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Settimanale di
a soli € 0,50 in edicola venerdì 20 novembre 2015 anno XVI - n. 43
attualità, cultura, spettacolo, musica, sport e appuntamenti
L’abbraccio di Carpi per Parigi
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Massimiliano Rinaldi
l’evoluzione dell’universo nella teoria del fisico carpigiano rinaldi
Infermieri e Oss sull’orlo di una crisi di nervi al ramazzini di carpi
centinaia di persone si sono ritrovate in piazza martiri in segno di vicinanza al popolo francese. sul grave momento storico interviene il teologo e saggista brunetto salvarani. sociale
padri separati sicurezza
l’assessore Daniela Depietri interviene sul caso di Antonio COSTUME
resta incinta e viene licenziata cultura
i ladri pedalano sempre più veloci. non si arrestano i furti di biciclette in città
la comunità ebraica chiede aiuto al Comune
Dopo il terribile incendio, l’azienda fratelli chiletti chiede aiuto
la maga della pasta di zucchero Federica Cipolla
Parigi e le parole giuste
La Iena
E dopo 118, 112, 115, Telefono Azzurro e chi più ne ha, più ne metta… oggi arriva Pronto… la Lega Risponde. Mai più senza.
Trovare il tempo per rispondere alle domande con calma e chiarezza. Il volto interrogativo dei ragazzi che fuori dall’ambiente familiare sono stati travolti dalle notizie di Parigi ha trovato tanti genitori pronti a chiarire i dubbi e allontanare ansie e paure. Raccontare i fatti nella loro essenzialità è il primo passo per generazioni disabituate al dolore ed è controproducente evitare le spiegazioni pensando di proteggere i propri figli. Il minuto di silenzio osservato a scuola e la disponibilità degli insegnanti ad affrontare ciò che è successo sono occasioni altrettanto fondamentali per fornire chiavi di lettura e strumenti per approfondire, senza mai generalizzare. Occorre trovare le parole giuste per spiegare, per dire che le centotrentadue vittime della strage di Parigi non sono diverse dai duecentoventiquattro morti nell’esplosione dell’aereo russo nei cieli del Sinai nell’atto terroristico del 31 ottobre scorso. Occorre sforzarsi di sentire allo stesso modo il dramma per gli attentati di Parigi e per i tanti che in questi mesi si sono susseguiti nel mondo. Occorre trovare le parole giuste per distinguere e approfondire perché non basta sillabare cinguettii virtuali o postare su Facebook una foto della Marianne lacrimante. Occorre andare a fondo ed è questo il senso dei contributi che la Redazione ha pubblicato nelle pagine dedicate alla strage di Parigi. Sara Gelli
“A Novi lo abbiamo istituito nel 2010 ma, ad oggi, nessuna iscrizione. Serve una Legge nazionale per sancire i diritti delle persone che decidono di convivere e condividere le proprie vite, di amarsi e di avere cura l’uno dell’altro, l’una dell’altra, l’uno dell’altra”.
All’incrocio delle vie Cimabue e Buonarroti
Post del sindaco di Novi Luisa Turci su Facebook a proposito dell’istituzione a Carpi di un Registro amministrativo per il riconoscimento delle Unioni civili.
DAI NOTAI UN ‘OPEN DAY’ DI CONSULENZA GRATUITA SU TESTAMENTI E DONAZIONI
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DIRETTORE RESPONSABILE Gianni Prandi CAPOREDATTORE Sara Gelli REDAZIONE Jessica Bianchi, Federica Boccaletti, Francesca Desiderio, Dario Po, Enrico Gualtieri, Marcello Marchesini, Clarissa Martinelli, Chiara Sorrentino.
LUNEDI’ 23 NOVEMBRE i notai di Modena si mettono a disposizione gratuitamente dei cittadini, direttamente nei loro studi, durante tutta la giornata, per offrire suggerimenti e consigli su come gestire successioni, donazioni e testamenti.
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Un’occasione imperdibile.
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Lunedì 23 novembre, porte aperte in tutti gli studi notarili del Distretto Notarile di Modena: i notai riceveranno i cittadini durante l’intero arco della giornata, per offrire gratuitamente, a quanti lo desiderano, informazioni e consigli in tema di succes-
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sioni e donazioni. Per i cittadini si tratta di una imperdibile occasione per ricevere, in via informale e riservata, suggerimenti e consigli su come gestire nel modo più opportuno il patrimonio familiare e dell’azienda, attraverso successioni, donazioni e testamenti.
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anno XVI - n. 43
Liliana Corradini
Centro stampa delle Venezie - 049-8700713
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Registrazione al Tribunale di Modena N. 1468 del 9 aprile 1999 Chiuso in redazione il 18 novembre 2015
E’ stato uno dei grandi protagonisti dell’ultima edizione della Festa del Racconto in occasione della quale ha incontrato il pubblico domenica 4 ottobre per presentare il suo libro “L’ipocrisia dell’Occidente. Il Califfo, il terrore e la storia”. Voce fuori dal coro, Franco Cardini è professore emerito di Storia medievale nell’Istituto Italiano di Scienze Umane e Sociali, Directeur de Recherche nell’Ecole des Hautes Etude en Sciences Sociales di Parigi e Fellow della Harvard University. Da anni studia e scrive sull’Islam: con gli strumenti dello storico traccia i flussi di questa ‘terza ondata dell’attacco musulmano’ all’Occidente, fornendone una personale chiave interpretativa. Ai lettori di Tempo proponiamo la riflessione pubblicata sul suo blog www. francocardini.it all’indomani degli attacchi a Parigi.
E’ presto per qualsiasi tipo di deduzione. Il molteplice attacco parigino è stato un vero e proprio atto di guerra, per molti aspetti più grave ancora dell’attacco alle Twin Towers dell’11 settembre 2001. Tralasciamo ogni considerazione accessoria, che sarebbe ormai superflua, e atteniamoci ad alcuni fatti. Primo: l’IS – prendendo come buona la sua rivedicazione di responsabilità – non è un vero stato riconosciuto come tale a livello internazionale, per quanto si stia dotando di molti strumenti istituzionali che vorrebbero abilitarlo a comportarsi come tale: è un’organizzazione criminale che sta comportandosi in modo terroristico all’interno di due stati internazionalmente riconosciuti e legittimi, la Siria e l’Iraq, per quanto le loro istituzioni siano a loro volta compromesse e il loro funzionamento problematico. Se la Francia o l’Unione Europea, ritenendosi attaccate direttamente e in modo così brutale, volessero reagire, non potrebbero certo dichiarargli guerra; né attaccare militarmente territori che appartengono a due stati diversi, salvo compiere prima tutta una serie di atti politici e diplomatici. In territorio irakeno agisce una coalizione militare che contrasta – poco e male – l’IS con il consenso del governo di Baghdad. In Siria, l’intervento militare russo si è svolto – con efficacia – su richiesta del governo di Damasco. I propositi belluini manifestati adesso da vari politici (“andar lì e attaccare”, o baggianate del genere) sono fuori della realtà.
Voce fuori dal coro, Franco Cardini, professore emerito di Storia medievale nell’Istituto Italiano di Scienze Umane e Sociali, Da anni studia e scrive sull’Islam. Ai nostri lettori proponiamo la riflessione pubblicata sul suo blog www.francocardini.it all’indomani degli attacchi nella capitale francese
Dopo Parigi, che fare? Franco Cardini Foto di Milva Crocioni
Secondo: all’IS non si può attribuire a tutt’oggi (qualunque siano l’entità e la frequenza delle sue minacce e delle sue vanterie) il controllo e la gestione di alcuna rete terroristica. Ammesso che nel mondo occidentale vi siano cellule terroristiche ad esso affiliate, nulla sappiamo sulla qualità e sulle modalità dei loro rapporti di dipendenza con la supposta centrale. Per quanto a tutt’oggi ne sappiamo, per i territori che esso non controlla direttamente, l’IS agisce “in franchising”: vi sono gruppi che adottano la sua sigla e la sua bandiera, insomma il suo trade mark, ma agiscono dove si trovano in piena autonomia. Quelle eventuali reti terroristiche e i loro fiancheggiatori, sostenitori e complici vanno individuati e contrastati in loco: con adeguate operazioni d’intelligence e d’infiltrazione. Chi parla di “colpire le centrali del terrorismo” non sa quello che dice. Contro questo tipo di nemico, in questa “guerra asimmetrica”, non servono né divisioni corazzate, né missili, né aerei, né droni. Terzo: criminalizzare con un’indiscriminata ostilità e con un’ingiustificata presunzione di complicità associazioni o centri di cultura musulmani è illegittimo sul piano civico e giuridico, insensato su quello tatticostrategico. Le stragi parigine non sono un episodio di alcuna “guerra di religione”, di alcuno “scontro di civiltà”: sono il risultato delle mosse di un’organizzazione criminale che sta facendo proselitismo sulla base di una tesi ideologica, quella
che tratta l’Islam non come una fede religiosa bensì come un’ideologia e postula arbitrariamente la necessità che tutti i musulmani sunniti del mondo (un miliardo e mezzo circa) si riuniscano in una sola umma (“matria”, comunità) per combattere sia gli “atei”, gli “idolatri”, i “crociati” (cioè i vari nonmusulmani del pianeta), sia gli sciiti (perché la fitna, la guerra civile antisciita, fa parte del programma del califfo esattamente come di quelli arabo-saudita e qatariota). La stragrande maggioranza dei musulmani di tutto il mondo è del tutto estranea a questa follìa: ne è anzi concettualmente parlando la prima vittima, in quanto le azioni criminali dell’IS si riflettono in termini di sospetto e di ostilità da parte dei non-musulmani proprio su di loro. Quarto: i migranti non c’entrano. Tutti i “servizi” d’intelligence del mondo concordano sul fatto che non esiste alcun legame sistematico e strutturale fra il movimento di migrazione, nelle sue varie e diverse componenti, e le centrali terroristiche. Casi isolati d’infiltrazione o d’indottrinamento sono sempre possibili, così come sappiamo bene che non esiste alcuna città, alcuna installazione che non sia in linea teorica “a rischio”. E’ una delle leggi di base delle “guerre asimmetriche”. Ma il reclutamento di simpatizzanti o di aspiranti terroristi non avviane nei centri di raccolta o di smistamento dei profughi: vi sono luoghi specifici, come le prigioni oppure certe aree urbane
o suborbane (le banlieues parigine, ad esempio), dove gli agenti provocatori e i “predicatori” dell’IS raccolgono possibili adepti. Prendersela con i migranti serve solo, semmai, a facilitare il sorgere in alcuni di loro di simpatìe filoterroristiche “di reazione”. I veri complici dell’IS non sono i “buonisti”, bensì quelli che se la prendono senza criterio alcuno con chiunque appaia loro un possibile fiancheggiatore dei terroristi e quelli che contribuiscono a spargere timori e ostilità infondate. Né serve “chiudere le frontiere”, a meno che non si voglia impedire l’espatrio clandestino di qualche sospetto. Quinto: cerchiamo di capire le ragioni che possono aver indotto gli organizzatori degli attentati parigini a un tanto grave crimine. Non certo “punire la Francia”: il governo francese ha sostenuto i guerriglieri jihadisti sia in Libia contro Gheddafi sia in Siria contro Assad e non ha mai fatto nulla di concreto contro l’IS (a differenza della Russia, sulla quale dopo i raids di qualche giorno fa si è puntualmente abbattuta la vendetta terroristica con l’attentato all’aereo partito da Sharm al-Sheykh). L’azione terroristica cruenta e spettacolare serve, nelle intenzioni del califfo (se è davvero lui il diretto mandante) per concentrare contro di lui l’azione dei “crociati” occidentali: in tal modo egli potrà presentarsi nei confronti dei tanti musulmani disorientati e incerti che sono la potenziale area d’espansione dei
suoi fedeli e/o simpatizzanti come il vero paladino del puro Islam, l’autentico martire designato contro cui si sia abbattuta la rabbia degli infedeli. E’ un vantaggio mediatico e propagandistico ch’egli cerca: seminare paura e provocare reazioni inconsulte che si abbattano su innocenti e indirizzino su di lui le simpatie di questi ultimi. Non dobbiamo fare il suo gioco. Le armi delle quali disponiamo sono le seguenti: intelligence, infiltrazione, informazione corretta, massima collaborazione tra musulmani e non musulmani contro il comune avversario terrorista, mantenimento della calma e svolgimento di una normale, serena vita civile nelle nostre città. Sesto: un po’ di equità non guasterebbe. All’attentato contro l’aereo russo in Occidente si è reagito con noncuranza, in qualche caso quasi con soddisfazione. Eppure la Russia aveva dimostrato da poco di prendere la minaccia dell’IS molto più sul serio della maggior parte dei paesi occidentali. Inoltre, non troppo tempo fa c’è stato un grave attentato terroristico all’aeroporto di Beirut: e della stessa presumibile matrice di quelli di Parigi del 13 scorso; ma da noi non ne ha parlato quasi nessuno. Infine – e ciò sia detto con forza – gli occidentali blaterano sempre sul fatto che “la comunità musulmana moderata” non condanna i terroristi. Contro l’attentato di Parigi si sono espressi con la massima durezza, tra l’altro, l’Associazione Mondiale delle Comunità musulmane,
“Piantiamola di buttar sempre la colpa tutta addosso agli altri. Perché l’altroieri i ragazzi di vent’anni partivano volontari in camicia nera, perché ieri altri ragazzi di vent’anni sognavano il “Che”e la guerriglia, perché oggi altri ragazzi ancora – allevati in famiglie nelle quali sono magari stati riempiti di computer, telefonini, capi firmati e altre belle cose ancora – scelgono la Bella Morte nel nome di Allah?”. l’Università di al-Azhar, il dottor Ezzeddin, presidente dell’Unione delle Comunità Islamiche d’Italia (UCOII) e anche Hamas ed Hezbollah. I nostri media non hanno accordato alcuna attenzione a quelle voci. Andiamo avanti così, continuiamo a farci del male… Settimo: questa tragedia ci ha ricordato una volta di più che per essere dei militanti dell’IS non c’è bisogno di essere arabi, né di venire da chissaddove. Bisogna abituarci all’idea che i terroristi li abbiamo fra noi, che possono essere dei ragazzi nati anche a Liverpool, a Bordeaux, oppure – perché no? – a Pontassieve. Non facciamo la politica dello struzzo, non nascondiamoci dietro la virtù pelosa della nostra cattiva coscienza (noi pacifici, noi razionali, noi democratici…), piantiamola di buttar sempre la colpa tutta addosso agli altri. Perché l’altroieri i ragazzi di vent’anni partivano volontari in camicia nera, perché ieri altri ragazzi di vent’anni sognavano il “Che” e la guerriglia, perché oggi altri ragazzi ancora – allevati in famiglie nelle quali sono magari stati riempiti di computer, telefonini, capi firmati e altre belle cose ancora – scelgono la Bella Morte nel nome di Allah? Ci ha mai sfiorato il dubbio che la società dei consumi e dei profitti possa apparire a qualcuno vuota e inutile e viziosa, che qualcuno dei nostri ragazzi voglia guardare oltre, anche a prezzo della vita propria e altrui? Sbaglieranno, certo, questi “fanatici”: ma quali sono stati i disvalori che noi abbiamo offerto loro e che tali li hanno fatti divenire? Franco Cardini
