Tempo n°27

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Settimanale di

13 luglio 2012

attualità, cultura, spettacolo, musica, sport e appuntamenti ANNO XIII N. 27

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il commercio non si arrende Da sinistra Mauro Sighinolfi e Laura Balboni

Il terremoto non ha scalfito l’intraprendenza e la voglia di fare degli imprenditori e dei commercianti della nostra città. Le boutiques Della Martira di Carpi e Mirandola hanno ripreso vita in una sede provvisoria a Sorbara Artioli, Righi e Partesotti

Daniela Meletti

l’emergenza crea alleanze: la meglio sanità

PISCINA AL COLLASSO: “rischiamo la chiusura”

Cecchini, Borghi e Papotti

una “carneficina” nel nome della solidarietà

Scuola M. Fanti

LO STATO DELLE SCUOLE A CARPI DOPO IL SISMA


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2 la Foto della settimana

Tra le righe...

Villa Richeldi senza torre - Luciano Arletti

Il Motus chiude i battenti e non dà risposte

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ella cattedrale del wellness Motus di Carpi, il telefono squilla a vuoto da giorni. Fuori, davanti al cancello della palestra di via Eraclito al civico 2, è appiccicato un cartello che recita: “causa noti eventi naturali siamo nostro malgrado costretti a sospendere l’attività. A breve verranno fatte ulteriori comunicazioni con gli sviluppi. Ci scusiamo per il temporaneo disagio”. Una nota seguita da un numero di cellulare a cui non risponde mai nessuno. Solo la segreteria telefonica. Impossibile contattare i titolari per avere informazioni precise sullo stato della struttura dopo il sisma. E intanto gli iscritti temono il peggio. “Macchè sisma - commenta una utente abituale della palestra - la struttura navigava già in cattive acque; speriamo che non strumentalizzino il terremoto per chiudere baracca e burattini. A tutti noi è arrivato un sms che diceva: causa noti eventi naturali siamo nostro malgrado costretti a sospendere l’attività assicurando che garantiremo il recupero per il periodo interrotto. In tanti abbiamo provato a telefonare per sapere qualcosa in più ma inutilmente”. Come mai a oltre un mese dal sisma e dopo una parziale apertura dello stabile (il piano superiore con la sua area relax era chiuso) sabato scorso si è provveduto a una chiusura totale? Domande lecite a cui i titolari dovranno dare risposte precise per rassicurare i propri iscritti sui tempi di riapertura o sugli eventuali rimborsi. Perchè si sa, una palestra chiusa con tanto di fuga truffaldina del proprietario, a Carpi l’abbiamo già avuta... E ci brucia ancora.

Jessica Bianchi

Frase della settimana...

“L’assessore Morelli con la riapertura del centro ha davvero dimostrato di avere gli attributi”. Una commerciante.

Il graffio

La Iena

Gli esercenti del centro chiedono una tassa per chi non vorrà paga le luminarie di Natale. Se non abbasseranno le serrande prima, naturalmente... attualità, cultura, spettacolo, musica, sport e appuntamenti

DIRETTORE RESPONSABILE Gianni Prandi CAPOREDATTORE Sara Gelli REDAZIONE Jessica Bianchi, Valeria Cammarota, Francesca Desiderio, Enrico Gualtieri, Federico Campedelli, Francesco Palumbo, Marcello Marchesini, Clarissa Martinelli, Chiara Sorrentino.

IMPAGINAZIONE e GRAFICA Liliana Corradini

PUBBLICITA’ Multiradio - 059698555

STAMPA Centro stampa delle Venezie - 049-8700713

REDAZIONE e AMMINISTRAZIONE Via Nuova Ponente, 24/A CARPI Tel. 059 645566 - Fax 059 642110 jessica@radiobruno.it, liliana@radiobruno.it COOPERATIVA RADIO BRUNO arl Registrazione al Tribunale di Modena N. 1468 del 9 aprile 1999 Chiuso in redazione l’11 luglio 2012


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Sarà il servizio di Day Hospital Oncologico a occupare le due tende attrezzate e climatizzate donate dalla Provincia di Roma all’Ospedale Ramazzini di Carpi

La priorità? Tutelare i più fragili D ue tenda complete di illuminazione e di condizionamento sono queste le attrezzature che la Provincia di Roma ha consegnato il 4 luglio all’Ospedale Ramazzini di Carpi, per affrontare al meglio questo momento di grande emergenza. “Davvero un bellissimo e gradito regalo”, ha commentato il direttore del distretto sanitario, Claudio

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ra i tanti episodi di solidarietà legati al sisma ve ne è uno che racconta di buona sanità. Li dividono una ventina di chilometri circa, a unirli sono invece anni di conoscenza e di lavoro nel medesimo campo, quello della cura dei tumori; anni nel corso dei quali è maturato un rapporto fatto di stima reciproca e amicizia. Fabrizio Artioli e Giovanni Partesotti – direttori delle oncologie dell’ Ospedale di Carpi e Mirandola il primo, e di Sassuolo il secondo - hanno anche un percorso professionale simile. “Abbiamo lavorato come internisti e soltanto dopo siamo divenuti oncologi – racconta Partesotti - per cui apparteniamo a quella vecchia scuola in grado di fare un po’ di tutto”. La nostra bella storia inizia, paradossalmente, con le scosse di quel maledetto martedì 29: quando il Ramazzini è collassato, il dottor Artioli ha avuto il problema di trovare un altro luogo per curare i suoi pazienti. “Il Policlinico era provato dal terremoto e per Baggiovara, sarebbe stato difficile attrezzarsi per un’attività oncologica”. Per questo il primario dell’Area nord ha telefonato direttamente al suo collega di Sassuolo, con il quale collabora sin dalla fine degli Anni ’90. “La collaborazione e la disponibilità dimostrate da parte del Day Hospital oncologico di Sassuolo sono state fondamentali. Da parte di Partesotti c’è stato un sì immediato alla mia richiesta d’aiuto, ancor prima che ne venisse convalidata l’ufficialità da parte delle direzioni generali”. “Artioli - conferma Partesotti - mi ha contattato il giorno successivo alle scosse. Come nelle tende tanti medici

Vagnini. La tenda che, inizialmente, avrebbe dovuto ospitare i dializzati, dopo il rientro del Centro Dialisi nella sua sede abituale, sarà invece adibita ad altre funzioni medico-ospedaliere, come ci spiega il dottor Carlo Tassi, direttore del Pronto Soccorso del nosocomio carpigiano, nonché direttore del Dipartimento Interaziendale di Emergenza/Urgenza, 118

e Pronto Soccorso Medicina d’urgenza dell’Usl di Modena. “Insieme alla direttrice dell’ospedale, dottoressa Teresa Pesi, abbiamo deciso di ospitare all’interno delle due tende, il servizio di Day Hospital Oncologico, poiché finora operante in una tenda scarsamente climatizzata e quindi estremamente disagevole per i delicati pazienti che la fruiscono. Col

L’alleanza tra i primari Fabrizio Artioli e Giovanni Partesotti, ha permesso ai pazienti oncologici di Carpi e Mirandola di essere immediatamente dirottati a Sassuolo

La meglio sanità Da sinistra Fabrizio Artioli, Angela Righi, Giovanni Partesotti e Piera Barbolini

di base nei luoghi del cratere si sono organizzati immediatamente per visitare, così abbiamo fatto noi”. Da quel momento vige una sola parola d’ordine: rapidità. “Abbiamo dovuto cercare di dilatare gli spazi del nostro Day Hospital – continua il primario di Sassuolo – nel più breve tempo possibile”. Ed è così che è stato posizionato un letto in più in ogni camera, passando da sei a nove posti; le poltrone motorizzate per la chemioterapia sono aumentate da sei a otto; in una delle due sale d’attesa sono state montate sei ulteriori poltrone a rotelle regolabili, mentre nell’altra dei tavolini hanno creato una piccola mensa interna con otto posti, creando una ‘nuova’sala d’attesa nell’atrio, tra il reparto e quello di Psichiatria. La capacità di posti letto è così salita da 12 a 23. “Se si considera che alcune terapie possono essere anche molto brevi – continua Partesotti – si capisce come

su quelle postazioni potessero avvicendarsi anche quattro persone al giorno. Va detto poi che senza il contributo di Carpi non ce l’avremmo fatta”. Dal Ramazzini sono arrivati infatti la caposala, due medici e altrettanti infermieri dalle 6.30 del mattino, sostituiti da altri cinque colleghi nel pomeriggio. “La velocità con la quale siamo riusciti a realizzare il tutto è incredibile, praticamente dal mezzogiorno alla sera. In poche ore abbiamo potuto acquistare una grossa cappa aspirante per la preparazione di farmaci usufruendo di un fondo nazionale straordinario”. Approntati i locali, le squadre di Carpi, Sassuolo e Mirandola hanno accolto i pazienti, molti dei quali già duramente provati dalle scosse. “Inizialmente alcuni di loro avevano timore di salire al terzo piano dov’è situata l’Oncologia – spiega la responsabile del Day Hospital di Mirandola, dottoressa Pao-

la Nasuti – e quando finivano i trattamenti, la sera, facevano ritorno a casa. In questo è stato fondamentale l’aiuto delle associazioni di volontariato: l’Amo che ha accompagnato con i pulmini i malati e Per vincere domani che ha subito messo a disposizione il suo ufficio all’interno del Reparto di Sassuolo per allestire delle postazioni operative”. La settimana prima del sisma al Nuovo Ospedale Civile si registravano 166 accessi la settimana, per una presenza media giornaliera di 33 persone; dal 29 in avanti tutto si sposta su Sassuolo: 287 gli accessi nelle due settimane più intensi e 55 pazienti al giorno di medi. “Già alle 6.30 del mattino continua Partesotti - avevamo dalle 50 alle 60 persone ad aspettare di iniziare gli esami, i cui risultati arrivavano dalle 10.30 in poi, finendo alla sera verso le 20. Il flusso è migliorato quando a Carpi ha riaperto un centro prelievi all’interno

di una tenda e abbiamo potuto spalmare le analisi”. Ma come è stata possibile questa ‘impresa’? “Ammetto che questa efficienza, in un paese come l’Italia, lascia quasi increduli. Ciò che è avvenuto – dichiara Artioli - è stato davvero drammatico e inaspettato, mettendo a dura prova tutte le strutture. La solidarietà degli operatori del volontariato è la chiave di volta per affrontare situazioni di questo tipo, così come la rete oncologica provinciale e nazionale, che sono state fondamentali”. Insomma, a premiare, oltre al grande sforzo di tutti gli operatori coinvolti, è stato il lavoro svolto negli anni, che ha fatto sì che, nel momento della prova del fuoco, il congegno potesse funzionare senza intoppi. “Le cose hanno funzionato – ribadisce Partesotti - perché c’era già una rete, altrimenti una risposta a una situazione di questo tipo non la si inventa da un giorno all’altro. Già

passare dei giorni e sulla base delle esigenze e dei bisogni che emergeranno, eventualmente valuteremo diverse e ulteriori destinazioni d’uso alle due tende ricevute. Ovviamente - ma speriamo sia tutto finito - nel caso in cui dovessero verificarsi altre scosse, il Pronto Soccorso sarà il primo a prenderne immediato possesso”. J.B. da anni ci confrontiamo con l’Oncologia di Carpi, scambiandoci informazioni, partecipando ogni anno a riunioni comuni, nel corso delle quali medici e infermieri si ritrovano insieme per discutere metodiche di lavoro e casi clinici”. L’emergenza ha anche fatto comprendere alcune necessità fondamentali. “Per prima cosa – chiosa Artioli occorre avere dei numeri di emergenza ai quali i pazienti possono rivolgersi. Servono immediati punti di riferimento per i malati: soltanto nei primi tre giorni abbiamo ricevuto 450 telefonate, tant’è vero che abbiamo messo a disposizione un secondo numero h 24. Poi occorre indicare un luogo fisico dove la gente possa recarsi: grazie al volontariato abbiamo acquistato una roulotte, spostando tutte le 4mila cartelle cliniche all’interno di un container”. Al Ramazzini l’oncologia dovrebbe ripartire a fine mese, e sei pazienti di Mirandola resteranno da quel momento a Carpi per altre tre settimane circa, poi, anche nella Città dei Pico sarà messa a disposizione una nuova struttura. Le ultime parole sono pronunciate da un’emozionata Nasuti. “Che dire dei colleghi di Sassuolo? Sono stati meravigliosi, di una disponibilità commovente. Si possono aprire le porte in tanti modi, ma in questo caso abbiamo avuto un’accoglienza vera, bella e sincera. Ci hanno fatto sentire a casa”. In questi giorni si sente spesso ripetere che il terremoto ha fatto emergere il meglio e il peggio delle persone. In questo caso, per fortuna, si è trattato del lato migliore di una sanità che riserva anche belle sorprese. Marcello Marchesini


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a moda carpigiana e le attività produttive e commerciali ad essa correlate non si fermano davanti ai segni lasciati dal terremoto. Ciò che pervade l’animo ferito degli abitanti della città è infatti la voglia di ricominciare, di riprendere in mano la propria vita e tornare a sorridere con coraggio e determinazione. E’ con questo spirito che Mauro Sighinolfi e sua moglie Laura Balboni, titolari delle boutiques Della Martira di Carpi e Mirandola, in seguito alla momentanea chiusura delle loro sedi storiche, il 6 luglio hanno aperto un temporary store a Sorbara, al civico 65 di via Nazionale, che resterà attivo fino al 29 settembre. “E’ un’esigenza - spiega Sighinolfi - che si è manifestata a seguito degli eventi sismici che hanno compromesso la gestione delle nostre sedi. A Mirandola la situazione è più grave che a Carpi, in quanto sia il negozio di abbigliamento uomo/donna al civico 2/4 di via Pico, che il negozio junior al civico 3 di via Pico, sono inagibili sin dalla scossa del 20 maggio, e sono tuttora non operativi, essendo collocati all’interno del centro storico che, purtroppo, è ancora semi deserto, un cuore che stenta a pulsare, ma che noi di certo non vogliamo abbandonare. I nostri locali di Carpi, in Corso Cabassi e in viale Ariosto, sono invece totalmente agibili ma per noi, oggi, è fondamentale rispettare lo stato d’animo dei carpigiani che risentono ancora del trauma provocato dal violento sciame sismico. Infatti anche se la furia del terremoto sembra essersi placata - e tutti ci auguriamo fortemente sia così - i segni che ha lasciato nell’animo delle persone sono ancora ben visibili. La maggior parte della gente ha paura, soprattutto chi vive in cima a grandi complessi edili. Chi abitava al sesto

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on so voi, ma a me, qualcosa proprio non torna. Mi guardo intorno, col naso all’insù, per le strade della nostra città ferita e un nodo mi aggroviglia lo stomaco. Molte sono le strutture dilaniate eppure tutti inneggiano a un immediato ritorno alla normalità. I commercianti del centro storico, in ginocchio dopo il sisma, chiedono al Comune eventi e animazione per riportare la gente nel cuore cittadino; gli ambulanti vogliono tornare in Piazza; Michelina Borsari direttrice del FestivalFilosofia invita tutti a popolare le piazze di Carpi, Modena e Sassuolo in occasione della prossima kermesse filosofica (dal 14 al

Il terremoto non ha scalfito l’intraprendenza e la voglia di fare degli imprenditori e dei commercianti carpigiani. Le boutiques Della Martira di Carpi e Mirandola hanno ripreso vita in una sede provvisoria a Sorbara

La moda non si ferma

Mauro Sighinolfi e Laura Balboni

piano della struttura di viale Ariosto, della quale fa parte anche il nostro negozio, è rimasto, a ragione, traumatizzato dalle scosse e, per ora, non ha intenzione di rientrare nella sua casa. Il

nostro desiderio è che gli abitanti di Carpi e Mirandola possano risollevarsi dall’incubo del terremoto il prima possibile, ma forse ora è ancora troppo presto per vedere del tutto dissolte

amarezza e preoccupazione. Abbiamo percepito subito che l’atmosfera non era di quelle spensierate e propense allo shopping e, sin dal 30 maggio, ci siamo immediatamente prodigati

Champion inaugura a Carpi gli spazi dedicati al Design and Development Center, fino alla scorsa settimana presso la sede di Scandicci e da oggi riunito nell’headquarter di Gruppo

Champion riapre a Carpi e si fa antisismica

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hampion Europe SpA riapre la sede centrale di Carpi dopo la chiusura disposta il 29 maggio in seguito alle scosse di terremoto che ci hanno colpito. Con l’obiettivo di dare impulso alle attività di prevenzione dal rischio sismico, la direzione generale del gruppo, guidata dal presidente e amministratore delegato Sauro Mambrini, ha avviato una serie di interventi di ripristino degli degli spazi lavorativi. Anche se i danni subiti erano contenuti, le operazioni sono state attivate con tempestività per rispondere alle nuove normative sulla classificazione del rischio sismico e come doverose misure precauzionali a garanzia della si-

curezza di dipendenti, fornitori e partner aziendali. Il centro di distribuzione adiacente all’edificio della sede centrale, invece, rimarrà chiuso ancora per otto settimane, così da permettere il completamento del piano degli interventi. In coincidenza con il giorno di riapertura, Champion ha inaugurato anche gli spazi dedicati al Design and Development Center, fino alla scorsa settimana presso la sede di Scandicci e da oggi riunito nell’headquarter di gruppo. “Tale trasferimento - commenta Mambrini - è un elemento chiave del processo di armonizzazione della struttura del gruppo, ora riunita nella stessa sede. Siamo infatti convinti

che la prossimità delle funzioni più vicine al mercato e ai nostri clienti sarà di ispirazione alla nostra creatività e darà maggiore spinta commerciale alle nostre attività. Questo a vantaggio dello sviluppo futuro del nostro business”. A bocca asciutta invece restano i lavoratori della sede fiorentina che hanno rifiutato di recarsi a Carpi ogni giorno. A Scandicci lavoravano in 60: 19 (di cui 8 madri e 2 padri) hanno presentato le dimissioni, 7 si sono trasferiti a Carpi, altri 20 si muoveranno a luglio, mentre in 30 saranno licenziati. Senza ammortizzatori sociali però, perché l’azienda non si è neppure seduta al tavolo per discuterne.

