Terra Nuova Settembre 2020 by Terra Nuova Edizioni

dal 1977

PENSA

VIVI

n° 363 · SETTEMBRE 2020

ECOLOGICO

Spedizione in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv in L.27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Firenze 1 – Contiene I.R.

Cogli la prima mela

ISBN 88-6681-540-2

€ 4,00

Da simbolo della salute a prodotto industriale, carico di pesticidi e povero di qualità nutrizionali. La riscoperta delle varietà antiche e locali, nel nome della salute, dell’ambiente e del gusto.

ECOCOSMESI SCOTTATURE • CASA BIO

Guida al Super Ecobonus • CUCINA L’arte del dressing • DENTI Scopriamo l’odontoiatria bio

• SCUOLA

Tempo di occhi nuovi • ECOTURISMO Le faggete italiane • FEMMINILE Lunatica? Sì, grazie!

Pelle e capelli sani dopo l’estate

TN2009 2a 3a 4a copertina.qxp_2a 3a 4a copertina 31/07/20 18:09 Pagina II

L'Essenza della Natura

Biosec è il vero essiccatore Made in Italy, per conservare il cibo semplicemente togliendoci l’acqua. Mai più sprechi in cucina, ma solo tante ricette sane e naturali, che occupano poco spazio nella tua dispensa!

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TN2009 01 editoriale [1A].qxp_editoriale 03/08/20 17:43 Pagina 1

EDITORIALE

Scelte radicali

Nicholas Bawtree direttore responsabile

… Se ti duole l’anima / non servono antibiotici / i medici si arrendono / non ci sono meccanici / non si ripara l’anima… – Stefano Benni, Ballate

mezzi di comunicazione che utilizziamo, il nostro stile di vita, i fatti che bussano incessantemente alla porta del nostro quotidiano, hanno creato in noi un grande bisogno di semplificare. E non sempre è una cosa positiva. L’industria, quella agroalimentare in particolare, ha fatto della semplificazione il proprio principio fondante. E nell’arco di un secolo ha ridotto drasticamente le varietà coltivate, banalizzato i sapori, reso superflua addirittura la preparazione del cibo. La stessa cosa sta succedendo con l’informazione, quel «cibo per la mente» di cui ci nutriamo ogni giorno, di solito attraverso un dispositivo mobile, convinti di scegliere liberamente, come quando al supermercato soppesiamo tanti cespi d’insalata assolutamente identici. E in questo immenso supermercato dell’informazione finiamo di solito per andare alla ricerca dei sapori standardizzati a cui siamo stati educati: fast-news per riempire la pancia più che la testa, che producono emozioni forti e nette, facilmente riconoscibili, che suscitano reazioni binarie, e che sui social cercano insistentemente di farci rispondere alla domanda: «Da che parte stai?». Non c’è dubbio che oggi servano una svolta radicale e delle scelte coraggiose, ma la polarizzazione delle posizioni, che in seguito all’emergenza sanitaria ha subito una visibile impennata, in realtà finisce col contribuire a quell’impoverimento del dibattito che tiene in vita lo status quo. Va anche detto che, a livello individuale, dietro a queste estremizzazioni c’è spesso una disperata ricerca di senso, una sorta di istinto di sopravvivenza dell’anima. Il significato della parola radicale ha a che fare con le radici, in altre parole con l’intima essenza di qualcosa. E l’essenza non può essere semplificata, né tantomeno ridotta a una questione di bianco o nero. Per cogliere l’essenza c’è bisogno di sintesi – e di semplicità nella sua accezione più positiva – ma la sintesi deve contenere e restituire una dimensione necessariamente complessa. «C’è bisogno di una biodiversità dell’intestino, ma allo stesso tempo di una biodiversità della mente» mi ha detto Vandana Shiva in una recente intervista. «Mente e corpo sono fortemente collegati, e per coltivare gusti autentici non si può prescindere dalla presa di coscienza di un’ecologia a tutto tondo. E questo parte dall’avere fiducia nella pluralità del pensiero e delle idee».

Questo numero è stato chiuso il 31 luglio 2020

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n° 363 · SETTEMBRE 2020

dal 1977

Tiratura: 22.000 copie REDAZIONE (055 3215729 int. 4) info@terranuova.it

PENSA

Direttore responsabile: Nicholas Bawtree

VIVI

ECOLOGICO

Cogli la prima mela

Consiglio di redazione: Nicholas Bawtree, Mimmo Tringale, Claudia Benatti, Gabriele Bindi, Alessandra Denaro segreteria@terranuova.it

Da simbolo della saalute a prodotto industriale, car a ico di pesticidi e povero di qualità nutrizionali. La riscoperta delle varietà antiche e locali, nel nome della salutte, dell’ambiente e del gusto.

ECOTESSUTI

30 Gli ecotessuti da laboratorio Barbara Chiodi

Hanno collaborato alla redazione di questo numero: Alessandra Baruffato, Gabriele Bindi, Claudia Benatti, Mario Catania, Barbara Chiodi, Alessandra Denaro, Annalisa D’Orsi, Martin Halsey, Francesca Luise, Maria Grazia Mammuccini, Francesca Mastracci, Alessandra Miraglia, Daniela Re, Elena Tioli

Direzione grafica: Andrea Calvetti grafica@terranuova.it Editing e ricerca iconografica: Alessandra Denaro

E •

Impaginazione: Andrea Calvetti, Sabrina Scrobogna Stampa: Lineagrafica, Città di Castello (Pg)

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CASA BIO Guida al Super S Ecobonus CUCINA LL’’arte del drressing DENTI Scopriamo l’oodontoiatria bio

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SSCUOLA Tempo di occhi nuovi E ECOTURISMO Le faggete italiaane F FEMMINILE Lunatica? Sì, grazzie!

Pelle e capelli sani dopo l’estate

I crediti relativi alle immagini utilizzate su Terra Nuova sono consultabili su: www.terranuova.it/credits

Gabriele Bindi

Web (055 3215729 int. 717) Sabrina Scrobogna - web@terranuova.it

ECOCOSMESI

UFFICIO STAMPA ufficiostampa@terranuova.it

DEL MESE 4 L’ECO Notizie, idee, eventi

PUBBLICITÀ e piccoli annunci (055 3215729 int. 5)

Ignazio Presti (347 1365754) - igpresti@gmail.com Francesca Maggi (349 4510434) francescamaggi@terranuova.it Francesco Dardis (330 321405) francesco.dardis@alice.it - skype: francesco.dardis FIERE ED EVENTI Sabrina Burrelli Scotti 055 3215729 int. 714 - fiere@terranuova.it ORDINI RIVISTA E LIBRI Per negozi, librerie e altri punti vendita 055 3215729 int. 2 distribuzione@terranuova.it

e capelli: 38 Pelle le cure giuste dopo l’estate Alessandra Miraglia

per vivere l’ecologia tutto l’anno

Sergio Tonon - pr@terranuova.it (pubblicità) annunci@terranuova.it (piccoli annunci) Maria Pia Tinaglia (347 3648161) promozione@terranuova.it skype: mariapia.tinaglia

ECOTURISMO

via del bosco: 34 Lale faggete italiane

IN PRIMO PIANO

5 Cogli la prima mela La coltivazione delle mele antiche come antidoto all’erosione genetica

Gabriele Bindi C’È DENTRO? 10 COSA In vino veritas?

CATALOGO AUTUNNO-INVERNO 2020

INSERTO A CENTRO GIORNALE

Elena Tioli MONDO BIO

L’ALMANACCO DI TERRA NUOVA

è indispensabile il biocontrollo

SETTEMBRE

Maria Grazia Mammuccini

Il fico

12 Acqua e pesticidi:

Il rimedio del mese

Silvia Moro

È c

Per privati (055 3215729 int. 1) Valentina Claudi libri@terranuova.it AMMINISTRAZIONE (tel 055 3215729 int. 6)

la fa

Caterina Salamone caterinasalamone@terranuova.it Olga Bossa olgabossa@terranuova.it

RICETTE

Lavori in un centro di alimentazione naturale? Una Bottega del Mondo? Hai un punto vendita o un’attività in sintonia con la nostra testata?

Distribuisci Terra Nuova! Potrai usufruire di interessanti vantaggi di visibilità e promozione info: 055 3215729 int. 2 distribuzione@terranuova.it

l’insalata 18 Dressing: cambia abito Come condire con gusto le verdure crude

BIOEDILIZIA

Ecobonus: 61 Super bello, ma non così facile

Francesca Luise

Focus su beneficiari, immobili, interventi e requisiti tecnici

SALUTE

Daniela Re

e bocca, 24 Denti le cure «su misura» Orizzonte teorico e tecniche dell’odontoiatria biologica

Beatrice Salvemini

65 ECOVILLAGGI.IT News e appuntamenti dalla Rete italiana villaggi ecologici Francesca Mastracci

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n. 363 (161) settembre 2020 Reg. Tribunale di Firenze n. 4937 del 14/02/2000

VITA SELVATICA

66 Vecchi e nuovi predatori

FEMMINILE

Dal lupo al gatto selvatico, fino alla rara genetta: ecco gli animali che tornano a popolare i nostri territori

80 Lunatica? Sì, grazie Come usare i doni del ciclo mestruale

Beatrice Salvemini

Annalisa D’Orsi TUTTA UN’ALTRA SCUOLA

82 Scuola: tempo di occhi nuovi Beatrice Salvemini

Intervista a John Echohawk, direttore dell’ente nazionale che negli Stati Uniti tutela i diritti degli indiani

Uno spazio dedicato alle realtà che distribuiscono Terra Nuova, ognuna con una storia da raccontare!

RICERCA

proibizione al 74 Dalla «Rinascimento psichedelico» Lsd, psilocibina e ketamina applicate in ambito medico

PAGINE VERDI

95 L’ECO-CIRCUITO DI TERRA NUOVA

Alexis Myriel

SEGNALIBRO 98 Libri, teatro, video a cura di Alessandra Denaro

Mario Catania CIBO E SALUTE

78 Maternità in salute

DI VISTA 100 SPUNTI L’alibi dell’emergenza

plastifica la mensa

Franco Berrino

La rivista è disponibile nei punti vendita del circuito www.negoziobio.info, nelle fiere di settore o per abbonamento.

ABBONAMENTI

TUTTI I CONTATTI E GLI EVENTI DEL MONDO ECO-BIO-SOSTENIBILE

NUOVI PARADIGMI

risveglio dello spirito 70 IlPellerossa

Editrice Aam Terra Nuova Srl Via del Ponte di Mezzo 1, 50127 Firenze tel 055 3215729 - fax 055 5390109 P. iva 05373080489 Orario ufficio abbonamenti: lun-ven 9.00-13.30 Orario ufficio pubblicità: lun-ven 9.00-13.30 Orario altri uffici: lun-gio 9.00-13.30 / 14.30-17.00 ven 9.00-13.30 www.terranuova.it

Alberto Bencistà

(055 3215729 int. 1) Valentina Claudi abbonamenti@terranuova.it Abbonamento Italia (11 numeri): € 38,00 Abbonamento biennale (22 numeri): € 65,00 (anziché 76,00) Abbonato regala abbonamento: € 35,00 (anziché 38,00) Rinnovo + abbonamento in regalo: € 68,00 (anziché 73,00) Abbonamento Europa: € 65,00 Abbonamento extra-Europa: € 85,00 ARRETRATI dal numero 1 al 50 € 7,00 dal 51 in poi € 5,00 MODALITÀ DI PAGAMENTO c/c postale, assegno bancario, contrassegno, carta di credito, online su www.terranuova.it Per i dettagli vedi il modulo a centro giornale LIBRI I libri di Terra Nuova Edizioni si possono acquistare: • in libreria e nei negozi del circuito www.negoziobio.info • online su www.terranuovalibri.it

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IL MENSILE DEL NATURALE PRESENTA

  settembre

mer 2

n°48 - Settembre 2020

gio 10

gio 17

gio 24

NOTIZIE, IDEE, EVENTI PER VIVERE L’ECOLOGIA TUTTO L’ANNO

Il respiro della terra: per un «cibo ribelle»

l 20 settembre, nella bellissima cornice del Ca-

e Salvatore Ceccarelli. Seguiranno vari intervensentino (Ar), si terrà la seconda edizione di «Il ti su esperienze di vita legate alla terra raccontaRespiro della Terra», organizzato dall’associazio- te in prima persona. ne La Grande Via. Laboratori pratici e momenti di degustazione di Insieme a studiosi, contadini e appassionati prodotti locali animeranno il pomeriggio. del mondo agricolo, si partirà da una tavola ro-  www.ilrespirodellaterra.com tonda sul tema dell’agroecologia coordinata da Gabriele Bindi, giornalista di Terra Nuova, che presenterà il progetto «Il Cibo Ribelle», in collaborazione con Franco Berrino, Vandana Shiva

Il cambiamento siamo noi 24 set - 5 nov

• 17 ottobre, 9.30-13.00: «Educazione a misura di bambini, mettiamoci d’accor-

corNaturaSì, in cooperazione con Terra Nuo-

va, Next, Legambiente e Macrolibrarsi, presenta 4 webinar dal titolo «Il cambiamento siamo noi». Il progetto, nato durante il lockdown da un gruppo di giovani e rivolto ai Millennials (under 40), sarà un’opportunità per approfondire, con ospiti di eccezione, i grandi temi del nostro tempo: economia, agricoltura, ambiente e educazione. Gli incontri partiranno il 24 settembre (18.30-20.00) e proseguiranno ogni giovedì a settimane alterne. Ogni partecipante potrà dare il proprio contributo (spazio domande/risposte), con la finalità di creare un Manifesto finale.  www.terranuova.it/ilcambiamentosiamonoi

Salute a tutto tondo

L’

associazione Percorsi di Firenze, in collaborazione con Terra Nuova, propone 3 incontri di approfondimento, da poter seguire sia in presenza che online. • 26 settembre, 9.30-13.00: «Salute e malattia, la vera prevenzione primaria. Ripartiamo dai fondamenti». Associazione Percorsi, viale dei Mille 90, Firenze.

26 set - 28 nov

do. Spazi, tempi, modi e relazioni a impatto positivo» (luogo da definire). novembre, 9.30-13.00: «Per una buona nascita e una buona morte. Riportiamo alla loro fisiologia i passaggi principali della vita, oggi medicalizzati». Associazione Percorsi, viale dei Mille 90, Firenze.  Aggiornamenti e partecipazione online: www.terranuova.it/percorsidisalute • 28

Rivediamoci al SANA!

4-6 settembre

Dolce India Corinaldo (An) XXII Convegno Joytinat Yoga - Ayurveda

12-13 settembre

Oriente Day Vedano al Lambro (MB) Evento dedicato al benessere di mente, corpo e spirito

l mondo del biologico

Per maggiori informazioni: www.terranuova.it/agenda

Vista l’emergenza Covid-19, invitiamo i lettori a verificare che gli eventi segnalati (tutti confermati alla chiusura del presente numero) si svolgano regolarmente nelle date indicate.

18-20 settembre

20 settembre

Grande agorà del sano vivere e del green style

Conferenze, laboratori e spettacoli dedicati all’ascolto della Terra

CambioVita Ciminiere di Catania

19 settembre

12-13 settembre

Macrolibrarsi Fest Diegaro di Cesena (FC)

Festival del Naturale e del Benessere

Mercato bio, street food, showcooking, incontri, spettacoli

Natura Bio Correggio (Re)

e del naturale riparte da Bologna Fiere, in sicurezza, con Sana Restart, che si aprirà con «Rivoluzione bio», gli stati generali del biologico in cui si confronteranno i protagonisti del settore. Terra Nuova sarà presente con due punti libreria per l’intera durata della manifestazione: un’occasione preziosa per incontrare la redazione e scambiarsi idee e proposte… o semplicemente fare due chiacchiere! Agli abbonati e rivenditori della rivista quest’anno viene riservato un biglietto di ingresso omaggio, che potrà essere richiesto sul sito www.sana.it previo inserimento del codice allegato ai numeri di settembre e ottobre della rivista.  www.terranuova.it/sana2020

9-11 ott

Eco-fiere del mese Venite a trovarci allo stand di Terra Nuova!

Il Respiro della Terra sarà preceduto, il 18 e 19 settembre, dal corso «Agricoltura e olivicoltura biodinamica»: momenti di approfondimento teorico si alterneranno a incontri pratici nell’orto. Tra i relatori segnaliamo il dottor Franco Berrino, il professor Leonardo Seghetti, docente di chimica agraria, e Emanuele Tellini, contadino biodinamico. Il corso è a numero chiuso.   Luogo: La Mausolea, Soci (Arezzo). Info e prenotazioni: www.lagrandevia.com

Il respiro della terra Bibbiena (Ar)

26-27 settembre

Think Green Ecofestival Roma - Ex Cartiera Latina Festival dedicato alla sostenibilità ambientale

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in primo piano

Cogli la prima mela I reparti ortofrutta ci tentano con mele grosse e luccicanti, disponibili in ogni stagione. Alla minaccia dei pesticidi si aggiunge l’erosione genetica: di 7 mila varietà esistenti ci siamo ridotti a consumarne quattro o cinque, che guarda caso sono le meno nutrienti e le meno indicate per la salute. I coltivatori di mele antiche ci mostrano un’altra strada.

di Gabriele Bindi

l pomo è luccicante e lucido come una palla da biliardo. Ha i colori del semaforo: rosso, giallo, più raro il verde. Ha una geometria perfettamente simmetrica ed è grande come un pompelmo. Nella cassetta del fruttivendolo ce ne stanno una trentina, tutti perfettamente uniformi, dello stesso calibro, la buccia liscia come un pavimento a

cui è stata data la cera. È la mela perfetta. Probabile clone del frutto proibito, del pomo della discordia, che si ricollega alle ben note sventure bibliche causate dalla punizione divina. Più che un prodotto della terra, la mela funziona come simbolo, anche perché come frutto non sappiamo più riconoscerla o, meglio, ne ab-

biamo solo un’immagine stereotipata. I nostri nonni sapevano distinguere tra mele da tavola e da cottura. Alcune si essiccavano, altre erano buone per fare il sidro o produrre aceto. Oggi distinguiamo a malapena il colore, scegliamo tra quelle gialle e quelle rosse, come se servissero ad arredare la nostra cucina. Certo, siamo sicuri delle nostre preferenze. Terra Nuova · settembre 2020

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Vediamo… ci sono quelle più dolci, quelle più aspre e croccanti, ma cosa sappiamo della loro provenienza, delle caratteristiche nutrizionali, del loro possibile impiego? Le mele sono tra i frutti più consumati in tutto il mondo; la loro produzione è in costante aumento e supera gli 83 milioni di tonnellate all’anno (dati Fao, 2019). Ma a fronte di oltre 7 mila varietà conosciute, se ne coltivano ormai solo una decina, selezionate per la produttività, l’estetica, il tenore zuccherino e qualche altro motivo di carattere industriale. Adamo ed Eva si fecero ingannare. Ebbero la pretesa di poter scegliere in perfetta autonomia (allora si chiamava «libero arbitrio») e invece no, scelsero con l’inganno. Come i due allegri progenitori dell’umanità, oggi ci aggiriamo nei reparti ortofrutta ripetendo in modo meccanico lo stesso gesto. Scegliamo il frutto più luccicante e il karma si perpetua. In realtà, non siamo noi a scegliere, ma è l’industria alimentare a scegliere per noi, mettendoci di fronte a una selezione assai scarna e studiata a tavolino. La serpe è la lunga e sinuosa catena della grande distribu-

zione organizzata, che ci vende un prodotto facile da maneggiare, dolce, ben conservabile e povero di nutrienti. Riusciamo ad immaginarci che dietro quel frutto ci sia un albero? Anche qui dobbiamo fare un salto con la fantasia. Quando pittori del Cinquecento dipinsero la cacciata dal paradiso terrestre, raffigurarono il melo con un solido tronco dagli alti rami e una chioma piena di fronde, sotto il quale gozzovigliavano i nostri lontani progenitori. Oggi quell’albero non c’è più. Il melo dell’agricoltura industriale è poco più di un arbusto, sostenuto da pali di cemento e fili di ferro, allineato su schiere parallele. Ramaglie che crescono fitte come polli di allevamento, piegati dal peso dei propri frutti.

Genesi e Apocalisse Ad essere rigorosi, anche l’albero della conoscenza descritto nell’Antico Testamento non era un melo. Molto probabilmente fu un clamoroso errore dei commentatori medievali, che scambiarono la parola malum, riferita al male, con il nome originario del frutto. Insomma, su

questo alimento è facile confondersi, come se ci fosse davvero dietro un peccato originale o qualche tradimento. Oggi l’Italia figura tra i primi dieci produttori di mele al mondo, una catena di montaggio che su circa 70 mila ettari sforna 2 milioni di tonnellate annue, seconda in Europa solo alla Polonia. La produzione si concentra nelle regioni montane e pedemontane del Nord Italia, in modo particolare in Trentino-Alto Adige, Veneto, Valle d’Aosta, Lombardia e Piemonte. Al Sud si distingue la Campania con circa 3500 ettari dedicati al frutto proibito. Tutto il resto è di natura ornamentale o residuo di una cultura rurale secolare, che come vedremo oggi diventa di fondamentale importanza. I meleti in produzione vengono considerati tra le coltivazioni ad impatto ambientale più alto. La monocoltura del melo, praticata soprattutto in Val di Non e in Alto Adige, ha ottimizzato la produttività economica, ma allo stesso tempo ha fortemente compromesso la biodiversità dei suoli e dei paesaggi, richiedendo un ingente utilizzo di chimica sui terreni.

 Oltre il 70% delle mele prodotte in Italia appartiene a tre varietà commerciali ad alta resa, come Golden Delicious, Gala, Fuji.

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L’uso di piante ben selezionate per specializzazione produttiva comporta un forte impiego di pesticidi e fitofarmaci con una conseguente dispersione nell’ambiente e l’inevitabile accumulo nel prodotto finale. E così, se si leggono i report periodici di Pestici nel piatto o le analisi delle riviste che si occupano di prodotti a confronto, nei frutti convenzionali si ritrovano residui multipli di pesticidi. Tutto in regola? Più o meno sì, perché negli ultimi anni la strategia dell’agroindustria è stata quella di contenere i singoli inquinanti entro i limiti tollerati dalla legge, abbassando la quantità del singolo composto e ampliando il ventaglio dei fitofarmaci. La presenza di molteplici sostanze chimiche, come più volte sottolineato dall’Isde (Associazione medici per l’ambiente), porta al fenomeno del cosiddetto multiresiduo, un cocktail sinergico di veleni che ha conseguenze sulla salute piuttosto difficili da prevedere. Il rapporto nazionale pesticidi nelle acque pubblicato dall’Ispra (Istituto per la protezione ambientale) nel 2018 ha rivelato come nella provincia di Trento e Bolzano la presenza di pesticidi sia molto più diffusa rispetto alla media. Nelle Note sull’inquinamento da pesticidi in Italia curate da Massimiliano Pietro Bianco dell’Ispra, con i contributi di esponenti dell’Isde, si sottolinea come i valori di picco si sono registrati nella provincia autonoma di Trento, con 50,6 kg/ettaro, e in quella di Bolzano, con 43,8 kg/ettaro. Localmente, in queste due province si arriva addirittura a picchi di oltre 90 kg/ettaro. Si tratta

 Gli alberi da frutto coltivati nelle monocolture intensive non sono veri alberi con la chioma, ma esili ramoscelli carichi di frutti.

di mele prodotte con il metodo della lotta integrata, da non confondere con le coltivazioni biologiche, che di fatto vietano l’impiego di concimi, erbicidi e antiparassitari di origine sintetica. Il biologico rappresenta la soluzione più evidente, ma è sulla sfida delle varietà che oggi si gioca il destino di questo frutto, indissolubilmente legato, fin dalle origini, anche al nostro. È sufficiente passare al biologico per invertire la rotta e tornare a un prodotto più naturale? Pensare di sostituire semplicemente gli agrofarmaci con prodotti a basso impatto ambientale assomiglia a un intervento parziale che non guarda alla salute del suolo e del sistema pianta. Di certo, le mele biologiche sono da preferire, ma il discorso varietale rappresenta un fronte nuovo da scoprire. La domanda è: vogliamo mele semplicemente senza veleni, il che sarebbe già un ottimo

traguardo, o vogliamo recuperare tutti i veri valori potenziali di questa pianta? Consideriamo che, in Italia, ormai oltre il 70% delle mele prodotte appartiene a varietà commerciali ad alta resa, come Gala, Golden Delicious, Fuji, Red Delicious e Stayman. Rintracciare, conservare e tutelare le specie antiche risulta oggi fondamentale per frenare l’erosione genetica, che minaccia l’ambiente e la nostra salute. Per questo motivo, stavolta non vi parliamo della sacrosanta lotta contro i pesticidi, ma di un altro modo di guardare al cibo, pensare ai nostri territori, al patrimonio genetico sviluppatosi nel corso di milioni di anni, come a un’ancora di salvezza, prima che l’apocalisse si affacci sulla Terra. Per ritrovare un po’ di quel paradiso perduto, prima che i frutti del nostro pianeta diventassero solo delle merci da piazzare sul mercato.

Simbiosi di microrganismi

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Terra Nuova · settembre 2020

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in primo piano

 Chi coltiva la biodiversità si trova a raccogliere frutti di diverso colore e diversa pezzatura. Mele che non soddisfano i valori estetici a cui ci siamo abituati, ma che sono ricche di nutrienti.

Un caso studio: le due varietà toscane La Rotella ha una forma piccola e rotonda, leggermente appiattita alle estremità, la polpa biancastra e un sapore agrodolce. Ancora oggi viene coltivata da qualche contadino sui pendii della Lunigiana. La mela Casciana si trova ancora in Garfagnana, ha una forma più tondeggiante ed è più corposa, con striature che vanno dal verde chiaro al giallo, al rosso vivo, in base all’esposizione dei frutti al sole. Ho presentato due antiche varietà di mele toscane, non perché debbano essere migliori di quelle coltivate in qualche valle del Piemonte o della Calabria, ma perché rappresentano un caso di studio interessante, grazie alla recente attenzione per la biodiversità varietale dimostrata dagli scienziati, che stanno studiando i diversi ecotipi di frutta e verdura. Il lavoro di recupero delle antiche varietà, operato ancor prima da contadini custodi e saggi vivaisti, ha letteralmente conquistato i ricercatori, diventando una nuova frontiera di avanscoperta. Uno studio condotto all’Università di Pisa, guidato dal dottor Ermes Lo Piccolo, e pubblicato sulla rivista Molecules1, ha analizzato queste due varietà toscane

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locali, scoprendo che hanno dei valori nutraceutici superiori rispetto alle varietà «commerciali» come le Golden o le Fuji. I due brillano per un maggior contenuto di antiossidanti, sostanze naturali con proprietà cardioprotettive e antitumorali. Un altro studio dei ricercatori dell’Università di Pisa e della Scuola Superiore Sant’Anna, pubblicato nel 2017 sulla rivista Food Chemistry2, ha preso in esame le mele sia sotto forma di prodotto fresco, che

essiccato, paragonando le proprietà nutraceutiche di una Golden Delicious, la varietà più venduta in Italia, con sei varietà antiche: Mantovana, Mora, Nesta, Cipolla, Ruggina, Sassola. Un confronto impietoso che rileva come anche dopo l’essiccazione, le mele di varietà antiche siano più ricche di antiossidanti rispetto alla Golden Delicious. Si tratta di fatto di frutti disomogenei dal punto di vista estetico,

Mele e microbiota Paura dei batteri? Una singola mela ne contiene oltre 100 milioni di esemplari. Questo è ciò che hanno scoperto i ricercatori dell’Istituto di biotecnologie ambientali dell’Università di Graz (Austria). I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Frontiers in Microbiology1. Lo studio ha inoltre confrontato le mele biologiche e quelle da supermercato convenzionali. Entrambe hanno un numero simile di batteri, con la differenza che le mele appena raccolte e coltivate biologicamente ospitavano una comunità batterica significativamente più diversificata rispetto alle varietà convenzionali. Nello specifico, sarebbero presenti più lattobacilli, mentre nelle convenzionali più escherichia-sigella, ceppi che, se presenti in eccesso, sono patogeni per l’uomo. Poiché le mele biologiche appena raccolte sono caratterizzate da un microbiota più diversificato risulta più difficile la crescita di agenti patogeni, perché i microrganismi sono in competizione tra loro. Il microbioma molto diversificato delle mele biologiche potrebbe ostacolare la colonizzazione intestinale da parte di microrganismi patogeni, migliorando lo stato generale di salute e prevenendo l’insorgenza di allergie. Note 1. www.pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31396172

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meno graziosi rispetto a quelli più commerciali, che però potrebbero essere valorizzati come prodotti essiccati, da utilizzare magari come snack o in aggiunta a preparazioni come il muesli. «Considerato che il procedimento di essiccazione che abbiamo utilizzato è adattabile all’uso domestico e per piccole produzioni», ha dichiarato il professore Luca Sebastiani, direttore dell’Istituto di scienze della vita della Scuola Superiore Sant’Anna, «questa idea potrebbe aiutare a salvaguardare i prodotti tipici locali. Le sei varietà di melo che abbiamo studiato sono diffuse in Toscana e in particolare nel Casentino». Per dovere di cronaca segnaliamo che il primato della mela più salutare è andato alla varietà Cipolla, frutto dalla forma schiacciata, diffuso principalmente nel Centro Italia, che ha presentato il doppio di polifenoli rispetto alla Golden delicious.

Quando le mele avevano un profumo La propensione al gusto dolce rappresenta un innato richiamo agli istinti primitivi dell’evoluzione umana. Per attirare i consumatori e vendere di più, l’industria alimentare ce lo ripropone in tutte le salse e in dosi massicce. E così anche le varietà di mele che vanno per la maggiore hanno queste note dolci, a discapito di tutti gli altri micronutrienti utili alla nostra salute. È un concetto che abbiamo voluto approfondire con chi ha deciso di percorrere un’altra strada. Sull’Altopiano di Asiago (Vi) vive un erborista che ha pubblicato un testo dal titolo Le mele antiche dei nostri nonni. Si chiama Antonio Cantele, cognome che si pronuncia con l’accento sulla prima sillaba. Su un terreno di circa un ettaro coltiva 130 varietà di mele antiche, un campo catalogo con esemplari delle Prealpi vicentine e altri che provengono da Francia e Germania. Oltre a saper descrivere più di ottanta varietà di mele antiche, è un vero esperto della trasformazione per il sidro e l’aceto, e ha elaborato un ricettario della tradizione. Proprio così, le mele sono ottime anche in cucina, e non

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COSA C’È DENTRO?

