OTTOBRE 2016 www.terrenostre.info E.mail: bruk22@alice.it
Editoriale
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di SILVIA MARINI
TRUMPUSCONI Basterà Roberto De Niro che vuole prenderlo a pugni per scongiurare il pericolo? Riuscirà a non fare diventare un rozzo, vanitoso, furbo businessman, politico amatoriale e donnaiolo professionista dal difficile rapporto con ego e capelli il Presidente della più grande democrazia del mondo? In fondo noi dovremmo avere esperienza pluriennale in miliardari di successo, portatori di una lingua estranea alla politica, rottamatori dei vecchi cerimoniali, paladini della classe media capaci di presentarsi come outsider trionfanti. La strategia antisistema è forte, fare appello alle paure, usare le parole giuste, anche se offensive piene di retorica fa parte di un copione studiato per colpire e affondare, convincere ed affabulare. Se non fosse che questa volta la posta in gioco non è esattamente la vittoria in un reality show. O forse in fondo sì?
La rivista non riceve alcun finanziamento pubblico “IL FUTURO NON È PIÙ QUELLO DI UNA VOLTA”
Questa frase sempre di moda la si trova dappertutto, tra i graffiti che decorano i muri delle città, nei titoli di mostre d’arte, nei siti web, nei convegni ed eventi di ogni genere. Viene citata nei discorsi degli uomini politici e compare in alcune canzoni. Spicca sulla copertina di romanzi e trattati di scienze sociali. È un verso di una cupa lirica del poeta americano Mark Strand. È interpretata in senso ora progressista e rivoluzionario, ora conservatore. In realtà, la paternità della constatazione che “il futuro non è più quello di una volta” spetta al poeta e filosofo francese Paul Valéry. Ma cosa significa esattamente questa frase? Se il futuro non è più quello di una volta il presente lo è? Se invenzioni come la radio, la tv, il sommergibile o l’aereo, internet, lo smartphone e altro fanno parte di un progresso tecnologico che ha trasformato il mondo è plausibile che presto la scienza produca come per magia macchine che obbediscano alla voce e allo sguardo; e che tramonteranno concetti radicati nella nostra civiltà come l'antitesi fra spiritualità e materialismo. Quindi, se cambia il presente cambia anche il futuro. Riuscirà il genere umano ad adattarsi ad un futuro che non sarà mai più quello di una volta? Soprattutto a Bastia questo concetto desterà qualche pensiero a tutti coloro che detengono i poteri forti della città senza necessariamente attendere, piangere o disperdere sul proprio status quo? Mai come in questo momento c’è bisogno di nuovi SOGNATORI.
PERIODICO DELL’ASSOCIAZIONE CULT. LIBERA VOX FONDATO NEL 1998 da Francesco Brufani Carlo Rosignoli Marco Fabrizi REG. TRIB. PERUGIA N. 29 DEL 14/05/1999 Direttore Responsabile FRANCESCO BRUFANI Mail: bruk22@alice.it SEDE E REDAZIONE: P. Mazzini, 49/b - Bastia U. Tel. e Fax 075.8010539 335.7362185
HANNO COLLABORATO IN QUESTO NUMERO: Studio legale Avv. Andrea Ponti & Chiara Pettirossi - Sonia Baldassarri - Monia Betti - Marco Brufani - Roberta Brunelli - Giorgio Buini - Gianfranco Burchielli - Lamberto Caponi - Lorenzo Capezzali - Rino Casula - Mario Cicogna - Vittorio Cimino - Giorgio Croce - Pio De Giuli - Antonio Del Moro - Giuseppina Fiorucci - Michela Freddio - Giacomo Giulietti - Silvia Marini - Paola Mela - Mohammad Pesaran - Giorgio Polticchia - Michela Proietti - Silvia Rosatelli - Carlo Rosignoli - Anna Rita Rustici - Sara Stangoni VIGNETTE: Marco Bargagna, Giorgio Croce, Fabio Rossi, Giacomo Sargenti IMMAGINE DI COPERTINA David Ferracci STAMPA Litoprint PUBBLICITÀ Sede 075.8010539 Francesco Brufani 335.7362185 Marco Fabrizi 335.8243510
numero 7 - OTTOBRE 2016
Assisi 30 thirst for peace
“SETE DI PACE” E LA CITTÀ DI ASSISI MONDIALE CON PAPA FRANCESCO
Dal 18 al 20 settembre si sono svolte le giornate mondiali di preghiera per la pace. Chiese cristiane e storia, cultura e preghiera assumono un significato pregnante. Prestigiosa ma non casuale presenza di ROSITA BRUFANI
Foto pag. 4 e 5 di FAP foto
Mons. Sorrentino: “Occorre andare avanti più speditamente nella direzione del dialogo”
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rent’anni fa ad Assisi l’incontro voluto da Giovanni Paolo II che invitò i rappresentanti di tutte le religioni a vivere una giornata di preghiera e digiuno per la pace fu un evento inaudito, una novità assoluta nelle relazioni tra i credenti di tutto il mondo. In quella giornata ci fu anche un’attenzione particolare affinché i cristiani delle diverse confessioni si presentassero uniti. E infatti pregarono insieme, nello stesso luogo. Passi avanti per il dialogo tra le religioni e l’impegno comune per la pace nel mondo ne sono stati fatti e anche significativi come l’incontro di Assisi, “Sete di Pace” del 18-20 settembre a cui ha partecipato anche Papa Francesco, “ma occorre fare molto di più e anda-
re più speditamente avanti. C’è troppa lentezza ancora in tutta la comunità cristiana rispetto all’urgenza di camminare in avanti in questa direzione". Lo ha affermato monsignor Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi all’indomani della conclusione dell’evento - promosso dalla Diocesi di Assisi, dalle Famiglie Francescane e dalla Comunità di Sant’Egidio, in collaborazione con altri movimenti e aggregazioni ecclesiali, con la Conferenza Episcopale Umbra, la Regione Umbria e il Comune di Assisi - che ha richiamato nei nostri territori centinaia tra capi delle religioni e personalità della cultura, 6 Nobel per la pace, 29 panel. Alla cerimonia inaugurale ha partecipato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, mentre nell’ultima giornata
è intervenuto il Santo Padre. Nel suo discorso nella giornata conclusiva il Pontefice ha affermato che “non si è pregato gli uni contro gli altri, come talvolta è purtroppo accaduto nella storia. Senza sincretismi e senza relativismi, abbiamo invece pregato gli uni accanto agli altri, gli uni per gli altri. San Giovanni Paolo II in questo stesso luogo disse: «Forse mai come ora nella storia dell’umanità è divenuto a tutti evidente il legame intrinseco tra un atteggiamento autenticamente religioso e il grande bene della pace» (Id., Discorso, Piazza inferiore della Basilica di San Francesco, 27 ottobre 1986: l.c., 1268). Continuando il cammino iniziato trent’anni fa ad Assisi, dove è viva la memoria di quell’uomo di Dio e di pace che fu San Francesco, «ancora una volta noi, insieme qui riuniti, affermiamo che chi utilizza la religione per fomentare la violenza ne contraddice l’ispirazione più autentica e profonda» (Id., Discorso ai Rappresentanti delle Religioni, Assisi, 24 gennaio 2002: Insegnamenti XXV,1 [2002], 104), che ogni forma di violenza non rappresenta «la vera natura della religione. È invece il suo travisamento e contribuisce alla sua distruzione» (Benedetto
XVI, Intervento alla Giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo, Assisi, 27 ottobre 2011: Insegnamenti VII, 2 [2011], 512). Non ci stanchiamo di ripetere che mai il nome di Dio può giustificare la violenza. Solo la pace è santa. Solo la pace è santa, non la guerra! (Papa Francesco). “Per tanto tempo “lo spirito di Assisi” si è aggirato nelle comunità cristiane e tra molti responsabili della fede cattolica come uno spauracchio – dice ancora monsignor Sorrentino . Si temeva che fosse un avallare il sincretismo, confondendo le diversità tra religioni. Si temeva per l’identità. Poi il cammino della storia ha invece confermato la necessità di accelerare il dialogo tra i credenti di ogni religione. Si è capito che il Dio resta unico sebbene venga chiamato con nomi diversi e si percorrano vie dif-
ferenti per pregarlo e incontrarlo. Ma proprio questa capacità di incontro ha cimentato la resistenza dei credenti di fronte alla sfida del terrorismo, il pericolo maggiore sulla scena internazionale che si intreccia con conflitti lunghi, sanguinosi e ricorrenti. Ad Assisi Papa Francesco ha ribadito chiaramente che non esiste un Dio della guerra pertanto i capi religiosi debbono diventare sempre di più “ponti di dialogo e mediatori creativi di pace”. Anche rispetto ai leader politici i capi religiosi non debbono stancarsi nello stimolarli a promuovere vie di pace “guardando al di là degli interessi di parte del momento”. Lo Spirito di Assisi non si ferma, ma va alimentato. Per questo la diocesi celebrerà l’effettivo anniversario che cade il 27 ottobre con due momenti, uno di approfondimento sul dialogo interreligioso e uno di preghiera per la pace.
numero 7 - OTTOBRE 2016
“Lo Spirito di Assisi”
AGLI ONORI DELLA CRONACA E SERGIO MATTARELLA
religioni diverse hanno celebrato la storica ricorrenza in cui attualità, del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e di Papa Francesco
ATTUALITÀ
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PRIMO PIANO - Intervista all’ingegnere Simone Pellegrini
Viabilità strategiche: LA FOLIGNO - CIVITANOVA MARCHE Bastiolo d’adozione, l’ingegnere Simone Pellegrini ha visto “nascere” la nuova viabilità che dal 28 luglio scorso unisce Foligno a Civitanova Marche: 35 chilometri di strada ad alte prestazioni tecnologiche e ridotto impatto ambientale, che avvicinano il mare all’Umbria di Sara Stangoni
A
rrivare al mare non è stato mai così rapido. È quello che hanno notato tutti coloro che da agosto si sono spostati in auto verso Civitanova Marche. Merito della distanza accorciata è della nuova SS 77 Val di Chienti, del progetto Quadrilatero Marche-Umbria, inaugurata il 28 luglio dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Per saperne di più abbiamo intervistato l’ingegnere Simone Pellegrini, bastiolo d’adozione, che lavora con l’azienda che ha diretto i lavori, la RPA Srl. Qual è stato il tuo ruolo, Simone? - Responsabile dell'ufficio tecnico direzione lavori e assistente al direttore lavori. Quanto sono durati i lavori? - Sono iniziati a novembre 2009 e terminati il 28 luglio 2016, giorno dell'inaugurazione. Diamo qualche numero per descrivere la grandezza dei lavori. – Il tratto interessato dai nostri lavori è di 35 km, di cui 17 in Umbria e 18 nelle Marche, con ben 17 km previsti in galleria. Questo, ovviamente, ha comportato grandi movimentazioni: 10 milioni i metri cubi con smarino proveniente dagli scavi delle gallerie e 3 milioni i metri cubi di calcestruzzo impiegati. Il costo totale? - Tutto l'intervento circa 1 miliardo di euro.
ATTUALITÀ
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In quanti ci hanno lavorato? – In alcuni periodi fino a 1500 operai contemporaneamente. Cosa hai provato al taglio del nastro? – Questo progetto é diventato per me un altro figlio, perché già nel 2003, appena laureato, mi occupai del progetto preliminare. Vederlo ultimato è stata davvero una grande soddisfazione; per un’opera di questa entità 13 anni non sono un tempo così lungo, anzi! Il giorno dell’inaugurazione ho provato un’emozione incredibile, non solo per la presenza di personalità importanti come il presidente del Consiglio Matteo Renzi, ma soprattutto quando ho visto le prime auto percorrere la strada. Mi sono realmente commosso. Quali tecnologie avete adottato? – Nelle gallerie è stato apposto un pavimento in calcestruzzo, che rende migliore la sicurezza. Se ad esempio scoppiasse un incendio, il fuoco rimarrebbe confinato in quel punto, non bruciando l'asfalto e quindi non provocando fumi, la cau-
sa principale di mortalità nelle gallerie. È una nuova tecnologia per l'Italia, mentre all'estero é più diffuso, ad esempio in Germania e Austria. La pavimentazione, inoltre, risulta più chiara: ciò provoca minore necessità di illuminazione, garantendo un risparmio energetico. La strada percorre un tratto sensibile, come siete intervenuti per tutelare l’impatto con il paesaggio? – È stato un aspetto che ho studiato molto, già nel progetto preliminare, perché la viabilità ricade nel Parco di Colfiorito. Abbiamo avuto molti confronti con gli Enti preposti e credo che il risultato sia davvero ottimale. Cito ad esempio le dune in terra ai margini della strada ed i pannelli in rame di rivestimento dei viadotti. Quali sono gli Enti coinvolti nel progetto? – Le regioni Umbria e Marche, la Soprintendenza Belle Arti e Paesag-
gio, le province di Perugia e Macerata, i comuni di Foligno, Serravalle e Muccia. C’è qualche storia particolare da raccontare? - Durante gli scavi sono stati fatti molti ritrovamenti archeologici, dalla civiltà neolitica a quella romana, da poco presentati alla Camera in occasione della firma del protocollo di intesa sulla valorizzazione archeologica siglato tra Anas, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Quali sono i ritrovamenti più importanti? - La tomba di quella che oggi tutti chiamano “la fanciulla di Plestia”, dal nome dell'antica città romana, rinvenuta nella zona di Colfiorito in un’area a destinazione funeraria. Altro ritrovamento è
stata una grande villa romana di 400 mq, abitata dal II secolo a.C. al VI secolo d.C. Hanno inciso sui lavori? - La Soprintendenza ha condotto una campagna di scavo per studiarne i dettagli. Per preservare la villa abbiamo dovuto cambiare il progetto, realizzando un viadotto di 60 metri che lasciasse l'ingombro libero. Purtroppo questo ritrovamento ha allungato i tempi di lavoro di circa 15 mesi, ma ne è valsa la pena. I giorni scorsi c’è stata l’inaugurazione di un cippo importante. – È stato apposto sullo svincolo di Colfiorito per rendere particolare omaggio all’impegno e al sacrifico degli operai purtroppo deceduti in cantiere. Oggi sei specializzato in in-
frastrutture. Quali lavori stai seguendo? – In particolare la "Galleria Pavoncelli Bis", una galleria alternativa all'esistente Galleria Pavoncelli realizzata agli inizi del 1900, oggi l'unica via d'acqua che alimenta tutto il fabbisogno idrico della Puglia, circa due milioni di abitanti. È un intervento emergenziale necessario, in quanto l'attuale Galleria fu danneggiata dal sisma dell'Irpinia ed ha continuato a subire cedimenti che rischiano di provocare crolli. Conciliare lavoro e famiglia, quanto è difficile oggi? – Come molti svolgo un lavoro impegnativo in termini di ore giornaliere e per conciliarlo con l'essere papà mi piace portare nei mesi estivi i miei figli in cantiere, così possono vedere quello che faccio.
SALUTE
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Intervista al Direttore della
PERUGIA UN’ La vista è un bene prezioso, un di ALESSANDRO CIANETTI
O
ltre l’ottanta per cento delle informazioni che l’ambiente circostante invia al cervello, passa attraverso i nostri occhi. E questo avviene a tutte le età e anche se non dovessimo avvertire alcun sintomo di malessere alla nostra “vista”, è buona norma farsi periodicamente vedere all’oculista. Si sappia che alcune malattie oculari possono passare inosservate e se non si corre ai ripari in tempo utile si rischiano danni irreparabili. Per avere indicazioni e consigli su alcuni aspetti che riguardano la prevenzione delle malattie oculari e le terapie mediche mi sono rivolto al Prof. Carlo Cagini, direttore della clinica oculistica dell’Università di Perugia. Il Prof. Cagini è Direttore della Clinica Oculistica dell’Università degli Studi di Perugia – Azienda Ospedaliera di Perugia. Al suo attivo ha oltre
170 pubblicazioni, quattro premi scientifici nazionali ed uno internazionale, oltre 12.000 interventi chirurgici. La sua attività chirurgica e di ricerca scientifica è rivolta soprattutto alle strutture del segmento anteriore dell’occhio: è particolarmente esperto nella diagnosi e nel trattamento delle malattie della cornea (crosslinking corneale, anelli intra stromali, trapianti di cornea lamellari ed a tutto spessore), e nella chirurgia della cataratta e del glaucoma. Quali consigli ritiene utile dare ai lettori, sulla prevenzione delle malattie oculari, in generale? - Il consiglio più semplice, ma anche più giusto, è quello di eseguire regolarmente visite oculistiche. Il fatto che una persona veda bene o sembri vedere bene (pensiamo ai bambini) non è sufficiente ad escludere una malattia oculare. E questo vale per tutte le fasce di età. Tutti i bambini devono essere immediatamente visitati al primo dubbio: non è vero che si deve aspettare che il bambino cresca ed abbia qualche mese di vita per poter essere visitato. Se i genitori hanno un dubbio, e la mamma è
spesso la prima ad accorgersi del problema, il bambino deve essere visitato perché potrebbe avere anche un serio problema: cataratta congenita, importanti difetti di vista, malformazioni oculari ed altro ancora. Cosa deve mettere in allarme i genitori: difficoltà visive, sospetto strabismo, incapacità di seguire gli oggetti, riflesso pupillare anomalo, e poi devono essere regolarmente controllati, anche in assenza di apparenti difficoltà visive. La diagnosi precoce di una patologia oculare è molto importante: da qualche anno la Regione Umbria ha finanziato un progetto che è coordinato dalla Clinica oculistica di Perugia che si chiama Red Reflex. Esso ha lo scopo di sottoporre entro i primi 3 giorni di vita tutti i nati di tutti gli ospedali dell’Umbria ad un semplice test (Red Reflex) che consiste nell’illuminare con uno strumento apposito gli occhi del bambino. Questo test, molto semplice e della durata di pochi minuti, ha lo scopo di individuare precocemente nel bambino eventuali gravi patologie. Questo importante screening ha dato risultati positivi perché ogni anno qualche neonato viene precocemente curato dopo la individuazione di una patologia oculare grazie a questo test. Il primo controllo va comunque eseguito entro i 3 anni e mezzo, massimo 4. In questa età la visita è molto importante perché permette di escludere eventuali malformazioni congenite, ambliopia (occhio pigro), piccoli strabismi o piccoli difetti refrattivi poco sintomatici. Questi problemi se valutati in tempo possono essere affrontati e spesso risolti in modo completo, mentre un trattamento tardivo può risultare non efficace. In assenza di problemi la visita può essere ripetuta ogni 2 o 3 anni. Dopo l’adolescenza le visite possono essere eseguite ogni 5 anni circa, ma
dopo i 40 - 45 anni è molto importante essere sottoposti a valutazioni periodiche, sempre più frequenti con l’avanzare della età. Un fattore da considerare è la eventuale presenza in famiglia di persone affette da malattie oculari che può predisporre il paziente alla stessa patologia. È importante ricordare che molte gravi malattie oculari non sono sintomatiche, o lo sono molto poco, quindi la prevenzione è essenziale. Un rilevante numero di traumi colpiscono gli occhi di ragazzi sotto i sedici anni che praticano sport rischiosi come: calcio e calcetto, tennis, pallavolo, basket ecc. Che cosa consiglia prima e durante tali pratiche sportive? - Questo è un importante problema: è necessario che queste pratiche sportive siano eseguite nel rispetto della massima prudenza. Per esempio deve essere valutata con l’oculista la opportunità di indossare o meno gli occhiali in rapporto al tipo ed all’entità del difetto refrattivo. Un trauma del viso mentre si indossano gli occhiali può avere conseguenze importanti. Da valutare con attenzione l’uso delle lenti a contatto nella pratica sportiva. Le lenti a contatto sono un presidio molto utile ed efficace. I pazienti, soprattutto i giovani, vanno però ben informati sulla necessità di utilizzare le lenti in modo corretto, rispettando in modo attentissimo le comuni norme igieniche. Altrimenti l’uso delle lenti a contato può diventare molto pericoloso. Un altro settore dove è importante fare prevenzione è il mondo del lavoro, dove semplici accorgimenti come l’uso di occhiali protettivi adeguati può evitare gravi traumi agli occhi. Che cosa fare perché il sole non diventi un pericolo per la vista? Non ritiene che sia buona norma farsi dire dall’oculista lo stato dei propri occhi, prima di sottoporli alla cocente luce solare? - È senza dubbio molto utile fare dei periodici controlli dell’apparato visivo, per molte ragioni, e ci tengo a ri-
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SALUTE
Clinica Oculistica di Perugia Carlo Cagini
’ECCELLENZA ’ EUROPEA patrimonio inestimabile e va pertanto “tenuta d’occhio” cordare che non è sufficiente “sapere di vedere bene” per escludere una malattia oculare. L’esposizione alla luce solare deve essere accompagnata da una serie di misure protettive atte a ridurre la quantità di radiazioni che raggiungono la retina. Se la pelle può avere gravi danni in seguito alla esposizione alla luce intensa e continua, così la esposizione alla luce solare può indurre o accelerare l’insorgenza di malattie degenerative della retina, la più importante delle quali è la degenerazione maculare senile. Questa malattia spesso diventa evidente dopo i 65 / 70 anni, ma le prime manifestazioni sono presenti spesso molti anni prima. Quindi è importante che tutti, bambini compresi, si proteggano con lenti filtranti di buona qualità durante le ore di più intensa irradiazione solare. Inoltre chi ha una malattia degenerativa della retina deve aumentare la protezione portando il cappello ed evitando di esporsi nelle ore con maggiore intensità dei raggi solari. Sempre stando nei limiti della specificità. Oggi si fa largo uso delle lenti a contatto. Cosa consiglia perché l’uso sia corretto? Le lenti a contatto sono un presidio utile ed efficace. Però un loro uso non responsabile è potenzialmente molto pericoloso. Una lente a contatto può infatti provocare una serie di problemi che vanno da una lieve irritazione alla congiuntiva, congiuntivite cronica, abrasione corneale, cheratite, fino a gravi infezioni corneali che possono richiedere il ricovero ed in alcuni casi il trapianto di cornea. Si deve considerare che la lente assorbe tutto quello con cui viene a contato per cui nella loro manipolazione è necessaria la massima attenzione ed igiene. Si devono rispettare scrupolosamente le indicazioni di cambiarle periodicamente, sostituire frequentemente i contenitori e non indossare mai le lenti in presenza di problemi oculari, bruciori, occhio rosso o altro. Si deve sapere che è molto pericoloso dormire con le lenti a contatto e che è buona regola non indossarle per un numero eccessivo di ore e di toglierle un’ora prima di andare a dormire. Inoltre sono da preferire quando possibile le lenti a contatto giornaliere perché sono senza dubbio più pulite rispetto alle altre. Sono numerosissime le malattie che affliggono l’occhio. Le più gravi sono: Cataratta, Glaucoma, Degenerazione maculare senile, Retinopatia diabetica, Patologie vitreali, Cheratocono. Quali risposte diagnostiche e terapeutiche può dare la clinica da Lei diretta? - Le malattie da lei indicate sono fra le più diffuse e conosciute, e per queste ci la Clinica Oculistica di Perugia è in grado di offrire un servizio di alto livello. Infatti sono
da tempo attivi al suo interno percorsi dedicato ad alcune patologie oculari (cataratta, degenerazione maculare senile, retina chirurgica, oftalmologia pediatrica, trombosi retinica) e centri specializzati (cornea, refrattiva, glaucoma, oftalmoplastica, uveiti, ipovisione) che offrono un percorso personalizzato al paziente. Questa organizzazione è a mio avviso molto importante perché in grado di offrire al paziente la migliore risposta possibile ad un suo specifico problema. Ricordo il centro cornea dove oltre alla diagnostica vengono eseguiti trattamenti di tutte le malattie della cornea: cross-linking, anelli intra stromali, trapianti lamellari ed a tutto spessore. Inoltre il centro di chirurgia refrattiva ed il centro glaucoma; il centro oftalmoplastica dedicato alla terapia delle patologie delle palpebre e delle vie lacrimali, particolarmente esperto negli interventi di dacriocistorinostomia. Centro uveiti: dedicato alla diagnosi e terapia di malattie infiammatorie gravi e spesso di difficile inquadramento. Centro ipovisione: è un servizio importantissimo perché grazie ad esso pazienti ipovedenti possono sfruttare al massimo il loro residuo visivo e migliorare notevolmente la loro qualità di vita. Infine abbiamo dei servizi come quello dedicato alla trombosi venosa della retina: a questi pazienti offriamo un percorso diagnostico e terapeutico personalizzato effettuato in collaborazione con gli altri specialisti della struttura ospedaliera. Negli ultimi anni abbiamo visto aumentare notevolmente il nostro impegno per l’elevato numero di pazienti affetti da degenerazione maculare senile, malattia che richiede un trattamento tempestivo e spesso ripetuto più volte nell’arco di alcuni mesi. Per ottimizzare il servizio presso la Clinica Oculistica è attivo un servizio che autonomamente prenota e chiama i pazienti comunicando loro la data dell’intervento e dei successivi controlli, senza che essi debbano andare dal proprio medico curante o presso gli sportelli del CUP per prenotarsi. I soggetti più deboli della nostra società sono i bambini e gli anziani. Per quanto ne sappia e mi perdoni se sbaglio, i malanni più frequenti dell’occhio dei neonati e dei bambini sono: congiuntivite allergica, batterica, virale, forme infettive ecc. Quali consigli può dare ai genitori? - Il semplice arrossamento dell’occhio spesso non rappresenta una malattia e quindi non si deve correre dall’oculista immediatamente. Senza dubbio è necessaria una valutazione specialistica se questo arrossamento perdura o è accompagnato da altri sintomi come l’intenso dolore, il fastidio alla luce o altro. Da evitare senza dubbio l’uso autonomo di colliri, magari residui di precedenti terapie: questa auto-medicazione può essere molto
pericolosa.La chirurgia oculare ha compiuto grandi progressi e la clinica da Lei diretta ha acquisito una rivoluzionaria tecnologia Laser per la correzione dei difetti della vista (miopia, astigmatismo e ipermetropia). Cosa ci può dire al riguardo? - La prima cosa che ci tengo a dire è che presso la Clinica Oculistica di Perugia per affrontare i difetti refrattivi abbiamo una tecnologia eccezionale, credo la migliore al mondo. Una volta l’intervento era la “PRK”, mentre ora si esegue di routine un intervento denominato LASIK dove si combinano due strumenti: il laser a femtosecondi che taglia la cornea creando un lembo di circa 100 micron, ed il laser ad eccimeri che tratta il tessuto corneale al di sotto di questo sottilissimo lembo. La LASIK consente un recupero visivo molto rapido e stabile, in assenza di fastidi o quasi. Con questa tecnica si possono operare pazienti con miopia fino a circa 7/8 diottrie. Una evoluzione della tecnica è costituita dalla SMILE della quale siamo particolarmente orgogliosi perché siamo fra i pochissimi a farla in Italia: l’intervento viene eseguito esclusivamente con il laser a femtosecondi e consiste nell’estrarre dalla cornea un piccolo lenticolo dello spessore di qualche decina di micron, attraverso un piccolo taglio. Con la SMILE si possono operare pazienti con miopia fino a 10 diottrie, ma presto potremmo affrontare difetti anche più elevati. Inoltre il nostro laser ci consente anche di affrontare la presbiopia, ovvero è ora possibile eseguire un intervento per togliere gli occhiali da lettura: e questo è un fatto veramente eccezionale. Se il difetto refrattivo è particolarmente elevato, per esempio oltre le 10 diottrie, il paziente non può essere trattato con il laser; in questi casi impiantiamo protesi artificiali dentro l’occhio, un cristallino artificiale aggiuntivo senza toccare quello naturale. Queste protesi artificiali possono aiutare ad eliminare l’astigmatismo, l’ipermetropia e migliorare la visione da vicino e lontano. Cosa ci può dire sullo stato generale della sua clinica, sulla qualità della sua equipe, sulla modernità delle strumentazioni clinico chirurgiche? - La Clinica ha fatto negli ultimi anni un enorme sforzo di organizzazione e modernizzazione. Questo è stato ottenuto grazie al sostegno della direzione generale ospedaliera, al contributo dell’università, ed al continuo impegno di tutto il personale medico ed infermieristico. A tutti va il mio sincero ringraziamento. Questo ha permesso di migliorare molto la qualità del servizio e di aumentare in modo importante il numero delle prestazioni erogate. Alcuni servizi sono senza dubbio dei punti di riferimento, attirano pazienti da tutta la Regione ed anche da fuori. In particolare è molto aumentata l’attività chirurgica dove siamo in grado di dare un servizio di alta qualità. Le strumentazioni in nostro possesso sono tutte di ultimissima generazione e sono periodicamente aggiornate. Le protesi da noi utilizzate sono le migliori disponibili sul mercato. Inoltre è costante il nostro sforzo di rimanere aggiornati: partecipiamo e siamo invitati a congressi sia nazionali che internazionali, e regolarmente organizziamo a Perugia seminari e congressi invitando ospiti illustri: questo ci permette un costante aggiornamento.
