Anno XV numero 5 - GIUGNO 2013
L’editoriale www.terrenostre.info E.mail: bruk22@alice.it
CREDERE DI SAPERE
Si avvicina la campagna elettorale di FRANCESCO BRUFANI
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... sì. Appena passerà l’estate, per certi versi è già iniziata, la campagna elettorale per le prossime amministrative farà di nuovo capolino a Bastia Umbra. Chi vincerà tra centrodestra e centrosinistra? La parola rinnovamento è sulla bocca di tutti e sicuramente saranno tanti i nuovi candidati che si cimenteranno in politica. A me fanno paura coloro che non sanno, ma che credono di sapere e comportandosi come se sapessero usano la loro posizione per fare in modo che ciò che credono di sapere accada veramente, danneggiando quelli che sanno di non sapere, per poi vantarsi di aver saputo quello che in realtà non sapevano, ma che in fin dei conti è accaduto come se lo avessero saputo veramente. Insomma, la verità non è come dovrebbe essere, ma troppo spesso è come appare. Di conseguenza gli oratori più carismatici, come sempre, avranno una chance in più per vincere le elezoni. Secondo il teorema di Thomas [William I. Thomas, 18631947]: «Quando le persone considerano certe situazioni come reali, esse sono reali nelle loro conseguenze» A Bastia per molti cittadini è diffusa l’opinione che chi opera nella stampa dovrebbe sempre raccontare la verità e far cadere la maschera a chi ce l’ha. Salvo poi dimenticarsene davanti ai vari comizi elettorali del proprio beniamino. Il problema è che una maschera addosso ce l’hanno tutti i politici, o meglio, tutti i candidati, e far cadere a tutti la maschera è praticamente impossibile. A questo punto che fare? In Italia abbiamo un governo di larghe intese, ma a Bastia, che è un Comune, ciò non è possibile. Al di là dei vari schieramenti il problema non sta nella validità delle proposte politiche, bensì nella credibilità di chi le vuol mettere in pratica.
AL PREMIO TACCONI
I BARBARI
di CARLO ROSIGNOLI
di SILVIA MARINI
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o notato fermento di attività giovanile, assortimento di ragazzi di scuola di ogni ordine e grado, interessamento costante e continuo, intesa alunni insegnanti, partecipazione ampia con prove d’impegno, disponibilità e condivisione della dirigenza scolastica, coordinamento organizzativo, responsabilizzazione dell’autorità pubblica che hanno fatto dimenticare il grigiore che pervade la scuola da anni. Ho sentito commozione ed entusiasmo per i risultati dell’attività didattica e come questi permettano di intraprendere, sperare, costruire. Ho ammirato la spontaneità, l’approfondimento, l’insieme degli interessi e in particolare l’esaltazione del sentimento dell’amicizia. Mi sono convinto sempre meglio di come l’educazione scolastica sia capace di indirizzare verso la civiltà della ragione e della relazione, di prevenire e vincere paure e insicurezze e controllare l’istinto aggressivo animale di sopraffazione sugli esseri simili anche con crudeli violenze. Credo più di prima che solo da qui si possa ripartire per raggiungere un assetto sociale fondato su Giustizia, Verità e Pace. Il Premio Tacconi non è, e non deve essere, un caso isolato, ma solo un esempio tra tante manifestazioni di vivacità dal basso che nella scuola contrastano la mancanza di attenzioni e incoraggiamenti necessari dall’alto. Ero al Convitto di Assisi il 22 Maggio 2013; per maggiori informazioni leggere a pag. 16
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’orda barbarica ormai si è impossessata di noi, del nostro modo di pensare e di essere. Il nostro mondo di ordine e di certezze è stato invaso e smantellato a pezzi. Assurde consuetudini sono ormai metabolizzate mentre sembravano insopportabili e il recinto delle nostre azioni è apparentemente senza confini ma è sempre più delimitato. La tecnologia che azzera le distanze spazio-tempo è una favola che ci conforta, ma le mediazioni che saltano non ci avvicinano per forza né alla consapevolezza né al potere. Le logiche cambiano e ci fanno accontentare di una specie di verità che ci fa sentire interconnessi e liberi ma che ci assoggetta con molta più facilità. Abbindolati dall’affascinante idea della democrazia della rete, siamo annichiliti dalla violenza delle parole dei pochi che manovrano i fili e che, anche se elettrici, sempre fili sono. Nuove e più evolute gogne hanno spodestato i vecchi metodi ma l’imbarbarimento mascherato da evoluzione sta trionfando. Su ogni fronte.
Anno XV n. 5 Giugno 2013 Periodico dell’Associazione Culturale Libera Vox Fondato da Francesco Brufani, Marco Fabrizi e Carlo Rosignoli REG. TRIB. PERUGIA - N. 29 DEL 14/05/1999 Sede legale: p. Mazzini, 49/b - 06083 Bastia U.- Tel. e Fax 075.8010539 Direttore Responsabile: Francesco Brufani 335.7362185 bruk22@alice.it
Hanno collaborato: Studio legale Avv. Andrea Ponti & Chiara Pettirossi - Gaia Berardi - Marco Brufani Roberta Brunelli - Giorgio Buini - Pier Luca Cantoni - Lorenzo Capezzali - Lamberto Caponi - Angelo Carena Rino Casula - Mario Cicogna - Vittorio Cimino - Adriano Cioci - Cristiana Costantini - Stefano Coppetta Antonio Criscuolo - Giorgio Croce - Pio De Giuli - Antonio Del Moro - Claudio Ferrata - Giuseppina Fiorucci Francesco Frascarelli - Michela Freddio - Giacomo Giulietti - Emanuele Legumi - Mauro Lucattelli - Don Beniamino Manca - Daniela Marinacci - Sabrina Marini - Silvia Marini - Paola Mela - Antonio Mencarelli Giuliano Monacchia - Simona Paganelli - Liviana Procacci - Franco Proietti - Lolita Rinforzi - Carlo Rosignoli - Emanuele Rossi - Francesco Santucci - Tiziana Speziali - Sara Stangoni - Elisa Zocchetti Pubblicità: Sede 075.8010539 - Francesco Scarabattoli 347.6876860, Simona Paganelli 335.5739087 - Marco Fabrizi 335.8243510 Vignette: Pino Antonelli, Marco Bargagna, Lamberto Caponi, Giorgio Croce, David Ferracci, Giuliano Monacchia, Fabio Rossi, Giacomo Sargenti. Tipografia: Litoprint
COSTANO E I PORCHETTAI
Un cibo da portare in ogni latitudine La Porchetta dalla Fiera di Monteluce al Nord Europa, fino al Canada di ANTONIO MENCARELLI
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a porchetta, intesa come suino adulto cotto al forno, è uno dei prodotti più conosciuti e apprezzati della cucina umbra. Quella lavorata a Costano, in particolare, è famosissima, un mito nato da una tradizione secolare che ha diffuso il nome del piccolo paese in tutta la regione. Molta di questa notorietà è merito, dobbiamo riconoscerlo, dei perugini, che ne sono stati, storicamente, avidi consumatori nelle feste popolari, nelle piazze dei borghi, e poi quotidianamente nei banchi del Mercato coperto e nelle macellerie più rinomate. Cibo per grandi banchetti, l’origine della porchetta affonda nelle usanze culinarie degli etruschi, per poi passare sulle tavole dei romani e, qualche secolo più tardi, nella cucina medievale. Risalgono a questo periodo le prime ordinanze sul divieto di uccidere animali troppo giovani e inferiori ad un certo peso, le imposizioni di dazi di consumo per ogni capo macellato. In vari modi la porchetta, svuotata delle parti interiori, la si è sempre farcita con ingredienti e insaporita con il medesimo condimento. Ne è nato da ciò un piatto forte, gustoso ma robusto, perché aglio, rosmarino, alloro, sale, pepe, finocchio selvatico, sono aromi che si fanno sentire. Se la lavorazione e la vendita era usuale in territori come Magione, Bettona, Umbertide, Gualdo Cattaneo, Bevagna, Tuoro, qui la produzione era individuale: qualche contadino, un macellaio, o taluno fattosi pratico di norcineria. A Costano, invece, i porchettai sono stati sempre un gruppo molto nutrito, andato aumentando col passare dei decenni, interi nuclei familiari che da generazioni si passavano questo mestiere, esercitato ancora oggi dai discendenti di quei medesimi ceppi di cui portano lo stesso cognome. Negli elenchi comunali in cui compaiono i soggetti possessori di licenze per la vendita ambulante di cibarie, se ne contano tredici nel 1866, poi diciotto nel 1892 e ventotto nel 1929. Quanto agli usi e costumi propri del vasto territorio perugino, agli inizi del ‘900 la presenza del porchetta-
Le foto in pagina sono tratte dal libro: UN PAESE UN MESTIERE - COSTANO E I PORCHETTAI di Antonio Mencarelli
io di Costano nella antica Fiera di Monteluce a Perugia è così descritta da Luigi Catanelli, studioso del folklore e delle tradizioni locali. «La porchetta è il simbolo gastronomico che eccelle nella secolare festività. Il grasso fuso col magro forma un insieme succulento e prelibato. Le inteI porchettai di Costano alla fiera di Monteluce a Perugia, anno 1920 circa riora, profumate, la (Foto di Antonio Buranelli) carne tenera e leggera, soddisfano qualsiasi palato esigente. La genuinità del condimento, il metodo di cottura, offrono un alimento che non gonfia lo stomaco [sic] e non mette nell’imbarazzo l’intestino. Una fetta di porchetta, condita con un po’ di sale fino, in mezzo ad una pagnotta di pane fresco, costituisce un pasto uguale al migliore manicaretto. Il porchettaio infila il coltello lungo e appuntito nella cotica rosolita che fa scricchiolare e taglia la fetta di carne. Con occhio scaltro pone la porchetta in un foglio di carta gialla, ci aggiunge un pizzico di interiora e svelto svelto pesa la cartata nella bilancia romana. Il peso non corrisponde mai».Una descrizione efficace, realistica, quella di Catanelli, che ha la presa di un moderno spot pubblicitario. Tanti sono gli aneddoti che si contano a proposito di questa pietanza. Nel 1897, ad esempio, pare che alcuni venditori di porchetta, conoscendo la credulità delle nostre popolazioni campagnole, avessero fatto diffondere la nova che Sua Eccellenza l’arcivescovo di Perugia si era deciso di fare uno strappo alla regola, permettendo di mangiare cibi di grasso da Fontenovo a Monteluce anche nel giorno di Venerdì. E pare che la trovata spiritosa abbia avuto
buon esito, perché di innocenti porchette ne furono divorate non poche. Tutto è dunque confermato. Anche decenni dopo, scriveva un cronista di un foglio perugino, la più grande attrazione della fiera di Monteluce per i ghiottoni erano le nocciole, i torcoli «e le famose porchette di Costano». E per finire arriviamo a un episodio documentato. Nell’agosto 1913 un bastiolo di nome John Caproni, emigrato in Lussemburgo venti anni prima, scrisse una lettera al sindaco, scusandosi della stranezza e della libertà che si era preso nello scrivergli direttamente non sapendo a chi rivolgersi. Lo pregava di adoperarsi per fargli avere, da parte di persona pratica del mestiere, la ricetta del modo come si confeziona la porchetta, precisando che ciò che più gli interessava era il tempo che occorreva per cuocerla. Il Caproni scriveva dall’Hotel de la Gare di Born. Noi non sappiamo se e cosa il sindaco abbia risposto. Certamente Caproni ne voleva fare un uso commerciale ma ci colpisce l’idea del maiale arrosto, specialità della sua terra di origine, da far assaggiare (siamo negli anni precedenti lo scoppio della prima guerra mondiale) agli abitanti di quelle province lontane, al di là delle Alpi, oltre l’immenso Reich di Guglielmo II e le lande brumose dei Paesi Bassi. Cosa che solo la porchetta di Costano riesce a far immaginare. Memorabile resta l’avventura di Luigi Caccinelli, che nel 1980 andò a confezionare la porchetta in Canada, trasvolando l’oceano Atlantico, sistemando sull’aereo i forni elettrici fatti appositamente costruire nelle industrie della Terni. Luigi Caccinelli taglia la sua porchetta in una grande manifestazione fieristica in Canada, anno 1980
INTERVISTA AD ANTONIETTA MESCHINI, PRESIDENTE DELLA SAGRA DELLA PORCHETTA
Dal 21 agosto al 1 settembre
Nella patria del Gusto, si rinnova la tradizione della Porchetta di FRANCESCO BRUFANI
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a Sagra della Porchetta compie 40 anni. Qual è il segreto di questo appuntamento sempre in crescita? - En tusiasmo, seso di appartenenza, spirito disacrificio, predisposizione a lavorare in squadra, la voglia di continuare a scoprire e meravigliarsi nonostante gli anni che passano, sono solo alcuni dei segreti che permettono ormai dal lontano 1968 il ripetersi di questa sorta di “miracolo” (mi perdoneranno padre Gualtiero e padre Salvio) che è la Sagra della porchetta di Costano. Alla vigilia di questo importantissimo appuntamento mi preme innanzitutto ringraziare la nostra gente per il modo in cui ha voluto starci vicino in tutti questi anni e ripetergli che niente, per noi, è più importante del sentire forte la loro vicinanza. Sei nata e vivi a Costano da sempre. Quali ricordi ti rivengono in mente quando eri bambina? Me ne vengono in mente principalmente due. L’entusiasmo dei ragazzi più grandi di me quando era vicino il momento di recarsi sul monte a cogliere il “bossolo” (verdura simile all’edera), e il momento del ritorno quando veniva riposto all’interno del castello per essere poi intrecciato affinchè abbellisse la via d’ingresso e la piazza durante i giorni della sagra. Poter partecipare a queste spedizioni rappresentava quasi una sorta di spartiacque tra l’essere considerati bambini piuttosto che “ragazzotti”. Altra cosa che ricordo molto bene è lo stupore di tutti nel vedere sul palco artisti fino ad allora apprezzati solo grazie alla televisione. Claudio Baglioni, Tony Sant’Agata, i fratelli sant’Anastasio, la presentatrice Rosanna Vaudetti solo per citarne alcuni. È vero che la porchetta nasce a Costano? - Noi Costanesi possiamo senz’altro affermare che i nostri antenati si dedicavano alla preparazione di questo magnifico arrosto già oltre 4 secoli fa. Un documento tutt’ora consultabile all’interno della biblio-
teca del Sacro Convento di Assisi attesta che già nel 1584 i frati di quel tempo si rifornissero di porchetta da un tale Giomo De Lilloccio, Costanese, lavoratore del podere di fra Gregorio, che nel caso specifico, ne consegnava loro una del peso di libre 68. Che differenza c’è tra la porchetta di Costano e le altre che si trovano in giro? - Il fatto che a Costano si faccia Antonietta Meschini la porchetta da così tanto tempo, ha comportato l’accumularsi di un notevole patrimonio di conoscenze che spaziano dal saper scegliere il suino più adatto, alla maestria nel saperlo disossare e insaporire, fino alla fase della cottura, senza dubbio la più lunga e laboriosa, quella nella quale viene fuori tutta la passione del porchettaio D.O.C. Ancora oggi a Costano fare la porchetta non può prescindere dal rispettare un rigido rituale, pur con tutti i cambiamenti che le moderne tecnologie hanno ovviamente comportato. Come si mangia la porchetta? - Potrà sembrare curioso ai più ma prima di tutto, secondo noi, la porchetta si mangia in compagnia. Riteniamo che pochi altri cibi evochino insieme festa e convivialità. A Costano il modo più apprezzato è quello di condividerne insieme una “scartata” accompagnata dagli eccellenti vini del nostro territorio. La porchetta è senza dubbio anche un cibo di strada, innumerevoli sono infatti gli ambulanti che la offrono lungo le strade del nostro “Bel Paese”. È anche un secondo piatto, che da il meglio di sé consumata tiepida. Rappresenta un ingrediente im-
portante per preparare gli antipasti della sagra della porchetta. L’abbiamo lanciata anche in versione “bella vista” abbinandola ad altre tipicità del nostro territorio quali salame casareccio, formaggio pecorino e torta al testo. Ci puoi descrivere qualche piatto particolare? - Proprio a questo ci stiamo applicando, avvalendoci della collaborazione di cuochi di provata esperienza, per creare un primo piatto capace. Speriamo, di sorprendere gli ospiti di questa 40° edizione. Ci puoi anticipare cosa avete in mente di fare per quet’anno? - Gli appuntamenti che scandiranno i giorni di questa 40° edizione saranno a loro modo tutti quanti unici, proprio in funzione della meticolosità con la quale li stiamo preparando, sia dal punto di vista culturale, piuttosto che gastronomico e musicale. Ad uno in particolare noi, ragazzi del gruppo giovanile, teniamo molto. Mercoledì 21 agosto, alle ore 20.00, in piazza a Costano, organizzeremo una tavola rotonda, ricca di ospiti prestigiosi, per rendere omaggio alla nostra sagra e al suo fiore all’occhiello che è la porchetta. Una mostra storico-documentaria la racconterà la nostra storia dal momento in cui muoveva i primi passi, fino ad arrivare ai giorni nostri. Per l’occasione allestiremo all’interno del castello la mostra del porchettaio e proietteremo tutto il materiale d’archivio che stiamo risistemando e mettendo in ordine. Insomma, renderemo omaggio al nostro prodotto tipico andando ben’oltre l’aspetto gastronomico. Penso possiamo fermarci qui, non senza prima aver invitato i lettori a venirci a trovare, dal 21 agosto al 1 settembre. Troverete ad accogliervi un atmosfera particolare e una comunità intera, felice di festeggiare insieme a voi i primi 40 anni di questa nostra magnifica storia.
ESOTERISMO
numero 5 - GIUGNO 2013
1600 - Superstizioni e paure sostenute dall’ignoranza...
Convegni di streghe e nei famigerati Sabba
I mali sono infiniti, i nemici sono invisibili e sconosciuti. Misteriosi anche di MARIO CICOGNA
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rate Francesco Maria Guaccio dell'ordine di Sant'Ambrogio "ad Nemus" (ordine fondato a Milano, estintosi nel 1645), nato all'incirca nell'ultimo quarto del 500 (la data precisa non è conosciuta), faceva il consulente nelle "infestazioni diaboliche", ovvero in materia di stregonerie. Per questo motivo, nel 1605, durante il processo indetto dalla Inquisizione contro Guglielmo III, duca di Julich-Clevenberg, era stato inviato al suo capezzale, a Clèves in Germania, per stabilire la diagnosi di alcuni sintomi che per l'epoca, in un'atmosfera di continui sospetti, non erano per niente rari. Il frate, con una certa padronanza dell'argomento, pronunciò colà il verdetto: "...era sicuramente Satana, il perfido signore degli Inferi, invocato dalla spregevole figura di un mediatore terreno, che, in cambio di vantaggi effimeri, gli avrebbe venduto l'anima". La competenza profonda della "materia", da parte del frate milanese, si evidenzierà tre anni dopo nella prima edizione del Compendium Maleficarum, un trattato accolto molto bene dalla gerarchia e dal clero, un libro redatto in un latino canonico che riguardava "le azioni più nefande e nocive all'uomo" e i "rimedi atti ad evitarle". Frate Francesco si trovava ad operare in uno scenario in cui la stregoneria era divenuta un fenomeno allarmante e in sensibile crescita. Di trattati, sull'argomento, ce n'erano già in circolazione, ma l'opera del Guaccio permetteva di orientarsi con una certa sicurezza nella vastità dell'argomento con una strutturazione in due libri "ricchi di erudizione e di dottrina", con una raccolta di citazioni (Del Rio, Remy, Sprenger, Bernardo da Como, Grillando ecc.), con capitoli divisi in due parti: una teorica (dottrinale) e una pratica, con moltelplici esempi tratti da diverse aree geografiche, con una lunga descrizione di "miracoli" demoniaci (scomparse improvvise, repentine metamorfosi) che costituiscono il classico repertorio di un Satana illusionista e funambolo, ma anche con opinioni astruse sulla nascita di Lutero, frutto dell'accoppiamento di una monaca con il diavolo. A corredo di alcuni episodi diabolici, trentuno xilografie le cui matrici lignee potrebbero essere state opera dello stesso Guaccio. L'opera, prettamente dogmatica, nonostante il suo tono perentorio nella descrizione di personaggi ed eventi, risultava infine troppo pacata "per tempi nei quali il Signore degli abissi stava possedendo anche le menti più razionali". Il successo ottenuto da Compendium Maleficarum e il tragico sviluppo della Guerra dei trent'anni indussero Francesco Maria Guaccio ad accrescere la portata del trattato, suddiviso in tre parti, con una nuova edi-
zione apparsa a Milano quattro anni prima della peste e del processo agli untori. Nella prima parte (o nel primo libro), teoria dottrinale; nella seconda, pratica; nella terza, un'appendice esorcistica, con i segni per riconoscere gli indemoniati e i rimedi contro i malefici (grandini, vermi, topi e quant'altro). Questo, un brano tratto dall'opera aggiornata che parla
dei convegni tra streghe e diavoli, i famigerati sabba. "Una cosa che ritengo vera è che le streghe vengano trasportate, ogni tanto, dal demonio da un luogo all'altro su un caprone o su un altro animale fantasmagorico, il quale tenendone sul dorso più d'una le conduce alla nefanda adunanza...prima di recarsi al sabba, esse si spalmano sul corpo un unguento composto di sostanze ignobili, qua-
numero 5 - GIUGNO 2013
ESOTERISMO
diavoli i metodi per combatterli li il grasso di bambini uccisi, e, così unte, sogliono viaggiare su un bastone, una scopa, una canna, un forcone, una conocchia, cavalcando i quali si portano da una località all'altra. O altrimenti salgono in groppa a un toro, a un cane, per recarsi al convegno; o, anche, se il luogo è vicino, ci vanno a piedi. Una volta insieme, queste figlie del diavolo accendono un falò tetro e pauroso e il demonio, presiedendo la congrega in forma di mostro o di cane orripilante, siede in trono, ed esse vanno ad adorarlo". Ai convegni, che si tenevano principalmente nelle notti tra sabato e domenica - secondo le credenze del tempo le streghe si abbandonavano a licenziosità di ogni genere, commettevano atti sacrileghi, profanavano le ostie, preparavano filtri magici, commettevano atti di vampirismo sui bambini, violavano le tombe e divoravano i cadaveri. Ecco perché, quando succedevano disgrazie, le streghe erano accusate di averle provocate. Dalle streghe nell'immaginario del popolo alla caccia alle streghe il passo fu breve. La Chiesa Cattolica, mentre da una parte ha sempre combattuto le credenze magiche, dall'altra è stata una forte sostenitrice dell'esistenza oggettiva di streghe, maghi e stregoni, giustificando la credenza nel sab-
Dalle streghe nell'immaginario del popolo alla caccia alle streghe il passo fu breve. ba diabolico. Le presunte streghe venivano individuate per lo più nelle classi sociali inferiori e nelle situazioni più "sensibili" (vedove, prostitute, levatrici), finendo per alimentare, con il timore dell'ignoto che ancora oggi, in certi casi, prevale sulla ragione, superstizioni e paure sostenute dall'ignoranza. Nate in tempi lontani, queste superstizioni e queste paure hanno permesso, a stregoni, santoni vari e maghi ciarlatani di ritagliarsi un ruolo importante e necessario nella società, fino ai giorni nostri, attingendo a leggende che, tramandate per tanto tempo, si sono trasformate in "verità", con l'aggravante che spesso ciò che è lontano nel tempo assume una valenza maggiore, a volte mitica. Un percorso ricco di religione e superstizione, quello di una tesi di laurea ambientata nell'entroterra di Assisi, realizzata una decina di anni fa da una laureanda in lettere classiche, con testimonianze (registrate su nastro) dirette di ultrasettantenni che raccontano con dovizia di particolari un vissuto collegato non alle streghe e ai roghi, ma a quelle che Davide Hume (1711-1776), filosofo e storico scozzese, definiva le "corruzioni della religione", in sintesi la superstizione e l'entusiasmo, con la plausibilità della mente dell'uomo soggetta a paure inspiegabili: i mali sono infiniti, i nemici sono invisibili e sconosciuti e si rivelano misteriosi anche i metodi per combatterli. Le cause: la debolezza, la paura, la malinconia. Soprattutto l'ignoranza. Accanto alla superstizione, l'entusiasmo serve ad avvici-
narsi direttamente alla "divinità", anche terrena. La "religiosità" che si manifesta con l'entusiasmo, dapprima è più violenta, e, siccome l'entusiasmo "è fondato su spiriti forti e su una presuntuosa sfrontatezza di carattere, genera le soluzioni più estreme". Una intervistata ottuagenaria, in questa tesi, alla domanda: "È a conoscenza di episodi di fatture a morte?", crudamente, in dialetto, risponde: "una vicina nostra, j'hanno fatto quello che j'hanno fatto, che lei c'è morta. Dai cuscine ce trovave qualcosa dentro e la dovevi abbrucià. C'era una a Spello che te l' diceva. Sennò ce mettevono, pe' fa proprio più bene, el marchese sul liquore da 'n giovanotto, che so, cinque gocce, tre gocce a beve..., perché...se io te dico 'Tié 'sta bottija de vernaccia', e me voglio mette a fa' l'amore con te, tu la beve, che fè? Allora c'è quell'attaccamento che uno 'n se cosa più. Si tu beve quela robba, tu doppo se' sempre che ammire da llè, mica da n'altra. Si tu beve quella, te pia 'na passione che tu guarde solo da quella persona, 'n'altra 'n la guarde più! Tutto sbandato, 'sto giovanotto dopo steva sempre a mani giunte sotto casa de quella. Solo si 'n la bevono più arvengono cristiani". 'Ste donne (le streghe, in questo caso n.d.r), pe' suggerì 'ste cose, pjavono eh! Ché si te la fonno a morte, morive...". Tutto è ignoto - sosteneva Hume - un enigma, un inesplicabile mistero. Dubbio, incertezza, sospensione del giudizio appaiono l'unico risultato della nostra più accurata indagine in proposito. Ma tale è la fragilità della ragione umana, e tale il contagio irresistibile delle opinioni, che non è facile tener fede neppure a questa posizione scettica, se non guardando più lontano e opponendo superstizione a superstizione, in singolar tenzone; intanto, mentre infuria il duello, ripariamoci felicemente, nelle regioni della filosofia, oscure ma tranquille.
ASSISI - BASTIA
numero 5 - GIUGNO 2013
HISTORY
Una memoria di fine Ottocento su “S. Francescuccio” o “Fonte di S. Francesco”, oggi “S. Francesco dei Mietitori” di FRANCESCO SANTUCCI
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ungo l’antica “via di Costano” o “di Bettona” - che dalla città di Assisi, attraverso S. Maria degli Angeli, fin dall’Alto Medioevo conduce a queste due località - in quella che a partire dal XIII secolo fu la Baylia Costani, e precisamente in vocabulo fontis Sancti Francisci (come risulta da un atto notarile dell’anno 1472), sorge una chiesetta denominata, per le sue ridotte dimensioni, “S. Francescuccio”, sita proprio nel punto in cui, fino a circa un secolo fa, sgorgava una fonte, che traeva anch’essa la propria denominazione dal Poverello e sulla quale l’erudito assisiate Francesco Antonio Frondini (1759-1841) scrisse la seguente nota (poi riecheggiata nella Storia della Bastia Umbra da Antonio Cristofani) che si conserva nell’Archivio Capitolare di S. Rufino in Assisi: Da S. Maria di Porziuncola alla Fonte detta di S. Francesco vi sono circa due miglia. Questa è sulla strada di Bettona e che porta a Costano. Resta a man dritta andando in giù [...] viene coperta da una cappellina lunga circa (mancano le misure) e larga circa (id.), fabricata (sic) modernamente dai conti
Ferretti di Perugia, sul terreno de’ quali è posta. Nell’unico altare vi è S. Francesco che riceve le Stimmate, e lateralmente ad esso vi è l’arma Ferretti; l’ingresso resta a’ piedi lateralmente e verso Tramontana, e vi sono due piccole porticine [...]; verso la pubblica strada scaturisce l’acqua ed evvi fabricata (sic) una piccola fonte, da dove uscendo va poi a sperdersi nel fosso della medesima strada. Dicesi che passando per qui S. Francesco, con un frate che aveva sete, fatta orazione, fece miracolosamente scaturire, ed è miracolosa per la febre (sic). La suddetta cappellina fu costruita sicuramente prima della fine del ’600, dal momento che da una nota inedita dell’Archivio Vescovile di Assisi, databile tra il 1626 e il 1699, si ricava quanto segue: Fu visitata similmente da me infrascritto Curato la Chiesa di S. Francesco, posta nel Territorio de la Bastia e Vocabolo la fonte di S. Francesco, spettante alli Signori Ferretti Perugini, qual Chiesa è stata eretta anticamente dalla suddetta Casa, et oggi al presente da’ medesimi posseduta. Non ha obblighi di messe; si celebra di raro (sic); non possiede cosa alcuna e stabile. Vi è il suo Altare, con paliotti, candelieri, e quello che bisogna, havendo (sic) solo per celebrare una pianeta, camiscie (sic) e messale. (Firmato: Cristofano Angel Curato da Bastia). Alla “Fonte di S. Francesco” è legato un episodio verificatosi nell’ultimo quarto dell’Ottocento, del quale abbiamo rintracciato - sempre nell’Archivio Capitolare di S. Rufino - una memoria manoscritta che viene per la prima volta pubblicata in questa sede. Eccone il testo (di anonimo) in bella prosa ottocentesca che ha destato la nostra curiosità, intitolato: Una Fonte di S. Francesco sulla via di Bettona: Con lieta ricordanza mi torna a mente un bel giorno di ottobre, in che una brigatella di giovani, ai quali m’ero anch’io accompagnato, moveva pedestre (a piedi) per la via che scende dalla fertile costa d’Assisi e dalla Porziuncola, alla volta di Bettona, antica città degli U/mbri. Erano essi diretti ad oziare e far baldoria nella villa di Bucajone (Boccaglione) che si estende fiorente e deliziosa a piè della valle, ove poco lungi fan capo il fiumicello (sic) Topino e l’acqua che discende dal (sic) colle eletto
del (sic) beato Ubaldo, per confondersi coll’onda del biondo Tevere. Nella narrazione di quell’ “avventura” giovanile (possiamo ben chiamarla così, dati i tempi nei quali scarseggiavano i divertimenti e ci si contentava di poco per devertere!) si coglie il rimpianto per un giorno d’innocente “baldoria”, vissuto nei giardini della villa che sorge nei pressi di Passaggio di Bettona, con le sue amenità e i suoi ‘giochi d’acqua’: Era di mattino, e il sole brillava tra le selve dei colli che ci eran d’innanzi; la mitezza dell’aria e la serenità del cielo ci faceva presentire il godimento della giornata, col solo pensiero di stare allegri, tra mille svariati discorsi e progetti da scolari che volevan divertire l’uggia delle cure preparatorie agli esami bene o male sostenuti, si era giunti circa (sic) la metà della via, allorché due modeste fanciulle ci passaron d’appresso camminando preste ed affannose. - Dove si vende buon vino? - le (sic) domandò un di noi; ed esse: - Non andiamo pel vino, ma per l’acqua. - Vi manca il pozzo in casa? - soggiunse un altro; e quelle: - No, lo abbiamo, ma andiamo per l’acqua di S. Francesco - e continuavano frettoloso il passo. Facemmo noi altrettanto, e curiosando con esse intorno all’acqua di S. Francesco venimmo a sapere che tra poco per quella via avremmo incontrato un gettito d’acqua, detta di S. Francesco, la quale si beveva anche a giovamento nelle infermità; che quelle giovanette avevano la madre malata con febbre, e che s’auguravano guarirla con quell’acqua, come più volte ne avevan fatta esperienza. Giungemmo così camminando e discorrendo ad un piccolo fabbricato posto sul ciglio d’una greppa (sic), che ci si disse essere una chiesiuola (sic); quivi, sulla fronte di essa, verso la via, vedemmo una cannella spillante acqua nella sottoposta fontana. Le giovinette ne empierono (sic) le bottiglie, piegarono alquanto genuflesse, ed ingozzata un po’ di quell’acqua rifecero la via, augurandole (sic) noi la sollecita guarigione della madre. Sorse allora diverbio tra noi volendo alcuni subito procedere innanzi nulla curandosi della fonte, dell’acqua e delle malattie, e sostenendo altri doversi fare in proposito indagini, e chiarire le idee. (Eterna lotta insita nell’animo umano, combattuto tra il desiderio di conoscere e l’acquiescente indifferenza!). E il racconto continua: Prevalse il parere dei secondi, che erano i più, [poi] che l’ora non era tarda, e rimanea ancor tempo assai a divertirsi. Tentammo di entrare nella chiesiuola scotendone la porta mal ferma, quando un monello conducente a pascolo alcune pecore si offrì a chiamarci l’uomo che ne tenea la chiave. Dicemmo che il facesse, e quello di corsa fu alla casa dell’uomo indicato, che poco distava, e in breve fu di ritorno con lui. Non occorre dire che il monello ci tese la mano aperta aspettandosi l’obolo che non gli mancò, e che rimase lì curioso spet-
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tatore, lasciando in lor balìa le pecore divertitesi (sic) giù per i campi. Con tutta cortesia quel bon uomo ci schiuse la porta, ma però sbirciandoci con occhio indagatore e sospettoso come chi teme un tranello. Entrammo; vedemmo il fabbricato mal ridotto, e quasi cadente un altarino; sul pavimento dal lato verso la via sorgeva un’acqua zampillante chiarissima, la quale mercè una piccola doccia fluiva all’esterno sulla fonte che sopra dicemmo. Non paghi di aver veduta la chiesina e la sorgente, usciti sulla via, ché a mala pena il fabbricato tutti ci capiva (conteneva), nacque volontaria e naturale la domanda per sapere come e perché quell’acqua dicevasi di S. Francesco. E l’uomo, rassicurato dalle nostre istanze che non dicevamo da scherzo, e che non intendevamo prenderlo in burla, atteggiatosi come chi recita una istoriella appresa, e chi sa quante volte recitata, disse: “Dunque devono sapere che S. Francesco, dopo aver ricevuto le Stimate (sic), passando per qui aveva tra la molta gente che lo seguiva anche un suo compagno, che si chiamava Frate Leone, ma che era bono (sic) come un agnello.
