Tempo n° 24

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Settimanale di

22 giugno 2012

attualità, cultura, spettacolo, musica, sport e appuntamenti ANNO XIII N. 24

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quanto costerà rimettere in sicurezza le nostre case? i costruttori potrebbero avere delle responsabilità? lo abbiamo chiesto all’ingegnere strutturista di carpi, fabio ghelfi Carlo Tassi

ospedale: “possiamo farcela, ma è dura”

Da sinistra Gaglianò, Turchi e Vinci

Arduino Agostinelli

“Qui la gente e’ piu’ spaventata che all’aquila

rovereto, paese fantasma

il grande cuore di emergency a carpi


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2 la Foto della settimana

Anche la Samasped tiene botta!

Tra le righe...

Meno male che il Vescovo c’è...

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Frase della settimana...

“ Credo si possa dire che questo sisma ha collaudato la bravura dei tecnici comunali e la saggezza degli investimenti che l’Amministrazione ha sempre fatto sulle scuole e sul centro storico”. Dichiarazione di Maria Cleofe Filippi, assessore alle Politiche Scolastiche del Comune di Carpi.

n insolito Ponentino, da Roma, ha iniziato a soffiare il suo alito rassicurante anche su Carpi... Sull’onda del tiepido vento, dapprima sono arrivate le Guardie Svizzere e ora, a giungere a noi, sarà il Papa in persona. Benedetto XVI ha infatti scelto Rovereto sul Secchia per compire una visita alle zone più colpite dal sisma. Martedì 26 giugno alle 10.15 il Pontefice arriverà in elicottero nel campo sportivo di San Marino dove sarà accolto dal Prefetto Franco Gabrielli, Capo del Dipartimento della Protezione Civile, col quale si recherà a Rovereto, passando all’interno della “zona rossa” e davanti alla chiesa di Santa Caterina di Alessandria, dove lo scorso 29 maggio ha perduto la vita don Ivan Martini. Alle 10.50 poi, presso l’impianto sportivo della frazione, il Santo Padre saluterà tutti i presenti e offrirà parole di conforto agli sfollati. Un sodalizio quello instauratosi tra Carpi e la Città del Vaticano, reso possibile dalla stima profonda che Benedetto XVI nutre nei confronti del nostro Vescovo, Monsignor Francesco Cavina che, lo ricordiamo, dal 1996 al 2011, ha svolto la mansione di officiale della Segreteria di Stato della Santa Sede, presso la Sezione per i Rapporti con gli Stati. Della serie, meno male che il Vescovo c’è: almeno in questo modo Carpi e le frazioni limitrofe avranno finalmente la giusta risonanza sui media nazionali. La speranza di tutti, laici e fedeli, è che lo stato vaticano ci aiuti nella ricostruzione ma, ne siam certi, a molti fedeli, anche il solo sorriso del Pontefice recherà alcuni istanti - seppur pochi - di rigenerante sollievo.

J.B.

Il graffio

La Iena

Euro 2012. In conferenza stampa Cassano si lascia scappare una frase infelice sui gay. D’altronde se avessimo chiesto a Immanuel Kant di fare tre palleggi di fila, neppure lui avrebbe fatto una gran bella figura. attualità, cultura, spettacolo, musica, sport e appuntamenti

DIRETTORE RESPONSABILE Gianni Prandi CAPOREDATTORE Sara Gelli REDAZIONE Jessica Bianchi, Valeria Cammarota, Francesca Desiderio, Enrico Gualtieri, Federico Campedelli, Francesco Palumbo, Marcello Marchesini, Clarissa Martinelli, Chiara Sorrentino.

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Il dottor Carlo Tassi, direttore del Pronto Soccorso del Ramazzini, nonché direttore del Dipartimento Interaziendale di Emergenza/Urgenza, 118 e Pronto Soccorso Medicina d’urgenza dell’Usl di Modena - è stato in prima linea sin dallo scorso 20 maggio, dopo la prima maledetta scossa che ha sconvolto Finale Emilia

“Possiamo farcela, ma è dura”

“Stiamo tenendo botta ma i nostri timori più grandi sono quelli che riguardano questa fase intermedia, la più delicata. Nella nostra Provincia abbiamo tre ospedali in meno su cui fare affidamento: una mancanza di circa 700 posti letto”.

L

a paura. Lo stress post traumatico. L’immane carico di lavoro. Ci sono persone tra noi che non hanno avuto il tempo di elaborare, fermarsi a riflettere. Prendere una pausa. Sono i medici, gli infermieri, gli operatori socio-sanitari, i volontari del soccorso... Parlare con questi nostri concittadini ci riempie il cuore di gratitudine. Grazie a loro infatti, i più deboli - i malati, i fragili, gli anziani - sono stati curati e portati al sicuro. Per loro non c’è stato un attimo da perdere. Troppe le cose da organizzare. Le vite da salvare. Il dottor Carlo Tassi, direttore del Pronto Soccorso del Ramazzini, nonché direttore del Dipartimento Interaziendale di Emergenza/Urgenza, 118 e Pronto Soccorso Medicina d’urgenza dell’Usl di Modena - è stato in prima linea sin dallo scorso 20 maggio, dopo la prima maledetta scossa che ha sconvolto Finale Emilia. “Io abito a Finale e gestire l’emergenza è stato terribile. Drammatico. Abbiamo immediatamente evacuato gli ospedali di Mirandola e Finale Emilia, allestendo dei Posti Medici Avanzati e gestendo un numero immane di persone che sono poi state sistemate nei vari campi, tra Medolla, Cavezzo e Mirandola... dalle 6 alle 8mila persone. Persone di cui ci siamo presi cura grazie all’aiuto prezioso dei colleghi di

La parola al direttore generale dell’azienda sanitaria Mariella Martini

Ramazzini: il punto

L

’Azienda Usl sta lavorando per riportare alla normalità l’attività sanitaria negli ospedali colpiti dal terremoto. A fare il punto sull’ospedale Ramazzini di Carpi, è il direttore generale dell’azienda sanitaria Mariella Martini (in foto). “All’Ospedale di Carpi è già rientrata l’attività di Pronto Soccorso ed è stata ripristinata la maggior parte delle prestazioni ambulatoriali. Il mese prossimo invece riattiveremo le degenze di area internistica: dalla Cardiologia alla Medicina, alla Lungodegenza. Stiamo anche valutando la possibilità di riportare a Carpi l’attività di Ostetricia e Ginecologia. Tempi più lunghi, nell’ordine di qualche mese, per la rimessa in funzione del comparto operatorio”.

Medicina Generale che continuano tuttora a vegliare su di loro”. L’emergenza infatti, nei campi, è oggi legata al grande caldo: “con l’innalzamento delle temperature, sotto quelle tende, può succedere davvero di tutto”, continua il primario. Poi però la Natura ha assestato a tutti noi un altro colpo. Inenarrabile per chi non lo ha vissuto sulla propria pelle. “La botta delle 9 del 29 maggio ha messo in ginocchio anche Carpi”. Immediata l’evacuazione dell’ospedale: “dopo le nove i pazienti sono stati portati tutti nei piani bassi della struttura e in giardino, dove abbiamo continuato a prestare le nostre cure a 280 persone; con la scossa delle 13, è invece iniziata l’evacuazione totale e alle 16,30 tutti i pazienti erano stati dirottati nelle strutture ospedaliere della rete e allestito un Punto Medico Avanzato”. Concitati e drammatici momenti che hanno messo tutti a dura prova. “I medici, gli infermieri, il personale del 118... tutti sono stati esemplari: bravissimi”. E ora? Cosa accadrà? “Stiamo tenendo botta ma i nostri timori più grandi sono quelli che riguardano questa fase intermedia, la più delicata. Nella nostra Provincia abbiamo tre ospedali in meno su cui fare affidamento: una mancanza di circa 700 posti letto. Ci stiamo organizzando, lavoriamo ogni giorno, gomito a gomito

Carlo Tassi

con la Direzione Sanitaria ma la situazione è grave. Il nosocomio di Mirandola ha riportati dei danni strutturali importanti, prima di rientravi - se ci si rientrerà - occorre fare grossi interventi di rimessa in sicurezza dei locali, a Carpi la struttura ha retto meglio, la speranza è che entro la fine di luglio, sia di nuovo agibile ma, intanto, l’Area Nord è completamente priva dei supporti sanitari essenziali”. In questo scenario apocalittico, il Pronto Soccorso carpigiano è tornato a regime, registrando i soliti accessi, “circa 120 persone al giorno, ma ci manca la diagnostica e la Radiologia è al minimo. In questo momento gli ospedali di Vignola, Castelfranco e

al posto del servizio di dialisi del Ramazzini sono stati allestiti gli ambulatori di Otorino, Oculistica, Odontoiatria, Chirurgia, Urologia e Ortopedia

MediTeM lancia un appello

“Aiutateci”

L’odissea dei dializzati “ Fra i reparti che non hanno subito danni all’Ospedale di Carpi c’è quello di Emodialisi, sito a piano terra a fianco del Pronto Soccorso. Ci risulta che in quel reparto ora si siano trasferiti gli uffici della direzione sanitaria, costringendo così molte persone, pazienti, infermieri e parenti a recarsi al Policlinico e a Baggiovara, con orari assurdi”, ci ha spiegato il parente di un dializzato. “Pare inoltre - ha aggiunto - che il primario del reparto, il dottor Alberto Baraldi, sia prossimo alla pensione e non si parla di sostituti. Non si vorrà mica chiudere l’Emodialisi di Carpi, vero? Sarebbe un disagio enorme per i malati”. Dopo le

scosse del 29 maggio infatti, i 30 macchinari dell’Emodialisi carpigiana sono stati trasferiti in altre strutture e, di conseguenza, i pazienti devono effettuare la terapia in altri ospedali della provincia. Un’odissea. “L’Azienda sanitaria – racconta Stefano Monzani, dializzato di 45 anni, di Cavezzo – organizza trasporti collettivi. La partenza è alle tre di pomeriggio, mentre la terapia – che può durare anche tre, quattro ore – inizia alle 18.30. In parole povere le persone tornano a casa anche all’una di notte”. “La Direzione avrebbe potuto insediarsi in un container, magari refrigerato, anziché

nella struttura che noi utilizzavamo. Mi pare che la nostra sia una condizione già sufficientemente grave”, continua Monzani. Tra gli esasperati c’è anche Daniela che nei giorni scorsi ha fatto pervenire alla nostra redazione una lettera accorata e piena di indignazione. “Trovo insensato, anzi, peggio, sgradevole e inopportuno che si costringano pazienti con handicap così gravi a doversi sottoporre a turni di dialisi massacranti solo perché qualcuno ha avuto l’ardire di convertire l’Emodialisi in uffici, anziché rendere agibile con urgenza un reparto definito salvavita. In questi frangenti così difficili le persone ammalate, anziane e

sole si sentono fragili, deboli e inutili - continua Daniela - non credo sia proprio il momento di mantenere atteggiamenti quanto mai discutibili proprio da parte di chi dovrebbe avere più a cuore il loro precario equilibrio”. Pronta la smentita del direttore del distretto sanitario di Carpi, Claudio Vagnini. “La direzione, sin dalle prime scosse, si è ritagliata un angolo nel prato, mentre negli spazi della Dialisi abbiamo allestito alcuni ambulatori: Otorino, Oculistica, Odontoiatria, Chirurgia, Urologia e Ortopedia”. Vagnini però, nel ribadire la “priorità di questo prezioso servizio”, non si sbilancia sui tempi di ripristino. “Non siamo in grado di dare

Sassuolo rappresentano un punto di riferimento essenziale per noi e ci stanno aiutando al massimo, così come è stretta la collaborazione con Baggiovara, dove abbiamo allestito un’Unità di Chirurgia e Ortopedia e una di Medicina, nelle quali si reca al lavoro personale di Carpi. Medici e infermieri spesso costretti a dormire in auto o in tenda che, giorno dopo giorno, continuano a fare il loro mestiere in condizioni durissime, spostandosi tra le varie strutture della provincia”. Persone col cuore grande e le spalle forti che hanno contribuito a evacuare tre ospedali in nove giorni: “un’impresa titanica. Sono stati grandi ma oggi registriamo qualche segno di cedimento”. Ed è proprio ora infatti che, a crollare, spesso, sono la volontà e la determinazione: troppa la stanchezza, l’ansia. “Questa esperienza - continua Tassi - sul medio e lungo periodo ci metterà davvero a dura prova. Nelle tende ci sono più di 10mila persone, a fine giugno, dal mare e dagli Appennini, ne torneranno a casa altre 3mila, di cui molti fragili: non so se riusciremo a sistemarli tutti. Stiamo cercando posti in tutte le strutture private accreditate della provincia e non solo. Io credo che con tanta buona volontà potremo farcela ma la mia speranza più grande è quella di poter riavere al più presto il nostro ospedale”. Jessica Bianchi

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Stefano Monzani

tempi precisi sulla riapertura, perché non sarebbe sicuro, in caso di nuove scosse, avere più pazienti attaccati alle macchine contemporaneamente, ma stiamo lavorando giorno e notte per poter far tornare quanto prima tutti i pazienti alla normalità”. Marcello Marchesini

ediTeM servizi medici, società cooperativa formata da Medici di Famiglia di Carpi, Novi, Soliera e Campogalliano, in seguito alle criticità nei servizi sanitari locali venutesi a creare con il sisma, è impegnata a sviluppare, per gli assistiti con patologie croniche cardiovascolari, servizi dedicati a situazioni domiciliari o di scompenso temporaneo, al fine di ridurre disagi e spese da parte di famiglie già messe alla prova, e talora di evitare ricoveri. I bisogni consistono nel dotarsi di apparecchiature, materiale di consumo e personale dedicato; a questo riguardo Meditem accetta donazioni, da effettuare con la causale “donazione liberale per emergenze terremoto 2012” sul conto corrente della Banca Popolare dell’Emilia Romagna intestato a “Meditem servizi medici” soc. coop, Iban IT62B 05387 23302 000000842729.


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’ il Gruppo lucano della Protezione Civile a gestire il campo tende allestito nel Piazzale delle Piscine di Carpi. Ad accoglierci all’ingresso è il capo campo, Arduino Agostinelli ora sostituito da Domenico Vinci. Un uomo pratico, schietto a cui le polemiche politiche interessano poco. “Mi sono iscritto nelle file della Protezione Civile nel 2008 e, da allora, ho prestato la mia opera in occasione del terremoto dell’Aquila nell’aprile 2009 e, lo scorso anno, in seguito all’alluvione del metapontino, catastrofe cui i media dettero poca risonanza poichè non vi furono morti ma che mise in ginocchio l’economia di quel territorio” Quanti volontari gestiscono il campo? “Ci sono 40 volontari di Protezione Civile della Basilicata che hanno la completa gestione del campo e altrettanti della Croce Rossa. La Cri si occupa soltanto della cucina, preparando circa 4mila pasti al giorno, per gli ospiti e da asporto verso altre strutture”. Quanti sono gli ospiti? “Al momento 485”. Il campo sorge su una spianata di cemento, una posizione infelice considerate le elevate temperature. Chi ha scel-

E’ il Gruppo lucano della Protezione Civile a gestire il campo tende allestito nel Piazzale delle Piscine di Carpi. Ad accoglierci all’ingresso è il capo campo, Arduino Agostinelli (ora sostituito da domenico vinci) Un uomo pratico, schietto a cui le polemiche politiche interessano poco

“Qui la gente è più spaventata che all’Aquila”

to questa locazione? “Noi siamo arrivati lunedì 4 giugno e abbiamo trovato le tende già montate con tanto di impianto elettrico interno e lettini... non so se a scegliere questo piazzale sia stato il Dipartimento di Protezione Civile o il Comune. A noi hanno semplicemente detto che avremmo dovuto operare qui, ed eccoci qua”. Qual è la percentuale di italiani e stranieri? “L’80 per cento degli ospiti è costituto da stranieri”. Registrate problemi di convivenza? “I problemi di convivenza non si registrano solo tra italiani e stranieri, bensì tra le varie etnie presenti: qui, infatti, ci sono tutti i continenti.

Arduino Agostinelli

Problematiche sociali che esistevano già e che qui non fanno altro che acuirsi. In una situazione di emergenza e di convivenza forzata sotto una tenda con otto posti letto, l’insofferenza e le differenze non possono che aumentare... Una delle richieste più frequenti infatti, è quella di cambiare

tenda, operazione alquanto complicata. Altri disagi sono legati alla cucina: molti musulmani infatti oltre a non mangiare carne di maiale, chiedono carne macellata secondo i loro usi e le loro tradizioni, per non parlare poi dell’inizio di Ramadan... persino i servizi igienici vengono utilizzati in modo diverso”. Altri fattori di criticità? “Qui al campo abbiamo oltre 100 bambini che non arrivano ai 14 anni, di cui 10 sono nati tra il 2011 e il 2012. Un piccolo nato il 1° maggio 2012 siamo riusciti ad allontanarlo, insieme alla madre, verso un albergo. Molte donne qui rifiutano l’idea di trasferirsi in albergo

perchè non si vogliono separare dai mariti, ma l’effetto serra delle tende - i condizionatori sono arrivati il 14 giugno - non costituisce certo la condizione ideale per un bimbo di pochi giorni o mesi. Le esigenze dei più piccini vengono prima di qualsiasi altra cosa, per questo motivo ho scritto al al dirigente generale della Protezione Civile e al sindaco di Carpi, per sollecitarli nel “forzare” i genitori di sette piccoli a scegliere un’altra opportunità di locazione”. I carpigiani, dopo le scosse del 20 e del 29 maggio, si sono sentiti soli. Abbandonati. Perchè i soccorsi sono arContinua a pagina 5


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rivati con tanto ritardo? Come si mette in moto la macchina della Protezione Civile? “La Protezione Civile ha sostanzialmente tre livelli di competenza: comunale, regionale e nazionale. Il sindaco - in quanto capo della Protezione Civile a livello locale - può chiedere lo stato di emergenza solo per il suo comune ma è chiaro che un terremoto come quello che ha sconvolto l’Emilia è un’emergenza di carattere nazionale. Infatti, è su segnalazione di Regioni e Prefetture che il Dipartimento nazionale si attiva.