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Quella del 13 novembre sarà ricordata come una delle notti più buie e non solo per Parigi, bensì per tutti noi. A essere colpita a morte è stata la nostra libertà. A essere leso il nostro diritto di stare insieme, godendo del buon cibo, dello sport, della musica. A essere trafitta è stata la nostra sicurezza. Gli attacchi terroristici inferti al cuore stesso dell’Europa, ci fanno sentire fragili. Indifesi. Impauriti. Tutti. L’interrogativo, perturbante, rimane. Uno solo: e ora? Cosa accadrà? A chi toccherà? Ma tutto questo orrore come può essere spiegato, compreso, circoscritto? Siamo di fronte a uno scontro di civiltà? A una guerra all’Occidente? La risposta armata è davvero l’unica possibile? Lo abbiamo chiesto al teologo e saggista carpigiano Brunetto Salvarani. Con gli attentati parigini come è cambiata la strategia dell’Isis? “A differenza degli attacchi del 7 gennaio contro Charlie Hebdo, giustificati da qualcuno secondo cui da parte del settimanale satirico vi sarebbe stata una sorta di provocazione verso Muhammad e tutta una serie di immagini ritenute sacre nel mondo islamico, questa volta il quadro è più chiaro. A essere attaccati sono stati i luoghi del divertimento: dallo stadio al caffè concerto, ai ristoranti… i luoghi della socializzazione. Dall’11 settembre 2001, quando a essere preso di mira fu il simbolo della finanza internazionale, siamo passati agli spazi dell’incontro, dell’intrattenimento e del divertimento. Un cambio di strategia che indica la volontà di andare al cuore della nostra quotidianità con un obiettivo chiaro: infondere un senso di insicurezza e paura (già tratti caratteristici della situazione europea, anche indipendentemente da questi attacchi) e mettere ulteriore benzina sul fuoco su un continente già in difficoltà. Un continente, il nostro, che peraltro non credo sia l’obiettivo ultimo dell’Isis, il cui scopo primario è raggiungere un’egemonia all’interno della Umma islamica, cioè del miliardo e trecento milioni di musulmani che popolano il mondo. Ci troviamo di fronte a quella che i tecnici chiamano fitna: una battaglia interna all’Islam, grosso modo fra universo sunnita e quello sciita che, in questo mondo sempre più piccolo e incontrollabile, si può giocare anche in un campo neutro come l’Europa, ottenendo per di più enorme visibilità mediatica. Anche 4
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Un attacco terroristico senza precedenti ha assediato Parigi nella notte del 13 novembre, a meno di un anno dalla strage di Charlie Hebdo. Siamo di fronte a uno scontro di civiltà, a una guerra all’Occidente? La risposta armata è l’unica possibile? Lo abbiamo chiesto al teologo e saggista carpigiano Brunetto Salvarani
La notte più buia Foto di Federico Massari
Brunetto Salvarani
se tanto “La forza dell’Isis si crisi che, al neutro basa sul petrolio che contrario, necessita non è, compriamo noi: i soldi di numeconsidecon cui acquistano le rose tappe rando il fatto che armi (che gli vendiamo intermedie. oltre 16 noi) sono i proventi del Alla legge miliopetrolio che gli pa- del taglione l’Europa ni di ghiamo tramite inter- dovrebbe, musulmediari. Dell’Isis sap- per una volmani vivono nei piamo tutto: ne sanno ta, battere paesi moltissimo anche gli un colpo dell’U- Stati Uniti e il fatto che, in termini di strategia nione sinora, non si sia voluto unitaria di Euroattaccarlo seriamente pensiero, pea, o togliere l’acqua nella riflessioil cui numero quale nuota, (soldi e ne, difesa è destirisorse petrolifere) è comune. E’ nato, il segnale della nostra necessario un impeprevedistessa debolezza. In gno serio bilmentutto questo gioca poi e migliore te, ad aumen- la forza simbolica della sul piano tare religione”. dell’intelligence, ancodell’investimento in buona ra. Se la risposta a questi politica, della scuola, nel attentati si tradurrà in una reperimento di senso circa maggiore chiusura e in un il significato di un’Europa aumento della xenofobia unita in termini di coesione anziché in un investimento sociale… elementi fondasull’integrazione e il dialomentali che, a cominciare go, favoriremo quel brodo culturale e sociale nel quale dal nostro Paese, abbiamo trascurato e sottovalutasi alimentano il disagio e quel marcio esistenziale che to. La reazione rispetto a vede qualche giovane, privo quanto accaduto, fatto salvo alcuni elementi giudicati di altre risposte sul senso sprezzantemente come buodella vita, dare ragione a nisti, è totalmente di pancia: questa ipotesi e buttarsi in non aiuta né a capire, né a questa avventura tremenda risolvere il problema. Erigeche, pur non avendo alcuna re altri muri significa creare giustificazione, continua a le condizioni per far sì che fare proseliti”. Quanto è pericolosa a suo altri combattenti, stranieri o personaggi abbandonati a parere la dichiarazione di guerra fatta da Hollan- se stessi, trovino nella follia dell’ideologia dell’Isis una de e il bombardamento risposta al loro non senso di della Siria? vivere”. “Questa è la tipica reazione di chi è stato inopinatamen- In cosa crede consista la te e ingiustificabilmente col- forza della macchina propagandista dell’Isis? pito a morte, ma non credo “La sua prima forza ha porti a una soluzione della anno XVI - n. 43
certamente un carattere sim- che la maggior parte degli bolico: siamo di fronte a un attentatori dell’11 settembre mondo che, paradossalmen- fosse saudita e non irate, da una parte si pretende chena; non scordiamo che unitario (ndr L’Isis, poi, si incunea nelle la umma contraddizioni della politiislamica) ca occidentale, a partire dai mentre rapporti che intrattiene con dall’altro l’Arabia Saudita il paese meno è estremamente fram- democratico di quelli del Golmentato e fo, nonché il più fedele alleato quindi l’idea degli Stati Uniti il che costituiche era già sce una contraddizione fortisdi Al Qaesima. Per vent’anni abbiamo da, ovvero quella del fatto guerre per abbattere califfato, fa dittatori ma non ci siamo mai molta presa, sognati di ammettere che la soprattutto maggior parte degli attentain Paesi tori dell’11 settembre fosse dai governi dittatoriali o saudita e non irachena” dove i diritti umani sono lesi. L’Isis, poi, l’inizio del dramma in corso si incunea nelle contraddifu proprio nel 2002 - 2003 zioni della politica occiden- con la guerra in Afghanistan tale, a partire dai rapporti e in Iraq, cui si opposero che intrattiene con l’Arabia vanamente Giovanni Paolo Saudita, il paese meno II e il movimento pacifista democratico di quelli del internazionale: un errore Golfo, nonché il più fedele colossale dall’effetto domialleato degli Stati Uniti il no, basti pensare che quelle che costituisce una contrad- guerre non sono mai finite, dizione fortissima. che in Afghanistan i talebani Per vent’anni abbiamo hanno più potere di prima fatto guerre per abbattere e l’Iraq è un caos assoluto, dittatori, ma non ci siamo per non parlare del succesmai sognati di ammettere sivo errore in Libia. Quella
dell’Isis è una macchina propagandista potente che fa leva sugli errori altrui: la novità introdotta dal (cosiddetto) Stato Islamico è quella di aver dato una forza, che si pretende statuale, al sogno di ripristinare il califfato, sfruttando le carenze del (cosiddetto) occidente e del resto della Umma. Il leader dell’autoproclamato Stato islamico, Al Baghdadi, ha perfettamente compreso come piegare in suo favore l’incertezza e la debolezza derivanti da una crisi che perdura da anni. Non dimentichiamo poi che la forza economica dell’Isis si basa in primo luogo sul petrolio che compriamo noi: i soldi con cui acquistano le armi (che gli vendiamo noi) sono i proventi del petrolio che gli paghiamo tramite intermediari. Dell’Isis sappiamo tutto, non è un oggetto misterioso: ne sanno moltissimo anche gli Stati Uniti e il fatto che, sinora, non si sia voluto attaccarlo seriamente o togliere l’acqua nella quale nuota, (soldi e risorse petrolifere) è il segnale della nostra stessa debolezza. In tutto questo gioca poi la forza simbolica della religione. Religioni che, nella crisi della politica, sono tornate a rappresentare l’unico serbatoio di senso”. Considerare l’Islam una religione pacifica è un errore? “Dobbiamo distinguere tra gli ideali di una religione, i suoi punti di riferimento e la loro realizzazione concreta. Il cristianesimo oggi appare come una religione pacifica, ma trecento anni fa cattolici e protestanti si sono scannati e le ultime propaggini di tali guerre di religione si registrarono sino a dieci anni fa nell’Irlanda del Nord. In quanto tale, l’Islam non è né pacifica né guerrafondaia: ci sono interpretazioni che vanno nella direzione di un Islam molto politicizzato e guerresco, ma questo è legato a mille altre cause di carattere politico, storico e al fatto che, spesso, i Paesi islamici siano stati dalla parte sconfitta della storia. Il nodo resta il confronto con la modernità che ci ha aperti a una lettura critica dei testi sacri: l’Islam lo sta facendo con molta lentezza, non dappertutto e solo con determinate minoranze. Il cristianesimo c’è arrivato prima perché era diffuso soprattutto in Europa e negli Stati Uniti che si sono modernizzati prima, l’Islam ci sta arrivando con lentezza e contraddizioni ma non direi mai che una religione in quanto tale è una religione di guerra o di pace. Sono gli uomini e le donne che la interpretano a determinarlo”. Jessica Bianchi
Sono state circa 700 le persone che, alle 19 di domenica scorsa, si sono riunite davanti al municipio di Carpi per una veglia di solidarietà per il popolo francese
Carpi abbraccia Parigi
Uomini, donne, bambini; italiani e stranieri; cristiani, musulmani, non credenti: è stata la diversità la caratteristica più evidente della folla di circa 700 persone che, alle 19 di domenica scorsa, si è riunita sotto il municipio di Carpi per una veglia di solidarietà per il popolo francese, così duramente colpito dagli attentati del fondamentalismo islamico. Diversità che non ha tuttavia impedito – semmai, al contrario, rafforzato - una comune voglia di stare insieme, in rispettoso silenzio, per testimoniare, con la propria presenza fisica, il desiderio di non arrendersi alla paura. Davanti a una Torre dell’Orologio, come tanti altri monumenti in Italia e nel mondo, vestita con i colori della bandiera francese, centinaia di lumini hanno salutato le note della
Foto di Federico Massari
Marsigliese, seguite dai discorsi del presidente dell’Unione Terre d’Argine e sindaco di Carpi Alberto Bellelli, sul palco insieme ai suoi colleghi Roberto Solomita di Soliera, Luisa Turci di Novi e Paola Guerzoni di Campogalliano e dal rappresentante
La carpigiana Rita Zappador si trovava a Parigi per lavoro
Nell’inferno parigino Prima l’incredulità e lo stupore poi, col passare delle ore, la paura, l’incubo, l’angoscia per quanto stava accadendo. Questo lo stato d’animo della carpigiana Rita Zappador, venerdì 13 novembre, a Parigi, mentre stava lavorando al Teatro Trianon della capitale francese in occasione delle prove dello spettacolo che sarebbe dovuto andare in scena il sabato sera in onore dello stilista di alta moda Pierre Berger, compagno e stretto collaboratore del grande Ives Saint Laurent, scomparso sette anni fa. “Mi trovavo a Parigi da qualche giorno - racconta Rita Zappador, affermata e apprezzata agente teatrale e musicale dello staff dell’Agenzia Ponderosa Music di Milano - per preparare lo show al Trianon, un importante teatro parigino, commissionato dallo stilista Pierre Berger e a cui doveva prendere parte il cantante americano Rufus Wainwright di cui sono agente per l’Europa. Sono stata tutto il giorno in teatro per le prove e l’organizzazione dello spettacolo: la sera sono uscita per andare in albergo e a cena quando ho sentito distintamente i primi sparo e le prime raffiche di mitra. E subito dopo le sirene della polizia e delle ambulanze. E’ stato soltanto al mio arrivo in albergo a Montmartre che abbiamo saputo quello che stava succedendo e dall’incredulità sono passata all’angoscia. Le prime persone incontrate per strada e nella hall dell’hotel parlavano di sparatorie nelle strade e nelle piazze, un dramma mostrato in tutta la sua drammaticità dalla televisione che cominciava a dare le prime sconvolgenti immagini della violenza dei terroristi islamici contro ristoranti, teatri, lo stadio… contro persone comuni che stavano festeggiando l’inizio del weekend. Una tragedia insomma che in quei primi momenti aveva ancora i contorni confusi. Mi sono rifugiata in camera e mi sono incollata alla televisione, vivendo minuto per minuto il dramma che percorreva le strade della città”. Rita si ferma nel racconto vinta dalla emozione poi, a fatica, riprende il drammati-
co racconto. “Da lì in poi è stato un susseguirsi di eventi inaspettati. I comunicati delle autorità che invitavano le persone a non uscire di casa e i turisti a non lasciare gli hotel, i miei genitori e gli amici che, da Carpi, cercavano di contattarmi al telefono non senza difficoltà per l’intasamento delle linee telefoniche. E così sino a notte fonda quando su Parigi è calato un silenzio irreale rotto soltanto dall’inquietante ululato delle sirene delle ambulanze che correvano verso gli ospedali. Una notte d’angoscia insomma con l’incertezza per quello che sarebbe successo l’indomani. E tutto per un vile attentato contro la Parigi dei giovani, del divertimento, dello sport, contro la popolazione civile che animava le strade e le piazze del venerdì sera. Tutto assurdo e inspiegabile ma, purtroppo, vero. Sabato sono voluta uscire dall’hotel e, a piedi, in una Parigi deserta, coi locali chiusi, con poca gente in giro che camminava frettolosamente senza parlare, diretta verso casa o i luoghi che doveva raggiungere, ho attraversato Montmartre e sono entrata nell’unico luogo aperto: il cimitero. Un posto peraltro gradevole, pieno di verde, ben curato, che risente dell’urbanistica del secolo scorso, ma anche dei fasti della Belle Epoque, con ricche tombe dai contorni ricercati. Dove ho visto, tra le altre, quelle del grande compositore Berlioz e di Degas Poi sono rientrata per poter seguire dai notiziari quanto stava succedendo”. Rita si è poi messa in contatto con gli organizzatori e gli artisti che avrebbero dovuto animare lo spettacolo della serata di sabato, decidendo ovviamente di rinviare tutto. La domenica mattina è riuscita a salire su un aereo dell’Air France per l’Italia, ed è tornata a casa. Incolume ma profondamente ferita nello spirito: “l’ultima immagine tremenda che mi è rimasta negli occhi è stata quella delle strade vuote di Parigi sabato mattina quando in taxi sono andata all’aeroporto. Un Charles de Gaulle vuoto: un’immagine spettrale, da film di guerra o da attacco nucleare. Un’ istantanea ben diversa di quella che siamo abituati a vedere”. Cesare Pradella
“L’ultima immagine tremenda che mi è rimasta negli occhi è stata quella delle strade vuote di Parigi sabato mattina quando in taxi sono andata all’aeroporto. Un’immagine spettrale da film di guerra”.
della Diocesi Stefano Croci, il quale, leggendo un messaggio del vescovo Cavina, ha sottolineato come “l’Europa potrà fronteggiare questa delicata fase storica solo se saprà riconoscere la proprie radici cristiane e il proprio patrimonio storico”. Presenti anche il presidente della Consulta per l’Integrazione Ousmane Cissé, diverse realtà del volontariato e della società civile come Africa Libera, Comitato Carpi contro la guerra e Croce Rossa, insieme ai membri delle associazioni di fedeli musulmani, i quali hanno ribadito, come chi si macchia di tali atti di sangue non si possa nascondere dietro la bandiera di una fede. “L’Islam è una religio-
ne di pace - ha dichiarato il rappresentante dei Giovani Musulmani d’Italia, Ossama El Hamriti - e questi criminali non solo non la rappresentano, ma la infangano. Dobbiamo essere tutti uniti non solo nella condanna al terrorismo, ma anche nella diffusione di un messaggio di unità e fratellanza”. Uniche bandiere di partito, in una manifestazione volutamente priva di simboli, quelle di Forza Italia, che non ha saputo rinunciarvi. Carpi ha scandito, in maniera civile e composta, come le prime armi per rispondere alla barbarie siano prima di tutto quelle della civiltà, del pluralismo e della democrazia. Marcello Marchesini
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La studentessa carpigiana Giulia Marrone, classe 1992, vive a Parigi dove studia alla Sorbona
L’ATTENTATO di PARIGI VISTO DAGLI OCCHI DI CLARISSA MASCIULLO, CARPIGIANA CHE SI TROVA nella capitale francese PER UNO STAGE
“Io non torno a casa, resto qui”
“La paura non ci terrà bloccati” Giulia Marrone
“Sono spaventata ma non ho nessuna intenzione di rinunciare a questa esperienza per colpa del fanatismo altrui, io non torno a casa”.
La studentessa carpigiana Giulia Marrone, classe 1992, ha deciso di trascorrere alla Sorbona un anno accademico. “Al momento dell’accaduto - racconta Giulia - mi trovavo nel Quartiere Latino vicino alla mia abitazione. Una tranquilla e piacevole serata si è trasformata radicalmente quando ho cominciato a sentire ambulanze e auto della polizia correre a tutta velocità per le strade, con il rumore assordante delle sirene accese.
