiato nel sistema, Hobbes si ritrova infatti intrappolato in un mondo post apocalittico dove Santiago è il dittatore. Come se non bastasse, sembra che il Generale abbia dirottato il gioco con la sola intenzione di far sì che Harsh Realm diventi uno stato totalitario in grado di rimanere in vita dopo la distruzione del mondo reale. L’unico modo per Hobbes di tornare alla sua vecchia vita e dalla sua amata Sophie, a cui è stato raccontato che il fidanzato è morto, è quello di sconfiggere Santiago con l’aiuto del soldato Mike Pinocchio (DB Sweeney) e della muta guerriera e guaritrice Firenze (Rachel Hayward). Harsh Realm possiede tutti i temi più cari a Chris Carter, come gli intrighi governativi, i mondi nascosti e la lotta del singolo contro il male dilagante. Ma il suo buio e fantastico mondo morì prematuramente su Fox America dopo soli tre episodi a causa dei bassi ascolti. Le rimanenti sei puntate già prodotte dal team di Chris Carter vennero trasmesse da FX chiudendo così il capitolo del game seriale.


/serie old Curiosità • La parte di Santiago è stata scritta appositamente per Terry O’Quinn. • Il personaggio del tenente Hobbes prende il nome dal filosofo Thomas Hobbes, il padre della filosofia politica moderna. • James D. Hudnall e Andrew Paquette, autori del comic book “Harsh Realm”, citarono in giudizio Chris Carter e Fox Network per la totale assenza dei loro nomi nei credits dello show televisivo. Secondo alcuni rumors, fu proprio per questa causa vinta da James D. Hudnall e Andrew Paquette che vi fu una rottura nel rapporto CarterFox che portò poi alla cancellazione del serial. • Le riprese del telefilm sono state fatte a Vancouver, British Columbia, Canada. • L’espressione “harsh realm” deriva da una bufala che risale al 1992, quando un rappresentante delle vendite della Sub Pop Records disse ad un reporter del New York Times che i ragazzacci di Seattle avevano il loro proprio slang e che quel “harsh realm” era una delle espressioni chiave. • Diversamente dal fumetto, che era ambientato in un mondo altamente fantastico, la serie tv si svolge in un contesto post apocalittico di una terra desolata.

Nonostante questa triste fine, possiamo affermare che lo show era ben organizzato e il cast ottimo. DB Sweeney ha offerto al suo p er s o na gg io, Mike Pinocchio, un mix di vulnerabilità e superiorità che lo hanno reso, a tutti gli effetti, il personaggio più brillante della serie tanto che il regista stesso lo paragonò immediatamente a un eroe del grande schermo: Han Solo. Nei panni di Florence, Rachel Hayward ha mostrato p a ra l l ela m ent e tenacia e molta emozione; non molti attori sarebbero capaci di creare un personaggio “regular” così grandioso e fortemente espressivo senza avvalersi dell’aiuto delle battute. Da segnalare infine l’ottimo lavoro di Mark Snow che è riuscito a creare, attraverso l’utilizzo di alcune citazioni dei

discorsi di Mussolini, una sigla eccezionalmente angosciante,

in grado di trasmettere al telespettatore la reale idea del disperato mondo di Harsh Realm. Ricordatevi... “E’ solo un gioco!”

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04 personaggio maschile

di Maura Pistello

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Kevin Walker


/personaggio maschile

Q

uando i produttori e sceneggiatori di Brothers and Sisters hanno parlato della possibilità di inserire un quarto fratello gay nella variegata e complessa famiglia Walker, il “Kevin” che avevano in mente non era certo quello che tutti noi conosciamo dalle puntate di Brothers and Sisters. Kevin Walker, Bryan era il nome scelto nella prima stesura, originariamente doveva essere un uomo sposato e con figli che prendeva atto della sua omosessualità, (a quel punto si sarebbe parlato di bisessualità), già dopo una fase della sua vita; il tema trattato sarebbe stato il divorzio dalla moglie e la lotta per la custodia dei figli, probabilmente sarebbe stato interessante un personaggio anch’esso sfaccettato, ma qualcosa di già visto. Non c’era originalità in un uomo che fa outing a 35/38 anni, è questo probabilmente che ha pensato Jon Robin Baitz, creatore della serie. E così è venuto alla luce Kevin Walker: un giovane uomo di 35 anni, quarto figlio di Nora e William Walker (in ordine sono: Sarah, Kitty, Tommy, Kevin, e Justin). Figlio di una Democratica e di 23