BASTIA UMBRA/HISTORY ASSISI-BASTIA
vuole andar via.
Il narratore pare, a questo punto, preso più che mai dall’enfasi rievocatrice dell’episodio rivissuto come uno dei tanti ‘Fioretti’ francescani; e continuò: Faceva caldo assai, ed al frate già stanco dal cammino era venuta una gran sete, sicché non potendo più camminare, non trovandosi per questi contorni un po’ d’acqua, si sdraiò su questa greppa. Allora S. Francesco, che era un gran Santo e faceva tanti miracoli, ebbe compassione del compagno, e toccata con una mano la greppa ne fece scaturire quest’acqua, colla quale prima il frate compagno e poi tutti gli altri si rifocillarono. Da quel tempo questa sorgente non si è più mai asciugata nemmeno nelle più grandi siccità; e per mezzo di essa ottengonsi molte guarigioni specialmente dalle febbri. La devozione perciò concluse l’uomo - e la gratitudine de’ fedeli vi eresse questa chiesina sotto il titolo delle Sagre Stimate (sic)”. - Ma come sapete voi tante cose, o bon uomo? - gli fu detto. Ed esso: - Questo ci hanno raccontato i nostri nonni, a cui l’avevano già detto i bisnonni; e noi le diciamo ai nostri figli e nepoti, perché non se ne perda la notizia. - Ma però - soggiunse un malignuzzo - sembra che la chiesina se ne voglia far perdere la memoria, perché se ne
La piccola costruzione, insomma, era ormai fatiscente e sul punto di crollare. Ed ecco la causa, spiegata dall’uomo al giovane ironico interlocutore: - E’ mancanza di fede, o signore; poco si crede più, e le bone (sic) credenze si mettono in ridicolo; ma però la chiesina starà (resisterà). I signori conti Ferretti da Perugia, ai quali essa apparteneva, l’hanno abbandonata, e noi la risarciremo (restaureremo). Intanto loro signori bevano di quest’acqua, e Iddio e S. Francesco gli conceda lunga salute. Così disse; e noi in coro rispondemmo: “Amen!”. Ma non termina con questa esclamazione di sapore un po’goliardico la narrazione del nostro Anonimo, il quale così prosegue: Mentre quell’oratore parlava, quei che passavano facevano sosta, e molti ancora dalle case non lontane erano sopraggiunti, attirati forse dall’insolito concorso. E poiché mostrammo desiderio di conoscere veramente, ed esser certi delle guarigioni
Chiesetta di S. Francescuccio
che si asserivano avvenute usando a quell’acqua, ciascuno di que’ sopravenuti (sic) volea contarci la sua. E chi dicea della moglie e de’ figli liberati (sottinteso: dalla febbre), chi del padre o dei fratelli guariti; chi del compare o della comare; chi di Cencio di Bista (?), di Cecchino; e tutti concordi ad asseverare che a liberarsi dalle febbri non v’era medicamento migliore. Ma se tutti avessimo voluto ascoltare conveniva rinunziare allo scopo della nostra gita, che però, ringraziato benevolmente il bon uomo, gustata un po’ di quell’acqua limpidissima e freschissima, salutati i circostanti, che ci corrisposero col ‘bon viaggio’, continuammo gaudenti la via. Quell’evento dovette restare a lungo nella memoria del nostro Autore che ebbe a scriverne solo dopo molti anni, con la seguente conclusione: Sono corsi quarant’anni da quel dì ad oggi, in cui ricalcando quella via, non per passatempo come allora, ma indotto da altre cure (preoccupazioni), e volgendo in mente altri pensieri, ho veduto la chiesina restaurata, e quasi ridotta a nuovo. Ho procurato di assumere particolari ed esatte informazioni relative a quella sorgente e da esse resta provato a sufficienza che molti, e di frequente trovan sollievo in quell’acqua specialmente nelle febbri, e che sperimentati inutilmente i rimedi dell’arte medicinale, da quell’onda prodigiosa unicamente ripetono la sanità. Iddio mirabile ne’ suoi Santi è largo delle sue grazie verso chi li onora con fiducia. Da circa tre anni – così termina il Nostro‘– la pietà de’ fedeli, coadiuvata dalla generosità del (sic) zelantissimo nostro pastore, Terziario ancor esso, ha restaurato la chiesuola, la quale già ribenedetta fu novamente aperta al culto nell’aprile dell’anno 1877. Da tale racconto deduciamo che esso fu scritto nell’anno 1880 e che l’allora vescovo di Assisi, mons. Paolo Fabiani (1872-1880), ebbe ad incoraggiare e generosamente sostenere l’opera di restauro del piccolo edificio sacro. Si tratta, come si può notare, di una semplice testimonianza, ma ricca di significato per la sua valenza di pietà popolare, della quale è ancora testimone la ben conservata chiesetta che a me piace continuare a chiamare “S. Francescuccio” o “Fonte di S. Francesco”. Come una volta.
ASSISI/HISTORY
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PETRIGNANO D’ASSISI
DECIO COSTANZI, ingegnere Il suo operoso ingegno nella realizzazione del Lingotto di Torino, e S. M. Novella (Firenze), dell’autostrada del Sole, del Molino di Assisi, di ALESSANDRO CIANETTI
Confucio diceva: “Studia il passato se vuoi prevedere il futuro". Sono grato quindi alla Redazione di "Terrenostre" che nell’intento di valorizzare l’identità delle nostre comunità, mi ha dato l'opportunità di dare voce e rendere memoria storica di personaggi che hanno dato lustro alle nostre terre lasciando l'impronta della loro operosità. Da questa finestra aperta farò un tuffo nel passato per rievocare uomini, eventi, tradizioni popolari e quante altre hanno segnato il divenire della nostra gente.
D
ecio Costanzi nacque il diciotto dicembre 1884. Dopo il liceo scientifico s’iscrisse al Politecnico di Torino ove nel 1911 conseguì la laurea in ingegneria con il massimo dei voti. Qui divenne amico di Vittorio Valletta al quale, come si dirà in seguito, rimarrà legato da sentimenti di stima e d'intima amicizia.
Al termine della prima guerra monLingotto di Torino (anni ‘30) diale, si trasferì a Roma ove aprì uno studio per dedicarsi alle ricerche sulla scienza delle costruzioni con particolare riguardo all’impiego di nuovi materiali e di nuove tecnologie. Il suo nome è annoverato, infatti, tra i primi ingegneri che utilizzò in Italia il cemento armato nelle costruzioni d'importanti edifici pubblici e privati. La sua meritata fama giunse al Senatore Giovanni Agnelli, di cui divenne grande amico, e al prof. Vittorio Valletta che gli affidò la costruzione di vari stabilimenti per la FIAT tra i quali quelli del Lingotto a UIC) in via Quattro Fontane. in Roma. Torino. Aderì al futurismo e al manifesto futurista delQuando Mazzoni divenne ingegnere capo per le Ferrovie l’Architettura aerea predisposto da Angelo Mazzoni Del dello stato, l’impresa Costanzi fu incaricata di costruire alGrande (tra i più famosi ingeneri della prima metà del cune importanti stazioni ferroviarie in altrettanto grandi citventesimo secolo) che fu particolarmente colpito dal getà italiane e precisamente: nio del giovane ingegnere di Petrignano. Le stazioni di Bolzano e di Trento (perfetto esempio d’esteIl Mazzoni fu particolarmente attratto dall’espressione tica ferroviaria degli anni trenta che connotò, per la prima eclettica e dalla serietà e ravolta, la città di Trento di un nuovo stile moderno e italiano). zionalità costruttiva dell’ing. Ha costruito poi la stazione di Reggio Calabria, dallo stile Costanzi e lo volle nella sua caratteristico delle costruzioni pubbliche dell’epoca fasciequipe per la progettazione e sta. In occasione della celebrazione del primo anniversario costruzione di stazioni ferrodella costruzione, nel 1939 la stazione accolse la carrozza di viarie in importanti città itaBenito Mussolini che si complimentò con l'Ing. Decio Coliane. stanzi e tesse un caloroso elogio ai dipendenti dell'impresa La più eloquente testimoniancostruttrice. za dell’estro futurista dell’ing. L'edificazione della Stazione Santa Maria Novella di FirenCostanzi è stata la costruzioze fu primo esempio in Italia di stazione eretta secondo la ne della stazione Termini di logica di funzionalità moderna. Sebbene l'opera non fosse in Roma il cui plastico monulinea con le tendenze architettoniche di stampo fascista ricementale fu ospitato nell’espovette il plauso di Benito Mussolini che espresse ammiraziosizione mondiale di New ni per la bellezza estetica del lussuoso e affascinante salone York del 1939. delle partenze, ricoperto di marmi di Carrara. Il Duce eloIn corso d’opera il progetto giò, soprattutto, la moderna tecnica costruttiva dell’arioso originario fu modificato perspazio dei sedici binari, lungo centosessanta metri, realizzaché l’ing. Decio Costanzi proto senza strutture di sostegno centrale, coperto di rame e di pose e ottenne il consenso per vetro. l’aggiunta di un'ardita pensiNell’immediato periodo successivo alla seconda guerra monlina a sbalzo, in cemento ardiale, l’ing. Decio Costanzi si dedicò anche alla costruzione mato, che sostituì il grandiodi strade e di dighe. so porticato che aveva previEsegui alcuni tratti dell’autostrada del Sole Milano- Napoli, sto l’ing. Mazzoni sul piazdella Napoli Bari e Rimini Cesena. zale dei Cinquecento. Nelle memorie di famiglia si Nel 1956 l’ACEA di Roma gli affidò la costruzione del lago apprende che nel giorno in cui artificiale di Bomba la cui diga doveva produrre energia eletsi tolsero le impalcature di trica per Roma. sostegno, l’ing. Costanzi volLo sbarramento diga in terra battuta fu la prima in Europa. le con sé i figli Giorgio e Realizzata sui fiumi Sangro, Aventino e Verde, è lungo sette Gianfranco sotto la pensilina chilometri e largo mediamente un chilometro e mezzo, 57 in segno della sua sicurezza metri alto, contiene quattro milioni di metri cubi d’acqua. sul buon esito del collaudo. Il gesto gli valse l’onore delAlla realizzazione di tale gigantesca costruzione contribuì la cronaca nelle più importanl’opera di molti giovani petrignanesi tra cui ricordo Edoardo ti riviste di Architettura e InSportolari, Savello Bolletta, Francesco Amico, i fratelli Angegneria e un gran successo gelo, Giocondo e Oscar Meschini, Dino Tontoli e i miei fradi critica a livello nazionale. telli Adelio e Alberto. Appena diplomato anch'io feci parte In seguito gli fu conferito indella squadra dei petrignanesi, ma fu per pochi giorni perché carico di realizzare la sede non resistetti al duro lavoro di raccogliere i sassi da sottodella Rai TV in Via Teulada, porre a esami geologici. Tanti altri furono i giovani di Petriil palazzo di Vetro in Via gnano e dei paesi limitrofi che parteciparono a quei lavori. Mazzini sede della Rai e quelMolti di essi, oggi, non sono più, purtroppo, tra noi. lo della Banca d’Italia (IMISempre per conto dell’ACEA di Roma, costruì la diga sul
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BASTIA UMBRA/HISTORY ASSISI/HISTORY
1884 - ROMA 1964
nel mondo delle stazioni ferroviarie Termini (Roma) di strade e dighe in tutto il mondo
L’ing. Decio Costanzi
New York (1939)- Il plastico monumentale della stazione Termini presentato all’esposizione mondiale
fiume Nera a Orte. Il cantiere che contava su una nutrita mano d'opera specializzata di Petrignano, fu diretto dal petrignanese Geom. Cerasa Emilio, (Mimmo) che godeva della grande fiducia dell'Ing.Costanzi che lo ebbe per lungo tempo suo stretto collaboratore nell'esecuzione di opere varie. NEL PAESE DI PAPA FRANCESCO Attorno al 1952 Costanzi fu tra i più noti ingegneri italiani che dall'Italia si recarono in Argentina, patria di Papa Francesco, dove progettarono e diressero la costruzione di ponti, canali, dighe, ferrovie, edifici pubblici, strade, oleodotti, opere di urbanizzazione nelle province di Tucumán, Cordoba e Mendoza. L’ing. Costanzi era un grande appassionato dell’agricoltura. In tale settore realizzò a Petrignano moderne strutture edilizie e introdusse moderni sistemi tecnologici per l’incremento dell’allevamento del bestiame, la coltura della vite, del tabacco e del pomodoro dando occupazione a un elevato numero di persone, in grandissima parte donne. A Santa Maria
Roma 1952 Piazzale della stazione ferroviaria degli Angeli costruì il”Molino ASSISI” che produceva giornalmente oltre 1300 quintali di farina venduta in tutta Italia. L’edificio fu distrutto dall’esercito tedesco durante la ritirata nella seconda guerra mondiale). La sua operosità fu premiata con l’onorificenza di cavaliere del lavoro. La famiglia Costanzi amava recarsi spesso a Petrignano ove possedeva la bella Villa in Via Eugubina (ora Villa Colussi) e trascorreva le vacanze in quella di Spello che sorge su un insieme sacrale risalente al IV secolo. Nel 1930 vi trascorsero parte del loro viaggio di nozze la regina Giovanna e il re Boris di Bulgaria. A Villa Fidelia sostarono anche molti ospiti illustri di Decio Costanzi, tra cui Guglielmo Marconi e Beniamino Gigli e altri noti esponenti del mondo politico, economico e artistico.
Decio Costanzi fu uomo di non comune intelligenza ma anche di grande generosità. Dalla famiglia ho appreso la sua propensione a compiere opere di beneficenza, in assoluta segretezza evitando il rumore della cronaca o della pubblicità, confortato e incoraggiato dalla sua consorte Elena che donò un podere di sua proprietà all'Asilo Maria Immacolata di Petrignano che gli dedicò una sala in segno di gratitudine. La crisi economica del 1963/64, gli eccessivi ritardi con cui l'ACEA provvide al saldo degli stati d’avanzamento dei lavori, causò il crollo della sua impresa, ma non crollò certamente la sua alta statura morale. Decio Costanzi ha dato lustro a Petrignano e dopo la sua scomparsa avvenuta nel 1964, i cittadini della frazione gli hanno dedicato una via.
HISTORY
numero 5 - GIUGNO 2013
numero 5 - GIUGNO 2013
ASSISI
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CULTURA - TURISMO - CENTRO STORICO
LEONARDO PAOLETTI RESTITUISCE LE DELEGHE Mal di pancia nella maggioranza di governo. Nel PDL scoppia la grana Paoletti che mette in fibrillazione la coesione PDL e Uniti per Assisi di LORENZO CAPEZZALI
R
iflettori puntati sulla politica assisana tra “strappi” di maggioranza e deleghe ri consegnate al sindaco. Prima malumori e silenzi, poi l’uscita allo scoperto. È la protesta del consigliere Pdl, Leonardo Paoletti, con riconsegna al sindaco Ricci delle deleghe al turismo, centro storico e cultura. Tutto parte dalla “grana” del voto non dato sul bilancio in Consiglio: “Un atto che penalizza famiglie e imprese”. “Contesto la poca collegialità delle scelte fatte sul documento” - afferma l’esponente Paoletti ed ex assessore della giunta Ricci. “A loro dovrò rendere conto della linea da me intrapresa. Non posso alzare la mano per concedere un sì come se fossi una marionetta”. “Quando i consiglieri di maggioranza decidono una linea da seguire - replica il sindaco Ricci in una nota - gli altri colleghi sono tenuti a rispettarla. Non si tratta di deleghe ma solo di attribuzioni per seguire ai fini di studio e collaborazione con l’Ente i progetti”. La rottura nel Pdl parrebbe proprio insanabile e il braccio di ferro tra una parte schierata con il primo cittadino ed un’altra, che preferirebbe un comando meno incentrato sulla persona del sindaco, sembra proprio venire a galla. Le
specialmente ora che la gente non ha fiducia più nella politica e nelle istituzioni. Non accetto lezioni di moralità da nessuno”. La situazione sembra ancora aperta e non priva di sorprese politiche visto che la giunta bicolore Pdl e Uniti per Assisi è protesa al dopo Ricci, a quella poltrona di sindaco cui tutti ambiscono e che una volata lunga è prossima ad iniziare. Qualche assessore si troverebbe davan-
prospettive di tenuta della coesione di giunta con “Uniti per Assisi” diventano, così, delicate. All’orizzonte c’è il dopo Ricci, le scadenze delle osservazioni della Provincia sul Prg, il traffico in centro, l’economia turistica, la disoccupazione che incalza e il numero crescente delle famiglie in forte difficoltà. Molto duro è stato anche un comunicato del capogruppo Pdl, Rino Freddii, sull’atteggiamento del collega. Pronta la replica di Paoletti che dopo aver letto quanto dichiarato non ho potuto farne a meno di stare zitto: “Non intendo uscire dal Pdl a meno che non venga invitato a farlo. Bisogna ricordarsi del ruolo di un consigliere sempre e non soltanto nelle campagne elettorali,
ti agli altri, vuoi per il nome, vuoi per un alto senso di autostima, vuoi perché qualche maggiorente/gregario, di qua o di là ,abbia già sposato la sua candidatura. Scenari colmi di suspense e curiosità volti a sopravanzarsi l’un l’altro sono in corso, così come la nascita di sottili geometrie in seno ai partiti e nei corridoi di Palazzo dei Priori. Ma alla fine sarà sempre solo uno a vincere, comunque, tra gli agguerriti contendenti.
A Rivotorto l’omaggio ai caduti in ricordo della Liberazione di Assisi Domenica 16 giugno, presso il cimitero di guerra a Rivotorto, il Comune di Assisi ha celebrato il 69° anniversario della Liberazione di Assisi. Il sindaco Claudio Ricci, ringraziando per la dedizione e cura organizzativa il consigliere Franco Brunozzi, ha deposto corone di fiori presso i monumenti ai caduti. (Presenti il Comandante Provinciale dei Carabinieri Angelo Cuneo e l'Addetto dell'Ambasciata d'Inghilterra).
Un'amicizia che vive da 30 anni
“Glorioso 5° A Istituto per Geometri Ruggero Bonghi di Assisi. Correva l'anno 1988 quando abbiamo conseguito la nostra maturità. Ed oggi ci siamo ritrovati a festeggiare insieme 25 anni dal diploma. Il tempo non ha scalfito la nostra meravigliosa amicizia, nata su quei banchi… quanti ricordi e quante risate!”
Centro Studi Turismo MOBILITAZIONE PER SALVARE IL CORSO DI LAUREA Molti parlamentari umbri e sottosegretari si stanno mobilitando con lettere ed interrogazioni al Ministero della Ricerca Istruzione ed Università per mantenere la laurea sul turismo ad Assisi. Lo sottolinea il sindaco Ricci mentre è in itinere la preparazione del ricorso al tribunale amministrativo regionale dell’Umbria intentato dal Comune di Assisi. Tale ricorso segue la mobilitazione dei giorni scorsi con proteste ed esposizione di striscioni sulla Centrale Umbra nella zona universitaria di Santa Maria degli Angeli.
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POLITICA - Simone Pettirossi (PD) risponde a Enrico Sciamanna
“Gli uomini sono fondamentali, affinché le idee camminino sulle loro gambe” di FRANCESCO BRUFANI
A
lla luce della nota lettera aperta che il prof. Enrico Sciamanna ti ha inviato a mezzo stampa rivolgendo l’appello al tuo partito di fare ogni sforzo a rimanere unito, che cosa ne pensi? - Un appello all'unità va accolto positivamente. Soprattutto se proviene da un "non militante". È un chiaro riconoscimento del ruolo del PD che viene definito come un "argine" al "pressappochismo velleitario" e al "vergognoso e disonesto populismo", oltre che un "freno" "agli arroganti", agli "scialacquatori del bene comune", alla "rincorsa al privilegio". Come democratici abbiamo l'obbligo di acquisire la consapevolezza della nostra responsabilità nei confronti dei cittadini, smettendola di giocare "di rimessa", prendendo in mano il timone del cambiamento, senza equilibrismi e bilancini, dando spazio alle idee e ai contenuti, ma anche ad una classe dirigente rinnovata, capace di tenere insieme la storia delle lotte per la libertà e l'eguaglianza con un nuovo modo di fare politica, veloce e moderno. Solo così potremo ridare fiducia alle tante persone che sono deluse o schifate dalla politica. Bisogna investire su una visione ambiziosa, innovativa e sostenibile della società, capace di garantire un futuro di benessere per Assisi, l'Umbria, l'Italia. Quanto sono reali i timori che possa verificarsi una scissione all’interno del PD? - Il partito ha attraversato un momento difficilissimo dopo le ultime elezioni politiche e quelle del Presidente della Repubblica. Molti di noi si sono "vergognati" dello spettacolo offerto in Parlamento. Sono convinto, però, che alla fine il Partito Democratico rimarrà unito, siamo una comunita politica viva e sarebbe un peccato buttare tutto all'aria, in un contesto in cui non si vedono all'orizzonte alternative forti e credibili. Nel prossimo congresso del partito sarà necessario un confronto vero, non elusivo, perché sarà probabilmente l’ultima occasione del PD per nascere davvero. Molti non hanno digerito il governo di
larghe intese. Dopo le ultime elezioni amministrative di maggio/giugno che opinione ti sei fatto? - Gli elettori sono abituati a scegliere chi li governa. L'idea che si voti e che poi i parlamentari decidano autonomamente alleanze e Governo, dopo vent'anni di alternanza, non sono più digeribili. Roba da "Prima Repubblica"! Proprio per questa ragione bisogna cambiare presto il sistema elettorale come ad esempio con il doppio turno di collegio. Chi prende un voto in più governa senza "inciuci". Il Governo di larghe intese è un'eccezione e per essere "digerito" dovrà dimostrare, in tempi brevi, di dare qualche risposta ai problemi sul tappeto: lavoro, sviluppo, tassazione, legalità. Altrimenti è meglio cambiare subito la legge elettorale e tornare a votare. Il ricambio generazionale sbandierato da tutti è palpabile nelle file del PD e del M5, ma per molti giovani sembra che questo non sia ancora sufficiente. Perché? - Questo Parlamento è pieno di giovani e donne e il PD può rivendicare di avere fatto molto in questa direzione. Siamo stati gli unici ad aver selezionato i nostri futuri onorevoli con le primarie. Ma non basta. In questi anni i giovani sono stati lasciati soli, ai margini della società, senza che nessuno si sia fatto veramente carico delle loro esigenze, dei loro bisogni, delle loro preoccupazioni, del loro futuro. Sanno che la loro vita sarà più difficile rispetto a quella dei loro padri, visto che sono senza lavoro o precari e con scarse opportunità di mobilità sociale. Sono giustamente lontani e arrabbiati. Bisogna cambiare rotta, dando risposte concrete per agevolare l'occupazione e l'imprenditorialità giovanile. È necessario anche utilizzare un nuovo linguaggio, capace di ridare entusiamo e speranza, di farli sentire protagonisti di una storia collettiva, di un progetto condiviso, utilizzando a pieno anche le potenzialità delle nuove tecnologie. La politica ha comunque bisogno di punti di rife-
rimento. Dipende dagli uomini o dalle idee? - Gli uomini sono fondamentali, perché le idee camminano sulle loro gambe. Visto che Papa Francesco viene a trovarci ad Assisi il prossimo 4 ottobre, se potessi, cosa gli chiederesti? - Innanzitutto, lo ringrazierei per il nome che ha scelto e, soprattutto, per aver voluto incarnare con i suoi gesti uno stile realmente "francescano": quello della semplicità, della condivisione della vita dei poveri, della verità che a volte "scandalizza", della volontà di andare incontro all'altro con "simpatia", apertura e rispetto. Gli chiederei di non fermarsi all'Assisi da cartolina e da salotto, ma di guardare oltre, aiutandoci ad essere più vicini alle periferie del mondo, ad aprire le porte ai poveri e non solo ai ricchi, a spenderci veramente per la difesa dell'ambiente, rifiutando la logica dell'interesse e della cementificazione. Gli chiederei anche di non dimenticarsi, dopo il 4 ottobre, degli assisani, che da secoli hanno l'onore e l'onere di essere custodi di queste preziose e delicate terre, sacre fin dall'epoca romana. Gli chiederei, infine, di pregare per noi che ricopriamo incarichi pubblici, affinché riusciamo ad essere degni del nostro compito, svolgendolo con responsabilità, serietà, onestà, spirito di servizio, animati dalla volontà di perseguire solo l'interesse pubblico e il "bene comune".
QUOTE ROSA Il TAR dell’Umbria riconosce la "piena legittimità" della Giunta Ricci. I firmatari del ricorso: “Ricorreremo al Consiglio di Stato!” Il T.A.R dell'Umbria ha respinto il ricorso presentato dalle opposizioni riguardo il non rispetto delle quote rosa in Consiglio Comunale per l'infondatezza dei motivi dedotti ritenendo legittimo l'atto del Sindaco, di nomina degli assessori del 2 luglio 2012, rispettoso della normativa vigente. Determinati più che mai i firmatari del ricorso che ricorreranno al Consiglio di Stato. Secondo una nota si dice: “Il provvedimento adottato dal Tar dell’Umbria è in totale controtendenza con la giurisprudenza e la legislazione più recente... Al di là di ogni appartenenza politica, non riuscendo a far valere i nostri più elementari diritti nella nostra regione, usciremo dai confini dell’Umbria per avere giustizia”.
ASSISI/SCUOLA E ISTITUZIONI
numero 5 - GIUGNO 2013
LICEO PROPERZIO - COMUNE DI ASSISI - CASA DI RIPOSO ANDREA ROSSI
La sinergia e la fattiva collaborazione tra scuola ed extrascuola di SABRINA MARINI
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l 3 Giugno 2013 presso la Sala della Conciliazione l’Assessore del Comune di Assisi Moreno Massucci ha consegnato gli attestati del credito formativo agli alunni del Liceo Scienze Umane “Properzio” che hanno svolto l’attività di stage presso la Casa di Riposo Andrea Rossi. Erano presenti all’incontro il Dirigente Scolastico Giovanni Pace, i rappresentanti del Consiglio di Amministrazione della Casa di Riposo, l’assistente Sociale Cristina Bastianini, il Presidente dell’Associazione A.N.N.A. Sandro Dalla Costa e alcuni anziani accompagnati dai giovani e dai volontari A.N.N.A. Il Dirigente Scolastico Giovanni Pace ha spiegato l’importanza dell’attività dello stage chiamato “Generazionando” sottolineando come la scuola oggi debba non solo fornire conoscenze, contenuti, ma competenze ed abilità che permettano ai giovani di sapersi orientare nel futuro sempre più complesso e incerto. Il progetto dello Stage nasce dal bisogno di far incontrare le nuove generazioni con quella degli anziani, di sensibilizzare gli studenti nelle attività di volontariato, di assistenza verso i soggetti non autosufficienti, di promuovere l’assunzione di una conoscenza approfondita delle problematiche e dei bisogni, favorire un atteggiamento costruttivo nelle relazioni di aiuto, di orientamento e valorizzazione delle vocazioni personali, costituendo un primo momento di conoscenza
Pro Loco di S.M. degli Angeli
TROPPO SCOMODO Domenica 9 giugno, alla Pro Loco di S. Maria degli Angeli, si è tenuta una conferenza sui grandi temi dell’Economia Mondiale. Non sto qui a dibattere sulle problematiche emerse, sulla validità delle teorie proposte, sulla realtà degli inganni denunciati, sull’applicabilità dei rimedi proposti. Mi limito a ribadire il carattere illuminante, anche se chiaramente scomodo, della chiacchierata fra il relatore, dottor Mario Volpi, e il pubblico presente; e a sottolineare come la scarsa presenza di ascoltatori – 15, 20 persone massimo – sia da mettere in relazione con la fiumana che contemporaneamente affollava gli ipermercati della zona. La desolante prova di una passività culturale della quale si nutre il Sistema per soffocare definitivamente le sue molecole. (Claudio Ferrata)
del mondo del lavoro e del volontariato. Il progetto è stato realizzato grazie alla collaborazione con i volontari dell’Associazione onlus A.N.N.A. (Aiuto alle Necessità della Non Autosufficienza) e con gli operatori della Casa di Riposo Andrea Rossi. Il Dirigente ha poi consegnato all’Assessore Massucci, ai rappresentanti della Casa di Riposo un fotolibro realizzato grazie al contributo ottenuto dal-
l’Ufficio Scolastico Regionale per l’alternanza scuola-lavoro, contenente le immagini, le foto dello stage e alcune storie di vita degli anziani, progettato dalle insegnanti e gli alunni per non dimenticare e lasciare nell’indifferenza i loro ricordi, il loro passato, le loro emozioni.
