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Settimanale di
8 marzo 2013
attualità, cultura, spettacolo, musica, sport e appuntamenti ANNO XIV N. 09
a soli € 0.50 in edicola
ritratto di famiglia Nonna Zora tra i suoi nipoti e pronipoti
Domenica 3 marzo, nella cornice della Locanda Andrea alle porte di Carpi, si sono riuniti per festeggiare i 100 anni della signora Zora Ferrari, i 4 figli, i 12 nipoti e rispettivi pronipoti, insieme ad amici e conoscenti che hanno voluto renderle omaggio con gioia e calorosa partecipazione. Lorella Sassi, Simonetta Lugli, Enrica Arletti e Bianca Betti
unite da ago e filo. E’ nato a carpi il knit cafè
Giulia Bassoli
giulia bassoli: laureata con una tesi su gomorra
Maurizio Mazzacani, Aldo Dignatici e Sergio Lalletti
a lezione di sicurezza coi vigili del fuoco
Maria Capone
addio prof: sarai sempre nei nostri cuori
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Libri
da non perdere!
Tra le righe...
Impossibile andare avanti così
Per non dargliela vinta di Giovanna Ferrari
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iulia Galiotto aveva 31 anni quando, l’11 febbraio del 2009, è stata assassinata a colpi di pietra dal marito Marco Manzini, che pure amava, e dal quale voleva un figlio che invece lui non era pronto a darle. Il fatto non è accaduto in un’area depressa del Paese, in una parte d’Italia dimenticata da istituzioni e servizi sociali. No, il barbaro omicidio è avvenuto a San Michele dei Mucchietti, nella ricca Sassuolo. Un dato che indica chiaramente come, purtroppo, quello delle violenze e degli omicidi di donne perpetrati da parte di mariti, compagni, genitori, parenti non sia un tema legato alla criminalità, a contesti di marginalità sociale, a una diversa provenienza culturale o appartenenza confessionale. In Italia, i dati relativi ai femminicidi assumono i tratti di un vero e proprio bollettino di guerra. Giulia è stata una delle 119 donne uccise nel 2009; numero salito a 127 nel 2010; 120 nel 2011, numero uguagliato lo scorso anno. Nel nostro Paese, ogni due giorni, viene uccisa una donna. Nella maggior parte dei casi gli autori di questi delitti sono mariti ed ex fidanzati. Delitti che si consumano tra le mura domestiche. Altra considerazione allarmante, si registra un aumento consistente di violenze contro le donne proprio all’interno di rapporti sentimentali, che rappresentano l’85% di tutte le violenze, il 3% in più rispetto al 2011. La storia di Giulia è, da questo punto di vista, emblematica: il marito l’ha attirata nel garage dei genitori, colpendola ripetutamente a morte e, dopo essersi cambiato, l’ha infilata in un sacco, trascinata via, gettata sul greto di un fiume e, per inscenare un suicidio, ha riutilizzato una lettera scritta dalla donna quattro anni prima. Ma al dramma della sua atroce scomparsa si è aggiunto, per i genitori di Giulia, quello di una giustizia ‘ingiusta’ che, condannando il marito, non ha accolto l’aggravante della premeditazione del delitto, eseguito con sorprendente freddezza e calcolo. Da questa richiesta di giustizia negata è nato Per non dargliela vinta, il libro scritto da Giovanna Ferrari, madre di Giulia. Un vero e proprio atto di ribellione: “Giulia era mia figlia e il calvario che io e mio marito abbiamo vissuto durante il processo ci ha segnato, umiliato e devastato. Ma Giulia non è l’unica vittima di questa società, ancora così profondamente maschilista, dove alla fine spunta sempre una giustificazione, per ipocrita che sia, all’uccisione di una donna”. Per raccontare la storia di Giulia e per riflettere su un fenomeno troppo spesso liquidato sbrigativamente e con parole di circostanza, l’autrice sarà a Carpi, sabato 9 marzo presso la Camera del Lavoro della Cgil, a dialogare con l’avvocato Giovanna Fava, lo psicologo Giorgio Penuti e la consigliera comunale Daniela De Pietri, la quale presenterà anche il progetto di Legge Regionale Contro la Violenza sulle Donne. Marcello Marchesini
Il graffio
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Non è escluso che i malviventi tornino presto in azione in un altro supermercato della nostra città”, è la premonizione del cronista della Gazzetta di Carpi che, rifacendosi al noto proverbio “non c’è due senza tre”, ipotizza un altro colpo come quello di Cibeno e via Marx. Un’esplosione fortissima ha svegliato un altro quartiere di Carpi a distanza di un mese dal furto di 50mila euro al Conad di via Roosevelt: intorno alle 4.30 della notte tra sabato e domenica scorsi la cassaforte del Conad di via Marx è stata fatta saltare con l’esplosivo. Bottino: 80mila euro, l’incasso di quattro giorni di lavoro. La somma custodita nella cassa continua doveva essere prelevata dall’istituto di vigilanza incaricato e consegnata alla banca. Sul posto gli agenti hanno rinvenuto tracce di gas acetilene, un cavo elettrico e lo sportello della cassa continua sventrato: è quasi certo che sia la stessa banda ad aver ripulito i due Conad, indubbio che si tratti di professionisti in grado di maneggiare dell’esplosivo. “A parte questo maxi colpo e alcune rapine - ha commentato il titolare del Conad - ci danneggiano molto i furti quotidiani: una media di 3-4 persone che ogni giorno fanno sparire della merce per un valore annuo che supera i 100mila euro”. Considerando i rischi che si corrono, come si fa ad andare avanti così?
Sara Gelli
La Iena
Come li vedi i risultati elettorali? Dario Fo come Presidente Repubblica e Grillo al Consiglio? Mistero buffo! Frase della settimana...
“I 30 orari? Ma in bicicletta si va più veloce, è sufficiente i 50 orari fatti rispettare! Secondo me va messo un limite al quoziente intellettivo di chi le pensa”. Commento tratto da www.temponews.it relativamente all’introduzione della Zona 30 in via Remesina.
attualità, cultura, spettacolo, musica, sport e appuntamenti
DIRETTORE RESPONSABILE Gianni Prandi CAPOREDATTORE Sara Gelli REDAZIONE Jessica Bianchi, Francesca Desiderio, Enrico Gualtieri, Federico Campedelli, Francesco Palumbo, Marcello Marchesini, Clarissa Martinelli, Chiara Sorrentino.
IMPAGINAZIONE e GRAFICA Liliana Corradini
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REDAZIONE e AMMINISTRAZIONE Via Nuova Ponente, 24/A CARPI Tel. 059 645566 - Fax 059 642110 tempo@radiobruno.it COOPERATIVA RADIO BRUNO arl Registrazione al Tribunale di Modena N. 1468 del 9 aprile 1999 Chiuso in redazione il 6 marzo 2013
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cchi che ridevano. Azzurri. Materni. Quando sorrideva, Maria si illuminava. Ed è proprio quel sorriso che più ci mancherà. Insieme e Maria Capone sono cresciute generazioni di studenti del Leonardo Da Vinci e la terribile notizia della sua morte ha lasciato tutti sgomenti. Quello che lascia è un vuoto incolmabile non solo nell’istituto che dirigeva da pochi mesi ma nel cuore di ciascuno di noi. Era una donna autorevole, che chiedeva il massimo ai “suoi” ragazzi. Giusta e severa era però sempre pronta all’ascolto, alla relazione, al dialogo. Il suo piglio deciso si scioglieva quando uno studente le chiedeva aiuto ed era proprio questa sua capacità relazionale a renderla una persona speciale. Quando la telefonata di un’amica mi ha avvertita del tragico incidente stradale che l’aveva uccisa, un’ondata di ricordi mi ha travolto. I lunghi corridoi del Da Vinci hanno nuovamente fatto capolino nella mia memoria e le parole di Maria hanno cominciato a riecheggiare nelle mie orecchie: “puoi fare di più Jessica. Smettila di leggere romanzi e fai gli esercizi che ti assegno”. Ricordi adolescenziali dal sapore dolceamaro. E poi, grazie alla mia professione, ho ripensato al ritrovato legame con quella donna, sempre rispettosa, entusiasta e orgogliosa delle conquiste dei suoi ragazzi. Era una persona perbene Maria e ci mancherà. A me come ai suoi collaboratori e a tutti gli studenti che oggi popolano il Da Vinci. Ragazzi che hanno speso parole commosse e dense d’amore per quella preside prematuramente strappata alla vita e ai suoi figli, miracolosamente scampati alla morte su quel maledetto tratto dell’A22. Lunedì 4 marzo nella palestra del Leonardo Da Vinci si è tenuto un momento commemorativo in memoria della preside. Uno spazio di riflessione e raccoglimento durante
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I ragazzi e i docenti dell’itis leonardo da vinci hanno partecipato alla commemorazione in ricordo della preside maria capone tragicamente scomparsa in un incidente stradale
Grazie prof... ci mancherà Maria Capone
il quale i due docenti di religione dell’istituto don Antonio Dotti ed Ernesto Giocolano hanno ricordato Maria e la sua umanità. Un abbraccio collettivo, per “ricordarla e sentirla viva”, ha detto con voce rotta don Antonio. “Il sorriso di Maria lasciava trasparire la serenità raggiunta grazie all’amore che nutriva per la sua famiglia e la passione per l’insegnamento.
La forza del suo sorriso resterà con noi”. I quattro rappresentanti di istituto, Riccardo Petini, Lorenzo Ferrari, Gabriele Costanzo e Riccardo Arletti, dopo aver letto i primi dodici articoli della Costituzione - “perchè la nostra preside credeva in questi articoli” hanno dato voce alle parole dei loro compagni. Classe dopo classe, Maria ha ripreso vita attraverso le delicate
parole di questi giovani, capaci di slanci straordinari e di una rara empatia, soprattutto nei confronti di chi, col cuore rotto, rimane, ovvero il marito della preside, il docente di matematica dell’Itis Giorgio Goldoni, e i due figli Paolo e Lorena. “Al professor Giorgio ci penseremo noi”, assicurano i ragazzi della 4A Informatica. E, ancora, dalla classe 3A Informatica: “noi abbiamo perso un’insegnante e la nostra preside, ma non possiamo neanche lontanamente immaginare cosa significhi per Lei questa perdita. Speriamo che decida di tornare presto con le sue lezioni intelligenti e ricche di spirito, che regalano sempre un sorriso sia a noi che a Lei”. Particolarmente toccante il contributo della 2A Chimica, “cara Preside, la ricordiamo mentre ci ha augurato buon inizio di anno scolastico, i primi giorni di scuola, mentre ci rimproverava nei corridoi, perché facevamo confusione, mentre ha stretto il braccio a uno di noi durante una scossa di terremoto, per fargli coraggio, mentre dimostrava di essere fiera della nostra scuola, inco-
raggiando le esperienze nei laboratori, mentre si prodigava per migliorare il nostro istituto, mentre era disponibile ad ascoltare i nostri problemi, dandoci consigli per risolverli, mentre girava per i corridoi e ci salutava, ricordando i nostri nomi, mentre ci guardava con i suoi fieri occhi azzurri e ci sorrideva. La ringraziamo per tutto il lavoro svolto per il nostro istituto e soprattutto per noi ragazzi, dimostrandoci che ci voleva bene”. Il garbo, il rigore e l’umanità di Maria, traspaiono da tutte le testimonianze dei ragazzi. “Maria cercava in modo instancabile una sola cosa: il nostro bene, il bene di ogni suo singolo studente. Lei era come una grande spina che difende la sua rosa; senza di lei questa rosa è perduta, si nasconde nell’oscurità perché ha paura e ha freddo. Lei aveva ancora tanti obiettivi e traguardi da raggiungere, era una persona forte, solare, contagiosa; era come un raggio di sole nel cielo nuvoloso che illumina la via
da percorrere”, scrivono gli studenti della 4A Informatica. “Con lei perdiamo uno dei tasselli più importanti di questo istituto, il cui mosaico rimarrà incompleto per sempre”, aggiunge la 4A Meccanica, mentre la 4B Meccanica scrive: “in un avvenimento così triste lei ci ha insegnato un’ultima cosa, ovvero quella di essere più consapevoli, di amare e stare vicini alla nostra famiglia e di ringraziare per ogni singolo istante della nostra vita”. L’immagine di Maria Capone rimarrà indelebile nella nostra mente e nel nostro cuore: “i segni del suo lavoro rimarranno come un’impronta; la sua memoria sarà nelle nostre menti come una persona disponibile e capace, autorevole ma non autoritaria, in grado di fondere la parte tecnica del suo lavoro con un’umanità fuori dal comune”, scrive la 4A Fase. Umana e comprensiva, madre e insegnante, rigorosa e decisionista, organizzata e dedita al lavoro... ma, soprattutto, una donna. Una donna capace di coniugare lavoro e famiglia, con passione, impegno e dedizione. Abbiamo perso un grande tesoro al quale però vogliamo continuare a pensare con lo stesso sorriso aperto e brillante che solo lei sapeva donare. Grazie prof... ci mancherà! Jessica Bianchi
Commenti tratti da temponews e dalla pagina Facebook di Tempo
Maria è nel cuore di tutti
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umerose persone hanno voluto affidare al web il proprio messaggio in ricordo della preside Maria Capone. Ecco alcuni dei post più toccanti. “Il primo giorno di scuola avevi già il rispetto di tutta la classe, il secondo la sua stima, l’ultimo la sua ammirazione”. “Sono dispiaciuto per il tragico evento e non ci sono parole per esprimere il mio rammarico. Oggi in lutto non c’è solo una famiglia, ma amici e centinaia di studenti”, F. “Penso siamo in tanti a sentirci increduli e addolorati e pur consapevole che a poco serva ho sentito la necessità di inviare un messaggio di addio a Maria. “La Capone“ mitica insegnante dell’ ITI dei miei 2 figli come di altre centinaia di ragazzi. Donna serena , cordiale, disponibile coi genitori; insegnante amata -”odiata” dai sui studenti ai quali è rimasta nel cuore e ciò è tutto dire per un Prof. Un grande abbraccio al marito con l’ augurio più importante ora di pronta guarigione dei figli”, Milena. “Ho condiviso la passione per la programmazione con te, mi mancherai Maria”, Giovanni. “Era una persona bravissima che ha subito lavorato duro per risollevare un Itis in declino, e quest’anno si vedevano i risultati”, Erik. “Quella donna ha segnato in bene molte vite. Io le devo davvero molto. Era la prof più dura, ma nonostante tutto è l’unica che mi è davvero entrata nel cuore. Tanti di noi hanno imparato molto da lei; non parlo solo in termini scolastici, ma di insegnamenti profondi. Da poco era diventata preside e, grazie al suo modo di essere, finalmente l’Itis stava tornando allo splendore di tanti anni fa. L’ho sentita in quell’occasione per congratularmi. Questa prof ha saputo “aggiustare” tutto quello le veniva affidato, studenti compresi. Ha sempre tirato fuori il massimo da tutti noi. Per questo siamo tutti sconvolti; è una perdita immane, per la famiglia, per la scuola, per chi le ha voluto e continuerà a volerle bene. Una donna determinata, forte, amante del suo lavoro, giustamente severa, ma sorprendentemente dolce e materna con tutti noi”, Giulia.
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sisma e ricostruzione
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utti Insieme a Rovereto e Sant’Antonio, associazione nata col fine di agevolare la ricostruzione delle due frazioni gravemente danneggiate dal terremoto, ha compiuto un altro prezioso passo verso la normalità. Il sodalizio sta infatti per consegnare, previo collaudo dei Vigili del Fuoco, al Comune di Novi di Modena, una struttura polifunzionale per rispondere alle esigenze della collettività. L’obiettivo era quello di creare uno spazio che potesse fungere da palestra per le scuole (al mattino), dare ospitalità alle numerose attività della Polisportiva Roveretana (pomeriggio e sera) e mettere a disposizione della frazione messa in ginocchio dal sisma, uno spazio pubblico dove poter organizzare feste ed eventi. “A seguito del terremoto del 29 maggio scorso spiega il presidente dell’associazione, Maurizio Bacchelli - sia la palestra delle scuole medie, sia quella della Polisportiva sono da abbattere. Purtroppo, in queste condizioni, nè gli studenti, nè i giovani delle società sportive, possono fare attività ginnica. Da tale bisogno è nata quindi
L’associazione Tutti Insieme a Rovereto e Sant’Antonio sta per consegnare al Comune di Novi di Modena, una struttura polifunzionale da mettere a disposizione della Polisportiva Roveretana
L’attività sportiva è salva utilizzata anche in futuro”. La struttura è apribile sui tre lati per l’uso estivo ed è stata scelta con un doppio telo che crea un’intercapedine isolante utile in inverno per scaldare ed evitare la condensa e in estate per creare un clima più confortevole. “Le dimensioni regolamentari della palestra mobile - prosegue Bacchelli - consentiranno la partecipazione ai diversi tornei a cui è iscritta la Roveretana estendendo l’utilizzo ad altre attività sociali e aggregative al coperto in tutti i mesi
dell’anno”. Oltre alla realizzazione della struttura, finanziata dalla Panini spa per una spesa complessiva di 123.927 euro, il progetto ha previsto anche l’acquisto di attrezzature sportive e arredi. Fondamentali i supporti di Sassuolo Calcio e Comune di Sassuolo che hanno contribuito alla creazione delle fondazioni. Ancora una volta i privati hanno dimostrato che, stringendosi gli uni agli altri, nel nome del bene comune, si possono ottenere grandi risultati. J.B.