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Ho capito che stava accadendo qualcosa di grave. Poi sono stata informata dei fatti e da lì sono state ore drammatiche. Cercavo di mettermi in contatto sia con i miei familiari in Italia che con gli amici parigini, ma la linea telefonica andava e veniva. Il numero degli attacchi faceva crescere la paura. Il giorno dopo il clima era surreale. La città era vuota, non c’era nessuno per strada e c’era un insolito e inquietante silenzio. Ci era stato consigliato di rimanere nelle nostre abitazioni e così abbiamo
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fatto. Le attività erano tutte chiuse; solo qualche edicola e bar hanno tenuto aperto. C’era e c’è tuttora una tensione palpabile nell’aria. Anche se tanti lo vorrebbero, ci è stato comunicato che non sarà possibile organizzare manifestazioni e cortei fino alla fine della settimana. I parigini sono solidali l’uno con l’altro, si sostengono e si fanno forza. Insieme sapranno reagire e alzeranno la testa per l’ennesima volta. Tutto tornerà alla normalità. Io sono profondamente amareggiata e scioccata. Sono spaventata ma non ho nessuna intenzione di rinunciare a questa esperienza per colpa del fanatismo altrui, io non torno a casa”. Chiara Sorrentino
Clarissa Masciullo
Clarissa Masciullo, giovane carpigiana impegnata in uno stage nella capitale francese, venerdi 13 novembre, si trovava in un locale in Place Monge, nei pressi del Quartiere Latino in compagnia di alcuni amici, a circa tre chilometri di distanza dal teatro della strage. “Solo verso le 23 sono uscita dal locale e ho notato le chiamate perse provenienti dall’Italia. La prima persona che sono riuscita a contattare è stata mia madre che mi ha avvertito degli attentati in corso. La notizia mi sembrava surreale. Mi trovavo in una via piena di bar con persone
che in tutta tranquillità si stavano godendo la serata, ma arrivando sulla via principale risultava evidente che c’era qualcosa di strano: impossibilità di trovare un taxi libero, volanti della polizia e ambulanze che correvano senza sosta e le persone in strada che
“Dopo questo weekend di lutto ci ritroviamo tutti a pensare al dolore che le famiglie dei defunti stanno provando e al trauma da cui i superstiti faranno fatica a riprendersi”.
si affrettavano a raggiungere la fermata della metropolitana più vicina. Ancora inconsapevole della gravità di ciò che stava accadendo, ho iniziato a muovermi con i mezzi di trasporto per arrivare a casa il prima possibile. Per fortuna sono riuscita a prendere l’ultima metro prima che ne bloccassero la circolazione, arrivando nella mia abitazione al 19° arrondissement. Solo una volta accesa la televisione mi sono resa contro delle stragi in corso nei pressi dello stadio e nel 10° e 11° arrondissement. A quel punto, impaurita, ho trascorso tutta la notte a comunicare con i miei cari per tranquillizzarli, mentre la voce del giornalista alla Tv veniva sovrastata dal rumore incessante di sirene ed elicotteri. Il giorno dopo la strage, come la maggior parte dei parigini non mi sono arrischiata a uscire di casa. Qualche negozio ha provato ad aprire, ma ha subito chiuso data la desolazione. Dopo questo weekend di lutto ci ritroviamo tutti a pensare al dolore che le famiglie dei defunti stanno provando e al trauma da cui i superstiti faranno fatica a riprendersi. Se ne parlerà ancora a lungo, ma consapevoli che la paura non può tenerci bloccati, lunedì abbiamo ripreso a svolgere le nostre consuete attività quotidiane per far ritornare Parigi la città delle luci e dell’amore”. Chiara Sorrentino
Il senegalese Youssou Sow, tecnico di un’azienda carpigiana vive da anni a Parigi
Il carpigiano Matteo Sacchi, vive e lavora nella capitale francese, dove ha sposato la parigina Olivia
“La paura è l’obiettivo del terrorismo”
“E’ la prima volta in vita mia che mi sento così indifeso”
Il senegalese Youssou Sow, tecnico di un’azienda carpigiana vive da anni a Parigi. “Venerdì 13 quando si sono verificati gli attentati ero fuori con gli amici: sono immediatamente tornato a casa e sono rimasto barricato fino a lunedì mattina quando sono stato costretto a uscire per recarmi al lavoro. Per due giorni sono rimasto a guardare incredulo la televisione per cercare di capire cosa stesse accadendo. Nessuno usciva, tutti avevano paura, i centri commerciali erano chiusi, la città deserta: ho pensato che tutto fosse finito. Da musulmano posso affermare che qui l’Islam non c’entra nulla: gli attentatori sono radicalizzati, fuori di testa. Gli hanno fatto il lavaggio del cervello! Ma hanno ottenuto il loro obiettivo: terrorizzare le persone. Non è forse questo lo scopo del terrorismo? Impaurire la gente e farla sentire fragile e indifesa. Avere paura però significa darla loro vinta: la vita deve continuare”. Jessica Bianchi
Da anni il carpigiano Matteo Sacchi lavora nel campo della ristorazione e vive nella capitale francese, dove ha sposato la parigina Olivia. Nel suo racconto, come in quello di tanti, a emergere con forza è soprattutto il senso di straniamento. Di insicurezza. “Credo sia la prima volta in vita mia che mi sento così indifeso: una sensazione mai provata prima. Pur non volendo mancare di rispetto a tutte le persone uccise durante gli attentati di gennaio, questa volta gli attentatori hanno preso di mira il popolo
Youssou Sow
intero: noi tutti! Perché? E’ tutto così irreale! Un incubo”. I media francesi da subito hanno paragonato gli attacchi “all’11 settembre americano”, prosegue Matteo. “Per fortuna io e mia moglie Olivia eravamo in casa, tranquilli, a guardare la televisione, quando mia madre da Carpi mi ha chiamato per sapere cosa stava succedendo. A partire da quel momento, venerdì 13, intorno alle 22,30, abbiamo passato un weekend intero barricati dentro al nostro appartamento, davanti alla Tv, giusto una
DA ALCUNI ANNI LA CARPIGIANA ALESSANDRA RAMPON HA FATTO DELLA CAPITALE FRANCESE LA SUA CITTÀ
“Non lasciamoci sopraffare dall’odio” Alessandra Rampon e Julien
Matteo Sacchi e Olivia
fuga veloce al supermercato di fianco a casa, per riempire il frigorifero. Non puoi immaginare: è stato terribile. Un vero e proprio orrore: parenti e amici ci hanno bombardato di messaggi per sapere se eravamo ancora qui, se stavamo bene; abbiamo ricevuto notizie di amici di amici che hanno perso la vita, di colleghi della ristorazione che erano al concerto e ora non sono più tra di noi, rumore di elicotteri, ambulanze, sirene per tutta la notte”, raccontano Matteo e Olivia. Poi è arrivato lunedì e il ritorno al lavoro: “riprendere la metro, la paura di pacchi bomba, di kamikaze, di sparatorie, la sensazione di non sentirsi al sicuro, cercare di evitare gli agglomerati di gente, ma come fai in una città di 13 milioni di abitanti? E’ impossibile. Il procuratore della Repubblica ha dichiarato che in tutta la Francia ci sono 11mila sospetti iscritti nella lista di possibili attentatori: ma cosa aspettano se sanno chi sono? Il popolo francese è forte, la gente esce anche se ha paura, si resta uniti, si cerca di non cadere nella trappola del terrore che i jihadisti provano a instillare in tutti noi, impegnati ogni giorno a lottare contro il terrorismo. Insieme. Liberté, égalité, fraternité et vive la France”. Jessica Bianchi
Giuseppe Cigarini e Tommaso Treola si trovavano a Parigi per un fine settimana di vacanza Lavora per Greenpeace e si dedica a progetti di cooperazione e al volontariato, e teme che gli attentati del 13 novembre a Parigi alimentino l’odio razziale. La carpigiana Alessandra Rampon da tre anni vive nella capitale francese insieme al fidanzato Julien. “Venerdì sera ero a casa di un’amica per festeggiare il suo compleanno. Purtroppo Julien era allo Stade de France per assistere all’amichevole di calcio tra Francia e Germania e ho avuto sue notizie solo alla fine della partita. Sono stati attimi di angoscia perché si parlava solo degli attentati in centro, e davano poche notizie sullo stadio, ma per fortuna anche lui sta bene. La prima notizia ce l’ha data un amico tramite whatsapp raccomandandoci di non uscire perché c’era una sparatoria in corso. Abbiamo quindi acceso la televisione rendendoci subito conto della
“Sono preoccupata, scossa e ho paura. Ma non ho intenzione di lasciare Parigi: è la mia città e andarsene significherebbe darla vinta ai terroristi. Io mi sento in dovere di riprendere la mia vita normale per dire: la città è nostra e non cederemo a questo ricatto meschino.
gravità di quanto stava accadendo. Personalmente sono preoccupata e scossa e, ovviamente, ho paura. Ma non ho intenzione di lasciare Parigi: è la mia città e andarsene significherebbe darla vinta ai terroristi. Io mi sento in dovere di riprendere la mia vita normale per dire “la città è nostra e non cederemo a questo ricatto meschino”. Poi ovviamente occorre prestare attenzione e prudenza. Siamo tutti in bilico tra il timore di altri eventi violenti e la voglia di manifestare, di uscire, di riappropriarci della città. Inoltre, spero con tutto il cuore che nonostante tutto, le persone non si lascino sopraffare dalla rabbia e dalla sete di vendetta. Questi brutali attentati fanno malissi-
mo, ma non devono divenire il pretesto per iniziare una guerra tra civiltà, perché questo è, tra l’altro, esattamente ciò che vogliono i terroristi. I responsabili vanno puniti e devono essere adottate delle misure eccezionali di sicurezza e prevenzione, ma scatenare l’odio andrebbe soltanto a vantaggio dei biechi fini di questi individui che vogliono distruggere il nostro futuro e la nostra dignità”. Chiara Sorrentino
“Possono colpire ovunque”
Giuseppe Cigarini
I carpigiani Giuseppe Cigarini e Tommaso Treola si trovavano a Parigi durante gli attentati per trascorrere un weekend di piacere. “Nel momento degli attacchi ci trovavamo a cena nel cuore nel quartiere latino, poco sotto Notre Dame sulla riva sinistra della Senna e, lì per lì, non abbiamo sentito nulla. Poi sono arrivati i primi messaggi, ma nel locale tutto continuava a procedere come se nulla fosse. Poi ci siamo resi conto dell’entità della tragedia, ma lentamente. Dall’Italia chiedevano rassicurazione sulla nostra incolumità. Siamo poi rientrati in hotel con la metro, in una città svuotata e surreale. La domenica mattina siamo usciti giusto per mangiare un boccone. Le zone di maggior interesse turistico erano presidiate, ma dopo questi attentati è ovvio che non esistano posti più sicuri di altri, o zone più a rischio. Purtroppo l’impressione è quella che possano colpire dovunque”. Marcello Marchesini
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Capolavoro cinematografico del neorealismo italiano, il film di Vittorio De Sica, Ladri di Biciclette ci offre uno spaccato di Italia alquanto moderno. Dal 1948 a oggi, infatti, le cose non sono cambiate. Al contrario, i ladri paiono pedalare sempre più veloce e i furti di due ruote si infittiscono giorno dopo giorno. Siamo insomma il Paese dei ladri di biciclette e anche Carpi, purtroppo, non sfugge a questo triste primato. Il fenomeno, democratico e trasversale, colpisce tutti. Nessuno escluso. Alzi la mano chi, in città, non ha mai subìto il furto di una bicicletta: sparita nel nulla, oppure fatta a pezzi. I ciclisti, stufi di veder scomparire il proprio mezzo di locomozione, nonostante lucchetti e catene sempre più robusti, chiedono maggior sicurezza, rastrelliere, parcheggi custoditi e un presidio puntuale dei punti critici, a partire dalla stazione ferroviaria e dal centro storico cittadino. Da tre mesi a questa parte anche la Polizia Municipale dell’Unione delle Terre d’Argine raccoglie denunce di furto di due ruote, unitamente a Polizia e Carabinieri. “In soli tre mesi abbiamo già raccolto 42 denunce di furto di due ruote”, commentano dalla Municipale. Numeri parziali che rappresentano solo la punta dell’iceberg poiché, sconfortati, molti carpigiani “La Comunità Ebraica di Modena ha ben presente lo stato in cui versa il cimitero ebraico di Carpi”: esordisce così la presidente Tiziana Ferrari confermando il suo personale interessamento ben prima delle segnalazioni dei residenti del quartiere Due Ponti che, a settembre, avevano richiamato l’attenzione sul degrado in cui versa l’area all’angolo tra via Plinio e via Cremaschi. “Nel mese di luglio avevo già ottenuto un incontro col sindaco di Carpi, precisamente nella giornata di mercoledì 8, per far presente all’Amministrazione le difficoltà della Comunità ebraica a sostenere l’impegno della manutenzione di quell’area. La Comunità conta una sessantina di iscritti molto anziani che non possono essere in alcun modo d’aiuto nella cura del cimitero e le spese che sosteniamo sono particolarmente onerose. L’intento era quello di trovare un accordo con il sindaco”. La Comunità ebraica di Modena è proprietaria di diversi cimiteri siti nelle province di Reggio Emilia e Modena: a Scandiano, 8
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Da tre mesi a questa parte anche la Polizia Municipale dell’Unione delle Terre d’Argine raccoglie denunce di furto di due ruote, unitamente a Polizia e Carabinieri
I ladri pedalano sempre più: non si arrestano i furti di biciclette
vittime di furti “In tre mesi ab- nero: ricordate, ritengono biamo raccolto acquistare un mezzo inutile persino 42 denunce di rubato è reato e una sporgere portata a casa furto di bici”. bici denuncia alle per pochi spiccioli Forze dell’Ordine. Ma a dovrebbe quantomeno questa piaga se ne aggiunge insospettirvi! un’altra, quella del mercato Jessica Bianchi La Scuola d’Infanzia Matilde Capello ha deciso di aprire le porte il giorno 21 novembre, alle 10 per una merenda speciale
Sosteniamo i diritti naturali dei bambini Il 20 novembre si celebra l’anniversario della Dichiarazione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Il documento sancisce alcuni diritti imprescindibili dedicati ai minori per i quali ben 193 Stati del mondo dichiarano di volersi impegnare. Un impegno che le equipes del Nido d’Infanzia Colorado e della Scuola d’Infanzia Matilde Capello intendono rispettare sentendosi quotidianamente chiamate in causa. L’intento è sensibilizzare famiglie e bambini su questo importante tema in un momento storico e culturale in cui il bisogno di sostenere i valori familiari e sociali è più forte che mai. Insieme ai rappresentanti del Consiglio di Scuola, la Matilde Capello ha deciso di aprire le porte il 21 novembre, alle 10, per una merenda speciale. I partecipanti saranno i bambini frequentanti la scuola con la possibilità di invitare un amichetto, per condividere un’esperienza laboratoriale. Ma soprattutto questa giornata rappresenterà la prima tappa del progetto continuità, che già lo scorso anno ha indossato le vesti di un vero e proprio percorso che si snoda in più appuntamenti in cui i bambini del Nido Colorado e quelli della Scuola d’Infanzia si scambiano le visite. Una merenda all’aria aperta quella del 21 novembre, nell’intento di sostenere i diritti naturali dei bambini: diritto a sporcarsi, a osservare le piante e ascoltare la natura, con un esplicito riferimento all’opera del Creatore.
Fino a qualche tempo fa i cancelli del cimitero ebraico carpigiano venivano aperti e aveva luogo la visita: oggi la vegetazione incolta ricopre ogni cosa
La Comunità Ebraica di Modena da sola non ce la fa Correggio e Finale Emilia. “Abbiamo approntato delle convenzioni con le Amministrazioni Comunali per non lasciare in stato di abbandono quelle aree” spiega la presidente Ferrari. A Finale, per
esempio, si è celebrata la riapertura del cimitero ebraico domenica 18 ottobre con la presentazione del restauro delle lapidi e sarà possibile la visita in occasione dell’apertura al pubblico ogni domenica. “All’Associazione culturale finalese Alma Finalis, che ha a cuore il cimitero, anno XVI - n. 43
va il ringraziamento della Comunità ebraica che ha naturalmente sostenuto l’iniziativa” spiega la Ferrari sottolineando che a Carpi non ha riscontrato la medesima disponibilità. Fino a qualche tempo fa anche i cancelli del cimitero ebraico carpigiano, che risale al 1825, venivano
aperti e aveva luogo la visita: nell’area esterna ci sono tombe del tardo ottocento, contraddistinte da lapidi marmoree infisse nel terreno. Oggi la vegetazione incolta ricopre ogni cosa. “Al termine dell’incontro di luglio, il sindaco ci aveva lasciato intravedere la speranza di contribuire in qualche modo al pagamento delle spese e di incaricare un dipendente del verde pubblico affinché si occupasse delle opere di giardinaggio. Nonostante i nostri solleciti, non abbiamo ancora avuto un cenno di riscontro. Se dobbiamo arrangiarci, che ce lo dicano”. La presidente Ferrari cita l’ultima fattura: “per l’erba alta e i rami spezzati dalla neve abbiamo speso 3.500 euro. L’alternativa è abbattere tutte le piante e chiudere l’area definitivamente”. Sara Gelli
Quella di Carpi è la situazione “più critica tra le strutture ospedaliere dell’intera Azienda Usl di Modena”. Parola del sindacalista della Cisl, Livio Lomartire. A rendere esplosiva la situazione, la cronica mancanza di personale e i conseguenti eccessivi e usuranti carichi di lavoro
Infermieri e Oss sull’orlo di una crisi di nervi
“All’ospedale Ramazzini di Carpi c’è un infermiere che ha accumulato ben 180 giorni di ferie non godute. Per molti altri si parla di 60, 80 giorni…”. Sembra una storiella di quelle da raccontare al bar ma, come spesso accade, la realtà, anche in questo caso, ha superato la fantasia. Quella di Carpi è la situazione “più critica tra le strutture ospedaliere dell’intera Azienda Usl di Modena”. Parola del sindacalista della Cisl, Livio Lomartire. A rendere esplosiva la situazione, la cronica mancanza di personale, “soprattutto per quanto riguarda il numero di operatori socio sanitari (Oss) in modo particolare nel Reparto di Ostetricia e Ginecologia e in Pronto Soccorso e di infermieri”. I turni sono massacranti e i carichi di lavoro insostenibili: “il contratto è chiaro e prevede che ogni sette giorni vi sia un giorno di risposo ma in realtà, in corsia, le cose sono ben diverse”, prosegue Lomartire. Gli organici infatti sono talmente risicati che le risorse umane a disposizione a volte non sono sufficienti per coprire i turni senza far saltare i riposi: “il Un cuore in forma dipende molto dalla quantità e qualità di grassi che assumiamo. Da evitare assolutamente sarebbero i grassi saturi e trans. I saturi si trovano specialmente nel latte, carni grasse e in certi oli (olio di palma e soprattutto di cocco). I trans nelle margarine. Un consumo smodato di questi grassi aumenta il colesterolo “cattivo” che si deposita sulle pareti dei vasi sanguini causando arteriosclerosi che è causa diretta delle malattie del cuore. Per tenere sotto controllo il colesterolo è importante seguire una dieta variata, prediligendo alimenti ricchi in fibre e scegliendo le proteine di pesce e legumi. Alimenti
personale in forze viene inevitabilmente richiamato in servizio durante i propri giorni di riposo e, spesso, la turnazione stessa è organizzata eliminando di fatto, sistematicamente, il riposo”. In questo modo infermieri e Oss saltano i riposi o le ferie se un collega si ammala, rientrano dai riposi che spettano loro di diritto dopo le notti, se il bimbo della collega ha la febbre e lei non può recarsi al lavoro il mattino seguente. E lo stress professionale
aumenta, anche a scapito dei pazienti. Tanti e dalle esigenze più diversificate. E sono proprio gli eccessivi e usuranti carichi di lavoro cui sono sottoposti gli operatori che hanno mosso le varie sigle sindacali a organizzare il presidio di protesta svoltosi lo scorso 11 novembre, davanti alla sede dell’Azienda Usl di Modena in via S. Giovanni del Cantone. Tra straordinari accumulati e non pagati, stipendi tra i più bassi dell’Area Ocse, pensionamenti non rimpiazzati e precari in attesa da anni di essere stabilizzati, il volto della sanità pubblica diventa sempre più mesto. Jessica Bianchi
Stop alle deroghe: e ora? La deadline è fissata al 25 novembre 2015. Da quella data in poi nessuna deroga sarà più ammessa poiché diventerà finalmente attuativa la Legge 30 ottobre 2014, n. 161, che con l’art. 14 riallinea anche per i medici e il personale sanitario la giurisprudenza italiana agli altri paesi dell’Unione Europea in materia di orario di lavoro e durata dei riposi. In particolare, la legge prevede come minimo 11 ore consecutive di riposo
giornaliero, massimo 48 ore di lavoro settimanale, compreso lo straordinario, 24 ore di riposo settimanale e almeno 4 settimane di riposo annuale. Una patata bollente per il nostro Paese che, bellamente, da anni lede il diritto sacrosanto dei suoi professionisti sanitari al risposo. Un atteggiamento illegittimo sul quale si regge l’intero sistema sanitario nazionale. “Questa - ha dichiarato il dottor Giampaolo Papi (in foto) di ANAAO-
ASSOMED, sindacato che rappresenta i Medici Dirigenti
La natura che cura
a cura di
Vitor Chiessi, farmacista
Come combattere il colesterolo cattivo
consigliati per il cuore: radicchio rosso, noci, pesce, vino rosso, olio di oliva, olio della crusca di riso, pistacchi, fragole, soia, vitamina B3 avena e mandorle. Una colazione con avena è un ottimo modo per iniziare la giornata. E’ ricca di beta-glucano, una fibra solubile, che abbassa il colesterolo dell’8-23%! Alimenti sconsigliati: carni conservate, carne rossa, piatti pronti, formaggi, uova, margarina, prodotti da forno
confezionati, bibite gassate e zuccherate e sale. L’apporto del sale non dovrebbe superare i 3-5 grammi al giorno invece ne assumiamo circa 20! L’eccessivo consumo di sale è il maggiore responsabile dell’ipertensione, fattore di rischio importante delle
- rappresenta una conquista civile per il nostro Paese dove, finalmente, viene ripristinato il diritto al riposo. Dal punto di vista dei medici, all’Ospedale Ramazzini di Carpi non prevediamo vi siano reparti o servizi che rischiano di essere messi in ginocchio dal provvedimento; il quale, lo ricordo, prevede che il medico che fa la guardia notturna non possa più essere impiegato anche il mattino seguente. Ovviamente qualora dovessero emergere delle criticità, il sindacato lo farà presente alla direzione aziendale”.