Gli organizzatori del progetto “Generazionando” Al centro il preside del Liceo Properzio Giovanni Pace
“PREMIO ALBERTO TACCONI” - pioggia di premi per le scuole primarie e secondarie del territorio La manifestazione finale svoltasi nella sala teatro del Convitto Nazionale “Principe di Napoli”
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di LIVIANA PROCACCI
l premio giunto alla IX edizione è stato promosso dalla famiglia Tacconi Caratozzolo in ricordo del figlio Alberto per stimolare nei giovani la creatività, la partecipazione e la riflessione sui valori che regolano il vivere insieme. Non a caso quest’anno il tema proposto riguarda l’uso del computer come strumento di crescita e di relazione. Il concorso è rivolto a tutti gli alunni della scuola Primaria e della scuola Secondaria di I e di II grado della provincia di Perugia. Il premio si articola in 3 sezioni collegate ai tre rispettivi ordini di scuola. I temi riguardavano l’uso del computer considerato da due angolazioni diverse: una rivolta agli alunni della scuola Primaria chiamati a misurarsi su “Internet come compagno di giochi: amico o nemico?”; l’altra rivolta agli studenti della scuola secondaria di I e II grado dove gli alunni dovevano affrontare “La personalità fuori e dentro il social network”. Per partecipare al concorso gli studenti dovevano produrre elaborati distinti per le 3 sezioni. Gli alunni della scuola
Primaria dovevano realizzare un disegno utilizzando tecniche diverse; quelli della scuola secondaria oltre a realizzare un disegno potevano produrre un elaborato musicale o cantato o recitato oppure scrivere un testo di poesia o di prosa. Sono stati premiati alunni rappresentanti di 11 scuole della provincia di Perugia. Alla manifestazione hanno partecipato l’assessore alla cultura del Comune di Assisi dott. Francesco Mignani, il rettore del Convitto Prof. Dante Siena, le docenti Rosita Massucci, Lina Franceschini, Francesca Malinconici, la famiglia di Alberto e alcuni suoi amici: Giuseppe Antonelli, Francesco Ansideri, Chiara Barontini, Micol Molinelli e Federico Rosignoli che ha presentato le fasi della premiazione. • Per la scuola primaria 1° ciclo ha vinto il gruppo formato da Patacca Giovanni, Mazzoli Tommaso, Belloni Tommaso, Fiorelli Guido appartenenti alla classe 2° A della scuola Don Bosco di Bastia Umbra, docente referente Patrizia Modestini; • Per la scuola primaria 2° ciclo ha vinto il primo premio la classe IV B dell’Istituto Comprensivo di
Foto di Claudio Campodifiori
Tuoro e Passignano sul Trasimeno, docente referente Iannilli Margherita; • Per la scuola secondaria di 1° grado la commissione tecnica ha assegnato il primo premio per il testo poetico o in prosa a Broccoli Beatrice della classe 1° G della scuola” Colomba Antonietti di Bastia Umbra e per l’eleborato grafico-pittorico al gruppo della stessa classe formato da Orologio, Ceccarani, Tonti, Angulo, docente referente prof.ssa Margherita Ventura. • Per la scuola secondaria di 2° grado la commissione tecnica ha assegnato il primo premio per il testo poetico a Bruschi Andrea della classe 5° C del Liceo Socio
Pedagogico “Properzio” di Assisi docente referente Sabrina Marini, per il testo in prosa a Piccioni Valeria della classe 4°A del Liceo Scientifico annesso al Convitto Nazionale di Assisi docente referente Sara Gonnellini, per l’elaborato grafico-pittorico a Piccinonno Alice della classe 1° B del Liceo Scientifico annesso al Convitto di Assisi docente referente Federico della Bina. La giuria tecnica ha valutato gli elaborati grafico-pittorico per l’immediatezza del messaggio grazie all’uso dei vari materiali, all’accostamento dei colori vivaci, di forme essenziali che testimoniano un lavoro di riflessione sui valori e sui limiti di internet rendendo i ragazzi consapevoli della necessità di usare questo strumento in modo utile e intelligente. Gli elaborati di poesia e di prosa della scuola secondaria sono stati giudicati per il linguaggio immediato, metaforico, per l’uso di immagini giustapposte con cui viene raffigurato il rapporto delle persone nel social network. Il Rettore Dante Siena, a conclusione della mattinata, ha elogiato tutti gli organizzatori del premio dichiarando la sua soddisfazione per la riuscita della manifestazione che ha esaltato la linea didattica dell’Istituto.
ASSISI/ TRADIZIONI PENSIERI
Il contratto asociale
numero 5 - GIUGNO 2013
Personaggi caratteristici ad Assisi 27 Ogni paese ne ha almeno uno, anche se attualmente la globalizzazione dei costumi ne sta provocando l’estinzione
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sservando come si sia col tempo strutturata la società civile, Jean Jacques Rousseau rivedrebbe l’assunto secondo cui lo Stato rappresenta l’unica forma aggregativa in grado di tutelare la persona e i suoi interessi. Cito un passo de Il contratto sociale: “Trovare una forma di associazione che difenda e protegga la persona e i beni di ogni associato (...) in virtù della quale ognuno, unendosi a tutti, (...) resti libero come prima. Ecco il problema fondamentale di cui il contratto sociale offre la soluzione”. Una soluzione a prima vista paragonabile a quella dell’uovo di Colombo, tanto più che sul modo in cui ognuno possa, unendosi a tutti, restare libero come prima, la spiegazione di Rousseau è semplice: se tutti si danno a tutti, nessuno si dà a nessuno. Fermiamoci qui, anche perché un ulteriore approfondimento del pensiero rousseauiano impedirebbe a me di sviluppare il mio e al lettore di formulare il suo. Soffermiamoci sul concetto di libertà che i passi sopra citati indicano come chiave di volta per la stipula del patto sociale e per la conseguente formazione dello Stato. Perché è dall’errata interpretazione di quel concetto che sono nate le crepe via via ingrandite e diventate le ulcere, anzi, diciamolo per rispetto di Rousseau, diventate il cancro di una forma organizzativa dello Stato verso cui il filosofo si è sempre dimostrato scettico: la democrazia. Saltando a piedi pari i passi sull’argomento, – basti l’accenno all’odierna impossibilità per un dhmsz , un popolo, di adunarsi ininterrottamente per esercitare il kjatoz, il potere, così come richiesto dalla sua presunta sovranità – va evidenziato che lo scetticismo di Rousseau non deriva da un aprioristico disprezzo per la democrazia ma dalla consapevolezza che forza e costanza sono puntelli imprescindibili di una così delicata forma di governo. Forza e costanza per inculcare la consapevolezza che libertà significa abdicazione degli interessi personali a favore di quelli collettivi sanciti dalla legge, che la legge è l’unica arma a garanzia dell’uguaglianza dei cittadini e che l’uguaglianza, per chiudere il cerchio del discorso, è la condizione indispensabile per il passaggio dalla società dell’homo homini lupus a quella della legalità. Non a caso Talete, uno dei sette saggi vissuto nel VII sec. a. C, alla domanda quale fosse lo Stato migliore, rispose. “Quello che non ha né troppi poveri né troppi ricchi”. Ma che forza e costanza non siano virtù reperibili scalzando un mattone, lo dimostra il fatto che non sette ma neanche dieci saggi bastano oggi a riorganizzare uno Stato – uno Stato evidentemente frutto, scriverebbe Rousseau, d’un contrat pas social - nel quale la libertà è considerata un passepartout dell’illegalità, la legalità una foglia di fico della disuguaglianza, l’uguaglianza una contropartita dell’arbitrio. (C.F.)
CINEMATOGRAFO
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di CLAUDIO FERRATA
a grande passione di Bombino, bracciante delle Viole, erano i film western che, presenti al Modernissimo di Santa Maria quasi tutte le domeniche, lui si sciroppava non una ma due, tre, anche quattro volte, fino a che non s’era impresso nella mente dialoghi, scazzottature e numero delle revolverate. Il guaio è che una volta a casa s’intestardiva a rifare le scene più spettacolari. Dopo aver assistito alla proiezione di Ombre rosse, ad esempio, tirò fuori la somara dalla stalla, le salì in groppa e, urlando a perdifiato, finse un attacco indiano a Checco di Gambacorta di ritorno dai campi con il carretto. Solo che Checco, vuoi la stanchezza, vuoi il lusco e il brusco del tramonto, non lo riconobbe e, per di più all’oscuro della famosa scena dell’assalto alla diligenza, si girò, prese la pala dal carretto e la stampò in faccia all’improvvisato pellerossa che ruzzolò tramortito in un fosso. L’esperienza negativa non fece né caldo né freddo a Bombino che, vista la facilità con cui John Wayne ne Il fiume rosso balzava da dietro in groppa a un mustango, pensò di ripetere l’impresa con la somara. Solo che l’animale, poco avvezzo alle monte da tergo, non gradì e, dopo ragli e sgropponate, gratificò l’aspirante cow-boy di un paio di calci nelle parti riservate alla procreazione. “Non te piace da dietro?” sembra che così Bombino, dolorante ma tutt’altro che arreso, apostrofasse la somara, “E io te monto da sopra”. Legò lo sfortunato quadrupede alla ficaia, s’arrampicò su una biforcazione del tronco e fece come aveva visto fare a Fred Mac Murray ne I cavalieri del Texas, quando per scappare a un agguato saltava sul cavallo dal tetto di un saloon. Peggio mi sento. Nel senso che la somara assorbì l’impatto ma non Bombino che, dopo aver zigato come un coniglio in agonia, cadde torcendosi a terra con le mani fra le gambe. Invece Decio di Chiappasecca, pensionato del Palazzo, stravedeva per i film di guerra e con tutto che con l’occhio destro ci vedeva poco e col sinistro niente, fu tra i primi a entrare al Modernissimo per lo spettacolo pomeridiano de Il giorno più lungo, kolossal sullo sbarco in Normandia. Con lui Osvaldo di Terradura che, soffrendo di meteorismo, approfittava delle rumorose scene belliche per liberare gas dall’intestino. “Che succede?” chiese a un certo punto Decio, l’occhio vacuo in direzione dello schermo. “Bombardono” rispose Osvaldo. “Che bombardono?” insisté Decio, voglioso di supplire con l’udito a quanto gli negava la vista. “Bo, ‘n deposito me pare”. “N deposito? Ma se sente na puzza...”. “Che t’ho da di’...” tagliò corto l’altro, “sarà ‘n deposito de merda”. Una bugia, certo, quella rifilata da Osvaldo all’amico Decio ma, come scrisse Sadi, poeta persiano: “Chiedi la verità solo ai tuoi nemici”. (continua)
ASSISI/IL PERSONAGGIO
numero 5 - GIUGNO 2013 numero 5 - GIUGNO 2012
INTERVISTA A DON GERARDO BALBI
Il parroco non vedente che suona la musica del Signore Il cielo mostra una intensa oscurità, almeno in questo angolo appartato che tra gli ulivi degrada verso la vallata. Ritrovo le stelle nelle volte della chiesa del Seminario Regionale (Assisi), illuminata ed affollata per il concerto del M° Gerardo Balbi. È proprio lui o è un omonimo? Ogni dubbio scompare quando, dopo un saluto al pubblico, prende posto in clergyman, davanti ad un organo restaurato. La memoria mi consegna Gerardo come un giovane biondo, esile, sobriamente vestito, arguto, simpaticamente provocatore. Comprensibile la meraviglia se lo ritrovo prete. Il concerto termina con reiterati applausi. Non appena si dissolve il “rito” delle congratulazioni mi faccio avanti. di FRANCESCO FRASCARELLI
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erardo, distingui dalla voce chi sono? Un tuo compagno di stu di… che porta il nome di un santo famoso... locale e universale. - Ora sì che ti riconosco… Quanto tempo è passato! Vivo a relativa distanza da Assisi. Come si spiega questa reciproca estraneità, l’interruzione prolungata di ogni rapporto? Gerardo e Benito: “coppia fissa” nello stesso banco, anche se caratterialmente e idealmente diversi… - Verissimo: ci accomunava il fatto di essere entrambi ciechi, io sin dalla nascita… L’ora tarda consiglia di interrompere il colloquio… Ci ritroviamo, come promesso, ad Umbertide, nel silenzio di una stanza attigua alla chiesa di Cristo Risorto, in un tavolo che il parroco don Lupini lucida con zelo… Si riannoda tra noi il filo di quel fugace dialogo: scontata la rassegna di eventi e persone. Chi avrebbe immaginato un musicista così “talentuoso”? Ho trascorso la mia prima infanzia ad Umbertide - dove sono nato il 29 novembre 1943 - giocando con i coetanei senza avvertire, grazie alla “rete protettiva” di mia madre, la menomazione visiva. Ogni suono che percepivo mi dilettava. Preannuncio di un interesse… - Così ritengo sia stato interpretato dai miei genitori che mi regalarono una piccola fisarmo-
nica: suonavo melodie orecchiabili. Avevo sei anni quando fu deciso, dietro suggerimenti e consigli, il mio ingresso presso l’Istituto Serafico di Assisi. Un distacco lacerante per la famiglia. Mia madre, divorata dal pensiero che mi trovassi indifeso, tentava di seguirmi in ogni modo; lentamente si adattò alla situazione. E tu come hai reagito alla lontananza? Con altrettanta sofferenza, via-via alleviaUmbertide ta dalla benevolenza Chiesa di Cristo Risorto prodigatami dal personale dell’Istituto. approfondire e perfezionare la Venni subito avviato ai predilettendenza musicale. Non mancati studi musicali con un esperto vano intuibili difficoltà. che sapeva apprezzare le innate Rammento oggettivi disagi. doti. Seguivo ovviamente anche Considera che soltanto alcuni il regolare percorso scolastico: testi si trovavano in scrittura elementari e avviamento come “braille”, senza dimenticare gli “interno”, poi gli esami da “priobbligati spostamenti. Ho convatista” presso la media “S. fidato anche nella collaborazioFrancesco”. Il decesso di mio ne garantita da voi compagni cui padre impresse una ferita argiriservo gratitudine non solo per nata in parte dallo straordinal’aiuto prestatomi. rio affetto di mia madre. La maE per quale altro motivo? - Per nifesta propensione agli studi aver sempre evitato il “pieticlassici imponeva un mio trasfesmo” - ben altro sono comprenrimento in adatte strutture presione e premura- quel pietismo senti a Roma o Bologna. che insorge nei confronti di E dunque cosa accedde? - I paquanti soffrono per una grave dri Rogazionisti, che allora gedisabilità. Con la stessa naturastivano l’Istituto, si adoperarolezza mi hanno trattato gli amino affinchè come “interno” freci, una volta tornato ad Umberquentassi il Liceo Properzio di tide. Mi cercavano, mi invitavaAssisi lasciandomi la libertà di
no a feste, passeggiate, incontri ricreativi. Un periodo contrassegnato da nuove esperienze… - E da una totale dedizione alla musica. Così ho conseguito il diploma di pianoforte presso il Conservatorio di Perugia e il diploma in composizione polifonica presso il Conservatorio di Pesaro. Ambìti traguardi! Come l’insegnamento pubblico, esercitato per ben trenta anni, al quale, per un certo periodo riuscivo ad associare lezioni private e diversivi musicali in sale da ballo, spettacoli e serate da piano-bar. Restava prioritaria l’attività concertistica. Nel 1981 ottenni gratificazione da una tournée in Giappone come solista di pianoforte. Una giovinezza e un’ età adulta nel segno della norma… Punteggiate e cosparse di occasioni perdute, sogni , entusiasmi, ardori, emozioni e pulsioni mitigate. Nel frattempo maturavano gli impegni già assunti in ambito parrocchiale…Fino al desiderio di un servizio più coerente, costante. Premessa o conseguenza della vocazione religiosa? - Difficile rispondere: senza dubbio una scelta tardiva, ma consapevole, sorretta da coscienza e da una fede trasmessa e coltivata. Il 28
giugno 1997 sono stato ordinato sacerdote con l’incarico di vicario nella parrocchia di Cristo Risorto e nel 2006 parroco a Camporeggiano. Svolgo con soddisfazione e naturalezza le incombenze pastorali. Quale privilegio la possibilità a me accordata di concelebrare insieme a Giovanni Paolo II in occasione del Giubileo! Sempre mi ha coinvolto la personale passione : indimenticabile il concerto eseguito proprio in Vaticano, programmato per un convegno internazionale sulle malattie della vista. Mai tentato da un moto di inquietudine o ribellione verso la sorte? - Dio con me è stato generoso al punto da volermi come suo ministro. Cosa doveva concedermi? Adesso rimani in silenzio? Medito un po’ ... sulla tua virtù, rara, di valutare soprattutto “il bene e il bello della vita”.
ASSISI
numero 5 - GIUGNO 2013
Dal “Museo Arti e Mestieri Conoscere gli oggetti del passato
Il ferro da stiro dei Sarti - La “Ars Sartorum”
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'oggetto sopra rappresentato è un primitivo ferro da stiro usato dai componenti dell’Ars Sartorum. Essenziale strumento per gli abili maestri dei tessuti i quali lo adoperavano, scaldandolo originariamente sul fuoco, per rendere queste stoffe lisce e morbide, migliori per poterle lavorare con più precisione per poi indossarle una volta ultimato il capo d'abbigliamento. Il nostro è un ferro da stiro in metallo forgiato risalente addirittura al XIV- XV secolo d.C. Ha un peso di 800 gr, la lunghezza della base è di 15 cm per 5,5 cm di larghezza e uno spessore di 1 cm; dunque si tratta di un ferro non grande, probabilmente utilizzato per rifinire piccole pieghe o piccoli spazi di tessuto decorati da bottoni o pietrine, dove quelli più massicci non potevano arrivare. Particolare rilievo va dato al fatto che l'oggetto in questione è formato da un unico pezzo di ferro che i fabbri (di cui abbiamo parlato la volta precedente) avevano modellato. Infatti la base del ferro da stiro è un tutt'uno col suo manico, non si tratta dunque di pezzi separati e distinti. Un manico che termina sulla base acuminata del ferro con un grazioso ricciolo, dimostrazione questa che gli artigiani medievali non puntavano solo alla efficienza degli oggetti che creavano, ma anche alla loro gradevolezza estetica. Qualche cenno sulla Corporazione dei Sarti Un'arte questa a cui tutti (ricchi e meno abbienti, donne e uomini, religiosi, soldati..) ricorrevano, sia per ovvie necessità giornaliere che in occasione di particolari cerimonie. Tutti avevano bisogno dei sarti i quali modellavano i panni a seconda delle caratteristiche fisiche e sociali del richiedente. Lavoravano tessuti di origine organica (essendo in principio assente il c.d. sintetico) e si avvalevano di vari attrezzi come forbici, particolari aghi, fili, cinturini grezzi che utilizzavano per misurare le stoffe. Tale mestiere era praticato soprattutto dagli uomini ( i "mastri bottegai") mentre le donne che con questi collaboravano erano per lo più specializzate nella fase del cucito. Questa corporazione si afferma un pò ovunque già a partire dal XII secolo d.C. e il suo protettore è da sempre considerato S.Omobono da Cremona. (Cristiana Costantini)
22 APRILE 2013, CITTÀ DEL VATICANO
Uno scatto artistico del fotografo Andrea Angelucci donato a Papa Francesco dai Vescovi Umbri L’opera che racconta l’anima mistica di Ascesi è un panorama di Assisi dal forte impatto emozionale
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di CRISTIANA COSTANTINI
i sente l'odore dell'erba tagliata, l'odore dolciastro che sa di quella tradizione insita nella storia della collinetta dorata che tiene in grembo le pietre dell'antica Ascesi. Si percepisce anche il calore di quella giornata di fine luglio. Non è soffocante. L'ora del tramonto è mite, non esagera, non disturba. Chissà se in quel momento, in quel preciso istante dello scatto, dal monte Subasio Zefiro vestito d'estate abbia sfiorato leggermente quel paesaggio? Sembra sentirlo, flebile, delicato, che trascina con sé il canto dei grilli e accarezza la Città del Poverello resa ricca e mistica dall'oro trasparente della stella madre e parte della natura che la circonda. Anche le nuvole, che forse prima di quei raggi non promettevano nulla di buono, sembrano ora arrossire e tingere le loro fluttuanti rotondità con lo stesso oro della terra, avendo il privilegio di guardare tutto da lassù, in silenzio. È questo, quello che si prova ad osservare lo scorcio panoramico di Assisi realizzato da Andrea Angelucci, che la sua creatività ha reso opera fotografica a tutti gli effetti e anche, ormai, di un certo rilievo artistico. L'immagine è arrivata anche nelle mani di Papa Bergoglio, il Pontefice che ha scelto il nome del nostro Santo, il Santo di Assisi. Il 22 aprile i vescovi umbri riuniti in udienza privata in Vaticano hanno omaggiato Sua Santità con questo dono. Il momento del conferimento è cristallizzato in un'immagine dell'Osservatore Romano: Sua Santità sembra sorpre-
so; la bocca semi aperta accenna un sorriso che dice più di tante parole, le braccia aperte in segno di gradevole accoglimento per quel panorama dal forte impatto emozionale che rappresenta la dimensione artistica di un luogo che ormai fa parte di lui. Anche il presidente israeliano Shimon Peres che dal 1º maggio è cittadino onorario di Assisi per la pace, è stato omaggiato del dorato paesaggio artistico da Avi Zairi, console dell'Ambasciata di Roma. Andrea Angelucci ha unito la sua professionalità e passione ad un'abile creatività che lo accompagna da quando era bambino e che è cresciuta insieme a lui, perfezionata dall'esperienza e approfondita dall'amore, quell'amore per l'arte e per il creato che, secondo lui, sarà in grado di cambiare il mondo. Anche Sua Santità Giovanni Paolo II e Papa Bene-
detto XVI hanno ricevuto le opere fotografiche dell'artista assisano. Opere che viaggiano per il mondo trasmettendo emozioni, immagini che non potranno mai essere riprodotte perché ogni scatto è unico ed irripetibile per una serie di condizioni di luce e composizione impossibili da far combinare di nuovo nel tempo e nello spazio, soprattutto se gli elementi che li compongono vedono il tocco magico dell'artistaprofessionista. Gli domando: “Questa foto ha degli effetti di luce straordinaria... Andrea, ma è un fotomontaggio?” - mi risponde: - In quella stagione il sole batte proprio lì, con quell’intensità particolare, creando una luce di taglio che esalta i dettagli architettonici della Chiesa e della Città.
Papa Francesco Con vero piacere pubblichiamo questa breve poesia del nostro collaboratore Massimo Zubboli, corredata da un’opera di Claudio Fronza. I temi dell’amore, della fede e della speranza che Papa Francesco emana nel nostro tempo sono centrali e lo scrittore assisano Massimo Zubboli, che ha sempre espresso nelle sue opere la dura vita della condizione umana e la difficoltà di un rapporto autentico con la realtà che ci circonda, li esprime con pragmatica chiarezza. Ispirato dalla scelta del nome di Francesco fatta dal Santo Padre, lo scrittore ci fa dono di una poesia, di un inno, alla speranza di salvezza per tutti noi.
Hai scattato quella foto perché sapevi di dover realizzare qualcosa da far pervenire a personaggi illustri o hai voluto immortalare quel momento perché ne sei stato attratto? - Le opere non si fanno perché si devono fare, in quel caso non verranno mai bene. Serve ispirazione, deve arrivare quell'attimo speciale e la velocità di catturarlo. La cosa più bella è riuscire a trasmettere agli altri quello che si prova in un determinato momento. L’istante di una foto è come una poesia, una sinfonia o un romanzo. Fotografia significa scrivere con la luce: io amo la luce e la uso per Raccontare con le Immagini. • Nella galleria/ studio di Andrea Angelucci di Via Borgo Aretino 51 ad Assisi si possono vedere molte altre opere fotografiche, anche stampate su tela e su carta per acquerelli. Le immagini vengono immediatamente percepite dal cervello tramite gli occhi, ma è il cuore che le recepisce più profondamente che permette di notare anche quei particolari che le rendono uniche ad un primo sguardo.
ATTUALITÀ
numero 5 - GIUGNO 2013
Incontro con LINDA LANZILLOTTA - Vice presidente del Senato della Repubblica Italiana
SI DEVE GIOCARE INSIEME PER FARE SISTEMA Per le passate elezioni ha scelto Bastia Umbra come base della sua campagna elettorale, perché? - Sul piano logistico la sua posizione è strategica, perché facilmente raggiungile da Perugia e da Terni. Ora stiamo costruendo l’organizzazione di Scelta Civica sul territorio e questa area rimarrà per me un punto di riferimento. di SARA STANGONI
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a sua storia vede un percorso politico denso di cambia menti fino a diventare Vicepresidente del Senato della Repubblica, in rappresentanza della coalizione “Con Monti per l’Italia”. Perché ha scelto l’Umbria per candidarsi? - Il mio impegno è nato con la volontà di connettere l’Umbria ad una visione più nazionale, perché credo che soffra di isolamento. È una regione piccola, non ha accesso al mare e poche infrastrutture: avere una rappresentanza politica con una posizione nazionale può essere un’opportunità, sia per rappresentare a livello nazionale i problemi dell’Umbria sia per affrontare i propri problemi in una visione più ampia e di sistema, di cui credo si senta la necessità. Umbria, terra di borghi e piccole città. Come si raggiunge una visione nazionale? - Superando l’autoreferenzialità, vedendo come sono risolti altrove problemi simili ai propri e infine aprendo se stessa a soluzioni e rapporti esterni, valorizzando quelle che sono le grandi qualità e ricchezze di questo territorio, non abbastanza valorizzate. Possiamo dire che in Umbria ci sia un’alta qualità della vita, ma una difficoltà ad affermarsi e crescere a livello economico? – L’Umbria ha grandissimi punti di forza: la storia, il paesaggio, l’arte, la cultura, l’enogastronomia con tutta la filiera agroalimentare ed il talento imprenditoriale. C’è un tessuto di piccole imprese ricchissimo, alcune tecnologicamente molto avanzate, ma che devono far fronte a notevoli problemi, come l’eccessiva spesa pubblica che ha sostenuto questo territorio, utilizzata troppo spesso per ampliare gli apparati pubblici e non abbastanza per sostenere e sviluppare l’imprenditoria, privata in grado di valorizzare questi punti di forza. Parliamo di Umbria e turismo - Non c’è stata, a mio avviso, un’adeguata strategia regionale collegata a quella nazionale. L’Umbria va messa nei grandi circuiti del turismo, a cominciare da quello religioso per attrarre i flussi globali. Si deve giocare insieme per fare sistema. Solo se sarà messa in questi circuiti anche il discorso delle infrastrutture potrà essere affrontato diver-
samente, perché avrà efficienza economica. Si parla nelle cronache di questi giorni di possibile dismissione dell’aeroporto regionale. Ha senso? - Ho già detto in altre sedi che poteva essere discutibile il suo ampliamento e senza dubbio non aveva in precedenza le giuste potenzialità per giustificarlo. Ma oggi sono stati investiti molto soldi pubblici e non è più pensabile abbandonarlo, altrimenti risulterebbe solo un enorme sperpero di risorse. Per essere valorizzato deve essere collegato ad un progetto più ampio di potenziamento dei flussi, con il suo utilizzo anche per spostamenti locali, all’interno di un circuito turistico nazionale che includa l’Umbria quale tappa importante, anche in funzione della candidatura Perugia-Assisi a capitale della cultura europea 2019. Ha parlato di piccole e medie imprese, oggi in forte difficoltà anche in Umbria. Cosa si propone di fare? – Queste imprese hanno bisogno di sostegno per la ricerca, l’innovazione e l’internazionalizzazione. Vediamo chiaramente come reggono e resistono solo le imprese che delocalizzano, soprattutto all’estero. La crisi va guardata non dilatando gli apparati pubblici o le società pubbliche, ma investendo i soldi in quel sistema produttivo che in Umbria ha moltissime eccellenze. Questo è quanto cerco di fare personalmente, essendo in Umbria da non umbra, ma avendo assunto l’impegno serio di lavorare per l’Umbria. Il settore rurale è uno sbocco ulteriore per l’economia umbra? – L’Umbria è forte in tutto il settore dei prodotti alimentari di qualità, come ad esempio quello del vino, che sono produzioni difficilmente delocalizzabili e su cui vale quindi la pena puntare. Dobbiamo caratterizzare la nostra economia in un’economia globale. Gli elementi tipici dell’Italia, oggi fortemente attrattivi, devono essere sostenuti e sviluppati, sempre collegati ad un sistema che funzioni, non mi stancherò di ripeterlo. La candidatura Perugiassisi 2019 è un ulteriore gradino dove l’Umbria può emergere a sistema culturalmente. Quanto può rafforzare l’identità regionale? – Mi auguro che la candidatura si fortifichi giorno dopo
EVENTI NEL COMPRENSORIO
ALL IS JAZZ personale di Michele Bocelli Hotel Brufani Perugia - dal 5 al 14 luglio LEGGERE PERUGIA mostra fotografica di Claudio Montecucco Ex Chiesa Santa Maria Della Misericordia Perugia sino al 14 luglio DALLA PAROLA, L'IMMAGINE Museo della Porziuncola e Galleria d'Arte Contemporanea Pro Civitate Christiana, Assisi sino al 18 agosto L'ARTE È UN ROMANZO Palazzo della Penna, Perugia sino al 1 settembre
giorno, sicuramente ha dei competitor nazionali molto agguerriti, ma anche solo costruire un progetto che parte dal concetto di unione può far superare quell’ottica campanilistica che in Umbria è molto accentuata. A livello nazionale si è partiti a fatica con il nuovo Governo. Che aria si respira a Roma? – Si è aspettato troppo per arrivare all’unica soluzione possibile. Il presidente Napolitano ha sfidato i partiti a fare almeno le riforme che non sono stati capaci di fare nell’ultimo ventennio, il tema che noi come Scelta Civica abbiamo portato in campagna elettorale: superare un assetto di sistema politico che è stato totalmente paralizzante e che si è dimostrato uno dei fattori della crisi. Ci dobbiamo interrogare su quanto l’immobilismo italiano l’abbia accentuata: paesi del Nord Europa, come la Germania, che hanno fatto le riforme oggi soffrono, ma affrontano la crisi sapendo che quando la ripresa arriverà sapranno come approcciarla. In questo momento dobbiamo riuscire a fare quelle cose che hanno un costo politico per cui nessuno ha avuto il coraggio di fare, tranne il governo Monti per un certo periodo della sua attività. Noi faremo un po’ i guardiani, dando lo stimolo affinché i grandi partiti non si adagino in un galleggiamento con operazioni populistiche o demagogiche. Ridurre i costi della politica non basta per
far ripartire il paese. Avete spinto molto per il governo di larghe intese, che oggi è realtà. Contro c’è l’azione di contrasto del Movimento 5 Stelle – La loro azione demolitrice contro il governo rafforza l’idea che non sia stato lungimirante aspettare le loro scelte per formare il governo nazionale. Il Movimento 5 Stelle vuole dimostrare l’incapacità del sistema politico a fare qualsiasi cosa e quindi per definizione è “anti sistema”. I partiti, invece, hanno oggi l’opportunità di dimostrare di essere capaci di fare, se non ci riescono avrà avuto ragione Grillo. La nostra spinta quotidiana è rivolta a fare le riforme: sono operazioni costose a livello politico, ma necessarie se vogliamo mantenere una spesa pubblica sostenibile senza ridurre una qualità dello stato sociale. La grande coalizione deve servire a questo. Aderendo a Scelta Civica ha modificato il suo percorso politico? – Nel 2009 avevo già detto quello che oggi dicono in molti: che il Partito Democratico aveva fallito la sua missione, perché non era riuscito ad essere quel partito in grado di rappresentare grandi aree della società italiana in un progetto di modernizzazione del paese, ma era tornato a rappresentare le basi sociali tradizionali del Pds e Ds, ed in queste elezioni si è visto. Da lì ho cominciato il mio percorso nel terzo polo.