Domenica 10 marzo a Fossoli
MercanFOSSOLIamoci... assieme
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la volontà di provvedere con una struttura di pronta realizzazione da collocare all’interno dell’area della polisportiva che potrà comunque continuare a essere
omenica 10 marzo, dalle 9 alle 20.30, in via Mar Ionio, a Fossoli, si terrà MercanFOSSOLIamoci... assieme, un imperdibile mercatino dell’usato, delle arti e dei mestieri. Una giornata voluta e organizzata dal gruppo di amici Fossoli Live and Friends per raccogliere fondi da devolvere alla Parrocchia della frazione e al Circolo Culturale La Fontana danneggiati dal sisma di maggio. Durante la giornata sono previsti anche spettacoli di intrattenimento, lotterie e pesche di beneficenza. E, ancora, stand gastronomici con vendita di gnocco fritto, tigelle con affettati misti, pizze al taglio e dolci. Non mancate! Un assegno e un pc per la web radio di Cavezzo
Il gruppo giovani Lapam sostiene Radio 5.9
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n assegno di mille euro e un computer per sostenere l’attività di Radio 5.9, la web radio nata a Cavezzo dall’idea di una decina di studenti delle superiori e universitari della zona colpita dal sisma. Il Gruppo Giovani Lapam ha voluto, con questo gesto, sostenere e incoraggiare questa idea ‘giovane’, nata proprio subito dopo il terremoto da un gruppo di amici tra i 16 e i 23 anni. “Www.radio5punto9.it è un’idea che ci è piaciuta e che abbiamo voluto sostenere concretamente – spiega Matteo Spaggiari, presidente del Gruppo Giovani Lapam – perchè rappresenta
una risposta concreta e dinamica al dramma del terremoto. Questi ragazzi hanno dimostrato idee e capacità imprenditoriale, pur non essendo questa web radio un’iniziativa prettamente commerciale, e il nostro piccolo gesto vuol essere un incoraggiamento a proseguire su questa strada”. “Siamo contenti di poter dare una mano a questi giovanissimi – fa eco il consigliere del Gruppo Giovani Lapam, Riccardo Cavicchioli – che ora stanno per trasferirsi nel nuovo Villaggio 5.9 di Cavezzo e che anche per questo hanno bisogno del sostegno concreto di molti. Come Lapam abbiamo pensato a essere
loro vicini in questo modo”. Il progetto radio5punto9.it è sicuramente innovativo e per certi versi unico nel suo genere: la web radio (sostenuta anche dall’emittente Radio Bruno) fa una programmazione settimanale con musica e programmi che rendono conto della situazione nella Bassa colpita dal terribile sisma dello scorso maggio. “Ci ricorderemo di loro anche durante la cerimonia dedicata ai premi Giovani innovativi che faremo ad aprile – conclude Spaggiari – proprio per dare conto di una storia che ha colpito noi giovani imprenditori e che può insegnare qualcosa a giovani e meno giovani”.
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ggi, che ha cento anni e il peso di tutti i ricordi e le esperienze che solo una centenaria può avere, continua a mantenere salde le redini della casa e non manca di “dare dritte” alle nipoti. Classe 1913, Zora Ferrari è stata festeggiata dalla sua famiglia, domenica 3 marzo, ma è un dovere per noi ricordare chi arriva a questo straordinario risultato perché gli anziani devono essere considerati una risorsa: la loro saggezza e la loro esperienza rappresentano un patrimonio da cui attingere costantemente. Ecco perché abbiamo deciso di rendere omaggio a Zora che spegne le cento candeline. Dalla redazione di Tempo i migliori auguri!
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Domenica 3 marzo, nella cornice della Locanda Andrea, alle porte di Carpi, si sono riuniti per festeggiare i 100 anni della signora Zora Ferrari, i 4 figli, i 12 nipoti e rispettivi pronipoti, insieme ad amici e conoscenti che hanno voluto omaggiarla con gioia e calorosa partecipazione
Cent’anni di ricordi Zora Ferrari ieri e oggi
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lasse 1913, nativa di Soliera, ma residente a Carpi dall’ infanzia, Zora Ferrari in Vecchi ha vissuto con coraggio e positività ogni stagione della sua lunga vita, come tante donne del suo tempo. Ultima di otto figli e orfana di padre ancora bambina, Zora è cresciuta facendo tanti sacrifici, tra le mille difficoltà della vita di quel periodo, sostenuta da una famiglia unita e da forti modelli femminili di riferimento (la nonna Teresa Raimondi e la mamma Cleonice Gasparini). Spesso ha raccontato di quando, già a 6 anni, andando a scuola a piedi, portava con la carriola a cuocere il pane al forno che ritirava poi al ritorno, percorrendo diversi chilometri. Questo era il suo compito essendo la più piccola, quando gli altri fratelli erano già impegnati nel lavoro. In giovanissima età ha iniziato a lavorare il truciolo, prima presso la ditta Menotti poi da Ascari. Intorno ai vent’anni ha lavorato come impiegata presso la ditta Ferrari Trasporti, del fratello Avelardo. Dopo essersi sposata, a trent’anni, ha avuto quattro figli ed è rimasta presto vedova. Avendo la macchina da cucire, ha lavorato in casa, rendendosi utile fin oltre gli 80 anni. La sua vita è stata dedicata sempre alla famiglia, molto legata alle sorelle e ai quattro figli: Ruggero, Gloria, Milena e Fabiana. Ha riservato lo stesso affetto e la stessa dedizione anche ai numerosi nipoti che la ricambiano con la stessa intensità. Durante il cammino di questa lunga vita, Zora è sempre stata sostenuta da una grande fede in
Zora tra amici e conoscenti
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Zora coi nipoti
Zora coi figli
cui ha trovato conforto durante i momenti di maggior difficoltà. Grazie alla sua forza d’animo e allo sguardo rivolto sempre al do-
mani, nonna Zora è giunta al XXI secolo con lucidità, adattandosi ai cambiamenti, anche tecnologici, di questi tempi. Abitualmente,
Jungo e dintorni... eggo con piacere che l’impianto a biomasse, che era stato proposto per la nostra martoriata Fossoli, non sarà più oggetto di discussione. Anche se sulla questione sono ancora combattuto, sono convinto che in ogni scelta che intraprendiamo, è necessario pensare al Bosco. Come ecosistema. Come punto di partenza da osservare, conoscere e vivere. Una consapevolezza nata da una lettura molto interessante di un libro sul compostaggio dove si parla, tra le altre cose, di “terriccio di foglie”. Rimango sconvolto. L’autore sostiene che se vengono ammucchiate delle foglie in un recipiente, dopo un
plice e buona alimentazione. E’ cresciuta a fianco di una nonna dell’Ottocento e da lei ha appreso i segreti di una cucina semplice, varia e saporita basata sull’uso delle verdure e tipica della nostra tradizione locale. Indimenticabili le sue tagliatelle verdi, i tortelli di zucca, i maltagliati coi fagioli, gli gnocchi di patate, le “riccione saltate” col lardo e l’aceto e la peperonata. Le altre passioni che ha coltivato e mantenuto durante tutti questi anni sono state sia la cura e l’amore per i fiori - le piante grasse, in particolare che ha sempre seguito con molta dedizione - che il lavoro all’uncinetto e il cucito. Questi ultimi anni li ha vissuti anche nell’attesa di veder arrivare e crescere i suoi pronipoti e, in occasione del suo centenario, aspetta l’arrivo di un altro nipotino… Per festeggiare i 100 anni di Zora, domenica 3 marzo, nella splendida cornice della Locanda Andrea, alle porte di Carpi, si sono riuniti intorno a lei, i 4 figli, i 12 nipoti e rispettivi pronipoti, uniti ai numerosi amici e conoscenti che hanno voluto omaggiarla con gioia e calorosa partecipazione. A festeggiarla erano anche presenti il sindaco Enrico Campedelli che le ha consegnato un omaggio floreale e le ha portato gli auguri della città di Carpi, la professoressa Maria Cristina Verrini Notari, presidente dell’Univer-
sità della Terza Età Mario Gasparini Casari e il professor Pietro Marmiroli. E’ stata per tutti una bellissima festa.
by Luca “Locco” Severi
Bosco: un meccanismo naturale perfetto paio d’anni si potrà raccogliere del terriccio. Oltretutto ottimo, sostiene. Prendo per buona l’affermazione, ma non ci credo molto. Poi, qualche mese dopo, vado in montagna. Appunto in un bosco. E mi soffermo a guardare fuori dal sentiero. Cosa vedo? Una marea di foglie tutte ammassate. Alzo il primo strato e cosa c’è? Terriccio! Appunto, terriccio di foglie. In mezzo ci sono anche rami e quant’altro gli alberi e le piante lasciano cadere. Sotto ancora le radici dell’albero. Nutrimento a km zero. E’ fantastico. Ergo, gli sfalci, le potature e quant’altro doveva finire
infatti, per comunicare con una nipote lontana utilizza Skype. I segreti della sua longevità sono da ricercare anche nella sem-
nell’impianto non dev’essere bruciato, bensì generare nutrimento per
quello che è il nostro futuro sostentamento. La terra necessita di questo. Solo perché la maltrattiamo con monoculture intensive e arandola a più non posso, non dobbiamo prescindere dal concimarla adeguatamente. Quindi finalizzare quel che deve diventare compost per produrre energia, non è parte del ciclo naturale. Dedicare area coltivabile per soddisfare i nostri sprechi energetici non è effettivamente una scelta che va nel verso giusto. Ogni qualvolta mi volto indietro, comprendo sempre più chiaramente che gli investimenti devono essere
volti alla diminuzione del fabbisogno energetico e non alla generazione di ulteriori modi per soddisfarlo. Quindi “pensiamo” come un bosco. E’ il modo migliore per iniziare a cambiare. Lui non ha bisogno né della centrale a biomasse, né dei concimi chimici per essere bello, ospitale e rigoglioso.
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Grazie ragazzi. Grazie per tutto quello che avete fatto per noi”. Queste le parole di ringraziamento che oltre un centinaio di persone ha rivolto, sabato 2 marzo, davanti a Palazzo Scacchetti, ai componenti del Comitato No Inceneritori Carpi. Un momento di festa, per brindare simbolicamente alla decisione di Garc di rinunciare alla realizzazione a Fossoli di un impianto di cogenerazione a biomasse, ma anche di informazione e sensibilizzazione. “Da protesta civile, questa manifestazione è diventata oggi un momento di gioia condivisa”, ha dichiarato l’attivista Paolo Galli. “In tanti hanno sposato la nostra battaglia. Numerosi i cittadini che hanno detto no, insieme a noi, alla nascita della centrale. Insieme siamo riusciti a fermare il progetto e questo epilogo è fonte di una grande gioia”. Ma il comitato non ha alcuna intenzione di abbassare la guardia: “vogliamo essere
“Grazie ragazzi. Grazie per tutto quello che avete fatto per noi”. Queste le parole di ringraziamento che oltre un centinaio di persone ha rivolto, sabato 2 marzo, davanti a Palazzo Scacchetti, ai componenti del Comitato No Inceneritori Carpi. Un momento di festa, per brindare simbolicamente alla decisione di Garc di rinunciare alla realizzazione a Fossoli di un impianto di cogenerazione a biomasse
Una vittoria per la città
Alcuni esponenti del Comitato
Stefano Montanari
un comitato permanente - conclude Galli - un interlocutore informato, anche per la pubblica amministrazione, qualora dovessero sorgere altri progetti
dalle nefaste ricadute sia per l’ambiente che per la salute di tutti noi. Noi continueremo a vigilare. Resteremo attivi, con il nostro entusiasmo e, soprattut-
to, con la nostra connotazione assolutamente apartitica, per tutelare il bene più grande: la salute”. Prima di essere ricevuti Continua a pagina 7
La carpigiana Giulia Bassoli si è laureata in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Bologna con una tesi sul libro di Roberto Saviano, Gomorra
La letteratura che spinge ad agire G
omorra di Roberto Saviano non è solo un libro di successo che ha venduto oltre 2 milioni 250mila copie in Italia e 10 milioni nel resto del mondo. Tradotto in 52 paesi, Gomorra, secondo la classifica stilata dal New York Times, è uno dei 100 libri più importanti del 2007. Le pagine di Saviano non sono state solo lo spunto per film e trasmissioni di successo, dibattiti e una rinnovata attenzione al tema del pericolo che le mafie rappresentano per l’Italia intera e Saviano non è solamente il giovane autore che si è guadagnato elogi da personalità del calibro del Premio Nobel per la letteratura Salman Rushdie e istituzioni quali l’Accademia di Svezia, diventando il simbolo della rinnovata opposizione degli intellettuali al fenomeno della criminalità organizzata, tanto da essere costretto a vivere sotto scorta. Gomorra, a metà tra il reportage giornalistico e il romanzo, è un vero e proprio caso editoriale, il più interessante esempio di non-fiction novel – romanzo reportage o romanzo di non finzione come si potrebbe letteralmente tradurre l’ossimoro coniato dai critici statunitensi - della letteratura italiana. Ad analizzare tale
Giulia Bassoli festeggia la laurea con gli amici
forma ‘ibrida’ è stata la carpigiana Giulia Bassoli, laureatasi lo scorso dicembre in Lettere Moderne, presso l’Università degli Studi di Bologna, con una tesi dal titolo: Gomorra: la testimonianza e la finzione narrativa. “Saviano – spiega la giovane - l’ho conosciuto grazie a Vieni via con me e La bellezza e l’inferno. Mi ha colpito molto il suo discorso sulla parola e sul potere che questa può avere nello spingere le persone ad agire. Sulla sua possibilità di incidere
sul piano civile. Studiando lettere, questa concezione della letteratura non poteva che affascinarmi profondamente”. Ne è nata una tesi che ha cercato di indagare lo ‘statuto’ del libro “senza dimenticare che, al di là di aspetti tecnici e classificazioni, alla base di tutto c’è questa idea che la letteratura possa ‘agire’, fare qualcosa e non limitarsi a essere un modo intelligente per passare il tempo”. Secondo Giulia, merito principale dell’opera di Saviano è stato quello
di aver operato in direzione di un ritorno alla realtà della letteratura italiana, ripiegata da anni nell’intimismo, un po’ rinunciatario, delle relazioni di coppia e familiari. Una letteratura che, forse a causa dell’incapacità di descrivere e raccontare il proprio complesso presente, si è troppo spesso rifugiata nei temi classici dei sentimenti privati. Ma Gomorra, in definitiva, è o no un romanzo? “Per me si tratta di letteratura e prendere questo libro come un saggio sarebbe un errore. Quel che leggo tra le pagine potrebbe anche non essere del tutto vero. Alcune vicende potrebbero non essersi svolte in quel modo esatto. E’ la letteratura che raccoglie il bisogno di tornare a raccontare storie attinte da quel serbatoio di realtà che si trova fuori della porta delle nostre case. Il punto è proprio questo: Saviano ha preso problemi veri e, attraverso le tecniche della narrazione, li ha fatti sentire ancora
più urgenti. Riuscendo nello scopo meglio di quanto hanno fatto molti saggi o inchieste. Lui scrive: La letteratura mette paura al crimine quando ne svela il meccanismo, ma non come accade nella cronaca. Fa paura quando lo svela al cuore, allo stomaco, alla testa dei lettori. Questa è, a mio avviso, la definizione migliore di tutte”. Forza, quella del romanzo, che secondo Giulia, può tornare realmente a incidere sul reale. “Dopo la lettura di Gomorra ho assunto una nuova consapevolezza del fenomeno mafie. Quelle pagine mi hanno aiutata a comprendere che, per quanto sembrasse lontano, il problema della legalità toccava anche me. Ovviamente la letteratura fornisce uno stimolo, sta poi ai lettori coglierlo”. Insomma, per quanto potente possa essere la capacità di uno scrittore di renderci consapevoli di un problema, per quanto abile possa essere nel tentativo di farci entrare ‘in medias res’, nessun romanzo potrà sostituire il nostro impegno diretto, la nostra ‘presa in carico’ delle piccole e grandi ingiustizie che la realtà ci pone davanti. Se non ci alziamo dal divano, non c’è Gomorra che tenga... Marcello Marchesini
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7 tiroide, il passaggio delle polveri da madre a feto con conseguenti aborti e malformazioni, la sterilità maschile, il diabete cosiddetto di tipo 1, la stanchezza cronica...”. Altra nota dolente su cui il ricercatore Montanari si è concentrato è il tema degli approvvigionamenti: “se tutti gli impianti a biomasse bruciassero davvero vegetali provenienti da un raggio di qualche decina di chilometri (come dovrebbe essere se l’idea di bio fosse seguita), temo che in pochi mesi l’Italia sarebbe indistinguibile dal deserto del Sahara. Nei fatti si importa combustibile da molte migliaia di chilometri di distanza e si brucia un po’ di tutto, compresi i rifiuti urbani, cosa, del resto, permessa dalla legge”. Parole forti. Dure. Che ognuno di noi dovrebbe ricordare. Anche in futuro quando qualcun altro, a Fossoli, (non domo del duplice fallimento relativo alla realizzazione di un inceneritore prima e di una centrale a biomasse poi) ritenterà la sorte e avanzerà la richiesta di un progetto simile. Jessica Bianchi
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dal sindaco Enrico Campedelli, i componenti del comitato hanno lasciato la parola al ricercatore modenese Stefano Montanari, che da anni svolge un’intensa opera di divulgazione scientifica nel campo delle nanopatologie, soprattutto per quanto riguarda le fonti inquinanti da polveri ultrafini. “L’Italia - ha esordito - è il paese del Bengodi per
progetti di questo tipo. Centrali che di bio non hanno altro che il nome e producono polveri nocive che entrano nel nostro organismo per non uscirne più e provocando numerose patologie”. Qualche esempio? “Malattie cardiovascolari come ictus, infarto e tromboembolia polmonare sono in testa alla classifica. Poi ci sono tantissime forme di tumori (di cui molti pediatrici), malattie neuroendocrine che coinvolgono, ad esempio, la
“Noi continueremo a vigilare. Resteremo attivi, con il nostro entusiasmo e, soprattutto, con la nostra connotazione apartitica, per tutelare il bene più grande: la salute”.
Torna il doppio senso di marcia in via Remesina
Fossoli e la congiuntura astrale positiva...
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e stelle hanno mutato assetto e, dopo mesi di nefaste notizie, la fortuna sta girando, anche per Fossoli. E’ infatti giunta un’altra attesissima notizia: il ritorno del doppio senso di marcia in via Remesina, nel tratto compreso tra le vie Rossetti e S.Antonio. Dopo firme, battaglie e pacifiche ma decise invasioni delle stanze dei bottoni, la levata di scudi di residenti e commercianti ha sortito l’effetto tanto anelato. Il doppio senso è stato quindi ripristinato. Ma il senso unico non era stato istituito per mettere la strada in sicurezza? E ora che il cantiere in corrispondenza del passaggio a livello è terminato e l’Amministrazione Comunale è scesa a compromesso con la cittadinanza, cosa accadrà sull’asse stradale? Tutto tornerà come prima? Certamente no: tra le vie Rossetti e S.Antonio è infatti entrato in vigore il limite di velocità a 30 km/h in applicazione della nuova Zona 30 appena istituita. E ora che gli animi sono stati pacificati la domanda sorge spontanea: perchè i nostri amministratori invece di correre ai ripari quando l’opinione pubblica insorge non sono capaci di dialogare costruttivamente prima di arrivare “ai ferri corti”? Per avere risposta però, pare non basti la congiuntura astrale positiva...