HISTORY
Il veterinario
numero 7 - OTTOBRE 2016
Fu comandante del 1º SFATIAMO QUALCHE FALSO MITO di SILVIA ROSATELLI
N
ella mia esperienza di veterinario, ho potuto constatare che esistono alcune convinzioni nei confronti degli animali talmente radicate nella mente umana da diventare delle “credenze popolari”. In alcuni casi sicuramente c’è un fondamento scientifico, ma in altri assolutamente no, anzi è giusto che il proprietario si chiarisca le idee ascoltando il parere di un esperto. Facciamo alcuni esempi: • Il cane e l’osso. Nell’immaginario comune, pensando al cane, viene subito in mente un bel cagnone con in bocca un osso gigante. Non c’è nulla di strano se non il fatto che spesso le ossa somministrate possono creare seri problemi di salute mettendo in pericolo la vita stessa del nostro beniamino. Le ossa di volatili, ad esempio, vengono prontamente triturate dai denti del cane, ma essendo cave, tendono a scheggiarsi provocando gravi lesioni lungo l’apparato gastrointestinale. In altri casi le ossa vengono consumate, abrase creando una sorta di farina che poi nell’intestino si compatta favorendo una costipazione. Questo non vuol dire che le ossa non debbano essere somministrate, bisogna fare però attenzione al tipo e alla quantità. • Cagna e gatta vanno sterilizzate solo dopo aver partorito. Vari studi hanno dimostrato che la sterilizzazione precoce prima del primo calore o entro l’anno di età riduce tantissimo l’insorgenza dei tumori mammari, patologia complessa e molto frequente. • Pasta, pizza e tanto altro ancora alle tartarughe di terra. Ogni volta che sento queste cose mi domando: “ma in natura trovano facilmente questi alimenti?”. Le tartarughe terrestri che vivono nei nostri territori sono strettamente erbivore, hanno una dieta ricca di fibra; si possono vedere mangiare una lumaca o un lombrico ogni tanto ma assolutamente no a carboidrati e proteine animali in quanto provocano seri danni evidenti a lungo termine. • Afferrare il coniglietto per le orecchie. È una manualità molto dolorosa per il nostro piccolo amico. Nel manipolare il coniglio si devono bloccare bene le zampe per evitare che scalciando per divincolarsi, non graffi e non si faccia male alla colonna vertebrale. Esistono svariate tecniche ma il mio consiglio è prima di tutto socializzare bene con il coniglietto così poi tutto sarà più semplice. In caso di dubbi, anche apparentemente banali, parlatene sempre con il veterinario di fiducia, questo infatti, saprà darvi delucidazioni in merito rassicurandovi. .........................................................
Amb. Veterinario “I PORTALI”
Dott.ssa Silvia Rosatelli
Via G. D’Annunzio, 21 - S.M. Angeli Tel. 075.8040124 - Cell. 320 8650551 ORARI lun, mar, gio, ven: 9.30-12.30/16.00-19.00 mer, sab: 9.30-12.30
ADRIANO VISCONTI di MARIO CICOGNA Testo di riferimento: “Aviatori Italiani” di Franco Pagliano
Q
uando, nell'estate 1943, il colonnello Aldo Remondino, comandante del 51º Stormo Caccia, dové scegliere tra i suoi piloti un ufficiale al quale affidare il comando della Squadriglia Aerofotografica di nuova costituzione, non ebbe bisogno di consultare i libretti personali dei suoi dipendenti per far cadere la sua scelta sul Capitano Adriano Visconti. Questi aveva al suo attivo tre anni di esperienza bellica, circa mezzo migliaio di azioni, una cinquantina di combattimenti e diversi apparecchi abbattuti. Era nato in Africa, a Tripoli, e soprattutto in Africa aveva combattuto fin dal primo giorno di guerra. Ora si trattava di tornare laggiù per raggiungere con rischiosi voli isolati le basi avversarie, fotografarle, disimpegnarsi e rientrare. Era un lavoro difficile, ma adatto per un pilota come Visconti che fin dallo scoppio delle ostilità, per quanto fosse centrifugato in una squadriglia da presidio coloniale avente compiti marginali, era riuscito a farsi onore. Per un giovane ufficiale proveniente dai corsi regolari dell'Accademia, quella che Visconti aveva nel '40 non era certo una destinazione ambìta. E infatti a Bengasi lui era arrivato per raggiungere il 50º Stormo d'Assalto; ma aveva fatto una ragazzata
"Piuttosto morire per che morire
bisticciandosi con qualcuno in un locale pubblico e gliene era derivato un immediato trasferimento a El Adem, perché il comandante del Settore Aeronautico era uno di quegli uomini che non scherzano. Però anche Visconti non scherzava: incassò il colpo e si mise a lavorare con serietà per riconquistare il terreno perduto. Proprio il primo giorno di guerra, mentre era in volo con un bimotorino da collegamento, s'era visto piombare addosso tre Gloster che avrebbero fatto fuori chiunque altro; ma lui giostrò, si difese, si buttò a volo radente, tentò di ubriacare gli altri con la manovra, incassò raffiche da tutte le parti e, quando vide che l'aeroplano non ce la faceva più, riuscì ancora a portarlo all'atterraggio su un campo di manovra, salvando tutto l'equipaggio. L'azione, unita ad altre dei giorni successivi, gli valse la concessione di una prima medaglia di bronzo al valor militare e il rientro alla specialità di provenienza. In tre anni ottenne altre cinque decorazioni al valore, quattro delle quali meritate "sul campo" per fatti specifici e con motivazioni bellissime. Una di queste, quella riguardante la medaglia d'argento, meritata il 13 agosto 1942, dice testualmente: "Valoroso pilota da caccia, già distintosi in numerose azioni di guerra, durante un volo di scorta ad un apparecchio da ricognizione
fotografica operante su unità navali nemiche, attaccava da solo quattro caccia avversari e, dopo vivacissimo combattimento, ne abbatteva due in fiamme e costringeva gli altri alla fuga, permettendo al ricognitore di svolgere regolarmente la sua missione". Anche le altre motivazioni non sono da meno e c'è da rilevare che, pur riferendosi agli episodi più salienti dell'attività bellica di Visconti, ne lasciano in ombra decine d'altri. Tra tutti basta ricordare il suo rientro dalla Tunisia, effettuato l'undici maggio 1943 con un monoposto da caccia a bordo del quale era riuscito a far entrare anche il tenente Fioroni che, senza il suo provvidenziale intervento, sarebbe finito in un campo di prigionia. Quando gli affidarono il comando della 310ª Squadriglia Aerofotografica , che era stata dotata di apparecchi da caccia perché con i ricognitori non c'era piú possibilità di arrivare sulle basi nemiche, Visconti sapeva che la nostra situazione era disperata; tuttavia seguitò ad operare con continuità, sino a che la notizia dell'armistizio non lo fermò sul
campo di Decimomannu, in Sardegna. Tra i confusi ordini pervenutigli mentre già i tedeschi avevano circondato l'aeroporto, c'era quello di raggiungere il campo di Milis, ma venne a sapere che ormai c'erano reparti tedeschi anche lì. L'idea di essere catturato da loro non gli piaceva e quella di rivolgere contro di loro le armi gli piaceva ancor meno. Allora decise di raggiungere uno dei campi della penisola e lo comunicò ai suoi dipendenti; questi erano disposti a seguirlo anche in
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HISTORY
Gruppo Caccia "Asso di bastoni"
UN EROE DIMENTICATO
mantenere una parola, da traditore" capo al mondo, ma sapevano che il reparto, per quanto ridotto ai minimi termini, era formato da undici uomini e che gli aeroplani efficienti erano soltanto tre monoposti da caccia Macchi 205. Portar via tutti sembrava assolutamente impossibile; ma non lo fu per Visconti che trovò il modo di non abbandonare nemmeno un uomo: via le macchine fotografiche, via le corazze, via i serbatoi supplementari, i seggiolini e tutto quanto non serviva per volare. Una notte intera di lavoro febbrile, di prove, di tentativi e di adattamenti e il giorno dopo Visconti decollava da Decimomannu con due specialisti sdraiati in fusoliera piedi contro testa, un terzo sistemato al posto di seggiolino e lui seduto sopra che pilotava. Dietro venivano il sottotenente Saieva e il sergente Laiolo che avevano a loro volta imbottito i loro monoposti uno con tre e l'altro con quattro persone: un exploit assolutamente unico nella storia dell'aeronautica; un'impresa che da sola basterebbe a giustificare un libro o un film, tanto più che fu compiuta in circostanze drammatiche. Volando con gli aeroplani imbottiti di uomini, un combattimento avrebbe rappresentato la fine; quindi Visconti dové sfruttare tutta la sua esperienza per guidare la pattuglietta verso Guidonia seguendo una rotta che gli evitasse cattivi incontri, riuscendo a farla franca. Nel blog a lui dedicato si legge: "Visconti potrebbe benissimo identificarsi per audacia e comportamenti con Baracca, Ruffo di Calabria e Scaroni, Assi della 1ª guerra mondiale - che meritarono ugualmente per il loro valore ricompense e medaglie, onori particolari, intestazioni di reparti e aeroporti, monumenti e strade cittadine con la trascrizione onorifica del loro passato sui libri di storia e nei testi ufficiali dell'Aeronautica.
Adriano Visconti, combattente della R.S.I., non ebbe niente di tutto questo se non la voluta dimenticanza del suo nome e delle sue gesta da parte dei responsabili al vertice dell'aviazione italiana, con l'accurata estromissione del suo passato da ogni ce-
lebrazione ufficiale. L'ipocrita osservanza della politica manichea e la congiura imbarazzata del silenzio evitavano rischi di carriera per chi allora comandava. E si consideri che alcuni dei suoi assassini sono assurti immeritatamente a rap-
presentanti del popolo. Conosciuto e onorato all'estero, negletto ed emarginato in patria da una antistorica viltà, è visto annualmente da milioni di visitatori stranieri, che ammirano gli uomini più valorosi nella guerra nei cieli".
ASSISI
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CENTO GIORNI DI GOVERNO
“Così ribalto l’eredità del passato” Il neo sindaco Stefania Proietti in trincea tra società, sanità, internazionalizzazione e legalità di LORENZO CAPEZZALI
A
distanza di 100 giorni di governo dopo il suo insediamento a Palazzo dei Priori, il sindaco Stefania Proietti ci dichiara: «Assisi è un gioiello, noi siamo qui per custodirlo, per valorizzarlo e per farlo brillare sempre di più». È la frase che fa da corollario nell’agenda del primo cittadino della città serafica. Tre sono, secondo Lei, le criticità ereditate dalla precedente amministrazione: il territorio abbandonato, il Puc e il Cst. - L’abbandono del territorio lasciatoci è sotto gli occhi di tutti. Dove abbiamo potuto siamo già intervenuti, ma di fatto c’è l’abbandono dei territori periferici, delle frazioni, dei nostri bellissimi castelli e dei tanti percorsi che sono lì che parlano. Una stretta c’è stata sui servizi, rifiuti, pulizia, taglio dell’erba, ausilio dei servizi operativi con il volontariato multiculturale, grazie alla convenzione con la Caritas, che gestisce l’accoglienza dei rifugiati. Interverremo con una programmazione di lunga gittata che vedrà l’acquisizione di fondi altri da quelli del bilancio comunale. Sulla progettazione il sindaco Proietti ha parole chiare: - Abbiamo affidato la progettazione per strade vicinali, ad uso pubblico, interpoderali, anche comunali che hanno bisogno di essere riqualificate totalmente. Fondi Europei arriveranno dalla regione Umbria al comune di Assisi e ci permetteranno di prendere in carico queste strade a livello comunale. Puc e Cst a che punto siamo? Il Puc e il Cst sono argomenti pesanti. Due macigni. Il Cst, il fallimento di quella che era l’eccellenza del centro studi sul turismo.
Stessa cosa con il Puc. Assisi è un nome, è un immagine che va tutelata. Ad ogni modo non ci sono solo criticità ad Assisi ma anche cose fatte in questi 100 giorni che sono già tante. Inoltre, abbiamo trovato dei fondi, non solo per la riqualificazione dei tanti beni culturali della città, ma anche per il tema del sociale. Per quanto riguarda la pulizia del territorio e la gestione dei rifiuti, abbiamo ottenuto il raddoppio dei servizi a costo zero da Ecocave. Tra questi lo spazzamento del centro storico della città e dei castelli storici. Ma anche il raddoppio delle zone sensibili dei passaggi giornalieri dei mezzi che portano via i rifiuti. L’Amministrazione ha poi cominciato a lavorare su un nuovo regolamento edilizio, su un nuovo piano della rete urbana. Sulla legalità e l’interdittiva antimafia dell’Hotel Subasio il sindaco afferma: - Grande è la nostra attenzione alla legalità. Una delle nostre prime azioni intraprese è stata quella della revoca della licenza al gestore dell’Hotel Subasio, situazione, purtroppo che non è la sola nel comune. Mi preme sottolineare che sul piano delle relazioni internazionali la città ha trovato momenti di alto consenso soprattutto nei giorni della presenza di Sua Santità Papa Francesco e in quelli della ricorrenza dell’iniziativa interconfessionale di Papa Giovanni Paolo II dove la presenza dei capi religiosi e di autorità romane a cominciare dalla dirigenza della Comunità di Sant’Egidio hanno fatto corona ad una presenza di fedeli e di gente comune imponente. Sorprendente la sera dei giorni francescani nella piazza comunale dove sono convenuti molte persone nel segno di un’agape fraterna tra tutti i residenti. Anche questo avvenimento - ha chiuso il sindaco Proietti - ci ha riempito di gioia e soddisfazione per la ricca partecipazione popolare alla cena francescana che ha sempre rappresentato un punto d’incontro del programma protocollare tra il Comune e gli ospiti della Regione portatrice dell’olio per la lampada votiva della Tomba del Santo.
Successo per la Prima edizione della Serata di Amicizia e Solidarietà con il Benin a Rivotorto d’Assisi
Il sogno europeo irrealizzabile «Impossibile stare a lungo a guardare l’Africa svuotarsi e i suoi figli morire a migliaia ogni giorno in cerca di un sogno europeo che come tutti sappiamo è irrealizzabile», è l’appello accorato lanciato dal presidente del Cedro, il Prof. Jean-Baptiste Sourou
L
’evento è stato una bellissima festa all’insegna della musica internazionale. Sul palco sono saliti due gruppi musicali: i Piano & Voices di Vicenza e il piccolo coro degli Amici del Benin. Quest’ultimo è composto da sei cantanti: quattro Assisani e due Africani che hanno saputo con le loro interpretazioni di canti africani con percussioni e chitarra riscaldare l’ambiente e coinvolgere il pubblico dai piccoli ai grandi. Nel mezzo della serata, il presidente del Cedro ha illustrato la missione dell’associazione che consiste nel creare un ponte tra l’Europa e l’Africa, l’Italia e il Benin con lo scopo di facilitare la mutua conoscenza, la stima e la solidarietà tra i popoli. Per tale scopo il Cedro lavora su due fronti: in Italia e in Benin. «In Italia interviene nelle scuole o istituzioni di formazione per presentare la vera identità dell’Africa, le sue ricchezze, culture, potenzialità e problemi lontano dagli stereotipi, in modo scientifico e documentato. Organizza e partecipa a conferenze a livello nazionale ed internazionale. «L’Africa non è soltanto guerre, problemi, miserie e migranti. È questo che cerchiamo di spiegare», ha fortemente ribadito Sourou. Egli ha poi condiviso con il pubblico molto interessato, la recente missione di sei settimane compiuta in Benin. Percorrendo circa 2 500 km, incontrando centinai di giovani, ha discusso con loro i rischi dell’immigrazione clandestina e il loro futuro in terra africana. «Troppo spesso questi ragazzi sembrano non avere guide, modelli, persone capaci di aiutarli ad affrontare i problemi seri della loro età perciò credono facilmente che l’avventura europea sia la soluzione a tutti i loro problemi finanziari e professionali», ha ancora raccontato Sourou. Molti di loro sono delusi dalla politica. Di fronte a questa situazione, il Cedro sta cercando di offrire ai ragazzi delle opportunità o alternative serie all’immigrazione selvaggia. L’Associazione sta lavorando per creare un centro di educazione e formazione professionale per i giovani del Benin e dei paesi limitrofi. Costituito da aule di apprendimento di mestieri, il centro avrà una biblioteca, una sala conferenza, una foresteria e una mensa. «Ma più che qualcosa di fisico deve nascere un movimento, bisogna rinforzare nei ragazzi la consapevolezza che è possibile sognare ancora sulle loro terre e che l’Europa non è e non può essere la soluzione», sostiene con forza Sourou. Il diritto ad abitare la propria terra, è stato anche il cuore del breve intervento di Padre Stefano Albanesi, vice parroco di S. Maria degli Angeli e responsabile della Caritas interparrocchiale in Assisi. Basandosi sul suo vissuto da missionario in Congo, egli ha spiegato quanto il Progetto del Cedro sia in legame profondo con le aspirazioni dei ragazzi africani: «rimanere e sognare sulla propria terra. Ma questo, noi Occidentali per primi, glielo neghiamo con la nostra avidità e sete di impadronirci di tutto». Allora i ragazzi fuggono e finiscono nella delusione, l’accattonaggio e la disperazione totale, perché l’Europa non può nemmeno offrire loro il miraggio che fa vedere loro nei media. «Immigrare è un diritto come lo è rimanere nella propria terra» ha concluso citando Papa Benedetto XVI. «Indignarsi non basta più, bisogna avere il coraggio di offrire alternative ai ragazzi e progetti come questo sono importanti. Il futuro dell’Africa è in Africa», sostiene Sourou. A conclusione è stata presentata l’edizione del calendario 2017 del Cedro, da appendere al muro, con bellissime foto di animali che vivono in Africa. L’evento è anche un bell’esempio di collaborazione tra realtà territoriali di volontariato e fa già pensare ad una seconda edizione.