malattie cardiovascolari più diffuse. Importante è anche lo stile di vita infatti l’alimentazione, da sola non basta. Essa dev’essere supportata e completata con uno stile di vita sano. Gli esperti raccomandano di non fumare, praticare attività fisica, eliminare i chili di troppo e, soprattutto, il girovita in eccesso e controllare con l’aiuto del medico eventuali patologie coesistenti, in particolare ipertensione arteriosa e diabete mellito. Come supporto e cura ci viene in aiuto anche la fitoterapia con un rimedio molto valido: Il Riso rosso fermentato. In Cina è da lungo tempo utilizzato dai medici, in Europa da alcuni anni con ottimi risultati.
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L’appello di Antonio che, dopo aver perso il lavoro, si è trovato in difficoltà e, per pagare la rata del mutuo e l’assegno di mantenimento dei figli, ha dovuto rinunciare all’affitto trovando una sistemazione di fortuna non cadrà nel vuoto, assicura l’assessore comunale al Welfare Daniela Depietri
Uno spazio per incontrare i propri figli
La crisi economica, che ci ha impoverito dal punto di vista materiale, ha rivelato grandi fragilità nella comunità carpigiana: le carte accumulate nell’ufficio dell’assessore comunale al Welfare Daniela Depietri parlano di un’emergenza che riguarda minori, anziani, disabili, decine di casi nuovi ogni settimana, oltre a quelli già seguiti su vari fronti. I numeri sono da capogiro e le situazioni al limite di ciò che si può immaginare. L’appuntamento è stato richiesto per parlare delle difficoltà dei padri separati dopo la pubblicazione della testimonianza di Anto-
“Vorrei comunque ricordare che abbiamo in carico le problematiche di alcune famiglie monogenitoriali: si tratta di madri povere con minori a carico e con pochi aiuti su cui poter contare”.
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Daniela Depietri
nio e l’assessore Depietri circoscrive il problema. “A Carpi non si sono presentati ai nostri servizi casi di padri separati con situazioni problematiche legate a difficoltà economiche in conse-
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guenza della separazione. Ci sono adulti che si rivolgono a noi dicendo di avere problemi economici ma non li correlano alla separazione. Da quando sono assessore ho ricevuto due padri,
la cui situazione è seguita per le mamme e i papà che dai Servizi Sociali di un si separano o che formano altro territorio, perché non un nuovo nucleo familiare, avendo avuto l’affido dei fiper continuare a condigli cercavano una strada per videre le responsabilità ottenerlo. Nelle separazioni genitoriali dei propri figli”. il problema principale resta L’appello di Antonio che, quello della conflittualità tra dopo aver perso il lavoro, si i coniugi che, senza penè trovato in difficoltà e, per sare alle conseguenze sui pagare la rata del mutuo e minori, non sono in grado di l’assegno di mantenimento gestire la rabbia”. dei figli, ha dovuto rinunciaL’assessore Depietri invita i re all’affitto trovando una genitori a rivolgersi al Censistemazione di fortuna non tro per le Famiglie: “sono cadrà nel vuoto: “sebbene numerosi coloro che hanno sia un caso singolo a Carpi avuto “Sebbene sia un si apre una accesso alla riflessione caso singolo a Carpi consulenza sulla possibigratuita per si apre una riflessio- lità, in futuro, ne sulla possibilità, di destinare affrontare i problemi, in futuro, di destina- uno spazio le difficoltà re uno spazio affin- affinché i e i momenti sepaché i padri separati padri di crisi che rati possano possano contare contare su un normalsu un luogo dove luogo dove mente si incontrano poter vedere i loro poter vedere nel vivere figli. Le grandi città, i loro figli. insieme. dove il fenomeno Le grandi Esiste città, dove il ha un’incidenza fenomeno ha anche il maggiore, si sono un’incidenza servizio di già attrezzate da maggiore, si Mediazione Familiare tempo” sono già at-
trezzate da tempo”. A Bologna per esempio, giovedì 12 novembre si è svolta l’inaugurazione di Via col vento, un progetto di accoglienza abitativa per padri separati. “Vorrei comunque ricordare – prosegue la Depietri – che abbiamo in carico le problematiche di alcune famiglie monogenitoriali: si tratta di madri povere con minori a carico e con pochi aiuti su cui poter contare”. Secondo l’assessore, la separazione porta a un impoverimento di entrambi i coniugi. “Vorrei che le persone si rivolgessero ai nostri servizi per evitare inutili sofferenze ai bambini. Non è assolutamente vero che le assistenti tolgono i figli, al contrario sostengono e aiutano i coniugi a prendere in mano la vita della propria famiglia portando avanti un progetto di cura che regga nel tempo perché arriverà il momento in cui ci toccherà di verificare ciò che abbiamo costruito. E si può contribuire a costruire la famiglia anche da separati”. Sara Gelli
Anna è una giovane madre carpigiana licenziata al termine della maternità obbligatoria. La sua storia è simile a quella di tante altre donne: oggi sono poche le denunce e tanti i casi nascosti
“Questo non è un paese per mamme” Quella di Anna (il nome è di fantasia) è una di quelle storie che indigna e ferisce. Ma la sua vicenda, purtroppo, è comune anche a molte altre donne. Donne che scelgono di diventare madri, senza per questo voler rinunciare al proprio lavoro. Ma la discriminazione sul posto di lavoro per le donne che restano incinte è sempre dietro l’angolo. “La mia titolare - racconta Anna, commessa per quattro anni in uno storico negozio del centro di Carpi - era stata chiara sin da subito con me e le mie due colleghe: guai a voi se rimanete incinte”. Una richiesta tanto perentoria quanto illegittima: “avevamo tutte tra i 20 e i 30 anni, prima o poi una di noi
avrebbe sentito il desiderio di diventare madre”. Quando Anna resta incinta, la situazione precipita: “ogni pretesto era valido per cercare lo scontro. Dopo infiniti litigi, critiche e discussioni, dal momento che il mio era considerato un lavoro a rischio, ho deciso di restare a casa sin da subito come previsto dalla legge.
Apriti cielo! Non l’avessi mai fatto: da quel momento sono iniziate le grane. Una dopo l’altra, tanto da indurmi a chiedere aiuto ai sindacati”, prosegue Anna. Al termine della maternità obbligatoria, quando il suo bimbo ha tre mesi, Anna rientra al lavoro, dopo aver concordato gli orari legati all’allattamento, ma ad
aspettarla è un’amara sorpresa. “Da subito sono stata costretta a beneficiare dei giorni di ferie non ancora goduti poi, poco prima dello scadere delle mie vacanze forzate, sono stata contattata dalla mia titolare la quale mi ha chiesto di passare in negozio per firmare alcuni documenti”. Ad attendere Anna però è una lettera di licenziamento col preavviso di un mese: “la mia datrice di lavoro, così, su due piedi, aggiunse anche che se avessi voluto sarei potuta rimanere a casa seduta stante”. Anna però non molla, continua a lavorare e, allo scadere del mese, si rivolge a un avvocato: “dopo sei mesi, finalmente, nei giorni scorsi è stato
raggiunto un accordo economico e io ho ricevuto un risarcimento pari a tredici mensilità”. Malgrado la legge italiana proibisca - salvo rarissime eccezioni - di licenziare una lavoratrice durante la gravidanza (divieto che si estende dall’inizio del periodo di gestazione fino al compimento del primo anno di vita del bimbo) declassamento o demansionamento camuffati da ristrutturazione, licenziamento (ufficialmente perché “c’è la crisi”) e mobbing sono tutt’altro che rari. Che l’Italia non sia un Paese per mamme lo sappiamo da tempo: avere un figlio dovrebbe essere una risorsa, sia dal punto di vista umano che sociale ma, per una donna che lavora o sta
cercando un impiego, può trasformarsi in un handicap. “Credo che conciliare famiglia e realizzazione professionale sia complesso ma possibile. Ognuno però deve fare la propria parte, anche facendo emergere eventuali soprusi o licenziamenti illegittimi. Oggi sono poche le denunce e tanti i casi nascosti: non c’è nulla di cui vergognarsi. Tutte noi possiamo essere mamme e lavoratrici. E’ un nostro diritto: la legge è dalla nostra parte. Se un datore di lavoro la pensa diversamente, dev’essere denunciato. Ingiustizie di questo tipo non devono restare impunite”, conclude Anna. Ci vuole coraggio. Ma quello, alle donne, non manca. Jessica Bianchi
VivereDonna nell’ambito della ricorrenza del 25 novembre, Giornata mondiale contro la violenza alle donne, propone una settimana di iniziative di promozione
Il coraggio di parlare... ti rende libera VivereDonna onlus nell’ambito della ricorrenza del 25 novembre, Giornata mondiale contro la violenza alle donne, propone una settimana di iniziative di promozione e sensibilizzazione. Sabato 21 novembre, alle 17, presso la Saletta della Fondazione CRC di corso Cabassi, inaugurazione della mostra fotografica Donne al centro, a cura di Nondasola di Reggio Emilia e Casa delle Donne di Modena. Segue un aperitivo con buffet in compagnia del vignettista carpigiano Oscar Sacchi, autore per il terzo anno consecutivo della Campagna Antiviolenza. Nella medesima saletta, domenica 22 novembre, alle 17,
La mostra itinerante dell’artista carpigiano Maurizio Setti sarà allestita il 13, 14 e 15 novembre a Pieve di Coriano
Nelle terre di Matilde Nelle terre di Matilde: tra pievi, acque e sentieri è questo il titolo della mostra itinerante dell’artista carpigiano Maurizio Setti. Un percorso pittorico che illustra i paesi del Sistema Po Matilde, consorzio di 24 paesi situati nella parte sud orientale della Provincia di Mantova. La mostra, curata dallo storico e critico d’arte Gianfranco Ferlisi, si compone di 35 quadri e sarà allestita il 13, 14 e 15 novembre a Pieve di Coriano presso la Sala Consiliare Comunale, mentre dal 21 al 29 novembre approderà a Villa Poma nella cornice della Sala Civica. Nel nono centenario della morte della Contessa Matilde di Canossa (1115 - 2015) Maurizio Setti ne onora la memoria dando forma e colore ai luoghi in cui ella visse. “Abbazie, pievi, rocche ancora oggi, a novecento anni dalla morte di Matilde di Canossa ci fanno rimanere increduli per la bellezza, per la magnificenza, per la testimonianza della visione strategica politica ed economica a lei sottesa. Per
tale ragione abbiamo costruito un percorso tematico che lega l’interpretazione di un pittore contemporaneo ai monumenti e ai paesaggi delle nostre terre, per cercare di presentare una mostra - viaggio nel territorio matildico che partisse dalla constatazione che è possibile cogliere in un percorso che segue le tracce, la fisionomia e l’identità di luoghi che ci appartengono”, scrive Marco Giavazzi, presidente del Sistema Po Matilde, nell’introduzione del catalogo che accompagna la mostra. “Ho scoperto in questi ultimi dieci mesi di vagabondaggio nella provincia di Mantova o, più precisamente, in quella porzione della provincia inserita nell’associazione Sistema Po Matilde, un variegato campionario di genti, scampoli di storia locale e non, che mi hanno arricchito
appuntamento con Il thè delle cinque con Virginia Wolf, mentre il 25 novembre, alle 20,30, si svolgerà la proiezione del film Tina, la vera storia di Tina Turner, un mito della musica rock che ha avuto il coraggio di parlare. Giovedì 26 novembre, alle 18, Anna Pramstrahler della Casa delle donne per non subire violenza di Bologna presenta il libro: Lessico familiare. Coordina Paola Vigarani di VivereDonna onlus, intervengono Associazione Onlus Casa delle donne contro la violenza di Modena e Nondasola di Reggio Emilia. Porterà il suo saluto l’assessore alle Pari Opportunità del Comune di Carpi, Stefania Gasparini.
Chi volesse contribuire al benessere degli ospiti del Gattile, può partecipare, giovedì 26 novembre, alle 20,30, alla cena di beneficenza presso il Nazareno
A cena per il Gattile
ed entusiasmato. Nei miei quadri ho cercato di includere tanto della realtà che mi circondava: tanto perché non sarebbe possibile dire tutto. E veramente tanto c’è in questo territorio, tanto di storia, di lavoro, di personaggi che hanno lasciato un segno”, sottolinea Maurizio Setti. la mostra merita una gita fuori porta, poiché, come commenta il critico d’arte Michele Fuoco “la pittura dell’artista ci consente prodigiosi itinerari che sanno comunicarci il senso della meraviglia e il piacere della scoperta”. J.B.
Il Gattile necessita del contributo di tutti per esistere: le cene di beneficenza e i banchetti aiutano a mantenere il servizio e a garantire la salute dei numerosi felini ospiti. Ogni anno dal Gattile passano circa 400 gatti che, in attesa di trovare una nuova famiglia, devono essere testati, vaccinati, chippati, sterilizzati, curati e mantenuti per tutto il tempo di permanenza nella struttura. Molti di quelli che arrivano sono ceduti dai proprietari, ma tanti vengono trovati incidentati e quindi bisognosi di cure, talora lunghe e costose o di degenza in clinica; non sempre si riesce a ricongiungerli con la famiglia di provenienza nonostante i ripetuti annunci e quindi finiscono per ingrossare la fila di gatti in cerca di una casa. L’Asl sterilizza solamente i gatti di colonia, a tutti gli altri deve provvedere il Gattile, così come a nutrire e curare quelli che vivono nelle colonie feline delle Terre d’Argine. A questi si aggiungono spesso nuovi gatti che vengono abbandonati lì perché
“tanto hanno da mangiare” o vi arrivano da soli spinti dalla fame. A tutto ciò si sommano le spese per il mantenimento e la cura degli oltre 350 ospiti stanziali del Gattile, quelle per il pagamento delle utenze come luce, acqua e gas e per la manutenzione della struttura. Chi volesse dare una mano ai volontari e contribuire al benessere degli ospiti del Gattile, può partecipare, giovedì 26 novembre, alle 20,30, alla Cena di beneficenza presso l’Istituto alberghiero Nazareno in viale Peruzzi, 44. Il menù a prezzo fisso (25 euro) prevede
Buffet di antipasti vegetariani (Crema fritta, Quiche alla zucca, pizzette e crostini), due primi (Maccheroncini al torchio con finferli e ricotta affumicata e Gnocchi di semolino alla romana), un secondo a scelta vegetariano o a base di carne (Hamburger di verdure dorate con salsa allo yogurt o Jambonette di pollo ripieno con marroni e salsa lancellotta), dolce Meringata allo zabaione con salsa di cacao e peperoncino, caffè, acqua e vino inclusi. Si accettano solo prenotazioni on line: eleo_grafitex@ hormail.it o sulla pagina Facebook del Gattile.