In vino veritas? di Elena Tioli

Si sa, dopo qualche bicchiere di vino, la verità scorre più facilmente. In realtà, però, non c’è etichetta più ingannevole di quella di un «buon» vino. A permetterlo è la legge. Nel Regolamento 1169 del 2011, in cui si definiscono le modalità di etichettatura degli alimenti, non compaiono le bevande alcoliche: vino, birra, liquori e superalcolici non sono tenuti a fornirsi di etichetta su cui indicare ingredienti e valore nutrizionale. Peccato! Perché conoscere cosa si nasconde dietro la bevanda degli dei è molto interessante. Un tempo si sarebbe parlato dei segreti dell’arte del vinificare, oggi invece si tratta di una miriade di sostanze chimiche e procedimenti industriali per nulla salutari. Stiamo parlando di una quantità tale di sostanze che elencarle tutte vorrebbe dire apporre etichette più lunghe delle bottiglie stesse! Correttori e additivi, enzimi, tannini, albumine e caseine, mosti concentrati, zucchero (non ammesso in Italia, ma legale in altri stati), acido ascorbico, acido tartarico. E poi ancora: disinfettanti, stabilizzanti, antiossidanti, conservanti e antisettici… A cui si aggiungono i residui di fertilizzanti e pesticidi utilizzati in vigna e presenti nei bicchieri a nostra insaputa. E che dire dei lieviti? Un tempo erano considerati vecchi e preziosi batteri naturali, microscopici esserini che variavano a seconda del territorio di produzione e che svolgevano il compito importantissimo di trasformare gli zuccheri dell’uva in alcol, producendo le sostanze che davano al vino sapore e aroma caratteristici. Oggi sono stati sostituiti da lieviti industriali, selezionati e standardizzati, in grado di creare vini con caratteristiche costanti e omogenee. Tutto ciò è taciuto e ben mascherato. A svelare l’arcano e la vera essenza del vino sarà forse solo quel cerchio alla testa del giorno dopo, e forse qualche reazione allergica molto più esaustiva di qualsiasi etichetta. Meglio allora optare per un vino naturale, biodinamico o biologico. «Un vino fatto in vigna, e non in cantina», come dicono i saggi contadini che ancora producono il vino per berlo.

solo per la classica torta della nonna, ma anche per accompagnare pietanze di carne o antipasti. Ad Asiago, Antonio organizza serate gastronomiche a tema per insegnare ad utilizzarle al meglio. «La mela è un frutto versatile, ma c’è molta differenza tra quelle commerciali e quelle locali» commenta. «In particolare, le varietà antiche si prestano a essere utilizzate in cucina. Sono ricche di acidi organici naturali: acido malico, citrico e ascorbico, che danno forza e sapore alla mela. Quel sapore che le mele moderne hanno perso». «La gente vuole acqua e zucchero» incalza l’erborista veneto. «Oggi si vuole premiare il dolce, sovraccaricare il corpo di sostanze zuccherine. Lo sviluppo varietale è andato in questa direzione, creando degli scompensi sul piano nutrizionale. È un po’ la stessa cosa che è successa con il frumento moderno, sempre più ricco di glutine e povero di sapori». Secondo Antonio Cantele, le mele antiche si riconoscono dall’odore, profumano già dalla buccia. «Basta passare lontano qualche decina di metri e senti il profumo, un po’ come con le rose antiche. Beninteso, il profumo non è fine a se stesso. All’aroma di solito corrispondono precise proprietà nutraceutiche o medicinali». C’è poi un altro aspetto che l’erborista di Asiago ci vuole raccontare, e riguarda le tecniche di coltivazione,

ovvero su quale supporto, o portainnesto, si decide di far crescere la pianta. Infatti, se si vogliono ottenere produzioni di una determinata varietà, il melo deve essere innestato. Non da ieri, ma da qualche migliaio di anni l’uomo ha cominciato a coltivare gli alberi da frutto avvalendosi di due piante diverse. C’è una prima pianta madre, chiamata portainnesto, che ha l’apparato radicale, e una seconda pianta, quella superiore, che determina la varietà dei frutti, originata dalla marza. Il portainnesto può essere prodotto in due modi, da seme (portainnesto selvatico o franco) che dà uno sviluppo arboreo alla pianta, oppure da portainnesti nanizzanti, che fanno rimanere la pianta a dimensioni modeste. Quest’ultima è la tecnica maggiormente usata oggi. Un espediente che permette di facilitare la raccolta, non richiede troppi interventi di potatura e garantisce in breve tempo elevate produzioni di frutti. E così, una pianta che può svilupparsi sopra i tre metri e mezzo d’altezza, viene ridotta a una statura che va dai 70 cm al metro e mezzo, e posizionata a fianco delle altre. Infatti, se i vecchi sesti di impianto prevedevano la messa a dimora di alberi a una distanza fino a 10 metri l’uno dall’altro, i frutteti moderni vengono realizzati su filari a una distanza di 80 cm l’uno.

 L’erborista Antonio Cantele di Asiago (Vi) è un esperto di coltivazione e utilizzo di mele antiche.

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Antonio è convinto che le varietà antiche debbano avere un portainnesto franco, e ce ne spiega il motivo. «Adesso i meli vengono piantati a poca distanza, con una palata di terra e poche radici. Per farli crescere servono concimi, irrigazione continua a goccia. Si creano delle piante che di fatto non riescono a sopportare gli stress. Sono come dei figli viziati che non imparano mai a cavarsela da soli. Se non piove da tre settimane la pianta deve arrangiarsi, pescare dal suolo ciò che gli serve. Gli alberi nani invece devono essere sempre irrigati e concimati e non vanno mai incontro a quello stress che crea vitamine antiossidanti e sostanze nutritive importanti. C’è poi da dire che i meli coltivati con i supporti nanizzanti durano appena quindici anni. Quelli su portainnesto franco arrivano in produzione all’età di dieci anni, ma vivono più di cento. Gli alberi di melo originari, che sono sopravvissuti in Kazakistan, formano dei veri e propri boschi. Mentre in Italia oggi abbiamo

solo meli di piccola taglia, quelli con la chioma ormai sono rari. Ecco, vorrei che anche nel biologico si coltivasse così, ma purtroppo di solito questo non avviene».

Un succo limpido Fiorella e Giorgio Martinazzo sono una simpatica coppia di sessantenni che coltiva un frutteto biologico di circa un ettaro e mezzo alle pendici della collina del Montello (Tv). Con l’azienda Mele Antiche, nel 2005, hanno avviato un laboratorio di trasformazione pensando di farci lavorare anche la figlia, che poi ha preso la strada dell’insegnamento. Da quando vivono insieme in questo posto hanno piantato circa 180 varietà di mele per formare un campo catalogo, che oggi è composto da circa mille piante da frutta. Ci sono circa 900 meli insieme a diverse qualità di peri, peschi e susini. In mezzo ci sono filari di more, lamponi, ribes e una zona tutta al sole dedicata alle erbe aromatiche per fare sciroppi. Fiorella dice che tutto intorno

sono assediati dalle coltivazioni del Prosecco, un’avanzata da cui devono difendersi con siepi alte, olmi e acacie. «Nei campi non facciamo alcun tipo di concimazione» spiega Giorgio. «In termini di quantità siamo molti bassi. Possiamo arrivare a 60 quintali di mele per ettaro, mentre nella coltivazione intensiva si superano i 500. Dedicandoci alla trasformazione diretta, la quantità è giusta per le nostre forze produttive. Abbiamo scelto delle varietà da tavola che sono appetibili crude. Ma si possono utilizzare in diversi modi. Le nostre vengono tutte trasformate nel nostro piccolo laboratorio per fare i succhi. Abbiamo abbandonato l’idea di vendere il prodotto fresco. Lo facevamo anni fa, con i gruppi d’acquisto, ma per sceglierle e lavorarle perdevamo troppo tempo. I negozi poi sono ancora peggio, non accettano che ci siano mele di pezzatura diversa. Per un certo periodo abbiamo rifornito le mense scolastiche, ma anche qui c’era da impazzire. Volevano il prodotto per-

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 I prodotti artigianali dell’azienda agricola Mele Antiche di Giavera del Montello (Tv): dagli sciroppi ai succhi di mela, senza aggiunta di conservanti.

fetto e avevano delle richieste impossibili da soddisfare. Volevano le mele a maggio, ma se non usi le celle frigorifere, a maggio le mele non ci sono!». Fiorella mi elenca tutta una serie di varietà, quelle forse a cui tiene di più: la caratteristica Api Etoilé, con la sua forma stellata, la Carina, la Rosa Mantovana, la Rosa di Caldaro, la Pomella di Soligo, il Fragone, l’Annurca, la Calvilla Rossa e la Calvilla Bianca d’Inverno, che rimane una delle più apprezzate,

detta anche Mela Paradiso. Poi c’è il Verdone, la Mela di Faller, il Pomo di Ferro, il Pom dall’Olio, la Mela della Madonna, la Limoncina. E c’è la Mela Promessa, che matura già a fine luglio. Ma è anche l’ultima a farsi raccogliere, perché continua ad andare in maturazione in modo scalare. Non abbiamo certo il tempo di assaggiarle tutte, ma viene voglia di carpirne i segreti e comprenderne la storia, che è stata tramandata da generazioni e generazioni di contadini.

MONDO BIO

Acqua e pesticidi: è indispensabile il biocontrollo Aumenta la diffusione della contaminazione di pesticidi nelle acque superficiali e profonde: è quello che emerge dai dati contenuti nell’Annuario Ispra presentato all’inizio di giugno. Nel 2018 sono stati trovati residui di pesticidi nel 77% dei punti di campionamento delle acque superficiali e nel 36% di quelle sotterranee, in pratica in oltre tre punti di campionamento su quattro dei fiumi e dei laghi del nostro paese si registra presenza di pesticidi. È un trend in costante aumento. Nelle indagini relative al 2016, la presenza di pesticidi si rilevava nel 67% dei punti delle acque superficiali e nel 33% di quelle sotterranee; nel 2014 il 63,9% nelle acque superficiali e il 31,7 in quelle sotterranee; nel 2012 rispettivamente il 56,9% e il 31%. È evidente ormai l’effetto accumulo per il quale ogni rapporto registra dati superiori a quello precedente. In pratica, in sei anni, dal 2012 al 2018 i punti contaminati sono aumentati del 35% nelle acque superficiali e del 14% in quelle sotterranee. Di fronte a questi dati allarmanti c’è già chi propone, per superare il problema, d’innalzare i limiti di tolleranza dei principi attivi dei pesticidi nelle acque visto che non si riesce a rispettarli.

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Giorgio ci spiega che i loro succhi sono limpidi per natura, anche senza additivi o azioni di filtraggio. La miscela di varietà crea un perfetto equilibrio di sapori. E le mele subiscono una lavorazione semplicissima, tramite l’estrazione a vapore, che non ossida il prodotto. Il sistema prevede tre grosse pentole, una sopra l’altra. «La prima sotto è piena d’acqua, quella in mezzo è una specie di imbuto, mentre quella sopra è un cestello con i forellini per colare il succo in basso. Dal rubinetto vien fuori il succo caldo a circa 85 gradi, una temperatura non eccessiva, che permette di preservare il più possibile i micronutrienti. Si perde la vitamina C, ma si conservano tutte le altre vitamine e sali minerali, insieme a polifenoli e antociani. Con le nostre mele non servono correttori di acidità, come acido ascorbico o di acido citrico, hanno già lo spunto di vivacità, e questo grazie alle sostanze acide naturali presenti nelle mele».

Filiera corta: l’alternativa ai frigoriferi Isabella Della Ragione si definisce un «agronomo di campagna». Anche se a volte la chiamano «archeologa degli alberi», lei preferisce definirsi così. La Fondazione archeologia ar-

di Maria Grazia Mammuccini, presidente di Federbio

È un’ipotesi paradossale perché quello che occorre fare con urgenza è esattamente il contrario. L’acqua è un bene comune che deve essere disponibile come bene «pulito» per tutti i cittadini e una presenza di veleni di questo tipo non è più tollerabile. Inoltre, come evidenziato da Ispra, molto spesso nei monitoraggi viene rilevato un cocktail di sostanze di cui non si conosce l’effetto complessivo e sinergico. Anche gli organi scientifici della stessa Commissione europea hanno rilevato che uno dei limiti principali nella valutazione del rischio delle sostanze chimiche è che non viene considerato l’effetto delle miscele di sostanze che si possono formare nell’ambiente, di cui generalmente non si conosce neanche la composizione. L’obiettivo strategico a cui occorre lavorare è quindi quello di superare l’uso dei pesticidi, con investimenti in ricerca e innovazione per l’agroecologia e per far crescere soluzioni alternative alla chimica di sintesi, come le tecniche di biocontrollo che, utilizzando sostanze di origine naturale, microrganismi e funghi, contribuiscono a contrastare l’inquinamento ambientale. È anche per questo che trenta centri di ricerca a livello europeo si sono uniti con un obiettivo: fare a meno dei pesticidi di sintesi chimica da qui al 2030.

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borea, di cui è presidente, raccoglie i frutti di una storia iniziata più di quarant’anni fa grazie a un’idea del padre Livio, appassionato di agricoltura e tradizioni popolari. Prima ancora che venisse coniata la parola biodiversità, di cui oggi si fa ampio uso, forse un po’ a sproposito, lei e suo padre hanno cominciato a raccogliere semi e talee e a piantare alberi, finendo per creare una gran collezione di alberi da frutto nei pressi di Città di Castello (Pg). «Sono vecchie varietà locali che vengono prevalentemente da Umbria, Marche e Toscana» spiega Isabella. «La nostra, del resto, è zona di passaggio, un corridoio naturale tra le regioni del Centro Italia. Oggi mi prendo cura del frutteto, riproducendo e vendendo le antiche varietà di piante da frutto. Sono convinta che sia il modo migliore per mantenerle in vita e dargli un futuro». Rispetto al mercato, Isabella non si dice convinta che siano state semplicemente selezionate le varietà più dolci e palatabili. In realtà, ci spiega,

 Isabella Della Ragione, presidente della Fondazione Archeologia Arborea, coltiva e riproduce antiche varietà di piante da frutto, vicino a Città di Castello (Pg).

sono stati privilegiati principalmente tre fattori: i primi due sono la croccantezza e l’aspetto, che include sia il colore, sia il calibro del frutto. Ma il motivo forse principale che ha orientato il miglioramento genetico, a suo avviso, è da ricercarsi

nella capacità di alcune varietà di essere conservate in frigorifero. Se le mele oggi sono uno dei frutti più coltivati al mondo è perché sono facili da manipolare e conservare. La mela, infatti, ha la capacità di maturare anche in frigo.

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«Oggi, nei frutteti a coltivazione intensiva vengono raccolte le mele non ancora mature per poi conservarle nelle celle frigorifere per un anno intero» spiega. «Ma è una grave perdita, perché nell’ultimo periodo di maturazione nella pianta avvengono le trasformazioni di tante sostanze importanti. Sui valori nutritivi è indubbio che ci sia un calo enorme rispetto alle varietà tradizionali». Anche su profumi e sapori c’è stato un decadimento totale. Le vecchie varietà avevano caratteristiche che non le rendevano assolutamente adatte per la conservazione a lungo in frigorifero. Ad esempio, la Gelata d’Abruzzo aveva il carattere della vitrescenza, la pre-

senza di parti della polpa traslucide, che oggi viene considerato un grave difetto del frutto, perché porta alla riduzione dei tempi di conservazione. E pensare che in passato la Gelata era molto ricercata proprio per il sapore e la particolare croccantezza. Sono cambiati i gusti, è vero, ma in realtà è solo un effetto secondario causato dalle esigenze della grande distribuzione che decide di fatto cosa si deve coltivare. L’essenziale è che vengano conservate in frigorifero, che siano dello stesso calibro e possano venire manipolate con facilità, per l’inscatolamento e il trasporto». Ancora una volta, come è successo con il super grano a taglia bassa,

con i legumi dalla buccia più resistente, con la pastorizzazione urbi et orbi di tutti i fermentati, è l’industria agroalimentare a dettare le regole del gioco. A scegliere per noi. E il nostro orizzonte di biodiversità, di sapori e micronutrienti essenziali viene mutilato per meri interessi economici. Isabella si è basata principalmente sulle testimonianze degli anziani agricoltori, perché la cultura rurale è cultura orale. Ma gli anziani prima o poi se ne vanno, e allora ha dovuto continuare la ricerca come un vero detective, passando al vaglio documenti, liste della spesa, fino ai capolavori dell’arte rinascimentale. In Italia, la mela è presente da più di 2

Varietà antiche italiane Nella grande biodiversità che ancora appartiene al nostro paese si possono riscoprire diverse qualità di meli, che sono spesso protagonisti dei paesaggi tradizionali. I vecchi alberi sopravvivono soprattutto nelle aree marginali, in maniera sporadica, specialmente nei territori collinari e di media montagna. Ben lungi dal poter competere, in termini economici, con le altre varietà coltivate intensivamente, le varietà antiche, a livello locale, hanno buone possibilità di sviluppo e sono fondamentali per la salvaguardia degli ecosistemi. Ecco l’elenco, sicuramente non esaustivo, delle principali varietà diffuse nei principali areali regionali di coltivazione.

PIEMONTE-VALLE D’AOSTA Buras, Bella di Barge, Carla, Contessa, Cioca Rumela, Dominici, Gamba Fina, Grigia di Torriana, Magnana, Ronzè e Renette, Marcon, Poma Dousa, Pomma de Bellon, Pom del Logia, Pom del Babi, Renetta di Pra St. Didier.

LOMBARDIA Travaglina, Carlona, Musona, Sant’Anna, Pomellone, Carla, Calvilla Rosa, Rambour Franc, Renetta Champagne, Lazzeruola, Wagener, La Pomme Cloche.

TRENTINO ALTO ADIGE

Bella di Bosco, Belfiore di Ronzone, Calvilla rossa d’autunno, Fra- TOSCANA goni, Gravenstein, Limoncino, Mantovano Piatto, Napoleon, Re- Casolana, Fiorentina ( nella foto), Casciana della Garfagnana, Garofana, Madonna del Carmine, Mora, Negretta, Panaia, Rigata, netta Champagne, Palmandor, Rosa di Caldaro, Rosmarine. Righetta, Roggia, Rossa Tre Colli, Rotella.

VENETO

Angelico, Astracan, Calamana trevigiana, Commercio, Decio, Durello, Imperatore Alessandro, Paradiso, Pom prusian o mela di Faller, Renetta Bianca di Champagne, Renetta Grigia, Rosetta, Ferro Cesio, Rosa Gentile.

FRIULI

UMBRIA, MARCHE, ABRUZZO Appiola, Agostina, Batocchia, Broccaia, Conventina, Limoncella, Mela del Papa, Rosa in Pietra, Polsola Rossa Dentro, Pianella, San Giovanni, Incarnato, Ruzza, Stratarina.

CAMPANIA, ABRUZZO E MOLISE

Blancon, Giallo di Priuso, Mei da Rusin, Mela di Corone, Ruggine Annurca, Bianca di Grottolella, Capodiciuccio, Mela Cipolla, Chiadorata, Striato dolce, Marc Panara, Ruggini di Enemonzo, Rusin nella, Gelata, Limoncella, Monaca, Rosa di Serino, Rosa di San Nazzaro, Suricillo, Zitella. d’Unvier, Rosse Invernali, Zeuka di Treppo.

EMILIA ROMAGNA

CALABRIA

Arcangelo Nero, Abbondanza, Bolognola, Curato, Durello di Forlì, Ganga Rossa, Inganna Villano, Lappedda, Maiatico, Milo Rotella, Puma imperiale, Puma Bergamotto, Mela del Faraone. Carraia, Cioca Rumela, Martin Sec, Rosa di Montefeltro.

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Zero_Spreco contro i farmaci e i cosmetici invenduti Il tema della lotta allo spreco è un argomento sempre più attuale e discusso. Si parla tanto dello spreco alimentare ma anche lo spreco in ambito farmaceutico e parafarmaceutico vanno ormai di pari passo. Non parliamo solamente dello spreco che riguarda le singole famiglie, ma soprattutto quello che riguarda le aziende. Molte aziende in campo farmaceutico e cosmetico, infatti, decidono di non mettere in commercio prodotti con packaging danneggiato o difettoso, prodotti prossimi alla scadenza o prodotti ritirati dal mercato e fuori produzione. Il motivo è puramente d’immagine o estetico. Chi acquisterebbe un prodotto danneggiato piuttosto di uno integro? Chi sceglierebbe prodotti a scadenza ravvicinata piuttosto che prodotti a lunga scadenza? Le aziende decidono quindi di giocare d’anticipo smaltendo questi prodotti ancora prima di proporli al pubblico, un vero e proprio spreco! Per far fronte a questo problema prima di tutto dovrebbe esserci un messaggio di sensibilizzazione ai consumatori, tutti noi dovremmo semplicemente andare oltre alle apparenze e «non giudicare un libro dalla copertina» perché di fatto il contenuto di quella confezione danneggiata è lo stesso di quello di uno con la confezione integra e il prodotto con scadenza tra due mesi ha la stessa validità di quello con la scadenza a sei mesi se lo dobbiamo utilizzare subito. Perché quindi non pensare a delle soluzioni per invogliare l’acquisto e ridurre questi sprechi, per esempio, offrendo uno sconto? Questa idea è proprio il concetto di base che sta dietro all’e-commerce Econviene (www.econviene.it), il primo e-commerce sostenibile che abbatte gli sprechi in campo cosmetico e parafarmaceutico con la linea zero_spreco, una selezione di prodotti (integratori, alimentari, cosmetici, prodotti per l’igiene e la bellezza, pet food…) destinata allo smaltimento scontata al 50%. Chi acquista i prodotti zero_spreco, oltre ad avere dei prodotti perfettamente utilizzabili a metà prezzo, aiuta l’ambiente riducendo inutili sprechi e salvandoli dallo smaltimento.

Ogni piccolo gesto può aiutare, questo concetto è stato percepito anche dai 200 soci che hanno creduto nel progetto e hanno deciso di investire in questa start-up tramite la raccolta crowdfunding che si è da poco conclusa sulla piattaforma CrowdfundMe (www.crowdfundme.it). In poco più di due mesi Econviene ha raccolto circa 450 mila Euro, un risultato incredibile che arriva in un momento di crisi come quello del post lockdown, un chiaro segnale della vicinanza da parte degli investitori al tema della sostenibilità. Combinare un acquisto economicamente conveniente ad una politica «zero spreco» è quindi la chiave del successo di Econviene, un’idea vincente che rispetta l’ambiente e sensibilizza le persone ad un consumo più responsabile nella speranza di una riduzione degli sprechi per il benessere di tutti.

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mila anni, eppure anche il nostro immaginario sembra ormai consunto. «Oggi abbiamo presente solo poche varianti della mela rossa o gialla, ma in realtà questo frutto aveva forme e colori assai diversi. La Mela di San Giovanni, che matura a giugno, ha una forma a stella; è una mela di primavera, da consumare in pochi giorni. Oppure penso alle mele rugginose, diffuse in Toscana e in Umbria, che dal punto di vista commerciale sono scomparse semplicemente perché non è gradito il colore. O la famiglia delle Musone,

o Nasone, che ha una forma di pera rovesciata, a muso di bue, molto diffusa in tutto l’appennino dalla Romagna fino al Lazio. Una forma forse poco elegante? Pensa che ce ne sono molte dipinte nei quadri del Rinascimento, ma gli storici dell’arte spesso le hanno scambiate per pere. Ci sono stati dei fraintendimenti clamorosi, causati dalla scarsa conoscenza della botanica e dell’alimentazione». Al frutteto collezione, che ha la funzione di conservazione di specie e varietà da proteggere, si coltivano

 Alcune delle varietà di mele antiche di cui abbiamo parlato in queste pagine: di Bue; 4 Mela Rosa Fragola; 5 Mela Rosona; 6 Mela San Giovanni.

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una quarantina di varietà locali di mele, che maturano in tempi diversi. Si comincia a giugno e si prosegue in piena estate con le varietà estive, da consumare subito. Il grosso viene raccolto a fine di settembre, inizio ottobre. C’è la Mela Rosa in Pietra, che viene raccolta a novembre, e si comincia a mangiare a gennaio. Per tradizione si coglieva l’11 novembre, dopo le prime gelate, perché il gelo attiva alcuni fenomeni di maturazione. A quel tempo, quando c’era la fame, i contadini non si potevano permettere di improvvisare.

Mela Bianca Latte; 2 Mela Conventina; 3 Mela Muso

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«Sono stata tacciata di romanticismo, ma sono andata avanti lo stesso per la mia strada» prosegue l’agronomo. «E oggi posso dire di aver avuto ragione. L’ultimo rapporto Fao sulla biodiversità mondiale punta il dito contro l’erosione genetica compiuta negli ultimi decenni. L’Italia è il terzo produttore

mondiale di pere, ma il 78% è basato su cinque varietà. Per il melo va ancora peggio, con il dominio di sole tre varietà. E cosa ne è della qualità del cibo? La mela è grande portatrice di nutrienti, profumi e sapori. Noi abbiamo delle varietà con la polpa rossa, con quantitativi di antociani notevoli. L’unico svan-

Allergia alle mele La gola che gratta, le labbra che si gonfiano. Sono i sintomi di una sindrome orale allergica (SOA), correlata alla reattività crociata fra pollini e alimenti vegetali. Può una singola mela scatenare allergie? La risposta è sì, ma bisogna spiegare il meccanismo della cross-reattività. Il sistema immunitario identifica come simili le proteine presenti nel polline delle Betulacee (betulle e ontani) e le proteine che si concentrano nella buccia della mela, scatenando quindi una sindrome orale allergica. Anche questa volta, il frutto proibito ci tende un inganno! In sostanza, le proteine a basso peso molecolare (LTP) sprigionate dalle mele, o più frequentemente da altri frutti come le pesche, per difendersi dai parassiti, vengono scambiate per proteine dei pollini, scatenando la reazione allergica. Di fatto, nell’Europa del Sud, dove sono presenti le betulle, o in ristretti areali di montagna, le reazioni possono essere ancora più severe. I sintomi compaiono dopo circa venti minuti e possono durare per un massimo di due ore. Le proteine allergeniche sono contenute negli strati esterni del frutto e posso essere neutralizzate con la cottura. Secondo l’allergologo Karl-Christian Bergmann dell’ospedale universitario Charité di Berlino, le persone che presentano sintomi allergici alle mele in Germania sono almeno 1,5 milioni. Ma non tutte le mele sono uguali. Il dottor Bergmann ha sentenziato in modo chiaro che sono le varietà comuni, come le Golden Delicious o le Gala, a causare problemi per chi soffre di allergie, perché contengono un numero particolarmente elevato di allergeni. Il problema di fondo è che queste varietà, ibridate e selezionate soprattutto per ottenere un alto grado zuccherino, hanno un contenuto ridotto di polifenoli, sostanze antiossidanti che proteggono da infezioni e batteri. Secondo il ricercatore dell’università di Berlino le vecchie varietà non sono solo più tollerabili per chi soffre di allergie, ma il loro consumo regolare può anche aiutare a riavvicinarsi alle altre

taggio è che non si conservano a lungo. Credo che questa sia una ragione in più per riscoprire e incentivare le filiere corte. Un modo per evitare le celle frigorifere e i trasporti sulle lunghe distanze». l Note 1. www.pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/27979079 2. www.pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/18087158

mele riducendo i sintomi allergici. Già uno studio capitanato da Ana Scancho nel 2008 misurò la percentuale di protenie LTP, potenzialmente allergeniche, in 53 varietà coltivate in Italia e 35 in Olanda, mostrando che variava molto a seconda della tipologia coltivata1. Il consumo di alcune varietà, dunque, potrebbe anche servire a risolvere l’allergia al polline di betulla, come sottolineato anche dal progetto di ricerca AppleCare, frutto di una collaborazione tra il reparto di dermatologia dell’ospedale di Bolzano e il Centro di sperimentazione Laimburg (Bz). Intanto, per abituare il sistema immunitario il più velocemente possibile, gli studiosi consigliano di servire ai bambini la mela grattugiata già a partire dal terzo mese di vita. Ma servirebbero le varietà con un potenziale allergenico inferiore. E bisognerebbe fare un po’ di educazione ai consumi. È quello cha ha fatto l’associazione tedesca Bund, che avvalendosi di studi scientifici effettuati da alcuni istituti di ricerca, ha compilato una lista di cento varietà di mele, distinguendo tra quelle più o meno compatibili per chi soffre di allergie e indicando la quantità di polifenoli presenti. Ma le varietà più interessanti sono da cercare con il lumicino. Nell’eden dell’ortofrutta, sotto la luce immacolata del neon si trova una finta abbondanza di frutti colorati e i consumatori sono costretti ad acquistare solo le mele più stereotipate, gialle canarino o rosso fragola. Serve più informazione, a cominciare dalle abitudini a tavola. Come sottolineano gli esperti, il fenomeno di imbrunimento di una mela tagliata, generalmente poco gradito ai consumatori di oggi, in realtà è la garanzia di un’alta percentuale di polifenoli antiossidanti. Il dottor Bergmann, intanto, continua a studiare l’argomento e ha attivato una collaborazione con i ricercatori del Kazakistan alla ricerca del frutto perduto. Laddove si coltiva ancora il progenitore di tutte le mele, infatti, non sembrano esistere allergie alle mele e ai pollini. Note 1. www.mdpi.com/1420-3049/24/9/1758

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ricette

Dressing: l’insalata cambia abito Marinature, maionesi e sali aromatici: come condire in modo insolito le verdure crude per soddisfare il gusto, imparare a usare ingredienti ricchi di nutrienti e appagare anche gli occhi.

di Francesca Luise

ressing è un termine mutuato dalla lingua anglofona e descrive una base cremosa, come uno yogurt o una maionese, usata per condire l’insalata. Esistono dressing molto famosi come la Caesar salad o la vinaigrette, per nominarne un paio, che hanno fatto il giro del mondo. Nel nostro caso, ci siamo presi una licenza poetica e utilizziamo questa parola per indicare il condimento in generale o addirittura la procedura cui sottoponiamo le verdure per insaporirle, prima di comporle nel piatto. L’insalata può essere un piatto versatile, che si adatta bene a essere ripensata, cambiandone l’aspetto a seconda delle esigenze alimentari e della fantasia che di volta in volta impieghiamo nella sua preparazione.

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La combinazione di erbe aromatiche, semi oleosi e oli particolari ci offre l’occasione per trasformarla in un piatto finalmente protagonista della nostra tavola. Per questo, le ricette che vi propongo vogliono essere soprattutto uno stimolo alla sperimentazione e un suggerimento da cui partire, per poi sbizzarrirvi a seconda dei vostri gusti e delle proprietà nutritive che ricercate.

I sali aromatici Il sale aromatico è un condimento semplice da realizzare, che può riservare grandi soddisfazioni e dare una marcia in più a un piatto di verdure crude. È una preparazione comoda da tenere in dispensa: si può realizzare in anticipo e in quantità, poiché si conserva a lungo proprio

per via della nota azione congiunta, disinfettante e antibatterica, di sale, erbe e spezie. Può essere preparato d’inverno con ingredienti secchi, come salvia, rosmarino, timo, cardamomo, semi di senape, cumino, oppure in stagione con le aromatiche fresche. Le erbe garantiscono poi che il nostro piatto sia ricco di oli essenziali. Durante il mese di settembre possiamo ancora approfittare della coda estiva e adoperare le erbe fresche, che conferiranno uno straordinario aroma al nostro sale. Con un unico accorgimento: una volta pronto, va riposto in un vasetto di vetro o ceramica che va arieggiato per qualche giorno per far evaporare l’umidità in eccesso. Per cominciare vi propongo un sale integrale con menta fresca, aghi

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di rosmarino e scorzette di limone, battuto col mortaio di pietra, proprio come una volta. La varietà di sapori e aromi contribuirà a creare un gusto complesso per il nostro palato, che ci permetterà di ridurre la quantità di sale, senza crearci troppe frustrazioni. Ecco altre idee per dei sali aromatici: salvia e verbena odorosa, detta erba Luigia, che ricorda gli agrumi; basilico e erba cipollina, perfetto per condire una bella insalata di pomodori; menta e santoreggia, delizioso sulle verdure arrosto come melanzane e peperoni. Oppure potete prepararne di più classici, a base di salvia, timo e rosmarino, per esempio, perfetti per delle preparazioni vegetali in stile barbecue.

te grassa (un olio) e degli aromi a scelta. Le verdure marinate possono diventare un contorno sgrassante e dal sapore molto intenso o possono caratterizzare un’insalata mista con dei legumi e delle patate. Vi suggerisco di provare con il cavolfiore o il cavolo cappuccio viola, il cui colore sarà esaltato dalla marinatura, o ancora con del sedano, dei ravanelli o del sedano rapa. Una volta preparata, riponetela poi in frigorifero dentro a un contenitore di vetro a chiusura ermetica e usatela all’occorrenza, anche come condimento per dare una virata agrodolce, per esempio, a delle cipolle di Tropea al forno.