Jessica Bianchi
Dall’alba al tramonto è il progetto arrivato nelle scuole medie G. Fassi dove sono stati attivati laboratori di ricamo, meccanica e coltivazione dell’orto grazie alla disponibilità di alcuni soci del Centro Gorizia
Una scuola sempre più aperta
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sistono ancora professori che hanno a cuore i loro ragazzi. Fabiana Vaccina insegna matematica e scienze presso la Scuola secondaria di primo grado G. Fassi ma per gli studenti è un riferimento sicuro nel burrascoso periodo dell’adolescenza mentre sono impegnati nella ricerca di se stessi e della propria identità. Incaricata della “funzione strumentale per la prevenzione del disagio e il recupero della dispersione scolastica”, la professoressa Vaccina ha la capacità di entrare in sintonia con i ragazzi, ai quali arriva forte e chiaro il messaggio “Non siete soli”. La scuola diventa così più di un edificio, recuperando appieno una vocazione educativa e integrando l’azione della famiglia. “Oggi tante famiglie sono in crisi, gli adulti stessi vivono difficoltà tali da non poter essere attenti come vorrebbero ai bisogni dei ragazzi che accumulano rabbia e dolore e mostrano aggressività. La durezza degli adulti in questi casi non sempre paga anzi, per quella che è stata la mia esperienza personale maturata in questi sei
Fabiana Vaccina
anni, è fondamentale lavorare per creare un clima di fiducia reciproca”. Nasce dall’esigenza di riscattare i giovanissimi che si sentono ai margini, restituendo loro un senso di positività il progetto Dall’alba al tramonto, subito sostenuto dal preside Attilio Desiderio, “per una scuola sempre più aperta, in tutti i sensi”. “Durante i pomeriggi la scuola accoglie gli studenti ai quali propone diversi laboratori attivati grazie alla collaborazione dei soci del Centro Gorizia disponibili a condividere il loro
sapere coi ragazzi che possono così imparare a ricamare, cucire e fare la maglia ai ferri oppure ad aggiustare motorini e biciclette o a coltivare l’orto”. I laboratori hanno riscosso un grande successo e si sono rivelati importanti per i ragazzi: entusiasti di realizzare qualcosa con le loro mani, hanno recuperato una “sensazione di positività” e superato quella convinzione di inutilità che li anima (“non so fare niente, vado anche male a scuola, quindi mi sento ai margini della vita”). L’attività dei laboratori servirà come credito formativo e avrà una ricaduta sulle valutazioni scolastiche perché accanto alle attività pratiche sarà richiesta l’acquisizione di una serie di competenze. “Chi coltiva l’orto nella scuola condurrà ricerche
scientifiche sulle piante, di cui riporterà leggende, storia, ricette e aforismi”. Fondamentale è stato il contributo dei soci del Centro Gorizia che con entusiasmo si sono fatti avanti: in cambio i ragazzi insegneranno loro i rudimenti della rete da Internet
a Facebook, ai segreti dei telefonini. “Dietro la corazza di certi studenti si nasconde un cuore tenero” spiega la professoressa Vaccina. Grazie al finanziamento di 10mila euro di Uncredit, i corsi del progetto Dall’alba al tramonto sono gratuiti per le famiglie. “Le aziende Spazio Sei e Spiman s.r.l. intimo donna hanno contribuito con la donazione di ritagli, tessuti e filati, materiale indispensabile per l’attivazione dei laboratori; mentre l’azienda Imatex donerà alla scuola due macchine da cucire”. S.G.
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o scorso 27 febbraio, alcuni esponenti dell’Associazione nazionale dei Vigili del Fuoco di Modena hanno partecipato alla rassegna I mercoledì delle donne organizzata al Circolo Loris Guerzoni, per tenere una lezione dedicata al tema della sicurezza domestica. I pompieri carpigiani in pensione Renzo Braglia, Giorgio Sabattini, Andrea Camellini, Dante Lugli, Claudio Goldoni e Maurizio Mazzacani, unitamente ad Aldo Dignatici - presidente del sodalizio modenese che annovera circa 120 soci - e Sergio Lalletti hanno spiegato ai numerosi presenti in sala, quali sono i comportamenti da adottare nella propria casa per vivere in un ambiente sicuro. “L’obiettivo di Casa sicura - spiega Renzo Braglia - è quello di insegnare al maggior numero di persone cosa occorre fare in caso di calamità, sia questa un incendio o una scossa di terremoto, e come evitare spiacevoli conseguenze nella vita quotidiana, adottando semplici accorgimenti”. Qualche esempio? “Soffitte e garage non sono cantine, non vi si devono accatastare troppe cose. E, ancora, è fondamentale accertarsi che la propria casa abbia una messa a terra conforme alle ultime normative. E, mi raccomando, utilizzate prese elettriche indipendenti
Casa Sicura è il tema della lezione che gli esponenti dell’Associazione nazionale dei Vigili del Fuoco di Modena hanno tenuto al Circolo Loris Guerzoni. Prossimo appuntamento al Cibeno Pile, il 28 marzo, e poi alla fiera dedicata ai più piccoli, Children’s Tour a Modena
A lezione di sicurezza
Da sinistra Maurizio Mazzacani, Aldo Dignatici e Sergio Lalletti
o ciabatte, evitate le triple per allontanare il rischio di sovraccarichi di corrente. Sembrano banalità - prosegue Braglia - ma ogni anno nel nostro Paese si registrano oltre 8mila infortuni legati a incidenti domestici”. Le donne, continuano gli ex
Vigili del Fuoco, “costituiscono un pubblico, attento e ricettivo. Informarle è fondamentale”. Il prossimo appuntamento informativo è stato fissato il 28 marzo al Cibeno Pile ma sono numerosi gli impegni in calendario. “Abbiamo tenuto varie
Il treno della memoria si farà
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a principale causa di isolamento ed emarginazione dei disabili da parte dei ragazzi normodotati a scuola non è - come si è sempre stati portati a pensare - l’handicap, che sia sensoriale, fisico o cognitivo. Probabilmente la frase da tutti ormai ripetuta come un impersonale copia/incolla che siamo tutti in qualche modo disabili ha reso più accettabile agli occhi dei ragazzi questo “stigma” millenario. E questo pare che abbia portato, evidentemente, a un altro problema da risolvere. Assolutamente inaspettato almeno per chi scrive: lo studente disabile è visto dai compagni come un privilegiato. E sapete perché? Perché dispone di tecnologie
e dall’impatto che le scosse hanno avuto sulle scuole, alcune delle quali provvisoriamente trasferite nei moduli. Iniziativa confermata sia per l’impegno della Fondazione ex Campo Fossoli che per la forte volontà espressa da insegnanti e partner dell’evento. Per questo, una delle iniziative di formazione più significative del nostro territorio si svolgerà a metà mese, anziché a fine gennaio in concomitaza col Giorno della Memoria (27 gennaio). Confermato, insieme al viaggio, anche il mezzo di trasporto su rotaia. Nonostante Trenitalia non abbia garantito il servizio per tutta la tratta, come lo scorso anno, per ovviare
all’inconveniente e per evitare cambi di treno, gli organizzatori hanno scelto
del tragitto, sino a Cracovia. Difficoltà superate quindi, per un’iniziativa che sarebbe stato un vero peccato non si tenesse anche nel 2013. In un’Europa in cui la memoria dell’orrore dei campi di sterminio nazi-fascisti continua a essere messa in discussione (da frange marginali ma determinate, da partiti e formazioni dell’ultradestra xenofoba e nazionalista in continua crescita anche a causa della crisi economica e dello smarrimento dei partiti tradizionali) un’esperienza come quella del Treno per Auschwitz, che ogni anno coinvolge centinaia
di giovani – 600 partecipanti anche quest’anno, con 32 scuole coinvolte – è a dir poco preziosa. Significative le parole di Marzia Luppi, direttrice della Fondazione Fossoli: “devo dire che l’appoggio dei nostri partner, sia enti locali che fondazioni bancarie, non è mai venuto meno, e questo significa che il percorso del Treno è ormai unanimamente ritenuto un pezzo irrinunciabile della formazione dei giovani del nostro territorio. Per di più gli insegnanti, che hanno messo in atto una protesta contro i tagli all’istruzione tale per cui non effettuano più attività al di fuori delle ore di lezione, hanno deciso di confermare la loro adesione, escludendo questa iniziativa dalla protesta”. Marcello Marchesini
lezioni all’interno delle scuole di tutta la Provincia, compresa la scuola primaria di Santa Croce a Carpi. Durante gli incontri con i più piccini, insegniamo loro come comportarsi correttamente in caso di emergenza, quali numeri chiamare e
Partirà venerdì 15 marzo il viaggio degli studenti degli istituti superiori modenesi verso la Polonia artirà venerdì 15 marzo il viaggio degli studenti degli istituti superiori modenesi verso la Polonia: un Treno per Auschwitz, dunque, si farà. Il viaggio del treno della memoria - organizzato dalla Fondazione ex Campo Fossoli, in collaborazione con Provincia di Modena e i Comuni di Carpi, Castelfranco Emilia, Finale Emilia, Mirandola, Modena, Pavullo, Sassuolo e Vignola, nonché punto centrale di un percorso di formazione che impegna allievi e docenti nei mesi precedenti – avrà luogo. Anche se, quest’anno, la partenza è stata messa in discussione dal terremoto
cosa dire... La prossima settimana invece, con il nostro stand Pompieropoli, saremo presenti alla fiera modenese Children’s Tour, dove i bambini, attentamente seguiti, sperimenteranno sulla propria pelle cosa significhi fare il pompiere”. In fiera sarà presente un vero camion dei Vigili del Fuoco
per dare a tutti i bambini la possibilità di provare a salire su una scala, spegnere un incendio, scendere dal palo dei pompieri, saltare nel telo e molto di più: emozioni assicurate! Un’occasione unica anche per imparare importanti nozioni di sicurezza utili per affrontare situazioni di pericolo. Ricordiamo che alla fine di settembre, l’Associazione nazionale dei Vigili del Fuoco di Modena organizzerà, in Piazza Martiri, un raduno regionale, con esposizione di mezzi, simulazioni di intervento e percorsi per i più piccoli, per festeggiare i 150 anni di presenza e attività dei pompieri nella nostra città. Jessica Bianchi
di viaggiare con le ferrovie italiane sino al confine e con quelle tedesche per il resto
I ragazzi disabili emarginati dai compagni di scuola? Colpa dei privilegi di cui godono. L’incontro del professor Canevaro con i tutor delle scuole superiori di Carpi ha fatto emergere una realtà inaspettata
L’emarginazione è figlia dei privilegi
vietate agli altri. Se ha problemi visivi o acustici può usare (quando a tutti gli altri è impedito) computer, Internet, e altri ausili tecnologicamente avanzati. Se ha problemi di DSA o lievi ritardi mentali, oltre alle
teconolgie si aggiunge pure un minor carico e una semplificazione dei compiti a casa e delle attività didattiche. E chi, adolescente, non riconoscerebbe questi come privilegi? La fotografia delle dinamiche
scolastiche che contribuiscono a isolare, mobbizzare, emarginare gli studenti con disabilità è uscita dall’incontro che il professor Andrea Canevaro, pedagogista dell’Università di Bologna, ha avuto con gli oltre 30 ragazzi e ragazze tutor che seguono nelle quattro scuole superiori di Carpi (Liceo Fanti, Ipsia Vallauti, Itc Meucci, Itis Da Vinci) circa 60 studenti certificati. Il Tesoro Nascosto, associazione di genitori con figli disabili ha voluto incontrare i tutor, normalmente studenti universitari o giovani da poco maggiorenni che si propongo-
no ai ragazzi disabili in età scolare in un rapporto amicale di accompagnamento negli studi e nelle relazioni sociali. Soprattutto ha voluto valorizzare il loro prezioso lavoro facendo incontrare loro colui che, per primo in Emilia Romagna, ha introdotto oltre 10 anni fa la figura dei tutor in una università,
facilitando così l’inserimento dei coetanei meno fortunati. Se i tutor esistono nelle scuole dei comuni più “illuminati” è grazie a Canevaro e ai fondi che alcune amministrazioni destinano al progetto attraverso il terzo settore. Fino a due anni fa i tutor a Carpi erano presenti solo in due scuole su quattro. Quest’anno per la prima volta, tutte le scuole secondarie di secondo grado, sono coinvolte.
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Carpi un’idea ha dato vita a un prodotto che ha del rivoluzionario. Sandro Santolin del Pane del Fornaio, il forno in via Remesina, con l’aiuto di un amico ricercatore dell’Università di Modena, ha messo a punto un pane integrale con l’aggiunta di proteine leguminose. “Il prodotto si chiama Primus – ci spiega Santolin – perché è il primo pane con delle leguminose. Inoltre questo particolare tipo di pane, può andare a integrare perfettamente la dieta mediterranea”. Infatti sostituendo le proteine della carne, Primus si avvale delle proteine dei legumi, all’insegna di uno stile di vita più sano. “Le popolazioni mediterranee non si ammalavano di malattie cardiovascolari proprio per la loro dieta, contraddistinta da un bassissimo dosaggio di grassi animali – continua Santolin – al contrario si
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A Carpi arriva Primus, il pane realizzato con le proteine dei legumi e poche calorie. L’idea innovativa è di Sandro Santolin del Pane del Fornaio
Il pane del futuro
Sandro Santolin
usavano oli extravergini e tantissime verdure. Il nostro pane va a recuperare quella parte di dieta mediterranea che puntava all’assimilazione delle proteine attraverso i legumi”. Per chi pensa alla linea c’è poco da preoccuparsi. Primus ha 100 calorie per etto in meno rispetto al pane tradizionale, ha un bassissimo indice glicemico e fornisce al nostro corpo un senso di sazietà che dura più a lungo durante la giornata. Infine le proteine dei legumi sono lasciate fermentare, per migliorare la qualità del gusto e il lievito naturale evita che, con il tempo, il pane acquisisca un sapore di stantio. L’integrazione di queste
La Giunta dell’Unione delle Terre d’Argine ha approvato il progetto sperimentale Orti verdi, decollato presso gli appezzamenti di via Villa Glori a Carpi
proteine vegetali sarà possibile anche in tutti i tipi di pani tradizionali perché il sapore e le tecniche di panificazione variano pochissimo, rendendo attuabile questa lavorazione con tanti altri prodotti da forno di larghissimo consumo, come le focacce o la pizza. “Pur avendo investito direttamente su tale ricerca – conclude Santolin – il nostro scopo è divulgarne il più possibile i risultati, in modo che il maggior numero di persone abbia accesso ai nostri prodotti e, di conseguenza, a un’alimentazione in stile mediterraneo, molto più equilibrata dal punto di vista nutrizionale”. Francesco Palumbo Valentina Malagoli
Apprendisti contadini L
a Giunta dell’Unione delle Terre d’Argine ha approvato con una delibera il progetto sperimentale Orti verdi, decollato presso gli appezzamenti di via Villa Glori, a Carpi. Questo passaggio tecnico è necessario per formalizzare gli incontri avvenuti in precedenza. Tutto nasce qualche mese fa, quando alcuni giovani carpigiani tra i 20 e i 35 anni resero pubblico il desiderio di poter accedere alla coltivazione degli orti comunali, sino ad allora riservati agli anziani. Esigenza, questa, raccolta dal nostro settimanale, che ha contribuito ad attirare l’interesse su un tema davvero interessante. A seguito della richiesta, e grazie
Sara Bompani
anche alla mediazione dei Giovani Democratici carpigiani, hanno avuto luogo diversi incontri tra i giovani, Ada Menozzi, presidente della sezione carpigiana di Ancescao, gli assessori Alberto
Bellelli e Simone Tosi, rispettivamente competenti per Politiche Sociali ed Edilizia e Ambiente. Frutto, è proprio il caso di dirlo, di questo confronto, è il progetto pilota Orti Verdi, con il
quale quattro ragazzi – Stefano Capocchi, Valentina Malagoli, Sara Bompani e Federico Cavriani – hanno ricevuto ciascuno un appezzamento di circa 30 metri quadrati, da coltivare per circa un anno. I quattro apprendisti ‘contadini’ si dichiarano molto entusiasti dell’opportunità, mentre Bellelli ha sottolineato come “questo sia solo l’inizio, poiché si tratta di un progetto aperto, che si adatterà al mutare delle esigenze dei partecipanti”. Grande soddisfazione anche da parte di Ada Menozzi: “oltre ad avvicinare le generazioni tra loro e i più giovani a un rapporto diretto con la natura, questo piccolo esperimento può contribuire a contrastare l’analfabetismo ecologico e il consumismo dilaganti, a far riscoprire il vero valore del cibo, che è più del prezzo stimato al chilogrammo, ma anche il rispetto per la tradizione, la biodiversità, i cicli della terra e del lavoro degli uomini. Anche i nostri associati sono stati felici di poter accogliere la domanda spontanea di generazioni che credevano ormai totalmente disinteressate al tema del rapporto con l’ambiente”. Fermo restando che coltivare un orto è cosa ben
Stefano Capocchi
diversa, e ben più faticosa, che gustarne semplicemente i prelibati prodotti, non è detto che da questa esperienza non possa sbocciare, in futuro, un modello di riavvicinamento delle nuove generazioni alla terra. Marcello Marchesini
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sternamente sembra uno dei tanti capannoni della zona artigianale di Soliera. Se non fosse per la bandierina della Ferrari appesa al numero 78 di via Scarlatti, non ti accorgeresti nemmeno che proprio lì sorge la fucina di un autentico artista di altri tempi. Gli anni del benessere, quelli del miracolo economico della vicina Carpi, capitale della maglieria e dell’opulenza dai contorni talvolta geniali… Stiamo parlando di Irmo Artioli, nato a Soliera, classe 1949, dal tratto gentile, uomo razionale e felice, come solo può esserlo un creativo che vede rinascere dalla sua opera autentici capolavori, proprio come una tela del Caravaggio o una scultura del Bernini. La soddisfazione gliela leggi negli occhi quando si aggira tra i telai delle sue macchine, sinuosi scheletri d’argento del suo laboratorio che lui chiama “bottega”, soddisfatto e compiaciuto del miracolo che si rinnova sotto le sue mani d’artista. Figlio di un ferroviere, in giovanissima età, Irmo fu affidato alle cure dello zio paterno, il dottor Erminio Artioli, denti-
dopo il pensionamento, Irmo Artioli, classe 1949, si rende conto che il riposo forzato non fa per lui e decide di continuare l’attività nella sua attuale officina a Soliera
Un artista ‘battilamiera’
Irmo Artioli
sta a Carpi, affinchè gli insegnasse il mestiere di odontotecnico. Lo zio però, da appassionato di automobili, lo portò anche al Salone dell’Auto di Torino. Salone che cambiò il destino di Irmo Artioli. Tornato a casa, infatti, lasciò l’ambulatorio e, a 14 anni, trovò un impiego da apprendista presso la Carrozzeria Sport Cars di Modena dove, sotto la guida