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Rita Borsellino, sorella del giudice Paolo massacrato dalla mafia nel luglio del 1992 a Palermo insieme ai ragazzi della scorta (Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina) sarà a Carpi il prossimo 27 novembre. Rita Borsellino fondatrice e presidente del Centro Studi dedicato al fratello, sarà in città per incontrare il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio, Giuseppe Schena, e sottoscrivere un accordo di collaborazione per mantenere vivo il ricordo di Paolo Borsellino. L’accordo arriva al termine di un lungo percorso iniziato due anni fa quando Rita Borsellino, ospite della rassegna Ne Vale La Pena ricevette la targa per il lavoro di divulgazione dei temi legati alla legalità e incontrò Schena per sottoporgli Nove racconti di autori esordienti e un inedito dello scrittore bolognese Gianluca Morozzi raccolti nell’antologia dal titolo Lontano edita da Fernandel. E’ il frutto di mesi di lavoro degli allievi del corso di scrittura creativa di secondo livello tenuto da Morozzi e ospitato presso la libreria La Fenice. Abbiamo chiesto all’insegnante di spiegarci il lavoro svolto sinora. Qual è il filo conduttore che lega i diversi racconti
Rita Borsellino sarà in città il 27 novembre per incontrare il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio, Giuseppe Schena, e sottoscrivere un accordo di collaborazione per mantenere vivo il ricordo del fratello Paolo
L’antimafia dei fatti
Rita Borsellino
IL 23 NOVEMBRE PRESSO LA LIBRERIA LA FENICE SARÀ PRESENTATO “LONTANO”: L’ANTOLOGIA CHE RACCOGLIE I RACCONTI DEL CORSO DI SCRITTURA CREATIVA DI GIANLUCA MOROZZI
Storie che portano lontano
VIOLENZA SULLE DONNE Nel 2014 sono state 3.300 le donne che si sono rivolte alla rete dei Centri contro la violenza sulle donne dell’Emilia Romagna. Un trend in aumento. I dati sono emersi durante l’incontro tra le responsabili del coordinamento dei centri in Commissione Parità e Diritti delle persone della Regione. PROCESSO AEMILIA C’è anche Nicolino Grande Aracri tra gli imputati che hanno fatto richiesta di rito abbreviato nell’udienza preliminare di Aemilia, il maxi-processo di ‘Ndrangheta in corso a venerdì 20 novembre 2015
fra loro? “Ciascun allievo ha lavorato indipendentemente dagli altri, quindi il tema è stato trattato da ognuno secondo la propria ispirazione e sensibilità. La maggior parte dei racconti ha un tono drammatico. Credo che la lettura di Lontano ispiri una certa malinconia da canzone di Luigi Tenco”. Da dove deriva il titolo Lontano? “Da una votazione democratica che si è svolta durante la prima lezione del secondo livello di questo corso. Sono gli allievi a scegliere il tema, io mi limito a dare indicazioni di massima: un tema generico,
Gianluca Morozzi
“Ciascun allievo ha lavorato indipendentemente dagli altri, quindi il tema è stato trattato da ognuno secondo la propria ispirazione e sensibilità. La maggior parte dei racconti ha un tono drammatico. Credo che la lettura di Lontano ispiri una certa malinconia da canzone di Luigi Tenco”.
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un progetto di sostegno al Centro. Dopo una serie di appuntamenti in Sicilia e a Carpi, ora il percorso è giunto al termine e la sinergia tra le due strutture pare cosa fatta. In base allo Statuto il Centro studi ricerche e documentazione Sicilia/Europa Paolo Borsellino ha come obiettivo la promozione di “attività finalizzate alla conoscenza, all’emergere e allo sviluppo di pratiche di impegno educativo, sociale e culturali che valorizzano prassi di memoria operante e nuovi disegni di progettualità pedagogica. Ispirando la propria azione agli insegnamenti del giudice Borsellino, che proprio nell’educazione individuava un fattore strategico di crescita civica, umana e culturale indispensabile per il superamento della subcultura mafiosa, pone tra le proprie finalità: riportare alla luce e custo-
declinabile su tutti i generi letterari e se possibile con una pluralità di significati”. Cosa l’ha colpita maggiormente delle narrazioni dei suoi alunni? “La varietà di generi. C’è di tutto: dai drammi familiari alla narrazione epistolare, dalla fantascienza alle riflessioni di Eva lontana dall’Eden, dalle storie d’amore tra amanti distanti ai drammi psicologici”. Quando e come ha iniziato a tenere corsi di scrittura creativa? “Cinque anni fa, prima con la Scuola Comics di Reggio Emilia, poi con l’associazione culturale bolognese Canto 31. All’inizio mi
Uno sguardo oltre l ’argine Bologna. Grande Aracri è ritenuto il capo della cosca che prende il suo nome. METEO Novembre caldo, anzi caldissimo, il più caldo degli ultimi 50 anni, parola dei meteorologi. L’alta pressione di questi giorni dominerà ancora almeno fino alla fine della settimana. ANTONIO LIGABUE E’ stata prorogata fino all’8 dicembre la mostra anno XVI - n. 43
antologica di Antonio Ligabue, allestita a Palazzo Bentivoglio a Gualtieri, il paese della Bassa reggiana dove l’artista ha vissuto dal 1919 al 1965. Sinora sono stati oltre 30.000 i visitatori. MASSIMO BOTTURA Lo chef Massimo Bottura dopo l’apertura, in occasione di Expo, del Refettorio Ambrosiano di Milano definito dal pluripremiato cuoco
modenese un “dono di bellezza alle anime fragili”, non abbandona il tema della solidarietà e della lotta agli sprechi annunciando l’intenzione di aprire altri due Refettori stellati e antispreco a Torino e New York. UN “CASO SANREMO” NEL BOLOGNESE Un dipendente comunale di Ozzano Emilia, nel bolognese, è stato denunciato e licenzia-
to: secondo il badge elettronico risultava in servizio, ma in realtà andava al supermercato o al parco. Per cinque mesi è stato pedinato e filmato dalla Polizia Municipale. MATTEO RICHETTI Assolto Matteo Richetti, deputato modenese del Pd che in coincidenza con l’indagine sui rimborsi da consigliere regionale rinunciò a correre alle primarie per guidare l’Emilia-
dire fonti documentarie e testimonianze di esperienze educativo-didattiche sorte su territorio siciliano e ispirate a innovativi modelli di più ampio respiro europeo; accogliere, custodire, produrre (anche attraverso pratiche narrative), digitalizzare e mettere in rete materiali informativi e documentazione nel campo della legalità democratica; promuovere ricerca scientifica sul terreno di nuovi disegni di progettualità volta a incrementare pratiche di cittadinanza attiva, governo partecipato, cooperazione e integrazione; organizzare attività culturali, di studio e di formazione finalizzate ad accrescere e diffondere il patrimonio di una cultura dell’incontro, della condivisione, della pace”. Un impegno concreto, quindi, per non fare solo un’antimafia delle parole, ma dei fatti. Pierluigi Senatore sono barcamenato portando esempi ispirati dalla mia professione di scrittore poi, poco a poco, ho affinato la tecnica dell’insegnamento”. Secondo lei sarebbe utile insegnare un po’ di scrittura creativa nelle scuole italiane? Alcuni esempi ci sono già, ma sono lasciati all’iniziativa personale. Lei ha qualche esperienza in merito? “Nelle scuole ho fatto ben poco in questo senso, più che altro incontri sulla scrittura in generale. Magari ci fosse qualcosa del genere! Credo che molti studenti ne sarebbero felicissimi e fortemente stimolati”. Qual è il suo prossimo progetto a livello personale? E in materia di scrittura creativa? “Dopo Lo specchio nero, il mio ultimo romanzo pubblicato da Guanda a settembre, ne ho già terminato un altro che uscirà nel 2016. In materia di scrittura creativa, con l’anno nuovo partirà il terzo livello del corso di Carpi”. Chiara Sorrentino Matteo Richetti
Romagna. Assolti anche gli altri ex consiglieri che hanno scelto il rito abbreviato: i colleghi di partito Anna Pariani e Marco Barbieri e l’ex capogruppo Fds Roberto Sconciaforni. A giudizio il 17 dicembre sono stati rinviati gli altri 13 che hanno scelto il dibattimento.
Ultima nata di un’azienda agricola che coltiva terreni e alleva bestiame per la produzione di Parmigiano Reggiano da varie generazioni, la società agricola Fratelli Chiletti ha rischiato di veder letteralmente i propri sogni e il proprio futuro (insieme a quello dei dieci dipendenti e delle famiglie, molti componenti delle quali sono originari di Carpi e Limidi) andare in fumo quando, alle 3.15 della notte tra lunedì 9 e martedì 10 novembre, il capannone adibito a fienile ha preso fuoco, con una dinamica che, i Vigili del Fuoco sopraggiunti per domare le fiamme, hanno ipotizzato essere di origine dolosa. A bruciare sono stati i capannoni per lo stoccaggio del foraggio del fieno e il deposito dei mezzi agricoli – l’azienda alleva 300 vacche per la produzione di latte e circa 280 capi giovani da rimonta, oltre a circa 400 ettari coltivati per produrre fieno e cereali per quasi tutto il fabbisogno annuale degli animali utilizzando le più moderne tecnologie di fienagione e lavorazione dei terreni - finiti di costruire ad Albareto nel settembre del 2014: si è calcolato un danno complessivo di 800mila euro per abbattere, smaltire e ricoQuando lo zucchero diventa arte, la creatività si fonde con il cake design e nascono opere sorprendenti, da mangiare con gli occhi e con il palato, come quelle create dalla carpigiana Federica Cipolla, in arte Le Delizie di Kicca e premiate al Cake International 2015, la più importante kermesse europea dedicata alla pasticceria artistica. Federica, che aveva già vinto una medaglia d’oro alla scorsa edizione del concorso, quest’anno ne ha conquistate due con le opere Sirena e Roman Empire, realizzate in pasta di zucchero e dipinte a mano e con tecniche di aerografia, classificandosi inoltre seconda nella categoria International Class. “E’ stata una grande soddisfazione scoprire che il mio lavoro è stato tanto apprezzato, senza contare che quest’anno ho avuto anche il privilegio di fare delle dimostrazioni dal vivo nel Teatro dello Show, insieme alla mia amica Elena Wendy Bosca e grazie a Cake Design Italia”. Come è nata l’ispirazione per queste due creazioni, e in base a quali criteri sono state premiate? “Dietro a ogni opera che realizzo c’è sempre un grande studio. Con Roman Empire
Dopo il terribile incendio che ha distrutto i capannoni per lo stoccaggio del foraggio del fieno e il deposito dei mezzi agricoli, l’azienda chiede aiuto
Sosteniamo i Fratelli Chiletti!
Antonio e Gabriele Chiletti
struire il capannone e di circa 450mila euro di fieno e paglia destinati al bestiame. “All’interno si trovavano 5mila balle di fieno del peso approssimativo di 5 quintali l’una e 4mila balle di paglia da 3,5 quintali. Ogni balla ha un costo di circa 60 euro. Una mucca dell’azienda ogni giorno mangia circa 16
chili di fieno e 8 di cereali mentre servono circa 15chili di paglia quotidiani per tenere pulita la lettiera dove riposa”, ha precisato Antonio Chiletti che, insieme al fratello Gabriele, gestisce l’azienda. L’assicurazione sul capannone incendiato e sul suo contenuto andato distrutto
non coprirà il danno per intero. La Polizia, intanto, ha aperto un’indagine
contro ignoti e pare che l’incendio sia divampato a partire da più punti. Imme-
LA 36ENNE CARPIGIANA FEDERICA CIPOLLA HA TRIONFATO AL CAKE INTERNATIONAL 2015, CON DUE OPERE IN PASTA DI ZUCCHERO PREMIATE CON MEDAGLIA D’ORO
Delizie vincenti
Quando è nata la tua passione per il cake design? “Mi sono avvicinata al cake design nel 2012 in occasione del compleanno di mio padre. Volevo fare per lui qualcosa di speciale, ma da autodidatta il risultato fu deludente. In seguito a quel flop decisi di iscrivermi a un corso per migliorare le basi. Da quel momento
Federica Cipolla
ho voluto rappresentare in maniera caricaturale gli stereotipi che vengono comunemente attribuiti agli italiani nel resto del mondo: la mamma e il mammone, la donna procace che corteggia il potente di turno, l’uomo geloso e tradito. Invece, Sirena è un perso-
naggio astratto contraddistinto da uno stile d’ispirazione orientale. Le sculture hanno conquistato la giuria non solo per l’estetica, ma anche per la creatività, la manualità e l’originalità del lavoro”.
