Settimanale di
06 luglio 2012
attualità, cultura, spettacolo, musica, sport e appuntamenti ANNO XIII N. 26
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“rivogliamo le nostre case”
cresce la rabbia tra gli sfollati. “Fino a quando la regione non emettera’ le linee guida per la ricostruzione, abbiamo le mani legate e le nostre case rimangono inagibili. questa lentezza e’ intollerabile”. Antonio Rossi
i volontari del guerzoni in prima linea
a lezione di canoa con il campione antonio rossi
francesco cocco: professione fotografo
in 40mila han tenuto botta al parco ferrari
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2 la Foto della settimana
Tra le righe... Particolare del Duomo Ph Luciano Arletti
L’Unione vince la sfida sul campo
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’ stato giudicato un ente inutile, “nè carne nè pesce”, da abolire perché pletorico. E invece, l’Unione Terre d’Argine si è rivelata preziosa nell’emergenza legata al terremoto. Un tempo, prima del 2006, i Comuni di Carpi, Novi, Campogalliano e Soliera vivevano ognuno di vita propria, ognuno con i suoi assessorati, ognuno a governare il proprio territorio. Una visione localistica superata dall’Unione che raggruppa i quattro Comuni e ne gestisce le competenze: Polizia Municipale, Istruzione, Servizi sociali, Statistica e Ced... I dipendenti comunali si sono ritrovati a essere dipendenti dell’Unione e si sono abituati a lavorare, gomito a gomito, con altri colleghi di altri comuni. Per questo, correre in aiuto a Novi, dove il terremoto ha colpito duro, è stato automatico. Con la sede comunale di Palazzo Scacchetti a Carpi chiusa perché inagibile, i dipendenti dell’Istruzione lì impiegati, una trentina in tutto, insieme al dirigente Francesco Scaringella hanno raggiunto Novi ogni giorno, a turno, per supportare l’attività dei colleghi. Si sono prestati per presidiare la zona rossa, per gestire le domande di contributo per l’autonoma sistemazione, per sostenere i seimila sfollati e trovare una soluzione per le utenze fragili. Senza sede comunale, uffici e computer per lavorare hanno usato dei foglietti con gli appunti sopra mentre la gente impazziva. Prove pratiche di Comune unico: un risultato a cui la politica non era ancora arrivata.
Sara Gelli
Frase della settimana...
“Il sisma ci ha cambiati e deve così cambiare anche il modo di rapportarci tra di noi”. Dichiarazione del sindaco Enrico Campedelli durante il Consiglio Comunale del 25 giugno.
Il graffio
La Iena
L’ombra della criminalità organizzata si staglia sul nostro territorio per accaparrarsi il business della ricostruzione. Della ricostruzione invece, nemmeno l’ombra... attualità, cultura, spettacolo, musica, sport e appuntamenti
DIRETTORE RESPONSABILE Gianni Prandi CAPOREDATTORE Sara Gelli REDAZIONE Jessica Bianchi, Valeria Cammarota, Francesca Desiderio, Enrico Gualtieri, Federico Campedelli, Francesco Palumbo, Marcello Marchesini, Clarissa Martinelli, Chiara Sorrentino.
IMPAGINAZIONE e GRAFICA Liliana Corradini
PUBBLICITA’ Multiradio - 059698555
STAMPA Centro stampa delle Venezie - 049-8700713
REDAZIONE e AMMINISTRAZIONE Via Nuova Ponente, 24/A CARPI Tel. 059 645566 - Fax 059 642110 jessica@radiobruno.it, liliana@radiobruno.it COOPERATIVA RADIO BRUNO arl Registrazione al Tribunale di Modena N. 1468 del 9 aprile 1999 Chiuso in redazione il 3 luglio 2012
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Tutti i miei sacrifici sono qui. In questa casa. E ora, il terremoto si è portato via tutto. In un attimo. Ho 63 anni, sono in pensione, con una moglie e un figlio che va ancora a scuola, a carico. Non so come fare e nessuno mi dà risposte. Informazioni. Viviamo nella precarietà e siamo stanchi”. A parlare è Osvaldo Frappa che, al momento, vive in tenda a ridosso del campo sportivo di Fossoli. La palazzina nella quale viveva, insieme ad altre tre famiglie, costruita nel 1963, in via Fratelli Saguatti 3, è inagibile. “Il piano terra è completamente da rifare così come la scala”, continua. Tutti i muri sono infatti segnati da numerose crepe a ics, le stesse che connotano numerosi edifici della frazione. Ma al danno si somma anche la beffa: “dopo la verifica svolta dai Vigili del Fuoco abbiamo ricevuto una lettera nella quale il Comune di Carpi ci invita ad eseguire al più presto i lavori di messa in sicurezza e di consolidamento dell’edificio per scongiurare eventuali danni a terzi, poiché è nostra responsabilità civile e penale tutelare l’incolumità delle persone. Noi siamo pensionati - continua Osvaldo a cui fanno eco anche la sorella Elisabetta Frappa, 73 anni e il marito Giancarlo Piccolo di 72, che occupano un altro appartamento della palazzina - non abbiamo soldi e non sappiamo da che parte cominciare. Come dobbiamo muoverci? Siamo rovinati”. Martin Reies, altro proprietario dello stabile, è disperato quanto i suoi vicini: “sto ancora pagando il mutuo sulla casa. Cosa dovrei fare ora? Chiedere un altro finanziamento per rimettere tutto a posto?”. “E’ inaccettabile - prosegue Osvaldo - non possiamo essere noi ad accollarci tutte le spese per la rimessa in sicurezza. E lo Stato dov’è? Tutti
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cresce la rabbia tra gli sfollati. “Fino a quando la regione non emettera’ le linee guida per la ricostruzione, abbiamo le mani legate e le nostre case rimangono inagibili. questa lentezza e’ intollerabile”.
“Rivogliamo le nostre case”
Contributi fino all’80% per le abitazioni: troppe le zone d’ombra
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Da sinistra Giancarlo Piccolo, Elisabetta e Osvaldo Frappa e Marco Bianchi
i soldi delle donazioni, dove vanno a finire? Ho chiesto al Comune, alla Protezione Civile, nessuno dice nulla. Per ristrutturare tutto occorre una cifra enorme e i soldi chi ce li dà?”. Ed è proprio questo il punto: se gli sfollati non hanno nemmeno il denaro sufficiente per rimettere le case in sicurezza, chi lo farà al posto loro? Evidentemente nessuno. Per capirlo basta camminare per le vie della frazione dimenticata. Percorrendo via Mar Tirreno, tra le più piagate, a spiccare sono solo i cordoni bianchi e rossi posti dai Vigili del Fuoco intorno alle sei palazzine che si snodano, l’una dopo l’altra, completamente crepate. Nessun puntellamento le regge. E mentre le famiglie, a cui questo terremoto bastardo ha rubato case e speranza, incrociano le dita sperando che non arrivi la scossa che farebbe crollare, in un sol colpo, le proprie case, già profondamente ferite dalle scosse del 29 maggio, la Regione tace. Colpevole di non aver ancora emesso le linee guida per la ricostruzione. E questo ritardo gravissimo costituisce l’altro nervo scoperto. “Noi - spiega Marco Bianchi, residente in una
Marco Bianchi ci mostra le lesioni della sua casa
Puntellamenti
palazzina inagibile, costruita nel 1999, sulla Statale Romana Nord - per evitare che la casa ci crollasse davanti agli occhi abbiamo immediatamente provveduto alla messa in sicurezza. Autonomamente ci siamo prodigati per trovare uno studio che si facesse carico del progetto e poi abbiamo contattato una ditta che si occupasse del conseguente puntellamento. Abbiamo speso 15mila euro per i lavori, a cui se ne sommano 800 per il progetto ingegneristico, che
dovranno essere suddivisi tra 12 famiglie, tutte sfollate. Abbiamo persino provveduto a togliere, sempre a spese nostre i camini pericolanti, per tutelare l’incolumità degli operai, poiché il Comune ci ha risposto picche. Non essendoci infatti il rischio di crollo su un’area pubblica, ci hanno spiegato, la rimozione non era di loro competenza. Qualcuno ci risarcirà? Impossibile avere risposte, ma noi siamo stanchi di aspettare. Non c’è tempo da perdere”. Il dilemma ora è se
Muri di gomma
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icono ci sia un tempo per ogni cosa. Un tempo per piangere. E uno per ridere. Dopo lo sgomento e la paura causati da questo maledetto terremoto, ora è giunto il tempo della rabbia. Dell’indignazione. C’è tanta voglia di ricominciare tra i carpigiani ma le istituzioni si son fatte improvvisamente mute. Muri di gomma contro cui ogni domanda, ogni richiesta e ogni chiarimento rimbalzano. Inascoltati e privi di risposte, molti nostri concittadini non sanno più a quale santo appellarsi. Le storie che popolano i parchi e si diffondono per i campi autogestiti, hanno tutte il medesimo ritornello: “vogliamo tornare nelle nostre case il prima possibile, ma qualcuno deve dirci come procedere con la ricostruzione”. Sono i nostri vicini, i nostri famigliari. Stanchi di essere ignorati lanciano un grido di aiuto a quelli che “contano”: alle istituzioni, dal Comune alla Regione, al Governo. “Fate qualcosa e fatelo in fretta, perchè l’inverno è già qui, alle porte. E noi non abbiamo una casa alla quale tornare”. Dov’è la Regione? Perchè le linee guida per la ricostruzione non sono ancora state emesse? Perchè non è ancora stato stabilito come l’edilizia privata lesionata dal sisma dovrà essere rimessa in sicurezza, legando, di fatto, le mani a progettisti e ingegneri? Le case dichiarate inagibili dovranno essere semplicemente “aggiustate” e riportate allo stato precedente il sisma o dovranno invece essere eseguiti degli interventi di miglioramento sismico? E se sì, in quale misura? Cosa verrà risarcito e in che percentuale? Siamo stanchi di sentirci dire che l’Emilia ce la fa. Che siamo gente laboriosa. Gioviale. Noi sappiamo ciò che siamo e quanto valiamo. Delle parole non sappiamo che farcene. Abbiamo bisogno di chiarezza e di soldi. Tanti. Per ricostruire le nostre case, i nostri palazzi. Le nostre vite. Perchè una vita in tenda, a 50 °C non è vita. Esigiamo chiarezza per prendere le necessarie misure. Vale la pena demolire o ricostruire? La gente non chiede carità ed elemosina. Resi esausti dall’incertezza, i cittadini chiedono solo indicazioni precise per non rischiare di gettare al vento centinaia di migliaia di euro. Errani dichiara di aver domandato “comunicazioni precise sulle percentuali di rimborso per gli interventi su capannoni e abitazioni private al Governo”. Ma la lentezza è un male comune. Dopo oltre un mese dal sisma, ci vorranno almeno altre due settimane prima di finire tutte le verifiche di agibilità nei territori colpiti e i tecnici regionali sono in gravissimo ritardo nella compilazione delle schede Aedes (tese a classificare l’entità dei danni inferti al patrimonio edilizio). Ognuno si prenda le proprie responsabilità senza giocare a rimpiattino. La posta in gioco è troppo alta. E’ tempo di dare delle risposte. Lo Stato chiarisca cosa e quanto rimborserà e la Regione, nel frattempo, invece di passare la mano, agisca. Al via un piano per “requisire” le abitazioni sfitte da mettere a disposizione degli sfollati e via libera all’installazione di moduli abitativi temporanei. Non c’è tempo da perdere. Perchè domani è Natale. J.B.
entre andiamo in stampa dalla Regione arrivano alcune novità. Il decreto del Governo ha infatti assegnato il 95% delle risorse stanziate (2,5 miliardi di euro) all’Emilia Romagna. Il provvedimento prevede la possibilità di ripartire le risorse per le abitazioni private fino a un massimo dell’80% del costo per riparare i danni. Vasco Errani, commissario delegato alla ricostruzione e presidente della Regione ha precisato che “nelle prossime settimane verranno definite le modalità e i meccanismi per realizzare una distribuzione equa delle risorse”. Sono oltre 23mila gli edifici pubblici e privati controllati con sopralluoghi per la valutazione dell’agibilità postsismica (schede Aedes): di questi il 36% sono risultati inagibili. Si stima che le verifiche saranno ultimate entro la terza settimana di luglio. Prima di allora il Piano casa resterà latitante.
riportare la casa alla condizione pre sisma o se provvedere invece a un adeguamento antisismico dell’intera struttura. “I costi che ci sono stati paventati sono altissimi. Occorrono dai 600 agli 800 euro al metro quadro per rendere antisismica la struttura e il 10% dell’importo totale costituirà il prezzo da corrispondere all’ingegnere come parcella. Noi siamo disposti a mettere a posto i nostri immobili ma ci occorrono risposte. Al più presto”. Cosa verrà rimborsato? Quale tipologia di intervento? “Saranno risarciti solo i ripristini o anche gli adeguamenti antisismici? Quando la Regione si degnerà di dettare le linee guida? Io sono esausto - continua Marco - ho vissuto in tenda per alcune settimane, ora sono ospite a Campogalliano per un paio di mesi, poi non so... E’ impossibile raccontare lo stress a cui si è sottoposti in questi momenti di incertezza e disagi. Io voglio tornare a casa mia, ma per farlo servono risposte certe e veloci, perchè l’inverno è alle porte e allora, cosa faremo? Che fine faranno gli sfollati? Non si può andare avanti in questo modo. E’ una vergogna”. “Siamo stanchi di vivere come zingari, sempre con una sporta in mano. Al caldo. Nelle tende. Le istituzioni si devono sbrigare”, incalza Elisabetta. E mentre Marco mi fa vedere le lesioni a croce di Sant’Andrea che punteggiano i muri portanti della casa e i segni che le scosse hanno impresso a sangue nel vano scale, lo sguardo cade sul giardino antistante la palazzina: qui “sta morendo tutto - mi dice - essendo inagibili ci hanno piombato acqua e gas. Non sappiamo come innaffiare le piante e il prato. A danni si sommano danni. Al denaro, altro denaro. Ho chiesto all’amministratore di ridarci l’acqua, in fondo questa è una situazione di emergenza, ma il Comune non ha previsto deroghe: per riavere l’acqua occorre l’agibilità.
Non se ne esce più”. Un cane che si morde la coda. La gente è stanca. Dopo la paura, è giunta lei. La rabbia. Lecita più che mai. “Il Governo non dice l’entità dei rimborsi, la Regione non dà direttive. E noi? Io non vorrei starmene qui con le mani in mano, ma il rischio è quello di rimettere tutto a posto per niente. Ripristino la casa esattamente come prima, come se nulla fosse, come se non fossimo seduti su una bomba a orologeria. Poi, se viene un’altra scossa che mi riapre i muri, cosa faccio? Chi mi rimborsa, visto che lo Stato, casualmente, col decreto legge del 15 maggio 2012 (nominato Disposizioni urgenti per il riordino della protezione civile) si era già cautelato dicendo che non si sarebbe più accollato le spese di ricostruzione in caso di terremoto e calamità naturali? Sarà un caso che questo decreto sia sopraggiunto pochi giorni prima del disastro che ci ha colpiti... Che fosse un disastro annunciato, nonostante i sismologi continuino a dire che i terremoti non possono essere previsti? Resta il fatto che la prossima volta, a farsi carico delle spese di ricostruzione e ristrutturazione di case o aziende distrutte, saranno i singoli cittadini. Oggi, quindi, - conclude Marco Bianchi - io voglio tutelare me, la mia famiglia e il nostro futuro, capendo a quale tipo di lavori potremo dare il via libera per poter rendere le nostre case finalmente sicure e antisismiche (almeno al piano terra) e quale sarà la percentuale di rimborso che riceveremo”. I tempi stringono. La bella Emilia, l’operosa, l’efficiente Emilia, ha tradito le nostre aspettative. L’Aquila e i suoi mastodonti spiaggiati dopo tre anni dal violento terremoto che l’ha massacrata, sono lì. Ancora. Un monito al quale guardare per continuare a tenere alta l’attenzione e l’indignazione. Noi, quella fine, non vogliamo farla. J.B.
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Sono 4 gli edifici di edilizia residenziale popolare (Erp) inagibili a Carpi, per un totale di 56 alloggi 110 le persone rimaste senza un tetto
Sono 252 gli anziani che hanno trovato ospitalità presso strutture protette dell’Emilia Romagna e delle regioni limitrofe e ammontano a una settantina quelli collocati presso gli alberghi della riviera e dell’Appennino. Nei prossimi mesi diventerà prioritario pianificarne il rientro, ma dove saranno sistemati coloro che non hanno più una casa a disposizione?
