Tempo N°29

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Settimanale di

27 luglio 2012

attualità, cultura, spettacolo, musica, sport e appuntamenti ANNO XIII N. 29

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da dietro le sbarre Carcere di Sant’Anna - Ottobre 2002 Dal Libro Prisons - Bagno di luce nella zona d’aria Ph - Francesco Cocco/ Contrasto

Fabrizio Togni

case e mutui: che fare in caso di danni? Monsignor Cavina

diocesi: oltre 460 milioni di euro di danni Salvatore Catozzi

Un orco nella canonica di rovereto

la paura di chi ha vissuto il terremoto rinchiuso nelle celle del carcere. le Detenute del saNT’ANNA DI MODENA, A PARTIRE DA QUESTo numero, CURERANNO UNA RUBRICA MENSILE per permettere l’incontro con chi vive in una realtà sconosciuta ai più.

Marco Prisciandaro

appalti pubblici truccati: un arresto a carpi


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2 la Foto della settimana

Tra le righe...

E’ giunto il tempo del fare

F

inalmente qualcosa si sta muovendo. A due mesi dal sisma, il Commissario delegato alla ricostruzione e presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani (in foto) ha sciolto le riserve e iniziato a snocciolare proposte concrete per tentare di ridar vita al nostro martoriato territorio. Sette i punti all’ordine del giorno: il contributo di autonoma sistemazione garantito fino al rientro nell’abitazione; l’utilizzo degli alloggi agibili sfitti (il canone sarà a carico del pubblico, mentre l’assicurazione e le spese condominiali a carico dell’inquilino); la sistemazione in via prioritaria degli edifici lievemente danneggiati (classificati in categoria B e C); l’agevolazione del rimpatrio degli stranieri; l’impiego di moduli abitativi temporanei, assegnati secondo un bando che verrà emanato dopo la conclusione dei censimenti dei danni agli immobili tutt’ora in corso; le abitazioni di agricoltori e gli alloggi Acer. E’ questo il tempo del fare. Non si può più perdere nemmeno un minuto perchè, e lo abbiamo ripetuto infinite volte, l’inverno è qui, alle porte, e per ricostruire bene occorre del tempo. Si dovranno sondare i terreni per capirne la composizione e da lì partire per approntare i progetti di ripristino delle abitazioni private, delle imprese e degli edifici pubblici lesionati dal sisma. Il lavoro che ci aspetta è immane ma, finalmente, con l’approvazione del Piano Casa - che sarà varato lunedì 30 luglio - non ce ne staremo più a braccia conserte ad aspettare. Linee guida per la ricostruzione alla mano, tecnici e ingegneri potranno iniziare a ridar vita alle nostre città. “Stiamo lavorando - ha commentato Errani - con il Governo per affrontare il tema di ulteriori risorse. La questione dovrà essere risolta, in settimana, all’interno del decreto di revisione di spesa con un intervento che, in una relazione tra Cassa depositi e prestiti, lo Stato e le banche, consenta di riconoscere i danni sia per le abitazioni civili sia per le imprese per un valore complessivo di 6 miliardi di euro”. La sfida è quella di definire un meccanismo semplificato per chi ha subito danni (ai cittadini dovrà essere riconosciuto l’80% del costo complessivo legato a ricostruzione e miglioramento sismico), all’abitazione o all’impresa. Presentando il riconoscimento del contributo il cittadino o l’impresa dovranno ottenere l’apertura di un conto equivalente, a costo zero e la banca pagherà lo stato di avanzamento lavoro all’impresa esecutrice. Il Piano Casa - ancora alquanto lacunoso - dovrebbe via via farsi più chiaro a partire da lunedì 30, quando sarà dettagliato tecnicamente attraverso una serie di ordinanze. Intanto l’assessore regionale alle attività produttive Gian Carlo Muzzarelli ha annunciato che “la Regione ha già approvato il prezzario della ricostruzione che sarà il punto di riferimento per perizie e preventivi, lavori e appalti in edilizia”. Restiamo in attesa di esaminare il documento, nella speranza di poter dire: “abbiamo aspettato a lungo, ma ne è valsa la pena”.

Jessica Bianchi

Il graffio

La Iena

A ricostruzione ancora da iniziare, geometra del Comune di Carpi arrestato per corruzione e turbata libertà degli incanti. Se il buon giorno si vede dal mattino... Frase della settimana...

“Ogni tanto qualche donna ha qualche piccolo inconveniente che è nella prassi… Da quando c’è l’uomo e la donna, le piccole traversie finiscono così”. Dichiarazione di Argio Alboresi, capogruppo Lega Nord, sui femminicidi.

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Col varo del Piano Casa regionale, la ricostruzione degli edifici messi in ginocchio dal sisma si fa sempre più vicina. Un ruolo fondamentale in questa fase sarà quello ricoperto dagli istituti finanziari. Come si muoveranno le banche del nostro territorio? Lo abbiamo chiesto a Fabrizio Togni, vice direttore generale della Banca Popolare dell’Emilia Romagna

“La banche faranno la loro parte” C

on l’approssimarsi del varo del Piano Casa regionale, la ricostruzione degli edifici messi in ginocchio dal sisma si fa sempre più vicina. Un ruolo fondamentale in questa fase sarà quello ricoperto dagli istituti finanziari. Come si muoveranno le banche del nostro territorio? L’accesso al credito sarà snello? Le banche terranno fede alle promesse fatte mantenendo finanziamenti a tassi di interesse pari all’1,5%? E, soprattutto, sul fronte mutui, cosa accadrà una volta terminato il periodo di sospensione? Lo abbiamo chiesto a Fabrizio Togni, vice direttore generale della Banca Popolare dell’Emilia Romagna e responsabile dell’area affari. Il Gruppo BPER ha stanziato un plafond di 200 milioni di euro a favore dei propri clienti, da destinare alla ricostruzione e al ripristino di abitazioni civili, negozi, uffici, laboratori e altri immobili a uso produttivo e agricolo colpiti dal terremoto. Come si può accedere a tali fondi? “Chi ha necessità di accedere ai fondi deve rivolgersi direttamente a tutte le filiali di BPER e di Banca Popolare di Ravenna che, valutate le esigenze della clientela e l’entità dei danni, sapranno orientare verso la soluzione più idonea per forma tecnica e durata”. Nelle ultime settimane varie associazioni di categoria hanno lamentato che nell’erogazione di finanziamenti agevolati per l’area del sisma alcune banche Microcredito

Per i terremotati il tasso scende all’1,50%

B

anca popolare dell’Emilia Romagna, su richiesta della Fondazione Casa del Volontariato, in collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi ha migliorato le condizioni economiche legate al progetto di microcredito Avere Credito, portando il tasso di interesse dal 4% - previsto a convenzione - all’1,50% per tutte le persone che abbiano subito danni causati dall’evento sismico e le cui richieste abbiano come finalità opere murarie, acquisto mobili/arredi, riparazione e/o rifacimenti impianti, acquisto o riparazione veicoli, liquidità. L’iniziativa avrà come termine il 31 dicembre 2012 e integrerà l’accordo già in essere tra Bper e Fondazione Crc che prevede l’erogazione di finanziamenti da 500 ai 4.000 euro, a favore di persone fisiche, cittadini italiani e stranieri in possesso di regolare permesso di soggiorno, residenti nei Comuni di Carpi, Novi e Soliera, aventi un reddito ISEE annuo non superiore a 30mila euro, durata dai 12 ai 48 mesi, senza spese di istruttoria e commissioni di incasso rate, mentre sono a carico del richiedente l’eventuale imposta sostitutiva e gli eventuali interessi di mora. Il prestito viene concesso in base a una valutazione documentata sui motivi della richiesta e sulle possibilità effettive di restituzione, previo pre-esame e presentazione alla Banca delle richieste, da parte di un Comitato Etico, nominato dalla Fondazione per esprimersi circa la conformità della destinazione del prestito alle finalità del progetto.

non hanno mantenuto le promesse. Che cosa replica? “Per BPER parlano i fatti. Abbiamo stanziato fin dai primi giorni dopo il sisma un plafond di 200 milioni di euro a favore di famiglie e imprese: nell’ultimo mese le operazioni di finanziamento, eseguite al tasso dell’1,5 per cento, cioè al costo della provvista presso la Bce, sono state oltre 170, per un valore di circa 15 milioni. Abbiamo contattato direttamente il 96% delle aziende nella zona rossa e abbiamo sempre assicurato la continuità operativa al servizio di clienti e cittadini: sono otto i camper allestiti da BPER come filiali mobili, cui si sono aggiunti di recente tre container. La banca ha inoltre deciso una moratoria fino a 12 mesi per tutte le rate dei mutui in essere. Nell’applicare questa moratoria ci siamo attenuti alle modalità già stabilite in occasione di precedenti interventi finanziari a favore delle imprese, concordati tra governo, Abi e associazioni economiche. Ciò significa che gli interessi, calcolati al tasso previsto da contratto e senza alcun tipo di onere aggiuntivo, vengono spalmati sul periodo di vita residuo del mutuo”. A proposito di moratoria, il decreto legge 74 del 6 giugno 2012 prevede appunto la sospensione del pagamento delle rate dei mutui e dei finanziamenti fino al 30 settembre a favore dei clienti coinvolti dagli eventi sismici. La Banca però

Fabrizio Togni

offre anche la possibilità di richiedere la sospensione del pagamento delle rate dei mutui e dei finanziamenti in essere, come lei ha precisato, per un periodo massimo di 12 mesi. Come si devono muovere imprese e privati che hanno mutui accesi? “Al momento il gruppo BPER ha sospeso automaticamente e fino al 30 settembre (salvo ulteriori proroghe di legge in corso di approvazione) oltre 20.000 finanziamenti, ai sensi del

decreto legge 74 del 2012.Al termine del periodo di sospensione previsto dalla legge, la banca potrà valutare eventuali richieste di sospensione fino a un massimo di 12 mesi, per la clientela che dovesse essere ancora in difficoltà, o per particolari situazioni da esaminare caso per caso. L’offerta di sospensione della banca viene utilizzata anche per prorogare le rate su posizioni che, pur non rientrando nel perimetro del decreto legge, hanno subito danni effettivamente riscontrabili o per le quali sono stati verificati requisiti oggettivi tali da giustificare la sospensione”. Nel caso in cui le case - o i capannoni - che si stanno ancora pagando fossero da abbattere o da risistemare con interventi strutturali importanti, come si muoveranno le banche? Le rate dovranno essere pagate comunque fino all’estinzione del prestito? “Una volta terminato il periodo di sospensione, riprenderà l’obbligo di effettuare i pagamenti. Ovviamente insieme al personale delle nostre filiali dovranno essere fatte le valutazioni del caso per ogni singola situazione, al fine di verificare il diritto a contributi in conto capitale, la finanziabilità delle nuove opere, l’eventuale allungamento della durata del debito originario e l’estensione delle garanzie”. Nel caso in cui le rate pagate siano poche, a fronte di case inagibili o crollate, in che rischi

Dopo il sisma, le priorità di intervento individuate dalle Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi sono la ripresa delle funzionalità dell’Ospedale, la messa in sicurezza delle scuole e il sostegno alla popolazione colpita

La Fondazione Crc e la ricostruzione I

l commissario delegato alla ricostruzione e presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani ha presentato il Piano casa di transizione dall’emergenza alla ricostruzione. Tra i sette punti toccati anche l’impiego di moduli abitativi temporanei. A breve sarà pubblicato un bando e contestualmente avviata la predisposizione delle aree. “La collocazione - ha sottolineato Errani - dovrà essere urbanisticamente rigorosa e coerente con il disegno dei piani regolatori senza prefigurare alcuna new town”. Da alcune settimane si sente parlare di potenziale area di insediamento quella di Santa Croce, di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi. Lo abbiamo chiesto al presidente, Gian Fedele Ferrari. In un momento di gravissima difficoltà come quello attuale, la Fondazione sarebbe disposta a mettere a disposizione del Comune di Carpi l’area di Santa Croce per alloggiare eventuali moduli

Gian Fedele Ferrari

abitativi temporanei? “Il terreno posto in località Santa Croce, come sempre sottolineato, è a disposizione della collettività per un uso adeguato e di rilevante ricaduta in favore della città.

Al momento, non è pervenuta in Fondazione alcuna richiesta formale relativa a moduli abitativi temporanei. Se dovesse arrivare, verrà sottoposta, come da regolamento, al giudizio dei due Consi-

incorrono coloro che decideranno di non pagare più? “La banca dovrà comunque porre in atto tutte le possibili iniziative a tutela dei propri crediti, partendo però dalla sua forte relazione con la clientela di questi territori così duramente colpiti dal sisma. Ecco perché si lavorerà con il massimo impegno per individuare soluzioni che tengano in considerazione le singole posizioni”. Il sisma è giunto durante una congiuntura economica estremamente difficile. Avete assistito a un incremento del tasso di morosità a Carpi? Se sì, di che entità? “Ad oggi, sia a seguito della sospensione delle rate accordata per decreto, sia per la distanza temporale ancora breve rispetto all’evento, è difficile poter osservare e soprattutto quantificare il fenomeno, che comunque va inquadrato in un ambito più generale: il problema del deterioramento del credito, in una fase congiunturale così difficile, riguarda tutto il sistema bancario”. Pensa che il nostro territorio abbia le risorse necessarie per riprendersi? “Ne sono fermamente convinto. Occorre però che tutte le istituzioni facciano la loro parte e che i contributi alla ricostruzione siano veloci e snelli per permettere soprattutto la ripresa delle attività economiche, fonte della ricchezza del nostro territorio”. Jessica Bianchi gli dell’Ente che provvederanno a una pronta e scrupolosa valutazione”. Cosa intende fare la Fondazione, da anni sensibile ai temi del sostegno delle fasce più deboli, in questo momento? Quali le priorità? Cercherete di dare sollievo agli sfollati? Se sì, in che modo? “La Fondazione, in effetti, già da tempo ha rivolto al tema del sociale una grande attenzione, che ha ulteriormente incrementato a seguito della perdurante crisi economica, stanziando nel 2012 oltre 2 milioni di euro per aiuti ai residenti colpiti dalla crisi occupazionale, per rispondere al bisogno abitativo e per le famiglie a rischio di sfratto, oltre al sostegno del volontariato e alle associazioni di promozione sociale locale. Con l’aggravarsi della situazione, a causa del recente sisma, è stato necessario attivare molteplici contatti per acquisire un quadro chiaro dei danni riportati. A riguardo, le nostre priorità sono rappresentate dalla ripresa delle funzionalità dell’Ospedale che ci sono state indicate della Direzione sanitaria, dalla messa in sicurezza delle scuole e da ulteriori interventi di carattere sociale analoghi a quelli attivati per i fondi anticrisi a sostegno della popolazione che, a seguito del terremoto, ha perso la casa o il lavoro”. Jessica Bianchi


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4 Uno spazio informativo sui cantieri avviati in centro storico

In tempo reale

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arpidiem, la Rete civica del Comune, propone da qualche giorno nella sua sezione dedicata ai Musei di Palazzo dei Pio (ma ci si può arrivare anche dalla home page e dall’indirizzo www. palazzodeipio.it) una nuova iniziativa, ovvero In tempo reale. In questo spazio digitale non mancheranno foto, video, aggiornamenti e informazioni, si potrà leggere un blog e consultare le relazioni relative agli interventi già svolti dall’amministrazione comunale sul Tempio di San Nicolò, alla Torre dell’Orologio di Palazzo dei Pio e all’antico convento di San Rocco. Il prossimo cantiere che si concluderà in Piazza Martiri per mettere in sicurezza i monumenti cittadini sarà quello relativo alla Torre del Passerino di Palazzo dei Pio, la cui sommità, dalla quale si sono staccati due merli, ha lesioni alle strutture murarie. Poi i lavori dovrebbero prendere il via al Torrione degli Spagnoli. “Compito del Museo della Città è avere uno sguardo analitico su Carpi e sul suo patrimonio, fornendone chiavi di lettura e interpretazione in ogni tempo, quindi anche in questo particolare momento che stiamo vivendo dopo il sisma. Crediamo utile tenere aggiornati i cittadini sugli interventi di ripristino ai monumenti – ha commentato l’assessore alle Politiche culturali, Alessia Ferrari – e che saranno lunghi e complessi”.

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l 29 maggio Alessandro Coppola, festeggiava il primo mese di attività del suo nuovo negozio di ottica in piena zona rossa a Novi di Modena. Quella stessa mattina, qualche minuto dopo le 9 una scossa di magnitudo 5.9 ha raso al suolo case e aziende, catapultandoci tutti in un vero e proprio incubo. Come molti, Alessandro si è trovato davanti a una realtà difficile da digerire, un edificio duramente colpito e i frammenti di un lavoro che non aveva neanche avuto il tempo di consolidarsi. Il 23 luglio, a soli 2 mesi dal terremoto, I miei occhiali è stato inaugurato a Carpi, in via Roosvelt, 61. “E’ davvero difficile ripartire – ci spiega Alessandro – il momento più duro è stato rientrare nel negozio, con le

Gli esercenti del centro storico lamentano il loro mancato coinvolgimento nel consorzio partecipato da Comune e associazioni di categoria, ConCarpi. “Vogliamo poter usare questo strumento per riportare la gente tra i portici, ma per farlo occorre che si possa partecipare”.

La rivoluzione della zona rossa C

on Carpi, se lo conosci – e la cosa è abbastanza improbabile - lo eviti, perchè così come è strutturato attualmente non serve. E’ questo che il centinaio di esercenti del centro storico riunitisi autonomamente lo scorso giovedì 19 luglio, all’Auditorium Loria hanno fatto emergere, ovvero il loro mancato coinvolgimento nel consorzio partecipato da Comune e associazioni di categoria, nato per promuovere le notti bianche e i festeggiamenti del Natale. Chi era presente all’assemblea ha avuto la sensazione che sia in atto una piccola rivoluzione tra Luca Semellini

Giorgio Greggio

i commercianti del cuore di Carpi: stanchi di non essere debitamente informati dal Comune in merito alle iniziative in programma e stufi anche di non avere voce in capitolo sulle stesse, stanno iniziando a comprendere che per far valere le proprie ragioni occorre fare massa critica, scavalcando gli intermediari. “Con Carpi: questo sconosciuto”, ha dichiarato Luca Semellini, il più vecchio orafo di Carpi, la cui bottega si affaccia su via Giulio Rovighi da 33 anni, dando voce a tanti suoi colleghi. “Vogliamo poter usare questo strumento per riportare la gente tra i portici, ma per farlo occorre

che si possa partecipare. Ora è il momento dell’unione, di superare vecchie diffidenze e divisioni per concentrarci sull’obiettivo comune di far rivivere il centro. Questo terremoto è stata una vera sciagura, ma dobbiamo saper cogliere l’opportunità per rinascere”. Dall’assemblea è scaturita la volontà di eleggere un rappresentante per ogni zona del centro affinché si faccia portavoce delle istanze dei colleghi e possa fare sintesi con l’Amministrazione. “Ci sono volute la crisi e il terremoto per renderci consapevoli di avere altri negozi intorno a noi – ha aggiunto Marco Valentini della libreria Mondadori – ma dobbiamo utilizzare questo nuovo spirito di collaborazione per cambiare passo”. Tra le esigenze espresse, pressante quella di poter avere eventi che si svolgano anche durante il giorno. “Perché non possiamo pensare che la normalità sia lavorare la sera – ha detto la fornaia Stefania Sacchi nel suo intervento – altrimenti tanto vale aprire più tardi e spostare in avanti la chiusura. Comunque è arrivata l’ora del fai da te, perché se non ci

aiutiamo da soli nessuno lo farà”. A interloquire anche l’assessore all’economia Simone Morelli: “prima della promozione bisognerà far sì che si cambi marcia rispetto al passato, soprattutto con i privati. Mi ha sempre imbarazzato vedere quanto sfitto c’è in centro, tanto che alcune zone sono degradate e morte. Si deve puntare sulla vitalità e la concorrenza per il bene di tutti, superando steccati e particolarismi”. Sul caro affitti, che non accenna a diminuire nonostante il ‘dimezzamento’ di Piazza Martiri, la mancanza del mercato ambulante almeno sino a settembre e la crisi economica, ha fornito Stefania Sacchi

Dopo il terremoto I miei occhiali riapre a Carpi, in via Roosvelt 61

La forza di ripartire aspettassi”. Ma con estrema determinazione e in poco tempo, Alessandro è stato capace di risollevarsi e, animato da un grande spirito imprenditoriale, di riaprire un’attività che per molti

Alessandro Coppola

mura che sapevano ancora di vernice, a recuperare il

salvabile, che purtroppo era molto meno di quanto mi

non avrebbe avuto più un futuro. “Il mio obiettivo è offrire alta qualità, il locale non è in piazza, ma spendendo meno per un negozio decentrato posso far risparmiare anche sulle grandi