sono stata conquistata da quest’arte. Ho iniziato a lavorare da professionista nel 2013 e, sin da subito, mi sono messa in gioco partecipando a competizioni nazionali per capire quali fossero le mie potenzialità. Il primo premio l’ho vinto proprio quell’anno al Fantasy Cake di Genova. In seguito ho continuato
diatamente è partita sui Social Network la campagna di solidarietà per l’azienda colpita da questo grave incidente. Importanti risposte di solidarietà e vicinanza sono arrivate anche dall’Associazione Agrinsieme, dal sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli, Confagricoltura Modena, Lega Coop Modena e Cooperativa Sociale Il Mantello Onlus. Per aderire alla campagna #ballesolidali e donare una balla all’azienda colpita è possibile effettuare un bonifico intestato a “Balle solidali – Sosteniamo Soc. Agr. F.lli Chiletti” Codice Iban IT26 J 05034 66720 000000101115, acquistare dei prodotti agricoli dell’azienda e ceste di Natale presso lo spaccio Chiletti in via Albareto 792 ad Albareto (Modena), ordinare - da oggi fino al 23 dicembre per gli abitanti di Soliera, Carpi o Cavezzo - un minimo di 20 euro di prodotti per vederseli recapitare a casa. Per informazioni è possibile chiamare il numero 059.842315. Marcello Marchesini
a lavorare duramente per perfezionare la mia tecnica, e sono passata nell’arco di breve tempo da semplice appassionata a docente per privati e aziende in tutta Italia e nel mondo”. Cosa occorre per diventare dei bravi designer di opere dolciarie? “Innanzitutto bisogna conoscere le basi, sia di pasticceria che di decorazione. Io stessa prima di diventare una docente ho studiato tantissimo. Poi serve tanta pratica ma, soprattutto, è importante trovare il proprio stile e capire quale disciplina si adatta maggiormente alle proprie capacità e inclinazioni. Solo così un’opera può essere autentica e riconoscibile, perchè in fondo tutte le opere d’arte sono il riflesso dell’autore che le ha create”. Progetti a breve termine e sogni per il futuro? “Quest’anno sarà molto importante per me a livello professionale, perché viaggerò molto in Europa e nel mondo con le mie docenze. Il mio obiettivo è lasciare qualcosa di mio a ogni corsista che andrò a formare. Il mio sogno nel cassetto è affermarmi sempre più in questo settore per arrivare a essere considerata una delle migliori artiste del mondo”. Chiara Sorrentino
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Descrivere l’evoluzione dell’Universo riassumendo, in una teoria unitaria, un secolo di scoperte: è questa l’ambiziosa e importante operazione di sintesi compiuta dal carpigiano Massimiliano Rinaldi, assegnista di ricerca del Dipartimento di Fisica dell’Università di Trento. Appassionato di astronomia sin dalla più tenera età, a conquistarlo furono le lezioni di fisica del professor Alfonso Cornia. Dopo un dottorato di ricerca a Dublino e gli anni di ricerca presso l’Università di Ginevra – presso la quale ha frequentato gli ambienti del Cern - e quella di Namur in Belgio, è approdato a Trento. Iniziando a lavorare alla teoria circa tre anni fa, in maniera autonoma nei ritagli di tempo, è recentemente giunto a una formulazione più complessa, spiegando i risultati in un articolo apparso sul Journal of Cosmology and Astroparticle Physics, ed è in procinto di presentarli al pubblico del 28th Texas Symposium on Relativistic Astrophysics, in programma a Ginevra dal 13 al 18 dicembre. L’idea innovativa del lavoro di Massimiliano consiste nell’aver proposto una soluzione per implementare la relatività generale einsteiniana con le equazioni di YangMils in ambito cosmologico,
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Descrivere l’evoluzione dell’Universo riassumendo, in una teoria unitaria, un secolo di scoperte: è l’ambiziosa operazione di sintesi compiuta dal carpigiano Massimiliano Rinaldi, assegnista di ricerca del Dipartimento di Fisica dell’Università di Trento
La teoria delle teorie Massimiliano Rinaldi
senza introdurre forme di materia ad hoc né modificare la relatività generale. “Nel mio modello – spiega lo scienziato - servono 11 equazioni per descrivere l’evoluzione nel tempo dell’universo a grande scala e della materia che contiene. Con degli avanzati metodi matematici ho dimostrato come questo modello riproduca fedelmente l’evoluzione del cosmo a partire dall’epoca successiva al Big Bang a oggi, in linea con i dati sperimentali ottenuti dalle osservazioni astronomiche. L’aspetto più attraente è il fatto
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che non sia necessario introdurre forme di materia apposite o modificare la relatività così come formulata da Einstein. Insomma, con questo lavoro ci si avvicina forse un po’ al sogno di una teoria unificata di tutte le forze”. Storia affascinante, quella dell’evoluzione dell’Universo: “sin dalla scoperta di Hubble nel 1929 – prosegue Rinaldi - sappiamo che l’universo è in espansione e che, in passato, era molto più piccolo, caldo e denso di quanto non sia oggi. Sino a qualche anno fa era dato per scontato che l’accelerazione fosse in realtà una decelerazione, perché l’intero contenuto di materia ed energia dell’universo agisce con una forza gravitazionale attrattiva frenante, secondo le leggi della relati-
vità generale presentate un secolo fa da Einstein, nel novembre 1915. Nel 1998 due team indipendenti - premiati con il Nobel nel 2011 - scoprirono, studiando il rapporto tra luminosità e distanza di certe supernove che, in realtà, l’espansione dell’universo è accelerata. Questo significa che alle più grandi scale la gravità si comporta come se fosse repulsiva o come se l’universo fosse permeato da un’entità, chiamata energia oscura, che esercita una pressione negativa e che costituisce il 68% dell’intera energia presente”. A rendere le cose ancora più intriganti vi è il fatto che l’accelerazione è un fenomeno relativamente recente nella storia cosmica, essendo iniziata circa 5 miliardi di anni fa, mentre l’età dell’universo è stimata intorno ai 13.8 miliardi di anni. Dal punto di vista sperimentale, l’Agenzia Spaziale Europea sta mettendo a punto il satellite Euclid, il cui lancio è previsto nel 2020: tra gli altri avrà il compito di misurare con accuratezza l’evoluzione recente delle strutture a grande
scala, come gli ammassi di galassie, permettendo una misura precisa e, si spera, decisiva, dell’energia oscura, la cui natura è oggetto di speculazione da quasi due decenni. Gli aspetti teorici di questa missione sono curati dall’Euclid Theory Science Working Group del quale Massimiliano è membro fondatore: “dall’esperienza quotidiana sappiamo che gli oggetti cadono verso il centro della terra per quella che chiamiamo comunemente forza di gravità. Questa forza è universale e attrattiva, come aveva già intuito Newton. I corpi materiali, dalla celebre mela che cade dall’albero sino alle galassie, interagiscono tra loro con una forza che diminuisce con il quadrato della distanza ma rimane sempre attrattiva. La scoperta del ’98 invece ci dice che, a grandissime distanze, i corpi smettono di attrarsi l’un l’altro ma è come se, al contrario, si respingessero, violando non solo la legge di Newton, ma anche le equazioni di Einstein, a meno di modificarle appositamente. L’esistenza della materia
oscura è ormai universalmente accettata. Ne misuriamo la presenza solo in modo indiretto, ad esempio osservando il modo anomalo con cui ruotano le galassie. Questa forma di materia è detta oscura proprio perché sente solo la gravità. Non riflette, ad esempio, la luce, e le sue particelle interagiscono pochissimo con quelle della materia ordinaria (protoni, neutroni ed elettroni). Sappiamo molto circa cosa la materia oscura non sia e pochissimo su cosa effettivamente sia. Io ipotizzo, insieme ad altri, che si tratti di uno o più tipi di particella elementare sconosciuta, ma solo gli esperimenti potranno dirci qualcosa in più”. Il percorso di Rinaldi è appena iniziato perché, come sempre in campo scientifico, ogni risposta genera nuovi interrogativi. “Ci sono ancora molti aspetti teorici rimasti da esplorare, ma non solo. Una qualsiasi teoria fisica dev’essere comprovata da esperimenti che, in campo cosmologico, si traducono in osservazioni. Quindi una parte del lavoro futuro consisterà nel ricavare previsioni sperimentali dalla teoria e confrontarle con le osservazioni, un’operazione complessa e per la quale coinvolgerò altri esperti”. Marcello Marchesini
Da mezzo secolo la Trattoria Ermes di via Ganaceto a Modena è uno dei ritrovi più ambiti dagli amanti della buona cucina modenese. E’ una trattoria classica, senza troppe pretese, con lunghi tavoli dove i clienti mangiano gomito a gomito e dove si siedono solo quando si libera un posto. Altrimenti si sta in piedi ad aspettare il proprio turno, possibilmente fuori, in quanto lo spazio interno è limitatissimo. A condurre il locale, dove si mangiano tagliatelle straordinarie e non solo, c’è Ermes: serve lui stesso i clienti a tavola mentre in cucina opera con sapiente maestria la moglie Bruna. Ebbene, la bontà d’animo e la generosità dell’uomo (premiato in diverse occasioni dalla Camera di Commercio ma anche dalle Accademie della Cucina e da Consorterie) hanno portato Ermes a sostenere e a condividere l’iniziativa dell’amico Romolo Levoni, poeta dialettale modenese ed esperto di tradizioni locali: sovvenzionare la scuola elementare missionaria di Soweto, alla periferia di Nairobi, in Kenia, la Famila Ya Ufarji. Un’iniziativa benefica che consente ai bambini di una barac-
L ’angolo di Cesare Pradella Un eter gabian
Angelo Giovannini
copoli, diversamente destinati all’abbandono e all’emarginazione, di frequentare la scuola. Questa storia bella e gratifi-
cante è stata raccontata dal collega giornalista Angelo Giovannini insieme a Romolo Levoni in un libro chiamato appunto Un eter
gabian (termine che in gergo significa sciocco, stupido), edito da Magellano e in vendita nelle librerie di Modena, Carpi, Reggio e
Bologna, ma anche direttamente nella trattoria di via Ganaceto. “La vita è una serie di incontri e se si è fortunati alcuni sono specia-
li – scrive Giovannini – e io questa fortuna l’ho avuta incontrando Ermes e Bruna ma anche Romolo con la moglie Carmen e per questo ho voluto rendere omaggio a due grandi persone rendendomi utile per inviare fondi per una scuola di Nairobi”.
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anno XVI - n. 43
Al mè dialètt...
a cura di
Massimo Loschi
Clarissa risponde
a cura di
Clarissa Martinelli clarissa.martineilli@radiobruno.it
Non ci resta che aiutarci reciprocamente Il tempo vola e i ricordi si affievoliscono ma volendo alcuni rimangono…
RICÔRD
RICORDI
I m’dišèn d’stêr luntan da quèl ch’è stêe, che d’ricôrd la pôêšia è già pina; mô in dal baùl sègrét dla bêla êtèe, i còvèn.... sêrt ricôrd mai scànšlèe. E gnanch è facil mèter a fógh artaj d’un têimp luntan, in figuri ch’s’incàvàlchèn tra di an ch’pêrèn fùmanêe: amigh, šógh, cursi; e... al prìm amór. A m’sèmbra, sê... a ricôrd, a manchêva al curag ed dirègh i sèntimêint e mè, a mè vdiva têrmêr trà pinsér e fantašìi ch’a n’gh’avrèv mai dìtt. I m’dišèn dè stêr luntan mô la pôêšia d’un ricôrd fà più alšér l’alma, sà piturêr al griš d’na sira sêinsa sòn, t’in viv... n’êla ed spèransa che cùmè in un gir d’giostra pôsa turnêrèn ancòr... anch sól in ‘na pìcòlà fètà ed na stagiôun pàsêda mò ch’éra bênêdètà.
Mi dicono di lasciare perdere ciò che è stato, che di ricordi la poesia né è già piena; ma nel baule segreto della bella età, covano certi ricordi mai cancellati. E nemmeno è facile mettere a fuoco ritagli di un tempo lontano, sono figure che si accavallano tra anni che sembrano annebbiati: amicizie, giochi, corse e… il primo amore. Mi sembra, si… ricordo, mi mancava il coraggio di dirgli di sentimenti ed io, mi vedevo tremare tra pensieri e fantasie che non gli avrei mai detto. Mi dicono di starne lontano ma la poesia di un ricordo fa più leggero l’animo, sa dipingere il grigio di una sera senza sonno, tiene viva… un’ala di speranza che come in un giro di giostra possa tornare ancora… anche solo in piccola parte di una stagione trascorsa ma che era benedetta.
Giovedì 26 novembre a san rocco, Mingardi racconta il suo percorso artistico e umano
Permette un ballo signorina?
Una serata di musica e parole per ripercorrere la grande carriera di uno tra i più noti cantautori italiani: sarà dedicata ad Andrea Mingardi, Permette un ballo signorina?, il sesto appuntamento de Una Serata a San Rocco, la rassegna di spettacoli gratuiti promossi da San Rocco Arte e Cultura, in programma giovedì 26 novembre, alle 21. Un appuntamento nel corso del quale il cantautore bolognese presenterà i suoi libri, intervallando episodi e aneddoti a interventi musicali. Un racconto d’autore dell’Emilia Romagna dagli Anni ‘50 ai giorni nostri, narrato dalla voce, dall’esperienza e dalle note di chi ha vissuto da testimone diretto un’indimenticabile stagione della musica italiana. Nel racconto di Mingardi, l’epopea di un gruppo di ragazzi che preferì la musica a un tranquillo impiego in banca. Una storia autobiografica, piena di swing, blues e rock ‘n’ roll, rullate, strofe in inglese maccheronico urlate nei microfoni, balere piene di turiste tedesche e balli scatenati. Bologna, all’inizio degli Anni ’60, era come tutte le altre città italiane nel dopoguerra: piena di ferite, con un lieve accenno di boom economico. La cultura americana offriva già le sue irresistibili lusinghe attraverso il cinema e la musica. Ammaliati dalla voce di Frank Sinatra o dal portamento
di Ava Gardner, tutti i ragazzi giravano per i portici della città sperando di essere notati da qualche talent scout. Fra quei giovani c’era anche Mingardi: calciatore in erba, scarsissimo studente di liceo, capì cosa avrebbe fatto nella vita ascoltando la radio e la ventata di novità che arrivava con la musica made in Usa. Aiutato dalla fortuna e dal suo talento, Mingardi diventò il cantante del Golden rock boys e si tuffò nella rivoluzione del rock ‘n’ roll, che fu cambiamento di gusti e di costumi. Una carriera ricca di incontri - Gianni Morandi, Mina, Guccini, Equipe 84, i Nomadi tra gli altri – che ha segnato uno dei periodi d’oro della musica italiana. Un imperdibile appuntamento nel quale Mingardi dialogherà con Pierluigi Senatore e sarà accompagnato, per gli interventi musicali, dal Maestro Maurizio Tirelli alle tastiere.
Cara Clarissa, per lavoro mi sposto spesso nel centro di Carpi; sotto i portici di San Nicolò ci sono persone di varie nazionalità (prevalentemente nordafricani) che bevono birre (abbandonando bottiglie dove capita), fumano e ti guardano in modo torvo se non abbassi gli occhi o non cambi strada. Parlo di pieno giorno, non la sera tardi. Ovviamente hanno tutti smart phone in mano che mantengono non è chiaro come; siccome a far spesa vado nei discount perché non navigo nell’oro, mi è capitato già due volte di vedere donne velate con bambini intorno pagare con buoni comunali. E ho immaginato che tra quegli uomini ci possa essere qualche marito di quelle donne e padre di quei bambini. Mi interessa capire se si facciano controlli e verifiche serie e come si proceda per stabilire a chi assegnare questi aiuti o se basti mettere al mondo molti figli e arrivare da Paesi lontani, con un reddito basso perché le donne non vogliono o possono lavorare, per godere di un welfare
più efficiente di quello che spetta a mio nonno con l’Alzheimer, contribuente italiano per 37 anni e costretto a dare tutta la pensione a una signora moldava che lo assiste. Barbara Ciao Barbara, raccolgo il tuo malcontento anche perché mi arrivano con frequenza mail non troppo diverse dalla tua anche da altre province, ma credo sia difficile per chiunque stabilire chi siano e dove siano i mariti delle donne che hai visto pagare con buoni comunali. Le informazioni che ho ottenuto dai Servizi Sociali di Carpi si riferiscono a buoni pasto forniti col Bando Anticrisi e altri erogati alle persone indigenti in esercizi accreditati: non vengono più distribuite risorse
economiche a chi chiede aiuto, ma vengono appunto canalizzate sull’acquisto di beni di prima necessità. Persone che stazionano per strada in orario di lavoro, spesso con bottiglie o lattine in mano, vengono segnalate in tutte le città e non è facile intervenire in assenza di reati, così come è tutt’altro che banale far rispettare fogli di via quando si tratta di stranieri irregolarmente in Italia e di conseguenza senza lavoro. Non basta certo uno sguardo torvo per far intervenire le Forze dell’Ordine. Sono problemi irrisolti e annosi; l’auspicio è che gli aumentati controlli dopo gli attentati di Parigi possano rendere più sicure le nostre città. Non ci resta che osservare e aiutarci reciprocamente, avvisando le Forze dell’Ordine quando necessario. L’opportunità e le modalità degli aiuti attengono a scelte politiche.
Domenica 22 e lunedì 23 novembre, alle 20,30, al Cinema Ariston di San Marino, proiezione del film Taxi Teheran di Jafar Panahi
Domenica 22 novembre, alle 15, a San Marino, proiezione del film Ooops! Ho perso l’arca
Uno spaccato d’Iran
Il cinema dei ragazzi
Un taxi si aggira per le vivaci e colorate strade di Teheran. Diversi passeggeri si alternano a bordo dell’auto e ognuno di loro, intervistato dall’autista che è il regista stesso, esprime candidamente il proprio punto di vista e racconta di sé. La fotocamera fissata sul cruscotto cattura così lo spirito della società iraniana raccontandolo in un viaggio divertente quanto drammatico... Il film è mirabile metafora della prigionia artistico/intellettuale a cui è costretto Jafar Panahi dal 2010: da quell’abitacolo si ascolta, osserva ed elabora l’Iran di oggi, contraddittorio e martoriato, perennemente inquieto. In Taxi Teheran, lontano dall’essere film pretestuoso e a tema, si avverte il talento puro e profetico del 55enne autore iraniano, intatto nonostante la tragedia che sta vivendo. Un triplice salto visivo da un unico punto di vista, una poesia che accarezza l’Arte e la Libertà. Da non perdere.
Dave è un Nasocchione alla ricerca di nuovi luoghi dove vivere con il figlio Finny che vorrebbe invece un po’ di stabilità. Arriva però il momento di mettersi in coda, senza certificazione, per salire sull’Arca visto che i primi segnali del diluvio si sono già avvertiti. Ecco allora che i due cercano di camuffarsi per salire insieme alle regolarmente certificate Musone Hazel con la figlia Leah. L’escamotage funziona ma ben presto i due cuccioli si ritrovano, senza esserne consapevoli, su una struttura di sostegno dell’imbarcazione... proprio mentre questa sta partendo. Non si può dire che rimangano a terra perché l’acqua sta progressivamente invadendo tutto il pianeta…
libri da non perdere Il manuale del leccaculo Di Richard Stengel Probabilmente è stato Satana il primo adulatore della storia ma certo oggi l’uomo non è secondo a nessuno. D’altronde, come Il manuale del leccaculo dimostra, l’adulazione fa parte del nostro patrimonio genetico ed è un comportamento che ci ha aiutato a sopravvivere fin dalla preistoria. Richard Stengel illustra quest’arte con ironia e ricchezza di documentazione,
partendo dai nostri progenitori e attraversando la storia di religioni e civiltà: dall’amore per il Dio geloso dell’Antico Testamento agli appassionati biglietti che una collaboratrice della Casa Bianca indirizza al presidente degli Stati Uniti, da Platone al mondo medievale dei trovatori, la cui indelebile traccia informa il nostro moderno discorso amoroso. E poi Machiavelli e Castiglione, Washington e
Franklin, passando per Lord Chesterfield sino ad arrivare a Dale Carnegie (il nume tutelare di ogni buon venditore americano). Già dalle prime battute, non a caso dirette al lettore, l’adulazione viene messa a nudo tanto da potersi riassumere in un’agile, ma utile, summa di precetti (e chi potrebbe dire di non averne mai avuto bisogno?). Avversata come un male oppure onorata quale scienza del buon vivere – questo il messaggio indulgente e ironico dell’autore – quasi sempre, e per fortuna, la lusinga è un inganno inoffensivo, un delitto senza vittime che finisce solo per far sentire meglio chi la porge e chi la riceve.
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“Il vero potere non ha bisogno di tracotanza, barba lunga, vocione che abbaia. Il vero potere ti strozza con nastri di seta, garbo, intelligenza”.