WOMEN'S GENIUS. ONE STEP BEYOND Carla Accardi, Rebecca Ward Bibo's Place - Palazzo Pensi, Todi sino al 7 settembre TROMPE L'OEIL – L'INGANNO DELL'OCCHIO Galleria dei Gerosolimitani Via della Sposa - Perugia sino al 15 settembre SANDRO BECCHETTI VOLTI DALL'UMBRIA E DALL'EUROPA Galleria Nazionale dell'Umbria - Sala Podiani, Perugia sino al 20 ottobre RAFFAELLO E PERUGINO. MODELLI NOBILI PER SASSOFERRATO Nobile Collegio del Cambio, Perugia sino al 21 ottobre SINTOMI CONTEMPORANEI L'Officina Ristorante Culturale Borgo XX giugno, 56 - Perugia sino al 23 ottobre SPOLETO INTERNATIONAL ART FAIR 2013 Diverse locations sino al 30 0ttobre
numero 5 - GIUGNO 2013
ARTE
Chiusa la mostra di Julian Schnabel al Ciac di Foligno, prorogata sino al 18 agosto quella di Eraldo Chiucchiù al Museo Regionale della Ceramica di Deruta
Il TRANSVANGUARDISTA statunitense e lo SPERIMENTATORE derutese Da una parte la pittura gestuale e selvaggia di una star internazionale, dall’altra la ricerca rigorosa sulla materia di un profeta in patria di GIORGIO CROCE
S
tar dell'arte e del cinema Julian Schnabel è stato presente al CIAC di Foligno, sino al 23 giugno scorso, con una mostra composta da quattordici enormi quadri. Quest'artista è diventato famoso grazie ai suoi Plate paintings, grandi tele con incollati piatti rotti, il tutto ricoperto da pittura selvaggia e gestuale. Influenzato dall'arte europea ed in particolare dalla transavanguardia italiana, è stato definito dalla critica, con un termine appositamente coniato per lui, neo-espressionista. Regista di culto con i film Basquiat, Prima che sia notte, Lo scafandro e la farfalla e Miral, sempre al fianco di donne bellissime (compresa la giornalista - scrittrice Rula Jebreal che abbiamo conosciuto al Premio Fenice Europa, perché vincitrice della Sezione Claudia Malizia nel 2006), in gioventù per mantenersi, ha guidato taxi, venduto occhiali e lavorato nelle cucine dei ristoranti. Artista esuberante e sanguigno, non privo di richiami sofisticati, in questa mostra, quasi una semplificazione, è stato tracciato il suo percorso creativo dall'85 al 2008. Otto opere erano di proprietà del gallerista Gian Enzo Sperone, mentre le altre sei appartene-
vano ad un collezionista milanese; tra queste il capolavoro JMB dedicato all'amico Basquiat deceduto per overdose. Mai retorico, sempre potente nel tratto con le enormi scritte sbilenche che attraversano tele o supporti di fortuna, questo artista sembra sempre esondare dai perimetri delle proprie opere. Utilizzando qualsiasi tecnica, oggetti vissuti od immagini, in questo percorso ha dimostrato la sua libertà espressiva in un vortice di resine, stampe vintage, colori ad olio, stoffa, teloni militari, velluti e poliestere. Le opere, da quelle senza titolo a quelle dedicate agli amici (JMB, Pino Pascali, Lola, The conversion of St. Paolo Malfi) o ai temi religiosi (Christ's last day) oppure esistenziali (Mi vida es una cumbre de mentiras e Adieu) hanno riempito lo spazio del CIAC in un turbinio di energia.
D
a Il Nuovo Zingarelli: Geminazione (gruppo di due o più cristalli che si formano uniti per contatto o per penetrazione). E Geminazioni è il titolo della mostra di sculture in ceramica di Eraldo Chiucchiù, al Museo Regionale della Ceramica di Deruta, prorogata fino al 18 agosto. Eraldo, è nato a Deruta, dove ha sempre vissuto, dove si è diplomato e poi insegnato, all'Istituto d'Arte. Giocoforza è diventato un bravo artista, con una tecnica raffinata nella realizzazione di sculture in ceramica e non poteva essere diversamente visto la sua vita full immersion in questo ambiente permeato da quest'arte; in più, lui, possiede quel quid creativo che gli sprigiona la curiosità dello sperimentare e del ricercare strade sempre diverse, non semplici, mai comode, ma tanto feconde. I risultati si vedono, in questa elegante mostra. Impagina-
ta che è una meraviglia, con un catalogo esteticamente pregevole, questa personale è una summa di fantasia creativa, di impegno rigoroso e di virtuosismi tecnici. Il colpo d'occhio può ingannarci e farci pensare di essere in una mega gioielleria per emiri. Le opere, infatti, si snodano in un colorato labirinto, vanitose come enormi e preziosi monili che assumono, di volta in volta, le forme di menhir come nel caso di Cerchio, Quadrato, Triangolo oppure Decostruzione; richiamano immagini di città sommerse da eruzioni vulcaniche come in Ruderi o nelle diverse e colorate Concrezioni, mentre il fondo marino è suggerito dalle opere Corallo e Intreccio dinamico. Bellissimi, per adoperare un ossimoro, i movimenti statici presenti nelle opere come Torsione, Librazione, Stalattite, Audace ed in quelle con un titolo cromatico. La magia esoterica è sfiorata nelle opere Prisma e Sfera e, a mio avviso, l'acme del piacere visivo lo si raggiunge davanti ad opere come Ago e Rotolo. Ma chi l'ha detto che nessuno è profeta in patria?
HISTORY
numero 5 - GIUGNO 2013 numero 5 - GIUGNO 2012
(ASSISI E BASTIA) POLITICA - CRONACA - CULTURA - SPORT VENT’ANNI FA - Fatti ed avvenimenti degni di essere ricordati
ACCADEVA A GIUGNO NEL 1993 di FRANCO PROIETTI
ASSISI • Una forte scossa di terremoto del sesto grado della Scala Mercalli, viene avvertita nella notte di venerdì 4 giugno 1993, alle ore 23,36. Il sismografo localizza l’epicentro a 4 Km. a nord-est di Nocera Umbra. Una crepa di sette - otto metri si apre in una parete della Sala Papale del Sacro Convento dopo la seconda scossa delle ore 21,16 del sabato 5 giugno. • Il Presidente della Lega Nord On. Franco Rocchetta durante un comizio denuncia sistemi di “torbida politica” asserendo che sui circa 18 mila elettori che si recheranno alle urne ad Assisi per l’elezione del Sindaco e del Consiglio Comunale ci sarebbero anche duemila suore che avrebbero acquisito la residenza assisana bruciando le normali tappe richieste e rendendosi così strumenti inconsci della torbida politica democristiana. • Il candidato del Partito Democratico Giuliano Vitali ed il candidato della Democrazia Cristiana Gianfranco Costa si giocheranno la carica da sindaco al ballottaggio. Vitali ha ottenuto 5.197 voti (pari al 30,33 per cento), mentre Costa ha avuto 5.189 preferenze (il 30,29 per cento). Mino d’Amato (Lista Uniti per Rinnovare) ha ottenuto 2.730 voti (15,93%), Edo Romoli (Unità e Progresso) è giunto quarto con 2.425 voti. • Il giornalista Mino d’Amato della lista Uniti per Rinnovare annuncia un patto di alleanza con Gianfranco Costa, candidato Sindaco della Democrazia Cristiana al ballottaggio. Anche il PSI a cui è stato negato l’apparentamento da parte del PDS, per bocca del suo Segretario Comunale Benito Spadini, converge su Costa. • Dopo 40 anni la DC passa per la prima volta all’opposizione nell’Amministrazione del Comune di Assisi. Successo, per certi versi
clamoroso del PDS e del suo candidato dr. Giuliano Vitali che viene eletto Sindaco con 1.055 voti in più sul favorito Gianfranco Costa. La nuova Giunta è così composta: Giuliano Vitali (Sindaco) - Antonella Lipparelli (Vice Sindaco con Delega alle Pari Opportunità, Urbanistica - Piano Regolatore - Strumenti Attuativi, Giovanni Cianetti (Assessore ai Lavori Pubblici - Infrastrutture - Servizi Tecnologici - Protezione Civile), Roberto Leggio (Responsabile al Turismo, Grandi Manifestazioni, Traffico, Viabilità e Trasporti, Polizia Municipale, Toponomastica, Beni Culturali), Luigi Rossetti (Assessore alle Finanze - Bilancio - Provveditorato - Economato - Patrimonio - Tributi - Programmazione Economica - Organizzazione Informatica Comunale), Paolo Mirti (Titolarità del dicastero della Pubblica Istruzione Cultura - Servizi Sociali - Sanità Informa Giovani - Trasparenza, dello Statuto e dei Regolamenti Attuativi), Alessandro Biagetti (Assessore al Commercio - Agricoltura - Industria - Artigianato, Ambiente ed Ecologia, Sport, Tempo Libero con presidenza delle relative Commissioni Comunali e firma delle Concessioni ed Autorizzazioni Amministrative). • Si riunisce il primo Consiglio Comunale di Assisi dopo le recenti votazioni per l’elezione diretta del Sindaco. In questa occasione il primo cittadino dr. Giuliano Vitali presenta ufficialmente i sei assessori da lui individuati e il programma di massima della sua attività amministrativa. Il Consiglio Comunale risulta così composto: 12 PDS (Pennacchi Rita - Proietti Francesco - Delle Fate Emidio Turrioni Errico - Pezzetti Dante Guidi Cristina - Lucentini Manlio - Sabatini Carlo - Fortini Novella - Cianetti Giovanni - Bonamente Apostolico. 4 DC: Costa Gianfranco - Cannelli Lucio - Sensi Alberto - Dattini Francesco. 2 Unità e Progresso: Romoli Edo- Bellucci Giorgio. 2 Uniti per Rinnovare: Damato Mino - Brufani Paolo.
BASTIA • La Pro Loco di Bastia organizza la 3^ edizione Lo Sport a Bastia, tra ieri e oggi. La manifestazione si tiene presso la Sala S. Croce. Tra le vecchie glorie sportive di Bastia figurano: Giovanni Mancinelli (ciclismo anni ’30) - Pietro Roberto Susta (Ciclismo con la squadra dell’Atala al Giro d’Italia) - Antonio Forini (automobilismo anni ’50 partecipante a 3 edizioni delle Mille Miglia) - Claudio Lazzari (Lancio del giavellotto mt. 65,62 nel 1974) Antonio Piselli (Tiro a segno - campione italiano 1991) - Roberto Giontella (Campione Italiano di Ping Pong 1970 (battè i cinesi in Cina) - Paolo Bartolucci (Campione Italiano di Karting 1981 classe 125 Junior) - Luca Verdoglia (Campione Italiano di categoria Karaté) Fabrizia Renzini (campionessa Italiana di sci nautico) - Paola Susta (Volo a vela) - Roberta Petrini (Equitazione) - Patrizia Bistocchi (Paracadustismo). • Si svolge la X Edizione della Passeggiata Ecologica su due ruote organizzata dall’Asso Commercianti in collaborazione con l’U.C. Bastia e l’Amministrazione Comunale. Hanno risposto “presente”oltre ottocento bastioli. • Il direttore del TG 2 Alberto La Volpe partecipa alla IV Edizione di “Festinsieme” presentando il video sulle attività dell’APE (Associazione per l’Emancipazione che festeggia il X Anniversario della sua Fondazione). Presenzia, inoltre, alla serata di assegnazione della II Edizione del “Premio S. Rocco” che è andato a Madre Teresa di Calcutta. • Viene inaugurato il Centro Sociale di San Lorenzo. La struttura che è adiacente al campo da “calcetto”, è costata all’Amministrazione Comunale, circa 200 milioni di lire. Alla somma vanno aggiunte piccoli lavori di muratura,
ecc) che volontariamente e gratuitamente sono state fornite dai cittadini del piccolo quartiere (800 abitanti). “Non sarebbero bastati - dice il sindaco Vannio Brozzi 300 milioni senza l’aiuto degli abitanti”. • Giacomo Cavarai dopo il 6° posto conquistato al termine di un sofferto Campionato, viene riconfermato sulla panchina dell’Ospedalicchio dal Presidente e sponsor Guglielmo Gallerani. Il tecnico aveva sostituito il dimissionario Pelagracci. Per quanto riguarda il Bastia Calcio durante l’Assemblea dei Soci, il Presidente Massimo Mencarelli espone la necessità di spendere ancor meno di coloro che vogliono spendere poco inaugurando di fatto “la stagione dell’austerità”. • Si svolgono a Bastia i funerali di Andrea Marini il ragazzo 15enne deceduto tragicamente in un incidente stradale avvenuto a S. Maria degli Angeli in località Madonna delle Grazie mentre insieme ad un suo compagno si recava ad Assisi a bordo di un motoscooter. • Il Consiglio Comunale adotta (con voto discorde) una variante al Piano Regolatore Generale per l’area dell’ex tabacchificio Giontella. Si tratta di un’ulteriore modifica che annulla una variante precedente che trasformava il comparto da zona industriale a zona servizi commerciali e direzionali di interessi comprensoriali. Nella nuova struttura un grosso spazio sarà per la ULSS. • La Sezione Poesia Regionale inedita del premio “Insula Romana” è vinta da Orietta Moscetti (Terni) con “Donne mai amate”. Al secondo posto giunge la poesia “Non per tutti una mamma” di Marcello Ghione (Terni), al terzo posto “Pensando alle donne di Bosnia” di Francesco Curto (Perugia). Presenti alla premiazione il Sindaco Vannio Brozzi, l’Assessore alla Cultura prof. Rosella Aristei.
I MANIFESTI DI GIUGNO 1993
numero 5 - GIUGNO 2013
INTERVISTA A VANNIO BROZZI, SEGRETARIO DEL PARTITO DEMOCRATICO DI BASTIA UMBRA
“Non sarò io il candidato sindaco del centro-sinistra” di ADRIANO CIOCI
A
volte ritornano. La frase sta a pennello a Vannio Brozzi come la coccarda sul petto dello scolaro bravo. Ma i rischi questa volta ci sono, con il pericolo che ci si può rimettere anche la faccia. Togliamo subito gli indugi. Perché vuoi tornare sulla scena politica di Bastia? - Ci sono già sulla scena politica! Sto lavorando con impegno, invece, per uscirne, con l’obiettivo primario di riconquistare al centro-sinistra l’amministrazione comunale, con un nuovo sindaco e un nuovo gruppo dirigente. Fatto questo, mi godrò il meritato riposo. Non credi che questi quattro anni di opposizione abbiano lasciato il centrosinistra nella totale indifferenza? - Il nostro partito non è portato al “tanto peggio tanto meglio”. Il nostro impegno per contribuire a scelte diverse a volte rischia di non essere riconosciuto. Comunque, va detto che le poche volte che abbiamo tentato di poter dare un contributo fattivo abbiamo ricevuto, da parte della maggioranza, la più totale chiusura. Tra i tanti cavalli di battaglia che non siete riusciti a cavalcare adeguatamente vi è quello della viabilità bastiola.
La Giunta Ansideri ha varato, a questo riguardo, un piano a dir poco scellerato. Eppure non avete saputo contrastarlo… - No, su questo versante abbiamo proposto mozioni, interpellanze, raccolta di firme, dimostrando che le scelte fatte dall’Amministrazione sono nefaste e che sono scelte di retroguardia. Basti pensare alla sosta libera di fronte al sagrato della Chiesa di San Michele. Eravamo pronti a tutte le soluzioni, a studiare insieme altre mille ipotesi, ma non quelle a cui, poi, si è giunti. Credi che al centro-destra basterà soltanto stare a guardare per vincere le elezioni e continuare a governare Bastia? - Sono profondamente convinto del contrario. Questa città non è governata, questa era una città abituata a partecipare attivamente al dibattito politico regionale, è stata per anni all’avanguardia nelle proposte e nelle soluzioni amministrative, ora stenta a gestire l’ordinaria amministrazione. Il nostro sforzo? Stiamo cercando di capire le profonde trasformazioni sociali e culturali che Bastia sta vivendo, visto il calo consistente di imprese manifatturiere che hanno chiuso e che stanno mettendo a rischio anche il settore del commercio. Giova ricordare che Bastia non è più un polo attrattivo per il lavoro. Il Comune, nel 2012, per la prima volta dalla sua costituzione, ha visto un calo demografico di circa cento abitanti. Solo dopo aver conosciuto tali trasformazioni, insieme alla popolazione, affronteremo un progetto di consolidamento perché mi sembra oggi inopportuno parlare di nuovo sviluppo. Si vocifera che sia proprio tu l’ostaco-
lo al rinnovamento del PD e che i giovani ne abbiamo le scatole piene. E’ vero? - Credo che questa sia una menzogna oppure è il vecchio metodo di fare politica. Io sono e sarò il garante del vero e profondo rinnovamento e questa volta senza se e senza ma. E’ il momento di nuovi volti, di nuove capacità per i nati dopo il 1970. Tutti quelli che hanno partecipato e vissuto l’attività politica al di là dell’età, si mettano a disposizione per favorire un nuovo rinnovamento e diano contributi sinceri e spassionati. Piuttosto, dove è finita la vecchia guardia del PD bastiolo? - Dove è finita non lo so. Chiedo soltanto a tutti quelli che hanno condiviso delle esperienze positive, e anche negative, di favorire l’ascesa di nuovi gruppi dirigenti non più formati da ex. In fondo, il PD attuale ha in sé la speranza e le grandi prospettive di cambiamento, oltre alla conservazione più pura. Mi auguro che prevalga la prima linea. Sarai tu il candidato sindaco del centro-sinistra? - Fino a poco tempo fa non escludevo questa ipotesi se le forze del centro-sinistra me lo avessero chiesto. Ora affermo, in maniera categorica, che non vi è per nessun motivo la mia disponibilità. Quale giudizio puoi dare su questa Amministrazione? - Ha tradito completamente lo slogan che li aveva portati alla vittoria: “cambieremo Bastia”. Qui siamo all’immobilismo più grande e a rincorrere progetti faraonici e irrealizzabili che fanno impallidire le ipotesi, a suo tempo avanzate, di cementificazione da parte del centro sinistra. Allarghiamo l’orizzonte. Nella guer-
ra all’interno del PD nazionale, credi che emerga un vero vincitore in grado di rimettervi tutti in fila? - Se continua il confronto per correnti e appartenenze non c’è speranza e non vincerà nessuno. Se, invece, dalle varie culture e sensibilità riuscirà ad emergere la volontà di costruire un progetto condiviso che esprima una base programmatica e di impegno sostenuta da una larga maggioranza - e da qui discenda un nuovo gruppo dirigente - faremo non solo il bene del partito ma anche della nazione. Matteo Renzi sarà in grado di percorrere la strada del cambiamento? - Se è frutto del processo prima descritto sì, altrimenti assisteremo allo scontro di una personalità contro un’altra. Il progetto prima della persona! Berlusconi ha risollevato il centro-destra in due mesi di campagna elettorale, facendo dimenticare agli italiani, che l’hanno votato, il suo passato governo. È stato più bravo lui o più incauto Bersani? - Ci sono tutte e due le verità. Che lui sia un ottimo comunicatore non sono certo io a certificarlo, che Bersani e il gruppo dirigente abbiano sottovalutato questa capacità e si siano cullati sugli allori del risultato delle primarie, è l’altra faccia della medaglia.
numero 5 - GIUGNO 2013
RITA DI PASQUALE si dimette dalla segreteria del PD “Insieme ad alcuni cittadini abbiamo costituito un’associazione (Ri@mbientamoci) che opererà sul territorio. Essendo Presidente della stessa, ed essendo tale ruolo incompatibile con l’incarico politico a me affidatomi, ho scelto la Presidenza dell’associazione”
A
rafforzare tale scelta continua la nota di Rita Di Pasquale - ci sono le mie perplessità rispetto all’attuale condizione del partito sia a livello nazionale che a livello locale. Ritengo sia più utile lavorare per ricostruire un tessuto sociale fortemente indebolito da anni di mala politica attraverso iniziative che riavvicinano persone sfiduciate e deluse dal persistere di un sistema che dice di voler cambiare ma che in realtà spera che nulla cambi. Si è rafforzata in me l’idea che si può fare politica in maniera molto più costruttiva attraverso forme organizzative diverse dalle attuali organizzazioni partitiche. Resterò a disposizione e lavorerò perché si arrivi ad un Congresso aperto a tutti coloro che hanno partecipato alle primarie, un congresso che metta al centro la “proposta politica” e non il numero delle tessere, l’una o l’altra persona l’una o l’altra corrente Se queste indicazioni verranno prese in considerazione dalla Direzione Nazionale continuerò a dare il mio contributo al partito democratico, partito nel quale ho creduto e per il quale mi sono spesa.
Replica del Partito Democratico alle dimissioni di Rita Di Pasquale
H
o un profondo rispetto delle scelte personali che hanno portato alle recenti dimissioni del segretario del circolo di Bastia Centro. Tuttavia è opportuno precisare alcune cose riguardo alle accuse di immobilismo del PD bastiolo. Come confermato nell'incontro pubblico del PD il 5 giugno scorso al quale ha preso parte la Presidente Marini, il PD è l'unico partito che organizza incontri pubblici e dibattiti con la città. A questo proposito sottolineo che solo negli ultimi giorni abbiamo ospitato: • l'onorevole Giampiero Bocci, il 17 maggio presso il circolo di Cipresso, che ha concluso l'Assemblea degli iscritti in condivisione su come operare nel territorio di Bastia; • l'onorevole Anna Ascani e il presidente del consiglio provinciale Leonelli, in data 1 giugno, sul tema delle regole e dei metodi per il prossimo congresso del PD; • la Presidente della Regione Catiuscia Marini, il 5 giugno presso la sala del consiglio comunale, sull'emergenza lavoro e sulle iniziative da mettere in campo per il rilancio dell'economia; iniziativa quest'ultima alla quale hanno preso parte le organizzazioni del lavoro e dell'impresa. Come si vede il partito porta avanti un'attività intensa e propositiva. Il circolo di Bastia centro è quello più grande e importante per la vita sociale e politica di Bastia che però ha bisogno di momenti di confronto; mi risulta difficile ricevere critiche da chi gestendo il circolo in totale autonomia non ha portato avanti iniziative o riunioni e da mesi e mesi non convoca neppure il direttivo. O si critica per scaricare le proprie inefficienze? Come segretario sono convinto che sia necessario un profondo rinnovamento all'interno del partito e delle rappresentanze istituzionali come ho comunicato al direttivo dove ho pregato tutti di proporre soluzioni in vista del congresso. Stiamo lavorando per cercare di coinvolgere energie nuove all'altezza dei bisogni della nostra città. Ribadisco, come già evidenziato in altre sedi, le critiche di inadeguatezza dell'attuale amministrazione comunale e su questo versante sarebbe stato auspicabile concentrare l'impegno. Vannio Brozzi
POLITICA/BASTIA UMBRA
numero 5 - GIUGNO 2013
POST ORGASMIC CHILL - A colloquio con Catia Degli Esposti (Lista Ansideri Sindaco) e Davide Simonelli (PDL)
Riflessioni per il futuro Catia Degli Esposti e Davide Simonelli: due elementi importanti della maggioranza bastiola, futuribili in modo assoluto, con l’esperienza del primo mandato elettorale
F
orse è ora per un'analisi: ente che il feed back con la propria costituency abbia un mood positivo? Si ripeterà? Sarà di nuovo tra i candidati? Quanta parte è riuscita a mantenere integra delle idee che aveva prima di candidarsi e su cui si è spesa per ottenere i voti? Catia - Sto riflettendo se ricandidarmi, anche forte del fatto che le mie idee non sono state mai sopraffatte dalle esigenze della politica. L'esperienza è stata sicuramente positiva, senza nascondere le difficoltà di addattamento. Mi rimprovero di aver temporeggiato forse troppo tempo, prima di cominciare ad esercitare un ruolo attivo e propositivo all’interno della maggioranza. Poi l'assegnazione di alcuni incarichi mi ha dato fiducia ed ho portato avanti soluzioni a vantaggio del territorio di Bastia. Mi riferisco, in particolare al piano stalle, ma anche ad altre situazioni come quella della partecipazione al bando per l’efficientamento energetico che ha permesso un ricambio importante (70%) dei corpi illuminanti della pubblica illuminazione, riducendo il costo dell’energia elettrica. Davide - C'è stato un dato molto significativo nella grande vittoria del 2009: oltre al super successo della lista "Giovani Bastioli", tra gli eletti Pdl (la lista che in termini numerici ha maggiormente contribuito al successo della nostra amministrazione) figuravano solo due persone di età superiore ai 40 anni. Dato che la dice lunga sulla voglia di cambiamento degli elettori, e dal quale non ci si può evincere, soprattutto essendo io stesso uno di quegli elementi che hanno contribuito al processo di cambiamento. Processo avviato nel 2009 e nel quale occorre continuare a
di EMANUELE ROSSI credere anche per le amministrative del 2014. Se poi sono stato all'altezza dell'incarico, non sarò io a giudircarlo, ma so di sicuro di aver fatto del meglio, per il funzionamento di quest'esperienza di governo. Secondo voi Stefano Ansideri dovrebbe ricandidarsi? Su cosa si dovrebbe migliorare in futuro? Quali sono i "possiamo fare di più" su cui rivedere il tiro per la prossima campagna elettorale? Catia - Stefano Ansideri ha indubbiamente le qualità per continuare a fare il sindaco. Dove migliorare? Abbiamo pagato all’inizio l’inesperienza e la necessità di dover capire ancor prima di operare. Credo che a questo sia dovuta quella sensazione di immobilità percepita dai bastioli. Occorre che Ansideri lavori di più sul concetto di squadra all’interno della sua maggioranza, superando le vecchie logiche partitiche che oggi sono veramente fuori contesto e che producono scelte sbagliate. Questo potrebbe permettere al Sindaco di adoperare al meglio il contributo di tutti. E poi, accellerare il cambiamento dell'azione amministrativa, occorre dotare Bastia di maggiori servizi, luoghi e infrastrutture per i giovani, miglior sistemazione delle aree verdi, aumentare insomma, la godibilità di questo territorio. Davide - Ho letto spesso ultimamente, anche a mezzo stampa, che si sta andando verso un Ansideri-bis. Ho la sensazione che se Stefano confermerà la sua disponibilità le cose andranno esattamente così. Alla prossima tornata, non saremo noi a rincorrere, ma saremo l'obiettivo nel mirino: in casi come questi, il primo a venire allo scoperto dovrebbe essere l'inseguitore. Dunque per il momento aspettiamo. Quanto ai "possiamo fare di più",
credo che sia necessario un maggior coinvolgimento della componente giovanile, una migliore comunicazione interna ed esterna, una regia più attenta al conseguimento del gioco di squadra corale, una maggiore valorizzazione delle professionalità dei consiglieri comunali con l'affidamento di incarichi ammnistrativi afferenti alle loro dimensioni professionali, quelle cioè dove possono dare il meglio. A Davide domandiamo: c'è stato un momento in cui il suo nome è circolato insistentemente come possibile assessore nel rimpasto di giunta: si è parlato anche di scontro generazionale all'interno del Pdl. Che c'è di vero? All'interno del Pdl i giovani che peso hanno? Nell'ottica del partito come vede gli allontanamenti di figure come Morbidini e Masci? Davide - Parto dalla fine, perché è argomento a me caro: Fabrizio Masci aveva già sottolineato come i pressanti impegni lavorativi mettevano in sordina la sua azione amministrativa, le sue dimissioni sono un gesto di resposabilità. D'altronde è rimasto attivo sia nel Pdl sia in ammnistrazione: il ruolo nel consiglio di Umbriafiere s.p.a. (nomina fortemente voluta dal Sindaco stesso), gli permette di collaborare con l'ammnistrazione nella gestione di un importante asset bastiolo. Riguardo a Fabio, ho provato un profondo dispiacere per la perdita di una risorsa infinita, persona che ha sempre contribuito al dialogo ed al confronto costruttivo, con idee nuove e progetti. Sul mio nome come papabile assessore, sottolineo che non c'è mai stata una mia autopromozione, ma ho semplicemente prestato la mia disponibilità alla volontà di alcune istanze interne al partito. Che il nome sia Simonelli, o Cairoli o Longetti, poco importa, ciò che conta è – ripeto – che una componente demografica che ha dato un così grande contributo nel 2009 non venga trascurata. Per questo ritengo
“Credo che Ansideri si debba ricandidare. Ha indubbiamente le qualità e le competenze che lo rendono adeguato a questo ruolo.” Catia Degli Esposti
“L'operato di questa giunta è positivo perché rispetto al passato sono cambiati in meglio metodi e approcci alla cosa pubblica.” Davide Simonelli un'anomalia che nessun giovane faccia parte della Giunta: anomalia resa ancora più eclatante se si pensa che in occasione dei diversi rimpasti, non ne sarebbe mancato modo. A Catia domandiamo: come giudica i passaggi politici nazionali e bastioli, anche in funzione del grosso risultato ottenuto dal Movimento 5 Stelle? Non crede che alle prossime elezioni possa strappare facilmente voti alle liste civiche come la sua? Catia - L’attuale classe politica è veramente sconcertante. Ci ritroviamo ancora un governo di larghe intese che riprova a fare quello che non ha voluto fare nel periodo precedente. Il Pd che si è opposto al cambiamento ha creato il fenomeno Grillo, di cui condivido molte delle osservazioni, benché non capisco il continuo bisogno di urlarle. Penso che il M5S presenterà la sua lista a Bastia e , sicuramente potrà portare via voti alle liste civiche, come pure, però, ai partiti tradizionali. Vedremo! Come giudicate l'operato della
Giunta Ansideri? Quali lati considerati buoni su cui poggiare le fondamenta per il futuro? Catia - Da quel primo periodo di adattamento di cui parlavo, credo che l'azione amministrativa sia progressivamente cresciuta. Dei punti di sicuro valore, ne cito alcuni a titolo di esempio: il piano di riconversione delle stalle, l'approvazione del Piano Franchi e del connesso sottopasso di Via Firenze, la sistemazione dell'area Giontella con il trasferimento dell'Asl e l'acquisto della Palazzina Pelliccioli, la sostituzione dei corpi illuminanti a cui accenavo prima, la realizzazione del Percorso Vita e l'ampliamento del percorso verde sul Chiascio, la politica fiscale attenta alle tasche dei cittadini, la creazione di un fondo di garanzia per il sostegno alle imprese e l'attenzione ai problemi sociali. Davide - Riguardo al futuro, esistono di sicuro margini di miglioramento: molti cittadini non si rendono conto di quanto questa ammnistrazione ha fatto bene per Bastia. Circostanza imputabile, sì ai forti limiti di spesa imposti dal Patto di Stabilità, ma forse anche ad un aspetto comunicativo verso i cittadini che potrebbe essere implementato. La particolare contingenza economica e la conseguente crisi del sistema non ci ha aiutato, tuttavia credo che una maggior opera di comunicazione riguardo alle tante cose fatte e bene ci aiuterebbe a far conoscere meglio gli obiettivi raggiunti e creerebbe maggiore consenso politico e quindi elettorale per la prossima tornata comunale che si avvicina. @danemblog
ATTUALITÀ
numero 5 - GIUGNO 2013
RIAMBIENTIAMOCI
BASTIA UN NUOVO VOLTO: LA PAROLA AGLI IMPRENDITORI Il nostro direttore Francesco Brufani ha condotto l’incontro organizzato nell’ambito dell’evento Riambientiamoci, la manifestazione culturale organizzata dal 14 al 16 giugno presso il piazzale delle poste. Ha intervistato Moreno Tiberi, in rappresentanza della Central Park e l’architetto Gianluca Falcinelli, quale coordinatore del Masterplan durante il periodo di Amministrazione della Giunta Lombardi di SARA STANGONI
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stralcio dei lavori il sottopasso di via Firenze. Le planimetrie del Masterplan avevano tre grandi ingressi denominati Porta del centro storico, Porta urbana e Porta del Chiascio, a rappresentare oggi gli accessi ai grandi verdi pubblici come da Piano Regolatore su cui il piano Franchi è impostato. Altro tema importante evidenziato del Masterplan è il sistema del costruito, che rispetto al fiume Chiascio diventa affaccio e non più retro: le tre nuove pianificazioni interessate dal Masterplan, infatti, guardano al fiume e al verde pubblico, quale parte integrante e funzionale della città”. Moreno Tiberi, invece, in rappresentanza della Central Park, la società proprietaria dell’area Franchi, ha illustrato l’andamento del piano e l’imminente partenza dei lavori. “In questo ultimo anno abbiamo lavorato molto per riuscire a coinvolgere nel progetto di riqualificazione la Cassa depositi e prestiti, che ha analizzato a fondo ogni aspetto del piano, in particolare l’intervento che prevede la costruzione della Social Housing. È notizia di poche ore fa l’arrivo della loro lettera firmata con un finanziamento di 18 milioni di euro al progetto di riqualificazione. Per noi è davvero un grande successo che ci permette di dare il via definitivo ai lavori, che partiranno a settembre. L’accordo con la Cassa depositi e prestiti prevede l’assegnazione dei primi appartamenti della Social Housing entro tre anni. Ci tengo a precisare che non si tratta, come qualcuno ha erroneamente definitivo, di “case popolari”, quelle erano un modello nato negli anni ’60 con altre caratteristiche. Questi appartamenti sono di alto valore, in particolare per la qualità e l’alta efficienza energetica. Sono destinate alla cosiddetta “fascia grigia”, quelle persone, in particolare i giovani, che non hanno un reddito sufficiente per accedere a mutui e faticano a trovare casa. Sarà davvero un’opportunità per molti, con la possibilità anche di applicare l’affitto con riscatto, una vera e propria formula d'acquisto. Al termine del periodo locativo l'inquilino ha la possibilità di "riscattare" parte degli importi versati mensilmente come affitto, per ammortizzare il prezzo dell'immobile. La realizzazione della Social Housing Sotto Assisi, tra i capolavori della natura sarà, comunque, preceduta dall’apertura del cantiere per il sottopasso ferroviario di via Firenze e del sistema di infrastrutture necessarie alla riqualificazione dell’area”.