Simone Morelli

un’interpretazione interessante Stefania Sacchi. “Gli affitti in piazza e in Corso Alberto Pio si abbasseranno se tutto il centro tornerà ad acquistare valore. Una città come Carpi può permettersi di avere soltanto due Corsi che funzionano, mentre gli altri sono allo sbando? E’ assurdo”. Altro auspicio dei commercianti è poi quello che tra i portici tornino a vedersi rivendite alimentari, sempre più rarefatte negli anni. Soltanto i prossimi mesi potranno dire se la ‘rivoluzione della zona rossa’ riuscirà a dare un peso diverso alla volontà dei negozianti. Marcello Marchesini marche”. Risparmiare per far risparmiare insomma, senza rinunciare a prodotti eccellenti. Scegliere di ripartire, delocalizzando la propria attività, è costato grandi sacrifici, soprattutto in un periodo economico complesso come questo. Per le zone colpite dal sisma si sarebbero dovuti stanziare prestiti agevolati, che avrebbero dovuto contenere gli interessi all’1,5% ma sono sono state numerose le banche a cui si è rivolto Alessandro e che hanno cercato di prestare soldi che raggiungevano interessi fino al 4,5%. Questa è la storia di un uomo che non si è arreso, un esempio a cui guardare per non cedere alla disperazione ma, al contrario, per rimboccarsi le maniche e crederci ancora. Francesco Palumbo


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“Il sipario sta calando sul dramma dell’Emilia, al di fuori dei confini regionali manca la percezione della gravità della situazione. Molti pensano che questo territorio ce la farà da solo ma non hanno compreso che qui, oltre alle case, ad aver subito danni incalcolabili è anche la struttura produttiva, ovvero una buona parte della produzione di Pil dell’intero Paese”, ha spoegato Maurizio De Santis, responsabile nazionale Cooperative Industriali

Recessione e sisma: binomio esplosivo D I opo aver ricordato le ragioni della scelta di Cmb a Carpi come sede dell’Assemblea delle Cooperative Industriali aderenti ad Ancp (“per evitare che si produca una sorta di oscuramento mediatico sulle conseguenze economiche e sociali del violento sisma che si è abbattuto sull’Emilia”), Maurizio De Santis, responsabile nazionale Cooperative Industriali, nella sua relazione non usa mezzi termini. Lo scenario è sconfortante e i terremoti del 20 e 29 maggio hanno dato il colpo di grazia: “il sipario sta calando sul dramma dell’Emilia, al di fuori dei confini regionali manca la percezione della gravità della situazione. Molti pensano che questo territorio ce la farà da solo a rialzarsi ma non hanno compreso che qui, oltre alle case e al sistema di coesione sociale, ad aver subito danni incalcolabili è anche la struttura produttiva, ovvero una buona parte della produzione di Pil dell’intero Paese”. E nel ribadire che la rinascita di questo territorio è affare di tutti gli italiani, De Santis ha invocato risorse immediate da parte dello Stato, la cui gestione dovrà essere lasciata “alle comunità locali, secondo criteri di efficienza e trasparenza”. La dimensione delle risorse poi, “è importante quanto la certezza dei tempi di erogazione e la chiarezza sulle modalità con le quali queste risorse potranno essere concretamente utilizzate”. Tutto ciò si in-

Maurizio De Santis

scrive in un contesto economico a dir poco problematico: “le cooperative - aggiunge De Santis - sono state colpite anche da un altro tipo di terremoto, quello conseguente a un aggravamento della recessione e a un inasprimento dei fattori di crisi”. Escluse le grandi imprese che hanno dinamiche proprie e presentano dati lusinghieri grazie a una dimensione da impresa multi business internazionale, la gran parte delle cooperative avverte gli effetti della crisi con una sofferenza sempre crescente. “Il 2013 prosegue Maurizio De Santis - potrebbe essere l’anno della tempesta finanziaria perfetta. Qui non si tratta di correre ai ripari, limitandosi a trattenere il fiato aspettando che torni la calma. Il mercato è cambiato: nulla tornerà come prima”. Come reagire? Secondo il relatore occorrono forza e abnegazione

L’impegno di Cmb nella ricostruzione

l nostro territorio è ferito. Martoriato. In parte crollato. Quale sarà l’impegno della cooperazione per la ricostruzione e la ripresa delle zone terremotate? Lo abbiamo chiesto a Carlo Zini (in foto), presidente di Cmb. “La cooperazione si sta già coordinando per esprimere il meglio delle proprie imprese a tutti i livelli, per dare un contributo a questo processo. Forse oggi è ancora prematuro parlare di ricostruzione poiché siamo ancora nella fase legata al post emergenza; la parte che sta accelerando di più è quella che riguarda l’ambito pubblico, in particolare quello scolastico e poi le iniziative dei singoli imprenditori che hanno urgenza di rimettere a posto le proprie attività il prima possibile. Il Piano Casa sarà approvato lunedì 30 luglio, in Regione, solo allora saranno chiari i criteri con cui potremo intervenire”. Si potrebbero aprire nuovi capitoli costruttivi all’insegna del legno, ad esempio. E’ una strada che ritenete praticabile? “Il terremoto, così come la crisi, credo possa costituire una straordinaria opportunità di innovazione. Certamente, costruzioni più idonee a resistere possono essere anche di altra natura, rispetto al mattone. L’importante però, è che tutto quel che si farà sia ben costruito. Come Cmb ci siamo posti un obiettivo, che sarà indipendente rispetto ai criteri stabiliti dai bandi pubblici: in queste zone progetteremo nuove costruzioni con un grado di resistenza sismica del 50% superiore a quanto previsto dalla normativa attuale. Un costo in più in fase di progettazione ma che la popolazione sarà disposta a sostenere soprattutto a fronte di quanto accaduto. Nessuno di noi pensava che questa fosse una zona ad alto rischio sismico, oggi le cose sono diverse e tutto ciò che verrà costruito d’ora in poi, dovrà tenerne conto”. J.B.

per tenere botta e ristrutturarsi ma, allo stesso tempo, occorre capire i nuovi sentieri della crescita, sviluppare processi di internalizzazione, unire le forze raggiungendo una maggiore dimensione aziendale e investire, con coraggio e intraprendenza, in settori fuori

Santis - l’espansione non può essere perenne. Occorre sviluppare un nuovo approccio al mercato della casa e, così come in Giappone il materiale del futuro per la costruzione sarà il bamboo, noi potremmo puntare sul legno”. Affinchè il movimento cooperativo - e non solo - si dimostri però capace di stare al passo coi tempi, ha aggiunto Stefano Fassina, responsabile Economia del Pd, “è necessario rimettere al centro l’economia reale, le imprese e i lavoratori, attraverso un processo di riforme a tutto tondo”. Riforme che vanno oltre i confini nazionali: “nell’intera area euro deve avvenire un cambiamento di rotta, nessuno può farcela da solo”. L’obiettivo? “Procedere verso un’unione fiscale e, successivamente, bancaria, unitamente all’allentamento dei patti di stabilità per ridare ossigeno all’economia”. Jessica Bianchi

dagli schemi, introducendo elementi consistenti di innovazione tecnologica. In questo momento le criticità maggiori si registrano nella filiera delle costruzioni, con particolare affanno nel settore dei serramenti in legno: “non potremo costruire case in eterno - dice De

Stefano Fassina

Al via ReagiAmo la festa che si terrà a Carpi, presso l’area Zanichelli, in via Guastalla, dal 27 luglio al 12 agosto, per raccogliere fondi da destinare ai Comuni delle Terre d’Argine colpiti dal sisma

Il volontariato delle Olimpiadi L e scosse possono aver fatto crollare case, fabbriche e monumenti, ma quello che non sono riuscite ad abbattere è la voglia di reagire della nostra gente. Un’ulteriore testimonianza di quanto il terremoto abbia moltiplicato il desiderio di ‘fare’ dei carpigiani lo dimostra l’organizzazione, avvenuta in brevissimo tempo, di ReagiAmo, la festa che si terrà a Carpi dal 27 luglio al 12 agosto per raccogliere fondi da destinare ai Comuni delle Terre d’Argine colpiti dal sisma. L’emergenza delle scorse settimane, unita allo sgomento di un evento imprevisto, aveva fatto sì che si decidesse di cancellare le due principali iniziative estive di Carpi, la festa del Pd e quella dell’Aratura. Ora si è però deciso di mettere in piedi un’unica manifestazione, promossa da Pd e Festa dell’Aratura, che si svolgerà presso l’area Zanichelli, in via Guastalla. “Vorrei ringraziare calorosamente la famiglia Zanichelli, che si è dimostrata sensibile e ci ha fornito gli spazi necessari – commenta il segretario del Pd cittadino Davide Dalle

Ave – e il fatto che ReagiAmo sia fatta da tanti soggetti, tra cui molte associazioni di volontariato, testimonia della volontà di stare uniti. I fondi raccolti, al netto delle spese, saranno devoluti alla ricostruzione delle scuole”. Sono dodici le associazioni

coinvolte - Arci, Anpi, Amo, Avis, Africa Libera, Associazione Pazienti Tirodei, Croce Blu, Croce Rossa, Kalinka, Virtus Cibeno, Ushac e Associazione Radio Club Antenna 2000 Carpi - e tre i punti ristoro, ovvero pizzeria, osteria e falò.

Allestite anche due aree per gli spettacoli, una per il liscio e l’altra dedicata ai più giovani a cura di Kalinka e Coccobello che faranno della musica uno dei piatti forti della festa, con artisti che hanno accettato di partecipare con il solo rimborso spese,

senza perciò ricevere compenso alcuno. Tra gli altri Cisco, I Matti delle Giuncaie, Renato Tabarroni, Max Po, Le Cotiche e Sam Paglia Trio. Oltre ai momenti di divertimento, verranno proposti anche alcuni spunti di riflessione: sabato 28 luglio, alle ore 21, il sindaco Enrico Campedelli e la geologa dell’Università di Modena e Reggio-Emilia, Daniela Fontana, tratteranno il tema: Terremoto, istruzioni per l’uso. Conoscerlo, affrontarlo, superarlo. Venerdì 27 luglio, alle 21, inaugurazione ufficiale della Festa con il presidente della Regione Emilia Romagna e commissario straordinario per la ricostruzione Vasco Errani che sarà intervistato dal capo-redattore di Radio Bruno, Pierluigi Senatore. “Potremmo definirlo il volontariato delle Olimpiadi – ha scherzosamente dichiarato Dino Pegoraro, della Croce Blu – perché, senza volerlo, cade esattamente nello stesso periodo dei giochi di Londra”. L’augurio è che Carpi si meriti la medaglia d’oro della solidarietà. Marcello Marchesini


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Dopo la tragedia sfiorata al campo nomadi ritorna in primo piano il tema della sicurezza soprattutto dei minori. Bellelli: “Eravamo vicino a una soluzione, ma con il sisma purtroppo tutto è stato messo in discussione”.

Campo Nomadi: la soluzione si allontana D opo l’incidente di sabato 30 maggio, quando il cortocircuito a un climatizzatore, bruciando parte della roulotte in cui era sistemato, ha costretto all’ospedale la piccola Elis, un anno, a causa del fumo involontariamente respirato, gli abitanti del campo nomadi di via Nuova Ponente a Carpi lamentano la difficoltà di vivere in condizioni che definiscono disumane. La bambina fortunatamente sta bene, ma quello di sabato non è stato il primo incidente che poteva concludersi tragicamente. “Se non ce ne fossimo accorti in tempo, l’incendio sarebbe po-

tuto divampare e diffondersi alle altre roulotte, che sono una vicina all’altra”, si sfoga Fabio Bernardoni, zio della piccola. Qualche giorno prima era andata in corto circuito una centralina dell’elettricità. “Chi non è mai stato qui pensa che viviamo nel lusso, ma non è così”. Girando per il campo, in effetti, le condizioni igieniche sembrano la-

sciare alquanto a desiderare: sporcizia, oggetti personali, indumenti e rottami abbandonati per terra, nel fango, dove capita. Dato preoccupante, se si pensa che nel campo vivono, insieme ad una quarantina di adulti, circa venti bambini: “Alle otto di sera incominciano a spuntare ratti da ogni parte – racconta Fabio – tanto che diventa quasi impossibi-

le uscire dalle roulotte, ed ora hanno iniziato a entrare anche all’interno”. Il padre, Fioravante, spiega come, da due anni, la sua famiglia – 30 persone - abbia acquistato un terreno nei pressi di Cortile: “l’abbiamo comperato con i tutti i nostri risparmi, 50mila euro, e stiamo ancora pagando le rate. Vorremo trasferirci là per vivere più dignitosamente, ma il Comune non ci dà il permesso, perché servono

autorizzazioni particolari e alcuni lavori di sistemazione. Chiediamo ci sia dato ascolto”. In risposta, l’assessore alle politiche sociali Alberto Bellelli fa sapere come si tratti di un terreno agricolo. “Bisognerà discutere del cambio di destinazione d’uso e fare tutti i dovuti passaggi nel rispetto delle norme. Se poi si ha la possibilità di acquistare un terreno, per il Comune si diventa autonomi”. Soltanto 10 anni fa il campo accoglieva 180 persone, oggi dimezzate grazie alle politiche che l’ente pubblico ha messo in campo nel tempo per ‘delocalizzare’ i nomadi: “il problema non è quello di spostare il campo da

un’altra parte – spiega Bellelli – perché così si sposterebbero soltanto i problemi, ma di superarlo, attraverso casette di legno ed altre sistemazioni. Eravamo anche molto vicini a trovare una soluzione. Purtroppo, però, il sisma ha rimesso tutto in discussione, imponendo altre priorità e rendendo impraticabili alcune delle sistemazioni alle quali si era pensato”. Tuttavia Bellelli ribadisce di non aver affatto dimenticato la questione: “Le condizioni di vita nel campo non sono accettabili, ma il problema è complesso, e continueremo a lavorarci e a monitorarlo”. Marcello Marchesini

che hanno permesso dopo 15 interminabili minuti, ai ladri di darsi alla macchia. Ringrazio tutte le persone che lungo la strada mi hanno aiutato a ricostruire il percorso dei malviventi, ma niente da fare, tornato a casa c’era già la volante della Polizia, abbiamo dato gli estremi di uno degli I-Phone rubati, che essendo dotato di servizio di geo-localizzazione ci ha indicato la sua posizione, ovvero via San Pellegrino tra Carpi e Correggio. Abbiamo inserito la via nel navigatore satellitare della mia auto e ci siamo diretti sul posto: uno dei due Campi Nomadi di Correggio e lì abbiamo dovuto desistere. Eravamo esasperati, spaventati e arrabiati, ma siamo pur sempre, nei nostri limiti, gente onesta che, di fronte alla reputazione degli zingari, ha solo dovuto prendere

atto e desistere. Vedendo la pattuglia della Polizia all’interno, abbiamo sperato che i nostri tutori potessero almeno rimediare la refurtiva dal momento che, seppur goffamente nascosta, la rover verde era all’interno del Campo. La speranza è diventata impotenza quando uno degli agenti ci ha invitato ad allontanarci perchè gli zingari si sentivano minacciati dalla nostra presenza! Questa, senza aggiungere altri particolari, è stata più o meno la dinamica. Sono seguite due ore di attesa per poi alla fine constatare insieme alla pattuglia del commissariato di Carpi che, per i nostri averi, non c’era più nulla da fare e che, per la Magistratura, non c’erano elementi sufficienti per una perquisizione. La notte tra domenica e lunedì è

stata lunga, sapevamo che estranei avevano i nostri indirizzi e chiavi di casa, che il negozio Punto Luce di via Remesina e le altre nostre attività commerciali, potevano essere aperte e saccheggiate in qualsiasi momento, che i nostri bambini non erano al sicuro. Come detto, per puro caso, ci siamo accorti della presenza dei ladri in casa e se la mia amica non avesse avuto voglia di un bicchier d’acqua sarebbe potuto succedere anche di peggio. Dal momento che noi non riusciamo a trovare soluzione, vi chiedo: ma è possibile tutto questo? E’ giusto essere in balia di queste persone che sembra vivano al di sopra della legge, intoccabili e tutelati seppur nel torto? Se il GPRS avesse indicato un altro indirizzo, le autorità avrebbero fatto lo stesso? E poi il muro di omertà che

creano gli zingari potrà mai essere rotto? E, infine, guardando l’impotenza delle Forze dell’Ordine, non credete che tutto questo alimenti la voglia di una giustizia privata che porterebbe le vittime dalla ragione al torto? Sento parlare in continuazione, della scomodità di avere queste persone nella nostra città, mi sono sempre considerato una persona equilibrata in grado di guardare oltre al pregiudizio, ma questo episodio e molti altri di cui sento parlare, mi fanno arrendere all’idea che gli zingari operano così, non hanno nessuna intenzione di cambiare il loro status. Io sono per l’uguaglianza ma qui il rapporto è sbilanciato e uguaglianza non ce n’è!

giorno ma dopo dieci minuti tutto torna come prima: manca la carta igienica e il pavimento è pieno d’acqua, tanto che ci vorrebbe una barca per camminarci sopra... e allora torniamo a lamentarci dagli operatori della protezione civile. Non era meglio realizzare due bagni per gli italiani e tutti gli altri per gli stranieri? La risposta è stata no, sia da parte della protezione civile che dal Coc. Siamo stati tacciati di razzismo, ma mi chiedo perchè loro vengano trattati coi guanti di velluto e noi no. Chi è a questo punto il razzista? Non siamo certo noi italiani a dover stare alle regole di chi è giunto qui da altri paesi. Tutti dovremmo rispettare le medesime regole di civile ed educata convivenza. Qui ci stiamo ammalando, ma sembra che a nessuno importi. Tutti i volontari, che Dio li benedica, ci dicono che vengono per aiutarci, ma allora perchè ci sono delle discriminazioni? Non dovremmo essere trattati tutti allo stesso modo? E non possiamo nemmeno lamentarci perchè ogni volta le nostre parole vengono smentite e la protezione civile dice che va tutto bene e che le cose stanno miglio-

rando. Noi dei cambiamenti non ne abbiamo visti. Sono due mesi che viviamo sotto le tende e ci pare di essere fuori dal mondo, non sappiamo cosa succede, ci pare di essere nel bel mezzo di un deserto, ma siamo in Italia, a casa nostra. Eppure non possiamo fare nulla di quel che vorremmo. Ci sentiamo umiliati, feriti, delusi. Siamo sfollati e siamo offesi perchè dobbiamo elemosinare quel poco che poi otteniamo. Eppure ogni giorno qui arrivano camion di cibo. Alcune persone sono malate e non possono mangiare tutto quel che viene propinato - miscugli strani che davvero non si possono guardare - e allora chiedi in cucina qualcosa di diverso o un po’ di frutta e alle volte i volontari ti capiscono, altre ti guardano male. E allora non ti resta altro da fare: esci dal campo e ti vai a comprare un panino. Stessa cosa per saponi, detersivi, carta igienica... poi, quando torni, i volontari ti dicono di andare da loro, di non comprare nulla. Spesso però quando chiedi, tutto pare essere finito. Perchè nessuno ci aiuta? Perchè gli 80 italiani del campo sono trattati peggio degli stranieri presenti? Ci siamo lamentati

con sindaco e assessori ma loro ci rimbalzano alla Protezione civile per i problemi del campo. Ma qui vige la regola dell’ognun per sè. Noi siamo disperati, abbiamo un braccialetto che ci identifica, come i microchip per i cani, ci sentiamo soli. Abbandonati. Ma il terremoto è una disgrazia che ci è piombata addosso, non lo abbiamo scelto. Non è colpa nostra se abbiam perduto le nostre case, i nostri beni. Perchè tutti parlano e nessuno agisce? Dove sono gli aiuti? Qui tutti lanciano il sasso ma nascondono la mano... Ora è iniziato pure Ramadan e al campo hanno istituito delle tende per la preghiera nonostante noi italiani fossimo contrari. Questo è un campo di battaglia e noi ne usciamo sempre perdenti. Ci sentiamo schiacciati e se qualcuno si lamenta i volontari ti fanno un sorriso, ti dicono che prenderanno provvedimenti e poi nulla viene fatto. Che delusione! Che umiliazioni! Che prese in giro da questi signori, italiani quanto noi che, forse, hanno sofferto quanto noi ma che, evidentemente, se lo sono dimenticati. E’ un’ingiustizia. da una stella che non splende più

I lettori ci scrivono

Una tranquilla domenica di paura

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olevamo raccontarvi la nostra triste vicenda: domenica 22 luglio, approfittando di una giornata di sole e della disponibilità di tutti, abbiamo riunito le nostre 6 famiglie e organizzato una grigliata. La campagna tranquilla di Budrione, le risate tra amici che ci portavano lontano dalle pene del terremoto, i bambini che giocavano con i conigli appena nati e del buon cibo. Una domenica che auguro a tutti di cuore, almeno fino alle 17:30, quando per un caso fortuito una delle mamme del gruppo è tornata in casa per prendere dell’acqua e ha notato un uomo che bellamente, con una tranquillità disarmante, come si trattasse della cosa più normale del mondo, appropriatosi delle

4 borsette (contenenti tutti i nostri averi, chiavi di casa dei negozi, documenti, carte e bancomat) guadagnava l’uscita sul retro. Non dimenticherò mai, e ancora ho i brividi al pensiero, la faccia della mia amica che con la voce spezzata dal terrore ci avvertiva della presenza dei ladri. La tranquillità assoluta si è sbriciolata in un millesimo di secondo. Tanto è bastato per scattare verso il ponte di ingresso della casa e notare il ladro saltare a bordo di una Rover verde che lo aspettava col motore acceso. Tornato alla mia macchina, scalzo e senza maglietta, mi sono messo all’inseguimento della loro auto, le strade di Budrione e quelle che circondano il Campovolo sono strade da rally, sconnesse e sterrate

Auser: “nessun servizio può essere gratuito”

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pettabile direttore è sempre poco piacevole leggere una lettera come quella pubblicata nel vostro numero 26 firmata da Flavia. Soprattutto quando sul suo stesso giornale, nel n°15, abbiamo letto una lettera di tutt’altro tenore e giudizi sull’attività svolta da Auser e dai nostri volontari, firmata con nome e cognome da Maria Malpighi. La presente non vuole fare nessuna polemica (poiché è nostro costume ascoltare tutti e fare conto e tesoro delle critiche, in quanto nessuno di noi è perfetto) ma solo precisare

alcuni aspetti relativi alle affermazioni della signora Flavia. In nessuna delle nostre informazioni parliamo di trasporto gratuito, bensì di trasporto sociale, sostenuto da contributi sia da parte di chi usufruisce del servizio che da altri, come è avvenuto ultimamente, con la donazione di un nuovo mezzo di trasporto. Sarebbe impossibile parlare di gratuità: un servizio non può mai essere gratuito perchè ha sempre dei costi che, in alcuni casi, a fronte di condizioni economiche e sociali particolari dell’utente, possono essere a carico di

qualcun altro! Il volontario di Auser che ha affermato ciò ha detto una verità lapalissiana che però non ne mette in discussione un’altra: l’impegno volontario e gratuito dei nostri associati e il fatto che da quando siamo presenti nel ricco panorama del volontariato carpigiano siamo, e continueremo a essere, un punto di riferimento e di appoggio per tante persone che, proprio per esercitare il diritto alla mobilità, hanno bisogno dell’aiuto di altri. Noi ci siamo per questo. La presidenza di Auser Modena

Perchè la Dialisi non torna a regime?