In questo caso vi invito a sperimentare il taglio a spaghetto, che si fa con uno strumento detto spiralizzatore. Per condire il piatto di spaghetti di zucchina vi propongo una rielaborazione di una salsa tipica della cucina nordafricana e mediorientale a base di pasta di semi di sesamo: la tahina. In alternativa, vera leccornia è condire questi spaghetti con un battuto di pomodori secchi, aglio, pane grattugiato, olio extravergine di oliva e origano. Oppure con una crema di avocado, succo di limone e senape; o ancora con un trito di piccadilly, capperi sotto sale e tanto basilico. Avrete così un condimento speSpaghetti di zucchine? ciale per un’insalata che all’occhio Una prima riflessione sul nostro apparirà come un succulento primo terzo piatto non riguarda tanto il piatto. condimento, quanto un altro aspetLa marinatura to dell’insalata: il taglio delle verdure. Il pesto Si tratta di una tecnica di cucina tra- Un diverso taglio predispone infat- Insomma, diciamocelo: e a chi non dizionale che si compone di tre in- ti i vegetali a raccogliere diversa- piace il pesto? gredienti principali: una parte acida mente il dressing, modificandone saLa quarta rivisitazione del condi(un tipo di aceto o limone), una par- pore e aspetto. mento è dunque una variante del

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ricette

classico pesto della tradizione, amato e familiare un po’ a tutti, ma qui rivisto in chiave vegana con alcuni accorgimenti, come la consistenza. Per creare un condimento insolito, goloso e appagante sono infatti sufficienti pochissimi ingredienti di buona qualità: una o più aromatiche, dei semi oleosi, dell’olio extravergine di oliva e un pizzico di sale. Questa combinazione potrà salvarvi in caso di una cena improvvisata, di un pranzo veloce o di un aperitivo leggero, perché accompagna perfettamente qualsiasi crudités. Facendo appello a una gamma di sapori consolidati, questo dressing convincerà anche i commensali più diffidenti, conferendo una nota ina-

spettata anche all’insalata più sem- soia Tamari, entrambe rielaborate: la plice. prima con paprika affumicata e la seconda con cipollotto fresco. Le maionesi e le salse di soia Sia la maionese vegana, che la salHo esordito raccontandovi che il sa di soia possono essere intese come dressing indica all’origine un con- un dressing a sé, o come una base uldimento a base di una salsa cremo- teriormente lavorabile per creare sa e chiudo parlandovi proprio del- nuovi sapori. Sarà sufficiente agla maionese, ma in versione vegan. giungere spezie e erbe a proprio piaPiù leggera della classica maione- cimento e avrete delle salsine uniche. se, semplice da realizzare e aromatizzare a piacere, nonché cruelty In conclusione, l’insalata può difree, la maionese vegan può essere ventare una pietanza inaspettata. Sotun’ottima soluzione per arricchire i tratta alla noia, indosserà nuovi panvostri piatti a base di verdura. ni e si farà cifra stilistica della nostra L’ultima incursione nel mondo del personale creatività; una creatività di dressing si declina dunque in due cui potremo gioire coi nostri comcondimenti molto differenti tra loro: mensali, ospiti, amici o familiari, o al una maionese vegana e una salsa di lavoro, durante la pausa pranzo. l

Ricette

Agrodolce di verdure marinate Ingredienti: 160 g aceto di mele • 180 g acqua • 60 g di sciroppo di riso • 20 g di sale integrale fino • 6 centimetri di scorza di arancia (fresca o essiccata) • 1 spicchio di aglio • 1 rametto di rosmarino • 2 erbette rave • 2 carote • 2 cetrioli • 8 steli di erba cipollina • mezzo cucchiaino di pepe di Sichuan • mezzo cucchiaino di sumac • 1 cucchiaio di olio extravergine di oliva ■ Il dressing. Sbucciate l’aglio e schiacciatelo con la parte piatta di un coltello. Versate tutti gli ingredienti liquidi più il sale in un contenitore di vetro e con l’aiuto di una forchetta amalgamateli con energia per qualche minuto, finchè il sale non si sarà completamente sciolto e la marinatura risulterà omogenea. Aggiungete il rosmarino fresco e l’aglio e lasciate insaporire per un paio d’ore in frigorifero.

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■ Il piatto. Sbucciate le carote e le erbette rave. Con l’aiuto di una mandolina o di un buon coltello tagliatele a fette sottili e disponetele in un contenitore di vetro con tappo ermetico. Versate la marinatura fino a immergerle completamente, poi coprite con un coperchio e riponete in frigorifero per un paio d’ore. Prima di consumarle, scolatele dall’acqua di marinatura, togliete l’aglio e il rosmarino e bagnatele con un filo di olio extravergine di oliva e mescolatele.

In foto sono state servite con dei cetrioli semplicemente lavati e tagliati a fette diagonali, erba cipollina di accompagnamento, un pizzico di sumac, un filo di olio extravergine di oliva e un pizzico di pepe di Sichuan.

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Sale aromatico per crudité Ingredienti: 100 g di sale integrale grosso • 10 g aghi di rosmarino • 20 g foglie di menta piperita • 1 scorza di limone di circa 5 centimetri (fresco, congelato oppure essiccato) • 2 carote • 2 cetrioli • 2 cipollotti • olio extravergine di oliva a piacere ■ Il dressing. Versate metà del sale e degli aromi nel mortaio e iniziate a pestare. Via via che gli ingredienti iniziano a polverizzar-

si, aggiungetene altri fino a ridurli tutti in farina. Con la quantità di sale e aromatiche indicate in ricetta potete preparare un vasetto come in foto. ■ Il piatto. Versate in una ciotola un cucchiaino di sale aromatico insieme all’olio extravergine di oliva e emulsionateli con l’aiuto di un cucchiaino. Lavate e asciugate le verdure. Sbucciate le carote e i cipollotti e tagliateli a bastoncini. Servite freddo o a temperatura ambiente.

Spaghetti di zucchina con salsa tahina piccante Ingredienti: 85 g tahina • 85 g di acqua • 5 g di sale fino integrale • 4 g olio di sesamo • 2 lime • 1 pizzico di peperoncino in polvere • 1 manciata di foglie fresche di coriandolo o prezzemolo • 4 zucchine non troppo grandi • fiori edibili (freschi o secchi) per decorare. In foto è stato usato un mix di calendula, fiordaliso e rosa. ■ Il dressing. Versate la tahina, l’acqua, metà dell’olio di sesamo, il sale, il peperoncino e il succo di un lime in un bicchiere ed emulsionate tutti gli ingredienti con l’aiuto di un frullatore a immersione o, se preferite, di una forchetta. ■ Il piatto. Con l’aiuto dello spiralizzatore, ricavate dalle zucchine gli spaghetti. Versateli in una ciotola di vetro e conditeli con i 2 g di olio di sesamo rimasti. Tagliate in 4 spicchi il lime rimasto. Adagiate su ciascun piatto una porzione di spaghetti, versate sopra la salsa, i fiori, uno spicchio di lime e abbondante coriandolo, o prezzemolo, precedentemente lavato e asciugato all’aria e tritato in modo grossolano. Eventualmente voleste rendere ancora più piccante il piatto, potete rinforzare con qualche fettina di peperoncino fresco.

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Gentile e san marzano al profumo di pesto Ingredienti: 35 g basilico • 15 g erba cipollina • 15 g di santoreggia • 70 g di nocciole tostate • 25 g di semi di zucca • 5 g sale integrale fino • 70 g di olio extravergine di oliva • 1 cespo di insalata gentile • 2 pomodori san marzano ■ Il dressing. Mettete le aromatiche, 50 g di nocciole, 15 g di semi di zucca e il sale in un mortaio e pestate tutti gli ingredienti fino a ottenere una pasta granulosa. Aggiungere poco olio extravergine di oliva alla volta e procedere con la diluizione fino a ottenere un pesto della consistenza desiderata. ■ Il piatto. Se volete usarlo come in foto per condire una semplice insalata, seguite la dose indicata in ricetta e usate i restanti semi di zucca e noccioline per decorare la vostra insalata. Fatelo invece leggermente più denso se volete una salsa per far scarpetta con delle verdure, stile pinzimonio.

Involtini vietnamiti con maionese vegana affumicata e tamari al cipollotto

■ Portate a ebollizione a fuoco lento la tamari e lo zucchero. Spe-

Ingredienti prima variante dressing: 80 g latte di soia (senza zuccheri aggiunti) • 120 g di olio di girasole • 30 g di olio extravergine di oliva • 8 g di succo di limone • 5 g di sale integrale • 3 g di paprika affumicata

Ingredienti per realizzare il piatto: 2 carote • 1 avocado maturo • ¼ di cavolo cappuccio verde o rosso • 4 ravanelli • qualche foglia di basilico e menta • fogli di carta di riso

■ Mettere tutti gli ingredienti in un bicchiere e emulsionarli con

l’aiuto di un minipimer per qualche minuto e fino al raggiungimento della consistenza desiderata. Riporre in frigorifero fino all’uso, così la maionese si addenserà ulteriormente. Ingredienti seconda variante dressing: 100 g di salsa di soia tamari 40 g di cipollotto (parte verde finale) • 10 g di zucchero muscovado • 20 g di olio di sesamo

•

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gnete il fuoco e lasciate raffreddare. Tritate il gambo di un cipollotto. Aggiungete l’olio e il cipollotto alla tamari e lasciate riposare per qualche ora prima di servire.

■ Lavate le verdure e mondatele. Tagliate i ravanelli a rondelle, l’avocado a fette e le restanti a julienne. Portate a ebollizione un litro di acqua e versatela in una ciotola. Prendete tra le dita un foglio di carta di riso, passatelo rapidissimamente nell’acqua e poi adagiatelo su un tagliere. Riponete al centro le verdure e poi procedete chiudendo il foglio, come se fosse un pacchetto. Una volta preparati tutti i vostri involtini, bagnate un coltello con dell’acqua e procedete tagliandoli a metà. Serviteli freddi con i due dressing di accompagnamento.

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salute di Beatrice Salvemini

Denti e bocca, le cure «su misura» Cresce l’attenzione per l’odontoiatria biologica: test personalizzati, chirurgie mini-invasive, metodiche rigenerative, terapie naturali di supporto, stop ai metalli potenzialmente tossici. 24

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itornare a prendersi cura dei propri denti, ancor meglio se in maniera il più possibile naturale, con tecniche rispettose della fisiologia e dell’approccio di salute globale che dovrebbe sempre essere alla base della cura della bocca: è quanto sarebbe utile fare dopo i forti disagi causati dal lockdown della scorsa primavera, che ha provocato la chiusura degli studi dentistici, e dopo i timori che in gran parte delle persone si sono generati a fronte di una informazione che ha insistito oltremodo sui titoli urlati e su notizie quantomeno parziali. Secondo le stime della Società italiana di parodontologia e implantologia, ci sono almeno dieci milioni gli italiani che nei mesi passati hanno avuto disturbi a denti e gengive, ma solo il 10% ha potuto o voluto andare dal dentista. Una delle soluzioni migliori può essere, appunto, quella di rivolgersi a chi, soprattutto ora, è in grado di prendersi cura del paziente nella sua globalità, senza vedere e considerare solo il dente, solo la gengiva o solo quella parte di corpo, cioè la bocca, come scissa dal resto. «L’odontoiatria biologica è certamente un’opzione sicura e ad alta efficacia per chi, dopo lo stop forzato alle cure orali causato dall’emergenza di questi mesi, vuole tornare in totale tranquillità a prendersi cura dei propri denti e della bocca» spiega il dottor Franco Giancola, teramano con un retaggio di studi in Nord Europa, odontoiatra e implantologo, esperto di omeopatia, medicina rigenerativa e medicina tradizionale cinese.

Sicurezza ed efficacia «Le pratiche di odontoiatria tradizionale sono parecchio impattanti: ambiente sanificato con prodotti chimici aggressivi, utilizzo eccessivo di turbine/micromotori con abbondante irrigazione e chirurgie invasive espongono i tessuti e l’organismo a possibili infezioni. Ritengo che l’odontoiatria biologica sia più sicura, innanzitutto perché tende a rassicurare il paziente comunicando

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«L’odontoiatria biologica è un’opzione sicura e ad alta efficacia per chi vuole tornare in totale tranquillità a prendersi cura dei propri denti e della bocca. Gli ambienti vengono disinfettati regolarmente con l’ozono e le procedure operative sono semplificate. Inoltre, alla pratica odontoiatrica si associano sempre consigli e prescrizioni che aumentano le difese immunitarie, indispensabili per difendersi dalle infezioni». Franco Giancola, odontoiatra e implantologo. 

con serenità tutte le precauzioni prese senza creare ansia e stress. Gli ambienti vengono disinfettati regolarmente con l’ozono e le procedure operative sono semplificate. L’ozono infatti è un gas, molto efficace e innocuo, presente naturalmente nella stratosfera e prodotto dalle nostre cellule (neutrofili) per la lotta contro virus e batteri. Inoltre, gli interventi eseguiti da un dentista biologico sono meno invasivi, in quanto si utilizzano tecniche poco traumatiche e metodiche rigenerative che velocizzano i processi di guarigione. Alla pratica odontoiatrica si associano sempre consigli e prescrizioni che aumentano le difese immunitarie indispensabili per conservare la salute e difendersi dalle infezioni. Grazie all’utilizzo di terapie naturali di supporto, l’odontoiatria biologica riesce a curare meglio senza mettere a rischio la salute dei pazienti».

Test personalizzati

duce meno. Il valore soglia viene considerato a 10 mV. Qualora il valore di 10 mV fosse presente o superato, andranno cercati altri materiali o rimossi quelli presenti che alzano maggiormente il valore, come ad esempio l’amalgama. Poi si riprocederà alla misurazione».

Il ruolo della medicina ambientale clinica La dottoressa Corsini fa anche parte dell’associazione Assimas, che fa formazione in Italia in tema di medicina ambientale clinica, e ha approfondito il ruolo che il contesto in cui viviamo può avere sulle alterazioni di sa-

Nel campo dell’odontoiatra biologica, che considera la persona nel suo insieme, si può ricorrere anche a test e indagini personalizzati per individuare eventuali situazioni particolari, ipersensibilità, incompatibilità e così via, spiega la dottoressa Chiara Corsini, dentista veronese esperta in omotossicologia, elettroagopuntura e medicina ambientale. «Ogni persona è un “mondo” a sé, quindi le situazioni sono sempre particolari. La peculiarità del medico cosiddetto olistico sta nella capacità di indagare il sintomo o la patologia nel contesto generale, nell’insieme delle caratteristiche di quel paziente» spiega Corsini. «Per questo motivo chi ha una visione olistica integra il tutto presente in quella persona. Ognuno è diverso dall’altro, possiede un corredo genetico unico ed è influenzato da un determinato ambiente. Anche in ambito odontoiatrico la valutazione dovrebbe essere il più possibile complessiva. I test da effettuare potranno quindi essere indicati a seconda di quello che è il problema per il quale la persona si rivolge a noi. Se parliamo di impianti o riabilitazioni protesiche, siano esse fisse o mobili, la valutazione da fare sarà quella di indagare se i materiali che dovranno essere utilizzati possono creare una sensibilizzazione del sistema immunitario. Questi test possono essere richiesti per pannelli di materiali, metalli, compreso lo zirconio, resine e così via». «Può essere utile testare sui pazienti gli eventuali metalli o leghe misurando il valore della microcorrente endorale che il nuovo metallo creerebbe in presenza di altri manufatti già presenti (otturazioni in amalgama, protesi varie), scegliendo poi la lega che in quel soggetto conTerra Nuova · settembre 2020

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salute

«Può accadere che alterazioni dello stato di salute siano riconducibili a sovraccarichi tossici che possono essere chimici, fisici e/o biologici. La persona può aver maturato una sensibilizzazione verso molti di questi agenti e quindi può trovarsi in una condizione di disequilibrio e/o di infiammazione più o meno cronica o acuta. Per indagare questi fattori esistono degli esami diagnostici». Chiara Sofia Corsini, dentista esperta in omotossicologia, elettroagopuntura e medicina ambientale. 

lute. Lo stesso vale per i materiali utilizzati e posizionati all’interno della bocca. «Può accadere che alterazioni dello stato di salute siano riconducibili a sovraccarichi tossici che possono essere chimici, fisici e/o biologici» spiega Corsini. «Per quel che concerne il campo odontoiatrico, la persona può aver maturato una sensibilizzazione verso molti di questi agenti e quindi può trovarsi in una condizione di disequilibrio e/o di infiammazione più o meno cronica o acuta. Per indagare questi fattori esistono esami diagnostici che è importante che l’odontoiatra conosca, come sostiene anche il dottor Antonio Maria Pasciuto, presidente di Assimas».

L’agopuntura in odontoiatria È la stessa dottoressa Corsini a sottolineare l’importanza che può avere anche la medicina cinese nella diagnosi complessiva e nella pianificazione degli interventi da eseguire su una persona che ha problemi di bocca e denti. «Dalla medicina cinese sappiamo che i meridiani di agopuntura decorrono in tutto il corpo attraverso gli organi e tutti transitano nel cavo orale. Ogni meridiano incontra nel suo percorso uno o più denti. Ne consegue che da un dente, con la sua gengiva, osso alveolare e legamento, passa un meridiano che nel suo corso incontra determinati organi. Conoscere questo aspetto e tenerlo presente è importante per supportare eventualmente gli organi in disequilibrio con rimedi

«L’implantosofia è una nuova scienza non lineare che ricerca innanzitutto le cause della sofferenza e della perdita dei denti naturali, affinché il medico possa aiutare il paziente a rimuovere le condizioni che hanno portato alla malattia».

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omeopatici/omotossicologici, oppure per consigliare un consulto specialistico nel caso fosse opportuno. Ciò consente una cura davvero integrata volta alla ricerca delle cause. Lo stesso ragionamento va fatto in senso inverso, con la consapevolezza che il meridiano associato al dente sarà influenzato da quanto avviene sul dente o nella sede scelta per il posizionamento degli impianti».

L’implantosofia Un’altra frontiera che l’odontoiatria olistica ha aperto è quella degli impianti dentari «ripensati» nell’approccio, nella formulazione e nella realizzazione. Ad avere coniato il termine implantosofia è lo stesso dottor Giancola, che pratica «questa nuova scienza da tempo», come spiega lui stesso. «L’implantosofia è una nuova scienza non lineare che ricerca innanzitutto le cause della sofferenza e della perdita dei denti naturali, affinché il medico possa aiutare il paziente a rimuovere le condizioni che hanno portato alla malattia. Come il contadino prepara il terreno per accogliere la nuova pianta, così il chirurgo crea le condizioni tissutali ottimali per il posizionamento del nuovo impianto affinché possa essere accettato senza disagi. Al paziente viene richiesto un maggior coinvolgimento nel recupero della salute e nel successo implantare. Il soggetto deve desiderare il miglioramento prima di intraprendere il percorso terapeutico, altrimenti diventa una medicazione e non una guarigione. Il paziente che non accetta il cambiamento sarà eternamente

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insoddisfatto. L’implantosofia fa tesoro delle acquisizioni delle moderne tecnologie diagnostiche per la diagnosi, come la cone beam e le simulazioni 3d della bocca, ma cura con tecniche millenarie di omeopatia, agopuntura, ossigeno e ozonoterapia. In implantosofia si assecondano le leggi biologiche per una migliore e più veloce guarigione. Vengono utilizzate tecniche minimamente invasive attraverso l’uso della tecnologia piezoelettrica che permette di preparare l’osso senza alterarne la microarchitettura. Il fine ultimo è il recupero della gioia di sorridere e masticare attraverso la riabilitazione occluso-posturale armonica. Si utilizzano inoltre prodotti e cellule autologhe, cioè della stessa persona, per stimolare la guarigione e la ricrescita dei tessuti danneggiati. Dal sangue si estraggono fattori di crescita piastrinici, mentre dal midollo osseo cellule staminali, entrambi altamente efficaci senza recare alcun fenomeno di rigetto visto che vengono prelevati dal paziente stesso. Si possono riassumere le leggi dell’implantosofia con cinque R: ricercare, risanare, rigenerare, riabilitare e riequilibrare».

ecologici

La zirconia «Fin dai primi anni della mia professione ho sempre cercato di studiare e curare il paziente odontoiatrico in modo olistico. La mia ricerca è stata orientata verso la rimozione di focolai tossici e infettivi presenti in bocca (metalli e denti devitalizzati) quali causa di disagi o malattie» racconta Giancola. «Nella pratica quotidiana ho aiutato, spesso con notevole successo, i miei pazienti con l’uso di rimedi omeopatici e con l’agopuntura. Negli ultimi anni mi sono dedicato prevalentemente alla chirurgia mininvasiva e all’implantologia immuno-compatibile in ceramica. E la zirconia, una ceramica hi-tech, mi ha permesso di aiutare molti pazienti a rischio a recuperare il sorriso e la masticazione, senza nuocere alla loro salute. La zirconia, a differenza del titanio, è altamente biocompatibile, impedisce l’adesione batterica, non causa infiammazioni gengivali e non irrita il

Terra Nuova · settembre 2020

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salute

sistema immunitario, pertanto è il materiale ideale per pazienti allergici, cardiopatici e diabetici. L’implantologia ceramica migliora i risultati di altre terapie praticate (omeopatie, agopuntura o farmaci convenzionali) dai pazienti in quanto aiuta a conservare una bocca sana e mantenere una masticazione bilanciata. La zirconia è un materiale inerte, elettricamente e chimicamente, pertanto non si hanno mai fenomeni di galvanismo orale o perimplantiti purtroppo molto frequenti in presenza di impianti in titanio».

Bio e immuno-compatibilità «Gli impianti in titanio convenzionalmente usati nell’implantologia tradizionale contengono anche tracce di altri metalli come nickel, vanadio e alluminio, che in pazienti predisposti possono indurre fenomeni di allergia o di infiammazione con conseguente perdita delle fixtures o insorgenza di malattie autoimmuni spesso invalidanti. Per evitare questi problemi, da quando

seguo l’implantosofia utilizzo solo impianti in zirconia, altemente bio e immuno-compatibili. La zirconia è affidabile e non è responsabile di alcuna reazione tossica in quanto non libera ioni metallici o altre sostanze che possono mettere a rischio la salute. Oltre cinquant’anni di ricerche scientifiche ed evidenze cliniche hanno dimostrato un’ottima integrazione ossea e mucosa. La gengiva attorno all’impianto è sempre sana, rosea e senza accumulo di placca batterica. Oggi si ha a disposizione un’ampia varietà di tipi di impianti in zirconia e si riesce a trattare qualsiasi situazione clinica solo con la bioceramica. Inoltre, per aumentare lo spessore osseo dove è mancante, utilizzo derivati del sangue periferico, noti come plasma, ricco in piastrine (Prp). Attraverso varie tecniche si possono realizzare membrane autologhe ricche di fibrine che fungono da supporto (scaffold) per la ricrescita ossea o preparati liquidi ricchi di fattori di crescita piastrinici che fungono da sti-

Clinica Europea Implantologia Ceramica

Desideri un consulto gratuito? Il C.E.I.C., Clinica Europea di Implantologia Ceramica, mette a disposizione un consulto gratuito di 15 minuti con il dott. Franco Giancola. Potrai conoscere lo stato di salute della tua bocca, avere maggiori informazioni sugli impianti in zirconia, conoscere le tecniche utilizzate. Il preventivo invece passa attraverso una prima visita. Il consulto si svolge presso la Clinica ed è necessario portare con sé una OPT recente. In casi eccezionali è possibile ricevere il consulto anche telefonicamente, dopo aver inviato l'OPT per e-mail a info@ceic.eu. Info: C.E.I.C. presso la Domus Medica, Strada Genghe di Atto, 101 Acquaviva - Repubblica di San Marino tel. 0549 963742 - 329 1836700 - www.ceic.eu

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moli chimici per favorire la perio-integrazione degli impianti. Quando invece l’atrofia ossea è molto importante si può ricorrere a cellule staminali adulte prelevate, attraverso delle tecniche mininvasive, dalla tibia prossimale; dopo una opportuna concentrazione vengono posizionate nella sede da rigenerare. Questi materiali sono sicuri e senza rischio di rigetto in quanto fanno parte del nostro corpo, sono autologhi e omofunzionali».

I professionisti in Italia L’odontoiatria olistica e biologica sta destando sempre più attenzione anche se, come ammette lo stesso Giancola, «attualmente siamo ancora pochi a praticare questo nuovo approccio; ma la richiesta dei pazienti che chiedono interventi di odontoiatria biologica e implantosofia sono in crescita. Al fine di formare nuovi professionisti in questa nuova branca medica è stato attivato a Roma, presso il Green Hospital Nuova Villa Claudia, il primo ma-

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ster internazionale di implantologia ceramica e a San Marino, presso la Domus Medica, è attiva la Clinica europea di implantologia ceramica e medicina rigenerativa autologa».

La prevenzione Naturalmente, anche la prevenzione ha un ruolo fondamentale ed è indispensabile prendersi cura dei propri denti e della bocca anche prima che si manifestino problemi. «I denti hanno una grande importanza nel mantenimento della salute non solo della bocca ma anche del resto del corpo, pertanto è utilissimo fare una buona prevenzione. Innanzitutto, l’alimentazione deve essere ricca di elementi nutritivi (frutta e verdure) e povera di carboidrati. Masticare cibi duri favorisce, inoltre, una buona attività muscolare della bocca e ne migliora la postura. Bisogna evitare dentifrici e colluttori aggressivi e preferire prodotti naturali. È saggio inoltre avere una igiene regolare e magari sottoporsi periodicamente a un trattamento pa-

 La zirconia è una ceramica hi-tech. A differenza del titanio è altamente biocompatibile,

impedisce l’adesione batterica, non causa infiammazioni gengivali e non irrita il sistema immunitario. Pertanto è il materiale ideale per pazienti allergici, cardiopatici e diabetici.

rodontale mirato rivolgendosi a un bio-dentista che utilizzi tecniche delicate, come la metodica piezoelettrica associata all’ozonoterapia. Infine,

per mantenere i tessuti dentali sani è molto utile un buon supporto nutriceutico con Lithotamnium calcareum e vitamina D3». l

Lo Studio con la Dentosofia del Dottor Michel Montaud pone la visione olistica e il ben-essere del paziente al centro della propria attività: dalle cure odontoiatriche con le più attuali tecnologie, alla posturologia. Studio Odontoiatrico

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ecotessuti

Gli ecotessuti da laboratorio Il futuro dei materiali sostenibili può passare anche dal laboratorio? Perché no? Ecco alcuni esempi di tessuti creati osservando e riproducendo i microrganismi presenti in natura.

uando si parla di ecotessuti viene spontaneo pensare a materiali composti in gran parte da elementi naturali, come piante e scarti agricoli o ricavati dal recupero di fibre tessili rigenerate o riciclate, in cui la mano dell’uomo certamente interviene, ma solo per aiutare e condurre il processo di trasformazione per ottenere il nuovo tessuto. Dal filato ricavato dalle reti da pesca recuperate in mare al tessuto ottenuto dalle bucce di arancia, alla pelle che deriva dall’ananas, solo per

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di Barbara Chiodi

citarne alcuni, di cui tra l’altro abbiamo parlato nei numeri scorsi, si tratta di materiali ottenuti da materie prime preesistenti e di origine spesso naturale. Ma c’è un’altra tipologia di ecotessuti creati ex novo in laboratorio da ricercatori che si ispirano a un approccio metodologico simile a quello del settore medico-scientifico, basato su: studio, prove, sviluppo e risultato. In realtà, anche qui il punto di partenza è il mondo naturale, ma come oggetto di osservazione di determinati

processi poi riproducibili tra le pareti di aziende all’avanguardia nella produzione di materiali alternativi. Una di queste è la Bolt Threads, la compagnia californiana che studia i microrganismi per poterli ricreare in laboratorio e ottenere da essi nuove fibre.

La tela del ragno David Breslauer, direttore scientifico e co-fondatore della Bolt Threads, ha portato in azienda la propria esperienza di ricercatore nel campo

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 Rocchetti di Microsilk, la seta che ricrea la fibra attraverso un processo di filatela del ragno, prodotta dalla californiana tura a umido che ha permesso di otBolt Threads. Credits Bolt Threads. tenere filati poi lavorati a maglia nel tessuto. La prima designer a utilizzare Microsilk, così è stata battezzata la seta prodotta in laboratorio, è stadella microfluidica a Berkeley. Allora ta Stella McCartney, che ha avviato studiavano il dna dei ragni e come con l’azienda americana una collaproducessero le loro tele, piccoli ca- borazione a lungo termine. Certo, si polavori di ingegneria che altro non tratta di un materiale ancora in fase sono se non catene di proteine. La di sviluppo, quindi la produzione tela del ragno è una seta molto ela- iniziale continua a essere limitata e stica, morbida e resistente, che in i prodotti finiti costosi. passato veniva ad esempio usata daMa come con qualsiasi nuova gli abitanti della Polinesia per le tecnologia, alle prime fasi seguono canne da pesca e nelle Nuove Ebri- perfezionamenti e risultati che perdi come reti per trasportare le pun- mettono di abbassare i costi e rente delle lance. L’intenzione di Bre- dere i prodotti più accessibili. La slauer era di capire il meccanismo di Bolt Threads ha la paternità anche di produzione di questa seta super ef- Mylo, ecopelle ricavata da cellule di ficiente per replicarlo in laboratorio. micelio, il corpo vegetativo alla base Il risultato è stato ottenuto ricrean- della formazione dei funghi, di cui do con la bioingegneria proteine abbiamo parlato nel numero di gensimili, poi iniettate in un composto naio scorso. di lievito, acqua e zucchero sottoposto a un processo di fermenta- Puro come in natura zione brevettato. La seta liquida ri- Si basano sulla fermentazione funsultante è stata poi trasformata in una gina anche i materiali Pura, attual-

mente in sviluppo all’interno dell’omonima unità R&G della Mogu, azienda tutta italiana con sede a Inarzo (Varese), fondata nel 2015 e guidata dai due principali soci fondatori: Stefano Babbini, imprenditore con esperienza in biomasse e in bioenergia, e una passione per i nuovi materiali e l’economia circolare, e Maurizio Montalti, designer e ricercatore italiano di base ad Amsterdam, che da oltre dieci anni lavora allo sviluppo di processi e materiali derivanti dalla crescita di microrganismi, anche grazie a collaborazioni accademiche in Olanda. Attraverso protocolli dedicati e interni all’azienda, vengono fatti crescere ceppi fungini selezionati su terreni nutritivi risultanti da risorse residue che derivano da altri processi produttivi e/o altre filiere come paglia, segatura, bucce di pomodoro, fondi di caffè, valorizzando così anche tali risorse in un’ottica completamente circolare. Il fungo/micelio, grazie alle proprie dinamiche di crescita biologica, trasforma la

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ecotessuti

biomassa vegetale organica in altri elementi, quali polisaccaridi e specialmente chitina, che diventa il costituente principale alla base del materiale finito. Dopo il tempo di crescita necessario (che varia a seconda dei differenti processi, fra dieci e venti giorni), i materiali vengono raccolti, asciugati e ulteriormente raffinati attraverso processi di natura chimica (organica) e meccanica. Simili alla pelle di origine animale dal punto di vista delle proprietà sensoriali e meccaniche, i materiali Pura hanno diversi vantaggi, tra cui: la necessità estremamente limitata di risorse nutritive e acqua; la crescita in verticale, che riduce in maniera significativa il consumo di suolo; nessuna uccisione e nessun sfruttamento di animali; eliminazione delle sostanze tossiche (utilizzate invece per la concia delle pelli animali); omogeneità dei materiali, che elimina il concetto di scarto (solitamente una pelle animale viene utilizzata per il 30% a causa di imperfezioni sulla superficie restante); possibilità di ingegnerizzare/funzionalizzare i materiali influenzandone le proprietà fisicomeccaniche partendo dalla biologia. Come dicevamo, i materiali Pura

sono ancora in fase di sviluppo, quindi a ora non sono ancora disponibili a livello commerciale, ma l’ambizione è che lo diventino molto presto, probabilmente già nel 2021, poiché il percorso è giunto a un livello tecnologico molto avanzato.