telefilm-central un repubblicano, Kevin è gay dichiarato e convinto dall’età di 16 anni, da quando ebbe un’esperienza sessuale con un ragazzo, tale Tucker Booth (in pieno stile Walker, Tucker è stato anche primo ragazzo di Sarah e il primo che fece fumare una canna a Justin). Il personaggio di Kevin rimane nel cuore e colpisce proprio per la sua evoluzione, lenta ma determinante. Prima, uomo in carriera concentrato a ottenere successo e soldi, con l’impossibilità di riuscire ad avere una relazione stabile e duratura, poi la struggente ed emozionante storia d’amore con Scotty con il quale convolerà a nozze, in una delle puntate più toccanti della seconda stagione. Egocentrico, complesso, sfaccettato, appassionato e dolce: questi sono solo alcuni degli aggettivi che posso usare per descrivere Kevin Walker e per presentarlo a coloro che non lo conoscono. Brothers & Sisters non è certo il primo tv show 24

statunitense ad affrontare il tema dell’omosessualità, primo tra tutti Will & Grace, che in

chiave comedy ci presentava per la prima volta due protagonisti apertamente gay.


/personaggio maschile

La diversità che si coglie in Brothers & Sisters e in Kevin è l’assenza degli stereotipi più comuni che vengono usati per descrivere gli omosessuali, molte

ottenuta (Elizabeth Walker, è la figlia biologica di Kevin) ma affettivamente ancora da conquistare.

Scheda

volte volutamente caricati per dare maggior risalto e significato alla loro presenza nella storia. E’ la naturalezza e la semplicità che piace sia nella sceneggiatura sia nella crescita del personaggio che non è statico, ma si evolve. Probabile che il prossimo passo per Kevin sarà la paternità, biologicamente già

Sesso :U Età: 3 omo 5 Anno d Occup i nascita: 1 972 azion e alle c omun : Avvoca t icazio McCa ni pe o, addet llis t r il Famig ter Senat o li ore • Willia a: m • Nora Walker (pa Walke d r (mad re; decedu • Sarah to) re) Walke • Kitty r McCa (sorella) llister • Thom (so a • Justin s Walker (fr rella) atello W a lker ) • Ryan Laffer (fratello) t Situa y ( f r a tell zio Scotty ne sentim astro) entale Wand e Figli: : spos ll ato co Elizab n eth W biolog ica) alker (nipot e/figli a

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05 personaggio femminile

Tara Gregson

di Filippo Troncone

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/personaggio femminile

H

a t u tte le

carte in regola per essere una delle serie p i ù

interessanti della stagione televisiva americana 2008/2009. Stiamo parlando di United States Of Tara, l’ultima creatura di Diablo Cody, che per i più distratti è la mente di Juno, il caso cinematografico del 2007, film vincitore di un Oscar proprio per la sceneggiatura originale ad opera di Diablo. La storia è quella di Tara Gregson, all’apparenza la tipica moglie e madre di una altrettanto tipica famiglia americana, con marito, figli adolescenti e villetta a due piani con giardino. Peccato però che Tara, interpretata dalla bravissima Toni Colette (vista di recente all’opera in “Tell Me You Love Me” e ancora prima a fianco di Hugh Grant nel film About A Boy) soffra di una forma tanto acuta quanto bizzarra di Disturbo