per trovare una location alternativa provvisoria, anche perchè le indicazioni che provenivano dalle istituzioni erano allarmanti e alquanto fumose”. In mancanza di linee guida chiare e definitive da parte dei vertici della Regione, Mauro Sighinolfi e sua moglie Laura, per non rischiare di doversi fermare, hanno optato - come altri nella loro situazione - per una scelta che fosse di compensazione ai gravi disagi subiti. Nonostante le difficoltà iniziali, fortunatamente la ricerca incessante di una location adeguata ha dato i suoi frutti, consentendo ai titolari e a tutto lo staff di disporre di un’ampia struttura, equidistante da Carpi e da Mirandola, e pertanto agevolmente fruibile dagli abitanti di entrambe le città. “In questa sede - ha proseguito Sighinolfi - noi procederemo all’intera gestione dei

Festival Filosofia e oltre

Sì a un ritorno alla normalità, ma con la necessaria prudenza! 16 settembre) “perchè non ci sono problemi e non c’è alcun pericolo”... Certamente le sedi che ospiteranno il festival saranno ripensate dopo quanto accaduto ma resteranno comunque in angoli del centro storico. E la sicurezza? La Soprintendenza ha definito il Torrione degli Spagnoli, di proprietà statale, “un panettone che si sta aprendo”. Solo il cuore di Carpi ha subito oltre 9 milioni di danni: la sommità della Torre del Passerino, dalla quale si sono staccati due merli, ha lesioni alle strutture murarie; il cupolino della Torre dell’Oro-

logio ha subito uno spostamento dei pilastrini che sorreggono l’intera struttura... tutto l’esterno di Palazzo Pio è lesionato, mentre all’interno si stanno ancora facendo le necessarie verifiche. Come si può pensare di sostare alla sua ombra in occasione di eventi capaci di richiamare in città migliaia e migliaia di persone? Chi se ne assumerà la responsabilità, qualora dovesse accadere qualcosa? Per non parlare poi dei corsi Fanti e Cabassi e via Duomo, sui quali incombono, minac-

saldi sia dell’adulto uomo/ donna che del bambino e contiamo per la qualità della location di beneficiare di risultati confortanti.”. “Con la scelta di Sorbara - hanno sottolineato Mauro e Laura - contiamo di attirare non solo i nostri clienti carpigiani e mirandolesi, ma anche un segmento di consumatori nuovo e complementare, così da ottenere i migliori risultati. Crediamo che a livello imprenditoriale sia sempre necessario adottare tutti i meccanismi idonei a fornire alla propria impresa opportunità di crescita ed è proprio ciò che stiamo cercando di fare”. E per quanto riguarda il futuro, i titolari del noto marchio non hanno dubbi: “fino al 29 settembre resteremo qui a Sorbara, e saremo aperti tutti i giorni, domeniche comprese, a orario continuato. Dopo questa data ci auguriamo di cuore che le conseguenze del terremoto si siano attenuate e che le città e i loro centri storici siano tornati alla normalità, per quanto riguarda le attività e le abitazioni private. Noi siamo strenuamente determinati a tornare nelle nostre sedi originali di Carpi e Mirandola, nelle quali, tra l’altro, abbiamo fatto due anni fa importanti interventi di ristrutturazione. E infatti la nascita dei negozi bimbo sia di Carpi che di Mirandola è datata settembre 2010, e riflette la nostra filosofia di completare l’intera gamma di prodotti selettivi rivolti a tutte le fasce d’età”. Ancora una volta, nonostante la mancanza di un sostegno sicuro da parte delle istituzioni, l’assenza di direttive chiare e l’incertezza per il futuro, la forza e la tenacia dei cittadini, delle attività commerciali e delle imprese della città rincuora e dà speranza, ma adesso serve concretezza anche da parte della Regione Emilia Romagna. Chiara Sorrentino ciosi e lesionatissimi, Duomo e Sant’Ignazio. Ora le parole d’ordine devono essere sicurezza e velocità. Solo quando tutti i monumenti a rischio crollo saranno rimessi in sicurezza, la gente vincerà la paura e ripopolerà il centro. Alla normalità occorre tornare, certamente, ma con la dovuta prudenza, perchè è vero, la nostra città è ancora in piedi, ma è zoppa. Instabile. Precaria. Questo è il tempo di aiutarla a reggersi nuovamente in piedi. Il più celermente possibile. Ridando speranza alla cittadinanza e, allo stesso tempo, opportunità al commercio, affinché il nostro centro non muoia del tutto.

Jessica Bianchi


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ttraversare Rovereto significa compiere un viaggio a ritroso nel tempo. Osservando gli edifici crollati, le case tutte una crepa, le fabbriche vuote, pare quasi di rivivere i momenti della Seconda guerra mondiale, quando i bombardamenti non risparmiavano niente e nessuno, civili compresi. Eppure, come da quelle macerie l’Italia ha saputo rinascere a nuova vita, più bella e vitale di prima, così ora, nella frazione di Novi, c’è chi non si arrende allo sconforto; chi dimostra col proprio impegno che il desiderio di andare avanti può essere più forte della paura. E così lo storico Forno Panzani, che si affaccia su Rovereto sin dal lontano 1931, ma che è stato irrimediabilmente danneggiato dalle scosse, ha riaperto da poco più di una settimana. In due container. “Speriamo di poter tornare nei locali della nostra attività il più velocemente possibile – dichiara Nando Panzani, che gestisce il forno insieme alla sorella Saura – non dico entro poche settimane, ma almeno nel giro di qualche mese. Purtroppo non abbiamo ancora una perizia precisa, ma i danni pare siano meno gravi di quanto pensassimo. Il vero problema è il bar di fianco

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l cuore della nostra città ansimava da tempo; ma se la crisi economica lo aveva attaccato a un respiratore, il sisma che ci ha colpiti gli ha davvero sferrato il colpo di grazia. Lo sanno bene i commercianti: il centro storico è letteralmente deserto. Spopolato. Del centro di aggregazione per antonomasia non è rimasto praticamente nulla. “Ma non dobbiamo disperare - ha commentato Giorgio Vecchi, presidente di Confcommercio, nonché negoziante, durante un’assemblea pubblica per fare il punto della situazione, lo scorso 5 luglio - il sisma non ci ha colpiti al cuore, ci ha solo azzoppati. Abbiamo ancora delle carte da giocare”. Il centro storico sta soffrendo: “i 12 giorni di chiusura totale hanno disabituato le persone a venire qui e molti colleghi, tra inagibilità dirette e indotte - continua Vecchi - sono stati costretti a trovare sedi alternative”. Anche chi è regolarmente rientrato però non se la passa meglio, perchè scarsa affluenza significa mancato introito e, sul medio e lungo periodo, tutto ciò potrebbe tradursi in chiusure a cascata. E allora che fare? Ascom Confcommercio chiede un’azione corale. Uno sforzo diffuso e partecipato di tutti, commercianti compresi. “Questo è il tempo del noi. Dobbiamo diventare attori protagonisti. Dobbiamo ripensarci, studiare nuovi progetti di animazione lungo tutto il corso dell’anno. Il centro necessita di una forte azione di rilancio, per tornare a essere attrattivo, per incentivare le zone che oggi soffrono maggiormente. Per fare tutto questo però, abbiamo bisogno del sostegno della politica e delle grandi aziende del territorio”. Tra le richieste avanzate vi è anche quella di riportare il mercato in centro il prima possibile. “Senza mercato per il commercio sarebbe

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Lo storico Forno Panzani di Rovereto, danneggiato dalle scosse, ha riaperto in due container

Ricominciamo dal pane... Nando Panzani

che, crollando, preme sulla nostra struttura rischiando di danneggiarla ancor di più”. Si sono dovuti arrangiare, raccontano i due fratelli, acquistando i due container con i propri soldi – circa 15mila euro in totale – perché a noleggio non se ne trovavano più. Lamentano il fatto che le istituzioni, in questi

momenti drammatici, nella frazione si facciano vedere poco. “Per fortuna un nostro cugino ci ha dato la possibilità di posizionarli davanti a casa sua, altrimenti

saremmo ancora qui ad aspettare. Dopo le scosse, Rovereto stava morendo, era un paese fantasma, tutto chiuso. Sbarrato. Così anche le tante persone che hanno la casa agibile stavano letteralmente scappando via. Io non ci sto – spiega Nando con piglio deciso, anche se l’emozione e la consapevolezza di cosa ci sia in gioco gli fanno tremare un poco la voce – e voglio dare il segnale che il nostro futuro è ancora qui”. Mettersi in gioco, rischiare anche i risparmi di una vita pur di non arrendersi. Anche perché, a 55 anni, qualcosa per andare avanti bisogna pur inventarsela. “La routine non esiste più, ma una qualche normalità

bisogna rimetterla in piedi”. E i clienti, per fortuna, per ora stanno rispondendo bene, perché tutti i giorni si presentano davanti alla ‘nuova sede’ del Forno Panzani. Chi a prendere un po’ di pane, chi un pezzo di stria, chi per fare un saluto, per ribadire che sì, Rovereto c’è. Certo che di coraggio per riaprire ce n’è voluto tanto. “Dopo la scossa del 20 maggio avevamo rimesso tutto in ordine in pochissimo tempo e pensavamo di esserci lasciati alle spalle un incubo orribile. Invece, con quel maledetto martedì 29, ci siamo sentiti tagliare le gambe: eravamo disorientati, non abbiamo avuto nemmeno la forza di capire cosa fosse realmente successo”. Ma, conclude Nando, ripetendo a noi e a se stesso una frase che in queste settimane deve essere stata la sua compagna di strada più assidua, da qualche parte bisogna ripartire, in un modo o nell’altro. Farlo dalla fragranza di una forma di pane appena uscita dal forno è un inizio che profuma di speranza. Marcello Marchesini

I commercianti del centro storico lanciano un grido d’aiuto: “Se la gente non torna qui, noi rischiamo di chiudere entro l’autunno”.

Commercio: è allarme rosso

Giorgio Lugli

la fine. Spazzate via ogni rigidità e riportatelo qui”, continua Vecchi rivolgendosi all’assessore a Commercio e Centro Storico, Simone Morelli. Non c’è più tempo da perdere, conclude, “se ci sediamo sulla riva del fiume ad aspettare, vedremo passare il cadavere del nostro amato centro storico e sarà troppo tardi”. Ma Morelli risponde picche: “ad oggi è impossibile riportare i 180 ambulanti

in centro”. Accanto alle ovvie difficoltà logistiche, continua, non saremmo in grado di “garantire la sicurezza di operatori e visitatori. Il centro ha riportato oltre 9 milioni di danni ma ci siamo mossi in grande velocità per riaprire la zona rossa e far partire immediatamente i cantieri sul patrimonio storico lesionato. La nostra priorità è dare segnali positivi alla cittadinanza, agire con celerità ed efficacia ma, allo stesso tempo, garantire la massima sicurezza. La nostra ambizione, se non avremo altre sorprese, è quella di far tornare il mercato nella sua sede abituale entro l’autunno”. Dure poi le parole dell’assessore nei confronti della risposta “imbalsamata” della Regione: “come si fa a chiedervi di pagare l’Iva a settembre se ad oggi continuate a non lavorare? Occorre prorogarla ulteriormente e dilazionarla negli anni. Non ci sono santi e madonne”. Un appello questo che si unisce alla richiesta di poter usufruire del fondo europeo destinato

a tutti i comuni terremotati, di 10 milioni di euro, (“un cerotto nella gamba”) per aiutare i commercianti che hanno esercizi inagibili a delocalizzare le proprie attività. “Un’occasione per rilanciare anche quelle aree del centro che faticavano a decollare commercialmente parlando”, ha aggiunto Morelli. Ma i commercianti, pur plaudendo alla velocità con cui il Comune di Carpi ha tolto i sigilli Stefania Sacchi

alla zona rossa, chiedono aiuto subito. “Cosa c’entra il mercato con noi? Cosa facciamo, teniamo aperto solo il giovedì e il sabato e gli altri giorni andiamo in vacanza? Se non si adottano delle strategie per richiamare gente in centro, noi in autunno avremo già chiuso”, proclama Stefania Sacchi, dell’omonimo forno. A lei fanno eco anche i titolari di Sir Andrew’s: “se non facciamo qualcosa subito, non so chi di noi riuscirà a sopravvivere”. Alla paura della gente che non torna ad abitare il centro, si sommano poi i problemi di sempre, come ribadisce anche Giorgio Lugli, professione ottico: “ai proprietari degli immobili non importa nulla della crisi, del calo di fatturato, del terremoto. Gli affitti sono esorbitanti e continuano ad aumentare”. A rilanciare ci ha pensato poi Marco Valentini: “prendiamoci anche le nostre responsabilità. Noi commercianti non ci coordiniamo, non ci confrontiamo mai tutti insieme. Oggi più che mai è necessario guardarci in faccia e realizzare un progetto comune e condiviso di rilancio. Chi è ConCarpi? Cosa fa per il commercio? Perchè non c’è un referente col quale interfacciarsi? E’ tempo di andare tutti nella stessa direzione”. Una strada questa che piace anche a Luca Semellini, orafo, “noi dobbiamo essere i primi a credere di poter ricominciare, stendendo il tappeto rosso ai clienti e mettendo mano al portafoglio per rendere le nostre vetrine sempre più belle. Dobbiamo essere solidali e aiutarci l’un l’altro: perchè noi siamo il centro storico”. Jessica Bianchi


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A più di un mese dalle prime scosse, i numerosi campi spontanei sorti in città e nelle frazioni limitrofe stanno tentando di darsi un’organizzazione più strutturata, mettendosi in rete per non lasciare nulla al caso

Ricostruiamo la Bassa dal basso S e ogni terremoto è diverso, differenti sono anche le risposte delle popolazioni colpite. Questo sisma emiliano di caratteristiche distintive ne ha molte: dal fatto di essere giunto totalmente inaspettato a quello di aver colpito un territorio ricco di attività produttive, all’aver ingenerato una gara di solidarietà esemplare. Altra peculiarità del nostro territorio è la nascita di numerosi campi spontanei, i quali riuniscono persone che una casa non ce l’hanno più e persone che, per paura, scelgono di continuare a dormire all’aperto, nei parchi, nelle piazzole di sosta e nei campi, creando così piccoli agglomerati spontanei di tende, camper e roulotte. Passando le settimane – siamo ormai a più di un mese dalle prime scosse – anche queste realtà stanno tentando di darsi un’organizzazione più strutturata, mettendosi in rete per non lasciare gli accampamenti e la loro gestione al caso che, spesso e volentieri, fa rima con caos. Per questo i rappresentanti di circa 12 campi – che ospitano complessivamente 500 persone - situati principalmente nei Comuni di Carpi e Novi di Modena, si sono riuniti presso il Poggio a Rovereto per dar vita a Ricostruiamo la Bassa dal basso, un comitato di rappresentanza. Un’assemblea per creare un coordinamento fra i di-

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riflettori dei media si stanno lentamente spegnendo sulle nostre città ferite: non siamo più la prima notizia al telegiornale; il numero per gli sms solidali non compare più sulle reti televisive e il sito dell’INGV sta subendo un calo di visite giornaliere. Ora inizia la vera routine fatta di giornate con il sole che sorge alle 5 di mattina, con temperature canicolari che superano i 30 gradi e cuociono tende e container, con tramonti alle 10 di sera quando di gradi ce ne sono ancora 35, con le case inagibili... Una realtà fatta di anziani che non hanno più una sedia all’ombra del loro bar di fiducia e giovani che si improvvisano tuttofare, capaci di ricreare gli spazi di ritrovo e la normalità che hanno perduto (e perdonate l’ardire, meglio di qualsiasi Protezione Civile). Saremo pure nati nell’età del consumismo, della disoccupazione, della crisi, dei bamboccioni

del Comitato di porsi come interlocutore delle amministrazioni comunali e, possibilmente, di essere lo strumento a disposizione di queste ultime per arrivare con efficacia e puntualità a soddisfare le esigenze della popolazione. Lo scopo, spiegano dal Comitato, è quello di dar voce ai cittadini, sia nella gestione dell’emergenza che nella successiva fase di ricostruzione. Un’esperienza di coordinamento che i membri di Ricostruiamo vorrebbero allargare a tutto il territorio coinvolto dal sisma. M.M.