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Da come ci hanno spiegato, dopo la prima scossa, quella del 20 maggio, la Regione Emilia Romagna non ha attivato la Protezione Civile nazionale pensando di poter gestire da sola l’emergenza. Poi, a seguito delle scosse del 29, a danni si sono aggiunti danni e alla paura altra paura ed è stato quindi evidente che le risorse regionali non sarebbero mai state sufficienti. Quando noi siamo arrivati a Carpi, il campo tende del Piazzale delle Piscine doveva essere transitorio. Inizialmente era stato progettato per dare alloggio agli sfollati solo per poche settimane, prima di essere trasferiti ne-

gli alberghi; oggi, al contrario è diventato stanziale e gli ospiti vi resteranno fino a settembre e chissà fino a quando ma, un campo progettato per una cosa, difficilmente può trasformarsi in altra.. Il campo è fatto per ospitare fino a 640 persone ma, in base alla nostra esperienza, 500 è il numero limite. Oltre questo numero una tendopoli diventa ingestibile. Per tale motivo abbiamo già comunicato al Coc che al raggiungimento di questa quota non accetteremo nessun altro”. Lei ha operato all’Aquila, quali differenze nota tra la città abruzzese e la nostra?

“I carpigiani sono più spaventati. Qui la sequenzialità delle scosse ha provato anche i più forti, ha compromesso la capacità di controllo delle persone che sono in stato di shock. Basta girare per le vie cittadine e notare quanti carpigiani pur avendo la casa in piedi e agibile, preferiscano dormire in tenda, nei parchi. Gli aquilani non avevano più casa, hanno avuto più vittime ma, paradossalmente, nutrivano meno terrore”. All’Aquila la Protezione Civile Nazionale ha di fatto destituito la Giunta prendendo possesso della città e agendo in autonomia. E’ un rischio

che intravede anche qui? “Non lo so. Questi sono giudizi politici che non conosco e non mi appassionano. Io sono un volontario e questa, sinceramente, è l’ultima delle mie preoccupazioni”. Come l’intervento della Protezione Civile potrebbe essere migliorato? “Alcune competenze dovrebbero essere maggiormente centralizzate. All’Aquila abbiamo assistito a un eccesso di centralismo, qui a un eccesso di competenze: l’autorizzazione di spesa ad esempio - con tutte le ristrettezze che il periodo impone - prima di ricevere il via libera deve passare su più

Un ambulatorio mobile di Emergency è arrivato nel campo tende del piazzale delle Piscine grazie alla mobilitazione della dottoressa Elisabetta Turchi

Il grande cuore di Emergency batte a Carpi S ono tanti i carpigiani - e non solo - che in questo momento di emergenza stanno spendendo tempo ed energia per aiutare coloro che hanno perduto la propria casa, il proprio lavoro. La speranza. Tra loro ci sono anche tanti medici di famiglia. Uomini e donne che dedicano ore e ore a visitare gli ospiti dei campi tenda, autonomi o allestiti dalla Protezione Civile, curando le ferite del corpo e cercando di dare sollievo a quelle dell’anima. Allo stress post traumatico del sisma, la terribile ondata di caldo che ha investito il nostro territorio infatti, sta compromettendo ulteriormente le condizioni fisiche di molti, soprattutto anziani e bambini, costretti a vivere sotto tendoni che, malgrado siano dotati - non tutti - di condizionatori, nelle ore più calde raggiungono temperature a dir poco africane. Sulla spianata di cemento del Piazzale delle Piscine dove è sorto l’unico campo di Carpi - gestito dalla Protezione Civile lucana - è facile imbattersi nel sorriso largo del dottor Giuseppe Gaglianò. “I medici di Medicina Generale in questo momento devono tutti rispondere presente e darsi da fare nell’emergenza. Il lavoro da fare è tanto e ce n’è davvero per tutti”. Ed è grazie al suo impegno e a quello della cardiologa Elisabetta Turchi che nell’infuocato piazzale, da lunedì 18 giugno, è giunto un Polibus di Emergency. Nonostante sia un diritto riconosciuto, anche in

Italia, il diritto alla cura è spesso un diritto disatteso: migranti, stranieri, poveri spesso non hanno accesso alle cure di cui hanno bisogno per scarsa conoscenza dei propri diritti, difficoltà linguistiche e incapacità a muoversi all’interno di un sistema sanitario complesso. Da questa consapevolezza nascono gli interventi di Emergency Italia nell’ambito dell’area dell’immigrazione e del disagio sociale. Oltre ad aver creato due poliambulatori stabili, uno a Palermo e uno a Mestre, per garantire assistenza sanitaria gratuita ai migranti, con o senza permesso di soggiorno, e a tutti coloro che ne hanno bisogno, Emergency si è dotata di due ambulatori mobili per portare assistenza sanitaria dove più c’è bisogno. Di cosa si tratta? Ce lo spiega la dottoressa Turchi. “Per

assicurare in modo tempestivo cure mediche a chi ne ha bisogno, Emergency ha allestito due ambulatori mobili chiamati Polibus. All’interno di ciascun autobus, dotato di aria condizionata e computer, vi sono due ambulatori medici e una sala adibita alle ecografie”. Ma come è nato il “gemellaggio” con Carpi? “Ho collaborato con Emergency in due occasioni, recandomi in Sudan, presso il Centro regionale di cardiochirurgia che offre assistenza altamente specializzata e gratuita ai pazienti provenienti dal Paese e quelli confinanti. Dopo le scosse del 20 e del 29 maggio alcuni esponenti dell’associazione mi hanno contattata chiedendomi se avessimo bisogno di aiuto. Dopo aver compiu-

Da sinistra i medici Giuseppe Gaglianò ed Elisabetta Turchi, insieme al capo campo, Domenico Vinci

Islam e dintorni...

to un giro nella Bassa modenese ed essermi confrontata coi medici, ci siamo resi conto che Carpi presentava il quadro più problematico, ecco perchè, anche su consiglio del dottor Gaglianò, Emergency ha posto il suo ambulatorio mobile proprio nel campo tende del piazzale delle Piscine dove l’azienda sanitaria, al momento, non ha ancora espresso la volontà di allestire una struttura fissa da mettere a disposizione dei medici di Medicina Generale”. (Prima dell’arrivo del Polibus infatti, ai medici era stata fornita una tenda sporca nella quale era impossibile visitare gli ospiti del campo che, lo ricordiamo, sfiorano le 500 unità). Nel fiammante autobus opereranno i medici di base, continua Gaglianò, “ma abbiamo già contattato altri professionisti per garantire alla gente anche visite specialistiche gratuite: dalla ginecologa al dermatologo, alla cardiologa”. Il Polibus, assicura Elisabetta Turchim, “resterà qui finché ce ne sarà bisogno e, nel caso fosse necessario, potrà muoversi tra Carpi, Cavezzo e i comuni più colpiti, per garantire le cure agli sfollati o a coloro che vivono ancora nelle proprie auto, paralizzati dalla paura”. Jessica Bianchi

T

che col sisma hanno perso lavoro o casa e che, quindi, non hanno più i requisiti per ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno. Il ministro della Cooperazione Riccardi - come diverse istituzioni, una per esempio è il Coordinamento Migranti Bologna - ha chiesto di rivedere in parte la severa Legge Bossi-Fini a causa della tragedia che ha colpito l’Emilia, per il periodo di emergenza. In particolare, si è parlato dell’abolizione temporanea della tassa di

Il 23 giugno il Rotary Club Carpi promuove una serata di solidarietà al Guerzoni

Musica per rinascere

I

l sima che si è abbattuto sul territorio modenese sta suscitando, in questi giorni, numerose iniziative benefiche per raccogliere fondi a favore delle popolazioni terremotate. A questo coro di solidarietà si uniscono le voci del Rotary Club Carpi che, in collaborazione con San Rocco Arte & Cultura, promuove una serata di solidarietà a favore della comunità di Carpi colpita dal sisma. La serata, che si terrà sabato 23 giugno presso il Circolo sociale Loris Guerzoni di via Genova, inizierà a partire dalle 21 con la presentazione della rete di defribillatori donata dal Rotary carpigiano con la collaborazione di Comune di Carpi, 118 Modena Soccorso, Azienda USL di Modena, Croce Rossa - Comitato di Carpi e associazione Gli Amici del Cuore. Nel corso della serata, alla presenza del presidente del Rotary, Federico Cattini e delle autorità cittadine, si vedrà la firma del protocollo costitutivo della Rete Salvavita di Carpi. A seguire il cuore dell’iniziativa: il recital musicale dell’acclamata soprano carpigiana Serena Daolio (in foto) che si esibirà, con l’accompagnamento del Maestro Paolo Andreoli, intonando alcune delle arie più celebri delle opere di Puccini e Mascagni. Lo spettacolo offerto dai due artisti sarà aperto al pubblico, che potrà assistervi donando un’offerta libera, che sarà devoluta a favore della comunità carpigiana.

Di Francesca Zanni Laureata in Storia, Culture e Civiltà Orientali, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna

Uguale trattamento: la moratoria per i permessi di soggiorno post sisma utta la popolazione, senza distinzioni, è stata colpita dal sisma emiliano. C’è chi è stato più fortunato, chi meno. C’è chi ha perso la casa, chi il lavoro, chi tutti e due, magari insieme alla salute. C’è poi chi non ha più i requisiti nemmeno per stare vicino alle macerie della propria casa e, a causa della burocrazia, si vede costretto ad andarsene, dovendo abbandonare l’investimento di una vita. E’ il caso di quegli immigrati

scrivanie. Capisco le difficoltà economiche ma non la lungaggine burocratica: in un sistema di emergenza, le risposte non possono essere queste”. Di cosa necessita il campo? “Mi chiedo dove siano finiti gli operatori che hanno a che fare col mondo dell’infanzia e degli anziani. E dov’è chi cura lo spirito? I preti, gli imam... non possiamo contare nemmeno sui mediatori culturali. La gente vive in tenda ma non si devono spezzare le abitudini e i legami con la città. Spero che questo appello venga raccolto”. Jessica Bianchi

soggiorno e dei requisiti necessari per la permanenza. La presenza massiccia di lavoratori immigrati è una forza per la Regione, che rischia di sparire per ragioni burocratiche. I requisiti di reddito, occupazione e abitazione potrebbero infatti non essere più soddisfatti ma non per pigrizia o disimpegno bensì perché il sisma ha cancellato case e posti di lavoro. Molti morti sotto le macerie dei capannoni crollati erano stranieri, che hanno pagato

lo stesso prezzo degli italiani in questa tragedia. Se è lo stesso prezzo che si paga nella morte non si può pretendere un prezzo diverso nella vita. La moratoria per i permessi di soggiorno consentirebbe a tutti, italiani e stranieri, di avere le stesse opportunità di ricominciare dopo questa terribile esperienza. PER APPROFONDIRE http://www.wumingfoundation. com/giap/?p=8251


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Gli imprenditori vogliono chiarezza sul Decreto Legge nelle zone terremotate per poter ripartire subito e Lapam ha cercato di far luce sull’ordinanza, in concomitanza con la nuova circolare di Errani

“La burocrazia non dovrà ostacolarci” “ Vogliamo ripartire in tempi rapidi e in condizioni di sicurezza, ma le istituzioni devono aiutarci, e soprattutto fare chiarezza sulle misure che dobbiamo adottare per la messa a norma antisismica dei capannoni” è la voce unanime che si è levata lo scorso 13 giugno in occasione del convegno tecnico organizzato da Lapam Carpi presso la sede di via Zappiano. E sempre il 13 giugno, il presidente della regione Vasco Errani, in qualità di commissario delegato alla ricostruzione, ha emanato una circolare applicativa che di fatto esclude le attività commerciali di vicinato da una serie di vincoli burocratici che rischiavano di allungare oltre misura i tempi della ripresa. “Nel nuovo documento - ha spiegato Maurizio Lusvardi, presidente di Lapam Carpi - si specifica che le attività produttive a cui fanno riferimento i commi 7 e 8 del decreto sono quelle svolte all’interno di strutture caratterizzate dalla mancanza di continuità strutturale e da grandi luci, tipicamente monopiano, quali i capannoni industriali in elementi prefabbricati in cemento armato o in cemento armato precompresso e con coperture in materiali diversi da quelli delle strutture verticali”. Pertanto le strutture diverse dai capannoni industriali (bar, ristoranti, negozi, uffici...) per poter proseguire o riprendere la normale attività devono ottenere il rilascio di un certificato di

agibilità provvisorio, basato sull’accertamento da parte di un professionista abilitato che svolge la verifica. Per quanto riguarda i capannoni invece, la questione è molto più complessa come ha evidenziato l’ingegner Roberto Ferrari. “I titolari delle attività produttive colpite dal sisma devono incaricare un professionista abilitato ad effettuare una verifica di sicurezza delle strutture per acquisire la certificazione di agibilità sismica, e disporre di tale verifica entro l’8 dicembre 2012. Il livello di sicurezza dovrà essere definito in misura pari almeno al 60% della sicurezza richiesta a un edificio nuovo e per eseguire gli interventi eventualmente richiesti per il conseguimento del miglioramento sismico, ci saranno ulteriori 18 mesi di tempo”. Nel frattempo però dovrà essere rilasciato un certificato di agibilità provvisoria, che garantisca che l’edificio non

A seguito del terremoto, il progetto di micro credito della Fondazione Casa del Volontariato può rappresentare un piccolo ma utile strumento per le necessità della popolazione

Microcredito per l’emergenza

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opo i ripetuti eventi sismici che hanno colpito il nostro territorio, sono numerosi gli interventi, grandi e piccoli, che nelle prossime settimane e mesi i cittadini si troveranno a dover approntare. Se, a tal proposito, gli aiuti e i compiti più importanti sono svolti da Istituzioni e dalla Protezione civile, anche il progetto di microcredito sociale Avere credito, promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi in collaborazione con Banca Popolare dell’Emilia Romagna e gestito dalla segreteria tecnica della Fondazione Casa del Volontariato, può contribuire a candidarsi per essere un piccolo ma utile strumento per rispondere alle necessità causate dal sisma. Il microcredito sociale infatti - oltre a rispondere a esigenze collegate all’abitazione, alla tutela della salute e allo studio - può essere utilizzato per fronteggiare eventi critici e imprevisti. Questo consta di un prestito il cui importo massimo non può superare i 4.000 euro, a un tasso di interesse minimo, pari al 4%. Non vi sono inoltre costri aggiuntivi da spese d’istruttoria e commissioni da rate. Chi accede al prestito, rivolto ai residenti nei Comuni di Carpi, Novi di Modena e Soliera, dovrà essere affiancato da un tutor morale che potrà aiutarlo a risolvere gli eventuali problemi che possano emergere durante il periodo di restituzione. Le esigenze andranno comunque documentate e la richiesta finalizzata. “Anche una piccola cifra come questa – dichiara il presidente della Fondazione Casa del Volontariato Lamberto Menozzi – può servire per svolgere quei piccoli lavori di riparazione delle abitazioni, piuttosto che del mobilio o della vettura eventualmente danneggiate dal sisma, oppure per l’acquisto di tende e materiale necessario per soggiornare per qualche tempo in modo il quanto più confortevole possibile all’aperto. Invitiamo quindi coloro che ne ravvisassero l’utilità, a rivolgersi agli sportelli preposti”. Per ulteriori informazioni e la raccolta delle domande è possibile rivolgersi agli uffici della Cooperativa sociale Il Mantello e del Coordinamento Centro Sociali Ancescao, presenti presso la Casa del Volontariato.

sia stato danneggiato dal terremoto e non abbia le carenze strutturali indicate dal comma 8: “mancanza di collegamenti tra elementi strutturali verticali e elementi strutturali orizzontali e tra questi ultimi; presenza di elementi di tamponatura prefabbricati non adeguatamente ancorati alle strutture principali; presenza di scaffalature non controventate portanti materiali pesanti che possano, nel loro collasso, coinvolgere la struttura principale causandone il danneggiamento e il collasso”. In caso sussistano una o più di queste debolezze è necessario intervenire entro il 30 settembre 2012. Ma gli imprenditori presenti all’incontro replicano: “il tempo a disposizione per l’adeguamento ai criteri antisismici è troppo poco e inoltre servono molti soldi. Lo Stato ci darà dei finanziamenti per sostenere le spese per gli adeguamenti strutturali o li darà

chiarite definitivamente sia le linee guida che gli ingegneri dovranno adottare per l’avvio delle modifiche antisismiche, sia se lo Stato coprirà almeno una percentuale delle ingenti spese necessarie. Per quanto riguarda gli aspetti tributari, il responsabile fiscale di Lapam, Enzo Fanì, ha spiegato che “è in vigore dall’8 giugno il decreto n.74 che sospende fino al 30 settembre 2012 i versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi assicurativi qualora vi sia condizione certificata di

solo a chi deve ricostruire? Gli Istituti di Credito che finanziamenti sono disposti a coprire da subito? E se facciamo nel più breve tempo possibile tutti gli adeguamenti richiesti, ma poi ci diranno che ne devono essere fatti anche altri?”. I vertici di Lapam hanno promesso che solleciteranno la Regione affinchè vengano

inagibilità. Tuttavia i tempi per ottenere la certificazione di agibilità non sono certo brevi, e pertanto faremo pressioni affinchè venga prorogata almeno di qualche settimana la data fissata. Inoltre i fabbricati crollati od oggetto di ordinanze sindacali di sgombero in quanto inagibili totalmente o parzialmente non saran-

no sottoposti alle imposte sul reddito fino alla fine del 2013, e saranno anche esenti dall’IMU fino alla definitiva ricostruzione e agibilità dei fabbricati stessi e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2014”. Ma i dubbi sono ancora tanti e il rischio della delocalizzazione parziale o totale delle imprese è alto, e tra gli imprenditori c’è già chi pensa di spostarsi: “avevo pensato di allestire una tensostruttura in cortile con pavimento e riscaldamento in vista dell’inverno, ma i costi che comporterebbe, a cui si aggiunge la necessità di pagare una guardia giurata che controlli i macchinari e i computer di notte, mi stanno convincendo che sia meglio trasferire, almeno temporaneamente, la mia impresa a Forlì”. La delocalizzazione delle attività in strutture situate in prossimità delle aziende danneggiate è autorizzata previa certificazione, ma Fanì sottolinea l’importanza di definire meglio il criterio di prossimità che non dovrebbe corrispondere a un’eccessiva distanza, per scongiurare il pericolo, già incombente, di una delocalizzazione generalizzata delle imprese, con conseguenti danni per l’economia e per il lavoro delle persone che in molti casi si troverebbero costrette a scegliere tra seguire l’occupazione lavorativa a scapito della famiglia, o perdere il posto in un periodo che non lascia adito a molte speranze di trovarne un altro. Chiara Sorrentino