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telefilm-central dissociativo dell’identità (DID). A causa di ciò Tara è “posseduta” da altre 3 personalità: la teenager sfrontata T, l’alcolizzato veterano del Vietnam Buck e la “casalinga

disperata” in stile anni ‘50 Alice. Man mano che la serie si sviluppa veniamo a conoscenza sia della vera Tara che dei suoi alterego. E qui entra in campo la già menzionata bravura di Toni Colette, che nel volgere di uno sguardo passa da un personaggio all’altro, in maniera imprevedibile come il disturbo che deve interpretare. Ovviamente la trasformazione che più colpisce è quella di Buck e non solo perchè si parla di un 28

personaggio maschile interpretato da una donna. Puntata dopo puntata ci si accorge che quello che all’apparenza è solo uno svitato reduce di guerra, amante del wrestling e dei film porno, è in realtà un essere umano capace di provare sentimenti profondi e di essere d’aiuto quando serve davvero. Anche Alice, sulla carta la moglie e la mamma perfetta con i suoi modi educati e i suoi manicaretti succulenti, è un personaggio complesso e particolare, intrappolato tra il perbenismo middle-class di cui è simbolo e la voglia, nemmeno t r o p p o repressa, di diventare la p er s ona lit à dom ina nte tra quelle in gioco. S e n z a d i m ent ic a r e ov v ia m ent e T, che sulla carta è la più divertente di tutte. Vederla m e n t r e indossa i vestiti di sua figlia, cerca di sedurre ogni

maschio in circolazione (compreso il marito), fumare di nascosto, avere sempre un atteggiamento da sedicenne strafottente può far sorridere. Ma è un sorriso grottesco, perchè capita sempre più spesso di vedere 40enni che si atteggiano a ragazzine, senza essere affette da nessun DID. L’altro aspetto su cui si regge USOT è l’interazione tra le molteplici Tara e le persone che le stanno accanto. Ovvero: Max, il marito interpreatato da John Corbett (il mitico dj radiofonico di Un Medico Tra Gli Orsi, ma anche


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il compagno di Kerry Bradshow in 22 episodi di Sex & The City e non ultimo il protagonista maschile di Un Grosso Grasso Matrimonio Greco). La faccia calma, protettiva e riflessiva della famiglia, ormai abituato ai cambiamenti improvvisi della moglie ma non per questo meno deciso nello scoprire il perchè della malattia. K a t e , la figlia adolescente interpretata da Brie Larson, tanto carina q u a n t o sfacciata e p u tt a n el la come solo gli adolescenti sanno essere. Bastian contraria per vocazione, di tutte le incarnazioni di Tara apprezza soprattutto quella con T, una sorta di sorella adolescente che le permette di fare ogni cosa. Marshall, il figlio 14enne gay interpretato da Keir Gilchrist. Ultrasensibile, ordinato, elegante e raffinato. Un adolescente davvero atipico rispetto alla media dei suoi coetanei, capace di capire il problema di Tara ma anche bisognoso in certi casi di

una madre “a tutto servizio”. Charmaine, la sorella di Tara interpretata da Rosemarie DeWitt. Come ogni sorella è gelosa di Tara e in fondo anche della sua malattia. Ogni attenzione è per Tara mentre lei è la “pecora nera della famiglia”. Vorrebbe essere al centro del mondo, nel bene e nel male, vorrebbe u n marito c o m e Ma x... Ma in fondo v u ol e bene alla sorella (e alle sue personalità) e alla sua famiglia. Tutto questo calato nelle splendido e spietato mondo della provincia americana, che abbiamo imparato ad amare telefilm dopo telefilm. Lo spettatore viene a contatto con Tara nel momento in cui lei ha deciso di interrompere le cure per la sua malattia, per riuscire a capire meglio da cosa essa sia causata. Così facendo però, le personalità di Tara tornano prepotentemente alla ribalta, creando le situazioni che sono alla base di ogni puntata della serie.

Un telefilm che riesce ad essere divertente senza essere comico, serio senza piangersi addosso. Un modo per parlare delle varie derive della società moderna (i rapporti umani, le personalità che ognuno si crea anche quando non vuole, il mondo del lavoro, la famiglia, le diversità) in maniera ritmata e non banale. Da vedere! Curiosità • In realtà c’è un’ulteriore personalità, Gimme, una sorta di mostriciattolo dagli atteggiamenti animaleschi. Una new entry tra le personalità di Tara, esce solo di notte e nemmeno lei ne era a conoscenza. • Brie Larson oltre a fare l’attrice è anche una cantante pop con all’attivo un album del 2005 Finally Out Of P.E.. • La serie viene trasmessa da Showtime, che dopo i primi 13 episodi ha già confermato la serie per altre 12 puntate nella prossima stagione. • La serie è ambientata in Kansas per la precisione a Overland Park. • Toni Collette canta nella band chiamata i Finish e suo marito, David Galafassi, fa il batterista.