del titolare, si riparavano numerose Ferrari incidentate e dove non era difficile incontrare il “Drake”. “All’inizio mi facevano lavare i cerchioni delle auto - racconta Artioli - e solo molto tempo dopo potei avvicinarmi alle “centine”, le gabbie di filo di ferro sulle quali si plasma la scocca di lamiera che viene battuta e ribattuta all’infinito, proprio come
una Katana, la famosa spada giapponese dei samurai, fino a quando le tue dita sfiorano il risultato finale. Una serie di curve lisce e sinuose come il corpo di una bella donna”. Solo dopo il servizio militare - paracadutista della Folgore - Irmo riprende il suo lavoro di carrozziere incontrando Mike Parkes ex pilota da corsa Ferrari e, in seguito, direttore sportivo della scuderia svizzera Filipinetti con il quale realizzava macchine da corsa. La morte di Parkes in un incidente stradale a Torino, nel 1977, mise fine all’attività e Artioli passò a lavorare con Franco Bacchelli, titolare della Carrozzeria Autosport di Bastiglia, azienda specializzata in lavorazioni esclusive su Ferrari e Maserati, tuttora in attività. Vi resterà per quasi trent’anni, guidato dall’esperienza di Afro Gibellini, già capo officina di Sergio Scaglietti. Nel 2006, poco dopo l’entrata in pensione, Irmo Artioli si rende conto che
il riposo forzato e la vita del pensionato non fanno per lui. Non ama frequentare i classici luoghi di chi non ha più niente da fare, come la briscola al bar o il torneo alla bocciofila… Decide pertanto di continuare la sua attività di artista ‘battilamiera’ nella sua attuale officina presso la quale si rifugia dall’alba al tramonto, domeniche comprese… “Per me non vi è posto migliore della mia bottega, ci vengo anche alla festa, mi piace guardarmi intorno e sognare a occhi aperti, immaginando ogni mia macchina finita e pronta per scendere in strada, per farsi guardare e ammirare, proprio come una bella femmina. E’ curioso notare il parallelo fra il nostre mestiere e le belle donne… Tutti in questo ambiente siamo grandi amanti delle belle donne e con le nostre macchine ci comportiamo alla stessa maniera: le corteggiamo, le accarezziamo, le guardiamo proprio come io faccio ogni giorno…E’ per questo che io non amo
fare altre cose. Cosa c’è di meglio che sedersi qui, nel mio laboratorio a guardare queste belle donne? Tra queste c’è anche il mio amore, la macchina della quale da sempre sono perdutamente innamorato… Si tratta della Ferrari Dino 246, bella come una brasiliana”. Quanto tempo occorre per preparare il telaio di una sua macchina? “Dipende da modello e dallo stato in cui mi arriva. Normalmente un anno, talvolta due”. Con quale materiale le ricostruisce? “Di preferenza l’alluminio, materiale duttile e piuttosto resistente”. Chi sono i suoi clienti? “Facoltosi americani, svizzeri, tedeschi e, naturalmente, italiani”. Qualche nome? “Vuole scherzare? Questi personaggi non gradiscono alcun tipo di pubblicità, vogliono solo la macchina, uno di questi ha più di 70 vetture d’epoca, e poi con loro si stabilisce un rapporto di amicizia, io vado Continua a pagina 11
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a casa loro, ci telefoniamo spesso... il nostro è un rapporto basato sulla stima reciproca”. La pagano bene? “Certo, ma il denaro non è che una conseguenza logica del mio lavoro e alla mia età nemmeno più tanto importante. Vi sono modelli di macchine che farei anche gratis… Questo non vale ovviamente per il mio allievo, Andrea Bisi di Carpi, lui è giovane, ha 19 anni e una vita davanti, ma per adesso deve pensare solo a imparare, il resto verrà dopo”. Che macchine state facendo adesso e quanto valgono sul mercato? “Quella lì di fronte è la scocca di una Ferrari 250 SWB del 1959, vale 3 milioni di euro, l’altra è una Ferrari F1 250 Pininfarina del 1954 e vale oltre 5 milioni di euro ed è la seconda perché ne ho già fatto un’altra, mentre la terza è una Ferrari California 250 del 1961 e vale oltre 5 milioni di euro”. Questi modelli sono tutti rifatti a volte anche con pezzi artigianali, fatti a mano, ma la Ferrari cosa dice di queste macchine non completamente originali? “Nulla, una volta terminata, la macchina viene portata a Maranello, dove c’è un laboratorio che si occupa della certificazione di autenticità e del diritto di registrarsi nuovamente col marchio Ferrari. In base ai riferimenti di telaio e motore, l’automobile viene esaminata in ogni sua componente e, alla fine, se tutto è in regola, la Ferrari emette un certificato di conformità. Naturalmente a pagamento”. Come giudica Enzo Ferrari? “Come tutte le persone geniali non era ‘comodo’, bensì un uomo dal tratto ruvido e spigoloso. Da ragazzo lo vedevo passare fra le scocche e mi incuteva una certa soggezione mista a riverenza. A mio parere lui non sapeva lavorare con le mani, ma era un mago, un ‘Drake’ appunto, nella scelta del materiale umano, sapeva capire al volo le qualità delle persone e le faceva proprie. Il suo impero è nato proprio grazie a queste sue attitudini”. Cosa chiede al futuro? “La salute, che il padreterno mi lasci ancora un bel po’ di tempo nel mio paradiso terreno, qui, fra le mie macchine e che Andrea, il mio collaboratore, cresca professionalmente e diventi ancor più bravo di me”. Sauro Mazzola
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L’Angolo di Cesare Pradella L’ultimo saluto a Susi Sanna
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’ stato un funerale molto partecipato quello di Susi Sanna, la 58enne tragicamente scomparsa la settimana scorsa. Al funerale, svoltosi a Quartirolo sono intervenuti molti amici e persone che lei aveva conosciuto nel corso del tempo, grazie al suo temperamento e al suo carattere estroverso e gioviale. Carattere che suscitava una simpatia immediata. Un’esistenza, la sua, difficile e complicata, contrassegnata da una malattia che la portava a soffrire difficili stati di acuta depressione. Un male che i medici hanno cercato di curare per anni, invano, come dimostra il fatto che il mattino di mercoledì scorso Susi non ce l’ha più fatta e ha deciso di porre fine ai suoi giorni, gettando nella costernazione il suo unico figlio, Giacomo, bravo cantautore, che tanto adorava e dal quale era tanto amata. Destino cinico e crudele quello di Susi, perseguitata da un disturbo dimostratosi implacabile. Sorte avversa anche per il figlio Giacomo che, dopo gli anni turbolenti
La bimba era diventata una delle ragioni di vita di Susi che la circondava di affetto e amore. Figlia di Efisio Sanna e Luisa Crotti, Susi aveva lavorato per lunghi periodi con varie ditte nel settore dell’abbigliamento e dell’oggettistica e, oltre al figlio Giacomo, lascia il fratello Sergio. “Mia madre è stata un’eterna bambina – ricorda tra le lacrime Giacomo - buona d’animo, altruista, generosa e disponibile con tutti, ma
Susi Sanna
del rapporto tra i suoi genitori, Susi e Walter Fusari, che vivevano separati da anni, aveva abbracciato con profitto la strada della musica e del canto, cui è particolarmente vocato, tanto da essere definito dagli
Nuove aperture
Riapre la boutique Bimbibelli Rossella Nappa
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on la nuova gestione di Rossella Nappa, giovane mamma carpigiana, riapre domani, sabato 9 marzo, alle 16, la rinnovata boutique Bimbibelli al numero 2 di Corso Pio. Rossella Nappa proporrà il meglio dell’abbigliamento da 0 a 14 anni per maschi e femmine, prodotti dalle griffe di abbigliamento infantile Twin Set, Ermanno
Scervino, Woolrich, Roy Roger e Mauro Grifoni. All’inaugurazione di domani pomeriggio saranno presenti anche due mostri sacri dello spettacolo italiano come l’attore Massimo Boldi e il cantante Michele che intratterranno i presenti con gag e canzoni. Ad accompagnare l’inaugurazione anche un riccò buffet. C.P.
esperti il Vasco Rossi della Bassa, per lo stile musicale che tanto ricalca quello del cantautore di Zocca. Negli ultimi anni Giacomo era tornato a vivere insieme alla madre con sua figlia, la piccola Caterina, ora 13enne.
Giacomo Fusari
anche una perenne sognatrice. Spesso viveva in una dimensione dorata e immaginaria e, quando ne usciva, subiva profondi e dolorosi stati depressivi che la isolavano dal resto del mondo. Io lo sapevo, tutti noi lo sapevamo e abbiamo sempre cercato di aiutarla, di sostenerla e starle vicino”. Fino a quella maledetta mattina del 27 febbraio quando, da sola, ha deciso di farla finita nella sua abitazione di viale Carducci.
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na volta c’era la soglia di casa, dove le signore del vicinato si portavano la seggiola e chiacchieravano ricamando e “sferruzzando”. Oggi, sono mutati i tempi, i luoghi di ritrovo, le persone, ma non è cambiata la voglia di stare insieme e di condividere una passione tutta femminile, quella dell’uncinetto. Ecco allora che nascono i Knit Cafè, luoghi di incontro dove si lavora a maglia, uncinetto e ricamo, ma soprattutto dove si coltivano vecchie amicizie e se ne trovano di nuove. “L’idea di creare il primo Knit Cafè made in Carpi - ha raccontato Enrica Arletti, ideatrice e promotrice del progetto - è nata nel settembre del 2011, quando ho ricevuto l’invito su Facebook a partecipare a un evento di Knit Cafè in un locale di Modena. Subito incuriosita, ho coinvolto la mia amica Lorella Sassi nell’iniziativa, e ci siamo recate sul luogo per vedere dal vivo di cosa si trattasse. Siamo rimaste talmente colpite dall’atmosfera di relax e divertimento che regnava nel gruppo di amanti dell’uncinetto, che abbiamo deciso di trasferire l’idea anche a Carpi, creando il nostro Knit Cafè, e una pagina Facebook dedicata”. E così dal 6 marzo del 2012
AL BAR SPORT DI VIA UGO DA CARPI OGNI MARTEDÌ SERA C’È UN APPUNTAMENTO SPECIALE, APERTO ALLE DONNE DI OGNI ETÀ, QUELLO CON LE AMICHE DEL KNIT CAFÈ
Unite da ago e filo Da sinistra Lorella Sassi, Simonetta Lugli, Enrica Arletti e Bianca Betti
è nato a Carpi il primo Knit Club, un gruppo di amiche che si ritrova ogni settimana per lavorare ai ferri, all’uncinetto, ricamare, o più semplicemente stare in compagnia. Un appuntamento aperto a donne di ogni età che si rinnova ogni martedì sera dalle 20,30 alle 22,30 al Bar Sport Brasserie al civico 47 di
via Ugo da Carpi, grazie alla disponibilità offerta dal titolare Danilo. “Si tratta di un momento speciale per intrecciare, simbolicamente e non solo, esperienze personali, aneddoti ed emozioni - ha proseguito Bianca Betti - inoltre, in questo periodo di crisi economica, stanno riprendendo piede le abitudini delle nostre mam-
me e nonne, che ci insegnavano a non gettare nulla, ma a riutilizzare vecchi tessuti abbandonati nel fondo dei cassetti, e ridar loro nuova vita. Ecco allora che grazie alle abilità manuali nascono centrini, presine, maglioni, e calzini colorati. Un altro effetto della crisi è proprio il ritorno ai lavori manuali, spesso ingiustamente
bistrattati negli anni precedenti. Invece, non c’è niente di più bello e gratificante di creare qualcosa con le proprie mani e la propria fantasia”. “Recuperiamo anche le rocche di lana e altro filato dismesse dalle aziende - ha precisato Lorella - e poi le condividiamo, mettendo il materiale a disposizione
di tutte le componenti del gruppo. Poi, quando veniamo a conoscenza di iniziativa di raccolta fondi a scopo benefico, regaliamo con grande gioia alcune delle nostre creazioni. La nostra attività non ha assolutamente fini di lucro. I nostri lavori li teniamo per noi, oppure li doniamo ad amici e conoscenti, o ancora li offriamo in beneficenza”. “Credo che ritagliarsi uno spazio di tempo tutto per sé nell’arco della settimana - ha aggiunto Simonetta Lugli - per dedicarsi alle proprie passioni, per ritrovarsi con le amiche, e conoscerne di nuove, per scambiarsi idee ed esperienze, sia davvero importante, quasi terapeutico. E se la nuova partecipante non ha mai maneggiato ago e ferri, non c’è nessun problema. Ci siamo noi pronte ad insegnarle e farle muovere le prime mosse, svelandole tutti i trucchi e i segreti del tricotage”. “Pertanto, signore e signorine - hanno infine intonato Bianca, Enrica, Lorella e Simonetta - siete tutte invitate a unirvi alle amiche dell’uncinetto del Bar Sport, dove sarete accolte da allegria e serenità, e dove potrete divertirvi a intrecciare lana, allontanando lo stress, al ritmo di ferri e risate”. Chiara Sorrentino
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ndrea De Carlo, Quirino Principe, Carla Fracci e Paolo Crepet sono questi i quattro protagonisti della rassegna primaverile I libri di San Rocco, organizzata da Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi e San Rocco Arte & Cultura, in collaborazione con Biblioteca Arturo Loria e patrocinata dal Comune di Carpi. Quattro preziose occasioni per conoscere da vicino l’arte nelle sue sfaccettature più varie: dalla narrativa alla musica, dalla saggistica allo spettacolo e danza. “Con questa rassegna - ha dichiarato Giuseppe Ferrario, presidente di San Rocco Arte & Cultura - aggiungiamo un altro importante tassello nel mosaico delle nostre attività”. Tutti gli appuntamenti saranno a ingresso gratuito, sino a esaurimento posti, e condotti da Davide Bregola, direttore artistico della Festa del Racconto e presidente della giuria del Premio Arturo Loria, il concorso letterario nazionale dedicato allo scrittore carpigiano, in programma per la fine di aprile. “Ho pensato di invitare intellettuali di spessore, persone appartenenti al mondo della cultura che stimo e apprezzo - ha sottolineato Bregola - capaci di divulgare cultura in modo efficace e simpatico. Personaggi popolari ma di grande qualità. Il mio desiderio è quello di creare un’atmosfera intima, piacevole con ognuno dei quattro protagonisti della rassegna. Avremo lo scrittore di best seller Andrea De Carlo, che parlerà di storie e
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In programma a Carpi, tra marzo e aprile, quattro serate gratuite con alcuni dei nomi più noti della cultura e dello spettacolo: Andrea De Carlo, Carla Fracci, Paolo Crepet e Quirino Principe
I libri di San Rocco... Andrea De Carlo
Andrea De Carlo
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Carla Fracci e Beppe Menegatti
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iovedì 14 marzo, alle 21, presso l’Auditorium della Biblioteca si inizierà con Andrea De Carlo. Il celebre autore di best seller condurrà gli spettatori all’interno di Villa Metaphora: Voci da un’isola, il suo ultimo romanzo ambientato a Tari, una piccola isola vulcanica ai margini estremi del Mediterraneo meridionale, in un resort di lusso con ospiti internazionali, ricchi e famosi, in cerca di qualche giorno di tregua dalle pressioni del mondo. Una serata per raccontare un libro che raccoglie la sfida di narrare il mondo di oggi, con le sue virtù e difetti peggiori, i suoi vizi, paure e insostenibili contraddizioni.
er il terzo appuntamento saranno ospiti di Sala Mori, giovedì 28 marzo, alle 21, Carla Fracci e il marito Beppe Menegatti. La ballerina italiana famosa in tutto il mondo ripercorrerà la sua incredibile carriera, che l’ha portata a esibirsi sui palcoscenici dei più importanti teatri, insieme alle compagnie più prestigiose, danzando con ballerini del calibro di Rudolf Nureyev, Vladimir Vasiliev, Mikhail BaryshniCarla Fracci kov ed Erik Bruhn. Con lei, a ricordare gli inizi alla scuola di ballo del Teatro alla Scala, sino alle sue prese di posizione e al suo impegno contro i tagli alla cultura, il regista teatrale Menegatti, autore di spettacoli dell’icona della danza italiana. Una vita sulle vette, o meglio, sulle punte, quella di Carla Fracci, che commenterà anche gli estratti video delle sue più celebri interpretazioni.
Quirino Principe
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Quirino Principe
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enerdì 22 marzo, alle 21, presso la Sala Mori sarà la musica il tema della serata, con Quirino Principe, celebre musicologo e critico musicale che terrà un’inimitabile dissertazione sulla modernità della musica classica. Il tutto accompagnato dall’ascolto di alcune tra le migliori esecuzioni, commentate da chi meglio non potrebbe. Per scoprire, forse, come Mozart e Schumann si rivolgano a noi contemporanei avendo da dire molto più di quanto ci potremmo immaginare.
romanzi, compresa la sua ultima fatica letteraria, Villa Metaphora; il critico musicale e filosofo della musica, nonché traduttore italiano del romanzo Il Signore degli anelli di Tolkien, Quirino Principe ci
Paolo Crepet
a rassegna si concluderà poi giovedì 11 aprile, alle 21, presso l’Auditorium della Biblioteca. Lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet dibatterà sui valori del nuovo millennio, la famiglia, l’educazione dei figli, in un incontro dal titolo L’autorità perduta. Bambini maleducati, adolescenti senza regole, ragazzi ubriachi e indifferenti. Genitori che si lamentano di una generazione arresa e senza passioni, che sembra aver perso anche la capacità di stupirsi. Ma non sarà che ad arrendersi per primi sono stati proprio i genitori, che con la loro accondiscendenza hanno sottratto ai figli l’essenziale, ossia il desiderio, salvaguardando un quotidiano quieto vivere privo di emozioni e ambizioni, dove rimbomba soltanto l’elenco delle lamentele contro la società e la politica?
parlerà della contemporaneità della musica classica; l’etoile Carla Fracci, che stimo sin da quando ero bambino, e il regista Beppe Menegatti ci racconteranno la loro vita dedicata al teatro e alla
danza classica; infine Paolo Crepet dibatterà sui valori del nuovo millennio, la famiglia, l’educazione dei figli”. Gli incontri saranno supportati da video, musiche e letture, per rendere piacevole a
tutti l’incontro e la scoperta di queste grandi personalità della cultura italiana. “Artisti, ma anche uomini e donne, vicini a tutti noi”, conclude Davide Bregola. Jessica Bianchi
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14 Al Borgogioioso, il 10 marzo, appuntamento con Un pomeriggio per i piccoli, a cura del volontariato carpigiano. Alle 16.30 esibizione di ritmica delle “farfalle” del Club Giardino
Dodici ore di musica no stop, tra rock band emergenti nel pomeriggio e Dj set la sera, con una sfilata di moda e un’esibizione di danza hip hop a corredare il tutto. L’appuntamento è il 1° aprile al Palazzetto dello Sport di Carpi
Arriva il Freedom Music Festival!