Numerosi gli esercizi commerciali del centro storico ancora chiusi e i titolari si ingegnano come possono

“Create una zona tax free per darci respiro” N onostante il centro storico di Carpi si stia progressivamente rianimando, gli esercizi commerciali chiusi restano ancora tanti. Se percorrendo il Portico lungo

di Piazza Martiri e Corso Alberto Pio i negozi aperti sono la maggioranza, è su Corso Fanti che il colpo d’occhio è impressionante. Un problema sottolineato anche da Confesercenti che

lancia una proposta. “La soluzione ideale sarebbe trasferire temporaneamente le attività commerciali in locali sfitti, sempre però in centro”. Idea che alcuni stanno già mettendo in pratica, come l’ottico Roberto Goldoni, il cui negozio sotto il Portico lungo è all’interno di un palazzo inagibile. “Ho trovato uno spazio a due civici di distanza, mentre il laboratorio è temporaneamente sistemato in un garage. Per la prossima settimana contiamo di riaprire”. AspetFarmacia dell’Assunta in container tando i lavori di

sistemazione del medesimo palazzo si ingegna anche Rita Frigeri, la cui profumeria è poco distante. “Il negozio è agibile, ma la crepa del palazzo, che è lì da un sacco di tempo, con le scosse si è allargata e il muro è venuto in avanti. Dalla prossima settimana qui si installerà un cantiere con i varchi per raggiungere i negozi. Sino ad allora staremo in un gazebo appena davanti al portico”. Ma nel caso in cui le inagibilità fossero parecchie, Confesercenti propone un’altra soluzione: “sarà inevitabile pensare di realizzare un’area commerciale e di servizi provvisoria, nelle immediate vicinanze del centro”. Anche in questo Continua a pagina 7


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ono crollati i prezzi del mercato immobiliare a causa del terremoto: un ulteriore colpo rispetto a una situazione già complessivamente compromessa da tempo. In particolare sono gli immobili del centro storico ad aver subito il danno maggiore: parecchie dimore storiche sono state dichiarate inagibili e transennate, altre dovranno essere sottoposte a importanti lavori di recupero e restauro che, in alcuni casi, dureranno per mesi e, soprattutto, risulteranno parecchio onerosi per i proprietari. Il rischio paventato è che chi ha abitato fino ad oggi in centro decida di abbandonare la propria residenza per valutare altre opportunità: che ne sarà allora se anche i residenti, l’unica forma di vita rimasta nel cuore della città nei giorni in cui era in vigore la ‘zona rossa’, dovessero gettare la spugna? “ Ce ne siamo andati per la paura - confermano al civico 21 di Corso Cabassi - ma l’intenzione è quella di rientrare al più presto. Nel nostro palazzo - racconta Serena - ci sono crepe non strutturali lungo muri non portanti. A soffrire di più è stata l’altana, la torretta che sovrasta il palazzo: si è svitata come un tappo”. E’

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Il rischio è che chi ha abitato fino ad oggi in centro decida di abbandonare la propria residenza per valutare altre opportunità. Carpi ha bisogno del suo cuore, del suo centro, della sua piazza, dei suoi punti di riferimento. Altrimenti diventerebbe un’infinita periferia del nulla

La ricostruzione deve partire da qui

successo anche al civico di fronte così come alle altre altane: quella di Villa Richeldi in via Guido Fassi è già stata ‘incravattata’ e messa in sicurezza. E’ nelle abitazioni di testa che si sono registrati i danni maggiori: lo testimonia il palazzo al civico 17 di corso Cabassi in angolo con via Rodolfo Pio. “Dopo un’intensa ristrutturazione in occasione del sisma del ‘96 quando il pavimento si abbassò di 25 centimetri

oggi - spiega Luisella - ci ritroviamo a dover ricominciare daccapo e ancora una volta tutto l’intervento è a nostro carico. Per quanto consolidate, le alte volte affrescate non reggono scosse di questa intensità”. La ragnatela di crepe procura una sofferenza continua allo stabile che è stato dichiarato inagibile e i proprietari sono stati costretti a cercare soluzioni abitative alternative. “Purtroppo anche l’agriturismo tra Rovereto e Cavezzo

Un camper per Confcommercio

“Restiamo vicini a commercianti e artigiani”

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a Confcommercio de L’Aquila ha donato due camper a Confcommercio Fam di Carpi - Novi – Soliera. “Grazie a questa donazione - spiegano il direttore Confcommercio Fam di Zona Massimo Fontanarosa e Andrea Baraldi - un camper sarà Continua da pagina 6

operativo al pomeriggio a Rovereto s/S, Novi e Finale Emilia e un altro a MIrandola e Cavezzo per dare il supporto necessario a tutti i commercianti e artigiani. Per loro abbiamo preparato un vademecum con tutte le istruzioni necessarie per far fronte a questo momento

di enorme emergenza: dall’esenzione dei ticket ai finanziamenti agevolati, dalla richiesta di cassa integrazione al procedimento per avere l’inagibilità”. Intanto a partire da lunedì 25 giugno, le sedi di Confcommercio di Carpi e Soliera torneranno operative.

frattempo ci siamo trasferiti qui, anche grazie al preziosissimo aiuto dei volontari di Alleanza Helf Care, e penso resteremo qui tutta l’estate. Tanti colleghi mi hanno detto che adotteranno la stessa soluzione. Vedo un futuro duro e in salita per il

Centro, ma lo sforzo deve essere quello di non abbandonarlo, perché una volta fatto sarebbe spento il cuore della città”. Come lei, presto

caso c’è chi già si è mosso, come Eleonora Di Iorio, che ha trasferito la Farmacia dell’Assunta – la prima di Carpi - dal portico in un container in Piazza Dante. “I lavori di ristrutturazione potrebbero durare mesi, e nel Rita Frigieri

Daniele Giglioli

rie. Al palazzo di via Cabassi i proprietri metteranno mano solo in un secondo momento “perché la spesa è astronomica e la burocrazia non ci permette di sapere se ci verrà

Massimo Fontanarosa e Andrea Baraldi

anche Luciana Bertani trasferirà la sua edicola appena su viale Carducci. “Una volta messa in sicurezza torneremo in Piazza, ma credo

Simone Morelli

“Vorremmo privilegiare le soluzioni di lungo periodo”

“ Eleonora Di Iorio

ha subito gravi danni ed essendo per noi attività fonte di reddito avrà la precedenza per la ristrutturazione”. Già si parla di migliaia di euro solo per portare via le mace-

dato aiuto per salvaguardare soffitti di una bellezza simile a quella del Teatro Comunale”. E’ avvilita la signora Luisella quando guarda il centro storico che sta morendo e lancia l’idea di abolire i tachimetri per riportare un po’ di vita in uno spazio da sempre vocato all’aggregazione ma oggi deserto. “Siamo comunque fortunati perché abbiamo voglia di lavorare nonostante l’età che avanza. Questa - conclude Luisella - non è emergenza: sarà sempre così e la classe politica deve dimostrare spirito imprenditoriale se ha a cuore il futuro della città”. Al civico 50 di via Andrea Costa, altra dimora storica, i proprietari non intendono mollare. “La lapide sulla facciata esterna ha il valore riconosciuto di patrimonio culturale ed è quindi tutelata dalle belle arti, ma per il resto l’intervento sarà a carico nostro” spiega Maria Luisa. “Io resto dalla parte di chi non vuole abbandonare il centro storico. Il senso della ricostruzione si avrà proprio a partire da qui: Carpi ha bisogno del suo cuore, del suo centro, della sua piazza, dei suoi punti di riferimento. Altrimenti diventerebbe un’infinita periferia del nulla”. Sara Gelli

Vorremmo privilegiare le soluzioni di lungo periodo, ma in ogni caso avremo le idee più chiare quando avremo concluso la mappatura degli edifici inagibili e dei loro diversi gradi di danneggiamento”. E’ tiepida la reazione dell’Assessore al Commercio del Comune di Carpi Simone Morelli in merito alla proposta, avanzata da Confesercenti, di creare, allorquando il numero degli esercizi commerciali del Centro storico dichiarati inagibili risultasse elevato, un’area commerciale e di servizi provvisoria e temporanea, nelle immediate vicinanze del cuore della città. Secondo Morelli, casette o container non possono rappresentare una soluzione per tutti e neppure per un tempo prolungato. “Tanti negozianti non potrebbero trasferirvisi, vuoi per la tipologia delle merci vendute, e lo dico pensando per esempio agli orefici, vuoi per i macchinari particolari, come può essere per gli oculisti. In ogni caso il dibattito sul tema è benvenuto, ma prima di partire con il temporaneo, cercherei in tutti i modi di salvaguardare l’esistente, magari trasferendo i negozi in garage e abitazioni private, senza vincoli di cambio di destinazione d’uso. Il tutto, ovviamente, mentre il comune provvederà alle ristrutturazioni che gli competono, e con la massima velocità”. Per ora il computo dei danni è ancora in evoluzione, anche se lo stesso Morelli conferma come alcune zone del Centro siano più colpite di altre, per esempio Corso Fanti, una parte del Portico del Grano, l’inizio del Portico Lungo dal lato Duomo e una piccola criticità all’ingresso di Corso Cabassi. “Stiamo ragionando insieme alla Regione per avere un’agevolazione sugli affitti. Altra notizia importante riguarda il fatto che è stato chiarito che la circolare sull’antisismicità degli edifici non riguarda il commercio e i servizi in muratura, ed è un punto di grande importanza”.

che ci vorranno tanto tempo e pazienza”. Oltre ai problemi logistici, sul commercio rischia di gravare anche la stangata tasse. E in molti già dicono che la sospensione dei pagamenti fino al 30 settembre potrebbe non essere abbastanza. “La ripresa sarà dura perché l’economia lo-

cale è in ginocchio – dichiara Daniele Giglioli, che ha una vetrina del suo negozio in Piazza Garibaldi transennata – piuttosto occorrerebbe creare una zona tax free per darci uno o due anni di respiro”. Marcello Marchesini

I lettori ci scrivono

Non lasciate morire il centro

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pettabile Redazione, mi chiamo Angelo e sono il responsabile, insieme al mio socio Vanni, dell’Agenzia Viaggi Last Minute Tour di Carpi in corso Fanti (ex zona rossa). Vorrei denunciare con quanta solerzia una vigilessa, nei giorni successivi al 29 maggio, ci abbia minacciati di multa poiché stavamo facendo il nostro dovere in agenzia e,a suo dire, facevamo entrare i clienti senza autorizzazione. Ho dovuto spiegarle che il nostro non è un negozio di scarpe o di abbigliamento: noi non possiamo semplicemente chiudere e andarcene al mare... Noi siamo stati sempre presenti per rispondere al telefono, annullare prenotazioni e consegnare i documenti necessari per partire. Abbiamo fatto i salti mortali per gestire una situazione da incubo e siamo riusciti a restituire ai clienti che hanno annullato viaggi e prenotazioni tutto quel che avevano versato. I clienti aspettavano in fondo al Corso, al di fuori della zona rossa, dove portavamo loro il necessario. Oltre al danno della perdita di commissioni ci si è messa pure la vigilessa che voleva aggiungere pure una bella multa: per fortuna è intervenuto l’ispettore che ci ha capiti,mettendola a tacere. Aggiungo solo un appello:cari concittadini e cari amministratori non lasciate morire il centro di Carpi. Tanti stanno scappando via, specialmente da Corso Fanti: noi abbiamo deciso di restare e di ricominciare tutto da capo. Angelo e Vanni


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ono 4.938 le richieste di verifica speditiva delle proprie abitazioni, presentate dai carpigiani al Coc. Ad oggi i tecnici comunali ne hanno compiute 1.503, “ovvero è stato controllato il 50% del patrimonio maggiormente lesionato. Pensiamo di riuscire a concludere le verifiche in una decina di giorni”, ha assicurato l’assessore Simone Tosi. In seguito a tale mappatura, sono 3mila le persone che sono state interessate in città - e frazioni - da un’ordinanza di inagibilità della propria unità abitativa. Persone il cui calvario è tutt’altro che finito. Prima di correre ai ripari infatti, ovvero cercare di capire se aggiustare casa, rimettere in sicurezza parti pericolanti o abbattere tutto, occorre aspettare la visita di un’altra squadra (tali sopralluoghi sono svolti da squadre di rilevatori formati nel corso Valutazione di agibilità e rilievo del danno, organizzato dal Dipartimento di Protezione Civile e dalla Regione Emilia Romagna) che deve compilare la scheda AEDES. Questa schedina serve a stimare e classificare l’entità del danno alla casa (A - edificio agibile; B - edificio temporanenamente inagibile ma agibile con provvedimenti di pronto intervento; C - edificio temporaneamente inagibile da rivedere con approfondimento; E - F edificio inagibile). Ad oggi, mercoledì 20 giugno, sono 548 le situazioni che richiedono - a causa delle evidenti lesioni - sopralluoghi AEDES (di cui 195 già eseguiti). Per non parlare poi del fatto che tutti i progetti sono fermi poiché mancano ancora le linee guida per la ricostruzione e non si sa in che entità verranno elargiti i rimborsi. “Il Comune - conclude Tosi - al momento non ha emesso alcuna ordinanza di abbattimento”. Ricordiamo che tale ordinanza viene emessa solo nel caso in cui un edificio - a rischio crollo - dovesse compromettere la sicurezza di passanti che sostano in un’area pubblica o la viabilità. Di fatto alcuni privati, a Fossoli in modo particolare, hanno già provveduto, a loro spese, a demolire la propria abitazione a causa della gravità dei danni provocati dal sisma. Case spesso di recente o nuova costruzione, venute già come castelli di carta. Quali sono le responsabilità dei costruttori? Quanto costerà rimettere in sicurezza le nostre case e i nostri capannoni? Lo abbiamo chiesto all’ingegnere strutturista dello Studio Archimede di Carpi, Fabio Ghelfi. Sono oltre 2.984 (dato in crescita) le persone che sono state interessate in città - e frazioni - da un’ordinanza di inagibi-

Quali sono le responsabilità dei costruttori? Quanto costerà rimettere in sicurezza le nostre case e i nostri capannoni? Lo abbiamo chiesto all’ingegnere strutturista Fabio Ghelfi

Qualcuno dovrà pagare Moduli provvisori

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Via Giotto

Viale Manzoni angolo Caduti del Lavoro

Via Marx

lità della propria unità abitativa, emessa dal Comune di Carpi. Non essendo ancora uscite le linee guida per rimetter mano ad abitazioni e capannoni lesionati: cosa deve fare un privato? “Non agire d’impulso, sotto l’emotività dell’evento sismico vissuto”. Continuano a essere rilasciate anche revoche dell’inagibilità, segno che diverse famiglie (in tutto sono 181 persone)

hanno avuto la possibilità di rientrare a casa dopo aver effettuato lavori di ristrutturazione e ripristino delle condizioni di sicurezza nella loro unità abitativa. Alcuni sono preoccupati di non ricevere poi un rimborso da parte dello Stato come è già accaduto all’Aquila. Conferma? “Non ci sono ancora riferimenti normativi precisi, ma, come indicato all’art. 3 comma 2 del D.L. n. 74 del 6

Via Praga: i mastodonti feriti

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ra i mastodonti feriti di Carpi vi è anche il condominio di via Praga 5/7. La sentenza è grave: inagibile. Una colonna del portico è andata in sofferenza ma ciò, fortunatamente, non pregiudica la struttura del condomino degli Anni Ottanta. Si tratta di un unico palazzo con due scale e sette piani, per un totale di 35 famiglie sfollate: 21 al civico 7 e 14 al civico 5. I residenti spiegano che i tecnici hanno verificato “fondamenta, colonne e muri portanti per capire dove e come intervenire per procedere con le opere di rinforzo e che sono Via Praga

state avviate le procedure di messa in sicurezza, consolidamento e rifacimento delle facciate già in preventivo da un anno”. A essere stati maggiormente lesionati dal sisma sono anche “gli appartamenti ai piani bassi (soprattutto al primo e secondo piano) che dovranno essere ristrutturati. Stessa sorte per i balconi che dovranno essere completamente rifatti”. I tempi saranno lunghi ma, come commenta Davide, residente, “pur essendo tutti fuori dai nostri appartamenti abbiamo la certezza che torneremo come prima e meglio di prima”.