Rovereto e Sant’Antonio in Mercadello

I cittadini si uniscono per rinascere

L

versi campi autogestiti che si trovano nell’area del cratere. Se già è stupefacente che ognuno della dozzina di campi abbia trovato il tempo e la lucidità per eleggere un proprio portavoce, a confrontarsi con i

cittadini sono stati anche i volontari delle associazioni che, dal 20 maggio scorso, portano i loro aiuti di paese in paese. La condivisione delle piccole e grandi difficoltà quotidiane ha portato dunque alla nascita

del comitato che, a detta dei partecipanti, si prefigge tra i primi obiettivi quelli di censire i campi spontanei e monitorare le esigenze dei cittadini che in essi risiedono. Traspare inoltre in modo chiaro la volontà

Cala l’attenzione dei media sul sisma dell’Emilia ma il nostro territorio non può essere lasciato solo

Rovereto c’è!

Una foto del centro di Rovereto e in basso Valentina Scaltriti

ma quando c’è da aiutarsi l’un l’altro, sappiamo tutti bene cosa significa. Ne

sono esempio i ragazzi di Rovereto che hanno reagito a questa tragedia come

e associazioni e i cittadini di Rovereto sulla Secchia e di Sant’Antonio in Mercadello si sono impegnati a dare vita alla onlus Tutti insieme a Rovereto e Sant’Antonio: nell’emergenza terremoto hanno trovato la forza per continuare nel cammino, ponendosi nuovi e più importanti obiettivi. Tutti insieme a Rovereto e Sant’Antonio è un’organizzazione senza fine di lucro, il cui scopo è quello di mettersi in rapporto con l’Amministrazione Pubblica, per rispondere alle esigenze della ricostruzione e dello sviluppo di Rovereto e S. Antonio per ricreare due paesi rinnovati e con una qualità della vita, se possibile, ancora migliore rispetto alla situazione precedente il sisma. Ha ricevuto il mandato di presidente della onlus il dottor Maurizio Bacchelli, coadiuvato da Maria Angela Malagola come vice e da Venanzio Malavolta come segretario esecutivo. La creazione della onlus è lo strumento di cui i cittadini si sono dotati per contribuire, insieme a tutte le associazioni e all’Amministrazione Comunale, alla rinascita della vita sociale della collettività attraverso la formulazione di progetti di pubblica utilità da realizzare col contributo di tutti coloro che intendono promuovere la rinascita di Rovereto e S. Antonio. Si possono trovare aggiornamenti sulle attività nel sito www.tuttiinsiemearoveretoesantantonio.it. Per chi volesse contribuire, è già attivo un conto corrente presso il Banco Popolare Soc. Coop. – Filiale di Rovereto s/S (IBAN IT02R0503466901000000000050 intestato a Tutti insieme a Rovereto e S. Antonio – onlus).

nessun carpsàn avrebbe saputo fare. E dire che gli abbiamo sempre affibbiato soprannomi poco gentili qui là, chi stan en la bàsa, di cuntadeìn!. Questi ragazzi sono dei grandi. Purtroppo tutte le notizie arrivano con il botto e scompaiono in sordina. Non spegniamoci! Le case non si ricostruiscono da sole, le scuole non possono ricominciare dentro le tende e anche questo Natale ogni bambino dovrebbe scartare i regali sotto l’albero, sotto il tetto della propria casa. Aiutiamo, chi non abita qui, a non smettere di ricordare che vedere la propria casa puntellata, inagibile e deserta è un’immagine che ti toglie il sonno e la voglia di ricominciare. Ma stiamo ripartendo! Stiamo sudando dentro le nostre nuove “case” di plastica, stiamo apprezzando tutti i valori che prima davamo per scontato come

la doccia del nostro bagno e il lusso di chiudere la porta e rilassarci, soli nell’intimità delle nostre mura domestiche. Mentre facevo la spesa, la scorsa settimana, ho incontrato un amico, Gianmarco, di Rovereto. Chiacchierando, mi faccio raccontare come va, ora che le cose paiono lentamente essere in via di miglioramento. Ha le occhiaie ed è stanco, ha lavorato sotto il sole tutto il giorno per aiutare i suoi genitori a spostare i macchinari della loro attività. E’ al banco della carne: farà una grigliata. Per lui e tanti altri. Ci salutiamo, è in ritardo. Io finisco la spesa e torno a casa. In ogni tragedia che si rispetti c’è un lato positivo. In questo caso sono le persone. Potrà non esserci più la città, ma quella si ricostruisce! Le belle persone restano a riempire le case, i container, le tende... E non importa nient’altro. Valentina Scaltriti


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La Consulta per l’Integrazione dei Cittadini stranieri delle Terre d’Argine offre il proprio aiuto alla popolazione colpita dal sisma

“Non resteremo a guardare”

O

usmane Cisse (in foto) presidente della Consulta per l’Integrazione dei Cittadini stranieri dell’Unione delleTerre d’Argine ha scritto una lettera a Giuseppe Schena, presidente dell’Unione, per esprimere solidarietà a tutti i cittadini colpiti dal sisma e per offrire il proprio aiuto. “La Consulta per l’Integrazione scrive il neo eletto Cisse - non è rimasta indifferente di fronte alla situazione d’emergenza che si è venuta a creare a seguito delle scosse del 20 e del 29 maggio. Ci siamo dati da fare sin dalla prima riunione per cercare di capire come, a livello professionale o di volontariato, avremmo potuto prestare il nostro aiuto a chi si trova in uno stato di difficoltà. Può contare sulla disponibilità della Consulta per l’impiego di mediatori professionisti e volontari, nelle modalità di intervento che riterrà più opportune”. Per quanto riguarda invece gli interventi da mettere in campo nel lungo periodo del post emergenza, la Consulta ha costituito tre commissioni: “Scuola, formazione e lavoro, Famiglie, sanità e casa e, infine, Cultura, comunicazione e integrazione. Tutti i gruppi hanno il compito di raccogliere dati sui bisogni e individuare le soluzioni possibili al fine di presentare progetti all’assemblea della Consulta che ne valuterà poi la fattibilità”.

Montecitorio

L’onorevole Ghizzoni tiene botta

M

anuela Ghizzoni, deputata carpigiana del Pd, si è presentata il 9 luglio in aula a Montecitorio, dove si stava discutendo il decreto per l’emergenza terremoto, con una maglietta particolare. C’è stampata sopra un’immagine della regione Emilia Romagna attraversata, al centro, da una scossa. Sotto la scritta: Teniamo botta. La stessa presidente della Commissione Cultura della Camera ha spiegato il significato della t-shirt ideata da Radio Bruno. ‘’Teniamo botta è la traduzione di un’espressione dialettale che non significa solo resistere, ma fare argine, tutti insieme’’.

A

ltro che mattoni e cemento, oggi, ad abitare i sogni di molti, non vi è più un lussuoso attico in centro storico, bensì una casa di legno nella quale poter dormire nuovamente sonni tranquilli. Le case in legno, dal basso impatto ambientale, sono il sistema costruttivo più diffuso nei paesi del Nord Europa e da anni si stanno diffondendo anche in Italia, soprattutto al Nord. Una tendenza destinata a crescere, grazie alle qualità del legno, come il forte isolamento termico e la resistenza, unite alla convenienza economica (che oggi supera quella delle case in cemento o in calcestruzzo) e, soprattutto, per le sue qualità antisismiche. Ma nella nostra città è possibile realizzare soluzioni abitative di questo tipo? Quali sono i vincoli imposti dal Piano Regolatore cittadino? Lo abbiamo chiesto a Norberto Carboni, responsabile del Settore Urbanistica ed Edilizia Privata del Comune di Carpi. Molte le famiglie che, dopo il sisma che ha sconvolto il nostro territorio, stanno rimettendo in discussione il proprio modo di abitare. Affittuari e giovani coppie chie-

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Impresa, agricoltura e commercio a causa del sisma sono sull’orlo del baratro: “non possiamo aspettare un minuto in più. Le istituzioni si muovano ora”.

Basta burocrazia: ora occorre voltare pagina S inora l’accorato appello di Papa Benedetto XVI a non dimenticare gli sfollati, i senza lavoro e coloro che hanno perso tutto nel crollo delle proprie abitazioni o delle proprie aziende, pare non essere stato accolto. Nessuno ha detto loro fino a quando dovranno restare sotto le tende, a oltre 40 gradi, se e quando potranno rientrare nelle loro case, quando arriveranno i moduli abitativi prefabbricati, come e quando giungeranno gli aiuti economici per il rifacimento dei capannoni danneggiati. Queste migliaia di persone, da Fossoli a Cortile, da Migliarina a Budrione, da Rovereto a Cavezzo, da Mirandola a Concordia, temono di essere dimenticate dopo le visite importanti del Papa, del capo dello Stato Giorgio Napolitano e del presidente del Consiglio Mario Monti, dopo i flash e le luci della ribalta televisiva, dopo gli annunci e le promesse del presidente della Regione, Vasco Errani. “La gente di Carpi e della Bassa la conosciamo, non smette mai di lavorare, di darsi da fare, di arrangiarsi, come è nel suo

Andrea Aldrovandi

‘dna’– affermano all’unisono l’imprenditore agricolo Andrea Aldrovandi, presidente della Coldiretti e l’imprenditore della maglieria Mauro Romitti, contitolare di Key Art - ma è necessario dargli i mezzi per risollevarsi, per rifarsi la casa, per ricostruire i capannoni. Dobbiamo togliere tutti gli ostacoli, i freni e i lacci della burocrazia sorda e insensibile. Occorre utilizzare subito i denari che stanno arrivando dall’Italia e dall’estero, grazie alle sottoscrizioni e agli atti di generosità di tanti. Persone che hanno messo a disposizione somme e lo hanno fatto affinché vengano impiegate immediatamente e non perchè giacciano inutilizzate”. “Purtroppo non

sappiamo ancora quando arriveranno i contributi promessi da Regione e Stato a favore del Comune di Carpi, affinché i nostri amministratori possano mettere in campo i necessari interventi di recupero del centro al fine di rilanciare le attività commerciali. Se non lo si farà immediatamente, sarà la fine economica di numerosi operatori”, ha commentato Massimo Fontanarosa, direttore di Confcommercio. “Per gli agricoltori vi è in questo momento una sola parola: ‘subito’ – incalza Stefano Gasperi, direttore di zona di Confagricoltura – perché le aziende agricole e quelle specializzate in prodotti di eccellenza non possono essere delocalizzate, come può Giovanni Arletti

avvenire per certe produzioni industriali ed è pertanto necessario mettere in condizioni i produttori di sistemare le loro strutture edili o di alzarne di nuove provvisoriamente, ma in tempi rapidi, perchè le coltivazioni hanno necessità di ricoveri e di protezione per poi essere avviate ai mercati ortofrutticoli. La nostra agricoltura – aggiunge Gasperi – non può aspettare un giorno in più, pena la perdita dei raccolti con ingenti danni economici. Danni che metterebbero in ginocchio tante aziende”. Infine l’opinione di Giovanni Arletti, nuovo delegato di zona di Confindustria: “non sarà un terremoto a piegare Modena, Carpi e la Bassa. Ricostruiremo i capannoni, riprenderemo la produzione e lo faremo, come sempre, in silenzio, lavorando sodo. Il Governo ci deve solo autorizzare a operare in deroga, rendendo questa una zona franca, senza vincoli burocratici, ritardi e lentezze, perchè non c’è più tempo da perdere e di parole dei politici ne abbiamo già sentite a sufficienza”. Cesare Pradella

Molte le famiglie che, dopo il sisma che ha sconvolto il nostro territorio, stanno rimettendo in discussione il proprio modo di abitare. Affittuari e giovani coppie chiedono come muoversi per valutare l’idea di realizzare una casa antisismica su misura. Magari di legno. Ma a Carpi è possibile realizzare soluzioni abitative di questo tipo? Quali sono i vincoli imposti dal Piano Regolatore cittadino? Lo abbiamo chiesto a Norberto Carboni, responsabile del Settore Urbanistica ed Edilizia Privata del Comune

Dopo il mattone, il legno...

Esempio di casa prefabbricata in legno

dono come muoversi in città per valutare l’idea di realizzare una casa antisismica su misura. Dove e possibilmente quali sono i lotti edificabili oggi disponibili a Carpi e frazioni? “I lotti su cui è possibile edificare, obbligatoriamente nel rispetto delle norme antisismiche vigenti, sono quelli che il PRG2000 ha

destinato a tessuti residenziali oppure ad ambiti di trasformazione oggetto di Piano Particolareggiato e convenzionati sia nel centro urbano che nelle frazioni”. Un’opzione potrebbe essere quella di abbattere un vecchio fabbricato e innalzarvi al suo posto una nuova casa. E’ possibile? Quali regole occorre rispettare?

“In linea di massima nelle zone residenziali è possibile demolire un vecchio edificio a meno che non sia oggetto di un vincolo di carattere storico testimoniale o della Soprintendenza e costruirne uno nuovo nel rispetto delle norme edilizie di zona (destinazione urbanistica, limite di densità edilizia, altezza massima, distanze dai confini); at-

tualmente questo intervento non è possibile nelle zone agricole e in centro storico”. Molti si stanno interessando alle costruzioni in legno, antisimiche per antonomasia. Il Piano regolatore del Comune di Carpi impone dei limiti all’utilizzo di tale materiale. Se sì, quali? “Il PRG2000 del Comune di Carpi non pone particolari limitazioni all’uso di tecnologie edilizie se non per gli edifici con vincolo della Soprintendenza o del PRG2000 stesso. In ogni caso nelle zone residenziali o negli ambiti di trasformazione è consentito costruire edifici in legno”. Il Comune di Carpi e, più in generale l’Unione delle Terre d’Argine, ha intenzione di snellire la burocrazia e le regole che l’attuale Piano regolatore impone? “Il Comune di Carpi, nel corso del Consiglio Comu-

nale del 25 giugno scorso, ha deliberato una modifica del Regolamento Edilizio che consente il posizionamento di strutture provvisorio fino al completo ripristino dell’alloggio principale. Il comma 6 dell’art. 3 del DL 74/2012 detta procedure semplificate per l’esecuzione dei lavori di ripristino delle agibilità”. Chi volesse maggiori informazioni riguardo a terreni, regole e regolamenti a chi deve rivolgersi? “Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi al dottor Attilio Palladino del Servizio Pianificazione Urbanistica del Comune di Carpi che attualmente è collocato al 1° piano della Scuola elementare Leonardo da Vinci in via Giusti, 52; da metà mese il Servizio rientrerà nella propria sede al 2° piano di viale Peruzzi 2”. Jessica Bianchi


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La Macelleria Papotti di fossoli, insieme agli amici e colleghi dell’associazione Butchers for Children, organizza cene di raccolta fondi per acquistare una macchina da donare al Reparto di Pediatria dell’Ospedale di Carpi, fortemente danneggiato dal sisma

Una “carneficina” per la solidarietà E ’ stato un evento per carnivori buongustai quello in programma lo scorso 5 luglio presso il Ristorantino del Borgo di Correggio. Nella serata, organizzata dall’istrionico e generoso Roberto Papotti, dell’omonima macelleria di Fossoli (fortunatamente agibile, la macelleria è stata tra i primi esercizi della frazione, duramente colpita dal terremoto, a riaprire i battenti), e ribattezzata Carneficina, è stata celebrata sua maestà la “ciccia” con una ricca e succulenta cena a base di proteine animali! Special guest della serata, Dario Cecchini, il poeta macellaio di Panzano in Chianti e tanti amici e colleghi dell’associazione Butchers for Children. Un’iniziativa nata per portare aiuto e conforto ai più piccoli colpiti dal sisma, come ci spiega Chiara Papotti. Come è nata l’idea di creare questa iniziativa solidale in favore del nostro territorio? “Da 15 anni è nato un gruppo di macellai noto come Butchers for children da un’idea di Dario Cecchini. Sono circa una trentina i macellai che da tutta Italia si ritrovano in media 4-5 volte l’anno per mettere a disposizione i propri prodotti e raccogliere fondi per gli ospedali. In seguito al terremoto dell’Emilia molti nostri colleghi si sono mobilitati per noi e ci hanno chiesto di organizzare una serie di eventi per aiutare l’Ospedale Ramazzini di Carpi a rimettersi in piedi, in particolare il Reparto di Pediatria. Dopo la cena di raccolta fondi per le popolazioni colpite dal terremoto a Pontassieve di Firenze, lo

Da sinistra Dario Cecchini, Adriana Borghi e Roberto Papotti

scorso 28 giugno, abbiamo organizzato, il 5 luglio, a Correggio, l’evento Carneficina Atto III - Insieme

per ricostruire. Ora stiamo raccogliendo le adesioni per venire con noi, giovedì 19 luglio, in pullman, a Greve in Chianti, a cena con il presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, e Dario Cecchini. Inoltre, a breve, saranno in vendita presso la nostra macelleria, a Fossoli, i grembiuli per la cucina con il logo di Butchers for children al fine di raggiungere la quota di 8mila euro per l’acquisto di una macchina da donare alla Pediatria carpigiana”. Quante persone hanno partecipato alla cena e quanto siete riusciti a raccogliere? “Hanno partecipato 150 persone, tra cui la dottoressa Adriana Borghi, primario dell’Unità operativa di Pediatria e Neonatologia di II° livello del Ramazzini,