Dall’alga alla fibra Dalla terra all’acqua, dai funghi alle alghe marine con AlgiKnit, un altro biomateriale prodotto dalla compagnia americana omonima, che lavora nella produzione tessile integrando scienza e design per affrontare il danno ecologico causato dall’industria della moda. AlgiKnit sta creando filati resistenti ma rapidamente degradabili concentrandosi soprattutto su alcuni tipi di alga, come il fuco, la macro-alga bruna marina, facilmente coltivabile nelle acque costiere, soprattutto dell’emisfero settentrionale. La trasformazione in filato, adatto per calzature, accessori, interni e abbigliamento, avviene in laboratorio ed è, come segnalato nel sito internet dell’azienda, in costante sviluppo. Proviene dalle alghe, per l’esattezza dall’ecosistema marino dei fiordi islandesi, anche Seacell, fibra dalla morbidezza serica prodotta negli

 Il processo di trasformazione di AlgiKnit, da alga a fibra. Credits AlgiKnit.

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stabilimenti dell’austriaca Lenzing AG per la tedesca Smartfiber AG. Avevamo già nominato la Lenzing parlando della viscosa sostenibile ma, mentre in quest’ultimo caso la compagnia stava operando per arrivare a un sistema di produzione a ciclo chiuso entro il 2022, con Seacell il sistema è già completamente chiuso, con la cellulosa che viene sciolta in un solvente azotato e portata in forma di fibra. Nessuna sostanza chimica è smaltita come rifiuto e il materiale ottenuto è costituito da una materia prima biogenica che rispetta l’ambiente, fa risparmiare risorse ed è biodegradabile al 100%. Che si tratti quindi di ragnatele, funghi, batteri, alghe o lieviti, ingegnerizzare le proprietà delle materie presenti in natura partendo dalla biologia stessa significa, non solo trovare valide alternative a processi basati su metodi poco o per nulla sostenibili, che l’ambiente tollera sempre meno ma, come sottolinea Maurizio Montalti, cofondatore di Mogu e direttore di R&G, progettare «in collaborazione diretta con la vita e soprattutto per la vita, non solo quella degli esseri umani, ma dell’intero ecosistema di cui siamo parte». l

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Abiti da sposa casual, etici e naturali. Canapa, lino, seta e tinture vegetali. Anche un abito può avere un grosso impatto sull’ambiente, ed eccome se ce l’ha! Chi lo produce? Dove lo produce? Con quali materiali? Con quanti sprechi? La catena di produzione e commercializzazione che solitamente accompagna la realizzazione di un capo d’abbigliamento, inoltre, fatta di produzione a basso costo, surplus di prodotto (spesso poi svenduto o mandato al macero), fibre sintetiche, importazioni sfrenate, trasporti di lunga distanza, porta con se una pesante impronta ecologica. Così, anche la scelta dell’abito, un momento tanto atteso nella preparazione del rito di matrimonio, può diventare per alcuni un’esperienza spiacevole e fonte di stress. La scarsa attenzione all’individualità di chi lo indosserà, all’effettiva comodità e praticità del capo, un’assenza di possibilità di scelta rispetto alla qualità dei materiali, lasciano spazio solo al sapore insipido di un acquisto che si vuole veloce, impersonale, confuso, d’impulso. Larimeloom è una realtà artigiana italiana, un laboratorio di sartoria che unisce stile e manualità, distinguendosi con scelte precise in antitesi con tutto quello di cui si è appena parlato.

Tessuti naturali, canapa antica, tintura vegetale In questo laboratorio di Reggio Emilia l’accento è posto in primo luogo sulla scelta attenta dei tessuti: solo fibre di alta qualità e rigorosamente naturali al 100%. Seta, lana, cotone, lino, canapa, fibra di bamboo e di ortica, tessuti an- Prediligendo l’utilizzo di tessuti di stock (stoffe a metratura tichi messi a nuovo uso, stoffe tessute a mano e il recupero ridotta, avanzate dalle linee di produzione delle grandi attento di ogni scarto di taglio, grazie a modelli ideati ad hoc. aziende) riescono ad abbattere ulteriormente l’impronta ecologica, evitando di mettere in circolazione nuove risorse. Altro ambito di esplorazione per questo team artigiano è il colore, tramite la tintura a mano dei tessuti e lo studio della tintura vegetale su seta e lana. I risultati particolari che ottengono aggiungono carattere e versatilità ai modelli.

Zero spreco ed etica sostenibile Per essere sostenibili, bisogna iniziare alla base, dal disegno dell’abito, concependolo per linee e forme in modo da produrre, in fase di costruzione, uno spreco di tessuto il più ridotto possibile. In questo laboratorio, poi, i ritagli che inevitabilmente si generano, diventano la materia prima di modelli ideati apposta per la loro valorizzazione (i modelli di abito da sposa Mida, Amaryllis e Plume per esempio). Dopo la creazione di un prototipo, si producono solo i capi che vengono effettivamente ordinati, direttamente nel laboratorio di Reggio Emilia, senza intermediari, senza esuberi di produzione e con il completo controllo sulla qualità di ogni fase costruttiva. Questo permette, inoltre, flessibilità nella personalizzazione di taglia e caratteristiche stilistiche di ogni singolo capo venduto. Dal 2007 Maria Lucia Squillari vende attraverso il web grazie alla progettazione a distanza. Visitando il sito trovate la collezione completa, che spazia dal casual agli abiti da sposa. Inoltre accolgono nell’atelier chiunque abbia la desidero di provare, scegliere e toccare con mano materiali e modelli.

Vi invitiamo ad approfondire consultando il sito www.larimeloom.com

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ecoturismo

La via del bosco: le faggete italiane Il bosco che cura, che nasconde segreti, continua a incantarci con la sua bellezza. L’Italia vanta diverse faggete antiche, riconosciute come patrimonio dell’umanità. Luoghi da visitare per ritrovare se stessi e riscoprire la nostra libertà.

di Dario Scacciavento

spressioni come «passare al bosco», «ritirarsi nella foresta», «darsi alla macchia» evocano la più elevata espressione di libertà dell’uomo. Il bosco è il luogo dove ritrovarsi. A pensarci bene, in una foresta non si è mai da soli: quella degli alberi è una delle migliori compagnie. Non sappiamo ancora bene il perché, ma è un fatto comprovato: camminare nei boschi rafforza il sistema immunitario, rinfranca lo spirito, aiuta a sconfiggere ansia e depressione. L’Italia rimane un paese ricco di boschi, soprattutto grazie alle Alpi e alla dorsale Appenninica, che co-

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stituiscono l’ossatura della Penisola e che svolgono la funzione di polmoni naturali. Complessivamente, le aree forestali coprono oltre il 35% del territorio nazionale e ogni anno sottraggono dall’atmosfera circa 46,2 milioni di tonnellate di anidride carbonica. Ne abbiamo bisogno a livello globale, visto che continuiamo a mandare in fumo ogni anno porzioni immense di foresta, non solo per gli incendi dell’ultima estate italiana, ma anche per quei 10 milioni di ettari andati a fuoco in Australia nel 2019, quelli devastati dalle fiamme in Amazzonia e California, oppure

quelli abbattuti per la deforestazione in Indonesia. I boschi non sono un qualcosa di separato dalla nostra quotidianità, sono un anello essenziale degli ecosistemi, un luogo da curare e dove tornare per rigenerarci. Ci permettono di avere acqua da bere, aria da respirare, legname da costruzione, bellezze da esplorare e cibo sotto forma di castagne, funghi, tartufi, mirtilli ed altri prodotti del sottobosco. Dovremmo inchinarci ogni giorno alla generosità delle foreste che sono il principale strumento di contenimento per il rischio idrogeologico e per i cambiamenti climatici, fonda-

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mentali realtà per la salvaguardia della biodiversità e del paesaggio, per la depurazione e la regimazione delle acque.

Andar per boschi di faggio A questo punto, non resta che allacciarsi gli scarponi e mettersi in cammino. Ma un po’ di conoscenza sullo stato dell’arte non guasta affatto. In alcune regioni (TrentinoAlto Adige, Liguria, Toscana, Umbria e Sardegna) le foreste occupano circa la metà dei territori, mentre la Puglia e la Sicilia sono quelle con il tasso di superficie forestale più basso, ma anche qui sono presenti boschi meravigliosi. Grazie ad azioni di salvaguardia del patrimonio forestale, alcuni dei nostri boschi più belli o quelli caratterizzati da particolare valenza ecologica sono tutelati dalla legge. Alcune porzioni di foresta sono state letteralmente recintate e isolate per proteggerle dall’invasione degli umani, altre sono palestre di natura da esplorare. Altre ancora, come accade per i castagneti, reclamano la nostra presenza e la nostra cura. Abbiamo scelto di parlare del faggio perché insieme a tutte le tipologie di querce, come rovere e roverella, è l’albero più diffuso in Italia, con caratteristiche molto peculiari, tanto da essergli riconosciuto un ruolo come patrimonio dell’umanità. È una pianta mesofila, che ama cioè le temperature mediane e vive negli ambienti intermedi, né troppo secchi, né eccessivamente umidi. L’areale di diffusione del faggio ha il suo baricentro nell’Europa centrale. Nell’Europa meridionale è invece presente limitatamente alla fascia montana delle catene montuose. In Italia, lo troviamo in tutte le regioni, eccezion fatta per la Sardegna. Latifoglia di esemplare bellezza, il faggio è l’albero delle fiabe, con la corteccia liscia di un grigio lucente, e la folta chioma che nei periodi più assolati crea atmosfere surreali. I suoi boschi hanno un qualcosa di magico e misterioso: sono di un silenzio ovattato. Le radici assumono sembianze di animali fantastici, sulla corteccia del fusto a volte si distinguono delle sagome ovali che sembrano

Nel periodo primaverile, il faggio ripara il sottobosco dalla luce e dal caldo eccessivo.

Nelle faggete dell’Appennino Tosco Emiliano le radure circolari testimoniano l’esistenza di vecchie carbonaie.

Scorcio della Foresta Vetusta del Monte Cimino, in provincia di Viterbo.

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ecoturismo

dei grandi occhi che ti osservano. E se si guarda con la coda dell’occhio si può scorgere anche qualche gnomo burlone. Purtroppo, molti dei boschi più antichi, nel corso dei secoli, sono stati eradicati per far spazio ai tagli con il bosco ceduo. Dalla metà dell’Ottocento, il faggio è stata la materia prima per fare il carbone. Le carbonaie, le cui tracce sono oggi visibili laddove troviamo le caratteristiche radure circolari nella foresta, erano molto diffuse in Italia e davano lavoro alle popolazioni della montagna. I boschi di faggio sono molto «puliti». Ai loro piedi, sotto, ci cresce ben poco, anche se il terriccio in realtà è ricco di humus. È una tipica pianta dominante, che crea un’ombra fitta che non permette a molti arbusti e piante del sottobosco di svilupparsi. Al pari delle altre Fagacee, famiglia a cui appartengono anche castagni e querce, produce frutti commestibili, le faggiole, utilizzate soprattutto come mangime per animali, ma da cui si ricavava un olio apprezzato nei secoli scorsi a fini alimentari.

Boschi come terre di mezzo I boschi di faggio rappresentano una terra di mezzo, area di passaggio dalle valli ai crinali, luoghi in cui si rifugia gran parte della fauna selvatica. Sull’Appennino settentrionale crescono dagli 800 metri in su e arrivano sino ai 1600 metri, marcando l’areale intermedio tra i paesi del fondovalle e le creste più brulle e sassose. Localmente, quando le condizioni climatiche lo consentono, il faggio si può trovare anche a quote più basse del consueto, come sul Gargano, nei pressi della Foresta Umbra. Quando gli è concesso, come sull’Etna, si spinge anche fino a quota 2000 metri, mentre sull’arco alpino, intimorito dal freddo, preferisce rimanere a quote più basse, trovandosi già dai 400 metri in su. In questi areali, alle quote più alte, rinuncia al suo carattere dominante e lascia spazio alle conifere. Tra le faggete più importanti delle Alpi ricordiamo il Gran bosco da Reme del Cansiglio, tra Veneto e Friuli, da cui

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Nel mezzo della foresta del Monte Cimino, che sorge su un’area vulcanica, si trovano alcuni massi ovoidali rimasti in bilico da diversi secoli.

un tempo si ricavava il legname per fare remi dalla Serenissima Repubblica di Venezia. Alcune faggete italiane, soprattutto quelle collocate nell’Appennino centrale, sono state riconosciute come patrimonio mondiale dell’umanità e sono state inserite nel sito transnazionale dell’Unesco. Tra queste, nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, ci sono Valle Cervara, Selva Moricento, Coppo del Morto, Coppo del Principe, Parco Nazionale, Val Fondillo. Nel cuore del Parco Nazionale del Pollino, al confine tra Basilicata e Calabria, a Rotonda (Pz), c’è la faggeta vetusta di Cozzo Ferriero, dove vegetano faggi monumentali, che hanno raggiunto l’età di circa cinquecento anni.

La Riserva Integrale di Sasso Fratino Una riserva naturale integrale è un’area naturale protetta nella quale non sono ammesse attività antropiche di nessun tipo, ad eccezione della ricerca scientifica. Siamo nel cuore del Parco delle Foreste Casentinesi1, dove si trova la più antica area protetta d’Italia. La Riserva Naturale Integrale di Sasso Fratino è un’area di massima tutela natura-

listica che protegge una tra le ultime foreste vergini d’Europa. Anche qui, si stima che i suoi alberi possano superare i cinquecento anni di età. La riserva ha conseguito il diploma europeo delle aree protette ed è stata istituita allo scopo di conservare uno dei pochi lembi di foresta giunto a noi quasi intatto grazie alla presenza di aspri pendii rocciosi e alla mancanza di vie d’accesso. Sebbene non sia visitabile, è possibile avventurarsi nelle zone circostanti al Parco delle Foreste Casentinesi, che sono quasi equiparabili per conservazione e fascino. Qui, il Sentiero delle Foreste Sacre si sviluppa per un centinaio di chilometri quasi sempre su antichi sentieri. Diviso in sette tappe, da Lago di Ponte di Tredozio (Fc) a La Verna (Ar), il percorso si snoda in un’area boscosa in cui sono rari anche i centri abitati, ma è possibile imbattersi in zone ricche di sacralità: la Valle dell’Acquacheta, il Monte Falterona, la Foresta di Campigna, la Valle Santa, l’eremo di Camaldoli e il convento di La Verna.

La Foresta Vetusta del Monte Cimino Tito Livio descrisse la Selva Cimina come «impenetrabile e spavento-

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sa», tanto che «nemmeno l’amor del guadagno aveva potuto far pensare a qualche mercante a penetrarvi». Il monte Cimino (1053 metri s.l.m.) è la cima più alta della catena dell’appennino laziale dei Monti Cimini e di tutta la provincia di Viterbo. La faggeta, denominata Foresta Vetusta, con un’estensione di circa 50 ettari è tra le più maestose e imponenti d’Italia, con altezze di oltre 40 metri e diametri superiori a un metro. Siamo in una zona interessante dal punto di vista geologico. Lo stesso Monte Cimino è un vero e proprio vulcano spentosi circa 90 mila anni fa, con una fase effusiva che ha determinato la fuoriscita di colate successive di lava. All’interno della faggeta è possibile osservare rocce dalla conformazione molto particolare, costituite proprio da blocchi di lava, grandi massi erratici, affiorati e spinti dalla potenza delle eruzioni, e rimasti come sospesi nel tempo. Tra i massi presenti in faggeta ce n’è uno molto particolare, il cosiddetto Na-

Gli alberi più diffusi in Italia per superficie boschiva (in ettari) • Rovere e Roverella 1.084.247 • Faggete 1.035.103 • Cerrete 1.010.986 • Leccete 620.318 • Castagneti 788.408

• Boschi di larice e cembro 382.372 • Abete Rosso 586.082 • Abete Bianco 68.460 • Pino nero, laricio e loricato 236.467 • Pino Silvesre o Montano 151.671

Fonte: Ministero per le politiche agricole e forestali (2015).

ticarello, un grande macigno ovoi- zona di transizione tra faggeta e dale che si regge in bilico, da seco- cerreta. li, su una stretta base di appoggio. A fare compagnia ai nostri faggi ci sono cerri, querce, aceri e lecci. Tra La Foresta Umbra tutti spicca il leccio di Vico del Garnel Gargano gano, alto cinquanta metri, con una Il nome può trarre in inganno. Non circonferenza di cinque, che si erge siamo in Umbria, ma nel Nord del- davanti a un convento francescano. la Puglia, laddove «umbra» sta per Dal 2017 le faggete vetuste della Foombrosa. La riserva naturale è resta Umbra sono diventate patriun’area protetta che si trova nella monio naturale dell’umanità. Il cenparte più interna del Parco Nazio- tro visitatori offre pannelli espositinale del Gargano e occupa circa 15 vi, guide turistiche, un arboreto dimila ettari. Comprende zone tutelate dattico, sentieri pedonali ben tracciati dal 1977 come riserve naturali bio- e aree attrezzate per il pic nic. l genetiche caratterizzate da faggeta Note mista, una riserva integrale e una 1. www.parcoforestecasentinesi.it

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Pelle e capelli:

le cure giuste dopo l’estate Scrub, creme, impacchi, maschere: settembre è il mese perfetto per rigenerare pelle e capelli stressati dal sole estivo. Ecco qualche consiglio per una strategia che, oltre ai trattamenti cosmetici, dà la giusta importanza anche alla salute dell’intestino.

di Alessandra Miraglia

ole, mare, vento e aria condizionata mettono a dura prova la pelle durante l’estate e così, al ritorno dalle vacanze, è facile ritrovarsi qualche piccolo inestetismo che prima non c’era. La pelle, a causa dell’esposizione solare estiva intensa, risulta particolarmente provata e può apparire ispessita e disi-

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dratata, con nuove rughette che contornano lo sguardo, arrossamenti e macchie solari. Settembre è il mese giusto per riparare i danni provocati dall’esposizione solare e preparare la pelle ad affrontare la stagione autunnale e i primi freddi. Le parole chiave in questa stagione sono dunque: rigenerare, idratare,

nutrire, ricostituire la barriera cutanea e schiarire le discromie cutanee (macchie).

Prima di tutto: rigenerare! Durante l’esposizione al sole la pelle produce più cheratina, il suo filtro fisico naturale, e diventa più spessa. Questo ispessimento rende le ru-

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ghette del viso apparentemente più profonde e al contempo contribuisce a rendere l’incarnato spento. Per questo il primo passo è quello di lasciar andar via la cheratina in eccesso, favorendo la desquamazione fisiologica della pelle, senza il timore di perdere la «tintarella». Per favorire il rinnovamento cellulare è utile eseguire, una volta a settimana, uno scrub delicato su viso, collo e décolleté. Un modo semplice per realizzarlo in casa consiste nel mescolare un po’ di zucchero di canna con una noce di latte detergente. Per una versione più «gourmet», invece, unite un cucchiaino di miele e uno di mandorle tritate, aggiungendo acqua di rose fino a ottenere un composto cremoso. In entrambi i casi lo scrub ottenuto va massaggiato delicatamente con movimenti circolari e poi risciacquato con acqua tiepida. Sul resto del corpo basterà usare regolarmente un guanto di crine sottile o di microfibra, associato a un olio o una crema, insistendo su ginocchia, glutei e gomiti.

Idratare, riparare e correggere stetismi tendono quindi a rimanere le discromie o a rinnovarsi ogni anno al termine Il secondo step è idratare e nutrire, ricostituendo la barriera cutanea. È importante, quindi, utilizzare creme a base di sostanze restitutive e idratanti: ceramidi, oli e burri vegetali, acido ialuronico, A.H.A. (alfa idrossi acidi), miele e aloe. Poiché durante l’esposizione solare aumenta l’ossidazione cellulare e la produzione di radicali liberi, sono indicati anche i prodotti contenenti vitamine e sostanze naturali dotati di proprietà antiossidanti, come la vitamina C, la vitamina E e gli estratti vegetali di ulivo, uva rossa, melograno e cardo mariano. La produzione di radicali liberi comporta un aumento dello stato infiammatorio generale della cute, riduzione della sintesi di collagene e compromissione dei processi riparativi. L’effetto delle radiazioni solari è cumulativo, poiché la pelle conserva una memoria dei danni subiti nel corso degli anni, per questo con il passare del tempo la pelle fatica maggiormente a rigenerarsi. Alcuni ine-

della bella stagione. Tra questi, le iperpigmentazioni cutanee, discromie dovute a una melanogenesi scorretta su viso e seno, risultano essere le più insidiose e difficili da trattare. In caso di macchie «leggere», un efficace trattamento depigmentante può essere realizzato utilizzando l’estratto di uva ursina, un piccolo arbusto sempreverde, ricco di arbutina, molecola naturale capace di inibire l’enzima che controlla la biosintesi della melanina. Si uniscono a un cucchiaino di argilla bianca due cucchiaini di tintura madre di uva ursina, mezzo di miele e una punta di acido ascorbico (vitamina C). Dopo aver mescolato gli ingredienti, si applica sulle zone da trattare e si lascia in posa finché l’argilla non secca. Il trattamento va eseguito la sera con regolarità e costanza per almeno tre mesi. Durante questo periodo è consigliabile assumere antiossidanti e proteggere la pelle applicando una crema solare.

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ecocosmesi

La salute della pelle passa da quella dell’intestino In estate e in particolar modo in vacanza, si sa, si tende a mangiare peggio. Alimentazione sregolata, maggior consumo di bevande alcoliche e notti insonni possono aver messo a dura prova la pelle e ne sono testimoni i rossori localizzati e i brufoletti comparsi sul viso. La salute della pelle passa infatti da quella dell’intestino e del suo microbiota che, complici il caldo, l’aria condizionata e i frequenti pasti disordinati, risulta spesso compromessa. Il microbiota intestinale, più comunemente conosciuto come flora batterica, è una popolazione attiva ed efficiente di microrganismi «buoni» e «cattivi» in equilibrio tra loro, che vive in simbiosi con noi e svolge funzioni importantissime. La rottura di questo equilibrio (disbiosi) è all’origine di molti disturbi patologici che riguardano non solo il sistema digerente. Studi recenti hanno dimostrato che esiste una correlazione tra il microbiota intestinale e

quello cutaneo: la salute della pelle risente infatti dell’effetto a distanza dei microrganismi presenti nell’intestino. Ecco perché può essere utile riequilibrare la flora batterica scegliendo alimenti ricchi di probiotici come yogurt e kefir. Se necessario, è consigliabile assumere per qualche giorno degli integratori di fermenti lattici, sebbene rimanga una buona abitudine quella di mangiare tutto l’anno yogurt o kefir.

posa per almeno mezzora, procedendo poi con il consueto lavaggio. Il miele è un ottimo ingrediente cosmetico dotato di proprietà idratanti, l’acido lattico contenuto nello yogurt chiude le squame del fusto mentre l’equiseto apporta silicio, minerale indispensabile per la salute dei capelli. Per ravvivare il colore, invece, applicate sui capelli lavati e ancora bagnati un impacco realizzato con due cucchiai di balsamo e altrettanti di hennè (o di altre erbe tintorie Ristrutturare i capelli scelte in base al proprio colore), laInfine, non ci dimentichiamo dei ca- sciate agire per un’ora e sciacquate pelli, messi anche loro a dura prova solo con acqua. l da salsedine, sole, vento e cloro. A n POTREBBE INTERESSARTI: fine estate possono risultare secchi, PELLE: SANA E sfibrati e sbiaditi. Per un trattamenPelle: sana e bella BELLA CON con l’alimentazione to ristrutturante, massaggiate sui L’ALIMENTAZIONE Ricette e rimedi capelli una maschera illuminante e naturali per rinforzante a base di yogurt, miele risplendere di e polvere di equiseto. Si prepara mesalute scolando un vasetto di yogurt con un di Paolo Giordo cucchiaino di miele e mezzo cucpp. 120 chiaino di polvere di equiseto; si ap- Vedi tutte le opzioni di acquisto su plica sui capelli asciutti e si lascia in www.terranuova.it/ecocircuito PAOLO GIORDO

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 Le radiazioni solari favoriscono le iperpigmentazioni cutanee e le discromie. Un efficace trattamento depigmentante può essere realizzato utilizzando l’estratto di uva ursina.

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6:36 19:43

Martedì gras (m), Ravenna, c/o centro sociale Spartaco, via Chiavica Romea 88

mar

6:37 19:41

Biopomposa (m), Modena, piazza Pomposa, tel 347 5632650

mer

6:38 19:39

Biopomposa (m), Modena, piazza Pomposa, tel 347 5632650

gio

ven

6:39 19:38

www.comune.modena.it/economia [tutti i mar e i sab mattina]

l Dolce india (f), Corinaldo (An), Ashram Joytinat - www.joytinat.it - fino al 6 El biologico in tram (m), Padova, c/o parcheggio della chiesa San Gregorio Barbarigo

tel 049 8687176 [tutti i ven mattina] l Fierucola del pane (f), Firenze, piazza Santissima Annuniata – fino al 6

6:40 19:36

dom

6:41 19:34

lun

6:42 19:33

mar

6:43 19:31 6:44 19:29

Km zero biologico (m), Forlì (Fc), c/o L’Ape Bianca, viale Bologna 277

mer gio

6:46 19:27

Mercatino bio (m), Verona, piazza Isolo, tel 045 8078574 [tutti i gio]

6:47 19:26

Mercatino di produttori biologici (m), Bologna, c/o cortile della Scuola di Pace, Via Udine,

ven sab

6:48 l Natura bio (f), Correggio (Re), Salone delle feste (zona stadio) - www.fieranaturabio.it - fino al 13 19:24 l Oriente Day (f), Vedano al lambro (Mb), Largo Repubblica 3 - www.orienteday.com - fino al 13

Naturalbergamo (m), Bergamo, piazza Dante, tel 333 6332432

dom

6:49 19:22 6:50 19:20

Bio Marché (m), Faenza (Ra), centro commerciale Cappuccini

lun

6:51 19:19

Mercatino di produttori biologici (m), Bologna, c/o Vaag 61, via piazza Fabbri 110

mar

6:52 19:17

‘A fera bio (m), Caltanissetta, c/o Mercato Coperto, via L. Rizzo, via Malta, tel 347 4355933

mer gio

6:53 19:15

Mercatino bio (m), Forlimpopoli (Fc), piazza Paolucci, tel 340 5929368 [tutti i gio mattina]

Mercato del contadino (m), Macerata, c/o ass. Idea 88, via Panfilo 19, ex Mattatoio, zona stadio, tel 348 3221483 - www.cisei.info [tutti i sab pomeriggio]

Bio Marché (m), Budrio (Bo), piazza Antonio da Budrio in estate, galleria Sant’Agata in inverno tel 338 40039572 - www.associazione-eco.it [tutti i lun pomeriggio]

Mercato del contadino (m), Tolentino (Mc), c/o associazione CiSei, via Gramsci 1 tel 339 4473220 - www.cisei.info [tutti i mar mattina, il ven pomeriggio da giu a sett il sab mattina da ott a mag] tel 0543 1803117 [tutti i mer pomeriggio e i ven pomeriggio]

quartiere Savena, tel 347 4083255 - www.campiaperti.org [tutti i ven sera]

Indicazioni Gastrite, gastroduodenite • pirosi gastrica, ulcera duodenale • dispepsia, aerofagia, vomito • turbe della secrezione gastrica • colite • morbo di Crohn • disturbi alimentari • disturbi del comportamento sessuale • sindrome premestruale • disturbo affettivo stagionale • psoriasi e dermatite cronica o recidivante • disturbi funzionali del ritmo cardiaco: tachicardia, bradicardia • asma allergica, intrinseca o psicogena • allergia stagionale • disfunzioni tiroidee • disturbi sensoriali luminosi, allucinazioni sonore, olfattive e del gusto • vertigini • amenorrea funzionale • oligospermia • stress con somatizzazione • verruche, calli.

www.agribioart.it [2ª dom del mese]

Bio Marché Faenza [tutti i lun sera]

tel 347 4083255 - www.campiaperti.org [tutti i mar sera]

www.aferabio.it [tutti i mer pomeriggio]

Come si assume? Posologia - Macerato Glicerinato: 30-50 gtt per due volte al dì in acqua a digiuno. - Macerato Glicerinato Spagyrico: 10-20 gtt per due o tre volte al dì, come sopra. Per via interna - Frutto fresco: 4-5 mangiati la mattina a digiuno hanno un delicato effetto lassativo. - Decotto: 20 frutti secchi in 500 ml di acqua da far cuocere per 10 minuti; se ne bevono due o tre tazze al dì come lassativo leggero. Per via esterna - Decotto: lo stesso decotto che si usa per via interna lo si può utilizzare per fare sciacqui e gargarismi in caso di mucose infiammate. - Lattice: il liquido bianco che esce dai frutti e dalle foglie è un buon rimedio per calli e verruche. Attenzione perché ha un alto potere irritante e non deve toccare la pelle sana: ci si può aiutare con i bastoncini di cotone, applicandolo per due volte al giorno e avendo cura di non esporre la parte ai raggi del sole, in quanto il lattice risulta fortemente fotosensibilizzante.

l Cambio vita expo (f), Catania, centro fieristico Le Ciminiere

ven

6:54 19:13

sab

6:55 19:12

dom

6:56 19:10

l Fierucola di San Michele (f), Firenze, piazza Santissima Annuniata Mercato del biologico (m), Lecco, via Bovara [3ª dom del mese escluso dic]

lun

6:57 19:08

Meglio Bio (m), Toscolano Maderno (Bs), piazza Nassiriya tel 393 9242224 - www.labuonaterra.it [tutti i lun mattina]

6:58 19:06

Mercatino bio (m), Genova, largo Lanfranco, tel 349 8302954

mar

6:59 19:05

Mercatino di produttori biologici (m), Bologna, c/o Labas, via Orseo 46

mer

7:00 19:03

Mercatini del biologico (m), Caserta, piazza G. Marconi

gio

Bio marché (m), Lugo (Ra), c/o Logge del Pavaglione, angolo piazza Trisi

ven

7:01 19:01

sab

7:02 18:59 7:03 18:58

Mercato Genuino Clandestino Treviso (m), Treviso, via Monterumici 11, ore 10

dom lun

7:04 18:56

Mercatino di produttori biologici (m), Bologna, c/o giardino Opiulesco, via Normandia, borgo Panigale, tel 347 4083255 - www.campiaperti.org [tutti i lun pomeriggio] Biopomposa (m), Modena, piazza Pomposa, tel 347 5632650

mar

7:05 18:54

mer

7:06 18:53

Fico: il rimedio dei bioritmi

Il fico è composto da una serie di principi attivi che lavorano in sinergia. La sua principale azione si esplica a livello dei grandi ritmi circadiani che riguardano l’alternanza giorno-notte, attraverso l’attività sul sistema nervoso centrale: sembra, infatti, che le ricerche abbiano identificato nell’ipotalamo il nostro grande orologio biologico. I nuclei ipotalamici hanno un’importanza vitale in quanto influiscono sulla liberazione degli ormoni ipofisari che poi cadono a cascata nei vari distretti del nostro corpo. Il primo ritmo che acquisisce il nostro orologio biologico è proprio quello del giorno e della notte attraverso la luce, appena nasciamo; dopodiché si attivano questi messaggi biochimici attraverso la liberazione di ormoni che nei cambi di stagione si riassettano. Il fico agisce proprio su questo distretto, regolando la comunicazione epifisi-ipotalamoipofisi e di conseguenza la produzione ormonale. Ciò vuol dire che migliora quelle funzioni organiche caratterizzate dalla componente ritmica.

www.comune.modena.it/economia [tutti i mar e i sab mattina]

sab

Ca p

nti

www.gasravenna.altervista.org [tutti i mar sera]

ell

a cura di Silvia Moro De

Mercatini bio (m), fiere (f) e convegni (c)

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Sole sorge/ Ricorrenze tramonta 45° religiose e civili

Or t e go iar d

Luna fasi e transiti

ino Im b e v ianc ern ar icia e re Pa ne

7ª LUNAZIONE o degli Aromi (19 agosto - 17 settembre)

Co n

Settembre 2020

VISTA L’EMERGENZA COVID19, INVITIAMO I LETTORI A VERIFICARE CHE GLI EVENTI SEGNALATI SI SVOLGANO REGOLARMENTE NELLE DATE INDICATE

www.cambiovitaexpo.com – fino al 20

Biospilla (m), Spilamberto (Mo), c/o Torrione medievale, tel 051 6486694 [tutti i ven mattina] l Macrolibrarsi Fest (f), Cesena (Fc), via Emilia Ponente, 1705 www.macrolibrarsifest.it Mercato del bio (m), Bazzano (Bo), via Zanardi, angolo via Mazzini tel 347 5632650 [tutti i sab mattina]

www.liguriabiologica.it [tutti i mar]

tel 347 4083255 - www.campiaperti.org [tutti i mer sera]

Controindicazioni

tel 0823 326755 [1° e 3° gio e ultima dom del mese]

Non esistono controindicazioni riportate in letteratura. Tratto da Guida ai rimedi naturali (Terra Nuova Edizioni)

tel 347 3230485 [tutti i ven sera]

Frutta e verdura di stagione

l Think green (f), Roma, Ex Cartiera Latina - www.thinkgreenecofestival.it - fino al 28

Verdura: barbabietole, cavolfiori, cavoli, cetrioli, cipolline, funghi selvatici, lattuga a cappuccio, lattuga riccia, fagiolini, fagioli, melanzane, patate, peperoni, pomodori, rucola, scalogni, zucchine. Frutta: angurie, fichi, kiwi, melagrane, meloni, noci, pere, pesche, prugne, uva. Erbe aromatiche: acetosa, alloro, basilico, origano, peperoncino, prezzemolo, rosmarino, salvia, timo.