giugno 2012, occorre essere seguiti da un professionista abilitato per la progettazione e l’esecuzione degli interventi di ricostruzione e ripristino degli edifici, il quale dovrà presentare perizia giurata per l’accertamento dei danni provocati dal sisma; ovviamente, la documentazione fotografica prima e dopo l’intervento, le pratiche edilizie e le fatture inerenti i lavori svolti dovranno essere fornite o messe a disposizione del tecnico”. A Carpi a essere lesionati sono grandi palazzi: via Cimabue, via Giotto, viale Manzoni, via Praga. Condomini dove le colonne portanti o le scale hanno in parte ceduto. Possiamo provare a quantificare i danni per una struttura di tali dimensioni? Quando le famiglie potranno tornarci dentro? “Impossibile quantificare danni e tempi. Ogni caso deve essere valutato a sè, anche perchè la maggior parte delle costruzioni è stata realizzata con strutture miste in cemento armato e muratura portante fino al 2005”. Sono 4.938 le richieste di verifica speditiva delle proprie abitazioni, presentate dai carpigiani al Coc. Voi, privatamente quante ne avete fatte sinora? Quanto giudica grave la situazione nel carpigiano? “Tra edifici residenziali, misti e industriali, a oggi, martedì 19 giugno, abbiamo

na delle soluzioni utili a dare una risposta a chi ha la propria casa o la propria attività inagibile a seguito del terremoto è quella di utilizzare moduli abitativi provvisori (casette in legno o mobili, prefabbricati, container). L’amministrazione comunale sta ricevendo richieste di famiglie, negozianti o studi professionali che intendono trovare una nuova sistemazione nel giardino di casa o davanti al palazzo nel quale operano, dove non possono entrare in attesa di compiere lavori di restauro e ristrutturazione. Per i privati questa possibilità di sistemazione provvisoria, possibile solo su suolo privato e con determinate prescrizioni relative a distanze, scarichi, eccetera e solo per coloro che sono in possesso di un’ordinanza di inagibilità, è già prevista dagli strumenti urbanistici dell’ente locale per 90 giorni. Nel corso del Consiglio Comunale del 25 giugno si valuterà se estendere questa opportunità fino al ripristino delle condizioni di agibilità dell’abitazione principale.

eseguito 170 verifiche, ma il numero cresce di giorno in giorno. La situazione nel carpigiano, dal punto di vista strutturale, fortunatamente, è meno grave rispetto a quella dei paesi della bassa modenese”. Perchè edifici di 10-15 anni - e mi riferisco soprattutto a Fossoli, Rovereto e Novi - sono i maggiormente lesionati, mentre strutture degli Anni 70 sono sostanzialmente intonse? Quanta responsabilità hanno i costruttori in questa disgrazia? “Purtroppo gli incrementi del valore economico degli

2,5 miliardi di euro per la ricostruzione

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ono 18 i comuni modenesi (Bastiglia, Bomporto, Campogalliano, Camposanto, Carpi, Castelfranco Emilia, Cavezzo, Concordia, Finale Emilia, Medolla, Mirandola, Nonantola, Novi, Ravarino, S.Felice sul Panaro, S.Possidonio, S.Prospero e Soliera) che usufruiranno delle risorse del Fondo per la ricostruzione delle aree colpite dal sisma previsto dal decreto del Governo del 6 giugno scorso. Le risorse ammontano a 2,5 miliardi di euro provenienti dall’aumento dell’accisa sulla benzina e da risparmi di spesa previsti per il 2013 e 2014, a cui si aggiungono risorse dalla riduzione dei contributi pubblici a partiti e movimenti politici ed eventualmente dal Fondo di solidarietà dell’Unione europea.

edifici costruiti negli ultimi 10 - 15 anni, fino al 2008, hanno permesso ad alcuni soggetti economici presenti nell’edilizia (imprese e tecnici speculatori) la realizzazione di fabbricati con carenze strutturali importanti. Ribadisco quindi, che non si deve agire sotto l’impulso dell’evento sismico accaduto, ad esempio acquistando edifici antisismici quando si è proprietari di un immobile che non ha subito danni rilevanti”. E’ evidente che non si muore di terremoto bensì di malaedilizia. Cosa occorrerà fare oggi per rendere sicure le proprie abitazioni e i propri capannoni? “Non esiste una risposta univoca, occorre compiere uno studio, caso per caso”. Cosa significa avere una casa antisismica? “Le costruzioni antisismiche sono calcolate per resistere alle sollecitazioni sia verticali che orizzontali. Esiste una zonizzazione del nostro territorio in microaree che definisce un’accelerazione che viene rapportata al tipo di struttura e di terreno su cui si andrà a costruire. Un edificio anti sismico ben progettato e costruito con le attuali normative non può aver riportato danni rilevanti in seguito all’evento sismico accorso”. Ipotizziamo che, dopo una riclassificazione, il nostro territorio da zona sismica 3 (basso rischio) diventi zona 1 (alto rischio): immagino che più alto sia il punto di resistenza di un edificio più i costi lievitino... crede che dopo questa tragedia l’edilizia migliorerà? “A prescindere da un’eventuale riclassificazione ritengo giusto e doveroso che si progetti e si costruisca nel modo migliore possibile, nel pieno rispetto della legge, senza stringere sui tempi e coi necessari controlli”. Tra tutti i materiali, quello con maggiori garanzie di antisismicità è il legno. Consiglierebbe la costruzione di case in legno nel nostro territorio anzichè in mattoni? “Anche i materiali tradizionali usati nella nostra zona rappresentano un’ottima soluzione sia in termini di durabilità che di risparmio energetico. Il legno può essere impiegato per la costruzione di solai e tetti, in modo da ridurre la sollecitazione orizzontale che è proporzionale al peso della costruzione”. Jessica Bianchi


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ono l’incertezza e la paura le compagne costanti di questo terribile momento. E quando la tua vita viene sconvolta, il primo conforto che cerchi sono i punti fermi, come delle rocce inamovibili che, nonostante tutto, potrai trovare sempre lì, dove le avevi lasciate l’ultima volta. Il Chiosco bar Baffo è stato per chiunque ne avesse avuto bisogno il punto fermo, l’appoggio sicuro per tanti sfollati e non, capace di essere presente dalla prima scossa, 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Enzo Luongo, meglio conosciuto come il Baffo, è stato il riferimento per decine di famiglie e, come il capo di un’enorme e variegata comunità, ha gestito il Parco della Resistenza e i suoi temporanei inquilini. Piazzando la sua abitazione mobile di fronte al chiosco, non ha mai abbandonato il parco rendendosi disponibile in ogni modo possibile, dal garantire i servizi igienici, al fornire delle multi prese per permettere di ricaricare i cellulari e le apparecchiature elettroniche senza dover rientrare in casa. “ I primi tempi sono stati davvero difficili, la gente si sentiva persa e impaurita - ci racconta Enzo, naturalmente mentre lavora – ma abbiamo ricevuto anche aiuti inaspettati. Ad esempio il capo della comunità Sikh ha fatto una raccolta fondi e con il ricavato ha distribuito acqua e cibo agli sfollati. Sono episodi che ti permettono di guardare le cose da un punto di vista completamente diverso.” E bisogna avere un modo particolare di vedere le cose come Daniele Gazzi e Stefania per decidere di celebrare comunque le nozze già programmate, senza badare

Condanniamo senza se e senza ma quello che è avvenuto a Carpi domenica scorsa. Le mele marce che compiono questo tipo di azioni non fanno altro che danneggiare la stragrande maggioranza di immigrati onesti e le loro stesse comunità”. A parlare con piglio deciso e senza mezzi termini è Hafid El Jilali, portavoce dell’Unione delle associazioni marocchine in Emilia Romagna, riferendosi alla rissa scoppiata davanti al Caffè dei Pio, nel corso della quale sono stati gravemente feriti due cittadini carpigiani a opera di alcuni giovani nordafricani che, un mese prima, avevano già malmenato il disabile Matteo Ghizzoni. “Contribuendo alla crescita economica di questo Paese reclamiamo pari diritti ma abbiamo anche uguali doveri. Per questo offriamo la massima collaborazione sia alle Forze dell’Ordine che alle istituzioni nel denunciare quegli stranieri che commettono reati”. Che la maggioranza della comunità marocchina sia ben integrata nella realtà di Carpi lo ha dimostrato anche l’iniziativa realizzata domenica 10 giugno, nel parco della Chiesa di Fossoli, dove è stato preparato un pranzo a base di cous cous per 350 persone. “L’abbiamo fatto per ringraziare Don Roberto Vecchi e tutti i fossolesi che si sono prodigati per aiutare le persone in difficoltà nei primi giorni successivi al sisma, quando gli aiuti ‘ufficiali’

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In un periodo di crisi e sofferenza, un uomo decide di dare il massimo dell’aiuto possibile

Il terremoto ci fa un Baffo Daniele Gazzi e Stefania insieme al Baffo

all’ambiente della sala conferenze di via Peruzzi, dove si è svolta la cerimonia, e sena troppa cura dei particolari: l’unica cosa che conta in certi momenti è avere vicino le

persone care. E nonostante sapessero dei continui impegni del loro amico Enzo, una coppia del genere non si è lasciata scoraggiare, e se l’invitato non va alla festa, la festa

va dall’invitato. E’ per questo che avete visto dei neo sposi fare le foto nel chiosco di un parco e un signore che giorno e notte si è messo a disposizione di tanti sconosciuti:

Domenica 10 giugno nel parco della Chiesa di Fossoli, i membri della comunità marocchina hanno preparato un pranzo a base di cous cous per 350 persone

Cous Cous a Fossoli!

tardavano ancora ad arrivare – spiega Ahmed Elazraki – ed è stato molto bello, perché agli

non si trattava di una scena folle. Avete semplicemente avuto il privilegio di osservare i punti fermi della nostra comunità. Francesco Palumbo una delle frazioni più colpite dalle scosse, con molte abitazioni seriamente lesionate, così come due Chiese. “Il tetto della Chiesa della Natività della Beata Vergine è crollato – racconta Don Roberto – e anche quella nuova ha subito danni. Qui a Fossoli è stata molto dura. Certamente cambierà la vita di tutti, ma il pranzo di domenica ha rappresentato un bellissimo momento nel quale sembra siano crollate molte barriere tra italiani e stranieri. E’ come se finalmente l’armonia fosse decollata. Per fortuna tra il nervosismo e la solidarietà si è scelta quest’ultima”. A Fossoli anche l’asilo ha danni ai muri non portanti, ma Don Roberto si dice fiducioso che a settembre i bambini possano

stessi tavoli erano seduti immigrati, volontari, religiosi, semplici cittadini e anche alcune suore”.

Da sinistra Elazraki Ahmed, Don Roberto e Hafid El Jilali

Al pranzo hanno preso parte anche gli assessori del Comune di Carpi Alberto Bellelli e Simone Tosi, e nel pomeriggio anche Vasco Errani è passato a portare un saluto e un ringraziamento. Quella di Fossoli è, d’altra parte,

tornare nelle proprie aule. Se la comunità sta attraversando un momento molto difficile, sicuramente le fondamenta per ricominciare sarà possibile gettarle solo con lo sforzo di tutti. Marcello Marchesini


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on si sente il rumore del traffico perché non ci sono auto in giro. A Rovereto sulla Secchia non ci sono nemmeno più persone in giro. Ci sono tante crepe e macerie che rendono le case irriconoscibili e l’atmosfera spettrale. Nella frazione che contava 4mila abitanti ne sono rimasti solo 2.500, per lo più sfollati da case inagibili oppure in attesa di una perizia ma senza troppe speranze perché qui il terremoto ha colpito duro. Il paese è a terra. Il centro è ridotto a un accumulo di macerie e l’accesso rimane severamente interdetto a chiunque: polizia e vigili del fuoco sorvegliano ogni angolo per tenere lontani gli sciacalli dalle case squarciate e pericolanti ma anche per impedire ai proprietari di sgattaiolare dentro per recuperare una foto e un ricordo. “La mia nipotina - ci racconta una signora - mi chiede del suo peluche perché è rimasto dentro casa. Io le ho spiegato che si è sicuramente riparato sotto il tavolo ed è sopravvissuto. Sono andata a comprargliene subito uno uguale”. Ha il volto segnato dal pianto e guardando la sua bellissima casa gialla la cui foto ha fatto il giro del mondo osserva il vaso di fiori rimasto sulla fi-

Sono passati venti giorni dal sisma e ancora Rovereto non ha avuto risposte. “Diteci da dove ripartire” chiedono a gran voce i residenti della frazione

Rovereto, paese fantasma Nella notte lo ha stroncato un infarto. Questo è Rovereto: un paese rimasto fuori dal mondo, dove stanno ancora aspettando la colonna mobile della Protezione civile. E’ arrivato il Campo Roma della Protezione Civile

Foto di Chiara Gorni e Alberto Poppi

della capitale ma è diventato operativo a cinque giorni dal sisma, e non adeguatamente attrezzato per far fronte alla situazione, è già stato smantellato. I cittadini non capiscono cosa sta succedendo e si sentono smarriti. Non c’è Continua a pagina 11

L’incontro col sindaco Turci

“Io non lo so”

nestra e il lampadario ancora appeso al soffitto. “Pensavo che sarebbero state le prime cose a venire giù”. Di lacrime se ne vedono tante, anche di gente che è qui per aiutare. Si ride e si

scherza delle piccole cose ma il pensiero è sempre per chi soffre. Come il signore ottantenne in fila per un pasto, intento a chiedere un abbraccio alla simpatica signora sassolese in servi-

zio alla refezione... “Mai avrei pensato di perdere la casa ed elemosinare un pasto a ottant’anni” le ha sussurrato all’orecchio. Le lacrime scorrono anche sul giovane volto di Chiara, 27 anni, volontaria della Croce Rossa nella sezione di Carpi. Lei è tutto cuore e fin dal primo giorno è al lavoro per aiutare i roveretani. Ha conosciuto quella numerosa famiglia che, disperata per aver perso tutto, si è rifugiata a Carpi presso l’abitazione dei nonni. Era la sera della scossa, il 29 maggio, e a rassicurare gli animi ci aveva pensato l’anziano facendosi carico di problemi e preoccupazioni. “Vedrete che risolveremo tutto” aveva detto ai suoi familiari.

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on si tratta di gestione dell’ordinario. Il sisma che ha colpito la nostra zona è un evento straordinario che ha messo duramente alla prova la gente. Tutti. Sindaci compresi, a maggior ragione Luisa Turci perché ha perso la casa. Il sindaco di Rovereto ha visitato la sua gente il 30 maggio per poi incontrare nuovamente i roveretani in occasione dell’assemblea pubblica organizzata l’11 giugno. Troppo tempo è passato e troppe difficoltà si sono trovati ad affrontare i cittadini perché non montasse in loro la rabbia, quella che poi hanno sfogato all’indirizzo del sindaco quando l’hanno avuto di fronte. Investita di domande di ogni genere, la Turci si è arresa: “Io non lo so”. Grazie ai volontari e all’associazionismo si è superata l’emergenza ma oggi chi ha perso la casa e il lavoro è, a dir poco disorientato. Non c’è ancora disperazione ma solo perché nessuno qui si può permettere di mollare adesso. In gioco c’è la sopravvivenza del paese e, se la macchina si è attivata con un certo ritardo, è tempo ora di farla marciare a pieno ritmo cercando di rassicurare la gente. Per far vivere Rovereto, le scuole, così come assicurato dalla Turci, devono riaprire a settembre e le aziende devono poter effettuare in modo celere, 18/20 giorni, tutte le perizie per poter ripartire; occorre far funzionare al meglio il campo Rovereto prospettando però soluzioni in container o casette di legno per affrontare l’inverno; occorre procedere velocemente con le demolizioni in centro per poi far ripartire le attività commerciali. Infine, se non si hanno le risposte oggi e subito, sarebbe importante istituire a Rovereto un punto di riferimento per raccogliere istanze e domande: un bel segnale dell’Amministrazione Comunale per essere vicina a chi oggi ha perso ogni certezza.


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11 Turci e come si intende ripartire, ma le risposte non ci sono e, per questo, tanti se vanno via o si spostano a Carpi. Il rischio è facilmente intuibile: se non arriveranno a breve rassicurazioni, la gente abbandonerà Rovereto. La mancanza di un’organizzazione strutturata sta generando una completa anarchia e, in mancanza di regole, la gente si sente autorizzata a fare di tutto anche a mettersi in coda per un pasto pur non avendone diritto. Poi ci sono le perdite di tempo che impediscono di intravere la soluzione di lungo termine nella regia complessiva: le tende, per esempio, che erano state piantate nel centro sportivo sulla parte asfaltata sono state fatte spostare sulla terra, non senza qualche perplessità. Intanto sono già disponibili dei cantainers a 250 euro al mese ma non c’è un’area dove collocarli. Nemmeno i numeri e le statistiche sono chiari: si parla di 400/500 unità familiari senza un tetto almeno per un anno e a costoro servono risposte chiare e subito. Così come servono risposte al paese il cui centro, dopo venti giorni, rimane un cumulo di macerie. La sensazione è che si stia perdendo tempo prezioso. Sara Gelli

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più il bar, non esistono più i negozi e nemmeno un supermercato. Non ci sono più scuole agibili e le imprese sono ferme: un paese fantasma. L’emergenza l’hanno affrontata subito e insieme allestendo un campo con le tende nell’area verde dietro la chiesa e distribuendo fino a 1.500 pasti: questo luogo è diventato un punto di riferimento. Sono stati i disabili ad aver avuto le difficoltà maggiori: box doccia e bagni per loro sono arrivati, come per gli altri, dopo 4 giorni. I cittadini rimasti si chiedono che cosa sta succedendo, come si sta muovendo il loro sindaco Luisa

Il mondo venatorio corre in aiuto dei terremotati

A caccia di fondi

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l devastante sisma che ha colpito la Regione Emilia Romagna si è accanito sul territorio dell’ATC MO1 (associazione senza fini di lucro che persegue finalità di gestione faunistica e di organizzazione dell’esercizio venatorio in forma programmata nel territorio di competenza, in questo caso la Bassa Pianura) e sui 13 comuni che lo costituiscono: Carpi – Novi di Modena – Cavezzo – Concordia sulla Secchia – S.Possidonio – Mirandola – Medolla – Bomporto – Ravarino – S.Prospero – Finale Emilia – S.Felice sul Panaro – Camposanto. L’incedere est - ovest delle terribili scosse di terremoto, da Finale a Novi, ha seminato morte e distruzione su una vasta area, cancellando in pochi istanti i nostri paesi, la nostra storia, le nostre tradizioni oltre alle innumerevoli e importanti attività produttive. “Per questo motivo, come ATC MO1, spiega il presidente Vainer Tassi - ci sentiamo coinvolti e cercheremo, con tutte le forze di cui disponiamo, di aiutare questo territorio. Ma non possiamo farcela da soli, abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti e speriamo di poter trovare questo aiuto all’interno del nostro ambiente: ovvero il mondo venatorio. Chiediamo quindi la solidarietà e l’aiuto di tutti gli ATC, Comprensori Alpini, Associazioni Venatorie e Cinofile d’Italia per raccogliere fondi che possano dimostrare al mondo, ancora una volta, se mai ce ne fosse ancora

Vainer Tassi

bisogno, quanto il mondo venatorio sia parte integrante della società civile”. I fondi raccolti saranno destinati alla ricostruzione o al recupero di edifici pubblici di elevata importanza sociale, quali scuole, ospedali, asili. Non verranno quindi destinati in modo anonimo all’integrazione degli aiuti generici, ma finanzieranno un progetto specifico e riconoscibile. “Già in occasione del terremoto dell’Aquila del 2009, l’ATC MO1 si impegnò e finanziò materiale che consegnò al 118”. Dati del conto corrente IBAN:IT17E0538723301000 002062028 Presso: Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Agenzia 1 Carpi. Intestato a: Ambito Territoriale Caccia Modena 1.