ASSISI/SATIRA
È
il simbolo della stronzianite, composto a base di carbonio, ossigeno e stronzio. Quando la mia insegnante di chimica citò lo stronzio a proposito di non ricordo quale argomento, in aula rischiammo di farcela tutti addosso, anche quelli, non io tra loro, per i quali il fatto che dall’incontro fra due corpi gassosi potesse nascerne uno liquido, era la cosa più naturale del mondo. A scatenare il riso fu l’assonanza con il nome di un rifiuto organico che nessun liceale si sarebbe azzardato a nominare al cospetto di un insegnante, ricorrendovi semmai nelle dispute via via frequenti durante la ricreazione. Da parte mia, inoltre, esisteva la certezza che, esclusa la possibilità di futuri contatti con la chimica e i suoi elementi, i rapporti con l’esserreciotré finivano lì, in quell’aula risonante di sghignazzi. Mi sbagliavo. Nascosto sotto le variegate maschere del vezzo, l’esserreciotré è stato il leit-motiv esistenziale con il quale ho dovuto confrontarmi più spesso. Lo riconoscevo nel furioso lampeggiare di un’auto nella corsia di sorpasso; nello squillo di un cellulare in una sala cinematografica; nell’illecita avanzata del furbo in una fila; nel parcheggio di un’auto a cavallo della striscia; nell’aria spocchiosa di un dirigente in carriera; nello sguardo scocciato di un dipendente pubblico; nel vociare altezzoso di un improvvisato Balanzone; nel commercio dei dottorati da parte
SrCO3 delle massonerie universitarie; nell’assoluzione di uno stupratore motivata dai jeans stretti della vittima, troppo stretti per essere sfilati senza il suo consenso; nell’ordinanza di rimozione del simbolo cristiano dalle scuole, troppo cristiano per essere tollerato da chi cristiano non è. La stronzianite stava lì, la sentivo spandere i suoi effluvi, condizionare i comportamenti, spingerli oltre la soglia del bon-ton e della logica, urtare le corde del mio risentimento. Anche se, devo dargliene
atto, mai che abbia varcato i confini della decenza, quasi temendo che qualche collega fosfato, clorato o borato ne scombinasse gli effetti. Ma ora esagera, ora quei confini non solo li varca ma li calpesta a dimostrazione della forza acquisita con gli anni. Si insinua nel podestà armaiolo che, agitando il revolver in diretta televisiva, propaganda una giustizia alla Billy the Kid; insuffla nell’inquisito ex governatore nordico che reagisce al sequestro
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della villa smantellando non solo gli arredi ma i lavandini e i cessi; si incarna nel dirigente scolastico inducendolo a vietare presepi e canti natalizi nelle aule dell’istituto; corrompe il funzionario comunale che, immutandato, timbra il cartellino in un trionfo di chiappe, lardelli e zebedei; spinge la caporiona di un’Azienda statale a risucchiare mazzette alla velocità di un aspirapolvere; rincretinisce il senatorscurrile che, ammorbato, mima la fellatio all’indirizzo di una collega senatrice; convince il politicante paesano a strombazzare la candidatura a sindaco attraverso t-shirt personalizzate; suggerisce ai guru dell’audience le formule idonee alla spettacolarizzazione del dramma, della sofferenza, del lutto; ingarbuglia i dati dell’economia reale per pubblicizzare un benessere che reale non è; spaccia per democrazia elettiva l’auto-insediamento di un rampante a Palazzo Chigi; irrompe nel web dove i benpensanti della cristianità, dimentichi dei mutandoni balneari delle bisnonne, starnazzano scandalizzati alla vista del monopezzo islamico; trasforma una dichiarazione del Presidente della Repubblica da innocuo proclama di stampo neo-risorgimentale in eroico sussulto contro l’ingerenza yankee. Ma più ancora della forza, a spaventarmi è la capacità che ha lo stronzio di farsi apprezzare, di sapersi vendere, di riuscire a soppiantare il buon gusto. Lui che del buon gusto rappresenta l’esatto contrario.
ECONOMIA/CULTURA UMBRA CUSCINETTI
PUNTO EUROPA
REGIONE UMBRIA:
ulteriori fondi per le Start-up Innovative Dott. GIACOMO GIULIETTI
Nell'ambito del programma POR FESR 2014-2020 Asse I Azione 1.3.1."Sostegno alla creazione e al consolidamento di start-up innovative ad alta intensità di applicazione di conoscenza e alle iniziative di spin-off della ricerca", la Regione Umbria ha stanziato ullteriori due milioni di euro per sostenere la creazione di start up innovative ai fini della valorizzazione economica dei risultati della ricerca e/o sullo sviluppo di nuovi prodotti, processi e servizi ad alto contenuto innovativo, negli ambiti di specializzazione dove maggiore appare il potenziale competitivo identificati nell'ambito della Strategia di Ricerca e Innovazione per la Specializzazione Intelligente. Le PMI beneficiarie devono essere costituite sotto forma di società di capitali (comprese le srl uni personali, le srl semplificate e le imprese cooperative e quelle con mutualità prevalente) e configurarsi in una delle seguenti tipologie: start-up ad alto contenuto tecnologico; spin-off aziendali; spin-off accademici ad elevate competenze scientifiche. L'ammontare complessivo delle spese ammissibili non può essere inferiore ad ¤ 30.000,00 e né superiore ad ¤ 500.000,00. Il contributo concedibile consiste in un finanziamento a fondo perduto (in conto impianti e/o in conto esercizio) pari al 40% della spesa ritenuta ammissibile. Le domande possono essere presentate fino al al 30 dicembre 2016.
Giacomo Giulietti: Tel. 347.9746924 eubusiness@libero.it
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LA SALUTE AL PRIMO POSTO Le politiche di welfare stanno guadagnando un posto di rilievo nelle strategie aziendali perché sono in grado di generare benessere. UmbraGroup e UniSalute elaborano un piano ad hoc per la salute dei dipendenti con copertura dei familiari fiscalmente a carico
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egli ultimi anni si parla sempre più di piani di welfare aziendale ovvero di quelle iniziative ad incrementare il benessere del lavoratore e della sua famiglia. Le politiche di welfare stanno guadagnando un posto di rilievo nelle strategie aziendali perché sono in grado di generare ricchezza attraverso obiettivi condivisi tra azienda e dipendenti. L’offerta beni e servizi che consentono un miglior equilibrio tra lavoro e famiglia si traduce in un tenore di vita più sostenibile per i dipendenti e i loro famigliari. Dopo un’accurata indagine interna, Umbra Cuscinetti con l’aiuto di Uni Salute, ha scelto di ampliare il pacchetto di welfare aziendale offerto alla totalità dei dipendenti. Chiamati a scegliere tra nuovi strumenti di welfare (come piano sanitario integrativo, rimborso delle spese scolastiche e orario flessibile) e potenziamento delle soluzioni già presenti in Azienda (tra cui campus estivo e stage per i figli dei dipendenti), i lavoratori hanno dichiarato che il piano sanitario integrativo è certamente la misura di welfare più importante per la propria famiglia. Il piano, studiato ad hoc da UniSalute per le esigenze dei dipendenti di UmbraGroup, conferisce valore aggiunto al clima aziendale, grazie alla scelta dell’Azienda di includere nella copertura sia il lavoratore che i familiari fi-
scalmente a suo carico, una scelta che pone particolare attenzione alle famiglie con un minore potere d’acquisto. Le prestazioni incluse nel piano sanitario oltre a essere le più frequenti e richieste, come visite mediche e diagnostica, sono anche spesso le più care, come le prestazioni odontoiatriche, o i servizi di assistenza alla persona connessi a grandi interventi chirurgici. Umbra Cuscinetti S.p.A., nata nei primi anni 70, si è sempre impegnata per sostenere il benessere e lo sviluppo dei suoi collaboratori dentro e fuori il contesto lavora-
tivo. Questo impegno in fatto di Responsabilità Sociale d’Impresa, declinato nel rispetto costante della persona, della sua salute e sicurz-
za, dell’ambiente ha reso l’Azienda un esempio di eccellenza non solo a livello locale ma anche a livello nazionale e mondiale.
ARRIVA PAIDEIA centro servizi alla persona
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ei giorni scorsi è stato presentato PAIDEIA-centro servizi alla persona, con sede a Bastia Umbra in via Firenze 51b, organizzato e guidato dall’ex dirigente scolastico già reggente della scuola media di Bastia dal 2010 al 2013, Lucio Raspa. Il termine greco, il cui significato originario equivale a “educazione”, assume poi il valore di “formazione umana”, per arrivare infine ad indicare il contenuto di detta formazione, la Cultura, nel senso più elevato e personale. Secondo il modello ispiratore greco, il raggiungimento della Paideia è frutto di un processo continuo, mai compiuto, che impegna tutto l’uomo, ma attraverso cui egli realizza pienamente se stesso come soggetto autonomo, consapevole di sé e in armonia con il mondo. Nel logo del Centro il “pi greco” evidenzia la volontà di porsi come “numero fisso” e in quanto tale come punto di riferimento nel territorio. I servizi che intende offrire il Centro spaziano dalle forme di consulenza pedagogica e didattica e su tutti i processi organizzativi e gestionali relativi all’intero sistema scolastico (dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria superiore), a servizi di natura psicologica (valutazione, consulenza, formazione e sostegno psicologico), fino ad interessare il recupero dei debiti e dell’insuccesso scolastico degli studenti in chiave non solo didattica ma soprattutto psicologica. Il Centro si avvale di personale qualificato quanto ad esperienza ultraquarantennale nella scuola e di operatrici specializzate nel settore didattico e psicologico. Il Centro intende porsi anche come struttura di formazione e di aggiornamento per il personale della scuola, utile come certificazione ai fini dello sviluppo professionale individuale del docente. Per ulteriori informazioni: Bastia Umbra - Via Firenze, 51 l.raspa@libero.it 340 3904856 - 333 2083656 - 3894381743
ATTUALITÀ LA LEGGE IN PILLOLE
A cura dello studio legale Andrea Ponti & Chiara Pettirossi
La Strada Pericolosa e l'onere della prova del proprietario
L'ente proprietario di una strada, anche nel caso in cui essa sia dissestata e pertanto potenzialmente pericolosa nei confronti degli automobilisti che la percorrono, non è responsabile per l'eventuale sinistro di un veicolo se il suo conducente nella guida ha tenuto una condotta “imprudente”. Il comportamento poco diligente dell'automobilista potrebbe escludere anche il “concorso di colpa” tra esso e il proprietario della strada nel caso in cui la sua condotta sia stata particolarmente sconsiderata e grave. Tuttavia con ordinanza del 5 settembre 2016 n. 17625 la Corte di Cassazione ha chiarito che è l'ente pubblico proprietario della strada, nella sua qualifica di custode, a dover provare il concorso di colpa del danneggiato o addirittura l'esclusiva responsabilità di questo ultimo. Nella sostanza mentre l'art 2051 del c.c. stabilisce che il proprietario della strada ha sempre una responsabilità di tipo “oggettivo” per gli eventuali danni subiti dai soggetti che la percorrono la ordinanza citata afferma che in ogni caso ogni automobilista ha un generale dovere di cautela e prudenza ogni volta che si mette alla guida ma che è l'ente proprietario della strada a dover provare la condotta del danneggiato. Pertanto quando le condizioni di manutenzione della strada non siano in grado di per se di nuocere a colui che tiene una guida attenta e diligente, l'amministrazione, proprietaria della stessa, non sarà responsabile dell'eventuale sinistro a condizione però che riesca a provare la colpa del danneggiato o la sua imprudenza. Avv Andrea Ponti & Avv Chiara Pettirossi
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IL FUTURO E LA VELOCITÀ
Amazon e Manini prefabbricati rispondono ognuna con le sue soluzioni
I
di ANNA RITA RUSTICI
l mondo che ci circonda sta cambiando ad una velocità enorme. La “rivoluzione digitale” sta espandendosi in tutti i comparti produttivi ed è in grado di cambiare, velocemente, la vita delle persone. È una rivoluzione in grado di cambiare gli stessi esseri umani , le loro abitudini e le loro relazioni sociali. I Social Network sono entrati talmente nella nostra quotidianità, nella vita di tutti i giorni, che hanno trasformato radicalmente il nostro modo di porci in relazione con gli altri. Anche le modalità di acquisto dei beni è mutata in maniera considerevole. L’e-commerce in Italia, nonostante un’economia che tarda a ripartire, cresce con un trend a doppia cifra. Ma l’e-commerce, per avere successo, deve elaborare una strategia di acquisto, spedizione e consegna rapida ed efficiente. Per questo motivo non può prescindere da un’evoluzione parallela della logistica, che sta sviluppandosi, negli ultimi anni, in maniera direttamente proporzionale agli acquisti on-line. Mentre fino a qualche tempo fa necessitavano grandi centri commerciali, con ampi parcheggi adiacenti, per permettere al compratore di acquistare al dettaglio, con una vasta scelta di esercizi commerciali, oggi il mercato immobiliare si sposta su
grandi magazzini di stoccaggio da dove vengono spedite, in tempi velocissimi, ogni tipo di merci, acquistate nell’ immensa vetrina virtuale del web. Amazon ed altri campioni dell’e.commerce sono diventati da tempo dei colossi internazionali ed hanno cominciato ad investire anche nel nostro paese. Il motto di questi operatori è “velocità” non solo nell’acquisto e nella consegna della merce, che presto avverrà in poche ore, anche con l’utilizzo di droni, ma anche nelle scelte aziendali e nella realizzazione dei loro progetti. Amazon sta costruendo in Italia un magazzino di stoccaggio imponente, di oltre mq 100.000 a Est di Roma, lungo una arteria importante per il trasporto su strada ed ha scelto come proprio fornitore, per la realizzazione della struttura, la Manini Prefabbricati SpA. La Manini è stata selezionata non solo per la peculiarità delle proprie strutture prefabbricate ad alto contenuto tecnologico ma perché, nel panorama italiano, è stata l’unica azienda a poter garantire una straordinaria capacità produttiva, impegnando i due centri di produzione di Bastia Umbra e Aprilia per soddisfare le stringenti tempistiche di consegna. Basti pensare che la struttura dell’intero edificio sarà portata a termine in soli 118 giorni.
Cantiere Amazon
Stiamo entrando nella fase delle Aziende 4.0 con competenze che variano a ritmi sempre più serrati e tecnologie sempre più centrate nella progettazione organizzativa: solo chi sarà in grado di saper riconoscere il cambiamento e adattarsi ad esso velocemente continuerà a rispondere alle esigenze del mercato e ad essere competitivo. La Manini Prefabbricati ha accettato la sfida ed ha posto in essere nuovi processi organizzativi rispondendo con competenza, sistematicità e soprattutto con “velocità” alle richieste di un mercato in continua evoluzione. Il cantiere Amazon con tutte le sue prerogative ed i suoi tempi è un banco di prova importante nei confronti del quale l’azienda sta rispondendo con tempestività e precisione. Gli stabilimenti produttivi Manini viaggiano con una produzione giornaliera che è equivalente ad un carico tale che, per essere trasportato richiede l’utilizzo di sessanta autotreni: trenta di questi viaggiano ogni giorno in Direzione Roma Nord, verso il cantiere Amazon. Per poter garantire un’efficienza di questo tipo, mantenendo i livelli massimi di garanzia e qualità dei prodotti, occorre un’organizzazione capillare ed un’attenzione sempre massima. Sono queste le sfide a cui ci chiama l’economia del futuro.
Dall’auto all’edilizia, dalla salute alla produzione di oggetti e poi ancora lo sviluppo incessante dell’ e-commerce: la rivoluzione dell’economia 4.0 è iniziata e presto ridisegnerà i rapporti di forza sui mercati nazionali e globali. Le alternative sono due: rendersene conto e investire sulle nuove frontiere, oppure accorgersene quando il vantaggio competitivo altrui è ormai irraggiungibile. Nel manifesto del Futurismo del 1909 Marinetti scriveva: "Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità” Non sappiamo se davvero la velocità sia bella, se stia diventando davvero un valore, ma sappiamo con certezza che è il ritmo a cui ci sta chiamando il futuro. Noi ci siamo!
ECCELLENZE
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Intervista al Prof. Francesco Santucci
È TUTTA UN’ALTRA STORIA
Il Prof.Francesco Santucci, la voce più rappresentativa della storia locale assisana, ma conosciuto e apprezzato anche in ambito nazionale, ha compiuto 80 anni. Terrenostre che lo ha avuto e spera di riaverlo presto tra i suoi collaboratori, coglie l’occasione per tributargli un omaggio deferente e affettuoso e, nel contempo, riflettere con lui sull’importanza, se ancora ne ha, della storia. Quella piccola e quella grande di cui, nell’estate appena trascorsa, si è fatto un gran discorrere di GIUSEPPINA FIORUCCI
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rancesco, la tua è stata ed è tuttora una vita dedicata alla ricerca storica che ti ha fatto conoscere e apprezzare non solo nell’ambito locale, ma anche nazionale. A quali studi ti stai dedicando oggi? - Vorrei realizzare il IV volume della collana intitolata Progetto S.Stefano, un lavoro che si propone la pubblicazione dei testi documentari in volgare assisano trecentesco della importante Confraternita dei Disciplinati di S.Stefano di Assisi che risulta essere la più documentata d’Italia e i cui documenti sono conservati presso l’Archivio Capitolare di S.Rufino. Del III volume, che attende di essere stampato, ho fatto invece la curatela insieme con altri autori e, in maniera completamente autonoma, il glossario. Questi testi sono di straordinaria importanza linguistica tanto che da qualche anno sono stati inseriti nel Tesoro della Lingua Italiana delle origini, il Vocabolario storico dell’Italiano antico (OVI) pubblicato online, con un’iniziativa promossa a suo tempo dall’Accademia nazionale della Crusca e oggi seguita dall’opera del Vocabolario italiano istituito dal CNR. In questa pubblicazione ci sono ben otto testi da me scoperti e pubblicati in precedenza. Pubblicazioni di nicchia, destinate ad una cerchia ristretta di persone! - Ristretta, ma molto interessante, se pensi che in un testo si può leggere anche l’acquisto di una “porchecta” al mercato “dell’isola” cioè a Bastia. Convieni sul fatto che la storia locale goda di più salute rispetto alla storia con la s maiuscola, da tempo considerata un po’ la cenerentola delle discipline? Concordo con quanto dici, d’altra parte c’è un gran fiorire di testi di storia locale. Mentre la nuova storia nata in Francia, nel primo trentennio del Novecento, ha ridato voce anche ad eventi e personaggi apparentemente secondari, oggi però si esagera nel dare una lettura forse troppo sociologica e particolaristica degli avvenimenti. E alla critica di stare trop-
po attaccati al campanile, peccando un po’ di provincialismo, cosa rispondi? - Personalmente sono del parere che facendo la storia del proprio campanile, si è in grado di salirci per poi volgere lo sguardo all’orizzonte e alla grande storia. Questo mi è stato confermato dalla mia esperienza didattica. I ragazzi, inizialmente accostati allo studio con motivazioni che li riguardavano da vicino, hanno poi finito con l’interessarsi anche a fatti ed eventi più lontani. Questa idea, a dire il vero, adesso è parzialmente entrata in ambito didattico tanto che molte scolaresche visitano gli archivi. La conoscenza della storia locale aiuta soprattutto a non smarrire la propria identità e le proprie radici in un tempo troppo magro di memoria! I tuoi alunni quando insegnavi, si appassionavano molto alla storia? - Guarda ho cominciato come maestro e le scuole elementari mi viziarono molto: rispetto, educazione, riconoscimento del ruolo mi fecero sentire appagato, ma quando andai alle scuole medie all’inizio questo finì e i primi anni furono deludenti. Poi, invece, riuscii ad esprimermi come avrei voluto e fu tutta un’altra storia. Addirittura molti miei ex alunni si sono laureati in storia od occupati del restauro e della conservazione di monumenti. Raccontami un aneddoto, risalente a quegli anni. - Erano gli anni ’60, stavo spiegando la 2^ guerra punica. Alla lavagna avevo disegnato lo schema del passaggio di Annibale al lago Trasimeno con i ben noti risultati drammatici per i Romani. Stavo dicendo che, dopo questi eventi, AnFrancesco Santucci durante la festa di compleanno con la moglie Anna Maria Rossi
IL PERSONAGGIO
Francesco Santucci riceve dal sindaco Ricci l’onorificienza di cittadino benemerito di Assisi nel 2008 (Foto Angelo Lunghi)
nibale procedette verso la piana umbra e dissi che, probabilmente, era passato anche ai piedi delle colline di Assisi che si vedevano dalle finestre della scuola. A questo punto un alunno si alzò in piedi di scatto e portandosi le mani ai capelli, quasi gridando, esclamò: “mamma mia, si c(i)arpassa n’altra volta!”. Quando si dice il coinvolgimento! Il premio Educatore che ti hanno conferito a S.Maria degli Angeli non poteva essere più appropriato. - Io non me ne sento degno, ma ho dovuto cedere alle insistenze dell’Associazione Barbara Micarelli che me lo ha conferito. Alla cerimonia c’erano molti tuoi ex alunni. Dalla testimonianza di uno di loro, riportiamo qualche passo. - “Il prof. Santucci era per noi un mito, le sue lezioni dei romanzi a puntate. Non si vedeva l’ora di tornare il giorno dopo a scuola per capire come sarebbe finita. Era in grado di suscitare interesse, curiosità, di tenere alta la tensione e renderci partecipi con un coinvolgimento totale della classe. A 12/13 anni si vede lo studio come un impiccio, una noia mortale. Io vi confesso che con lui era un’ora di festa, di apprendimento, di goliardia per quella dolce autorevolezza che segnava le sue lezioni sempre sul crinale dell’ironia e della simpatia”.
FRANCESCO SANTUCCI, nato il 4 ottobre 1936 a Tordibetto d’ Assisi da Antonio e Giulia Dionigi; marito di Anna Maria Rossi; padre di Chiara, Grazia e Antonio; suocero di Nicolangelo D’Acunto e di Paolo Gulminelli; nonno di Tommaso, Riccardo e Livia, è stato docente di materie letterarie nella scuola media dopo essersi laureato alla Sapienza di Roma. Ha prestato servizio all’IRRSAE di Perugia come formatore nel settore Didattica della Storia. Negli anni ’70 aveva tenuto, per la stessa materia, esercitazioni presso la Facoltà di Magistero di Perugia. E’ direttore responsabile dell’Archivio Capitolare di S.Rufino e dell’Archivio Vescovile. Pubblicista dall’età di 21 anni, ha collaborato con giornali regionali e nazionali. Socio dell’Accademia Properziana del Subasio, per l’Accademia è direttore degli Atti e ne ha curato i “Quaderni”. Ha diretto il trimestrale “Subasio” ed è stato segretario del Comitato Scientifico del Centro Studi di poesia latina in distici elegiaci. E’ socio ordinario della Deputazione di storia patria per l’Umbria della quale è stato consigliere per un quadriennio. Nell’ambito di essa è direttore responsabile del “Bollettino” e corresponsabile del Centro di ricerca sul movimento dei Disciplinati. Il 19 gennaio 2008 è stato insignito del prestigioso titolo di Cittadino benemerito di Assisi “per essere uno degli storici più importanti, conosciuto anche a livello nazionale, come dichiarò l’allora sindaco Ricci, con una capacità di ricerca vera, attenta alla storia minore e alle fonti...”. Francesco Santucci ha all’attivo numerosissime pubblicazioni riguardanti, principalmente, la storia dei castelli, le fraternità dei Disciplinati nel Trecento, il movimento dei Bianchi, il volgare trecentesco, il moderno dialetto, la toponomastica e il Novecento in Assisi.