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Magic Moments a cura di Sara Esposito 30


/magic moments Musica, immagini, emozioni. Un iter naturale, un legame indissolubile, un mix unico che rende una determinata scena “La Scena”; quella per la quale vi siete commossi fino a singhiozzare, o magari avete riso a crepapelle e che senza quella determinata colonna sonora non avrebbe sortito lo stesso effetto. È questo che voglio raccontarvi, vi voglio parlare dell’esatto momento in cui l’occhio inizia a diventare lucido contro ogni volontà e magari il nodo in gola inizia a farsi violento a causa (o per merito) della musica che accompagna le immagini. Nella mia personale classifica telefilmica dei momenti memorabili spicca tra tanti l’indimenticabile addio del Dott. Mark Greene in E.R. con una splendida e strappacuore “Somewhere over the rainbow”. Piansi davvero per ore, piansi come non avevo mai fatto per un telefilm. Ma questa volta non voglio parlarvene in prima persona, infatti, a riportarvi alcuni questi di magic moments saranno due utenti di TC. A Lockecole e ivangt la parola.

Lockecole Battlestar Galactica – Episodio 3.19 All Along the Watchtower – Bob Dylan / Bear McCreary Una musica dai suoni orientaleggianti domina l’episodio tramite brevi sequenze di note che tormentano un ristretto numero di personaggi. Quando i quattro si incontrano e scoprono di essere cylon, crediamo per un momento di aver scoperto il mistero che si cela dietro alla melodia, ma quest’ultima si rivela non essere altro che un arrangiamento di “All Along the Watchtower” di Bob Dylan: una canzone terrestre, una canzone che conosciamo! E mentre gli spettatori tentano di ricollegare i vari pezzi del mistero, mentre i personaggi si preparano alla più grande battaglia che abbiano mai dovuto affrontare,

Ivangt SIX FEET UNDER – 5.12 Everyone’s Waiting Breathe me - Sia IL finale di serie. Di sicuro il più bello che io abbia mai visto, ma probabilmente anche il finale più straordinario che sia mai stato concepito per una serie. Avete mai provato la sensazione di trovarvi davanti a qualcosa che sapete essere assolutamente perfetto così, anche se è la prima volta che lo guardate? Qualcosa per cui andare a cambiare una sola virgola finirebbe irrimediabilmente per rovinare l’effetto d’insieme? Beh, questo è quello che io ho provato guardando questi ultimi 6 minuti

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telefilm-central mentre la musica continua a dominare la scena, la telecamera si spinge verso altre galassie e altri sistemi, portandoci a vedere un pianeta che non pensavamo avremmo visto così presto: la Terra. Due delle più grandi rivelazioni dell’intera serie si sono palesate tramite un’affascinante e trascinante melodia

di Six Feet Under. E parte integrante dell’insieme è ovviamente la canzone che ci accompagna in questo ultimo metaforico viaggio in macchina, che ci “scorta” verso la fine. E la canzone crea un legame tanto profondo con quelle scene che pensare di vederle con un altro sottofondo musicale sarebbe assurdo, così come risentire quelle note le rievoca inevitabilmente. Cercare di descrivere quelle sequenze mi sembra privo di senso, perché non si potrebbe esprimere a parole il senso di poetica perfezione che emanano.

Arrested Development Arrested Development Soundtrack – David Schwartz E’ necessario fare uno strappo alla regola parlando della musica di questa serie. Inutile scegliere un singolo elemento della colonna sonora, quando quest’ultima è nella sua interezza una componente fondamentale della struttura comica della serie. Ad una comicità prevalentemente (ma non esclusivamente) basata sull’utilizzo di tormentoni, si accompagna una ricca colonna sonora in grado di suscitare tanta ilarità quanto riesce a farlo la sceneggiatura. Infiniti gli esempi: dalla parodia bondiana “For British Eyes Only” allo storico duetto tra Gob e Franklin “It Ain’t Easy Being White”, da “Big Yellow Joint” al jingle drammatico utilizzato per i momenti più soap-operistici tra Oscar e Buster. Ma, se volete un solo titolo, non posso non citare il tormentone “The Final Countdown”, che ogni fan della serie non può non ricollegare agli imbarazzanti spettacoli di magia di Gob Bluth.