Bimbi in festa in galleria
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omenica 10 marzo si svolgerà per tutto il giorno presso la galleria del centro commerciale Il Borgogioioso, Bimbi in festa: con animazioni e iniziative rivolte a bambini e ragazzi con la partecipazione di Scai, cooperativa sociale che ha fatto dell’animazione per ragazzi la sua vocazione, Croce Rossa Italiana e Avis. Verrà allestito uno spazio gratuito di intrattenimento per i piccoli con gonfiabile, trucca bimbi, animatori che realizzeranno piccole sculture coi palloncini. Nel pomeriggio la Cri eseguirà alcune dimostrazioni di pronto soccorso pediatrico con l’utilizzo di manichini per mostrare ai bambini come affrontare le principali emergenze e insegnare agli adulti a eseguire alcune manovre salvavita. Sempre nel pomeriggio, l’Avis sarà presente con trucca bimbi e palloncini e con materiale di divulgazione sull’importanza e sul significato del sangue. Dalle 16.30 poi, si esibiranno le atlete della Sezione Ritmica e della Sezione Freestyle del Club Giardino; le ginnaste presenteranno un programma di esercizi individuali e collettivi.
tempo di crisi, per essere disposti a spendere cifre non sempre bassissime, noi giovani dobbiamo essere motivati, e questa motivazione non sempre viene fornita”. Secondo Matteo, dal divertimento in discoteca si è passati al “fare qualcosa il sabato sera. Non si va più in un certo locale perché c’è un appuntamento particolare ma perché in giro non c’è nient’altro. Spesso infatti i ragazzi si limitano a scegliere il locale più comodo e vicino a casa”. Parte della responsabilità di questo fenomeno di disaffezione andrebbe attribuita alle stesse discoteche: “chi organizza serate ha smesso di pensare a
Matteo Ganniello e Federico Guarinoni
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a febbre del sabato sera sta calando? Il mondo della discoteca rischia di appassire? I soldi nel portafoglio calano mentre il prezzo del biglietto resta invariato? Niente paura, arriva il Freedom Music Festival! Questo il nome dell’evento che andrà in scena il 1° aprile presso il Palazzetto dello sport di
Carpi, dalle 18 in poi. Dodici ore di musica no stop, tra rock band emergenti nel pomeriggio e Dj set la sera, con una sfilata di moda e un’esibizione di danza hip hop. Un evento diverso dalle solite serate in discoteca, organizzato dai due studenti ventenni Matteo Ganniello e Federico Guarinoni, rispettivamen-
te PR e Dee-jay. “L’idea è nata perché – spiega Matteo – lavorando da alcuni anni nelle discoteche della zona, ho notato un progressivo calo di presenze, entusiasmo e inventiva”. La sensazione del giovane PR è che a essere cambiata sia l’offerta di svago. “I ragazzi cercano qualcosa di diverso. Anche perché, in
quale formula possa essere la più adatta al periodo o al target di età”. Da queste considerazioni è nata una scommessa che Matteo e Federico sperano di vincere. La volontà è stata quella di unire due ‘mondi’: quello dei ragazzi che suonano uno strumento in una band e quello di chi ama la Consolle. “Se avremo successo, i locali della zona potrebbero anche trarne qualche spunto. Ci tengo però a precisare che non abbiamo accettato di collaborae con nessuna discoteca, proprio perché vogliamo che sia un progetto nostro”, chiosa Matteo. Dodici band, cinque Dee-jay, una sfilata, un’esibizione di Hip hop, una cena a buffet e una macchina organizzativa che coinvolge ragazzi dai 16 ai 23 anni. Questi, in sintesi, i numeri del Freedom Music Festival. Perché sceglierlo, chiediamo ai due organizzatori? “Crediamo sia un’iniziativa diversa dalle altre, che coniuga stili diversi in una nuova formula”. Marcello Marchesini
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’è qualcosa di Sergio Leone in questo ultimo lavoro del premio Oscar Gabriele Salvatores. Come nel capolavoro dello scomparso maestro C’era una volta in America, anche in l’Educazione siberiana, seguiamo la storia di due ragazzi che, attraverso tre spazi temporali, il 1988, il 1995 e il 1998, sviluppano la loro amicizia fino a trovarsi rivali su fronti opposti. Tutto comincia quando l’Unione Sovietica sta ormai concludendo la sua parabola storica. Opportune didascalie ci informano all’inizio del film che il luogo è la Transnistria, regione (separatista) della Moldavia dove Stalin aveva confinato criminali di varie etnie, fra cui vari siberiani. E sono siberiani Urka (come l’indimenticabile Dersu Uzala raccontato da Kurosawa) i bambini Kolimà e Gagarin, che apprendono uno strano codice di comportamento dal nonno del primo, il “criminale onesto” Kuzja. Siamo a Fiumebasso e i due ragazzini, insieme alla loro banda, iniziano la propria attività criminale con un furto di stivali da un camion militare. Perché come insegna il nonno, rubare (così come uccidere poliziotti, militari russi e
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E’ uscita nelle sale cinematografiche la trasposizione del romanzo Educazione siberiana di Nicolai Lilin. La pellicola porta la firma del regista premio Oscar, Gabriele Salvatores
C’era una volta in Transnistria
banchieri) è permesso. Però poi si condivide la refurtiva con la comunità di appartenenza e non bisogna tenere il denaro per sè. Tutta una serie di regole, strambe ma perfettamente conformi a un’etica criminale dettata non solo dalla tradizione ma scritta sui corpi: il tatuaggio come graduale creazione e affermazione della propria identità. Poi però a Berlino un muro cade e con esso un intero Paese e un
equilibrio che fino ad allora si credevano irremovibili. Il passaggio è epocale, cambiano le regole e nelle persone, soprattutto nei giovani, subentra lo spaesamento. Dall’Ovest arrivano altri modelli, un’altra criminalità: lo scontro è inevitabile. E anche i due amici maturano posizioni e convincimenti diversi. Kolimà affronta il nuovo con diffidenza, alla luce dei principi ricevuti, Gagarin vuole arricchirsi molto e subito. Entra in scena anche l’amore, col volto e il corpo di Xenia, una ragazza bellissima ma disturbata, fragile; e se la religiosità dei siberiani considera i pazzi dei “voluti da Dio”, ora è il desiderio a dettar legge e a non guardare in
faccia a nessuno, nemmeno ai deboli e ai puri. Kolimà e Gagarin guardano a lei con occhi diversi. Il racconto giunge al suo giro di boa nella scena forse più bella, poetica ed emblematica del racconto. Il volo sul calcinculo è il lancio verso la vita. E’ la metafora della nuova libertà. Non a caso la musica che l’accompagna è la trascinante Absolute beginners di David Bowie: l’Occidente per eccellenza tradotto in musica e parole. Un titolo che traduce immediatamente quei giovani nei principianti assoluti, quali realmente sono, nella nuova realtà. Amore e possesso si fronteggiano senza compromesso e i due giovani si ritrovano l’uno contro l’altro. Sarà ancora nonno Kuzja a decidere il da farsi e ad affidare a Kolimà il compito di trovare il colpevole dell’abuso di Xenia. La caccia all’uomo lo condurrà ad arruolarsi nell’esercito, in quell’esercito che non aveva mai considerato suo. Salvatores compie un indubbio salto di qualità scegliendo un soggetto non solo lontano geo-
graficamente dal suo mondo ma, soprattutto, molto distante dalle commedie che da Turné a Mediterraneo da Sud ad Amnesia a Happy family hanno caratterizzato la sua produzione. Il film non è perfetto, ma il tentativo è encomiabile. Il tema dell’amicizia maschile minata dall’amore, tipico della poetica dell’autore, rivive questa volta con risvolti epici inconsueti. La prima parte è davvero bella, nonostante i “principi” ispiratori di questa educazione siberiana siano enunciati nello spazio dei primi minuti con parole precise e sentenziose che rischiano di rendere pleonastiche le immagini successive. Parole, peraltro, annunciate sin dai trailers per cui si arriva alla visione con l’impressione di sapere forse già troppo e con la residua curiosità di vedere solo come è svolto il tema. Invece poi la visione è interessante, diretta con la maestria che al premio Oscar non difetta. Soprattutto quando in scena ci sono i bambini. Ma riesce anche a dominare e contenere l’istrionico John
Malkovich nei panni del nonno che troneggia spesso col suo corpo nudo pieno di tatuaggi circondato dal calore dei compagni nell’afosa atmosfera di una sauna. Eccellente la fotografia di Italo Petriccione, abituale collaboratore del regista e notevole la colonna sonora del maestro Mauro Pagani che si lascia tentare dalle melodie russe per virarle a maestose sonorità più moderne, e regalandoci un vero gioiello nelle note di una canzoncina tradizionale doverosamente sottotitolata. All’origine del film c’è il romanzo omonimo di Nicolai Lilin che ha riscosso un notevole successo e ottenuto ben 14 edizioni in altrettanti Paesi. Lo scrittore, cresciuto in Transnistria e ora residente in Italia, affida al personaggio di Kolimà la sua vicenda autobiografica. Sulla verdicità storica della deportazione staliniana dei siberiani in quelle zone invece, gli studiosi nutrono vari dubbi. Ciò non toglie che romanzo e film abbiano una loro credibilità e un fascino intensi. Ivan Andreoli
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A tutta birra!
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ispondiamo subito alla prima domanda: per definizione tecnica la birra è un prodotto ottenuto dalla fermentazione alcolica con lieviti, che variano in base allo stile, di un mosto preparato con malto, di orzo o di altro cereale o di loro miscele e acqua, amaricato con luppolo e/o suoi derivati. Molti vedono ancora la birra come la classica bionda da boccale e al massimo c’è la scura, un po’ “strana”; in realtà il mondo delle birre è assai più vasto e complesso, ce ne sono letteralmente di tutti i colori e per tutti i gusti! Pensateci bene dunque, prima di dire: “Non mi piace la birra”. Detto ciò vorrei introdurre una “mini-serie” su utilità, curiosità e anche qualche falso mito che circonda il mondo della birra. Con la pizza? Ovviamente birra: Ovviamente proprio no! Come esistono molti tipi di pizza, esistono diversi stili birrari, entrare in un pub e ordinare “Una media” è come
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a aperto a Carpi, Aldebaran Bio, - in via della Libertà, angolo viale Manzoni - un negozio specializzato nella vendita di alimenti biologici, macrobiotici e senza glutine, che riserva anche un bellissimo spazio benessere e relax, dedicato al piacere di una profumata tisana naturale. Un negozio che porta inscritto nel suo nome un messaggio di luminosa energia: Aldebaran infatti, è la stella più brillante della costellazione del Toro ed è una delle stelle più facili da trovare in cielo. Abbiamo incontrato la titolate, Alessandra Morellini per conoscere meglio la filosofia, i prodotti e gli obiettivi legati al mondo di Aldebaran. Cosa si può trovare nel punto vendita? “L’ambiente è accogliente e in grado di trasmettere serenità e calore a chi vi entra. Ho suddiviso il punto vendita in due parti, a seconda della tipologia di prodotto esposto. L’Angolo del Biologico e Naturale offre una vasta gamma di alimenti, tutti provenienti da agricoltura biologica. Pasta al farro, di kamut, al grano saraceno; zuppe, minestroni, riso integrale, grissini, piadine, tigelle, succhi di frutta
a cura di Erik Cantarelli
Cos’è oggi la birra? Sfatiamo qualche falso mito!
come meglio la si preferisca, ma se l’intenzione è quella di gustare un buon abbinamento ecco qualche consiglio lampo: Lager per Margherita e pizza ai frutti di mare, Weiss per pizze a base di insaccati e/o patate, Pils per farciture a base di salumi o comunque tendenti a una prevalenza del salato e Doppio Malto per pizze ai funghi. Già da questo possiamo intuire la possibilità di abbinamenti fra cibo e birra che batte di gran lunga il vino in versatilità! Ma di ciò parleremo meglio più avanti.
andare in pizzeria e dire al cameriere “Per me una pizza, grazie”, è pur vero che buono
è ciò che piace e non c’è nulla di male nell’accostare la normale “birretta” a una pizza
è troppo bassa ne avremo carenza, se è troppo alta ne avremo un eccesso. Tutti quelli che la vedono come qualcosa che toglie spazio alla birra dovrebbero pensare che l’anidride carbonica (CO2) nella birra c’è, si presenti essa come schiuma o come bollicine è sempre presente, quindi in una birra senza schiuma è probabile che beviate più aria
che liquido; c’è più birra in un boccale servito con la schiuma che in uno servito senza!
La schiuma, immancabile: Tranne qualche eccezione nel mondo anglosassone, ciò che non deve mai mancare è un bel cappello di schiuma, di almeno due dita, ben densa e persistente. Oltre all’estetica, è fondamentale per preservare gli aromi prevenendo l’ossidazione, permette inoltre di valutare se ciò che avete ordinato è stato servito alla giusta temperatura: se quest’ultima
Aldebaran Bio, in via della Libertà, angolo viale Manzoni, è il nuovo negozio carpigiano specializzato nella vendita di alimenti biologici, per tutte le intolleranze e senza glutine
L’angolo del bio e senza glutine
passato di pomodoro, sale marino integrale e Himalayano, olio, aceto, dadi per brodo senza lievito e iposodici; dolci come biscotti, snack, merendine, senza lievito, latte, uova
e zucchero; latte di soia, di riso, marmellate senza zucchero, miele, yogurt di soia, burro di soia, tofu e seitan per chi non mangia carne. Tutto per le varie intolleranze,
senza lievito, zucchero, uova, latte...”. Cosa proponeper le persone affette da celiachia? “Le persone che scelgono Aldebaran Bio possono trovare tutto ciò che occorre per un’alimentazione sana dedicata a loro. I celiaci hanno a loro disposizione un ampio spazio che ho denominato appunto Senza Glutine. Qui espongo alimenti, dal fresco
I celiaci possono acquistare utilizzando i buoni rilasciati dall’Asl di Modena e Reggio Emilia. L’offerta copre tutte le fasce di età: dai bambini ai ragazzi, dagli adulti agli anziani”. E poi c’è lo spazio benessere e relax… “Per quanto riguarda il relax e il benessere - del corpo e della mente - c’è un angolo dedicato a tè e tisane naturali, in tanti gusti. Curative, per insonnia,
al secco, al surgelato. Prodotti delle migliori marche e a prezzi competitivi. Menù completo: primo, secondo e dessert. Anche pizza, gelato e birra… non manca nulla!
stress, gonfiori addominali, digestivi, drenanti per le gambe o, semplicemente, da gustare. Da provare le tisane ai frutti esotici e tropicali e il tè roobios rosso d’Africa…
Alessandra Morellini
Numerose le tisaniere toscane fatte a mano”. Progetti per il futuro? “A breve organizzeremo dei corsi di cucina, rappresentanti ed esperti delle ditte che ci forniscono i prodotti verranno a insegnare ai nostri clienti tutti i segreti e le tecniche per preparare al meglio un piatto prelibato. L’utilizzo delle farine senza glutine non è semplice. Per impastare serve un po’ di pratica! Poi durante tutto l’anno proponiamo sconti sui nostri prodotti e forniamo gratuitamente una tessera Aldebaran Bio. Una volta completata si ottiene un buono spesa del valore di 20 euro”.
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Al dimè dialètt... Massimo Loschi di Massimo Loschi
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avole… forse da raccontare, se l’Italia non si avvia per la strada maestra.
Ci ha lasciati una persona speciale... di Clarissa Martinelli clarissa.martinelli@radiobruno.it
Mia sól fôli
Non solo favole
I s’andêvn’adêši… chi dúu su cla strêda drìtà, infìnida cun la mêint intêinta a ricôrd. Da ‘na pêrt e da cl’êtra ed cla lunga strêda, i rêst d’quèl ch’éra stèe: al pôst dal vérd, ‘na sfìlarêda ed capànôun, ed fabrichi… vódi, tùt’intórèn gnanch n’alma, gnanch più ôpêrai côi strìsciôun d’sóvr’i còpp. Più luntan, mò tant più luntan a srêr la strêda… un righ cèlèstêin un môunt, un pcôun d’ciél per lasêr pôst al spèransi. Lór, i andêvèn, sêinsa fuga, un al dèscuriva quêši sòtt-vóš e l’éra un dir achsè… sêins’indirìs, cl’êter distrat, chisà s’al scultêva: - Lè, prìmà ancòr! - érèn cal parôli - L’éra tùtt furmêint e pò i élbèr, i ušlêin, i culór, e al gir dal nôstri stàgiôun sèmpr’uguêli e sèmpèr nóvi! Cla vóš, cùmè un sùpì la n’rumpiva gnanch al silêinsi, cl’éter, fórse, l’iva càpìi… l’inmaginêva mêravìj sêinsa vèderli, la fantašia la spèrdiva in cal môunt luntan in cal pròfil e a gh’éra gnúu da pinsêr: - Forse… i sran dê dlà! Adêši al gh’iva slunghèe la man e: - Nono, a m’piéš! A m’côuntèt ancòr dal tò fôli? –
Se ne andavano lentamente… quei due su quella strada diritta, infinita con la mente intenta a ricordi. Da una parte e dall’altra di quella lunga strada, i resti di ciò che era stato: in luogo del verde, una lunga fila di capannoni, di fabbriche… vuote intorno nemmeno un’anima nemmeno gli operai con gli striscioni sui tetti. Più lontano, ma tanto più lontano a chiudere quella strada… una linea azzurrina un monte, un pezzetto di cielo per lasciare spazio alle speranze. Loro, andavano, senza fretta, uno parlava quasi sottovoce ed era un dire così… senza indirizzo, l’altro distratto, chissà se ascoltava. - In quei luoghi, prima ancora! erano le parole - Vi era tutto frumento, poi gli alberi, gli uccelli, i colori, il ruotare delle nostre stagioni sempre uguali e sempre nuove! – Quella voce, come un soffio non rompeva nemmeno il silenzio, l’altro, forse, aveva compreso… immaginava meraviglie senza vederle, la fantasia si smarriva in quel monte lontano in quel profilo e gli era venuto di pensare: - Forse… saranno dall’altra parte! – Adagio gli aveva allungato la mano e: - Nonno mi piace! Mi racconti ancora delle tue favole?