Cecchini e una delegazione di macellai di Mirano di Venezia. L’incasso della serata è stato di 4.650 euro”. Come è nato il sodalizio tra la Macelleria Papotti e Dario Cecchini? “Mio padre, Roberto, e Dario Cecchini sono amici da anni. Da quando è nato il gruppo di Butchers for children ci sentiamo spesso. Organizzare eventi in tutta Italia è molto impegnativo, ma la soddisfazione di poter fare tanto per i bambini, supera ogni fatica. Molto spesso alle feste incontriamo ragazzi malati di leucemia, tumori o altre patologie infantili... sapere che tu, nel tuo piccolo, puoi essere d’aiuto per sopperire al loro dolore, è il motore che ci permette di andare avanti e fare sempre di più”. Chi volesse partecipare alla cena del 19 cosa deve fare? “Per partecipare basta prenotarsi facendo una telefonata al numero 059.660558, oppure scrivere al nostro gruppo Facebook: www.facebook.com/groups/ papottimacelleria/?ref=ts”. Jessica Bianchi


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Prima il sisma dell’Aquila che ha distrutto le case dei suoi genitori e poi il terremoto in Emilia che ha causato la momentanea chiusura del suo negozio in centro storico a Mirandola. E’ la storia di Ilaria Tursini, aquilana di nascita ma mirandolese di adozione

Dopo l’Aquila, l’Emilia:“ma io non mi piego al terremoto” Ilaria Tursini

La Basilica di Collemaggio, ferita dal sisma che ha colpito l’Aquila, dove Ilaria e Davide si sono sposati. In basso il negozio di Ilaria a Mirandola

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ivere due volte il dramma del terremoto. Nell’aprile di tre anni fa il terremoto dell’Aquila stravolse la vita della sua famiglia distruggendo la loro casa e il 29 maggio lei stessa ha vissuto l’incubo della terra che trema. E’ quanto accaduto alla 32enne Ilaria Tursini, aquilana di origini, ma da 10 anni residente a Mirandola. “Vivere il terremoto qui a Mirandola è stato devastante - ha raccontato Ilaria che è titolare di Euroro, un negozio di compravendita di oreficeria usata al civico 49 di Piazza Costituente, a Mirandola - ma ancor peggio è stato vivere a distanza il sisma dell’Aquila, perchè là c’erano i miei genitori, mia sorella e mio fratello e solo dopo ore di straziante attesa sono riuscita ad avere loro notizie. Per fortuna sono rimasti illesi, ma le ferite nell’anima sono state tante. I miei genitori, che sono separati, si sono ritrovati con l’abitazione semidistrutta, e sono tornati in casa solo per riprendere i propri effetti personali e qualche vestito. Mia madre si è trasferita a vivere in una delle abitazioni fatte costruire durante il Governo Berlusconi, ed entro la fine dell’anno dovrebbe finalmente rientrare nella sua casa di cui si sta ultimando la ricostruzione. Mio padre invece ha trovato autonoma sistemazione presso Avezzano, distante una cinquantina di chilometri dall’Aquila. Ma oltre ai disagi per la casa, hanno dovuto affrontare anche quelli legati al lavoro. Anche loro, come me, gestiscono un’attività di compravendita di oreficeria usata: il negozio che mia sorella

aveva in pieno centro storico, pur essendo stato reso completamente agibile, non era più frequentato, come del resto tutti gli esercizi commerciali limitrofi. Infatti, il centro dell’Aquila ad oggi è praticamente deserto e abbandonato: purtroppo è tutto ancora esattamente come tre anni fa, e pertanto lei, come tanti altri, ha scelto di trasferirsi in un centro commerciale”. Ilaria e suo marito Davide - anch’egli titolare di un negozio Euroro al civico 39 di viale Manzoni a Carpi - fortunatamente non hanno subito danni alla loro abitazione, ma il negozio che Ilaria gestiva nel cuore di Mirandola

purtroppo sì. “Prima del sisma - ha spiegato la giovane imprenditrice - lavoravamo a pieno ritmo e l’attività era in crescita, complici anche la crisi e l’aumento delle quotazioni dell’oro. Inoltre sono stata la prima, nel 2007, ad aprire un esercizio di compravendita

dell’oro nella Bassa modenese. Il terremoto è stato un fulmine a ciel sereno, non tanto per la scossa del 20 maggio, in seguito alla quale l’edificio non ha riportato alcun danno, quanto piuttosto per le due violente scosse del 29. Dopo quel giorno tremendo è stato chiuso e transennato tutto il centro e io non sono potuta più rientrare dentro al negozio tranne una volta, per poter riprendere alcuni preziosi accompagnata da Vigili del Fuoco e Carabinieri. In seguito vi sono stati i controlli della Protezione Civile che hanno sancito l’agibilità dell’immobile, a patto di puntellare l’arco di ingresso, in quanto su di esso poggia il peso di 4 appartamenti che purtroppo sono stati dichiarati inagibili. L’edificio però non è mio e l’intervento è di competenza del locatore il quale mi ha riferito che i lavori non saranno ultimati prima di settembre”. Ma nel frattempo Ilaria si è rimboccata le maniche e ha già provveduto ad acquistare un container con cui ripartire. “Non sapevo se e quando sarei tornata nel mio negozio - ha proseguito - e così ho preso questa decisione. Altri che si trovavano nelle mie stesse condizioni hanno preferito spostare la loro attività altrove: chi a Modena, altri a Bologna o nel veronese, alcuni persino in Piemonte, ma io non voglio abbandonare quella che è ormai la mia terra, neanche provvisoriamente. Non voglio darla vinta al terremoto. Se ci mettiamo tutto il nostro impegno e la nostra passione ce la possiamo fare a ripartire in tempi rapidi. Ne sono convinta. Quindi, dopo aver fatto richiesta al Comune per potermi insediare con il container nella zona del su-

permercato Famila e aver ottenuto risposta positiva, ho comprato il container e a breve riaprirò. Il Comune, salvo concederci l’opportunità di occupare il suolo pubblico per sei mesi, non ci ha dato alcun fondo per comprare o noleggiare il container, ma ha promesso che una volta che saranno arrivati tutti i fondi a favore della ricostruzione potremo presentare domanda per ottenere un risarcimento. Questioni burocratiche a parte, quel che più conta per Ilaria è ripartire, al resto penserà poi. “Con la crisi ha puntualizzato la 32enne di Mirandola - c’era già molta gente che sceglieva di vendere il proprio oro per monetizzare e adesso è probabile che questa tendenza continui. E’ infatti ragionevole pensare che soprattutto le persone che sono in tenda, se sono riuscite a recupare i loro cimeli d’oro, preferiscano venderli e ottenere liquidità piuttosto che tenerseli sotto il cuscino con il timore che qualcuno possa sottrarglieli”. Il numero dei cointaner nella zona commerciale allestita nei pressi del Famila cresce ogni giorno: “oltre a quello di Poste Italiane - ha concluso Ilaria - sono presenti istituti di credito e agenzie di assicurazione che sono stati tra i primi a trasferirsi lì, successivamente si sono rapidamente installati nell’area anche agenzie immobiliari, agenzie di viaggi, mense, tabacchini, bar e molte attività commerciali. Ormai il nuovo centro di Mirandola è qui. Nessuno infatti ha ancora riaperto in centro storico, anche se qualche commerciante ha già intrapreso le opere di messa in sicurezza. La speranza però è di ricostruire il nostro amato centro storico così come era prima del sisma e se gli aiuti che ci hanno promesso arriveranno, sono convinta che ce la faremo”. Chiara Sorrentino


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i fanno sempre più agitate le acque della Piscina Comunale di Carpi. Oltre ai fondi, sempre più incerti in tempo di crisi, con il sisma, l’impianto è rimasto chiuso quasi un mese, perdendo uno dei periodi di maggiore affluenza. “Non ci sono soldi e sto cominciando a chiedere ai fornitori proroghe fino a settembre, ma a quel punto si arriverà alla resa dei conti, che può anche significare la chiusura”. Non nasconde i suoi timori la direttrice Daniela Meletti: “abbiamo riaperto il 23 giugno, anche grazie all’interessamento dell’assessore Simone Tosi. Il sisma non ha provocato alcun danno alla struttura, ma all’inizio abbiamo dovuto chiudere per dare appoggio alla Protezione Civile, fino a quando non è stato approntato il campo”. Anche per questo a essere utilizzabili sono soltanto gli spazi esterni. “Sembrava dovessimo perdere l’intera stagione e non sapendo quando avremmo potuto riaprire non si potevano tenere in funzione le vasche interne con le spese che ciò comporta. Poi, purtroppo, è stato difficile informare i clienti della ripresa. Ora per fortuna stanno ricominciando a venire”. Nell’impianto, che

Si fanno sempre più agitate le acque della piscina comunale di Carpi. Oltre ai fondi, sempre più incerti in tempo di crisi, con il sisma, l’impianto è rimasto chiuso quasi un mese, perdendo così uno dei periodi di maggiore affluenza

Piscina a rischio chiusura?

Daniela Meletti

ha mantenuto i prezzi dello scorso anno, uniformando le tariffe dal lunedì alla domenica, i gestori stanno osservando l’arrivo di tanti volti nuovi. “Molti carpigiani che prima andavano al mare ora vengono qui, anche perché con i danni del terremoto occorre risparmiare”. La parte del leone, negli 800mila euro circa delle annuali spese di gestione, la fanno le

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forniture di luce, acqua e gas. Se con i 360mila euro di contributo comunale il rosso, a fine stagione, era di poche migliaia di euro, la paura è che, con le mutate priorità, anche questi possano venire a mancare. “Sinora è arrivata la prima delle tre rate annuali, siamo in attesa delle altre due e manca il saldo del 2011. Di certo però, se mancherà la volontà politica, il rischio chiusura diventa sempre più reale”. Con 160mila presenze l’anno, questo impianto, l’unico pubblico in città, è sicuramente un nodo cruciale per un’Amministrazione che, della pratica sportiva per tutti, ha fatto una delle proprie bandiere. Per di più ora, con tante abitazioni inagibili, la possibilità di trovare

Non siamo terremotati, ma diversamente agibili”: ci prova con l’ironia Eleonora Zucchi, la giovane vicesindaco di San Possidonio, a ridare speranza nel futuro ai suoi concittadini così duramente colpiti dal terremoto. E lo fa dal palco sul quale, pochi minuti dopo, sono saliti i Modena City Ramblers, la band che, cantando spesso e volentieri della Resistenza, è forse la più adatta a intonare melodie che invitano a resistere chi è piegato, ma non spezzato, dalla terribile forza della natura. L’occasione è la festa

un po’ di refrigerio non è certo opzione secondaria. A sostenerlo anche Giuliana Bellesia, educatrice del campo giochi della parrocchia di Quartirolo, che porta qui i suoi 90 bambini. “Per loro è importante poter venire qui. Alcuni sono di Rovereto e hanno perso la casa, molti dormono in tenda. La piscina li aiuta a distrarsi e a riprendere una certa normalità”. Per ovviare alla perdita delle giornate di giugno, la direttrice cercherà di tenere aperto, tempo permettendo, anche i primi 15 giorni di settembre. C’è da augurarsi che la città possa mantenere questo importante servizio, tanto più oggi che, al caldo dell’estate, si aggiunge anche l’emergenza creata dal terremoto. Marcello Marchesini

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L’intervento di Rossana Rinaldini Dirigente Scolastico dell’IC Carpi Zona Centro

Assenti poiché incapaci di “dare risposte e dati attendibili”

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ell’affermare con fermezza la volontà della sottoscritta Dirigente scolastico dell\’IC Carpi Centro di affiancare le famiglie, fugando, per quanto possibile dubbi e incertezze e di collaborare con l’Ente locale per fornire valide risposte in merito alla sicurezza degli alunni e del personale scolastico, leggo con sgomento, che la mancata partecipazione a

un incontro programmato dalla signora Rovatti con scarso tempismo ha creato “scandalosi malintesi” (con riferimento all’articolo pubblicato sullo scorso numero di Tempo dal titolo: “Succursale Pio: silenzio totale”). Il 30 giugno non eravamo in grado di fornire risposte e dati attendibili, in quanto solo il 4 luglio, i DS delle scuole dell’Unione Terre d’Argine hanno incontrato

assessori e sindaci per una sintesi della situazione attuale degli edifici, con proposte di soluzioni per il prossimo anno scolastico. Considero atto dovuto la correttezza delle informazioni, in vista di una soluzione condivisa delle problematiche emerse a seguito dei terribili momenti che hanno coinvolto tutti, anche se l’attenzione prioritariamente è rivolta ai nostri alunni.

biente industrializzato fa più fatica a riprendersi dopo un terremoto, rispetto all’economia di un ambiente prevalentemente rurale. Isomma pensavo che per il Belice, dopo il terremoto del 1968, le cose non erano certo state facili (ancora oggi, difficilmente, riusciamo a

parlarne senza commuoverci, nonostante siano passati più di 40 anni), ma il dolore e la preoccupazione per aver perso tutto erano sostenuti da tanta solidarietà, amicizia e rispetto per la dignità delle persone. Questo c’è nei miei ricordi. Anna

ammonteranno a una cifra non inferiore al centinaio di milioni di euro. Ma non siamo gente che si piange troppo addosso, ci rimbocchiamo le maniche anche se i danni sono enormi e una casa su tre

è inagibile. Per l’inverno ci aspettiamo di avere 600 persone fuori casa su un totale di 3.900 abitanti. Ma non c’è il rischio che il paese si spopoli: la nostra è gente tosta. Basta vedere la fatica che facciamo per mandarne qualcuno in albergo per capire che le persone vogliano restare nella loro terra”.

I lettori ci scrivono

Dopo il Belice, Carpi...

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o letto l’articolo apparso sul settimanale Tempo dal titolo “Perchè nessuno ci aiuta?”: Rosa, coraggio! Io però non mi sento di dire, come ha fatto qualcuno, che le tue speranze debbano essere

riposte nel fatto che Carpi non è il Belice... anzi, stavo giusto riflettendo in questi giorni che i tempi sono cambiati. Saremo tecnologicamente più avanzati, ma gli animi si sono infiacchiti; inoltre l’economia in un am-

I Modena City Ramblers a San Possidonio

“Non siamo terremotati, ma diversamente agibili”

di raccolta fondi organizzata giovedì 5 luglio dal Comune della Bassa. Ai volontari del paese si sono uniti quelli

dell’Associazione Il Mulino, venuti a cucinare le piadine romagnole direttamente dal Comune di Bertinoro,

l’Associazione cacciatori di Modena, il Kalinka di Carpi, l’Associazione Cave di Budrighello e i volontari che, da Cesenatico, servono squisito pesce fritto. “Le risorse che arrivano qui sono molto inferiori di quelle destinate ad altri terremoti e se non arriveranno altri fondi ci saranno problemi molto seri, perché due miliardi e mezzo non sono sufficienti”, spiega il sindaco Rudi Accorsi. “Solo a San Possidonio, per esempio, i danni, tra pubblico e privato,


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scuole: crepa

inalmente è stato sciolto il “riserbo” sullo stato del patrimonio scolastico di Carpi, Novi, Soliera e Campogalliano. Lo scorso 4 luglio infatti, si è tenuto un incontro fra gli assessori alle Politiche scolastiche dell’Unione delle Terre d’Argine e i dirigenti scolastici per tracciare la fotografia dello stato degli edifici e le prospettive per il prossimo anno scolastico, che dovrà iniziare con la garanzia di fabbricati agibili e sicuri, come invocato a gran voce dalle famiglie degli studenti. A lanciare l’allarme e a esprimere la propria preoccupazione di fronte al prolungato silenzio delle istituzioni, (una “latitanza scandalosa”) soprattutto il Comitato genitori delle Scuole Medie A. Pio che ha pubblicamente chiesto di conoscere lo stato in cui versa l’edificio quattrocentesco di Castelvecchio, dove hanno sede la succursale delle Pio e le Scuole M. Fanti. “Nessun edificio ha subito danni strutturali” ha proclamato in più occasioni l’assessore alle Politiche Scolastiche di Carpi, Maria Cleofe Filippi, ciò non toglie che la mole di lavoro da fare per garantire il sicuro svolgimento delle lezioni a partire dal prossimo anno scolastico è a dir poco enorme. La situazione a Carpi Per capire la gravità della situazione, basta dare un’occhiata ai numeri: Carpi dovrà intervenire su 17 delle sue 40 sedi scolastiche oltre che sulla paritaria Sacro Cuore. Fra i nidi e le scuole d’infanzia richiederanno interventi 2 edifici su 24: lo stabile di via Nicolò Biondo (che ospita il nido Orso Biondo e la scuola d’infanzia Le Chiocciole) e l’edificio di via Marchiona. Più numerose sono le scuole primarie carpigiane martoriate dal sisma: Collodi, Don Milani, Marianna Saltini, G. Verdi, Anna Frank, G. Pascoli, Giotto, S. Pertini, Martiri della Libertà (Budrione) e M. Fanti. Ovvero 10 edifici su 14. Il terremoto ha praticamente fatto l’en plein. Come mai? Semplice, il fenomeno si spiega perché il modello costruttivo impiegato è lo stesso per tutte le strutture. Gli edifici delle scuole secondarie di primo grado hanno tutti bisogno di interventi o sugli ampliamenti o, come nel caso delle Alberto Pio, sulla parte storica adiacente

Scuole Medie Fassi

al convento del Tempio di San Nicolò (la cui struttura interna, è giusto ricordarlo, appare come un groviera). Danneggiato anche l’edificio dell’Istituto paritario Sacro Cuore che ospita dal nido alla scuola secondaria di primo grado per un totale di circa 420 alunni. Container e soluzioni provvisorie L’Unione delle Terre d’Argine “conta di riuscire a svolgere lavori di somma urgenza durante l’estate, anche se preoccupa la quantità di cantieri da avviare in contemporanea e conta di poter iniziare l’anno scolastico con i lavori ultimati o magari da concludere in parti limitate dell’edificio e

Scuole Medie A. Pio

Scuole Medie Fassi Scuole Medie A. Pio

Scuole Medie Fassi

Scuole Medie A. Pio

Scuole Medie Fassi

con cantieri compatibili con l’attività didattica”. Quel che è già certo però è che la Scuola d’infanzia statale I girasoli di Marchiona verrà trasferita nella ex sede del Labò in via Tonelli e sono previste sin da ora soluzioni temporanee con sistemazioni in container per le scuole che richiedono lavori che dovranno protrarsi oltre l’estate. Quali? Le scuole Fanti e la succursale Pio, l’Istituto Sacro Cuore e le classi in attesa della nuova scuola di Cibeno, ospitate provvisoriamente alle Focherini/Saltini. Gli alunni di Carpi coinvolti dagli interventi sono 4.840, a cui si aggiungono i 3.459 studenti di scuola superiore.