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n merito ad alcuni articoli usciti sulla stampa locale riguardanti il rientro completo del reparto di Dialisi all’interno dell’ospedale di Carpi, tengo a precisare che questo non è del tutto vero. Infatti il servizio Dialisi funziona solo per un

30% del suo totale. I pazienti dializzati di Mirandola e di Carpi che continuano il trattamento dialitico al Policlinico di Modena e di Sassuolo sono ancora 24, con un continuo disagio sia per il trattamento a cui devono essere sottoposti,

sia perchè dall’amministrazione non ricevono alcun tipo di informazione riguardante il pieno ritorno alla “normalità”. C’e’ poi da chiedersi come mai tanti servizi stanno ripartendo senza ostacoli burocratici, ma la dialisi no.

“Basta ingiustizie: siamo stanchi di subire”

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bbiamo deciso di scrivervi perchè non riteniamo giusto subire tutto quello che subiamo, giorno dopo giorno, qui nel campo del piazzale

delle piscine di Carpi. Più volte abbiamo reclamato circa la mancata igiene dei bagni che versano in condizioni disgustose. Nei lavandini dove noi italiani ci laviamo il viso,

le mani e i denti, gli stranieri si lavano i piedi: come si può garantire l’igiene vivendo in queste condizioni? Vi pare educazione questa? I bagni vengono puliti tre volte al

Enzo, Rossella, Mimma, Ivano, Massimo, Cristina, Laura di Carpi


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Il 20 luglio anche per la comunità musulmana carpigiana è iniziato il mese del digiuno e della preghiera. Fino al 18 agosto, i fedeli praticanti non potranno né mangiare né bere, dall’alba al tramonto. Come si è organizzata la cucina della Croce Rossa Italiana per rispettare i ritmi del digiuno, senza incidere troppo pesantemente sulle abitudini e i bisogni della minoranza italiana presente al campo tende del Piazzale delle piscine? Lo abbiamo chiesto al responsabile Rocco Cosentino

Ramadan nella tendopoli di Carpi T empo di Ramadan nelle tendopoli dell’Emilia terremotata. Il 20 luglio anche per la comunità musulmana carpigiana è iniziato il mese del digiuno e della preghiera. Fino al 18 agosto, i fedeli praticanti non potranno né mangiare né bere, dall’alba al tramonto e consumeranno solo due pasti nell’arco delle 24 ore, la cena e un pasto notturno intorno alle 4 del mattino. Come faranno a rispettare il mese sacro dell’Islam i numerosi i musulmani ospiti del Campo Basilicata allestito nel Piazzale delle Piscine o gli sfollati di Fossoli e Cortile? Come si è riorganizzata la cucina della Croce Rossa Italiana per rispettare i ritmi del digiuno, senza incidere

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troppo pesantemente sulle abitudini e i bisogni della minoranza italiana? Lo abbiamo chiesto a Rocco Cosentino, responsabile per la Croce Rossa del servizio mensa nei tre campi. “Al campo tende di Carpi abbiamo organizzato due turni serali per la distribuzione della cena: dalle 19 alle 20,30 per gli ospiti italiani e i musulmani non praticanti (perlopiù donne incinte, bambini al di sotto dei 12 anni e malati) e dalle 20,30 - ovvero

opo un evento catastrofico come il recente sciame sismico che ci ha colpiti, non sono solo le case a dover essere ricostruite ma anche le persone, con il loro stato d’animo che è stato violentemente scosso e le loro sicurezze che sono state improvvisamente messe a dura prova. Dopo aver provveduto alle operazioni di emergenza, arriva il momento di pensare anche alle “crepe” interiori che il sisma ha lasciato in tutti noi, adulti e bambini e che, solo perchè non si vedono esternamente, non devono essere sottovalutate. E a guidarci e chiarirci le idee in questo processo di metabolizzazione dell’evento traumatico ci hanno aiutato lo scorso 23 luglio due pedagogisti del Centro per le Famiglie dell’Unione delle Terre d’Argine: Alessandra Giovanelli e Massimo Maini all’interno dell’Auditorium Loria. I due esperti hanno spiegato al folto ed eterogeneo pubblico presente in sala che “tra i vari bisogni essenziali dell’essere umano vi è anche quello della sicurezza e, quando tale esigenza primordiale viene incrinata, la nostra mente reagisce con dei precisi meccanismi di difesa. Il 20 e il 29 maggio tutti noi abbiamo subito uno shock emozionale intenso, in seguito al quale, in maniera istintiva e in parte inconsapevole, abbiamo cercato di mantenere un certo livello di adattamento e tolleranza. Ciascuno ha fronteggiato la situazione cercando di gestirla attraverso una serie di strategie”. Il contributo di Giovanelli e Maini è proprio rivolto all’individuazione degli strumenti più idonei per gestire le conseguenze del trauma e per aiutare anche i propri figli a superarle e a non lasciarsi sopraffare dalla paura. È infatti fondamentale che i bambini e i ragazzi superino l’evento, considerato anche l’avvicinarsi della riapertura delle attività scolastiche che li riporterà nel luogo in cui

In foto alcuni fedeli musulmani durante la preghiera e, nel tondo, Rocco Cosentino

dopo il calar del sole - alle 21,30 per coloro che invece rispettano il digiu-

no. Inoltre prepariamo dei cestini per il pasto notturno contenenti un litro d’acqua, uno di latte, un brick di succo di frutta, un paio di

panini e un’insalata mista che dispensiamo in mensa, durante la cena”. Poiché nel periodo del Ramadan si consumano molti liquidi e

molti zuccheri, nel campo del piazzale delle piscine è stata poi allestita una tenda con un punto ristoro che resterà sempre aperto, “con due frigoriferi contenenti yogurt e acqua fresca e dei contenitori per le bevande calde come latte, tè e caffè per consentire ai fedeli di bere e mangiare durante tutta la notte”. Nel campo è stato anche creato un angolo dedicato alla preghiera: “tre pagode di 5 metri per 5, pavimentate e dotate di coperte”, conclude Cosentino, mentre per consentire ai musulmani di compiere le proprie abluzioni rituali, i servizi igienici sono “stati rinforzati attraverso l’installazione di vari lavapiedi”. Jessica Bianchi

Un incontro per spiegare ai bambini il terremoto e condividere le paure che il recente sciame sismico ha scatenato in tutti noi

Un terremoto di emozioni di strutture antisismiche e a prova di violenti terremoti”. Il nocciolo della questione è proprio questo: il primo passo per reagire nella maniera più efficace al terremoto è prevenire, e quindi costruire - per evitare di dover poi ricostruire edifici sicuri e antisismici. Sapere di vivere e lavorare in ambienti

sicuri non può che aiutare ad attutire le ansie che spontaneamente il terremoto suscita. Il Centro per le Famiglie dell’Unione delle Terre d’Argine ci tiene a far sapere che sarà disponibile con servizi di supporto psicologico sia per adulti che per bambini e ragazzi. Chiara Sorrentino

Islam e dintorni... hanno vissuto il sisma. “Un evento catastrofico come il terremotohanno proseguito i pedagogistinon solo minaccia la propria vita e quella dei propri cari, ma mette a dura prova anche il proprio sistema nervoso in quando la sua assoluta imprevedibilità e incontrollabilità ci fa sentire impotenti e ancora più vulnerabili. In tali circostanze reagiamo adottando alcune strategie del tutto naturali. Tuttavia tra queste, alcune si rivelano a lungo termine più efficaci rispetto ad altre. Innanzitutto è indispensabile aprirsi con i propri bambini a un dialogo sincero e fondato sulla fiducia. Infatti, evitando di affrontare l’argomento, non si fa altro che aumentare l’ansia e l’incertezza del bambino, che inoltre rischia di perdere fiducia nel genitore reticente. Si deve parlare al bambino chiaramente senza tuttavia scendere nei dettagli tecnici e scientifici dell’evento, e ascoltarlo, accogliendo le sue paure senza sminuire ma cercando di mostrargli chiaramente una strada per vincerle. Infine, è importante che

i genitori non perdano il controllo della situazione andando nel panico e trasmettendo indirettamente la condizione d’ansia ai propri figli. È chiaro che a posteriori sembra tutto più facile, ma i consigli non possono che essere questi.” Indubbiamente questo sciame sismico ha radicalmente cambiato la rappresentazione mentale che ci eravamo fatti del nostro territorio e che era distante anni luce dalla parola terremoto. Tuttavia, la storia ci insegna che le catastrofi naturali ci sono sempre state e sempre ci saranno in tutto il mondo. “Le emozioni di fronte a un evento traumatico- ha dichiarato in conclusione Maini- sono sempre le stesse, ma può cambiare il modo di fronteggiarle. A tal riguardo mi vengono in mente le scene viste tante volte in televisione degli impiegati giapponesi che rimangono seduti e apparentemente impassibili alla loro scrivania mentre una scossa fa barcollare tutto intorno a loro. Anche loro sicuramente provano un po’ di timore, ma hanno dalla loro parte la certezza di stare all’interno

Di Francesca Zanni Laureata in Storia, Culture e Civiltà Orientali, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna

Mohamed Morsi è il nuovo presidente dell’Egitto

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ohamed Morsi è il nuovo presidente dell’Egitto postrivoluzionario dal 1° luglio. L’Egitto non aveva un presidente civile da 60 anni: era infatti dal colpo di stato del 1952 che l’esercito si manteneva sempre ai vertici del potere, tenendo le fila di un governo in stato di emergenza perenne. Le elezioni di giugno hanno però dato fiducia a questo nuovo presidente, esponente del partito Libertà e Giustizia di ispirazione islamica. La vittoria di questo partito è particolarmente significativa, in quanto espressione dei Fratelli Musulmani, la più grande organizzazione islamica internazionale fondata alla fine degli Anni ’20 da Hasan al-Banna, segnando la svolta musulmana della politica egiziana. “Sarò presidente di tutti gli egiziani” ha esordito il presidente nel suo primo discorso, ma già dopo poche settimane, non mancano i problemi. Sebbene ci sia molto da gioire per l’elezione democratica del presidente, scelto volontariamente da 13 milioni di egiziani, cosa impensabile sotto il regime Mubarak, l’esercito continua a interferire nella vita politica del Paese. Sarebbe infatti in corso un braccio di ferro tra il presidente e la corte costituzionale a causa dello scioglimento del Parlamento voluto dalla corte e annullato dal presidente. La riunione dei militari, è stata convocata per dirimere la questione. L’Egitto è finalmente riuscito a liberarsi di un regime oppressivo e a eleggere un nuovo presidente in modo democratico: sarà in grado di affrontare anche le nuove sfide che hanno portato tutti questi cambiamenti? PER APPROFONDIRE Storia dell’Egitto contemporaneo, Massimo Campanini.


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Vogliamo tornare a vivere nelle nostre case e vogliamo che riaprano i negozi, i servizi sociali, il cinema-teatro Lux e anche la Chiesa. Vogliamo tornare a passeggiare nel nostro centro storico. Bisogna ricostruire presto e non fra molti anni, perché a quel punto qui non ci sarà più nessuno”. Il grido di allarme e sconforto degli abitanti di Rovereto, frazione di 4.500 abitanti nel Comune di Novi di Modena, sembra quasi scontato. Sono le stesse richieste di tutti i cittadini della Bassa modenese colpiti dal sisma. Ma a Rovereto il rischio “spopolamento” è serio, e desta preoccupazioni fra i militanti e gli attivisti sindacali della Cgil di zona e del sindacato pensionati Spi/Cgil. “Per oltre un mese non abbiamo avuto il campo della Protezione civile”, commenta Silvio Gasparini della Spi/Cgil di Rovereto, attendato nel campo spontaneo Campo Primavera di via Chiesa Nord/angolo via Garibaldi. Sono 9 i campi spontanei ancora presenti a Rovereto più il campo della protezione civile che solo da 2 settimane è stato allestito presso il centro sportivo. I campi ospitano 1.000-1.500 sfollati dalle case inagibili (1.587 le case censite con danni gravi e 2.272 quelle con danni lievi, altre 400 case con danni gravi sono ancora in attesa delle verifiche dei tecnici del Comune di Novi). Più che il patrimonio industriale e produttivo, o il patrimonio pubblico e i monumenti, il vero pro-

Rovereto è in ginocchio dopo il sisma: i suoi abitanti lanciano un grido di aiuto affinché la frazione non si spopoli del tutto

“Non abbandonateci”

dove vive:per il quale è dovuto andare in sede a Modena e fare il contratto a suo nome. Per diverse settimane, infatti, il Comune di Novi ha sottovalutato i bisogni della frazione e tutto era accentrato sul capoluogo. “Non ultimo per mancanza di coordinamento tra le istituzioni locali e l’assessore Vaccari alla Protezione

blema di Rovereto sono le case inagibili e gravemente lesionate. Sono tante, tantissime, più che altrove. E i danni altrettanto ingenti. Chi si reca sul posto non può non rimanere colpito: case nuove, costruite solo 5/6 anni fa, con lesioni gravissime. I primi piani di bellissime villette nuove di zecca letteralmente mitragliati. Come quelle della “famigerata” via Fosse Ardeatine: una zona di nuova urbanizzazione, dove sono rimaste illese solo due costruzioni di tutto il complesso abitativo! “Abbiamo bisogno di risposte certe da Roma – spiega Tamara Calzolari segretario Cgil zona di Carpi – sollecitiamo le autorità locali a farsi portavoce presso il Governo affinché le attese circolari applicative del Decreto n.74 (recentemente convertito in legge) vengano emanate quanto prima

Scomparsa Giuliana Notari, per cinquant’anni titolare, insieme alla madre, della storica farmacia dell’Assunta di Piazza Martiri

Arrivederci Giuliana...

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olte persone in un clima di grande dolore e partecipazione, sono intervenute ai funerali della dottoressa Giuliana Notari (in foto) deceduta per malattia all’età di 74 anni mentre si trovava per un periodo di riposo a Cavalese. Giuliana Notari è stata per cinquant’anni titolare, insieme alla madre Maria Laura Notari Porta, della storica farmacia dell’Assunta di Piazza Martiri. Alle esequie era presente la figlia Maria Cristina, il genero Paolo, i due nipoti Francesca e Federico, la sorella Alda col marito Umberto Borelli e i figli Guglielmo e Anna Maria. Dopo la laurea in farmacia conseguita all’Università di Modena, aveva seguito le orme della madre Maria Laura Notari, scomparsa nel 2001, gestendo insieme a lei e, successivamente, con la sorella Alda, l’antica farmacia sotto i portici della piazza, tutt’ora esistente e che mantiene nell’arredamento i caratteri eleganti e l’aspetto di un tempo. Stimata

e benvoluta dai carpigiani per la sua generosità e il suo altruismo, la dottoressa Notari era stata una decina di anni fa presidente del Lions Alberto Pio, il club carpigiano tutto al femminile, che aveva contribuito a costituire. I funerali della farmacista Giuliana Notari si sono svolti nella nuova chiesa parrocchiale di Quartirolo. Cesare Pradella

per dare certezza ai cittadini che devono ricostruire le case, o fare consistenti lavori di messa a norma, di poter conoscere modi e tempi dei rimborsi”. Dante Sabattini, Spi/Cgil di Campogalliano e residente a Rovereto, deve fare consistenti interventi di messa in sicurezza alla sua abitazione, ma “siamo ancora in attesa di sapere se la maggiorazione del 60% dei costi per la messa a norma antisismica, sarà computata o meno nell’80% dei rimborsi dei danni subiti”. “Inoltre – aggiunge Calzolari – i cittadini aspettano risposte anche sulle tipologie abitative da ricostruire: per chi viveva nelle vecchie case coloniche non sarà possibile ricostruire rispettando quelle ampie metrature molto costose”. A Rovereto è tutto fermo con le ricostruzioni, molte case sono vuote, molte sono

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Rotary di Mantova, per la prima volta, sono usciti dai loro confini, per approdare in Emilia, in provincia di Modena e nel Comune di Concordia, realizzando un meeting vocato alla solidarietà e alla raccolta di fondi da devolvere a chi è rimasto senza casa e lavoro in attesa (per quanto?) dei promessi aiuti economici della Regione e del Governo. Location dell’intermeeting organizzato da due club Rotary, i Castelli Mantovani e l’Andes di Virgilio-Curtatone, il parco della villa Belli di San Giovanni di Concordia, di proprietà del farmacista del paese che ospita dal 20 maggio scorso, decine di sfollati le cui case sono rimaste danneggiate dal sisma. Quel Renzo Belli che pochi giorni prima del terremoto era stato colpito da una terribile tragedia famigliare: la morte in un incidente stradale del figlio Marco, di appena trent’anni. E così i due Rotary club mantovani, in uno dei quali il dottor Renzo Belli è socio, hanno deciso di riunirsi eccezionalmente fuori dal loro territorio, in piena zona terremotata. Diretta dai due presidenti, Dante Ghisi e Massimiliano Ghizzi,

rimaste con le finestre aperte, abbandonate così dopo le scosse più violente. In paese si sta procedendo invece con le demolizioni in zona rossa e delle case pericolanti come quella di Mara Mantovani, funzionaria Filctem/Cgil, che ha detto addio con un groppo in gola alla sua casa. Il Comune la obbliga a demolire per pericolo di crollo sulla pubblica via. Nel suo caso i costi di demolizione sono a carico del Comune, mentre Silvio Gasparini dovrà abbattere la casa a proprie spese! Di spese Silvio ne sta sostenendo diverse di tasca propria come l’allacciamento Enel nel campo

civile” spiega Luisa Zuffi segretario provinciale Spi/ Cgil. Poi piano piano, grazie alle tante pressioni, le risposte sono arrivate: luce, acqua corrente nei campi e bagni. Molti negozi in paese sono ancora chiusi. I pochi che stanno riaprendo sono una boccata d’ossigeno per i cittadini! A ridosso della zona rossa ha riaperto da poco il Bar-pizzeria Il Giglio, la Tabaccheria-giocattoli Morselli, finalmente si può comprare il pane al Forno Panzani che ha riaperto insieme al bar in un container all’ingresso di Rovereto. Fra le strutture da abbattere anche la sede della Cgil,

nello stabile in zona rossa in via Chiesa Sud. Anche la Coop antistante rimarrà chiusa a lungo e necessita di opere di consolidamento (riaprirà a settembre/ ottobre in un’area affittata a Sant’Antonio in Mercadello). Pure le banche e le associazioni economiche hanno uffici temporanei nei container in centro storico. In autunno le scuole elementari e medie saranno ospitate nei container sempre in via Curiel dove adesso sorge un campo spontaneo che dovrà essere sgombrato. Per gli uffici del Comune e i servizi sanitari si stanno allestendo strutture nell’area di via Curiel e qui dovranno essere riattivati anche i poliambulatori (momentaneamente l’unico presidio sanitario è presso la casa del dottor Guidi) e il centro prelievi. I roveretani ce la stanno mettendo tutta per resistere e sperano che anche dal Governo non tarderanno aiuti e risposte. “Mi preoccupano i progetti di abbandono che sento fare ai nostri giovani – spiega Mario Rossi Spi/ Cgil di Novi – le prospettive di ritorno alla normalità fra una decina di anni non sono incoraggianti e quello che più di tutto vorremmo evitare è che i nostri Paesi si spopolino. Così come dobbiamo creare le migliori condizioni per il ritorno degli anziani: quelli ospitati in casa protetta sono stati distribuiti in altre strutture, ma non basta questa soluzione tampone. Deve riaprire nuovamente la struttura protetta a Rovereto”. La voglia di normalità è tanta. Così come la speranza di non essere abbandonati.