ema centrale dell’incontro è stato senza dubbio l’area Franchi, un modello di quartiere so stenibile e ad alta efficienza energetica. Mal’argomento era più allargato, con l’inserimento del recupero dell’ex mattatoio e dell’area ex Petrini, entrambi come riqualificazione dell’ingresso della città e facenti parte, insieme all’area Franchi, del Masterplan, strumento di indirizzo urbanistico condotto nel 2009 su incarico della precedente Amministrazione. Fu deliberato all’unanimità in Consiglio Comunale nel marzo 2009 da tutte le forze politiche, poi messo da parte dalla nuova dirigenza. A spiegarne uso, importanza e validità è stato il suo coordinatore l’architetto Gianluca Falcinelli durante il periodo di amministrazione della Giunta Lombardi. “Il Masterplan è la pianificazione allargata di un pezzo della città, pensato come strumento ad uso e consumo dell’Amministrazione per fare le giuste scelte dal punto di vista strategico ed economico. Uno strumento per comprendere, valutare e capire la città pubblica. In particolare analizza il concetto della perequazione, per valutare il costo dei servizi con reti e infrastrutture. È quanto sta accadendo con il piano Franchi che realizzerà nel primo
BASTIA/ATTUALITÀ
numero 5 - GIUGNO 2013
INTERVISTA A CRISTIANO TARDIOLI SEGRETARIO REGIONALE FILT-CGIL
Quello che succede a Umbria Mobilità investe anche il nostro territorio
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iaggio nelle scelte politiche che hanno influenzato (in negativo) il servizio di trasporto pubblico locale. Il bilancio di Umbria Mobiltà riporta un debito di 391 mln da cosa è stato originato? - I debiti sono sia a breve (fornitori, 36 mln) che a lungo termine (mutui, 116 mln), dei mutui con le banche la richiesta è stata abbassata da 116 a 95 mln. Ad ogni modo si sapeva già da prima della creazione di UM che le singole società non presentavano una condizione florida. Quale società tra ATC, FCU, APM e SSIT aveva la situazione più critica al momento della fusione? - ATC era quella che aveva i conti più in ordine anche se presentava un lieve sbilancio. Ferrovia Centrale Umbra aveva il bilancio in pareggio, ma per un contenzioso il giudice ha stabilito il pignoramento di 3 mln di euro. SSIT è quella che aveva la situazione più critica, sono venuti fuori problemi per quanto riguarda i mutui accesi e per i soldi dati per la costruzione delle scale mobili e usati per l'esercizio dell'attività ordinaria dell'azienda. Situazione pesante è stata ereditata anche da APM, che si pensava invece fosse l'unica virtuosa. Ci sono però anche crediti da 291 mln. La maggior parte dei crediti è verso Roma TPL. Il problema è che il Comune di Roma ha stanziato i soldi, ma il consorzio non li ha poi ridistribuiti. Ad UM il Comune di Roma deve ancora 15 mln e si spera che entro la fine dell'anno la situzione venga ripianata. Parliamo del minimetrò. Umbria Mobilità lo gestisce e basta, quindi ci guadagna, ma la società Minimetrò partecipata dal Comune di Perugia chiude in negativo. Ma allora il minimetrò non è stato un buon investimento? - Non voglio entrare in diatribe istituzionali in corso, sta di fatto che si riscontrano difficoltà per gli alti costi di gestione (25 mila euro/giorno) e alla bassa capacità di trasporto (come a Eurochocolate e Umbria Jazz). Andrebbe effettuata una politica diversa, che miri a scoraggiare la circolazione delle auto, ma poi in cambio si deve fornire un servizio di trasporto pubblico efficiente. Cosi com’è stato concepito il minimetrò non ha molto senso, andrebbe ripensato, ma fare investimenti oggi non mi sembra il periodo più adatto. Quanti lavoratori rischiano il posto? Nessuno. Finora Regione e Provincia hanno anticipato il denaro necessario. I servizi verranno sempre garantiti. Come si pone il suo sindacato verso la privatizzazione di Umbria Mobiltà? - Ci sono diversi soggetti che potrebbero acquistarla. Non c'è solo Trenitalia con la sua controllata Busitalia. Per quanto ci riguarda siamo contro una privatizzazione a tutti i costi. Prima vorremmo trovare altre fonti di liquidità, noi avevamo proposto l’utilizzo di fondi provenienti dalla Cassa Depositi e Prestiti vista la sua grande liquidità che ha a disposizione. Non si può immaginare di “spacchettare” l'azienda e venderla a diverse società il cui fine non sono i servizi, bensì esclusivamente gli utili. Un Umbria Mobilità sistemata potrebbe essere un'azienda virtuosa? - Sì. Dal punto di vista dei costi del servizio UM è sostenibilissima.
di PIERLUCA CANTONI Si parla di una revisione delle tariffe, quindi di un aumento del prezzo dei biglietti? - Purtroppo sì. C’è da dire che rispetto al resto d'Italia le attuali tariffe non sono le più alte. Ma allo stato attuale già molti utenti si lamento per il prezzo del biglietto ritenuto troppo alto. Gli autobus qualche volta non arrivano, spesso sono troppo pieni, oppure si fermano a causa di guasti o arrivano in ritardo. Cosa ne pensa? - Ovviamente con un aumento del prezzo si deve anche aumentare la qualità dei servizi, noi della CGIL pensavamo di definire gli abbonamenti in base alla situazione reddituale della persona. Cosa deve aspettarsi l'utente dal taglio di 2 mln di chilometri proposti da UM? - Oggi la categoria alimentaristi della CGIL
si sta lamentando perchè è stato tagliato l'autobus per i pendolari della Perugina. Il problema è che molti comuni che usufruiscono dei servizi di UM non pagano un euro di contributi e “sfruttano” le linee che obbligatoriamente passano per il loro territorio. Se dei comuni dovessero rimanere isolati vi opporrete? - Noi dobbiamo essere equilibrati e responsabili. Sappiamo che se l'azienda continua così non avrà vita lunga. Quanti anni di servizio hanno in media gli autobus in servizio nelle nostre strade e quanto sono affidabili data la loro età? - Gli anni di servizio in media superano la decina, è chiaro che più aumenta il chilometraggio e più aumenta la frequenza di manutenzione e quindi anche i costi. Recentemente un autobus ha preso fuo-
co mentre transitava per le strade della nostra città (Costano). Gli utenti possono stare tranquilli? - Se i pullman escono dal deposito vuol dire che sono in regola per Cristiano Tardioli quanto riguarda la sicurezza, è anche vero che la capacità delle officine per la manutenzione è al limite. Può comunque capitare che un incidente meccanico si verifichi, ma in questo caso si tratta di un’eccezionalità.
IL CONSIGLIO COMUNALE ED IL SINDACO ANSIDERI COMPATTI CONTRO LE NEW SLOT NELLE STRUTTURE PUBBLICHE Recepita la petizione dei centri sociali e la mozione del Consigliere Adriano Brozzetti
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di LOLITA RINFORZI
uella che può iniziare come un’innocente evasione per distrarsi dai problemi della quotidianità, si trasforma spesso in vera e propria malattia con conseguenze gravi. Stiamo parlando della ludopatia, l’incapacità di resistere all’impulso di giocare d’azzardo o fare scommesse, nonostante l’individuo che ne è affetto, sia consapevole dei rischi ai quali sta incorrendo. Durante i periodi di stress o depressione, l’urgenza di risolvere problemi e l’incapacità di riuscire a farlo porta spesso le persone a dedicarsi al gioco d’azzardo, esponendoli a gravi conseguenze, personali e sociali. La ludopatia può portare a rovesci finanziari, alla compromissione dei rapporti e al divorzio, alla perdita del lavoro, allo sviluppo della dipendenza da droghe o da alcol. Di recente, un decreto legge ha inserito questa dipendenza, nei livelli essenziali di assistenza, con cura e riabilitazione rivolte alle persone affette da tale patologia. Tra i maschi il disturbo inizia negli anni dell’adolescenza, mentre nelle donne inizia tra i 20/40 anni. Secondo il ministero della salute è la patologia da dipendenza a più rapida crescita. Non a caso quindi, il sindaco Stefano Ansideri, già dal suo insediamento in Comune, nel 2009 è intervenuto su più fronti per eliminare le Slot dalle strutture pubbliche quali i centri sociali. A tale provvedimento però si sono opposti i gestori delle macchinette che hanno impugnato l’ordinanza del sindaco di fronte al TAR, suscitando in un primo momento, polemiche e reazioni anche dai partiti dell’opposizione e da alcuni gestori dei centri sociali che hanno intrapreso un’azione giudiziaria nei confronti del Comune. Oggi invece, sia l’opposizione che i presidenti dei circoli di Bastiola, Santa Lucia, San Lorenzo, Borgo I Maggio, XXV Aprile e Ospedalicchio sono pronti a con-
dividere l’iniziativa del Sindaco. Infatti è del 20 maggio, la missiva con la quale i rispettivi presidenti chiedono la rimozione delle new slot dai due centri sociali che al loro interno ospitano ancora tali macchinette. Questi ultimi si sono posti così in una condizione di illegalità oltre ad aver citato in giudizio l’Amministrazione. Al tempo stesso è stata emessa una sentenza di primo grado che dà ragione al Comune e non si comprende come mai non si sia eseguito nessun atto. Abbiamo incontrato il sindaco Stefano Ansideri la sera della convocazione del consiglio comunale in quanto uno dei punti all’ordine del giorno, riguardava proprio le “new slot”. Egli ci ha precisato che due anni e mezzo fa, promosse addirittura un convegno, incentrato sui rischi derivanti dall’abuso dei giochi in denaro. Erano presenti il dott. Alberto Bellocchi, presidente della Fondazione umbra contro l’usura e la dott.ssa Immacolata Tomay, presidente dell’Ordine degli psicologi della regione Umbria. Entrambi esposero dati e numeri relativi ai giochi in denaro, definiti come la terza industria in Italia, con 64 miliardi di euro di fatturato ed i gravi rischi ai quali incorrono gli individui affetti da ludopatia, “malattia psicologica grave e mortale”, a causa dell’alto tasso dei suicidi collegati alle perdite di denaro. Abbiamo parlato anche con l’architetto Adriano Brozzetti, consigliere comunale della lista civica Rosella Aristei, il quale ha presentato una mozione in Consiglio Comunale che chiede, testuali parole - un documento chiaro e inequivocabile a sostegno di un’azione che tenda a limitare e, ove possibile eliminare, questo grave problema
sociale - “Avendo il Consiglio Comunale un ruolo istituzionale - ci spiega Brozzetti - non si è mai espresso formalmente sulla vicenda. È ora che assuma in termini chiari la propria posizione”. Approvata a maggioranza la mozione presentata dal consigliere comunale della lista civica Aristei Rosella, Adriano Brozzetti, ad oggetto: “New slot”. Con delibera n. 43 dell’11 giugno 2013. La mozione chiedeva la rimozione delle macchinette anche dai centri sociali che ancora li ospitano, per limitare e, dove possibile, eliminare questo problema sociale. Su richiesta del consigliere comunale del Pd Ramona Furiani è stata aggiunta la specifica che vengano rispettati, oltre al divieto di ospitare le new slot, tutti gli obblighi previsti nelle convenzioni sottoscritte tra Amministrazione Comunale e Centri Sociali di Bastia Umbra. “Finalmente non sono più solo in questa battaglia contro il proliferare delle sale e degli apparecchi da gioco nei locali pubblici, - ha ribadito il sindaco Stefano Ansideri - ma ho l’appoggio del consiglio comunale”.
BASTIA/SOCIALE
numero 5 - GIUGNO 2013
DENTISTI ASSOCIATI
L’URBANISTICA VISTA DA ANTONIO CRISCUOLO
FACCETTE DENTALI IN CERAMICA
ISPIRARSI ALLA FILOSOFIA DI VITA DEI PROPRI LUOGHI
Nell’esperienza del Bauhaus meravigliosi esempi di architettura
S
Dr. MAURO LUCATTELLI
I
l sogno di ognuno di noi è quello di avere un sorriso perfetto con denti possibilmente bianchi e ben conformati. Avere infatti una bella dentatura è un gran bel biglietto da visita per la nostra vita di relazione. Ora questo sogno si può realizzare. Abbiamo introdotto da un pò di tempo, presso il nostro studio, la tecnica delle "faccette dentali" che sono delle lamelle sottilissime (0,4-0,7mm) di ceramica che vengono cementate in modo permanente sul singolo dente correggendo tutte le imperfezioni quali scheggiature, denti storti, diastemi (spazio tra i denti), denti gialli o macchiati da trattamento antibiotico. Il vantaggio di questa metodica sta nel fatto che i propri denti non vengono toccati o, solo minimamente, in alcuni casi.Il tutto si fa in due sedute: una per la presa dell'impronta da inviare all'odontotecnico per la realizzazione delle faccette, la seconda per la cementazione delle suddette. Possiamo così in breve tempo e senza traumi riavere il sorriso che abbiamo sempre desiderato.
i dice che valga sempre la pena farsi delle domande, ma non sempre darsi le rispo ste. Con questa idea, che stimolava la mia mente, mi sono avvicinato all’incontro con il gruppo di lavoro che ha avuto l’assegnazione di redigere il nuovo Piano Regolatore Generale di Bastia Umbra. Sono convinto che solo attraverso un corretto processo di politiche partecipate sul territorio è possibile creare l’opportunità e la spinta per la maturazione dell’individuo nella collettivtà. La costruzione di una comunità di persone che interagiscono per trovare uno spazio vitale di autodescrizione e che mettono in campo le proprie qualità, quali: incontrarsi, relazionarsi, integrarsi, ampliarsi, cambiarsi per valorizzarsi ed esprimere quei desideri che possono dar vita alle idee, sono le condizioni necessarie per dar vita alle aspirazioni, ai propri sogni, alla realizzazione Così prende forma e si consolida una “relazione qualificata”, un rapporto di trasformazione continuo e dinamico tra la persona e la città, tra la comunità residente e l’urbanistica, non un’accezione, una prerogativa di tecnici ed esperti. In questo modo, chi si serve dell’architettura per proporre una nuova pianificazione urbanistica, non potrà fare a meno di confrontarsi con una città edificata, testimone della storia della comunità che l’ha abitata e potrà introdurre novità rispettando e facendo tesoro di quanto è presente e divenuto patrimonio e memoria della comunità residente. E allora, l’ascolto diventa fondamentale e necessario: un pensiero concreto a tutto ciò è forse sprecato? Tutto questo l’ho sentito proporre, diffondere per far sì che la partecipazione fosse costante, coerente con le aspettative per
Manifesto Bauhau del 1923
l’interesse vero al confronto/ scontro, alla luce di una sincera e costruttiva predisposizione culturale urbanistica. Ho ammirato questo nuovo modo di propagandare le idee che danno valore al lavoro da affrontare per ridisegnare la città futura: una città che vive, una città con un'anima. La città è, e deve essere, un laboratorio dove studiare i bisogni, i sogni, le speranze, un luogo fisico e ideale, aperto direttamente alla partecipazione dei cittadini, che si caratterizzi come sistema umano di azione collettiva, come apparato concettuale e critico di interazione tra settore pubblico e società civile e, nel confronto e condivisione si elaborino proposte concrete e corresponsabili definendone le modalità di realizzazione e i ruoli nella gestione. Allora il mio pensiero va a tutto ciò che la Scuola di Bauhaus ha saputo diffondere nel mondo: Atene - Budapest - Tel Aviv e altrove ci sono degli esempi meravigliosi di nuova Architettura. A chi indicavo o semplicemente invitavo a guardare questo nuovo modo di proporre azioni concrete per invertire un modello di sviluppo, basato non sul criterio della crescita quantitativa e sull’uso illimitato delle risorse disponibili, ma di qualificarlo in termini di sostenibilità ambientale e umana, la risposta era uno sguardo al cielo...!
A questi mi sento di dire, oggi, che è inutile guardare in sù, non è da lì che si viene! La terra è la nostra altezza compatibile! Dal bordo del mare, alla cima più alta, è tutto quello che ci spetta: ricordarsi che si è uomini per questo, e senza memoria un uomo è un precipizio, un esilio svolto nei paraggi. Io voglio pensare alle nuove generazioni, ai giovani, ai nostri figli, a tutti quelli che si sono impegnati e si avvicineranno ai Sogni Rionali, a quelli che danno forza al gruppo “Libere Frequenze”, a quelli che, con generosità, si fondono nel Gruppo Giovanile Parrocchiale. A quelli che con il canto, la musica e il teatro, l’atletica e l’impegno sportivo, anche se non sempre agonistico, a tutti loro che vivono un’età meravigliosa. Voglio, umilmente, ricordare che la Storia, specie della propria città, si vive in profondità, si colma di contenuti e, che, così si ha tutto il tempo di andare in quota per volare a lungo. Per quanto mi riguarda, ancora di più voglio impegnarmi affinchè i figli possano dire ai genitori, ai familiari: “ora vi diciamo noi per chi votare questa volta!” Tutto questo non sarà frutto di uno scontro generazionale, ma di un modo diverso di porsi di fronte all'attuale situazione politico-culturale! Vedo una presa di coscienza forte delle giovani generazioni nell’affrontare la realtà e farsi carico delle soluzioni da adottare. La loro libertà deriva dalla consapevolezza della loro forza di essere giovani che guardano al futuro non solo con speranza, ma con le certezze in cui credono. È ora di dar valore alla Costituzione che riconosce, ad ognuno capace ed
intelligente e che vuole impegnarsi nel merito, di avere le stesse possibilità di successo, pur non avendo i mezzi economici che altri , per nascita, hanno ereditato! A i nostri amici politici voglio ricordare di non mortificare i lori ideali, il loro impegno, i loro sogni. A Mississauga (Ontario) - Canada, città di quasi 800mila abitanti, c’è una Signora, tale Hazel Mc Callion, di 93 anni, che è sindaco in carica ininterrottamente dal 1978: ha vinto ben 13 elezioni, l’ultima Hazel Mc Callum con il 76% di voti, appena un anno fa. Tra i nati dal 1978 in poi non hanno mai conosciuto altro sindaco che lei. Viene chiamata “Hurricane Hazel” grazie alla sua forza politica, paragonandola all’uragano che nel 1954 ha devastato la città di Toronto. Se fra qualche mese, “Hurricane Hazel” cominciasse a diventare un pò insofferente ai meno dieci gradi di media e ai venti gelidi che scendono dal Polo Nord e gli venisse la voglia di trascorrere gli ultimi anni della propria vita in un ambiente migliore, non sarebbe una cattiva idea invitarla alle prossime Elezioni Amministrative a Bastia del 2014. (Antonio Criscuolo)
ECCELLENZE
numero 5 - GIUGNO 2013
INCONTRO CON IL DOTT. GIULIO FRANCESCHINI DERMATOLOGO, DIRETTORE DI VILLA SALUS
LA FAMIGLIA, IL SEGRETO DEL SUCC
“NOI VIVIAMO IN UNA MERAVIGLIOSA TERRA E QUASI NO Il Dott. Giulio Franceschini è personaggio conosciuto per le sue molteplici attività mediche, in ogni sua espressione, ne ha fatto uno stile di vita: medicina e chirurgia estetica, sono infatti le passioni che coltiva con instancabile dedizione, convinto che vivi i 5 sensi e stimolarli costantemente per guadagnarne in salute, di CARLO ROSIGNOLI
C
he bilancio fa della sua attività di successo? - Superati i 50 anni di età, mi sento per metà bastiolo D.O.C. e metà assisano per adozione. Da Bastia ho preso lo spirito imprenditoriale, l’operosità, la voglia di fare, l’inventiva, la lungimiranza nei progetti, l’instancabilità nel lavoro. Fin da ragazzo mi alzo presto al mattino e vado a letto tardissimo, non prima della mezzanotte, per i numerosi impegni di lavoro e di organizzazione delle nostre attività di famiglia. Un mio paziente, operato alle 7 del mattino, vedendomi lavorare fino a tarda sera mi disse “ Vo’ Dotto’ facete più ore che l’orologio…!” ma questo è il mio modo di fare da sempre, sono un passionario e quando il lavoro mi piace non conosco limiti ed orari stabiliti. Ciò che posso fare oggi non lo rimando certo a domani. Il cervello non va in vacanza... non si ferma mai! Da Assisi ho imparato a riconoscere la bellezza, l’arte, la pace e la serenità che con magiche atmosfere questa città trasmette ai suoi abitanti e a tutti i turisti che rimangono folgorati dal moltiplicarsi di infinite emozioni che questa terra, unica al mondo, trasuda da ogni pietra, emana in ogni vicolo, attraverso le sue verdi campagne, i suoi sentieri incontaminati, i rintocchi delle sue chiese, quasi un’oasi per riposarsi e ricaricarsi dopo tanto stress da lavoro. Noi viviamo in una meravigliosa realtà fatta di reperti romani e medievali a cielo aperto, così bella che quasi non ce ne accorgiamo neanche più! A Bastia, città operosa e dinamica, corro e lavoro ogni giorno... nella campagna di Assisi mi riposo e mi rigenero, insieme alla mia famiglia meravigliosa. Lei dà molta importanza al ruolo dell’ambiente in cui si è cresciuti e della forza che una famiglia unita riesce a trasmettere sia nell’ambiente di lavoro che in quello relazionale. È così? - La Famiglia sana è il pilastro su cui si regge la società e l’impresa: Barilla, Benetton, Missoni, Ferrero, Spagnoli ... con il loro nome hanno fatto la storia d’Italia trasmettendo grandi valori umani e imprenditoriali. Per questo io credo che il successo di un’impresa affondi solide radici in una famiglia con i giusti valori e i sani principi. Accanto ad un uomo di successo c’è sempre una donna importante e intelligente che riesce a consigliarlo e a condividere sia scelte e strategie da intraprendere, che il modo migliore per crescere ed educare i figli. Con mia moglie Anna Maria ho condiviso tutti i successi fin qui raggiunti e anche lei fa altrettanto con me nel suo lavoro nell’Umbria Gas. Anche il resto della mia famiglia mi ha aiutato molto in questi anni condividendo sia i progetti che le realizzazioni. Mia sorella Lina, alla quale sono molto legato, e i miei genitori Mario e Raimonda, quasi novantenni, continuano a starmi vicino a darmi il loro affetto ed i loro conGiulio e la moglie sigli dettati dall’esperienAnnamaria Baldoni za e dalla saggezza della
GIULIO FRANCESCHINI:
loro vita. Sua moglie Anna Maria Baldoni è anche Vice Presidente dell’Associazione Industriali di Perugia. Come fate a conciliare Fondazione CRPG, Fondazione Assisi, Lyons e Rotary spaziando tra turismo e sanità, energia e cultura tra service e Medici per Caso, il vostro gruppo musicale? - Questo è un nostro punto di forza: io e Anna siamo due belle teste, cresciute insieme ormai da 35 anni condivisi attimo dopo attimo. Siamo molto creativi ed entrambi convinti che solo chi ha una famiglia unita e in armonia può trovare ulteriori energie da dedicare al mondo del lavoro, ad eventi culturali, a service umanitari. Chi ha grossi 1973 - Gli Incas. Da sinistra: Angelo Dottori, problemi familiari ed Paolo Monacchia, Mauro Sorbo, Giulio affettivi difficilmente Franceschini e Luigi Ferrata riesce a trovare quella serenità necessaria per affrontare le sfide di ogni giorno e in queste insicurezsta accanto. ze troverà difficoltà sia nell’ambiente di lavoro che in quelChi mi colo domestico finendo spesso con l’essere un manager menosce sa diocre, un pessimo marito e genitore! Il successo non è quanto sia mai il traguardo del singolo, ma il risultato del lavoro di ottimista, alsquadra: una famiglia unita e serena ti aiuta ad affrontare e legro e propositivo, sempre pronsuperare ogni avversità. Un nucleo familiare fatto di 5 certo a dare una mano a chi soffre e velli che pensano e lavorano in sinergia favorisce il sucha bisogno del nostro aiuto cesso e poi largo ai giovani... le mie figlie Chiara, Giulia e Molte famiglie umbre, come Federica sono dei vulcani e ci riempiono di idee, partecipure numerose imprese italiane, pando a riunioni e consigli di amministrazione fin da quannon hanno avuto quella capacido erano adolescenti... Sono tre sorelle mai in contrappotà di passare il testimone tra le sizione, aperte al dialogo, in un dibattito chiaro e leale sia vecchie e nuove generazioni: si nel lavoro che, nei problemi sentimentali e organizzativi: sente di dare qualche consiglio in questo siamo proprio una famiglia moderna! ai giovani che si affacciano al Con questa sua impostazione di impresa familiare il mondo dell’impresa? - Credo passaggio generazionale è già iniziato. Le sue tre figlie che un imprenditore non debba la stanno aiutando e tra poco arriveranno i generi? essere ricordato per la ricchezza La vita continua e la famiglia si è da poco allargata con il che è riuscito ad accumulare o per matrimonio di Giulia e Tommaso, un genero in gamba che quanto ha creato o costruito ma già lavora con noi. Amo i giovani, hanno la testa piena di per COME è riuscito a guidare la idee e di progetti, sanno leggere ed interpretare meglio di nave nel difficile mare dell’econoi le mode, le tendenze e il futuro! Mio suocero mi ha nomia di questi anni e per i valori lasciato una figlia meravigliosa e tanti insegnamenti che è e gli esempi di vita che è riuscito riuscito a trasmettermi prima di morire precocemente. Ana lasciare ai propri figli e alle geche lui, come me, credeva profondamente nella famiglia. nerazioni future durante il suo Ha lasciato in noi tutti un imprinting incancellabile ed uno cammino. Impegno, perseveranza stile di vita basato sull’attaccamento al lavoro e sulla leale costanza: questi sono i requisiti tà. Questo è anche il mio modo di pensare. Così sono creper raggiungere traguardi e sucsciuto tra tanti amici bastioli, in una famiglia un po’ rigicessi, senza perdersi mai di coragda, ma traboccante di affetto e di valori, che mi ha insegio, neanche nei momenti più difgnato a riconoscere quelli giusti, a capire la forza di stare ficili. Nella bonaccia tutti sono cauniti, a lavorare e amare la vita e a sorridere verso chi ci paci di guidare una barca, è nella
con vecchi e nuovi amici musica è la mia seconda
ECCELLENZE
numero 5 - Giugno 2013
E DELLLE DIMORE DI S. CRISPINO
ESSO NELLA VITA
ON O CE NE ACCORGIAMO”
imprenditoriali e artistiche. Amante dell'arte musica, architettura, poesia e pittura per vivere meglio si debba mantenere bellezza e longevità
“Quando posso mi ritrovo davanti ad un pianoforte o con una chitarra in mano a suonare canzoni che spaziano da Lucio Battisti ai Pink Floyd, da Gino Paoli a Santana perché la vita. Suonare rivitalizza il cervello e ci regala con gli amici serate indimenticabili” MEDICI PER CASO in concerto al memorial Domenico Tazza Da sinistra: Chiara Franceschii, Tiziana Lolli, Gabriella Bizzarri, Claudio Lolli, Francesco Rossetti, Aldo Zocchetti, Lucia Bertini, Adelaide Susta e Giulio Franceschini
tempesta che vengono fuori i capitani coraggiosi! Ognuno dovrà perseguire questi valori con il proprio carisma, per dettare uno stile di vita e di lavoro unico. Imporre il proprio wayof-life ed in questo il bastiolo ha una marcia in più... questo fiuto è innato dentro ognuno di noi, fa parte del nostro DNA, ed è un fascino, un aplomb, un know how che non si insegna e che, anche dopo tanti anni, ti permette di essere ricordato per i tuoi modi, per la tua classe, per il tuo sorriso e per il tuo calore umano. Una vita giusta è un binario sicuro su cui si muoveranno saldamente le generazioni future, un buon esempio è e resterà sempre un modello di vita per chi verrà dopo di noi. Il capitale e gli imperi possono finire... i ricordi positivi, la scuola di idee, la palestra della vita e l’etica del lavoro e dei valori mai! La squadra è quindi comple-
ta: team familiare, capacità innate, scuola ed esperienze di lavoro e di vita! La genialità o l’inventiva del singolo viene sempre amplificata dalla saggezza e dall’affetto di chi ti vive accanto perché l’aurea di un ambiente familiare sereno non premia solo l’attività d’impresa, ma i rapporti sociali con i pazienti, con gli amici... chi è sereno nel cuore riesce a trasmettere ottimismo e speranza, valori che in questi tempi sono sempre più rari. Chi ci conosce sa che siamo una famiglia aperta, sempre pronti a rimboccarci le maniche, e chi ha la fortuna di vivere e lavorare con noi sa che abbiamo sempre le braccia aperte per consolare, ma anche la voce ferma e decisa per rimproverare o controbattere! Veniamo alle conclusioni: quali sono stati i suoi momenti più belli e quelli più brutti di questi primi cinquant’anni, qual è la sua grande passione e quali i timori in questi anni difficili? - Chi mi conosce non solo come medico sa che sono un romanticone e tra i momenti più belli metterei la mia meravigliosa storia d’amore con Anna MARIA e con la mia stupenda famiglia. L’affetto dei miei cari è stato sicuramente la forza sufficiente per affrontare tutti i momenti difficili, e rendere meno duri quelli da superare. Tra le mie gioie c’è il mio lavoro di medico che svolgo senza limiti di orario, sono un medico a tempo pieno… con una grande passione per la musica ereditata da mio padre bravo violinista. Quando posso mi ritrovo davanti ad un pianoforte o con una chitarra in mano a suonare con vecchi e nuovi amici canzoni che spaziano da Lucio Battisti ai Pink Floyd, da Gino Paoli a Santana perché la musica è la mia seconda vita. Suonare rivitalizza il cervello e ci regala con gli amici serate indimenticabili. Poi amo il mare e nuotare, ma in questi mesi ne sono rimasto lontano ed in confidenza ne sento un po’ la nostalgia. Per ciò che riguarda i miei timori, sono un po’ preoccupato dalle incertezze politico-economiche e finanziare che stiamo vivendo. In questi mesi non si è più sicuri di nulla, più che guardare al futuro bisogna combattere il presente a denti stretti per riuscire a mantenere ciò che si è fatto in questi anni. Tuttavia sono fiducioso, la ripresa economica
Giuseppe De Rita presidente della Fondazione Internazionale Assisi e Giulio Franceschini a congresso
non tarderà ad arrivare e se proprio dovesse crollare tutto, come alcuni osservatori predicono, non mi preoccupo affatto, tornerò a fare il medico di campagna, sostituiremo l’euro col baratto e mi metterò a coltivare ortaggi,frutta e cereali con il pollaio e le galline, ma sempre con animo sereno ed in pace con me stesso, perché chi è nato bastiolo non ha paura delle tempeste o delle avversità, sa cambiare pelle ad ogni necessità... QUESTA è LA NOSTRA FORZA! Come medico mi sento di consigliare un corretto stile di vita che porti ad una nuova dimensione del benessere nella quale salute e bellezza si coniugano armoniosamente .E’ importante conoscere il proprio corpo avendo cura di capire in che modo sta evolvendo la nostra età per adeguarvi una sana alimentazione e una salutare attività fisica, ritagliandosi necessari momenti di riposo per ritrovare l’equilibrio interiore. La cura della propria persona richiede anche strategie estetiche: la crema giusta per ogni tipo di pelle ed interventi mirati che ci permetteranno di tener lontano i segni del tempo ed affrontare con serenità lo scorrere degli anni. Auguri al Dott. Franceschini ed alla sua famiglia e complimenti perché proprio in questi giorni ritirerà il premio Paul Harris come Rotary di Assisi, altro riconoscimento alla sua operosità ed al suo stile di vita.