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ate ma in piedi Continua da pagina 12

Novi di Modena Il Comune più colpito dal sisma è Novi di Modena, che dovrà ricostruire sia le scuole primarie e secondarie di Novi sia quelle di Rovereto sulla Secchia. Solo nidi e scuole d’infanzia sono rimaste agibili. Si ipotizza la costruzione di due scuole prefabbricate comprensive di primaria e secondaria, che dovranno accogliere a Novi 312 alunni della primaria e 182 della secondaria di primo grado per un totale di 35 classi; a Rovereto 225 alunni della primaria e 136 della secondaria di primo grado, per un totale di 17 classi. SOLIERA Soliera invece dovrà provvedere con tre edifici prefabbricati avendo il sisma danneggiato 14 classi (su 21) della primaria Garibaldi (336 bambini), 5 classi della scuola di Sozzigalli con 95 alunni e 19 classi della scuola secondaria di primo grado Sassi, per 437 alunni. CAMPOGALLIANO Campogalliano, toccata solo marginalmente dal sisma, dovrà intervenire su un’ala della scuola media San Giovanni Bosco, occupata da uffici e aula magna, e sull’atrio della scuola pri-

maria Marconi (436 alunni). I lavori verranno ultimati entro l’inizio dell’anno scolastico.

Manfredo Fanti 1° piano

Manfredo Fanti 1° piano

I numeri dell’Unione Tutti i comuni dell’Unione delle Terre D’Argine hanno registrato danni agli edifici scolastici a causa del sisma del maggio scorso: 6.580 su 11.508 sono gli alunni coinvolti, ovvero il 57% di quelli residenti nel territorio dell’Unione, 285 classi in

Manfredo Fanti 1° piano

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Manfredo Fanti 2° piano

Manfredo Fanti - Scala principale

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Manfredo Fanti - Scala principale Manfredo Fanti 2° piano

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tutto. Escluse dal conteggio rimangono le scuole secondarie di secondo grado che sono invece di competenza della Provincia di Modena e che provvederà al ripristino in tutti e quattro i plessi cittadini (Ipsia Vallauri, Itc Meucci e Itis Vinci presentano inagibilità relativamente consistenti e potranno essere accessibili entro ottobre. Agibile è invece il Liceo Fanti che ha subito danni di lieve entità). Manfredo Fanti 2° piano

Manfredo Fanti 1° piano

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La previsione dei terremoti rappresenta il Santo Graal della sismologia, è il sogno di tutti riuscire a sapere in anticipo dove e quando un sisma avrà luogo. Studiare con più costanza i precursori geochimici dei terremoti potrebbe essere la giusta strada per arrivare a prevedere future scosse significative? Lo abbiamo chiesto a Carlo Gorgoni, ricercatore e membro del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Modena e Reggio Emilia

“I terremoti si potrebbero prevedere” L e galline avevano smesso di fare le uova. I piccioni viaggiatori erano fuggiti misteriosamente. Le acque dei pozzi erano diventate stranamente calde e il mais cresceva a dismisura... qualcosa di strano stava accadendo in tanti paesi della Bassa. Sotto i nostri piedi, ma nessuno ha voluto prestare attenzione alle voci preoccupate degli abitanti delle campagne emiliane. Poi... l’inizio della fine. Dopo la scossa del 20 maggio, la temperatura del terreno ha raggiunto i 50 gradi, le piante di mais sono inspiegabilmente morte. L’una dopo l’altra. Nei canali e nei laghetti di Finale Emilia e San Felice son morti i pesci e, da giorni, si assiste, sgomenti, a un’anomala moria di topi. Cosa sta succedendo nel sottosuolo? Quali sono le cause di questi insoliti fenomeni? E, soprattutto, tali segnali della natura non rappresentano forse i segni premonitori

Carlo Gorgoni

dell’arrivo di un terremoto? Lo abbiamo chiesto al professor Carlo Gorgoni, ricercatore e membro del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Modena e Reggio Emilia, nonché professore - oggi in pensione - di Geochimica e Vulcanologia. Professore come spiega la risalita di gas nocivi dal sottosuolo o il calore anomalo del terreno nell’area colpita dallo sciame sismico? “Dopo un terremoto, è come se la terra - che possiamo immaginare come una spugna imbe-

vuta d’acqua - venisse spremuta, dando così il via a movimenti anomali dei liquidi di cui è costituita che si possono muovere più agibilmente. L’acqua calda sale negli strati più superficiali, comportando un anomalo innalzamento delle temperature anche nei pozzi, fino a 50/100 metri di profondità. Ovviamente la spremitura della crosta terrestre (squeezing) fa muovere anche i gas presenti nel sottosuolo, alcuni innocui, altri venefici: dal metano all’anidride carbonica, dall’acido solfidrico (contraddistinto dal caratteristi-

co odore di uova marce) al radon. Le cavità di terreno che si sono riempite di ristagni di anidride carbonica, più pesante dell’aria, o di metano, hanno invece provocato la morte per asfissia di alcuni animali. I liquidi e i gas che si propagano verso l’alto, interessando il primo strato di terreno, ovviamente interferiscono anche con i vegetali, il cui metabolismo è controllato anche dalle radici”. Sono quindi fenomeni transitori... “Esatto, sono rigurgiti transitori destinati a non durare nel tempo”. La previsione dei terremoti rappresenta il Santo Graal della sismologia, è il sogno di tutti riuscire a sapere in anticipo dove e quando un sisma avrà luogo. Studiare con più costanza i precursori geochimici dei terremoti potrebbe essere la giusta strada per arrivare a prevedere future scosse significative?

“La crosta terrestre prima di spaccarsi, si microfrattura: il meccanismo è facilmente esemplificabile. Pensi a cosa accade quando arcua un rametto di legno secco fino a spezzarlo: prima che si spacchi sentirà uno scricchiolio, quello è il segnale premonitore della rottura. Coi terremoti è la stessa cosa: vi sono degli “scricchiolii” che stanno alla base della previsione. Nel corso della storia, si è osservato che alcuni fenomeni sembravano verificarsi in corrispondenza di un terremoto. Tra questi, il fatto che i terremoti hanno talvolta un comportamento ciclico, la corrispondenza con le fasi lunari, movimenti di liquidi o gas all’interno della Terra subito prima del verificarsi del terremoto, delle differenze nei livelli dell’acqua nei pozzi, cambiamenti del campo elettromagnetico terrestre e nell’attrazione elettromagnetica o gravitazionale, un tempo atmosferico inusuale

e uno strano comportamento degli animali... Quindi la mia risposta è sì: i terremoti si potrebbero prevedere”. Dagli Anni Sessanta lei si occupa del legame tra emissioni anomale di radon e terremoti. Grazie ai finanziamenti della Provincia di Modena, poi sospesi, tra gli Anni ‘80 e il Duemila, ha previsto ben quattro terremoti (l’ultimo quello di Pavullo del 1999) in concomitanza dell’aumento del radon. Come funziona? “E’ possibile, monitorando il radon nell’ambiente, riuscire a evidenziare delle anomalie più o meno significative che siano la spia del verificarsi di un terremoto. Il radon è un gas inerte e radioattivo di origine naturale. E’ un prodotto del decadimento nucleare del radio all’interno della catena di decadimento dell’uranio ed è presente in tutta la crosta terrestre. Si trova ovunque, nel terreno e nelle rocce, in Continua a pagina 15


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a quasi 90 anni ma non li dimostra. E’ sveglio, arzillo e con una mente lucidissima. E, alla sua età, non si è ancora stancato di progettare, inventare e sperimentare sempre nuovi marchingegni tecnici applicati al settore della meccanica e dei motori elettrici. Parliamo di Luciano Beltrami, ex insegnante di Elettrotecnica e Meccanica all’Istituto Vallauri ma, soprattutto, geniale inventore. Entrare nel suo laboratorio privato, off limits ai più, di via Catellani, proprio sotto le mura dell’antico Convento di San Nicolò, è come immergersi in una fantastica galleria di congegni, invenzioni e soluzioni tecniche ancora oggi valide e utilizzate. Come l’apertura automatica del suo cancello di cui va fiero: “fui il primo a realizzare a Carpi questo meccanismo – dice orgoglioso - che Continua da pagina 14

quantità variabile. Essendo un gas, nel sottosuolo, il radon viene veicolato dall’acqua, muovendosi lungo la falda: attraverso un pozzo saremo quindi in grado di rilevarne la concentrazione. Una volta individuato un sistema isolato da disturbi

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L’Angolo di Cesare Pradella Un genio tutto carpigiano

poi è stato imitato dalle tante industrie che l’hanno adottato e inserito nei loro

campionari”. E mostra soddisfatto l’apertura automatica del cancello ancora

funzionante dopo 50 anni. Nel suo laboratorio - officina si possono vedere molte

delle sue ‘invenzioni’. Un cannocchiale di grandi dimensioni da lui interamente realizzato “e col quale vedo e osservo – dice fiero e soddisfatto – Giove coi suoi pianeti, Saturno coi sui anelli, Marte e la Luna che per me ormai non ha più segreti, coi sui monti e i suoi crateri”. Ma Luciano Beltrami non finisce di stupire ed ecco che mi mostra alcuni violini in acero e in legno d’abete da lui modellati e creati, che sembrano all’aspetto veri Stradivari, perfettamente funzionanti e armonicamente perfetti. Così come va fiero di una macchina a vapore degli Anni ’30 della tedesca Merkel (solo omonima dell’attuale cancelliera)

esterni e, quindi, affidabile, come ad esempio le Salse di Nirano (le cui acque fangose vengono da 2.000 metri di profondità) che ho monitorato per anni, è possibile misurare i livelli di Radon, i cui valori (legati alla dinamica della circolazione dell’acqua e alla

radioattività delle rocce) sono tendenzialmente stabili. Ogni variazione significativa potrebbe essere il segnale premonitore che sta per succedere qualcosa, come un terremoto, poiché quando nel sottosuolo si verificano fratture e smottamenti, le emissioni di

di questo gas, aumentano considerevolmente”. Lo studioso Giuliani aveva lanciato l’allarme circa il verificarsi di un sisma distruttivo in Abruzzo. Non venne ascoltato e fu screditato dalla comunità scientifica. “Molti esperti e responsabi-

li di questo settore di ricerca sono scettici sulla possibilità di poter prevedere i terremoti. Giuliani aveva visto giusto ma non aveva saputo dire con esattezza giorno, località e orario. Occorre finanziare ricerche per far sì che tali previsioni, così come è accaduto nel corso

Luciano Beltrami tra i suoi violini

che intende riattivare dopo decenni di mancato funzionamento. Oppure un motore inglese Sterling, a circuito chiuso, realizzato nel secolo scorso, che è riuscito a rimettere in moto. Insomma, l’impressione che si prova visitando il laboratorio di Beltrami è quella di trovarsi al cospetto di un piccolo genio, un emulo di Einstein o Edison... ma è meglio non dirglielo perchè, schivo com’ è, modesto e umile di carattere, si schermisce chiudendosi in se stesso. Quella stessa modestia e riservatezza che lo hanno accompagnato per tutta la vita, nonostante idee e invenzioni geniali che egli ha sempre tenuto per sè e mai mostrato in pubblico. del tempo per le previsioni meteo, possano essere sempre più affidabili”. Perchè non esistono finanziamenti in tale direzione? “Perchè dietro alla ricostruzione vi sono molti più interessi”. Jessica Bianchi


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Ridar vita alle nostre città: insieme si può!

a cura di Clarissa Martinelli

clarissa.martinelli@radiobruno.it

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i accumulano ora, sulPaolo Belli durante il concerto Teniamo Botta al Parco Ferrari di Modena la scrivania, i resoconPh Roberto Pagliani ti inviati dai sindaci dei comuni terremotati con la lista delle priorità e i relativi importi. Era il 30 maggio quando abbiamo pensato di fare una T shirt per raccogliere fondi; il 31 maggio quando ho suggerito lo slogan Teniamo Botta! al nostro grafico Vincenzo Vezzali, che ha inventato in mezz’ora il grande cuore rosso con al centro un’Emilia crepata. “Ti piace così?”, chiede. Sembrava davvero bella e il presidente di Radio Bruno, Gianni Prandi, accetta di produrne un po’. Chiediamo consiglio allo stampatore, Max. “Un magliette commissionate anche loro talento gratuitamente, solo migliaio, non di più”. Arrivano da amici e parenti. Ne stampiamo per raccogliere fondi: da Francele prove di stampa, la T shirt è di 4.000. Esaurite di nuovo in un sco Renga ai Modà, da Emma a grande impatto. Teniamo Botta! giorno. Lì abbiamo capito che Dolcenera, poi Zero Assoluto, Resistiamo, restiamo uniti, non avevamo inventato, per caso e Gemelli Diversi, Nomadi, Stadiamola vinta alle avversità: ave- senza immaginarlo, qualcosa che dio, Marco Mengoni, Andrea vo iniziato a ripeterlo in Radio il aveva le potenzialità per divenMingardi, Povia, Finley, So30, dopo quel 29 maggio da intare importante. Teniamo Botta! nohra, Ridillo, Matteo Becucci, cubo. Teniamo Botta! Il 4 giugno è diventato anche un grande Annalisa, Antonella Lo Coco, arrivano le prime 1.000 magliethappening musicale al Parco Virgilio e molti altri, presentati te. In tre ore vanno esaurite. Ne Ferrari di Modena, il 3 luglio dall’ottimo Paolo Belli. E ora è stampiamo altre 1.000, increduli. scorso, il più grande evento mutempo di bilanci: il 4 giugno la In due ore vanno esaurite. Si forsicale che la città ricordi con oltre prima T shirt in omaggio a fronte ma anche il giorno dopo la coda 40mila persone in un’atmosfera di una donazione minima di 10 fuori dalla radio, una fila lunga e emozionante, unica. Tanti amici euro. 500 le ha volute subito paziente di persone che sorridono di Radio Bruno hanno messo a Gianguido Tarabini griffandole ed escono con i loro carichi di disposizione il loro tempo e il anche Blumarine ed esponendole

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he fine fanno i milioni di euro spediti per sms che dovrebbero aiutare la popolazione colpita dal terremoto? Non sarebbe la prima volta che tra rimborsi, piccole percentuali trattenute e chissà quali altri espedienti, solo una piccola parte arrivi effettivamente nelle tasche di chi, quei soldi, li deve reinvestire nella ricostruzione. Animati da tale consapevolezza, alcuni di noi hanno sentito il bisogno di fare qualcosa per aiutare direttamente i propri concittadini. Trovare un’idea che grazie alla generosità di tutti, possa far arrivare il denaro nelle mani giuste. A questo scopo, Simone Storci, sua moglie Ilenia Ferrari (carpigiana doc), Marco Zoboli e i ragazzi della Festa D’Inizio Estate della Pieve di Nonantola, hanno realizzato dei braccialetti fluo, riportanti il motto Tin bota. “Volevamo

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i è spento all’età di 95 anni, in un ospedale di Los Angeles, l’attore americano di origine italiane Ernest Borgnine. Borgnine non aveva mai dimenticato le sue origini italiane, padre piemontese (Camillo Borgnino) e madre carpigiana (Anna Boselli), e anche in anni recenti aveva fatto visita al nostro Paese. Aveva vinto un Oscar come miglior attore protagonista per l’interpretazione di Marty, vita di un timido negli Anni Cinquanta: in quella stessa edizione degli Oscar Anna Magnani vinse la statuetta come

nelle vie della moda a Milano. E’ arrivata Rai Due a realizzare un servizio perchè l’inviato vedeva magliette Teniamo Botta! dappertutto, anche sulle recinzioni davanti ai crolli e appese su terrazzi di case ancora in piedi. Arriva Vanity Fair per un servizio. E si continuano a creare file fuori dalla Radio per accaparrarsi le T shirt, tanti le ordinano sul sito teniamobotta.com e devono anche avere un po’ di pazienza perchè non sempre riusciamo a far fronte al numero enorme di richieste in tempi rapidi. Arrivano foto di magliette indossate ad Antigua,

Grazie allo sforzo e alla generosità di tanti, 3.500 euro sono già stati dati al sindaco e al parroco di San Felice per la riedificazione.