ECONOMIA
numero 7 - OTTOBRE 2016
LYRICK THEATRE - ASSEMBLEA CNA UMBRIA Un successo straordinario
La celebrazione della manualità
Rinascimento Artigiano. Dai vecchi mestieri i nuovi lavori Si è tenuta ad Assisi l’Assemblea della Cna Umbria per i festeggiamenti del 70° anniversario dalla sua costituzione. Nell’era del dominio incontrastato della tecnologia saranno sempre più le persone, con i loro talenti, a determinare il successo o l’insuccesso di imprese, istituzioni, pubbliche amministrazioni, partiti, associazioni di SARA STANGONI
U
n Lyrick Theatre tra boccante oltre misura, come difficilmente si era visto per eventi di tale argomento. Oltre 2000 artigiani e rappresentanti del mondo manifatturiero non sono voluti mancare a questo appuntamento che ha segnato un passo importante: la forza della manualità e del saper fare per il Made in Italy del futuro, anche tecnologico. Un vero omaggio alle botteghe rinascimentali, ai saperi e alle abilità nate in quelle fucine di creatività e tuttora patrimonio delle tante imprese artigiane italiane. “Rinascimento artigiano. Dai vecchi mestieri i nuovi lavori” è il titolo dell’Assemblea della Cna tenutasi lo scorso 26 settembre ad Assisi. È stata senza dubbio la festa degli artigiani e degli imprenditori, di cui la Cna dell’Umbria ne associa circa 7000. Nell’era del dominio incontrastato della tecnologia, emerge sempre più l’importanza del capitale umano. A discuterne sul palco, coordinati dal vice direttore del Tg3 Giuliano Giubilei, sono stati ospiti d’eccezione: lo storico dell’arte Philippe Daverio, il fotografo Oliviero Toscani, l’imprenditore del cachemire Brunello Cucinelli, la presidente della giunta regionale dell’Umbria Catiuscia Marini. A fare gli onori di casa il presidente nazionale della Cna, Daniele Vaccarino, e il presidente regionale Renato Cesca. Tecnologia, contaminazione con altre figure professionali e sinergie stanno marcando l’evoluzione di questi mestieri, cresciuti nei numeri e nelle dimensioni anche con un ritorno come scelta di vita. Renato Cesca: “Con questa iniziativa la Cna dell’Umbria dà l’avvio ai festeggiamenti per il 70° anniversario dalla sua costituzione. Riteniamo che questo sia il momento di fare tutti insieme uno sforzo collettivo verso la modernità. Ma senza dimenticare le nostre radici. Proponiamo che accanto agli interventi per “industria 4.0” ne vengano previsti altri su misura per un artigianato 4.0. Quando diciamo che è necessario un cambio di prospettiva per costruire un nuovo futuro abbiamo ben presente an-
che la necessità di costruire nuove opportunità a favore dei giovani”. Philippe Daverio: “La piazza universale di tutti i mestieri del mondo oggi è internet, la rivoluzione digitale sta segnando il nostro tempo. Ma non dimentichiamo che le parole “artigianato” e “digitale” derivano entrambe da una radice legata alla manualità: “arto” e “dita”. Di fronte alle grandi rivoluzioni industriali c’è sempre stata grande paura. Ma affrontarla significa segnare la storia”. Oliviero Toscani: “Gli artigiani hanno reso grande il nostro paese, grazie al loro saper far e alla loro manualità. Non producono mai due prodotti uguali, come due persone non possono essere identiche. La tecnologia oggi può essere un limite, per cui i giovani devono usare l’immaginazione per costruire il loro futuro. Per fare l’artigiano si deve avere una grande sensibilità verso la materia e la capacità, attraverso i cinque sensi, di trasformarla. Possiamo diventare una nazione ‘ricchissima’ se lavoriamo sull’umanità”. Brunello Cucinelli: “Internet ha sicuramente ridisegnato la mappa del lavoro. Il futuro avrà due strade: i prodotti industriali a basso prezzo (nel 2015 ne sono stati realizzati 80 miliardi di pezzi), distribuiti ovunque, e i prodotti artigianali speciali. Il mondo da noi italiani vuole questa seconda produzione. Negli ultimi anni abbiamo tolto all’artigianato la “dignità economica”, ora dobbiamo restituirla. Siamo artigiani contemporanei”. Catiuscia Marini: “Abbiamo bisogno di più manifattura anche in Umbria. Il 70% dei manufatti al mondo si produce in dieci stati, l’Italia è il sesto. L’artigianato va potenziato, perché torni al centro della produzione. Come ridare questo valore nei giovani? Il lavora-
Foto Mauro Berti
tore viaggerà sempre di più e si rapporterà con i clienti del mondo, pur rimanendo “manuale” e rivalutando se stesso. Credo molto nei progetti che si stanno portando avanti di alternanza scuola-lavoro: sono opportunità molto formative per conoscere, capire e cogliere esperienze di creatività e professionalità”. Daniele Vaccarino: “Da 70 anni il Cna cerca di dire con for-
za che il tipo di industria che abbiamo in Italia si basa su questo tipo di aziende. L’introduzione della forte componente tecnologica rischia di far perdere la manualità, ma dobbiamo combattere questo fenomeno solo con la bellezza del pezzo unico. Gli artigiani e le loro imprese continuano a trasformarsi: oggi non siamo più un mondo di serie B”.
SALUTE
numero 7 - OTTOBRE 2016
LUCIA PENNAFORTI I benefici della fisioterapia
BENESSERE POSTURALE LIBERI DAL DOLORE
“Come ti siedi?”. È la prima domanda che la fisioterapista Lucia Pennaforti fa a chi si rivolge a lei, con l’obiettivo di fargli ritrovare la naturale flessibilità e un equilibrio psico-fisico ottimale. “Migliorare la propria postura significa ritrovare la gioia di vivere” di SARA STANGONI
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a quanto tempo fai la fisioterapista? – Da undici anni. Mi sto ulteriormente specializzando, sono al secondo anno della laurea Magistrale di secondo livello. Ho iniziato l’esperienza lavorativa all’Istituto Serafico di Assisi, ho collaborato all’Istituto per Anziani Andrea Rossi, otto anni fa ho aperto uno studio a S.M. degli Angeli, poi quattro anni fa avendo bisogno di uno spazio più grande mi sono trasferita in un’altra sede sempre a S. M. degli Angeli. In cosa sei specializzata? - In rieducazione posturale globale, terapia manuale, terapie fisiche (tecar, laser, ultrasuoni, magnetoterapia, elettroterapia) e in clinical pilates. Sei sola nello studio? – Collabora con me la collega Giulia Pietrella. A chi sono indirizzate le tue cure? – Sia a bambini che adulti con problemi fisioterapici. Quali sono le richieste maggiori? – Patologie vertebrali e articolari, come problemi di spalle, mal di schiena, difetti posturali, tendinite, infiammazioni, oppure recupero funzionale post-operatorio e posttraumatico. Cosa è importante per te? – La puntualità e l’attenzione al cliente. Ci tengo a creare per ognuno una situazione di tranquillità e fiducia. Prima di tutto compilo un’attenta scheda di valutazione, per inquadrare il problema e capire se il cliente sia di mia pertinenza. L’obiettivo è trovare l’origine del problema e la sua soluzione.
Il ciclo di sedute ha una durata. E dopo? – Insegno ai miei pazienti l’importanza dell’autocorrezione e come applicarla con semplici consigli pratici per recuperare il benessere. Uno su tutti, come sedersi correttamente e l’importanza del movimento. Hai anche dei macchinari? – Quelli più usati nella fisioterapia, ma principalmente applico la terapia manuale, con un lavoro attento sul corpo e sulla persona per correggere i diversi squilibri muscolari e far recuperare l’elasticità persa. Ogni paziente ha esigenze mirate. I tuoi clienti sono anche bambini. Quali problematiche riscontri di più? - La colonna vertebrale è fatta per il movimento e tenerla ferma la danneggia. È fondamentale, quindi, che i bambini si muovano. Oltre alle sedute di rieducazione posturale, cosa proponi? – Organizzo anche corsi di Clinical Pilates per piccoli gruppi, mirati per tipologie e patologie. La fisioterapia sta assumendo un ruolo significativo. Quando è importante rivolgersi ad un esperto? – Il dolore non va mai sottovalutato. Le problematiche vanno trattate alla "radice", andando cioè a risolvere la causa principale e non solo il sintomo. È fondamentale fare prima di tutto una visita, con la quale si capisce il problema e poi si può predisporre il giusto ciclo di terapie. Il mal di schiena, ad esempio, è una cosa seria: non si tratta solo di eliminare il problema con una puntura, ma di ridare funzionalità al corpo, evitando l’insorgenza di possibili nuovi dolori causati dalla trascuratezza. Ho in cuore, prima di tutto, la salute della persona che si rivolge a me. È un fatto di coscienza medica.
STUDIO DI FISIOTERAPIA dott.ssa Lucia Pennaforti Via San Bernardino da Siena, n.41/B Santa Maria degli Angeli - Assisi Cell. 339 439 5694 Facebook Studio di fisioterapia dott.ssa Lucia Pennaforti
Direttore sanitario dr.Roberto Sacco medico chirurgo specialista in odontostomatologia Autorizzazione Regione Umbria n. 199
SISTEMA DI QUALITÀ UNI EN ISO 9001:2008 IMPIANTO ENDOSSEO IN TITANIO A NORMA E FDA CON PERNO E CORONA DENTALE IN ZIRCONIO: € 1400,00
CORONA DENTALE IN ZIRCONIO: € 600,00
IL NOSTRO OBIETTIVO RIMANE SEMPRE IL TUO BENESSERE RINGRAZIAMO CHI HA DATO FIDUCIA ALLA NOSTRA PROFESSIONALITA’
Periodico di informazione a cura dell’Ente Palio de San Michele | anno XXII n. 2 ottobre
di Bastia 2016
il Rionale Ente Palio de San Michele BASTIA UMBRA
Moncioveta conquista la vetta 15 Pali e primato assoluto
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Via S. Lucia 16/a
L’ENTE PALIO 2
La 54° Edizione del Palio Qual è stato il bilancio di quest’edizione? Il bilancio della 54° edizione è stato senza dubbio positivo, per questo ringrazio i 4 capitani e il Consiglio Direttivo dell’Ente Palio, così come tutte le istituzioni cittadine, la Parrocchia e le aziende che hanno contribuito alla realizzazione di quest’evento. Merito e un plauso speciale va a tutti quei ragazzi e a quelle figure che si sono adoperate per la realizzazione della prima edizione di PaliOpen. Nonostante le avversità atmosferiche, che ne hanno condizionato in parte lo svolgimento, ancora oggi rimane forte il ricordo di una serata suggestiva, emozionante e coinvolgente. A proposito di PaliOpen, le potenzialità di quest’evento sono ancora impercettibili… Si, ancora non si conoscono le reali potenzialità. Non metto in dubbio che si poteva fare di più, ma i tempi non hanno agevolato molto l’organizzazione. Considerando che tutto è partito nel mese di giugno e con i tre mesi estivi non è stato facile ritrovarsi a lavorare. Per quest’evento, mi auspico critiche costruttive e positive affinché si possa migliorare e crescere. Tra le cose più rilevanti di PaliOpen c’è senza dubbio la cooperazione e l’aggregazione di tutti i componenti dei 4 rioni. Non era facile alla vigilia prevedere un’armonia simile. Questo è stato senza dubbio l’elemento più sorprendente e, ripartendo da queste basi, l’organizzazione può mettersi in moto già da ora per realizzare un progetto ancor più avvincente. Al di là degli aspetti funzionali, ci sono state anche durissime contestazioni sia nei Giochi in Piazza che nella Lizza, provocando alcuni disagi. Perché succede questo? Problemi seri di ordine pubblico non ci sono mai stati, questo lo tengo a precisare. Alcuni rionali più “sanguigni” hanno reagito calorosamente manifestando le proprie ragioni. In piazza c’è un coordinatore e ci sono dei giudici federali dove il loro giudizio risulta insindacabile. Tuttavia, quest’alchimia quest’anno non ha funzionato perfettamente. In primis per un regolamento, comunque proposto e approvato dai rioni, che è risultato ancora una volta mancante sotto alcuni aspetti. In secondo luogo per una mancata collaborazione tra i responsabili e il coordinatore stesso (anch’esso comunque eletto dai rioni, ndr). Perciò, più che alimentare le polemiche, invito i responsabili di ogni rione a proporre migliorie fattive affinché non si verifichino più certi disagi. Comunque non ricordo un’edizione del Palio senza un acceso tifo e proteste, soprattutto per la sera dei giochi e della lizza. E, se proprio devo dirla tutta, sono convinto che un po’ ci piace…
INTERVISTA A MARCO GNAVOLINI, PRESIDENTE DELL’ENTE PALIO
Grande emozione invece per le parole espresse dal Presidente di Giuria Daniela Giovanetti, che con una lettera a cuore aperto, ha manifestato l’orgoglio e il proprio amore per il Palio, definendolo “un esempio culturale che affonda le sue radici nel sociale come nessun altra manifestazione italiana (da lei conosciuta) è riuscita a fare, tanto da coinvolgere intere generazioni” A nome di tutti i bastioli e di tutti i rionali, non posso far altro che accogliere con emozione e con grandissimo orgoglio quanto da lei espresso. Quest’anno per la prima volta la giuria era rappresentata da una maggioranza femminile. Tutti i ruoli dei giurati sono stato ricoperti con competenza e professionalità. Ecco perché vi invito a leggere tutti i giudizi e i commenti che saranno pubblicati a breve nei nostri canali di informazione. Dopo 54 anni di edizioni ed oltre 20 anni di Ente Palio, quali sono le necessità primarie per consentire una continuità orientata verso un evoluzione di questa splendida manifestazione? Alla luce dei traguardi raggiunti è davvero ingiusto oggi dover parlare ancora di certe problematiche. Come gli spazi rionali e le altre problematiche con la pubblica amministrazione e le istituzioni. Credo che si debba avere il massimo
rispetto per questa manifestazione che, in quanto a creatività, originalità e innovazione non ha eguali né in Umbria né in tutta Italia. Basta vedere soltanto quanti spettacoli teatrali di animazione, di giochi di piazza, abbiamo creato in 54 anni di storia.Il risultato è strepitoso e degno di massimo rispetto, per il contributo che abbiamo dato e diamo alla cultura e a Bastia Umbra. Da non sottovalutare anche l’aspetto didattico del Palio che, con il coinvolgimento delle Scuole, vanta anche grandi meriti sociali. Quest’aspetto è senz’altro da consolidare per favorire lo sviluppo delle nuove generazioni, educandole ai valori che hanno reso il Palio una scuola di vita per la maggior parte dei bastioli. Dove si può lavorare per migliorarci ancora? Senza dubbio negli eventi correlati al Palio. Per questo chiedo più partecipazione e sostegno da parte di tutti, affinché il Palio diventi un punto di riferimento per tutto l’anno, non solo a Settembre. In conclusione… Credo che quest’edizione appena conclusa sarà motivo di riflessione da parte di tutti (addetti ai lavori e non). Il punto di partenza per un tavolo programmatico e di concertazione al fine di risolvere le problematiche che tutti ben conosciamo. Colgo l’occasione per ringraziare i capitani uscenti e tutti i delegati per la fattiva collaborazione dimostrata.
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GARA GASTRONOMICA “MAGIE DEL GUSTO“ 2016
Il commento generale
Di seguito, la toccante lettera di Daniela Giovanetti, Presidente di Giuria 2016, che, a nome di tutti gli altri giurati, ha ringraziato Bastia Umbra e il Palio, con parole a dir poco emozionanti.
“Carissimi bastioli, in questi ultimi anni è stato per me un onore far parte della giuria delle Sfilate del Palio de San Michele. Quest’anno esserne addirittura il Presidente è stata per me un’emozione immensa. Sono attrice, il teatro fa parte della mia vita, ho affrontato ruoli belli e impegnativi di autori classici e contemporanei, il pubblico è il mio interlocutore, il mio amante, il mio amico-nemico, con lui vivo e condivido il pezzetto di vita che ci regala il teatro. A Bastia, grazie a voi, il mio ruolo è diventato un altro, sono stata spettatrice con il compito difficilissimo, di giudicare, di sottolineare le impressioni che voi suscitate e le emozioni che voi regalate e di collaborare alla elezione del vincitore. La mia attenzione si è concentrata tutta su di voi e su ciò che avviene in quella piazza. In questi anni vi ho ammirato in modo profondo e totale. La sapienza che avete nella costruzioni delle scene, la fantasia nella ideazione di quel che rappresentate, la bravura nel recitare, nel danzare e nel cantare rende i vostri spettacoli eccezionali. Il clima con cui riuscite a rendere una città intera devota al Palio, i Rioni uniti e in lotta per riuscire a vincere – con i grandi e i piccolissimi che si sfidano, che giocano e si mettono in gioco – è qualcosa di unico e preziosissimo. Il vostro Palio, pur essendo nato non tanto tempo fa, ha il sapore delle cose antiche, quelle che non devono finire mai. Vi
Vince San Rocco
porto spesso ad esempio, ogni città italiana dovrebbe sapere cosa, dal 1961 a oggi, succede a Bastia, i fatti come sempre contano più di ogni bella parola e voi, con il vostro evento, date la certezza che insieme si possono creare grandi cose per il bene della comunità. Noi, come giuria, arriviamo solo a lavoro ultimato, quando la Sfilata è pronta per il debutto, ma ho sempre immaginato quanti saranno stati gli incontri, e, perché no, gli scontri, le riflessioni, gli studi e approfondimenti, le prove che avete affrontato per far crescere, maturare e sbocciare la vostra creatura. Quel che portate sulla piazza, sono spettacoli meravigliosi, imponenti, unici. Ogni Rione partecipa con eguale competenza, bravura e passione. L’amore è forse la parola chiave della riuscita del Palio de San Michele, perché solo un grande sentimento trasforma il sogno in realtà. Il gioco ha delle regole tra cui la più forte è quella di dichiarare il vincitore, e anche quest’anno è stato così, vi abbiamo lasciato la nostra graduatoria, anche se, avremmo desiderato premiarvi tutti, uno per uno. Ci avete regalato giorni magnifici, abbiamo vissuto insieme a voi momenti incredibilmente belli, pieni di gioia, stupore e commozione. Abbiamo gustato i vostri prelibatissimi piatti, i vini, i dolci. Noi giurati, seduti in tavole apparecchiate con fantasia e sapienza, siamo stati accolti nelle Taverne come se fossimo dei principi, e noi, consapevoli di essere persone fortunate, ci siamo arresi alle vostre attenzioni e coccole. Sono stati solo cinque giorni ma bastanti per rendere la nostra vita più bella. Vi ringrazio con tutto il cuore, Daniela Giovanetti.”
LA GIURIA 2016
GIURIA TECNICA SFILATE 2016
Paolo Giubilei resp. cucina Rione San Rocco In quest’edizione il gruppo cucina del rione San Rocco è stato uno dei miglior gruppi in assoluto con la quale ho avuto l’onore di lavorare. Circa 6/7 anni fa abbiamo fatto un ricambio generazionale e, oltre le colonne portanti rappresentate dalle figure storiche, si sono inseriti tantissimi giovani ragazzi (30 anni in media)... Che poi sono gli stessi che qualche anno fa servivano gli ospiti a tavola ed ora sono passati in cucina. Abbiamo un gruppo bracieri favoloso! Alle torte Gianfranco Rossi, mio fratello Alessandro e Raffaella che riescono ad amalgamare il gruppo. Il talento unico di Angelica che ha gestito tutti gli antipasti. Tre cuochi nuovi che hanno completamento soddisfatto le nostre esigenze. Dona Bianconi e Alessandro Incontri che sono stati encomiabili nella gestione della cucina come Isotta Ceccarelli lo è stata nella gestione della sala. Io fungo da trait d’union, essendo il responsabile dell’informatizzazione e del coordinamento di tutti loro. Secondo te, quali sono stati i vostri punti di forza ai fini della vittoria? Partendo dal presupposto che, secondo me, tutte le cucine dei rioni sono equivalenti, sia come servizio che come qualità, il nostro plus ultra è stato senz’altro l’informatizzazione. Il nostro sistema ci permette di servire il cliente senza tempi d’attesa, gestendo le comande come fosse un ristorante. Poi quest’anno, con i nuovi cuochi, abbiamo riproposto i piatti tradizionali umbri. Tra le proposte più apprezzate ci sono senz’altro gli arrosticini di pecora e un dolce fatto in casa: i mascarpotti! Il tuo piatto preferito del Menu San Rocco? Senza dubbio la tagliata proposta dal nostro Vittorio, un ragazzo appassionato per il barbecue che, di fatto, rappresenta una delle nostre eccellenze in cucina. A chi dedichi questo successo? Sembra scontato, ma è la vittoria di tutto il gruppo, di tutto il Rione San Rocco. Un obiettivo raggiunto grazie anche al Capitano che ha soddisfatto le nostre esigenze con spese oculate. Un premio da condividere assolutamente con il bar gestito da Claudio e Adele e il Bar Chiti, il gazebo che ha deliziato il pubblico del dopo serata. FAP FOTO
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I PREMI
14° EDIZIONE PREMIO “DON LUIGI TOPPETTI“ 2016
Vince la sfilata del rione Sant’Angelo
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Il Premio, indetto in ricordo del parroco che fu l’ideatore del “Palio de San Michele”, assegna un riconoscimento alla Sfilata che più delle altre ha racchiuso i valori ispiratori della manifestazione: la socializzazione, il confronto, l’accoglienza, l’integrazione sociale, il rispetto della dignità umana, la pace, la promozione culturale e spirituale. La Giuria, dopo un’attenta e difficile riflessione per la particolare bellezza e spessore delle quattro Sfilate e dopo aver espresso un apprezzamento vivo e sincero per tutte le rappresentazioni, ha ritenuto tuttavia di assegnare tale riconoscimento alla Sfilata del Rione Sant’Angelo dal titolo “Indagine su quattro cittadini al di sopra di ogni sospetto”. Questa scelta viene così motivata: “Il Rione Sant’Angelo con la sua Sfilata ha messo in evidenza come la saggezza, l’esperienza e la maturità degli anziani, acquisite nel confronto con le difficoltà della vita e con le sue durezze, possono orientare e sostenere l’impatto delle nuove generazioni con le proprie difficoltà sempre antiche e sempre nuove. Il Rione ha visivamente dimostrato il valore dell’annuncio con il quale ha presentato la Sfilata: la fragilità dell’uomo nasconde la sua vera forza.”
15° EDIZIONE PREMIO SPECIALE “MONICA PETRINI“ 2016
Rodolfo Mantovani è il vincitore Il premio Monica Petrini è per me un riconoscimento meraviglioso, in primis perché conoscevo Monica, una ragazza splendida che con la sua allegria e vitalità ha sempre contagiato tutti. In secondo luogo per quello che rappresenta. Una sfida nella sfida per tutti gli attori in scena. Lo dedico e lo condivido con tutti i rionali coinvolti nell’allestimento della sfilata. Centinaia di persone che hanno partecipato fisicamente come la sartoria, i carristi, gli scenografi, gli addetti alla parte elettrica, etc… Per me poi ha un valore incredibile. Basti pensare che se non ci fosse stato il Palio probabilmente oggi non farei neppure il mestiere dell’attore. Ed è proprio grazie a questa splendida iniziativa che ho potuto prima conoscere e poi sperimentare gli aspetti di questa professione. Quando vinsi il premio anni fa, feci un provino ed iniziai a lavorare con Mediaset. Il mio auspicio è che, come in quel caso, questa vittoria mi porti fortuna. A chi lo dedico? Vivo una vita solitaria, lontano da Bastia, a Roma. Quando è finita la sfilata ho ricevuto un numero indefinito di complimenti da parte di tutti, rionali e non. Questo mi ha letteralmente emozionato e ripagato di tutti gli enormi sacrifici che faccio quotidianamente. Ecco perché vorrei dedicare questo premio a tutti coloro che hanno colmato il mio cuore. Mi hanno fatto capire che ho intrapreso la strada giusta e mi hanno spinto verso l’unica direzione, quella che non ti fa mollare mai: grazie a tutti, di cuore! Rodolfo Mantovani, Rione San Rocco
I quattro interpreti nominati:
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Rione Sant’Angelo Marina Sozi Rione Moncioveta Lucia Betti Rione Portella Omar Tummarello Rione San Rocco Rodolfo Mantovani
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3° EDIZIONE PREMIO SPECIALE “STELLA NASCENTE“ 2016
Bambini Lucciole del Rione Portella I quattro interpreti nominati: Rione Sant’Angelo “Il bruco” Rione Moncioveta “Bambini fiocchi di neve” Rione Portella “Bambini lucciole”
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Rione San Rocco “Piratino”
LA SFILATA
GIURATI
Portella
San Rocco
DANIELA GIOVANETTI presidente di giuria
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MONICA GUAZZINI
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NORINA ANGELINI
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ANNALISA BUCCELLATO
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SIMONE COLOMBARI
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I GIOCHI
RIONI
PUZZLE
TIRO ALLA FUNE
Moncioveta Portella Sant’Angelo San Rocco
3° 2° 1° 4°
pt. 2 pt. 3 pt. 5 pt. 1
1° 4° 3° 2°
CORSA CON IL SACCO
pt. 5 pt. 1 pt. 2 pt. 3
1° 2° 3° 4°
25 pt 10 pt 1°
15 pt 6 pt 2°
PUNTI CLASSIFICA PUNTI PALIO CLASSIFICA
Sant’Angelo
10 pt 4 pt 3° CLASSIFICA
ALBERO DELLA CUCCAGNA
pt. 5 pt. 3 pt. 2 pt. 1
4° 1° 3° 2°
Moncioveta
1° 2° 3° 4°
pt. 1 pt. 5 pt. 2 pt. 3
RISULTATI 2015
FAP FOTO
5 pt 2 pt 4° PUNTI PALIO
pt. 13 pt. 12 pt. 11 pt. 8
5 3 2 1
LA LIZZA 1° MONCIOVETA
3’ 35’’42
2° SANT’ANGELO
3’ 36’’95
3° PORTELLA
3’ 41’’26
4° SAN ROCCO
3’ 46’’37
Raffaele Cinquegrana Giovanni Bianchi Emanuele Sdringola Giovanni Cinquegrana
0’56’’76 0’54’’02 0’52’’90 0’51’’58
Nicola Ciancabilla Alessandro Rossi Marco Degli Esposti Davide Santucci
0’53’’83 0’55’’03 0’53’’88 0’53’’67
Pierluca Trecchiodi Fabrizio Pantaleoni Edoardo Lazzari Davide Falcinelli
0’54’’45 0’56’’97 0’55’’20 0’53’’65
Marco Villanova Lorenzo Ridolfi Giacomo Gorietti Mirko Susta
0’55’’95 0’53’’61 0’59’’00 0’57’’31
I tempi parziali dei singoli frazionisti sono forniti dal Prof. Lazzari Claudio, i tempi totali sono quelli ufficiali dei giudici di gara. FAP FOTO
FAP FOTO
Il rionale di Bastia Periodico dell’Ente Palio de San Michele Via Sant’Angelo, 6 - 06083 Bastia U. Reg. Tribunale Perugia 20/2001 Direttore responsabile Nicola Angione Foto di copertina FAP Foto Foto FAP Foto, Contrasti, Roberto Fausti Responsabile pubblicità Marco Fabrizi Impaginazione Ass. Cult. LIBERA VOX
PALIO 2016
RIONI Moncioveta San Rocco Portella Sant’Angelo
SFILATA classifica 4° 1° 2° 3°
GIOCHI
punti 2 10 6 4
classifica 1° 4° 2° 3°
punti 5 1 3 2
LIZZA classifica 1° 4° 3° 2°
punti 5 1 2 3
PUNTI
CLASSIFICA
12 12* 11 9
1° 2° 3° 4°
FOTO E DVD 54° EDIZIONE Scopri tutte le FOTO ufficiali e ritira la tua copia del DVD presso il negozio FAP FOTO (Piazza Mazzini)
* A parità di punteggio finale, è stato considerato l’ordine di arrivo della lizza.