BATTLESTAR GALACTICA – 4.02 Six of One Wander my friends - Eric Rigler Le musiche di Bear McCreary sono uno dei punti di forza di Battlestar Galactica. Quello di questa scena è il tema militare degli Adama ed è un tema ricorrente in tutta la serie, ma io ne sono rimasto particolarmente toccato proprio in occasione di questo episodio della quarta stagione. Lee Adama ha ufficializzato il suo ritiro dalla vita militare per iniziarne una politica. E a salutarlo e a rendergli onore nel momento del congedo trova schierato l’intero equipaggio del Galactica, con le cornamuse che scandiscono il passaggio dal formale saluto militare ai successivi e decisamente più informali abbracci con quelli che fino ad allora erano stati i suoi colleghi. Lo stesso McCreary ha dichiarato che “l’intimità dello strumento crea un’atmosfera commovente ma non troppo sentimentale mentre Lee saluta i suoi compagni ed era esattamente ciò che cercavo di esprimere”. E credo che ci sia riuscito, generando nello spettatore quella ormai consueta sensazione di pelle d’oca che BSG e pochi altri oramai riescono a provocare.

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Lost Make Your Own Kind of Music – Mama Cass Elliot Vi sarete senza dubbio stancati di leggere lodi di questa scena, ma poche serie sono riuscite a realizzare un connubio tra immagini e musica altrettanto efficace. In risposta ad uno dei cliffhanger più clamorosi e discussi della storia della televisione, la seconda stagione di Lost si apre in maniera atipica, mostrandoci la routine mattutina di un uomo misterioso. La canzone di Mama Cass fa rilassare lo spettatore, che per un momento dimentica le aspettative che lo avevano spinto alla visione pochi minuti prima, e tale sensazione viene improvvisamente distrutta quando la canzone si interrompe bruscamente e, nel giro di pochi secondi, ci rendiamo conto che quanto abbiamo visto non era altro che la vita quotidiana all’interno della botola. Una sequenza che rimarrà nella storia.

BUFFY THE VAMPIRE SLAYER – 5.22 The Gift Sacrifice - Christophe Beck Il centesimo episodio della serie. Quello che avrebbe potuto esserne il finale definitivo. E invece no, ma questa è un’altra storia. Concentrandosi solo su questi ultimi minuti, abbiamo una di quelle sequenze che sono poi difficili da dimenticare. Buffy che prende coscienza di ciò che deve fare per salvare ancora una volta la pelle a tutti, ma stavolta con una differenza: deve sacrificare la sua di pelle. E la musica di Beck che si introduce prima quasi timidamente e malinconicamente nella scena, mentre vediamo Buffy e Dawn parlare per l’ultima volta, cresce pian piano di intensità fino a raggiungere l’apice nel momento del sacrificio vero e proprio, quando la Cacciatrice si lancia nel portale per chiuderlo, e decretandone il trionfo. Un trionfo amaro, certo, ma pur sempre un trionfo. E poi ancora quelle note, che accompagnano inesorabili il dolore delle persone che a Buffy tenevano e che la ritrovano senza vita, fino a terminare sull’inquadratura di quella lapide, che paradossalmente riesce, però, ad esprimere una naturale sensazione di triste dolcezza.

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telefilm-central Twin Peaks Dance of the Dream Man – Angelo Badalamenti Nel momento in cui scrivo non ho ancora portato a termine il mio disturbante e affascinante viaggio a Twin Peaks, ma non posso non citare la danza del nano tra le “sequenze musicali” memorabili. E’ con la sequenza del sogno di Cooper che la vera natura della serie si rivela. Dopo aver trascorso le prime ore della serie ad osservare con occhio critico ed attento i comportamenti degli abitanti della cittadina, una sequenza onirica ci porta nella mente dell’agente Cooper, dello straniero, dell’uomo a cui credevamo di poterci aggrappare per mantenere un occhio razionale sulla situazione. Una sequenza che evito di commentare ulteriormente, non avendo ancora una visione completa della serie, ma che era assolutamente inevitabile citare.