I Rotary di Mantova si sono riuniti nella Bassa

Nel segno del ricordo...

la serata conviviale svoltasi sotto un ampio tendone bianco, si è sviluppata all’insegna della solidarietà nel ricordo delle vittime dei crolli. Un video amatoriale ha

illustrato agli ospiti mantovani il dramma dei danni dei principali palazzi di Concordia, della torre della Caserma dei Carabinieri, del cimitero e della chiesa parrocchiale, immagini che hanno scosso l’animo dei presenti, fornendo una visione cruda ma reale delle devastanti conseguenze del sisma del 20 e del 29 maggio. Toccanti anche le parole del padrone di casa, Renzo Belli, che ha parlato con voce commossa

della tragica morte del figlio Marco e del terremoto dopo il quale ha deciso, insieme alla moglie Carla, di aprire i cancelli del suo parco a quanti erano rimasti privi di un tetto, dando così vita a una tendopoli autogestita e autosufficiente. All’intermeeting rotariano mantovano di Concordia era presente anche Domenico Apicella, assistente del governatore del Distretto. Cesare Pradella


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ccola un’altra perla del nostro ricco patrimonio artistico e storico seriamente danneggiata dal terremoto di maggio. Si tratta dell’antica dimora padronale denominata Palazzo Donna Clarina, che sorge alle porte di Ravarino, proprio sotto l’argine del Panaro. Costituiva la residenza di campagna della nobile famiglia dei marchesi Rangoni che qui, nella campagna di Ravarino, avevano ricche proprietà terriere. L’ingresso della residenza è ancora dalla parte del fiume, un tempo ciò consentiva alle barche di portare e riprendere i proprietari e gli ospiti provenienti da Modena e da Bomporto. Il palazzo risale al 1500 e si compone di una torre a pianta quadra con ampie aperture sui quattro lati: veniva utilizzata come torre di avvistamento di avventurieri, nemici o comunque di visitatori indesiderati e sovrasta la residenza padronale che si sviluppa su due piani ed è circondata da un vasto parco con alberi secolari. A fianco della villa sorgono le abitazioni della servitù e uno stabile che ospitava la scuderia dei cavalli. Sull’altro lato, quello rivolto verso la campagna, la corte interna è chiusa da un cancello che, un tempo, si apriva per consentire l’ingresso e l’uscita delle carrozze. All’interno l’au-

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L’Angolo di Cesare Pradella Sisma: le ferite di Palazzo Donna Clarina Graziella Ricard e Giorgio Guerzoni

una migliore conservazione dei vini, della carne, della frutta e di altri generi alimentari. Da molti anni l’insigne dimora è di proprietà della figlia adottiva della marchesa Andrèe Ricard Rangoni, consorte dell’ultimo proprietario, il marchese Jacopino Rangoni Santacroce. Tuttora la signora Graziella Ricard la abita insieme al marito Giorgio Guerzoni. “La torre ha subito seri danni – spiegano – a tal punto che, temendone il crollo, dopo le prime scossa, abbiamo provveduto a nostre spese a metterla in sicurezza, a incatenarla con tiranti in acciaio al fine di scongiurarne il crollo. Sin dalla prima Ravarino - Palazzo Donna Clarina

stera loggia d’ingresso con quadri antichi alle pareti e, ai lati, sale da pranzo e salotti di lettura dotati di ampi camini. Al piano superiore un vasto salone per i ricevimenti e le

camere da letto dotate di soffitti a cassettoni con le pareti impreziosite da decorazioni. Al piano terra un’ampia cantina col pavimento in terra battuta per consentire

scossa del 20 maggio il sindaco Marino Gatti si è attivato coi tecnici comunali e, dopo un primo sopralluogo, ha interessato i Vigili del Fuoco, la Protezione Civile e la Soprintendenza ai Beni architettonici, essendo lo stabile vincolato. Tardando l’ispezione di quest’ultima, su indicazione del sindaco, abbiamo provveduto noi alla cinturazione e alla messa in sicurezza della torre. Ora stiamo predisponendo il progetto di ristrutturazione da sottoporre all’esame della Sovrintendenza per la verifica dei tempi di attuazione e dei relativi finanziamenti. Ma è necessario affrettarsi per porre la torre al riparo da

danni irreparabili e provvedere alla ripresa delle diverse lesioni subite dal palazzo che è stato per questo dichiarato inagibile. E così anche noi, come tanti altri, siamo costretti a dormire da due mesi in una roulotte parcheggiata qui di fronte”. Un altro bene storico dunque, al pari di tanti altri della Bassa modenese, sia privati che pubblici, seriamente danneggiato che ha necessità di ‘cure’ urgenti per preservarne la conservazione. E altri proprietari, come appunto i Ricard-Guerzoni, che attendono fiduciosi (ma sino a quando?), di sapere dalla Soprintendenza come e in che modo agire e a spese di chi.


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Il vescovo di Carpi, monsignor Francesco Cavina traccia la fotografia dello stato di salute del patrimonio della Diocesi di Carpi. “Rispettando tutte le procedure e trovando imprese e attrezzature disponibili è ipotizzabile che gran parte delle messe in sicurezza possano essere realizzate tra agosto e settembre. La buona notizia è che sono stati approvati i progetti di messa in sicurezza riguardanti la Cattedrale, il Palazzo Vescovile e Sant’Ignazio. E’ l’inizio di un percorso lungo e complesso, ma è stata imboccata la strada per il ritorno alla normalità”, ha dichiarato

La Diocesi fa la conta dei danni: stimati oltre 460 milioni di euro I

l mese di maggio ha lasciato un solco profondo nell’animo di tutti noi. Le violente scosse di terremoto hanno provocato ferite profonde non solo ai nostri cuori ma anche ai simboli delle nostre città. Le chiese, le torri, le piazze... i luoghi che - dopo le nostre case rappresentano la cultura e l’identità delle nostre comunità sono stati feriti a morte. E Carpi, purtroppo, non fa eccezione. Numerose sono state le polemiche sollevate da residenti e commercianti del centro, costretti a restare lontani dalle proprie abitazioni e attività poiché su di loro incombeva un campanile o la facciata di una chiesa a rischio di crollo. Dopo due mesi, finalmente, si vanno delineando priorità e tempi di intervento delle opere provvisionali per la messa in sicurezza delle chiese e degli edifici di proprietà della Diocesi nel centro storico cittadino. Ma a cosa sono imputabili questi ritardi? A incidere paiono essere i farraginosi iter tecnico-amministrativi da seguire, le incertezze circa le modalità e l’entità dei finanziamenti necessari per la messa in sicurezza degli edifici e la mancata disponibilità di fondi da parte della Diocesi per intervenire con maggiore celerità. L’ammontare, ancora parziale, delle richieste di autorizzazione alla spesa presentate al DiComaC, la Direzione di Comando e controllo della Protezione Civile, per la sola messa in sicurezza di chiese e campanili infatti è di oltre 1 milione e 800mila euro e riguarda le parrocchie di Novi, Fossa di Concordia, Rovereto di Novi, Fossoli, Gavello, Mirandola (campanile del Duomo) oltre alla Cattedrale, il Palazzo Vescovile e la Chiesa di Sant’Ignazio di Carpi. Come farà la Diocesi a farsi carico di una spesa tanto ingente? Lo abbiamo

potrà forse aiutare per qualche situazione particolare. Lo stesso potrà accadere per la Fondazione di Mirandola. Grande è la riconoscenza nei confronti di queste Fondazioni, come per chi fin da subito e, ancora adesso, sta provvedendo con offerte sui conti attivati dalla Diocesi. Anche la Santa Sede e la Cei hanno inviato aiuti, significativi ma certamente non risolutivi. Va però detto che danni di questa portata sono difficilmente sostenibili senza l’aiuto pubblico. La ricostruzione (anche quella delle abitazioni private naturalmente, e ovviamente quella riguardante scuole e

chiesto al vescovo di Carpi, monsignor Francesco Cavina In una recente intervista ha stimato danni al patrimonio della Diocesi (quindi tra Carpi e Mirandola) per circa 460 milioni di euro. Conferma? “Si tratta di stime perché quantificare danni così consistenti a edifici così particolari è molto difficile. Comunque la stima citata non è fuori luogo. Si consideri che le stime fanno riferimento soprattutto ai danni gravissimi subiti dalle strutture architettoniche ma bisogno comprendere anche i danni subiti dalle opere d’arte (quadri, paliotti, ancone, statue, arredi...) dagli organi a canne (cinque sono andati distrutti) dal patrimonio archivistico”. Una somma davvero ragguardevole. Impensabile che la Diocesi possa avere le forze per farvi fronte in autonomia: come reperire il denaro rappresenterà una vera e propria sfida. Sarete supportati dalla Santa Sede? Avete già contattato la Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi? “La Fondazione di Carpi

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Duomo: ma quanto ci costi?

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ur essendo stato oggetto di restauro 16 anni fa, dopo il terremoto del 1996, il Duomo ha pagato un conto salatissimo col sisma del 20 e del 29 maggio. Per il Duomo, soltanto la Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi ha erogato negli anni ‘92-’94 150mila euro per interventi sulla facciata; 100mila euro nel ‘97-’98 per interventi a seguito del sisma del ‘96 e ben 820mila nel periodo 2005-2008, per il restauro pittorico delle volte dei transetti, delle cappelle, delle decorazioni parietali, il recupero dei terrazzini, del pavimento della zona presbiteriale e dell’impianto elettrico. Oggi occorreranno 600mila soltanto per rimetterlo in sicurezza, non osiamo immaginare quanto costerà riportalo ai fasti d’un tempo... Quel che è certo è che la Fondazione non potrà più permettersi di sborsare tanto per un’unica opera architettonica: oggi le priorità, infatti, sono di tutt’altro tenore e fan rima con recessione economica!

Iniziati i lavori in Sant’Ignazio

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ono iniziati giovedì 19 luglio, i lavori di messa in sicurezza della facciata e della cupola della chiesa di Sant’Ignazio a Carpi, sede del Museo diocesano di arte sacra. Insieme alla cupola, si procederà al consolidamento del timpano della facciata e a risolvere i problemi di staticità causati dal distacco di porzioni di muratura. Una volta terminati i lavori sarà dichiarata l’agibilità dell’area circostante. L’intervento ha preso il via come iniziativa della Diocesi, in attesa della conferma di autorizzazione alla spesa da parte del DiComaC, la Direzione di Comando e controllo della Protezione Civile.


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capannoni industriali) deve essere incentivata e sostenuta dagli enti pubblici. Comunque sappiamo che per le nostre chiese la fase della ricostruzione e del restauro potrà avvenire in tempi molto lunghi”. A fronte della vastità del disastro creato dal terremoto, immagino sarete costretti a scegliere cosa salvare e cosa no. State già valutando eventuali abbattimenti? Mi conferma che la Chiesa Madre di Fossoli sarà abbattuta? “Attualmente non si ipotizzano abbattimenti. Esiste fin dai primi giorni del sisma una proficua collaborazione con la Direzione Regionale del Ministero dei Beni Culturali e la Soprintendenza di Bologna: l’obiettivo è la messa in sicurezza del patrimonio architettonico e culturale che comprende sicuramente anche le chiese. Se i fondi lo permetteranno restaureremo per quanto possibile tutte le chiese perché patrimonio della comunità. Le chiese sono luoghi di fede ma anche monu-

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er quanto riguarda il Duomo, la Diocesi - dopo aver presentato un progetto di opere provvisionali che la Soprintendenza ha approvato e aver indetto una gara d’appalto per assegnare i lavori - è in attesa dell’autorizzazione alla spesa da parte di DiComaC, la Direzione di Comando e controllo della Protezione Civile, per procedere. Per mettere in sicurezza la cupola occorreranno 300mila euro circa e 280mila per la restante parte della Cattedrale. Nella stessa posizione si trova l’edificio del Palazzo Vescovile per il quale la previsione di spesa per la messa in sicurezza è di 300mila euro. A giorni

Monsignor Francesco Cavina

menti, beni culturali aperti e visitabili da tutti. E sono,

per i cittadini a prescindere dalla fede, forti simboli

Le chiese di Carpi: il punto Chiesa madre di Fossoli

Per quanto riguarda la chiesa madre di Fossoli, i danni sono enormi (crollo della copertura e delle volte interne, facciata lesionata) ma presto sarà messa in sicurezza (non si parla di restauro) per evitare ulteriori crolli e permettere l’accessibilità al vicino cimitero”. Entro quando ipotizza di riavere il patrimonio in sicurezza a Carpi? “Mettere un bene in sicurezza significa evitare ulteriori crolli e pericoli per la pubblica incolumità attraverso puntellamenti, tiranti, cerchiaggi che devono comunque essere progettati e adattati per quella particolare architettura lesionata. Il progetto deve poi essere approvato dalle autorità competenti. Nel nostro caso (le messe in sicurezza previste in tutta la Diocesi

sono più di venti) assume particolare importanza l’approvazione della spesa da parte della Protezione civile che ci permette di affidare i lavori a imprese private (in qualche caso è stato possibile attivare collaborazioni con i Vigili del Fuoco e con l’Esercito). Rispettando tutte le procedure e trovando imprese e attrezzature disponibili è ipotizzabile che gran parte delle messe in sicurezza possano essere realizzate tra agosto e settembre. La buona notizia è che sono stati approvati i progetti di messa in sicurezza riguardanti la Cattedrale, il Palazzo Vescovile, Sant’Ignazio. E’ l’inizio di un percorso lungo e complesso, ma è stata imboccata la strada per il ritorno alla normalità”. Jessica Bianchi

identitari di cui, oggi più che mai, si avverte il bisogno. inizieranno i lavori per mettere in sicurezza la facciata della Chiesa di Sant’Ignazio, sede del Museo Diocesano, come iniziativa della Diocesi, in attesa di autorizzazione. Per le altre chiese del centro, a destare le maggiori preoccupazioni sono San Bernardino che richiede un intervento di messa in sicurezza per il campanile e la chiesa dell’Adorazione per la cupola. Per queste opere è stata avviata la pratica di autorizzazione al DiComaC. Santa Chiara non presenta pericoli per la pubblica incolumità così anche San Francesco dove sono in corso valutazioni sulle condizioni dell’edificio e del campanile.

Oratorio cittadino: per riportare in sicurezza l’intero complesso si prevede un intervento di almeno 900mila euro

L’Oratorio Eden di Carpi chiede aiuto S ebbene il terremoto del 29 maggio l’abbia gravemente danneggiato, nemmeno un giorno l’Oratorio cittadino Eden di Carpi è stato chiuso al pubblico. Allestiti immediatamente spazi esterni e tensostrutture, nella zona del campo sportivo, che hanno accolto tutti. “L’attività è stata ridimensionata ma non interrotta – spiega il direttore Simone Ghelfi – e così sarà finché non potremo iniziare i lavori di ripristino degli spazi inagibili o inutilizzabili perché attigui ad aree a rischio”. Inagibile in parte la scuola Sacro Cuore, chiuse in attesa di verifiche la scuola di musica e la sala prove che si trovano in zone che hanno subito danni rilevanti, e tutta la parte adibita alle sedi delle associazioni, comprese le sale al piano terra utilizzate

Campo da calcio dell’Oratorio e la Festa di Carnevale dell’Eden

dai doposcuola Hip hop e Up-prendo e dai giovani dell’Oratorio e sala del ‘600. “Man mano che saranno svolti i lavori speriamo di poter utilizzare alcune aree – precisa Ghelfi – ma dove troveremo le risorse necessarie?”. Per riportare in sicurezza l’intero complesso si prevede infatti un intervento di almeno 900mila euro. “L’obiettivo è continuare l’attività e lo

faremo, in un modo o nell’altro”. L’oratorio infatti svolge un ruolo chiave a livello sociale, dando ospitalità e accoglienza a tutti, in particolar modo ai più giovani che qui possono darsi appuntamento per incontrarsi e dedicarsi a numerose attività, in modo del tutto gratuito.

Porte aperte quindi anche a bambini e adolescenti che vivono in condizioni di disagio socio-economico e che, da anni, trovano nell’Eden un importante punto di riferimento per la loro crescita e formazione. L’Oratorio accoglie numerose attività: la Scuola Paritaria Sacro Cuore, dall’asilo nido alle scuole secondarie di primo grado, il Gruppo Agesci Carpi 1, l’Azione cattolica della cattedrale con i gruppi piccolissimi, Acr, Giovani e Giovani Adulti, i gruppi di catechismo della Cattedrale, la società sportiva Carpine, l’associazione Anspi Eden, il centro educativo Hip-Hop

per ragazzi in difficoltà e Up-prendo per bambini con disturbi dell’apprendimento, la scuola di musica Eden Music School, la sala prove per gruppi musicali di adolescenti e i due grandi cinema-teatro. Oltre a questo gli educatori e i volontari sono sempre presenti, tutti i giorni dal primissimo pomeriggio fino a mezzanotte, per accogliere tutti i ragazzi che liberamente vengo in oratorio pur non essendo ancora inseriti in un particolare percorso formativo. Per tanti ragazzi l’oratorio è come una seconda casa e per tanti adulti lo è già stato in passato. Per ridar vita a questo spazio e far fronte ai costi delle ristrutturazioni e degli adeguamenti sismici, ora è richiesto l’aiuto di tutti. Per i dettagli potete consultare il sito: www. effataonlus.it.


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l Tempio di San Nicolò, di proprietà comunale, è inagibile dal 20 maggio scorso. Numerose le lesioni che si sono ampliate con i movimenti tellurici del 29 maggio al tiburio, ai campanili e all’abside centrale. Immediate le opere di primo intervento che l’Ente Pubblico ha messo in atto per rimettere in sicurezza la chiesa, al fine di scongiurare i crolli di queste parti dell’edificio sacro, che rimarrà comunque inagibile fin tanto che non saranno state eseguite ulteriori verifiche e approfondimenti su altri cedimenti avvenuti in forma minore ma diffusi all’interno del fabbricato. Per capire meglio qual è lo stato in cui versa la struttura, ci siamo rivolti a Manuela Rossi, direttrice dei Musei. Quali sono i danni più preoccupanti? “I danni subiti dalla chiesa riguardano pilastri, archi e copertura dei campanili, con piccoli crolli; lesioni sul tiburio con piccoli crolli di materiale a livello delle finestre e nella zona absidale; lesione sulla facciata principale e sulla facciata che fronteggia il tiburio, con crol-

Il Tempio di San Nicolò, di proprietà comunale, è inagibile. Numerose le lesioni al tiburio, ai campanili e all’abside centrale. Immediate le opere di primo intervento er rimettere in sicurezza la chiesa

San Nicolò: danni per quasi 3 milioni

lo parziale di muratura. All’interno, danneggiamento degli intonaci decorati e lesioni su alcune volte e alcuni archi con distacco di intonaco affrescato”. Dopo il terremoto del 1996, il Tempio di San Nicolò fu sottoposto a numerose opere di restauro. Come si intervenne allora e quanto spese il Comune? “L’intervento venne realizzato tra il 1996 e il 2003 e interessò le volte delle navate che erano la parte maggiormente danneggiata dal sisma del 15 ottobre 1996. Allora venne posto un rinforzo delle volte realizzato da un traliccio di acciaio collocato nel sottotetto che ha evitato oggi ulteriori e gravi danni a

quella parte della chiesa. Sono poi stati eseguiti interventi di verifica e fissaggio degli apparati decorativi. Il costo dell’intervento, sviluppato in due stralci, è stato di circa 5 miliardi di vecchie lire”. Perchè le scosse di maggio hanno comunque messo in ginocchio l’edificio? “La chiesa attuale trae origine da una parte quattrocentesca a pianta centrale (zona absidi) integrata a inizio ’500 con le navate attribuite a Baldassarre Peruzzi. I due corpi di fabbrica e il nucleo centrale del tiburio hanno altezze, rigidità e deformabilità diverse che corrispondono a modi differenti di movimento dei muri, che si concentrano nelle zone di connessione tra le parti. Questo

è uno degli elementi di maggiore criticità del Tempio: la zona absidale, se sollecitata sismicamente, si sposta in modo diverso rispetto a quella delle navate. Gli interventi strutturali eseguiti dopo il sisma del 1996 hanno comunque permesso a San Nicolò di reggere alle violente scosse di maggio”. Il Tempio è stato rimesso in sicurezza. Avete fatto una conta dei danni? “Sono stati eseguiti interventi di opere provvisionali di emergenza sismica per la prima messa in sicurezza del tiburio, dei campanili e delle absidi. E’ inoltre stata effettuata sui campanili la ricostruzione provvisoria dell’appoggio e la cerchiatura con travetti in legno

e fibra di poliestere; la medesima modalità di cerchiatura è stata fatta anche sul tiburio. Abbiamo stimato, ma la cifra è approssimativa, danni per 2 milioni e 800mila euro”. A quando il progetto di recupero? “Prima occorre capire cosa è accaduto, per intervenire in modo efficace sulla struttura portante, dopodiché si dovrà elaborare un progetto di recupero e restauro. Purtroppo non è ancora chiaro quando e in che misura arriveranno i fondi per la ricostruzione quindi, per ora, ci siamo concentrati sulle opere di somma urgenza per evitare crolli e garantire l’incolumità della cittadinanza. Una cosa è certa: non abbiamo alcuna intenzione di restare con le mani in mano e continueremo a studiare e lavorare, perché il nostro patrimonio non può restare a lungo in queste condizioni. E’nostra volontà trovare i finanziamenti necessari per avviare i progetti di recupero che, naturalmente dovranno essere approvati dalla Soprintendenza”. Ferite - quelle del nostro patrimonio storico-artistico - che impiegheranno anni per rimarginarsi. J.B.