Senzatetto Anziani: come faremo? in aumento S ono 4 gli edifici di edilizia residenziale popolare (Erp) inagibili a Carpi, per un totale di 56 alloggi. 110 le persone che oggi si ritrovano senza un tetto sulla testa (il dato è aggiornato al 29 giugno). Persone che, avendo diritto a una casa popolare, il cui canone di locazione medio è di 120 euro al mese, di certo non possono permettersi il pagamento di un affitto, seppure con contributo (100 euro pro capite). Dove saranno sistemate queste persone in attesa di fare ritorno alle proprie abitazioni? “Qualsiasi meccanismo di ospitalità venga messo in atto nei confronti di questi cittadini, non perderanno il diritto a usufruire del patrimonio Erp”, ha rassicurato l’assessore Alberto Bellelli. La situazione però resta gravissima. “Nei 18 comuni terremotati il patrimonio Erp consta di 295 condomini, ovvero 2.123 alloggi, di questi ben 267 sono stati dichiarati inagibili poichè fortemente danneggiati dal sisma. Ci sono 615 persone che, probabilmente - ma potrei dire sicuramente - a Natale non avranno ancora una casa alla quale tornare”, spiega William Zaccarelli, vice presidente di Acer Modena. Ovviamente, essendo questi edifici di proprietà dei Comuni, dovranno essere proprio gli Enti Pubblici economicamente in ginocchio già prima dell’inizio delle scosse - a farsi carico del bisogno abitativo di queste persone particolarmente svantaggiate. Ma come? Il panorama è a dir poco desolante. A Carpi su 63 edifici di edilizia popolare (636 alloggi), 4 sono inagibili per un totale di 56 alloggi (in via 1° dicembre 1944 civico 28 a Cortile 5 alloggi inagibili; in via
Sangallo civico 6 a Carpi - 3 alloggi inagibili; in via Pioppi civico 1 a Fossoli - 8 alloggi inagibili; in via Pioppi civico 9 a Fossoli - 9 alloggi inagibili. La lista non è completa poiché le verifiche all’interno degli alloggi è tuttora in corso), ciò comporta che oltre un centinaio di nostri concittadini, spesso privi di una rete parentale in grado di sostenerli, vivono nei campi tenda allestiti dalla Protezione Civile o in appartamenti di fortuna. “E’ necessario - continua Zaccarelli - che la Regione congeli al più presto le regole di accesso all’edilizia residenziale popolare, stabilendo una linea comune per tutti i comuni terremotati. Un utente che esce dalla casa popolare, perchè crollata o lesionata gravemente, deve mantenere il suo diritto ad accedere nuovamente al patrimonio Erp”. E nel frattempo? Gli Enti Pubblici caldeggiano fortemente la sistemazione autonoma con contributo. Purtroppo però i prezzi del mercato dell’affitto sono a dir poco insostenibili: “la Regione, in questa situazione disperata, deve stabilire che queste persone continuino a pagare ai privati, che metteranno a disposizione i propri appartamenti sfitti, la stessa cifra che corrispondevano prima. L’affitto deve essere proporzionato al reddito”, conclude Zaccarelli. Il presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, infatti, invita i sindaci a “requisire” le abitazioni inoccupate da mettere a disposizione degli sfollati. Numerosi, nel frattempo, i proprietari che si sono dati alla macchia. Sarà difficile requisire appartamenti fantasma, figuriamoci a calmierarne i costi... Jessica Bianchi
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na rivoluzione epocale. Ecco cosa è stato in grado di scatenare in città questo maledetto sisma. Uno scossone violento alle nostre certezze, al nostro abitare, ai nostri rapporti sociali... E ora, cosa accadrà? Quali sono gli interrogativi cui occorrerà dare una risposta nel medio e lungo periodo? Tra le emergenze emerse vi è sicuramente la cura dei cosiddetti fragili, ovvero la fascia più debole della cittadinanza: gli anziani non autosufficienti, i disabili, i malati terminali... persone che, giorno dopo giorno, vivono grazie alle cure di chi sta loro accanto. Il nostro Comune da anni persegue una politica di sostegno alla domiciliarità. Una risorsa preziosa questa, che numerose famiglie scelgono per salvaguardare il più possibile i propri cari, usufruendo della collaborazione di assistenti famigliari e, spesso, dell’assistenza a domicilio da parte di infermieri e operatori sociosanitari. Gli eventi sismici
che hanno duramente colpito il nostro territorio hanno però fortemente rimesso in discussione tale opzione, a causa dei danni riportati dalle abitazioni. Una grandissima risorsa sul piano sociale ed economico - oggi versa quindi in grave difficoltà. Quali risposte sono state messe in campo per quei fragili che oggi hanno abitazioni inagibili o fortemente lesionate? “Durante la prima fase dell’emergenza - ci spiega l’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Carpi, Alberto Bellelli - abbiamo creato cinque strutture intermedie - ad oggi ne restano soltanto due: l’asilo Peter Pan e la scuola d’infanzia Albertario - per dare una prima risposta concreta e garantire assistenza ai fragili, tra cui anche neo mamme e neonati”. Inizialmente infatti abbiamo assistito a fenomeni di abbandono di anziani da parte di alcune badanti - a volte persino parenti - in preda al panico o, al contrario, di assistenti famigliari che si sono fatte carico dei loro “vecchiet-
ti” allontanandoli di peso da casa. “Oggi, laddove vi erano i presupposti per rientrare in casa in sicurezza, garantendo pienamente la gestione della fragilità, molte persone hanno fatto ritorno alle proprie abitazioni ma sono ancora molti gli anziani che hanno trovato ospitalità presso strutture protette dell’Emilia Romagna e delle regioni limitrofe (252) e presso gli alberghi della riviera e dell’Appennino (70)”. Nei prossimi mesi quindi diventerà prioritario discutere della collocazione di queste persone, oltre 300, pianificandone il rientro. Il nodo cruciale però resta: dove saranno sistemati coloro che, al momento, non hanno più una casa a disposizione? Le strutture residenziali cittadine infatti sono già al collasso, anche perché, ricordiamolo, la casa protetta di Novi di Modena è stata evacuata in quanto inagibile. E quindi? “Il sisma ha completamente ridisegnato il panorama. I danni agli edifici che, di fatto, interdicono il rientro delle famiglie nelle pro-
prie case, equivalgono a 2/3 case protette virtuali saltate”, continua l’assessore. E ora, cosa accadrà? Impensabile per le famiglie lasciare “parcheggiati” i propri cari al di fuori dei confini regionali, troppo oneroso recarvisi in termini economici e di tempo. E, ancora, chi sarà disposto a ripristinare in tempi rapidi le case e a rimettervi dentro un anziano o un allettato alla luce di quanto accaduto? Chi se ne assumerà nuovamente il rischio? Un pezzo di domiciliarità è saltato e le strutture residenziali del territorio non hanno la capacità di riassorbirne i numeri. La risposta della nostra città alla gestione della fragilità non è più adeguata alla domanda. Il terremoto ha cambiato le carte in tavola e ora occorre correre ai ripari. Il prima possibile. “Mutando il fabbisogno della domanda e dell’offerta - conclude Bellelli - dovremo ripensare la programmazione sociosanitaria del territorio. E sarà una sfida difficile”. Jessica Bianchi
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on si è presentato nessuno a rispondere alle domande dei genitori, non c’era nessuno a placare le loro ansie e preoccupazioni: sabato 30 giugno alle 15.30 presso la Casa del Volontariato era stato organizzato dal Comitato genitori delle Scuole medie A. Pio un incontro “per raccontarsi come erano andate le cose in occasione della scossa delle 9 del mattino del 29 maggio e per avere informazioni sui sopralluoghi e le verifiche all’interno dell’edificio scolastico” spiega la presidente Sara Rovatti . “Sono stati invitati anche l’assessore e la preside dell’Istituto Comprensivo Carpi centro: nessuno vuole distogliere le istituzioni dal loro impegno e rubare loro tempo prezioso, ma pensiamo che le testimonianze dei genitori e dei ragazzi possano far luce sul reale svolgimento degli avvenimenti, che non sono andati esattamente come comunicato dalla preside in una lettera ai genitori. Siamo consapevoli dello stato d’emergenza e che al momento non si possono avere risposte certe, ma adesso la sensazione generale è quella di un abbandono totale, Internet, il cartaceo e l’albo della scuola rimangono le vie che le istituzioni privilegiano per qualunque informazione ai genitori ma in un momento particolare come questo è il contatto umano quello che può fare la differenza, sapere che la scuola è presente e lavora per ritornare alla normalità”. Erano almeno 70 i genitori presenti all’incontro e hanno definito l’assenza delle istituzioni una “latitanza scandalosa”. Finora hanno pazientato ma adesso pretendono delle risposte in particolare sull’edificio in cui ha sede la succursale delle Pio: il quattrocentesco Castelvecchio in piazzale
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Nessuna istituzione si è presentata all’incontro convocato dal Comitato genitori delle scuole medie A. Pio per fare il punto sulla succursale che ha sede nell’edificio quattrocentesco di Castelvecchio
Succursale Pio: silenzio totale Sara Rovatti
Re Astolfo, uno degli edifici più antichi e rinomati di Carpi. Le sole informazioni di cui i genitori dei 220 alunni della succursale dispongono (e la Presidente Rovatti le ha avute 4 giorni prima dell’incontro dopo ripetute richieste) sono riferite ai due sopralluoghi del 5 e 9 giugno che stabiliscono, in base a indagini visive, l’agibilità di Castelvecchio, dove hanno sede anche le Scuole elementari M. Fanti, “a esclusione del primo e secondo piano”. “Anche se non ci sono danni strutturali – spiega la Rovatti - quello non è un edificio adatto a ospitare 500 alunni tra elementari e medie. Un’ala era già stata danneggiata dalla scossa del 20 maggio ed era stata chiusa per alcuni giorni escludendo una delle possibili vie di fuga che in tutto sono tre”. I racconti dei ragazzi e di alcuni professori testimoniano la drammaticità dei momenti successivi alla scossa: dal secondo piano (che per altezza potrebbe
essere un terzo e basta fare le scale per capirlo al volo) ci vuole un’eternità per scendere lungo scale non autoportanti, senza un parapetto adeguato, lunghe, strette e ripide. “A ciò si aggiunge il fatto che i ragazzi le hanno trovate intoppate da altri alunni che come loro dovevano scendere. Il piano di evacuazione è andato in tilt e gli alunni hanno rischiato di rimanere intrappolati” aggiunge un genitore presente all’incontro. Per iniziativa di un’insegnante si sono diretti verso la via di fuga alternativa la cui uscita dà nel cortile delle Fanti lungo via Carducci. “Quando sono arrivata in piazzale Re Astolfo e non ho visto mio figlio stavo per impazzire: non era nella zona di raccolta prestabilita o perlomeno in quella dove i ragazzi erano soliti raccogliersi dopo le esercitazioni, ho pensato subito che fosse rimasto dentro” racconta una mamma. “Mi sono diretta verso l’ingresso ma un Vigile del Fuoco, suppongo, mi ha impedito di entrare e mi ha detto che l’edificio era tutto vuoto. Solo allora ho saputo che mia figlia era uscita da un’altra via di fuga e mi aspettava su via Carducci”. E’ successo che alcuni siano caduti, ma alla fine sono scesi tutti, sani e salvi. “I ragazzi sono rimasti choccati. Solo dopo una settimana mia figlia è riuscita a dirmi: mamma, io ho avuto paura di morire lì dentro perché non sapevo dove scappare”. Se anche Castelvecchio venisse dichiarato agibile, i genitori non vo-
gliono rimandare i loro figli lassù a scuola perché è un edificio, per le sue caratteristiche, troppo pericoloso. Si appelleranno al prefetto e chiederanno una perizia privata pur di non rientrare in quelle aule che vedono come una trappola. Volevano incontrare l’assessore e il dirigente per “lavorare insieme a tutela del bene dei nostri ragazzi. Volevamo essere motivo di spunto e miglioramento ma la questione è stata presa sul personale e non c’è Scuole superiori a Carpi
Vallauri, Meucci e Itis agibili forse a partire da ottobre
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utti gli edifici che ospitano gli istituti superiori nel territorio provinciale sono stati controllati dai tecnici del settore edilizia della Provincia di Modena a seguito del sisma. A Carpi l’Ipsia Vallauri, l’Itc Meucci e l’Itis Da Vinci, che presentano inagibilità relativamente consistenti, potranno essere nuovamente accessibili entro il mese di ottobre. Agibile è invece il Liceo Fanti che ha subito danni di lieve entità. Il costo complessivo previsto per gli interventi in Provincia si aggira sui 60 milioni di euro. Parte di questi fondi arriva da donazioni private.
La famiglia di Davide Boldrin, è stata ricevuta dal Papa in occasione della visita a Rovereto
La benedizione del Santo Padre L a famiglia di Davide Boldrin, è stata ricevuta dal Papa in occasione della visita a Rovereto, zona fortemente colpita dal sisma. Boldrin, incontrare il Papa non è cosa da tutti i giorni, com’è stato possibile? “La possibilità di incontrare il Santo Padre ci è stata offerta dal vice-sindaco Italo Malagola, al quale è stato affidato il compito di contattare alcune famiglie direttamente dalla Gendarmeria Vaticana. Anzi, già che ci siamo ci terremmo tantissimo a ringraziarlo pubblicamente per aver pensato anche alla nostra famiglia. Come mai noi e altri, tra tanti? Semplice reciproca stima personale”. Quanti sono i componenti della sua famiglia? “Io e Margherita siamo sposati da tredici anni. Il 29 maggio era il nostro anniversario di matrimonio… indimenticabile, è la parola appropriata. Francesca ha dieci anni e Chiara nove. Insieme a noi, dal Santo Padre è stata ricevuta anche mia suocera, Domenica, di 76 anni”. Immaginiamo l’emozione… “L’incontro si è svolto in maniera molto semplice. Qualche doman-
Famiglia Boldrin
da a tutti noi, con un atteggiamento affettuoso e paterno verso ciascuno. Ha domandato i nomi di tutti, a Francesca e Chiara – le mie figlie - che classe frequentano. Mia moglie Margherita ha salutato il Papa anche a nome della locale comunità di Comunione e Liberazione, e il Papa ha sorriso, grato. Mia suocera, donna dalla fede granitica e genuina, gli ha raccomandato: “Preghi per noi”. Io gli ho rivolto semplicemente il mio ringraziamento, che ha colto”.
Siete ‘terremotati’ come tanti altri abitanti di Rovereto. Che sentimenti prevalgono, fiducia nel futuro o disperazione? “Nel futuro c’è speranza. In fondo anche una cosa del genere, diversamente da ciò che si può pensare, ha degli aspetti, se vogliamo azzardare, positivi. Personalmente, fino all’età di 30 anni, non ho mai avuto grossi problemi. A 40 cogli ulteriormente che un benessere diffuso aveva anche fatto sì che si
dialogo. Le uniche informazioni le abbiamo avute dopo ripetute richieste, nessuno si è esposto personalmente. Non si mette in dubbio che gli organi preposti stiano lavorando, ma il silenzio ci butta nello sconforto, ci dà l’impressione che, nonostante gli sforzi, non si riuscirà a tornare alla normalità. Solo il dirigente Francesco Scaringella ha ascoltato le nostre paure e con grande umanità ha cercato di darci delle risposte; per il resto abbiamo ricevuto risposte secche e a volte anche poco gentili”. “A Soliera, Novi e Rovereto – aggiunge un genitore - le istituzioni hanno incontrato i cittadini. Perché a Carpi non mostrano la stessa sensibilità? Perché mal sopportano ogni organismo di democrazia diretta?”. “Non mi interessa la burocrazia” dice una mamma. “Io avrei voluto che qualcuno mi chiedesse: come state? Nessun gesto umano, nessun calore a riscaldare una fine d’anno scolastico così difficile per tutti”. S.G.
perdessero di vista le cose essenziali, dando per scontato tutto ciò che si ha. Si impara ad apprezzare meglio le cose quotidiane, che talvolta rischiano di essere relegate nella banalità. Nonostante tutto, poi, rappresenta una bella lezione di vita per le mie figlie. I disagi avuti ora sono anche terminati, almeno in parte. La scossa del 20 maggio, oltre a incrinare la casa colonica adibita a deposito attrezzi dell’azienda agricola di mio cognato Sergio, ha fatto sì che il tetto si staccasse. La scossa del 29 ha messo ancora più in pericolo il tutto, con il rischio che la struttura, crollando, lesionasse la casa di fronte, dove abitiamo, che non ha invece subito danni strutturali. Paradosso dei paradossi, vien da salutare come dato fortunoso il fatto che la ‘casa vecchia’ avesse nel retro una tettoia in eternit: grazie a questo, infatti, il sindaco ha potuto emanare un’ordinanza di abbattimento per messa a rischio dell’incolumità pubblica, e questo ha fatto sì che potessimo accelerare i tempi di abbattimento. Abbiamo dormito in una roulotte, prestataci da alcuni amici, fino a pochi giorni fa. Una volta messa in sicurezza, siamo potuti rientrare
in casa seppure, sulle prime, con un poco di ‘fifa’. Ora per fortuna sta passando anche quella, perché occorre reagire”. C’è chi, nei giorni scorsi, ha sostenuto che meglio avrebbe fatto il Papa a restarsene a casa, da un lato perché la sua venuta avrebbe causato innumerevoli disagi a persone già provate dal sisma, dall’altro perché la visita non sarebbe stata altro, a detta dei detrattori, che un’operazione simpatia per farsi bello agli occhi dell’opinione pubblica. Lei che l’ha incontrato cosa ne pensa? “Abbiamo visto com’è andata. E in merito alla “visita di facciata”, non credo che il Papa ne avesse bisogno. Il Papa è il ‘capo’ della Chiesa. A chi è cattolico, non è certamente sfuggito il fatto che tra i paesi della Bassa modenese sia venuto proprio dove è morto un sacerdote: come un padre che, a seguito di un evento drammatico, va trovare i figli. E la maggior parte di chi non crede, in fondo, dopo la paura dei disagi o un certo pregiudizio, si è ricreduto. Dietro le transenne ho visto tanti che, pur dicendosi anticlericali, avevano stampato in faccia un sorriso tale da far pensare che sul palco, invece del Santo Padre, ci fosse Che Guevara”. Marcello Marchesini
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l volto della città di Carpi è cambiato. Ci sono ovunque alte gru al lavoro per puntellare o demolire le torrette e le altane delle ville storiche: le scosse hanno provocato un movimento rotatorio della sommità rispetto alla base, si sono ‘svitate’ come il tappo di un tubo di crema. E’ il caso della torretta della neogotica Villa Richeldi, oggi sede di un prestigioso hotel, all’angolo tra via Berengario e via Guido Fassi, di fronte a San Nicolò. Il 9 giugno scorso era stata messa in sicurezza perché pericolante, ma nella giornata del 3 luglio sono iniziate le operazioni di demolizione, con grande rammarico dei proprietari la cui attività proseguirà comunque nel corpo centrale della villa. Nel 1943 Villa Richeldi era sede di un comando tedesco e ospitava anche quei militari ausiliari che la popolazione definiva ‘mongoli’ per
Il volto della città di Carpi è cambiato. Ci sono ovunque alte gru al lavoro per puntellare o demolire le torrette e le altane delle ville storiche
Villa Richeldi: si demolisce la torre i tratti orientali: originari del Turkestan, erano particolarmente rozzi e sempre ubriachi durante i combattimenti Villa Richeldi ha resistito alla devastione della seconda guerra mondiale ma non ha retto al terremoto.