Concorso fotografico 2016
GIURIA TECNICA PIERO PRINCIPI, NADIA CIANETTI, MICHELE MORELLI 1° classificato MELISSA MASSARA Per l’effetto pittorico e per il mosso ben contrastato.
GIURIA POPOLARE PRO LOCO BASTIA 1° classificato MANUELA CAPITANUCCI Sentimenti, tensioni emotive e spirituali all’interno della vita del Palio. Momenti di amore e creatività.
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I PROTAGONISTI
Intervista a GIOVANNI ROSCINI, Responsabile Lizza di Moncioveta
Intervista al capitano del Rione Moncioveta
FEDERICA MORETTI a cura di Nicola Angione Siamo una grande famiglia, unita. Abbiamo saputo rialzarci ed andare avanti con coesione e uno spirito di aggregazione fuori dal comune. Questo ci ha permesso di creare un gruppo vincente, in primis nei valori e poi qui, in piazza. Due anni da capitano, due anni sul gradino più alto… Il segreto? Non voglio essere ripetitiva ma ho dei grandissimi rionali che amo profondamente. Quest’anno abbiamo sfilato con ben 298 persone e non era mai successo nella storia del nostro rione. Con questa vittoria del Palio siamo balzati in testa per la prima volta nell’albo d’oro della manifestazione. Quindi ho una gioia immensa ma,
a cura di Nicola Angione tuttavia, sono molto dispiaciuta per il comportamento che hanno avuto gli altri rioni. Personalmente, mi ritengo una persona sportiva, spero che a sangue freddo ragionino meglio sulle accuse che ci hanno rivolto. Tutti i rioni si impegnano dall’inizio alla fine. C’è un lavoro allucinante da parte di tutti i rionali bastioli coinvolti. Quindi per me, in realtà, siamo tutti vincenti. Però in questo momento il palio l’abbiamo vinto noi e non posso che esternare la mia felicità. La dedica? (tra le lacrime di commozione, ndr) Questi due pali consecutivi li dedico a tutti i miei rionali che si sono impegnati con me.
È stata più che mai una Lizza sofferta e quanto mai importante. La prima frazione ci aveva penalizzato in modo eccessivo e, se non avessimo avuto Raffaele, probabilmente non ce l’avremmo fatta. Non ha mai mollato, ci ha creduto fino alla fine e ha guidato una rimonta incredibile coincisa con la vittoria del Palio. È stata la vittoria di tutto il gruppo, di tutto il Rione… L’emozione è talmente tangibile che ancora oggi risuona. Non posso far altro che ringraziare tutti gli atleti e i rionali che ci hanno sopportato! Questa Lizza vale doppio. Vale il Palio.
GIOVANNI CINQUEGRANA
FAP FOTO
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(4° frazionista del rione Moncioveta) Le emozioni a caldo fanno ancora più rumore. Tutti ci davano come super favoriti, invece il Rione Sant’Angelo ha dimostrato il suo grande valore. Si sono allenati benissimo e il loro impegno non può che essere applaudito. Faccio i complimenti anche agli altri due rioni... Vincere non è stato semplice e, al di là di come sia andata la gara, siamo tutti felicissimi per aver raggiunto l’obiettivo. Ringrazio i nostri due responsabili Giovanni Roscini e Stefano Bianchi che sono stati impagabili. Un plauso speciale anche al mio amico fraterno Michele Medici che non ha potuto gareggiare per un problema fisico, ma che è rimasto con noi fino alla fine, sopportandoci con tutta la sua energia. Questa è la fotografia perfetta di un gruppo solidissimo, unitissimo ed è questo uno dei segreti del nostro successo. Vorrei ringraziare tutta la mia famiglia, mio fratello, mia madre, mio padre ed Alessandra che mi ha sopportato durante il mese di settembre. Una dedica, un saluto speciale ad un amico che durante questa festa mi è mancato tantissimo: Didò! Spero che tu ci stia vedendo (intervista in diretta streaming, ndr) e che ti sia gustato questa bellissima lizza. Tutti noi sappiamo che ce la stai mettendo tutta. Spero di vederti qui in questa piazza e di gioire con il tuo Rione. Te lo auguro dal profondo del mio cuore! E infine, vorrei dedicare questa lizza a mio Nonno che è venuto a mancare lo scorso mese di marzo. So che da lassù mi ha dato una spinta per correre più veloce del vento. Mi sono tenuto tutto dentro, senza confidarlo a nessuno e mi ero riproposto di dedicargli questa possibile vittoria. Ci siamo riusciti... E questa Lizza è tutta per lui.”
differenti, tutte però con una caratteristica in comune, credevano fortemente in questa storia. Ovviamente non basta l’idea per vincere, come non basta la performance di un singolo elemento. Ogni spunto, ogni scena, ogni situazione è stata curata meticolosamente. L’impegno massimo da parte di tutti i componenti ha messo in scena una sfilata densa di valori. Nella storia portata in piazza abbiamo voluto evidenziare come le differenze non sono un ostacolo, bensì una accrescimento per ciascuno di noi; crediamo che con questa sfilata abbiamo dimostrato praticamente come un gruppo eterogeneo possa, con impegno e dedizione in comune, raggiungere grandi risultati… insieme! Tra i giurati c’erano attori, scenografi, coreografi, registi, organizzatori teatrali e musicisti quindi, essendo del settore, crediamo che abbiano voluto premiare quest’alchimia d’insieme che siamo riusciti a creare.” A chi dedicate questo successo? In quanto gruppo sfilata, non possiamo far altro che dedicare la vittoria a tutto il Rione San Rocco e a tutti i suoi rionali. A chi c’ha messo anima, cuore, impegno e lavoro. A chi non c’è stato tutto l’anno ma ha sopperito con il proprio tempo,
ROBERTO FAUSTI
LA SFILATA Com’è nata l’idea del soggetto della sfilata “100% colore”? Partiamo da un presupposto: è stato fatto un lavoro enorme che, per tutto l’anno, ha coinvolto l’intero gruppo sfilata del rione San Rocco. L’idea è nata in una delle primissime riunioni del gruppo, quando Francesca Cleri ha posto un quesito che ci ha subito incuriosito: “ragazzi, ho un dubbio che, secondo me, affligge tutti quanti noi almeno una volta nella vita: che fine fanno i calzini spaiati?”. La domanda catturò subito l’attenzione di tutti e, tra tutte le proposte discusse, questa è stata quella che ha prevalso. Piano piano ognuno di noi ha cominciato a convogliare le proprie idee su questa storia, iniziando così un vero e proprio lavoro di gruppo. Abbiamo creato un’unica traccia che ci ha letteralmente appassionato, trasformando quest’idea nella storia di tutti. Una vittoria unanime: secondo voi, cos’è che l’ha fatta prevalere nella scelta di tutti e 5 i giurati? Crediamo che i giurati abbiano percepito la creazione del progetto e intravisto un lavoro “collettivo”. La forza di questa sfilata è racchiusa proprio qui! Il contributo a questa lavoro è arrivato da tante persone con capacità e peculiarità
Ovviamente lo dedico anche a me. Vivo questo ruolo con molta dedizione, impegno e grande passione. La mia testa a settembre (e anche prima) è rivolta soltanto a questo. È chiaro, non sono io a competere e chi c’ha portato alla vittoria sono stati i nostri ragazzi. Però, credo che il mio ruolo sia stato funzionale al risultato, poiché è soltanto seguendoli giornalmente (non solo a settembre) e credendo in loro, come io faccio dal profondo del cuore, che si possono realizzare imprese come questa. Infine, considerazione personale. L’accanimento con la quale difendi questo rione nelle sedi più opportune è qualcosa di incredibile. Odiato da tutti gli altri, ma al tempo stesso, forse, preso anche come il miglior esempio da seguire... Sembra retorica ma, quando si vince non si può essere simpatici a tutti. Ognuno tira l’acqua al proprio mulino, no? Poi... Quando prendo un impegno, non conosco altro modo per portarlo a termine se non dare tutto me stesso. In tutte le sedi, sia quelle diplomatiche che quelle pratiche, sul campo. E finché avrò voglia e tempo di farlo sarà così. Quando sentirò che l’interesse e il tempo vengono meno, sarò il primo a fare un passo indietro. Ora, con questa gioia immensa addosso, mi auguro che quel tempo non arrivi mai.
I PROTAGONISTI
I GIOCHI Filippo Giuliani, responsabile dei giochi di Moncioveta, per la terza volta consecutiva sul gradino più alto del podio ha ancora l’adrenalina addosso quando risponde alle nostre domande. Filippo, ormai sta diventando una consuetudine: per il terzo anno consecutivo ci ritroviamo insieme la notte del 26 settembre a descrivere un’altra vittoria, questa volta però al cardiopalma! Già, è stata una gara molto più combattuta degli anni precedenti. Abbiamo vinto solo per un punto di distacco ma... Si dice che vincere è difficile, ripetersi lo è ancora di più, ma vincere per la terza volta consecutiva
è sicuramente un’impresa. Quando ho cominciato quest’avventura non mi sarei mai immaginato di stare qui a celebrare questo triennio favoloso. Siamo consapevoli della nostra forza ma gli avversari sono forti, le variabili in ogni gioco sono tante e fare in modo che alla fine il risultato ti sorrida non è assolutamente scontato, anzi... Senza entrare nelle polemiche che hanno caratterizzato quest’edizione, entriamo nel merito dei protagonisti, degli atleti che hanno compiuto quest’impresa. Hai un gruppo eterogeneo. Un mix di giovani e gloriosi rionali che da anni scendono in piazza. Dopo le soddisfazioni che il gruppo giochi mi ha regalato, non potevo che confermare le squadre che sono scese con me in piazza negli ultimi anni. Logicamente non sempre si ritrovano le stesse persone; abbiamo dovuto sostituire le assenze con altrettanti ragazzi bravi. Questa sera il gruppo giochi è stato spinto dalla forza immensa del nostro Rione. Questa vittoria non è soltanto merito degli atleti scesi in piazza, ma di tutta la famiglia Moncioveta che ogni anno espande i propri confini contagiando con entusiasmo l’intero movimento. A chi ti senti dedicare questo strepitoso successo? Innanzitutto dedico questa vittoria a tutto il Rione. Poi mi piace condividere questo premio con tutti gli atleti scesi in piazza e tutti i collaboratori che hanno lavorato alla realizzazione della squadra dei Giochi.
FILIPPO GIULIANI Responsabile Giochi Moncioveta
FAP FOTO
la passione e tutta la dedizione. A chi ha preparato i giochi e la lizza. Questa è una dedica positiva, di ringraziamento, ma vuole fungere anche da stimolo. Possiamo senza dubbio migliorare determinati aspetti, ma siamo un rione che ha tante capacità, che non ha mai mollato e che crede fortemente nel gruppo, nella condivisione, nel lavoro e nel talento. Il nostro auspicio è che questa GREENTA venga percepita anche da chi non ha ottenuto il massimo. Noi non abbiamo mai mollato, anche quando i risultati non arrivavano. Perciò... Bisogna essere fiduciosi rimboccarsi le maniche e, soprattutto, crederci sempre! A proposito... Ricominciamo?
Gruppo sfilata San Rocco
7
MINIPALIO
MINIPALIO
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RIONI Portella Sant’Angelo San Rocco Moncioveta
TIRO ALLA FUNE 4° 1° 3° 2°
1 5 2 3
PUZZLE
CORSA CON IL SACCO 1° 2° 3° 4°
5 3 2 1
1° 4° 3° 2°
5 1 2 3
MINILIZZA 1° 2° 3° 4°
5 3 2 1
TOTALE PUNTI
CLASSIFICA
16 12 8* 8*
1° 2° 3° 4°
* A parità di punteggio finale, è stato considerato l’ordine di arrivo della lizza.
Portella domina il Mini Palio 2016 FAP FOTO
8
I ragazzi del rione Portella concedono il bis e, dopo la vittoria del 2015, si aggiudicano anche il Mini Palio 2016, dipinto dalla giovanissima artista Francesca Bordi. Entusiasmo alle stelle per l’edizione 2016 del Mini Palio che ha registrato ancora una volta il sold out sulle tribune. La competizione dedicata ai piccoli rionali è stata avvincente, nonostante il dominio dei ragazzi capitanati da Stefano Lombardi. Basti pensare che il Rione Portella (16 punti) si è aggiudicato ben 3 giochi su 4. Al secondo posto il Rione Sant’Angelo (12 punti), mentre chiudono ad ex aequo ad 8 punti San Rocco e Moncioveta, con i verdi balzati al terzo posto grazie al miglior piazzamento sulla Mini Lizza. Subito prima della consegna del Mini Palio realizzato da Francesca Bordi (classe III° H della Scuola Secondaria di I° grado Colomba Antonietti di Bastia Umbra), il pubblico ha riservato un applauso scrosciante in memoria di Fabio Lunedei, speaker del Mini Palio nelle edizioni precedenti, prematuramente scomparso lo scorso anno. La grande emozione di questo tributo ha lasciato spazio ai festeggiamenti dei ragazzi del Rione Portella che, come da tradizione, durante la serata hanno festeggiato la vittoria del Mini Palio sfilando, tra gli applausi, su tutte le taverne rionali.
BRICOLAGE EDILIZIA
D
DECORAZIONE
AR
ARREDO BAGNO
GI
GIARDINAGGIO
BASTIA UMBRA SS 75 USCITA OSPE BASTIA UMBRA SS 75 USCITA OSPEDALICCHIO SUD
BASTIA UMBRA (Pg) Via Firenze, 98 - tel. 075 8000875 PERUGIA Loc. Sant’Andrea delle Fratte - tel. 075 5001015
ARTE
numero 7 - OTTOBRE 2016
A Spello Ars captiva non est
Lo scultore Federico Della Bina dialoga d'arte con gli spazi delle Torri di Properzio La mostra d'installazioni si è chiusa il 2 ottobre di GIORGIO CROCE
S
i è conclusa all'inizio di ottobre Ars captiva non est ovvero la mostra di sculture/instal lazioni, dell'artista assisano Federico Della Bina, ubicata in una delle Torri di Properzio, Torri che fanno parte di un complesso architettonico, insieme a Porta Venere, gioiello, tra i tanti, di Spello. Gli affascinanti piani della Torre, in questa operazione di raffinata arte, hanno interagito direttamente con le opere esposte; l'artista, infatti, ha collocato le sue installazioni colloquiando con gli spazi che andava occupando. Praticamente è il terzo appuntamento che questo scultore ci regala (perché, per chi ama l'arte, d'importanti regali si tratta), dopo Ninfe e Ninfee nel Chiostro delle Benedettine di Bastia Umbra e Viventes inter su sustinent ad Assisi nel Palazzo del Capitano del Popolo; Della Bina fa questo tipo di “reinvenzione” artistica creando sempre nuove e diverse installazioni, che interpretano i luoghi che le ospitano, partendo da alcune sue sculture. In questo caso la mostra, curata in maniera impeccabile da Giulio Proietti Bocchini e con il valore aggiunto della creatività di Massimiliano Ciofini, “artista floreale”, presenta, in tutto, otto installazioni. C'è da dire che questa personale la si può leggere come un unicum articolato in diverse sorprese. L'artista intende omaggiare il genere femminile, quale attore della creazione, quindi fautore di vita, rappresentato in queste installazioni da piccole sculture muliebri, in ceramica, anche lavorate con tecnica raku. Entrando nella Torre ci si imbatte nell' Autoritratto dell'artista: varie parti del corpo in gesso (volto, piedi, mani) sono assemblate in un pannello quadrato, illuminato dal retro e arricchito, nell'ambiente, da due composizioni ikebana. Questo è l'inizio del percorso, dove l'artista “riceve” i visitatori e li introduce alle opere successive dislocate ai vari livelli della Torre. Al primo piano una scultu-
EVENTI NEL COMPRENSORIO
ARTE E FOLLIA ANTONIO LIGABUE PIETRO GHIZZARDI Chiesa San Francesco Gualdo Tadino - sino al 30 ottobre CERAMICA UMBRA DEL ‘900 Palazzo Frumentario Assisi sino al 30 ottobre
ra di donna è sistemata dietro una “pioggia”di fili di lana, in prevalenza blu, che s'immergono in un catino d'acqua. La “pioggia” imprigiona, qui e là, vecchie chiavi. Il titolo è D'acqua. In questa installazione, come nelle altre che seguiranno, vi è un'immagine fotografica, macro, che riproduce un particolare cromatico della scultura stessa, e che è parte integrante dell'opera. Al secondo piano ci accolgono due installazioni: nella prima, intitolata Menade, la scultura di donna ha alle spalle una specie di pentagramma in verticale dove le note sono rappresentate da piccoli rametti, e sotto di lei un vortice di carbon coke e legni scuri, ricreano l'atmosfera della combustione per la cottura della ceramica; nella seconda installazione, Donna vento, la figura femminile lascia dietro di sé una ragnatela, che sembra in movimento, formata da fili di lana e sottili bacchette ricurve, in ferro. Questa ragna, di leggerezza e fragilità, gioca con una sinfonia di foglie secche. Al terzo piano, in Terra madre, la figura di donna, un virtuosismo in bianco e nero, emerge da una “fontana” di calamo aromatico con alla base una collinetta di terriccio, mentre SVelata è l'installazione che richiama le atmosfere mistiche di certi altarini con una simil Madonna, dalle vesti celeste e oro. Dietro, fanno da sfondo, alcuni pannelli di organza, dai colori preziosamente decadenti, bluviola-oro. Arrivando al terrazzo,
(mozzafiato il panorama che la Torre offre), sdraiata sul pavimento troviamo Terra, opera formata da un cretto, con le orme lasciate da piedi nudi, dipinte in oro, che ci indirizza verso Spinte. Quest'ultima opera, appoggiata sopra il parapetto della torre, è una scultura in gesso bianco, raffigurante un corpo femminile che, quasi si libra nel vuoto e ci indica, abbracciandola simbolicamente dall'alto,
la città di Spello. Questo credo voglia essere il commiato, ai fruitori della mostra, da parte dell'artista che ribadisce, così, il suo omaggio alla vita e a chi la crea. Come in tante altre occasioni il Comune di Spello e Sistema Museo realizzano eventi di pregevole livello, ospitando, in magnifici spazi, validi artisti che operano sul territorio: questo modus operandi è un esempio da imitare.
Brillante Laurea di ANTONIA PRISCO
Brillante Laurea di ILARIA CIPRIANI
Il 6 Luglio 2016, Antonia Prisco, presso l’Università degli Studi di Perugia, Dipartimento di Scienze Politiche ha brillantemente conseguito la Laurea con la votazione di 110 e lode, discutendo la tesi: “La penetrazione delle mafie in aree non tradizionali e le politiche di contrasto”. Relatore Prof. Roberto Segatori. Alla neo dottoressa giungono gli auguri di tutta la famiglia, dei parenti e degli amici per una carriera piena di successi.
Complimenti ad Ilaria Cipriani che p r e s s o l’Università degli Studi di Perugia, il 10 Ottobre 2016, ha brillantemente conseguito la Laurea Magistrale in Giurisprudenza, discutendo la tesi in Diritto Processuale Penale dal titolo: “Il Giudizio Abbreviato tra logica deflattiva e giusto processo”. Relatore prof. Carlo Fiorio. Alla neo dottoressa giungono calorose congratulazioni da parte di tutta la famiglia che ha vissuto insieme a lei un momento di grande gioia e soddisfazione, condivisa con i parenti e gli amici più cari. Auguri per una brillante carriera professionale. .
DALL'OBLIO AL RESTAURO DI JACOPO NEGRETTI DETTO PALMA IL GIOVANE Sala Mostre Cappuccini Via San Francesco,19 Assisi - sino al 30 ottobre Chiuso il lunedì TEX E SPOLETO LE FRONTIERE DI ENRIQUE BRECCIA Rocca Albornoziana, Spoleto sino al 30 ottobre OPERA PR1MA Mostra diffusa nei musei di Amelia, Bettona, Bevagna, Cannara, Cascia, Deruta, Marsciano, Montefalco, Montone, Spello, Trevi, Umbertide. Info: www.umbriaterremusei.it sino al 6 novembre VIRGINIA RYANI WILL SHIELD YOU Complesso Museale S. Francesco, Trevi sino al 6 gennaio 2017 ALBERTO BURRI: LO SPAZIO DI MATERIA TRA EUROPA E U.S.A. Ex Essicatoi del Tabacco, Città di Castello sino al 6 gennaio 2017
numero 7 - OTTOBRE 2016
Losanna (Svizzera)
A LUIGI BALLERINI IL “ROMANZO ITALIANO PER IL
Davanti ai libri di Carlo F. De Filippis e Andrea Fazioli. A Fioly Bocca il Premio “Claudia Malizia”. L’edizione 2017 si terrà a
L
i nostri connazionali che vivono all’estero e la sensibilizzazione delle giovani generazioni alla lettura. Erano presenti Antonino La Piana, Console Generale d’Italia a Ginevra, Grazia Tredanari, presidente Comites, i rappresentanti di molti sodalizi legati all’immigrazione e Oscar Tosato, assessore del Comune di Losanna, quest’ultimo assegnatario di un riconoscimento da parte della Direzione del Premio Fenice-Europa per la notevole attività sul fronte degli immigrati. Le schede dei tre romanzi sono state rese note, e mirabilmente interpretate, da Claudio Toscani, componente della giuria tecnica. Durante il corso della serata Luciano Sonno ha chiesto di osservare un minuto di silenzio per le vittime del recente terremoto di Lazio e Marche e ha proposto una raccolta fondi. La serata è stata vivace e piacevole, intervallata da un serrato dibattito tra pubblico e scrittori, arricchita dalle proiezioni di bre-
vi contributi video inviati dai lettori della Bielorussia, degli Stati Uniti e dell’Antartide. Emozionante è stato il momento dedicato alla sezione “Claudia -Malizia”, vinta da Fioly Bocca, con il romanzo Ovunque tu sarai (Giunti), e presentata da Younis Tawfik che ha intrattenuto la scrittrice con una breve intervista. È seguita la consegna del premio da parte di Rizia Guarnieri, coordinatrice della sezione stessa. Questa XIX edizione, svoltasi a Losanna - seconda uscita all’estero per i volontari dell’Associazione Culturale “Bastia Umbra: città d’Europa” - si è rivelata ricca di spunti positivi, soprattutto sul fronte della parte-
GIOCHI - INDOVINELLI di Moreno Gagliardoni
La rivolta degli schiavi in America
Lo sfruttare di vite era frequente in quel tempo di botte e costrizioni, ma gradualmente avvenne un cambiamento nascendo dai pestaggi un gran fermento.