Islam e dintorni... di Francesca Zanni Laureata in Storia, Culture e Civiltà Orientali, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna
L’Islam nel mondo
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opo aver sintetizzato nella rubrica precedente quali sono i numeri della presenza musulmana in Italia, passiamo ad analizzarne la presenza nel mondo. L’Islam è la seconda religione più praticata al mondo, conta infatti 1,5 miliardi di fedeli contro i 2,1 del cristianesimo (inteso non solo come cattolicesimo ma in senso ampio, comprendendo quindi protestanti, ortodossi...). I musulmani costituiscono quindi circa il 20% della popolazione mondiale. I fedeli musulmani siano sparsi in tutto il globo dal punto di vista geografico. La percentuale maggiore però si registra in Asia: l’Indonesia è il paese di religione islamica più popoloso al mondo con oltre 200 milioni di persone. L’Indonesia è seguita da Pakistan e Bangladesh come percentuale numerica di appartenenti a questa professione religiosa. Il secondo continente dopo l’Asia in cui vi è la maggiore presenza di musulmani è l’Africa (307 milioni circa) con l’Egitto in testa per il numero di abitanti, seguito da Nigeria e Algeria. A seguire Europa (circa 35 milioni di fedeli) e Nord America (circa 5 milioni), dove la presenza musulmana è dovuta soprattutto al fenomeno dell’immigrazione o alla presenza di gruppi preesistenti. Questi numeri comprendono tutti i musulmani, quindi anche quelli facenti parte della shi’a o di altre divisioni interne all’Islam. Gli sciiti sono la maggioranza in Iran e in Iraq, mentre nel resto degli stati rappresentano minoranze più o meno importanti.
PER APPROFONDIRE L’Islam, Alessandro Bausani, Garzanti, 1999 http://www.lettera22.it/showart.php?id=4218&rubrica=60
La famiglia Goldoni - Da sinistra Paolo, Giorgio e Lorena Goldoni insieme a Maria Capone
Ciao Clarissa, il tempo passa ma non riesco a smettere di pensare alla nostra preside. Maria, oltre a una collega da 20 anni, era una persona che faceva le cose con passione. Insegnava con dedizione e amore per la scuola. Scuola intesa come trasmissione del sapere e formazione dei giovani alla vita. Quando è diventata preside per la nostra scuola è come sorto il sole. La stessa intensità che metteva nel suo lavoro di insegnante, l’ha applicata nel dirigere la nostra complessa scuola in un periodo particolarmente difficile a causa del terremoto. Sai, Clarissa, mi accorgo però, che il suo lavoro non era prezioso in quanto tale. Mi affacciavo alla sua porta verso le 14 e le dicevo “Ciao Preside, il tempo di un panino è sacro” e lei mi rispondeva “E’ proprio vero! devo scriverlo sulla parete”... e si alzava per una veloce pausa prima di rituffarsi nelle tante beghe da risolvere. Ma non erano nemmeno le tante cose che faceva il vero valore. No, non erano la cosa più importante. Mi accorgo che la sua dedizione e rigore nel lavoro avevano contagiato tutti. Era un piacere darsi da
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rtisti forse si nasce. Quel che è certo, però, è che professionisti lo si diventa. Anche nel mondo del cinema. A questo proposito, sono aperte, sino al 31 marzo, le iscrizioni a La piccola bottega del reale, il workshop sul cinema documentario organizzato da Biblioteca Multimediale Arturo Loria e Comune di Carpi in collaborazione con l’associazione Sequence, Movimenta, il circolo cinematografico Nickelodeon, con il contributo di Cmb e promosso e sostenuto dal Dipartimento della Gioventù – Presidenza del Consiglio dei Ministri e Anci, Associazione Nazionale Comuni Italiani. Le lezioni – che si svolgeranno nel corso di otto weekend sino al mese di settembre - inizieranno sabato 6 aprile. Il laboratorio ha come obiettivo quello di sensibilizzare i partecipanti alla sintassi del linguaggio cinematografico, offrendo loro la possibilità di apprendere le basi teoriche e pratiche della realizzazione di un documentario. A guidare gli allievi in questo percorso tre docenti d’eccezione: i documentaristi e registi Federico Baracchi, Nico Guidetti e Roberto Zampa.
fare, adoperarsi perchè le cose funzionassero al meglio. Anche con le scarse risorse che avevamo a disposizione. Veniva spontaneo dare disponibilità, tempo energie, lavoro e idee. Era un privilegio lavorare con lei. E’ questo contagioso esempio di servizio il vero tesoro. Il grande valore di Maria. Claudio Ansaloni
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o conosciuto Maria Capone, la preside dell’Itis morta venerdì scorso in un drammatico incidente stradale, nel luglio scorso; fu il professor Claudio Ansaloni a chiamarmi, chiedendo se con Teniamo Botta potessimo aiutare anche il Leonardo Da Vinci di Carpi. Un paio di giorni dopo, mi contattò la dirigente scolastica. Voleva incontrarmi, così andai nel suo ufficio e mi condusse in giro per la scuola: inconsueto per una preside, da quel che ho potuto poi constatare in altre realtà. I laboratori erano chiusi e inutilizzabili, inagibili; in più era necessaria la tinteggiatura delle aule. Quando visitammo la scuola, mi accorsi subito che parlava di quell’Istituto come se si fosse trattato di casa sua e delle esigenze degli studenti come fossero stati suoi figli. Passammo dal “lei” a un più informale “tu”
da subito. Nei giorni successivi, stabilimmo di acquistare per il Da Vinci una Lim, Lavagna Interattiva Magnetica, che potesse parzialmente far fronte all’impossibilità di utilizzare i laboratori. Per la tinteggiatura, si erano resi disponibili insegnanti e genitori, ma il Comune non autorizzava la procedura per ragioni assicurative. Mi impuntai e, aiutata dall’assessore Carmelo Alberto D’Addese, riuscimmo a sbloccare la situazione per il Da Vinci e per le Collodi. Giovedì 28 febbraio, nel corso di Brunomattina, ha chiamato in diretta una classe quarta delle primarie di San Felice sul Panaro, scuola cui abbiamo donato altre Lim con Teniamo Botta: i bimbi hanno ringraziato tutti in coro insieme alla maestra in modo molto commovente. Nel pomeriggio mi ha chiamata una sorridente Maria Capone, aveva ascoltato la telefonata e mi chiedeva come fare a ringraziare pubblicamente Radio Bruno e Teniamo Botta per la Lim donata al Da Vinci. Il giorno dopo, l’incidente. Sono rimasta in silenzio alla notizia della sua morte, ho guardato l’ultima chiamata sul mio telefono ed era sua. Ho scritto un post su Facebook e hanno commentato con attestazioni di stima insegnanti, alunni ed ex alunni, tutti sgomenti. La lettera di Claudio racconta il perché.
Aperte fino al 31 marzo le iscrizioni al workshop sul cinema documentario organizzato da Biblioteca Loria e Comune
La piccola bottega del reale
Antonia Mascioli
Due le fasi in cui si articola il corso: la prima, didattico/teorica, in cui si prenderanno in esame l’ideazione e lo sviluppo di un soggetto cinematografico; la seconda, operativa, in cui si affronteranno le dinamiche pratiche di realizzazione, come organizzazione di una troupe, riprese e
montaggio. Lo scopo finale è quello di realizzare uno o più cortometraggi, da presentare al pubblico in una sezione dedicata della Festa del Racconto. Il workshop sarà poi arricchito da due seminari collaterali, condotti dalle registe Alina Marazzi e Costanza Quatriglio. “E’ da oltre sette anni che, con il progetto Carpi Effetto Cinema, portiamo avanti questi laboratori cinematografici – spiega la responsabile della sezione audiovisiva della Biblioteca e coordinatrice di Carpi Effetto Cinema, Antonia Mascioli – e con il tempo abbiamo deciso di specializzarci sul cinema documentario. Non si tratta infatti di un genere ‘minore’, bensì di una modalità espressiva in grado di produrre veri e propri capolavori, oltre che di offrire spunti di riflessione ‘diretti’ sui vari aspetti della realtà che ci circonda. Insegnare il linguaggio del cinema documentario significa insegnare a interpretare il linguaggio del nostro presente. E, quindi, di noi tutti”. Per informazioni: www.bibliotecaloria.it.
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18 L’aforisma della settimana...
“Il triangolo solo in geometria è una costruzione innocua”. appuntamenti
Mostre CARPI
Fino al 23 marzo La fotografia come deposito di senso Mostra del workshop con Franco Vaccari e Luca Panaro Sala espositiva Biblioteca Loria Fino al 20 marzo L’amore infedele - Mostra delle opere di Andrea Saltini A cura di FotostudioSilmar Con la collaborazione di Club Lions Carpi e Essent’ial Con il patrocinio della Città di Carpi Dark Room Silmar Fino al 29 marzo L’umorismo ai tuoi piedi Personale di Giacomo Cardelli O&A Centro Affari
L’8 marzo, alle ore 20.30, la regista Liliana Cavani sarà a Carpi per presentare il suo film Troppo amore in Sala Congressi
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roppo Amore racconta la storia di Livia, una ragazza come tante, di 28 anni, e di Umberto, 40 anni, bello e affascinante. Tra loro nasce un grande amore. Al principio è una storia come tante, ma poi lentamente l’amore di Umberto diventa eccessivo, totale, ossessivo. E pian piano Umberto si impadronisce della vita di Livia e della sua anima, fino al punto di distruggere la sua esistenza. Nel film si affronta il tema dello Stalking che è una delle forme di violenza sulle donne più sottili e dilanianti. Umberto attraverso un lavoro lento ma implacabile, priva la sua donna della propria identità e della sua autonomia. Dapprima minando le sue certezze sul piano psicologico, arrivando a distruggere l’identità stessa della persona. Poi intervenendo sul piano fisico, limitando i suoi movimenti, isolandola, allontanandola dagli amici, dai parenti, perfino dal lavoro, per averla completamente in suo potere. E seguiamo anche il percorso di Livia che, ricattata dalle dichiara-
CARPI 8 marzo - ore 22 Skambisti - Festa della Donna Kalinka Arci Club 8 - 10 marzo Le Donne e la città insieme 8 marzo Giornata Internazionale della Donna Diritto alla vita, lavoro, salute, studio, cittadinanza, diritti, libertà… Programma 8 marzo - ore 20.30 Liliana Cavani presenta il suo film Troppo amore Cast: Massimo Poggio, Antonia Liskova, Chiara Mastalli, Anna Melato La storia di Livia, una ragazza qualunque di 28 anni, e di Umberto, 40 anni, bello e affascinante. Tra loro nasce un grande amore. Al principio è una storia come tante, ma poi lentamente l’amore di Umberto diventa eccessivo, totale, ossessivo. E piano piano
zioni d’amore assoluto di Umberto, spaventata e blandita, non riesce a capire la trappola che le è stata tesa, ma poi, faticosamente, prende coscienza e si libera, anche mettendo in discussione il suo ruolo di donna, così come viene percepito normalmente dalla società che la circonda. Quella che al principio sembra una semplice storia d’amore, si trasforma gradualmente nel racconto dell’ossessione di un cacciatore che insegue la sua preda, pronto a divorarla, in un estremo gesto di amore malato. “La parola amore - commenta la regista Liliana Cavani - ha fatto sempre sognare perché risveglia in noi il sentimento più bello e ritenuto fondamentale. Siamo convinti che basta seguire l’istinto dal momento che tutti siamo disponibili all’amore e pure accompagnato da centinaia di canzoni bellissime. Ma la cronaca quotidiana ci mostra troppo spesso storie d’amore sbagliate, tragiche. E solo quando accadono ci si accorge che l’amore è un sentimento che richiede cura e maturità. Lo stalking
è l’amore del persecutore, cioè del partner che una volta conquistata una donna la considera propria, un oggetto suo come se l’avesse comprata. Ne controlla la mente e i movimenti. Non riesce più ad accettare che la “sua donna” abbia una personalità autonoma. La considera sua come può accadere col cane ma peggio perché gli viene naturale picchiarla se non gli ubbidisce”.
In occasione della Giornata Internazionale della Donna, il 9 marzo, alle ore 20.30, presso la Sala Congressi, proiezione dello struggente film di Deepa Mehta, Water
Donne schiave della tradizione
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ndia, 1938. Chuya, una ragazzina di otto anni, viene allontanata dalla sua famiglia e trasferita in una casa ritrovo per vedove indù, per espiare la colpa d’un marito perso e mai conosciuto, attraverso l’eterna penitenza imposta dai testi sacri. Tra veglie e preghiere, la ragazzina porterà una ventata di freschezza - e di scompiglio - che contagerà l’affascinante Kalyani, giovane vedova innamorata di Narayan, un fervente idealista sostenitore di Gandhi. Il film di Deepa Mehta ha aperto nuovi spiragli su una condizione di disagio che ancora oggi, a distanza di cinquant’anni dalle conquiste del “profeta” Gandhi, contagia centinaia di migliaia di donne vedove costrette alla ferrea osservanza delle pratiche religiose.
Fino al 6 aprile Confabulazioni. Opere di Arianna Vairo A cura di Francesca Pergreffi Spazio Meme
Eventi
appuntamenti
L’amore del persecutore
Fino al 1° aprile Matematica ad arte Il Rinascimento tra tecnica e scienza Appartamento nobile
Fino al 28 aprile Alfabeto delle fiabe Un grande alfabetiere e un itinerario poetico tra i personaggi, i luoghi e i simboli della fiaba popolare Sala Cervi di Palazzo dei Pio
Anonimo
Per la rassegna Prima all’Ariston, domenica 10 marzo, alle ore 20,30, proiezione del film Argo, di Ben Affleck
La satira della fabbrica dei sogni
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el 1979, in seguito alla fuga negli Stati Uniti dello Scià iraniano Mohammad Reza Pahlavi durante la rivoluzione, l’ambasciata americana di Teheran fu presa d’assalto dai rivoluzionari e i suoi impiegati sequestrati per più di 400 giorni. Sei cittadini statunitensi riuscirono a fuggire di nascosto e trovare rifugio nella residenza dell’ambasciatore canadese, il quale, a proprio rischio e pericolo, concesse clandestinamente ospitalità e supporto. Per riportare in patria i propri connazionali la Cia organizzò una missione di esfiltrazione particolarmente audace, ideata dall’esperto del campo Tony Mendez e coadiuvata da una vera produzione hollywoodiana. Basandosi su una sceneggiatura realmente acquistata dal sindacato sceneggiatori fu data
l’illusione a tutti (soprattutto alla stampa, in modo che si producessero articoli in materia) che c’era l’intenzione di girare un film di fantascienza in Iran, così da poter ottenere dal Ministero della cultura iraniano il permesso di entrare e uscire dal Paese e, nel fare questo, poter portare via i sei ospiti dell’ambasciatore canadese spacciandoli per maestranze del film. Il titolo del finto film in questione era Argo. Sulle basi di questa vera storia Ben Affleck orchestra un film che forza la realtà dei fatti quanto serve per creare tensione ma non manca mai di rimarcare gli elementi di veridicità e di confinare in maniera netta le licenze cinematografiche. Il risultato è un’opera di sorprendente solidità, animata da un’etica di ferro e capace di muoversi attraverso i tre registri principali del cinema, amalgamandoli con l’invisibile maestria di un veterano del cinema. Nonostante sia solo al suo terzo film da regista Ben Affleck si conferma uno degli autori giovani più interessanti in assoluto, capace di fondere l’azione da cinema di guerra della prima parte con la commedia hollywoodiana della seconda e infine la tensione del dramma storico della terza. Un viaggio tra diversi toni in cui l’unica costante è il regista stesso, che incarna il protagonista Tony Mendez con una recitazione minimalista e pacata, esplorando tutte le declinazioni di un’infinita malinconia di sguardo che fa il paio con il rigore morale profuso nel raccontare la sua storia.