Numeroso il pubblico accorso in occasione della conferenza tenutasi a Novi di Modena alla presenza del geologo Daniele Brunelli, dell’ingegnere Sara Salvatore e della psicologa Enrica Pedrielli
“Questo non è un terremoto anomalo” “ L Non so se troviate la notizia consolante, ma sul nostro territorio non potremo mai avere un sisma di magnitudo superiore a 6.2 gradi, perché l’intensità dipende dalle masse in gioco e dall’ampiezza delle faglie. Nel nostro caso è la placca africana a metterci a dura prova, premendo contro quella euroasiatica e causando il restringimento della pianura padana di un millimetro l’anno”. Sono molte le precisazioni di questo tipo fatte lo scorso 27 giugno dal geologo dell’Università di Modena Daniele Brunelli, tra i relatori (insieme all’ingegnere Sara Salvatore e alla psicologa Enrica Pedrielli) della conferenza tenutasi a Novi di Modena e organizzata dal Circolo Naturalistico Novese in collaborazione con Legambiente. Molte le domande rivolte al geologo dalle centinaia di persone accorse per farsi un’idea più chiara del fenomeno e delle sue cause, alle quali lo scienziato ha risposto con chiarezza, senza però rinunciare alla precisione. “Intorno al 1570 c’è stato un terremoto più forte di questo, così come nel 1640. Il sisma più violento della pianura padana risale al 1170 circa: in nessuno di questi casi c’erano trivellazioni. Inoltre qui l’attività di estrazione è minima e le trivellazioni sono sospese da anni. Non risultano poi operazioni di fracking e qui
Il sisma: dalla A alla Z
a teoria della tettonica delle placche ci insegna che l’involucro più esterno della Terra è suddiviso in placche litosferiche dotate di moti propri e indipendenti rispetto a quelle adiacenti. Se osserviamo la mappa dei terremoti nel mondo, aggiornata in tempo reale, noteremo che gli eventi sismici sono tutti concentrati entro fasce ben delimitate del pianeta, ad esempio lungo tutta la costa occidentale delle Americhe, oppure la fascia che dal Giappone prosegue nelle Filippine, fino a largo dell’Australia. Tali zone delineano i margini delle placche terrestri e la penisola italiana sorge esattamente in corrispondenza del limite tra la placca africana e quella euroasiatica. Ne resta fuori solo la Sardegna che, trovandosi all’interno della placca euroasiatica, non risulta interessata da attività sismica degna di nota. L’avvicinamento reciproco tra due placche fa dunque sì che la litosfera sia continuamente sottoposta a stress tettonici, con conseguente formazione di faglie e fratture: l’energia elastica rilasciata dalla nuova rottura di una porzione di faglia genera un sisma, il quale si propaga sottoforma di diversi tipi di onde: quelle di volume (P ed S) e quelle di superficie (Rayleigh e Love). Le prime, più veloci, si propagano, come dice il nome, nell’intero volume del globo terrestre e, se di magnitudo superiore a 4, vengono registrate da tutti i sismografi della Terra: un’onda P, che si allontana dall’ipocentro a una velocità pari a 6-8 km al secondo, impiega all’incirca 20 minuti per raggiungere l’altro capo del pianeta. Oggi sappiamo che il fronte nordorientale degli Appennini è sommerso dalla coltre di sedimenti della pianura padana: in questa catena montuosa sepolta, soggetta ai movimenti compressivi delle placche in gioco, sono collocati gli ipocentri dei sismi che hanno colpito l’Emilia a partire dal 20 maggio scorso. Ma chi ha detto che quello emiliano sia stato un sisma anomalo? Per rispondere, occorre prima definire cosa si intende per terremoto ‘normale’. Di sicuro non si tratta di un evento raro, dal momento che sono 800, ogni anno, i sismi di magnitudo compresa tra 5 e 6 che avvengono sul nostro pianeta, 6.200 con magnitudo compresa tra 4 e 5 e 49.000 con magnitudo tra 3 e 4. Neppure è cosa facile tradurre in una semplice legge matematica eventi che, per definizione, sono “catastrofici” e vanno sotto il nome di eventi dalla criticità autorganizzata – sappiamo più o meno quanti eventi ci saranno in un dato tempo, ma non esattamente quando. Tuttavia, il sismologo giapponese Omori scoprì che il numero di scosse diminuisce in maniera esponenziale in seguito all’evento di massima intensità. Insieme a quella di Omori, una seconda legge utile è quella di Gutenberg-Richter - lo stesso scienziato che ha dato il nome alla scala di magnitudo - secondo cui il numero di terremoti decresce esponenzialmente con il crescere della magnitudo (vale a dire che si avranno tante scosse di bassa intensità mentre la maggior parte dell’energia verrà prodotta da poche scosse di alta intensità). Basta raccogliere i dati pubblicati in rete dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia o da analoghe agenzie scientifiche estere per verificare facilmente che il sisma emiliano soddisfa entrambe queste leggi, caratterizzandosi così come un terremoto come tanti altri. Un’unica, importante raccomandazione: accertarsi che le fonti da cui si attinge siano debitamente accreditate. Per un’informazione sicura: www.terra.unimore.it, www.iris.edu, http://tersiscio.blogspot.it/. Domitilla Santi
Daniele Brunelli
non ci sono neppure i tipi di rocce metamorfiche, povere di gas, per le quali questa tecnica è richiesta. Per questo escludo che il deposito di Rivara o il fraking possano aver causato il sisma”. Insomma, molte delle teorie ‘cospirative’ circolanti in questi giorni ed emerse dalle domande del pubblico, non si rivelano altro che voci prive di fondamento. “Molti di voi sanno quanto io mi batta contro lo sfruttamento dissennato del suolo – ha incalzato il geologo, fortemente contrario all’autostrada Cispadana – ma occorre capire che questa è sempre stata zona sismica,
Le scosse in numeri Dal 20 maggio a oggi ( 27.06.2012) sono stati registrati: 2.122 eventi sismici; 1.520 con magnitudo >2; 27 eventi con 4 < magnitudo < 5; 7 eventi magnitudo > 5.
così come il resto d’Italia, Sardegna a parte. Pensare che il terremoto possa essere causa dell’uomo rischia di farci perdere di vista il fatto che dobbiamo imparare a convivere con questa condizione, costruendo di conseguenza ed eseguen-
do una microzonazione sismica particolareggiata del territorio”. Ma allora, ha chiesto qualcuno, come mai il sismografo collocato a Novi ha registrato magnitudo più alte di quelle ufficiali? “Perché era più vicino all’epicentro, mentre la magnitudo generale si calcola attraverso una media dei dati delle rilevazioni di diversi apparecchi presenti su un’area di territorio molto più vasta. Vorrei rassicurare tutti, questo non è un terremoto anomalo. Purtroppo in questo caso i tempi lunghi tra una scossa e l’altra hanno fatto sì che la natura ci aiutasse a dimenticare, ma è anche vero che il terremoto di Correggio del 1996 avrebbe dovuto far alzare le antenne alle istituzioni”. Secondo il geologo ci sono due cose importanti da fare: mettere in sicurezza i centri decisionali e prepararsi tramite esercitazioni. “Municipi, scuole, commissariati, ospedali, tutti questi edifici devono essere antisismici, perché in caso di scosse è proprio a questi centri che le persone si rivolgono per ricevere aiuto. In seconda battuta mi sono accorto che i nostri ragazzi hanno saputo reagire meglio al trauma. Questo perché a scuola si fanno periodicamente, da anni, esercitazioni per l’evacuazione in caso di emergenza. Dovremmo iniziare a farle anche noi adulti”. Marcello Marchesini
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Rocco Cosentino è il direttore della Croce Rossa Italiana che, dal 3 giugno scorso, è a Carpi per gestire la cucina del Campo Basilicata allestito nel Piazzale delle Piscine. Dopo le polemiche sollevate la scorsa settimana da alcuni ospiti, circa la scarsa varietà del cibo preparato, lo abbiamo incontrato per far luce sulle criticità emerse
“Ora al campo le cose sono migliorate” V
iene da Roma, Rocco Cosentino, il direttore 46enne della Croce Rossa Italiana che, dal 3 giugno scorso, è a Carpi per gestire la cucina del Campo Basilicata allestito nel Piazzale delle Piscine. Dopo le polemiche sollevate la scorsa settimana da alcuni ospiti del campo, circa la scarsa varietà del cibo preparato, lo abbiamo incontrato per far luce sulle criticità emerse. Il primo nodo riguarda l’approvvigionamento delle materie prime. Molti lamentano il fatto che la Cri respinga aiuti materiali provenienti da cittadini solidali. Perchè non accettate cibo o vestiario? “Dobbiamo rispettare delle normative ben precise. La tracciabilità dei viveri è fondamentale per garantire le migliori condizioni igienico - sanitarie all’interno del campo. Grandi agglomerati di persone, soprattutto a fronte delle temperature di questi giorni, sono potenziali focolai di malattie. E’ perciò di vitale importanza seguire ogni regola per assicurare la massima igiene. Per tale motivo non accettiamo cibo di cui non possiamo conoscere nel dettaglio l’origine o vestiti usati”. Il Campo Basilicata conta ad oggi (2 luglio) 420 persone. Solo il 20% degli ospiti è italiano e questo ha creato numerosi malumori, soprattutto i primi giorni. Quali le criticità maggiori dal punto di vista della cucina? “All’interno del campo vi è una folta comunità musulmana. Per rispondere alle loro esigenze, in mensa viene servita solo carne macellata Halal e, natu-
Rocco Cosentino e Claudia Ferrari presidente del comitato carpigiano della Cri La preparazione dei pasti da asporto
Il nuovo cuoco siciliano
La linea self service per gli ospiti del campo
ralmente, il maiale è stato bandito”. Alcuni ospiti italiani del campo denunciano la scarsa varietà delle pietanze preparate. Come commenta? “Dopo alcuni problemi iniziali, legati alla contingenza dell’emergenza, ora le cose sono nettamente
migliorate. Il Comune di Carpi ha ora individuato la Ego Tre slr di Venezia (azienda di dimensioni internazionali che opera da più di 15 anni nel settore delle forniture navali e vanta esperienze di rilievo anche nelle forniture di campi militari delle nostre Forze Armate) come part-
Ospedale
La Provincia di Roma dona un Centro per dializzati a Carpi
U
na tenda gonfiabile di circa 100 metri quadrati, completa di illuminazione e di condizionamento insieme a un gazebo di circa 10 metri quadrati: sono queste le attrezzature che la Provincia di Roma ha consegnato il 4 luglio a Carpi, alle popolazioni colpite dal terremoto per affrontare l’emergenza e che diventeranno un centro per dializzati. La tenda è stata collocata nel piazzale antistante l’Ospedale, consentendo di risolvere il problema degli spostamenti di chi ha bisogno di cure quotidiane. Accanto alla struttura è stato siste-
ogni parte d’Italia, sono 40 e si alternano ogni 10-15 giorni”. Assumere molta acqua con queste temperature è vitale per mantenere un buono stato di salute. E’ vero che l’acqua viene razionata? “Assolutamente no. Ovviamente l’acqua fredda in bottiglia viene distribuita in alcuni momenti precisi della giornata poiché prelevata poco prima dalle celle frigorifere ma, e ci tengo a sottolinearlo, per averne altra basta venire in cucina. Noi siamo a disposizione senza alcuna preclusione.
mato anche il gazebo con funzione di ufficio. L’intera operazione è stata realizzata grazie alla disponibilità di 18 volontari di sei associazioni della Provincia di Roma, che saranno coordinati da due funzionari della Protezione civile provinciale. Il loro lavoro rientra tra gli impegni previsti dal protocollo di gemellaggio
che i presidenti delle Province di Roma e Modena, Nicola Zingaretti ed Emilio Sabattini, hanno sottoscritto per la gestione dell’emergenza in Emilia e per promuovere progetti e iniziative destinate in modo particolare al rilancio delle attività commerciali delle piccole e medie imprese del territorio.
La tenda adibita a mensa
ner per gli approvvigionamenti. Tale operazione ci consente di avere dai 3 ai 4 rifornimenti alla settimana e ciò comporta maggiore varietà di materie prime. Per noi infatti stivare la merce è problematico: ricordiamo che questo è un campo e che, nonostante, le varie celle alimentate con luce e gasolio, lo spazio è risicato. A giorni monteremo poi un’altra tensostruttura, simile a quella della mensa, per creare un ulteriore spazio da dedicare allo stoccaggio della merce”. Quanti pasti preparate giornalmente? E quanti sono gli operatori presenti? “Circa 3mila pasti: di cui una parte è destinata agli ospiti del campo e in parte al resto della popolazione bisognosa. I pasti da asporto vengono rigorosamente distribuiti in vaschette monouso per garantire la massima igiene. Gli operatori, provenienti da
scriverebbe le condizioni igieniche del campo? Alcuni carpigiani hanno definito i bagni “indecenti”... “Al campo convivono culture diverse con usi completamente differenti dai nostri e questo, soprattutto all’inizio, ha comportato screzi e malumori. Ora stiamo installando in tutti i bagni dei tubi di gomma grazie ai quali ci si potrà lavare le parti intime senza ricorrere ad altri espedienti (ndr bottigliette) che venivano poi gettati a terra. Ogni settimana poi, il campo viene derattizzato e disinfestato onde evitare il proliferare di topi e insetti dannosi. Noi stiamo davvero facendo del nostro meglio”. La tenda che ospita la mensa, nelle ore più calde, pranzo compreso, diventa un forno. Avete pensato di adottare qualche accorgimento in più? “La tenda, pur essendo dotata di quattro bocchettoni per rinfrescare l’aria, nelle ore più calde e a fronte dei numerosi astanti, diventa molto calda. Abbiamo richiesto dei ventilatori con nebulizzatori per cercare di dare un poco di sollievo”. Lei ha già prestato la sua opera anche in occasione di altre emergenze, Aquila compresa. Quando pensa verranno smobilitate le tende?