ECCELLENZE
numero 5 -GIUGNO 2013
Pensione per cani DEL PICCHIO
DA LECCARSI
LA FORMAZIONE PROFESSIONALE DI DON BOSCO
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a “rivoluzione” energetica delle fonti rinnovabili è ormai inarrestabile. Il mondo del lavoro, così in difficoltà, trova nel settore delle rinnovabili e della riqualificazione energetica un volano economico importante che chiede figure con nuove competenze. L’opportunità di acquisire tale preparazione viene offerta oggi in maniera efficace dalla Formazione Professionale, realizzata in appositi centri denominati CFP. A partire dai 16 anni si possono frequentare corsi della durata complessiva di 2 anni, per l’ottenimento di una Qualifica fondamentale per l’accesso al mondo del lavoro. I profili professionali di riferimento sono: Operatore elettrico e Operatore termoidraulico. I corsi sono completamente gratuiti in quanto finanziati con fondi pubblici. Nel territorio della Provincia di Perugia i CFP CNOS-FAP offrono corsi di formazione nelle sedi di Perugia, Foligno e Marsciano. L’Associazione CNOS-FAP Regione Umbria è l’Ente di Formazione dei Salesiani, che si ispira alla pedagogia di Don Bosco, basata su principi di formazione integrale della persona, per una crescita umana e professionale. I corsi, eminentemente pratici, hanno il 50% delle ore destinate ad attività di laboratorio. Nell’ultimo anno, i ragazzi svolgono uno stage aziendale che rappresenta un vero e proprio pre-inserimento lavorativo, in quanto vengono poi occupati in prevalenza dalle stesse aziende. Gli Operatori elettrici e gli Operatori termoidraulici acquisiscono durante il percorso formativo competenze per l’installazione di impianti solari termici e fotovoltaici, per l’installazione di altre fonti rinnovabili e impianti ad alta efficienza energetica. Inoltre studiano e realizzano i sistemi per l’uso efficiente dell’energia nei luoghi di vita e di lavoro quali: impianti con lampade ad alta efficienza e led, sistemi di controllo della luce e del comfort climatico, gestione intelligente della casa (domotica) e integrazione digitale di tutti gli apparati. Oltre alla formazione specifica, il CNOS-FAP offre corsi per: Operatore meccanico, Operatore alla riparazione di veicoli a motore, Operatore della ristorazione, Acconciatore.
Cuccioli di Bracco tedesco di GIUSEPPINA FIORUCCI
Immersi nel verde della campagna di Costano, “DEL PICCHIO”, gestiti dalla famiglia passione e intraprendenza finalizzate ad foto di ANGELICA BRUFANI
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ra il 2001 quando decidemmo di trasformare la nostra passione in un vero e proprio lavoro dice la signora Marinella che, insieme al marito Francesco e al figlio minore Diego, gestisce la pensione per cani DEL PICCHIO. Avevamo già un allevamento di cani Bracchi Tedeschi, Breton, Spinger, Setter inglese, Pointer e Cocker, cani da caccia e da tartufi al quale affiancammo, sul terreno adiacente alla nostra abitazione, una pensione per cani. L’ideazione, la progettazione e la realizzazione tecnica vennero fatte insieme, da tutta la famiglia, che vi spese energie e passione. La struttura occupa una superficie di 500mq. La pensione per cani e gatti ha box climatizzati e box all’aperto che possono ospitare da 30 a 50 cani, secondo la taglia, per un tempo a discrezione del cliente. I box all’aperto sono collocati in un giardino ombreggiato e fiorito vicino ad un ampio prato recintato dove i cani vengono portati a turno, quotidianamente, per salutari passeggiate. Ogni cane, continua la signora Marinella che ci fa visitare la struttura, viene preso e riconsegnato a domicilio, se il padrone lo richiede. I box sono individuali, a meno che il proprietario di più animali non desideri tenerli insieme. Ogni box dista dall’altro circa 40 cm. Mentre lo visitiamo, siamo attratti dalla bellezza dei fiori presenti: rose, begonie, gerani, quanto dagli splendidi esemplari ospiti. Curiamo anche la degenza post-operatoria di animali che non possono essere accuditi dal proprietario e, da poco, con grande soddisfazione, abbiamo riconsegnato al padrone un cane che aveva fatto, presso la nostra struttura, tutta la degenza.” Osservando i box climatizzati, alcuni dei quali con cucce dallo stile vagamente retrò, notiamo coppe su coppe, targhe e medaglie a testimonianza di un impegno lavorativo svolto con competenza e dedizione anche nel campo dell’allevamento. “Siamo nati come allevatori per la grande passione che mio marito e il minore dei miei figli hanno avuto da
sempre per i cani e, nel corso di questi anni, abbiamo ottenuto riconoscimenti in occasione di gare, concorsi, mostre ed esposizioni anche fuori regione. Sono nati da poco dei cuccioli di Bracco, sembrano dei peluches sulla pancia della mamma che li allatta. Per l’ingresso in questa struttura, si richiede l’obbligo di vaccinazioni, antiparassitari e microcip,” precisa la signora Marinella che aggiunge: Il periodo di maggiore affluenza è quello che va da Giugno a Settembre e da Dicembre a Gennaio. C’è stata flessione nella richiesta di camere, pardon box? chiediamo. Leggermente - risponde la signora Marinella - ma le persone amano i propri animali e spesso ce li lasciano, magari solo per pochi giorni. Ricordo una coppia campana venuta in pellegrinaggio ad Assisi. Ci portò il cagnolino che ci consegnò con le lacrime agli occhi. Quando vennero a riprenderlo, lo misero in macchina e si fermarono qualche minuto a parlare con me. Il cane cominciò a guaire e a dare zampate sul finestrino. I padroni, a quel punto, aprirono lo sportello dell’auto, il cagnolino scese di corsa e, saltandomi addosso, mi fece tante feste, poi risalì in macchina, come se avesse voluto salutarmi un’ultima volta. La coppia, sorpresa e commossa, ha postato l’esperienza su Facebook. Finiamo il giro salutati da alcuni Beagle che giocano in un box. Le proteste degli animalisti per salvare questi cani dalla vivisezione, mai come ora, mi appaiono giuste e sa-
Pensione Del Picchio
crosante. Forse perché qui, in Via S. Elisabetta n.100, con la Basilica di San Francesco che si vede in lontananza, si respira un’altra aria. E l’ubicazione, assieme alla toponomastica, è una garanzia di serietà, accudimento e protezione degli animali. E poi si dice: vita da cani! PER INFO: Tel. 075.8019971 338.8152288
Una cuccia della pensione Del Picchio nella zona climatizzta
ECCELLENZE
numero 5- GIUGNO 2013
intervista a Marinella Brugia
I BAFFI!
LA RIFORMA DEL CONDOMINIO
l’allevamento e la pensione per cani Picchiarelli, sono un’abile sintesi di un’attività unica sul nostro territorio
Marinella Brugia con un ospite della pensione
I
Gughi, meticcio di 15 anni
Considerazioni a margine
BASTIA: CANI, GATTI E PROBLEMI
S
ono 4045 i cani iscritti all’anagrafe canina del comune di Bastia Umbra alla data dell’11 giugno 2013, all’incirca un cane ogni 5 abitanti, su un totale di 15963 anima li presenti nel distretto di pertinenza del Servizio Veterinario che comprende i comuni di Assisi, Bastia, Bettona, Cannara e Valfabbrica. I cani cosiddetti impegnativi registrati a Bastia sono: 18 pitbull, 26 rottweiller, 4 dogo argentini, 20 dobermann. Nell’anno in corso, in tutto il comprensorio di pertinenza dell’Asl, sono stati 47 gli animali morsica tori regolarmente denunciati: 40 cani e 7 gatti. A seconda del peso del cane, del numero delle morsicature, del luogo dell’aggressione, del tipo di aggressione, delle condizioni del cane durante l’aggressione e della localizzazione delle lesioni, viene redatto dall’Unità Sanitaria Locale un punteggio, superato il quale, è fatto obbligo al proprietario di seguire un percorso formativo per il conseguimento di un patentino. Il nostro comune è stato il primo, in Umbria, ad istituire un servizio informatizzato di anagrafe canina che, grazie al dott. Adriano Agostinelli, allora responsabile del Servizio Veterinario, divenne operativo già nel 1989 e, in seguito, utilizzato da molti altri comuni della nostra regione. Il fenomeno del randagismo, di conseguenza, è sotto controllo anche se, nel corso del 2012, gli interventi di cattura di cani vaganti operati dal servizio sanitario locale, dietro segnalazione dei cittadini, sono stati complessivamente 227. Di questi, 57 cani identificati tramite il microcip, sono stati riconsegnati al proprietario, mentre gli altri 170, dopo essere stati schedati, sono stati condotti al canile. Troppo spesso, comunque, si notano cani senza guinzaglio, anche in zone frequentate da bambini, vedi percorso verde. Il richiamo a comportamenti più responsabili, oltreché sanzionatori da parte delle autorità competenti, è doveroso, così come la raccolta di quanto il cane lascia durante le sue passeggiate. Considerato, infatti, l’alto numero di animali presenti in città, questo è diventato un problema igienico assolutamente non trascurabile. A tal proposito, sarebbe auspicabile, come già accade in altri comuni, che l’Ente locale individuasse aree ben delimitate da adibire all’uso esclusivo dei nostri amici animali. • I dati sopra riportati sono stati gentilmente forniti dall’ Ufficio Anagrafe Canina del Servizio Veterinario di Bastia Umbra. (G.F.)
l 18 giugno è entrata in vigore la tanto attesa riforma del Diritto Condominiale. Le disposizioni di attuazione del Codice Civile di riferimento in vigore dal 1942 erano rimaste tali per ben 71 anni e quindi non aggiornate alla modernizzazione degli immobili. Con la razionalizzazione della disciplina, la rivisitazione del fenomeno “Condominio” e la traduzione in legge degli indirizzi giurisprudenziali consolidati, i Condomini e gli Amministratori di Condominio dovranno fare i conti con le nuove maggioranze in Assemblea. Cambieranno le regole per la tenuta della contabilità, con l'utilizzo di un conto corrente condominiale e i criteri per la nomina e la revoca dell'Amministratore. Da sempre il Condominio è un argomento quotidiano e fa parte della vita della gente comune. La nuova disciplina condominiale forse giunta in un momento di incertezza politica e di crisi economica è stata oggetto di una cattiva comunicazione. Appena approvata dal Senato, la stampa si era affrettata a riportare il comunicato indicando alcuni punti essenziali, senza approfondirne nessuno e tralasciandone parecchi non meno importanti. Il susseguirsi di informazioni incomplete degli addetti ai lavori senza il testo definitivo o rileggendo la proposta che oramai datava un anno e mezzo, hanno presentato una riforma che non c'era, perché il testo approvato era ben diverso. Inoltre sulla riforma sono circolati articoli in cui le novità più importanti della riforma erano gli animali ed il distacco dal riscaldamento centralizzato, dimenticando le nuove maggioranze, i requisiti dell'amministratore ed il fatto che la legge sarebbe andata in vigore sei mesi dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Il testo approvato solleva, ad una prima lettura, dubbi e perplessità per le scelte operate dal Legislatore. In questa breve introduzione, mi limito a sottolineare sinteticamente solo alcune delle principali novità della riforma: • modifica delle maggioranze in Assemblea per il quorum costitutivo e deliberativo; • apertura di un conto corrente condominiale per evitare la confusione tra il patrimonio del Condominio e il patrimonio personale dell’Amministratore o di altri Condomini; • l'Amministratore di Condominio Professionista dovrà possedere la formazione iniziale e periodica, l'assenza di condanne, di assegni protestati e godere dei diritti civili; • quando i condomini sono più di otto, se l'Assemblea non vi provvede, la nomina di un Amministratore è fatta dall'Autorità Giudiziaria su ricorso di uno o più Condomini o dell'Amministratore dimissionario.
CULTURA/BASTIA UMBRA L’ELZEVIRO di Vittorio Cimino
IL PROBLEMA DEL MALE (4) Il male come non essere di fronte all’Essere che è il Bene; la dualità dell’Essere, cioè, come dissidio e contrasto interno al soggetto umano, era già preso in considerazioe, dagli stoici (prima della venuta di Cristo) e poi dai neoplatonici. Gli stoici affermavano che i mali sono necessari all’ordine dell’universo. È difficile accettare, e non solo per l’uomo di media o scarsa cultura, che grandi pensatori abbiano teorizzato l’inevitabile uso del male per impedire mali maggiori. Se ciò è, comunque, da considerare cosa inevitabile, viene da chiedersi come abbia potuto, un altro grande pensatore, sostenere che il mondo in cui viviamo è il migliore dei mondi possibili (Leibnitz). Comprendo, invece, che un genio brillante e critico, come quello di Voltaire, abbia sbeffeggiato l’affermazione nel profondo e divertente “Candido o dell’ottimismo”. Secondo il neoplatonico Plotino è la materia stessa il non essere e, quindi, il male. Il male è nulla, perché Colui che ha generato ogni cosa non può aver generato il male. Si insiste sull’irrealtà del male e la teoria viene riscoperta e spesso sostenuta come originale; viene affermato e ripetuto che il Male è non essere, perché è l’opposto dell’Essere che è il Bene. Insomma poiché il Bene è l’Essere per eccellenza il male è il non essere. Tutte queste tematiche hanno comune origine dal pensiero di Zarathustra o Zoroastro. Bene e Male sono divinità e antidivinità. La teoria non nega il monoteismo ma limita la potenza della divinità. Posizione sconcertante, perché, partendo dal monoteismo è difficile parlare di limiti. Secondo questa posizione il Male è reale quanto il Bene e come tale ha una propria causa antitetica a quella del Bene. La dottrina esclude la riduzione del Male al nulla e allo stesso tempo ricorre alla negazione metafisica della realtà del Male. Ai non addetti ai lavori tutto ciò può apparire solo un assurdo arzigogolare sulle posizioni della setta dei manichei (dal sacerdote Mani - III secolo A.C.) che ammettono due principi opposti: Bene e Male, sempre in conflitto. La filosofia occidentale non ha mai accettato questa soluzione del problema nella forma semplicistica del pensiero persiano. Non ha mai ammesso, cioè, la separazione dei due principi, che porterebbe all’uguaglianza. Ne nasce la convinzione che le forze, o potenze, sono presenti in Dio in un eterno dissidio, nel quale nessuno è definitivamente sconfitto (Bòhm Schelling - Fechner). La teoria che considera il Male l’oggetto negativo del desiderio e del giudizio di valutazione, correlata alla teoria soggettivistica del Bene, per cui l’oggetto del desiderio umano deve essere approvato dalla ragione, trova numerosi sostenitori, è sviluppata da Kant, ma già presente in Hobbes - Spinoza - Locke. Per la filosofia contemporanea il male è disvalore e si verifica quando ci si allontana dalla legge morale. Ho fatto un rapido excursus, spero non troppo rapido da renderlo poco comprensibile, aiutato da accurate letture e soprattutto dalle opere di Nicola Abbagnano, gloria e vanto della cultura italiana, specialmente per il dizionario, autentico monumento alla filosofia. Ritengo che nessuna delle posizioni dei grandi pensatori possa costituire risposta appagante per l’uomo comune, che, disperato nel suo dolore, di ogni tipo, vorrebbe fatti concreti e non tesi cervellotiche, per l’anima angosciata. Chi crede di possedere una risposta per ogni problema fa risalire le cause agli errori e al male che l’uomo ha commesso e a quello che porta dentro, chiamando in causa il libero arbitrio, ma perché l’uomo porta dentro tanto male non ce lo dice! Errata corrige - Nel numero di maggio 2013 alla settima riga dopo la parola spesso va letto arriva e non arrida come scritto.
numero 5 - GIUGNO 2013
Ecco il volume “Palio de San Michele. 50 anni di passione” Ai lettori di Terrenostre un’anteprima speciale sul prestigioso volume che racconta 50 anni del Palio di Bastia Umbra. Un lavoro prezioso che ha raccolto testimonianze, documenti, ricordi, fotografie e materiale inedito. Sarà presentato a metà luglio con una serata dedicata da ENTE PALIO DE SAN MICHELE
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re anni di ricerche, interviste, consultazione di documenti e selezione fotografica. Un periodo intenso che ha permesso di raccogliere testimonianze, articoli di giornale e materiale spesso inedito, per cercare di consegnare alla città qualcosa di unico. Finalmente è pronto il volume celebrativo “Palio de San Michele. 50 anni di passione”, prodotto dall’Ente Palio de San Michele con la curatela di Sara Stangoni. 456 pagine, 915 immagini e quattro sezioni tematiche che fermano nel tempo pensieri, progetti e ambizioni di questa festa. Molti i privati, le aziende, le associazioni e le istituzioni che hanno creduto in questo ambizioso progetto e ne hanno reso possibile la produzione. Il volume apre con “La storia e le persone”, un excursus sulla nascita dei rioni e delle gare, i primi passi, le difficoltà e l’innalzamento di qualità, le associazioni che l’hanno gestita nel tempo, la Chiesa e il santo patrono san Michele. Segue il Catalogo che descrive anno per anno quanto successo in quella edizione, eventi, aneddoti, curiosità nascoste ed emozioni raccontate attraverso la voce degli stessi rionali. Notevoli e affascinanti i bozzetti dei carri e dei costumi di scena e le battute estratte dai copioni delle tante Sfilate. La terza sezione è dedicata al Minipalio, la gara rivolta ai piccoli rionali per avvicinarli alla passione della festa. Infine, una raccolta di classifiche, titoli delle Taverne e delle Sfilate, albi d’oro, nomi e statistiche. Una pubblicazione intensa e profonda, in cui ogni aspetto diventa il tassello di un mosaico fatto di quattro colori: rosso, verde, giallo e blu. Momenti di grande emozione collettiva, dove a vincere è lo spettacolo, il desiderio di comunicare qualcosa alla gente, spettatore prescelto di questo "teatro della vita".
Colori che uniscono, colori che dividono generazioni diverse che si scambiano idee, sudore e sentimenti… che barattano il tempo con la follia di esserci. E la città diventa una giostra di creatività.
CONCORSO “IL PALIO INCONTRA LA SCUOLA” Vincono Jacopo Rossi, Mattia Morettoni e Lorenzo Grecucci delle scuole primaria e secondaria di Bastia Umbra
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antissimi anche quest'anno gli elaborati pervenuti alla nona edizione del con corso "Il Palio incontra la Scuola", ideato dall'Ente Palio nel 2004 con l'obiettivo di incentivare la creatività e la partecipazione delle giovani generazioni, verso il futuro della festa. • Per la prima sezione, riservata alle scuole primarie, hanno vinto Jacopo Rossi e Mattia Morettoni della classe IV D della scuola primaria Don Bosco di Bastia Umbra. Nella stessa sezione sono stati menzionati Antonio Bravi della classe IV della scuola primaria di Costano, la classe IV C della scuola Villaggio XXV Aprile e, della scuola primaria Don Bosco di Bastia Umbra, Giulia Del Moro della classe IV C, Giorgia Balducci e Laura Ballabani della classe IV D. • La seconda sezione, che chiedeva la presentazione del bozzetto per lo stendardo del Minipalio 2013, è stata vinta da Lorenzo Grecucci della classe III F della scuola secondaria di I grado Colomba Antonietti di Bastia Umbra. La commissione tecnica ha apprezzato la scelta di mettere in primo piano la figura del patrono san Michele Arcangelo realizzandolo a matita, producendo così effetti di chiaro scuro sui toni del bianco e grigio, in modo da mettere in forte evidenza i quattro colori dei rioni, rosso, giallo, blu e verde, generati dalle stesse ali del Santo. Nell’ambito della stessa sezione, sempre della scuola Colomba Antonietti, sono stati menzionati: Gaia Patasce, Melissa Castagnoli, Greta Alessandrelli, Sara Cianetti e Nicole Alvarez della classe III A, Margherita Marini e Asia Gareggia della classe II H, Matteo Rossi, Giada Fumanti e Aurora Ponzio della classe II E, Marco Tornari della classe I B, Giulia Violini della classe III H. Durante la premiazione sono intervenuti il sindaco Stefano Ansideri, l'assessore Marco Fortebracci e l'assessore alla cultura Fabrizia Renzini, che hanno sottolineato l'importanza del Palio nella crescita sociale e culturale dei cittadini di Bastia fin dalla tenera età.
BASTIA UMBRA/HISTORY
numero 5 - GIUGNO 2013
Fiere a Bastia sin dal XVI secolo -17 settembre
DAI “FIERONI” ALLA 17 settembre 1969- Inaugurazione della prima fiera: il sindaco Piero Mirti con a sinistra l’On. Radi e a destra l’On Maschiella (Foto Siena Egeo & Figli)
“Sono le fonti dell’ assisano Antonio Cristofani, nella sua Storia de la regnante allora nello Stato Pontificio, cominciò a tenersi nella nostra di San Francesco, continuava per ben otto giorni. In quegli anni erano i forestieri. Il Nostro Santo Poverello ebbe i Segni sul proprio corpo a
di RINO CASULA
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u Papa Gregorio XVI nel 1621 che autorizzò anche il mercato settimanale del martedì (spostato poi al venerdì all’inizio del XX secolo). In seguito, nel 1793 il Cardinale Sisto Rezzonigo, con Decreto in data 17 dicembre, concesse al Comune di Bastia licenza di tenere un’altra fiera in maggio, entro l’ottava della festa patronale di San Michele Arcangelo. Queste due fiere erano molto frequentate per la comodità di accesso al nostro paese ed il commercio principale era quello dei bovini di razza Chianina-Perugina. Ma passiamo ora ai nostri giorni. Nell’Agenda da tavolo del tecnico comunale, alla data del 6 novembre 1968, c’è questa annotazione: “Andare alla Camera di Commercio, perché il 15 scade il termine per fare domanda per la FIERA”. Che voleva dire questo appunto? Lodovico Maschiella, Deputato a Roma e Assessore a Bastia, aveva in testa il pallino di istituire a Bastia una Fiera Campionaria dell’Agricoltura. Non gli interessava se ce n’era una simile a Perugia e un’altra a Foligno: la chiedeva per il nostro Centro, punto di raccolta e di convergenza agricolo-industriale in Umbria. Mandò il geometra addetto ai lavori pubblici a parlare con un alto funzionario della C.C.I.A.A. - in due parole “Camera di Commercio” - Il geometra, dopo aver fatto una lunga “sala d’attesa”, fu
introdotto al cospetto di quel dirigente e subito gli rimase impressa la sua immagine: autoritario, sorriso forzato, dentatura evidente, piuttosto basso di statura. Aveva subito captato il motivo della richiesta di colloquio e quali informazioni lui avrebbe dovuto dare, in quanto c’era stata una telefonata preventiva da parte dell’Onorevole. Lui ugualmente rivolse con ostentazione la domanda al fine di poter rispondere con una grossa risata: “Bastia vuole istituire una fiera? Ma voi siete matti! Ma lo sapete quante e quali pratiche occorrono per arrivare ad essere autorizzati ad avere una fiera propria, che abbia i riconoscimenti della Camera di Commercio, della Provincia, dell’Associazione Allevatori ed il sostegno di tanti altri enti e istituzioni? (Le Regioni ancora non erano attive). Nemmeno vale la pena di provarci!” Tornato in Comune un po’ sfiduciato ven-
Panoramica della manifestazione (Foto Siena Egeo & Figli)
ne subito convocato da Maschiella, il quale però non si scoraggiò minimamente, avvezzo a ben altre battaglie: lui dette immediate disposizioni affinchè venisse preparata tutta la documentazione in base all’elenco acquisito alla stessa Camera di Commercio e presentata nei termini prescritti. Ebbe inizio così la storia della Fiera dell’Agricoltura. Riunioni a raffica nella Sala del Consiglio con decine di funzionari regionali; programmi, inviti, elenchi di allevatori e costruttori di macchine agricole, oltre a produttori di mangiFiera 1970- Il Segretario Comunale Siro Bogliari, il veterinario Manlio Franchi ed il sindaco Alberto La Volpe
mi, tra cui primeggiava la Petrini. Noi dell’Ufficio Tecnico venimmo subito coinvolti nell’inventare strutture primordiali, nel preparare planimetrie, suddividere gli spazi, montare tubi innocenti e coperture di lamiera, allestire illuminazioni e impianti di altoparlanti all’interno del Foro Boario, recentemente costruito insieme al nuovo mattatoio. Tutto doveva essere pronto per il 17 settembre 1969, giorno e mese storico. “Sull’agenda, al giorno 26 agosto 1969, c’è uno schizzo raffigurante il Foro Boario, con la Superstrada e quattro rettangoli da 12x24 metri”. L’Ufficio Tecnico, con in testa i due geometri Rino Casula e Franco Possati, coadiuvati da Gino Scacciatella e Ventura Bartolucci, mettevano mano per montare quella
numero 5 - GIUGNO 2013
BASTIA UMBRA/HISTORY
1969 nasce la primordiale Agriumbria
FIERA DELL’AGRICOLTURA Bastia, che ci riportano al 1581, anno in cui, per concessione del Papa terra una Fiera che, iniziando dai primi vespri del giorno delle Stigmate previsti anche molti privilegi sia per “i terrazzani” (i bastioli) che per La Verna il 17 settembre 1224, due anni prima dell’Ascesa al Cielo.” I capannoni con le stuoie al vento
che sarebbe stata la “1^ Fiera Mostra Mercato dell’Agricoltura”. La parte amministrativa veniva gestita da Lilia Morettini, alla quale subentrò in seguito Alessio Bugiantella. Vennero assunti tanti operai per il montaggio delle strutture, seppure primordiali; la Ditta Prefabbricati Taddei ci noleggiò quattro capannoni, con le misure di cui all’agenda, sopra i quali vennero stesi grossi teloni di plastica trasparente (costo 136.000 lire). Sotto ci verranno Gino Scacciatella alloggiati i preziosi selezionati bovini di razza Chianina - Perugina, le bianche bestie ammirate e trattate anche con tanto borotalco dai loro custodi: operazione che avveniva all’alba e che spandeva profumo di “Roberts”. All’ingresso del campo della fiera ci sono tre piccoli fabbricati, grandi non più di un box: il primo viene destinato alla segreteria e c’è il microfono per gli annunci e la musica di sottofondo e dove l’On. Maschiella entra a più riprese sempre come una furia. Il secondo come piccolo bar con dentro Aldo Bianchi, colui che da anni gestisce il bar del Commercio sotto l’albergo in piazza; il terzo box è un magazzino e luogo di ritrovo per il personale operativo. Niente altro a disposizione. Viene imbandierata la via 4 Novembre con gli stendardi bianco-rossi del Comune e con quelli rosso-blu che ci presta Assisi; li facciamo sventolare anche dai pennoni sopra la pensilina dello stadio. Manifesti dappertutto, frecce e tabelle; in piazza Mazzini un grande tabellone con il programma per invitare i bastioli a venire giù, dopo Moncioveta, che ci sarebbe stata una grossa novità. Il geom. Possati ha il particolare incarico della pubblicità della fiera e realizza grosse scritte su dei lunghi striscioni verdi per poi farli appendere sui cavalcavia lungo la Superstrada, fino a Foligno. I cavalcavia erano una specie di mostri di ferro con i quali l’ANAS pensava di aver risolto il problema della omissione dei sottopassi nella Variante alla Statale 75. Finalmente arriva il 17 settembre 1969 (data
ricalcata dal tradizionale e antichissimo fierone de la Bastia) quando il Sindaco Piero Mirti, accompagnato dall’On. Lodovico Maschiella e dall’On. Luciano Radi, taglia il nastro della Prima Fiera dell’AgricolLe bravissime cuoche tura con la benedizione mentre il fac totum Scacciatella organizdel Priore Don Luigi Toppetti. Presenziano zava le squadre degli operai avventizi per montare tubi innocenti e lamiere di coanche le autorità della Provincia, ancora pertura, per poi rimuovere tutto alla svelun poco perplesse per questa iniziativa che infastidisce le edizioni di Perugia- Città della Domenica e di Foligno- ex Macchi. Arriva tanta gente a vedere che cosa combina il Comune laggiù: molte automobili, ma anche una miriade di biciclette “parcheggiate vicino al greppo”. Va tutto abbastanza bene, anche se in quei tre giorni la pioggia non ci risparmia e si alza un gran vento che gonfia i tendoni di plastica con l’effetto vela e bisogna abbassarli gettandovi sopra un incrocio di corde. Dopo questo picchierà un sole ancora estivo che farà soffrire quelle po- 17 settembre 1969- La Banda di Costano dopo aver suonato vere bestie. E’ bello anche ricordare quanto i bastioli abbiano mangiato e bevuto con i prodotti dei suini locali lavorati nel nuovo mattatoio, diretto dal solerte Veterinario Dott. Manlio Franchi, poi ben cucinati dalle nostre bravissime cuoche, che altro non erano che le signore addette alle mense scolastiche comunali. L’anno seguente l’onorevole si inventò Lo staff tecnico: Rino Casula, Remo Rossetti, un’altra grande attrazione, le corse dei caLilia Morettini e Franco Possati valli al trotto e per questo fu proprio chi scrive che si impegnò con piacere a trac- ta, al fine di permettere i mercati setticiare e far realizzare la pista, seppur di manali. Questo fino a che a metà degli misure ridotte, dove la domenica, ultimo anni ottanta non venne realizzato il primo di una serie di padiglioni, che misugiorno di fiera, si svolgevano accanite gare tra locali e limitrofi, non prive di rava ben “mezzo ettaro”, finanziato daltensioni e improperi. Con l’occasione la Regione per tre miliardi e mezzo. toccò anche di fare lo speaker, dare il via alle corse, commentare i sorpassi e le classifiche, ma anche cercare di raffreddare gli animi, mentre la Polizia Stradale a fatica riusciva a regolare il traffico di curiosi sulla Superstrada. Per ben quindici anni i tecnici gestirono queste primordiali edizioni fieristiche di settembre, con l’aggiunta di Umbriacarni a maggio,
L’onorevole Lodovico Maschiella
I LETTORI CI SCRIVONO
Precisazioni sugli articoli “I ragazzi di Sant’Angelo e Il Municipo di Bastia” Leggo con molto interesse tutti gli articoli del vostro giornale ritenendolo valido strumento di informazione e soprattutto preziosa testimonianaza delle memorie storiche della nostra città. Negli ultimi numeri, nella rubrica Bastia /history, a cura del sig. Rino Casula, aggiungo che per quanto riguarda le attività teatrali di Sant’Angelo è stata trascurata l’attività di mia madre Gea Tomassini Berardi regista, costumista e tuttofare, per anni, degli spettacoli dello stesso teatro. Mentre per quanto riguarda l’articolo sul Municipio di Bastia non viene menzionato il sig. Adolfo Tomassini, mio nonno, responsabile dell’ufficio anagrafe. Capisco che queste figure hanno un’importanza realtiva, ma non per me ed i miei fratelli custodi orgogliosi delle memorie della nostra famiglia. Antonello Berardi “È vero. La madre del nostro lettore, ben conosciuta a Bastia come Signora Gea, nota bravissima modista e costumista, svolse realmente un’importante attività nelle rappresentazioni dei piccoli attori di Sant’Angelo. Nei nostri testi ci siamo limitati a citare solo alcuni attori delle commedie il cui regista era Don Bruno Baldoni. Riguardo la descrizione del Municipio di Bastia, pubblicata nel numero di maggio 2013, il periodo di tempo in cui il sottoscritto ha iniziato l’attività in Comune è avvenuta quando Adolfo Tomassini era da tempo in pensione, per cui in quel momento, nell’ufficio anagrafe, il responsabile era un’altra persona. Rino Casula n.d.r. - Nel ringraziare il nostro affezionato lettore per le precisazioni inoltrate cogliamo l’occasione per rivolgere ai tanti cittadini bastioli, che hanno nella propria memoria informazioni, documenti, foto in grado di arricchire le nostre testimonianze storiche, di mettersi in contatto con la redazione.