[ultima dom del mese]

Luna ascendente Luna discendente Nodo Lunare Nord (o ascendente) Nodo Lunare Sud (o discendente)

L E G E N DA « o r t o e g i a r d i n o »

www.comune.modena.it/economia [tutti i mar e i sab mattina]

l Eventi dove potete trovare Terra Nuova

Giorni consigliati/sconsigliati per imbiancare e verniciare. Giorni consigliati/sconsigliati per la preparazione dell’impasto e la cottura del pane.

Giorni consigliati/sconsigliati per la preparazione di conserve. Giorni consigliati/sconsigliati per cure dentistiche. Giorni consigliati/sconsigliati per tagliare i capelli.

ORTO. Giorni favorevoli per raccogliere erbe aromatiche e medicinali, trapiantare e seminare ortaggi da frutto, fiore, foglia e radice. Con l’eccezione, tra gli ortaggi da foglia, di lattuga, spinaci, cavoli, sedano, bietola da coste. In certe regioni fagioli, fagiolini, fave, mais e piante da radice si seminano in luna calante. FRUTTETO. Piantumare e trapiantare alberi e arbusti da frutto a debole vigoria. GIARDINO. Seminare fiori, piantumare alberi, arbusti e siepi. Mettere a dimora e trapiantare le piante da fiore annuali, biennali, vivaci, le bulbose e le rizomatose. Riprodurre le piante da fiore per talea o per divisione dei cespi.

il mensile del naturale · dal 1977

ORTO. Seminare gli ortaggi che accestiscono (cavoli, sedano, bietole da coste) o che non devono andare prematuramente a seme (insalate, lattughe, indivia, finocchio, aglio, cipolle, scalogno, porro, spinacio). Piantare e trapiantare cipolle, aglio e porro. Lavorare e concimare il terreno. FRUTTETO. Potare gli alberi e gli arbusti da frutto vigorosi. Lavorare e concimare il terreno. GIARDINO. Potare e sfrondare gli alberi, gli arbusti e le siepi. Spuntare e cimare le piante da fiore e gli arbusti. Lavorare e concimare il terreno. Disegni di Massimo Astore

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TN2009 Catalogo autunno 2020 PRIVATI [6A].qxp_TN Catalogo autunno 2020 PRIVATI 03/08/20 12:18 Pagina 1

CATALOGO AUTUNNO-INVERNO 2020 

CARTA ECOLOGICA

STAMPA IN ITALIA

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INCHIOSTRI NATURALI

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RILEGATURA DI QUALITÀ

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CIRCUITO SOLIDALE

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Viva la bibliodiversità! I NOSTRI BEST SELLER FARE PACE CON SE STESSI Guarire il bambino interiore, trasformando le ferite e il dolore dell’infanzia in forza e consapevolezza. di Thich Nhat Hanh pp. 192 - € 14,00

ORTAGGI INSOLITI

FIABE PER I CUSTODI DEL PIANETA Venti fiabe scritte da medici per trasmettere ai bambini valori positivi che possono guarire la Terra e i suoi abitanti. di Franco Berrino et al. Illustrazioni di Daniela Costa pp. 112 - € 16,00

DENTI E SALUTE Dalla salute della bocca alla salute del corpo. La dentosofia è un metodo che evidenzia il legame tra denti, corpo e psiche. di Michel Montaud pp. 200 - € 13,00

SVEZZAMENTO SECONDO NATURA

AGRICOLTURA SINERGICA

Come e quando introdurre alimenti sani e biologici nella dieta del tuo bambino, evitando il cibo industriale e preconfezionato. di Michela Trevisan pp. 220 - € 13,00

Manuale pratico di orticoltura

INTESTINO E SALUTE DELLA PELLE

PEDAGOGIA DEL BOSCO

ALIMENTAZIONE E MENOPAUSA

Come alimentazione e microbiota intestinale influiscono sulla salute e la bellezza della pelle. di L. Lodi e M. Pignatti pp. 220 - € 14,00

Una guida completa che illustra i presupposti pedagogici e gli aspetti pratici dell’educazione in natura. di Selima Negro pp. 302 - € 13,50

I segreti per vivere la menopausa con naturalezza attraverso un’alimentazione sana ed equilibrata. di P. Giordo. Ricette di F. Del Guerra pp. 120 - € 14,00

Dalle bacche di goji allo zenzero, dal topinambur alle arachidi, dalla liquirizia alla stevia: come coltivare in Italia ortaggi e frutti dimenticati o esotici, adatti al nostro clima e dall’elevato valore nutrizionale. di M. Cerada e S. Petrucci pp. 160 - € 14,00

CONDIZIONI SPECIALI PER I NOSTRI LET TORI

Gli scritti di Emilia Hazelip proposti dalla Libera Scuola di Agricoltura Sinergica per coltivare piccoli e grandi terreni. di Emilia Hazelip pp. 234 - € 20,00

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CATALOGO AUTUNNO-INVERNO 2020

NUOVE USCITE LA LUNA SONO IO Diario mestruale per connettersi con il proprio ritmo femminile Questo diario è un viaggio nell’essenza del femminile e dei suoi archetipi: per trovare il proprio modo di vivere la femminilità e il ciclo mestruale. Con una grafica chiara e originale e approfondimenti e illustrazioni dei temi e della simbologia femminile. Un regalo utile e bello per tutte le donne. a cura di Laura Capossele - pp. 416 - € 16,00

in uscita a OTTOBRE

AMORDISÉ Riscoprire la necessità di amarsi per amare meglio tutto il resto Le voci che compongono questo libro raccontano la scoperta di un senso più profondo di amore di sé. Storie di vita vissuta che ci insegnano a vincere la paura di non valere, per poter amare il mondo che ci circonda. di N. Favero e S. Viviani - pp. 148 - € 13,00

AIUTO STO DIVENTANDO ADULTO Manuale pratico per vivere nel mondo degli adulti

COME MEDITARE Guida pratica per fare amicizia con la propria mente Il libro racchiude i principali insegnamenti sperimentati dall’autrice in oltre trent’anni di attività come insegnante di meditazione. Le pratiche, spiegate in modo semplice, hanno reso felici migliaia di allievi e sono ora finalmente disponibili anche in italiano di Pema Chödrön -pp. 162 - € 14,00

Un libro divertente e utile che parla direttamente ai teenager. L’autrice si occupa di counselling familiare e diritti delle donne e dei minori: il suo lavoro con le famiglie ha ispirato questo testo dove, con un approccio ironico e illustrazioni accattivanti, suggerisce alcune semplici strategie per diventare adulti sereni. di Helen Redding - pp. 128 - € 13,00

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ORTO BIODINAMICO FAMILIARE Coltivare piccoli spazi secondo natura, con l’aiuto della Luna e del metodo biodinamico

Manuale pratico per chi desidera coltivare un orto familiare, con oltre 80 schede di ortaggi, per raggiungere i migliori risultati senza impiego di concimi e pesticidi di sintesi. In appendice, la sequenza dei lavori per l’allestimento dell’orto e una stima di costi e ricavi. di W. Scheibe e D. Rizzi - pp. 168 - € 15,50

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PICCOLI APICOLTORI Attività educative e didattiche per fare apicoltura con i bambini. Ricco di fotografie e illustrazioni utili per la didattica Una guida pratica e originale per far conoscere ai bambini l’affascinante mondo delle api. I più piccoli potranno visitare gli alveari nella più completa sicurezza e amare questo insetto fondamentale per la salvaguardia della biodiversità. Un volume per educatori, insegnanti e apicoltori, per tutti coloro che vogliono capire l’affascinante mondo delle api e trasmetterlo ai bambini. di Fabrice Allier - pp. 96 - € 14,50

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CALENDARIO DEI LAVORI AGRICOLI 2021 Lunario e planetario secondo il metodo biodinamico Sulla scia del grande successo delle scorse edizioni, viene riproposto il Calendario dei lavori agricoli per l’anno 2021, con l’indicazione dei giorni più adatti per le diverse operazioni colturali. Può essere utilizzato con facilità da chiunque: per ogni giorno dell’anno sono riportate le fasi e i nodi lunari, i pianeti attraversati, le eclissi e tutti gli altri fenomeni astronomici utili per la coltivazione. di Pierre e Vincent Masson - cm 21 x 29,7 - pp. 32 - € 10,00

CANNABIS MEDICA La produzione, i preparati autorizzati e l’impiego terapeutico Terapia del dolore, patologie neurovegetative (Alzheimer, Parkinson, demenza senile), cefalee, diabete e malattie oncologiche sono solo alcuni dei numerosi i campi di applicazione in medicina dei preparati a base di cannabis. Grazie a questa guida pratica sarà possibile scoprire come produrre canapa medica, come farsi prescrivere i farmaci, i campi di applicazione e le modalità di assunzione. a cura dell’Associazione italiana canapa medica pp.180 - € 18,00

in uscita a NOVEMBRE

CATALOGO AUTUNNO-INVERNO 2020

NUOVE USCITE

TN2009 Catalogo autunno 2020 PRIVATI [6A].qxp_TN Catalogo autunno 2020 PRIVATI 03/08/20 12:18 Pagina 4

CATALOGO AUTUNNO-INVERNO 2020

NUOVE USCITE in uscita a OTTOBRE

OLTRE IL MURO Che cosa ci sarà oltre il muro? Sono la curiosità e il desiderio di amicizia dei bambini a tenere in vita la nostra umanità, messa a dura prova dai troppi muri che gli adulti insistono nel tenere in piedi. Un racconto bello ed emozionante, illustrato magistralmente, che si sfoglia in verticale, come un calendario. di Beniamino Sidoti. Illustrazioni di Marianna Balducci - pp. 32 - € 14,60. Età di lettura: 4+

in uscita a OTTOBRE

SCUOLA PARENTALE L’esperienza e i consigli di una pedagogista, tra le prime in Italia a creare questo tipo di progetto educativo La scuola parentale è formata da un gruppo di famiglie che si ritrovano e costruiscono per i figli, insieme con educatori e insegnanti, un’alternativa alla scuola statale. Questa guida pratica illustra i principi pedagogici e affronta le questioni burocratiche e legali di un progetto sempre più diffuso anche nel nostro Paese. di Cecilia Fazioli - pp. 168 - € 13,00

IL CICLO DEI MESI Da Aosta a Otranto, alla scoperta di un tesoro dell’arte medievale italiana

INSIEME S’IMPARA A STARE INSIEME Percorso di educazione affettiva e relazionale per la scuola primaria Il manuale, molto pratico, si incentra sul legame tra emozioni e apprendimento. L’autrice approfondisce temi come la costruzione del gruppo, il riconoscimento delle emozioni, la mediazione dei conflitti, la costruzione delle regole e la responsabilità individuale. di Cristina Lorimer - pp.160 - € 14,00

Il primo compendio italiano delle magnifiche rappresentazioni artistiche dei mesi dell’anno, diffuse da Nord a Sud della Penisola. Nelle opere si ritrova la vitalità del mondo medievale, ma anche un messaggio universale sui cicli della natura e una concezione di ecologia ante litteram. Un libro d’arte ma anche di viaggio, un invito a seguire le orme dell’autrice per raggiungere i 39 cicli, utilizzando in gran parte il treno e qualche autobus, con mappe e informazioni pratiche. di Jenny Bawtree - pp.192 - € 22,00

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CUCINA CHE CURA Consigli e ricette per rafforzare il sistema immunitario e contrastare i disturbi più comuni Un manuale agile, ma completo e dettagliato dei disturbi oggi più diffusi, ricco di consigli e suggerimenti per uno stile alimentare sano, equilibrato e soddisfacente. A completare l’opera oltre 140 ricette secondo i principi della macrobiotica. di Martin Halsey - pp. 280 - € 22,60

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CONNETTERSI IN CONSAPEVOLEZZA Come ricostruire un legame con se stessi e con gli altri, con gli antenati e la natura in cui viviamo Con il solito linguaggio semplice e accessibile, Thich Nhat Hanh invita a non dimenticare la nostra appartenenza all’universo. Le pratiche e gli esercizi di meditazione proposti in questo libro si soffermano sul legame che unisce ciascuno di noi alle creature con cui condividiamo il Pianeta. Un libro da portare sempre con sé, consultabile in ogni momento della giornata. di Thich Nhat Hanh - pp. 128 - € 10,00

ATLANTE DELLE GUERRE E DEI CONFLITTI DEL MONDO 9ª edizione aggiornata con supplemento «Speciale COVID 2020» Un vero e proprio atlante delle guerre in atto sul Pianeta, in cui ogni conflitto ha pari dignità e si analizza chi combatte e perché. L’ampio fascicolo di aggiornamento è dedicato allo sviluppo della pandemia non solo dal punto di vista sanitario, ma analizzandone le conseguenze socioeconomiche e politiche a livello mondiale. Con una ricca presenza di infografiche, cartine geografiche e fotografie. pp. 248 + 32 (allegato) - € 20,00

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Introduzione alla

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Consigli pratici ed efficaci per coltivare l’orto con i suggerimenti del metodo biologico, dell’agricoltura sinergica e della permacultura evitando l’uso di pesticidi e concimi chimici.

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ALIMENTAZIONE NATURALE GABRIELE CINI

Consigli e ricette di un rinomato mastro pasticcere per coniugare gusto e salute nell’arte dolciaria e in cucina

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Dal kefir al formaggio di mandorle: come preparare in casa alimenti preziosi per il sistema immunitario, ricchi di probiotici, vitamine e BEST SELLER minerali di Michela Trevisan - pp. 120 - € 14,00

Senza glutine: pane, torte e biscotti

Ricette sane e gustose per preparare in casa pizze, focacce, piadine, pane e dolci con ingredienti naturali, senza glutine e senza lattosio

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SENZA GLUTINE: PANE TORTE E BISCOTTI

Quinoa, amaranto e grano saraceno

Idee e ricette per riscoprire le alternative ai cereali tradizionali

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Radici e tuberi in cucina

Oltre 120 ricette, accompagnate da splendide foto, per riscoprire gustosi e salutari ortaggi spesso dimenticati.

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RADICI E TUBERI IN CUCINA Riscoprire la pastinaca, il sedano rapa, il topinambur, il daikon e tanti altri ortaggi gustosi e salutari, spesso dimenticati

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Bevande naturali fai da te per un pieno di salute

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ABC

60 ricette e tanti consigli pratici per imparare i segreti della cucina naturale e preparare senza sforzo piatti sani e gustosi

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Senza latte e senza uova

Alice Savorelli

Una miniera di vitamine, enzimi e sali minerali da frutta e verdura fresca

Ricette e spunti per cucinare senza prodotti animali

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CUCINARE I CEREALI

Cucinare i cereali

Gustosi piatti con grano, avena, grano saraceno, orzo, mais, segale, miglio, quinoa, in chicchi e sfarinati, per una dieta variegata

Oltre 100 ricette per preparare gustosi piatti con farro, frumento, miglio, orzo, riso, segale, grano saraceno, mais e avena in chicchi, fiocchi e sfarinati. Senza dimenticare amaranto, quinoa e tapioca.

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Ricette e tanti consigli pratici per imparare i segreti della cucina naturale e preparare piatti sani e gustosi

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bioedilizia

Super Ecobonus: bello, ma non così facile La legge 77/20 dà ufficialmente il via alla possibilità di detrarre il 110% delle spese sostenute per gli interventi orientati al risparmio energetico e quelli strutturali. Un’occasione veramente unica per riqualificare in maniera efficiente il proprio edificio. Ma bisogna rispettare parametri molto stretti.

di Daniela Re

el mondo dell’edilizia e dei tecnici sono ormai tre mesi che non si parla d’altro: il Superbonus al 110% per interventi di risparmio energetico e miglioramento sismico. Inserito nel decreto legge denominato Rilancio, del 19

maggio, convertito in legge 77 il 18 luglio, offre una possibilità unica di eseguire dei lavori potendo detrarre più del totale delle spese sostenute. In aggiunta, con la «cessione del credito» o lo «sconto in fattura», il contribuente può cedere la sua detra-

zione a qualcun altro, vedendosi di fatto scontare immediatamente il bonus, senza doverlo detrarre dalle tasse in cinque anni. Ne avevamo già parlato in un articolo uscito nel mese di luglio, quando il testo era in una fase emTerra Nuova · settembre 2020

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bioedilizia

brionale. La legge ha invece sancito alcuni punti fermi e, per completare la partita, al momento in cui scriviamo mancano solo alcuni decreti attuativi, fondamentali però per capire esattamente come dovranno essere eseguiti gli interventi1. Che l’interesse sia altissimo lo provano i numerosi webinar con migliaia di partecipanti che si sono susseguiti in questo periodo, le centinaia di richieste di chiarimenti che hanno investito tecnici energetici, associazioni di categoria e l’Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico, che fa da riferimento tecnico per lo Stato italiano. Sì, perchè, torniamo a ribadirlo, il Superbonus non è qualcosa di facile e automatico: è uno strumento complesso, soprattutto dal punto di vista tecnico. Per poterne fruire è fondamentale un ottimo studio energetico preventivo che dia la certezza di avere i requisiti. Chi non ha la capienza fiscale deve inoltre individuare soggetti terzi disponibili ad acquisire i crediti di imposta dei contribuenti. Cerchiamo adesso di fare chiarezza sui punti salienti della manovra relativa agli interventi di efficientamento energetico, rimandando in calce all’articolo a ulteriori approfondimenti. Ricordiamo che il Super Ecobonus è una specificazione del precedente Ecobonus, e che bisogna sempre fare riferimento a questo strumento «madre» le cui condizioni devono essere rispettate.

I beneficiari Chi potrà portarsi in detrazione gli interventi? • I condomini2. • Le persone fisiche al di fuori dell’esercizio dell’attività di impresa, arti e professioni, per interventi sulle singole unità immobiliari (u.i.). In questo caso si può accedere al Superbonus solo per due u.i.. Questo significa che si potrà eseguire un intervento, ferma restando la possibilità di eseguire quanti interventi si voglia sulle parti comuni di edifici plurifamiliari3. • Gli istituti autonomi case popolari.

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• Le cooperative di abitazione a proprietà indivisa per immobili da esse posseduti e assegnati in godimento ai propri soci. • Gli Enti del terzo settore (Ets), che possono agire anche su immobili non di loro possesso, siano in comodato o in affitto, sempre che rispettino le condizioni tecniche richieste. • Associazioni e società sportive dilettantistiche, ma solo per interventi realizzati sugli spogliatoi.

Per quali immobili? Con la conversione in legge il legislatore ha chiarito quali tipologie di edifici possono concorrere alle detrazioni del 110%. Nella categoria dell’edificio A rientrano le parti comuni degli edifici, genericamente intesi, come nel caso dei condomini. Ci sono poi gli edifici B, costituiti dagli immobili unifamiliari, come una casa singola, un cascinale e così via. E può essere inclusa anche una terza categoria, gli edifici C, unità immobiliari inserite in edifici plurifamiliari che però siano funzional-

mente indipendenti e dispongano di uno o piu accessi indipendenti dall’esterno, come ad esempio le villette a schiera. Un requisito importante, inoltre, è che tutti gli interventi dovranno essere eseguiti sulle porzioni riscaldate degli edifici. Ricordiamo poi che il Superbonus 110% non è applicabile agli edifici e alle unità immobiliari appartenenti alle categorie catastali4 di lusso. Tra queste rientrano le abitazioni di tipo signorile (A/1), le abitazioni in ville (A/8) e i castelli (A/9).

Per quali interventi? La norma divide in interventi trainanti, i quali sono necessari per potere accedere alla detrazione, e interventi trainati, ovvero che possono essere aggiunti ai primi, pur fruendo della stessa super agevolazione. Vediamoli nello specifico. Interventi trainanti 1. Isolamento termico delle superfici opache che interessino almeno il 25% della superficie disperdente lorda dell’edificio5 o dell’unità

Uno schema riassuntivo per orientarsi al meglio Interventi principali ammessi

Spesa massima

Coibentazione involucro opaco con superficie interessata >25% della superficie disperdente. Superficie verticale, orizzontale e inclinata.

- 1 unità: € 50.000 - da 2 a 8 unità: € 40.000 per unità - oltre 8 unità: € 30.000 per unità

Sostituzione, nelle parti comuni, di impianti esistenti con uno centralizzato alimentato con: - caldaia a condensazione (classe A); - pompe di calore; - ibridi; - geotermici; - micro-cogenerazione; - teleriscaldamento; - fotovoltaico (in abbinamento).

- fino a 8 unità: € 20.000 per unità - oltre 8 unità: € 15.000 per unità

Sostituzione impianti in edificio unifamiliare o unità con accesso esterno indipendente alimentato con: - caldaia a condensazione (classe A); - pompe di calore; - ibridi; - geotermici; - micro-cogenerazione; - teleriscaldamento; - biomasse; - fotovoltaico (in abbinamento).

€ 30.000

Installazione impianto fotovoltaico. Se realizzato congiuntamente a uno dei precedenti interventi, la detrazione è riconosciuta anche per l’installazione di sistemi di accumulo integrati negli impianti fotovoltaici.

€ 48.000 con limite € 2.400 per ogni kW di potenza dell’impianto

Detrazione

110%

Installazione di colonne di ricarica per veicoli elettrici. Se realizzato coungiuntamente a Limite non previsto uno dei precedenti.

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funzionalmente indipendente (edificio C). I materiali isolanti dovranno essere certificati Cam6. 2. Interventi sule parti comuni degli edifici A per sostituzione degli impianti di riscaldamento invernale con caldaie a condensazione, pompe di calore, anche geotermiche, sistemi ibridi7, micro-cogenerazione, collettori solari termici. Solo per gli edifici situati nei comuni montani è compreso anche l’allacciamento a sistemi di teleriscaldamento intelligente. Importante: la detrazione non vale se ci sono i generatori autonomi, a meno che si passi da riscaldamento autonomo a centralizzato. Allo stesso modo non è detraibile il passaggio da riscaldamento centralizzato ad autonomo. 3. Interventi sugli edifici B e C per sostituzione degli impianti di riscaldamento invernale con tutti gli impianti già specificati al punto 2. In più, esclusivamente nei comuni non forniti di rete di gas meta-

no, è consentita l’installazione di caldaie a biomasse con classe almeno 5 stelle. Interventi trainati Possono essere portati al 110%, se eseguiti congiuntamente agli interventi trainanti, tutti gli interventi dell’ormai classico Ecobonus, oltre all’installazione di impianti fotovoltaici con eventuale accumulo e alle colonnine di ricarica elettriche. Poiché siamo in un paese con un alto numero di edifici storici, il legislatore ha specificato che nel caso in cui l’immobile sia sottoposto a vincolo paesaggistico o architettonico dal dl 42/2012, o gli interventi trainanti siano vietati da regolamenti edilizi, urbanistici o ambientali, si potranno portare in detrazione al 110% anche solo gli interventi trainati, sempre rispettando i requisiti tecnici.

tervento, nella sua somma di interventi trainanti e trainati, deve poter dimostrare di permettere un salto di almeno due classi energetiche. La classe energetica8 è certificata nell’Attestato di prestazione energetica (Ape). Sarà necessario effettuare un attestato pre-intervento, e uno postintervento. Ovviamente, gli interventi di risparmio dovranno essere conformi alla normativa energetica attualmente in vigore9, dovranno essere su immobili esistenti10, riscaldati, accatastati e conformi a livello edilizio e urbanistico. In più, dovranno rispettare i requisiti previsti da specifici decreti attuativi, così come già previsto per l’Ecobonus classico11. Dovranno anche avere dei costi congruenti ad appositi prezzari emanati dai decreti attuativi: questo per evitare che, data la totale detrazione degli importi, gli esecutori delle Requisiti tecnici opere possano gonfiare i prezzi arArriviamo al cuore del decreto, ov- recando un danno all’erario. Tutte queste prescrizioni, dovero: cosa ci chiede la legge per potere fruire della detrazione? L’in- vranno essere riportate in un’asse-

Terra Nuova · settembre 2020

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bioedilizia

L’intervento di riqualificazione deve poter dimostrare di permettere un salto di almeno due classi energetiche. La classe energetica è certificata nell’Attestato di prestazione energetica (Ape). In questo caso, sarà necessario effettuarne uno prima e uno dopo l’intervento.

verazione redatta da un tecnico, che risponderà in prima persona con sanzioni elevate in caso di dichiarazioni false o mendaci; ricordiamo che le dichiarazioni non veritiere possono portare alla revoca dell’agevolazione.

Cessione del credito e sconto in fattura Il 110% delle spese potrà esser portato in detrazione in cinque anni. L’importo annuale (22%) da detrarsi dalle tasse è molto consistente ed è pertanto possibile che coloro che hanno un basso reddito, o un regime fiscale forfettario, non possano godere dei pieni benefici dell’intera detrazione. Inoltre, bisogna avere liquidità, perché prima si paga l’intero importo e poi si scontano le rate in sede di dichiarazione dei redditi. Nei casi in cui non sia conveniente effettuare la detrazione si può cedere il credito a qualcun altro. Questa cessione del credito può essere fatta direttamente dal contri-

buente (si paga la fattura e poi si cede il credito) oppure dall’esecutore dei lavori che emette fattura, ma non riceve nessun pagamento, perché sarà lui che a sua volta potrà cedere il credito a un intermediario finanziario. Lo sconto in fattura è molto interessante per il cittadino, che nel caso del 110% non sborserebbe un euro per lavori di miglioramento energetico e sismico. Non solo. Questi due strumenti valgono anche per tutti gli altri bonus: Ecobonus, Bonus casa, Sisma bonus, Bonus facciate. Troppo bello per essere vero? Certamente la maggioranza dei cittadini vorrà approfittare di questa possibilità. Alla data di stesura dell’articolo si sta aspettando ancora il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate, ma i grandi gruppi bancari si stanno già muovendo con prodotti specifici. Sarà da vedere se questa cessione sarà a costo zero per il contribuente o se bisognerà pagare qualcosa per il «servizio».

Alcuni siti utili • Per tutta la parte tecnica ed energetica si segnalano i portali Enea dedicati: • • •

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www.efficienzaenergetica.enea.it www.efficienzaenergetica.enea.it/detrazioni-fiscali.html Si segnala anche il sito di Anit, Associazione anionale di isolamento termico, che svolge una seria attività di divulgazione e offre informazione tecnica: www.anit.it Estratto degli articoli 119 e 121 della legge 77/2020: www.anit.it/wp-content/uploads/2020/07/Legge-77-di-conversione-DL-34art119121.pdf Sul web sono presenti numerosi portali di aggiornamento del settore edilizia, che hanno tutti un focus sul Superbonus 110%. Tra questi: www.edilportale.com www.ediltecnico.it Per gli aspetti finanziari si consiglia di riferirsi ai siti istituzionali: www.mise.gov.it/index.php/it www.agenziaentrate.gov.it/portale/home

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Riassumendo, si tratta di un provvedimento storico e di un’occasione veramente unica per riqualificare in maniera efficiente il proprio edificio, ma bisogna rispettare parametri molto stretti, per nulla scontati e che necessitano di un approfondito studio di fattibilità tecnico-edilizio preventivo. Ricordando che anche le spese tecniche, fortunatamente, rientrano nei costi detraibili. l Daniela Re è architetta specializzata in efficienza energetica, titolare dello studio ECOprogetto. Note 1. Alla data di redazione dell’articolo non erano ancora stati emanati i provvedimenti attuativi, attesi per metà agosto. 2. Secondo circolari emanate dall’Agenzia delle Entrate, il condominio è anche un edificio senza soggetto giuridico o senza amministratore purchè composto da u.i. autonome e con presenza di parti comuni. 3. Si può detrarre, ad esempio, un intervento su un condominio e massimo altri due interventi su singole u.i. Se il contribuente è proprietario di 5 u.i. nello stesso condominio, può fare l’intervento sulle parti comuni del condominio senza limitazione. 4. La categoria catastale è definita per ogni unità immobiliare nella visura catastale. 5. Per superficie disperdente lorda si intendono le superifici che delimitano il volume riscaldato di un edificio verso l’esterno, il terreno o i locali non riscaldati. 6. Sono i criteri ambientali minimi, definiti al DM Minambiente 11 ottobre 2017, al punto 2.4.2.9. 7. Impianti ibridi, preassemblati in fabbrica, costituiti da pompa di calore e caldaia a condensazione ausiliaria. 8. La classe energetica dipende dall’Epgl, nren, ostrusa sigla che identifica l’indice di prestazione energetica da fonte non rinnovabile dell’edificio, espresso in kWh/m2 all’anno. 9. Ovvero DL 192/2005 e 311/2006 e ss.mm.ii. 10. Incluse demolizioni e ricostruzioni. 11. Vedi nota 2.