Croce Rossa Italiana lancia l’allarme

“Oggi è giugno, domani è settembre”

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elle zone colpite dal terremoto prosegue il lavoro della Croce Rossa Italiana che è impegnata nelle attività di assistenza sanitaria e psico-sociale alla popolazione. Nell’area di accoglienza di Carpi, presso la piscina comunale, sono al lavoro 40 volontari, di cui 3 impegnati in attività di supporto psicologico. Per i circa 400 ospiti è in funzione la cucina del Centro Interventi Emergenza CRI Centro. I volontari della CRI di Carpi si sono resi immediatamente disponibili dopo la scossa di terremoto delle 9 del 29 maggio per il servizio di trasporto dei pazienti dall’Ospedale di Carpi evacuato e poi per dare supporto a tutti coloro che avevano abbandonato la propria abitazione per stabilirsi in tenda nelle aree verdi della città. “Abbiamo girato per giorni - racconta Alberto Poppi - per raccogliere le richieste di aiuto e, in base

Chiara Gorni con un Vigile del Fuoco

alle segnalazioni, abbiamo realizzato una mappa che individuava tutti i siti spontanei”. C’era chi aveva bisogno di una tenda, chi chiedeva cibo, chi un bagno chimico: nella confusione generale di quelle prime ore, la presenza dei volontari della Croce Rossa ha aiutato i cittadini a non sentirsi soli e disorientati. “Molte energie erano state già concentrate nella Bassa modenese - spiega la presidente Claudia Ferrari - e questo spiega le difficoltà a dispiegare nuovi mezzi e aiuti nel nostro territorio. Noi abbiamo fatto il possibile per alleviare la pena di chi non ha voluto abbandonare la propria abitazione dichiarata inagibile e ha piantato la tenda nel giardino, di chi non aveva nulla e pensava comunque a chi aveva più bisogno di un pasto, di chi si vergognava a chiedere perché noi emiliani siamo molto orgogliosi. Ci pesa di più la mancanza del lavoro rispetto alla casa perché siamo pronti sempre a rimboccarci le maniche”. C’è preoccupazione fra i volontari ed è Chiara Gorni a lanciare l’allarme: “Oggi è giugno, ma domani è settembre: dove potranno trovare riparo dal freddo queste persone?”.

Dopo le contestazioni dei cittadini di Rovereto che l’hanno accusata di essere stati lasciati soli, il sindaco di Novi, Luisa Turci, in casa si è guadagnata una serie di applausi

“Ripartire dai giovani”

Dobbiamo ricostruire tutto il patrimonio pubblico, a parte la scuola di Novi e il nido di Rovereto, ma vi garantisco che a settembre tutte le scuole riapriranno, in moduli prefabbricati antisismici, perché è dai giovani che vogliamo ripartire”. Se a Rovereto è stata oggetto di contestazioni anche molto aspre da parte di cittadini che si sono sentiti dimenticati dai soccorsi, è con parole come queste che

il sindaco di Novi, Luisa Turci, si è guadagnata una serie di applausi dalle tante persone che hanno partecipato, mercoledì 13 giugno, all’assemblea pubblica al Parco della Resistenza. Forse anche lei, come tanti, è terremotata: forse per questo era palpabile il sostegno che si sentiva nell’aria. “Quello che vogliamo evitare è che la gente se ne vada – ha continuato – ma per farlo occorre che, oltre a fare i complimenti a noi emiliani,

Luisa Turci

ci diano sostegni concreti. Il Governo ha già stanziato due miliardi e mezzo, che non sono pochi ma non bastano”. Proprio per cercare di rimettere in moto il paese, il primo cittadino ha esortato ogni residente ad avviare le verifiche sulla propria abitazione, nominando un tecnico di fiducia. “Prima si iniziano i lavori, prima si potrà tornare alla normalità. Anche per le imprese è stato attivato un punto di riferimento presso l’asilo nido, dove i tecnici potranno chiarire eventuali dubbi. Cominciamo a guardare oltre il momento del danno”. Le alternative per chi ha l’abitazione inagibile sono tre: tenda nei campi della Protezione Civile, albergo, oppure un contributo di 100 euro al mese per persona, con un massimo di 600 euro per nucleo familiare. “Siccome non ci sono appartamenti sfitti per tutti – ha annunciato Turci – abbiamo chiesto di poter individuare alcune aree dove costruire abitazioni provvisorie a spese della Regione”. Per demolire i campanili a rischio si attende poi, dopo il benestare della Diocesi, quello della Sovrintendenza. M.M


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Sono circa 3.000, per la precisione 2.984, le persone interessate a Diverse famiglie (in tutto 181 persone finora) hanno avuto la possibilitĂ di rientrare a casa dopo aver e


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Carpi da un’ordinanza di inagibilità della propria unità abitativa. effettuato lavori di ristrutturazione e ripristino delle condizioni di sicurezza nella loro unità abitativa.

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ccolo il ‘miracolo’ della tendopoli sorta dal nulla e senza nessun aiuto pubblico nella frazione di San Giovanni di Concordia, che ospita dal 28 maggio 80 persone che hanno dovuto abbandonare le loro case seriamente danneggiate dal terremoto e che dal quel giorno vivono in questa comunità di cui autogestiscono camping e mensa. Ma come è sorta questa tendopoli privata, senza cioè nessun aiuto pubblico? Lo chiediamo al proprietario dell’area, il farmacista di Concordia Renzo Belli. “C’è una coincidenza di eventi che fa pensare perché abbiamo celebrato i funerali di mio figlio Marco, morto a trent’anni a causa di un incidente stradale, sabato 26 maggio, nel nostro giardino, sotto ampi tendoni bianchi. Il martedi successivo, il 29, c’è stata la seconda violenta scossa tellurica che ha danneggiato molte abitazioni e generato il panico e allora io e mia moglie Carla abbiamo deciso di aprire il nostro giardino agli sfollati

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L’Angolo di Cesare Pradella La favola bella della tendopoli autogestita di Concordia

che erano stati costretti ad abbandonare le loro case e li abbiamo invitati a utilizzare quelle tende, aprendone di nuove per poter ospitare più persone possibile. E in questa nostra decisione non posso non vedere la mano di nostro figlio Marco che ci guarda da lassù”. Commovente il racconto del farmacista di Concordia, uomo di cultura e di fede, che non ha esitato a confermare coi fatti la sua grande sensibilità e umanità che si esprime nella solidarietà verso il prossimo. “Io e mia moglie siamo convinti che sia stato nostro figlio a incoraggiarci nella decisione che abbiamo preso e così abbiamo destinato il parco che circonda la nostra abitazione a grande tendopoli dove trovano posto anche roulotte e camper”. Renzo Belli non ha avuto la farmacia danneggiata dal terremoto, mentre la sua

talità nel “parco Belli”, chi sotto la tenda, chi in camper o roulotte e tutti, da quel momento, si sono dati da fare improvvisandosi cuochi, camerieri e addetti alle pulizie in questo ‘villaggio della solidarietà’ ben organizzato e gestito con ordine in un clima di condivisione e fraternità. “Noi non siamo voluti andare nelle tendopoli del Comune – dicono gli 80 ospiti – perché abbiamo preferito starcene qui a casa Belli, vicino alle nostre abitazioni, pur sapendo fin dall’inizio che avremmo dovuto preoccuparci di prepaRenzo Belli

bella villa presenta qualche crepa a seguito della quale ha deciso di trascorrere la notte su un camper, vicino ai suoi amici sfollati. E si è così messa in moto una macchina fatta di altruismo, solidarietà e impegno. Tutti coloro che l’hanno chiesto hanno trovato ospi-

rare noi il pasto. Ma è dal 28 maggio che ce la facciamo e per noi questo è diventato il modo di dimostrare la nostra voglia di fare e di reagire alle avversità e di non darci per vinti”. E Belli, che consuma i pasti sotto la tenda tra sfollati, mentre Carla, farmacista, non disdegna di aiutare chi è incaricato del servizio ai tavoli, racconta che in un angolo del parco è sorto il Campo Paradiso che accoglie decine di bambini e ragazzi della frazione, non solo figli di sfollati, che qui si danno appuntamento per giocare e divertirsi. “Tutte le mattine – aggiunge Belli - un mio amico mantovano proprietario di un forno ci fa giungere 150 chili di pane fresco, mentre altri generi alimentari come vino, pasta, zucchero, farina, latte, scatolame, frutta, verdura, dolci, ci giungono da enti e privati

della Provincia di Modena ma anche da fuori. Spesso nemmeno li conosciamo. E ancora, un gruppo di Alpini della Sezione di Brenzone sul Lago di Garda è venuto a montare i box doccia e un’attrezzata cucina da campo, insieme a un gruppo di tecnici della Scuderia corse della Ferrari di Maranello, gli stessi che operano nei vari circuiti del mondo. Un alpino di Brenzone è rimasto nel campo a nostra disposizione per provvedere alle necessità tecniche visto che è un idraulico specializzato. I bagni chimici invece ci sono stati forniti dalla Protezione Civile, mentre i rifiuti che gli ospiti del campo raccolgono in maniera differenziata, vengono raccolti ogni mattina da Aimag. Per luce, acqua e gas utilizziamo invece le utenze private che avevo già nella mia abitazione”.

stabile aumenta in modo spropositato perchè trovano sistemazioni di fortuna accampandosi nei garage sotterranei dell’immobile. Il tutto è chiaramente dimostrabile da luci dei garage accese durante la notte, da furgoni che vanno e vengono scaricando materassi e ogni altro genere di mobilia all’interno dei garage, da gente che va e viene da lì a ogni ora del giorno e della notte e da odori di rischiosissime stufette accese che potrebbero causare incendi e scoppi nell’intero edificio. Mi chiedo per quanto tempo ancora questa situazione di degrado e di rischio debba essere sopportata dai residenti del quartiere che, a differenza dei residenti dello stabile in oggetto, cercano di attenersi scrupolosamente a tutte le

norme e le regole comunali oltre che a quelle di decoro e di pulizia e per quanto ancora le autorità di vigilanza faranno finta di non vedere una situazione palesemente illegale, rischiosa e intollerabile che ora è degenerata in un accampamento selvaggio con mobili, letti, reti da materasso e interi armadi oltre ad altri mobili portati anche nell’area verde del parco al posto di tende e materassini e delimitati con tendoni scuri che vanno da albero ad albero e oltre i quali è impossibile vedere o controllare ciò che accade. Preciso con convinzione che questa lettera non è animata da un sentimento di razzismo ma dal solo desiderio che le regole siano rispettate da tutti per una sana e civile convivenza. Un cittadino carpigiano

I lettori ci scrivono

Via Lago di Bolsena: qualcuno ne ha verificato l’agibilità?

S

pettabile Redazione, da privato cittadino residente nelle immediate vicinanze dell’edificio di via Lago di Bolsena (per l’esattezza il primo palazzo sulla sinistra venendo dal sottopassaggio, grosso stabile al fianco del parco abitato principalmente da cittadini extracomunitari) vorrei manifestare tutta la mia preoccupazione per le precarie condizioni igieniche e ora, soprattutto strutturali, che si sono venute a creare dopo il recente sisma che ha colpito anche la nostra città. Mi chiedo se l’amministratore condominiale dello stabile ha richiesto la verifica di agibilità e sottolinea l’importanza e l’estrema urgenza di un controllo strutturale approfondi-

to per evitare che eventuali e successive scosse di terremoto compromettano in modo grave anche le abitazioni limitrofe. Da molto tempo la situazione, per l’intero quar-

tiere, è diventata insostenibile e inaccettabile: a parte la tranquilla e impunita attività di prostituzione e spaccio di stupefacenti esercitata serenamente a qualsiasi ora

del giorno e della notte, davanti a bambini e passanti, i residenti non rispettano le minime regole di pulizia e decoro, accumulando montagne di rifiuti maleodoranti, materassi sporchi, coperte vecchie, lavatrici rotte, pezzi di mobili ammuffiti a fianco dello stabile, favorendo così la nascita e il proliferare di colonie di topi che si riversano poi nei giardini privati delle nostre abitazioni e nel vicino parco pubblico in cui decine di bambini vanno regolarmente a giocare. Si mette così a serio rischio di malattie e infestazioni la salute pubblica dell’intero quartiere. Inoltre vorrei denunciare che durante la stagione estiva il numero di persone che alloggiano nello

A proposito di anime morte...

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a potenza distruttiva della natura a qualsiasi latitudine dell’orbe terracqueo assume la stessa valenza simbolica e gli stessi connotati emotivi, perché dagli sguardi intimoriti e dai volti interrogativi si coglie il disagio profondissimo dell’uomo che ha perduto anche l’ultima Dea. E la speranza non è una virtù di poco conto, perché quando si spegne il desiderio o, diversamente espresso, il bisogno di raggiungere obiettivi, il bisogno di pianificare un futuro più o meno prossimo per sé o per la propria progenie, il bisogno di ancorare le proprie vite anche a riferimenti concreti e materiali, avanza un’altra potenza altrettanto distruttiva che corrode l’umano sentimento della vita. Di fronte ai desolati angoli di una città spenta che non sa più nemmeno identificarsi con il proprio luogo natale o che ha perduto quella baldanza, talvolta un po’ boriosa agli occhi dei forestieri ma che da decenni è lo statuto genetico dei carpigiani, in fondo così orgogliosi del loro patrimonio economico costruito con l’indefessa caparbietà della cultura contadina e in fondo nobilissima cifra di chi ha conosciuto i patimenti e le tribolazioni del dolore e delle

privazioni, o quell’ostentazione che ha il sapore della rivalsa, l’ambascia impera. Il nostro prestigioso centro storico, ricco di glorie passate e impreziosito da una vivacità commerciale nota ai più, ha smarrito la sua bussola e i puntelli ai palazzi e le transenne proibitive perché solo uno speciale pass ne consente l’accesso e quella macroscopica lesione alla Cattedrale ricorda ferite antiche al cuore dei fedeli, spegne anche i più animosi intelletti e i più audaci spiriti. Carpi è un deserto di detriti, di calcinacci, di comignoli soli, come le anime dei pochi audaci rimasti in città dopo l’ultimo sisma del 29 maggio 2012; sì, perché i carpigiani sono fuggiti e nello smarrimento della fuga hanno creduto di lasciarsi alle spalle il pericolo, ma il pericolo continua a tremare, e trema con la terra e con i pensieri fugaci volti a un inesorabile ritorno: ma ritorno, dove? E come? E con chi? E a quale prezzo? E si continua a frugare nelle proprie risorse, intellettuali, economiche, affettive, ma i conti non tornano e nessuno sa veramente cosa fare: della propria vita e di quella dei propri familiari e dei ricordi di un quotidiano

banale che eppure non sembrava soddisfarti e tu rincorrevi altre mete illusorie, perché eri persuaso di non avere il bastevole, e ora invece sai che in realtà necessiti di poco: la tua famiglia, la tua abitazione ove albergano le fatiche di generazioni, il tuo sicuro posto di lavoro, garanzia di continuità e di vita. Ma chi può onestamente e in questa fase fornire anche la più minuta garanzia di sicurezza? Sicurezza nei luoghi di lavoro che, malgrado sia garantita da una copiosissima e dettagliata normativa, ormai appartiene anch’essa alla memoria storica: ogni voce assennata chiedendo garanzie, risponde all’impetuoso bisogno di certezze

e di certificazioni firmate da garanti in grado di spendere le loro migliori competenze e le loro supreme energie, per fornire quelle sicurezze che nessuno può scientemente e onestamente fornire. Un sisma così anomalo presenta decisamente delle evidenti anomalie e, mi rincresce oppormi e contestare le teorie e i numeri di prestigiose firme scientifiche perché anch’io come tutti vorrei ingabbiare le mie paure nel contenitore della previsione e della prevedibilità, ma non mi riesce, perché la natura non è un’anomalia in sé e ogni evento è quasi sempre scatenato da uno squilibrio a cui segue un nuovo equilibrio, più solido e più duraturo e forse anche necessario, e perché mi tormenta il dubbio di un perniciosissimo artificio dell’uomo, che mentre sperimenta col calcolo razionale non riconosce, ahimè, ancora una volta la potenza imponderabile e inquantificabile e imprevedibile di quella natura selvaggia di leopardiana memoria, che in realtà,

di veramente selvaggio ha partorito solamente l’uomo. E lo scacco finale spetta, la storia docet, a chi ignaro di tali arbitrii, ne paga le spese. E stavolta non sono bastevoli le fidejussioni bancarie e i prestiti e i mutui ipotecari e i tesori immobiliari, perché tutti i carpigiani hanno perduto tutto e le loro vite sono spezzate da lutti inelaborabili. Ognuno, in cuor suo, porta il vessillo di una sconfitta e ognuno continua a domandarsi chi ha deciso di iniziare una partita a scacchi con la morte, e mentre il Settimo Sigillo bergmaniano rimane sospeso e inghiottito in un’ineludibile Verità Suprema, i carpigiani nel loro pragmatismo chiedono risposte concrete e interventi economici non solo umanitari, ma fattivamente volti a rimborsare le fatiche e i sacrifici di una vita o di più vite, perché le notizie fugaci e approssimative non ci convincono e ci amareggia l’evasione di chi cerca di transitare rapidamente su un evidente massacro cittadino. A viva voce tutti chiediamo visibilità perché non si può eludere e rendere invisibile ciò che tutto è tranne che un fantasma della retorica o della paura. E restiamo in attesa. Ma ancora per poco, perché il poco ha oramai poco spazio. Lucia Freda


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Radio Bruno - Gente in fila per prendere la maglietta Teniamo Botta!