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24 Silent Clock

Perché la musica può dare ulteriore significato ad una scena, ma altrettanto può fare un silenzio. Al termine della prima stagione di 24, l’orologio che per tutta la giornata aveva scandito il passare delle ore rimane silente, così come noi spettatori, non in grado di accettare che la donna che Jack ha tentato di salvare nel corso delle precedenti 24 ore sia davvero morta. Il tempo è il nemico principale di Jack Bauer, il suo scorrere inesorabile ha causato numerosi problemi al nostro eroe nel corso della giornata, ma questa volta, per la prima volta, pochi minuti hanno fatto la differenza e Jack non è stato in grado di impedire in tempo la morte di Teri. E, nel momento in cui si trova a stringere a sé il cadavere della moglie, per Jack il tempo perde totalmente di significato.

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ALIAS – 1.04 A Broken Heart Angel - Sarah McLachlan Questa puntata e questa scena in particolare credo abbiano rappresentato il momento in cui ho capito che Alias non era solo un semplice telefilm d’azione con combattimenti e intrighi a farla da padrone assoluto, ma che c’era qualcos’altro a rendere il mix speciale e quasi unico: l’umanità dei personaggi. In una situazione così lontana dallo spettatore medio come quella del mondo dello spionaggio, le emozioni e i sentimenti dei protagonisti sono genuini e reali. Ed ecco che Sydney si ritrova a piangere e a sfogarsi con Vaughn a proposito del suo rapporto col padre e delle implicazioni del suo nuovo impiego da doppiogiochista e i relativi sensi di colpa che esso trascina con sé. La canzone della McLachlan credo sia conosciuta ai più ed è uno di quei brani che riesce ad avvolgere completamente l’ascoltatore; nel caso specifico è assai indicata e ben contribuisce a definire quello che è lo stato d’animo di Sydney. HOW I MET YOUR MOTHER – 2.09 Slap Bet Let’s go to the mall - Robin Sparkles Prima della messa in onda di questo episodio la canzone succitata non esisteva. E non è certo la prima volta che accade una cosa del genere: siti web citati in una serie tv che si dimostrano poi essere realmente presenti in rete, ad esempio. In How I Met Your Mother questo succede abbastanza spesso e porta con sé vagonate di risate. Nell’episodio in questione, Marshall e Barney scommettono su quale sia il motivo che spinge Robin a stare lontana dai centri commerciali: sarà colpa di un matrimonio in un centro commerciale come sostiene il primo oppure Robin vuole nascondere di essere stata in passato un’attrice porno, cosa di cui è convinto il secondo? Beh, nulla di tutto questo: semplicemente nel suo passato da teenager in Canada, Robin, col falso cognome Sparkles, aveva inciso un paio di canzoni che l’avevano portata in testa a tutte le hit parade nazionali. Per capire il motivo dell’imbarazzo della bella canadese è sufficiente ascoltare il testo o vederne l’esilarante e datato videoclip: le risate sono assicurate, la musica può servire anche a questo.


tiziana

/top5 di...

1

Battlestar Galactica

Lo spazio come pura scenografia della Storia dell’uomo. Guerra, razzismo, pulizia etnica, genocidio, religione, lotta di classe, diritti umani, speranza di pace. Attenzione: titolo altamente fuorviante!

30 Rock

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Prendete una donna brillante e ironica, un attore naviga to che sa prendersi in giro, una schiera di splendidi caratteristi, i grattacieli di Manhattan e guest stars che orami fanno a gomitate per varcare gli studi della NBC. La televisione che si mette a nudo con sarcasmo.

a le atmosfere cupe dei Un poliziesco corale, serio e avvincente, ma senz nevrotica e golosa di dolci, “colleghi” stile NYPD. Un capo donna, tenace, azione del suo capo. una squadra affiatata, casinista ma in totale ador Poche armi, e tanta intuizione.

Carnivale 4

3The Closer

Un gioiellino chiuso troppo presto lasciando molte questioni irrisolte. Ma rimane indimenticabile la carrellata di personaggi “da circo” che si affrontano nel più rappresentato degli scontri, quello tra il Bene e il Male. Una sigla che mette i brividi.