I bocchettoni dell’aria della mensa
Siamo uomini della Croce Rossa e, in quanto tali, pronti ad aiutare tutti, senza limiti e senza remore”. Al momento come deBagni
“Purtroppo credo vi resteranno ancora per molto. Ad oggi sono 2.836 le persone sfollate a Carpi, mentre sono 945 le richieste pervenute al Coc per la richiesta di sistemazione autonoma con contributo. Restano un migliaio di persone che dovranno essere assistite”. E sono gli stranieri, privi di una rete parentale o amicale in grado di sostenerli. E, ancora, le categorie sociali maggiormente svantaggiate, i fragili... Di fronte a noi, l’orizzonte è tutt’altro che roseo. Jessica Bianchi
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Sono ancora in corso a Carpi i controlli sul patrimonio storico e monumentale di proprietà del Comune, per verificare i danni causati dai due eventi sismici del 20 e 29 maggio ma il quadro, seppur parziale, non è certamente roseo
Il nostro patrimonio monumentale è ferito S ono ancora in corso i controlli sul patrimonio storico e monumentale di proprietà del Comune di Carpi, per verificare i danni causati dal terremoto ma il quadro, seppur parziale, non è certamente roseo. Palazzo Pio Palazzo Pio presenta due elementi principali di criticità. La sommità della Torre del Passerino, dalla quale si sono staccati due merli, ha lesioni alle strutture murarie; il cupolino della Torre dell’Orologio ha subito uno spostamento dei pilastrini che sorreggono l’intera struttura. In entrambi i casi si prevede la messa in sicurezza delle parti danneggiate e pericolose, che determinano l’attuale chiusura di buona parte dell’area di piazza Martiri. Internamente al Palazzo e più precisamente nell’area dei Musei di Palazzo dei Pio, a un primo sopralluogo non sono visibili lesioni che abbiano intaccato in modo grave la struttura portante del complesso. Indagini più accurate motiveranno interventi di restauro e consolidamento: nessun danno agli intonaci dipinti degli appartamenti rinascimentali e alle opere d’arte della Collezione civica. Le aree a piano terra (Cortile d’onore, sala ex Poste, parte del Museo Monumento al Deportato) oltre all’Appartamento inferiore non hanno subito anch’esse per fortuna lesioni significative e saranno così riaperte al pubblico in occasione del Festival Filosofia del prossimo settembre. La porzione della Rocca Vecchia che ospita l’Archivio Storico comunale e il Centro di Ricerca etnografico e la zona a nord del Castello dei ragazzi (Biblioteca) risultano invece agibili e hanno riaperto – pur con parziali limitazioni di spazi e servizi – nei giorni scorsi. Qui saranno temporaneamente collocati anche gli uffici dei Musei di Palazzo dei Pio (presso il Centro di Ricerca etnografico), in attesa degli interventi previsti. I Musei rimarranno comunque chiusi al pubblico fino alla realizzazione degli interventi di ripristino. Situazione di totale inagibilità presenta invece il Torrione degli Spagnoli, di proprietà dello Stato, unica parte del complesso di Palazzo dei Pio ancora non restaurata. Gli eventi sismici hanno determinato il cedimento, con la caduta di
Torrione degli Spagnoli e sotto un dettaglio della Torre del Passerino
alcuni pinnacoli, di parte del coronamento del cornicione, dove, oltre agli elementi emergenti lesionati, altri sono stati precauzionalmente rimossi per l’incolumità delle persone. La struttura muraria risulta danneggiata, attraversata da lesioni già presenti precedentemente che si sono ampliate e che hanno in parte ridotto la capacità di resistenza del manufatto. Sono previste opere provvisionali di primo intervento per la messa in sicurezza delle parti che sembrano più a rischio: si procederà con la chiusura di parte delle aperture di coronamento del sottotetto e con altre opere di ritegno alla muratura esterna e di quella di sostegno del tetto. Teatro Comunale Il Teatro Comunale risulta parzialmente inagibile a causa del sisma del 20 maggio scorso, quando ha ceduto una parte della copertura (per la rottura di una trave secondaria) senza danneggiare comunque la platea. Non sono stati rilevati dalle indagini eseguite ulteriori particolari aggravamenti delle lesioni a seguito del sisma del 29 maggio. Bisogna prioritariamente intervenire su tutta la copertura in coppi che, per il generale movimento tellurico non assolve più alla propria funzione di tenuta all’acqua: eventuali diffuse percolazioni di acqua piovana potrebbero danneggiare in modo grave la grande volta affrescata che copre la platea. Tempio San Nicolò Il Tempio di San Nicolò
risulta inagibile dal 20 maggio scorso, data del primo sisma. Sono presenti lesioni (che si sono ampliate con i movimenti tellurici del 29) maggio al tiburio, ai campanili e all’abside centrale. Sono già state attivate le opere di primo intervento per la messa in sicurezza della chiesa, al fine di evitare i crolli di queste parti dell’edificio sacro, che rimarrà inagibile fin tanto che non saranno state
E
’ malconcio il nostro teatro ma, nonostante ad oggi sia parzialmente inagibile, il nostro gioiello tornerà a splendere. Parola di Alessia Ferrari, assessore alle Politiche Culturali del Comune di Carpi. “Al momento si sta facendo la conta dei danni e sulla base dell’intervento che dovrà essere messo in campo decideremo quale strada intraprendere”. Al vaglio degli amministratori infatti vi sono varie opzioni. “Ovviamente la stagione teatrale classica a ottobre non partirà ma stiamo valutando varie soluzioni: ovvero se optare per un teatro tenda in attesa della fine dei cantieri o per una riapertura, in tempi ragionevolmente brevi, del teatro stesso”. Tutto è ancora in divenire ma, assicura, Ferrari, “il Comunale è una delle nostre priorità. Appena conosceremo l’entità dei danni e i tempi per la rimessa in sicurezza dello stabile, decideremo come muoverci. Pian piano ci rimetteremo in piedi”. J.B.
eseguite ulteriori verifiche e approfondimenti su altri cedimenti avvenuti in forma minore ma diffusi all’interno del fabbricato. Campo di concentramento di Fossoli Con ordinanza del 9 giugno scorso è stato poi dichiarato inagibile anche l’ex Campo di concentramento di Fossoli, dove è stata danneggiata la Baracca ristrutturata e sono crollate numerose altre baracche, già in stato di Alessia Ferrari
precaria condizione. Castelvecchio Castelvecchio, che ospita la scuola primaria Manfredo Fanti e la succursale della secondaria di 1° grado Alberto Pio, è agibile solamente al piano terra. Nessun danno alle strutture portanti, ma sono presenti diffuse lesioni a tramezze e distacchi di intonaco da un soffitto nell’ala nord: un generale smottamento delle tegole a canale ha reso il tet-
to non in grado di resistere agli agenti atmosferici. Biblioteca e Sinagoga Nessuna lesione significativa per la Biblioteca Loria, che è stata riaperta al pubblico il 21 giugno scorso, e per gli ambienti dell’ex Sinagoga di via Rovighi, dove sono già rientrati al lavoro gli operatori della Fondazione ex Campo Fossoli, a esclusione della Sinagoga vecchia nel sottotetto (dove è avvenuto il crollo di una porzione del soffitto in arelle e gesso). Convento di San Rocco L’antico convento di San Rocco, che ospita l’Istituto di Alti studi musicali Tonelli-Vecchi e gli uffici dell’assessorato alle Politiche culturali è parzialmente inagibile nell’ala est e in una porzione del Cortile, per il rischio indotto da un possibile crollo del campanile sul tetto tra il convento e l’annessa chiesa. Presso l’antico convento saranno temporaneamente collocati anche gli uffici del Teatro comunale. Sagra e Torre Infine la Torre della Sagra, uno dei più antichi edifici di Carpi, costruito tra il 1217 e il 1231, riaperta al pubblico dopo i restauri nel settembre 2011, non ha avuto alcuna lesione, congiuntamente alla Pieve romanica che si trova a fianco e che ha retto al sisma senza mostrare criticità evidenti.
“Il Teatro Comunale è una priorità”
Rottura di una trave e cedimento della copertura
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on il trascorrere dei giorni, la reale entità dei danni al patrimonio storico artistico si svela sempre più in tutta la sua entità. Le scosse non si sono limitate a danneggiare chiese e campanili: tra i gioielli in pericolo anche la quattrocentesca residenza estiva dei Pio di S. Antonio in Mercadello. E Giuliano Gasparini Casari, la cui famiglia abita le stanze affrescate della maestosa dimora sin dal 1857, lancia un grido d’aiuto. “Sono venti giorni che abbiamo chiesto, attraverso un sollecito protocollato in Comune, l’intervento urgente dei tecnici. Con la seconda forte scossa di martedì 29 sono crollate le quattro torri, e il corpo centrale è parzialmente distrutto. Da settimane vivo in una roulotte nel parco della magione insieme a mia moglie, la famiglia di mio cugino e un vicino che abbiamo ospitato. Nel pomeriggio di venerdì 22 sono venute quattro persone, due del Comune e due della Regione, ma quanto tempo è passato! La mia preoccupazione è che, date le premesse, prima di poter intervenire si farà in tempo a invecchiare. Se fosse per gli aiuti che abbiamo ricevuto, potrei anche essere morto sotto le macerie e nessuno lo saprebbe”. Secondo una prima valutazione, per ripristinare l’edificio dagli ingenti danni subiti occorrerebbero 2,5 milioni di euro. L’architetto Alice Cavazza spiega come il
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Tra i gioielli danneggiati dal sisma anche la Quattrocentesca residenza estiva dei Pio di Sant’Antonio in Mercadello. Giuliano Gasparini Casari, la cui famiglia abita le stanze affrescate della maestosa dimora sin dal 1857, chiede un intervento urgente
Un grido d’aiuto
palazzo sia tra i beni tutelati dal Comune per l’interesse storicoartistico e come, ironia della sorte, soltanto qualche settimana prima del sisma si stessero completando le procedure per farlo inserire tra i beni tutelati dalla Sovrintendenza. “Già nel 1986 la Sovrintendenza inviò una lettera al Comune di Novi nella quale chiedeva di vincolare il palazzo, poi non se ne fece più nulla. Adesso la priorità è che ci dicano al più presto se lo stabile è agibile o meno, perché ancora non lo sappiamo”. Ed è proprio il fatto di dover restare in questo limbo, insieme alla visione della sua amata abitazione in rovina, a gettare nella disperazione il signor Giuliano. “Sono nato qui 67 anni fa e speravo che qui sarei morto, ma ora non so proprio cosa succederà. Spero che questo appello sia utile a smuovere le cose”. Il palazzo, tra i beni di interesse storico più antichi di tutto il Comune di Novi, comprende anche una chiesa del 1600, e anche nel grande parco che lo circonda si trovano alcune piante secolari che fanno parte del patrimonio arboreo comunale. “Chiediamo che il Comune intervenga con mezzi idonei per mettere al riparo dalle intemperie almeno la parte centrale del palazzo, così come ci è stato raccomandato anche da un ingegnere dei Vigili del Fuoco venuto dopo le prime scosse”. Marcello Marchesini
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’è Giuseppe Cattini, che ti accoglie con un sorriso grande così e, senza stare mai fermo, senza smettere mai di chiedere se hai bisogno di qualcosa, trova anche il tempo per sparare battute a raffica, mentre ti accompagna al tavolo, una mano sulla spalla e mille pensieri che gli frullano in testa contemporaneamente. Ci sono Piero e Savino, due giovani volontari pugliesi dell’Associazione Amica, che raccontano di essere felicissimi di poter dare una mano perché “questa bella gente ci ha fatto veramente respirare aria di casa”. Ci sono Elis e Franca, ‘le veterane’ del circolo, qui da quando è nato che, con fare materno, accolgono gli ospiti e, come tutte le mamme italiane che si rispettano, per i propri ospiti non hanno che lodi. “Sono splendidi, il primo giorno addirittura volevano aiutarci a servire e sparecchiare portando i piatti in cucina. Quello che facciamo è il nostro modo di ringraziare questi angeli”. C’è Sergio, che con il suo corpo segaligno riesce, non si sa come, ad apparire ovunque per domandarti, mentre stai mangiando, se vuoi ancora qualcosa e, soprattutto, sorprendendosi un po’ se non si assapora un
I volontari del Centro sociale Guerzoni in prima linea per sfamare i Vigili del Fuoco e gli agenti della Polizia locale di Milano accorsi in città per prestare il proprio aiuto alle zone terremotate
Una grande famiglia I volontari
bel bicchiere di Lambrusco. Poi ci sono loro, le centinaia di Vigili del Fuoco e agenti di Polizia locale di Milano che, ogni giorno, dal lunedì alla domenica, arrivano qui al Centro sociale Guerzoni, al civico 1 di via Genova, per gustare il pranzo preparato loro dai volontari. “Oggi ci sono 124 coperti – spiega con fierezza Giuseppe – ma io non mando mai via nessuno. Questi ragazzi sono arrivati da Livorno, Grosseto, Camaiore, Varese, Torino, Cuneo, Brescia, Bergamo, Venezia. Insomma qui ci è passata tutta Italia. Fino ad oggi, dal 7 giugno, abbiamo preparato 2mila pasti e un gruppo da Ferrara ci ha persino portato la salama da sugo”... Ovviamente nessuno degli ospiti della trentina di volontari deve sborsare un euro. “Gli facciamo tutta roba genuina, garantita e fatta in casa – spiega uno dei cuochi con una certa fierezza molto emiliana – si va dalle lasagne, molto gradite dai Vigili del Fuoco di Salerno e dell’Alto Adige, le pappardelle Continua a pagina 11
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all’emiliana, gnocco fritto, insomma avete capito”. Sì, in effetti basta ascoltare in sala le centinaia di risate e gli accenti più diversi per comprendere come il buon cuore delle nostre genti non è soltanto un modo di dire o una comoda leggenda. I ‘ragazzi’ del Guerzoni sono riusciti, da soli, nell’impresa più grande: far sentire chi è venuto ad aiutare i terremotati a casa propria, accolto con affetto, cura e cameratismo. Tanto che Giuseppe, mentre indossa con orgoglio una maglia dei pompieri, donatagli da una delle squadre per riconoscenza, ribadisce: “qui andremo avanti finché ce ne sarà bisogno”. Anche Lucio Napoli, Vigile del Fuoco di Perugia, conferma: “trovare situazioni come questa a noi fa estremamente piacere, perché ci aiutano ad alternare a momenti molto intensi e faticosi di lavoro altri di serenità e tranquillità”. La cosa più bella di questo pranzo trascorso insieme alla grande famiglia del Guerzoni? Vedere Giuseppe Cattini che traduce, per un Vigile del Fuoco del Sud Italia, una strofa del poeta dialettale Loris Guerzoni incisa su di una targa. Come dire: noi emiliani non ci acconten-
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uella del 2012 sarà un’estate diversa dalle altre per la Corte dei Pio ma non mancherà la consueta programmazione curata dall’Assessorato alle Politiche culturali. Nonostante il sisma sono numerosi i momenti aggregativi e culturali programmati in centro e nelle frazioni, per grandi e piccini, praticamente tutti a ingresso gratuito: perché Carpi è viva e qualche ora di svago può essere di sollievo per chi ha sofferto per il sisma e per chi vuole riappropriarsi del centro storico della città. “Fare vivere Carpi, creare momenti di incontro e socializzazione attraverso occasioni ricreative, aggregative e culturali: questa la filosofia di base de LaCarpiEstate, e che mai come quest’anno sarà una manifestazione costruita con e per la nostra città”, ha spiegato l’assessore alle Politiche culturali e giovanili Alessia Ferrari. Per gli amanti del cinema dal
I cimiteri di Carpi e frazioni
Numerosi i danni
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tiamo di farli ingrassare, vogliamo persino insegnargli il dialetto. Marcello Marchesini
Nonostante il sisma sono numerosi i momenti aggregativi e culturali programmati in centro e nelle frazioni, per grandi e piccini, praticamente tutti a ingresso gratuito
LaCarpiEstate ci sarà
10 luglio torna ogni sera alle 21.30 fino al 15 agosto (ma non nel chiostro di San Rocco bensì nell’area antistadio del Stefano Bollani
Cabassi, con ingresso da via Ugo da Carpi 27) la rassegna Tenera è la notte, a cura del Cinema Ariston di San Marino in collaborazione con il circolo cinematografico Nickelodeon. Anche nel 2012 verrà riproposta nelle frazioni Così lontano così vicino, ciclo di appuntamenti sostenuto da Sinergas e Goldoni tra musica, letture, spettacoli. Confermati anche gli appuntamenti serali con Lugliodivino nelle Cantine vinicole di Carpi. Torneranno le serate de La dama della torre anche se in Piazza Martiri, di fronte al Teatro Comunale: fino al 31 agosto tutti i giovedì e i venerdì dalle 21.30 alle 24 Arci e Ludoteca del Castello dei ragazzi proporranno un
luogo d’incontro per ragazzi e adulti con una vasta scelta di giochi di società, tanti libri ed esperti animatori. Non vanno dimenticati poi gli spettacoli in Piazza Garibaldi, il corso pratico di meditazione che animerà i Giardini della Pretura, i laboratori per bambini in Piazza Martiri. Musica e parole saranno poi protagoniste in Piazza Garibaldi e in Piazzale Re Astolfo: il 20 luglio si svolgerà lo spettacolo Mo pensa te Live show con Andrea Barbi, mentre il 30 luglio si esibirà il pianista Stefano Bollani: il concerto è a pagamento (10 euro) per raccogliere fondi per il restauro del Teatro Comunale. Nei mesi di luglio e agosto in giro per le vie della città sarà possi-
bile poi vedere un ludobus con animatori che coinvolgeranno i più piccoli, un’iniziativa resa possibile grazie all’associazione Ali per giocare. “Ritornare ad avere una Piazza Martiri e un centro storico frequentato quanto prima – afferma dal canto suo l’assessore al Centro storico e al Commercio, Simone Morelli - è l’obiettivo principale. Ma affinché il cuore della città continui a essere quel consolidato punto di riferimento, anche commerciale, per carpigiani e non solo, nessuno sforzo va lesinato: il lavoro comune svolto da diversi soggetti per approntare il cartellone de LaCarpiEstate, anche se forzatamente ridotto, va in questa direzione”.