Al mè dialètt... di Massimo Loschi

Torrione degli Spagnoli: i danni ammontano a 5 milioni

Al danno, la beffa...

di Massimo Loschi

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opo l’immane tragedia che ci ha colpiti, a tutti un augurio per rivivere… una tranquilla serata d’estate.

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l Torrione degli Spagnoli, di proprietà dello Stato, è l’unica parte del complesso di Palazzo dei Pio ancora non restaurata e oggi totalmente inagibile. Gli eventi sismici ne hanno determinato il cedimento, con la caduta di alcuni pinnacoli, di parte del coronamento del cornicione, dove, oltre agli elementi emergenti lesionati, altri sono stati precauzionalmente rimossi per l’incolumità delle persone. La struttura muraria risulta danneggiata, attraversata da lesioni già presenti precedentemente che si sono ampliate e che hanno in parte ridotto

la capacità di resistenza del manufatto. Danni stimati per ben 5 milioni di euro! Nonostante appartenga allo Stato però, sarà il Comune a doversi far carico delle opere provvisionali di primo intervento per la messa in sicurezza delle parti che sembrano più a rischio del Torrione. Quando si dice: dopo il danno, la beffa... I lavori - che partiranno questa settimana - prevedono la chiusura di parte delle aperture di coronamento del sottotetto e altre opere di ritegno alla muratura esterna e di quella di sostegno del tetto.

‘NA SIRA D’ISTÈE

UNA SERA D’ESTATE

Prìmà vióla, pò un pô più scur e dôp al ròss d’un ciél ch’a prumìss è già nôt. Damand da un dóls grap d’ùà gran a gran i in švànìi i ultêm rintòcch d’la sira, nùvlì alšéri, quêši férmi, in mêš a gh’šóga la luna. Un šdrai vêç, ‘na frasca amiga i bras dèstéš, al rêst... šlànèe e tùtt a sèmbra férèm sól al têimp s’in và da per lò sêinsa cuciêrèl. In cla furmiga ed têimp che al tribulêr arsôra a m’cun pinsér alšér che la calura m’iva impêdìi ed tirêr fóra. Più in là la macia scura dal cà, fnêstri vódi, spàlanchêdi pêrên bèvr’al frèsch ed la nôt; a vin da una ed quèlì e a n’savrèv gnanch dir quêla, a šmùrsêrèm al šiêr fàstidióš d’na sinsêla lêinta, per un putêin ‘na nìnà- nana; cùmà a m’piéš šmìnghêrm’achsè al siri griši vujêdi in dla fumana.

Prima viola, poi un poco più scuro e dopo il rosso di un cielo che ha promesso è già notte. Come da un dolce grappolo d’uva chicco a chicco sono svaniti gli ultimi rintocchi della sera, nuvole leggere, quasi ferme, nel mezzo vi gioca la luna. Una sdraia vecchia, un ramo amico le braccia distese, il rimanente… spossato e tutto sembra immobile solo il tempo se ne va da solo senza spingerlo. In quel minuscolo spazio di tempo che il faticare riposa mi dondolo pensieri leggeri che il grande caldo mi aveva vietato di formulare. Più lontano la macchia scura delle case, finestre vuote, spalancate sembrano assaporare il fresco della notte; viene da una di quelle e non saprei nemmeno dire quale, a spegnermi il ronzio fastidioso di una zanzara, lenta, per un bambino una ninna-nanna; come mi soddisfa dimenticarmi così le sere grigie avvolte nella nebbia.


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rti Inattese è un progetto di Arti e Arti terapie rivolto alla sezione femminile della Casa Circondariale di Modena. L’utilizzo delle tecniche espressive in sezione rappresenta sin dal 2001 una realtà attiva all’interno delle pratiche rieducative dell’istituto. Promosso dal Gruppo Carcere-Città di Modena, associazione presente dal 1986 negli istituti penitenziari modenesi e patrocinato dal Comune e dall’Ausl di Modena e dalla Direzione della Casa Circondariale stessa, grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, il progetto si è potuto consolidare in questi dodici anni di esperienza, affermando la sua unicità anche rispetto alla panoramica degli interventi nelle diverse strutture penitenziarie nazionali. L’integrazione operativa tra esperti esterni (i carpigiani Umberto Stefano Benatti e Cristina Lugli, titolari di ArServizi, Centro educativo carpigiano di formazione sulle Arti e sulle Arti terapie), risorse attive del territorio (Servizi di Psicologia Clinica e Dipendenze Patologiche del Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda Sanitaria di Modena, Servizi Sociali Area Integrazione del Comune di Modena), soggetti istituzionali (Direzione, operatori dell’area del trattamento e della custodia dell’Istituto di pena di Modena e non istituzionali) e Gruppo Carcere-Città ha permesso il consolidarsi dell’esperienza di laboratorio espressivo quale efficace strumento integrativo al trattamento. Durante il per-

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A partire da questo numero Tempo ospiterà una rubrica mensile che parlerà di carcere e non solo

Arti Inattese: dar parola al corpo

Carcere di Sant’Anna - Ottobre 2002 Dal libro Prisons - Bagno di luce nella zona d’aria Ph - Francesco Cocco/ Contrasto

corso è offerta alle partecipanti al gruppo di lavoro, infatti, l’opportunità di prendere consapevolezza delle problematiche soggettive e relazionali e, attraverso obiettivi a medio e lungo termine, di elaborare processi e strategie mirati al cambiamento. Ciò si struttura nel tempo, tra la narrazione della propria storia e la progettazione del proprio futuro. Qui si inserisce il grounding per il lavoro corporeo che permette di ritrovare uno stato di benessere funzionale al superamento delle difficoltà inevitabilmente presenti. La rela-

zione con il gruppo attraverso la danza, infatti, diviene un contenitore rassicurante in cui depositare l’ansia quotidiana, senza perdersi e confondersi con esso. Il piano del simbolico utilizzato nell’esperienza permette di andare oltre e di tradurre in termini corporei elementi più ampi: l’emozione e i sentimenti che in questo contesto non trovano spesso un canale adeguato per essere espressi. L’integrazione tra il training corporeo e l’esperienza di laboratorio artistico vede la contemporanea presenza di

Chi di noi, durante le scosse del 20 e del 29 maggio, non ha sentito il bisogno di fuggire dagli edifici per mettersi al sicuro, all’aperto, magari in un parco, in un giardino, in una piazza o addirittura in mezzo a una strada? Il nostro gruppo di lavoro, composto da donne detenute nella sezione femminile della Casa Circondariale di Modena ci ha raccontato quanto vissuto in quei giorni di paura.

Prima scossa, panico pazzesco, mi fiondo giù dal letto a castello col rischio di sbattere perché le celle sono piccole, corro verso la porta, però è chiusa con doppia mandata, mi arriva una crisi isterica, non respiro più, il cuore batte all’impazzata e rantolando, non so come, riesco a urlare: ‘Assistente’. L’assistente arriva e cerca di tranquillizzarmi, la supplico di aprire, purtroppo non può, così mi rassegno, accucciandomi sotto il blindo. Ore 9. Seconda scossa, lo stesso terrore, ma in quel caso arriva l’ordine di aprire e farci scendere all’aria, dove siamo rimaste per circa quattro ore. Risaliamo. Altra scossa. Fortissima. Solite

sensazioni e di nuovo… all’aria. Alle 16 ero stremata, ero di nuovo in cella, cercavo di riposare ma non riuscivo. Il letto a castello, non potevo affrontarlo. Così ho preso il materasso e l’ho appoggiato sul pavimento ma non sono riuscita a prendere sonno. Fortunatamente i miei familiari vivono molto lontano, quindi, una preoccupazione in meno, almeno per me, ma non per loro che hanno appreso la notizia dal telegiornale e, preoccupatissimi, si sono messi in contatto telefonico con i volontari che operano in carcere e sono stati tranquillizzati. Ringrazio

anche gli agenti di polizia penitenziaria per l’aiuto che ci hanno dato”.

Non è mai facile spiegare le emozioni e, per quanto mi riguarda, è stato un altro sasso negativo che si è posato in cima alla montagna di negatività che inevitabilmente ti senti dentro quanto entri in carcere. L’istinto mi ha portato a correre verso la porta della cella, per rendermi immediatamente conto che, dopo aver fatto due passi, non sarei potuta andare da nessuna parte. La porta è rimasta chiusa, ma anche

differenti modalità espressive a integrazione della danza: l’arte visiva, l’arte tessile, il teatro corporeo e la narrazione, utili nel processo di ricostruzione personale, al tempo stesso interessanti strumenti di comunicazione con il territorio. Le proposte rivolte all’esterno dal laboratorio nel corso di questi anni miravano infatti al pieno coinvolgimento dei “visitatori”. Dalla videoinstallazione interattiva Corporecluso, presentata durante giornate e seminari di studio sul tema del Carcere e delle Arti terapie, all’opera d’Arte una volta aperta, dove vai? …la cosa più importante è stato riuscire ad avere notizie della mia famiglia e per questo posso ringraziare il personale di polizia penitenziaria che si è prodigato al massimo della possibilità per farci stare tranquille e più serene possibile. Il rapporto tra noi detenute, in quei momenti è stato solidale: tutte eravamo terrorizzate e per qualche ora abbiamo messo da parte tutte quelle cose per cui spesso qui si litiga. Ciò che mi interessa veramente è che non sia successo nulla ai miei figli e a mio marito che sono le uniche persone per cui vale la pena vivere, anche in carcere. Alla fine, credo che le sensazioni siano state quelle di ogni persona, con l’unica differenza che noi non abbiamo vie di “fuga”. I motivi credo siano immaginabili da tutti. Fortunatamente questa struttura ha retto benissimo e… ironia della sorte, per una volta, ciò che ci opprime, ci ha protette”.

Alla prima scossa sono andata in tilt dalla paura. Ho cercato l’aiuto, almeno morale, della mia compagna di cella, ma lei russava beatamente, poi le mie urla di terrore l’hanno

relazionale Abitanti, visitata e rielaborata da decine di partecipanti presso la mostra Spazio Libero. Arte dai luoghi di reclusione, organizzata dalla Provincia di Modena e l’incontro-spettacolo Reato e Pena promosso dall’Associazione Gruppo Carcere-Città di Modena sino a giungere al Defilè …Nella notte di S. Giovanni, coreografia e sfilata di presentazione del campionario dei capi di abbigliamento per la danza del marchio DMT Group, realizzato grazie alla collaborazione di stilisti locali e di studenti delle scuole della provincia e alla più recente esposizione interattiva del manifesto tessile Cover Ta/ iles: una sorta di mandala, una coperta creata da persone detenute e non; differenti mattonelle di tessuto colorato, decorato o ricamato, ricordi, testimonianze, poesie, pensieri cuciti insieme, un racconto che unisce simbolicamente, proposto a Modena nell’ambito della rassegna Stanze di Teatro in Carcere nell’ottobre 2011 e a Carpi, nell’ambito della rassegna Liberi Dentro, il 10 dicembre dello stesso anno. Il 10 dicembre è stato presentato inoltre Penelope. Il tempo dell’Attesa, primo volume della collana Quaderni dal Carcere, realizzato all’interno della sezione femminile durante gli incontri del laboratorio Dmt Group e tuttora reperibile presso la Libreria La Fenice di Carpi. Si consolida così la veste narrativa sorta nel laboratorio di danzamovimentoterapia e arte tessile scaturita dalla necessità delle detenute di disseppellire una parte di esse e dei loro sogni, attraverso il racconto

autobiografico. L’uso della scrittura, affiancata alla parte creativa, consente di suggerire nuove strade di conoscenza. Il raccontarsi e il raccontare attraverso il diario, la poesia, la lettera diventa forma di liberazione e ricongiungimento. I laboratori di danzamovimentoterapia, teatro corporeo, nonché la narrazione trovano poi nella dimensione tessile la metafora che li collega attraverso l’intreccio del filo nel fare la maglia, l’utilizzo della trama e dell’ordito del tessuto e, dal 2013, la riscoperta della treccia di paglia per la produzione di cappelli, antico retaggio locale. L’intrecciarsi di storie in un rapporto di reciprocità permette di ritrovare una possibile trama differente di vita, un filo narrativo per ricostruire se stessi e per riscrivere la propria storia per rientrare in una storia comune. Nasce così Un due tre … Cella, una rubrica che prende vita da questo numero, una rubrica mensile che parlerà di carcere e non solo. Parlerà di detenzione, delle relazioni tra chi commette un reato e chi lo subisce, del rapporto tra chi è detenuto e chi è invece libero, tra il dentro e il fuori. Il titolo stesso ci riporta al gioco dell’infanzia Un due tre… Stella che vedeva un prigioniero contare e altri avvicinarsi ad esso attraverso piccoli passi e che vedeva pure momenti di immobilità che sembravano fermare il tempo. Il logo della rubrica è una crepa che, attraverso un muro da abbattere, fa scorgere un ponte che unisce due sponde, un passaggio sicuro e condiviso. Umberto Stefano Benatti e Cristina Lugli

svegliata. Ho realizzato cosa stava succedendo quando ho sentito le urla pazzesche che provenivano dalla cella accanto alla mia, quelle di un’altra ragazza, anche lei presa dal terrore poichè non poteva uscire. Passati i primi momenti di panico, non ho più avuto paura per me, ma è iniziato il tormento più forte. Cosa poteva essere successo fuori? Soprattutto ai miei tre bambini. Era notte e, ovviamente, non era possibile comunicare con l’esterno. Del più piccolo ho avuto notizie tranquillizzanti appena si è fatto giorno. Mia madre, che si prende cura del mio piccolino, ha telefonato in carcere per farmi sapere, tramite gli assistenti, che stavano tutti bene… Mi sono tranquillizzata. Sapevo che ai miei figli non era successo nulla e questa è la cosa più importante della mia vita”.

sono sparite. E’ stato un po’ come riunire una grande famiglia. Le agenti ci sono state vicine minuto per minuto poi, la notte, ecco che arriva un’altra scossa. E’ arrivata l’agente che non era di turno, quella notte, per assicurarsi di come stavamo e non ci ha lasciato per tutta la notte. Oggi, a distanza di tempo, preghiamo che non accada più. Non dimenticherò mai quando tenevo la mano della mia compagna vicina di cella. Lei mi ha dato la forza di non piangere e, in quel momento, l’ho sentita come una sorella o una madre che ti stringe a sé per portare via la paura. La cosa più brutta è trovare una porta chiusa, senza uscita, ti puoi affidare solo al Signore”.

E’ stata una brutta notte di paura, piena di sofferenza… chiuse in quelle stanze. Non avevamo il coraggio di dormire per la paura. Quando torna, il 29 maggio, è così forte! Ci fanno scendere le scale ma la paura è già fra tutte noi. L’unica cosa buona che ha portato questa paura è stato che le cattiverie e le ostilità

Tutto questo sarà Un due tre … Cella. Tutto questo, forse, potrà permettere l’incontro con chi vive in una realtà spesso sconosciuta ai più e che, malgrado ciò, è parte importante della nostra società. Il gruppo di lavoro si augura che questa opportunità apra altre finestre possibili. Chi volesse partecipare con pensieri, articoli o lettere a questa rubrica può scrivere a info@arservizi. org.


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14 La carpigiana Chiara Bracali è la nuova Miss Modena

Reginetta made in Carpi

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arpi è ancora protagonista delle passerelle del concorso di bellezza più famoso d’Italia. Dopo Lidia Lekova, reginetta di Modena nel 2011, spetta a un’altra carpigiana la corona di più bella di Modena e provincia. E’ infatti la 23 enne Chiara Bracali (in foto) ad aver conquistato l’ambita fascia di Miss Modena 2012 lo scorso 19 luglio nella centralissima Piazza Garibaldi di Sassuolo. Nel corso della serata, che ha preso il via con la tradizionale sfilata in abito elegante delle aspiranti miss, sono state assegnate anche la fascia di Miss Sassuolo 2012 alla 22enne Martina Luppi, e le fasce di Miss Wella Professional e Miss Liceo Modena assegnate alla 21enne Alice Pignattari e alla 18enne Carlotta Corno. Capelli scuri e cortissimi, lineamenti delicati e fisico longilineo: è questo l’identikit della nuova Miss Modena. Per la bella carpigiana laureata in Arti Visive all’Accademia di Belle Arti a Bologna è stata una vittoria inaspettata come dichiara lei stessa:“che emozione, non mi aspettavo affatto di vincere perchè le altre ragazze in gara erano tutte molto belle. Sono ancora incredula ma preferisco rimanere con i piedi ben ancorati per terra. Spero con tutto il cuore di essere all’altezza del titolo acquisito, e di riuscire a dimostrare che nella vita non conta solo la bellezza ma anche la cultura. Le mie priorità rimangono altre, e quindi proseguirò il concorso con lo stesso spirito di gioco e divertimento con cui l’ho intrapreso all’inizio”. Chiara, che aveva già acquisito il pass per le finali regionali dopo aver conquistato a Berceto la fascia di Miss Val Baganza 2012, a partire da martedì 24 luglio parteciperà alle selezioni regionali per provare a conquistare quella fascia che le permetterebbe di accedere alle semifinali nazionali. E se il 18 agosto venisse proclamata Miss Emilia 2012 allora entrerebbe direttamente nella rosa delle finaliste nazionali di Montecatini Terme in gara per il titolo di Miss Italia 2012. Forza Chiara, Carpi è con te! Chiara Sorrentino

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arpi avrà il suo primo Regolamento delle strutture temporanee di arredo esterno una novità che riguarda ristoranti, bar, gelaterie e, più in generale, tutti gli esercizi di somministrazione e artigianato per la produzione di alimenti. Il documento, sintesi di un anno di lavoro e consultazioni, viene a colmare una lacuna, quella che riguarda appunto la disciplina dei dehor. “Arriviamo a riempire un vuoto, come richiestoci da tutti i pubblici esercizi e dalle associazioni di categoria”, spiega l’assessore all’economia Simone Morelli, che ha fortemente voluto il Regolamento. “Si va nella direzione di fornire alcune libertà, consentendo che ci siano più possibilità di sviluppo per le attività che vogliono crescere, fermo restando il rispetto del territorio e della sicurezza”. Ma cosa cambierà? Prima di tutto si riduce la discrezionalità dei pubblici amministratori nella concessione degli spazi, a fronte di un regolamento che stabilisce, per tutti, uguali diritti e doveri. La città è divisa in tre zone – centro storico, insediamento urbano storico e territorio – specificando modi e tempi previsti per l’installazione delle strutture, sia su suolo pubblico che su area privata. Chiave di tutto, il fatto che i dehor non comportano, come recita il documento, durevole e permanente trasformazione del territorio. Ed è proprio per la loro temporaneità – concessioni e autorizzazioni hanno una durata massima di un anno e sono rinnovabili – che potranno essere collocati, rispettando apposite regole viabilistiche e tenendo conto degli spazi, anche sul rialzato di Piazza Martiri, in Piazza Garibaldi e sotto i

Carpi avrà il suo primo Regolamento delle strutture temporanee di arredo esterno una novità che riguarda ristoranti, bar, gelaterie e, più in generale, tutti gli esercizi di somministrazione e artigianato per la produzione di alimenti

Via libera ai dehor

portici. Una bella opportunità per esercenti che avvertono da anni l’affanno della crisi, alla quale si sono sommati i drammatici effetti del terremoto. “Speriamo che questo possa contribuire anche all’apertura di nuovi locali”, continua Morelli. Si potranno innalzare pareti di plastica o carbonato trasparenti

sino a 2,5 metri, per rendere così le strutture fruibili anche al di fuori dei mesi più caldi. “Sul suolo pubblico abbiamo garantito la permeabilità visiva, in modo tale da non pregiudicare l’impianto storico artistico del centro. Abbiamo semplificato anche i procedimenti per richiedere l’autorizzazione,

Il regolamento piace ai baristi Hussein Awila

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’ un’accoglienza molto positiva quella che i titolari dei bar del centro storico di Carpi tributano al primo regolamento dei dehor della città che si muove sostanzialmente nella direzione di facilitare il posizionamento delle strutture esterne ai locali, sia su suolo pubblico che privato. “Era ora, lo aspettavamo da un bel po’ di anni – commenta Hussein Awila, titolare del Bar Dorando, che dal Portico Lungo si affaccia su Piazza Martiri. “Anche perché strutture di questo tipo ci sono dappertutto – continua - basta girare un po’ l’Italia. Tra l’altro io avevo già

proposto di poterlo utilizzare, ma il problema è stato sempre quello della Soprintendenza”. Awila fa notare, a tal proposito, come nei centri di Milano, Firenze, Mantova e Bologna, tutte città dall’importante patrimonio storicoartistico, sia possibile trovare dehor chiusi. “Lo installeremo sicuramente, anche perché ho già acquistato tutta l’attrezzatura necessaria. Vorrei poter mettere anche una pedana con il riscaldamento sotto, piuttosto che stufe o lampade, che scottano il viso ai clienti ma li lasciano con i piedi al freddo”. In ogni caso il titolare del Dorando si dichiara molto soddisfatto. Giuseppe Conte

ma sottolineo con forza che le sanzioni per chi non rispettasse le regole ci sono e abbastanza alte”. I dehor saranno da realizzarsi in prossimità dell’esercizio ma, qualora si avesse l’assenso scritto dei proprietari confinanti, potranno estendersi anche negli spazi prospicienti. Marcello Marchesini “Vorrei rivolgere un grazie con la ‘g’ maiuscola a Simone Morelli, ha fatto tantissimo e sta facendo ancora molto. Con lui si è migliorato molto il rapporto tra commercianti e Comune: ascolta, è aperto e soprattutto è giovane. Se gli chiedi qualcosa non fa promesse a vuoto ma si informa e poi torna documentato, per proporti le soluzioni attuabili”. Concorde anche Giorgio Greggio, dello storico Bar Martini: “l’importante però è che le strutture siano fatte seguendo determinate regole, altrimenti sarebbero una diversa dall’altra e non gratificherebbero il centro come merita. Spero si diano due o tre possibilità tra cui scegliere, per avere uniformità. Noi ne abbiamo già uno sotto il portico: a suo tempo chiedemmo di poterlo chiudere sopra per non far disperdere il calore, ora vedremo se sarà possibile farlo”. Giuseppe Conte, del bar Inter nos chiede invece più libertà. “Se il regolamento servirà a facilitarci la vita allora sarà davvero benvenuto. Serve più elasticità, perché i vincoli sul materiale utilizzabile creano rigidità che vanno superate”.