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Si può tifare per un serial killer? Si può sperare che non venga preso? Si può compatirlo e giustificarlo? Beh con Dexter tutto questo è possibile. E la linea di confine tra cosa è giusto e cosa è sbagliato diventa sempre più sfumata, anche se non lo ammetteremmo mai, se non fosse un telefilm...

Dexter

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vincenzo

marco telefilm-central

Lost

1

A questo punto aspetto che finisca in grande stile senza trascinarsi troppo per anni come altre serie di successo (su tutte C.S.I. e E.R.). Fino ad ora un serial fantastico, ricco di colpi di scena e di misteri, sempre capace di stupirti. Credo proprio che niente prima di Lost abbia avuto la capacità di tenere incollato lo spettatore allo schermo così. “We have to come back…”

2

Un colpo di fulmine. La serie più bella mai girata in Italia (non che fosse difficile…). Bravissimi interpreti e ottima produzione con scenografie e costumi che niente hanno da invidiare alle più costose produzioni americane. Per chi fosse interessato alla storia recente del nostro paese questa serie rappresenta un must.

Romanzo Criminale

eri (da “Fuga da Alcatraz” Per un appassionato di film ambientati nelle carc e altri) una serie così è il a “Le ali della Libertà” a “Fuga di Mezzanotte” del piano verso la libertà massimo. Un intreccio mai banale, l’idea geniale volta, per una storia che ci tatuato sulla pelle che scopriamo un poco alla non siano mai finite. dimostra come le risorse a nostra disposizione

Prison Break

5

In Viaggio nel Tempo

3

Serie ormai datata e che ha subito una programmazione televisiva assurda. Forse non molti la ricordano; era una serie fantascientifica che di fantascientifico aveva solo il tema di fondo: il protagonista saltava nelle vite delle persone sostituendosi a loro per qualche giorno cercando di sistemare le cose. Assistevamo così ora alla storia di un pugile di New York nel 1970, ora a quella di una casalinga di Seattle nel 1955. Innovativa. “Oh mamma!”

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Geniale l’idea che ne sta alla base: 24 puntate di un’ora ciascuna a ricostruire una giornata della vita di un agente dell’anti-terrorismo e delle persone a lui collegate. Alla lunga è diventata ripetitiva e sempre più irrealistica nei tempi. La prima stagione era molto più verosimile. Aspetto con ansia il trasferimento da L.A. alla East Coast: dovrebbe rivitalizzare una serie che iniziava a spegnersi.

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vincenzo 1

/top5 di...

Battlestar Galactica

Non la solita fantascienza. Ma una fantascienza che scava, esplora e rappresenta l’attuale condizione umana. Un viaggio nel mondo moderno descritto ogni singola prospettiva. Un’opera che descrive il viaggio di quel che resta dell’intera umanità verso casa. Verso un’ipotetica salvezza. Arriverà mai?

Alias

2

Azione, dramma, spionaggio, un pizzico di sci-fi. Perso naggi sospesi tra il bene e il male, tra giusto e sbagliato. Guest star d’eccezione come se piovesse. La serie più cinematografica. La serie che ha fatto conoscere a tutti il genio di JJ Abrams. La serie che rimane, tutt’ora, il suo capolavoro.

stagione. Una serie che Soap, humour nero, dramma e un giallo per ogni e dell’America di oggi, riesce acutamente ad analizzare le contraddizion tamente i difetti. Sempre mostrandone i pregi e comicizzandone esaspera con graffiante eleganza.

3

Desperate Housewives

Magica. Surreale. Divertente. Dolce. Amara. Gli aggettivi si sprecherebbero. Non è solo una serie. Pushing Daisies è una favola dolce, come un pezzo di torta, sull’amore. Un amore impossibile tra il Creatore di torte, Ned, e Chuck, il primo amore tornato in vita. Visivamente stupefacente: quanto Tim Burton incontra Amelie.