el cimitero di Carpi sono state riscontrate lesioni nei porticati del Cimitero Monumentale, a livello di arcate, catene e nella zona dell’ingresso di Viale dei Cipressi (dove sono già state realizzate opere di puntellamento), slittamento di parti delle coperture, danni a intonaci interni della Chiesa e a parti delle decorazioni esterne. Dopo tre giorni dal sisma, si è provveduto a riprendere le sepolture, (tumulazioni nel reparto del nuovo ampliamento anni 1999/2000 e inumazioni nel campo n° 5 del Cimitero Monumentale) definendo specifici percorsi per i cortei dei funerali e ponendo una limitazione della presenza di partecipanti (massimo 10) per ragioni di sicurezza. I Cimiteri di Cortile e Fossoli sono stati chiusi a causa della gravità dei danni riportati (parziali crolli dei porticati e lesioni importanti alle strutture delle Cappelle interne ai Cimiteri). Inoltre in entrambi i casi la viabilità di accesso risulta interdetta per lo stato in cui versano le Chiese poste in prossimità dei Cimiteri (Fossoli parzialmente crollata e Cortile inagibile per rischio crolli). Per tutte due le strutture è necessario prevedere chiusure per lunghi periodi. I Cimiteri di Gargallo, Santa Croce, Migliarina, Budrione, San Marino e San Martino Secchia sono stati dichiarati inagibili. In tutte queste strutture si sono riscontrati problemi di stabilità degli intonaci, con la conseguente necessità di verificare in quota lo stato delle opere a corredo delle facciate delle Cappelle interne e gli spostamenti delle coperture (slittamento delle tegole). In tutti i Cimiteri lo stato delle lapidi è precario e molte presentano situazioni di instabilità; si tratta di un numero elevato di manufatti (circa 5.000), per molti dei quali occorrerà procedere alla messa in sicurezza mediante l’installazione di ganci. Salvo imprevisti, Seneca prevede di completare le opere entro il mese di luglio, per poi procedere al definitivo controllo, unitamente agli Uffici Tecnici del Comune, e se sussisteranno le condizioni, consentire la riapertura ai visitatori. Per il cimitero di Carpi è in corso una valutazione sulle opere necessarie per poter procedere all’utilizzo, ai soli fini delle sepolture, di un consistente reparto del Cimitero al fine di recuperare la disponibilità di loculi e garantire le sepolture per un lungo periodo. I lavori relativi, salvo imprevisti, potranno essere conclusi entro il mese di luglio.
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Sono 3.633 le persone interessate a Carpi da unâ&#x20AC;&#x2122;ord Diverse famiglie (in tutto 647 persone finora) hanno avuto la possibilitĂ di rientrare a casa dopo aver e
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dinanza di inagibilitĂ della propria unitĂ abitativa. effettuato lavori di ristrutturazione e ripristino delle condizioni di sicurezza nella loro unitĂ abitativa.
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14 I lettori ci scrivono
La situazione al parco del Due Ponti è sfuggita di mano
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seguito alle diverse richieste telefoniche di intervento per vigilare sul parco del quartiere Due ponti avanzate da me e da altre persone residenti che si trovano a campeggiare (causa terremoto) in questo parco - nello specifico in via Terenzio 24 - e non avendo, ad oggi, avuto nessun intervento da parte della polizia municipale per verificare la situazione sul posto, sottopongo alla Redazione questa lettera.
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Nel parco si verificano episodi di schiamazzi notturni fino a tarda ora e c’è non rispetto delle parti comuni dal momento che si gioca a calcio tra le tende, con bambini molto piccoli e anziani seduti sulle panchine colpiti dalle pallonate. Inoltre si usano parti del parco come bagni pubblici. Ora, è chiaro che siamo tutti costretti a una convivenza all’aperto per la quale vige la regola della buona educazione e del buon senso, ma se questa regola
non viene più rispettata cosa dovrebbe fare il cittadino se non rivolgersi alle Forze dell’Ordine affinchè intervengano per verificare cosa sta succedendo? Si sono infatti accesi i toni delle discussioni con ragazzi e genitori nel momento in cui è stato chiesto loro di poter rispettare lo spazio comune poichè ci sono bambini piccoli e persone invalide e soprattutto perchè non è consentito giocare a calcio in un parco pubblico e disturbare la notte fino a
tarda ora. Queste persone hanno risposto e reagito in malo modo, esasperando i loro comportamenti per provocare il litigio, affermando che loro faranno quello che vogliono come e quando gli pare. Richiedo quindi nuovamente un intervento dal momento che in data 28.06.12 è stata pubblicata la Comunicazione del Centro Operativo Comunale in cui si invita al rispetto delle aree comuni dove sono presenti le tende. Alla mia richiesta
ara amica Rosa, sicuramente ci conosciamo ma in questo momento non riesco a capire chi sei, dovrei vederti, comunque volevo rispondere alla tua presa di posizione piuttosto netta e ben descritta.Purtroppo non sei la prima a lamentarsi del trattamento della Protezione Civile. Posso dirti invece che qui a Fossoli le cose funzionano meglio e, pur con qualche
“Non so dove siano finite l’Emilia e le istituzioni”
Tiom a Bota
“Il mercato torni subito in Piazza Martiri”
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a tranquilite’ , l’ è cal lavor c’ an capiva s’as fos, a ghiva ogni tant un quel dulor, na malatia, un colp ed tos Mo dal vint ed mag in pina not la tranquilite’ l’è sparida, l’Umoun al sa’ desde’ e po’ incora al veintnov eter du gran bot, al sa’ propria devaste’. Ma la me ca’ che fin l’ ha fat? Al me lavor, am sembra ed gnir mat! Tut a un trat al mond l’e’ cambie’, da un brot sogn alla realte’. Subit a som ste’ uni’, e tant volontari in parti’ per gnires ad aiuter, vigili, pumper e militer, ma che breva ginta i fan tut per nueter seinsa vler ninta. Nueter emilian a son ginta tosta e dura, sas stom insem an ghe’ d’aver paura, an mulom mai per risolver i noster guai e sa ghe’ da rifer na ca’, na scola, un uspidel ai fom ancora piu’ bel. Tirom su al manghi alla risvolta, lavurom sod e tut al tornara’ come na volta. Aiom tniu a bota alora, e atniom a bota incora Umberto Lodi
difficoltà, la convivenza con persone di altra fede non è così conflittuale. Come dicevi il nostro campo è autogestito e lo dirigono alcuni ragazzi volontari che vengono un po’ da tutta Italia e con il loro modo di essere sono riusciti a far funzionare il campo in modo abbastanza corretto. Sto parlando del campo allestito presso
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no spettro s’aggira per Carpi: l’agonia del centro storico! Di fronte a questa morte annunciata, che tutti vedono, l’Amministrazione Comunale tarda ad assumere decisioni. Una di queste sarebbe il ritorno del mercato nel cuore della città. Infatti, il mercato ambulante e Piazza Martiri rappresentano un binomio tanto inscindibile che nell’ immaginario dei carpigiani non esiste l’uno senza l’altra. Se questo è evidente, perché gli amministratori non riportano nei tre quarti di piazza libera e nelle vie limitrofe il vivace e grande mercato del giovedì e del sabato? Si otterrebbero così due risultati: si lancerebbe un concreto messaggio di ritorno alla normalità, il che è molto importante e si ridarebbe ossigeno all’intero sistema commerciale del centro storico. I negozi del centro, infatti, soffrono, si sentono abbandonati e rischiano una chiusura di massa. Gran parte del commercio del centro da sempre vive in simbiosi col mercato e oggi bloccare a lungo questo rapporto può essere esiziale sia per il mercato, sia per il commercio.
il campo sportivo di Fossoli: qui abbiamo a disposizione anche le docce e i bagni e se escludiamo i primi giorni, sono accettabili. All’inizio pensavamo tutti di aver fatto la scelta sbagliata a non seguire quelli che dicevano di dirigerci presso i campi allestiti dalle varie associazioni, poi invece abbiamo capito di aver fatto la
Del resto gli spazi agibili in centro sono più che sufficienti: la parte libera della piazza ha un’estensione enorme e, all’occorrenza, si potrebbero utilizzare via Mazzini, Alberto Pio e piazza Garibaldi, tutte pedonalizzate. Insomma è possibile assumere decisioni che, nonostante il terremoto, riportino la situazione quasi alla normalità. Certamente crea meno problemi trasferire il mercato al parcheggio delle piscine, come oggi avviene, e attendere quattro o cinque mesi finché la situazione non sarà stabilizzata. Ma amministrare non significa assicurarsi la tranquillità, né scegliere le soluzioni più facili, significa affrontare i problemi della comunità. In questo caso portare i cittadini a rianimare senza timore il centro storico significa indurre una percezione di normalità e anche cercare di salvare il commercio del cuore urbano. Credo che il sindaco non vorrà ignorare questo problema e darà una risposta. Andrea De Pietri, cittadino di Carpi ed ex assessore all’Urbanistica del Comune di Modena
scelta giusta. Certo la tua è una situazione complessa ed è difficile trovare una risposta. Purtroppo il terremoto ci ha privato della serenità e della sicurezza e ci ha catapultati fra quelli che hanno bisogno e qui sono uscite tutte le storture della nostra Emilia. Non ci sono risposte, nessuno te le dà e tutti scaricano sugli altri responsabilità
telefonica del 28.06.12 ore 17:00 è stato risposto dalla persona che ha preso la telefonata al comando dei vigili che se la Polizia Municipale deve intervenire per riprendere queste persone e non permettere loro di sballonare e schiamazzare, allora deve intervenire anche per fare togliere le tende perchè non si potrebbe campeggiare nel parco. Nella comunicazione emanata dal comune, viene però specificato che in via straordinaria gli assembramenti sono ancora autorizzati. E’ corretto? E siccome
non ho avuto modo di farlo presente alla persona con cui parlavo al telefono perchè ha chiuso la comunicazione, vorrei gentilmente sapere se la richiesta di un cittadino alla propria Polizia Municipale può essere ascoltata. Siamo tutti in una situazione di emergenza e convivenza costretta e, proprio per questo, ritengo che si debba poter contare sul servizio di vigilanza pubblica. Purtroppo, dal 29.05.12 questa richiesta non è mai stata presa in considerazione. Sara
quotidiane lasciandoci nel caos più totale. Noi, per nostra fortuna, abbiamo la casa agibile ma viviamo costantemente a contatto con persone che hanno più o meno i tuoi problemi e in più ci si mette anche la paura di una nuova scossa che non ti abbandona un attimo. Non so dire cosa stia succedendo e dove siano finite l’Emilia e le istituzioni; probabilmente, sotto i colpi dei musulmani
che sbracciano e sbraitano - e guai a toccarli - passeremo per razzisti. Il fatto è che siamo meridionali anche noi e probabilmente siamo nati nell’epoca sbagliata: quando siamo venuti qui ci chiamavano terroni e ora se ci permettiamo di dire qualcosa a certi personaggi passiamo pure per razzisti. Che bella fregatura: razzisti e terroni.
Il rispetto prima di tutto
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hi scrive è una lettrice di Tempo. Chi scrive è carpigiana. Chi scrive è cattolica. Per questi motivi mi sento di ringraziare l’autore o l’autrice del commento alla visita del Papa pubblicato a pagina 5 dello scorso numero del giornale. Fossero tutti così rispettosi i carpigiani! Non come quella
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gregio direttore, vivo sola, non posseggo che una bicicletta per spostarmi in città. Da un anno a questa parte, quando ho necessità di recarmi per visite mediche fuori Carpi, mi avvalgo del benemerito servizio dei volontari della Croce Blu o di Anziani in Rete, sempre molto disponibili, cortesi e premurosi. Mercoledì scorso avendo saputo che sia Il Faro che la Croce Blu, erano impegnati, mi sono rivolta telefonicamente per un appuntamento alla sede dell’Auser di Carpi, che da alcuni mesi si propone in maniera gratuita (così dice il volantino distribuito), per il trasporto di anziani e disabili, per visite mediche o altro. Infatti avevo avuto tempo fa, l’occasione di utilizzare il loro servizio di trasporto. Sarà stato il caldo, ma l’incaricato che mi
“persona” (le virgolette sono volute) che, in un luogo pubblico, dove si parlava del terremoto, a chi diceva “ ...... e poi sono crollate tutte le chiese” ha risposto, in perfetto carpigiano (che io traduco perchè non so scriverlo) “Quello è niente, è peccato che erano vuote” e questo mentre si era ancora
Un gruppo di fossolesi con tante scosse e si tremava anche solo al pensiero che potesse essere rimasto sotto anche solo un cane o un gatto. Si rimane senza parole e con la certezza che c’è tanta bontà in giro, ma c’è anche tanta tanta cattiveria assolutamente gratuita. Grazie ancora per i begli articoli sulla visita del Papa e cari saluti. Paola
Altro che trasporti gratuiti... ha risposto al telefono mi chiedeva chi io fossi e poi mi rispondeva in questo modo: “No signora, per lei non possiamo fare nulla, in quanto lei non ci paga mai la corsa; io sono un pensionato (?) e non intendo pagare il gasolio della macchina per lei”. Può immaginare signor Direttore, come ci sono rimasta male, e come mi sono sentita offesa e umiliata, ma soprattutto delusa dal comportamento di quest’uomo, che contraddice fra l’altro la pubblicità dell’Auser e lo spirito del volontariato! Desidero precisare: non navigo nell’oro e gli assistenti sociali del Comune conoscono la mia situazione; non è assolutamente vero che non ho mai pagato, quando ho il denaro,
pago tutti, potete chiedere al Faro, alla Croce Blu e all’Auser stessa; ho sempre dato il mio piccolo contributo e, qualche volta, mi sono scusata dicendo che avrei pagato la volta successiva. Infine mi domando: è questa la maniera d’essere associazione di volontariato? E’ questo il modo di chiedere un contributo per il trasporto? Non penso proprio che sia lui a pagare per me il gasolio! Come si è permesso quel signore di rispondermi in quel modo al telefono? Sebbene lui, non mi abbia detto il suo nome, l’ho riconosciuto! Non vada in giro a propagandare, “trasporti gratuiti” e poi come si permette di umiliare le persone in questo modo? Fare del volontariato non è un obbligo, né un passatempo; chi lo esercita se lo deve sentire dentro e si propone agli altri mettendoci gratuitamente il suo tempo, la dedizione e l’impegno, non certo facendo discriminazioni. Flavia
L’intervento di Nicola marino, direttore dell’ufficio diocesano per la Pastorale del lavoro
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Chi è nel mondo dell’economia non lasci sola questa popolazione”. Così monsignor Francesco Cavina si è espresso in relazione alla gravissima situazione economica determinata dal terremoto. Difendere l’economia di un territorio è difendere la vita stessa delle persone, lo sviluppo sociale della comunità, la possibilità di realizzare il bene comune. Con questa convinzione l’Ufficio diocesano per la Pastora-
“Una questione etica, non solo economica” le del lavoro si schiera a fianco delle istituzioni e delle diverse associazioni di categoria che in questi giorni chiedono alla politica nazionale interventi di carattere fiscale per permettere al tessuto economico locale di trovare una boccata di ossigeno e qualche risorsa per ripartire. Idee come la no tax area, il rinvio del pagamento dell’Iva, l’accesso a prestiti a tasso zero per
imprese e tutte le altre proposte che, in modo corale, sono state esposte in questi giorni, ci trovano assolutamente concordi, in quanto mirano, senza assistenzialismo, a lasciare risorse sul territorio per favorire così il mantenimento del lavoro, a partire dalla valorizzazione delle singole imprese. Le imprese possono fare molto con le loro forze, ma non tutto: occorrono
misure straordinarie, da parte dello Stato, per sostenere il ripristino della normalità. E’ una questione economica ed etica allo stesso tempo: economica, in quanto un’Emilia incapace di produrre sarebbe un danno importante per le stesse casse del Paese; ma è soprattutto un imperativo etico sostenere in modo solidale la popolazione e aiutarla a ripartire. Da anni
la Diocesi di Carpi richiama all’importanza dei valori etici nel lavoro: nello schierarsi contro le delocalizzazioni, nella necessità di un lavoro e di imprese che siano attenti al bene di tutta la comunità, nel richiedere a tutti gli attori senso di responsabilità. Abbiamo fatto appello non solo alla buona volontà, ma anche alla ragione, dimostrando che responsabilità sociale, radicamento nella comunità, valorizzazione delle persone non sono
solo belle parole ma, se praticate, portano un valore aggiunto di ricchezza economica, oltre che benessere sociale. Ora, ancora di più, dobbiamo puntare su questi valori. E, con noi, lo devono fare le istituzioni e il governo con adeguati e rapidi interventi, credendo e investendo sulla nostra gente.