Il prossimo obiettivo invece sarà quello di finanziare progetti in favore del martoriato Ospedale di Mirandola. “Ci rendiamo conto che il nostro aiuto non è che una piccola goccia nell’oceano – confessa Ilenia - ma grazie a tutti voi, abbiamo già dato una mano e se ci apppoggerete continueremo a farlo”. Alla continua ricerca di sponsor, questi ragazzi si sono auto finanziati per riuscire nel loro altruistico progetto, non volendo reinvestire nemmeno una minima parte dei soldi raccolti nella produzione dei braccialetti, per dare la certezza a chi acquista questo simbolo di solidarietà, che tutti i fondi saranno donati nella loro totale integrità. E’ questa l’Italia che ci piace, fatta di imprenditori capaci di creare da soli i mezzi per ristabilire la normalità e che trovano il modo di rialzarsi con le proprie forze. Francesco Palumbo

miglior attrice. Nella primavera 2002 proprio Carpi, dove mancava da più di quarant’anni, lo aveva festeggiato con mostre, proiezioni di film e incontri e la consegna del premio speciale Carpi per la cultura. Per celebrarlo, il Comune aveva anche realizzato una mostra che ne ripercorreva la carriera cinematografica, con manifesti e locandine dei principali film da lui interpretati e materiale concesso dalla famiglia di origine della madre. Tre anni dopo, a 88 anni, Borgnine era a Milano sul set del film La cura del gorilla al fianco

di Claudio Bisio e, in italiano, commentò, “e ne ho fatti 184, ma bisogna provare tutto”. Il 13 novembre 2006, poi, la presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, lo aveva ricevuto nel palazzo dell’esecutivo a Torino e gli aveva donato il simbolo del Piemonte. “I miei genitori - aveva ricordato anche in quell’occasione l’attore Borgnine - erano italiani: mia mamma di Carpi, dove da ragazzo ho vissuto per qualche anno, e mio padre di Ottiglio, vicino ad Alessandria. L’Italia è da sempre nel mio cuore”.

La carpigiana Ilenia Ferrari, insieme al marito Simone Storci, Marco Zoboli e i ragazzi della Festa D’Inizio Estate della Pieve di Nonantola, hanno realizzato dei braccialetti per raccogliere fondi da devolvere alle zone colpite dal sisma

Tin bota!

fare qualcosa per aiutare chi ha subito i danni maggiori in questo terribile momento – ci spiega Ilenia Ferrari - e raccogliere

fondi (tramite un’offerta libera, a partire da 3 euro) da ridistribuire direttamente alle terre colpite ci sembrava il metodo più efficace”.

Morto a 95 anni l’attore di origini carpigiane Ernest Borgnine

E’ scomparsa una stella

Borgnine in visita a Carpi con l’assessore alla Cultura del tempo, Brunetto Salvarani

in Canada, in Spagna, davanti alla tour Eiffel, arriva per un servizio anche Rai Tre. L’onorevole Manuela Ghizzoni la indossa in Parlamento per parlare del terremoto ai colleghi onorevoli. Il 4 luglio, un mese dopo, abbiamo mezzo milione di euro in cassa. Abbiamo fatto i primi “acquisti”: 135 bimbi di Concordia, Fossa e Vallalta hanno potuto iniziare il centro estivo lo scorso 2 luglio in una tensostruttura noleggiata coi fondi di Teniamo Botta (poco meno di 3.000 euro) refrigerata con 6 condizionatori. Hanno potuto abbandonare le tendopoli e riunirsi così in un centro estivo che è un piccolo orgoglio per la comunità. Ora abbiamo ordinato un ecografo portatile per i medici di base che operano in tende e container tra Carpi, Novi e Mirandola, su indicazione del direttore dell’Asl: un’urgenza cui far fronte che costerà circa 20.000 euro (è in corso ora la trattativa economica). I dettagli su come spendiamo il denaro saranno rendicontati sul portale radiobruno.it in modo che ciascuno sappia a cosa ha contribuito con la propria generosità. E indossando la T shirt simbolo che racconta molto dell’emilianità in due parole. Teniamo botta!


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Fuoco, fumo e paura lo scorso sabato nel Campo Nomadi di via Nuova Ponente a Carpi

Tragedia sfiorata al Campo Nomadi F uoco, fumo e paura lo scorso sabato nel Campo Nomadi di via Nuova Ponente a Carpi. Sono circa le 11 quando, nella roulotte di Erica Bernardoni, qualcosa inizia a non funzionare a dovere nei delicati impianti del climatizzatore. Forse il caldo, forse l’apparecchio non in buono stato, fatto sta che il motore si surriscalda sino a sprigionare fiamme che riescono ad attecchire nell’angolo della roulotte. Nel letto, per fortuna, non c’è nessuno: “Mio figlio Jason – 13 anni – si era svegliato appena due minuti prima per andare in bagno”. Quando le fiamme iniziano a divampare, dunque, nessuno se ne accorge, anche perché il mezzo è nascosto da un’altra roulotte, più grande. Ed è qui che sta dormendo Elis, un anno il 28 luglio. “La finestra era aperta, ed essendo molto vicina alla roulotte che ha preso fuoco, mia figlia La Lega corre in aiuto dei terremotati

“Altro che diamanti, servono prefabbricati”

Invece di comperare diamanti sarebbe meglio usare i fondi per acquistare case prefabbricate”. A metà tra l’appello accorato e la tagliente ironia, il richiamo lanciato dal coordinatore della Lega Nord per le Terre d’Argine, Argio Alboresi, dal palco del congresso del partito tenutosi ad Assago, domenica 1° luglio. E il popolo verde non ha fatto orecchie da mercante: gli aiuti per le popolazioni terremotate stanno arrivando un po’ da tutte le regioni, inviati da militanti e sedi del Carroccio. “Quando abbiamo un momento libero giriamo la Bassa per distribuire alimenti, vestiario e oggetti per l’igiene personale. Ho detto al congresso che servirebbero casette di legno, soprattutto per le abitazioni sparse per la campagna e spero proprio che possano arrivare anche quelle”, racconta Alboresi. I volontari della Lega dell’Unione cercano di portare gli aiuti laddove i canali della ‘grande’ distribuzione non arrivano o arrivano meno. “Giriamo soprattutto le campagne. Siamo stati a Cortile, a Rovereto, a S. Antonio in Mercadello e a nord di Novi”. Insomma, a tingere l’arcobaleno della solidarietà arriva anche il verde dei ‘padani’.

Fabio e Fioravante Bernardoni

– spiega Erica – ha respirato molto fumo”. Accortisi del pericolo, e appena messa al sicuro la neonata, i presenti hanno poi cercato di domare le fiamme, spente definitivamente dai Vigili del Fuoco. La bambina, che per fortuna non ha riportato gravi conseguenze, è stata portata al Ramazzini per

S

e c’è una caratteristica che va riconosciuta ad Argio Alboresi, coordinatore della Lega Nord per le Terre d’Argine, è la franchezza; il dire chiaro e tondo, senza troppi giri di parole quel che pensa. Il suo parlare ‘pane e pane e vino al vino’ se l’è portato dietro al congresso del Carroccio, svoltosi ad Assago lo scorso 30 giugno. Dal palco del forum, Alboresi (che milita in Lega da anni, tanto da essere stato tra i fondatori, insieme a Roberto Terzi, della sezione di Carpi, nel 1989) ha parlato senza mezzi termini: “gli errori si pagano e l’ex segretario Umberto Bossi ha compiuto prima di tutto degli errori politici. Per questo bisogna avere il coraggio di estrometterlo”. Anche chi non milita nella Lega potrà intuire la portata di tale dichiarazione. Lanciare una bordata simile contro il nume tutelare del partito, chiedere di far scendere dal piedistallo quello che per il movimento non è solo un leader, bensì una vera e propria icona, e farlo dal placo del congresso del partito da lui fondato, avrebbe fatto tremare le vene ai polsi a più di una persona. Ma non al carpigiano Argio. A congresso avvenuto, però, il bilancio non è quello che il coordinatore avrebbe desiderato: “c’è stata troppa timidezza. Sono deluso perché è mancata la volontà di allontanare il personaggio, quasi lo si sia voluto graziare. Eleggere Bossi presidente a vita, suona, alle orecchie dei militanti, come un perdono”. Certo, di bossiani di ferro nella Lega ce ne sono ancora tanti e ‘uccidere il padre’ non sarebbe stato semplice. “Si doveva avere coraggio, rischiare la scissione pur di dare all’elettorato un messaggio di rinnovamento”. Ma qual è stato l’errore politico principale dell’ex segretario? “Doveva uscire dal governo Berlusconi quando c’è stato lo strappo di Fini. Bisognava prendere atto dell’impossibilità di realizzare gli obiettivi per i quali avevamo stipulato l’alleanza con il Pdl. Chiamandocene fuori, avremmo avuto la coscienza a posto, invece

accertamenti. “Continuava a tossire, le usciva muco nero dal naso” spiega la madre ancora scossa. “Qui vivono una settantina di persone, tra

cui venti bambini e non è la prima volta che succedono incidenti di questo tipo. Per questo siamo molto arrabbiati - si sfoga Fabio, fratello di Erica e zio della piccola Elis – Non abbiamo i bagni perché sono rotti da tempo, pochi giorni fa una centralina ha avuto un corto circuito perché ce ne sono poche e quindi ognuna ha troppe prese attaccate. Non abbiamo le docce e anche d’inverno siamo costretti a lavarci all’aperto con la canna dell’acqua, tanto che mia figlia si è buscata una bronchite acuta”. Vogliono farlo sapere, i nomadi di Carpi, che non abitano dentro delle regge. “Qui verso le otto di sera ci sono così tan-

ti topi che non è possibile mettere i piedi fuori dalle roulotte e adesso hanno iniziato a entrare anche dentro. Questa non è vita”. Esasperato anche il nonno Fioravante: “non ci piace star qui, non ci divertiamo. Due anni fa abbiamo comprato, con i nostri soldi, un terreno nei pressi di Cortile, per trasferirci e vivere più dignitosamente, ma non ci hanno ancora dato il permesso. Stiamo ancora pagando le rate per aver comprato uno spazio sul quale non possiamo vivere! Qui, con tutte le roulotte una vicina all’altra, poteva succedere una tragedia molto più grande. La bambina ha rischiato di morire e tutto il campo poteva andare a fuoco”. “Ora ci sono tante persone in difficoltà perché costrette a vivere in tenda – chiosa Erica – e le capisco, ma provate a pensare che noi viviamo così ogni giorno”. M.M.

Al congresso del Carroccio, svoltosi ad Assago il 30 giugno scorso, il carpigiano Argio Alboresi ha parlato senza mezzi termini: “gli errori si pagano e l’ex segretario Bossi ha compiuto prima di tutto degli errori politici. Per questo bisogna avere il coraggio di estrometterlo”.

Lega Nord: “bando alla timidezza”

Argio Alboresi al congresso

restando insieme a Berlusconi, la Lega ha dato l’impressione di galleggiare nella bonaccia e di questo la gente si è stufata”. Ora, pur in una situazione in cui la Lega, dopo i ripetuti scandali venuti alla luce, deve ‘ripartire da zero’, riconquistando la fiducia frustrata di tanti simpatizzanti, per Alboresi gli obiettivi restano quelli di sempre: fermare l’entrata delle merci prodotte a costi – e quindi vendute a prezzi – stracciati, porre un freno all’immigrazione irregolare e far diventare il federalismo, in primis quello fiscale, una realtà concreta. “Abbiamo realizzato qualcosa, ma tutto in forma molto annacquata. Inaccettabile, tanto più che in Parlamento avevamo una maggioranza esagerata. Il progetto resta giusto, perché è indispensabile che le tasse rimangano sul posto e che le persone imparino ad autogestirsi, come avviene in Svizzera, smettendola di delegare per poi disinteressarsi. Confesso però di essere un po’ scettico, perché il movimento, per avere un futuro,

dovrà trovare la forza di rinnovarsi radicalmente dalle fondamenta”. In sintesi, la diagnosi di Alboresi è che si è iniziato a intraprendere la giusta strada ma che, a oggi, i passi compiuti sono insufficienti. E questo in tutti gli ambiti, compreso quello locale: “dare alle Regioni autonomia decisionale sulle alleanze per le Amministrative, così come recita il nuovo statuto, è un provvedimento positivo, ma si doveva estendere questa libertà anche più in basso, a livello provinciale e di circoscrizione, perché non si

può essere guidati dal direttivo regionale, che non sempre è consapevole della situazione del territorio”. Un momento complesso per il partito della Padania, ma Alboresi, che ha la pelle dura ed è abituato a combattere battaglie difficili, di demordere non ha alcuna intenzione. Come Alberto da Giussano, il mitico cavaliere che con le sue gesta eroiche si distinse nella battaglia di Legnano e nume tutelare del Carroccio, i Leghisti della prima ora amano le sfide ‘impossibili’. Marcello Marchesini

sicurezza a carpi - I fatti della settimana Via Lugli, banda del grimaldello in azione Dopo i quattro appartamenti svaligiati la scorsa settimana in via Bramante, questa volta a finire nel mirino è stato il complesso immobiliare che si trova in via Carlo Lugli, dietro l’ex Cremeria. Quattro gli appartamenti svaligiati nonostante le porte blindate e altrettante casseforti a muro aperte senza alcun tipo di forzatura. I malviventi in meno di due ore hanno svuotato con facilità

gli appartamenti facendo sparire soprattutto preziosi e contanti per alcune decine di migliaia di euro.

Via Brennero, scippata una donna Una donna residente in via Brennero, mentre tornava a casa intorno alla mezzanotte, è stata spinta a terra da un uomo che le ha strappato il borsellino che teneva in mano. Tanta paura e alcune contusioni al volto per soli 15 euro di bottino.


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“Di questi tempi neanche le capitali europee offrono grandi opportunità di lavoro”. Parola del carpigiano 25enne Andreas Guidi, laureato in Lingue e in procinto di conseguire una Laurea in Storia nella capitale tedesca

“La crisi stritola il nostro futuro” S ono in costante crescita i giovani italiani che si dichiarano pronti a lasciare l’Italia per cercare un’occasione all’estero: ben 44 su 100 stando all’ultima indagine di AlmaLaurea che ha coinvolto oltre 200mila giovani. C’è chi si trasferisce all’estero per studiare e migliorare la propria preparazione con la speranza di tornare nel Bel Paese con in tasca più chances di trovare l’occupazione desiderata e chi, invece, già laureato e sfiduciato dalla situazione italiana, fa le valigie per cercare di realizzare i propri sogni e le proprie ambizioni altrove. “Ma di questi tempi - ci ha raccontato il 25enne carpigiano Andreas Guidi, da quattro anni a Berlino, laureato in Lingue e in procinto di conseguire una Laurea in Storia - neanche le capitali europee offrono grandi opportunità di lavoro”. Andreas perchè hai scelto Berlino? “Ho deciso di partire per Berlino nell’autunno del 2008 quando ancora frequentavo la Facoltà di Lingue e Letterature straniere a Milano. La mia scelta è maturata nell’ambito del progetto Erasmus che lega la facoltà del capoluogo lombardo presso la quale mi sono laureato alla Freie Universität della capitale tedesca. Dopo l’esperienza milanese, desideravo misurarmi con l’atmosfera di una grande capitale europea e consolidare la conoscenza della lingua tedesca, ma non avevo considerato di rimanerci oltre la fine dell’Erasmus. Poi, dopo aver conseguito la Laurea triennale, ho deciso di proseguire i miei studi accademici a Berlino e, dopo una breve pausa in Italia, nell’ottobre del 2010 mi sono iscritto all’Osteuropainstitut per specializzarmi negli studi di Storia dell’Europa Orientale, materia su cui avevo già scritto la tesi”. Hai trovato difficoltà ad ambientarti? “Non ho trovato particolari difficoltà, probabilmente grazie al fatto di aver vissuto con studenti tedeschi nei primi due appartamenti in cui ho abitato. La lingua straniera non è stata un problema, anzi, mi sono sentito spinto a migliorarla per non dover ricorrere all’inglese. Per il resto, soprattutto nei mesi precedenti all’iscrizione alla Laurea specialistica, sono stato impegnato in qualche progetto socio-culturale, per cui ho dato ripetizioni a ragazzini Rom e moldavi e ho fatto da guida per le scuole elementari a una mostra

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abato 30 giugno si è svolta la tradizionale serata nella quale il Rotary Club di Carpi ha rinnovato il proprio consiglio Direttivo per l’annata Rotariana 20122013. In considerazione del grande momento di difficoltà nel quale la nostra comunità e il nostro territorio stanno vivendo a causa degli eventi sismici di maggio, si è tenuta una sobria cerimonia presso il Ristorante San Silvestro di San Prospero, durante la quale è avvenuto il passaggio delle consegne tra il presidente uscente, dottor Federico Cattini e il nuovo presidente, l’architetto Stefano Righi. La serata è stata l’occasione per poter ripercorrere