True Blood

Pushing Daisies

4

Amore a prima vista. Siamo ancora ad una sola stagione ed è già folgorazione totale. Amo tutto di questa serie. Amo l’aria malsana e malata che si respira durante la visione (grazie anche alle splendide location e alla stupenda fotografia). Amo la colonna sonora, così dannatamente enfatica alle volte. Amo la pulsione sussuale tra i due protagonisti (anche solo con uno sguardo). Amo la storia. Amo i personaggi. Amo il cuore di tenebra che possiede. Amo questo mix insolito e irresistibile di drama, commedia, fantasy e crime, indice di estrema libertà di espressione. Attenzione, però, ad una sola regola: mai prenderla troppo sul serio.

5

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josh

A

telefilm-central

Pushing Daisies

1

Una vera e propria fiaba, con colori e immagini rubate alle più belle favole da sempre raccontate a grandi e piccini. Ned, Chuck e Emerson sempre in cerca della verità, creando un mix perfetto di umorismo, romanticismo e poliziesco. Primo posto meritato grazie alla capacità di far entrare in un mondo fantastico pieno però di problemi ‘da grandi’.

Dopo un inizio per me lento e a primo impatto macab ro, Dexter mi ha tenuto incollato al televisore tanto da vedere la prima serie quasi tutta d’un fiato. Nella battaglia tra bene e male vince indubbiamente Dexte r, personaggio freddo, a suo modo razionale e (quasi sempre!) distaccato... capac e di fare giustizia da sé, quando la giustizia non arriva in tempo.

Dexter

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e bizzare famiglie di Quale modo migliore che ‘farsi i fattacci’ dell giorni? Bree, Lynette, Wisteria Lane per staccare dalla vita di tutti i i, divorzi, tradimenGabrielle, Edie e Susan alle prese con matrimon tutto però condito dal ti, liti, omicidi e tanti tanti altri problemi! Il posizione! giusto surreale umorismo, degno di una terza

4 Studio 60

Desperate Housewives

E dopo aver origliato dalle porte di Wisteria Lane, se fuga deve essere, perché non andare a fare un giro negli studi televisivi di Los Angeles? Piacevoli e curiose serate passate dietro le quinte di Saturday Night Live, tra i corridoi della NBC... Quale VIP acchiapperò nel prossimo episodio?

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Il fascino dei supereroi al quinto posto! Gli eroi, tanti e alcune volte incompresi, rimangono pur sempre mitici! Se avessi qualche anno in meno sul mio zainetto ci sarebbe scritto: Hiro Nakamura!

Heroes


Alessio

/top5 di...

1

La mia magica serie. La prima serie in assoluto che ho iniziato a seguire dal primo all’ultimo episodio, senza mai stancarmi e che fa parte di me. Una serie che si può dividere in due parti: una drammatica per i primi 4 anni e una più soft e “grottesca” per le ultime 4. Un gioiellino della televisione americana, del resto, è durata per 8 anni senza mai stancare il pubblico.

Streghe

Supernatural

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Telefilm che prima della trasmissione italiana avevo snobb ato a priori, si è rivelato essere la mia serie preferita di queste ultime stagioni televisive dopo la -giusta- fine di Streghe. Buone le storie, con la perfetta dose di terror e, ansia, angoscia, ma anche con le giuste battutine comiche che non guastano mai.

. Protagoniste le divertenUna delle più divertenti sit-com degli anni 2000 nda Bynes), che con la loro ti e belle Valerie (Jennie Garth) e Holly (Ama uistare il pubblico. Nota prorompente simpatia riescono da subito a conq sman, che di merito anche alla simpatica attrice Leslie Gros interpreta la “surreale” Lauren.

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Le Cose che Amo di Te

Il teen-drama di ultima generazione, con personaggi tanto odiosi quanto amabili. Storie trite e ritrite per il genere, ma affrontate comunque in modo diverso e non banale. E poi, chi non vorrebbe vivere di rendita nell’Upper East Side di Manhattan? Certo, senza tutti i loro i problemi.

Gossip Girl

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Iniziata a seguire quasi per caso su Canale 5 in una giornata estiva, è una serie che riesce a ipnotizzarti già dai primi minuti, con i suoi dialoghi sempre brillanti e mai banali, e due protagoniste di cui ci si innamora a prima vista. Un telefilm che rimarrà per sempre nella storia delle televisione, e che avrà sempre un piccolo spazio nel mio cuore.

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Gilmore Girls

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...l’avventura continua su www.telefilm-central.org


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