24-08-2016: un terremoto spaventoso
Che botta! Con il letto che ballava ce la siam fatta sotto, anche se è vero che in rapporto a chi l’ha pagata cara ad Amatrice è corso poi il pensiero A lato capovolte le soluzioni
1- La vendemmia 2 - La prostituta
a sala eventi del Circolo Italiano di Losanna (Svizzera), gremita di pubblico, ha fatto da cornice alla cerimonia finale della XIX edizione del Premio Letterario Fenice-Europa, ideato da Rizia Guarnieri e Adriano Cioci di Bastia Umbra. Supervincitore è risultato Luigi Ballerini, autore di Hanna non chiude mai gli occhi (San Paolo), che ha totalizzato 212 preferenze; una bella storia di rapporti umani, un tentativo in gran parte riuscito di arginare la deportazione di un folto gruppo di ebrei di Salonicco. In seconda posizione si è piazzato il romanzo giallo di Carlo F. De Filippis, Le molliche del commissario (Giunti), 133 voti, e in terza un altro giallo, di Andrea Fazioli, L’arte del fallimento (Guanda), 111 voti. I tre premi sono stati consegnati da Raffaele Spinello, referente del Circolo Italiano di Losanna, Carlo Rosignoli, presidente dell’Ass. Culturale “Bastia Umbra: città d’Europa” e Mario Cicchi dell’Arulef di Losanna. Il premio al super-vincitore è stato consegnato da Sonia Sonno, referente della giuria popolare di Losanna. Particolarmente significativo è stato l’intervento di Luciano Sonno, presidente della sezione di Losanna dell’Associazione Regionale Umbra Lavoratori Emigrati e Famiglie, che ha sottolineato come la manifestazione letteraria abbia colto diversi obiettivi, tra cui lo sforzo di valorizzare la lingua italiana, il consolidamento dei rapporti con
numero 7 - OTTOBRE 2016
Lista “Bastia per te”
MONDO” Pescina (L’Aquila)
cipazione: in sala, infatti, era presente un foltissimo gruppo di lettori popolari provenienti dall’Umbria (Assisi, Bastia, Massa Martana, Paciano, Terni), dalla Francia (Rouen), dalla Svizzera (Basilea), oltre (a sorpresa) a un nutrito numero di rappresentanti della famiglia Merci (uno dei protagonisti del libro di Luigi Ballerini). Con la prossima edizione (settembre 2017) si tornerà in Italia per raggiungere Pescina (la patria di Ignazio Silone), come ha annunciato Stefano Iulianella, sindaco della cittadina abruzzese.
Simona Carosati lascia il Consiglio Comunale. Al suo posto arriva Andrea Brozzi La dott.ssa Simona Carosati dopo 2 anni da Consigliere Comunale nella Lista “Bastia per te” ha rassegnato le dimissioni. Comunicate durante la seduta Consiliare del 27 settembre 2016 ha colto di sorpresa la maggior parte dei colleghi della maggioranza e minoranza. In una nota inviata la sera stessa afferma: “Scrivo queste righe di getto, intendendo dare un saluto a tutti coloro i quali Simona Carosati mi hanno sostenuto in questo percorso e anche a chi non lo ha fatto. Con una nota, formalizzo le mie dimissioni dalla carica di consigliera comunale. Ho voluto darne diffusione personalmente durante la seduta del consiglio perché, come pubblicamente ho intrapreso questo percorso, era giusto che pubblicamente fossi io a comunicarle ai cittadini e alle cittadine... ... Orgogliosa di aver Andrea Brozzi ricoperto una tale carica, faccio i miei auguri a chi prenderà il mio posto e a tutto il Consiglio per un fruttuoso lavoro per la nostra città... Vivo un momento della mia vita particolarmente intenso in ambito familiare e lavorativo, ma il mio impegno di cittadina non verrà meno e sarà sempre rivolto a perseguire il bene comune… c’è ancora tanto da fare... ma spetta a NOI CITTADINI SCEGLIERE”. La nota che per motivi di spazio non abbiamo potuto pubblicare interamente è possibile leggerla nel nostro portale www.terrenostre.info Al posto di Simona Carosati entra a far parte nel Consiglio Comunale Andrea Brozzi. Il geometra di Ospedalicchio aveva raccolto con la lista Bastia per te - 114 preferenze giungendo dietro a Stefania Segatori che ha rinunciato. Andrea Brozzi, classe 1967 sposato padre di una figlia è stato investito nella nomina durante il Consiglio del 6 ottobre 2016. Buon lavoro.
MONETIZZAZIONE STANDARD URBANISTICI il C. Comunale di Bastia adotta nuovi criteri
Luigi Errico
Il Consiglio Comunale di martedì 27 settembre 2016 ha adottato con voto unanime una delibera in cui vengono rimodulati criteri e procedure relative alla monetizzazione delle dotazioni territoriali e funzionali, ovvero gli standard delle opere di urbanizzazione relativi a parcheggi e verde pubblico. “Con i nuovi criteri - rileva il consigliere di maggioranza Luigi Errico - non solo saranno incrementate le entrate del Comune, grazie alle monetizzazioni più accessibili, ma ne trarrà beneficio tutta la comunità locale potendo ottenere interventi più razionali ed efficaci da parte del Comune in materia di parcheggi e verde pubblico”.
ATTUALITÀ
numero 7 - OTTOBRE 2016
COSTANO DI BASTIA UMBRA
Una stele di marmo ricorderà la storia di San Rufino Costituito un comitato di cittadini del luogo a sostegno dell’opera
ROBOT PER IL CONDOMINIO
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i recente è stato presentato il primo robot per il Condominio. Un portiere hi-tech con tanto di cravattino come uniforme. Può sorvegliare con efficienza il viavai all'ingresso dello stabile. Oltre agli occhi rotondi e vivaci è dotato di un comodo vassoio. Consegna ai condòmini posta, pacchi e anche la spesa. Si muove sulle ruote. Primo prototipo realizzato e sperimentato in italia. E' stato presentato a Pisa, nel convegno sulle tecnologie al servizio dell'ambiente in cui si vive, organizzato dalla Scuola Superiore Sant'Anna. Obbiettivo dei progettisti, un modello che possa essere prodotto su scala industriale a costi accessibili. Sarà messo in commercio nel 2018. Sull'idea del robot per il Condominio è stato realizzato il prototipo del robot domestico. Una sorta di badante dall'aspetto molto simile a quello del suo collega. Entrambi sono figli del progetto Robot Era. Tutti e due hanno un busto che può essere modificato a seconda delle esigenze. Parlano e obbediscono ai comandi vocali. Il robot domestico a differenza del fratello, ha un braccio e una mano con tre dita per afferrare e porgere oggetti. E' dotato anche di un maniglione che può essere utile a chi non è in grado di camminare in modo autonomo. I robot sono realizzati con materiale plastico economico e leggero. I primi test sono stati condotti con successo in Italia, nella casa di cura San Lorenzo di Firenze, nell'ospedale INRCA di Ancona e in Svezia in una clinica di Orebro. In strutture come queste i robot potrebbero essere utilizzati per consegnare il cibo ai pazienti e aiutare gli infermieri a distribuire i farmaci. Sostenere le persone che non camminano in modo autonomo e offrire una supervisione utile per la sicurezza.
U
di ANTONIO MENCARELLI
na pergamena dell’anno 1038, custodita presso l’archivio della cattedrale di Assisi, nel denominare il luogo dove si svolse un atto pubblico, riporta il nome di Costano, cioè un terreno adiacente la riva o «costa» del fiume Chiascio. La carta precisa che detto luogo è chiamato «passo di San Rufino», confermando un’antica tradizione che indicava Costano come teatro del martirio del primo vescovo di Assisi e del ritrovamento del suo corpo, gettato nelle acque con una pietra al collo dai persecutori romani (III secolo d. C). I cristiani del luogo, una volta affiorata la salma, la recuperarono dandole degna sepoltura. Passati alcuni secoli le autorità religiose di Assisi trasferirono la reliquia entro le mura della città di Assisi (IX secolo). I costanesi, costruirono allora una chiesina, diventata, nei tempi a noi più vicini, la cappella del cimitero, lì volutamente edificata
per ricordare e santificare in perpetuo quell’avvenimento. Vicino a tale chiesina, subito dopo la sua erezione, si era andato formando un piccolo cimitero, per il desiderio dei devoti di essere sepolti accanto al piccolo sacello eretto in onore del santo martire. Durante alcuni lavori di scavo, i resti di queste persone vennero alla luce e il parroco li fece raccogliere e sotterrare poco più lontano. Nell’aprile del 1770 la chiesina, volgarmente detta di San Rufino, distante 632 passi dal paese, era distrutta e sulle sue fondazioni in quell’anno fu cavata una grande quantità di pietra per la costruzione della chiesa parrocchiale. Un documento del 1829 indicava ancora il toponimo di passo di San Rufino un sentiero che, allontanandosi dalla strada provinciale, si dirigeva verso il fiume.
Il 6 ottobre 1874, giorno della Madonna del Rosario, avvenne l’inaugurazione della statua di San Rufino, donata al parroco don Crispolto Bianchini dal penitenziere della cattedrale di Assisi, don Giuseppe Batori. L’opera fu eseguita dall’artista assisano Francesco Rosignoli e donata da Alfonso Alessandri. I parrocchiani, riuniti nella piazza del paese, ricevettero dalle mani del canonico l’effigie del santo, poi al canto dell’Inno di San Rufino, nel suono festoso delle campane, i fedeli fecero il loro ingresso nella chiesa di San Giuseppe. Don Rufino Catanelli pronunciò una lunga narrazione della vita e del martirio del vescovo. Ricordò come, per volontà del parroco Bianchini, si volle costruire il camposanto nelle vicinanze del luogo dove la tradizione afferma fosse avvenuto il ritrovamento del corpo senza vita del santo. La sera, una immensa folla portò in processione la statua fino alla chiesina del cimitero. Qui fu posta in apposita nicchia, perché vi restasse permanentemente.
Il 17 febbraio 2016 si è costituito il Comitato San Rufino con lo scopo di realizzare una stele presso il Cimitero di Costano in ricordo del ritrovamento del corpo di San Rufino Martire, primo Vescovo di Assisi. Il Comitato è composto da: Lunghi Carlo (presidente), Caccinelli Paolo (vice presidente), Mencarelli Antonio (segretario), Esposito Paolo (consigliere), Lunghi Augusto (consigliere), Lunghi Giancarlo (consigliere), Segatori Stefania (consigliere). Il comitato con sede in via G. Brodolini, 8 è contattabile all’indirizzo comitatosanrufinomail.com Chiunque avesse intenzione di effettuare una donazione per la realizzazione dell’opera, può farlo rivolgendosi ai membri del comitato all’indirizzo comitatosanrufino@gmail.com oppure con bonifico presso la banca di Credito Cooperativo di Spello e Bettona (filiale di Costano) IBAN IT 39 F 08871 38280 0000 0000 3073.
numero 7 - OTTOBRE 2016
ECCELLENZE
GIUSEPPE E MASSIMILIANO FILANGERI Allenamenti mirati e personalizzati per tutte le esigenze
NEW LIFE CENTRO PERSONAL TRAINER
Competenza, Professionalità ed Esperienza per raggiungere il Benessere Fisico di ROSITA BRUFANI
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ew Life Centro Personal Trainer non è una palestra tradizionalmente intesa, ma un luogo in cui viene proposto il tipico rapporto di trainer con il cliente e cioè allenamenti mirati, in cui si è seguiti in maniera esclusiva ed attenta con obiettivi finali da raggiungere che possono andare dal dimagrimento al rafforzamento della massa muscolare, o al semplice sentirsi in forma per stare bene con il proprio corpo in una società in cui la sedentarietà è sempre più diffusa. Questa è la mission del “New Life Centro Personal Trainer” condotta dai Fratelli Filangeri, Giuseppe (Pino) e Massimiliano, situato al primo piano del Polo commerciale Giontella. Le parole d’ordine sono: • Competenza, professionalità ed esperienza per raggiungere il benessere fisico che permette di vivere bene e in armonia con il proprio corpo. Gli allenamenti pertanto saranno personalizzati e mirati ad obiettivi specifici; • Estetica, benessere o performance agonistiche. Si comincia con l’ascoltare l’esigenza del cliente e quali sono i risultati che si attende. Quindi si esegue un’analisi antropometrica (la misurazione dei tessuti attivi tramite Bia e plicometro) in modo da avere a disposizione dati tangibili e poter vedere nel corso dell’allenamento i miglioramenti prodotti attraverso test periodici. Questi dati permetteranno di migliorare il percorso attraverso lo studio sul mesociclo di allenamento. “In questo centro – ci dice Massimiliano Filangeri – abbiamo posto particolare attenzione alla qualità, intesa nei suoi molteplici aspetti: dalla scelta dei macchinari, come le macchine cardio Matrix
di colore a seconda del tipo di attività che si sta svolgendo. I fratelli Filangeri ci mettono tanto lavoro e passione nel gestire il centro. Al riguardo Massimiliano ci dice ancora: - “Siamo molto soddisfatti dell’andamento del centro. Molta della nostra clientela già si allenava con personal trainer, quindi già conosce i metodi ed apprezza l’empatia che si crea con l’allenatore”. In effetti il luogo è frequentatissimo anche da donne e la professionalità dei due gestori/allenatori la si evince anche dai loro curriculum. GIUSEPPE FILANGERI (Pino) Laureato in Scienze Motorie, Personal Trainer 3° Livello FIPE-CONI, Istruttore NBBF, Preparatore Atletico FIF, Operatore di fitness metabolico, Personal Trainer ISSA, praticante di cultura fisica dall'età di 15 anni. MASSIMILIANO FILANGERI Diploma Istruttore Natural Body Building federation 2005, Diploma preparatore Atletico FIF 2008, Diploma di Personal Trainer 1° livello FIPE 2015, praticante di cultura fisica dall'età di 15 anni. (con video ad alta definizione che simulano immagini e suoni di una corsa in montagna o una passeggiata nel centro di New York), la panca piana Magnum, azienda americana all’avanguardia nello studio della biomeccanica articolare, che grazie ad un movimento basculante in avanti permette la contrazione dei pettorali sollecitando il meno possibile l’articolazione della spalla. Non abbiamo trascurato la scelta dei materiali, come vero parquet di rovere, luci della sala che variano
CONTATTI:
“New Life Centro Personal Trainer”, Via della Piscina Eden Rock, 2 Bastia U. (Polo Giontella). Massimiliano Filangeri 339/8915373 Giuseppe Filangeri: 345/1194718 Pagina Facebook: New Life Studio Personal Trainer Mail: personalnewlife@libero.it Orario di apertura: Lunedì-sabato 7,30/22,00 (le lezioni sono su appuntamento)
“Metodologie di allenamento per lo sviluppo della forza” 4° CONVENTION NAZIONALE FIBE Roma - 7/8/9 ottobre 2016
SALUTE ODONTOIATRIA Dr. Pesaran Mohammad e Dr.ssa Alipanah Rashin
In ricordo di una persona... unica e particolare...
“IL MAESTRO” LUIGI TRAVAGLIA GRAVIDANZA E SALUTE ORALE
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urante la gravidanza si possono verificare compromissioni della salute orale? - Durante questo periodo, la donna va incontro a cambiamenti fisiologici complessi dell'organismo che possono incidere negativamente sulla salute orale. Quali sono le malattie orali che più frequentemente possono insorgere durante la gravidanza? - Gengivite (infiammazione dei tessuti gengivali), Parodontite (nota anche come piorrea) , epulide (neoformazioni localizzate dei tessuti gengivali), erosione dello smalto (perdita progressiva per dissoluzione chimica), carie dentale. Quali sono i fattori di rischio e le cause di queste condizioni patologiche? - Modificazioni della dieta e dell'igiene orale, l'iperemesi gravidica mattutina (nausea e vomito), la malattia da reflusso esofageo, le modificazioni ormonali, vascolari e immunologiche. La presenza e l’aggravamento delle malattie gengivali nella gestante può contribuire agli esiti avversi della gravidanza quali aborto, parto pretermine, ritardo di accrescimento intrauterino? - Prove scientifiche emergenti mostrano l'associazione tra infezione parodontale ed esiti negativi della gravidanza, come il parto pretermine e il basso peso alla nascita. La presenza di malattie dentali nella gestante può aumentare il rischio di carie dentale del bambino? - Quanto più è elevata la presenza di carie dentale attiva e di batteri cariogeni nel biofilm orale materno, tanto maggiore è il rischio di trasmissione verticale e la conseguente colonizzazione delle superfici orali del bambino. La prevenzione orale e le cure dentoparodontali prima e/o durante la gravidanza sono in grado di diminuire il rischio di eventi avversi della gravidanza e il rischio di malattie dentali nel nascituro? - Il controllo delle malattie orali può migliorare significativamente la qualità di vita della gestante e ha il potenziale di ridurre la trasmissione dei batteri orali da madre a figlio. Quali cure odontoiatriche sono eseguibili con sicurezza durante la gravidanza? - Le terapie odontoiatriche sono sicure ed essenziali per il mantenimento della salute orale durante la gravidanza e non bisogna rinviare cure odontoiatriche di routine o il trattamento di condizioni acute o necessarie. Qual è il periodo più sicuro per eseguire il trattamento odontoiatrico? - Il secondo trimestre (dalla 14a alla 20a settimana di gestazione).
Lo conobbi durante le scorse vacanze natalizie quando fui chiamata dalla famiglia per una giornata di assistenza e relazione d’aiuto. Rimasi subito coinvolta nella sua semplicità, nobiltà e bontà d’animo dal suo saluto accompagnato dalla stretta di mano unita ad un sorriso. Quella piacevole impressione fu confermata nelle ore a seguire osservandolo nel pettinarsi, nel radersi, nel sistemarsi il nodo della cravatta... con una “ritualità” che implicava una cura ed un rispetto di se stesso per andare incontro agli altri che contraccambiavano questa sua attenzione con un saluto non comune nel sorriso e nella gestualità del “buongiorno Mae..” Quel sostantivo “maestro” accompagnò il mio modo di relazionarmi con Lui nei mesi seguenti in quanto il nostro “stare insieme” era per me un continuo insegnamento di vita oltre al mettermi in gioco per la mia professione nella relazione di aiuto. Sarei stata ore ad ascoltarlo parlare con un tono di voce pacato e chiaro di quanto aveva fatto nella vita, la sua passione per il canto, per la cultura, per la poesia, per la politica e per la gente che gli era accanto e che lo conosceva ma era veramente una bella sensazione stargli vicino e vivere la sua fede ed il suo credo come testimonianza di vita. Allora la chiesetta di S. Rocco e l’appuntamento alle 19 con la Messa quotidiana incontrava la sua umiltà, la sua devozione, il suo piacere di stare in mezzo agli altri, scambiare il segno della pace con la mano e con lo sguardo a tutti i presenti. In Lui il passare degli anni e l’avanzare dell’età hanno fatto (ri)scoprire quella innocenza del bambino che anche nella malattia non Lo ha privato della spontaneità permettendogli di superare gli ostacoli della sofferenza con una dignità non comune. Grazie Mae per quello che mi ha trasmesso e per avermi insegnato ad amare l’Umbria semplicemente un po’ di piu’ conoscendola meglio!!!! Buon cammino Luigi! (di Daniela Quaglia)
CLEMENTINA ANGELINI E LUCIANO SANTONI hanno festeggiato i 50 anni di matrimonio
Clementina Angelini e Luciano Santoni, il 25 settembre 2016, hanno festeggiato il 50° anniversario di matrimonio. Ai coniugi giungano gli auguri affettuosi dei figli Andrea e Paola, della nuora Simona, del genero Andrea, del nipote Jacopo, dei parenti e degli amici tutti per il bel traguardo raggiunto.
ANTONIA STANGONI ha compiuto 95 anni
Lo scorso 3 settembre 2016, Antonia Stangoni (al centro della foto) ha compiuto 95 anni. Le figlie Eugenia, Adonella, Stellina, i generi, i nipoti e i pronipoti augurano alla longeva mamma, nonna e bisnonna i migliori auguri per il traguardo raggiunto.
numero 7 - OTTOBRE 2016
Saluto all’Artista DANIELA CASULA Con profonda tristezza ci ha lasciato Daniela. Di lei ricorderemo sempre i modi delicati, gentili, premurosi, materni. Aveva anche una bella personalità, forte, che però utilizzava soprattutto quando doveva combattere a favore della giustizia e dell’onestà. L’ultima volta che l’ho vista, per darle forza, le ho ricordato goliardicamente che “è de la Bastia”. Ora appartiene all’umanità tutta e vive abbracciata nella luce che ama. Come artista era un’artista affermata, laureata all’Accademia delle Belle Arti, completa. Ha partecipato a tante manifestazioni ottenendo molti successi anche importanti (presente sempre anche al Premio Quacquarini). Nelle sue opere troviamo un immenso desiderio di cercare, plasmare, percorrere spazi e tempi inesplorati con l’interesse primario di suscitare sempre nuove sensazioni, suggestioni e incanti. Grazie Daniela! Ciao! Marco Giacchetti Presidente dell’Associazione “Amici dell’Arte Bastia Umbra”
MARIO CRISTOFANI E ROSELLA GIULIETTI festeggiano i 50 anni di matrimonio Mario Cristofani e Rosella Giulietti di Bastia Umbra il 30 ottobre 2016 festeggiano il 50° anniversario di matrimonio. Ai coniugi giungono gli auguri delle figlie Simona e Maria Rita, del genero Stefano e dei nipoti Daniele e Nicolò.
