Illustrazione copertina Studio Marini
ALL INTERNO
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I RISULTATI DEL 0ALIO
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OTTOBRE 2019
www.terrenostre.info terrenostrenews@gmail.com 335.7362185 SCOPRI TUTTO SU www.com-com.it O CHIAMA AL 075/8001868
Editoriale di SILVIA MARINI
L’insostenibile leggerezza dell’etere
R
isposte facili a domande complesse, è l'era delle verità in pillole, dei programmi spot, degli slogan gridati e delle uscite ad effetto. C'è baruffa nell'etere tra litigi a comando e gaffe a tavolino, dove tutto è spettacolo e il pubblico è ammaestrato. Incalzanti, ironici, al vetriolo, sguaiati e accalorati i dibattiti inondano gli schermi come una grande commedia tragicomica in cui gli attori cambiano espressione in base al copione ma fanno parte della stessa compagnia. E' l'antipolitica della politica, il trionfo dell'erbafascismo, il calderone fumante da Bibbiano ai barconi, la voluta ignoranza dell'elettore da tastiera.
LA RIVISTA NON RICEVE NESSUN CONTRIBUTO PUBBLICO Il FLASH MOB della sigla del 57° Palio de San Michele
L
in 10 giorni supera 15 mila visualizzazioni su Facebook
a canzone dei Queen “Bohemian Rhapsody”, ha il record di visualizzazioni su YouTube. Supera il miliardo ed ha già sbancato gli Oscar con l'omonimo film (4 statuette). È il brano del 20esimo secolo più ascoltato in streaming. "Bohemian Rhapsody", girato nel 1975, è anche il filmato generalmente riconosciuto come uno dei primi videoclip promozionali della storia della musica. Terrenostre anche quest’anno ha avuto l’onore di realizzare la sigla della 57esima edizione del Palio de San
Michele a Bastia Umbra. Per l’occasione sulle note dei Queen con "Bohemian Rhapsody" e "We will rock you" è stato ideato, ballato, cantato e suonato, dal vivo, il primo Flash Mob della città. Lo spettacolo ha visto piazza Mazzini riempirsi in soli 5 minuti di veri musicisti, veri coristi, service professionale e circa 400 rionali, in un’esplosione di colori. Il video è stato realizzato con 8 telecamere e con i contributi dei visitatori che in quel momento stavano in piazza. In una settimana ha ottenuto
Periodico dell’Associazione Cult. LIBERA VOX FONDATO NEL 1998 da Francesco Brufani, Carlo Rosignoli e Marco Fabrizi - REG. TRIB. PERUGIA N. 29 DEL 14/05/1999 - Direttore Responsabile FRANCESCO BRUFANI Mail: bruk22@alice.it SEDE E REDAZIONE: P. Mazzini, 49/b - Bastia U. Tel. e Fax 075.8010539 - 335.7362185 terrenostrenews@gmail.com
HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO:
Studio legale Avv. Andrea Ponti & Chiara Pettirossi - Sonia Baldassarri - Gaia Berardi - Marco Brufani Roberta Brunelli - Giorgio Buini - Gianfranco Burchielli - Lamberto Caponi - Rino Casula - Mario Cicogna - Vittorio Cimino - Giorgio Croce - Antonio Del Moro - Mirko Fanfaroni - Claudio Ferrata Giuseppina Fiorucci - Moreno Gagliardoni - Marco Loreti - Sauro Lupattelli - Leonardo Marinangeli Silvia Marini - Michelangelo Matilli - Paola Mela - Mohammad Pesaran - Stefano Piccardi - Michela Proietti - Carlo Rosignoli - Samanta Sforna - Sara Stangoni - Luciano Tisba VIGNETTE: Marco Bargagna, Giorgio Croce, David Ferracci STAMPA Litoprint - PUBBLICITÀ Sede 075.8010539 Francesco Brufani 335.7362185 Marco Fabrizi 335.8243510
oltre 10mila visualizzazioni su facebook e mentre stiamo scrivendo ha ampiamente superato i 15mila. È stato un successo senza precedenti come, del resto, tutta la festa, nonostante qualche serata di pioggia, ha ottenuto un vero e proprio record di presenze. Per quanto riguarda il video da soli non avremmo potuto fare niente e per questo citiamo testualmente tutti coloro che ci hanno aiutato in questa fantastica avventura a partire dal presidente dell’Ente Palio Federica MO-
RETTI. Regia Stefania PICCARDI; coreografia Daniela ROSATI; arrangiamenti musicali Federico ANSIDERI; strumenti Roberto PICCARDI, Emanuele SERENI, Federico SICULI; service audio ACOUSTIC LIGHT; coro Arianna BERGAMO, Chiara BETTI, Chiara COTOZZOLO, Alessandra FRASCARELLI, Francesca MASTROMATTEI, Francesca PANZOLINI, Elisa PICCARDI, Stefania PICCARDI; in collaborazione con i CAPITANI E RIONALI; riprese David FERRACCI, Giovanni RUITI, FAP FOTO; montaggio David FERRACCI; contributi video del pubblico Nicola ANGIONE, Roberta BRUNELLI, Andrea PICCARDI, Marco PICCARDI, Matteo SANTONI; logistica Parrocchia SAN MICHELE, Mauro PICCARDI, Comune di BASTIA UMBRA. A tutti diciamo grazie di cuore. Francesco Brufani
ECCELLENZE
numero 7 - Ottobre 2019
GRAFICHE DIEMME: 40
INTERVISTA A EUGENIO MASCI Da quarant’anni l’azienda Grafiche Diemme di Bastia U. trasforma Nata nel 1979 come tipografia, oggi è specializzata in packaging in di SARA STANGONI
Quarant’anni tra carta e colore. Con questo slogan Grafiche Diemme ha annunciato il suo importante traguardo. Nata nel 1979, la tipografia di Bastia Umbra ha vissuto importanti trasformazioni, fino a diventare l’azienda specializzata di oggi. A dirigerla sono i soci Eugenio Masciolini e Marcello Monacchia e le figlie Roberta Masciolini, Barbara Masciolini e Beatrice Monacchia, orgogliosi del percorso fatto insieme in questi anni.