Umberto si impadronisce della vita di Livia e della sua anima, fino al punto di distruggere la sua esistenza A seguire dibattito sul tema Presentazione di Francesca Brignoli Autrice del libro Liliana Cavani: ogni possibile viaggio Coordina Elena Guidetti, giornalista Sala Congressi 9 marzo - ore 20.30 Proiezione del film Water di Deepa Mehta Sala Congressi 10 marzo - ore 15 Siamo donne, mogli, figlie, madri, proiezione di un filmato e mostra A cura della Consulta per l’integrazione dei cittadini stranieri dell’Unione delle Terre d’Argine Sala Congressi 8 marzo - ore 21 Dolce attesa per chi? Spettacolo teatrale di Betta Cianchini Regia di Marco Maltauro Con Giada Prandi e Cristiana Vaccaro Centro Sociale Graziosi 8 marzo - ore 21 100 Años Compay - Grupo Compay Segundo Nel 2007 si sono celebrati i 100 anni dalla nascita del mitico musicista cubano Compay Segundo. Prima di morire, scelse i suoi successori, affinché divulgassero la sua musica nel mondo: il gruppo di undici musicisti, di cui fanno parte due suoi figli Salvador e Basilio, si chiama: Grupo Compay Segundo, alcuni dei quali parteciparono al film di Wim Wenders, Buena Vista Social Club. Il programma prevede, oltre alle più celebri canzoni di Compay Segundo, l’esecuzione di altri celeberrimi brani caraibici come: Besame Mucho, Perfidia e molti altri Ingresso gratuito fino a esaurimento posti Cinema Teatro Eden 9 marzo - ore 18 Clarisse di Liliana Cavani Proiezione e dialogo con la regista sull’opera presentata al Festival del Cinema di Venezia 2012 “Volevo incontrare - commenta Liliana Cavani - una comunità di Clarisse per sapere come vivono oggi e cosa pensano. La spontaneità e la libertà dovevano essere la cifra dell’incontro, che mi avrebbe permesso di capire che persone sono e le eventuali vivezza e ricchezza interiori. Fin dall’inizio io e i sei tecnici
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collaboratori siamo stati coinvolti con emozione dentro quelle vite avventurose”. Cinema Teatro Eden
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Il 10 marzo, alle 15, Antonio Latella torna al Teatro delle Passioni di Modena per presentare un altro allestimento in cui l’America è in qualche modo protagonista
Spettacoli di intrattenimento, lotterie e pesche di beneficenza Stand gastronomico con vendita di gnocco fritto, tigelle, dolci Fossoli - Via Mar Ionio
Francamente me ne infischio
9 marzo - dalle 19.30 Buon Compleanno Liga 3.0! Happyhour Ligabue Tribute Programma Ore 19.30 Apertura Palazzetto al pubblico Ore 19.45 Aperitivo HH con dj Set Ore 21.30 Buon Compleanno Liga! Happy Hour Liga Tribute in concerto Palazzetto dello Sport 9 marzo - ore 16.30 In Controviolenza Presentazione del libro Per non dargliela vinta Di Giovanna Ferrari Saluti di Tamara Calzolari, Coordinatrice della Camera del Lavoro di Carpi Intervengono: Giovanna Ferrari, autrice del libro Giovanna Fava, avvocato Giorgio Penuti, psicologo e coordinatore del Progetto Liberiamoci dalla violenza Ausl Modena Conduce Marcello Marchesini, giornalista A seguire: presentazione del Progetto Regionale contro la Violenza alle Donne A cura di Daniela De Pietri, xonsigliere dell’Unione delle Terre d’Argine Camera del Lavoro
10 marzo - ore 9.30 22ª Fosbike - Gara di Mountan Bike 3ª prova del Trofeo River Marathon Cup 9° Trofeo Nuovagrafica Polisportiva San Marinese
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l progetto Francamente me ne infischio di Antonio Latella è formato da cinque movimenti liberamente ispirati al romanzo Via col vento di Margaret Mitchell. Francamente me ne infischio è un universo che oscilla vertiginosamente tra il grottesco e il pop, tra la riflessione testuale e la contemporaneità. Rossella O’Hara diventa qui l’incarnazione del sogno americano, il sogno di ieri e l’America di oggi. Dopo il successo riscosso lo scorso anno con la produzione di Emilia Romagna Teatro e del Teatro Stabile di Catania Un tram che si chiama desiderio (Premio Hystrio alla
regia ad Antonio Latella e Premio Hystrio all’interpretazione a Laura Marinoni) di Tennessee Williams, Antonio Latella torna a Modena per presentare un altro allestimento in cui l’America è in qualche modo protagonista. Il progetto Francamente me ne infischio è formato da cinque movimenti: i primi due – Twins e Atlanta – avevano debuttato a Vie Festival nell’ottobre 2011. Black, Match e Tara – gli ultimi tre movimenti che completano l’opera – avrebbero dovuto debuttare sempre a Vie Festival nel maggio 2012, ma il debutto è stato annullato a causa dei danni provocati dal sisma.
Sarà quindi il Teatro delle Passioni a ospitare l’allestimento completo del lavoro, una sorta di maratona che in un’unica serata vedrà alternarsi tutti e cinque i movimenti. Francamente me ne infischio è un universo che oscilla vertiginosamente tra il grottesco e il pop, tra la riflessione testuale e la contemporaneità. Rossella O’Hara sarà il capriccio e la terra, l’egocentrismo e la piantagione di cotone, la tenacia e la schiavitù, sarà Ashley Wilkes e i gemelli Tarleton, sarà Mami e Rhett Butler. Perché Rossella è l’incarnazione del sogno americano, il sogno di ieri e l’America di oggi.
Carlo Cecchi e Mario Martone tornano al lavoro insieme per uno straordinario progetto teatrale, La serata a Colono, che Carmelo Bene definì “il capolavoro di Elsa Morante”. In scena il 12 marzo, alle 21, al Teatro Asioli di Correggio e dal 14 al 16 marzo, alle 21, al Teatro Storchi di Modena
L’Edipo cieco diventa nostro contemporaneo
9 marzo - ore 18.30 Lezioni di anatomia Incontro con Nicolò Pellizzon Intervengono Marino Neri e Filippo Bergonzini Spazio Meme
9 marzo - ore 17 Un voyage à Paris - La lirica da camera francese tra Otto e Novecento Maurizio Leoni, baritono Giulio De Luca, pianoforte Musiche di C. Debussy, M. Ravel, G. Faurè Sala dei Mori 10 marzo - ore 7.30/20.30 mercanFOSSOLIamoci... assieme Mercatino dell’Usato, Riuso, Arti e Mestieri
11 marzo - ore 9.30/13 Il lavoro delle donne tra salute e sicurezza Sala di Mori 13 marzo - ore 15.30 Itinerari di viaggio L’Egitto A cura di Giorgio Medici Sala Bianca - Palazzo Corso 13 e 14 marzo - ore 17 Le mani nella fantasia Laboratori C’era una volta un Re Re e Regine, principi e principesse con la tecnica del collage Castello dei Ragazzi 14 marzo - ore 21,15 Il mondo in bicicletta Filmati e diapositive di viaggi in bicicletta in giro per il mondo Torino - Sivillia - Santiago Per Fido e per Fede Di Paolo Balestrazzi/Angelo Lucchini Sala Congressi
9 marzo - ore 20,30 Adottare in federazione Russa Incontro con una famiglia che porterà la sua esperienza Conducono: Valeria Lodi e Alessandra Piccioni, psicologhe psicoterapeute Sede Nadia 10 marzo - ore 16 Il Concilio e i problemi della Chiesa e della società di oggi Don Antonio Sciortino, direttore del settimanale Famiglia Cristiana Auditorium Biblioteca Loria
11 marzo - ore 21 Ne vale la pena aiutare gli ultimi? Incontro con Don Virginio Colmegna, sacerdote L’attività con la Caritas di Milano e i poveri voluto dal Cardinale Martini Conduce Pierluigi Senatore, caporedattore di Radio Bruno Auditorium Biblioteca Loria
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arlo Cecchi e Mario Martone, a quarantacinque anni dalla sua pubblicazione, porteranno in scena per la prima volta La serata a Colono di Elsa Morante. “E’ la sua unica opera per il teatro, ispirata all’Edipo a Colono di Sofocle, ma non è mai stata rappresentata” racconta Cecchi, che della Morante era amico strettissimo. “Si tratta del testo più misterioso e inafferrabile che abbia mai avuto tra le mani, indefinibile già nella forma, trattandosi allo stesso tempo di un monologo, un poema, una commedia, una tragedia, un melodramma, una drammaturgia da grande avanguardia del ‘900, un testo dalla struttura poetica precisa e implacabile alla quale ci si deve affidare a occhi chiusi. In scena ci sono tredici attori perché volevo che il coro, che nel testo è descritto come se fosse composto solo di “voci”, fosse invece fisica-
mente presente in scena”, continua Carlo Cecchi. In uno sciatto pronto soccorso l’Edipo cieco diventa nostro contemporaneo, reduce da chilometri e chilometri di pellegrinaggio, senza pace come da profezia; e urla d’aver “visto” la vacuità di grattacieli di vetro, di navi lunari e di Hiroshima. Il personaggio che si crede Edipo, il vecchio meridionale affetto da sindrome paranoica, ripercorre le tappe di un’esperienza estrema, di un viaggio allucinato che, se da una parte gli permette di vedere cose nascoste alla innocente salute, dall’altra lo riporta ossessivamente alla vicenda mitica nella quale si identifica. Anche se, qua e là, brandelli della vita del personaggio del piccolo proprietario meridionale si affacciano, spesso in funzione parodistica, la parte di Edipo nel suo insieme si muove su un registro ambiguo: il personaggio e l’autore si confondono in una sola voce. Perché anche l’autore si è
riconosciuto, attraverso un’esperienza estrema, in Edipo Re. Il dramma è dunque il documento di una doppia identificazione allucinata, che viene rappresentata come delirio persecutorio e autopunitivo. Così invece di scrivere un poema simile alle altre composizioni, che fanno parte della seconda sezione de “Il mondo salvato dai ragazzini”, Elsa Morante trasforma il poema in dramma. Un dramma, quindi: dei personaggi, il vecchio pazzo che si crede Re Edipo, la figlia adolescente da lui creduta Antigone; un luogo, il corridoio del reparto neurodeliri del Policlinico di una città sudeuropea; i guardiani, la suora, il dottore... Ma il poema non viene dissolto del tutto nel dramma; ne sono testimoni la lingua di Edipo, di una letterarietà provocatoria, e anche la presenza dei due lunghi soliloqui, o melologhi, di Edipo, che sembrano due poemi incastonati nello svolgimento del dramma.
14 marzo - ore 17.30 Marzo, la Primavera dell’innovazione Presentazione di interventi e sperimentazioni rivolti alle imprese, previsti nell’ambito Innovazione del progetto Carpi Fashion System Modellistica e prototipazione 3D Presentazione del software Lectra 3D per la modellistica integrata e la prototipazione virtuale Alan Capra - Lectra Carpi Fashion System 14 marzo - 20,30 Caregiver familiare Azioni formative dedicati al familiare che si prende cura del proprio anziano Conferenza dal tema: Diritti degli anziani e diritti dei familiari che assistono Casa del volontariato
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Calcio – Carpi a due facce e due velocità: a Lumezzane finisce 1-1
classifica
La fatica di rinascere
Trapani* 45 Lecce 44 Sudtirol*° 40 Virtus Entella 36 Carpi 35 San Marino*° 35 FeralpiSalò* 34 Lumezzane 34 Pavia 33 Cremonese (-1) 30 Albinoleffe° (-6) 29 Portogruaro*° (-1) 27 Como* (-1) 24 Cuneo° 24 Reggiana* 22 Treviso (-1) 12 Tritium*° 10
Primo tempo di personalità, ripresa recessiva: la squadra avanza a piccoli passi. Lunedì arriva il San Marino: è praticamente uno spareggio.
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l Carpi avanza rallentando. Non accelera, semplicemente si riposiziona per minimi step. E’ fin troppo chiaro che, per uscire dalla lunga crisi, serva una lunga e paziente collezione di piccoli traguardi, da raggiungere uno dopo l’altro. A Lumezzane, i biancorossi confermano progressi senza aggiungerne troppi. Recuperano un gol, giocano un primo tempo di personalità. Poi rinculano nella ripresa, accontentandosi dell’opportunità di ripartire. Annusano il colpo grosso, però non sfondano. Anzi, alla fine devono soffrire in dieci (espulso Letizia, reo di sciocchezza grossolana) per difendere il pari. Comunque, se non altro, dopo la prima vittoria arriva anche il primo punto esterno 2013. Restano due nette sensazioni di transito: fatica e tensione evolutiva. Cioè: la difficoltà a riacquisire una completezza di squadra, e allo stesso tempo la volontà di riuscirci. CORREZIONI MINIME - Fondamentalmente è stato un Carpi a due facce e due velocità, coerente alle necessità che la partita gli ha imposto. Tutto sommato un buon sintomo: significa che Brini ha già riattivato il controllo delle marce. Continua a fidarsi del 4-4-2 di base, percepisce la convenienza di affidarsi alle vecchie consuetudini. Nella versione da trasferta ha cambiato poco. Non uomini, solo distanze: un baricentro complessivamente più basso; Viola deliberatamente arretrato sulle piste del mediano basso; Di Gaudio e Melara rientranti come quinti difensori in aiuto sul lato forte. Tempi e spazi passano per Papini, sempre più al centro del mondo. E tutte le strade (o quasi) portano a Della Rocca, prima opzione di profondità. E’ stato accademia e sostanza: ha segnato, pulito le giocate, sciorinato arabeschi, attratto e spezzato raddoppi, permesso alla difesa di respirare e agli esterni di salire. In poche parole ha semplificato il gioco di tutti. Per almeno un’ora è stato Vangelo: un pergamenato di calcio tout-court, con palla al piede e a palla lontana. Non c’è dubbio che il leader della squadra che sta rinascendo sia lui. VERTICE - Nel frattempo, il campionato cambia nuovamente padrone. Il big-match di “Via del Mare” promuove il contropiede del Trapa-
* una gara in meno ° Recuperi: San Marino-Albinoleffe (il 14/3), Cuneo-Sudtirol e TritiumPortogruaro (13/3)
prossimo turno Domenica 10/3/2013 25a giornata, ore 14.30. Como-Sudtirol; Cuneo-Tritium; Lecce-Lumezzane; Reggiana-Cremonese; Trapani-Portogruaro;T revisoPavia; Virtus Entella-Feralpisalò. POSTICIPO: Lunedì 11/3/2013, ore 20.45, diretta Raisport: Carpi - San Marino.
regionali – Solierese al palo
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iprendono tutti i campionati, dopo il lungo pit-stop della neve. Eccellenza. Resta saldamente al comando il Piacenza, con una marcia pressochè impossibile per le avversarie: 17 successi e solo una sconfitta. Tiene soltanto la Correggese che mercoledì ha recuperato la gara col Lentigione dopo aver sbrigato la pratica Real Panaro (2-0). Decisiva la miglior coppia-gol del campionato: Napoli (quattordicesimo centro) e Pecorari (nono). Domenica un turno chiave: la Lupa va a Noceto per sfidare i Crociati, a caccia di punti playoff, mentre al Borelli arriverà un Pallavicino in ritrovata forma. Promozione. Rallenta ancora la Solierese, fermata in casa dal Monteombraro (0-0). I gialloblu giocano sotto ritmo, scontano un reflusso fisiologico inevitabile dopo la grande rincorsa. Non sono nemmeno fortunati: a tempo scaduto, Lusetti ha il match-ball sulla racchetta, ma centra il palo. E.G.
provinciali – Gli aquilotti tornano a volare Seconda. Procede la rimonta della Virtus: una bordata di Puccillo stende il Manzolino (1-0) e solleva gli aquilotti a soli 4 punti dalla capolista Rosselli, fermata a Ganaceto. Si aggrava la crisi della Cabassi, che dopo il guizzo di Giannerini crolla di schianto nel derby con la Novese (1-3), finisce in 10 (espulso Sammartino) e affonda al terzultimo posto. Rinviato il testacoda tra Fossolese e Modenese. Nell’altro raggruppamento, il San Marino continua a palesare enormi problemi offensivi, cede al Reggio Lepidi (0-2) e precipita in piena zona-pericolo. Terza. Si gioca solo nel girone reggiano, ed è una domenica da dimenticare per le nostre. La Carpine le prova tutte per rimontare la Gualtierese (0-1), ma non ci riesce e incassa così il settimo ko stagionale. Non va meglio allo United, beffato in extremis da Progetto Intesa, dopo l’illusorio vantaggio di Grisendi (1-2). E.G.
ni, che così mette tra sé e il Lecce una lunghezza piena e una partita di vantaggio. Adesso è chiaramente il favorito per il titolo. Ma attenzione al Sudtirol, che in casa è davvero imprendibile e continua a vincere partite benedette dal destino. Avrà
il privilegio di ospitare entrambi gli scontri diretti. Se sarà in grado di aggiudicarseli, non semplicemente arbitrerà la contesa. La vincerà. Il primo, contro i siciliani, cade in uscita dalla sosta di Pasqua, dopo quattro partite non impossibili. L’altro, coi
Pallanuoto cabassi - I risultati Pallanuoto Cabassi
I risultati
Cabassi - Tergeste: 7 - 11 La Serie C del Cabassi parte bene e si porta subito in vantaggio con una splendida beduina dal centro di Cortelloni a cui risponde un gol ospite e i primi 2 tempi vanno avanti con il susseguirsi di gol da una parte e dall’altra con il Tergeste che dimostra di essere una squadra giovane ma fisicamente dotata che fa del pressing la sua arma vincente. Il Carpi però stà lì e prova a mettere in difficoltà gli ospiti. Nel terzo tempo i triestini si portano avanti per 9 a 5 e i padroni di casa inseguono arrivando fino al 7 a 9, poi entra in scena il pro-
tagonista di giornata, l’arbitro, che con una decisione opinabile lascia i padroni di casa in uno in meno per 4 minuti, i padroni di casa sono bravi a non subire gol in inferiorità, ma purtroppo quando ritornano in parità, il tempo è poco e non riescono più a recuperare. Olimpia Vignola - Cabassi: 7 - 5 Dopo un mese di pausa i cabassini vanno a giocare nel campo di Vignola la quinta giornata di Campionato della fase di andata. I padroni di casa forti di una maggiore esperienza dovuta al doppio cam-
salentini, è alla terzultima e ha tutta l’aria di essere una finale. PLAYOFF - Tra le prime tre e le altre, la distanza è pressoché incolmabile. Restano liberi dunque solo due posti playoff, per la cui conquista è zuffa aperta a 7-8 squadre. Sono tante, perciò la quota d’ingresso tenderà ad abbassarsi intorno ai 50 punti. Forse addirittura sotto. Non è ancora tagliata fuori la Cremonese,
non si arrende il Pavia. La novità del momento è il Feralpisalò, che dopo aver riposato e vinto tutti gli scontrisalvezza può ora togliersi lo sfizio di sorprendere giocando leggero. In virtuale vantaggio sul gruppone c’è il San Marino, a credito di due partite. Coabita al quinto posto con il Carpi, e sarà suo ospite nel posticipo di lunedì sera. Praticamente un barrage. Enrico Gualtieri
prossimo avversario – San Marino
La grande differenza è Coda
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otto turni dal traguardo non ci sono mai verdetti definitivi. Ma sì, partite che possono fortemente orientarli. Il quarto posticipo televisivo della stagione biancorossa è un autentico spareggio playoff. Tra la squadra più in trasformazione del campionato, e una delle più in forma. Nel 2013 il San Marino è imbattuto. Si è fermato solo a Bolzano, da dove, peraltro, nessuno è tornato vincitore. Ha raccolto 16 punti su 18, incassato appena 3 reti, segnato 14 volte (oltre 3 a partita). Gioca un calcio molto offensivo e qualitativo: tridente veloce in attacco, centrocampo molto tecnico. Indovinatissimo, in questo senso, l’innesto di Gennaio: Simone Calvano, piccolo progetto di Pirlo, proprietà Milan. Bomber e uomo della svolta è un ragazzo di 25 anni su cui il Bologna ha creduto poco: Massimo Coda. E’ davvero completo e universale, forse il centravanti emergente più moderno di tutta la Lega Pro. Collabora, trascina e realizza: ha forza, tiro, spunto, grandi doti balistiche, senso tattico. Per battere il San Marino, bisogna fermare lui prima di chiunque altro. Con 9 reti segnate in 22 gare è già oltre la propria storia. Poco meglio, in termini assoluti, aveva fatto a Cremona tre anni fa (11 gol in 30 partite). Ma quella corrente, almeno in fatto di leadership, è la stagione che lo consacra. E’ alle prese con un leggero infortunio, ma lunedì dovrebbe esserci. Viceversa, mancherà sicuramente il peperino Abdou Doumbia (ex Como, 5 gol finora), il miglior partner tra tutti i possibili. All’andata fu un ko tecnico: mister Acori (appena subentrato all’esonerato Petrone) scontò diverse assenze, sottovalutò il contropiede biancorosso e venne infilato a ripetizione. Da quel 28 ottobre, i biancorossi non hanno più vinto in trasferta. E il San Marino ha raccolto 10 punti in più (28 a 18), pur giocando due gare in meno.
