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Nucleare: PERCHÉ NO. 1
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NON È SICURO
Le centrali nucleari non sono sicure nemmeno con i nuovi reattori (EPR). In Francia si verificano più di 100 incidenti l’anno e vicino agli impianti aumentano i casi di leucemia.
HA UN FORTE IMPATTO AMBIENTALE
CI ALLONTANA DALL’AUTOSUFFICIENZA ENERGETICA
Per far funzionare le centrali occorre l’uranio, che si trova nelle miniere africane dove già si combatte per il loro controllo.
NON È RINNOVABILE
Consuma enormi quantità di acqua e produce scarti radioattivi altamente pericolosi, che devono essere stoccati.
LA QUESTIONE SCORIE RESTA IRRISOLTA
Secondo la Commissione Europea, ogni anno nella Ue vengono prodotti 7000 m3 di scorie radioattive, in gran parte conservate in depositi provvisori senza assolute garanzie di sicurezza. Secondo la stessa Areva, i nuovi reattori Epr producono scorie a più alta radioattività.
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a cura di Claudia Benatti
LE VECCHIE CENTRALI COSTANO ALLA COLLETTIVITÀ
In Italia ci sono migliaia di fusti radioattivi stoccati nelle vecchie centrali. Lo smantellamento dei vecchi impianti è in ritardo di decenni e costa 400 milioni di euro l’anno, prelevati dalle nostre bollette elettriche.
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NON RISOLVE IL PROBLEMA INQUINAMENTO
In termini di riduzione delle emissioni di gas serra, gli effetti sono marginali (secondo il Cesi, 4 reattori EPR evitano 17 milioni di tonnellate di CO2 all’anno su 553 di emissioni nazionali, cioè il 3% del totale) e si manifesterebbero troppo tardi (a partire dal 2026, nella migliore delle ipotesi).
L’uranio è già in via di esaurimento e con l’aumento del numero di centrali atomiche si esaurirà ancora più in fretta.
È COSTOSISSIMO
Lo dimostrano i costi lievitati in Francia e Finlandia per la costruzione dei più recenti reattori. Si parla di miliardi di euro e di anni di ritardo, che peraltro finiscono per gravare sulle bollette dei cittadini.
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GENERA MENO OCCUPAZIONE DELLE RINNOVABILI
Secondo Legambiente ogni centrale, a regime, occupa 300 persone circa, mentre il settore delle rinnovabili nei prossimi anni in Italia può creare 200 mila posti di lavoro.
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È STATO IMPOSTO AGLI ITALIANI
Il governo Berlusconi è riuscito a calpestare i risultati del referendum del 1987, imponendo a cittadini ed enti locali una scelta calata dall’alto in nome dell’interesse di pochi.
Solare: PERCHÉ SÌ. 1
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OFFRE SIA CALORE CHE ENERGIA ELETTRICA
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RIDUCE L’INQUINAMENTO ATMOSFERICO
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COSTA MENO DEL NUCLEARE
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CON LE ALTRE RINNOVABILI GENERA PIÙ OCCUPAZIONE DEL NUCLEARE
È SICURO
Non ci sono rischi legati a incidenti o a contaminazioni radioattive e non provoca danni alla salute dei cittadini.
NON È INQUINANTE
I materiali di cui sono costituiti i pannelli non sono pericolosi, esistono percorsi di smaltimento sicuri e consolidati ed è possibile il loro riciclo.
HA UN IMPATTO MINIMO
Oltre a non utilizzare materiali inquinanti, non richiede consumo di acqua e, se installato sui tetti o sulle coperture, non va a occupare superfici utili ad altri scopi, come ad esempio l’agricoltura.
CI PORTA VERSO L’AUTOSUFFICIENZA ENERGETICA
Secondo un rapporto commissionato dal Ministero dell’ambiente tedesco, l’Europa potrebbe ottenere entro il 2050 la quasi totalità del suo fabbisogno energetico puntando sul solare termodinamico.
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È UNA VERA FONTE DI ENERGIA RINNOVABILE
Il sole non è in via di esaurimento, mentre l’uranio sì.
Con il solare termico si «riscalda», con il fotovoltaico si produce energia elettrica.
Non ha emissioni inquinanti, ma soprattutto consente di evitarne enormi quantità.
Il solare fotovoltaico è la reale alternativa economica alle centrali atomiche, con un costo negli Usa arrivato a 16 centesimi di dollaro per kW/h.
Secondo Legambiente, col nucleare lavorano in 3000 durante la costruzione della centrale e in 300 dopo, con le rinnovabili possono nascere fino a 200 mila posti di lavoro.
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PERMETTE UNO SVILUPPO SOSTENIBILE PER L’UOMO E L’AMBIENTE
Nessuna guerra per le materie prime, nessuna compromissione della salute e dell’ambiente, gestione oculata dei consumi per rendere efficiente la rete.
IL MENSILE PER L’ECOLOGIA DELLA MENTE E LA DECRESCITA FELICE • DAL 1977 www.terranuovaedizioni.it