Q
uando inizia la storia dell’azienda Grafiche Diemme? - Nel 1979 Marcello Monacchia e Domenico Fausti fondano la tipografia. L’anno seguente sono entrati in società Alfio Alunni ed Eugenio Masciolini, che lavoravano nello stesso settore. Oggi, per vicissitudini varie, a dirigere l’azienda siamo in due: Eugenio Masciolini e Marcello Monacchia. Come si è evoluta l’attività? Abbiamo iniziato in un piccolo locale di appena 40 mq nel centro di Bastia Umbra per poi arrivare a una superficie complessiva di 6000 mq in due strutture dislocate una nella zona industriale di Ospedalicchio e una di Bastia. La nuova struttura ha segnato la trasformazione. In che modo? - Dopo anni di crescita costante, durante i quali la specializzazione del personale è andata
di pari passo con le innovazioni tecnologiche, abbiamo avuto la necessità di ampliare lo spazio produttivo che ci ha consentito di creare un nuovo reparto con macchinari di ultima generazione nel settore del packaging. La svolta importante in che anno è avvenuta? - Nel 2000, grazie ad investimenti importanti che hanno segnato il passaggio da attività artigianale a più marcatamente industriale. Ultima tappa significativa è stato il 2018 con i nuovi acquisti tecnologici. Siete nati come tipografia. Oggi in cosa siete specializzati? - Abbiamo perfezionato in modo particolare il settore del packaging in cartone. Grafiche Diemme è infatti in grado di realizzare scatole di diverse tipologie per valorizzare i prodotti più rappresentativi di vari settori merceologici, quali food & beverage, cosmesi, profumeria e alta moda. Particolare attenzione viene dedicata oggi al
settore vitivinicolo attraverso la realizzazione di bag-in-box. Per ogni settore proponiamo una vasta gamma di finiture di pregio, per rendere ogni prodotto originale e innovativo destinato al settore luxury. Una crescita costante è frutto di obiettivi condivisi. - Uno degli obiettivi principali di Grafiche Diemme è allargare i propri mercati di riferimento, esportando il nostro know-how e la nostra esperienza italiana nel settore della stampa in Europa. Oggi la sfida è
anche rendere Grafiche Diemme un’azienda ecosostenibile. A tal fine, abbiamo già acquisito la certificazione ISO:14001 e attuato investimenti a livello energetico per ridurre al minimo l’impatto ambientale del nostro ciclo produttivo. Quanto è importante per Grafiche Diemme la Ricerca & Sviluppo? Per noi è fondamentale, ricerca e sviluppo vanno di pari passo con l’innovazione tecnologica. Ad oggi siamo particolarmente concentrati sulla ricerca di un prodotto 100% green. Qual è la mission aziendale? - “Cre-
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ECCELLENZE
anni tra carta e colore
IOLINI E MARCELLO MONACCHIA la materia prima in conoscenza: dalla carta alla pubblicazione. cartone, con produzioni a livello nazionale e internazionale
are una squadra vincente che lavora per la soddisfazione del cliente.” Come è composto il vostro parco macchine? – Da fustellatrici di vario formato, finestratrici, piegaincolla, macchine digitali, macchine offset piana, macchine per lavorazioni speciali e altre strumentazioni. Tutte di nuova generazione. È un parco macchine scelto per rispondere al meglio alle diverse richieste del mercato: innovazione, creatività e raffinatezza. Cosa riguarda la vostra produzione? - Abbiamo un alto livello di flessibilità sia per quanto riguarda le tira-
ture che le tipologie del prodotto, articolate in tre settori: il commerciale/pubblicitario, l’editoria e la cartotecnica. Queste linee di produzione sono in grado di rivolgersi ad un’ampia fascia di destinatari: agenzie di comunicazione, grande distribuzione, industrie alimentari, pubblica amministrazione, editoria, cosmesi. Ogni prodotto è personalizzato per rispondere al meglio alle diverse esigenze comunicative. I vostri servizi? - Forniamo servizio completo dalla prestampa