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L’Angolo di Cesare Pradella
Moglia
Pretty Fashion Outlet riapre coi saldi
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retty Fashion Outlet di Moglia riapre i battenti dopo gli avvenimenti sismici delle scorse settimane con una nuova veste, più sicura. Le collezioni, rigorosamente made in Italy, offrono proposte moda Primavera/Estate 2012 per donne dalle taglie regolari e quelle curvy. A partire dal 21 giugno, inizierà una vendita straordinaria che accompagnerà le acquirenti fino ai super saldi che inizieranno ufficialmente il 6 luglio con sconti fino al 70% su tutta la merce. Una parte del ricavato verrà devoluto all’Associazione Biancaneve di Moglia, a favore degli interventi successivi al terremoto.
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Lezioni di cucina e di sala tra gli sfollati
ezioni di cucina e di sala tra gli… sfollati. Questa la singolare e pregevole iniziativa della Scuola alberghiera Nazareno di Carpi che da alcune settimane fa svolgere ai propri allievi le lezioni non più all’interno dell’Istituto di viale Peruzzi, ma sotto le tende del Campo della Protezione civile del Gruppo Lucania allestito nel piazzale delle piscine. “Una grande opportunità di crescita professionale e formativa dai risvolti umanitari e solidaristici – ha commentato il direttore della Scuola, Luca Franchini, affiancato dallo chef Fabio Zecchetti – che è stata accolta con entusiasmo dai nostri 30 ragazzi che si sono integrati in cucina e in sala a fianco degli addetti della Croce Rossa, che gestiscono la struttura dal punto di vista della preparazione dei pasti”. Il capo della struttura ricettiva della Cri, Rocco Cosentino, con un passato di volontario in tante parti ‘calde’ del mondo, ha aggiunto: “noi abbiamo
l’incarico di preparare la colazione, il pranzo e la cena per i 400 ospiti del campo delle piscine ma prepariamo altri 1.500 pasti da asporto per gli sfollati delle tendopoli sparse nella Bassa e siamo stati lieti di poterci avvalere della collaborazione generosa ed entusiasta di questi 30 allievi della Scuola alberghiera carpigiana che sapevamo già essere una delle migliori
d’Italia”. “Invece di far svolgere le lezioni ai nostri allievi del primo anno all’interno dell’Istituto per fare terminare loro l’anno scolastico, bruscamente interrotto dalle scosse di terremoto del 20 e 29 maggio, – continua Franchini - abbiamo preferito dare il nostro contributo umanitario a chi ne ha davvero bisogno, come le centinaia di sfollati, e abbiamo messo a disposizione della Croce Rossa i nostri allievi di cucina e di sala. Gli studenti faticano nelle ore di scuola e di apprendimento del mestiere ma, allo stesso tempo, sono lieti e orgogliosi di essere utili al prossimo in difficoltà, consapevoli di lavorare per una causa giusta, secondo gli insegnamenti del fondatore dell’Istituto Nazareno, don Ivo Silingardi”. Alla presentazione della singolare collaborazione Scuola alberghiera-Campo della Croce Rossa, era presente anche la presidente carpigiana della Cri, Claudia Ferrari.
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Vogliamo cantare anIl concerto a favore delle popolazioni colpite dal terremoto organizzato da Radio Bruno al Parco cora”: questa l’esorFerrari di modena ha permesso di raccogliere 150mila euro tazione lanciata tra gli applausi da Paolo Belli in apertura del concerto a favo re delle popolazioni colpite dal terremoto organizzato da Radio Bruno in collaborazione con il Comune di Modena, martedì 3 luglio. Ben quarantamila, le persone che hanno gremito il Parco Ferrari di Modena per assistere a Teniamo botta, l’iniziativa finalizzata a raccogliere fondi per finanziare progetti mirati, con un’attenzione particolare al mondo dell’infanzia e della scuola. Presenti anche alcuni sindaci dei Comuni dove si sono registrati i danni maggiori. Uno spettacolo al quale hanno prontamente Ph: Studio Image aderito molti artisti, da Emma a Francesco Renga, dagli Stadio ai Nomadi, da Dolcenera ai Modà. Sul palco, come già al Concerto per l’Emilia allo Stadio Dall’Ara di Bologna, anche cinque ragazzi incontrati da Paolo Belli nelle tendopoli dell’Emilia che hanno presentato il singolo Noi cantiamo ancora (com’é com’é): i proventi delle vendite del brano, disponibile negli store digitali, saranno devoluti per la ricostruzione di una scuola “Grazie a tutti voi” materna a Medolla e per la l colpo d’occhio di quelle mani alzate a perdirealizzazione di spazi dedita d’occhio dal palco era impressionante. Fino cati ai giovani e alla musica. laggiù, in fondo, a destra, a sinistra, uniti, vicini; L’evento modenese targato sorrisi e canzoni, musica ed energia. Commozione Radio Bruno ha permesvera. Autentica. Come quella di Dolcenera: canta so di raccogliere 150mila Ci vediamo a casa e ricorda chi la casa l’ha persa. E euro, come ha annunciato piange dietro il palco, passa qualche minuto prima che possa riprendersi e scendere per l’intervista in il cantante-showman Belli diretta radio. Kekko dei Modà ha gli occhi lucidi in chiusura della maratona davanti a tanto entusiasmo e rischia una lacrima musicale di oltre 5 ore. Con anche Paolo Belli, splendido conduttore della serata, quando saluta i ragazzi della zona rossa che una piccola parte dei fondi cantano la sua Com’è com’è e torneranno a dormire nelle tende, in questa lunga attesa di risposte incassati finora grazie alle ufficiali. Francesco Renga sale sul palco emozionatissimo, come Emma che sbircia la folla prima di esibirsi e fuma nervosamente ripetendo: “che meraviglia”. Marco Mengoni arriva e compra subito magliette Teniamo Botta 10 magliette: non male per uno che per essere lì ha anche posticipato di due giorni l’attesa vacanza ideate da Radio Bruno è già negli States già prenotata da tempo. Il mercoledì mattina Radio Bruno è tempestata da sms di persone stato finanziato un primo felici di dire “io c’ero”, che si sono emozionate, divertite. E Alessia scrive: “Noi sappiamo reagire progetto: il noleggio della alla negatività. Con la musica. Insieme. Ieri mi avete dato la forza di dire: teniamo botta”. Un ringratensostruttura che ospita ziamento va a Paolo Belli per la genuina disponibilità, a tutti gli artisti e i musicisti che si sono mossi 135 bambini delle scuole di senza alcun compenso pur di portare il loro contributo, ai sindaci che hanno voluto essere insieme a noi con le loro testimonianze, a tutti quelli che si sono impegnati affinchè tutti i dettagli rendessero Concordia, Fossa e Vallalta, unica questa serata. Ma il grazie più grande va al pubblico, bellissimo di tutte le età: grazie, davvero, in attesa da settimane di a chi ha voglia di cantare ancora. Insieme a noi. poter avere un centro estivo. Clarissa Martinelli
In 40mila han tenuto botta!
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Per i cani e i gatti inizia il periodo peggiore, caldo, abbandoni e terremoto. “Il canile è agibile. Speriamo solamente che il terremoto non sia l’ennesima scusa per liberarsi di un giochino che ci ha stancato”.
Come stanno i nostri animali? I
l terremoto non ha sconvolto solo noi, rendendo imprevedibili e piene di inquietudine le nostre giornate, ma chi ha subito in maniera altrettanto pesante le conseguenze di questo terribile fenomeno naturale sono i nostri amici a 4 zampe. E’ chiaramente l’incolumità dei padroni il nostro primo pensiero, ma ora che lentamente stiamo tornando alla normalità, bisogna pensare anche a loro che soprattutto adesso rischiano di essere abbandonati e dimenticati. Il Canile comunale di Carpi, e il Gattile hanno fortunatamente retto. “Sinceramente pensavamo di aver subito maggiori danni – ci spiega Fabiola, volontaria al Canile - ma l’edificio è agibile, gli animali si sono spaventati ma non hanno perso energie e appetito. Purtroppo sembra che tante persone stiano approfittando della situazione: su 60 nuovi ospiti, solo 20 cani sono stati ripresi dai propri padroni. Noi non offriamo un servizio da ostello, ma comprendendo la gravità della situazione abbiamo cercato di
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enerdì 22 giugno, in Piazza della Libertà, a Maranello, si è tenuto l’apprezzatissimo evento di moda e spettacolo Maranello Fashion Night. Una prima per la città del Cavallino, conquistata dalle edizioni rivierasche di Beautiful Fashion Night, organizzate da Pd Video Production, del carpigiano Pasquale Vassallo e Visualgraf di Correggio con il patrocinio del Comune di Maranello, il Consorzio Terra di Motori, Radio Stella, Radio Bruno, Confindustria, Lapam Carpi, DV8 Scuole Parrucchieri, Bottega del Cuoco e Maranello Caffè. Protagoniste della sfilata di moda pret a porter le più importanti e prestigiose griffe italiane del panorama nazionale e internazionale: Clips, Kartika, Impero Couture, Rosanna Alpi, Rosyemme, L’Officina - Chimica in movimento, La Gioja e tante altre. La manifestazione, presentata dalla bellissima Antonella Mosetti ha visto in passerella anche Samantha De Grenet, testimonial d’eccezione per Impero Couture e Fabrizio Corona per il brand L’Officina. Applauditissimi dal numeroso pubblico presente. Ai lati della passerella, due magnifiche Ferrari, una di Formula 1 utilizzata dal
dare una mano prendendoci cura di quei cani che non potevano essere tenuti in tenda. Speriamo solamente che il terremoto non sia l’ennesima scusa per liberarsi di un giochino che ha stancato”. E’ dunque chiaramente in agguato il tipico fenomeno dell’abbandono estivo che, affiancato alle problematiche legate al terremoto, potrebbe aumentare in maniera incisiva il numero di animali domestici indesiderati. “Il problema principale è stato la mancanza di volontari
Fabiola
Grande successo di pubblico a Maranello per la serata di moda organizzata per raccogliere fondi da destinare alle famiglie terremotate della Bassa
Un sorriso per la Bassa
grande pilota Michele Alboreto e una Gran Turismo di Michael Schumacher. Un gradito spettacolo, nello spettacolo! “In occasione della serata - ha commentato Vassallo - abbiamo organizzato una grande cena di gala per raccogliere fondi da destinare direttamente al movimento creato dalle famiglie terremotate che hanno perduto la casa a Rovereto e nella Bassa. Il nome del progetto di raccolta fondi è Risolleviamo la Bassa - svegliarsi
E’ stata allestita a Rovereto sulla Secchia, frazione di Novi di Modena, la prima Ludotenda per bambini e ragazzi. A breve ne verrà creata un’altra a Novi
Ripartiamo dai più piccoli
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’ stata allestita a Rovereto sulla Secchia, frazione di Novi di Modena, la prima Ludotenda della Fondazione Paideia, realizzata grazie ai fondi raccolti con il progetto Paideia per l’Emilia. L’iniziativa, promossa in collaborazione con il Centro
– ci racconta Jessica, anche lei volontaria al canile di Carpi ma per fortuna gli aiuti, anche esterni, non sono mancati e con uno sforzo generale la situazione è stata affrontata nel migliore dei modi”. Ringraziamo dunque tutti i volontari che hanno dedicato tempo e fatica agli animali che in questo momento non potevano rimanere coi propri padroni, con la speranza che non vengano dimenticati perchè loro non dimenticheranno voi. Francesco Palumbo
per le Famiglie del Comune di Ferrara, il Comune di Novi di Modena, il Settore Istruzione e il Centro per le Famiglie dell’Unione Terre d’Argine, è nata con lo scopo di offrire sostegno alle popolazioni colpite dal terremoto attraverso l’acquisto e l’allestimento di
particolari tensostrutture. La Ludotenda, destinata a ospitare i bambini del Centro estivo di Rovereto, costituisce un’occasione ricreativa e di aggregazione dopo gli eventi sismici che hanno colpito duramente il territorio, rendendo inagibili tutte le strutture scolastiche ed educative. Le
con un sorriso patrocinato dal Comune di Maranello che ha la finalità di ricostruire abitazioni in bioedilizia più economiche e antisismiche, ridando così un’opportunità di vita dignitosa alle famiglie costrette a vivere in tenda o nei container”. Presenti, tra gli astanti anche il sindaco di Maranello, Lucia Bursi, e il presidente del Consorzio terra dei motori, Ombretta Guerri. L’evento andrà in onda su 7 gold nazionale il 10 luglio, dalle 18 alle 19. strutture ospiteranno oltre 100 bambini dai 3 ai 13 anni, seguiti dagli animatori dell’Anspi di Rovereto, della Cooperativa Gulliver, del gruppo Scout Rovereto 1 e dagli insegnanti del territorio. Verranno proposte attività educative e ludiche che permetteranno ai bambini di usufruire di spazi idonei, pensati per i
loro bisogni di crescita, e ritornare al più presto alla normalità. La struttura, ubi-
cata nel campo parrocchiale dietro alla chiesa, oltre a soddisfare le necessità legate all’emergenza, per le sue caratteristiche tecniche potrà essere utilizzata in modo permanente come centro di aggregazione giovanile. A fianco della tensostruttura verranno inoltre installati servizi igienici accessibili anche per le persone con disabilità. Una seconda ludotenda verrà realizzata a Novi.
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i sono due donne che camminano in mezzo alle tende. Piove e con un cellophane si riparano la testa e le spalle. Sembrano due fantasmi. “Ma la foto a cui sono più legato è quella in cui una donna sta raccogliendo effetti personali fra le macerie della sua casa”. Francesco Cocco, carpigiano d’adozione, fotografo, fa parte dal 2003 dell’Agenzia Contrasto: in occasione della prima scossa, quella del 20 maggio, ha iniziato a lavorare nelle zone colpite dal sisma e da allora non si è ancora fermato, ma i segni della stanchezza cominciano a farsi sentire. “A differenza del passato, racconto qualcosa che è successo a casa mia, sul territorio in cui vivo e ciò mi tocca profondamente”. Cocco è stato tre volte in Afghanistan in zone di crisi per raccontare, per conto di Emergency, la storia delle vittime della guerra. E’ andato in Cambogia per realizzare scatti che parlassero dei diritti negati. Ha seguito per mesi un’equipe di Medici Senza Frontiere impegnata a portare assistenza sanitaria agli stranieri che sbarcano sulle nostre coste. Immagini forti. Insomma, non si può proprio dire che gli manchi la corazza. “Eppure stavolta è diverso. Non basta un volo in aereo o un lungo viaggio per trovare tregua rispetto al lavoro, rientrando nella propria casa. Non si può restare immuni perché tutto è qui, a casa mia e ha ferito profondamente la mia gente che adesso vive nel dolore e nel disagio”. Le sue fotografie sono finite su Vanity Fair, Panorama, l’Espresso e l’Internazionale, che ha dedicato la copertina al terremoto. A volte sono i foto editor delle testate nazionali o estere che lo contattano direttamente. A volte è l’agenzia Contrasto che
Francesco Cocco, carpigiano d’adozione, lavora per l’agenzia Contrasto realizzando servizi fotografici. “Nonostante la crisi dell’editoria, c’è ancora spazio per chi ha delle cose da dire”. In occasione della prima scossa ha iniziato a lavorare nelle zone colpite dal sisma e da allora non si è ancora fermato
Professione fotografo
Finale Emilia
Tendopoli di San Felice
Afghanistan Francesco Cocco in Afghanistan
©Francesco Cocco/Contrasto
individua il fotografo più adatto per un certo tipo di servizio fotografico. “Il mio è un lavoro d’autore in bianco e nero. Il colore lo uso solo se espressamente richiesto. La scelta del bianco e nero risponde a una visione. La lettura di una fotografia in bianco e nero è più immediata: per forma e contenuto, il bianco e nero è un modo più diretto per raccontare. Non è vero che enfatizza e rende più tragico il contenuto di una foto: semplicemente un’immagine a colori colpisce anche per la scelta estetica dei colori stessi. Io non li vedo ma non perché sia daltonico”. Quando, durante i workshop, qualcuno domanda se oggi c’è ancora spazio per chi del fotogiornalismo vuole fare un mestiere, “sono in difficoltà a rispondere. Con la crisi la situazione si è complicata. Oggi è più facile che sia il fotografo a raccogliere storie e a proporle, per cui occorre investire su di sé e sul proprio lavoro”. Un settimanale può pagare un servizio 2.500 euro, una copertina può arrivare a 800 euro. “Il fatto è che Prisons è un servizio sul quale ho investito quattro anni e mezzo mentre Nero per Medici Senza Frontiere è un lavoro di circa tre anni”. Con l’avvento del digitale sono diventati tutti fotografi ma “se posso dare un consiglio – rivela Cocco – io credo che chi vuole fare questo tipo di mestiere deve avere delle cose da dire. Fare il fotografo a certi livelli presuppone un rapporto molto diretto con il mondo, di cui si deve avere una visione personale. E’ questo che può fare la differenza: la visione fotografica viene di conseguenza, supportata dal talento e dal costante allenamento. Non è per niente facile e, di sicuro, non lo si fa per guadagnare soldi. Sara Gelli
Tiziano Sgarbi e Simona Barbieri restano alla guida della società
Carlyle acquista la maggioranza di Twin Set
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he Carlyle Group acquista dai soci fondatori Tiziano Sgarbi e Simona Barbieri e dal fondo italiano di private equity DGPACapital una quota di maggioranza del capitale sociale di Light Force, la società cui fa capo il marchio italiano di abbigliamento femminile Twin-Set. Sgarbi e Barbieri, si legge in una nota, continueranno a guidare la società e a detenere una significativa partecipazione di minoranza in Light Force. I termini della transazione, il cui closing è atteso entro la fine di agosto 2012, non
sono stati resi noti. Nel 2011 il brand Twin-Set di Simona Barbieri ha raggiun-
to ricavi per 103 milioni di euro in crescita del 400% rispetto al 2007. Light Force
Twin-Set Girl apre a Firenze
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uone notizie da Carpi: la collezione Twin-Set Girl Simona Barbieri, uno dei nomi di spicco del distretto emiliano, non solo sfila alla Sala della Ronda della Fortezza da Basso di Firenze, ma inaugura nel capoluogo toscano il primo monomarca dedicato interamente a questa linea. Prossima tappa, Milano. Il marchio in piccole taglie è al centro di un potenziamento iniziato con la primavera-estate 2012, quando la licenza è stata riportata in house e l’offerta si è estesa ad accessori e beachwear. L’opening fiorentino, in via Porta Rossa 38r angolo via Calimala, rientra nell’impegno, da parte dei vertici della Light Force cui fa capo la label, di rafforzare anche il côté distributivo, con la prospettiva di inserire in un nuovo store Twin-Set Simona Barbieri - in arrivo in corso Vittorio Emanuele a Milano - un corner interamente focalizzato sulla ragazzina.