Andreas Guidi

fotografica sul tema dei rimpatri verso i Balcani delle famiglie a cui non viene rinnovato il permesso di soggiorno. Negli ultimi tempi sono invece concentrato sullo studio e, in particolare, sulla tesi a cui ho appena iniziato a lavorare. Inoltre, nel tempo libero, insieme ai miei due migliori amici tedeschi Philipp e Felix, suono in un gruppo rock acustico”. Quali differenze hai riscontrato tra l’organizzazione universitaria italiana e quella tedesca? “Ce ne sono parecchie, l’unica cosa veramente analoga è la divisione fra laurea triennale (Bachelor) e specialistica (Master). Per quanto riguarda il metodo, qui si punta, almeno in ambito umanistico, quasi solo all’elaborazione dei problemi e delle argomentazioni davanti a testi, fonti o situazioni empiriche, mentre dalla mia esperienza in Italia ricordo un forte accento posto sull’accumulo di conoscenze. Al primo impatto questo può spiazzare chi è abituato a ripetere gli appunti dell’insegnante durante un esame orale, dovendo invece dimostrare soprattutto di saper elaborare e presentare autonomamente il proprio punto di vista, cosa ovviamente molto positiva perché porta a misurarsi col lavoro “scientifico” ad alti livelli. Il rovescio della medaglia però è che molti studenti tedeschi hanno grandi lacune di cultura generale

e nozionistica. Da questo punto di vista l’istruzione italiana consente ancora di disporre di un bagaglio culturale davvero ampio. Il rapporto tra studenti e professori poi, in Germania, è molto più orizzontale e aperto”. Come vivono i giovani a Berlino e con quali opportunità? “Ciò che più mi ha colpito è il fatto che, aldilà delle differenze di età, reddito e occupazione, qui ci si può sentire a casa dopo due giorni. Penso che il motivo sia quel senso di “anonimato collettivo” che comporta la vita in una grande metropoli, dove pochi conoscono pochi e proprio per questo, paradossalmente, si condivide molto di più che in una città di provincia. Un altro aspetto da evidenziare è l’interculturalismo – o meglio il melting pot – che si respira a ogni angolo. Le condizioni di studio sono ottime, specialmente per il fatto che l’università è gratuita pur essendo di ottimo livello. Per quanto riguarda il lavoro invece, la situazione nella capitale non è delle più rosee e rappresenta una realtà a sé stante rispetto al resto del Paese. Berlino è tra le regioni più arretrate economicamente del territorio tedesco, soprattutto in confronto alla Baviera, a Ruhr... Solo certi ambiti come i media, le istituzioni, l’associazionismo e pochi altri hanno il loro centro qui. Poche sono invece le aziende

e le industrie ad alta produzione. Il tasso di disoccupazione a Berlino è tra i più elevati della Germania e anche le paghe sono in generale inferiori rispetto alla media nazionale. Qualche anno fa, l’attuale sindaco definì Berlino “povera ma sexy”. Se il secondo attributo non si discute, l’attrazione di molti “yuppies” da altre regioni tedesche o dall’estero ha portato a molte speculazioni sugli immobili, per cui i prezzi bassi, che anche al tempo del mio arrivo erano il vero fiore all’occhiello di questa metropoli “popolare”, velocemente si uniformeranno ai livelli delle altre capitali europee, mettendo i poveri di Berlino in una situazione ancor più difficile”. Dopo la laurea specialistica cosa ti piacerebbe fare? “L’obiettivo a breve termine è di scrivere una tesi di dottorato in storia, preferibilmente subito dopo la laurea. La scelta sarebbe di continuare in ambito accademico, se ce ne fossero le condizioni. Purtroppo penso che molti della mia generazione non riescano a mettere in atto i propri progetti, perché viviamo

in una condizione paradossale di precarietà perpetua. L’unica cosa da fare è difendere ardentemente il proprio futuro, cercando una situazione che rappresenti un giusto compromesso tra le proprie aspirazioni e le esigenze economiche, cercando qua e là, anche all’estero, delle buone condizioni per iniziare a lavorare. I tempi sono durissimi, non solo in Italia, ma anche qui a Berlino. La crisi strangola i nostri progetti e comporta grandi sacrifici”. Dove vedi il tuo futuro? “L’Italia mi manca molto, soffro nel dover assistere a distanza alla deriva politica in cui si trova il Paese; soffro nell’aver saputo da Internet della scossa di terremoto del 29 maggio. Tuttavia, so che al momento non ci sono le condizioni per trovare un lavoro che mi permetta di essere indipendente dalla famiglia con una Laurea in Storia. A Berlino sto bene, ma dopo quattro anni avrei anche voglia di cambiare aria, rimettendomi in gioco in un’altra grande città. Il mio futuro è ancora tutto da decidere”. Chiara Sorrentino

Islam e dintorni... Di Francesca Zanni Laureata in Storia, Culture e Civiltà Orientali, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna

Arriva Ramadan...

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l 20 luglio inizia Ramadan. O meglio, comincerà il mese di Ramadan. Uno tra i riti più conosciuti e discussi della religione islamica che dura un mese lunare del calendario musulmano. Essendo legato alla luna, il calendario anticipa il mese di Ramadan ogni anno di qualche giorno (l’anno prossimo per esempio inizierà il 9 luglio). Fino al 18 agosto quindi, i fedeli musulmani osservanti, dovranno astenersi dall’alba al tramonto dall’ingerire cibo e bevande, ma anche da attività come fumare o avere rapporti sessuali. Rispettare il digiuno è uno dei cinque pilastri dell’Islam: sono però esentati bambini, malati e donne in gravidanza dal momento che non potrebbero sopportare fisicamente tale pratica. Secondo la credenza islamica, Ramadan è un mese in cui il fedele, attraverso l’ascetismo e la preghiera, si avvicina il più possibile ad Allah e cerca di entrare nel profondo della fede tramite la preghiera e il sacrificio. La preghiera e la meditazione infatti, devono caratterizzare ogni giorno del periodo di digiuno e hanno il compito di rendere il fedele sempre più prossimo a Dio. Chi è impossibilitato compiere il digiuno per malattia o per altri motivi, può sopperire con opere di carità e preghiere. La festa dell’interruzione del digiuno avviene l’ultimo giorno di Ramadan e segna il ritorno alla normalità. La rottura del digiuno è una delle feste più importanti dell’Islam ed è chiamata in arabo “id al-fitr”. Comunemente si fanno anche piccole feste dopo il tramonto durante tutto il mese di Ramadan: quando è possibile mangiare infatti, durante la notte, molti fedeli lo fanno insieme in un’atmosfera conviviale.

Il 30 giugno si è svolta la tradizionale serata nella quale il Rotary Club di Carpi ha rinnovato il proprio consiglio direttivo. E’ Stefano Righi il nuovo presidente

Il Rotary di Carpi sosterrà le comunità colpite dal sisma

un’importante annata durante la quale il sodalizio ha avuto modo di impegnarsi in numerose iniziative di carattere sociale e culturale, tra cui il progetto della Rete Salvavita con l’installazione di defibrillatori in punti strategici di Carpi, fino al recente concerto benefico di Serena Daolio, presso il Circolo Loris Guerzoni, con la raccolta di fondi a favore dei terremotati dell’Emilia. Nel suo intervento, il neo presidente, Stefano Righi, ha sottolinato come, a poco più di trenta giorni dal sisma, “con

un’emergenza che coinvolge ancora in maniera grave aspetti personali, umani, professionali e materiali di ciascuno di noi, sia difficile fare progetti a lungo raggio o di dimensioni ambiziose: più semplicemente occorre riappropriarsi di quella quotidianità smarrita, di quei valori più semplici che riacquistano nuova importanza e forniscono un rinnovato equilibrio per ripartire. Questo è l’obiettivo del Rotary Club di Carpi nell’immediato futuro, condiviso dal Rotary International che, attraverso il Distretto 2070, sta promuovendo iniziative per la raccolta di aiuti concreti e fondi per sostenere le nostre comunità colpite”.


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Il 21enne carpigiano Lorenzo Verri, dal 1° ottobre, vive a Londra dove studia per diventare Web Devoloper e designer

Nel Regno Unito inseguendo un sogno I

l 21enne carpigiano Lorenzo Verri, dal 1° ottobre vive a Londra dove studia per diventare Web Devoloper e designer. Lorenzo, perchè hai deciso di trasferirti a Londra? “Dopo essermi diplomato in Comunicazione Visiva e Grafica all’Istituto d’Arte Venturi ho scelto di trasferirmi a Londra per diverse ragioni. Volevo approfondire la conoscenza della seconda lingua più parlata al mondo, ma che non avevo mai avuto la possibilità di imparare bene durante le scuole superiori e poi desideravo vivere un’esperienza nuova che mi consentisse di conoscere culture diverse dalla mia. Mi sentivo insoddisfatto della mia vita tra Carpi e Modena: non riuscivo a intravedere un futuro nella mia piccola città. E infatti sono partito alla ricerca della mia “vocazione”. Le aspettative sulla capitale britannica erano alte e appena arrivato sono rimasto un po’ deluso per le difficoltà che ho trovato a inserirmi e per le rinunce che ho dovuto affrontare, ma ora sono soddisfatto della decisione che ho preso.

Nonostante i sacrifici siano tanti, soprattutto per uno come me che è dovuto partire quasi da zero con la lingua, ne vale la pena, perchè Londra è una città ricca di opportunità: basta cercarle”. Cosa stai facendo? “Sto terminando il primo anno di Web Development/Design in un istituto di arti creative chiamato SAE Institute. Quest’anno di studi mi permetterà di ottenere in futuro il diploma di Web developer e designer”. Dal punto di vista della tua formazione culturale e professionale cosa ti sta dando la capitale inglese? “Londra è una città meravigliosa per uno studente. Credo che dal punto di vista professionale ci sia tanto da imparare: in poco meno di un mese dopo aver messo piede in Inghilterra avevo la National Insurance Card, ovvero una carta che permette di lavorare legalmente. A quel punto dovevo solo cercare un posto. Ma l’anima più bella di

Londra è la sua ricchezza culturale che deriva da una popolazione multietnica. Da quando sono arrivato ho conosciuto coreani, australiani, tedeschi, polacchi, africani e tanti altri ragazzi di varie nazionalità che vengono nel Regno Unito per ragioni simili alla mie. L’istituto SAEQuantm College mi sta dando un aiuto incredibile nell’imparare un vero e proprio mestiere, che è anche una mia grande passione, così come mi sta aiutando a intraprendere un percorso di studi in Olanda, alla Fontys University di Eindhoven”. In cosa consiste tale progetto? “L’Istituto SAE-Quantm College è solo la tappa iniziale del mio percorso di studi. Avevo la possibilita di fare un altro anno a Londra e conseguire una laurea in Web Development e Design, ma mi sono accorto che ciò che piu mi piace è la programmazione legata al web. Continuerò quindi i miei studi come Software Engineering a Eindhoven in Olan-

Lorenzo Verri

Grande successo di pubblico per la mostra-evento allestita dal carpigiano Rossano Poletti a Londra

Al mè dialètt... di Massimo Loschi

L’arte carpigiana trionfa a Londra

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o scorso marzo l’avevamo lasciato immerso nell’organizzazione della sua mostra all’insegna della fusione di pittura e musica a Londra, e ora che quella mostra, intitolata The Art Night, è diventata realtà, lo ritroviamo soddisfatto e impegnato, a seguito dagli esiti più che positivi del suo lavoro. Sto parlando dell’artista carpigiano Rossano Poletti, classe 1970 che da 15 anni ha scelto Londra come casa ma, soprattutto, come tempio della sua arte. “Ho creato un mostro - ha affermato sorridendo il pittore - che mi impegna giorno e notte. Quasi non riesco a tenere il conto delle richieste di artisti che vogliono partecipare alla mostra ma va benissimo così, perchè sto vivendo un sogno. Non è la solita mostra ma qualcosa di più: una miscela tra un’esposizione, un evento artistico, e una serata all’insegna di musica a tema che si conclude con ritmi dance, il tutto all’interno della suggestiva ambientazione di un ampio locale nel West End di Londra, una delle zone da sempre più attenta alle nuove tendenze in fatto di arte, musica e moda. Alla The Art Night partecipano amici, singoli artisti, note gallerie, critici d’arte e in generale esperti del settore. Inoltre le ultime due serate, del 14 e del 28 giugno hanno attirato anche l’attenzione della stampa londinese e di

un folto pubblico di curiosi. Credo che siano stati molto apprezzati oltre all’impegno e alla meticolosità profusi nell’organizzazione, anche il lato originale e innovativo della formula”. L’evento, che si è svolto in più serate, si è concluso giovedì 12 luglio con un gran finale nel corso del quale Rossano ha esposto tutti i suoi ultimi lavori sia di ritrattistica che di amtosfere astratte. Ma non finisce qui. Infatti, a partire da giovedì 19 luglio, il talentuoso pittore carpigiano inzierà a promuovere artisti di diversi settori con opere e performances ad hoc. Tra gli ospiti più attesi vi è Reeta Arora, una make-up artist conosciuta a livello internazionale, insieme alla quale il pittore darà vita a un’esibizione dal vivo, con tanto di musica in sottofondo, durante la quale la celebre truccatrice dipingerà visi e corpi sul tema Ice Queen. “Dopo tanti anni di sacrifici - ha affermato entusiasta Rossano, che quando non si dedica alla pittura lavora come stylist presso una prestigiosa boutique sento che finalmente il mio sogno

di poter vivere esclusivamente della mia arte si sta per realizzare. Sono infatti diventato l’Art Promoter ufficiale della The Art Night nel West End e ho già ricevuto numerose richieste da parte di diversi gestori per portare il mio evento nel loro locale. Nonostante questo lavoro richieda impegno ed energia sono soddisfatto di come stanno andando le cose, perchè spero che tutto ciò mi possa presto aprire le porte per un nuovo futuro artistico sia come pittore che come organizzatore di eventi artistici. Nel frattempo, almeno fino alla fine di agosto, ho già un calendario fitto di eventi in programma. Continuo ancora a lavorare in boutique, ma se tutto procede per il meglio mi auguro di potermi dedicare a tempo pieno a questo nuovo ed entusiasmante lavoro”. Chiara Sorrentino Rossano Poletti e Anni Hulm

da, cittadina più piccola e meno cosmopolita di Londra, ma ricca di studenti e con prezzi universitari e di affitto più abbordabili”. Il luogo, l’esperienza e l’evento che ti porterai per sempre nel cuore? “Ho conosciuto la mia fidanzata Olga, una dottoranda in design alla Central St Martins, nel posto dove lavoravo part-time: il Borough Market, nei pressi del London Bridge. Lei vendeva cibo tipico della sua nazione, la Polonia, di fronte al banco dove io vendevo parmigiano e salame. Che originalità vero? Anche grazie a lei, ho deciso di rimanere a studiare all’estero: quando si è in squadra si è certamente piu motivati”. Non ti preoccupa la distanza che ti dividerà da Olga quando sarai in Olanda? “Olga, che ha qualche anno in più di me ed è una dottoranda, mi potrà raggiungere presto per vivere insieme. Avrà l’opportunità di continuare i suoi studi anche fuori sede, dovendo fare ritorno a Londra solo per incontrare i suoi supervisors”. Chiara Sorrentino

di Massimo Loschi

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uando le radici e l’amore per la propria terra possono vincere la paura e annullare la forza di ogni terremoto.

LA MÈ CARTOLINA

LA MIA CARTOLINA

‘Na firma… e, salùt da chi sà dóve. La vin stè cartolina a mnêr vant ed têri luntani ed paéš d’incant e ed tè… mè bêla têra puvrètà e pêra cùmè un pêlm ed man nisun s’in tóš, nisun in dèscòrr e sól in tè... è l’ôr dal pan. Tè, tê n’tgnùs ripid sintér nè dólsi ôndi t’fan la cùnà, mô chiéti strêdi pôrtn’a la campagna, su i êršèn švètèn élti fili d’piôp e salis, cùmè véli s’pêrdèn lungh i fôs. Tra al batêr rìtmìch d’un môtór i s’pêrdèn cant ed cuntadêin a l’óvra e aqui chiéti, caradêin ed vìtà curèn a šmùrsêr arsuri ch’spachên. Da sèmpèr, docil tê t’arduš al piód e ruvidi man tê tgnus chi s’lévn’al sudór dla frôunt e ancòr lé un rigagnòl… per sólch avêrt... fìn a l’ôrišount. A sira, n’uvata sutila, alšéra la s’intùrtia tra vìgnì a dêr vóš a silêinsi, a vêci magìi ch’rivivèn tra filêr e luntan, a per d’vèdèr švùlasêr tabar per dêr péš a fôli d’nôni… ai ragasóo. Più in là… un can baia pò, è nôt fònda, a l’aqua dal pòss… a gh’rùšlà ‘na luna tonda e tùtt têš; e tè, cartôlina, che t’vin da chisà dóve psrêt mai… inlustrêrèm sti sèntimêint e tanta pêš.

Una firma… e, saluti da chissà dove. Viene questa cartolina a portare vanto di terre lontane, di paesi d’incanto e di te... mia bella terra povera e piatta come il palmo di una mano nessuno ti considera, nessuno ne parla e solamente in te è l’oro del pane. Tu non conosci ripidi sentieri nemmeno dolci onde ti fanno la dondola, ma quiete strade portano alla campagna, sopra agli argini svettano alte file di pioppi ed i salici, come vele, sono ai margini dei fossi. Tra il battito ritmico di un motore si perdono canti di contadini all’opera, ed acque quiete, rigagnoli di vita corrono a spegnere arsure che spaccano. Da sempre, docile... ti arrendi all’aratro, e ruvide mani tu conosci che si levano al sudore della fronte ed ancora è un rigagnolo… per solchi aperti… fino all’orizzonte. A sera, una ovatta sottile, leggera si attorciglia tra vigne a dare voci ai silenzi a vecchie magie che rivivono tra i filari e lontano... par vedere svolazzare mantelli per dare peso a filastrocche di nonne… ai ragazzi. Più lontano un cane abbaia poi, è notte fonda all’acqua del pozzo… ruzzola una luna tonda e tutto tace; e tu, cartolina, che vieni da chissà dove potrai mai… illustrarmi questi sentimenti e tanta pace.