HISTORY/BASTIA UMBRA
numero 5 - GIUGNO 2013
LA TERRA DE LA BASTIA
ALLA SCOPERTA DELLE NOSTRE ORIGINI
“Insula non vuol dire Isola, bensì Isolato”
Secondo le mappe del territorio Vaticano, nella piana di Assisi, non viene mai disegnata un’isola fin dall’anno mille. L’area era una distesa di zone emerse, molto fertile, dedicata all’agricoltura, circondata da intense zone umide e in certi casi con medie aree acquitrinose (Lago Persio)
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di GIULIANO MONACCHIA
onsapevole del la difficoltà con cui si cerca di ricostruire la storia dei nostri luoghi e del nostro passato, attraverso la ricerca di fonti sempre attendibili, in un confronto con più documenti e dai racconti di chi ancora oggi è in grado di raccontare il suo vissuto, è con profonda passione che mi accingo a rendere noto alcune mie analisi su un periodo temporale storico che ha dato alla nostra città l’antico nome di
Insula Romana. Come una spugna mi sono nutrito di ogni dettaglio, letto libri, confrontato con la storica prof. Edda Vetturini, analizzato documenti che davano diverse versioni sui fatti, elaborato mix di ragionamenti, alla fine, per rendere plausibili l’accadimento di talune circostanze, sono giunto alla conclusione che la definizione storica di Insula Romana, che sta a identificare la terra de la Bastia come un’isola, non è corretta. Secondo le mappe territoriali
del Vaticano, nella piana di Assisi, non viene mai disegnato un’isola fin dall’anno mille. Il territorio era una distesa di zone emerse, molto fertile, dedicato all’agricoltura, circondato da intense zone umide e in certi casi con medie aree acquitrinose (Lago Persio). Pertanto, “Insula Romana”, ha il significato di “Isolato”, agglomerato di proprietà della Sacra Romana Chiesa. Sicuramente alle origini, quando insisteva il lago Umbro, un’isola fluviale si formò da una biforcazione del fiume Chiascio, creando un habitat per indigeni “palafitticoli” che davano una prima idea di villaggio, ma con il ritirarsi delle acque del lago anche il fiume perdette potenza posizionandosi nell’ambiente attuale, permettendo una continua espansione della terra ferma. Dal libro di prossima pubblicazione del prof. in Storia dell’Arte, Giuliano Monacchia “La Terra de la Bastia”.
BASTIA/ECONOMIA
numero 5 - GIUGNO 2013
INAUGURATA LA 1° EDIZIONE DE “LA FORTUNA IN SOFFITTA”
Non si butta niente. Nasce il mercato dei vecchi oggetti
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ertile Terra ove ogni seme germoglia, quel la della Bastia, isola felice, ricorda antica canzone di cantastorie. Il limitato territorio comunale, che si estende su una superficie pianeggiante equivalente circa ad un quadrato di 5 km di lato , ha una posizione favorevole all’incontro delle persone, agli scambi commerciali, al raggiungimento facile e veloce dalle città storiche umbre e delle regioni limitrofe. Ha visto avvicendarsi genti d’ogni provenienza, attive e intraprendenti che hanno modificato continuamente l’habitat dando origine all’odierna cittadina moderna e dinamica. La plurisecolare tradizione mercantile continua ad ispirare e stimolare i suoi abitanti che ne hanno fatto un importante centro commerciale a cielo aperto, dotato di un’ efficiente zona industriale, dell’attivo Umbriafiere, di numerosi spazi pubblici per verde e aree parcheggio. Anche in questo difficile periodo economico continuano ad aprire al pubblico varie attività imprenditoriali. Ultima iniziativa, solo in ordine di tempo, volta ad interessare da vicino molti cittadini vicini e lontani e ad essere frequentata con cadenza settimanale è quella dovuta ad un’idea di Leonardo Rosignoli, ancora fresco di studi economico turistici e di esperienze commerciali. Egli, al ritorno da frequentazioni di esposizioni fieristiche e partecipazioni a mercati vari del nord Europa e del nord Italia andava meditando e maturando il disegno di insediare nel centro Italia e possibilmente nella nostra zona l’inedita attività di mercatino dell’usato e piccolo antiquariato con frequenza settimanale. Opportunamente informatosi e ottemperate le richieste burocratiche con varie documentazioni, stabiliti i termini, il luogo, le date, i costi del suolo pubblico, nasce così “La Fortuna in Soffitta” mercatino di usato, modernariato, collezionismo, vintage, modellismo, piccolo antiquariato, hobbismo da svolgersi ogni sabato mattina dalle 6 alle13 nel parcheggio laterale del-
lo stadio in via delle Industrie. Potrà essere questa un’occasione divertente ed un motivo in più per recarsi a Bastia per gli abitanti dei centri umbri e dintorni fino ad un ampio raggio; ogni bastiolo non potrà che rallegrarsene e comunicare, con la sua presenza, il proprio incoraggiamento ai protagonisti dell’evento. L’attore principale di “La Fortuna in Soffitta”, Leonardo Rosignoli, ci precisa: “L’esperienza di
mercatini extra nazionali, mi ha condotto a riportare nel centro d’Italia delle idee vincenti ispirate soprattutto dal cosiddetto mercatino alla francese. In una situazione di crisi come questa molte sono le richieste che arrivano da privati provenienti da diverse regioni, persone che intendono dismettere, liberarsi o disfarsi di vecchi oggetti tenuti in casa, anche per realizzare un ritorno economico vantaggioso.
Nasce così un mercatino sempre nuovo, con prodotti rispolL’assessore al Commercio Fabrizia Renzini verati e messi e l’organizzatore Leonardo Rosignoli sulla piazza in attesa di un nuovo proprietario. Tutte le settranno arricchire la propria coltimane ci saranno espositori dilezione. Vi aspetto tutti i sabati versi e ciò rappresenta il vero dalle 6 alle 13 nel parcheggio lapunto di forza della Fortuna in terale di via delle Industrie a 200 Soffitta. Il visitatore troverà semmetri dall’uscita Bastia Umbrapre cose mai viste prima, che pofiere”.
Inaugurato il nuovo punto vendita in via dei Pioppi
LA CASA DEL GIOCATTOLO RADDOPPIA Chi l'ha detto che i giochi sono solo per bambini? Il gioco inteso come attività con regole prestabilite che responsabilizza e mira a creare una sana competitività e il giocattolo come oggetto che con le sue forme e i suoi colori stimola le capacità mnemoniche e creative, permettono a tutti di viaggiare con quella cosa che il caro vecchio Giacomo Leopardi esaltava molto perchè, a suo parere, regalava benessere all'uomo: la fantasia di CRISTIANA COSTANTINI
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i cose che stimola no l'immaginazio ne se ne possono trovare davvero in gran quantità nel nuovo punto vendita della famiglia Serlupini: la CASA DEL GIOCATTOLO in Via dei Pioppi a Bastia Umbra. Correva il 24 giugno 1964 quando Antonio Serlupini e Lucia Busti diedero vita al primo esercizio commerciale in Via Marconi, che poi ampliandosi si spostò nel 1980 in Viale Umbria fino all'attuale prima sede che dal 1996 è ubicata in Via Vivaldi e che è specializzata in giocattoli per la prima infanzia. Ad Annarita Serlupini domandiamo: Cosa differenzia la nuova isola ludica appena inaugurata dall'altra? - Il negozio di Via dei Pioppi con i suoi ampi spazi permette una grande esposizione e un consistente assortimento di balocchi interamente dedicato ai giochi all'aria aperta, a quelli sportivi e d'avventura. Abbiamo quindi scivoli coloratissimi, dondoli, altalene, tavoli da ping pong, biliardini, campetti ed accessori da calcio, pattini e monopattini, piscine gonfiabili, casette
da giardino di tutti i tipi (dalla più piccola al castello delle principesse, tavoli gioco in lrgno e in plastica, pedalabici per bimbi da un anno, tricicli, biciclette, moto e macchine elettriche che nella fattezza riproducono fedelmente i mezzi veri degli adulti... tutto per bambini da un anno in su! Mamma Lucia ci dice: - La nostra forza è l'unione. Questa è un'attività a gestione familiare dove ognuno di noi mette le proprie idee per migliorarla e renderla efficiente. Antonio, il capofamiglia, ci sottolinea un aspetto che è anche un insegnamento per le giovani generazioni: - Le soddisfazioni nella vita ci sono, ma sono il frutto di tanti sacrifici e un impegno costante negli anni. Io e mia moglie abbiamo cominciato con una piccola cartolibreria che tenevamo aperta anche il giorno di Natale o quando a qualcuno serviva di comperare un giochino all’ultimo momento... e poi abbiamo seguito tante fiere: Milano, Francia, Germania (famosa quella di Norimberga). Tutto ciò che abbiamo fatto ci è costato fatica, ma ci ha anche ripagati. Barbara Serlupini ci dice: - Per noi è importante l'accoglienza. Il cliente viene seguito e consigliato sia durante la scelta del gio-
cattolo che nella post vendita, dove noi assicuriamo anche assistenza tecnica. Vantiamo un'alta qualità dei prodotti realizzati in sicurezza, tutti certificati, provenienti dalle migliori ditte sul mercato. Puntiamo a proporre prodotti che coinvolgano emozionalmente il bambino e che favoriscano, divertendolo, il suo sviluppo psicofisico. Il nuovo punto vendita è un paradiso anche per i bambini più cresciutelli, come i genitori: altra innovazione è il settore elettronico che offre giochi al passo coi tempi per tutte le età. Fantastico il tablet per bimbi che nulla ha da invidiare a quelli del mondo adulto: offre tante applicazioni scaricabili da rete wifi con la sicurezza del blocco della navigazione oltre certi limiti. E ancora, robot programmabili da pc, il
nuovissimo e pubblicizzatissimo Drone (che sta per atterrare alla Casa del Giocattolo), giochi comandabili col proprio telefonino, videogiochi di ogni tipo e tutto ciò che di tecnologico fa divertire e crescere i bambini insieme ai propri genitori. Chiudiamo la chiaccherata con Stefano Serlupini: - I giochi ormai sono orientati verso l'alta tecnologia abbiamo voluto creare un anello di congiunzione tra il giocattolo e il settore dell'informatica per unire questi due mondi a quelli dei bambini e degli adulti. Da ricordare che la Casa del Giocattolo offre anche arredamenti completi per camerette dedicati alla prima infanzia. Giocare in modo sano ed educativo, è un diritto di tutti.
ECONOMIA/ATTUALITÀ
CONFEDERAZONE NAZIONALE DELL’ARTGIANATO
LA LEGGE IN PILLOLE
A cura dello studio legale Andrea Ponti & Chiara Pettirossi
IL DANNO DA VACANZA ROVINATA Quanti di noi si sono trovati seduti sulle poltrone dell'aeroporto ad attendere un aereo che non arrivava mai? L'acquisto di un pacchetto turistico comprensivo di trasporto, alloggio e servizi viene pertanto rovinato in caso di ritardo (o assenza) del volo aereo che impedisce al consumatore di raggiungere il luogo prescelto per trascorrere le proprie vacanze. È il danno da vacanza rovinata consistente nel mancato godimento della serenità e delle aspettative che provoca disagi e conseguentemente danni di carattere esistenziale. Il ritardo si inserisce in una catena causale complessa idonea a determinare, a cascata, la lesione di plurimi interessi in capo al soggetto consumatore, i quali devono necessariamente essere garantiti e tutelati. Una recente pronuncia della Suprema Corte di Cassazione n. 24044 del 13 novembre 2009 ha confermato la risarcibilità del danno non patrimoniale conseguente ad un ritardo di un volo aereo, acquistato nell'ambito di un pacchetto turistico. Questo sta a significare che l'organizzatore o il venditore del pacchetto turistico è tenuto a risarcire al consumatore il danno subito a seguito della mancata fruizione. Si tratta in sostanza di un inadempimento delle prestazioni contrattualmente assunte che di fatto quindi sono differenti da quelle originariamente previste. Si pensi infatti ai disagi che il passeggero può subire a seguito del ritardo di un volo in un luogo a lui estraneo tale da provocargli e fargli vivere una situazione di particolare debolezza anche e sopratutto psicologica. In questo senso il verificarsi dell'evento traumatico determina un radicale mutamento delle originarie decisioni circa la propria esistenza e delle sue aspettative di riposo. La risarcibilità del danno non patrimoniale è altresì stata codificata dalla Direttiva 90/314/CEE, attuata in Italia con D.Lgs. n. 111/1995 recepita nel codice del Consumo e dalla Convezione di Bruxelles del 23/04/1970. Tali disposizioni normative prevedono la responsabilità e l'obbligo in capo all'organizzazione del viaggio a risarcire qualsiasi danno arrecato al viaggiatore e che sia causato dell'inadempimento totale o parziale dei suoi obblighi. Da ultimo si segnala che la materia è stata oggetto di particolare disciplina da parte del cd Codice Del Turismo (D.Lgs. 23 maggio 2011, n. 79) entrato in vigore in data 21/06/2011 che ha dedicato un apposito articolo (art. 47) al danno da vacanza rovinata . Avv. Tiziana Speziali
numero 5 - GIUGNO 2013
La città di San Francesco di Assisi una risorsa per l’Umbria di DANIELA MARINACCI
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on suoni offesa per nessuno accostare la figura del “poverello d’Italia” a questioni più prosaiche come la situazione economica della nostra regione - afferma Antonello Cozzali, presidente della CNA territoriale di Antonello Cozzali Bastia Umbra. “La visione mistica della chiesa cattolica che doveva riappropriarsi della sua vera missione, quella di stare vicino agli ultimi, è stata infatti rilanciata fortemente da Papa Francesco, che ha fatto della discontinuità la sua bandiera, predicando il ritorno ai “fondamentali”, alla riscoperta dei valori fondanti impersonificata da Francesco D’Assisi. L’Umbria oggi è anch’essa povera ed ha bisogno di Francesco: noi pensiamo che il Santo possa fare tanto oggi per il nostro territorio. Assisi può tornare al centro del mondo, all’attenzione di milioni di credenti e di pellegrini: noi pensiamo che la prossima visita di Papa Francesco possa rappresentare il momento più alto della consacrazione del “luogo” Assisi-Umbria. Ci dobbiamo però preparare a questo, forse uscendo da un provincialismo che ci condanna all’isolamento e ad un progressivo declino. Tutti dobbiamo fare la nostra parte imprenditori, istituzioni, cittadini, perché questa occasione non vada perduta: il turismo è una delle poche chiavi di lettura da sviluppare per dare speranza ai nostri giovani e alle nostre imprese, coniugando verso questo concetto tutte le strumentazioni di cui l’Umbria dispone, dall’aeroporto, alla mobilità interna, all’accoglienza, alla ristorazione, sfruttando al massimo tutti i prodotti “eccellenti” per attrarre l’attenzione del mondo esterno. Abbiamo una esclusiva ricordiamoci che il Santo seppe motivare le persone per costruire quel gioiello che è oggi Assisi. Anche noi dobbiamo riscoprire il sacro fuoco interiore per rilanciare l’Umbria verso lo sviluppo.”
BASTIA UMBRA - Scuola Primaria di XXV Aprile
UNA SCUOLA AL PASSO CON I TEMPI
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ella manifestazione di fine anno scolastico della scuola primaria di XXV Aprile, accanto all'esi bizione del coro diretto magistralmente dall'esperta Stefania Piccardi, la sintesi multimediale del lavoro realizzato e socializzata in presenza dei genitori, ha affrontato l’aspetto dell'alimentazione legata all'ambiente e alla salute dell'uomo. A monte l'obiettivo di favorire nei bambini la consapevolezza che un ambiente sano è sinonimo di salute e che la terra può offrirci tanti alimenti di ottima qualità. Il progetto è stato sviluppato, con tematiche differenziate, da tutti gli alunni del plesso. Le classi prima e seconda si sono occupate dei prodotti dell'orto e del frutteto facendo visitare agli alunni il banco di frutta del supermercato nelle varie stagioni e mettendo in evidenza gli odori e i sapori per una sana merenda di stagione. La classe terza ha fatto “raccontare” ai prodotti della tavola la loro provenienza e le loro trasformazioni; la classe quarta ha contribuito alla visione d'insieme con il concetto di filiera corta nella produzione degli alimenti e la scoperta dell'impatto ambientale dei trasporti; la classe quinta ha approfondito i fattori di qualità dei prodotti alimentari e la loro ricaduta sulla salute. Riflettere sul fatto che noi siamo quello che mangiamo è servito anche per aiutare i ragazzi a non perdere il contatto con la terra e con le tradizioni alimentari del territorio, perchè sono proprio i nostri alunni che possono giocare un ruolo cruciale nel convincere le famiglie a scegliere cibo locale: buono, pulito, giusto. Sulla strada della salute, accanto ad una sana alimentazione, negli ultimi anni la scuola primaria di XXV Aprile ha lavorato in proficua collaborazione con gli enti locali, che hanno così dimostrato di avere veramente a cuore la qualità della vita dei cittadini. (Marisa Coccia)
Un secolo di auguri a Nonna Costantina
Grande festa a Costano in onore dei 100 anni di Angela Turrioni, compiuti il 6 giugno scorso. La nonnina ha recitato davanti a tutti i presenti un'antichissima poesia alla "Madonna della Valle" con tanto di parafrasi e cantato la massima della sua vita "se campassi altri 100 anni senza pene e senza affanni, alla morte che sarà tutto il resto è vanità". Tra i partecipanti all'allegro compleanno il sindaco di Bastia Umbra Stefano Ansideri, il parroco di Costano Padre Salvio e Frate Alessandro Brustenghi il tenore che le ha dedicato un buon compleanno in lirica. Parenti, nipoti, pronipoti e amici le porgono i loro più sentiti auguri. Buon Compleanno anche dalla redazione di Terrenostre!
ECONOMIA PUNTO EUROPA
COSA SIGNIFICA L'USCITA DELL'ITALIA DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE
numero 5 - GIUGNO 2013
MA LA CRISI C’È O NON C’È?
In Italia come a Bastia per ogni domanda c’è sempre una risposta e così si vive lontano dalle responsabilità... A MENO CHE... di SAURO LUPATTELLI
A cura del Dott. GIACOMO GIULIETTI
L
o sforzo economico sostenuto dagli italiani negli ultimi mesi ha ricevuto un importante riconoscimento a livello europeo. Lo scorso 29 maggio, è stata infatti formalizzata da parte della Commissione Europea la chiusura della procedura d’infrazione per deficit eccessivo nei confronti dell’Italia, avviata nel 2009. Disciplinata dagli artt. 258260 del TFUE, la procedura d’infrazione è intesa a rilevare gli inadempimenti da parte degli Stati membri degli obblighi imposti dal diritto comunitario. L’archiviazione della procedura è un forte messaggio di fiducia al Paese. Infatti, la decisione potrebbe costituire uno stimolo alla produttività, agli investimenti e alla crescita, attraverso l’allentamento dei vincoli interni e il liberamento di fondi, stimati in circa 12 miliardi, a partire dalla nuova programmazione economicofinanziaria 2014 – 2020. Restano ora due doveri inderogabili. Da un lato il necessario superamento da parte dell'UE e della BCE di una politica economica orientata in modo esclusivo al rigorismo alla tedesca dell'ossessivo controllo dei conti pubblici; dall'altro la necessità da parte degli italiani – giovani, imprese, enti locali e terzo settore – ad aprire gli occhi verso le opportunità che l'Unione Europea mette a disposizione.
Giacomo Giulietti
CONSULENZA FINANZIAMENTI EUROPEI
Via Guglielmo Marconi, 2A 06083 Bastia Umbra Tel. 347.9746924 studiogiulietticonsulenze@gmail.com
IN ITALIA - Estate finalmente. Dopo un lungo periodo di maltempo sembra che il sole voglia portare un'atmosfera diversa nella nostra Italia malconcia e con le temperature che schizzano in alto vorremmo che insieme alle piogge venissero spazzati via anche i problemi. Purtroppo quelli restano e in questa prima canicola estiva solo il mondo delle imprese sembra voglia insistere a parlarne attraverso le associazioni di categoria, forse perché insieme a loro ne parlano i loro clienti che quasi sembrano scusarsi per aver diminuito gli acquisti. E ne parlano anche i fornitori che forti di una visione più ampia, confermano che ormai i consumi sono in picchiata in tutta la nazione. E allora è lecito domandarsi: “Quali sono state le risposte della politica nazionale a questa situazione che, se affrontata in tempo poteva essere ampiamente prevista e certamente meglio guidata?” Risposte: “Sospendiamo (e dico sospendiamo) l'IMU sulla prima casa, aumentiamo l'IMU sui negozi e sui capannoni delle attività produttive, aumentiamo la TARES, aumentiamo l'IVA”. Il tutto per la serie: “Ti piace vincere facile!” Si dice che sono misure necessarie utili a dare fiato all'economia e inizia così il balletto dei buoni propositi: sblocchiamo i pagamenti della pubblica amministrazione alle imprese, aumentiamo al 65% le detrazioni per le ristrutturazioni, blocchiamo il pignoramento della prima casa, finanziamo le imprese ecc. L'unica perplessità, per chi come noi è abituato a fare i conti nelle proprie tasche è: ma dove trovano i soldi per realizzare tutto questo visto che la chiusura della procedura di infrazione della comunità europea per l'Italia sbloccherà i fondi solo nel 2014? E mentre noi comuni cittadini facciamo tagli importanti ai nostri bilanci familiari la politica si è privata solo delle briciole, giusto per buttare un po di fumo negli occhi. A BASTIA - Da noi a Bastia sembra persistere un tremendo dubbio: Ma la crisi c’è? Domanda fastidiosa visto che nessuno sembra voler affrontare questo argomento. Non se ne parla nei consigli comunali, non se ne parla nei dibattiti e negli incontri politici se non a livello generale ormai quasi tutti proiettati alle elezioni del prossimo anno e non se ne parla nemmeno in quei luoghi dove si preparano le strategie e le attività del futuro bastiolo. Tanto da far venire in mente un altro interrogativo: “Ma questi dove vivono?” Pronte le risposte: “I commercianti... tze... Non sanno che a Bastia il numero dei negozi non è diminuito? Anzi, c’è ancora la corsa ad aprire attività, anche a costo di affitti decisamente superiori alla media, segno evidente che nel commercio a Bastia la crisi non esiste. Quindi perché questi piangono sempre? Ottime osservazioni alle quali si può replicare solo con un dato oggettivo: è vero, non si è registrato un saldo negativo tra aperture e chiusure di attività, ma la loro rotazione si è talmente velocizzata da costituire un segnale preoccupante. Si è drasticamente abbassata la durata media della vita di un'azienda. Ma torniamo alle risposte: “I soldi non ci sono! E visto che dobbiamo sospendere l'IMU sulla prima casa, aumentiamo l'IMU sui negozi e sui capannoni delle attività produttive, mettiamo la TARES, aumentiamo l'IVA (non è colpa nostra). E poi anche noi siamo concentrati sulle grandi opere come l'area Franchi o l'ex mattatoio”. Intanto molti pensionati vivono sulla soglia della povertà, molti nostri lavoratori sono in cassa integrazione o disoccupati, molti nostri giovani non trovano lavoro e non hanno prospettive, molte nostre aziende sono al collasso finanziario, gli investimenti sono fermi anche se le banche sono piene di soldi (europei) convertiti in titoli di stato (italiani), e di parametri (Basilea 1,2,3) che forse non riuscirebbero a rispettare nemmeno loro, il costo del denaro è ai minimi assoluti ma i mutui (se te li danno) costano “un botto”. A meno che... A meno che i comuni virtuosi come il nostro si ribellino in massa e rompano il patto di stabilità che tarpa le ali a tutte le azioni pubbliche necessarie a produrre lavoro, ricchezza e consumi. E allora via alle opere di riqualificazione urbana, agli incentivi alle imprese che assumono forza lavoro, al recupero di identità e di vivibilità del centro storico e di tutte le aree ad esso collegate per far si che Bastia possa tornare ad essere un punto di riferimento dell’Umbria. Senza queste premesse forse è meglio lasciar perdere tutto e tornare a fare gli emigranti, ma solo dopo aver imparato il cinese o altre lingue di paese emergenti altrimenti saremo comunque tagliati fuori.
“GRAZIE CONFCOMMERCIO” Lo scorso 9 giugno, si è svolta a Bastia Umbra, la 28° edizione della Passeggiata Ecologica organizzata dall’Ascom di Bastia di cui, il nostro famigliare Giorgio Martin, faceva parte. In sua memoria ci è stata donata una targa commemorativa a lui dedicata. Ciò ci ha commossi molto. Giorgio credeva molto in questa associazione e si impegnava sempre con tanto entusiasmo. Ringraziamo di cuore tutti coloro che lo hanno ricordato con affetto e stima e tra questi anche gli amici tedeschi del gemellaggio. Ad un anno dalla sua scomparsa sentiamo ancora vivo il suo ricordo. Da lassù siamo convinti che ne sarà felice e che veglierà su tutti noi. I familiari di Giorgio Martin
IL PASSAGGIO GENERAZIONALE
I
di MARCO BRUFANI
l Passaggio Generazionale riguardante capitali, immobili ed aziende è stato uno dei temi maggiormente trattati da alcuni docenti di Economia nei loro interventi sulla Consulenza evoluta all’IT Forum (Salone del Risparmio) di Rimini il 23 e 24 maggio. La loro è stata una richiesta di sensibilizzazione che il Consulente Finanziario dovrebbe operare presso i risparmiatori visto che la maggior parte delle successioni sono motivo di litigi e contenzioso tra gli eredi. Va rivisto completamente il concetto di famiglia. Questa rispetto al passato ha assunto nuove forme (single, divorziati, coppie di fatto ecc.), alle quali si deve dare una risposta. La situazione si fa ancora più delicata nel caso di trasferimento di aziende da padre a figli poiché in Italia non c’è l’abitudine, come in altri paesi del mondo, di pianificare per tempo questo passaggio. Da fonti Banca Italia la ricchezza degli Italiani è di circa 8.000 mld di Euro ed il 70% è detenuta da persone con più di sessantacinque anni. Nel nostro paese le successioni che avvengono per legittima, cioè senza nessuna pianificazione, rappresentano il 97% del totale. A questo punto a quelli già conosciuti si aggiungono altri rischi per il nostro patrimonio. • Rischio di frammentazione patrimoniale; • Rischio discontinuità nella gestione aziendale; • Rischio inefficienza fiscale. In Italia il trattamento fiscale sulle successioni è un’anomalia essendo il più basso d’Europa (dal 4 all’8% eccedenti la franchigia di legge) contro una media che va dal 30/80% del Belgio al 30/50% della Germania. Consulenza evoluta è anche evitare la frammentazione del patrimonio, aiutarvi a pianificare un razionale passaggio generazionale e conoscere esattamente quanto vi costerebbe in termini di tassazione fare una scelta piuttosto che un’altra (anche in previsione di un inasprimento della tassazione). Una volta risolte queste problematiche, potremo rivolgerci al Commercialista e al Notaio, per le pratiche che richiedono la loro figura professio- marco.brufani@spinvest.com nale, con minor cell. 335-6846723 confusione e approssimazione.
ECONOMIA
ECONOMIA AL COLLASSO
MUTUI: ATTENZIONE AI TASSI DI MORA, POTREBBE TRATTARSI DI USURA
La tragica situazione miete vittime ormai a macchia di leopardo e non esclude nessuno
Il programma televisivo “Le iene” apre gli occhi sugli errori commessi da alcune banche e sul modo per tutelarsi. di PAOLA MELA
Presidente Confartigianato (Bastia/Bettona)
È
già un po' di tempo che Le Iene si occupa dei mutui/fidi/ prestiti bancari. Sono infatti davvero molti gli errori che a quanto pare le banche arrivano a commettere quando stipulano con i loro clienti dei mutui per l'acquisto di un immobile, errori che è importante portare alla luce per fare un po' di chiarezza sulla questione e per evitare che imprese e cittadini arrivino a spendere inutilmente i loro preziosi soldi. Ci sono infatti alcune tipologie di mutui che sembrano a prima vista del tutto regolari, mutui che hanno un tasso d'interesse più basso rispetto al tasso soglia. Il tasso soglia, lo ricordiamo per coloro che non sono molto pratici di queste tipologie di problematiche, è un tasso di interesse che viene deciso dalla Banca d'Italia ogni tre mesi e che le banche devono rispettare come interesse massimo che possono chiedere ai clienti pena la caduta nell'usura. Il problema però sorge nel momento in cui si va a vedere il tasso di mora, quel tasso cioè aggiuntivo che le banche richiedono ai clienti che ritardano il pagamento di una rata mensile. Sembra che in molti contratti di mutuo la somma tra il tasso di mora e il normale tasso d'interesse superi il tasso soglia che la Banca d'Italia ha dichiarato, il contratto di mutuo non può in questo caso quindi essere considerato valido perché si tratta di usura a tutti gli effetti. Il Presidente di SOS Utenti afferma che secondo la legge italiana il cliente non dovrebbe più dare alla banca alcun tipo di interesse, anche se il tasso di mora non è mai stato applicato. Il contratto infatti non può essere considerato valido. Ovviamente ci sarebbe anche la possibilità di richiedere alla banca un risarcimento. Il suddetto non è riuscito a dare chiarimenti più approfonditi riguardo alla questione, ma ha voluto lanciare un messaggio a tutti gli italiani che hanno acceso un mutuo. È importante che le imprese e i cittadini vadano a controllare il contratto di mutuo per scoprire se prevedono dei tassi usurai e dare poi in mano la propria situazione ad un esperto. Cosefir, il nostro confidi, non presta solo garanzie ma fa anche consulenza e con il suo team di professionisti si mette a disposizione degli associati per fare da tramite con il sistema bancario. Sarebbe opportuno che le banche tornassero a fare credito e farlo seriamente . E’ giunto il momento che ai responsabili di agenzia sia restituito il ruolo e l’autonomia dovute: fare valutazioni sulla persona, impresa e prospettive legate alla medesima. È bene che si ricordi che la banca senza un’economia di sviluppo adeguata va inevitabilmente in declino. La banca è un istituzione finanziaria e come tale ha due funzioni principali: prestare denaro e ricevere denaro. Negli ultimi anni ha dimenticato la sua identità. Se vuole denaro lo deve prestare.