Teniamo botta! R

accogliere fondi a favore delle popolazioni terremotate.

Come fare? Come muoversi? Ce lo siamo chiesti tra un Conto Corrente Nazio-

nale e uno locale, tra una Onlus e il numero di sms 45500. Radio Bruno ha

sposato da subito il Conto Corrente della Provincia di Modena con cui colla-

borerà anche sui progetti da mettere in campo; per incrementare le donazioni, abbiamo ideato una maglietta con lo slogan emiliano per eccellenza che invita a tenere duro: TENIAMO BOTTA!

Le T-shirt, bianche o nere, taglie S, M, L, XL, si potranno ottenere con un’offerta minima di 10 euro presso la sede centrale di Radio Bruno in via Nuova Ponente 24/a. Ora è possibile richiedere la maglietta anche online (www. teniamobotta.com)! Ovunque voi siate aiutateci a risollevarci! Da non perdere poi il grande spettacolo musicale a Modena il 3 luglio, al Parco Ferrari, con i big della musica: anche in quell’occasione saranno raccolte offerte a favore dei terremotati e saranno disponibili le T-shirt.


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oi cantiamo ancora. Si intitola così la canzone di Paolo Belli scaricabile su I Tunes a 1 euro: l’intero ricavato andrà a un progetto a favore dei terremotati e le particolarità del brano sono due: la prima è che Paolo lo interpreta con 5 voci di ragazzi che hanno vissuto in prima persona il terremoto e ora vivono in tenda tra i modenese, il ferrarese e il mantovano. La seconda è che Paolo giura gli sia stato ispirato da Enzo Jannacci che, in sogno, gli avrebbe suggerito l’inciso. “La mia canzone più bella”, dice commosso, ricordando l’incontro con i ragazzi che cantano insieme a lui durante un fine settimana in giro tra le tendopoli, per portare un po’ di amicizia e vicinanza. E sarà Paolo a condurre, insieme agli speaker di Radio Bruno, il 3 luglio, Teniamo Botta!, lo spettacolo musicale a ingresso gratuito che porterà i big della musica al Parco Ferrari di Modena. Emiliano, eclettico, amico da sempre di Radio Bruno, ha subito tutte le scosse a Carpi, dove vive con la moglie e gli inseparabili cani. “Dovevo far coraggio a tutti -

17 dice - erano tutti nel panico: moglie, suocera, parenti. A un certo punto eravamo in 15 in casa e io a fare quello forte, anche se forse avevo più paura di tutti”.

Terremoto: Paolo Belli canta ancora! a cura di Clarissa Martinelli clarissa.martinelli@radiobruno.it

L’emilianità esce prepotente. “Non pensavo fosse un valore importante - spiega - mi sono sempre sentito un po’ cittadino del mondo. E invece in questa occasione è venuto fuori l’orgoglio per la dignità degli emiliani

e la fierezza di essere uno di loro”. Il motto di Paolo Belli a proposito del terremoto è uno e sempre quello, carpigianissimo, lo ripropone su Twitter quasi ogni giorno: “Terremoto: mo va’ a cagher”!

Paolo Belli tra i terremotati di San Giovanni in Concordia

Potevano forse i recenti eventi sismici dell’Emilia sfuggire alla mania per le spiegazioni improbabili che avvince tanti dei nostri connazionali? Certo che no

Elvis è vivo e trema insieme a noi P robabilmente tutto ebbe inizio nel 62 a.C., allorché Cicerone denunciò quella che è passata alla storia come la Congiura di Catilina. L’accusa, nota a generazioni di liceali che se la sono ritrovata da tradurre in versione, è quella di aver tramato per rovesciare il Senato della Repubblica romana. Da allora la smisurata passione tutta italiana per misteri e complotti, quella che verrà poi definita ‘dietrologia’, è deflagrata senza soluzione di continuità. Peccato che l’ultima volta che i complottasti ci hanno preso pare risalga all’Anno Domini 1440, quando Lorenzo Valla, il grande umanista italiano padre della filologia, dimostrò la falsità della cosiddetta Donazione di Costantino, il documento secondo il quale l’imperatore romano convertitosi al cristianesimo – quello della battaglia di Ponte Milvio e di Costantinopoli, per intenderci - avrebbe donato a Papa Silvestro I e ai suoi successori la sovranità temporale su Roma, l’Italia e tutto l’Impero romano d’Occidente. Da allora non sono mancate le tesi che, dietro ai fatti più svariati della storia umana, vedevano la longa manus di Eminenze Grigie, Grandi Vecchi, Lobby di ogni tipo, Poteri Occulti e via discorrendo. Tutte, ovviamente, campate in aria. Potevano forse i recenti eventi sismici dell’Emilia sfuggire alla

mania per le spiegazioni improbabili che avvince tanti dei nostri connazionali? Certo che no. Le teorie – tutto fuorché scientifiche e dotate di prove inconfutabili – che dal 20 maggio scorso hanno iniziato a circolare soprattutto in Rete (grande strumento di conoscenza e insieme enorme calderone ribollente di fregnacce) si possono dividere grossomodo in tre tipologie: politiche, pseudo scientifiche e mistiche. Protagonisti del primo non potevano che essere gli Stati Uniti d’America, croce e delizia di tutti gli aspiranti agenti segreti. Chi punta il dito sullo Zio Sam attribuisce il sisma emiliano all’effetto dell’impianto top secret che, dalla gelida e semideserta Alaska, sarebbe in grado di provocare terremoti in qualsiasi parte dell’orbe terracqueo attraverso le onde elettromagnetiche. Per sostenere questa tesi degna dei migliori film di James Bond si citano le ricerche di Nicola Tesla, fisico e inventore serbo poi naturalizzato come cittadino Usa e scomparso nel 1943. Va detto che la figura di questo scienziato celebre per la sua eccentrica personalità si presta benissimo, già da sola, a essere il punto di partenza di una spy story di livello intercontinentale. C’è solo un piccolo problema: anche ammettendo fosse vero, perché colpire la Bassa? Quale l’obiettivo strategico annidato tra le

forme di parmigiano? Che la Cia tema un lancio di tortellini all’uranio impoverito? O perché la nostra terra è noto rifugio di temibili comunisti mangiabambini? Tra le teorie che cercano di darsi un paravento di scientificità ci sono invece quelle che attribuiscono le scosse all’impianto di stoccaggio dei gas di Rivara – peccato che non vi sia ancora stato stoccato nulla – o alla tecnica del fracking (fatturazione), cioè l’immissione di un fluido in uno strato roccioso per creare un varco all’interno e aumentare così l’estrazione di petrolio o gas naturale. E’ però sufficiente parlare con qualsiasi geologo per sapere come sia impossibile che una tecnica di questo tipo possa ingenerare un sisma di tale magnitudo, viene poi da chiedersi dove sia tutto quest’oro nero di cui sarebbero ghiotte le multinazionali texane... L’Emilia come l’Arabia saudita? Non ce ne eravamo mai accorti. Arriviamo quindi alle teorie astrali. Ciliegina sulla torta le immancabili profezie Maya e l’allineamento dei

pianeti. Sennonché l’obiezione è sempre la stessa – oltre alla mancanza di un qualsiasi dato scientifico di sorta: perché la fine del mondo avverrebbe soltanto in Emilia? Perché l’allineamento planetario avrebbe effetto sul modenese e non sul basso Lazio o sul Tennessee? Siamo certi che gli esperti di profezie andine vorrebbero rispondere ma, essendo la ‘scrittura’ Maya di difficile decifrazione, ci stanno ancora lavorando. A queste tesi si aggiunge poi un gustosissimo codazzo di micro teorie, da quella che sostiene che i terremoti abbiano in realtà magnitudo maggiore – ma che questa venga ‘diminuita’ per permettere al crudele Mario ‘Black’ Monti di non risarcire le popolazioni colpite – ai sismi prevedibili ma non annunciati – e allora perché non dirlo? A chi

gioverebbe, alla lobby delle ditte di ristrutturazione? Ciò detto verrebbe da ridere – e in parte è così – se non fosse che questo stuolo di leggende ha un risvolto tremendamente serio. La mancanza di una seppur minima base di conoscenze scientifiche e l’innata propensione degli italiani a credulità e misticismo – purché ben confezionati – permettono a individui senza scrupoli di approfittarne, magari andando in giro ad annunciare imminenti scosse, per poi svaligiare abitazioni e negozi una volta che tutti sono fuggiti in preda al terrore. Se invece di Voyager avessimo potuto vedere qualche puntata di Super Quark in più magari potremmo rispondere agli aspiranti sciacalli con una sonora risata. Ma anche il desiderio di scoprire la verità nascosta ha una sua spiegazione. Quando la realtà è troppo dura da accettare, l’essere umano è pronto ad attaccarsi a tutto pur di non accettarla. Ognuna di queste spiegazioni ‘dietrologiche’ assolve a un’umanissima necessità psicologica, quella di dare un senso agli accadimenti che ci circondano – e tanto più ci toccano da vicino, tanto più dobbiamo tentare il tutto per tutto pur di renderli comprensibili a noi stessi – e possibilmente un senso tale da poter ritenere che i suddetti accadimenti siano, volendo, evitabili. Vale a dire: se il terremoto

è colpa del governo americano, allora sarà sufficiente smascherare la congiura perché la terra smetta di tremare; se la casa crolla per colpa delle prospezioni geologiche, allora smettiamo di farle e potremo tornare a dormire sonni tranquilli. Ogni teoria è buona, pur di riuscire a convincerci che il male è dotato di senso, di scopo, di volontà e che, quindi, con l’impegno di tutti, è allontanabile. Fosse così sarebbe bello, ma il punto è che non tutti i dolori derivano dalla volontà di qualcuno. E dal momento che questo terremoto ci terrorizza, non possiamo accettare che le nostre lacrime, ansie e paure siano tali semplicemente perché la natura – con l’iniziale minuscola – non si cura dell’uomo. Non più di quanto a noi prema della sorte di un lombrico quando costruiamo le fondamenta di un palazzo. In ogni caso queste teorie hanno, per tornare a scherzare, almeno il merito dell’ingegnosità, per cui possono ambire a buon diritto a entrare nell’albo delle loro più blasonate precorritrici, quali il finto allunaggio, le scie chimiche, lo SIM tanto caro alle Brigate Rosse, il Protocollo dei Savi di Sion, l’11 settembre organizzato in realtà da George Bush e tutto il bailamme relativo ai templari. Insomma Elvis è vivo e trema insieme a noi. Marcello Marchesini


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a terra sussulta e in pochi istanti la Natura cambia l’ordine delle vite. La risposta di aiuti immediata e massiva si stringe intorno agli sfollati e ai parenti delle vittime. I media bombardano ogni giorno con asettiche cronostorie o struggenti racconti di singole vite, a volte tristemente scelte per fare notizia, che commuovono colpendo nel segno. Servono eventi catastrofici per riscoprire e ricordare il valore della solidarietà? I fotografi milanesi Andrea Armandola e Michela Benaglia hanno deciso di scendere in campo, in prima persona, nelle tendopoli attrezzate per gli sfollati e “toccare con mano” la portata del disastro che i sismi del 20 e 29 maggio hanno dipinto sulla pelle della gente. Sulle loro facce. “Attraverso i volti - racconta Michela raccogliamo i sentimenti del momento, li fermiamo su pellicola. Documentiamo la Storia. E da chi avrà voglia di raccontarsi raccogliamo stati d’animo e testimonianze, non necessariamente legati all’avvenimento terremoto. Scopriamo quella che nel passato è stata la nostra forte identità culturale, fatta di ospitalità e solidarietà, e la straordinaria capacità di ricostruire e ricominciare”. L’idea di realizzare il reportage fotografico Gli altri volti, nasce quindi dalla necessità di fare informazione su quanto sta accadendo nelle zone terremotate, ascoltando in prima persona chi ne è protagonista. “Un reportage dal ritmo umano, che raccoglie momenti e volti di chi ha voglia di raccontarsi, al contrario di come, per necessità di cronaca istantanea,

I fotografi milanesi Andrea Armandola e Michela Benaglia hanno deciso di scendere in campo, nelle tendopoli attrezzate per gli sfollati e “toccare con mano” la portata del disastro che i sismi del 20 e 29 maggio hanno dipinto sui volti della gente. “L’intero progetto - spiegano - vuole essere un mezzo per raccogliere proventi a supporto dei Comuni martoriati dal terremoto”.

Gli altri volti

riportano i media. Da qui la scelta di un mezzo d’altri tempi come la Rollei 6x6 e lo scatto in pellicola. Vogliamo ricostruire un ritratto della

popolazione di queste zone, immergendoci in questa loro nuova quotidianità forzata, dai campi di accoglienza gestiti dalla Protezione Civile,

alle tende autonomamente organizzate”, continuano i due giovani fotografi. Gli altri volti è un modo diverso di riportare le espe-

rienze dove il dominio della notizia l’ha chi vuole raccontarsi. Il progetto diventa strumento per catturare un istante significativo tra gli

istanti, espressione tra parole libere e istintive veicoli di emotività e informazione, immagini e diari personali slegati dai contenitori preconfezionati della più classica informazione mediatica. Ogni singola storia, con il suo diritto a essere ascoltata, restituisce il ritratto di una popolazione. “Abbiamo cominciato per “dovere di cronaca” ma giorno dopo giorno, incontro dopo incontro - prosegue Michela - il nostro coinvolgimento cresce sempre più. La forza degli emiliani ci stupisce. Ci conquista. Purtroppo, nulla di tutto ciò passa dai mezzi di informazione”. Gli altri volti è uno specchio positivo della capacità di rialzarsi e andare avanti. E’ la fotografia dell’umanità di questi giorni tanto drammatici. “Come per L’Aquila - continua Michela - siamo consapevoli della futura necessità di continuare a raccogliere aiuti nel lungo termine, quando i media cominceranno a tacere e la gente a dimenticare. Gli altri volti vuole mantenere viva nel corso dei prossimi anni la nostra sensibilità, anche quando tutto sarà tornato a una nuova e lenta normalità, attraverso una pubblicazione e mostre itineranti, magari col patrocinio della Regione Emilia Romagna, dei Comuni che aderiranno al progetto e della Protezione Civile. Vorremmo che i visitatori, davanti ai nostri scatti tornassero a casa animati da una comune volontà: dobbiamo fare qualcosa. L’intero progetto che non è a scopo di lucro vuol essere un mezzo per raccogliere proventi a supporto dei Comuni martoriati dal terremoto”. Jessica Bianchi

Il 22 e il 25 giugno, Pd Video Production di Carpi e Visualgraf di Correggio organizzano a Maranello due serate di moda e comicità per raccogliere fondi da destinare alle famiglie terremotate che hanno perduto la casa a Rovereto e nella Bassa

Risolleviamo la Bassa con un sorriso V

enerdì 22 giugno, in Piazza della Libertà, a Maranello, a partire dalle ore 22, si terrà l’evento di moda e spettacolo Maranello Fashion Night. Una prima per la città del Cavallino, conquistata dalle edizioni rivierasche di Beautiful Fashion Night, organizzate da Pd Video Production, del carpigiano Pasquale Vassallo e Visualgraf di Correggio con il patrocinio del Comune di Maranello, il Consorzio Terra di Motori, Radio Stella, Confindustria, Lapam Carpi e DV8 Scuole Parrucchieri. Protagoniste della sfilata di moda pret a porter le più importanti e prestigiose griffe italiane del panorama nazionale e internazionale: Clips, Kartika, Impero Couture, Rosanna Alpi,

Rosyemme, L’Officina Chimica in movimento, La Gioja e tante altre. La manifestazione, presentata dalla bellissima Antonella Mosetti vedrà in passerella anche Samantha De Grenet, testimonial d’eccezione per Impero Couture e Fabrizio Corona per il brand L’Officina. L’evento andrà in onda su Radio Bruno e 7 Gold. E dopo la moda, sempre in Piazza della Libertà, lunedì 25 giugno, a Maranello, a partire dalle ore 21,30, appuntamento con la comicità di Cantieri Comici. La serata sarà presentata da Serena Garitta con i comici di Zelig e Colorado Cafè, Andrea di Marco e Nando Timoteo. “In occasione delle due serate - spiega Vassallo - organizzeremo una grande cena di gala (35

Antonella Mosetti

euro a testa) per raccogliere fondi da destinare direttamente alle famiglie terremotate che hanno perduto la casa a Rovereto e nella Bassa. Il nome del progetto di raccolta fondi è Risolleviamo la Bassa - svegliarsi con un sorriso patrocinato dal Comune di Maranello che ha la finalità di ricostruire abitazioni in bioedilizia più economiche e antisismiche, ridando così un’opportunità di vita dignitosa alle famiglie costrette a vivere in tenda o nei container. Per l’occasione abbiamo invitato gli assessori di Carpi e Riccione (la località marittima ha messo a diposizione strutture alberghiere e campeggi gratuitamente o a prezzi iper agevolati) Simone Morelli e Simone Gobbi e il sindaco di Maranello, Lucia Bursi,

Samatha De Grenet

per una sinergia inedita ma più che mai importante per sostenere gli aiuti per i meno fortunati. Per info e prenotazioni alla cena: 0536.941052 - 942207”. Durante le manifestazioni sarà dato spazio anche al progetto benefico Teniamo botta bambini - Un Sorriso per un Bambino (portato avanti da Fabio Federici di DV8 e il Comitato Amici del Parco delle Rimembranze di Carpi) che si propone di offrire gratuitamente una splendida giornata di divertimento a tutti i bambini colpiti dal sisma presso il Parco di Mirabilandia e raccogliere i fondi necessari da destinare ai Comuni martoriati dal terremoto per la realizzazione di campi estivi per i più piccini. J.B.