ha la sua sede centrale a Carpi (Modena) e, con circa 300 dipendenti, è una delle società a più alto tasso di crescita nel settore dell’abbigliamento femminile e del lusso accessibile. Le collezioni Twin-Set Simona Barbieri sono distribuite attraverso 16 boutique a marchio proprio, una rete di rivenditori autorizzati e un canale dedicato di vendite online. L’investimento in Light Force è stato effettuato da Carlyle attraverso Carlyle Europe Partners III LP, fondo di buyout chiuso nel 2007 con una raccolta di 5,3 miliardi di euro.
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l 27enne carpigiano Francesco Predieri, laureato in Antropologia e con in tasca un Master sui fenomeni migratori e le trasformazioni sociali, da aprile vive a Lisbona, dove lavora in un centro di accoglienza per rifugiati politici. Francesco, quando e perchè hai deciso di partire alla volta di Lisbona? “Dopo essermi laureato in Antropologia nel dicembre del 2011, ho frequentato un Master sull’Immigrazione, i fenomeni migratori e le trasformazioni sociali all’Univerità Cà Foscari di Venezia, e dopo un mese e mezzo passato a inviare curriculum vitae senza ottenere nessun riscontro, ho deciso di partecipare al progetto dell’Unione Europea Leonardo da Vinci che offre ai giovani l’opportunità di compiere un’esperienza di formazione e lavoro in un altro Stato europeo. Fortunatamente ho vinto la borsa di studio e, ad aprile, sono finalmente volato a Lisbona”. Di cosa ti occupi nella capitale portoghese? “Lavoro come stagista nel Centro di Accoglienza per Rifugiati del Consiglio Portoghese. Nello specifico mi occupo della ricerca dell’alloggio per quei rifugiati che finiscono il loro periodo di permanenza all’interno del centro, cercando per loro case su Internet, prendendo contatti con il proprietario dell’immobile e accompagnando direttamente il rifugiato a vedere l’alloggio. Svolgo poi un ruolo di assistenza e traduzione accompagnando i rifugiati, qualora ve ne sia bisogno, dall’avvocato o all’ospedale. Inoltre mi occupo direttamente dell’approvvigionamento di cibo e vestiti e della conseguente distribuzione all’interno del centro e partecipo alla realizzazione di alcuni eventi come la Giornata mondiale dei bambini, per la quale ho ideato un gioco contenente parole in tante lingue diverse, alla cui realizzazione hanno contribuito con
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Il 27enne carpigiano Francesco Predieri, laureato in Antropologia e con in tasca un Master sui fenomeni migratori e le trasformazioni sociali, da aprile vive a Lisbona, dove lavora nel Centro di Accoglienza per Rifugiati del Consiglio Portoghese
A Lisbona, sognando il Brasile
entusiasmo anche i rifugiati”. Come vivono i giovani a Lisbona e con quali opportunità di studio e di lavoro? “I giovani lisbonesi hanno le nostre stesse paure in merito alle scarse possibilità occupazionali una volta terminato il percorso di studi. Tuttavia, essendo una capitale, Lisbona ha una dimensione internazionale che lascia aperti maggiori sbocchi di lavoro e permette di conoscere gente proveniente da tutto il mondo”. La crisi mondiale sta incidendo negativamente anche sull’economia portoghese. Confermi? “Sicuramente la crisi si sta facendo sentire anche qui in Portogallo. Lo si può percepire parlando con
Linea ferroviaria: promesse non mantenute
Continuano soppressioni e ritardi
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opo tre settimane dall’avvio del nuovo orario cadenzato sulla Modena - Carpi Mantova, Giuseppe Poli di Federconsumatori Modena ed EmiliaRomagna avanza alcune riflessioni sull’andamento del servizio. L’associazione ha infatti monitorato attraverso i dati forniti da FS Italiane i 360 treni della settimana dal 18 al 23 giugno da cui emergono numerose criticità.
“Per un’esperienza come la mia di stage o di formazione temporanea sicuramente sì. Lisbona è una città stupenda: pur essendo una capitale è a misura d’uomo, vivibile e per nulla caotica. Oltre a quest’aspetto, la città è anche ricca di parchi ed è un perfetto connubio tra il sapore dell’antico in quartieri come Alfama e il fascino della modernità a Baixa-Chiado o Oriente. L’oceano poi è a due passi e si può fare la traversata in battello del fiume Tejo che attraversa la città. Per non parlare della vibrante e variopinta vita notturna che si snoda nelle antiche stradine del Bairro Alto tra osterie, bar, boutique di tendenza e antiche librerie dal sapore retrò”. Il tuo futuro dove lo vedi? “Sono molto intrigato dall’idea di intraprendere un’esperienza in
Francesco Predieri In basso uno scorcio di Lisbona
“Nella settimana esaminata spiega Poli - sono stati soppressi complessivamente 9 treni. Un numero che eguaglia la media di 10 soppressioni settimanali dello scorso anno! Un’inaccettabile mancanza di affidabilità del mezzo ferroviario che non si risolve con bus sostitutivi”. Le cose non vanno meglio nemmeno per quanto riguarda i ritardi: “tutti i treni diretti a Mantova raggiungono il capo-
la gente per strada, vedendo molti alloggi invenduti e sentendo le lamentele dei negozianti e dei ristoratori per la scarsa affluenza di clienti negli ultimi due anni. Ma se devo fare un confronto con l’Italia posso dire che qui la depressione economica è vissuta in modo diverso, accettata e arginata con uno spirito d’iniziativa molto spiccato, soprattutto nelle donne, che si sono reinventate nei lavori più svariati. E poi i portoghesi sanno accontentarsi di poco e quindi sono in grado di vivere questa crisi con maggiore positività. Per quanto riguarda l’occupazione è molto difficile riuscire a far coincidere il percorso formativo con quello lavorativo. Molti giovani si stanno adattando luogo lombardo con un ritardo medio di 5 minuti, inaccettabili per gli utenti che subiscono già rallentamenti e soste tra Modena e Carpi (previste in orario) di circa 10 minuti. I treni Modena-Carpi e viceversa terminano il percorso con regolare anticipo di 3-4 minuti, pur in presenza della fermata di Quattro Ville. Un orario da rivedere in ottica di un miglioramento complessivo dei tempi di percorrenza sull’intera Modena-Mantova”. Anche il treno 33531 (ex 20703) anticipato in arrivo a Modena (7:38) per favorire l’ingresso degli studenti negli istituti modenesi non mantiene l’orario previsto, arrivando a Modena in “regolare” ritardo di 4-5 minuti, fatto preoccupante in vista della riapertura a settembre delle scuole. “Questa prima verifica - conclude Poli - conferma la necessità di migliorare in modo significativo l’efficienza e l’affidabilità del nuovo orario. Il permanere di questi disservizi, molti dei quali previsti e prevedibili, rischia di vanificare i vantaggi promessi trasformando il cadenzamento dell’orario in un’inutile gabbia. Federconsumatori auspica che le istituzioni, i committenti e le imprese ferroviarie sappiano intervenire tempestivamente a limitare le conseguenze di quanto segnalato”.
a qualsiasi tipo di lavoro pur di mantenersi e, spesso, affiancano l’esperienza di stage con un lavoro serale per potersi pagare l’università. Gli stipendi sono relativamente bassi ma anche il costo della vita lo è; tuttavia sono tanti i giovani che decidono di intraprendere esperienze lavorative all’estero perché qui non hanno soddisfacenti possibilità d’impiego”. Consiglieresti a un giovane di trasferirsi a vivere Lisbona?
Brasile. Vorrei poter continuare a lavorare nel sociale cercando di valorizzare il mio percorso formativo costituendo un’associazione che si occupi di europrogettazione, ovvero di sviluppo e realizzazione di progetti europei, quindi finanziati dall’Unione Europea. Nel frattempo penso a godermi l’ultimo mese qui, Lisboa até o fim”. Chiara Sorrentino
Proroga degli abbonamenti bus e di trasporto locale ferroviario per i residenti delle zone colpite dal sisma
Carpi - Modena: si proroga!
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roroga degli abbonamenti bus e di trasporto locale ferroviario per i residenti delle zone colpite dal sisma in Emilia: per l’abbonamento annuale c’é la possibilità di rimborso delle mensilità non utilizzate, oppure di riconversione dei mesi residui su una nuova tratta regionale. Lo prevede un accordo tra la Regione Emilia Romagna, Trenitalia e Seta in favore degli abbonati residenti nelle zone colpite
dal sisma, in particolare per coloro che si spostano lungo le tratte che attraversano i comuni di Carpi, Rolo, Villanova di Reggiolo, Crevalcore, San Giovanni in Persiceto, San Felice, Mirandola. E’ prevista anche la proroga, sino alla fine del 2012, della validità della convenzione Mi Muovo sulla tratta Carpi-Modena, che consente di utilizzare con un unico titolo di viaggio i servizi ferroviari e quelli urbani di Modena e Carpi.
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scar Wilde sostenne che l’unico modo per liberarsi da una tentazione è cedervi. Correva la fine dell’Ottocento, e la Sinistra Storica brevettava il clientelismo trasformista nell’Italia neonata. Per noi, insomma, questa sentenza è diventata subito una dottrina. Sarà perciò complicatissimo allontanare l’istinto che ci invita ad accatastare il cappotto della finale nel mucchio delle grandi apocalissi. Il passivo è un record assoluto. La differenza è stata abissale. Ma se azzereremo il senso di questo Europeo, non commetteremo un semplice errore. Decreteremo la fine del nostro calcio. Non abbiamo bisogno di ricordarci quante malattie ha. Nei prossimi mesi ne rivedremo tutti i sintomi. Società che si iscrivono coi soldi del Monopoli. Vivai in agonia. Giocatori che scommettono contro sé stessi. Un contratto collettivo impossibile. Stadi vuoti, pericolosi, fatiscenti, irraggiungibili. Una governance vecchia ed incrostata fino all’incapacità di prendere posizioni. Se non saremo in grado di distinguere il concime dalla polvere, ci spegneremo. NOI, STRAORDINARI SECONDI La Nazionale si è fermata all’ultimo chilometro, non avendo più benzina da opporre a una macchina che non si stanca mai perché fa sudare il pallone. Presi singolarmente, Xavi e Iniesta valgono due volte tutto il nostro centrocampo. E oltre. Rovesciano le simulazioni alla playstation. Ne rendono la facilità di gioco approssimata per difetto, anziché per eccesso. Finché resistono, circondati da compagni in grado di capire, assecondare, condividere la loro musica esclusiva, risulteranno ingiocabili per chiunque non li affronti al top. Noi siamo stati migliori di loro dall’esordio fino all’ultimo atto. Li abbiamo imitati senza vergognarci di farlo. E abbiamo spesso avuto più profondità. Sembrava essere giunto il nostro tempo. Ma al momento della staffetta non è bastato il destino dell’allievo che supera il maestro. Prandelli ha sbagliato scelte e cambi. Non sarà mai un generale, è nato sacerdote. Asseconda più la carità che la fermezza. Si è lasciato sedurre dalla riconoscenza verso i suoi fedeli, sopravvalutandone la condizione. Ma ha comunque costruito una religione straordinaria. La delusione non deve farci dimenticare che siamo partiti dal Sudafrica di “Macello” Lippi per diventare qualcosa di assolutamente nuovo. Torniamo da secondi, ma con la consapevolezza d’aver gettato il seme del futuro. Questa affermazione è avvenuta in semifinale. NOI, NEMESI DEI TEDESCHI Rispondo a un amico che la sera stessa mi ha chiesto come mai ci riesce così facile battere i tedeschi. I motivi sono due. Il primo è socio-culturale. Da 70 anni ci affrontano col dente avvelenato. Il 5 Settembre 1943 li abbiamo traditi in guerra. Alle spalle. Firmando di nascosto un armistizio con gli anglo-americani che prevedeva una
Europei 2012
Grazie Italia! piccola ma fondamentale postilla: sarebbe divenuto esecutivo solo una volta pubblico. Cioè tre giorni dopo, l’8 settembre. Giusto il tempo utile al Re e a Badoglio per darsi alla macchia. Un minuto più tardi il nostro vecchio nemico divenne il nostro nuovo alleato. Così, mentre noi trovammo un escamotage per contenere i danni, la Germania perse il conflitto due volte: col Mondo e in Italia, dovendo riparare improvvisamente a Nord, insieme a Mussolini. Si capisce bene insomma che di motivi per avercela con noi ne hanno in abbondanza. Da allora però, tutte le volte che ci incontrano trovano il modo di motivarci, caricandosi alla rovescia. Riempiono i giornali di “Pizza e Spaghetti”, dimostrando di capirci non molto più di nulla che vada oltre loro stessi. Con tutto quello per cui potrebbero giustamente sfotterci, perché proprio sulla cucina? Ma non si rendono conto che ci fanno un complimento? Pizza e spaghetti ce li teniamo volentierissimo, se le alternative sono le schifezze che mangiano loro! Il secondo motivo è bio-storico, e si trasferisce in campo. “Si può fare sport solo nel modo in cui si vive”. E’ una teoria che galleggia sul calcio. Ha molti contro-esempi che la invaliderebbero, però nei casi più importanti regge. Il calcio all’italiana nasce proprio l’8 Mario Balotelli
Settembre 1943. Eravamo sfatti, distrutti da una guerra a cui non avremmo dovuto partecipare. Soprattutto denutriti. Non avevamo mangiato carne per un decennio, quasi solo polenta e aringhe. Tutta la successiva generazione di atleti non avrebbe mai potuto reggere il vigore degli anglo-sassoni, che invece si erano alimentati meglio. Così, dallo svantaggio fisico, dal voltagabbanismo che ci spinge a mollare l’alleato per convenienza e a scappare un minuto dopo nel letto del nemico, dall’opportunismo atavico che è in noi, germogliò spontaneamente il catenaccio. Ovvero: libero staccato dietro la difesa; mediano basso; mentalità risparmiatrice; uso del gruppo come valore aggiunto; preparazione della partita sull’avversario, azzerandone i pregi e stressandone i difetti. E soprattutto contropiede. Cioè: guadagnare spazio facendo salire gli altri per contrattaccarli alle spalle. Anche questo è nel nostro genoma: gli Orazi infilarono i Curiazi in controtempo lasciandoli avanzare. A tutto ciò, i tedeschi non hanno mai avuto risposte. In campo sono i più organizzati e i più solidi. Arrivano in fondo, si piazzano sempre. Se non vincono ci vanno vicinissimo. Giocano perciò anche loro esattamente come vivono. Hanno un bisogno maniacale di regole. Non si pongono mai il problema di quanto siano ferree, o illogiche. Sono convinti che bastino per campare bene. Naturalmente, dentro una società così cristallizzata ci si sviluppa in modo virtuoso: non si sgarra, si lavora meglio, non ci si raccomanda a vicenda perchè il rischio non vale la candela. E ovviamente non ci si indebita oltre le possibilità. Ma è anche vero che la luna ha sempre due facce. Nel rigore militaresco ci si inaridisce. Si smette di pensare. Alla lunga finiscono le idee. Quando i tedeschi scoprono una diversità, rimangono spiazzati. Ha infatti trovato molta