Sabato 16 marzo, dalle 9,15, presso la Casa del volontariato pionato (i vignolesi giocano anche il campionato Under 15) partono subito in vantaggio. I carpigiani spaesati stentano a reagire, ma sul finire del tempo Zanardi segna, chiudendo il parziale 2 a 1. Anche nel secondo parziale i ragazzi di Mister Sgarbi non ingranano. Solo il terzo parziale vede la rimonta, gli Under 13 del Cabassi Carpi (in foto) segnano 3 goal e pareggiano. Nel quarto tempo, la migliore freschezza fisica dei vignolesi, e soprattutto una più convinta lucidità mentale, portano alla sconfitta dei carpigiani.
Sport e integrazione
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port e integrazione è il titolo del convegno che si terrà, sabato 16 marzo, a partire dalle 9.15, presso la Casa del Volontariato di Carpi, organizzato dal Csi di Carpi in collaborazione con il Csi regionale dell’Emilia Romagna e con il patrocinio del Comune di Carpi. Dopo l’introduzione di Davide Gallesi saranno presenti la mediatrice culturale di India e Pakistan Yoggita Singh e il mediatore cinese, Xu Hao che tratteranno il tema dell’immigrazione a Carpi e di sport e benessere nei loro paesi d’origine. Previsto alle 11 un buffet etnico e un momento di dibattito conclusivo alle 12,30. E’ gradita l’iscrizione allo 059.685402.
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Pallavolo Femminile B2
Texcart in corsa
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due volti della Texcart Città di Carpi che nonostante una classifica deficitaria riesce a imporsi sul Volley 2001 Garlasco. Una vittoria (3 a 0) che tiene in corsa le carpigiane per una difficile rimonta, ma ancor più importante è il risultato alla luce delle difficoltà nell’organico che vede Lanza non disponibile e Bettini e Ruini acciaccate. Un primo set equilibrato lottato punto a punto ma nel finale sono le padrone di casa a trovare il guizzo vincente per aggiudicarsi il parziale 25 a 23. Nella seconda frazione le pavesi non riescono ad assorbire il colpo e Bonetti e compagne prendono il volo portandosi anche a + 8. Il divario è importante e le ospiti soccombono per 25 a 20. Durante il cambio di campo l’allenatore del Garlasco catechizza le sue atlete e la palla finisce sempre o quasi a Bocca che diventa inarrestabile. Il finale è al cardiopalma, Texcart si porta sul 19 a 20 e la rimonta sembra alla portata. E’ però di nuovo il Garlasco a mettere a terra i palloni pesanti che la portano sul 24 a 20.Le padrone di casa con Ruini al servizio riescono a ricucire, un muro perentorio di Bonetti mette in crisi le avversarie. 24 pari e vantaggi. Primo match ball per Carpi annullato poi set ball per Garlasco anche questo annullato. La Texcart Città di Carpi non si lascia scappare la nuova palla match che le permette di aggiudicarsi la partita per 28 a 26. Grande vittoria e morale alto per le prossime partite che Carpi deve giocare con la stessa intensità.
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Pallavolo Maschile B1: I biancoblu di coach Molinari battono 3 a 2 la Codyeco S.Croce, capolista fino a oggi imbattuta
Miracolo Cec nella tana dei Lupi S traordinaria Cec. Carpi compie l’impresa dell’anno nel Girone B di B1 maschile rifilando la prima sconfitta stagionale alla Codyeco S.Croce, capolista fino a oggi imbattuta. Un pazzesco Bigarelli da 32 punti (col 50% in attacco e un saldo vinte/perse di +18!) e compagni si guadagnano così il titolo di antiLupi: dopo essere stata l’unica squadra finora a sottrarre punti (1) alla capolista, ecco anche il primato di essere la prima (ma probabilmente resterà l’unica) in grado di fermare la Codyeco. Per di più nella tana dei Lupi, sulle rive dell’Arno. Un piccolo grande miracolo sportivo scaturito oltretutto nel modo più bello, rendendo a Santa Croce il favore ricevuto all’andata: a Correggio furono i toscani a rimontare da sotto 2-0 a 2-3, questa volta è toccato a una Cec semplicemente perfetta. Inutile ribadire che solo così, con la perfezione tecnico-tattica e un cuore grande, si poteva restare dentro una partita che dopo
i primi due set recitava: Lupi 2-Carpi 0. Un parziale maturato in modo molto diverso da quello che si potrebbe pensare, perchè è stata proprio la Cec ad avere l’impatto migliore sul match: il 6+1 di Molinari parte a razzo con Lirutti, De Marco e Bigarelli e guida 6-8 al primo stop, prima di rincorrere 15-16 al secondo. Il punto a punto prosegue fino alla fine, quando Carpi ha anche una palla set sul 23-24, ma De Marco sbaglia la battuta in salto e Nuti e Bertoli chiudono il parziale a vantaggio dei Lupi. La Cec accusa
il colpo e nel secondo deve sempre e solo rincorrere: 8-5, 16-11 e 25-18 Codyeco in carrozza. Carpi vicino alla resa? Assolutamente no, nonostante i padroni di casa facciano di tutto per chiudere in tre set. Ma non hanno fatto i conti con la furia di “Biga”: 8-6 S.Croce alla prima sosta, Rau Marsanich (12 con 3 muri, il 69% in attacco e un saldo vinte/perse di +10) firma il sorpasso sull’11-12 e la Cec mette il turbo, scappando 13-16, allungando 14-19, spegnendo con Lirutti il tentativo di rientro dei Lupi (20-22) e chiudendo 20-25
con un muro di Rau su Baldaccini. L’impresa è però ancora lontana dal compiersi. Serve una magia. E Carpi la fa: sotto 8-6 e 16-13, Astolfi si affida a Bigarelli che con 7 palloni vincenti nella seonda metà di set guida l’Universal al sorpasso sul 20-21. Il primo pallone valido per il 2-2 lo annulla Renzetti (24-24), ma Bigarelli fa 24-25 e capitan Lirutti pianta il muro su Renzetti del 24-26. Ed è già un’impresa: la Cec riesce di nuovo a sottrarre almeno un punto ai Lupi. Ed è l’unica squadra a riuscirci. Ma i ragazzi di Molinari non si fermano qui, perchè nel tiebreak completano il capolavoro: Lirutti, due volte Rau e un errore di Bertoli valgono l’1-4 Cec. Quindi Astolfi riaccende “Biga”, che con 8 palloni vincenti nel solo tie-break conduce la Cec fino a un incredibile 13-15 che vale un ancor più incredibile 2-3.
08.03.2013 n° 09
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na festa di sport e amicizia. Si può riassumere così la tappa regionale organizzata per la prima volta in modo ufficiale dalla giovane società Rugby Carpi al campo Dorando Pietri e alla pista di atletica. Ospiti sono stati 250 bambini arrivati di buon mattino appartenenti alle società Rugby Viadana, Rugby Bologna 1928, Vignola Rugby, Modena Junior Rugby Club e Scuole Lanfranco Rugby. Sono scese in campo tutte le categorie, dall’Under 6 all’Under 12. I padroni di casa hanno difeso con onore il campo strappando applausi ai genitori e al pubblico presente sugli spalti. Un pubblico scaldato dal primissimo sole di marzo e divertito dall’inedita scena di questi piccoli atleti che, senza timore e con tanta voglia di divertirsi, si sono
250 bambini in campo al Torneo di Minirugby organizzato dalla società carpigiana
Carpi città ovale!
sfidati a suon di placcaggi nel fangoso terreno di gioco. L’esperienza delle squadre di Modena ha fatto la differenza nei risultati ma tutte le compagini hanno
dei genitori, al sostegno del Comune di Carpi e alla preziosa disponibilità degli amici della Bocciofila Dorando Pietri. E adesso per i giovani rugbysti è già ora di pensare ai tornei di primavera (a Reggio il 24
dato battaglia. Ha risuonato finalmente anche a Carpi quel tipico sottofondo che compone la melodia delle domeniche di minirugby: il fischietto dell’arbitro, osservato con attenzione e disciplina, le urla di incita-
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abato 2 marzo si è svolto l’incontro di campionato di serie A tra le società Rinascita MP Filtri Budrione e Virtus L’Aquila, prima in classifica. Un incontro sulla carta proibitivo ma gli atleti modenesi sono riusciti ancora una volta a stupire portando a casa una vittoria meritatissima contro i campioni italiani 2012. Lo scontro ha inizio alle14,30 con l’individuale: Paolo Signorini (MP Filtri Rinascita) vince entrambe le partite 8-6 contro Giuliano Di Nicola (Virtus L’Aquila). La terna della MP Filtri Rinascita Viscusi/Paleari/ Luraghi vince 3-8 la prima partita contro la terna della Virtus L’Aquila composta da Barbieri/Savoretti/ Manuelli ma perde la se-
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omenica 3 marzo si è svolta a Carpi, presso il Palazzetto Enzo Ferrari la seconda prova del Criterium Provinciale di Judo-gioco al quale hanno partecipato tutte le società della provincia di Modena (15) affiliate C.O.N.I. F.I.J.L.K.A.M. La giornata ha visto l’avvicendarsi
marzo, a Prato il 14 aprile, a Modena il 2 giugno). La palla ovale si sa, fa innamorare molti. Da mesi anche un gruppo di carpigiani adulti si allena con costanza e dedizione agli ordini di mister Stefano Bolognesi. Dopo le prime sfide amichevoli dell’autunno, domenica 3 marzo i Falchi di Carpi hanno sfidato in trasferta gli Highlanders Formigine. I locali, tra le squadre al vertice del campionato federale di Serie C, hanno dovuto sudare parecchio e dar fondo a tutte le loro energie per contrastare la voglia di emergere e il crescente equilibrio tattico della formazione carpigiana. A fine partita molti i complimenti ricevuti dai biancorossi. Cresce così la coscienza di potere costruire qualcosa di solido e duraturo nel panorama dello sport carpigiano: per la prossima stagione infatti, si pensa già al campionato...
mento dei genitori pronti a fare il tifo per tutti indipendentemente dal risultato, gli applausi per i saluti di fine partita, le risate del terzo tempo. Un evento reso possibile grazie all’impegno della società Rugby Carpi,
Raffa bocce - Alla MP Filtri Rinascita di Budrione riesce l’impresa contro l’Aquila: 1-0 il risultato finale con Paolo Signorini grande protagonista
L’Aquila fermata a Budrione Paleari e Luraghi
conda partita 8-4. Il primo turno si conclude con la Rinascita in vantaggio poi entrano in campo le coppie. La coppia Viscusi/Paleari
vince la prima partita 8-2 contro Barbieri/Savoretti ma perde la seconda 7-8. La seconda coppia della MPFiltri Rinascita Signorini/Paleari vince la
prima partita 8-4 contro Di Nicola/Manuelli ma perde 4-8 la seconda partita. Il secondo turno termina 0-0. Il risultato finale è così 1-0 per la Rinascita e a fare la differenza è il braccio d’oro di Paolo Signorini che mette fine al primato dell’Aquila durato soltanto lo spazio di una settimana. Ora in cima alla classifica c’è La Pinetina Roma con 25 punti, seguita dall’Aquila con 24 e dalla MP Filtri Rinascita con 20 punti. Prossimo avversario della MP Filtri Rinascita, nel turno di campionato in programma sabato 16 marzo, sarà l’Ancona 2000.
Raffa bocce donne - 20° Pallino d’oro a Campegine
La Losorbo sul gradino più alto
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omenica 3 marzo a Campegine nel reggiano, l’atleta della MP Filtri Rinascita di Budrione Maria Losorbo (in foto) campionessa europea, torna sul gradino più alto vincendo la gara nazionale 20° Pallino d’oro. Un percorso tutto in discesa quello della Losorbo che vince dalla prima all’ultima partita. L’incontro di più alto livello è quello in cui la Losorbo trova come avversaria la campionessa del mondo Elisa Luccarini (Olimpia Re): l’atleta della MP Filtri vince 12-7. A fine gara sono arrivati i complimenti del responsabile femminile della MP Filtri Rinascita Gianni Corradini che ha detto: “La Losorbo ha dimostrato di essere una grande atleta. E’ stata splendida”. La classifica finale vede al primo posto Maria Losorbo (MP Filtri Rinascita Modena), al secondo posto Isa Vezzali (Castelfranco Modena), al terzo posto Laura Luccarini (Budrio Bologna) e al quarto posto Sara Naldi (Scandicci Firenze).
Criterium Provinciale di Judo-gioco
Campionati mondiali di karate a Verona
di oltre 300 bambini dai 5 ai 10 anni in prove di percorso, lotta a terra e lotta in piedi. Il Criterium è un momento di aggregazione per i bimbi che hanno la possibilità di cimentarsi con piccoli atleti di altre palestre e instaurare nuove amicizie. E’ infatti un piacere vedere come da un Criterium e l’altro i più
abato 2 e domenica 3 marzo al PalaOlimpia di Verona si sono disputati i Campionati mondiali di karate promossi dalla società Azoto Company e dalle Federazioni Fekda-Uniaks-Eur&ka. Un evento sportivo di altissimo livello che ha portato a Verona oltre 1.500 partecipanti provenienti da più di 20 nazioni del mondo. La competizione individuale e a squadre ha visto anche la partecipazione dell’atleta carpigiano Matteo Romagnoli (in foto) e del suo team, i Black Dragons, società in forze alla palestra SG La Patria. Tre primi podi per i dragoni carpigiani nel combattimento: un primo posto nell’individuale per il campione Matteo Romagnoli (nella categoria cintura nera, -78 chilogrammi), un primo posto per la squadra maschile e uno per quella mista. Bene i due carpigiani Francesco Capobianco e Mohammed Fraied.
Quando lo sport fa rima con aggregazione
grandicelli cercano gli avversari di altre competizioni per parlare come vecchi amici. Al Criterium ha fatto visita anche l’assessore
Alberto D’Addese che ha prolungato la sua permanenza fino alla fine della gara premiando gli atleti.
Podio per Matteo Romagnoli
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Pallamano Serie A
Terraquilia torna alla vittoria
Terraquilia - Castenaso: 31 - 23
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erraquilia Carpi torna alla vittoria e riconquista il secondo posto in classifica vista la sconfitta della Dorica a Sassari, con un occhio già puntato alla gara di sabato in casa della capolista Ambra. Inizio di partita nervoso per i biancorossi, poi, quando i ragazzi di coach Serafini hanno ritrovato il gioco e più convinzione ecco il decollo con Terraquilia Carpi che prende il largo nel punteggio. Inizio con molti errori da entrambe le parti (1-1 al al 5’ e 3-3 all’ 8’), Terraquilia opera il primo allungo e con un break di 4-0 si porta sul 7-3 al 12’. Gli ospiti provano a rientrare in partita (7-5 al 14’), ma Carpi non si fa sorprendere e si porta con un ulteriore allungo di 4-0 sull’ 11-5 al 19’. I carpigiani hanno la partita in mano e aumentano il vantaggio fino al +7 di fine primo tempo. Nella ripresa Terraquilia mantiene le redini del gioco raggiungendo il massimo vantaggio al 15’ sul risultato di 25-16. Gli ospiti provano l’ultimo assalto (25-20 al 18’), ma i biancorossi si riportano avanti 28-20 (20’) chiudendo di fatto la partita. Buone le prestazioni di Pieracci, D. Zoboli e Giannetta. Sabato prossimo però ci sarà bisogno del miglior Molina e di un più incisivo Radojevic per contrastare la capolista Ambra e strappare una vittoria fondamentale per la classifica.
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secondo posto conquistato al Campionato Regionale di Serie D nella repubblica di san marino
Argento per la Ritmica Giardino! S i è svolta lo scorso sabato 2 marzo ad Acquaviva nella Repubblica di San Marino, la prova unica del Campionato Regionale di Serie D gr/gpt, rientrante nel calendario agonistico della Federazione Ginnastica d’Italia (fgi). La Ritmica Giardino si è presentata con due squadre per la Categoria Open. Squadra A: Giulia Bertollo, Stefania Bertollo, Alessandra Luppi, Chiara Ferrari e Asia Terrando. Squadra B: Cecilia Cavaletti, Asia Franchetto, Federica Guaitoli e Alessia Luppi. Entrambe le squadre hanno ottimamente presentato il proprio programma gara, incappando in qualche fallo esecutivo solo nell’esercizio in coppia (cerchio in coppia e palla-nastro in successione), ma le prestazioni nei collettivi a corpo libero, nonché negli individuali con attrezzo hanno garantito il secondo posto per la Squadra A, e, per un soffio, il terzo per la Squadra B. L’argento così conquistato dalla squadra ha permesso l’ammissione alla finale
nazionale che si svolgerà a Pesaro il prossimo giugno. Federica Gariboldi, responsabile tecnica della Ritmica Giardino, può dirsi soddisfatta di tutte le proprie ginnaste, anche se un po’ rammaricata per la più giovane squadra B che si è vista sfuggire la finale. Intanto il lavoro in palestra continua a pieno ritmo per ottemperare a un calendario fitto di impegni: domenica 10 marzo è in programma un’ esibizione al Borgogioioso. Domenica 17 marzo, una parte delle ginnaste sarà impegnata in un’esibizione presso il PalaFerrrari per l’iniziativa a favore del Progetto Chernobyl mentre l’altra parte di atlete è chiamata a riscattarsi nella seconda prova del Campionato Regionale di Serie C a Ferrara.