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La studentessa carpigiana Elena Righi, classe 1990, iscritta al terzo anno del corso di laurea in Scienze Internazionali e Diplomatiche dell’Università di Forlì, dal 5 febbraio scorso studia e vive ad Amsterdam

Tra tulipani e mulini a vento L

a studentessa carpigiana Elena Righi, classe 1990, iscritta al terzo anno del corso di laurea in Scienze Internazionali e Diplomatiche dell’Università di Forlì, dal 5 febbraio scorso studia e vive ad Amsterdam. Perchè hai deciso di intraprendere il progetto Erasmus e come mai la tua scelta è ricaduta proprio su Amsterdam? “Fin dagli anni del Liceo mi accompagna la passione di viaggiare e confrontarmi con culture diverse dalla mia, e inoltre è sempre stato forte in me il desiderio di perfezionare le mie competenze nella lingua inglese - sia per una crescita personale che per una maggiore qualificazione a livello professionale - e così ho partecipato senza esitazioni al progetto Erasmus, vincendo il bando per entrambe le destinazioni che avevo indicato come preferite: Umea, in Svezia, e Amsterdam, entrambe con università di prestigio e con una popolazione che, pur non essendo propriamente anglofona, parla inglese sin dall’età scolare. Alla fine però la mia scelta è ricaduta sulla capitale olandese perchè è una città che da sempre mi affascinava e volevo conoscere maggiormente. Inoltre vanta una delle migliori facoltà di Scienze Politiche d’Europa: non potevo perdere l’opportunità di frequentarla”. Hai trovato Amsterdam in linea con le aspettative che ti eri fatta? Come è la città e come si svolge la tua giornata tipo? “Amsterdam è famosa per i suoi vizi, ma anche per i suoi meravigliosi musei e le sue molteplici attività culturali e al mio arrivo ho scoperto una città con paesaggi incantevoli. Appena arrivata ho avuto la fortuna di assistere a uno spettacolo naturale bellissimo che non capitava da anni: i canali completamente ghiacciati. Genitori con bambini e gente di ogni età camminavano sui canali e spesso vi pattinavano sopra. Un altro aspetto caratteristico della capitale olandese è l’uso della

Elena Righi

bicicletta per ogni spostamento, in qualsiasi stagione e con ogni condizione meteorologica: tutta la città è collegata da piste ciclabili, chiunque ha una bici e io me ne sono subito procurata una. La mia giornata varia a seconda del tempo e dagli impegni universitari. Qui l’organizzazione degli esami è diversa da quella italiana: non esistono orali, ma solo test scritti e papers. Ora che ho finito lezioni ed esami, posso godermi il bel tempo, quando c’è, e scoprire angoli inesplorati della città o viaggiare attraverso l’Olanda. L’organizzazione che si occupa di noi studenti internazionali è eccezionale: organizza gite meravigliose e non perde occasione di coinvolgerci in eventi interessanti e formativi”. Pensi che ti piacerebbe viverci e lavorarci? “Amsterdam è una città piena di vita e pertanto non mi dispiacerebbe viverci per un periodo più lungo, ma sinceramente non credo che potrei passarci tutta la vita. E’ una città organizzata e funzionale, ma il clima è molto deprimente e parlando con alcuni studenti olandesi ho scoperto che anche loro soffrono un po’ la crisi; quindi, a parte lavori saltuari e con contratti

Non si terrà la Festa del Pd di Carpi che avrebbe dovuto svolgersi dal 29 giugno al 23 luglio

Annullata la Festa Pd Carpi

a progetto, per il momento anche nella regina delle Fiandre è difficile trovare lavoro. Se trovassi un buon lavoro potrei viverci per un po’, ma credo sarei sempre in attesa di altro”. Burocrazia, istruzione e lavoro: quali differenze hai riscontrato rispetto all’Italia? “A livello burocratico Amsterdam è molto più organizzata dell’Italia. Tutti sanno darti una mano indirizzandoti verso l’ufficio o la persona che può aiutarti, e ciò accade sia in ambito universitario che a livello generale, per esempio

alla stazione dei treni, all’aeroporto o presso l’ufficio postale”. E dal punto di vista culturale? “Gli olandesi sono molto indipendenti: molti miei coetanei e persino ragazzi più giovani vivono già da soli, pagandosi l’affitto e le altre spese autonomamente, sono anche molto tolleranti e ben propensi verso temi che in Italia fanno ancora discutere come aborto, matrimoni gay ed eutanasia. Inoltre molti dei ragazzi olandesi che ho conosciuto hanno vissuto all’estero per un certo periodo o comunque viaggiano molto e, quindi, hanno una visione molto più ampia e aperta della società. E poi qui, chiunque, dall’adolescente all’anziano, parla perfettamente inglese. Tuttavia, per quanto riguarda l’interculturalità, nonostante Amsterdam sia una città molto tollerante e aperta verso gli stranieri, ha anche lei i suoi problemi di integrazione. Sono andata a una mostra fotografica incentrata sulla comunità turca in Olanda e la maggior parte delle testimonianze affermava che appena possibile sarebbero tornati a Istanbul perché non si sentivano a casa qui”. L’esperienza più bella che hai vissuto finora? “Indubbiamente la gita ad Amsterdamse Bos: un immenso parco di quasi 10 chilometri quadrati situa-

Elena Righi in prima fila in basso a destra

to a sud di Amsterdam. Io e i miei amici abbiamo impiegato quasi un’ora di bicicletta per arrivarci, ma ne è valsa la pena. Gli alberi, le pianure erbose e il lago costituiscono l’habitat naturale di tanti animali: scoiattoli, conigli, rane e tante specie di volatili che ogni tanto fanno capolino dalle loro tane o dai loro nidi per salutare gli ospiti umani. E poi abbiamo avuto la fortuna di imbatterci in una splendida giornata di sole che ci ha permesso di fare un giro in canoa per il lago e allestire un enorme barbecue”. Sogni e progetti per il futuro? “Se tutto va bene mi dovrei laureare intorno a settembre/ottobre di quest’anno. Poi ho intenzione di continuare gli studi con la laurea specialistica, ma ancora non so quale sceglierò. Una cosa però è certa: vorrei continuare a viaggiare e ora che ho amici provenienti da ogni parte del mondo non posso che approfittarne”. Chiara Sorrentino

La titolare della farmacia Santa Caterina di Carpi, Marina Colli, è stata premiata dall’Asl

“La prima cosa che conta è la forza di volontà”

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ra le tante conseguenze delle scosse del 20 e del 29 maggio c’è anche questa: la tradizionale Festa del Partito democratico nella zona piscine di Carpi, quest’anno, non potrà tenersi. Il Pd dell’Unione Terre d’argine, dopo essersi confrontato con le associazioni che, negli anni, hanno contribuito ad organizzare la manifestazione, è arrivato alla conclusione che non era possibile garantire lo svolgimento della Festa così come negli anni migliaia di cittadini hanno conosciuto. La Festa avrebbe dovuto tenersi dal 29 giugno al 23 luglio. “Gli spazi e le strutture destinate alla Festa sono per il momento adibiti all’accoglienza degli sfollati – spiega il segretario Pd di Carpi Davide Dalle Ave - e le forze del nostro volontariato sono impegnate nel combattere l’emergenza in compiti di Protezione civile”. E’ evidente, quindi, che a queste condizioni non è possibile pensare di organizzare un evento che richiede energie e uomini non solo per il periodo di svolgimento della manifestazione, ma anche, nelle settimane precedenti, per l’allestimento, e nel prosieguo, per tutte le fasi dello smontaggio. “Il nostro primo pensiero – conclude Dalle Ave – va alle famiglie delle vittime, alle migliaia di sfollati e a tutti i nostri sostenitori. Il Pd, con tutte le proprie strutture e i propri uomini, non solo nel carpigiano, è impegnato nel sostegno alle popolazioni colpite dal sisma. E non si tratta solo un di un impegno contingente, legato alla fase dell’emergenza, che pure sta catalizzando tutti nostri sforzi. Noi ci siamo e ci saremo anche nella fase più delicata, quella della ricostruzione, che deve vederci tutti insieme al lavoro a sostegno delle nostre comunità. Una volta finita l’emergenza, con tutti i condizionali che oggi sono opportuni, potremo pensare se e in quale forma sarà possibile recuperare una Festa che è, comunque, patrimonio di questa stessa comunità”.

“La mia esperienza più bella è senza dubbio la gita ad Amsterdamse Bos: un immenso parco di quasi 10 chilometri quadrati situato a sud di Amsterdam. Io e i miei amici abbiamo impiegato quasi un’ora di bicicletta per arrivarci, ma ne è valsa la pena. Gli alberi, le pianure erbose e il lago costituiscono l’habitat naturale di tanti animali”.

La prima cosa che conta per smettere di fumare è la testa, ovvero una grande forza di volontà, la profonda convinzione personale che si sta intraprendendo la strada giusta per la propria salute. I corsi per aiutare a smettere di fumare organizzati dall’Asl di Modena sono fatti decisamente bene, e aiutano coloro che si sono già messi in testa di smettere”.

Marina Colli della farmacia Santa Caterina di Carpi, associata a Federfarma Modena, ha ottenuto una delle tre menzioni speciali durante la cerimonia di premiazione avvenuta sabato 9 giugno presso l’Ipermercato E.LeclercConad centro commerciale La Rotonda dell’edizione 2012 di Scommetti che smetti?, il concorso organizzato da Ausl, Policlinico e associazioni della

salute che ha toccato quest’anno il record dei 450 iscritti. “Ogni volta che qualcuno mi chiedeva come smettere di fumare, prendendo a pretesto l’efficacia delle caramelle alla nicotina o delle sigarette elettroniche che tengo sul banco, io gli dicevo del concorso, perché si tratta davvero di un’ottima iniziativa”, commenta la Colli. “L’esempio positivo della farmacia Santa Caterina, sottolinea in modo chiaro il ruolo che le farmacie territoriali svolgono non solo nell’ambito della dispensazione dei farmaci, ma più in generale nella diffusione di sani stili di vita. Fa poi particolarmente piacere constatare che la segnalazione sia stata fatta da alcuni clienti perché anche in questo caso emerge l’importanza del rapporto umano al quale noi farmacisti attribuiamo grande rilievo” ha sottolineato il presidente provinciale di Federfarma Modena, Silvana Casale.


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I dipendenti della Champion di Scandicci si mettono all’asta su eBay

“Usate ma in ottime condizioni” D ipendenti della Champion di Scandicci all’asta su eBay per trovare un nuovo lavoro: “Usate ma in ottime condizioni” si definiscono. E’ la provocazione ideata da un gruppo di lavoratori, soprattutto donne con figli piccoli, che hanno scelto o dovuto dire no alla richiesta dell’azienda di trasferimento da Scandicci a Carpi dove la Champion ha deciso di concentrare tutte le sue attività compreso il Design and Development Center dell’area fiorentina. Si sono messe in vendita sul più famoso negozio online raccontando di avere una “esperienza pluriennale maturata presso

primarie aziende del settore moda e sportswear, nell’ideazione, progettazione, design, prototipazione e realizzazione del prodotto finito”. E precisano, per mettere in guardia i malintenzionati: “Astenersi affaristi senza scrupoli, imprenditori privi di etica morale, carrieristi tirapiedi e faccendieri”. A Scandicci lavoravano in 60: 19 (di cui 8 madri e 2 padri) hanno presentato le dimissioni, 7 si sono trasferiti a Carpi, altri 20 si muoveranno a luglio, mentre in 30 saranno licenziati. Senza ammortizzatori sociali specificano. Perché l’azienda non si è neppure seduta al tavolo per discuterne.

Premi di Studio 2012: dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi 103.500 euro per gli studenti del territorio

“Sostenere la scuola è decisivo per la cultura e lo sviluppo” S

i sta svolgendo in questi giorni la consegna dei Premi di Studio della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi per sostenere il merito degli studenti, dei diplomati e dei laureati del territorio che si sono particolarmente distinti negli studi. Agli studenti delle scuole superiori va un premio da 400 euro, da 800 ai diplomati, da 1.000 ai laureati di primo e secondo livello, mentre le lauree magistrali ricevono un ammontare di 2000 euro. L’edizione 2012 ha premiato 82 studenti, 33 diplomati, 15 laureati di primo livello, 17 laureati di secondo livello e 1 laureata a ciclo unico, per un totale di 148 ragazzi e ragazze. La Fondazione sta consegnando inoltre le Migliori Tesi di Laurea Sperimentale conseguite presso l’Università di Modena e Reggio Emilia. Premi da 2.500 euro ciascuno, che quest’anno sono andati alla dottoressa Giulia Vinceti per la tesi in Medicina e Chirurgia Le aree corticali coinvolte nell’elaborazione linguistica di stimoli uditivi: uno studio di risonanza magnetica funzionale”; alla dottoressa Noemi Generali per la tesi in Giurisprudenza Le invenzioni non brevettabili, all’ingegner Fabio Soci per la tesi in Ingegneria elettronica Circuiti Inductorless innovativi per applicazioni Harvesting solare; e all’ingegner Stefano Paltrinieri per la tesi in Ingegneria del veicolo Analisi cfd-3d multi-ciclo della dispersione turbolenta i motori a elevate prestazioni mediante tecnica les. L’ammontare complessivo dei premi distribuiti in questa edizione raggiunge i 103.500 euro. “La Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi ricorda - il presidente Gian Fedele Ferrari - è da sempre in prima linea nel sostenere la Scuola e l’Università, che considera fattori decisivi per la cultura e lo sviluppo. La Fondazione sostiene tutte le scuole del territorio, di ogni ordine e grado, dal

Palazzo Bonasi

Gian Fedele Ferrari

nido all’università e, ogni anno, - continua Ferrari - per finanziare la formazione, investe una quota ingente delle risorse che genera. Nel 2011, il settore istruzione ha rappresentato l’ambito di intervento che ha raccolto la maggior quota delle erogazioni destinate al territorio. Le azioni dedicate alla realizzazione e al potenziamento delle strutture scolastiche, a supporto dell’offerta didattica e al sostegno delle eccellenze del territorio, hanno raggiunto una quota di poco inferiore ai 2 milioni di euro”. I vincitori dei Premi di Studio 2012 Scuole superiori Lorenzo Ferrari (Itis da Vinci) - Alessandro Cattini (Liceo Corso) – Giorgia Contini (Liceo Corso) – Letizia Gavioli (Liceo Corso) – Giorgia Garuti (Liceo Corso) - Maria Teresa Preziosi (Liceo San Carlo) – Matteo Zanfrognini (Liceo Fanti) – Marco Pellecchia (Itis da Vinci) – Iuliana Ionitel (Itc Meucci) – Elisa Benevelli (Liceo Fanti) - Anna Laura Benatti (Liceo Fanti) – Giulia Del Rio (Liceo Fanti) – Luca Branchini (Itcs Meucci) – Eleonora Martinelli (Liceo Fanti) –

Sabrina Rizzi (Liceo Fanti) - Raluca Ioana Zavragiu (Liceo Fanti) – Haider Abbas (Ipsia Vallauri) – Stefano Vincenzi (Liceo Fanti) - Alessia Petrucci (Itcs Meucci) – Lara Sacchetti (Liceo Fanti) – Ilaria Garuti (Liceo Corso) – Gabriele Baraldi (Liceo Corso) – Francesca Gasparini (Liceo Fanti) – Francesca Gasparini (Liceo D’aquino) – Francesca Rossi (Liceo Fanti) – Marco Possega (Liceo Corso) – Rebecca Erbanni (Liceo Fanti) – Ester Ganassi (Istituto Chierici) – Ettore Lancellotti

(Liceo Corso) - Adrian Gabriel Salerno (Itis da Vinci) – Federico Andreoli (Liceo Corso) – Arianna Righi (Liceo Fanti) – Matteo Magnani (Itis da Vinci) – Caterina Zapparoli (Liceo Fanti) – Francesca Battini (Liceo Muratori) – Beatrice Balboni (Liceo Fanti) – Antonio Fasulo (Agrario Corso) – Anna Pasqualini Lancellotti (Liceo Corso) – Gianluca Poggi (Liceo Muratori) – Martina Bertesi (Liceo Fanti) – Marianna Morello (Liceo Corso) – Valentina Bisi (Liceo Fanti) – Gabriele Melegari (Liceo Venturi) – Nicolò Bisi (Liceo Corso) – Matteo Cardinazzi (Itcs Meucci) – Luca Colli (Liceo Fanti) – Paolo Rossi (Itis Da Vinci) – Lisa Migatti (Liceo R.Corso) – Michael De Benedittis (Convitto Corso) – Luca Cuoghi (Itis da Vinci) – Samanta Scarparo (Liceo Fanti) – Benedetta Bigi (Liceo Fanti) – Miki Scaravaglio (Liceo Fanti) – Arianna Capitanio (Liceo Fanti) – Nicolò Gasparini (Itis da Vinci) – Giulia Acocella (Itcs Meucci) – Sara Finelli (Liceo Fanti) – Silvia Gasparini (Itc Meucci) – Gabriele Guaitoli (Liceo Fanti) – Monica Carretti (Itcs Meucci) – Andrea Adduci (Liceo Fanti) – Matteo Magnani (Liceo Fanti) - Elisa Loconte (Liceo Tassoni) – Francesca Artioli (Liceo Fanti) - Stefano Bassoli (Liceo Fanti) – Chiara Mazzotti (Itas Selmi) – Giorgia Ancellotti (Liceo Fanti) – Chiara Palladino (Liceo Fanti) – Chiara Barigazzi (Liceo Corso) – Davide Lovascio (Liceo Fanti) – Eleonora Flore (Liceo Corso) – Irisi Qazimllari (Itcs Meucci) – Alessandro Baracchi (Liceo Fanti) – Marco Lorenzano (Itis Da Vinci) – Samuele Pivetti (Itis Da Vinci) – Caterina Bongiorno (Liceo Fanti) – Luigi Lo Conte (Itis da Vinci) – Laura Marcianò (Liceo Fanti) – Davide Dotti (Liceo Fanti) – Francesco Bellei (Itis da Vinci) – Kateryna Konotopska (Itis Da Vinci) – Angelo Soncini (Liceo Corso).