ECONOMIA ITALIA, UN PAESE IN DECLINO:
teorie per “dire”, proposte per “fare” di PAOLA MELA
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Presidente (Bastia/Bettona)
onostante lo scenario economico produttivo nazionale indichi che le piccole e micro imprese sono quelle che “foraggiano” l’economia del territorio, le istituzioni continuano a sostenere le grandi imprese che rappresentano solo il 2% scarso. La situazione italiana è oltremodo seria per giocare ai “piccoli Napoleone”. Al momento l’offerta politica non sembra affatto adeguata a compiere le scelte - indubbiamente necessarie - che tutti auspicano. Gli italiani che lavorano e producono stanno dicendo a gran voce che non credono e non hanno alcuna fiducia nei partiti né tantomeno nei loro rappresentanti, portatori sani di vuota retorica priva di fatti. Per fermare quello che sembra essere un inevitabile declino è, perciò, essenziale che venga a crearsi una forza completamente diversa, che sia espressione di nuove spinte sociali e produttive. Il declino non si arresta con biblici “uomini della provvidenza” o ciceroniani “salvatori della patria”, ma favorendo professionisti esperti e competenti, dall’artigiano, all’imprenditore, dallo scienziato al medico, dal giornalista all’avvocato, all’agricoltore. Fermare il declino significa, perciò, rilegittimare la politica dal basso, rompere le logiche che hanno dato origine al vuoto in cui ci troviamo, puntando su persone prestate alle istituzioni per cambiarle davvero, che scelgano in maniera concreta e condivisa. Ciò che si deve ricercare è un organismo che parli a tutti da vicino: operatori economici e milioni di italiani giovani e donne - che, col declino in corso, vengono privati della possibilità di partecipare attivamente alla vita economica. Ed ecco che ci troviamo oggi di fronte agli stessi, identici problemi di sempre, solo tutti acuiti: la scarsa crescita è diventata crescita nulla; il debito alto è diventato ancor più alto; le alte tasse son cresciute ancor più; la corruzione e l’immoralità sono aumentate; la giustizia è ancor più inefficiente e meno giusta. Con anni di impegno e solo mettendo merito e concorrenza, lavoro e professionalità al centro dell’agenda nazionale, restituendo a scuola e università il ruolo - ormai abbandonato - di ascensore sociale, sostenendo il reddito di chi ha perso il lavoro, facilitando la creazione di nuove imprese e la formazione di figure professionali che stanno scomparendo, sarà possibile tornare a scalare le posizioni che l’Italia ha perso. Non si dovrà più guardare alla nostra bella Italia come ad un enorme punto interrogativo, intriso di incapacità e di instabilità politica ed economica in perenne rischio di default, ma condurla ad un sentiero di crescita e prosperità. A cominciare da oggi, da subito, perché - volendo citare Walt Disney “L’unico modo per iniziare a fare qualcosa è smettere di parlare e iniziare a fare.”
numero 7 - OTTOBRE 2016
Nasce una nuova associazione:
API UMBRIA
Una casa comune per artigiani, commercianti, professionisti del comparto turistico, dei servizi e comunque dei piccoli imprenditori. Autonoma, indipendente, apartitica, senza scopo di lucro per valorizzare e difendere il sistema economico locale
A
PI UMBRIA Associazione per le Imprese dell’Umbria nasce, nel nostro territorio, per unire e non per dividere, riaffermando i valori della nostra tradizione fondati sul lavoro, la creatività, lo spirito di sacrificio, il gusto per il buono e per il bello praticando, nello stesso tempo, innovazione nelle proposte e nella politica. Per questo abbiamo deciso di mettere insieme lavoratori, professionisti, imprenditori, per dare vita ad un luogo ideale di ascolto diffuso e soprattutto di proposta. Un confronto, a partire dai temi prioritari: lavoro, diritti, sicurezza, ambiente, sviluppo, salute, formazione, credito, previdenza. Perché una nuova associazione? Da un lato la consapevolezza che l’attuale scenario economico - sempre più competitivo, duro e difficile - chiede alle Associazioni di Categoria di dare risposte più forti e autorevoli, ma soprattutto esige presenza concreta nel territorio. Dall’altro lato, queste nuove sfide dell’economia globale rendono imprescindibile, per le Aziende, poter attingere a tutta una serie di competenze e servizi in grado di rappresentarle al meglio, di dare loro voce nei confronti delle Istituzioni e, non ultimo, risposte concrete e veloci per la soluzione dei loro problemi. Pertanto, dopo aver maturato significative esperienze, ognuno nel proprio settore di competenza, abbiamo deciso di creare una associazione in grado di offrire consulenze e servizi, un’associazione che vuole essere uno “spazio aperto”, moderno, giovane, dove diverse competenze si incontrano per condividere la propria esperienza e professionalità con il risultato di una più ampia visione delle necessità dell’associato e delle possibili soluzioni. La flessibilità, l’approccio integrato e il continuo trasferimento di conoscenze e competenze costituiscono la base della filosofia di API UMBRIA: garantire agli associati sempre la miglior risposta qualitativa alle proprie esigenze a fronte di una decisa compressione dei costi. A differenza del passato, tutte le aziende del nostro territorio, di ogni settore produttivo, grazie a questa nuova realtà si troveranno ad avere un nuovo e preparato organo di rappresentanza. Il mondo è cambiato e continua a cambiare in modo brusco ed imprevedibile. È indispensabile superare per sempre le vecchie divisioni. Con questa nuova rappresentanza, ci poniamo come esclusivo e prioritario obiettivo quello di aiutare le nostre imprese ad affrontare e vincere le difficili competizioni a cui sono sottoposte quotidianamente e riuscire, nel contempo, a generare ricadute virtuose su tutto il territorio locale. Uno degli obiettivi della nuova Associazione è anche quello di avere più sedi sul territorio, sia per poter svolgere al meglio la propria attivita di rappresentanza, sia per essere fisicamente più vicina alle diverse aziende dislocate nella Regione. API UMBRIA si inserisce in un contesto di profonda crisi economica per offrire una sponda sicura, professionale e competente ai protagonisti dell’impresa locale, nessuno escluso, dall’artigianato al commercio, dal turismo fino all’agricoltura e all’enogastronomia. La difesa dell’economia è in questo senso intesa nelle finalità dell’associazione come azione essenziale per difendere il territorio e salvaguardare le imprese nell’ambito delle loro identità storiche, culturali, ambientali e sociali. API UMBRIA è un’associazione creata soprattutto pensando ai giovani, che intende sfruttare i nuovi canali e linguaggi di comunicazione e che farà sentire e valere le proprie ragioni e i propri diritti su tutti i tavoli istituzionali. L’associazione, che vuole essere a carattere e respiro regionale, ha sede ad Assisi - S. M. degli Angeli in Viale Gabriele D’Annunzio, 6 ed è già presente anche a Corciano, in seguito avrà referenti in altre città della regione, al suo attivo conta già numerosi iscritti a meno di un mese dalla sua nascita. Presidente dell’Associazione è il Signor Giorgio Buini e a formare il primo Consiglio Direttivo oltre al Presidente ci sono i Signori Mauro Fischi, Roberto Mazzoli, Enrico Montagnoli, Eolo Cicogna, Massimo Spadini, Spartaco Rossi, Roberto Passerini, Luca Gaspardi, Maria Angela Locchi, Max Bernacchia. API UMBRIA, oltre alle funzioni di supporto e tutela delle imprese locali intende porsi anche come tramite nei confronti delle istituzioni e come portavoce dei diritti delle diverse categorie e come strumento efficace in difesa dell’associato. Caratteristica importante della nuova realtà associativa sarà il contatto costante con i propri iscritti. Attraverso i vari incontri organizzati per categoria o a livello generale, sarà possibile garantire uno scambio continuo e vivace di informazioni e opinioni tra tutti i membri dell’associazione, base essenziale questa, per intraprendere insieme un agire comune. Essere socio, per API UMBRIA ha il valore di una vera e propria scelta d’impresa. Particolare importanza assume in questo contesto la difesa e la promozione del territorio: API UMBRIA vuole sentirsi e comportarsi da protagonista, assieme ai suoi associati, delle scelte in ambito sociale, economico, ambientale e turistico che verranno intraprese a livello locale e regionale. L’associazione si propone anche come partner nell’organizzazione di manifestazioni ed eventi locali e collaborerà attivamente per animare la vita economica del territorio.
DI.CO. e DI.RI.
L
a Dichiarazione di Conformità degli impianti (DI.CO.) è il documento rilasciato da un'impresa abilitata, in seguito all’installazione o modifica di un impianto. Nei casi in cui la dichiarazione di conformità non sia stata prodotta o non sia più reperibile è possibile sostituirla, per gli impianti eseguiti prima dell'entrata in vigore del D.M. 37/2008, con una Dichiarazione di Rispondenza (DI.RI.). La DI.RI. è resa da un professionista iscritto all’albo almeno da 5 anni, per gli impianti con obbligo di progetto ai sensi dell’art. 5 comma 2 del D.M. 37/2008. Invece per gli impianti non soggetti a progettazione la dichiarazione può essere rilasciata da un responsabile tecnico d’impresa che ricopre tale carica almeno da 5 anni. Naturalmente, prima del rilascio della DI.RI., devono essere svolti degli accertamenti (esami a vista, prove e misure) così come previsti dalla normativa tecnica applicabile e suggeriti dall’esperienza professionale. L’impianto per il quale si richiede la DI.RI. potrebbe presentare carenze e non essere completamente conforme. In questi casi è importante suddividere l’impianto in parti distinte e identificabili con certezza, cioè quella a posto e quella non conforme. Si procede poi con la progettazione e realizzazione degli interventi di adeguamento della parte deficitaria. In seguito si acquisisce la DI.CO. per le opere di adeguamento. Infine viene prodotta la DI.RI. per l’intero impianto (parte conforme e parte adeguata); la DI.RI. riporterà anche la DI.CO. e i relativi allegati obbligatori quale documento integrativo. E’ bene ricordare che la DI.CO. o la DI.RI. oltre a essere un documento di tutela per l’utente, è necessario per allacciare nuove utenze (gas, luce, acqua) e per ottenere il certificato di agibilità; mentre non è più necessario allegarlo al rogito, ma è opportuno specificare nell'atto se l'impianto è "a norma" e se è dotato della DI.CO. o della DI.RI.
BASTIA/ECONOMIA WORKSHOP
di Vittorio Cimino
"Controllo di gestione: sai se la tua impresa guadagna?"
I LUPI SOLITARI Giovanni Pascoli, poeta per il quale ho molta ammirazione, in una famosa poesia, definì un fuori-legge del primo 900: “Il passator cortese, re della strada, re della foresta”. Quando ci penso provo meraviglia per il fatto che il grande poeta non si sia reso conto che aveva esaltato un mascalzone, rivestendolo di poesia e aveva fornito un modello a persone prive di scrupoli e di equilibrio mentale, inducendole a considerare un bandito quasi un eroe romantico, degno di un trono regale. Nella storia gli errori umani spesso si ripetono, magari con notevole intervallo e con caratteristiche diverse, ma si ripetono; potrei fare esempi molto famosi. Nel presente basti pensare che al delinquente che ha fatto stuprare la propria ragazza da un branco di depravati come lui, è stato dato, dalla stampa e dagli altri mezzi di comunicazione il titolo di “fidanzatino”. Da un po’ di tempo qualche giornalista superficiale riveste di poesia autori di efferati delitti chiamandoli “lupi solitari”, conferendo, a questi disgraziati, quasi un alone romantico. Ma perché non chiamiamo ogni azione ed ogni persona con le parole giuste? I disgraziati che seminano dolore e morte, senza essere in gruppi, sono assassini, poveri squilibrati, squallidi e miserabili indemoniati che fanno male pretendendo di farlo in nome di Dio. Viene ignorata la suggestione che certe parole e certe azioni esercitano su altre persone prive di equilibrio mentale. Noi vecchi abbiamo il dovere, almeno di tentare il chiarimento, portando un po’ di luce nelle tenebre del male. Un raggio di luce è sole, anche se non splende come il pieno sole.
Lupattelli: “L’incontro, totalmente gratuito, ha ottenuto uno straordinario successo tra gli imprenditori bastioli”
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di SAURO LUPATTELLI
no straordinario successo. Così possiamo definire il workshop sul tema "Controllo di gestione: sai se la tua impresa guadagna?" L'incontro totalmente gratuito e aperto a tutti i soci è stato organizzato in collaborazione con il Gruppo Giovani Impenditori di Confcommercio Umbria ed è parte del programma “Crescimpresa”. L'obiettivo che si prefigge tale programma è quello di fornire a tutti gli imprenditori, non solo giovani, gli strumenti per innovare le proprie imprese e stare con successo sul mercato. Una scelta obbligata dai cambiamenti dei mercati stessi e dei consumi. La formula snella che prevede incontri della durata di un'ora/un'ora e mezza e l'orario comodo (nel primissimo pomeriggio) senza sacrificare il lavoro, si è rivelata vincente e la grande partecipazione testimonia quanto sia forte il bisogno di informazione e formazione che le nostre imprese hanno soprattutto in questo momento nel quale conoscere a fondo tutte le dinamiche del commercio è quanto mai necessario. Si è scelto di partire con le informazioni di base che possono consentire a tutti di fare il punto sulla redditività della nostra azienda, formule crude e freddi numeri ma che a volte sono in grado di mettere in chiaro se la direzione gestionale che abbiamo intrapreso è quella giusta. Ma sono tanti altri gli argomenti che vogliamo approfondire nei prossimi incontri che stiamo programmando, dalle nuove tecnologie al commercio elettronico, dal ruolo dei social-media all'infinito mondo del web. E' anche questo il ruolo che una grande e moderna associazione di categoria deve svolgere, accompagnare le aziende non solo nel percorso delle norme e degli adempimenti ma anche incontro al futuro, mettendo a disposizione tutti gli strumenti che possono agevolare il lavoro, con la consapevolezza che chi si ferma è perduto. Noi della Confcommercio di Bastia Umbra ci siamo e il nostro impegno è quello di essere sempre un punto di riferimento serio e professionale per il mondo del commercio.
numero 7 - OTTOBRE 2016
ANNI A TASSO ZERO di MARCO BRUFANI
L
a politica della Bce di inondare lo stagnante mercato europeo con denaro a basso costo ha causato, come effetto collaterale, che i rendimenti dei titoli di stato e tutte le attività di breve periodo, abbiano ripiegato verso lo zero, con conseguenze per tutti i risparmiatori. Aspetto decisamente positivo per la rata del mutuo che si è notevolmente abbassata, ma rovinoso per il conto corrente e la gestione dei risparmi nel breve periodo. Solo qualche anno fa, con un conto corrente ed un portafoglio in titoli di stato, la nostra liquidità non aveva difficoltà ad essere remunerata al 4/5% senza complicate ingegnerie finanziarie. Paradiso cancellato dal gelo dell’economia e dai tassi zero che hanno lasciato i risparmiatori disorientati e senza remunerazione su questo importantissimo settore del proprio patrimonio. Incertezze che hanno determinato un eccessivo aumento di liquidità sui conti correnti… in attesa di tempi migliori! La conseguenza di questo complesso periodo è la nuova emissione di un Btp cinquantennale (scadenza marzo 2067) al 2,80% lordo e Var , ossia un livello di rischio del 24,64. Titolo prevalentemente destinato agli investitori Istituzionali ma che ha riscosso un discreto successo anche tra i risparmiatori, con richieste quattro volte superiori all’offerta. Se al posto del cinquantennale acquistassi un Btp decennale (scadenza dicembre 2026) all’1,25% lordo con Var 9,45, quale dei due investimenti risulterebbe più efficiente? Avrete già capito dove voglio andare a parare. Il consulente finanziario è più bravo, sa tutto ed ha la ricetta giusta, ma soprattutto è più furbo di tutti!? Oppure il consulente finanziario ha semplicemente gli strumenti e la preparazione necessari a rendere tutto più chiaro e comprensibile, perché sa qual è l’equilibrio migliore tra rischio, rendimento e durata dell’investimento dei propri clienti?! A questo punto vi faccio un’ultima domanda: conoscete il Var dei vostri patrimoni?
HISTORY
numero 7 - OTTOBRE 2016
ANNO
I ragazzi del Serafico nel A cura di RINO CASULA
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rande spavento all’interno dell’edificio dell’Istituto Serafico di Assisi dove dormivano circa ottanta ragazzi, tutti con gravi difficoltà psico-fisiche, oltre al personale del servizio notturno. Sembrava tutto finito quando al mattino prendevano servizio le educatrici, gli educatori e tanti altri addetti ai svariati servizi, che nei vari turni assommavano a circa centoventi persone. Ma alle ore 11,44 un enorme boato accompagnò un’altra devastante scossa che raggiunse il 9° grado; subito furono evidenti le gravi conseguenze per l’altissima nube di polvere che saliva in cielo sopra la Basilica di San Francesco. Nube dovuta al crollo di una im-
Era venerdì e nel calendario si ricordavano i Santi Cosma e del 7°/8° grado della scala Mercalli iniziava portante superficie della volta nella Chiesa Superiore, seppellendo quattro persone che stavano constatando i danni della notte: due Frati Conventuali e due Geometri della Soprintendenza ai Beni Architettonici dell’Umbria. Il naturale timore di eventuali altre scosse, però, aveva fatto sì che le ragazze, le Educatrici, non si fidassero a prendere servizio dentro le loro sezioni, ma tenendo energicamente per mano i loro singoli o duplici assistiti se ne andassero sul piazzale, quello recentemente intitolato a Giovanni Paolo 2° quando vi aveva atterrato con l’elicottero. Infatti alle 11,44 dentro c’erano solo “gli eroi”, quelli dei sopralluoghi, i dirigenti e il consigliere tecnico: alcuni di questi si bloccarono sotto i robusti ar-
chitravi dei corridoi ed altri si misero a correre ricoprendosi di calcinacci e rimanendo imbiancati per tutto il giorno. E’ inutile descrivere il caos interno, mentre invece, passando vicino al cancello principale turisti giapponesi passeggiavano tranquillamente e guardando dentro sorridevano, con fare di superiorità per la loro abitudine a quegli eventi. Ripreso il sangue freddo i dirigenti dell’Istituto, appena i telefoni ricominciarono a funzionare, misero in moto velocemente le emergenze, tanto che prima che tramontasse il sole sul piazzale era già sorta la tendopoli della Croce Rossa Italiana, con ben dodici tende, due gazebo e i servizi igienici. I ragazzi del Serafico, vedenti e non, sentivano che in quel giorno era successo qualcosa di eccezionale, che non c’era più la solita routine, che le loro abitazioni erano improvvisamente diverse, tanto che dalla bocca di uno di loro con gioia usci questa esclamazione: “Evviva il terremoto... così possiamo stare sotto le tende!”. Il 28 mattina il Vescovo Sergio Goretti celebrò la Messa al Campo, come nell’esercito e fu un bel momento suggestivo anche se tanto diverso; questo provocò una sensazione che tutto stava cambiando. Anche gli assisani di buona volontà assistevano dalla
balaustra stradale. Ma il sisma non si stancava di farsi sentire: alle 10,58 del 3 ottobre, dopo tanti giorni di moti di assestamento, ecco una nuova scossa tra il 7° e l’8°. Ma i tecnici già stavano approntando la terza ipotesi progettuale per un villaggio di emergenza da inviare alla Regione. Alle ore 19 dello stesso giorno il Serafico venne totalmente evacuato e personalmente ebbi l’onere di verificare che tutti fossero usciti e la responsabilità di chiudere a chiave il portone principale. Tutti i ragazzi con i loro educatori furono fatti salire sui pulmini e via verso Pinarella di Cervia. La direzione, non potendo trovare altre soluzioni immediate, decise di portare gli assistiti al mare, seppure fosse quasi inverno. Venne occupata la colonia marina che ogni anno a luglio li vedeva arrivare tutti per godere della vacanza estiva in spiaggia e nell’acqua dell’Adriatico. Andammo a fare loro una visita una domenica e, oltre al temporale che ci accolse tra rami d’albero caduti, foglie e disordine, tutti i locali pubblici e i servizi erano chiusi, nemmeno un bar aperto e le educatrici, che facevano turni di quindici giorni, erano desolate, soprattutto pensando ai loro cari e ai figli lasciati a casa. Ma non per questo si era-
HISTORY
numero 7 - OTTOBRE 2016
1997
SISMA del 26 settembre
Damiano, quando alle ore 2,33 una prima scossa sismica a devastare un’ampia zona dell’Umbria no fermate, perché con la costante presenza organizzativa della direzione e dei sanitari le attività procedevano quasi come nella sede di Assisi, in quanto i ragazzi dovevano essere tutti ugualmente impegnati. Intanto il Vescovo il giorno di San Francesco era entrato, scendendo in processione da Assisi, sulla Piazza di Santa Maria degli Angeli per celebrare la Messa solenne all’aperto. Non appena il corteo giunse all’altezza della Basilica un fitto stormo di colombi improvvisamente sorvolò il gruppo con grande sbattere d’ali; poco dopo, appena tutti furono seduti per la celebrazione, una nuova scossa fece addirittura ondeggiare l’altissima statua dorata della Madonna degli Angeli e vibrare le centinaia di sedie con conseguente paura e fuga dei più. Riunioni, incontri tecnici, sopralluoghi si susseguivano ogni giorno. Intervennero pure gli uomini dell’Associazione Nazionale Alpini di Bergamo che, muovendosi come i gatti sopra i 2900 metri quadrati di tetto, rimisero in posizione tutte le tegole scivolate per le scosse. La soluzione temporanea per poter riabitare non nell’edificio, ma nella zona del Serafico, dopo un lungo soggiorno nei locali dell’Hotel Cenacolo Francescano a Santa Maria degli Angeli, ven-
ne dall’ENI, presieduta da Franco Bernabè. Il quale il 26 dicembre 1997 convocò tutto lo staff dell’Istituto a Roma e, con una conferenza stampa, comunicò che l’Ente si sarebbe fatto carico dell’onere per la realizzazione del “Villaggio Emergenza Serafico” per la spesa di tre miliardi e mezzo di lire. Quel villaggio venne realizzato sul Piazzale Giovanni Paolo 2° in poco più
di tre mesi, con una organizzazione puntualissima e scrupolosa che permise a tutti i ragazzi di vivere per vari anni in una struttura della massima accoglienza. Questo fino a quando, con un intervento costosissimo e abbastanza lungo, l’edificio venne consolidato, aggiornato negli impianti, rinnovato in ogni sua parte e finalmente rivissuto da tutti i ragazzi.
Al centro - L’edificio dopo il sisma In alto - La statua di Padre Principe coperta di polvere e calcinacci In basso - Il villaggio costruito dall’ENI dall’allora presidente Franco Bernabè
ATTUALITÀ IL COMMERCIANTE E GLI AMMORTIZZATORI SOCIALI
di ANGELO CARENA
V
i siete mai chiesti cosa succede quando un negozio chiude? Semplice: il lavoratore rimane senza lavoro ed il commerciante... pure! Per chi perde il lavoro lo Stato mette in campo una serie di soluzioni finanziarie che danno all'interessato il tempo e la possibilità di potersi reinserire a livello lavorativo vivendo dignitosamente oppure, se vicino alla pensione, cerca di accompagnarlo fino al conseguimento della stessa. Questo tipo di intervento viene definito Ammortizzatore Sociale. Ed il Commerciante? Si stima che in una situazione difficile come quella di oggi, quasi il 50% delle nuove attività commerciali non dura più di 10 anni. Questo vuol dire che chi ha provato ad intraprendere e poi è costretto a chiudere, si trova letteralmente sbattuto in mezzo alla strada senza alcun aiuto nemmeno in termini pensionistici e vista l’esiguità dei contributi versati non riceve nemmeno un minimo di pensione senza considerare che quei pochi contributi versati non saranno restituiti e quindi sono soldi persi. Allora cosa succede, interviene lo Stato in diverso modo? No! Nel modo più assoluto, nessun ammortizzatore sociale, nessun prepensionamento, nè tanto meno una pensione. Il commerciante che è stato costretto a chiudere, si trova senza una Lira (Euro), con qualche buon debito e con la Banca che gli sta sul collo pronta ad effettuare un pignoramento se non paga. Da una recente statistica, la maggior parte dei commercianti che non riescono a portare avanti la propria attività, e quindi a dover chiudere anzitempo, sono per lo più giovani che per poter accedere al credito bancario hanno bisogno di garanzie cui puntualmente gli vengono offerte dai genitori i quali si sacrificano pensando di sistemare i propri figli con qualche firma. Dopo qualche anno l'attività va male, la casetta tanto sospirata e pagata con un mutuo a vita, viene regolarmente pignorata dalla banca ed il giovane commerciante è di nuovo a passeggio senza un minimo intervento dello Stato. Nessun Ammortizzatore sociale appunto. Morale: “È giusto che un commerciante o un piccolo imprenditore, che si trova senza lavoro proprio come il suo dipendente (se ce l'ha) non debba accedere ad un minimo di Ammortizzatore Sociale? AI POSTERI L'ARDUA SENTENZA!!!
numero 7 - OTTOBRE 2016
ROMA - IL PATRON DELLA SIR AL COSPETTO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA E DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
RIO 2016 - GINO SIRCI riconsegna il tricolore a SERGIO MATTARELLA e MATTEO RENZI
I
l presidente Gino Sirci ed il centrale Simone Buti a Roma al Quirinale per la cerimonia di riconsegna del tricolore al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella da parte della delegazione italiana che ha difeso i colori nazionali a Rio2016. A rappresentare la pallavolo, in un contesto che vedeva presenti le più alte cariche pallavolistiche, sportive ed istituzionali italiane come il Presidente Nazionale Fipav Carlo Magri, il Presidente del Coni Giovanni Malagò ed il Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi, c’erano appunto il pilastro azzurro Buti ed il numero uno della Sir Safety Conad Perugia che ha portato tre propri atleti alla selezione azzurra
grande protagonista alle Olimpiadi. La cerimonia è stata anche l’occasione per premiare gli atleti azzurri di tutte le discipline protagonisti a Rio2016, con Simone Buti che ha ricevuto a nome di tutta la nazionale azzurra il riconoscimento “scortato” sul palco proprio dal Presidente del Coni Malagò e dal Presidente della Repubblica Mattarella e con il presidente Sirci visibilmente orgoglioso ed onorato di poter presenziare ad un evento di così grande importanza (era presente anche il Presidente Fipav Umbria Giuseppe Lomurno) che dimostra una volta in più il sempre maggiore richiamo della pallavolo maschile a Perugia, città che i Block Devils rappresentano al meglio in Italia ed in Europa. E dopo l’incipit nel Salone d’Onore di Palazzo Donini, sede della Regione Umbria, per il saluto della Presidente della Regio-
ne Catiuscia Marini: “Ci fa molto piacere ospitarvi. Affidiamo a questa squadra un compito importante perché credo che l’Umbria e Perugia si meritano di ambire al massimo. Ringrazio soprattutto chi sostiene come il presidente Sirci e come tutti gli altri sponsor che hanno portato Perugia ai livelli altissimi e che ci permettono di avere una squadra che è elemento di orgoglio per Perugia e per tutta la Regione. Faccio un grande in bocca al lupo ai ragazzi che hanno anche la responsabilità positiva di essere un punto di riferimento per i giovani che crescono con questo sport e che hanno
BCC Spello e Bettona
PRODOTTI SU MISURA per i giovani soci Per chi entra nel Club un pacchetto di servizi dedicati e tante iniziative
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el 2016 è nato il Club Giovani Soci Bcc di Spello e Bettona, il primo del suo genere in Umbria, che raccoglie gli oltre 100 soci under 35 della banca all’interno di una compagine sociale che ha superato le 2.100 adesioni. Il Club ha l’obiettivo di condividere idee e favorire iniziative culturali e sociali, finalizzate alla valorizzazione della promozione tra i giovani delle attività della banca e del territorio nel quale essa opera. “Il Club - dichiara il giovane presidente, Walter Bugiantella - si propone di favorire relazioni tra i propri membri ed il Consiglio di amministrazione della banca, attraverso l’incontro, la discussione e la creazione di gruppi di lavoro in cui i giovani si confrontano, cercando e ricevendo risposte concrete su come avvicinare la banca alle esigenze delle nuove generazioni. In quest’ottica, il Club Giovani Soci, d’intesa con il presidente del Consiglio d’amministrazione, Massimo Meschini, si propone la creazione di un pacchetto commerciale young oriented dedicato ai giovani soci e giovani neo soci. Prodotti con un tagli “smart”, ad alto contenuto tecnologico e basso costo, proprio per venire incontro alle esigenze degli under 35”.