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Rovereto: Salvatore Catozzi, l’uomo che don Ivan, il parroco di Rovereto morto sotto le macerie della sua chiesa, aveva accolto in canonica, è stato arrestato poichè sorpreso nudo in compagnia di un undicenne

Un orco nella canonica di Rovereto L’uomo è comparso davanti al Gip ma si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il giudice ha deciso che rimarrà in carcere: ha convalidato l’arresto e disposto la custodia in cella.

Il Papa mi ha detto che è dispiaciuto per la morte di don Ivan e mi ha detto che pregherà per lui”. Così si era espresso un commosso Salvatore Catozzi - l’uomo che il parroco di Rovereto aveva accolto da anni in canonica - al termine della visita di Benedetto XVI nella martoriata Rovereto sul Secchia. Ebbene il fratello adottivo di don Ivan Martini, morto sotto le macerie della sua chiesa, è stato sorpreso nudo in compagnia

A

vendo appreso la notizia delle indagini e della custodia cautelare a carico di Salvatore Catozzi con ipotesi di reato che attengono ad “atti sessuali con minore” avvenuti all’interno del campo sfollati di Rovereto, la Diocesi di Carpi esprime sconcerto e dolore per la gravità dell’accaduto e manifesta la sua piena solidarietà alla vittima e ai suoi famigliari e vicinanza a tutta la comunità cittadina di Rovereto già tanto provata dalle conseguenze del sisma. E’ con rammarico che si rilevano accostamenti, anche con immagini, tra il grave fatto che vede prota-

di un undicenne. L’aiutante del don è stato arrestato la notte del 19 luglio dai Carabinieri della Compagnia di Carpi, durante un servizio antisciacallaggio all’interno del campo sfollati di Rovereto. Il 55enne è stato colto sul fatto, da alcuni ospiti del campo, mentre si trovava all’interno delle docce, con un bambino di origine magrebina di appena 11 anni, “in atteggiamenti sessuali incontrovertibili” hanno dichiarato i Carabinieri. Il tempismo dei militari che

stavano effettuando un servizio antisciacallaggio nel campo di accoglienza ha permesso di riportare l’ordine, scongiurando atti di linciaggio nei confronti dell’uomo che era già stato circondato da un gruppo inferocito di persone. Catozzi, con l’accusa di pedofilia, è stato poi immediatamente accompagnato alla Casa Circondariale di Modena. Una vicenda che ha ulteriormente sconvolto il paese e ha scatenato le

Salvatore Catozzi

La posizione della Diocesi di Carpi, sul caso di abuso sessuale avvenuto nella tendopoli di Rovereto

Sconcerto per l’accaduto e vicinanza alla vittima gonista Catozzi e la figura del compianto don Ivan Martini, la comunità parrocchiale di Rovereto e la recente visita del Santo Padre. Catozzi era stato ospitato da don Ivan Martini per una sua generosa iniziativa personale (come del resto era già avvenuto per altri casi, ad esem-

polemiche: perchè il 55enne pur non essendo ospite della tendopoli poteva muoversi liberamente all’interno del campo? Evidentemente il suo legame con la figura di don Ivan, è stato un valido passepartout. L’uomo è comparso davanti al Gip ma si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il giudice ha deciso che rimarrà in carcere: pio ex detenuti, persone in difficoltà) e tramite l’Amministratore Parrocchiale, don Massimo Dotti, Catozzi era già stato invitato a lasciare l’abitazione per consentire al futuro parroco di inserirsi e operare liberamente. Nel corso del periodo in cui ha risieduto nella canonica di Rovereto non risulta che abbia mai svolto servizi di carattere pastorale o educativo. Le sue iniziative a favore della realtà civile, in particolare dopo il sisma, erano spontanee e mai richieste né dal sacerdote né da altre realtà della parrocchia. In merito alla presenza dell’uomo in occasione della visita del

ha convalidato l’arresto e disposto la custodia in cella. Quel che ci aspetta ora potrebbe essere, purtroppo, solo l’inizio. Resterà un episodio isolato o, sapendo Catozzi in carcere, altre vittime troveranno il coraggio di uscire allo scoperto? In Paese qualcuno si era accorto di qualcosa ma non aveva trovato il coraggio di denunciare l’orco annidato in canonica? Interrogativi inquietanti che esigono risposte. J.B. Santo Padre, va precisato che il nominativo non compariva in alcuna lista ufficiale delle persone autorizzate né in quella presentata dalla Diocesi né in quella presentata dalla Protezione Civile. In questo momento di estrema precarietà per le condizioni di vita di tante persone se da un lato si auspica un rapido percorso giudiziario, dall’altro si chiede ai mass media di operare con senso di responsabilità affinché siano evitati accostamenti fuorvianti, nel rispetto di chi ora non è più tra noi e di tutti coloro che, direttamente e indirettamente, sono stati toccati da questa triste vicenda.

Operazione Demiurgo: emessa dal GIP di Modena un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del geometra Marco Prisciandaro, in servizio presso l’Ufficio Tecnico di Carpi, addetto alla manutenzione e segnaletica stradale, per i reati di corruzione aggravata e turbata libertà degli incanti

Appalti pubblici truccati a Carpi E ’ stata ribattezzata Demiurgo l’operazione della Squadra Mobile della Questura di Modena, Sezione Criminalità Organizzata, avviata nel novembre dello scorso anno a seguito di episodi di corruzione nella gestione di opere pubbliche nei comuni di Castelfranco Emilia e di Carpi. Per vincere l’appalto occorreva versare il 5% dell’importo al tecnico comunale amico, in cambio era garantita l’assegnazione dei lavori, anche a costo di modificare gli importi nelle buste per alterare il regolare svolgimento delle gare. I complessi accertamenti investigativi hanno consentito di verificare l’esistenza di un vero e proprio “sistema” nella gestione e nell’aggiudicazione degli appalti pubblici a cui concorrevano oltre che i pubblici amministratori anche imprenditori edili, amministratori di fatto e soci di alcune società che, attraverso un collaudato sistema a “rotazione”, sono riusciti ad aggiudicarsi (nel corso

Marco Prisciandaro

degli anni 2008, 2009, 2011 e 2012) numerosi appalti per opere pubbliche dei due comuni coinvolti a discapito dei concorrenti. “Attraverso tale sistema ha commentato il dirigente della Squadra Mobile di Modena, Amedeo Pazzanese - dal 2008 in poi nei due paesi a vincere le gare d’appalto erano sempre le stesse imprese, contravvenendo così alle norme sulla gestione delle procedure di gara, vincolate ai principi di trasparenza, concorrenza e rotazione, al fine di garantire un’onesta e corretta azione da parte dei soggetti deputati alla gestione della cosa pubblica. Non c’era differenza tra appalti piccoli e lavori più consistenti”. Emesse dal Gip di Modena tre ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di Nicola Rispoli, responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune di Castelfranco Emilia per i reati di corruzione aggravata, truffa, turbata libertà degli incanti (reati contestati tra il 2007 e il 2009), l’impren-

ditore Giovanni Speria, il principale beneficiario del sistema di corruzione e presenza fissa nel settore delle opere pubbliche, per i reati di corruzione e truffa e Marco Prisciandaro, geometra dell’Ufficio Tecnico del Comune di Carpi, addetto alla manutenzione e segnaletica stradale, per i reati di corruzione aggravata e turbata libertà degli incanti (reati contestati nel 2011 nella nostra città). Un sistema tra persone che si conoscevano bene. “Nulla a che vedere con la criminalità organizzata - ha precisato il procuratore aggiunto Lucia Musti - tant’è che l’inchiesta, dopo un esposto alla Procura Antimafia di Bologna, è passata ai magistrati modenesi”. Oltre ai tre finiti in manette, sono state emesse anche tre misure cautelari interdittive del divieto temporaneo di esercitare uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese nei confronti di tre legali rappresentanti di società (un bresciano, un veronese e un modenese)

per i reati di turbata libertà degli incanti avvenuti a Carpi e Modena lo scorso anno. Sono state indagate a piede libero anche altre quattro persone: un socio amministratore, un’impiegata di una ditta operante nella segnaletica stradale, un ingegnere dipendente dell’Agenzia per l’Energia e lo Sviluppo Sostenibile e un consigliere di una società cooperativa. E’ stata infine richiesta la misura cautelare del divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione a una società di Modena di segnaletica stradale. In quest’ultimo caso l’accusa è corruzione aggravata e i fatti hanno avuto come teatro Castelfranco dal novembre 2011 a febbraio 2012 e a Carpi nel dicembre 2011. L’Amministrazione Comunale nel frattempo non si sbilancia, non si indigna, si limita al ruolo di mero osservatore: “attendiamo fiduciosi gli sviluppi e l’esito dell’indagine della Magistratura”.


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a ricerca non è solo uno dei principali motori di sviluppo di ogni Paese, ma è anche un grande investimento, e in Italia l’investimento in ricerca e sviluppo è sotto la media dei Paesi Ocse, l’organizzazione internazionale per la cooperazione e lo sviluppo economico. Nel nostro Paese i fondi destinati al settore sono rimasti pressochè identici negli ultimi undici anni, e manca un’organo centrale in grado di seguire il destino dei finanziamenti, e così ai nostri talentuosi ricercatori non resta altro che emigrare all’estero per inseguire migliori opportunità occupazionali con conseguenze preoccupanti per il nostro sistema. L’Italia perde infatti oltre un miliardo di euro l’anno che corrisponde al capitale generato dai 243 brevetti che i nostri migliori cervelli depositano all’estero. Un valore che in una prospettiva ventennale potrebbe arrivare a toccare quota tre miliardi: tutto mancato profitto per l’Italia, e fino a quando le cose non cambieranno, purtroppo i giovani ricercatori e futuri ricercatori che sceglieranno di lasciare il nostro Paese saranno sempre di più e tra questi vi è anche il 25enne carpigiano Dario Prandi, che dopo aver conseguito la Laurea triennale presso l’Università di Modena e la Laurea magistrale a Padova, e dopo un anno di dottorato a Trieste, nel settembre del

Il 25enne carpigiano Dario Prandi, dal settembre dello scorso anno, vive a Parigi dove sta facendo un dottorato di ricerca in matematica

Un matematico a Parigi

Dario Prandi

2011 ha deciso di partire alla volta di Parigi. “Ho scelto di andarmene perchè trovare un posto di lavoro in ambito accademico, che è ciò a cui aspiro, è diventato quasi impossibile. Inoltre spero che, anche nell’eventualità in cui decidessi di tornare in Italia, il valore di un dottorato preso all’estero possa fare la differenza ai fini della carriera, e ho scelto la capitale francese perchè la sua Ècole Polytechinque è una delle università di matematica più presti-

giose a livello mondiale”. Oltre alla capacità ci vuole anche coraggio per intraprendere completamente da soli un’esperienza all’estero, a maggior ragione quando non si conosce la lingua nazionale come spiega il giovane matematico: “quando sono partito non parlavo affatto il francese. Fortuntamente il mio professore di riferimento è italiano e, inoltre, nel mio team di laboratorio ci sono molti italiani, per cui le lingue che parlo di più sono l’italiano e

l’inglese. Tuttavia, molto del mio lavoro lo svolgo anche al di fuori dell’università che dista quasi un’ora di treno dal centro di Parigi dove vivo. Pertanto, al di fuori dell’ambiente universitario mi sforzo di parlare francese per imparare la lingua e, lentamente, i progressi si fanno vedere”. In Francia come in molte altre nazioni europee i giovani incontrano maggiori incentivi per continuare i loro studi: “l’università è più economica rispetto all’Italia. Per una laurea specialistica

mi hanno parlato di 500 euro all’anno mentre da noi sono quasi 2000. Inoltre per tutti gli studenti fuori sede è disponibile il CAF, ovvero il contributo mensile per le spese d’affitto che varia a seconda del reddito percepito, ma che può arrivare fino a 200 euro. Inoltre qui in Francia lo Stato aiuta anche le giovani coppie sposate e quelle conviventi. Gli aiuti sono molteplici ma il più sostanzioso è uno sgravio fiscale basato sul quoziente familiare. In pratica il mon-

tante imponibile pagato da ciascuno viene diviso per il numero di persone presenti nel nucleo familiare. Proprio in ragione di queste politiche pro famiglia, negli ultimi anni in Francia, c’è stata un’esplosione demografica enorme. E’ piuttosto comune incontrare mamme di 30 anni o poco più che girano con già tre figli”. La capitale francese rimane impressa nel cuore di molti: per Dario c’è più di un luogo in cui si creano atmosfere magiche. “Parigi è una città varia ed è meravigliosa da scoprire a piedi alla sera: ci sono degli scorci favolosi e la luce che si crea una volta che è sceso il sole è mozzafiato. Anche entrare nel giardino delle Tuileries verso il tramonto e vedere l’Arco di Trionfo e la Tour Eiffel con dietro il sole che scende è una immagine straordinaria. Poi mi piace anche andare sulle scalinate del Sacre Coeur a bere una birra con gli amici, sempre al tramonto e aspettare che le luci della città si accendano”. A 25 anni si entra in una fase particolare della propria vita in cui gli obiettivi cominciano a delinearsi sempre più e ci sente definitivamente pronti a spiccare il volo. Tuttavia spesso non è facile trovare il luogo dove poter realizzare le proprie ambizioni. “Il mio futuro - conclude Dario - al momento è un grande punto interrogativo. Staremo a vedere”. Chiara Sorrentino

Il 24enne carpigiano Riccardo Pietri, con in tasca una Laurea in Ingegneria Informatica, lo scorso agosto ha deciso di fare le valigie per Copenaghen per poter studiare presso il noto Politecnico danese

Danimarca il paese che punta sui giovani

Riccardo Pietri

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empre più giovani scelgono di laurearsi presso università all’estero sia per accrescere le loro competenze, specializzandosi in un determinato settore, che per migliorare la conoscenza della lingua, e in particolare di quella inglese. Così

è stato anche per il 24enne carpigiano Riccardo Pietri, che dopo essersi diplomato al Liceo Scientifico Fanti e aver conseguito la Laurea Triennale in Ingegneria Informatica all’Università di Modena e Reggio Emilia, lo scorso agosto ha deciso di fare

le valigie per Copenaghen per poter studiare presso il noto Politecnico DTU. “Quando presi la decisione di partire ero molto appassionato di programmazione di videogiochi e infatti anche la mia tesi triennale era proprio incentrata su quell’argomento, ma in Ita-

lia non avevo trovato nulla di specifico inerente al settore, e pertanto iniziai a cercare all’estero. In seguito ai consigli di un amico che vi aveva studiato nel corso del progetto Erasmus, la mia scelta è ricaduta su uno dei Politecnici più prestigiosi della Danimarca, il DTU a Kongens Lyngby, un paese a una ventina di chilometri dalla capitale, e così da ormai un anno, e per altri 12 mesi, fino alla Laurea, vivrò qui. Copenaghen è una città bella e suggestiva, ricca di aree verdi e con un basso tasso d’inquinamento atmosferico, dal momento che molti utilizzano la bicicletta per spostarsi. Per

viverci è ottima, ma talvolta qualche turista potrebbe rimanere un po’ deluso perchè non vi troverà certamente il patrimonio artistico e culturale che caratterizza le città italiane”. In effetti le differenze tra Italia e Danimarca sono tante, soprattutto per quanto riguarda gli incentivi che vengono dati ai giovani per proseguire gli studi e farsi largo nel mondo del lavoro e non è un caso se pochi anni fa, la Danimarca è stato eletta il Paese più felice del mondo da un gruppo di ricercatori dell’Unesco, i quali hanno stilato la classifica delle nazioni dove senso di felicità, benessere sociale e tranquillità economica sono più diffusi tra la popolazione. In questa graduatoria, l’Italia occupa soltanto il 28° posto. “L’aspetto più interessante prosegue Riccardo - nonché indice di una società evoluta, che tende la mano ai giovani, è che gli studenti universitari vengono pagati per studiare! Sto parlando del SU, il contributo a fondo perduto

pari a 800 euro mensili che i ragazzi iscritti all’università percepiscono per tutto il loro percorso di studi. E non è tutto. Una volta ottenuta la Laurea, qualora non si riuscisse nell’immediato a trovare lavoro, chi è iscritto alle Unions, che corrispondono all’incirca ai nostri sindacati, riceve dallo Stato un sussidio di disoccupazione di 1200 euro al mese per ben due anni. Per quanto mi riguarda, non essendo uno studente danese, non ho diritto agli 800 euro mensili, ma essendo un membro dell’Unione Europea sono esente dal pagamento delle tasse universitarie, e inoltre, una volta terminati gli studi, qualora mi iscrivessi all’Unions, e non trovassi subito un’occupazione, avrei anche io diritto ai 1200 euro mensili”. Il costo della vita è alto in Danimarca ma è proporzionato agli stipendi e, per tale motivo, è difficile registrare tra i suoi abitanti insoddisfazione e preoccupazione per le difficoltà economiche. Continua a pagina 17


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E’ un jolly da giocare una sola volta, ma la possibilità di commutare una pena in ore di lavoro da spendere per il bene della comunità e rivedere splendere la propria fedina penale è un’occasione da cogliere al volo”, ha commentato l’avvocato Massimiliano Mariani. Di cosa si tratta? Il 10 maggio scorso, il presidente della Fondazione Casa del Volontariato di Carpi, Lamberto Menozzi e il presidente del Tribunale di Modena, Vittorio Zanichelli, hanno sottoscritto una Convenzione a dir poco rivoluzionaria per la nostra città che permette alle associazioni ospitate nel condominio della solidarietà di viale Peruzzi di accogliere persone - fino a un massimo di cinque contemporaneamente - condannate allo svolgimento di un lavoro di pubblica utilità, consistente cioè nella prestazione di attività non retribuita in favore della collettività. Ma chi sono questi condannati? “Tra loro non ci sono assassini, nè serial killer - spiega Nadia Bonamici, psicologa e tutor del progetto - bensì persone che hanno fatto errori in cui ciascuno di noi potrebbe rischiare di incorrere nel corso della propria vita”. La pena del lavoro di pubblica utilità infatti, trova applicazione pratica principalmente per le più diffuse violazioni di due fattispecie di reato previste dal Codice della strada: la guida in stato di ebbrezza e quella in stato di alterazione per uso di sostanze stupefacenti. “Malgrado le mie iniziali perplessità - ha commentato Menozzi - questo progetto è in realtà decollato immediatamente e sono già una decina le associazioni aderenti (Ushac, Alice, Gruppo Parkinson Carpi, Cooperativa Il mantello, Uisp comitato provinciale, Università libera età Natalia Ginzburg, Ancescao, Cooperativa sociale Scai, Centro Sportivo Italiano comitato di Carpi e Al di là del muro). Attraverso questo progetto, la Fondazione realizza appieno due dei suoi scopi statutari: promuovere la cultura della solidarietà e far conoscere il mondo del volontariato alle giovani generazioni. Auspichiamo quindi che almeno una parte dei ragazzi inviati dal Tribunale, una volta terminato il percorso imposto, continuino a rimanere in forza presso le associazioni e Continua da pagina 16