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Ecovillaggi.it News e appuntamenti dalla Rive - Rete italiana villaggi ecologici

La resilienza in tempo di pandemia Come le comunità sostenibili possono offrire risposte a lungo termine alla crisi da Coronavirus? Su questo e altri temi cruciali si interrogheranno i partecipanti agli eventi in programma per la quarta giornata europea delle comunità sostenibili.

i svolgerà il 19 settembre la quarta edizione della Giornata europea delle comunità sostenibili lanciata per la prima volta nel 2017 da Ecolise (Rete europea per iniziative a guida comunitaria sui cambiamenti climatici e la sostenibilità) con il coinvolgimento delle comunità di quindici paesi diversi. La partecipazione alla giornata ha registrato un aumento costante, tanto che nel 2019, per l’occasione si sono svolte centinaia di iniziative in ben ventisette paesi! Quest’anno, le comunità locali, le associazioni e i movimenti sono invitati a organizzare piccoli eventi in presenza oppure online tra il 12 e il 26 settembre. In Italia, il coordinamento è affidato alla Rete di Reti, di cui Rive è membro e Terra Nuova è media partner. «La pandemia da Coronavirus ha messo in evidenza il ruolo fondamentale delle comunità locali in tempo di crisi: garantire l’approvvigionamento di alimenti e di altri servizi essenziali, prendersi cura dei più deboli e sostenere la coesione sociale di fronte a un’emergenza mondiale» dice Eamon ÒHara, direttore esecutivo di Ecolise. «La resilienza della comunità locale è una componente essenziale della risposta alla pandemia, non solo nel soddisfare le necessità impellenti della popolazione, ma an-

che in relazione all’impegno di ricostruire la nostra società e la nostra economia in modo da affrontare adeguatamente l’emergenza climatica ed ecologica». «Quest’anno vorremmo incoraggiare l’organizzazione di eventi che illustrino potenziali risposte a lungo termine alla crisi del Coronavirus, che contribuiscano anche a promuovere la sostenibilità e a ridurre l’impatto sul clima» continua Eamon. «Come abbiamo documentato nel nostro Rapporto sulle azioni delle comunità locali contro il cambiamento climatico e per la sostenibilità, le iniziative portate avanti dalle comunità locali sono molto efficaci nel ridurre l’impronta ecologica, rafforzare i legami sociali e rivitalizzare l’economia locale».

Come partecipare I partecipanti possono iscriversi registrando il loro evento sul sito dedicato, che è online in otto lingue, tra cui l’italiano. Per rendere speciale la giornata 2020 Ecolise lancerà il suo nuovo programma di azione europeo, Communities for Future (CfF – Comunità per il Futuro) che ha l’intento di incoraggiare le comunità locali di tutta Europa a rispondere all’emergenza climatica ed ecologica. n Seguite la mappa degli eventi o segnalate la vostra iniziativa su:

• Sito web: www.events.communitiesforfuture.org/it • Evento Facebook: European Day of Sustainable Communities 2020

• Gruppo Facebook: Communities for Future Group • Instagram: Day of Sustainable Communities

La Rete di Reti Nata nel 2017 durante un incontro nell’ecovillaggio Panta Rei (Passignano sul Trasimeno, Pg), la Rete di Reti raccoglie alcune realtà che già da anni si occupano di fare rete sul territorio italiano, accomunate dall’attenzione per la sostenibilità ambientale, economica e sociale. Ne fanno parte: Accademia italiana di permacultura, Armonie animali, Associazione decrescita, Bilanci di giustizia, Movimento per la decrescita felice, Rete di economia solidale, Rete italiana cohousing, Rete italiana villaggi ecologici. n PER INFO: www.retedireti.org

Terra Nuova · settembre 2020

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vita selvatica  Lupo italico (Canis lupus italicus).

scomparsi (lupi e orsi) al recupero di specie a rischio ma già più diffuse (gatto selvatico), fino a novità totali arrivate nel nostro territorio in modo naturale (sciacallo e genetta) oppure introdotte dall’uomo (come il procione)». Ogni specie ha il proprio trend e la propria storia, ma possiamo certamente riconoscere che l’impatto complessivo dell’aumento dei predatori nel nostro territorio sia una garanzia di maggiore equilibrio dell’ecosistema e di maggiore salute delle specie predate. Come ricorda Mauro Belardi, «un ambiente con tanti predatori diversificati è molto più equilibrato e anche infinitamente più sano. I predatori, diversamente dai cacciatori, attaccano gli animali più deboli, malati o giovani, contribuendo a tenere sotto controllo le malattie». Buone notizie, quindi, per una volta. Ma come è accaduto? Chiariamo subito che il lupo non è stato reintrodotto in Italia e neppure altrove in Europa. Sulle Alpi, un progetto di reintroduzione ha invece interessato l’orso bruno. Marco Galaverni, direttore scientifico del Wwf, ci spiega che «l’espansione degli ambienti forestali, il declino dell’agricoltura e della demografia nelle aree montane e collinari e la maggiore disponibilità delle prede, in Ritornano in Italia specie di predatori di cui si era particolare cinghiale e capriolo, hantemuta l’estinzione, mentre altre completamente no sicuramente costituito la base ecologica del recupero naturale di nuove iniziano a diffondersi nel nostro territorio. specie come il lupo». Significativi Malgrado alcune incognite, l’impatto complessivo è sono stati anche gli sforzi delle ornel segno di un maggior equilibrio dell’ecosistema ganizzazioni ambientaliste per ottenere leggi di protezione più adee di una maggiore salute delle specie predate. guate e per sostenere un cambiamento culturale nella percezione del lupo e in generale dei grandi predatori, nonostante resti ancora moldi Annalisa D’Orsi to da fare, anche solo per far rispetel nostro territorio si stan- rivo e il ritorno di molti predatori. tare la normativa esistente. no producendo trasformaÈ possibile considerare queste zioni importanti che sareb- specie secondo un diverso gradien- Tornano i lupi be opportuno comprendere meglio, te di novità. Come sottolinea il bio- Finalmente, il lupo in Italia sta bene sia perché sono interessanti in sé, sia logo conservazionista Mauro Be- ed è in espansione! Se ne contano per l’impatto che potrebbero avere lardi, «passiamo, in effetti, dal ri- oggi circa 2 mila esemplari. Questo, sul nostro ecosistema. Fra queste, torno di predatori che erano quasi malgrado la persecuzione di cui possiamo sicuramente includere l’ar- estinti senza mai essere del tutto continua a essere oggetto: si stima

Vecchi e nuovi predatori

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che in Italia, ogni anno, circa trecento capi vengano uccisi da colpi di arma da fuoco, mentre, come confermano le autopsie, l’avvelenamento sarebbe responsabile di quasi altrettanti incidenti stradali (è infatti assai raro che lupi in buone condizioni fisiche vengano feriti o uccisi da veicoli in movimento). Tra l’altro, il carattere particolarmente schivo della sottospecie italica, esito probabile delle persecuzioni vissute, la starebbe favorendo rispetto ad altre sottospecie europee. Il lupo italico (Canis lupus italicus) sta conquistando l’Europa! Mentre in Appennino troviamo unicamente la sottospecie italica (come comprovato dalle analisi genetiche), sulle Alpi quest’ultima s’incontra con quella balcanica (Canis lupus), formando ormai dei branchi misti. Per cacciare, riprodursi e allevare i piccoli, ogni branco ha bisogno di spazi molto vasti, per cui stiamo arrivando a un punto di saturazione; il lupo rimane in espansione soprattutto nelle Alpi centrali, dove trova ancora territori liberi. Il nostro lupo, contrariamente a quanto frequentemente s’immagina, ha le dimensioni di un cane medio e la sua pericolosità per l’uomo è bassissima. La sfida è piuttosto quella di trovare modi sempre migliori ed efficaci per prevenire e gestire i conflitti con gli allevatori. Oggi numerose organizzazioni, citiamo per tutti Wwf ed Eliante, sono impegnate in progetti per supportare gli allevatori virtuosi, ricordiamo per esempio l’associazione DifesAttiva, dimostrando che gli abbattimenti (legali e illegali) non sono una soluzione razionale ai problemi che può causare il lupo, che comunque vanno considerati insieme ai grandi benefici ecologici che comporta.

lizzato nel Trentino occidentale, con dieci animali provenienti dalla Slovenia, ha permesso di ricostituire la popolazione alpina italiana. Oggi l’orso bruno sta bene, è in crescita (si stimano circa ottanta individui) e ha già avuto qualche contatto sporadico con la popolazione balcanica. La sua espansione resta tuttavia limitata: le femmine si spostano con estrema lentezza, mentre i maschi dovrebbero coprire distanze enormi per trovare altre femmine con cui riprodursi. Invece, nel caso dell’orso marsicano, una sottospecie endemica che vive solo nell’Appennino centrale, i trend al momento sono stabili o ignoti: le ultime stime complessive di 50-60 individui, realizzate dall’équipe del professor Ciucci dell’Università di Roma, risalgono al 2014. Se non riusciremo a farne incrementare significativamente la popolazione e l’areale, la probabilità che si estingua da qui al 2100, avverte Marco Galaverni, rimane significativa. Ricordiamo che gli orsi sono animali onnivori, per il 70% vegetariani, che non cacciano attivamente e non vedono assolutamente l’uomo come una preda. Possono nuocere soprattutto facendosi scorpacciate di frutta o di miele, ma bastano recinti elettrificati per scoraggiarli. La pericolosità per l’uomo, che comunque rimane statisticamente bassa, riguarda soprattutto la popolazione alpina (l’orso marsicano è particolarmente

mansueto) ed è determinata da situazioni fortuite d’incontro in cui un’orsa con piccoli si trova improvvisamente di fronte a un uomo che non aveva sentito arrivare. In questo caso, l’orsa può simulare un attacco, ritirandosi poi all’ultimo momento ma, se vicina e molto spaventata, può anche mordere o tirare una zampata. In tali situazioni, la ricerca ha dimostrato l’efficacia degli spray antiorso al peperoncino (da non confondere con quelli più piccoli, antistupro, che troviamo in commercio), che purtroppo non sono ancora legali nel nostro Paese. Non nuocciono agli animali e li inducono a tenersi lontani dall’uomo. Un buon compromesso, pare, visto che dal 2005 le autorità hanno cominciato a catturare gli orsi troppo confidenti o a dare addirittura ordini di abbattimento. Ad oggi, si sono verificate in Trentino quattro aggressioni, fortunatamente non letali. Il fatto che alcuni gestori di rifugi nutrissero gli orsi per attirarli non ha certamente aiutato. Molto celebre è il caso di M49 che, catturato nel luglio 2019, era riuscito a fuggire dalla sua prigionia per poi essere nuovamente preso nell’aprile 2020, collocato in un centro di detenzione e castrato chimicamente, con grande dispiacere dei suoi numerosi ammiratori1. Una recente ordinanza di abbattimento da parte del presidente della Provincia di Trento dell’orsa JJ4, responsabile di aver ferito due cacciatori lo scorso giugno, ha su-

Orsi sulle Alpi e in Appennino Come il lupo, anche l’orso è una specie autoctona che sta recuperando, anche se dobbiamo distinguere la situazione confortante dell’orso bruno sulle Alpi (Ursus arctos) con quella dell’orso marsicano (Ursus arctos marsicanus) in Appennino, che rimane molto più critica. Nel 1999, un progetto di reintroduzione rea-  Orso marsicano (Ursus arctos marsicanus). Terra Nuova · settembre 2020

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scitato la reazione di numerose associazioni ambientaliste e dello stesso ministro dell’ambiente Sergio Costa. È probabile che l’orsa abbia reagito per proteggere i propri piccoli.

L’elusivo gatto selvatico

 Gatto selvatico europeo (Felis silvestris silvestris).

Un’altra specie in espansione è il gatto selvatico europeo (Felis silvestris silvestris) che, nel Nord Italia, ad eccezione della Venezia Giulia, sembrava completamente scomparso, mentre era distribuito dall’Aspromonte all’Appennino centro-meridionale con popolazioni a bassa densità. Nel corso degli ultimi anni sta, poco alla volta, risalendo l’Appennino. Anche sulle Alpi sembra in espansione proseguendo la sua avanzata dal Friuli verso Nord-Ovest (Veneto) e dalla Francia verso Valle d’Aosta e Piemonte (dove sussisteva forse una piccola popolazione); è ricomparso infine anche sulle Alpi Liguri e Marittime. È ancora poco studiato e non se ne sa molto, è una specie esclusivamente notturna difficilissima da vedere anche in regioni, come la Slovenia, in cui è molto diffusa. Ha una corporatura più robusta rispetto al gatto domestico, si distingue in genere per la stria nera dorsale associata a quattro striature nere sulla nuca e a una grossa coda a larghi anelli neri con la punta arrotondata.

Arriva lo sciacallo dorato  Sciacallo dorato (Canis aureus).

 Genetta (Genetta genetta).

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Malgrado le connotazioni negative che il nome ha assunto nella nostra cultura, lo sciacallo dorato (Canis aureus) è un canide di grande bellezza. È una specie completamente nuova nel nostro paese dal punto di vista zoologico ed ecologico. Proviene dal Medio Oriente e dall’Asia, passando attraverso il Bosforo e i Balcani. Il suo arrivo in Italia è soprattutto legato allo sterminio di lupi avvenuto, nei decenni passati, nelle aree di pianura dei Balcani, che avrebbe permesso agli sciacalli di occupare i territori lasciati liberi (i lupi predano gli sciacalli e utilizzano territori più vasti). È attualmente una delle specie più in espansione anche nel resto d’Europa, dove si è spinto sino nei paesi baltici e in Olanda. Fisicamente, è una sorta di «super volpe», con una lunghezza

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media di 70-80 cm e un peso di circa 8-10 Kg. Difficile da vedere, è molto più facile da sentire, dato che ulula moltissimo e in tutte le stagioni. Non a caso, il suo nome deriverebbe da un termine sanscrito che significa, appunto, «l’urlatore». È un animale estremamente adattabile che convive facilmente con l’uomo, anche se riesce a non farsi notare. Sembra che nei campeggi della Croazia, malgrado la presenza di un grande numero di turisti, molti sciacalli dormano tranquillamente sotto le roulotte senza che nessuno se ne accorga. In Serbia, dove vivono circa 9 mila esemplari, è stato calcolato il loro ruolo in termini di servizi ecosistemici: ogni anno, rimuovono più di 3700 tonnellate di rifiuti di origine animale, consentendo un notevole risparmio nel loro smaltimento! In Italia, lo sciacallo è sporadicamente presente in Friuli da diversi decenni. Da circa dieci anni, ha iniziato a riprodursi ed espandersi nell’Italia settentrionale, fino a raggiungere la Francia, mentre verso sud avrebbe superato il Po, anche se non sappiamo ancora fin dove si sia spinto. «La sua diffusione nel nostro territorio dipenderà probabilmente dalla presenza del lupo: se sapremo conservare branchi stabili di lupi, possiamo presumere che si manter-

rà vicino all’uomo, in pianura», considera Mauro Belardi. Non sappiamo ancora esattamente cosa mangerà né quali rapporti avrà con noi. Tendenzialmente si nutre di prede più piccole rispetto a quelle del lupo, anche se in Italia, per il momento, parrebbero avere entrambi il capriolo come principale preda.

Prime incursioni della genetta Nell’entroterra dell’estremo Ponente ligure, al confine con la Francia, nell’ottobre 2018 e nell’aprile 2019, delle foto-trappole installate nel Parco naturale regionale delle Alpi liguri dalla tecnica faunistica Valentina Borgna hanno rilevato la sporadica presenza della genetta (Genetta genetta), un agile predatore crepuscolare e notturno, dalle abitudini molto elusive, che era già stato più volte segnalato nella stessa area. La genetta si nutre soprattutto di piccoli roditori, ma anche di uccelli, uova, rettili, insetti e frutta. Caccia prevalentemente a terra, pur essendo molto agile sugli alberi. Il suo aspetto può ricordare quello di un gatto anche se, in realtà, appartiene alla famiglia dei Viverridi. Pesa fino a 2,5 Kg, ha muso appuntito, corpo lungo e snello di circa cinquanta centimetri, pelliccia giallastra tendente al grigio, maculata di bruno, zampe

relativamente corte (8-9 cm) e una coda lunga e folta ad anelli. Di origine africana, si ritiene che fu introdotta nel Medioevo (XII-XIII secolo) nella penisola iberica dagli Arabi che se ne servivano per tenere sotto controllo topi e ratti. È diffusa anche in Francia, mentre in Italia sarebbe una novità. Per quanto ancora rarissima da noi, la genetta è stata avvistata anche in Val d’Aosta e Piemonte (la prima osservazione documentata risale al 1967 o al 1968 in Val d’Aosta) e sembra dunque essere in espansione nelle aree limitrofe alla Francia, preparandosi probabilmente a colonizzare l’intera area del Parco naturale regionale delle Alpi liguri.

La triste storia del procione Il procione (Procyon lotor), specie americana che si stava diffondendo lungo l’Adda, è un buon esempio di quei predatori esotici introdotti dall’uomo che molto preoccupano dal punto di vista ecologico in quanto, non avendo necessariamente competitori nel nostro ecosistema, possono svilupparsi in maniera incontrollata e magari introdurre nuove malattie. Per questa ragione, l’orsetto lavatore è stato considerato come «specie indesiderata» dalla Regione Lombardia e, fra il 2017 e il 2019, è stato oggetto di un piano di eradicazione che ha portato all’uccisione di sessantanove esemplari. Situazioni di questo tipo pongono grandi dilemmi etici. La Lav (Lega antivivisezione italiana) denuncia che si sarebbe potuto procedere alla sterilizzazione e al rilascio degli animali. A chi scrive sembra anche importante sottolineare che un ecosistema integro è meno vulnerabile alle specie invasive. Parrebbe dunque molto incoerente uccidere i procioni e promuovere poi delle monocolture coltivate con un arsenale di prodotti chimici fortemente tossici per tutte le specie, uomo compreso. Del resto, molto lavoro rimane da fare anche per combattere il bracconaggio e l’avvelenamento dei predatori ecologicamente utili. l 1. Il 27 luglio l’orso M49 è nuovamente riuscito

 Procione (Procyon lotor).

a evadere dal centro faunistico del Casteller (Trento). Alla chiusura del presente numero, l’esemplare era ancora in fuga.

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nativi americani

Il risveglio dello spirito Pellerossa Forte, diffuso e organizzato: così John Echohawk definisce oggi il movimento per la difesa delle tradizioni e della cultura dei nativi americani. Avvocato di origini Pawnee, Echohawk dirige l’ente nazionale che negli Stati Uniti tutela i diritti degli indiani. Lo abbiamo intervistato.

di Alexis Myriel

attaglie ambientali per preservare quel che resta delle loro terre, rivendicazione di diritti calpestati per secoli e tuttora da riaffermare ogni giorno, voglia di un riscatto sociale che sia anche recupero della cultura nativa, delle tradizioni e della spiritualità che ha ca-

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ratterizzato così profondamente la loro storia: è ciò che segna un vero e proprio risveglio dello spirito Pellerossa negli Stati Uniti e in Canada, fenomeno di cui si osserva da diversi anni un crescendo di intensità. Con 574 tribù riconosciute a livello federale, quasi 23 milioni di et-

tari di terre indiane in 48 stati americani e altri 19 milioni in Alaska, i nativi americani rappresentano oggi negli Stati Uniti l’1,7% della popolazione, contando anche i matrimoni misti, per un totale di oltre 5 milioni di persone. «C’è un vero e proprio movi-

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mento organico che combatte per recuperare, ripristinare e rivalorizzare le nostre tradizioni, la nostra cultura e anche la nostra religione» spiega John Echohawk, avvocato, appartenente alla nazione Pawnee dell’Oklahoma e direttore esecutivo del Native American Rights Fund, l’ente nazionale per la difesa dei diritti degli indiani, che fornisce loro tutela e rappresentanza legale. «Ci siamo occupati di alcune delle più importanti cause per i diritti dei nativi negli Stati Uniti degli ultimi cinquant’anni, battaglie che hanno alimentato e rafforzato l’attuale movimento per la sovranità tribale» spiega Echohawk. devono tutelarle dai tentativi di espropriazione e inquinamento, così La lotta per la tutela come le risorse naturali che in queldelle terre le terre vi sono» prosegue Echo«I problemi maggiori per i nativi hawk. «Per non parlare poi, date le americani oggi si concentrano sulla condizioni di vita e ciò che hanno sunecessità continua di ribadire e di- bìto negli ultimi secoli, della fatica fendere i diritti di sovranità e auto- immane per recuperare e mantenegoverno che hanno sulle loro terre, re tradizioni, cultura e religione. I

 «Tra le difficoltà maggiori permangono

senza dubbio quelle legate alla povertà e alle condizioni di salute spesso problematiche, dovute al fatto che il governo federale non ha mai finanziato adeguatamente i servizi sanitari per i nativi. Gli indiani rappresentano tuttora i più poveri tra i poveri negli Stati Uniti». John Echohawk è avvocato e direttore esecutivo del Native American Rights Fund, l’ente nazionale per la difesa dei diritti degli indiani.

trattati che sono stati e che vengono stipulati hanno sempre come controparte le tribù da una parte, che hanno appunto la loro sovranità, e il governo federale o gli Stati dall’altra e questi ultimi non hanno giurisdizione sulle tribù a meno che ciò non sia previsto da qualche trattato o da un atto del Congresso. I 42 milioni di ettari complessivi di terre conteggiati tra Stati Uniti e Alaska appartengono alle tribù o individualmente a singoli indiani e rappresentano da sempre per loro un bene di incommensurabile valore da tutelare».

 Il fronte di resistenza Sioux contro la realizzazione del gasdotto negli Stati Uniti è eterogeneo e capillare. Qui i partecipanti a una cerimonia di preghiera in Montana, nell'area che rientra tra quelle che subiranno l'impatto del progetto. Foto Kokipasni-No Fear.

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nativi americani

Le riserve «Un numero significativo di indiani tende a lasciare le riserve per ragioni economiche, per avere più possibilità di trovare lavoro e per cercare condizioni di vita migliori, pur mantenendo stretti legami con la loro tribù d’appartenenza e i loro familiari. È anche vero però che, da quando la situazione di alcune riserve è migliorata, molti vi hanno anche fatto ritorno» prosegue ancora l’avvocato Echohawk. «Tra i problemi maggiori permane senza dubbio quello della povertà e delle condizioni di salute spesso problematiche, dovute al fatto che il governo federale non ha mai finanziato adeguatamente i servizi sanitari per i nativi, malgrado ciò fosse previsto dai trattati. Gli indiani rappresentano tuttora i più poveri tra i poveri negli Stati Uniti e laddove c’è una qualche prosperità è assolutamente disomogenea. Alcune tribù hanno una qualità della vita migliore di altre, ma in generale è proprio sulla qualità della vita che c’è ancora tanto lavoro da fare».

 Giovanissimi dimostranti dei movimenti per i diritti dei nativi americani; qui una protesta davanti al Campidoglio per rivendicare la tutela delle terre. Foto Indianz.com.

priarsi, rivalorizzandola, della loro cultura originaria, compresa la profonda spiritualità che li ha sempre caratterizzati» prosegue Echohawk. «E alcuni provvedimenti adottati hanno costituito un segnale positivo. Per Recupero di cultura esempio, nel 1978 il Congresso amee tradizioni ricano ha approvato l’American In«I nativi americani hanno profuso dian Religious Freedom Act, che ha grandi sforzi, e stanno continuando riconosciuto come pienamente esia farlo nel tentativo di riappro- stenti le religioni indiane e ne ha di-

Le recenti battaglie sugli oleodotti In Canada, i nativi americani hanno un fronte aperto di contestazione importante. Si stanno infatti battendo contro la realizzazione dell’oleodotto che partendo dal Canada arriverà fino al Texas. «Per oltre dieci anni, il progetto da 8 miliardi di dollari è rimasto sulla carta, ma con la pandemia potrebbe essere arrivata la svolta» scrive l’associazione Re:Common1 (la situazione è aggiornata a luglio, mese di impaginazione di questo numero della rivista, ndr). Il governatore dell’Alberta, la regione canadese da cui dovrebbe partire l’oleodotto, ha approvato un investimento di 1,5 miliardi di dollari e stanziato ulteriori 6 miliardi in garanzie pubbliche. Sono iniziati i lavori nel Montana, a ridosso del confine canadese. Intanto, «il governatore del South Dakota, snodo cruciale dell’oleodotto, ha approvato una legge che inasprisce fortemente le pene per chi protesta contro le pipelines, ri-classificate come infrastrutture critiche. A preoccupare è il pericolo di una nuova rivolta come quella dei Sioux contro la Dakota Access Pipeline, culminata nell’accampamento di Standing Rock, dove migliaia di persone hanno fronteggiato per mesi, fra il 2016 e il 2017, le truppe dell’Army Corps of Engineers», spiega Re:Common. «L’oleodotto dovrebbe trasportare il petrolio estratto dalle sabbie bituminose canadesi fino alle raffinerie del Golfo del Messico. Il tragitto prevede che la conduttura passi al di sotto del fiume Missouri in Montana, unica fonte idrica per le comunità della riserva di Fort Peck. In Nebraska attraverserebbe per 400 chilometri la falda acquifera Oagalla, una delle più grandi al mondo. I danni di una fuoriuscita di petrolio sarebbero incalcolabili, specialmente per le già marginalizzate comunità indigene che non dispongono di alternative per l’approvvigionamento di acqua». Note 1. www.ilmanifesto.it/un-oleodotto-disastroso-tra-canada-e-texas

sposto una sorta di ricognizione per adottare forme di tutela. Nel 1990, sempre il Congresso ha approvato anche il Native American Graves Protection and Repatriation Act, dove si disponeva l’istituzione di musei con fondi federali per restituire, attraverso di essi, alle tribù dei nativi sia resti umani che beni di sepoltura, oltre a oggetti utilizzati per le pratiche religiose». Il movimento dei nativi americani per il recupero della cultura tribale oggi negli Stati Uniti appare, come spiega Echohwak, «forte, diffuso e organizzato»; ha preso vitalità negli anni Sessanta, nell’ambito delle lotte per i diritti civili, e «ha indotto il governo federale a modificare la propria politica verso gli indiani negli anni Settanta, riconoscendo margini maggiori di autodeterminazione. E oggi è più che mai attivo e determinato». l n POTREBBE INTERESSARTI:

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Dalla proibizione al «Rinascimento psichedelico» Le proprietà mediche di sostanze psichedeliche come Lsd, psilocibina e ketamina, sono tornate sotto la lente della ricerca medico-scientifica. Dopo essere state demonizzate da decenni di proibizionismo, diventano le medicine di domani.

di Mario Catania

ntro il 2021 i medici potrebbero avere la possibilità di prescrivere l’Mdma, più comunemente nota come Ecstasy, per alcune condizioni cliniche, come il disturbo da stress post-traumatico (Ptsd) e la depressione. Subito dopo potrebbe essere la volta della psilo-

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cibina, il principio attivo dei funghetti allucinogeni, sempre per patologie psichiatriche. E queste sono solo due delle sostanze, raggruppate sotto il gruppo degli psichedelici (anche se l'Mdma, come vedremo più avanti, è considerata un empatogeno), tra le quali troviamo anche

l’ayahuasca, l’iboga, la ketamina e l’Lsd, che oggi stanno tornando nelle cliniche, negli ospedali e sotto la lente d’ingrandimento della ricerca medica. È un ritorno, per l’appunto, perché molte di queste sostanze sono state studiate e applicate in passato

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da scienziati e ricercatori proprio per le loro potenzialità terapeutiche. Oggi, in tutto il mondo è partito il «Rinascimento psichedelico», un fenomeno che sta portando a riscoprire e analizzare le piante psicoattive e i loro principi attivi, e che ha il suo epicentro negli Stati Uniti. Se da un lato il proibizionismo iniziato in America nel 1967 con la messa al bando dell’Lsd ha fermato la ricerca medica per quarant’anni, dall’altro l’uso di queste sostanze nella società ha continuato senza sosta. E non solo tra giovani, marginali, hippy, punk e raver, ma anche nei salotti buoni della borghesia anglosassone, con la nascita, ad esempio, del fenomeno del Microdosing, che prevede appunto l’assunzione di piccole dosi di psichedelici e che dalla Silicon Valley si è espanso in tutto il mondo.

Sull’onda di Albert Hofman Secondo lo scrittore Vanni Santoni «se si volesse trovare una data d’inizio per il Rinascimento psichedelico potremmo scegliere il 2006, l’anno in cui si è svolto il primo forum psichedelico a Basilea, organizzato in occasione del centesimo compleanno di Albert Hofmann, lo scopritore dell’Lsd scomparso nel 2008, che a quell’età era ancora molto arzillo, al punto che continuava a tenere conferenze. Attraverso questo congresso internazionale, serio sul piano medico e scientifico, si è riusciti per la prima volta a scollegare queste sostanze dalla narrazione underground che era diventata inevitabile in quarant’anni di illegalità. Si tratta dunque di una ripresa scientifica, all’interno della quale si inseriscono ricerche importanti effettuate al King’s College in Inghilterra e un altro studio paradigmatico dell’Università di Zurigo. Le cose, insomma, hanno iniziato a cambiare». Lo studio svizzero al quale fa riferimento Santoni è stato intrapreso nel 2008 ed è stato curato dal dottor Peter Gasser, che somministrò Lsd a dodici pazienti per ridurre l’ansia da fine vita. I risultati furono pubblicati nel 2014 dal Journal of Psychopharmacology dove si può leggere che «la

terapia ha avuto esiti positivi nella riduzione dell’ansia a seguito di due sedute di psicoterapia assistita con Lsd» e che «la sostanza può essere somministrata in modo sicuro». «Noi sappiamo che l’Lsd è stato scoperto nel 1943 ed è diventato illegale nel 1967, quindi per più di vent’anni era stato di fatto già considerato come un farmaco» continua Vanni. «Era già stato sperimentato, ad esempio, per contrastare le dipendenze. Poi è cambiato tutto. Nel momento in cui una sostanza diventa illegale, diventa anche molto difficile fare studi scientifici. Da allora in poi gli psichedelici furono associati agli hippy e alla loro cultura: l’Lsd era la bandiera dei pacifisti che non volevano arruolarsi in Vietnam e professavano “pace e amore”. Per un conservatore questi erano dei nemici politici e il conflitto si inasprì sempre di più. Tanto che se un professore del tempo avesse voluto studiare queste sostanze avrebbe messo a rischio la propria carriera». Il forum di Basilea, secondo Vanni, è stato un game changer anche per questo motivo, perché l’incontro di medici e ricercatori, che hanno portato il confronto su un piano molto professionale, ha contribuito a far cambiare la percezione.

Gli studi sull’Lsd È il 1943 quando Hofmann scopre, per caso, le proprietà psichedeliche dell’Lsd dopo esserne entrato in contatto in laboratorio. Mentre pedala verso casa inizia a percepire gli effetti lisergici che saranno i protagonisti della futura cultura underground. Il primo studio scientifico risale invece al 1947, quando Werner Stoll, uno psichiatra svizzero, lo sperimentò in patologie come la schizofrenia. Da lì e fino alla proi-

 Lo scienziato svizzero Albert Hofmann scoprì l’Lsd nel 1943, dopo essere entrato in contatto con la sostanza in laboratorio. Il primo studio scientifico risale però a qualche anno più tardi, al 1947, quando uno psichiatra svizzero sperimentò l’Lsd in patologie come la schizofrenia.

bizione è un fiorire di studi e ricerche: gli articoli scientifici pubblicati sono centinaia. Poi, dopo il proibizionismo, la ripresa degli studi è avvenuta appunto nel 2008 e continua tutt’oggi. I campi d’azione che la moderna ricerca sta identificando sono il trattamento delle dipendenze patologiche, come l’alcolismo, di cui si parla in uno studio della Harvard Medical School del 2012, o il trattamento dell’ansia da fine vita nel già citato studio del 2014. Un punto di svolta è arrivato nel 2016, quando i ricercatori, per la prima volta, hanno avuto la possibilità di analizzare il cervello umano sotto l’effetto della sostanza. «Abbiamo aspettato questo momento per cinquant’anni» aveva esclamato David Nutt, un mostro sa-

La moderna ricerca scientifica sta testando l’efficacia dell’Lsd nel trattamento delle dipendenze patologiche, come l’alcolismo.

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ricerca

Cosa ne pensate? cro in materia, che aveva guidato lo studio presso l’Imperial College di Londra, dove oggi la ricerca viene portata avanti da Robin CarhartHarris. Lo studio è stato co-finanziato dalla Beckley Foundation, associazione con più di vent’anni di storia. «Stiamo finalmente svelando i meccanismi cerebrali alla base del potenziale dell’Lsd, non solo per guarire, ma anche per approfondire la nostra comprensione della coscienza stessa» ha dichiarato Amanda Feilding, direttrice dell’associazione. Nel gennaio 2020, invece, presso l’ospedale dell’Università di Basilea, in Svizzera, è iniziato uno studio scientifico randomizzato su sessanta pazienti per verificare le potenzialità della sostanza nel trattare le depressioni maggiori.