diffidenza Loew, il più contemporaneo dei ct. Forse il primo uomo della storia dello sport tedesco capace di leggere il mondo nel modo corretto. Aprendo alle differenze, naturalizzando gli immigrati. Ha aggiunto forza esplosiva negroide e genio balcanico all’organizzazione autoctona che aveva già. Esclusa la Spagna che ha troppo talento individuale per esser confrontata col resto, la Nazionale di Loew è nettamente la migliore dell’ultimo quadriennio. Tra gli scorsi Mondiali e questi Europei non semplicemente ha battuto, ha travolto mezzo mondo: 4 gol all’Argentina, 4 all’Australia, 4 all’Inghilterra, 3 all’Uruguay, 4 alla Grecia, una lezione di calcio totale all’Olanda che ne fu pioniera. Prima di incontrarci, Loew aveva perso solo con la Spagna per un gol da palla inattiva. Ma con noi nemmeno il suo modernismo può bastare. Noi costringiamo i tedeschi a pensare. Ad avere idee migliori delle nostre. E’ in questo che vanno in default. Noi ne siamo la nemesi, il loro opposto drammatico. Ogni volta che facciamo una legge abbiamo già pronto l’inganno. Non badiamo a rispettarla, pensiamo anzi a come raggirarla. Questo ci rende inesorabilmente quel che siamo: il passo costantemente più lungo della gamba, conti in rosso, un espediente dietro l’altro, emergenze continue, scandali, corruzione, mafia quando peggio. Ma anche per noi esiste il lato opposto della luna: l’altra faccia del nostro modo di vivere è proprio l’imprevedibilità. Il nostro contropiede è fuori dal loro paradigma come la pizza e gli spaghetti. Non lo capiscono, non lo tollerano, quasi preferiscono rifiutarne l’esistenza. Glielo proponiamo da 60 anni, e non hanno ancora trovato l’antidoto. MARIO L’ALIENO Balotelli li ha finiti alle spalle mentre rientravano dal corner. Come Del Piero a Dortmund, Tardelli e Altobelli a Madrid, Riva e Rivera in Messico. Proprio il precedente del 1970 è il più simile al presente. Dunque esiste per insegnarci qualcosa. Anche allora venivamo dalle macerie che la Corea di Pak Doo Ik ci aveva rovesciato addosso. Anche allora,
in una semifinale da leggenda, riuscimmo ad affermare definitivamente un modo unico, tutto nostro, di coprire il campo. E anche allora crollammo all’ultima curva. Con il torto di presentarci sfiniti davanti a un tiranno come Pelè, che non aveva ancora finito di dominare. Rientrammo cambiando in volo la pista d’atterraggio per sfuggire alla contestazione. Ma i giocatori vennero comunque coperti da ortaggi e infamie, pur avendo lasciato una grande eredità alla generazione successiva. Che impiegò 12 anni per rifarsi. Se oggi sapremo dimostrarci maturi al punto da sostituire i pomodori con gli applausi, l’attesa per il riscatto sarà meno lunga. Anche perché stavolta, rispetto al passato, siamo andati molto oltre. Abbiamo inaugurato una pagina nuova della nostra storia. Abbiamo dimostrato di poter annientare un grande avversario in tutte le zone del campo, non solo alle spalle come ci viene semplice fare. Oltre a disporre del solito grande contropiede, e della solita grande difesa, abbiamo acquisito il controllo della palla. Con un creativo in più al posto del mediano classico. E soprattutto abbiamo Balotelli. Un talento insopportabilmente esagerato. Ma che prima o poi ti costringe a guardare tutto dal suo punto di vista. Incarna l’integrazione necessaria nel mondo in movimento. I cui cittadini delle comunità sono coloro che ne contribuiscono allo sviluppo, pur non nascendovi necessariamente. Cosa rappresenti per il nostro movimento ce lo ha detto scaraventando il pallone al sette con una violenza mai vista. E togliendosi successivamente la maglietta. E’ l’alieno che tendiamo a respingere, ma di cui non dobbiamo avere paura: viene a diffondere una civiltà superiore, per evolvere quella precedente. IL SEME DEL FUTURO Se Balotelli non rimarrà isolato e traccerà il solco, domineremo. La nostra scuola, la nostra burocrazia di gioco, la nostra mentalità votata all’arte d’arrangiarsi, il nostro equilibrio, mescolati a tutto ciò che non abbiamo mai avuto: lo strapotere fisico degli africani. Questo cocktail non solo ci renderà migliori. Può farci diventare illegali, nell’epoca che verrà. Questa purtroppo è ancora della Spagna. El equipazo mas valioso en la historia del futbol del viejo continente. Merita i nostri complimenti, ovvi ma non meno che sinceri. Senza però dimenticarsi di rivolgerne altrettanti a Prandelli e a tutti gli Azzurri. Che oltre ad aver inventato un sogno, hanno raccontato dove sta il futuro. A noi, Paese cosparso di disastri e debiti, che ne abbiamo un gran bisogno. Di cuore, grazie. Enrico Gualtieri
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21 Raffa bocce - Ai Campionati Italiani femminili di cat. A1 secondo posto per l’atleta della MP Filtri Rinascita di Budrione Maria Losorbo che mantiene il primato in classifica generale
La Losorbo stacca le campionesse del mondo
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i Campionati Italiani Femminili di categoria A1 l’atleta della MP Filtri Rinascita di Budrione, Maria Losorbo conquista il secondo posto sul podio dietro la veterana Germana Cantarini. La Losorbo comincia il primo incontro sabato 30 giugno contro Franca Mascagni del comitato di Bologna: perde la prima partita (8-2), vince la seconda (8-3) e la terza (8-3). Nel secondo turno la Losorbo incontra la campionessa del mondo Barbara Guzzetti del comitato di Legnano: perde la prima partita (8-1) ma vince la seconda (8-5) e la terza (8-4)
Maria Losorbo
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’ arrivata l’ufficialità: Handball Carpi giocherà nel massimo campionato italiano. Un evento storico per lo sport carpigiano e per la società biancorossa che, dopo due promozioni dalla B all’A1 e il primo posto ex aequo con Cassano, corona una lunga rincorsa. Nel fine settimana la Figh ha ufficializzato la riforma dei campionati che unisce Elite e A1: così alle 12 squadre dell’ultima Elite si aggiungono quelle dei due gironi di A1 e le promosse dall’A2 per formare un’unica categoria (nuovo nome “Serie A Prima divisione nazionale”) che ruoterà intorno a tre gironi da 12 squadre ciascuno. “Siamo molto soddisfatti – spiega il d.g. biancorosso Claudio Cerchiari – perché tre anni fa Carpi era in C e ora si ritrova nel gotha della pallamano italiana e si potrà confrontare con tante realtà affermate. L’obiettivo è di farci trovare pronti: in questi mesi abbiamo lavorato per l’Elite e l’arrivo di Molina, che speriamo presto possa diventare italiano, ne è la conferma. Il nostro sogno è quello di costruire una squadra che possa provare a centrare i playoff scudetto e giocarsi magari l’accesso a una coppa europea. Per Carpi sarebbe un altro evento storico. Anche se le note liete finiscono qui”. Cerchiari è infatti molto amareggiato per la risposta negativa della città e degli imprenditori locali all’impennata della Handball Carpi. “Dopo quel che abbiamo fatto in questi tre anni di successi, con due promozioni e un primo posto, appena 5 sconfitte in tre campionati, ci aspettavamo una risposta diversa da Carpi. E invece gli imprenditori locali ci hanno abbandonato – attacca – si sono dimostrati ancora una volta insensibili allo sport locale, pensano solo ai lori interessi. In questi mesi abbiamo sondato tante piste, ma la risposta è stata sempre negativa, nessuno vuole darci una mano. Capiamo la crisi e gli effetti devastanti del terremoto, ma noi non cerchiamo un main sponsor, ci basterebbero un pool di marchi per rinforzare la società. E quindi
portandosi in semifinale. Domenica 1° luglio contro la giovane Linda Cristofori della Società Olimpia Reggio Emilia l’atleta della MP Filtri Rinascita perde la prima partita (8-4) ma vince le due successive (8-5 e 8-1) approdando alla finale contro Germana Cantarini della Canottieri Cremona, regina della raffa, sei volte campionessa del mondo, veterana delle bocce con più di trent’anni di esperienza alle spalle. Maria Losorbo perde male la prima partita (8-0) ma ha il merito di non abbattersi e nella seconda gioca benissimo vincendo (8-1). Purtroppo l’esperienza dell’avversa-
la Handball Carpi giocherà nel massimo campionato italiano. Un evento storico per lo sport carpigiano e per la società biancorossa
Carpi nel gotha della pallamano italiana
“Dopo quel che abbiamo fatto in questi tre anni, ci aspettavamo una risposta diversa da Carpi. E invece gli imprenditori ci hanno abbandonato”. Claudio Cerchiari
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a tenacia, il sacrificio, la determinazione, l’orgoglio, la grinta, la passione, il gioco di squadra sono le caratteristiche vincenti delle ragazze della G.S.M. Mondial Città di Carpi. Alle finali di Lignano Sabbiadoro, la squadra - guidata da Coach Meschieri - è stata perfetta. Esaltante nella Finale disputata contro il Volley Salese (PD), la squadra si è imposta grazie a un atteggiamento aggressivo, lucido e preciso. I pochi palloni che tornavano nel campo delle carpigiane erano sistematicamente rigiocati e conclusi a proprio favore con un largo
devo andare avanti da solo, perché a Carpi, evidentemente, a nessuno interessa una squadra che punta all’Europa”. MERCATO. Dopo l’annuncio di Molina, Cerchiari è a caccia di un terzino sinistro e di un pivot, mentre nel segno del ringiovanimento salutano due pezzi “storici” della rosa biancorossa come il capitano Stefano Bonazzi, che lascia dopo tre stagioni e l’altra “bandiera” Willy Zafferi, tornato due anni fa a Carpi. “Sono stati due esempi per i nostri ragazzi, li ringrazio e faccio loro un grande in bocca al lupo”, spiega Cerchiari. LA STAGIONE. La Figh ha rese note anche formula e date della nuova serie A, in cui si potrà schierare un solo straniero fra comunitari ed extracomunitari. Al termine dei tre gironi (22 giornate) le squadre classificate al primo e secondo posto
Pallavolo femminile - G.S.M. Mondial Città di Carpi
Campionesse d’Italia
ria e la sfortuna le costano il primo posto. Prima classificata: Germana Cantarini (Canottieri Cr); seconda classificata Maria Losorbo (MP Filtri Rinascita Mo); terza classificata Lea Morano (Osteria Grande Bo). Con la finale dei campionati italiani si determina anche la classifica generale alto livello FIB che incorona Maria Losorbo regina della raffa davanti a tutte le campionesse del mondo: prima classificata Maria Losorbo (MP Filtri Rinascita Mo) con 26 punti; seconda classificata Germana Cantarini (Canottieri Cr) con 21 punti; terza classificata Elisa Luccarini (Reggio Emilia) con 20 punti.
di ogni girone più le due migliori terze prenderanno parte ai playoff scudetto (quarti, semifinali e finali al meglio delle tre gare). Si parte il 22 settembre, chiusura il 30 marzo 2013 con un mese di sosta fra metà dicembre e metà gennaio. I quarti dal 13 al 23 aprile, semifinali dal 27 aprile al 7 maggio, finale tra l’11 e il 25 maggio. La squadra campione d’Italia parteciperà alla Champions League dell’anno seguente, mentre seconda e terza classificata prenderanno parte alla Challenge Cup. Le squadre classificate all’ultimo posto di ciascun girone al termine della fase regolare retrocederanno in serie A2. Cambia anche la Coppa, che si giocherà solo con la final four il 2 e 3 febbraio e vi partecipano le tre capolista e la miglior seconda (semifinali e finale) dei tre gironi al termine dell’andata. GIRONE. Con la nuova formula Carpi rischia di finire nel girone B, quello del Centro Italia, visto che in quello settentrionale ci sono sulla carta già 12 squadre più a Nord dei biancorossi: Bolzano, Pressano, Trieste, Bressanone, Ambra, Mezzocorona, Cassano, Merano, Mestrino, Oderzo, Cologne e Parma. Oltre alle altre emiliane (Bologna, Ferrara, Mordano, Casalgrande e Castenaso) dovrebbero esserci marchigiane, abruzzesi e forse Sassari. 25-6 che ha tolto ogni velleità di vittoria alle avversarie. Il resto dei set non si discostava molto: 25-9 e 25-20. All’ultimo pallone Anna Bartoli, Silvia Bassoli, Claudia Bellentani, Laura Boni, Alessia Capasso, Cristina Corghi, Erika Corsi, Silvia Dallari, Sara Fiorini, Laura Garcia, Camilla Guerzoni, Lucrezia Morselli, Alessia Pucillo e Giada Trevisani hanno potuto scatenare la loro gioia insieme allo staff dirigenziale e ai genitori.
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Il campione olimpionico Antonio Rossi si è recato al Circolo Canottieri ai laghetti di Campogalliano per tenere una lezione di canoa ai bambini provenienti dalle zone del sisma, regalando loro l’emozione di pagaiare in sua compagnia
Un giorno di (stra)ordinaria normalità G iovedì 28 giugno nel Centro Sportivo di San Felice sul Panaro, l’olimpionico Antonio Rossi ha incontrato il vice sindaco Giovanni Giovannelli, l’assessore allo Sport Massimo Bondioli e il vice presidente del CSI di Modena, Raffaele Della Casa per portare il suo saluto alle popolazioni colpite dal sisma. Antonio Rossi, accompagnato dalle istituzioni presenti, ha visitato uno dei campi di accoglienza per le popolazioni sfollate, gestito dalla Protezione Civile e, successivamente, si è recato nella zona rossa del centro storico. Il campione di canoa è stato nella Provincia di Modena in qualità di ambasciatore dell’Happy Meal Sport Camp, il camp estivo multidisciplinare organizzato da McDonald’s e dedicato ai bambini dai 6 agli 11 anni, per dare la possibilità ai bambini di otto città diverse, di vivere cinque giorni all’insegna di attività motorie, sportive, momenti ricreativi e ludici seguiti da istruttori professionisti e da nutrizionisti. In considerazione del difficile momento vissuto dalla
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a quasi dell’incredibile l’impresa dei ragazzi dello Sporting Club Carpi, che domenica scorsa sono riusciti a battere in trasferta il C.T. Viterbo per 4-1 (dopo il pareggio all’andata di 3-3 sui campi di casa). A intascare la vittoria non ce l’ha fatta solo Gianluca Marchiori che ha incontrato Privato, classifica 2.3 loro numero uno e assente nella trasferta di Carpi. Tutti gli altri hanno fatto centro. Incontenibile la felicità dei giocatori carpigiani che non hanno perso l’ottimismo nemmeno per un istante, convinti di potercela fare. “Per me questo successo è come se avessi vinto la Coppa Davis” ha esclamato André Rizzoli, mentre capitan Artioli ha detto soltanto: “siamo stati grandi!” Ora ci sono nove mesi di tempo per perfezionare la squadra che disputerà un altro campionato in Serie B. Mentre la squadra
popolazione modenese, la tappa di Modena del Camp, iniziata lunedì 25 giugno, è stata aperta gratuitamente
a 60 bambini provenienti dalle zone colpite dal sisma, con la speranza di dare ai piccoli sportivi la possibilità
Tennis
Lo Sporting conferma la Serie B
Squadra serie B dello Sporting Club Carpi
viaggiava verso Viterbo, sui campi dello Sporting si disputavano invece le finali del Campionato Giovanile Under 10, 12, 14, 16 maschile e femminile. In totale sono
stati una novantina i tennisti che si sono sfidati nelle varie categorie. Un dato degno di nota è che la maggior parte di loro proveniva dalle zone fortemente colpite dal sisma. Foto torneo Under
di vivere qualche giorno di distrazione e “normalità” grazie allo sport. Proprio per questo motivo, dopo
l’incontro con le istituzioni, Antonio Rossi si è recato al Circolo Canottieri ai laghetti di Campogalliano per
tenere una lezione di canoa a tutti gli iscritti al Camp, regalando loro l’emozione di pagaiare in sua compagnia.
06.07.2012 n° 26
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