“Un altro aspetto che mi ha colpito molto - spiega il giovane ingegnere è che non ci sono le forti discrepanze di reddito che invece abbiamo in Italia. Gli stipendi sono omogenei e non ci sono ricchi e poveri, e tutto ciò accade anche perchè l’evasione fiscale è a livelli molto bassi. Tutto viene pagato con la carta di credito, persino il caffè, e in questo modo il denaro è sempre tracciabile. Solo i turisti pagano in contanti. Lo Stato è ricco e si vive bene. I ragazzi con cui ho parlato mi hanno riferito di risentire anche loro della recessione economica, ma in ogni caso non è nulla di paragonabile a quello che sta accadendo in Italia e nel resto d’Europa”. Anche se Copenaghen attrae ogni

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La Fondazione Casa del Volontariato ha stipulato una convenzione con il Tribunale di Modena, per permettere ai condannati per guida in stato di ebbrezza o in stato di alterazione per uso di sostanze stupefacenti di commutare la propria pena, detentiva o pecuniaria, in ore di lavoro di pubblica utilità presso le associazioni ospiti del condominio di viale Peruzzi

Quando l’espiazione è per il bene della comunità Da sinistra Ilario De Nittis, Massimiliano Mariani, Nadia Bonamici, Lamberto Menozzi, Elena Po e Carlo Alberto Fontanesi

possano mantenere, attraverso l’esperienza fatta, una costante apertura verso la solidarietà”. Tra le mura della casa quindi, la pena non sarà soltanto intesa come punitiva, bensì come opportunità educativa e di servizio, come ha sottolineato anche Elena Po, consulente legale della Fondazione. “Seppure imposta, un’esperienza di questo tipo può far sviluppare il desiderio di mettersi al servizio della comunità anche dopo aver scontato la propria pena”. Alle sue parole fanno eco quelle della Bonamici: “il progetto del lavoro di pubblica utilità si configura in quelle attività di riappropriazione del ruolo di educazione sociale che è proprio delle organizzazioni di volontariato in senso stretto e in modo più ampio di tutto il Terzo settore. Sicuramente dopo questa prima fase di sperimentazione saranno molte altre le associazioni (l’adesione alla Convenzione è attuabile anche da

parte di associazioni esterne alla Casa, purché situate nel territorio di Carpi, Novi e Soliera) che si metteranno a disposizione, coniugando il bisogno di avere un aiuto concreto e la possibilità di offrire un’occasione di vedere la vita da un’angolazione diversa: quella del volontario”. Ad oggi sono tre i lavoratori di pubblica utilità in forza presso gli enti operanti nella casa del volontariato e il primo arrivato sta svolgendo il suo incarico presso la Cooperativa Scai. “Tutti possiamo sbagliare - ha commentato il presidente, Ilario De Nittis - ed è un nostro preciso dovere morale tentare di offrire una via d’uscita. Questa alternativa alla pena, grazie alla calendarizzazione concordata degli incontri, permette di mantenere la continuità del proprio lavoro, di rimanere vicini ai propri famigliari e di collaborare per il bene della collettività in maniera solidale. Davvero un’occasione preziosa

giorno tantissimi stranieri, la vita qui non è idilliaca: “ci sono anche alcuni aspetti negativi, primo tra tutti il clima, che ovviamente come per tutti i Paesi nordici è caratterizzato da cielo nuvoloso, frequenti rovesci e temperature non proprio miti, e poi il cibo, ma su questo punto tutti sappiamo che la cucina italiana è imbattibile. I danesi poi non sono molto accoglienti però, una volta che ci si è conosciuti meglio, si rivelano gentili e ho stretto belle amicizie”. Con una carriera scolastica e universitaria che sta continuando sotto i migliori auspici, Riccardo ha già tante idee per il suo futuro: “proseguire gli studi in un altro Paese facendo un dottorato di ricerca sulla sicurezza informatica o aprire una

piccola azienda sempre inerente a tale settore”. Se già prima del 2008 erano tanti i ragazzi che decidevano di fare un’esperienza di studio o di lavoro all’estero, con la crisi, la spinta verso altre nazioni con la speranza che queste possano offrire opportunità migliori rispetto a quelle poche che attualmente il Bel Paese riserva ai giovani, è decisamente in crescita. “Consiglio vivamente a tutti - conclude Riccardo - di vivere un’esperienza all’estero. Comunque vada è sempre fonte di arricchimento non solo dal punto di vista professionale e culturale, ma anche dal lato umano e personale. E poi queste occasioni se non le si colgono alla nostra età quando allora?”. Chiara Sorrentino

per tutti”. Dopo che il condannato avrà prestato la propria “manovalanza” per il numero di ore stabilito dal giudice, ha concluso Mariani, “il Tribunale dichiarerà estinto il suo reato, dimezzerà la sanzione Violenza sulle donne

Bagarre in Consiglio

E’ una cosa normale che si sta trascinando nel tempo. Ogni tanto qualche donna ha qualche piccolo inconveniente che è nella prassi… va bene così? Da quando c’è l’uomo e la donna, le piccole traversie finiscono così”: questa è la frase che, pronunciata dal Capogruppo della Lega Nord Argio Alboresi durante l’ultimo Consiglio dell’Unione Terre d’Argine, ha lasciato esterrefatti gran parte dei presenti. I ‘piccoli inconvenienti’ in questione sarebbero, secondo l’esponente del Carroccio, gli omicidi di donne. L’esternazione è avvenuta nel corso del dibattito su un ordine del giorno che, presentato da Daniela Depietri (in foto) del Pd – da anni impegnata nella lotta di sensibilizzazione sul tema della violenza di genere - intendeva impegnare la Regione ad adottare misure di prevenzione di un fenomeno che trae origine in prima istanza da un deficit culturale. “Ritengo questa frase un’offesa alle oltre 65 donne uccise in Italia nei primi sei mesi del 2012 – commenta Depietri – e tra l’altro è proprio l’Emilia-Romagna a vantare, tra tutte le Regioni, il triste primato del numero di vittime, con 17 femminicidi nell’ultimo anno. Sono emozionata e indignata, e al prossimo Consiglio consegnerò al consigliere Alboresi le storie delle vittime, perché si renda conto che dietro a tutta questa violenza ci sono volti, sofferenze, famiglie. Non si possono dire cose del genere al giorno d’oggi”. Alboresi, uscito dall’aula al momento della votazione, passata all’unanimità (compreso il voto favorevole del collega di partito di Alboresi, Filippo Rossi), si difende contrattaccando: “Il tema della violenza sulle donne è troppo importante e troppo grave perché venga consentito a qualunque forza politica di strumentalizzarlo per fini di propagan-

amministrativa della sospensione della patente e revocherà la confisca del veicolo sequestrato”. E se filerà dritto, la sua fedina penale resterà immacolata! Jessica Bianchi da. Benché mai espresso chiaramente, in tutti i ragionamenti del PD su questo tema è sotteso un attacco pericoloso e preoccupante all’istituto della famiglia. Sembra che la famiglia sia generalmente un ambiente degradato dove l’uomo, sempre lui, dà libero sfogo ai suoi peggiori istinti dei quali la vittima è la donna. Mi dispiace ma non è così! E’ vero che all’interno di alcune famiglie si possono verificare episodi di violenza, ma non è la regola. E la violenza può andare anche dalla donna verso l’uomo, magari non fisica ma con atteggiamenti e gesti che possono suscitare dolore uguale se non superiore”. A giudicare improvvida l’uscita di Alboresi è però anche il consigliere Roberto Andreoli del Pdl, che nel tempo si è guadagnato ‘sul campo’ la fama di acerrimo avversario della maggioranza sempre allerta e vigile nel mettere in difficoltà e incalzare con le proprie interrogazioni e interventi i colleghi del centrosinistra. “Si è trattato di una dichiarazione davvero infelice. Il tema è importante e io stesso credo vada affrontato con serietà” commenta. Nei giorni seguenti all’episodio Depietri ha rincarato la dose: “L’altra sera – ha dichiarato l’esponente Pd - abbiamo assistito a una delle pagine più becere e rozze del Consiglio dell’Unione Terre d’Argine”. Marcello Marchesini


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Libri

da non perdere!

Il secondo libro dell’ignoranza di John Lloyd e John Mitchinson

Cosa non si farebbe per un euro in più... a cura di Clarissa Martinelli clarissa.martinelli@radiobruno.it

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ono cresciuto, come tanti altri della mia generazione, con la fortuna – o la condanna, dipende dai punti di vista – di avere come nonna una fan accanita de La Settimana Enigmistica. Sebbene cruciverba e rebus non mi abbiano mai appassionato molto – sfogliavo le pagine bianche e nere in cerca più che altro delle strisce comiche – ricordo tuttavia che a un certo punto ci si imbatteva inevitabilmente in una rubrica intitolata Forse non tutti sanno che, piena di aneddoti, dati e curiosità uno più curioso dell’altro. Ebbene, il contenuto de Il secondo libro dell’ignoranza (Einaudi, 260 pp.) rappresenta esattamente l’opposto della suddetta rubrica. Il titolo potrebbe anche essere: ‘Quello che tutti sanno… è sbagliato’. Siete convinti – come quasi tutti, del resto – che Napoleone fosse un tappo? Che le arance siano arancioni? Che la sostanza più dura conosciuta al mondo sia – per sempre- il diamante? Che lanciando una moneta si abbia un 50% di possibilità di ottenere testa? Che il paese dove ogni anno vengono bruciate più bandiere americane sia uno stato arabo fondamentalista? O che – ancora – l’uomo abbia molti meno peli dello scimpanzé? Beh, mi piace dirlo, ma vi sbagliate. E spero piaccia anche a voi, perché se appartenete a quel tipo di persone che trovano tremendamente irritante scoprire di essersi sbagliate, allora è meglio che quest’anno, sotto l’ombrellone, vi portiate qualcos’altro da sfogliare. Perché la bellezza di questo libro di John Lloyd e John Mitchinson - i due giornalisti e scrittori che hanno ideato Q.I . (Quite Interesting), il fortunatissimo quiz della BBC che abbina curiosità e intelligenza - sta proprio nella capacità di smontare i luoghi comuni che tutti ci portiamo dietro, rivelandoli per quello che sono: spiegazioni semplici – e semplicistiche – e anche, spesso, errate. Certo, leggendo le risposte alle 256 domande, l’impressione può essere quella di trovarsi di fronte a una specie di carta dei diritti del secchione, che incoraggia uno stuolo di pedanti imbranati a vomitare boli indigeriti di fatti. In realtà, come scrive Stephen Fry nella sua prefazione, si tratta di una celebrazione: “della massima qualità umana: la Curiosità, erroneamente diffamata da coloro che hanno un interesse personale nell’ignoranza e nelle proprie verità rivelate”. “La mancanza di curiosità – continua – è il Dissennatore che succhia dal mondo ogni speranza, gioia, potenzialità e bellezza. L’ottusa, torpida accidia, che non si cura di scoprire, non ha fame e sete di input, comprensione e comunicazione, farà del paesaggio umano un deserto”. E allora perché non immergersi in questo piccolo manuale dell’uomo curioso – non per nulla dedicato a Prometeo, il titano che, pur di fornire agli uomini il fuoco (ma anche Iskra, la scintilla divina) ha accettato di farsi beccare il fegato da un’aquila per l’eternità, appeso come un salame a una rupe del Caucaso – perché non lasciarsi abbagliare dalla consapevolezza che la quantità delle cose che non sappiamo, o che sappiamo male, è così alta da darci la possibilità di fare nuove scoperte ogni giorno che passeremo da esseri senzienti in questo splendido universo? Se poi lo troverete interessante, ci sono altre due buone notizie: resta da leggere il primo Libro dell’ignoranza e Il libro dell’ignoranza sugli animali. Stay hungry. Di Marcello Marchesini

Cara Clarissa, venerdì sera stavo facendo l’aperitivo con alcuni amici e spiegavo quanto ho risparmiato in carburante con l’Iperself alla domenica mattina. Nel frattempo ho ordinato due spritz, 12 euro. E ho pensato che a volte ci ammazziamo per risparmiare 4 euro e ne buttiamo il triplo con disinvoltura in cose inutili. Volevo condividerlo. Marcello

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o sorriso leggendo la tua lettera, credo siamo in tanti a riconoscerci: posto che 6 euro per uno Spritz mi sembrano veramente tanti (diversi locali non vanno oltre i 4 euro), siamo attentissimi ai dettagli da una parte e poi cediamo dall’altra, pronti a ingaggiare una battaglia con la banca per un euro di commissione nel bonifico e incapaci di resistere a tre caffè quotidiani, battaglieri per una bolletta della luce e in grado di spendere una follia per gli occhiali

da sole. Niente di strano e neanche di preoccupante: finché accade significa che ancora abbiamo un minimo di stabilità economica e riusciamo a mettere in circolo un po’ di denaro che, a sua volta, significa lavoro per altri. L’aperitivo con gli amici implica anche l’esistenza di amici, altro aspetto positivo della faccenda. Non angosciarti. Se invece non hai un reddito, è il caso di preoccuparsi e di mettere in campo spesso la riflessione che hai condiviso!

Venerdì 27 luglio alle ore 21, all’Interno Divino di corso A. Pio vanno in scena jazz e gastronomia, uniti per raccogliere fondi per i terremotati

Tortellini Ritmici protagonisti a Carpi

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enerdì 27 luglio presso il locale Interno Divino - Galleria Max Mara, Corso Alberto Pio, 55 - l’organizzatore di eventi Simone Ramella, propone un’iniziativa davvero originale. Un gruppo di free jazz “cabarettistico” denominato Tortellini Ritmici, accompagnerà la preparazione in diretta dei nostri appetitosi tortellini da parte di due rezdore delle zone terremotate che, durante l’esibizione musicale,

impasteranno, tireranno la sfoglia, chiuderanno i deliziosi cappelletti... Durante la serata vi sarà la possibilità per gli ospiti presenti di assaggiare o di acquistare i tortellini (preventivamente preparati dalle nostre esperte cuoche, rigorosamente a mano) a un prezzo agevolato: l’incasso verrà interamente devoluto al progetto Concerto dell’Emilia per i bambini - Sosteniamo la nostra terra per la ricostruzione delle scuole e

l’organizzazione di campi gioco terremotati. La serata sarà inoltre allietata dalla personale dell’umorista carpigiano Oscar Sacchi, dedicata alle Olimpiadi di Londra 2012. Durante la serata sarà possibile acquistare le magliette del progetto che culminerà con un mega concerto delle migliori band emiliano del nostro territorio, il 29 luglio, presso l’azienda La Chianina di Modena, in via Canale, 72 a Soliera.

Tempo... di quiz! Sudoku SCIARADA Frase (3 4 7): Sinestesia dichiarata Odo rose odorose - Mamma posso mettermi la gonna? - No! - Mamma posso mettermi il rossetto? - No! - Mamma ma ho 18 anni! - Lo so Luca.

Come si gioca Questo gioco di logica propone una griglia di 9×9 celle, ciascuna delle quali può contenere un numero da 1 a 9, oppure essere vuota; la griglia è suddivisa, da bordi in neretto, in 9 sottogriglie, chiamate regioni, di 3×3 celle contigue. Le griglie proposte al giocatore hanno da 20 a 35 celle contenenti un numero. Scopo del gioco è quello di riempire le caselle bianche con numeri da 1 a 9, in modo tale che in ogni riga, colonna e regione siano presenti tutte le cifre da 1 a 9, e pertanto senza ripetizioni.


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L’aforisma della settimana...

“Non aver paura della perfezione, tanto non la raggiungerai mai”. appuntamenti

LaCarpiEstate

Frassinoro: torna l’appuntamento con la settimana matildica

Nel segno di Matilde

Il calendario Venerdì 27 luglio Pronao del Teatro - ore 21.30 La dama della torre

Pronao del Teatro - ore 21.30 La dama della torre Martedì 21 agosto Piazza Garibaldi - ore 21 Rosso Tango in concerto

Piazzale Re Astolfo - ore 21 Stefano Bollani in concerto Martedì 31 luglio Migliarina Circolo Arci Menotti - ore 21.30 BBC Ajna in concerto

Venerdì 3 agosto Pronao del Teatro - ore 21.30 La dama della torre Sabato 4 agosto Piazzale Re Astolfo - ore 21.30 Sempre Noi in concerto Lunedì 6 agosto Piazza Garibaldi ore 21.30 Emozioni di Viaggio Martedì 7 agosto Pronao del Teatro - ore 21.30 Presentazione del libro Walter e io di Simone Annichiarico San Marino Piazza Gasparini - ore 21.30 Banda di quartiere Mercoledì 8 agosto Cantone di Gargallo Strada Fornaci 36/b - ore 21 Banda di Carpi in concerto Piazza Garibaldi - ore 21.30 Raperonzolo, spettacolo di burattini Giovedì 9 agosto Gargallo Cortile della chiesa - ore 21.30 Hansel e Gretel, spettacolo con attori e pupazzi Pronao del Teatro - ore 21.30 La dama della torre Venerdì 10 agosto Pronao del Teatro - ore 21.30 La dama della torre

Sabato 11 agosto Piazza Garibaldi - ore 21.30 Mario Stermieri Di e con Carlo Sabbadini

Giovedì 16 agosto Pronao del Teatro - ore 21.30 La dama della torre

Lunedì 30 luglio Piazza Garibaldi - ore 21 Emozioni di Viaggio

Giovedì 2 agosto Pronao del Teatro - ore 21.30 La dama della torre

appuntamenti

Lunedì 13 agosto Piazza Garibaldi - ore 21.30 Emozioni di viaggio

Sabato 28 luglio Piazzale re Astolfo - ore 21 Summer Festival

Mercoledì 1° agosto San Marino Piazza Gasparini - ore 21.30 L’Elisir d’Amore spettacolo di burattini

Salvador Dalì

Giovedì 23 agosto Pronao del Teatro - ore 21.30 La dama della torre

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icca, colta, così influente da poter trattare con re e papi, la contessa Matilde di Canossa, signora di terre che si estendevano dal lago di Garda al Lazio, ha lasciato molti segni nel territorio modenese. Tra questi, l’abbazia di Frassinoro, fondata nel 1071 per commemorare la figlia e affidata ai benedettini che ne fecero uno dei centri più potenti dell’Appennino. A rievocare il periodo del Medioevo intorno al 1100 e questa figura di donna così insolita per l’epoca, torna la Settimana matildica che animerà il centro storico del paese con spettacoli, mercati, gastronomia e iniziative culturali. La Settimana matildica, giunta alla 13ª edizione, è promossa dal Comune di Frassinoro, in collaborazione con la Provincia di Modena, la Parrocchia di Frassinoro, la Pro loco e le associazioni locali, con il patrocinio della Regione Emilia Romagna e si concluderà sabato 28 e domenica 29 luglio. Tra le novità dell’edizione 2012, l’apertura, per la prima volta, come sottolinea il parroco don Luca Pazzaglia, del lapidario che custodisce i reperti dell’antica abbazia e che sarà possibile visitare con la guida dello stesso parroco. E,

ancora, spettacoli equestri, rievocazioni di antichi mestieri, spettacoli di rapaci, laboratori e animazioni per bambini, giocoleria e teatro di strada. Per tutta la durata della manifestazione si svolgerà il mercato medievale e saranno aperte bettole e osterie. Tra gli eventi principali il tradizionale e suggestivo corteo storico dedicato a Matilde che, nella serata di domenica 29, chiuderà la manifestazione. “Un evento ormai consolidato che richiama una folla di appassionati e curiosi – commenta Mario Galli, vicepresidente della Provincia con delega alla Promozione del territorio – perché, unendo approfondimento storico e convivialità, riesce a creare un prodotto turistico

Venerdì 24 agosto Pronao del Teatro - ore 21.30 La dama della torre Sabato 25 agosto Piazzale re Astolfo - ore 21 Festa multietnica Domenica 26 agosto Piazza Garibaldi - ore 21 Piove? spettacolo di danza e teatro Mercoledì 29 agosto Piazzale Re Astolfo - ore 21 I 5 sensi della vita: il tatto Giovedì 30 agosto Piazzale Re Astolfo - ore 21 I 5 sensi della vita: l’olfatto

Tenera è la notte Area Stadio Ingresso Via Ugo da Carpi Inizio proiezioni: ore 21.30

saldamente ancorato al territorio e contemporaneamente di forte richiamo”. Nel programma non mancano anche gli appuntamenti culturali come la conferenza, in programma venerdì 27 luglio, alle 21, al Castello della Badia, intitolata Terremoti e bradisismi in Emilia nel Medioevo tenuta da Paolo Golinelli, ordinario di Storia medievale all’Università di Verona, e la mostra dedicata alla Via Crucis vivente di Frassinoro dal 1946 a oggi, allestita nel Castello della Badia fino al 15 agosto. Possibili anche visite guidate al Museo lapidario dell’Abbazia e alla chiesa abbaziale di Santa Maria e San Claudio.