L’Mdma Sintetizzata per la prima volta nel 1912 nei laboratori della tedesca Merk, l’Mdma viene inizialmente prodotta per scopi bellici e rimane pressoché inutilizzata fino al primo studio scientifico che la vede protagonista, nel 1973. Negli anni ’80, negli Stati Uniti, viene usata per combattere l’ansia e nella terapia di coppia, mentre dall’altro lato l’uso ludico si diffonde sempre di più, fino alla messa al bando nel 1985. Oggi, grazie all’impegno trentennale dell’associazione non-profit Maps (Multidisciplinary association for psychedelic studies), che ha finanziato la ricerca in accordo con le autorità federali americane, l’Mdma, conosciuta nel gergo popolare come Ecstasy, è in fase 3 negli studi clinici che ne analizzano le proprietà nel trattamento del disturbo da stress post-traumatico (Ptsd). L’approvazione e la conseguente possibilità di prescrizione dovrebbero arrivare nel 2021. Ma secondo Giorgio Samorini, antropologo italiano che studia da decenni le piante psicoattive, soprattutto nei loro contesti tradizionali, bisogna fare una distinzione: «L’Mdma non è uno psichedelico, appartiene a un’altra classe, quella degli empatogeni e ha implicazioni tossicologiche differen-

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ti. Mentre gli psichedelici classici hanno una tossicità fisica molto bassa, gli empatogeni, di cui l’Mdma è la sostanza più famosa, hanno un certo grado di tossicità. Altra differenza, importante anche nell’uso terapeutico, è che gli psichedelici non hanno un effetto “down”, ma una “discesa graduale” in cui avviene l’interazione con lo psicoterapeuta. Con l’Mdma, invece, così come con l’anfetamina e altre sostanze, quando finisce l’effetto si ha una sorta di “crollo” psicofisico». Premessa questa differenza «è una sostanza interessantissima, soprattutto per il Ptsd, che oggi è molto diffuso» continua Samorini. «L’Mdma, che si può intendere come una “bomba emotiva”, è molto promettente per riuscire a smuovere energie proprio laddove il Ptsd instaura un circuito da cui non si riesce ad uscire. Si fanno una o due esperienze, non c’è bisogno di un uso prolungato, e i risultati sono molti buoni. Quindi è presumibile che dal 2021 possa essere disponibile per le prescrizioni mediche, poi seguirà a breve la psilocibina».

La Psilocibina Anche la psilocibina può essere utilizzata nel trattamento della depressione e dell’ansia e delle problematiche psichiatriche che coinvolgono i pazienti che hanno davanti a sé pochi mesi di vita. Questo era già stato reso evidente da una sperimentazione portata avanti negli anni ’60 dal professor Stanislav Grof. La stessa tematica era stata trattata dai ricercatori della John Hopkins University, con una pubblicazione sul Journal of Psychopharmacology del 2016, che riporta uno studio su pazienti affetti da cancro. Nelle conclusioni di tale studio si riporta che: «Una dose moderata singola di psilocibina ha prodotto effetti ansiolitici e antidepressivi rapidi, robusti e duraturi in pazienti con disturbi psicologici correlati al cancro». E poi, con un’altra pubblicazione del 2016 sulla stessa rivista, condotta però dai ricercatori della Nyu School of medicine, anche qui con pazienti affetti da cancro.

La Ketamina e l’Iboga La ketamina, al contrario di Lsd, psilocibina e Mdma, non è mai stata inserita nella tabella I, quella riservata alle sostanze dannose senza alcun valore medico, perché la sua applicazione come anestetico in medicina è continuata fino ad oggi. Nel 1997 è stata condotta una revisione sui dieci anni precedenti di studi scientifici, pubblicata sul Journal of Psycoactive Drug. Evgeny Krupitsky, l’autore dello studio, ne sottolinea l’efficacia nel trattamento dell’alcolismo, con «cambiamenti psicologici che hanno dimostrato di favorire uno stile di vita sobrio». Altro utilizzo è quello contro la depressione grave, come sottolineato in uno studio del 2016 pubblicato su Nature, e guidato dal professor Carlos Zarate. Infine, tra le piante psichedeliche che stanno tornando a dimostrare proprietà mediche bisogna citare l’iboga, da cui deriva l’ibogaina, l’ayahuasca e uno dei suoi principi attivi, il dmt, il cui utilizzo, non clinico, oggi sta dilagando anche in Europa con il fenomeno delle cerimonie guidate da guaritori, ormai molto diffuse anche in Italia. Tornando alle patologie c’è inoltre il disturbo ossessivo compulsivo, di fronte ai sintomi del quale si è rivelata utile la psilocibina, come evidenziato dallo studio pubblicato nel 2006 dal The Journal of Clinical Psychiatry. O anche per il trattamento del dolore cronico, come è stato reso evidente per il dmt, in una pubblicazione del 2019 sul Journal of Psychedelic Studies.

Dalla medicina alla politica Questa nuova ondata di interesse, di ricerche e di attivismo, in America sta portando a dei passi in avanti molto concreti. Denver, in Oregon, nel maggio del 2019 è stata la prima città al mondo a depenalizzare l’uso dei funghetti allucinogeni. Questo non significa che sono legali, ma che è vietato sanzionare i maggiori di ventun anni che li utilizzano e che è un reato a bassa priorità per le forze dell’ordine. Ma il reale cambiamento portato dalla depenalizzazione non si è esaurito in questo. Poco dopo, infatti, in America

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è nato il movimento Decriminalize Nature che, tramite azioni locali e coordinate, ha portato alla nascita di iniziative simili in oltre cento città americane. E intanto le californiane Santa Cruz e Oakland hanno raggiunto la loro depenalizzazione per piante psicoattive, mentre gli attivisti alzano il tiro. Secondo diversi osservatori sta accadendo ciò che in Usa è successo con la cannabis, altra pianta vittima di uno stigma durato decenni. Dopo una lunga campagna sulle proprietà mediche della pianta, infatti, oggi si è arrivati alle prime legalizzazioni anche per uso ricreativo, in un processo che ha già coinvolto undici stati. «Nasceranno nuovi interessi commerciali per lo sviluppo di queste sostanze e per le applicazioni che potranno essere brevettabili» sostiene il giornalista Bernardo Parrella, giornalista esperto in materia, che vive in New Mexico e che di recente ha pubblicato il libro Rinascimento Psichedelico: la riscoperta degli alluci-

Una nuova informazione psichedelica La nuova ondata di studi e ricerche sugli psichedelici va di pari passo con una nuova informazione, che interessa testate di spicco come la Cnn o il New York Times. Crescono anche le pubblicazioni, come saggi e libri, oltre ai documentari. Per chi volesse approfondire l’argomento, citiamo volentieri l’ultimo libro di Michael Pollan, Come cambiare la tua mente e, tra le principali pubblicazioni italiane, vale la pena sottolinearne anzitutto i due volumi curati da Giorgio Samorini e Adriana D’Arienzo, Teorie psichedeliche, uno dei testi più completi sull’argomento. Agnese Codignola è invece l’autrice di un altro importante testo sull’argomento: Lsd. Da Albert Hofmann a Steve Jobs, da Timothy Leary a Robin Carhart-Harris: storia di una sostanza stupefacente, pubblicato da Utet. Mentre Bernardo Parrella è autore del libro Rinascimento Psichedelico: la riscoperta degli allucinogeni dalle neuroscienze alla Silicon Valley, pubblicato da Stampa Alternativa. Passando ai video, anche Netflix, ha recentemente proposto il documentario Un buon trip in cui personaggi famosi, come Sting o Ben Stiller, raccontano le proprie esperienze con queste sostanze.

nogeni dalle neuroscienze alla Silicon Valley (Stampa Alternativa). «Di recente un’azienda è riuscita a sintetizzare la psilocibina, in buone quantità, a partire dal lievito di birra. Visto che in futuro si aprirà il mercato medico, le aziende stanno già cercando soluzioni che possano portare ampi guadagni, dal momento che le sostanze in sé non sono brevetta-

bili. Dall’altro lato l’associazione Maps ha garantito che, fin quando la psilocibina potrà essere sintetizzata in laboratorio, loro andranno avanti a produrla per l’ambito medico e scientifico. Anche perché, almeno qui negli Usa, si pone il problema delle assicurazioni sanitarie e dei prezzi che questi farmaci avranno una volta che saranno sul mercato». l

Come prevenire i disturbi dell’acidità in autunno Dr.ssa Anna Camatti - Erboristeria Virya

I preparati Virya® Ayurveda Italiana sono composti da piante italiane mescolate secondo i principi dell’Ayurveda. Eliminano le «lingue di fuoco» che salgono dietro lo sterno. Nelle vere formulazioni ayurvediche si usa il fitocomplesso e si sfrutta l’effetto di sommazione della potenza di azione dovuto a piante diverse con qualità simili. Questo effetto «sinergico» garantisce un migliore risultato e l’assenza di effetti indesiderati.

Acidità di stomaco o Amlapitta La sede principale del Pitta è il duodeno, dove si accumula il calore estivo che risale nello stomaco. Il dolore bruciante è uno «specchio» che ci rimanda l’immagine inmaco. In caso di presenza dell’H. pilori il Jaranam crea un fuocata di noi e ci spinge a cambiare. ambiente sfavorevole al batterio, portando a guarigione. Tejas Virya®, compresse, agisce sul calore del Pitta Dosha Rikhiya Virya®, compresse, è composto da Amalaki o Phylcomposto dall’elemento Fuoco-Tejas. La qualità rinfre- lanthus emblica frutto. La ricerca ha evidenziato che scante delle radici di Gramigna, Asparago, Altea e Bar- contiene Emblicanina A e B che sono responsabili deldana spegne l’eccesso di calore promuovendo la guari- l’azione antiossidante. I tannini in essa contenuti potengione delle ulcerazioni. Il sapore amaro riduce l’acidità ziano l’effetto «rasayana» di ripristino metabolico. duodenale. Jaranam Virya®, decotto concentrato, protegge lo stomaco Bisogna ricordare che l’obiettivo dei preparati ayurvedici eliminando la dispepsia. I principi carminativi e stoma- è sempre un’azione svolta sul «terreno» costituzionale chici eliminano il senso di tensione e gonfiore allo sto- della persona e non sul sintomo. Contatti: virya@virya.com – www.virya.com

Terra Nuova · settembre 2020

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CIBO E SALUTE

Maternità in salute

a gravidanza è un periodo particolarmente intenso e delicato per una donna, sia dal punto di vista fisico che psicologico. I cambiamenti fisici ed emotivi non devono preoccupare e spaventare, ma devono essere considerati un importante canale con cui si impara ad entrare in connessione con se stesse, riscoprendo la propria vera essenza, e con il proprio bambino. Come in una danza, i due si accompagneranno in questo viaggio di scoperte. Importante è non lasciarsi influenzare da storie di gravidanze e parti negativi, da chi dispensa consigli basandosi su credenze popolari, su pubblicità, su ideologie vecchie e nuove che concorrono a creare tanti dubbi. Piuttosto è bene operare un cambiamento su se stesse cercando innanzitutto di trovare un equilibrio proprio, informandosi e leggendo molto, scegliendo dei consiglieri esperti nei quali riporre fiducia. Bisogna capire i propri bisogni e poi diventare attive nella creazione del proprio percorso in gravidanza.

Lo stile di vita: dallo stress all’alimentazione La donna è responsabile della crescita in buona salute del proprio cucciolo d’uomo che si affida totalmente a lei dal momento del concepimento. Dal punto di vista psicologico, l’aspetto più importante di questo periodo è la serenità: occorre ridurre gli impegni, modifica-

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Appunti di RESISTENZA ALIMENTARE

re i ritmi di vita ed eliminare abitudini nocive. Purtroppo, lo stress si riflette in modo negativo sullo stato di salute della mamma e del bambino, influendo sull’andamento della gravidanza e sulla relazione che si svilupperà tra i due. È importante poi fare attenzione anche allo stress esterno determinato dall’inquinamento ambientale nelle sue diverse forme, dell’aria, dell’acqua, acustico, elettromagnetico e chimico. Il corpo deve essere depurato, non deve entrare in acidosi ed è consigliabile pertanto controllare, oltre agli esami previsti dai protocolli convenzionali per la gravidanza, anche il livello di infiammazione con il test della PCR, valutare il grado di disbiosi intestinale con l’esame della calprotectina fecale, ed esaminare anche la vitamina D e la vitamina B 12 per eventuali carenze, in modo tale da poter ottenere una condizione metabolica ottimale per formare il nuovo essere, riducendo i rischi di insuccesso, di perdita o di patologie legate a fattori ambientali dannosi per il bambino. La qualità del cibo, delle bevande, delle altre sostanze che vengono consumate durante la gravidanza gioca un ruolo decisivo nel suo sviluppo. II sangue, le cellule, i tessuti, gli organi e il liquido amniotico vengono continuamente rinnovati a seconda di ciò che si mangia e si beve quotidianamente. La qualità del nutrimento che il bambino riceve e l’ambiente in cui vive durante la gravidanza determinano il tipo di costituzione fisica e men-

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ranco Berrino di F

tale che il nuovo essere umano porterà con sé per tutta In ultimo, nutrite la relazione la vita. Pensate dunque alla qualità di ciò che mangiate. con il vostro bambino, parlategli e raccontategli storie, appoggiate le mani sul pancione e cercate di sentirlo Cosa fa bene a mamma e bambino per entrare ancor di più in relazione con lui. La dieta mediterranea è una buona base per questa fase Dedicatevi ad ascoltare della musica, a disegnare, a codella vita, con l’accortezza di consumare quotidiana- lorare, lasciando emergere le vostre emozioni quando mente semi oleaginosi, legumi e verdura a foglia verde pensate a lui. Meditate dieci minuti al giorno anche per che contengono naturalmente folati. L’importanza visualizzare il vostro incontro e nutrirvi di positività. della qualità degli alimenti è indispensabile, inoltre, per Se la nostra vita di tutti i giorni è in armonia con l’orla regolarità delle funzioni intestinali, che assume un va- dine della natura, compresi le nostre abitudini alimenlore importantissimo durante la gravidanza. Pensare alla tari, le nostre attività quotidiane e le nostre attitudini salute del microbioma intestinale sarà determinante per mentali, ne conseguirà che l’esperienza della gravidanil microbiota del neonato nel momento del parto, per- za e del parto non potranno che essere gioiose e meramettendo la riduzione della predisposizione all’obesi- vigliose. n tà e alle malattie infiammatorie croniche nel futuro del In collaborazione con Alessandra Baruffato, piccolo; quindi è bene avere un’alimentazione ricca di medico chirurgo esperto in nutrizione, lauvegetali a basso indice glicemico. Il sistema nervoso conreata all’Università degli Studi dell’Insubria di Varese, medico ricercatore del progetto tiene una quota elevata di grassi omega 3 e omega 6 che EDUC.A.RE (EDUCazione Alimentare nei ricovecontribuiscono alla plasticità del cervello. Quindi, per rati in degenza riabilitativa e day hospital Istiil buono sviluppo del cervello del feto, occorre che la tuto REdaelli) di Vimodrone (Milano). dieta contenga questi grassi, detti essenziali, che si possono trovare nel cibo vegetale: in tutti gli oli vegetali, n POTREBBE INTERESSARTI: nei semi di lino, nelle erbe selvatiche, nelle noci, nella GRAVIDANZA: LA DIETA IDEALE Gravidanza: soia e nel pesce azzurro (meglio di piccole dimensiola dieta ideale Tanti consigli utili, oltre settanta ricette ni). Nell’ultimo trimestre di gravidanza fino al primo vegetariane e i rimedi naturali per la salute anno di vita, il cervello del bambino si sviluppa rapidella mamma in attesa e il benessere del damente e in questo periodo le sinapsi, cioè le connesbambino. sioni fra le cellule nervose, crescono velocemente. di S. Mezzera - ricette di R. Passione pp. 120 Proprio nelle sinapsi, un terzo dei grassi sono costituiti da DHA, per questo è importante che la dieta della Vedi tutte le opzioni di acquisto su www.terranuova.it/ecocircuito mamma contenga omega 3. Evitate cibi spazzatura, carni lavorate, fritti, farine raffinate, pesce di grossa taglia (per l’intossicazione da mercurio), alcolici, dolci industriali, dolcificanti artificiali e lo zucchero, perché è importantissimo tenere sotto controllo la glicemia. Ritornate a una cucina semplice, in linea con le stagioni, A SETTEMBRE biologica e naturale. SIMONA MEZZERA

ricette di ROSANNA PASSIONE

Consigli e ricette veggie per la salute della mamma in attesa

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S A L U T E

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I prossimi eventi de

Rilassarsi e muoversi è importante L’attività fisica in gravidanza deve essere moderata e deve condurre al rilassamento. Meglio evitarla nel primo trimestre per poter lasciare al corpo tutte le energie di cui ha bisogno per instaurare i cambiamenti necessari. Esercizi di yoga sono utili per correggere la postura e sciogliere le tensioni, ma devono essere guidati da un maestro esperto. Evitare attività che possano procurare traumi, cadute e sobbalzi pericolosi per il bambino. Molto utile è il nuoto, che aiuta la mamma a sciogliere le tensioni, mantenere la tonicità muscolare e ridurre la ritenzione idrica. Camminare trenta minuti al giorno, poi, migliora la circolazione e muove le articolazioni; se poi è fatta in mezzo alla natura aiuta a ritrovare serenità e armonia.

Master longevità in salute La nuova edizione del master de La Grande Via si svolgerà in modalità online e intende fornire le conoscenze teoriche e le competenze pratiche per promuovere la prevenzione delle malattie e la longevità in salute, attraverso le Tre Vie della Salute: alimentazione, meditazione e movimento. L’iscrizione al master è riservata a professionisti in ambito sanitario. La via della leggerezza Un seminario aperto a tutti per scoprire i tre pilastri fondamentali de La Grande Via: alimentazione sana basata sulla cucina Macromediterranea©, attività fisica corretta, meditazione e pratiche energetiche. I partecipanti potranno riscontrare in modo oggettivo il loro cambiamento grazie a esami medici che verranno svolti all’inizio e alla fine del percorso. La Grande Via offre riduzioni e agevolazioni per gli abbonati a Terra Nuova. Per una lista completa delle altre realtà convenzionate: www.terranuovalibri.it/scontoabbonati

Terra Nuova · settembre 2020

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femminile

Lunatica? Sì, grazie Ciclo mestruale e ciclo lunare: un legame che influenza non solo il corpo della donna, ma anche la sua forza creatrice. Esserne consapevoli è il primo passo verso la profonda conoscenza di sé, come spiega Laura Capossele, autrice di La luna sono io. di Beatrice Salvemini

l femminile lontano dai modelli attuali, in una visione profonda che lega corpo, psiche, cuore e luna. Sì, proprio così, perché Laura Capossele, quando parla della sua visione del «femminile» vi abbina l’aggettivo «lunatico» nella sua accezione più positiva ed evocativa, legata al ciclo biologico delle mestruazioni. Trentotto anni, ostetrica, mamma di Leonardo e Alice, quattro anni fa è entrata a far parte dell’associazione Custodi del Femminino, «una realtà che si occupa a tutto tondo delle donne» spiega Laura, «dal ciclo mestruale alla sessualità, dalla maternità all’allattamento, dalla genitorialità alla menopausa, ma anche di sorellanza e consapevolezza». «In questi anni ho vissuto sulla pelle la frase che rappresenta il motto dell’associazione. Quando le donne si

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uniscono in un cerchio di amore e solidarietà, non c’è nulla che non possano fare. Lavorando con Maria Chiara Spadoni, Marika Novaresio e Alessia Pugliese, mi sono resa conto di quanto ciò sia vero». Dal suo impegno su questi temi è nato anche il libro-diario La luna sono io (Terra Nuova Edizioni), che «approfondisce il significato complesso del ciclo mestruale, dando conto del suo mistero e della sua sacralità, oltre che fisicità» aggiunge Laura. «È l’enorme potenza di sentirci il dono di generare la vita, non solo nel suo valore biologico ma anche creando nuove idee, progetti, saggezza e forza. Ho voluto fornire uno strumento che aiuti le donne a conoscere il proprio corpo, come siamo fatte, come funzioniamo, il nostro ciclo, la dimensione fisica e quella energetico-spirituale».

Laura, cosa ti ha spinto ad approfondire il tema della femminilità, avvicinandoti a una visione del femminile che non è quella evocata dai modelli sociali attuali? Come tante donne, anche io mi sono ritrovata davanti al desiderio di una gravidanza che non arrivava. Dopo aver sospeso la contraccezione ormonale, il mio corpo era come se tentasse di risvegliarsi da un lungo sonno: il ciclo era molto irregolare, con mesi di amenorrea, nonostante clinicamente fosse tutto nella norma. Capii che non era sempre possibile etichettare tutto sulla base di un manuale, che il corpo non era una macchina e che c’erano tanti aspetti che ne influenzavano la fisiologia: ormonali, emotivi, sociali. Così intrapresi un percorso di consapevolezza della ciclicità che mi portò a conoscere aspetti di me fino ad allora vissuti negativamente, trasformandoli in risorse. Arrivai ad accogliere il mio essere donna creatrice, a prescindere dall’essere madre biologica. E fu allora che arrivò Leonardo, il mio primo bimbo, e poco dopo Alice. Ho continuato poi a osservare su me stessa quanta ricchezza ci fosse nell’essere cicliche e ho accompagnato molte donne nei loro percorsi di consapevolezza, fino a offrire, tramite Custodi del Femminino, percorsi di formazione che potessero sostenere le donne nel trasmettere empowerment e consapevolezza. È nata così una rete di educatrici mestruali presenti in tutto il territorio nazionale che cresce ogni anno. Chi si rivolge a un’educatrice mestruale? Donne che vogliono vivere meglio il proprio ciclo, che desiderano un figlio da tempo e che non ci riescono pur avendo escluso qualsiasi patologia, madri di adolescenti che vorrebbero trasmettere un valore positivo delle mestruazioni alle proprie figlie, donne che hanno sospeso contraccettivi ormonali e desiderano riconnettersi con la propria ciclicità naturale, donne in menopausa che vorrebbero valorizzare la loro essenza femminile, ma anche donne che desiderano trovare un’alternativa al classico assorbente usa e getta, perché

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vita quotidiana. Il ciclo mestruale non dura solo cinque giorni come siamo abituate a pensare. Un mese lunare dura circa ventinove giorni, proprio come un ciclo mestruale medio, e la Tu parli di ciclo mestruale non solo ciclicità lunare è importantissima nel come ciclo biologico, ma come parte regolare la ciclicità femminile. importante della vita della donna, tanto da influenzarne la quotidianità. In Quindi l’aggettivo «lunatica» che si che modo? usa a volte per la donna ha un’acceA scuola impariamo che il ciclo zione estremamente più complessa mestruale risponde a livello ormonale rispetto a quella comunemente intesa? all’asse ipotalamo-ipofisi-ovaio, ma Spesso si usa in senso negativo, pernon è tutto qui. Se paragoniamo il no- ché magari abbiamo cambiato parestro corpo a un albero, possiamo os- re improvvisamente su un argomenservare che nonostante il suo fun- to o su una scelta. Ma c’è molto di più. zionamento riguardi la chioma, il Chiediamoci come mai ci sono giortronco e le radici, la crescita e lo svi- ni in cui riusciamo a pianificare e orluppo sono influenzati anche dal- ganizzare le nostre attività, i nostri l’esterno: l’acqua, l’aria, il sole, la ter- progetti tanto da sembrare multitara. E, da parte sua, l’albero risponde sking e altri in cui non riusciamo proall’ambiente donando frutti, facendosi prio a concentrarci. Proprio come la nido o tana per gli animali, ombra e luna, affrontiamo nel nostro mese diossigeno. Non si può considerare il verse fasi; per semplificare possiamo corpo femminile come la somma di considerarne quattro, ognuna delle parti singole di un sistema, tanto quali rispecchia esternamente ciò più quando si parla di ormoni. Che che il corpo vive all’interno. abbiamo tredici o cinquant’anni, che vogliamo diventare madri o meno, il Qualche esempio? nostro corpo ogni mese si prepara ad Quando ci viene voglia di riordiaccogliere una nuova vita. Nella pri- nare casa o fare grandi pulizie, è proma metà del ciclo lavora per creare ac- babile che il nostro corpo si trovi nelcoglienza fino all’ovulazione. Se poi la fase in cui si sta preparando a rinon avviene nessun concepimento, il pulire l’utero prima di iniziare un corpo si prepara a distruggere quel- nuovo ciclo (periodo premestruale o lo che ha costruito per ricominciare mestruale). Può anche capitare di senil ciclo successivo. Una danza or- tirsi più empatiche verso gli altri, più monale che fa sì che tutte queste fasi, tolleranti, accoglienti, materne: pooltre a ripetersi ciclicamente come se trebbe coincidere con il periodo delfossero stagioni o fasi lunari, in- l’ovulazione, in cui il nostro corpo lafluenzano gran parte della nostra vora per accogliere una nuova vita.

l’educatrice mestruale si occupa anche di informare riguardo i dispositivi mestruali esistenti, come assorbenti lavabili e coppetta mestruale.

 «Proprio come la luna, affrontiamo nel nostro mese diverse fasi. Per semplificare possiamo considerarne quattro, ognuna delle quali rispecchia esternamente ciò che il corpo vive all’interno». Nella foto Laura Capossele.

Da che età si può lavorare sulla consapevolezza della propria ciclicità? Dato che il ciclo mestruale occupa gran parte della nostra vita di donna, è importante vivere consapevolmente questo ritmo dalla prima mestruazione. Spesso ci si limita a trasmettere i messaggi «questi sono gli assorbenti» e «da ora puoi restare incinta». Ma l’educazione mestruale è importante sin da subito per imparare a conoscersi, ad accogliere la propria lunaticità, a valorizzare la propria essenza creativa in modi diversi a seconda del periodo del ciclo. Come donna credo sia importante la consapevolezza che non dobbiamo sentirci inadeguate perché non rendiamo sempre allo stesso modo tutti i giorni. Proprio nell’essere cicliche, lunatiche, possiamo trovare il nostro modo differente di essere, meravigliosamente unico. l n PER APPROFONDIRE: C a le n da r i o me s t r u a le p e r p e t u o

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LA LUNA SONO IO Il diario per riscoprire il proprio ritmo creativo, biologico ed emotivo a cura di Laura Capossele Vedi tutte le opzioni di acquisto su www.terranuova.it/ecocircuito il DIARIO PER RISCOPRIRE IL PROPRIO PROPRIO RITMO CREATIVO, BIOLOGICO ED EM EMOTIVO MOTIVO

Terra Nuova · settembre 2020

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Scuola: tempo di occhi nuovi Quattro docu-video realizzati dal team di «Tutta un’altra scuola» per una biodiversità positiva di idee e azioni che aiuti a trasformare le difficoltà in vere opportunità di cambiamento.

di Beatrice Salvemini

nsia, incertezza, timore, frustrazione, rabbia, senso di impotenza, delusione: sono i sentimenti che hanno accompagnato, e accompagnano tuttora, tante famiglie, tanti genitori, tanti insegnanti e tanti bambini e ragazzi che hanno vissuto questi ultimi mesi, e continuano a vivere, «immersi» in

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una tensione costante al pensiero della ripartenza della scuola a settembre. Tutta un’altra scuola (Tus) ha raccolto queste preoccupazioni, le ha elaborate e ha deciso di rilanciare, con quattro docu-video appositamente realizzati, l’invito a guardare verso un orizzonte alto, che abbiamo popolato di una biodiversità

positiva di pensieri, parole e azioni: parliamo di relazioni, di spazi e tempi educativi, di esperienze e contenuti, di elementi fondanti sui quali basare l’educazione che vorremmo, anche a scuola. I video sono disponibili sul canale YouTube di Terra Nuova Edizioni.

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Le relazioni È chiarissimo l’incipit del primo docu-video: «Non si può prescindere dalle relazioni». Il messaggio che esce da questo intenso lavoro è che senza le relazioni non esistiamo come esseri umani, sono la nostra stessa forma di vita. Ed emerge l’inter-essere come base fondante dell’educazione e la necessità per bambini e ragazzi, ma anche per gli adulti che li affiancano, di sperimentare stati emotivi e relazionali diversi. Ecco quindi che dovrà essere questa consapevolezza a guidare le decisioni e le scelte, soprattutto in un momento come quello attuale.

 Un momento delle riprese del lavoro di confronto e discussione condotto dal gruppo di Tutta un’altra scuola (Tus) sui contenuti dei docu-video.

Spazi educativi Il lavoro sugli spazi e sugli ambienti dell’apprendimento andrebbe rivalutato come un tema fondamentale per un cambiamento positivo della scuola, e non solo in funzione di una emergenza del momento, o piegandosi a essa, ma come uno dei pilastri portanti di un nuovo paradigma necessario. Spazi ripensati, esterni, «diffusi», più o meno (o per nulla) organizzati a seconda delle età, delle necessità e delle finalità. Non ingabbianti, non vincolanti, ma un ausilio alla massima espressione del bimbo e del ragazzo.

 Adele Caprio, pedagogista e ideatrice di ScuolAgire, e Sabino Pavone, presidente della Libera Scuola Steiner Waldorf Novalis e vicepresidente della Federazione nazionale delle scuole Steiner Waldorf.

Anno scolastico 2020/2021

solidarieta’ ambiente

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benesssERE

CULTURAA Terra Nuova · settembre 2020

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I tempi nell’educazione Il tempo più efficace per apprendere e fare propria qualsiasi cosa, a scuola ma non solo? Un tempo che consenta di vivere efficacemente l’esperienza per interiorizzarla, senza sovraccarichi o accelerazioni improprie. È questo il messaggio di fondo, l’esortazione che emerge dalle interviste e che auspica il rispetto dei tempi di tutti in un dialogo tra individui (bambini, ragazzi e adulti) e tra individuo e gruppo. Un tema su cui Claudia Benatti, giornalista di Terra Nuova e coordinatrice del progetto Tutta la scuola dovrebbe focalizzare grande-  un’altra scuola, e Micaela Mecocci, insegnante e formatrice Montessori. mente l’attenzione.

Contenuti, esperienze e saperi La scuola, anche come «laboratorio del tempo presente», è una delle definizioni che si catturano in questo docu-video dedicato a ciò che si apprende e a come lo si apprende. Una scuola, ma soprattutto un paradigma educativo, fondato in particolar modo sull’esperienza, sulla collaborazione, sulla valorizzazione dei diversi saperi, sulla riscoperta del corpo e delle emozioni, del territorio e della natura, al di là di voti, valuta-  Paolo Mottana, docente di filosofia dell’educazione all’Università Milano Bicocca zioni e giudizi. e ideatore dell’educazione diffusa, insieme a Ludovico Arte, preside dell’ITT «Marco Polo» di Firenze.