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Calcio – Il Carpi 2012/2013 verso i blocchi di partenza

Le chiavi del ridimensionamento Presentati gli organigrammi, Venerdì 20 scatta il raduno. La priorità è vendere: partono Laurini, Memushaj, Concas e De Paola. Poi nascerà una squadra giovane intorno alla “nuova vecchia guardia”.

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a stagione 2012/2013 del Carpi è iniziata di fatto mercoledì 11 luglio con la presentazione dei nuovi organigrammi societari e tecnici. A riguardo, l’ampio servizio è rimandato al prossimo numero di Tempo. Il nuovo CdA s’appoggia sul patrimonio tecnico che Giuntoli sta per liquidare. Marani, Caliumi e Salami non hanno trovato aiuti dall’imprenditoria. Né moltiplicheranno il loro impegno economico. Riavranno tutto il Cabassi, “Distinti” compresi. Dovranno perciò investire tempo ed energie sulla fidelizzazione della città. E potranno valorizzare una sponsorizzazione più voluminosa da parte di Gianguido Tarabini, il cui marchio Blumarine tornerà sulle maglie biancorosse. L’obiettivo è chiaramente quello di convincerlo a sposare definitivamente la causa di via Marx. E’ questa l’unica strada che può condurre alla creazione di un nuovo progetto orientato al futuro. Nessun altro colpo di scena è previsto. Bonacini non tornerà sui suoi passi. Conta ancora di riuscire a capovolgere il tavolo del Modena, tuttora in bilico nonostante la presentazione in pompa magna del quadrunvirato Commini-Caliendo-CannellaSecco. Al momento, è un proposito sfarzoso ma poco solido. Al fumo, dovrà essere aggiunto l’arrosto d’una ricapitalizzazione difficile dopo la fuga degli azionisti di minoranza. Se Cpl rimarrà col cerino in mano dovrà rassegnarsi a convergere verso Gaudì, volente o nolente. Questa comunque è un’altra storia. Che al Carpi non interessa più. VENDERE PER RICOSTRUIRE Il raduno scatterà venerdì 20:

ritrovo al Cabassi e partenza per il ritiro di Montese. Sarà una stagione molto complessa e incognita. Qualcosa di medio proporzionale tra la ricerca del presente e l’invenzione di un futuro. Si ricomincia dalle ceneri del Braglia e dal profondo ridimensionamento degli orizzonti. Dall’esplorazione articolata delle motivazioni rimaste a un gruppo brillante e compiuto, tuttavia deluso e privato dei suoi cardini

Carpi ha ospitato una tappa del Campionato italiano di skateboard

Gli skater si son dati appuntamento a Carpi

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arpi ha ospitato il 1° luglio una tappa del campionato italiano di skateboard. La competizione - che si è svolta presso lo skatepark di via Sigonio - non è transitata in città per caso: nel 2012 cade l’anniversario dei 25 anni dell’arrivo della disciplina a Carpi. Era infatti il 1987 quando un gruppo di amici accomunati dall’amore per le evoluzioni con la

nale da 300mila Euro a stagione più bonus col Benevento (sicura favorita del prossimo campionato di Lega Pro, comunque venga configurato). L’operazione è in dirittura d’arrivo. Sussiste tuttora una consistente differenza tra domanda ed offerta che separa le società. Ma verrà colmata verosimilmente entro domenica 15, giorno del raduno sannita. Tempi un po’ più lunghi per Concas, che è in trattativa con lo stesso Benevento e piace alla Pro Vercelli.

Gianguido Tarabini

tavola decisero di fondare l’Associazione Team skateboard Carpi. Pochi anni dopo, nel 1989, mentre cadeva il Muro di Berlino, su tutt’altri muri i giovani skater della zona potevano tenere la loro prima gara. “Inizialmente facevamo le nostre evoluzioni nella zona delle poste di Piazzale della Meridiana – racconta il presidente di Team skateboard, Alan Zanini

principali. Mandrelli lascia il calcio per tornare in famiglia. Quasi impossibile fargli cambiare idea. Cioffi lascia invece solo il campo, e trasloca in panchina. Dovrà inventarsi una difesa, e ricucire la squadra a sua immagine e somiglianza. Senza però scadere nella tentazione di parlare di sé stesso. Missione complicata, ma non impossibile. E’ il salvagente di continuità. Prende definitivamente le redini di uno spogliatoio che, a 35 anni, continua a compiere le sue acrobazie – ma non c’erano molte strutture, lo spazio era poco e così, nel ’92, abbiamo chiesto al Comune di poter avere una zona tutta per noi”. Sogno, questo, che si concretizza soltanto nel 2000, con la concessione dell’area di via Sigonio. “Abbiamo costruito tutto noi, lavorando nei weekend, finché nel 2002 abbiamo potuto inaugurare lo skatepark, il terzo impianto più grande d’Italia”. Passati più di due decenni, con lo skate in procinto

che comunque, negli ultimi due anni, è sempre stato più suo che di qualunque altro allenatore. Laurini, Memushaj e Concas sono i tre assegni circolari che assicurano la sopravvivenza sportiva. Al momento in bianco, ma non per molto. Laurini è quasi sistemato. Ha scatenato un’asta tra Lecce, Juve Stabia, Reggina ed Empoli (in pole). Memushaj ha invece rinunciato alla B, inchiostrando un trienAlan Zanini

CONFERME, GIOVANI E POCHI BIG Giuntoli ha l’obbligo di vendere. E’ deciso a realizzare complessivamente 600mila euro. Solo a quel punto potrà eventualmente rifirmare i big Lollini e Ferretti, puntare al prestito-bis di Terigi, e dare l’assalto a un centravanti di sicuro rendimento (Arma ed Evacuo i miraggi possibili; sfumato invece Perna, che salirà in serie cadetta). Un sesto del tesoretto è già capitalizzato dal prestito oneroso di De Paola, girato alla Carrarese con la mediazione della Juventus (comproprietaria del cartellino) che in permuta ha ottenuto un prodotto delle giovanili biancorosse. Sono 6, e non più di 6, dunque i reduci chiamati a costituire la “nuova vecchia guardia”: Poli, Di Gaudio, Potenza, Cenetti, Perini, Pasciuti. A questi si aggiungono i cavalli di ritorno Dascoli, Obeng e Cortesi. La rosa verrà completata con una decina di “under” spendibili a minutaggio. Il primo è Paolo Guerci, portierino classe ’93 (dal Pavia, cambio-merce nell’operazione Cesca). Farà da vice a un titolare classe ’92 (due ipotesi: Perina del Bari e Barbetta del Livorno). Enrico Gualtieri di divenire disciplina Olimpica, Alan sottolinea che “questo è uno sport a tutti gli effetti, che si può praticare da giovanissimi e fino a 50 anni. Per 20 anni la definizione del mondo dello skate è stata dominata dal marketing americano, che per renderlo più appetibile tra i giovani lo rappresentava come una disciplina estrema. Per fortuna questa logica sta cambiando”. Attualmente l’associazione tiene corsi a ragazzi dagli 8 ai 10 anni e, per i più grandi, lezioni di perfezionamento.


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Campionato di Serie A1 femminile di volley - Scaduto il termine per la presentazione delle domande d’iscrizione al prossimo torneo; ora occorre attendere il pronunciamento della commissione per avere l’elenco ufficiale delle avversarie dell’Universal Volley Modena per la stagione 2012/13

Chi sfiderà le tigri bianconere? S aranno dodici anche nella stagione che si appresta a cominciare le squadre al via del Campionato di Serie A1 femminile di volley. Nei giorni scorsi, infatti, è scaduto il termine per la presentazione delle domande d’iscrizione al prossimo torneo e ora occorre attendere solo il pronunciamento dell’apposita commissione per avere l’elenco ufficiale delle avversarie dell’Universal Volley Modena per la stagione 2012/13. In attesa di capire se ci saranno sorprese, però, è già possibile scorrere l’elenco delle formazioni che hanno presentato la regolare richiesta d’ammissione al campionato. Oltre alla Tigri bianconere del presidente Rino Astarita, ci saranno le campionesse d’Italia in carica della Unendo Yamamay Busto Arsizio. L’altra finalista, Villa Cortese, invece, sarà ancora al via, ma con tante novità. Il titolo, infatti, è stato conservato poiché la squadra si è presenta-

Da sinistra Rino e Davide Astarita

ta come GSO Pallavolo Femminile Villa Cortese, ma di fatto la nuova formazione nasce dalla fusione con l’Asystel Novara e prova ne è il fatto che numerose sono le atlete che hanno migrato, insieme al tecnico Gianni Caprara, che sostituisce Marcello Abbondanza finito in Azerbaijan. Il titolo di Novara, poi, è stato rilevato dal Volley 2002 Forlì che,

però, si trasferirà a Bologna, al PalaDozza, facendo nascere così una sinergia con la società locale Idea Volley, ma anche un nuovo derby emiliano per la nostra squadra. Per questo nuovo derby, però, ce n’è uno che sparisce rispetto alla scorsa stagione e cioè quello con Parma che ha chiuso i battenti cedendo il titolo sportivo. A rilevare il titolo è la nuova Cone-

gliano, che rinasce con basi decisamente più solide dopo il ritiro dall’ultimo campionato. La società si chiamerà Imoco Volley, ma rimane ancora il punto interrogativo su quella che sarà la sede di gioco. Rimangono difficoltà, a quanto pare, per poter disputare il campionato alla Spes Arena e, così, non è da scartare l’ipotesi che la squadra possa giocare

al Palaverde di Treviso. Continuando poi il nostro excursus arriviamo alla Robur Tiboni Volley Urbino, a cui è stata concessa la wild card per disputare la prossima Champions League e, successivamente, alla formazione che ha scritto la parola fine sul campionato 2011/12 dell’Universal Volley: il River Volley Piacenza. Dopo le settimane difficili a

causa della perdita dei main sponsor saranno regolarmente al via anche il Volley Bergamo e la Robursport Pesaro, mentre con ambizioni di livello superiore si presenta l’unica formazione piemontese reduce dalla scorsa stagione è cioè il Chieri Volley Club di Torino. Altra piemontese, neopromossa, è invece la vincitrice del campionato di A2 e cioè il Cuatto Giaveno Volley e a chiudere il cerchio una nuova formazione lombarda, reduce dal successo ai play off promozione di A2 sulla Pomì Casalmaggiore, il Crema Volley. A chiudere il quadro, nel caso qualche formazione non possedesse i requisiti necessari per l’avere l’ok dalla commissione, c’è l’unica formazione retrocessa nell’ultimo torneo ovvero la Pallavolo Villanterio Pavia che ha presentato richiesta di iscrizione nella lista delle società di riserva per l’integrazione in Serie A1. Andrea Lolli

cec - pallavolo maschile

G

rande, grandissima novità per la regia della Cec: l’anno prossimo la bacchetta del direttore d’orchestra biancoblu sarà nelle mani di Massimiliano Astolfi. “Un fuoriclasse assoluto, il miglior palleggiatore del campionato degli ultimi anni, un giocatore che senza gli infortuni che l’hanno rallentato avrebbe dovuto giocare sempre in Serie A - ha commentato il ds Michelini presentando il nuovo alzatore biancoblu - è un onore per noi avere un giocatore come Max in organico e un Astolfi a Carpi dopo i grandi ricordi lasciati da suo padre Gianfranco”. Una situazione, quella di un Astolfi al PalaFerrari, quasi da libro Cuore, che lo stesso Max vive con una certa emozione. “E’ una nuova esperien-

Un altro Astolfi a Carpi

In foto Max Astolfi secondo da destra con la madre e il fratello pemiato dal presidente Stefano Allorini in occasione dell’ultimo derby in ricordo del papà Gianfranco

za, mi ritrovo a giocare in una società in cui mio padre ha fatto tanto - dice Astolfi - e a cui era molto legato.

Emotivamente sarà molto particolare per me indossare questa maglia. Ricordo di aver vissuto la realtà di

Carpi quando ero giovane e mi sono venuto ad allenare qualche volta con l’allora Steton quando mio padre

allenava lì. Era uno dei miei obiettivi poter venire a giocare alla Corte dei Pio e mi fa molto piacere poter fare finalmente una B1 nella provincia di Modena, la mia città”. Nella sua nuova avventura in maglia Cec, Astolfi sarà accompagnato dal compagno di mille battaglie in maglia Correggio, Matteo Lancellotti. “Mi fa davvero piacere, mi fa sentire più a casa avere Lancellotti ancora con me - continua Max Astolfi - Ma sono anche felice e ansioso di poter giocare con Lirutti, un giocatore che ho sempre stimato e ho imparato ad apprezzare anche da avversario. Abbandono Correggio che ormai era diventata una casa per

me, entro in questa nuova casa dove spero di trovare le stesse sensazioni”. Negli occhi del pubblico carpigiano ci sono ancora le magie di Astolfi con la maglia di Correggio, ora i tifosi della Cec lo potranno applaudire come un proprio beniamino. “L’ho detto anche a Michelini e a coach Luciano Molinari: in questi anni Carpi ha rappresentato per me il nemico numero uno in campo, perchè il derby era molto sentito da entrambe le squadre e conoscevo alcuni dei giocatori che erano lì, come Marcello Vecchi. Ora vengo a Carpi con l’obiettivo di rivivere un campionato al vertice come quello che ho giocato a Correggio e come quello che ha disputato la Cec. Tocchiamo ferro, ma insieme potremo andare lontano”.


13.07.2012 n° 27

E

’ scattata domenica 8 luglio, dal piazzale don Simonazzi di Busana (Reggio Emilia) la decima edizione dell’Ecomaratona del Ventasso che ha visto ai nastri di partenza 300 atleti pronti a confrontarsi con un percorso di trial a dir poco impegnativo. Tra loro anche due carpigiani: Sabino Mizzi e Marco Soldan. Un tracciato duro, su roccia e sterrato, attraverso i boschi, i ruscelli, le brughiere e i sentieri del Parco nazionale del Ventasso, un gioiello naturale dell’Appennino Reggiano, davvero tutto da scoprire. Oltre 42 chilometri con un dislivello di ben 2.300 metri: “è stata davvero dura - commenta Mizzi - il tracciato è prevalentemente in salita e non ti lascia mai il tempo per riprendere fiato. La maratona è relativamente corta ma di certo non può essere definita una passeggiata, complici anche il caldo e il vento: dal 16° al 24° chilometro infatti, per arrivare alla vetta del Ventasso, a quota 1.700 metri, si percorre “il tirone”, un tratto estremamente ventoso”. “Questo sport non è solo corsa, ma molto di più. Sotto il profilo tecnico - commenta Marco Soldan - ci sono continui cambiamenti di

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Si è svolta a Busana, la decima edizione dell’Ecomaratona del Ventasso che ha visto ai nastri di partenza 300 atleti pronti a confrontarsi con un percorso di trial a dir poco impegnativo. Tra loro anche i carpigiani Sabino Mizzi e Marco Soldan

Di corsa sul Ventasso!

porti sempre più lontano. Vivere esperienze di questo tipo dà a ognuno di noi la possibilità di godere della vita, di assaporare lo scorrere del tempo e di gustare con piena consapevolezza la realtà circostante. Sensazioni che lo stress e la velocità della quotidianità ci hanno portato via”. Marco, neofita nella maratona, e Sabino hanno concluso la loro avventura immersa nella bellezza della natura in poco più di sette ore, anche a causa di una preparazione non del tutto adeguata: “purtroppo - continua Mizzi - a causa del terremoto entrambi avevamo perso la voglia di allenarci e questo ci ha

Da sinistra Marco Soldan e Sabino Mizzi

ritmo (salite, discese, tratti non pianeggianti) e la vista e l’equilibrio sono messi a dura prova. I percorsi sono sempre molto vari e permettono di ammirare scorci di natura difficilmente attraversabili, perché fuori dalle rotte di trekking

tradizionali. Più che corse, paiono veri e propri viaggi, quasi forme di pellegrinaggio... come, quando, non più di cinquant’anni fa i commerciati emiliani varcavano l’Appennino da Fanano, per poi scendere in Toscana e dedicarsi ai loro

commerci. Per quanto mi riguarda, l’Ecomaratona del Ventasso è stata un’altra tappa di un percorso che spero mi

senza dubbio penalizzati. Inizialmente avevamo pensato di non partecipare ma poi, telefonando all’organizzatore dell’Ecomaratona, Vincenzo Castellano, è nata un’idea importante che abbiamo sentito di dover sostenere”. L’Ecomaratona del Ventasso infatti, pur svolgendosi fuori dal territorio interessato dal terremoto che ha sconvolto parte dell’Emilia, ha voluto dimostrare tutta la sua vicinanza alle persone colpite dal sisma: “due euro di ciascuna iscrizione saranno devoluti in favore di una squadra podistica del nostro martoriato territorio, individuata su mio suggerimento dalla Uisp di Reggio, affinchè qualcosa, seppur piccolo, possa essere realizzato. Ad oggi sono stati raccolti circa 7mila euro. Non posso far altro che dire grazie a Busana che sì e resa solidale con noi e per la sorpresa che ci ha riservato. Oltre a essere stati accolti con molto calore infatti, gli organizzatori ci hanno premiato consegnandoci due pettorali da top runner. Un gesto simbolico che ci ha riempito il cuore di gioia”. Jessica Bianchi



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