Oriana Fallaci
A cento anni dalla loro creazione tornano a Ferrara i rari capolavori metafisici che Giorgio de Chirico dipinse nella città estense tra il 1915 e il 1918. La mostra, organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte e dalla Staatsgalerie di Stoccarda in collaborazione con l’Archivio dell’Arte Metafisica e curata da Paolo Baldacci e Gerd Roos celebra questa importante stagione dell’arte italiana e documenta la profonda influenza che queste opere ebbero su Carlo Carrà e Giorgio Morandi, e poco dopo sulle avanguardie europee del dadaismo, del surrealismo e della Nuova oggettività. Quando l’Italia entra nella prima guerra mondiale, de Chirico e suo fratello Alberto Savinio lasciano Parigi per arruolarsi e alla fine di giugno del 1915 vengono assegnati al 27° reggimento di fanteria di Ferrara. Il soggiorno nella città emiliana determina cambiamenti profondi, tanto nella pittura di Giorgio e nei temi ispiratori dei suoi quadri quanto nelle creazioni di Alberto, che a Ferrara abbandona la musica per dedicarsi solo alla scrittura. Travolto da un’ondata di romantica commozione di fronte alla bellezza della città e
A Ferrara, a Palazzo dei Diamanti, dal 14 novembre al 28 febbraio, tornano i rari capolavori metafisici che Giorgio de Chirico dipinse nella città estense tra il 1915 e il 1918
Metafisica e avanguardie al ritmo sospeso della sua vita, de Chirico la rende protagonista di alcuni dei suoi dipinti più famosi, nei quali il Castello Estense o le grandi piazze deserte e senza tempo svolgono un ruolo di magica affabulazione (I progetti della fanciulla, 1915, Il grande metafisico, 1917, Le Muse inquietanti, 1918). Nella pittura ferrarese stanze segrete dalle prospettive vertiginose fanno da sfondo agli oggetti più strani o più comuni che l’artista individuava nelle sue esplorazioni tra i vicoli del ghetto e su pavimenti in fuga verso l’orizzonte, tra rosse quinte teatrali che mimano edifici del Rinascimento, sciolgono il loro canto malinconico i grandi manichini senza volto (Il Trovatore, 1917, Ettore e Andromaca, 1917). Le tele si accendono di un cromatismo intenso, dai vani delle finestre si intravedono scorci di architetture, i quadri nel quadro propongono l’eterna sfida tra realtà e illusione, e gli agglomerati di scatole con carte geografiche mute, biscotti, strumenti da disegno e di misurazione, anticipano le accumulazioni scultoree dadaiste: oggetti isolati dal loro contesto e riassemblati per evocare nuovi
appuntamenti Teatro CARPI
20 e 21 novembre - ore 21 22 novembre - ore 16 Stagione Prosa Decamerone vizi, virtù, passioni Liberamente tratto dal Decamerone di G. Boccaccio Con Stefano Accorsi e Silvia Ajelli, Salvatore Arena, Silvia Briozzo, Fonte Fantasia, Marino Nieddu Regia di Marco Baliani Teatro Comunale Attori da vicino Conversazioni amichevoli condotte da Sara Gozzi Gli attori soddisferanno curiosità su opera, backstage e lavoro di messinscena 21 novembre - ore 17.30 18
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Conversazione con Stefano Accorsi e la Compagnia a proposito di Decamerone vizi, virtù, passioni Ridotto del Teatro
Mostre CARPI
Fino al 22 novembre La reinvenzione del violoncello Partiture classiche tra musica e immagini Mattia Cipolli, violoncello Giovanni Franzoi, video Giulio Zanet, opere su tela Spazio Meme Fino al 22 novembre Arriva la Pimpa Progetto promosso da Franco Cosimo Panini Editore a cura di Hamelin
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significati e suscitare nello spettatore un senso di straniamento. La mostra, la prima in senso assoluto dedicata all’indagine e all’approfondimento delle peculiarità artistiche e culturali di questo periodo cruciale per l’arte italiana ed euro-
Associazione Culturale Sala Estense di Palazzo dei Pio Fino al 30 novembre L’umorismo ai tuoi piedi Personale di Valerio Marini O&A Centro Affari Fino al 6 gennaio Costruire il Tempio Alla ricerca del progetto di B. Peruzzi per la Collegiata di Carpi Curatori: Andrea Giordano, Manuela Rossi, Elena Svalduz Musei di Palazzo dei Pio Fino al 6 gennaio Tutti invitati! Tavole povere, tavole imbandite Curatela e testi: Natascia Arletti in collaborazione con Manuela Rossi Museo della Città
pea, presenta la più completa rassegna dei capolavori dipinti da de Chirico e Carrà nel 1917 a Villa del Seminario, l’ospedale psichiatrico militare per la cura delle nevrosi di guerra, dove i due artisti furono ricoverati nella primaveraestate del 1917, e dove svilupparono un intenso sodalizio di lavoro. Per la prima volta dopo quarantacinque anni si potranno ammirare, allestiti uno accanto all’altro, gli originali dei grandi manichini di Giorgio de Chirico del 1917-18 insieme alla serie quasi completa delle opere metafisiche di Carrà: Il gentiluomo briaco, Composizione TA, Penelope, Natura morta con la squadra, La camera incantata, Solitudine, Madre e figlio, Il dio ermafrodito, L’ovale delle appa-
rizioni, Il cavaliere dello spirito occidentale e Il figlio del costruttore. Altrettanto importante è la presenza di Giorgio Morandi, il cui percorso verso la sospensione metafisica e il realismo magico è documentato da un ristretto gruppo di tele realizzate tra il 1916 e il 1919: dalla famosa “natura morta rosa” fino a quelle coi busti di manichino e con i vasi sul tavolo rotondo del 1919. Attraverso poche ma essenziali opere di Filippo de Pisis, il primo e più fedele compagno ferrarese di de Chirico, possiamo seguirne il singolare percorso che sviluppa una visione personale della metafisica, dai primi collage dadaisti fino alle opere degli anni Venti, dense di citazioni dalle opere dell’amico (Natura morta accidentale, 1919-20, I pesci sacri, 1926, Natura morta con gli occhi, 1923). L’influenza capillare della pittura metafisica sulle avanguardie europee del dopoguerra è documentata da una serie importante di opere di Man Ray, Raoul Hausmann, George Grosz, René Magritte, Salvador Dalí e Max Ernst, che realizzarono straordinari capolavori ispirati ai temi e alle iconografie ferraresi di de Chirico e Carrà. Il percorso espositivo, che comprende oltre settanta opere provenienti dai principali musei e collezioni di tutto il mondo, ha il suo fulcro nelle tele realizzate da de Chirico nella stretta forbice temporale degli anni ferraresi. Scandita in sezioni cronologico-tematiche, la rassegna è arricchita da una selezione di dipinti, ready made, acquerelli, disegni, collage e fotografie degli artisti che si ispirarono al maestro italiano, nei quali sarà possibile leggere sorprendenti riprese e citazioni.
Fino al 30 gennaio Volti e storie dalla primavera araba Mostra fotografica di Aldo Soligno A cura di Renza Grossi e Gabriele Bartoli Sala espositiva Biblioteca Loria
per bambini 1-2 anni Biblioteca il Falco Magico
Eventi
23 novembre - ore 21 Divided Heaven (Usa) Circolo Arci Mattatoyo
CARPI 20 novembre - ore 21 Concerto della Carpi Sax Orchestra Direttore M° Simone Valla Centro Gorizia 21 novembre - ore 17 Tante storie in concerto Musiche, parole e canto con Giovanna Pezzetta La Linea armonica
21 novembre - ore 18.30 Presentazione del libro La vigna e il leone Di Francesco Maria Feltri Libreria La Fenice
26 novembre - ore 18 Presentazione del libro Adìo fasésta Di Francesco Silingardi Libreria La Fenice 26 novembre - ore 21 Permette un ballo signorina? Parole e musica con Andrea Mingardi Con Pierluigi Senatore Auditorium San Rocco
Dopo l’Orlando furioso di Ariosto e il Principe di Machiavelli, Marco Baliani e Stefano Accorsi completano la trilogia Grandi italiani. Se davvero le storie servono a rendere il mondo meno terribile, a immaginare altre vite, diverse da quella che si sta faticosamente vivendo, allora è giusto ascoltarle, riflettere sui loro contenuti e sulla loro incredibile attualità. Nel Decamerone ci si sposta da Firenze verso la collina e lì si inizia a raccontare. La città è appestata, servono storie che facciano dimenti-
care, storie di amori erotici, furiosi, storie grottesche, paurose. Oggi a essere appestato è il nostro vivere civile che non è così dissimile da quello ritratto dal Boccaccio, le cui storie, anche se sembrano buffe, mostrano un’amarezza lucida che risveglia di colpo le coscienze. Perché vederlo? Un classico della letteratura del nostro paese, che conferma il sodalizio tra Marco Baliani e Stefano Accorsi, da tempo ormai impegnati nella valorizzazione dei Grandi Classici.
Il 20 e 21 novembre alle 21 e il 22 novembre alle 16, al Teatro Comunale di Carpi arriva Decamerone vizi, virtù, passioni, con Stefano Accorsi
Tra vizi e virtù
7.8.Novecento - Dal 20 al 22 novembre ModenaFiere ospita la ventinovesima edizione del Gran Mercato dell’Antico. La novità 2015 è un terzo padiglione dedicato a “Vintage! La moda che vive due volte”, dove rivivono capi unici che hanno fatto epoca, simboli dello stile di un tempo
Modena capitale dell’antico e del vintage Ne basta uno solo per arredare una casa intera. Il pezzo raro, introvabile, il monile proveniente da epoche lontane, oppure l’oggetto pop da collezionare e custodire con gelosia. Per chi è a caccia del mobile o del complemento d’antiquariato e modernariato, l’appuntamento è a 7.8.Novecento, il Gran Mercato dell’Antico che da quasi 30 anni richiama visitatori, appassionati ed estimatori del passato in programma in programma dal 20 al 22 novembre a ModenaFiere. La manifestazione, giunta alla ventinovesima edizione, è organizzata direttamente da ModenaFiere e richiama ogni anno migliaia di curiosi, ma anche collezionisti a caccia di tesori: oggi, infatti, i pezzi rari si riaffacciano sul mercato con costi notevolmente più bassi rispetto agli standard di soli 10 anni fa. Con 20.000 mq di esposizione articolati sui tre padiglioni della fiera e nel grande atrio centrale, la manifestazione accoglie oltre 300 antiquari italiani e stranieri. Qui statue antiche, sontuosi mobili vittoriani, troumeau settecenteschi, gioielli d’altri tempi convivono con il modernariato più pop. Un format volutamente eclettico per un pubblico che apprezza la pluralità di proposte per tutte le tasche. Grazie alla formula espositiva, che prevede anche momenti dediMondi Arabi Sguardi e voci dalla primavera araba alla realtà attuale Rassegna cinematografica, letture e incontri Programma 21 novembre - ore 21 Auditorium Biblioteca Loria Timbuktu proiezione del film di Abderrahmane Sissako preceduta dalla presentazione di Giuseppe Gariazzo, esperto di cinema africano e arabo a cura di Cinema del Carbone 6 dicembre - ore 17.30 Sala periodici Biblioteca Loria Un mondo dove soffia un vento di libertà Letture da Tahar Ben Jelloun, Jasmina Khadra, Kamel Daoud, Azza Filali, Hanan al-Shaykh A cura dei Lettori volontari
cati allo scambio tra espositori e commercianti, la manifestazione è diventata un punto di riferimento per gli operatori del settore e per i neofiti. Tra gli stand spiccano le nuove tendenze dell’antico, come lo shabby chic (letteralmente trasandato elegante) uno stile sempre più amato. I mobili shabby chic non hanno una forma particolare, come per diversi stili di arredamento, ma una colorazione ben definita: sono antichi (o fintamente antichi) ridipinti di chiaro, rovinati. I segni di usura danno un’aria romantica all’arredamento, ma anche un po’ trasandata: l’effetto d’insieme, però, è molto curato nei particolari. La tecnica utilizzata per dare ai mobili un aspetto shabby è il decapè che risale all’epoca di Luigi XV e Donare voci Ideazione e regia di Elisa Lolli Al termine aperitivo offerto da Cookies bar 14 gennaio - ore 21 Auditorium Biblioteca Loria Islam e democrazia Incontro con Fariah Sabahi, scrittrice Conduce Pierluigi Senatore, giornalista di Radio Bruno 30 gennaio - ore 21 Auditorium Biblioteca Loria Solo bagaglio a mano Il mondo arabo raccontato da Gabriele Romagnoli, scrittore e giornalista Genitori in Regola Percorso formativo di approfondimento per genitori sul tema della gestione di regole e responsabilità Programma Tutti gli incontri hanno inizio
agli arredi che vanno dagli Anni Sessanta agli Anni Ottanta. A 7.8.Novecento si possono trovare tutti i maestri del 900, da Achille Castiglioni agli Eames, da Gaetano Pesce a Ettore Sottsass, autori di pezzi cult tuttora omaggiati e copiati, come la famosissima lampada Arco di Castiglioni (1962), la poltrona Elda di Giò Colombo (1964), la Bubble Chair di Eerno Arnio (1968), o ancora la libreria Carlton di Sottsass (1981), tutti pezzi che continuano a essere in produzione, ma per i veri appassionati la sfida è trovare
consiste nel decorare l’oggetto lasciandone intravedere il colore del legno sottostante. I giovani che arredano la prima casa, poi, sono molto interessati al modernariato, in particolare alle 20.30 Le serate saranno condotte da Marco Maggi, consulente educativo e formatore 26 novembre Trasgredire alle regole: punizioni e sanzioni La relazione educativa come mezzo per veicolare le regole 3 dicembre Le regole discrezionali in famiglia Mediare e concordare in una relazione collaborativa in famiglia Auditorium Biblioteca Loria Concerti d’autunno L’arte della chitarra Programma 22 novembre - ore 17 Concerto N°3 Paul Galbraith, chitarra 29 novembre - ore 17 Concerto N°4
quelli originali. Non mancano anche stand dedicati ai libri e alle stampe dal ‘400 al ‘900, con proposte di espositori provenienti da tutta Italia specializzati nel settore. Da Durer a Picasso, a Mirò, Stefano Grondona, chitarra Sala delle Vedute di Palazzo Pio Ora d’arte Programma 22 novembre - ore 17 Il Duomo di Carpi, modelli tra l’antico e San Pietro Interviene: GianMario Guidarelli, Università di Padova 6 dicembre - ore 17 Ricostruire il Duomo. Modelli reali, modelli virtuali, prototipi solidi Interviene: Andrea Giordano, Università degli Studi di Padova Musei di Palazzo dei Pio I Pomeriggi della Salute Programma 2 dicembre Come mantenersi in forma e allenare la memoria
da incisioni d’autore ad antiche cartine geografiche, da vedute a stampe decorative: i visitatori potranno trovare a 7.8.Novecento testi ormai non più in commercio, ma anche pregiate edizioni d’arte. Questa edizione, poi, è arricchita da una novità racchiusa in una sola parola: vintage. Nei tre giorni di manifestazione i visitatori possono visitare – con un unico biglietto - Vintage! La moda che vive due volte, la 19esima edizione del salone mercato organizzato da Romagna Fiere, che si svolge tradizionalmente a Forlì, ma che per l’occasione fa tappa a Modena. Il salone racconta il periodo che va dagli Anni ’20 agli ’80, con la moda, il modernariato, gli articoli da collezionismo, i profumi, i capi sartoriali dell’epoca, i pezzi di design, ma anche gli oggetti d’uso quotidiano in quei decenni. Oltre ai numerosi stand degli espositori, vengono proposti una serie di eventi e iniziative: dalle mostre dedicate a il Cappotto. Il caldo elegante racconto di un secolo e Gli anni della TV, dal ballo alla musica live, dallo spettacolo di burlesque fino a un suggestivo Eco-Corner dove il riciclo diventa design, arredo e forma d’arte. 7.8.Novecento è aperta al pubblico a ModenaFiere (viale Virgilio 70/90) da venerdì 20 a domenica 22 novembre con orario continuato dalle 10 alle 19. Relatrice: dottoressa Vanda Menon, medico geriatra Circolo sociale Cibeno Pile Gruppo fotografico Grandangolo Programma 24 novembre Concorso interno Il Brocco e il Broccolo: Bazzano Visione e commento delle foto Una giuria giudicherà le immagini in altra serata a porte chiuse Sede Gruppo fotografico Grandangolo 1° dicembre - ore 21 Silenzio d’autore di Omar Lorenzoni 22 dicembre Serata Sebastiao Salgado con panettone finale Sede Gruppo fotografico Grandangolo
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Carpi - Nella sfida interna contro il Chievo Verona, Mister Castori potrà fare affidamento su Marco Borriello, rientrato dopo lo sconto di una giornata di squalifica e Mbakogu recuperato
CARPI FC 1909