Vincitori diplomati scuole superiori Matteo Foroni (Liceo Corso) – Serena Artioli (Liceo Fanti) – Laura Bellentani (Liceo Fanti) – Simone Pederzoli (Liceo Corso) – Federica Mora (Liceo Fanti) – Alessandro Baggio (Liceo Fanti) – Carolina Li (Ipsia Vallauri) – Andrea D’Ambrosio (itcs Meucci) – Rebecca Righi (Liceo Muratori)Eugenia Saetti (Itcs Meucci) – Giulia Serra (Itcs Meucci) – Marina Speri (Itcs Meucci) – Eleonora Albicini (Liceo D’aquino) – Michael Brandoli (Liceo Fanti) - Saverio Giulio Barbieri (Liceo Fanti) – Elena Luppi

(Liceo Fanti) – Elisa Bartoli (Liceo Fanti) - Maria Francesca Dalla Porta (Liceo Fanti) – Michele Dal Porto (Liceo Fanti) - Andrea Marzi (Liceo Corso) – Monia Magnani (Liceo Corso) – Fabrizio Caramaschi (Liceo Fanti) - Sharon De Marco (Itas Selmi) – Lorenzo Contini (Itis da Vinci) – Andrea Catellani (Liceo Corso) – Emanuele Bruini (Liceo Fanti) – Alessia Fornasari (Liceo Fanti) – Sofia Ghizzoni (Ist. Vecchi–Tonelli) – Filippo Sabattini (Liceo Fanti) – Manuel Tammi (Liceo Fanti) – Giada Magnani (Itcs Meucci) – Selene Barbieri (Itcs Meucci) – Massimiliano Tamelli (Itis da Vinci). Vincitori laureati 1° livello Alessia Artioli (Lettere) - Diego Maria Barbieri (Ingegneria Civile) – Chiara Bracali (Decorazione) – Federico Campedelli (Lettere e Filosofia) – Lisa Contini (Progettazione della Moda) – Giulia Guidetti (Storia) – Estelle Levante (Igiene Dentale) – Cecilia Ricchetti (Igiene Dentale) – Paolo Rossi (Ingegneria Ambientale) – Francesca Sacchetti (Disegno Industriale) – Anna Vincenzi (Lettere Moderne) – Selene Casarini (Lingue e Culture Europee) – Alessia Marchetti (Chimica) – Riccardo Paltrinieri (Teologia) – Valentina Vignoli (Scienze Politiche e delle Comunicazioni). Vincitori laureati 2° livello Elisa Aldrovandi (Ingegneria Meccanica) – Arianna Berni (Ingegneria Ambientale) – Sara Bocchicchio (Psicologia) – Francesca Bonanni (Economia) - Luca Alessandro Bracci (Scienza e Tecnica dell’attività Sportiva) – Martina Casarini (Architettura) – Silvia Cristofari (Istituzioni e Politiche dei Diritti Umani e della Pace) – Chiara Dallari (Matematica) – Alberto Dodi (Diagnostica e Conservazione del Patrimonio Culturale) – Loris Manicardi (Scienze Ambientali) – Giacomo Pavarotti (Matematica) – Sara Pretto (Filologia, Letteratura e Tradizione Classica) – Laura Righi (Lettere e Filosofia) – Elena Vaccari (Storia dei Conflitti nel Mondo Contemporaneo) – Andrea Arzenton (Ingegneria Ambientale) – Veronica Borsari (Lingue per la Comunicazione nell’Impresa) - Mariastella Iacomino (Lingue per la Comunicazione nell’Impresa). Vincitori laureati ciclo unico Marcella Manicardi (Medicina e Chirurgia).


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aria Losorbo, atleta della MP Filtri Rinascita di Budrione ha vinto domenica 17 giugno il GP Lady Femminile Regionale Coppa Ghirlandina organizzato dalla Società Sirenella di Modena. La prima partita contro Linda Cristofori (cat A1) finisce

21 la finale contro Morena Del Rio (Società Città del Tricolore RE) sconfitta per 12-5. Con questo successo, il settimo della stagione, Losorbo conquista il GP Lady Femminile Regionale Coppa Ghirlandina.

Bocce Raffa - GP Lady Femminile Regionale Coppa Ghirlandina

La Losorbo non smette di vincere col punteggio di 12-8. Nel secondo incontro la Losorbo ottiene il successo contro Ola Mazzanti (cat A1 - Persicetana Bo) col punteggio di 12-7. Con la vittoria 12-1 contro

Giusi Salvatori (Corlese MO) l’atleta della MP Filtri ottiene il passaggio alle semifinali dove incontra Maria Pavanelli (Castel Rangone MO) battuta per 12-5. Senza storia anche

In foto Maria Losorbo con Angelo Papandrea, ct delle Nazionali di bocce

Presentata mercoledì 13 giugno, presso la Sala Conferenze della Parrocchia di Quartirolo, la stagione multi sportiva dei Champions’ Camp 2012 proposta dall’a.s.d. F. Gallesi

Tutti pronti per l’estate targata Champions’ Camp! E ’ stata presentata mercoledì 13 giugno, presso la Sala Conferenze della Parrocchia di Quartirolo, la stagione multi sportiva dei Champions’ Camp 2012 che è iniziata nella nuova sede di Bellaria, domenica 17 giugno. Le attività proposte dall’a.s.d. F. Gallesi, associazione che gestisce e organizza da sette anni i Champions’ Camp, verte sui 3 Camp monosportivi di Calcio, Pallavolo e Basket e sui Camp multisportivi nei quali le attività presentate sono Arrampicata Sportiva, Beach Volley, Mountain Bike, Tiro con l’Arco, Scherma, Hockey su Prato, Rugby, Canoa, Pallamano, Beach Rugby, Piscina e le novità del Golf, Danza, Orienteering, Nuoto, Beach Tennis, Pallanuoto e Fresbee. Le tre sedi nelle quali si svolgeranno le vacanze multi sportive saranno la storica Pala-

gano e le due nuovissime sedi di linea col concetto di multi sportiPievepelago e Bellaria. La varietàvità che contraddistingue i Chamdegli sport praticati durante l’an- pions’ Camp: 22 sono le realtà no dai partecipanti al Camp è in sportive dalle quali provengono

gli iscritti ai Champions’ Camp 2012, senza dimenticare i 20 partecipanti che non praticano alcuna attività sportiva. Questa è la prova che i Champions’ Camp riescono a essere il collante perfetto per tutti, anche per quei ragazzi che non vogliono praticare attività sportiva durante l’anno. I Champions’ Camp

che, anno dopo anno, allargano i propri orizzonti e radunano sull’Appennino modenese ragazzi provenienti da diverse parti di Italia, anche quest’anno vantano tantissime iscrizioni dalla Regione Emilia Romagna, in particolar modo in Provincia di Modena e Reggio Emilia. Durante l’estate dei Champions’Camp 2012, uno staff qualificato di educatori, allenatori, tutor, animatori e infermieri si alternerà nelle varie settimane, caratterizzate inoltre dal valore aggiunto di diversi campioni sportivi che fungeranno da testimonial, soprattutto durante il Camp di Specializzazione di Volley targato Casa Modena. I Champions’ Camp continuano anche a essere presenti in vari progetti di solidarietà: hanno infatti ricevuto il patrocinio del Consiglio d’Europa e fanno parte del progetto giovani I Camp di Kinder + Sport. L’organizzazione presenterà da questa stagione un progetto di educazione alimentare in collaborazione con Nordiconad e Consorzio Parmigiano Reggiano. Per maggiori informazioni: www.championscamp.it 366-4851031e 334-2005249.


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’ cominciato il conto alla rovescia in casa Universal Volley per quanto riguarda l’avvicinamento alla stagione 2012/13. Dopo aver formalizzato l’iscrizione alla prossima Challenge Cup, che ricordiamo sarà disputata dalle Tigri Bianconere come formazione testa di serie insieme alle russe della Dinamo Krasnodar e alle francesi di Le Cannet, ora è tempo di pensare al campionato i cui primi adempimenti sono proprio dietro l’angolo. Entro le ore 12 del 29 giugno infatti, dovrà essere presentata tutta la documentazione necessaria per la domanda d’iscrizione al campionato che sarà poi vagliata dall’apposita commissione che, entro il 16 luglio, deciderà quali formazioni saranno in regola e, dunque, potranno disputare i campionati di A1 e A2. Da qui partirà la formulazione di un campionato, probabilmente ancora a 12 squadre come nel 2011/12, che si dipanerà in maniera certamente meno compressa rispetto all’ultima stagione e senza soste intermedie a causa di impegni delle nazionali. Le gare ufficiali però inizieranno prima rispetto all’ultima annata, poiché la Coppa Italia cambia formato e si riavvicina a quello della stagione 2010/11. A partire dal 16 settembre, infatti, prenderà il via una fase preliminare detta a ‘Round Robin’ in

Universal Volley Femminile - E’ partito il conto alla rovescia per una stagione che durerà otto mesi e che si spera possa vedere le Tigri Bianconere guidate dal nuovo coach, Claudio Cuello, tra le principali protagoniste sia in Italia che, per la prima volta nella storia, in Europa

Un, due, tre... via!

“Il body building? Ce l’ho nel sangue” Enrico Rovatti

S

Davide e Rino Astarita

cui le formazioni saranno divise in tre gironi da quattro squadre e si incontreranno con gare di andata e ritorno per un totale di sei incontri ciascuno. Questa fase si esaurirà nel giro di un mese per fare poi spazio al campionato che prenderà il via nel weekend del 2021 ottobre. Non è ancora nota la formula della competizione per quanto riguarda la fase finale che però non si concluderà oltre il 22 maggio. In questa

data è stata infatti fissata l’eventuale gara 5 di finale play off che decreterà la squadra Campione d’Italia. Infine, da non dimenticare, c’è anche la Supercoppa Italiana che tuttavia non vedrà impegnata la nostra squadra. Il 14 ottobre, weekend precedente a quello di inizio del campionato, si affronteranno, in una sede ancora da definire, le vincitrici di Scudetto e Coppa Italia di Busto Arsizio contro la finalista

scudetto Villa Cortese che, nelle ultime settimane, si è fusa con l’Asystel Novara conservando però il proprio titolo sportivo. Il conto alla rovescia è dunque partito per una stagione che durerà otto mesi e che si spera possa vedere le Tigri Bianconere guidate dal nuovo coach, Claudio Cuello, tra le principali protagoniste sia in Italia che, per la prima volta nella storia, in Europa. Andrea Lolli

Il Cabassi sarà tra le protagoniste dell’Haba Waba International Festival 2012, la più importante manifestazione mondiale Under 11 di pallanuoto, in programma al Villaggio Ge.Tur di Lignano Sabbiadoro fino al 30 giugno

Forza biancorossi! I

l Cabassi Carpi sarà tra le protagoniste dell’Haba Waba International Festival 2012, la più importante manifestazione mondiale Under 11 di pallanuoto, in programma al Villaggio Ge.Tur di Lignano Sabbiadoro fino al 30 giugno con l’organizzazione dell’Associazione Waterpolo Development. Nella quinta edizione, i numeri sono da record: 90 squadre in rappresentanza di 12 nazioni (Brasile, Egitto, Francia, Grecia, Italia, Montenegro, Romania, Singapore, Spagna, Stati Uniti, Svizzera e Ungheria), più di 1.000 atleti che daranno vita ai due tornei previsti, quello riservato ai nati nel 2001 e 2002 (72 formazioni al via) e quello per i 2003 e seguenti (18 le squadre partecipanti) per un totale di 420 partite. Tra atleti, addetti ai lavori e familiari presenti, saranno circa 1.500 le persone che prenderanno parte alla

Si sono svolte a Soliera le gare nazionali di body building

manifestazione. Insomma, si tratta di un vero e proprio campionato del mondo Under 11. Nicola Colarusso è il tecnico che guiderà il Cabassi Carpi a Lignano Sabbiadoro, Roberto Sgarbi il dirigente accompagnatore. Questi i nomi dei piccoli protagonisti: Gianluca Balestra, Emanuele Ceroni, Alessio Dondi, Giovanni Gelli Losi, Alessandro Giliberti, Noemi Giuristi, Federica Moretti, Mattia Moretti e Tommaso Tamelli. Le novità assolute sono un workshop, gestito

dall’I.R.C., per apprendere i primi rudimenti di soccorso in caso di problematiche cardio-respiratorie, un corso gratuito per aspiranti arbitri in collaborazione con la Fin (HabaReferee) e un incontro tra le Nazionali Under 15 di Italia e Croazia e il concorso Haba Movie. La Castiglione Piscine inoltre, presenterà il Visual System, il sistema di led luminosi che consente la segnaletica luminosa del campo di gioco. Testimonial della manifestazione il campione olimpico Carlo

Silipo. Nel corso della serata di gala che, come di consueto, concluderà il torneo, ci sarà il tradizionale appuntamento col Golden Mama, il premio che ogni anno l’Associazione Waterpolo Development conferisce alla mamma che, con i suoi consigli e il suo amore ha contribuito alla crescita di un grande campione. La Golden Mama 2012 è Amelia Cracchiolo, mamma del campione olimpico Sandro Campagna, commissario tecnico della Nazionale italiana nonché campione del mondo. Ci sarà anche la premiazione del Golden Baby, il giocatore più giovane della quinta edizione che riceverà il premio messo in palio dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

ono stati una sessantina gli atleti che, nonostante il terremoto, hanno partecipato il 9 giugno scorso, al Miami Acquafiteness di Soliera, alle gare nazionali di body building, valide per la qualificazione ai Mondiali che si terranno in Italia a novembre. La Federazione N.B.B.U.I. ha organizzato questa competizione grazie all’impegno degli atleti Enrico Rovatti, responsabile dell’area nord Italia, docente di primo e secondo livello e istruttore di personal trainer e alla sua compagna Martina Gualdi. Il personaggio d’eccezione che ha aderito all’iniziativa è stato Giorgio Pittalis, Mr. Universo, grande esempio di costanza professionale e ricerca di perfezione. “Il progetto - spiega Enrico - è nato lo scorso agosto con lo scopo di valorizzare Soliera. L’afflusso delle persone interessate non solo ha sostenuto le attività commerciali, ma ha fatto conoscere meglio il paese e il territorio solierese. Le difficoltà maggiori si sono riscontrate nell’organizzazione a causa del terremoto che ha richiesto un rapido intervento per poter effettuare l’evento in un luogo aperto, onde evitare l’annullamento della gara”. Nonostante la paura, l’organizzazione ha deciso di non sospendere la manifestazione per ricompensare i sacrifici fatti dagli atleti durante l’anno. Nessuno, tra gli iscritti, si è tirato indietro, ma in tanti, provenienti dal Nord e dal Sud Italia - e perfino dalla Slovenia - si sono presentati. Un’occasione per dimenticare la paura e vivere attimi di entusiasmo e gioia, durante la quale la Croce Blu di Soliera ha organizzato una raccolta fondi a favore delle zone colpite dal sisma. Le categorie presenti erano 18: dagli juniores agli over 60. Entusiasmante è stata la competizione Body Fashion che ha visto il susseguirsi di splendidi ragazzi e ragazze con diversi abbigliamenti. Tra i primi posti si sono classificati anche quattro atleti di Soliera: Matteo Loschi, alla sua prima esibizione, ha ottenuto il 2° posto nella categoria taglie medie; Antonio Mangiacapra, si è classificato 1° nella categoria alte taglie, 3° nella categoria assoluto e 4° nella categoria over 40; Gennaro Squillan-

te è arrivato 3° nella categoria body fashion e Ilaria Lugli nella medesima categoria si è aggiudicata il 2° posto. Enrico ha dichiarato che questa passione è nata in lui all’età di 6 anni, quando rimase folgorato in spiaggia dalla visione di due culturisti. Questo modello di uomo grande, grosso e forte rimase impresso nella sua mente, tanto da spingerlo a un duro allenamento pur di ottenere i risultati fisici tanto ambiti. Sin da bambino si allenava in ogni momento della giornata, utilizzando gli oggetti che aveva in casa. Dai 6 ai 14 anni ha praticato nuoto ed è entrato nel mondo della palestra a 15 anni, per iniziare ad allenarsi. Ormai lavora da dodici anni in questo settore come personal trainer. Enrico ricorda con grande commozione la prima gara vinta a 22 anni e afferma che dopo la proclamazione, mentre tutti erano ancora in posa, lui è sceso dal palco e ha abbracciato la fidanzata, sporcandola con l’olio che si utilizza in tali occasioni, pensando solo al suo trionfo e al sua felicità. Rovatti precisa che per restare in forma si allena 15 ore alla settimana: l’allenamento è soggettivo ed è strettamente connesso all’alimentazione. E’ un momento di assoluta libertà che lo ha aiutato a superare situazioni difficili, ad accrescere l’autostima e la sicurezza e a dare un’impostazione a tutta la sua vita. E’ una disciplina che è mossa 24 ore al giorno dalla forza di volontà, dalle conoscenze alimentari e da un profondo legame tra mente e muscoli. La scelta di seguire un’alimentazione basata su un giusto rapporto tra proteine e carboidrati gli è stata d’aiuto anche in occasione di un ricovero ospedaliero, tanto che la sua dieta ha favorito la sua precoce guarigione. Dopo il ricovero ha ripreso subito l’allenamento nonostante il consiglio negativo dei medici, poiché come afferma lui: “io nel sangue ho il body building: niente mi rende più felice che una bella sessione intensa coi pesi, un duro allenamento e una vittoria sul palco”. Il suo entusiasmo per questo sport aumenta a ogni vittoria ottenuta, ogni minuto trascorso sul palcoscenico accresce la sua voglia di vivere e di mettersi in gioco. Le gare vinte da Rovatti sono tantissime: la più significativa ai Mondiali con un sesto posto in Francia e un quarto posto come Mr. Universo. Attualmente si sta allenando per gareggiare ai Mondiali di novembre in Italia, inoltre parteciperà alla competizione di Mr. Universo ad Amburgo in dicembre. Francesca Desiderio


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