I quattro docu-video, disponibili sul canale YouTube di Terra Nuova Edizioni, sono stati realizzati grazie all’idea condivisa dal gruppo-progetto Tutta un’altra scuola che Terra Nuova coordina e che è attivo da circa sei anni. Nei quattro filmati, di circa 15-20 minuti ciascuno, ci sono interviste a diversi membri co-fondatori di Tus: Micaela Mecocci, insegnante e formatrice Montessori con esperienza internazionale; Paolo Mottana, docente di filosofia dell’educazione all’Università Milano Bicocca e tra gli ideatori dell’educazione diffusa; Sabino Pavone, presidente della Libera Scuola Steiner Waldorf Novalis di Conegliano e vicepresidente della Federazione nazionale delle Scuole Steiner Waldorf; Marta Monnecchi, insegnante di Scuola Città Pestalozzi; Cecilia Fazioli, pedagogista ed esperta di scuole parentali; Adele Caprio, pedagogista e ideatrice di ScuolAgire; Daniela Pampaloni della Rete Scuole Senza Zaino. Ha partecipato anche Ludovico Arte, preside dell’Istituto tecnico per il turismo Marco Polo di Firenze. La realizzazione dei quattro docu-video è stata resa possibile dal sostegno di NaturaSì, Unicoop Firenze e Gruppo Spaggiari Parma. Si ringraziano per le immagini messe a disposizione la Casa dei Bambini di Vezia in Svizzera, l’IC Mariti di Fauglia e la Rete Senza Zaino, la scuola Steiner Waldorf Novalis di Conegliano (Treviso), l’Aps «Fuori dalla scuola», l’Officina del Fare e del Sapere di Gubbio, l’ITT Marco Polo di Firenze. l n PER INFO E CONTATTI: www.tuttaunaltrascuola.it

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La biodiversità non ha limiti. È uno spreco non coglierla.

a volte più grandi a volte più piccoli dalla forma insolita a un prezzo vantaggioso Si chiamano ”Così per natura” e sono i prodotti che NaturaSì mette a disposizione dei suoi clienti all’interno di un nuovo progetto di lotta allo spreco, nel rispetto dell’ambiente e del lavoro degli agricoltori. Scopri di più su naturasi.it

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INSERIMENTO ANNUNCI NELLE PAGINE VERDI LA PROSSIMA USCITA DISPONIBILE È QUELLA DI NOVEMBRE 2020. SCADENZA INVIO MATERIALE: 18 SETTEMBRE INSERIMENTO ANNUNCI IN ECO DEL MESE Le prossime newsletter «Eco del mese» escono in data 3 e 17 settembre: PRENOTAZIONI ALMENO 2 GIORNI PRIMA

CONDIZIONI RISERVATE AGLI ABBONATI E AI DISTRIBUTORI In caso di sottoscrizione di un abbonamento ordinario (singola copia mensile) si hanno a disposizione (entro la scadenza dell’abbonamento) 2 annunci gratuiti da 36 parole in qualsiasi sezione, a scelta sul primo mensile cartaceo disponibile o nella newsletter «Eco del Mese». In caso di sottoscrizione di un abbonamento a 3 copie (100 Euro annui) si hanno a disposizione (entro la scadenza dell’abbonamento) 4 annunci gratuiti da 36 parole in qualsiasi sezione. Per sottoscrizioni: distribuzione@terranuova.it Terra Nuova è distribuita in negozi di prodotti biologici, ristoranti vegetariani, centri e associazioni del naturale, librerie, fiere di settore. In caso di sottoscrizione di un contratto di distribuzione si hanno a disposizione (tutti gli anni, fino a sospensione del contratto) gratuitamente: 6 annunci da 36 parole in qualsiasi sezione e si può usufruire di interessanti vantaggi di visibilità e promozione. Per informazioni: distribuzione@terranuova.it

SEZIONI TEMATICHE E PREZZI (Iva inclusa) AGRICOLTURA Corsi e seminari - Prodotti

SALUTE

LAVORO Cerco - Offro - Alla pari - Cedesi attività BACHECA Comunicazioni - Baratto VIVERE INSIEME Ecovillaggi e cohousing - Coabitiamo Incontri Prezzi per singola uscita: ABBONATI E DISTRIBUTORI

€ 7 fino a 36 parole € 13 fino a 60 parole NON ABBONATI

€ 17 fino a 36 parole € 28 fino a 60 parole € 12 per l’evidenziatura in neretto

ECOPRODOTTI Negozi - Ecocosmesi - Detergenti - Abbigliamento - Ecomerci ALIMENTAZIONE NATURALE Negozi - Vendita online - Vendita diretta - Corsi ECOTURISMO Agriturismo - Agricampeggio - B&B - Vacanze verdi Vacanze e salute - Altre vacanze - Spazi per gruppi CASA BIO Bioedilizia - Eco-arredo - Energie rinnovabili - Prodotti Case e terreni EVENTI Fiere - Manifestazioni - Convegni Prezzi per singola uscita: € 26 fino a 36 parole (€ 20 per gli abbonati) € 45 fino a 60 parole (€ 35 per gli abbonati) € 12 per l’evidenziatura in neretto (€ 10 per gli abbonati)

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Calcolare l’importo in base alla sezione interessata e al numero di uscite. Per la pubblicazione di annunci su almeno 4 numeri viene applicato uno sconto del 20%. Effettuare il versamento corrispondente al totale tramite:

Oltre al testo ed i recapiti è indispensabile indicare: • il/i numero/i cartaceo/i e/o la/le newsletter di pubblicazione (Luglio/agosto è un numero unico) • l’eventuale richiesta di evidenziatura in neretto • le proprie generalità e i propri recapiti • il codice fiscale (obbligatorio) e l’eventuale partita Iva • l’eventuale intestazione dell’abbonamento o del contratto di distribuzione, per fruire delle agevolazioni previste

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• Conto corrente postale n. 69343903 intestato a: Editrice Aam Terra Nuova, via Ponte di Mezzo 1, 50127 Firenze • bonifico presso Banca Etica, filiale di Firenze Iban: IT22 Q050 1802 8000 0000 0145 993 Si raccomanda di specificare nella causale «annunci mese di…» e di allegare alla richiesta di pubblicazione la ricevuta del versamento. Gli annunci privi di ricevuta non verranno pubblicati, eccetto per quanto previsto in «Condizioni riservate agli abbonati e ai distributori». Per ogni ulteriore richiesta di informazioni, telefonare in redazione dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13.30 al numero 055 3215729 int. 5 o inviare un’email all’indirizzo annunci@terranuova.it

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PAGINE VERDI

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OGNI MESE TUTTI I CONTATTI E GLI EVENTI DEL MONDO ECO-BIO-SOSTENIBILE

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LAVORO ALLA PARI – CERCO – OFFRO

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EVENTI

BACHECA

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Terra Nuova · settembre 2020

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Terra Nuova · settembre 2020

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ECOTURISMO

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VACANZE VERDI LIGURIA TRA MARE E MONTI. Bioagriturismo vegetariano immerso nel verde del Parco Naturale Fluviale di Montemarcello, Magra e Vara. A 30 minuti in auto dal Parco Marino delle 5 Terre, a 20 minuti in auto dalla stazione di La Spezia. Circondato dal territorio e dalle tradizioni della Lunigiana storica. Cucina tipica, bio, vegetariana con prodotti aziendali e del territorio. Camere e ristorante. Per informazioni: tel 339 4008587 erbapersa@alice.it www.erbapersa.it MASO MARGHERITA APARTMENTS YOGA OUTDOOR. Casa per vacanze nella natura della Val di Sole. Ideale per passeggiate in montagna, lezioni di Nordic Walking e ritiri di Yoga con professionisti qualificati. Per informazioni: tel 349 6204835 www.masomargherita.it

PARCO MONGIARDINO: un parco di 15 ettari dove poter immergersi nella natura e ritrovare equilibrio e pace. La natura ha il potere di curare ed equilibrare in modo spontaneo e armonioso. Cibi genuini e di produzione locale, spazi attrezzati, percorsi per tutti, corsi e seminari, eventi e feste, banchetti e matrimoni. Per informazioni: www.parcomongiardino.it LA CASA NEL BOSCO. Locazione mensile, stagionale, annuale di appartamenti vacanza in Valle d’Aosta, a Col de Joux - 1350 slm (8 km sopra Saint Vincent/Brusson e 15 km da Champoluc). In contesto panoramico immerso nel verde, dove respirare aria pura e passeggiare in libertà. Per informazioni: tel 347 5323600 studiogaida@libero.it - www.vacanzeinmontagna.com CASA VACANZA TIMO & ROSMARINO - ANFO (BS). A 200 mt dal lago d’Idro nelle prealpi Bresciane, con vista sulla fortezza della Rocca d’Anfo, offriamo un appartamento indipendente in complesso di 4 unità, adatto a famiglie o coppie - una camera famigliare con letto matrimoniale e due a castello, cucina, soggiorno, bagno con doccia, veranda, ingresso indipendente, giardino in comune. Soggiorni settimanali e week-end. Per informazioni: Francesca, tel 335 1755088 timo.rosmarino@gmail.com

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BACHECA SOPHIA WEB TV: LO SPIRITO LIBERO - NON UNA RELIGIONE. Potrete seguire trasmissioni sui veri valori dello Spirito libero, che portano all’unità fra l’uomo, gli animali e tutta la natura, oltre a temi di etica e spiritualità. Visibile anche da smartphone h24. Per informazioni: www.radio-santec.com/it/ PUOI AIUTARMI A SOSTENERE UN RIMBOSCHIMENTO DI UN TERRENO? Una oasi circondata da campi feriti. Per aumentare la biodiversità e dare rifugio ad animali selvatici. Solo 1,20 € per pianta. Grazie, con il cuore. Daniel. Per informazioni: tel 377 9811124

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THINK GREEN ECOFESTIVAL 2020: si terrà a Roma il 26 e 27 settembre all’Ex Cartiera Latina / Ente parco Appia Antica, con il patrocinio del Municipio VIII e come partner Terra Nuova edizioni, Natura sì, CESV Lazio. Il Festival nasce nel 2011 per promuovere la sostenibilità ambientale attraverso laboratori, dibattiti e l’ arte; la manifestazione,ad ingresso gratuito, dedicherà l’edizione 2020 ai bambini. Per informazioni: www.thinkgreenecofestival.it BIOBENESSERE - FIERA SU SALUTE, BENESSERE al naturale e Green Lifestyle è in programma a Pescara il 2, 3 e 4 ottobre. #SANIeSICURI è il protocollo di sicurezza applicato a tutela della salute di visitatori ed espositori. BioBenessere è l’evento perfetto per pianificare il proprio lifestyle in modo naturale e per rigenerare contatti, relazioni ed opportunità di business. Per informazioni: www.biobenessere.it SANA RESTART, DAL 9 ALL’11 OTTOBRE. Il mondo del biologico e del naturale riparte da BolognaFiere in sicurezza con SANA restart che si apre con Rivoluzione Bio, gli stati generali del Bio in cui i protagonisti del settore si confronteranno. SANA restart affianca all’esposizione su Food, Care & Beauty e Green Lifestyle iniziative dedicate a e-commerce, internazionalizzazione, blockchain, piante officinali e spezie, prodotti Free from e Tè. Per informazioni: www.sana.it #SANA20 #SANARESTART

VIVERE INSIEME CERCASI HO UN SOGNO NEL CASSETTO che mi piacerebbe coltivare con chi, come me, è amante del mare e della semplicità: creare una piccola comunità in quel di Levanto (Sp) e dintorni. Per contatti: susi56it@yahoo.it CERCO STRUTTURA CON CONCETTO DI COHOUSING in qualsiasi regione collinare o vicino al mare dove potermi trasferire definitivamente, dando anche la mia disponibilità a collaborare ad attività agricole o di supporto commerciale. Per contatti: Rita, tel 333 2758861

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Terra Nuova · settembre 2020

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Le aziende del naturale presentano i loro nuovi prodotti

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NegozioBio.info Dalla parte di chi dà spazio a prodotti biologici e naturali

Più empatia per chi produce cibo

Vigneti storici ed eroici

Aumentano gli affamati nel mondo e la malnutrizione non accenna a diminuire. È l’allarme lanciato dall’ultimo rapporto Onu dal titolo Stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo (Sofi) presentato lo scorso luglio. Secondo il documento, quasi 690 milioni di persone hanno sofferto la fame nel 2019, vale a dire 10 milioni in più rispetto al 2018 e poco meno di 60 milioni in più nell’arco di cinque anni. Ma la situazione potrebbe ancora peggiorare a seguito del Coronavirus. Entro la fine del 2020 il Covid-19 potrebbe gettare altri 132 milioni di persone in tutto il pianeta nella morsa della fame cronica a causa della recessione economica innescata dall’emergenza. In termini numerici è l’Asia la regione del mondo dove vive la maggior parte delle persone malnutrite (381 milioni), ma con un tasso dell’8,3%, inferiore rispetto alla media mondiale, che è dell’8,9%.

Lo Stato italiano riconosce formalmente per decreto il valore ai vigneti eroici, collocati in aree marginali e svantaggiate, e ai vigneti storici, antecedenti cioè al 1960. Secondo il recente decreto interministeriale n. 6899 del 30 giugno 2020 le regioni italiane potranno presentare domanda per il riconoscimento di tali presidi: i vigneti eroici devono possedere almeno un requisito tra pendenza del terreno superiore al 30%; altitudine media superiore a 500 metri sopra il livello del mare, esclusi quelli situati su un altopiano; sistemazione degli impianti su terrazze e gradoni; viticoltura delle piccole isole. Per quanto riguarda i vigneti storici, sono individuati o dall’utilizzo di forme di coltivazione tradizionali legate al luogo di produzione o per la presenza di «sistemazioni idrauliche-agrarie storiche o di particolare pregio paesaggistico». Il Ministero provvederà ad individuare specifiche risorse finanziarie per interventi di ripristino, recupero, manutenzione e salvaguardia di tali vigneti.

L’ECO-CIRCUITO DI

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A TU PER TU CON CHI DIFFONDE TERRA NUOVA!

Un negozio controcorrente

elle consegne che Bioetico effettua in Vallecamonica c’è il meglio dei prodotti bioecologici. Cassette di frutta e verdura, alimenti bio, cosmesi e detergenti, accessori di protezione per l’inquinamento elettromagnetico, libri, e non poteva mancare la rivista Terra Nuova. Bioetico rappresenta un altro modo di consumare e di vendere, che dall’esperienza delle fiere ha creato un punto ristoro biovegan in un parco con santuario del 1400 a Bienno (Bs). È un negozio che ha scelto tutto un altro modo di lavorare. «Già prima del Covid abbiamo abituato il cliente a prenotare via whatsapp e abbiamo intensificato le consegne, una scelta controcorrente che ci ha consentito di ridurre i costi e di lasciarci un po’ di tempo libero per vivere la nostra vita» testimonia la titolare Cinzia Massa. «Contro ogni legge di commercio in questo ultimo anno e mezzo apriamo al pubblico solo una volta alla settimana, organizziamo il lavoro su prenotazione, e direi che è meglio così per tutti».

n BIOETICO, via Nazionale 18, Piancogno (Bs), tel 333 7851838

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NaturaSì: a Roma contro lo spreco

e si entra nei NaturaSì non bisogna essere belli per forza. Il progetto #cosìpernatura, è frutto di una campagna nazionale contro lo spreco alimentare e offre la possibilità di acquistare a prezzi più bassi prodotti agricoli con le stesse caratteristiche nutrizionali degli altri anche se non omologati nell’aspetto. In natura, a guardar bene, non esistono due cose uguali: l’uniformità crea un danno all’agricoltura e una ferita alla natura, comporta una perdita economica. Si tratta di una delle principali azioni portate avanti dal NaturaSì di Via Trionfale, un negozio di medie dimensioni, che sorge nel quartiere della Giustiniana, all’incrocio tra via Cassia e via Trionfale, vicino alla Riserva Naturale dell’Insugherata e al Parco di Veio. I cittadini romani sembrano apprezzare le operazioni contro lo spreco, come l’informazione sui prodotti prossimi alla scadenza, messi in vendita a prezzi scontati. n NATURASÌ, Via Trionfale 13992, Roma

Natura Sì via Trionfale

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#NonUnLibroQualunque Una ﬁliera sostenibile della cultura passa dalle librerie indipendenti, presidi di bibliodiversità

La scommessa della libreria esoterica «Chi lavora con amore, in fondo non lavora un solo giorno della propria vita» dice Mariagrazia: ottant’anni e una gran passione per i libri.

L’ECO-CIRCUITO DI

n comodo salotto in mezzo ai libri dove sentirsi a casa, scambiare qualche parola con i propri simili, rifocillare l’anima e rilassarsi. È l’ambiente che ci regala questa libreria alle porte di Sondrio, specializzata in crescita personale, esoterismo, alimentazione e medicina naturale, che il prossimo 6 ottobre compie trent’anni. A ricordarci dell’anniversario è la proprietaria Mariagrazia Vanini, ottant’anni portati in modo splendido. Si ricorda bene di quel giorno in cui passeggiando nel centro storico si incuriosì di un piccolo locale in ristrutturazione, con scritto affittasi. Fu allora che ebbe l’idea fulminea, e un po’ pazza, di aprire una libreria. «È stato come un impulso naturale» racconta. «Ho sempre amato la lettura. Mia madre leggeva molto e mi parlava di metempsicosi, esoterismo, reincarnazione e, pur essendo cresciuta in una cultura cristiana, mi sono subito appassionata alle filosofie orientali».

Un faro che illumina la conoscenza profonda Aprire una libreria esoterica a Sondrio non deve essere stato facile. «Ancora oggi questo interesse per la conoscenza profonda non viene compreso» prosegue Mariagrazia. «Ma piano piano siamo riusciti a crearci una clientela allargando ad altri settori, senza mai tradire l’impostazione di base». Il negozio è rimasto per tre anni nel centro storico, poi è stato scelto un locale all’ingresso della città, più ampio e accessibile al pubblico. E la scelta alla fine ha ripagato. Oggi la libreria Il Faro illumina tutta la Valtellina con una selezione di testi fuori dall’ordinario in un luogo davvero accogliente che richiama alla pace e al raccoglimento interiore. C’è un salotto dove la gente si può sedere a leggere, e attorno ai libri si sono aggiunti incensi, cristalli, candele, lampade di sale e oggetti regalo.

Le buone letture fin da piccoli Il libro più venduto di sempre qui è l’Arte di ascoltare i battiti del cuore di Jan-Philipp Sendker. Ma oggi si vendono molto bene autori come Daniel Lumera, Franco Berrino e Mauro Scardovelli. E poi ci sono i testi di Thich Nhat Hahn che vanno a gonfie vele. Una sezione importante è quella dei libri per i bambini, anche qua con una selezione molto netta. «Quelli di Terra Nuova li ho sempre tenuti tutti, perché li reputo davvero educativi» dice Mariagrazia. «Mi piace che le mamme possano trovare dei li-

bri che accompagnano la crescita interiore». L’obiettivo di questo negozio, gestito con l’aiuto della figlia, rimane quello di invitare le persone ad allargare i loro orizzonti, nella convinzione che i libri possano davvero aiutare a migliorare se stessi. Al Faro si tengono seminari, giornate dedicate alla salute, serate e presentazioni di libri, anche se ai tempi del Covid è un po’ più difficile. Mariagrazia mantiene uno sguardo critico sul presente e ci tiene a dire la sua sul lockdown. «Ci hanno messo agli arresti domiciliari per due mesi e mezzo, anche se c’erano pochi casi. È stata dura, con l’affitto e le spese da pagare. E siccome ho ottant’anni e sono pensionata, non mi hanno dato nemmeno il sussidio dei 600 euro. Lo reputo un esperimento sociale pienamente riuscito, ci hanno rinchiuso come polli e ci hanno messo il bavaglio». Il negozio fa orario continuato, apre alle 9.30 di mattina per chiudere alle 19.00. Ma Mariagrazia si trattiene spesso anche oltre gli orari. «Mia figlia mi deve ricordare di chiudere tutte le sere. Questa è la mia vita, posso avere tutti i pensieri del mondo ma quando arrivo in libreria spariscono nel nulla. In fondo non è un vero e proprio lavoro. Chi lavora con amore non lavora un solo giorno della propria vita». n LIBRERIA IL FARO, Via Trieste 78, Sondrio, tel 0342 513930 -

www.libreriailfaro.com

Libreria Il Faro

Sei una libreria indipendente e vuoi raccontarci la tua storia? ENTRA NEL NOSTRO CIRCUITO! Scrivi a: nonunlibroqualunque@terranuova.it Terra Nuova · settembre 2020

ALESSANDRA DENARO

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GUIDA ALLA COLTIVAZIONE BIODINAMICA

ulla scia del grande successo delle edizioni degli scorsi anni, viene riproposto Pierre e Vincent Masson il Calendario dei lavori agricoli anche per il 2021. Un classico di Terra Nuova, sempre apprezzato da neofiti ed esperti. Questo calendario, infatti, può essere utilizzato con facilità da chiunque: per ogni giorno dell’anno sono riportate le fasi lunari, i pianeti attraversati, i nodi lunari, le eclissi e tutti gli altri fenomeni astronomici utiLunario e planetario secondo il metodo biodinamico li per la coltivazione. Uno strumento indispensabile per gli agricoltori professionisti 2021 e anche per chi coltiva per hobby, per chi segue l’agricoltura biodinamica e anche per chi semplicemente vuole riconnettersi alle pratiche agricole più antiche. L’autore, Pierre Masson, ha praticato per oltre vent’anni l’agricoltura biodinamica in Borgogna (Francia). Negli ultimi anni si sta soprattutto dedicando ad attività di consulenza e insegnamento. Le sue esperienze sul territorio e gli scambi con numerose realtà agricole europee, che visita da oltre trent’anni, gli hanno permesso di costruire una visione globale e concreta del metodo di coltivazione biodinamico.

Calendario dei lavori agricoli

n Calendario lavori agricoli 2021

A CURA DI

di Pierre Masson Terra Nuova Edizioni - cod. EA406 pp. 32 - € 10,00

L’AGOPUNTURA APPLICATA ALLE PIANTE

L’

agopuntura è la branca più nota della Medicina Tradizionale Cinese ed è praticata in tutto il mondo sull’uomo. Ancora poco conosciuto è invece il suo impiego nella cura delle piante, di cui l’autore, Éric Petiot, si occupa dal 2002. Agopuntura vegetale è la prima pubblicazione in lingua italiana che affronta l’argomento, un’opera unica che offre un punto di vista innovativo e insieme le indicazioni pratiche per ridurre l’impiego dei pesticidi in agricoltura. La medicina cinese si riÉRIC PETIO OT vela dunque un’alleata per sviluppare una nuova agricoltura rispettosa di tutti gli esseri viventi e sostenibile. Nel manuale vengono spiegati i modi in cui è possibile individuare i meridiani (i canali in cui scorre la forza vitale) e i punti energetici basilari dell’agopuntura vegetale e vengono indicati i trattamenti da fare, sia a livello preventivo che curativo, per rafforzare le difese naturali delle piante. Con un focus su posizionamento degli aghi, tecniche, materiale più adatto e molto altro ancora, l’autore prova a risponde alle principali domande e ai dubbi che possono sorgere in chi si cimenta per la prima volta in questa pratica.

AGOPUNTURA A GOPUN NTUR TUR RA VEGETALE A

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FRANCO CRACOL LICI

n Agopuntura vegetale

di Éric Petiot Terra Nuova Edizioni - cod. EA394 pp. 144 - € 19,90

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Il nuovo libro del reiki ´ € 19,90 Tanmaya Honervogt Red! Edizioni

Il reiki è una tecnica che consiste nel trasferire, mediante l’imposizione delle mani, energia risanatrice da un donatore a un ricevente. Questo libro è un corso introduttivo che insegna come indirizzare il benefico flusso dell’energia vitale verso chi ne ha bisogno. Per sviluppare e utilizzare nel modo migliore il potere di autoguarigione che ciascuno di noi, secondo l’autore, possiede.

I disturbi psicosomatici ´ € 14,50 Brian Roet - Red! Edizioni

Se è possibile «desiderare» inconsciamente una malattia per rifugiarsi in essa ed evitare di affrontare i propri problemi esistenziali, è altrettanto possibile sconfiggerla: guardando più a fondo dentro se stessi e modificando alcune abitudini per uscire dalla dolorosa gabbia interiore che nel tempo ci si è costruiti. Come vincere mal di testa, eczemi, ansia, obesità, problemi intestinali e altri disturbi mediante l’analisi dei propri disagi.

In forma con una sedia ´ € 16,00 Bernadette de Gasquet Red! Edizioni

Non è più necessario spendere soldi per andare in palestra: è sufficiente una sedia e lo spazio della propria camera o del salotto! L’autrice propone semplici esercizi di yoga e pilates da eseguire con l’aiuto di una sedia, da modulare secondo l’età e la propria condizione fisica. Movimenti ideali per tonificare tutte le parti del corpo, addominali, gambe, glutei, spalle, schiena, ma anche per migliorare la funzione respiratoria, digestiva, circolatoria.

Campati per aria € 18,00 Mauro Van Aken - Elèuthera

La crisi climatica si presenta come una questione culturale intensa e minacciosa. Culturali sono infatti le conseguenze dei mutamenti atmosferici, così come la nozione occidentale di natura come distante e fuori dalla società oggi in crisi, e gli ostacoli al cambiamento epocale cui dovremmo tendere. Mauro Van Aken riflette sul bisogno di riscoprire relazioni ambientali generative e creative che ci consentano di risignificare il «clima» in cui siamo immersi.

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vi deo Femita. Femmine rock dello stivale Laura Pescatori € 15,00 Edizioni Underground?

In che modo viene discriminata artisticamente la donna oggi? Perché nei cartelloni di eventi musicali c’è una preponderanza di presenza maschile? Attraverso la voce di straordinarie artiste del panorama musicale italiano l’autrice ricostruisce la loro carriera, cercando di capire se c’è sessismo nella musica e in che modo è possibile scardinarlo. I libri di Terra Nuova Edizioni possono essere acquistati in libreria, nei punti vendita del circuito nazionale negoziobio.info, oppure utilizzando il coupon a pag. 115 e nella nostra eco-libreria online www.terranuovalibri.it, dove troverete anche i titoli di altri editori, contrassegnati qui da una stella´. Tutti gli altri volumi possono essere acquistati in libreria o direttamente presso le case editrici indicate.

TEATRO Quattro storie del popolo

ossedere una casa di proprietà o sostenere le spese per un affitto sono un lusso che Fabio, a causa delle precarie condizioni economiche e lavorative in cui versa, non può permettersi. E così, all’insaputa della compagna Patrizia, trascina il suo amico e cognato Stefano nel disperato tentativo di occupare abusivamente una casa popolare, ormai disabitata. A far loro da «guida» in questa avventura tanto illegale quanto inevitabile è Mario, il misterioso dirimpettaio amante della musica classica e della raccolta differenziata… Cose popolari, scritto «a sei mani» da Nicola Pistoia (anche regista), Francesco Stella e Ariele Vincenti - in scena insieme a Giordana Morandini sfrutta il tema degli illeciti e degli abusi che circondano il mondo degli alloggi popolari, tanto trattato nella cronaca degli ultimi tempi, come pretesto per raccontare quattro storie del popolo, quattro vite concrete che il destino ha deciso di intrecciare sul pianerottolo di un condominio. Cose popolari, appunto, ispirate a una vicenda vera, o forse a migliaia di vicende vere.

La terapia Gerson nell’esperienza di chi l’ha provata

razie ai successi che si possono ottenere dalla sua applicazione, la terapia Gerson, basata principalmente su una dieta di succhi di verdure, ricette vegetariane e rimedi fitoterapici, è oggi conosciuta e applicata da medici e terapeuti, ospedali e cliniche in ogni parte del mondo. Il film documentario Se solo avessimo saputo… I grandi risultati del metodo Gerson, di Steve Kroschel, venduto insieme al libro Guarire con il metodo Gerson, illustra le fondamenta della terapia e i risultati che è possibile ottenere grazie ad essa nell’ambito delle cure alternative del cancro. Nel film vengono intervistati medici e pazienti sia favorevoli che contrari e vengono riportate le testimonianze raccolte nei vari centri e ospedali Gerson nel mondo. Oltre a un ricco approfondimento sul metodo, il documentario rappresenta una testimonianza importante sullo stato attuale della scienza medica: da esso emergono infatti gli interessi dell’industria farmaceutica, i concatenamenti della scienza ufficiale, le ottusità degli scienziati schierati e le accuse ai medici non convenzionali.

n Guarire con il metodo Gerson di Steve Kroschel genere: documentario

n Cose popolari

regia di Nicola Pistoia durata 100 minuti in scena da settembre - varie date per info: www.teatro.it Terra Nuova · settembre 2020

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Spunti di vista di Alberto Bencistà

L’alibi dell’emergenza plastifica la mensa

o scenario della mensa scolastica che si prefigura a settembre è quello del cosiddetto lunchbox, ovvero pasti in monoporzioni di plastica sigillate e menu semplificati stile fast food. Tradotto: cibo preparato a livello industriale in cucine centralizzate, tenuto al caldo a scuocere per ore (da 4 a 8) e infine veicolato a tutte le scuole, anche a quelle già dotate di cucine interne, che non verrebbero più utilizzate. Come dice il Piano Scuola, la semplificazione dei menu si tradurrà in: pasta in bianco o al pomodoro, bastoncini, prosciutto e pizza. Il medico epidemiologo Franco Berrino ha subito sostenuto che non c’è nessuna ragione scientifica che giustifichi le monoporzioni, che rischiano di essere dannose per la salute dei bambini perché i menu semplificati sono sbilanciati e distanti dalla dieta mediterranea in termini di varietà e di qualità nutrizionale. Il Piano Scuola per le mense, inoltre, si pone in netta antitesi con i nuovi Criteri ambientali minimi (Cam) per la ristorazione pubblica, comprese le mense scolastiche, varati lo scorso marzo dal Ministero dell’Ambiente, che prevedono fra le altre cose: • una maggiore quota di alimenti biologici (dal 40 al 50%); • una maggiore presenza di alimenti a filiera corta; • una netta riduzione di sprechi e scarti e dell’utilizzo di prodotti usa e getta. Le monoporzioni andrebbero dunque in deroga ai nuovi Cam appena resi legge! Ma al danno si aggiunge la beffa, perché: • aumenterà la percentuale di cibo rifiutato in quanto scotto e meno gustoso (già oggi arriva al 30%); • secondo gli stessi operatori questo sistema è più oneroso perché aggiungerà nuovi costi, come l’acquisto di stoviglie usa e getta e di termosigillatrici, a cui si aggiungono i maggiori oneri di pulizia; • in un anno scolastico ogni bambino produrrà (senza averne colpa) 11 kg di rifiuti di plastica. Il fronte degli oppositori, guidati dal movimento Foodinsider, sono partiti da una semplice domanda: esiste un’alternativa? La risposta è positiva: «Nel pieno rispetto delle misure igieniche è possibile somministrare il pa-

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sto in classe senza ricorrere alla monoporzioni, senza derogare ai Cam, dotandosi di carrelli termici» assicurano Foodinsider con Food Watcher e MenoPerPiù. «Il personale addetto allo scodellamento, opportunamente formato e dotato di guanti e mascherine, servirà il pasto ai bambini in classe e in sicurezza senza ricorrere alle monoporzioni». Per questa soluzione si stanno organizzando già i Comuni più sensibili alla salute e all’educazione ambientale delle giovani generazioni. Per sostenerla a livello nazionale, è stata lanciata da Foodinsider, insieme ad altre associazioni, una petizione indirizzata alla ministra Azzolina: «La mensa scolastica non deve diventare un fast food: blocchiamo le monoporzioni in plastica e proteggiamo il pasto dei bambini a scuola». Foodinsider merita tutta l’attenzione e il sostegno necessari a promuovere una campagna così importante, per la competenza e la credibilità acquisita come osservatorio non istituzionale che si occupa di mense scolastiche in costante dialogo con le famiglie, la scuola, l’economia e le istituzioni per promuovere la cultura di un’alimentazione buona e sana nel rispetto dell’ambiente. La petizione si può firmare su www.foodinsider.it. Alberto Bencistà è presidente dell’Associazione Firenze Bio e rappresentante della Toscana di Federbio.

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30° anniversario

Rose d’ Or Elicriso + Rosa Mosqueta L’unione che fa la forza!

Olio Vergine g Biologico g w w w . m o s q u e t a s . c o m

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