Il presidente Gino Sirci insieme al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
intrapreso la pallavolo grazie anche ai loro successi”. Intanto è cominciato il Campionato Italiano di Volley e puntuali stanno arrivando i primi successi dello squadrone SIR.
ATTUALITÀ
numero 7 - OTTOBRE 2016
IL PARQUET NEL MERCATO MODERNO di Monia Betti, consulente d'interni a Bastia U. (PG)
La squadra della SIR con al centro il presidente Gino Sirci insieme al vice presidente Maurizio Sensi
Il centrale della SIR Simone Buti, il presidente del Consiglio Matteo Renzi e Gino Sirci
FEDERICO MENCARELLI campione italiano di Lancio del Martello
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omenica 9 ottobre, dopo il recente successo ottenuto nel Campionato Regionale cadetti il giovane atleta FEDERICO MENCARELLI ha superato concorrenti agguerriti nelle gare del criterium nazionale FIDAL di Clès (TN) , conquistando il titolo di campione italiano con un lancio di m.55,47 che ha distanziato di ben 37 cm. il diretto contendente (il toscano favoritissimo Federico Moruzzi) giunto secondo. Il gesto sportivo ha compensato l’impegno costante e metodico del giovane e del suo allenatore Claudio Lazzari creando le premesse di ulteriori prevedibili successi. Con il plauso di tutta l’atletica dell’Umbria, Bastia Umbra e la società sportiva Athlon di cui il giovane è elemento di spicco sono in festa, come tutta la famiglia Mencarelli che comprende il fratello maggiore Michele che in anni recenti nella stessa specialità ha ottenuto una medaglia di bronzo. (Pio de Giuli)
Federico Mencarelli e il suo allenatore Claudio Lazzari
Il mercato si è notevolmente evoluto stabilendo norme precise che regolano gli scambi, le caratteristiche dei prodotti commercializzati e le informazioni che devono accompagnarli lungo la filiera. Da ciò nasce una normativa specifica, la scheda prodotto. Con il Decreto Legislativo n.206 del 2005 la scheda deve riportare la denominazione commerciale del prodotto, eventuali lavorazioni eseguite, le modalità di posa, le informazioni d’uso con eventuali precauzioni da osservare, informazioni per la manutenzione e modalità di smaltimento. Tale scheda deve accompagnare il parquet in tutti i passaggi della filiera fino al raggiungimento del consumatore finale. Anche l’installatore è tenuto a fornire al suo committente la scheda prodotto, nella quale vengono riportati i materiali utilizzati per la posa e le modalità di manutenzione, utilizzo e pulizia del pavimento. La norma UNI 11265 ha lo scopo di definire le responsabilità delle varie parti chiamate in causa nell’esecuzione di un pavimento in legno. Grazie a questa norma e alla norma UNI 11368, criteri e metodi di valutazione della posa, è stato finalmente possibile fare chiarezza sulla qualità che deve avere un’azienda specializzata nella posa di un pavimento in legno e di quali siano le sue competenze, al fine di tutelare il consumatore finale e dare riconoscimento alle aziende specializzate in questo settore. Monia Betti cell. 3342421748 - uff. 075/8011776 moniabetti69@gmail.com facebook: Esteta della casa
Comune di
numero 7 - Ottobre 2016
A colloquio con Don Jean-Claude Hazoumè
Una Comunità come famiglia “La nostra comunità ha bisogno di essere più unita e quindi occorre lavorare per creare più armonia e impegno nella preghiera”
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di MICHELA PROIETTI
on Jean-Claude è ormai passato un anno dal suo arrivo nella nostra comunità. Che cosa ci può dire a distanza di questo tempo? L'11 ottobre scorso ho fatto un anno di permanenza in questa nuova famiglia di Bettona e Passaggio di Bettona e posso senz’altro dire che sono contento di lavorare in questa comunità. Un anno di tempo per me non è ancora sufficiente per esprimere un opinione, continuo ad osservare e prendere appunti per sapere come muovermi per il futuro. Diciamo che ancora mi trovo nella fase dell'ascolto di tutti. Ci sono delle problematiche che ha trovato al suo arrivo nel nostro territorio? - Le problematiche come in tutte le parrocchie ci sono sempre. La nostra comunità ha bisogno di essere più unita e quindi c’è bisogno di lavorare per creare più armonia e impegno nella preghiera. Facendo un passo indietro nella sua vita, quando ha avuto la vocazione a intraprendere questa strada? - Vengo da una famiglia numerosa, dove molti dei miei familiari hanno intrapreso questa strada diventando a loro volta preti o suore religiose. Anch’io da piccolo quando facevo il chierichetto ho sempre desiderato
di diventare sacerdote. Ricordo che all'inizio vi era un pò di opposizione a questa mia scelta, ma con determinazione sono andato avanti. Inizialmente ho fatto il monaco per dieci anni, una vita di clausura. Poi siccome avevo sempre nel cuore l'esperienza sacerdotale ho cambiato rotta e oggi sono qui. Prima di venire nella nostra parrocchia quali sono state le sue esperienze? - Ne ho avute di numerose , ma quelle che ricordo volentieri sono il mio impegno nella cattedrale di San Rufino dove ho ricoperto il ruolo di vice parroco, poi sono stato parroco a Petrignano di Assisi. Contenporaneamente andavo a dare una mano nelle altre parrocchie affiancando gli altri sacerdoti e svolgendo incontri con i giovani. Durante il periodo del terremoto sono stato a Nocera Umbra per nove anni e mezzo. Finito quel periodo Mons. Domenico Sorrentino mi ha trasferito come parroco moderatore a Fossato di Vico e Sigillo per otto anni. Infine eccomi qua in questa famiglia a Bettona. Per quanto riguarda il futuro ha qualche progetto in particolare? - Il futuro sta sempre nelle mani di Dio, ma tutti noi sogniamo. Sogniamo di avere una famiglia in gamba, capace di camminare insieme, una famiglia in grado di vivere il messaggio di Cristo ed essere testimoni del suo messaggio. Ora, affiancato da validi collaboratori, sto cercando di coinvolgere in primis i giovani senza trascurare gli anziani. Poi dopo aver conosciuto meglio la nostra comunità cercherò di muovermi con più solerzia.
IL TERREMOTO SI PUÒ PREVENIRE La forte scossa di terremoto che il 24 agosto scorso ha colpito nuovamente il centro Italia, ha messo a dura prova l’efficacia dei lavori di miglioramento e adeguamento sismico, evidenziando il divario tra teorie e realtà e provocando polemiche e discussioni sul perché non si è potuto evitare tutto questo. Fermo restando il fatto che non è possibile prevedere in anticipo il verificarsi dell’evento sismico, è ormai appurato che gli episodi si ripresentano ad intervalli di tempo più o meno lunghi a mettere a dura prova la validità degli interventi eseguiti sugli edifici. Di chi è la colpa dei danni dovuti agli eventi sismici? E giusto che della prevenzione se ne debbano occupare i proprietari degli immobili o ci deve pensare lo Stato? È vero che siamo abituati a delegare allo Stato e agli enti pubblici in generale il compito di risolvere i nostri problemi, è anche vero che si spendono somme ingenti per le strategie di pianificazione, che di frequente rimangono sulla carta, e poco si investe per fare un’analisi sulle condizioni di stabilità del patrimonio edilizio del nostro territorio. Non esiste infatti una mappatura sulla sicurezza dei fabbricati, del tipo di quella in corso per la conta dei danni ad opera delle squadre di tecnici volontari. Gli strumenti a disposizione ci sono, c’è una normativa antisismica che si potrà sicuramente migliorare, ma è già estremamente affidabile, ci sono i dati dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, c’è la cosiddetta “microzonazione sismica” che individua le zone a diversa pericolosità, il dubbio che sorge è quindi questo: non è forse il caso che ogni proprietario di immobile, nel suo interesse, debba conoscere quante probabilità ha la propria casa di resistere al terremoto che prima o poi starà per arrivare, senza attendere che ci pensi lo Stato a riparare i danni? Disgregazione di una parete in pietra per effetto del terremoto (Testo e foto di L. Caponi)
Comune di
numero 7 - Ottobre 2016
Intervista a Elisabetta Galletti
Famiglia, lavoro, impegno civile Il vicesindaco di Cannara nelle nostre colonne parla di istruzione, politiche giovanili, immigrazione e del ruolo della donna nella società
È
di SONIA BALDASSARRI
da poco iniziata la scuola, quali iniziative ha in campo l’amministrazione? - Oltre a sostenere le istituzioni scolastiche con un contributo che viene utilizzato per mettere in atto progetti mirati e pianificati dall'inizio dell'anno scolastico, operiamo in stretto contatto con il dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo Francesca Lepri e con la presidente degli IRRE Francesca Di Stefano per le varie problematiche che inevitabilmente si presentano durante l'anno scolastico. Ad esempio, lo scorso anno, siamo intervenuti per contenere atteggiamenti di bullismo organizzando diversi incontri con personale qualificato al fine di sostenere ragazzi in difficoltà che avevano bisogno di un aiuto che andasse oltre il normale insegnamento. Insomma il nostro obiettivo è che nessuno resti indietro, che siano date pare opportunità a tutti. C'è molto da fare e da investire nella scuola, ma bisogna anche tener conto delle poche risorse che le amministrazioni hanno a disposizione; cerchiamo di darci delle priorità e navigare a vista. Giovani e lavoro. Perché la grande maggioranza delle aziende non investe sulle nuove generazioni? Da cosa dipende? - La crisi che sta mordendo da tempo le aziende così come le attività in generale ha messo un freno rispetto alle nuove assunzioni o quanto meno alla stipula di contratti a tempo indeterminato. Va preso atto che il mondo del lavoro ha subito una trasformazione, il posto fisso è oramai un miraggio, ma sia giovani che imprese possono far tesoro di nuove forme di inserimento nel mondo del lavoro. Mi riferisco a strumenti come Garanzia Giovani, botteghe dei mestieri e altre azioni simili che anche nel nostro territorio hanno fatto sì che diversi ragazzi si affacciassero al mondo del lavoro con successo e che le aziende potessero formare e testare giovani senza sostenere costi almeno per un periodo di tempo legato ad un progetto predefinito. Un’opportunità per giovani ed imprese affinché domanda e offerta possano incontrarsi. Politiche sociali e famiglia. Come concilia il suo ruolo di donna tra carriera e mamma? Cosa consiglia a quelle donne che sono costrette a scegliere tra lavoro e famiglia? - Non è proprio così facile far coincidere il tutto: lavoro, ruolo amministrativo (come lo intendo io) e famiglia richiedono una serie di incastri spesso complicati; personalmente non mi riesce di delegare e pago pegno di ciò. Fortunatamente sono per natura molto atti-
va e “programmatrice”; la mia sveglia suona molto presto al mattino, così la giornata diventa più lunga; cerco di farci stare dentro tutto provando a fare nel migliore dei modi, con questo non dico che mi riesca tutto alla perfezione, ci provo. La mia priorità è quella di esserci sempre per i miei figli, loro sanno benissimo che al presentarsi di qualsivolgia evenienza la mamma risponde, consiglia, impone (se serve) e risolve. Spero che l'impegno che loro vedono rispetto alla mia attività amministrativa possa essere da stimolo a credere e ad impegnarsi nel e per il bene comune; c'è tanto bisogno di sollecitare e risvegliare il senso civico tra i giovani. Donne costrette a scegliere? La donna non deve essere costretta a scegliere tra lavoro e famiglia. La donna deve decidere di non lavorare perché crede che quella sia la sua scelta migliore e perché è quello che essa vuole; una donna costretta a rinunciare al suo lavoro non potrà dare il meglio di sé neppure come madre. Anche Cannara ha accolto gli immigrati offrendo loro un tetto sotto il quale vivere. Quanti ne sono arrivati e in che cosa consiste l’iniziativa che li vede impegnati in lavori di pubblica utilità? - La nostra comunità ha accolto dieci immigrati dall'ottobre dello scorso anno che risiedono in un’abitazione del centro storico messa a disposizione da un privato cittadino. Quando li abbiamo ricevuti in sala giunta, insieme alle forze dell'ordine, ognuno di loro ha raccontato la sua storia. Sono tutti ragazzi che nella loro terra avevano una buona posizione, una professionalità, delle famiglie che sono stati costretti a dover abbandonare per le cause a tutti note; i loro racconti sono stati a dir poco toccanti. I giovani svolgono dei piccoli lavori di manutenzione e di pulizia in paese. Si sono inseriti bene e sono entusiasti di poter rendersi utili. Questo tipo di attività, che non ha alcun costo per la nostra amministrazione, unita alle altre azioni messe in campo, consentirà loro di integrarsi meglio nella vita cittadina per tutta la durata del programma del loro soggiorno nella nostra comunità. La legge di stabilità ha limitato tutti i Comuni d’Italia. Il futuro sarà sempre con meno servizi o Cannara farà eccezione? È noto che tutte le amministrazioni soffrano dei tagli imposti dal Governo; per quanto ci riguarda siamo riusciti a mantenere i servizi senza aver aumentato le tariffe; l'associazionismo, motore trainante di ogni comunità, va sostenuto e noi lo stiamo facendo riconoscendo alle varie forme associative presenti a Cannara il
ruolo fondamentale di aggregazione, coinvolgimento e animazione. Mi auguro che il Governo centrale comprenda che non potrà chiedere ulteriori sacrifici alle amministrazioni comunali riducendo ancora i trasferimenti che, se così fosse, a lungo andare non potrà che ripercuotersi sul cittadino. C’è una cosa che avrebbe voluto fare per il suo comune e ancora non ci è riuscita? - Vorrei passare per strada e non vedere più rifiuti abbandonati in maniera selvaggia. Ci siamo dotati di tutti gli strumenti necessari per differenziare, esiste un servizio gratuito per il ritiro degli ingombranti al domicilio, un punto per il conferimento di potature e sfalci, ma ancora si vedono brutture lungo le strade e nelle nostre bellissime campagne. Sono state fatte diverse multe e si continua con questa linea dura ma c'è ancora da lavorare. A mio avviso rispetto per l'ambiente è rispetto per noi stessi, che viviamo ogni giorno il nostro territorio. Credo che vivere in un ambiente dove il decoro e la pulizia la fanno da padrone sia un vantaggio per tutti.
CANNARA
numero 7 - OTTOBRE 2016
Incontro con Roberto Damaschi
Aspettando l’edizione Winter della Festa della Cipolla Dopo il successo della 36esima edizione della Festa della Cipolla, il presidente dell’Ente traccia il resoconto e sottolinea il fatto che la Festa continuando a crescere è diventata una delle manifestazioni più importanti d’Italia. Dal 7 all’11 dicembre 2016 la Cipolla si vestirà invernale per l’edizione Winter
A
di SONIA BALDASSARRI
nche quest’anno migliaia di persone hanno affollato le vie di Cannara con visitatori giunti da ogni parte d’Italia per degustare le specialità gastronomiche degli Stand. Ne parliamo insieme al presidente dell’Ente Roberto Damaschi. - Rappresentare un movimento di seicento volontari che si uniscono per il Paese è stata una delle più significative esperienze tra quelle che ho fatto sin qui. Abbiamo avuto riscontri da tutta l’Italia a testimonianza del fatto che questa Festa ha assunto un rilievo Nazionale. È vero che la manifestazione ha un valore sociale, in quanto il ricavato è destinato a sostenere le attività sociali, sportive e culturali del paese, ma è altrettanto vero che la Festa deve servire a promuovere un prodotto che è l’immagine di Cannara: la Cipolla. Pertanto ritengo che le somme vadano tirate a trecentosessanta gradi, non valutare soltanto la quantità dei coperti in più o in meno, ma quanto siamo stati “bravi” a valorizzare la cipolla ed il nostro territorio. Damaschi ci anticipa la sua idea di proporre che il termine Festa della Cipolla venga sostituito con Festival della Cipolla. - Sì! Ritengo tale definizione maggiormente appropriata in quanto il Paese durante l’evento si trasforma completamente, infatti, i visitatori dopo aver cenato possono assistere a spettacoli e concerti sia in Piazza San Matteo, sia in Piazza Corte Vecchia, e camminando per le vie di Cannara ammirare le bancarelle della mostra mercato della cipolla e delle produzioni agricole tradizionali. Per ottenere questo ringrazio tutti gli artisti che hanno accettato il nostro invito, con particolare riferimento al Prof. Ottaviano Turrioni e alla sua equipe per aver dato vita ad undici straordinarie serate di storia cannarese. Penso che siamo riusciti a dare l’immagine di un Paese vivo e bello. La grande novità della 36esima edizione è stata l’elezione
PIANDARCA DI CANNARA
Al via i lavori per la realizzazione del progetto “Dal Bosco di San Francesco a Piandarca e il sentiero della Predica agli Uccelli” dello Stand dell’anno per le sue offerte culinarie. - Non nascondo di aver ricevuto alcune critiche, ma credo sia un bene per le cucine degli stand, perché se tutti avessero accettato supinamente il verdetto vorrebbe dire che non c’è volontà di migliorarsi. Ho potuto contare sulla collaborazione di Bruno Petronilli, giornalista e critico enogastronomico di grido. La Festa della Cipolla non ha dimenticato le vittime del terremoto che ha sconvolto il centro Italia. In tutti i menu sono stati inseriti gli spaghetti all’amatriciana al costo di 5 euro, inoltre, con l’opzione “aggiungi un euro al tuo menu” si è potuto contribuire alla medesima causa, oppure, ad aiutare l’Associazione umbra per la lotta contro il cancro. - Vorrei consegnare personalmente l’incasso al Sindaco di
una delle città più colpite dal terremoto chiedendo che venga destinato ai giovani ed alle scuole. Il presidente invita a non cullarsi sugli allori, ma cercare ogni anno nuovi spunti di miglioramento. - Il fatto che la Festa riscuota un enorme successo non ci deve indurre a rifugiarci in una zona di comfort. Dobbiamo infatti cercare di uniformare la qualità, ho chiesto alcuni giorni fa al Sindaco di rivedere il regolamento dell’Ente, credo sia opportuno inserire l’obbligo di tracciabilità delle cipolle utilizzate, certificare cioè che si usi il prodotto cannarese. Penso poi al Gemellaggio con Walla Walla, la città statunitense famosa per la produzione di Cipolla, deve far nascere un importante scambio culturale, bisogna fare in modo che rappresenti una concreta possibilità di crescita. La Festa della Cipolla deve essere il traino
della promozione di Cannara. Roberto Damaschi analizza anche i punti deboli della manifestazione. - Sarei ipocrita se dicessi che non ce ne sono. Il nostro punto debole è in realtà un lato positivo, il voler strafare con il volontariato a volte non ci fa marciare da esercito, ma andare a modificare questo aspetto creerebbe problemi seri. C’è da lavorare molto sull’informazione e sul coordinamento, ma pian piano aggiusteremo tutto. Ci sono delle persone che vorrei ringraziare, Monia Peri e Alessia Sirci, abbiamo fatto squadra con lo stesso Sindaco cercando di dividerci i compiti ed essere presenti in tutte le necessità. L’Ente Festa è già a lavoro per allestire l’edizione invernale della Festa della Cipolla. - Ripartiamo da quanto di buono concretizzato lo scorso anno. Bisogna investire nel collaterale, in spettacoli, manifestazioni e mercatini. Stiamo cercando di creare un Natale cannarese in grado di attirare visitatori. È confermata anche la festa della Vernaccia che nella passata edizione ha riscosso un enorme successo. In questa esperienza da presidente dell’Ente Festa ho portato un pizzico di organizzazione calcistica, nel senso che il lavoro futuro va programmato con largo anticipo. Chiudo ringraziando le Istituzioni che ci hanno supportato, l’Assemblea regionale e la Camera di Commercio.
Il progetto sarà realizzato anche grazie al contributo di 12.000 euro stanziato dal FAI e da Intesa Sanpaolo nell’ambito della settima edizione del censimento nazionale “I Luoghi del Cuore” ed è stato presentato lo scorso 4 Ottobre, giorno di San Francesco, presso l’Auditorium San Sebastiano di Cannara. Hanno dunque preso il via i lavori per la realizzazione del progetto ‘Dal Bosco di San Francesco a Piandarca e il Sentiero della Predica agli Uccelli’, mirato alla valorizzazione di Piandarca, teatro dell’episodio più celebre e poetico della vita di San Francesco d’Assisi: la Predica agli Uccelli, fonte di ispirazione di pittori, poeti e musicisti dal genio universale come Giotto, Benozzo Gozzoli, Franz Liszt. Luogo di valore storico eccezionale, non contaminato dalla mano dell’uomo e di straordinaria bellezza paesaggistica, al suo interno si snoda un sentiero di circa due chilometri (c.d. ‘Sentiero Storico’) che gli storici di tutti i tempi ed una secolare tradizione indicano essere quello percorso da San Francesco all’atto del celebre idillio della “Predica agli Uccelli”. L’unico elemento a memoria dell’episodio è un masso scolpito posto lungo il sentiero. Nel 1926, la famiglia Preziotti di Cannara ha fatto erigere per grazia ricevuta l’Edicola di Piandarca situata al termine del sentiero. Nessun altro elemento è stato innalzato nei secoli a perpetuare la memoria di un fatto così straordinario.