Il Carpi completata la rivoluzione societaria, iniziata con il ritorno al timone di mister Fabrizio Castori, si prepara ad affrontare il proprio destino nella delicata sfida casalinga col Chievo Verona. Si tratta di un cambio di rotta in corsa per la compagine emiliana che si può riassumere in un ritorno agli “uomini dell’impresa” impreziositi dalla presenza del nuovo Ds Giancarlo Romairone capace di conquistare la fiducia del patron biancorosso Stefano Bonacini ridandogli al contempo quell’entusiasmo a stento celato nella conferenza di presentazione dell’ex dirigente di Spezia e Pro Vercelli. Nato a Genova nell’aprile del 1970, Romairone come calciatore ha vissuto una lunga e prolifica carriera da attaccante caratterizzata da 106 reti in 427 presenze tra Serie C2 e campionato cadetto, incrociando il proprio destino con Castori nella stagione 2000/01 vincendo il campionato e guadagnandosi la promozione in Serie C1 con la maglia del Lanciano. Appese le scarpe al chiodo all’età di 36 anni, Romairone decise di rimanere nel mondo del calcio intraprendendo la carriera dirigenziale ripartendo dal dilettantismo Mister Fabrizio Castori suona la carica e i suoi fedelissimi rispondono. Dopo un inizio di stagione a dir poco travagliato, costellato di infortuni e dissidi con la vecchia dirigenza, la pantera nigeriana è pronta a tornare a ruggire. Un Carpi con lo sguardo volto al futuro (prossimo) ma tatticamente legato al passato con i reparti tutti molto stretti e compatti fra loro con la punta centrale con il gravoso e sfiancante compito di dover reggere tutto il peso dell’attacco biancorosso dando al contempo verticalità alla manovra. Un indentikit che pare mal calzare alle caratteristiche di Marco Borriello mentre al contrario ha saputo esaltare e consacrare nel calcio che conta l’ariete nativo di Lagos. Sono solo quattro le presenze stagionali di Mbakogu totalizzate sinora, di cui una in Coppa Italia, nelle quali mai è riuscito
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Il Chievo sulla strada del nuovo Carpi del ds Romairone Marco Borriello
a segnare anche se il momentaneo 1-1 di Palermo, attribuito al difensore rosa nero Vitiello, è gran parte merito della sua incredibile progressione e del suo conseguente velenoso tirocross che indusse all’errore il difensore siciliano. Troppo poco per un giocatore capace nelle due stagioni precedenti in biancorosso di mettere a segno 22 reti in 55 presenze ritagliandosi il ruolo di “uomo copertina” della squadra emiliana. Didier Drogba come modello da inseguire e la nazionale nigeriana come sogno, con il Chievo nel mirino. Da questi punti fermi (ri)parte la stagione di Jerry Mbakogu sul quale i tifosi contano per continuare a sperare che il sogno salvezza possa diventare l’ennesima impresa impossibile sotto la guida del patron Stefano Bonacini. Enrico Bonzanini
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e rifiutando ruoli di secondo piano in squadre più blasonate. Le sue qualità non rimasero nascoste e la grande occasione gliela offrì la Pro Vercelli (nella quale militò da calciatore nella stagione 89/90 segnando 11 reti) in Lega Pro: lo chiamò a costruire la squadra che poi, ironia della sorte, conquistò la promozione in Serie B vincendo la finale play off proprio a scapito del Carpi. EsorGiancarlo diente assoluto Romairone in Serie A, una categoria soltanto sfiorata da dirigente nella passata stagione con il “suo” Spezia fermato ai play off dall’Avellino, a lui si chiede di valutare, in poco più di un mese, la rosa attualmente a disposizione per poter poi, nella sessione invernale di calciomerca-
to, trovare i palliativi per consentire a mister Castori e al suo staff di lottare ancora per la salvezza. Per quanto riguarda il campo, il Carpi nella sfida interna contro il Chievo Verona, attualmente al quattordicesimo posto in classifica a quota 13 punti, dell’ex Roberto Inglese, non potrà accontentarsi di un pareggio bensì dovrà tentare a tutti i costi di cogliere l’intera posta in palio. Castori vede l’infermeria svuotarsi e, grazie anche alla settimana di sosta, potrà riabbracciare Marco Borriello (rientrato dopo lo sconto di una giornata di squalifica) e Jerry Mbakogu finalmente recuperato e a disposizione dopo un inizio di stagione tormentato da acciacchi e infortuni. Enrico Bonzanini
Riparte la stagione di Jerry Mbakogu sul quale i tifosi contano per continuare a sperare nel sogno salvezza
Scocca l’ora Mbakogu Jerry Mbakogu
Basket Promozione - La Centro Lattonieri batte il Reggiolo 62 a 48
Vittoria biancorossa Torna alla vittoria la Carpine di Sergio Morettin con una buona prova di squadra. Partenza con gli ospiti in palla che dalla media segnano con alta frequenza e Carpi fa un po’ fatica a carburare. Poi, nella seconda frazione, i padroni di
Vittoria doveva essere e vittoria è stata. E la Cec ha portato a casa il proprio obiettivo in modo perentorio conducendo l’incontro con l’ostica Massa dall’inizio alla fine. Coach Molinari schiera i suoi con Bertazzoni e Ghelfi in diagonale principale, Bellei e Cordani schiacciatori, Luppi e Miselli al centro con Trentin libero. Massa scende in campo con Cannistrà opposto all’esperto palleggiatore Masini, Lotito e Riviera in posto 4, Nannini e Colombini centrali e Grassini libero. La Cec parte subito forte trascinata da Bellei, infermabile in attacco e che riesce a prendere anche il muro del 13-11 su Cannistrà. Cordani mette a segno un super Pallavolo femminile Serie C Gsm Città di Carpi non lascia scampo al Magreta
Vittoria netta Vittoria netta per la GSM Città di Carpi, al ritorno alla Palestra Gallesi dopo due trasferte consecutive. Mister Furgeri parte col sestetto che ha dato più garanzie nell’ultimo periodo, con Galli in regia, Corsi opposto, Pini e Bulgarelli di banda, Faietti e Campana al centro. A comandare la difesa il libero Dallari, anche se non in perfette condizioni. La gara parte all’insegna dell’equilibrio e le ragazze di Magreta riescono a tenersi in gara, ma da metà del primo set, arriva il gap che porta la Gsm al comando. Il ritmo si alza e il doppio cambio con l’innesto di Capitan Garuti e Bellentani porta la squadra a chiudere 25-18. Nel secondo il sestetto la squadra gioca in scioltezza, le modenesi non reggono il ritmo e in pochi minuti termina il parziale 25-10, chiuso con un attacco di Cristina Corghi subentrata a Bulgarelli. Nel set successivo prova di orgoglio di Magreta che parte forte portandosi fino a 14-12, ma la Gsm ricomincia a macinare, gli innesti di Tagliavini e Garcia, oltre a quello in difesa del secondo libero Fogliani, fanno il resto e chiudono 25-19. Tre punti importanti per rimanere attaccati al trenino delle prime, in vista anche della difficile di sabato a San Damaso.
casa alzano il ritmo difensivo e non permettono conclusioni facili ai reggiani, mentre dall’altro lato del campo Losi dalla lunga e Solera sotto canestro creano il gap di 11 lunghezze. Dopo la pausa, equilibro tra le formazioni con i ragazzi di No-
tari che trovano 11 punti da Bosi, mentre Carpi va a segno con un ottimo Roberto Piuca. Nell’ultima frazione i carpigiani si adagiano sugli allori e si fanno rimontare fino al -6, ma Malagoli e Meschiari ricacciano indietro le velleità degli
ospiti e portano a casa i due punti. Ben quattro giocatori in doppia cifra per Carpi, simbolo di una buona suddivisione dei compiti in campo e di un buon apporto dalla panchina. Migliore in campo: Roberto Piuca.
Luppi e Miselli a piazzare nuovamente il break che porta avanti la Cec dopo il 20 con Cordani che attacca
e chiude il set 25-20. Il terzo parziale scorre molto più lineare con Trentin e compagni che spingono in battuta ottenendo ottimi risultati (10-4 e 17-9). Set e partita si chiudono con il muro di Miselli su Agostini per il 25-16. La Cec torna così a riconquistare tre punti e morale in vista della trasferta in Sardegna a Sant’Antioco di sabato.
Pallavolo maschile Serie B - Cec perentoria contro l’ostica Massa, battuta 3 a 0
Tris d’assi
turno al servizio piazzando due ace e portando la Cec fino al 19-11. Una battuta in salto sbagliata di Lotito regala sette palle set ai ragazzi di Molinari (24-17) che però si incep-
pano e rischiano la beffa facendo rientrare gli avversari fino al 24-23 a suon di errori. Ci pensa Cordani a chiudere con l’attacco del 25-23. Il secondo set nasce sotto il
segno di Miselli che con un primo tempo e un muro sigla il 4-1. L’errore in attacco di Cannistrà permette alla Cec di allungare fino al 7-2 e due ace in salto di Bellei sono per il 12-6. Due errori dei carpigiani permettono ai toscani, trascinati da Cannistrà, il rientro 18-18. Sono i centrali carpigiani
Pallavolo Maschile Serie C
Successo bissato Bella vittoria esterna per i giovani di casa Universal che bissano il successo di sette giorni fa ottenuto nell’anticipo della settima giornata. L’As Corlo Sasco è stato infatti battuto col risultato di 1 a 3. Ottime prove dei laterali Lombardi, Baraldi e Gianserra.
Pallavolo femminile Serie A - Sbancato il PalaBanca in rimonta al tiebreak
Grande colpo a Piacenza Coach Alessandro Beltrami schiera il suo sestetto con Ferretti in cabina di regia, Diouf opposta, capitan Di Iulio e Horvath in posto quattro, Heyrman e Folie al centro con Arcangeli libero. Per Piacenza c’è Ognjenovic al palleggio con Sorokaite opposto, Marcon e Meijners sono le bande, Bauer e Belien i centrali con Leonardi libero. Due punti di Diouf aprono il parziale, poi l’errore di Bauer regala il 3-0 a Modena. La capitana delle padrone di casa regala il primo punto e Piacenza ricuce sfruttando buone soluzioni in battuta. Al time out tecnico è avanti la formazione padrona di casa 12-10 sulla battuta out di Diouf, poi è la stessa opposta che si mette in luce a muro fermando Marcon per il contro sorpasso sul 15-14 e mettendo a terra il successivo pallone che spinge coach Gaspari a fermare il gioco. Due muri consecutivi di Piacenza regalano il 19-17 e allora il coach modenese ferma il gioco. C’è ancora un punto in attacco di Meijners e l’invasione a rete di Folie prima che la centrale firmi il muro del 21-18. Le tre lunghezze prese da Piacenza, però, sono decisive perché coach Beltrami si
gioca tutto buttando dentro al servizio Rivero per Heyrman. La battuta in salto della giocatrice bianconera, però, termina in rete e il set si chiude 25-22 per le padrone di casa. Nel secondo set equilibrio in avvio, Sorokaite fa 5-4 al termine di un lungo scambio chiuso con un bel pallonetto lungo, ma Modena risponde colpo su colpo. Il set arriva al time out tecnico sul 12-10 firmato Marcon, coach Beltrami lancia allora Scuka in campo per Di Iulio, ma c’è ancora il punto di Belien per il +3. Modena, ricuce e sorpassa 14-15 con Horvath. Time out Piacenza che poi risponde pallone su pallone, ma Sorokaite pesta la
riga da seconda linea ed è 17-19. Cambia tutto quando Diouf attacca out per il 20-19, poi sprint finale in totale equilibrio. Modena ha due set point, le padrone di casa annullano il primo, Diouf cerca l’attacco profondo, ma non lo trova e si va ai vantaggi con le bianconere che chiudono grazie all’attacco out di Sorokaite e alla piazzata sul fondo del campo di Horvath per il 24-26. Nel terzo set, Beltrami conferma in sestetto Scuka e si riparte in pieno equilibrio. Modena fatica a passare in attacco e anche nel muro-difesa non riesce più a contrastare le padrone di casa che arrivano a 22-12. Si giunge al 23-20 dopo tanti contrat-
tacchi vincenti e un contrasto a rete vinto da Ferretti su Meijners. La schiacciatrice olandese, però, servita da Ognjenovic trova i due attacchi che regalano a Piacenza il set 25-21. Nel quarto parziale l’ace di Heyrman vale l’1-4 che poi Meijners ricuce. L’olandese regala il sorpasso sul 7-6, ma c’è subito la risposta bianconera. Entra Melandri per Bauer e c’è la pipe di Horvath per il +3. Lo strappo ritorna quando Di Iulio mette a terra due palloni consecutivi per il 15-18, time out ancora per coach Gaspari poi dal servizio Diouf regala una free ball a Modena che converte in fast Heyrman. Bianconere avanti di quattro, ma una disatten-
zione e un attacco out della stessa belga riportano a -2 le padrone di casa e allora è coach Beltrami a fermare tutto. E’ un finale punto a punto con il nuovo strappo targato Liu•Jo fino al 19-22 poi Meijners produce l’ultimo sforzo arrivando al sorpasso sul 23-22 e poi al match ball sul 24-23. Diouf fa 24-25 e poi mura la stessa olandese al termine di un’azione incredibile. Primo tiebreak stagionale per le bianconere che si apre con il punto di Heyrman seguito da quello di Meijners. Modena conduce le danze e va 5-3 sull’attacco out di Sorokaite ma concede un paio di evitabili invasioni a rete che mantengono le rivali a contatto. Pareggio a cinque con l’attacco di Belien poi lo strappo che porta al cambio campo con i punti in sequenza di Folie ed Heyrman, con due muri. Ancora Meijners e Belien per il -1 poi sale in cattedra una Horvath che diventa devastante sui palloni più pesanti: pipe del 7-9, attacchi dell’8-12, 9-13 e 10-14. Al primo match point Diouf attacca a tutto braccio, Piacenza in qualche modo difende, ma Melandri spinge in rete il bagher di secondo tocco che può far scattare la festa delle bianconere. Prossimo appuntamento domenica 29 novembre, alle 18, presso il PalaPanini di Modena, fra Liu•Jo Modena e Pomì Casalmaggiore.
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Pallamano Serie A - Terraquilia supera nel derby la United Bologna 31 a 26
Esordio vincente al palazzetto di Cavezzo
Esordio vincente al Palazzetto di Cavezzo per Terraquilia Handball Carpi che supera nel derby la United Bologna col punteggio di 31 a 26. Una gara passata per più di trenta minuti in svantaggio con i biancorossi sorpresi dalla vena realizzativa di Bologna, capace di sfruttare un’irriconoscibile difesa carpigiana spesso colta impreparata e incapace di proteggere gli estremi difensori carpigiani Rossi e Jurina perforati a ripetizione. Bologna tocca il +5 sul 10-15. E’ una parata miracolosa di Jurina su Montalto a svegliare gli animi carpigiani che, trascinati da un rumoroso e coloratissimo pubblico, trovano il -3 con le reti di Sperti e Vaccaro. Soltanto i nazionali tengono in piedi Terraquilia, dal punto di vista realizzativo, consentendole di chiudere il parziale sul 12-15 contenendo i danni. La ripresa inizia con tutt’altro piglio da parte degli uomini di Sasa Ilic
to Kandem quando il cronometro tocca il ventesimo della ripresa. Ultimi dieci minuti di sofferenza per Basic e compagni ma difesa padrona del campo e grazie alle reti di Parisini e Nardo il sipario cala sul derby emiliano. Bologna legittima la propria ottima classifica
che registrano le maglie della propria retroguardia e grazie a un parziale di 7-3 ribalta la situazione trascinata da un Andrea Parisini in grande spolvero. L’impianto cavezzese alza i decibel del tifo ma Carpi non riesce a chiudere la gara subendo il rientro di Bologna che riduce le distanze sino al 22-19 trascinata da uno scatena-
con una bella prova che la vede mettere il naso avanti per quasi 38’. Carpi fa un passo indietro dal punto di vista della prestazione ma coglie una vittoria importante all’esordio a Cavezzo e rimane in scia al Romagna. Prossimo appuntamento per la pallamano biancorossa sabato, con l’insidiosa trasferta al Pala Boschetto contro Ferrara, capace in questa stagione di fermare la corsa di Ambra fra le proprie mura amiche. Sarà una partita sentita per i tre ex estensi Veslin Hristov, Giulio Nardo e Michele Rossi.
Domenica 15 novembre a Bologna, si è svolto il Trofeo Giovannotti
Ottimo Judo Club Carpi Domenica 15 novembre a Bologna, si è svolto il Trofeo Giovannotti, a cui hanno partecipato palestre di numerose regioni italiane. La gara era valevole per l’acquisizione di cinture nere e punteggio per il raggiungimento del 2° Dan. Il Judo Club Carpi si è presentato alla competizione con tre atleti: Elena Teocoli (57 chilogrammi), qualificatasi al 3° posto, Alex Galantini (100 chilogrammi), qualificatosi al 3° posto, ma in svantaggio per l’accorpamento di due categorie con atleti molto più pesanti e Tamaz Zurabishvili (81 chilogrammi) classificatosi al 1° posto battendo tutti gli avversari.
Bocce - La Rinascita di Budrione perde 0-1 contro la prima in classifica nella terza giornata di campionato di serie A
Amara sconfitta per la Rinascita Sabato 14 novembre la Rinascita di Budrione ha ospitato L’Aquila in occasione della terza giornata del campionato di Serie A. E’ finita 0-1 per gli ospiti. Decide tutto l’individuale di Paleari che affronta Formiconi in due partite capovolte dalla sfortuna (6-8, 6-8). La terna composta da Bartoli – Palazzetti – Provenzano rimedia un pa-
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reggio (8-6, 6-8) così come con un niente di fatto termina il confronto fra le coppie con Bartoli – Stia della Rinascita opposti a Benedetti – Casinelli (8-4, 4-8) e Paleari – Provenzano opposti a Formicone – Savoretti (8-6, 2-8). La Rinascita di Budrione ha comunque giocato bene dimostrando di essere all’altezza della prima della classe. La sfortuna
ha inciso sull’incontro. Classifica: 9 L’Aquila; 7 Montegranaro; 6 Centro Riabilitazione Lars, Alto Verbano; 4 CVM Utensiltecnica, FashionCattel; 2 Montecatini AVIS; 1 Boville Marino, G.S. Rinascita, Ancona 2000. Nel prossimo incontro di campionato la Rinascita giocherà il 5 dicembre contro l’Ancona 2000.
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