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numero 5 - GIUGNO 2013
di GIORGIO BUINI
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Presidente Confartigianato (Assisi/Cannara)
e imprese artigiane sono al collasso e portano i segni di un vero e proprio genocidio del mercato del lavoro. Pur con uno stato di crisi morboso, il settore ha ben reagito mostrando di voler con tutte le forze risollevarsi dallo stato comatoso in cui ha rischiato di ritrovarsi senza possibilità di appello. Come? Attraverso la capacità di saper guardare al presente e al futuro con la programmazione di nuovi investimenti economici - seppur sostenuti con grandi difficoltà - unita all’eliminazione delle dispersioni di capitale sono solo alcune delle modalità attraverso le quali il settore degli artigiani ha inteso combattere la crisi. A questo, si aggiungono l’alto livello di capacità imprenditoriale tesa a saggiare nuovi canali commerciali e l’ottimizzazione della gestione d’impresa. Nonostante ciò questa capacità di risollevare la testa oltre la crisi sembra poter non bastare. C’è da dire che nel settore dell’artigianato uno dei criteri che ha portato al dissesto è da ricercare nell’onerosa pressione fiscale ormai giunta a livelli insostenibili e che tutto abbatte e rende insopportabile in ambito imprenditoriale. Non di meno, l’entrata in vigore dell’ IMU che oltre a togliere il sonno a molte famiglie, attacca inesorabilmente ogni tipologia di impresa, sommandosi peraltro all’incredibile foresta di gabelle di vario genere che si impone di pagare. Nel caso specifico delle imprese artigiane parlando di IMU, ciò che viene contestato è la decisione governativa di assimilare i fabbricati produttivi alla seconda abitazione, impedendo quindi alle imprese del settore di poter avere quell’agevolazione fiscale che per tutti è assolutamente da applicare. In effetti, qual è il criterio per cui un laboratorio artigiano debba essere considerato “seconda abitazione”? Da questa semplice domanda è scaturita la richiesta corale dei tanti artigiani italiani di essere esentati dall’imposta. Ma c’è di più: la messa in vigore della Riforma del lavoro siglata Fornero, ha promosso largamente la formula del contratto di apprendistato col fine di contrastare la disoccupazione giovanile ma nello stesso tempo e attraverso le stesse regole lo ha reso di fatto impraticabile considerando che a nessuno è venuto in mente di alleggerire gli oneri aggiuntivi praticando agevolazioni fiscali alle imprese che avessero assunto con tale soluzione contrattuale. Una vera e propria contraddizione in termini. Come Confartigianato Assisi, ci auguriamo che l’impegno assunto in materia di “spending review” dal Governo venga calato e fatto proprio anche nella nostra struttura organizzativa in ambito provinciale e regionale. Sono mesi e mesi che da tutte le parti si discute, si riflette sui problemi, sulle conseguenze di questa crisi che ci sta togliendo la serenità e la voglia di fare ma, spesso e purtroppo, si deve registrare un generale atteggiamento di attesa da parte di tutti! Permettetemi, a questo punto, anche una mia personale riflessione critica sul ruolo delle cosiddette “parti sociali”. Una di queste è anche l’Associazione che rappresento, Confartigianato. Forse è il momento di iniziare il cambiamento anche in ambito locale, in periferia, è il momento di tornare ad essere protagonisti, smettendola di aspettare sempre e solo dal Governo Centrale del Paese e da quant’altri che pur di salvare la propria funzione e struttura burocratica si assiste alla disperata ricerca di mantenere il loro ruolo istituzionale. Associazioni di categoria, tutte con gli stessi interessi e nella stessa barca, si rivolgono alla politica che sta ad un livello superiore. Ci sono gli interessi comuni delle parti sociali e poi c’è il potere politico che dovrebbe interpretare l’interesse generale di tutti. Ma, le ultime dichiarazioni dei leaders delle parti sociali, hanno mostrato l’inutilità di questa definizione e funzione oggi. Le associazioni di categoria non sono state capaci di comunicare un solo messaggio forte sul lavoro, non hanno portato nessun contributo importante alle decisioni da prendere, hanno riaffermato che bisogna far presto, lasciando inespresso che cosa. Il presidente della Confindustria è stato solo capace di dire: “fate presto o chiude tutto”. Quelli delle associazioni delle piccole imprese più o meno hanno detto lo stesso. Non una dichiarazione sulle politiche di austerità, su ciò che avviene in Europa, sui vincoli di bilancio. Ma che scherziamo, le parti sociali non guardano così lontano. Ci deve essere un legame tra la catastrofe che colpisce il mondo del lavoro e la funzione attualmente inutile delle associazioni di categoria che, quotidianamente, stanno perdendo legittimità nei confronti dei singoli aderenti. Non voglio dare suggerimenti alle imprese, ma so che gli artigiani hanno bisogno di rappresentanti che la smettano di recitare il ruolo delle parti sociali e siano solo di parte, dalla loro parte.
Comprensorio Assisano/Bastia U. Via Roma, 71 Tel e Fax 075.8004134 www.confartigianatoperugia.it bastia@confartigianatoperugia.it
CULTURA
numero 5 - GIUGNO 2013
PREMIO LETTERARIO FENICE-EUROPA
Scelti i tre libri vincitori dell’edizione 2013 DIRITTO DEL SUOLO Chissà perché, dopo aver interiorizzato tanti termini tecnici che rinviano alle nostre propaggini tecnologiche non abbiamo sentito il bisogno di evolvere e, per definire un fenomeno attuale come quello dell'acquisizione della cittadinanza per nascita, anziché scegliere un'espressione che sapesse di futuro siamo ricorsi ad una latina: “ius soli”. Ma forse non è del tutto corretto neppure sostenere che la scelta è dettata dalla nostra solita attitudine: continuare a guardare indietro. Se così fosse avremmo dovuto sentire il richiamo alla visione dello Stato degli antichi greci: una prospettiva che segnava i confini sulla base di elementi culturali e non sul concetto territoriale dello Stato. Più volte il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ci ha indicato la strada anche con parole aspre: è «una follia che i figli degli immigrati che nascono qui non siano italiani». Questi ragazzi studiano la storia d'Italia, Garibaldi e Mazzini, la Costituzione della Repubblica... ma non sono italiani; non hanno diritto di voto mentre votano tanti nostri connazionali che vivono all’estero e che, molto spesso, non parlano più neppure la nostra lingua. Possiamo definire “democrazia” un sistema nel quale non fanno parte del popolo gli stranieri residenti? E' una “democrazia” un sistema nel quale non è considerato popolo una parte, decisamente numerosa, di questo? E' evidente che è giunto il momento di dimostrare la nostra maturità. Troviamo il coraggio per abbattere i pregiudizi, per lasciarci alle spalle la certezza securizzante dell'ovvio. Perché, per dirlo con le parole di Gherardo Colombo, “dove la democrazia si realizza compiutamente non può esistere discriminazione” e quindi “è necessario che quotidianamente si governi la società modificando le regole non più adatte, creandone di nuove”. Non releghiamo l'inclusione ad un atto di buonismo, si tratta di saper essere coerenti.
Sono di Maurizio De Giovanni, Nicola Lecca e Marco Malvaldi. Nella Giuria Popolare anche lettori del Venezuela
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di CARLO ROSIGNOLI
ERUGIA - Maurizio De Giovanni con Vipera (Einaudi), Nicola Lecca con La piramide del caffé (Mondadori) e Marco Malvaldi con Milioni di milioni (Sellerio), sono i tre libri vincitori della XVI edizione del Premio Fenice-Europa “Un Romanzo Italiano per il mondo”. I tre titoli sono stati scelti da una giuria tecnica composta da Younis Tawfik, Claudio Toscani e Adriano Cioci. I tre romanzi saranno consegnati a 550 lettori residenti in Italia e all’estero (Europa, America e Antartide). Saranno loro a decretare il “supervincitore” che verrà premiato a Massa Martana il prossimo 14 settembre. Maurizio De Giovanni è nato a Napoli nel 1958 dove vive e la-
ha visto protagonista il commissario Ricciardi nella Napoli dei primi anni Trenta. A distanza di pochi anni i romanzi con Ricciardi sono stati tradotti in molti paesi non solo europei. Oltre alla serie del Commissario (cinque romanzi), nel 2012 è uscito Il metodo del coccodrillo, di ambientazione contemporanea, con al centro un nuovo personaggio, l’ispettore Lojacono. Vipera, la prostituta più famosa di Napoli, è ritrovata morta, soffocata con un cuscino. L’ultimo cliente sostiene di averla lasciata ancora viva, il successivo di averla trovata già morta. Chi l’ha uccisa e perché? Ricciardi deve districarsi in un groviglio di sentimenti e motivazioni: avidità, frustrazioni, invidia, bigottismo, amore. La scoperta di passioni insospettabili si accompagna alla rivelazione di una città molto diversa da come appare. Nicola Lecca è nato a Cagliari nel 1976. E’ uno scrittore noma-
de che ha soggiornato a lungo in diverse località europee. Ha scritto, fra l’altro: Ritratto notturno (Marsilio, 2000), Ho visto tutto (Marsilio, 2003), Hotel Borg (Mondadori, 2006), Ghiacciofuoco (Marsilio, 2007) e Il corpo odiato (Mondadori, 2009). Le sue opere sono presenti in quindici paesi europei. La piramide del caffè è la storia di Imi che a diciotto anni ha finalmente realizzato il suo sogno di vivere a Londra. A bordo di un vecchio treno malandato ha lasciato l’orfanotrofio ungherese dove ha sempre vissuto e, nella metropoli inglese, si è impiegato in una caffetteria della catena Proper Coffee, per la quale nutre speranze e profonda ammirazione. Dovrà passare molto tempo prima che Imi inizia a capire la durezza di Londra e l’impietosa strategia della multinazionale della quale è dipendente. Saranno un libraio suo amico ed un’affermata scrittrice a prendersi a cuore il destino di Imi. Marco Malvaldi (Pisa, 1974), di professione chimico, ha pubbli-
vora. Inizia a scrivere nel 2005 vincendo un concorso per giallisti esordienti con un racconto che
cato con Sellerio i romanzi della serie dei vecchietti del Barlume (La briscola in cinque, 2007; Il gioco delle tre carte, 2008; Il re dei giochi, 2010; La carta più alta, 2012) salutati da un grande successo di lettori. Ha pubblica-
to anche Odore di chiuso (2011), giallo a sfondo storico, con il personaggio di Pellegrino Artusi. Quella narrata in Milioni di milioni, è una vicenda che si svolge a Montesodi Marittimo, un paesino toscano intorno al quale aleggia un mistero: è considerato “il paese più forte d’Europa”. Per scoprirne la causa, vengono mandati dall’Università due studiosi, un genetista e un’esperta di archivi. I due si trovano davanti a un mondo abitudinario, dominato da due gruppi familiari. Ma più eventi scuotono la monotonia: una incredibile tempesta di neve e un omicidio. Tutti hanno un alibi fuorché lo studioso, costretto a scoprire il vero assassino. Durante l’estate 550 giudici popolari saranno impegnati nella lettura della terna vincitrice; le loro schede decreteranno il “Supervincitore”. I giurati sono dislocati non soltanto in Umbria ma anche in altre regioni italiane. Tra i lettori è anche presente un gruppo di detenuti nelle carceri di Opera (Milano), dell’Umbria e un folto gruppo di ragazzi di San Patrignano (Rimini). I lettori all’estero sono italiani (perlopiù coordinati dall’Arulef) e stranieri, residenti in Belgio, Croazia, Francia, Germania, Grecia, Lussemburgo, Slovenia, Spagna, Svizzera e Venezuela. Il gruppo più lontano (geograficamente) è quello della base Concordia, in Antartide, costituito da scienziati italiani e francesi del Programma Nazionale Ricerche in Antartide. La manifestazione 2013 è sostenuta dal Comune di Massa Martana, con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali
L’AC Bastia 1924 ricorda Benito Pettinelli centrocampista degli anni ‘70-’80 Domenica 23 giugno, presso lo stadio Comunale di Bastia Umbra, si è svolta un incontro di calcio tra vecchie glorie dell’AC Bastia. A fine partita a ricordo delle gesta di Benito Pettinelli, forte centrocampista degli anni ‘70-‘80, è stata consegnata al padre Antonio una targa commemorativa.
Antonio Pettinelli con in mano la targa commemorativa
CULTURA
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FACE TO FACE ARTISTI CONTEMPORANEI ALLA RIBALTA 11
Angelo Dottori e Gianni Ridolfi Torna a grande richiesta dei nostri lettori la rubrica dedicata ai cittadini che hanno fatto dell’arte certamente una passione e in alcuni casi una professione. Arte vista in ogni sua forma espressiva, ma sempre guidata da uno spirito sensibile e un’anima indagatrice. Si parte con la pittura, ma al di là di una visione tradizionale DI SARA STANGONI
ANGELO DOTTORI
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i diletta da sempre con la pittura e dopo gli anni dell'università fa della grafica pubblicitaria applicata alla cartellonistica la sua professione. Angelo Dottori, autodidatta, dipinge ormai con continuità dal 1997, attraversando percorsi stilistici e sperimentazioni con una tavolozza personale e moderna. Sue opere si trovano in collezioni private in Italia e all'estero. Critici autorevoli hanno scritto di lui. “L'opera di Dottori colpisce per la capacità di sintetizzare l'emozionalità visiva. Come un raccontastorie o un poeta quest'artista viene a rivelarci un racconto che ha il retrogusto
dolce, melanconico dei ricordi e insieme quello forte e spensierato di chi ha la giovinezza dentro e possiede il coraggio di bearsi della ricchezza e della semplicità.” (Alberto D'Atanasio);“Tre sono le stagio-
ni artistiche di Angelo Dottori. La prima è caratterizzata dal paesaggio, la seconda è quella che vede il paesaggio parzialmente imprigionato da reticolati e griglie di ferro, mentre l'attuale fase presenta la tavolozza, sabbiata con minuscole pietre colorate.” (Giovanni Zavarella); “Entrare nell'opera di Angelo Dottori significa affrontare la realtà dell'autore e le sue profonde intenzioni come se la sua tela fosse una sorta di mossa per stimolare l'acquisizione delle conoscenze del nostro patrimonio culturale e per offrirci il piacere estremo dell'introspezione, del gusto, della visione che ci porta alla sua conoscenza.” (Monica Paracucco). Dottori è reduce da una mostra personale ad Assisi nella galleria Assisinarte, dal titolo “Essenza”, dove ha presentato il suo nuovo percorso artistico.
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erché il titolo “Essenza” per la mostra? – È l’anima di questi quadri, è ciò che ho voluto “vedere” di quel paesaggio per immortalarlo sulla tela. Il dettaglio della scena è inquadrato in vuoti neri concettuali che lo esaltano in un gioco
di chiaro/scuri. È una lettura che deve andare al di là dell’immagine. Cosa cerchi in questo nuovo percorso? - Nei miei quadri ho dato sempre spazio al paesaggio, adesso sono andato oltre aggiungendo nuovi soggetti, come figure umane, scene di vita ed elementi e animali marini, in particolare il mare d’inverno che mi ha sempre attirato. In quasi tutti i quadri compaiono alberi spogli. – Spogli, ma che puntano con i rami verso l’alto, quindi vivi e non decadenti. Quali scorci sono rappresentati? – Spesso luoghi dell’Umbria a me cara: la facciata della chiesa di San Michele Arcangelo di Bastia Umbra, un vicolo di Perugia, il cimitero di guerra di Rivotorto di Assisi. Altro elemento costante è un tratto rosso acceso. – È il mio marchio. Quante opere sono esposte? – Sono quindici pezzi, tredici realizzati appositamente per la mostra e due del 2000, quando avevo iniziato questo tipo di pittura ma che oggi ho ripreso con un linguaggio più moderno. In tutti i dipinti appaiono delle gocce che rigano la tela. Cosa indicano? – È come se si stesse dietro un vetro e si osservasse la scena mentre sta piovendo. Puoi vederci melanconia, nostalgia, protezione, trasparenza. Come definisci questa tua nuova tecnica? – Sicuramente mista, è un unione tra disegno gra-
fico, pittura e design moderno. Le linee tagliate danno il senso del contemporaneo, pur mantenendo equilibrio con il senso pittorico. Tra i dipinti anche un’istallazione. – Si intitola “Visioni speculari”, perché ho riproposto nei dipinti due facciate identiche di un albero, ma rovesciate, come se fossero i diversi punti di vista in cui poterlo osservare. È una pittura-scultura-istallazione, con una lampada interna ad illuminarla. Negli ultimi anni hai allestito diverse personali, un bell’impegno. – Mi sono voluto mettere in gioco. In sette anni ho esposto a Torgiano, Bastia Umbra, Santa Maria degli Angeli, Perugia, Spello, Cortona e Montefalco. E, in ultimo, questa ad Assisi. Mostre collettive? – Tante, in tutt’Italia: Pescara, Roma, Rigomagno, Sanzano, Spoleto, Foligno, Avellino, Castrocaro Terme, Assisi, Bastia Umbra, Trestina, Forlì, Pescina, Montefalco. Cosa significa per te l’arte? – L’arte deve essere qualcosa di fruibile per tutti. Approvo il genere contemporaneo, purché non sia eccessivo e rispetti le regole dell’estetica. L’arte fine a se stessa per me non è arte. Quanto conta nella tua vita? – È imprescindibile, altrimenti non sarei riuscito a “sacrificare” con passione e volontà tanti fine settimana e momenti liberi dal lavoro. Non solo però la pittura è fondamentale, ad esempio anche la musica è stata parte integrante, con lo studio della chitarra. Quanti dipinti hai realizzato in totale? – Oltre 1500. Anche opere su commissione? – Sì, in particolare di genere religioso: la via Crucis per la chiesa di San Lorenzo a Bastia Umbra, un’opera della via Crucis d’Autore di Spello nel 2008, una “Santa Chiara” per un’edicola lungo la strada un’opera che porta alla chiesa di San Clemente a Montefalco e il piatto di Sant’Antonio di Santa Maria degli Angeli nel 2012.
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CULTURA
• “L’arte non consiste nel rappresentare cose nuove, bensì nel rappresentarle con novità.” (U. Foscolo) lfi Rido i n • “Chiamiamo artisti non solamente Gian i creatori, ma anche coloro che godono dell’arte, Dottori Angelo che sono cioè capaci di rivivere e valutare con i propri sensi ricettivi le creazioni artistiche.” (G. Klimt)
GIANNI RIDOLFI
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econdo intervistato è Gianni Ridolfi, tornato a vivere da alcuni anni a Bastia Umbra, nella frazione di Ospedalicchio, dopo una lunga residenza a Roma. I suoi quadri ingannano la vista dell’osservatore, perché se ci si avvicina si scopre che assumono un aspetto fortemente tridimensionale. Ridolfi realizza bassorilievi composti nei minimi dettagli e con una abilità artigianale che lascia senza parole. Per capire bene, basta guardare i suoi quadri di profilo e si scopre la loro originalità. C’è tutto in queste miniature: i fiori alle finestre, il gattino sulla porta, il giornale abbandonato sulla panchina, il lampioncino in ferro battuto. Ha scritto di lui il critico Luciano Lepri: “Sono in molti a credere che non ci sia pittura se non vi è una superficie piana, se non c’è il colore ed una mano sapiente pronta a stenderlo sulla tela; è quello che per molti anni ha fatto Gianni Ridolfi il quale, oggi, fa un lavoro che sta a sé, un lavoro che punta sulla materia, sulla luce e sullo spazio. […] In questi lavori, Ridolfi, pur definendo il senso di una spazialità fisica riesce ad evocare luoghi immaginifici, dove il reale, il vero, il tangibile divengono la metafora del vivente quotidiano”.
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rtista per passione o professione? - Sicuramente tanta passione, considera-
to quanto tempo è necessario per realizzare ognuno di questi quadri. Ogni dettaglio è fatto a mano, con gli stessi materiali che sarebbero utilizzati al naturale, come calce, ferro, legno, marmo… Non ci sono mai personaggi? – Nessun uomo, gli unici che hanno “licenza” di entrare nel quadro sono i gatti e qualche colomba. Gli scorci di quali città catturi? – Borghi e città umbre, come Perugia e Deruta, e Roma. L’ultima fatica? – La facciata dell’Ospedale di Santa Maria della Misericordia di Perugia. È stato un lavoro lungo, viste anche le dimensioni abbastanza grandi del quadro e la ricchezza di particolari architettonici. Quando hai iniziato quest’avventura? – Nel 1972 con una mostra a Bastia Umbra presso la chiesa di Santa Croce. Allora dipingevo sulla tela, poi sono stato catturato dal bassorilievo ed ho intrapreso questo percorso. Non possiamo definirle solo opere d’artigianato, perché c’è una forte impronta espressiva. Cosa cerchi di rappresentare? – La massima veridicità di quel luogo, come se andandoci davanti con il mio quadro si potessero a fatica trovarne le differenze. Guarda i dettagli, sono tantissimi, cerco di non lasciare nulla al caso: a partire dai lumini e i dipinti minuziosi
nelle piccole edicole sui muri, le tendine alle finestre, le modanature, i panni stesi, le insegne dei negozi, le gronde e i balconcini. Come scegli i tuoi soggetti? – A volte mi capita di passeggiare e di scoprire uno scorcio curioso, un angolo nascosto in un vicolo, lo fotografo e diventa il prossimo quadro. I volumi si annullano, cambia la prospettiva e sembra quasi di toccare questi edifici. – Il mio obiettivo è proprio suscitare nell’osservatore curiosità e ricerca del dettaglio, creando luoghi che partono dalla realtà ma che permettono allo stesso osservatore di evocare le situazioni che lui stesso vorrebbe vederci.
LEGGERE LIBRI
PERCORSI
Stati d’animo in divenire di LOLITA RINFORZI
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olita Rinforzi collabora con la nostra testata da circa un anno ed ha già avuto modo di distinguersi nel campo del giornalismo. Nata a Perugia nel 1962, diplomata, impiegata amministrativa, lavora in mezzo ai numeri da sempre e nella passione per lo scrivere dà libero sfogo alla sensibilità e alla tenerezza delle emozioni. Ama la musica e il ballo e si è anche improvvisata pittrice. È affascinata da tutto ciò che arricchisce la propria persona con l’entusuasmo di una ragazzina nell’apprendere ciò che non conosce. Scrivere è un piacere personale e da poco tempo ha scoperto la gioia di condividerlo con gli altri. Al momento ha pubblicato due racconti in un’antologia Le Vene Vorticose edito da Women@Work e per ultimo Percorsi. Percorsi è un libro che contiene una raccolta di testi e poesie, a volte autobiografici, dalla intensa espressività. Lolita, che ha già ricevuto molti consensi grazie a facebook, ha deciso di provarci da sola ed il “piccolo” libro merita davvero di essere letto. Per informazioni: Tel. 3397019688
IL PESO DEL SILENZIO C’è quasi una sorta di poesia in queste visioni frontali, come se da quei portoni uscisse di colpo qualcuno! – Se arriva questo, allora ho colpito nel segno. Un mostra recente? – Nelle sale del CERP presso la Rocca Paolina di Perugia dal 7 dicembre al 13 gennaio scorso. Ho ricevuto una bella gratificazione sia per il luogo in cui era allestita sia per la buona visibilità di pubblico.
di VITTORIO CIMINO
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distanza di circa due anni dall’opera prima di Lettere a Maria Luisa, Vittorio Cimino – uomo di grande cultura e di saggezza conquistata per effetto di lonDedicato a gevità sensibile ed Gianni De Martino accorta – torna ad incontrare i lettori con un nuovo scritto: Il peso del silenzio, dal taglio autobiografico. Sorprende l’analogia con lo “Zibaldone” di Giacomo Leopardi (pubblicato postumo in sette volumi) dove il Poeta di Recanati ha accumulato tutta una serie di appunti e di riflessioni filosofiche, letterarie linguistiche, ma in questo caso l’Autore è fortunatamente vivo e vegeto, tanto da sfidare coraggiosamente e con successo le inevitabili insidie dell’età. Gli sono stati di aiuto i figli ai quali dedica molto spazio al punto tale da inserire, nel testo, due piacevoli scritti di Sergio e di Giulia, entrambi legatissimi ai genitori e alla famiglia. Per non sottrarre ulteriormente ai lettori il piacere della scoperta dei tanti volti di Vittorio Cimino mi limiterò ad elogiare la chiarezza esemplare del suo stile basato talvolta sulla calibrata abbondanza dei participi, la sua capacità di trasmettere valori con il coraggio della sua laicità, anche contro corrente e contro le opinioni dominanti. Nell’ultima pagina si legge questa frase: “La mia mente invecchia e temo di non poter più scrivere pagine apprezzabili”. Il timore non è giustificato perché in altra parte del libro afferma “Non ho dato fondo ai sogni nel cassetto”. Credo quindi che ci riserverà ulteriori “sorprese”; glielo auguro con tutta la mia amicizia e la mia stima. Pio de Giuli (giugno 2013)
LAMBERTO CAPONI
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SCOPERTO UN PICCOLO TESORO
Una raccolta di opere di Franco Balducci (detto Gimmi 1925-2005) pittore paesaggista, conservata in una casa di Bettona di LAMBERTO CAPONI
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a prima volta che ho incontrato Gimmi è stato tanti anni fa in occasione di una manifestazione di pittura. Lui stava assorto, silenzioso e tranquillo, indifferente al fatto di iniziare una nuova opera, che normalmente crea sempre una certa tensione. Parlava volentieri con me illustrandomi quello che intendeva realizzare. Conoscevo alcune sue opere e ne avevo apprezzato la singolare semplicità e purezza che le rendevano inconfondibili. Paesi addormentati sotto la neve, casolari isolati nella campagna sconfinata, fragranti nature morte, sono state per me spesso fonte di ispirazione. Le sue semplici rappresentazioni contengono una sorprendente gradazione di caldi colori che spinge sapientemente fino ai minimi particolari. Le sue nevicate, solitamente rappresentate con i toni del grigio, racchiudono in realtà tutta la gamma cromatica dando vita e anima all’immagine che altrimenti risulterebbe spenta. Non ho trovato pubblicazioni su di Lui e neanche notizie sulla rete, se non un piccolo catalogo fuori commercio. È con grande meraviglia e stupore che, entrando in una residenza di Bettona, ho notato alle pareti, una vera e propria collezione di circa quaranta inconfondibili opere inedite del pittore, realizzate a partire dagli anni sessanta fino agli anni novanta. Il proprietario, parente dell’artista e vissuto per tanti anni in Svizzera è stato da sempre un grande estimatore dell’arte di Gimmi, collezionando negli anni questo piccolo patrimonio. La collezione è costituita da tele, tavole, disegni in vari formati e anche qualche ceramica. Una straordinaria rappresentanza dell’arte figurativa di Franco Balducci che testimonia la sua grande capacità di saper osservare e di cogliere ogni dettaglio della visione reale dei soggetti rappresentati. Sarebbe auspicabile che questa ricca raccolta possa essere messa a disposizione del pubblico, magari presso la Pinacoteca Comunale.
Festa del Patrono San Crispolto Martire
MONS. ALVARO EFREN RINCON ROJAS IN VISITA A BETTONA
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ome conseuto anche questo anno, dall’8 al 13 maggio, la Parrocchia Santa Maria Assunta ha celebrato la festa del Patrono San Crispolto Vescovo e Martire. I primi tre giorni sono stati dedicati al triduo solenne della preghiera in preparazione al 12 maggio giorno liturgico della Festività del Santo. Lunedì 13 maggio una grande sorpresa ha allietato la giornata della festa. Sua Eccellenza Rev.ma Mons. Alvaro Efren Rincon Rojas, Vescovo dell’Episcopato colombiano è venuto in visita a Bettona nota come una delle prime Diocesi umbre. Negli Atti conciliari si legge che il Vescovo di Bettona, Gaudenzio, fu presente nel Concilio Romano del 465 indetto dal Pontefice Ilario e fino al secolo XVI, Bettona, ebbe il titolo di Cattedrale. Le Diocesi estinte “perdono” la loro Chiesa particolare, ma non il titolo e quindi in forza a: “Diocesi Titolare di Bettona” ha il suo Vescovo Titolare, che lunedì 13 maggio è venuto a trovarci. Dopo l’accoglienza effettuata dal sindaco Stefano Frascarelli, Mons. Alvaro Efren Rincon Rojas, insieme ai parroci don Dario e don Enrico, ha officiato la santa Messa. Da sottolineare che durante la celebrazione Eucaristica è stata letta una lettera “di benvenuto” da parte del nostro Vescovo Mons. Sorrentino. Due motivi cardine hanno portato Mons. Alvaro Rojas a Bettona: in primis la canonizzazione della prima santa di origine colombiana: santa Laura Montoya effettuata il 12 maggio; il secondo quello di incontrare tutti i parrocchiani della “Sua Chiesa” in occasione della festa del Santo Patrono. La presenza di Mons. Alvaro Rojas è stata anche l’occasione per festeggiare il suo 80°mo compleanno avvenuto il 14 aprile scorso, fra i tanti auguri che ha ricevuto gli abbiamo fatto omaggio di una pergamena del Romano Pontefice. (Don Beniamino Manca)
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IL PERSONAGGIO
ATLETICA LEGGERA - MASTER Athlon Bastia
ANTONIO ROSSI: IL VINCENTE! La categoria master nell'atletica leggera è un mondo a parte, lo scopo principale non è fare tempi o misure stupefacenti, ma quello di confrontarsi tra atleti coetanei accomunati soprattutto da spirito di aggregazione e divertimento. Ciò non toglie che anche in questa categoria si siano distinti atleti di assoluto valore mondiale. Atleti che per le loro qualità fisiche e aspettative psicologiche hanno caratteristiche diverse e fanno parte della ristretta cerchia dei "vincenti". di LAMBERTO CAPONI
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Bastia Umbra abbiamo l'onore di avere un’atleta di fama mondiale. Il suo nome è Antonio Rossi. Antonio fa parte della società di atletica leggera Athlon Bastia presieduta dal prof. Claudio Lazzari (decatleta di livello europeo negli anni '70). L’Athlon si divide in due settori: la prima squadra e la categoria dei master. Ovviamente la squadra dei master è la più blasonata. In Italia è la più conosciuta, temuta e ammirata per la quantità e la qualita degli atleti che riesce a mettere in campo ad ogni manifestazione. La stella e capitano indiscusso è proprio lui, Antonio (Tonino) Rossi, classe 1950, ha cominciato a correre gia trentenne con le gare lunghe di resistenza... poi un giorno, per caso, ha partecipato ad una gara sui 100 mt piani e nessuno è piu riuscito a superarlo. Ci hanno provato in tanti anche nei recenti campionati indoor ad Ancona, ma lui è tornato a Bastia con la meda-
glia d'oro nei 60 mt piani ed una di bronzo nella staffetta. La carriera di Antonio vede nel suo palmares 38 titoli italiani e 20 ottenuti in gare a livello internazionale. Descriverle tutte è difficile, ma ad Antonio domandiamo quali gare ricorda di più: “Ne ricordo volentieri due: la vittoria ai campionati europei indoor di Gent (Belgio), nel marzo 2011, e la medaglia di bronzo conquistata a Jyvaskyla (Finlandia) ai campionati mondiali indoor nell'aprile 2012. Entrambe le gare erano i 60 mt piani. Nella prima occasione la vittoria è stata un qualcosa di travolgente e spettacolare, anche perché dopo il primo turno, tutti, mi davano per favo-
mano, al solo pensiero, mi fa ancora venire i brividi. Mi sono sentito orgoglioso di essere italiano. In Finlandia il prestigio della Antonio Rossi medaglia lo dava il fatto che erano i campionati del mondo, c'erano degli atleti americani che in passato erano stati campioni olimpionici. Il vincitore dei 60 mt piani, Bill Collins, ha detenuto il record mondiale sulla staffetta 4x100m ottenuto nel 1977. In finale sono arrivato terzo e per un solo dannato millesimo di secondo non ho otrito, dagli addetti ai lavori agli tenuto la medaglia d'argento. avversari, e vincere da favo- È stata un’esperienza meravirito non fa che accrescere il gliosa”. prestigio della vittoria, poi La consacrazione di Antonio esultare con il tricolore in Rossi sprinter a livello euro-
“Esultare con il tricolore in mano mi fa venire ancora i brividi”
peo arriva nel mese di agosto 2012, a Zittau in Germania, dove vince l’oro sui 100m in una finale mozzafiato. Antonio, ha sempre detto che il merito di questa irripetibile carriera è anche della sua meravigliosa famiglia, che gli dà l'equilibrio e la serenità necessaria per poter praticare questo sport con costanza ed impegno. Secondo noi, a volte, la serenità e l'equilibrio non bastano se non si riesce a dare quel qualcosa in più degli altri. Le piste sono piene di atleti che hanno serenità e traboccano di equilibrio, ma non porteranno mai a casa una medaglia se non sono dei vincenti. Antonio sembra un super atleta che si allena 8 ore al giorno, che mangia tutto pesato al grammo e che non beve alcolici. In realtà è una persona normale, innamorato del suo nipotino, mangia e beve come tutti, si allena come gli altri, ma quando arriva il momento della gara qualcosa si accende in lui, si trasforma, corre e vince! Pochi ci riescono perché lui è un vincente.