Venerdì 27 luglio Sherlock Holmes Di Guy Ritchie Sabato 28 luglio The Artist Di Michel Hazanavicius Domenica 29 luglio Magnifica presenza Di Ferzan Ozpetek Lunedì 30 luglio Una separazione Di Asghar Faradi Martedì 31 luglio Almanya – La mia famiglia va in Germania Di Yasemine Samdereli Mercoledì 1° agosto Il grande cinema Film proposto in collaborazione con la Cineteca di Bologna Ingresso gratuito


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a formula dei prossimi campionati beccheggia nel caos. Inevitabile, non meno che molto italico. Venerdì scorso, il Consiglio Federale ha nuovamente deciso di non decidere. Cioè, molto pilatescamente ha riammesso tutte le società iscritte con riserva della Co.Vi. Soc. per carenze strutturali ed economiche. Lasciando così altre patate bollenti nelle mani del presidente di Lega Pro Mario Macalli. Che peraltro già era pieno di guai. Ora che nemmeno conosce gli esiti di “Scommessopoli”, si ritrova con un buon 10% dell’organico certamente a rischio inadempienza prim’ancora di cominciare. E per soprammercato dovrà inventarsi quattro campionati che traghettino verso la C-unica mantenendo una parvenza di regolarità. Dunque, il direttivo di Lega Pro avendo poco tempo da perdere s’è riservato di prenderne. L’unica decisione partorita è l’atteso ripristino del criterio orizzontale per la compilazione dei raggruppamenti. Il cervellotico esperimento di “polverizzazione pro-tv” è fallito. Perseverare sarebbe

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logan e manifesto non potevano essere altri: “Bentornati a casa”, in calce alla vecchia curva rinnovata e stracolma. Così il Carpi ha aperto ufficialmente la campagna abbonamenti 2012/2013 per le gare interne del campionato di Prima Divisione Lega Pro (sottoscrizione presso la sede di via Carlo Marx 26, orari 9-12 e 15-18.30). Le tessere danno diritto alla visione di 16 delle 17 gare interne che il Carpi disputerà allo stadio Cabassi (saranno sospese nella sola “Giornata Biancorossa”: una partita di cartello stabilita preventivamente dalla società). Le novità rispetto alla passata stagione: prezzi abbassati su tutti i settori; forti riduzioni per invalidi, pensionati, donne e under 18; biglietti a 1 Euro per gli under 15. Mancano purtroppo tragicamente all’appello i “Distinti”, per cui non sarà possibile acquistare il carnet. L’iter per la riapertura ai tifosi biancorossi è in

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ari lettori, approfitto di questo spazio per informarvi di un’iniziativa che mi coinvolge insieme ai colleghi Fabio Garagnani e Enrico Ronchetti. Stiamo dando alle stampe un libro sulla grande storia del Carpi, e vogliamo che diventi un’opera della città e per la città. Cominceremo a raccontarvela da più lontano di quanto siate abituati a sentire: ovvero dall’estate 1903, 6 anni prima della fondazione della Jucunditas, quando Adolfo Fanconi rientrò in vacanza dal collegio svizzero con il primo pallone di cuoio da cui è partito tutto.

Calcio – Il Carpi apre la campagna abbonamenti tra le incognite del nuovo campionato

LEGA CAOS

Restano i gironi da 18, torna la divisione orizzontale. Molte le incertezze sul format. Macalli annuncia: “Retrocessioni anche in Prima”. Un bluff?

stato da incoscienti. Si torna a tornei geografici, con conseguente armonizzazione di spese, incentivo alla trasferta e recupero dell’interesse generale. E’ una buona notizia. L’unica. Restano le grane più delicate: format e retrocessioni. L’intenzione è conservare la Prima Divisione a 18 e ridurre la Seconda entro le 16-17. Servono perciò 4 ripescaggi. Vanno cioè trovati entro una settimana altrettanti club che abbiano la forza di raddoppiare la fideiussione e versare il 15-20% del budget a fondo perduto. Difficile, senza dubbio parossistico a questo punto dell’estate. Poi va disegnata la rotta per l’unificazione a 66 società (dalle 69 attuali, più le Dilettanti promosse). Chi scende di categoria? Non c’è più di una soluzione possibile: C1 “affrancata” (salvi tutti) e C2 “ghigliottina” (con un terzo di vittime, 12 su 35; qualcuna meno se la D accetterà

Prima divisione nord

lega pro – Prima Divisione 2012/2013: gli organici

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uesta l’ipotesi provvisoria di ristrutturazione dei raggruppamenti secondo criterio geografico “orizzontale”. Al momento, la vecchia linea gotica dell’appennino emiliano partiziona due gironi da 16 squadre (con le toscane Pisa e Viareggio arbitrariamente separate: una a “nord” e una a “centro-sud”). Nelle intenzioni del direttivo verranno completati a 18 entro il 31 luglio. Sempre ammesso che esista il modo per riuscirci. L’incognita è infatti nei 4 ripescaggi dalla Seconda Divisione.

Albinoleffe Como Carpi Cremonese Cuneo Feralpisalò Lumezzane Pavia Pisa Portogruaro Reggiana San Marino Südtirol Treviso Tritium Vicenza

le ripescabili – Sette club per quattro posti. Ma i soldi?

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ui giace il nodo per l’allargamento degli organici, promesso da Macalli. Quattro posti liberi, da assegnare entro fine mese secondo i canoni sportivi ed economici previsti dal regolamento federale. Incide naturalmente il piazzamento dalla passata stagione (in pole vanno le retrocesse e le piazzate ai playoff di Seconda). Conta la storia del club (palmares), il bacino d’utenza (media spettatori) ed il recente pregresso (perdono automaticamente il diritto le società che hanno già usufruito di un ripescaggio entro l’ultimo quinquennio). Questi criteri di merito configurano sette papabili in ordine sparso: Rimini, Entella, Foligno, Chieti, Lamezia, Casale e Aprilia. Più d’ogni altra cosa però peserà la disponibilità finanziaria: il salto di categoria presuppone il raddoppio della fideiussione già depositata (da 300mila a 600mila Euro) ed il maxi-versamento a fondo perduto (200mila Euro) di contributo federale. A mercato inoltrato, e coi tempi che corrono, chi potrà permettersi un lusso simile? E con quali garanzie? E.G.

una dieta rapida da 9 a 7/8 gironi). Macalli annuncia invece retrocessioni anche dalla Prima. Lo fa per tenere acceso il mercato. E dissuadere i club poco ambiziosi dall’idea di costruire una squadra di soli giovani. Sa molto di bluff strumentale, non si vedono altre esegesi. Perchè se un calciatore con-

traente a penultimo livello professionistico retrocede, mantiene comunque il diritto di rimanere professionista. Così, invece, perderà il posto di lavoro. Di più, due società non possono essere esposte allo stesso rischio di fallimento econo-sportivo quando una deposita il doppio di garanzie rispet-

to all’altra. Così, invece, verranno parificate. Macalli dunque non può permettersi una decisione simile, è un illogico giuridico. Lo porterebbe presto davanti a una schiera di giudici ordinari. Obbligati a dargli torto. L’estate del calcio è ancora lunghissima. Enrico Gualtieri

CAMPAGNA ABBONAMENTI AL VIA: “Bentornati a casa”

Prima divisione centro - sud Andria Avellino Barletta Benevento Carrarese Catanzaro Frosinone Gubbio Latina Nocerina Paganese Perugia Prato pieno svolgimento e non si concluderà prima dell’inizio della stagione regolare. I PREZZI Tribuna centrale. Abbonamento: intero 390 euro, ridotto 270 euro. Biglietto: intero 30 euro, ridotto 20 euro. Tribuna laterale azzurra. Abbonamento: intero 260 euro, ridotto 180 euro. Biglietto: intero 20 euro, ridotto 14 euro. Tribuna laterale biancorossa. Abbonamento: intero 195 euro, ridotto 135 euro. Biglietto: intero 15 euro, ridotto 10 euro. Curva Ovest. Abbonamento: intero 120 euro; ridotto: 90 euro per invalidi e pensionati, 60 euro per donne e under 18. Biglietto: intero 10 euro, ridotto 7 euro. Biglietti a 1 euro per gli Under 15 in tutti i settori. E.G.

LA GRANDE STORIA DEL CARPI

Un regalo per la città. Aiutateci a confezionarlo

Proseguiremo nell’ambizione di raccogliere ciò che non è mai stato pubblicato in un singolo tomo: tutti i tabellini delle partite disputate, la monografia di ogni stagione, le statistiche di tutti i campionati e di tutti i giocatori che hanno vestito la nostra maglia, le cento storie dei più presenti. Un almanacco tutto carpigiano, che diventerà

però anche romanzo storico laddove è possibile cospargerlo di approfondimenti, interviste, e curiosità inedite per non annoiarvi troppo. Oltre a immortalare tutto quello che è accaduto, vorremmo riuscirvi a spiegare i perché. Cioè, com’è cambiata la nostra città mentre il calcio cambiava insieme al mondo. E in che modo le idee, le avventure,

i ritratti e i risultati degli uomini che hanno costruito il Carpi rappresentino gli scatti del secolo che sta alle nostre spalle. L’idea è nata in modo del tutto privato. Non ci avvarremo di forme di finanziamento pubblico, né chiederemo alla società di contribuire. Cercheremo semplicemente di trovare qualche piccola sponsorizzazione al solo scopo di co-

prire le spese di realizzazione e minimizzare il prezzo di copertina. Il libro sarà edito da Carlo Fontanelli (Empoli), specializzato in saggi sul calcio, sullo sport, in particolare e sulla storia delle società sportive. L’uscita è prevista per dicembre 2012. Un regalo di Natale, speriamo gradito e soprattutto capace di coinvolgervi in prima persona.

Potete infatti aiutarci a confezionarlo. Se avete documenti, testimonianze, materiale ad hoc (foto, aneddoti, gadget o qualsiasi cosa legata alla storia del Carpi) contattateci su Facebook o via mail (info@ lastoriadelcarpi.it). Un grosso ringraziamento in anticipo a tutti coloro che vorranno darci una mano. Enrico Gualtieri


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’ andato in scena, giovedì 26 luglio, il secondo atto della nuova stagione dell’Universal Volley Modena. Dopo la prima conferenza stampa di qualche settimana fa, che ha aperto l’annata 2012/13, è arrivato il momento di illustrare la campagna abbonamenti. Alla presenza del presidente Rino Astarita, del direttore generale Pierluigi Vigo e del direttore sportivo Davide Astarita, sono stati svelati tutti i dettagli per poter seguire da vicino le Tigri Bianconere la cui stagione si aprirà a metà settembre con il primo turno di Coppa Italia. La notizia principale, già resa nota da qualche giorno, è l’iniziativa rivolta a coloro che sono residenti nei comuni modenesi colpiti dal sisma dello scorso maggio. La Universal Volley Modena, infatti, ha messo a disposizione duemila tessere omaggio di Gradinata che possono essere richieste mandando una mail, con una copia del documento d’identità allegata, all’indirizzo comunicazione@volleymodena.com. Per quel che riguarda la campagna abbonamenti vera e propria, invece, tutto rimane invariato rispetto alla scorsa stagione. Le formule di abbonamento sono sempre tre: - Abbonamento di Gradinata (posti non numerati) solo prezzo intero denominato “iniziativa fedeltà” 30 euro, dà diritto ad assistere a tutte le partite di campionato e Coppa Italia esclusi i play - off scudetto. Il prezzo ridotto non è previsto;

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Parte la campagna abbonamenti 2012/13 dell’Universal Volley

Duemila tessere omaggio per i terremotati sportivi con età da 0 a 16 anni e oltre i 65 anni. Per acquistare l’abbonamento o il biglietto, l’indirizzo mail a cui rivolgersi è sempre: comunicazione@volleymodena.com. La banca designata per la collocazione degli abbonamenti di Distinti Parterre e di Tribuna Luxury è l’intera rete delle filiali della Banca Popolare dell’Emilia Romagna. Per la vendita degli abbonamenti di Gradinata, invece, bisogna rivolgersi alla segreteria della Universal Volley Modena sita presso il Palasport PalaCasaModena in viale dello Sport, 25. In alto da sinistra Rino e Davide Astarita. A lato Pierluigi Vigo

- Abbonamento Distinti Parterre (posti numerati) 150 euro prezzo intero e 100 euro prezzo ridotto, dà diritto ad assistere a tutte le partite di campionato e Coppa Italia compresi play - off scudetto; - Abbonamento Tribuna Luxury (posti numerati) 250 euro prezzo intero, prezzo ridotto non previsto, dà diritto ad assistere a tutte le partite di campionato e Coppa Italia compresi i play - off scudetto con libera consumazione all’interno dell’area Hospitality.

Per ciò che concerne la biglietteria, invece, questi sono i prezzi: - Biglietto di Gradinata (posti non numerati) prezzo intero 10 euro, prezzo ridotto 5; - Biglietto Distinti Parterre (posti numerati) prezzo intero 15 euro, prezzo ridotto 10; - Biglietto Luxury (posto numerato con accesso e consumazione nell’area Hospitality) prezzo intero 25 euro, prezzo ridotto non previsto. Per quanto riguarda i ridotti, ne avranno diritto gli appassionati cec - pallavolo maschile

La Cec nel Girone B L

a Fipav ha comunicato i gironi di B1 2013-2014. La Cec è stata inserita nel girone B, che comprende Veneto, Emilia, Marche, Toscana e Lazio. Momentaneamente il girone comprende 13 squadre, in attesa del ripescaggio di una quattordicesima formazione. I gironi A e B della Serie B1M e il girone H della Serie B2/M, risultano infatti mancanti di una squadra; tali gironi se possibile verranno completati con il ripescaggio di squadre aventi diritto. Nel caso non ci sia alcuna squadra disponibile, il girone interessato rimarrà formato da una squadra in meno e le squadre che avrebbero dovuto incontrare la “squadra da ripescare” osserveranno in quella data un turno di riposo. Questo il raggruppamento della Cec: Bonollo Eagles Mestrino PD, Tmb Monselice PD, Pallavolo Motta TV, Bibione Mare Arrex VE, Golden Game Bassano VI, Foris Index Conselice RA, Cec Carpi MO, Donati Mc Porto Ravenna, Paoloni Appignano MC, Cus Pisa, Lupi S.Croce PI, Pol. Tuscania VT, Interporto Orte VT, X (società da ripescare). I calendari dei Campionati Nazionali di Serie B1 e B2 2012/2013 saranno predisposti dal 28 luglio in poi.

Riccardo Raimondi

Riccardo Raimondi alla Cec

“Il mio punto di forza? Non mollare mai”

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ltro colpo da novanta per la Cec, che si è assicurata per il prossimo anno le prestazioni di Riccardo Raimondi. Classe 1984, lo schiacciatore modenese cresciuto nella Daytona arriva a Carpi da Correggio, che ha guidato come capitano alla promozione nell’ultima stagione dopo averne indossato la maglia per otto stagioni: “Sono davvero contento di venire a Carpi – racconta Raimondi – E’ stato difficile staccare il cordone ombelicale con Correggio, ci sono un po’ rimasto male per quello che è successo ma adesso sono concentrato al massimo sull’Universal e sulla possibilità di giocare ancora in B1 vicino a casa”. Capitano del Correggio vincitore dell’ultimo campionato, arriva in una Cec che, dopo la forzata rinuncia alla Serie A, riparte per puntare ancora in alto. “Sulla carta avremo una bellissima squadra, conosco bene Max (Astolfi, ndc) e Lanc (Matteo Lancellotti, ndc) e il loro valore ma anche quello di un giocatore come Lirutti che credo sia un esempio per tutti. Ma questo non significa che sarà facile vincere, perché l’esperienza di questi anni ci ha mostrato tante squadre costruite per vincere che poi non hanno centrato nemmeno i play-off”. La Cec dovrà diventare squadra e in questo avrà in Raimondi un uomo prezioso. “Il mio punto di forza è il crederci sempre, il non mollare mai. Mi sono sempre considerato un giocatore che può stare in questa categoria ma tecnicamente ho incontrato tanti giocatori più forti di me e se ho saputo colmare il gap è per la voglia e l’atteggiamento che ho sempre messo in palestra”.


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Cabassi: bella figura a Camogli

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opo il titolo di Campione Regionale, conquistato per il secondo anno consecutivo i biancorossi ben figurano a Camogli, dove si è svolta la Fase di Semi-Finale Nazionale per la Categoria Under 15. Gli atleti di Mister Pederielli hanno vinto contro il Payton Bari, hanno pareggiato contro Piscine di Vicenza e han perso contro Acilia Nuoto Roma, Nuoto Catania e RN Camogli vera corazzata candidata a vincere il titolo nazionale.“Grandissime partite giocate a livelli molto alti tecnicamente, ma anche grandi soddisfazioni: un bellissimo pareggio contro Piscine di Vicenza (5 a 5) e una stupenda e netta vittoria contro Payton Bari (9 a 5)”, ha commentato il direttore sportivo Roberto Sgarbi, “Vorrei ringraziare l’allenatore Andrea Pederielli e i ragazzi - ha aggiunto il ds - per le emozioni vissute in questi giorni”.

La Rosa dell’Under 15 Portieri: Alessandro Meschieri, Gabriele Leonesi; Difensori: Nicolò Caiumi, Cristiano Campolongo, Davide Cavazza, Simone Faggiano, Lorenzo Franchini, Giacomo Verri, Lorenzo Manfredi; Attaccanti: Riccardo Andreoli, Elia Bassoli, Pietro Buffagni, Filippo Gilioli, Fabio Gualdi, Christian Veronesi; Centroboa: Andrea Girolamodibari, Lorenzo Vignoli; Allenatore: Andrea Pederielli; Dirigenti: Roberto Sgarbi e Nicola Colarusso.

Olimpiadi - Negli orari di apertura del Centro Commerciale sarà possibile assistere alle manifestazioni sportive di Londra 2012 sul maxischermo in galleria

Il meglio dello sport in diretta al Borgo P rende il via la grande avventura delle Olimpiadi, l’evento sportivo atteso da miliardi di persone nel mondo: per rispondere all’interesse degli appassionati locali il Centro Commerciale Il Borgogioioso di Carpi darà la possibilità ai suoi clienti, compatibilmente con gli orari di apertura, di assistere in diretta a tutti gli eventi sportivi dei Giochi Olimpici che si svolgeranno a Londra e nel Regno Unito a partire dal 27 luglio 2012. Le manifestazioni sportive saranno visibili in HD sul maxischermo che il Centro Commerciale metterà a disposizione in zona “food court” grazie alla collaborazione con Comet e Sky. Verrà data la possibilità agli appassionati di godersi tutti gli eventi in programma comodamente seduti ai tavolini, con un livello di comfort che non potrà che far piacere a quanti hanno visto la loro quo-

Gregorio Paltrinieri

tidianità turbata durante questo periodo di difficoltà dovuta all’attività sismica che ha colpito l’Emilia e in particolare il territorio della bassa modenese. Sarà dunque possibile seguire tutte le imprese dei nostri

atleti più attesi a partire dai primissimi giorni: già dal 28 luglio inizieranno le gare di nuoto che vedranno impegnata Federica Pellegrini in compagnia del giovanissimo nuotatore carpigiano Gregorio

Paltrinieri, che si presenta all’appuntamento olimpico forte della medaglia d’oro conquistata agli Europei disputatisi a maggio in Ungheria. L’appuntamento con lui è fissato per la mattinata del 3 agosto con le qualificazioni dei 1500 metri stile libero, alle quali si presenta con il miglior tempo europeo di sempre ed il terzo del 2012, dietro solo agli “inarrivabili” asiatici Park e Sun Yang. In totale, i modenesi che a vario titolo saranno protagonisti ai Giochi sono undici: tiratori con l’arco, pentatleti, tecnici e preparatori... I grandi appuntamenti non mancheranno lungo tutta la durata della manifestazione, con il torneo di calcio e le attesissime gare di atletica leggera che entreranno nel vivo nel corso dell’ultima settimana di competizioni, che si concluderanno domenica 12 agosto con la maratona e la cerimonia di chiusura.


27.07.2012 n° 29

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