alla confezione, ideazione grafica, assistenza tecnica, progettazione e realizzazione prototipi, ci occupiamo di lavorazioni speciali, postalizzazione e garantiamo una consegna rapida in ogni parte del mondo. Progettazione e produzione. Quanto conta il rapporto con il cliente? - È al centro del nostro lavoro. Siamo in grado, oggi più di ieri, di offrire una consulenza tecnica e un supporto creativo continui e puntuali. Le sue richieste di innovazione e flessibilità
sono la nostra sfida quotidiana. Quante persone lavorano con voi? - Siamo in quaranta, distribuiti in tutti i reparti: grafico, stampa, commerciale, confezionamento, magazzino, organizzazione e consegne. Sono entrate in azienda anche le vostre figlie. - Sì, il passaggio generazionale è stato affrontato già da tempo. Infatti sono già diversi anni che hanno un ruolo ben definito in azienda: Roberta si occupa di sviluppo commerciale di nuovi mercati, dirigendo con successo un team di export manager. Beatrice si occupa del Commerciale Italia, Barbara è responsabile della parte gestionale e amministrativa. Il loro sostegno è fondamentale in questa fase di crescita. Come festeggerete questi primi 40 anni? - Con un grande evento aziendale dedicato a tutti i nostri collaboratori, partner e amici. Progetti per il futuro? - L’ampliamento della nostra sede di Ospedalicchio. Siamo già in fase esecutiva, presto avrete modo di vedere i risultati. Come ci piace sottolineare, Grafiche Diemme è un’azienda sempre in crescita. INFO: GRAFICHE DIEMME S.r.L. Via della Comunità Z.I. Ospedalicchio di Bastia U. Tel. 075 801571
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VIANDER il Mangi
Non solo un motto, ma uno stile di vita. ”Viander il in un angolo del mondo dove la natura mette in mostra all’ispirazione del più antico libro di ricette del XIV secolo di di SONIA BALDASSARRI
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n occasione del ven- bato e qualche volta ci tennale di Viander il faccio una capatina anpresidente e fonda- che di domenica, perché tore Antonio Natali- sa come si dice? L’ocni ripercorre per chio del padrone ingrasTerrenostre le tappe fon- sa il cavallo”. damentali che hanno por- Sacrifici quotidiani, detato l’azienda a diventare dizione continua ed una una delle realtà più impor- passione smisurata sono tanti del food service na- gli ingredienti che, sazionale ed internazionale. pientemente miscelati, Viander ha scelto di festeggiare il raggiungimento di questo pregevole traguardo con coloro i quali rappresentano la forza dell’azienda: i propri collaboratori. La famiglia Natalini ha chiamato tutti a raccolta per vivere insieme momenti di relax , di intrattenimento e rendere così il giusto merito ad un obiettivo che è il Antonio Natalini successo comune. Per tre giorni dunque tutti in Sardegna, dal 5 al 7 ottobre, hanno fatto sì che Viancon escursioni in barca der diventasse sinonimo nell’iconico golfo di di eccellenza in Italia e Orosei e in jeep nell’en- nel mondo. “Non è stato troterra di Barbagia con sempre facile, lei non impranzo preparato da pa- magina quante notti i stori sardi tra le varie at- miei figli ed io non abtività proposte dal calen- biamo dormito per i pendario. sieri - continua Natalini Prendiamo appuntamen- - il segreto però è non to con Antonio Natalini mollare mai, credere di sabato mattina nel suo sempre in quello che si fa ufficio chiedendo scusa ed affrontare le difficolper averlo disturbato in tà con tenacia”. un giorno in cui l’azien- Parliamo circa un’ora e da è chiusa. Lui elegan- mezza, lo interrompo temente mi invita a sede- solo tre o quattro volte re, mi guarda, abbozza per rivolgergli alcune un mezzo sorriso e ri- delle domande che avesponde così: “Sono in vo preparato, per il resto azienda dal lunedì al sa- lascio che sia lui a gui-
dare quella fantastica macchina del tempo in cui sono salita. Davanti a me ho un imprenditore illuminato e carismatico con alle spalle quasi mezzo secolo di esperienza e di successi, ma soprattutto vedo un uomo innamorato del lavoro che con umiltà ha coltivato giorno dopo giorno la sua passione. “Quando ho acquistato questo stabile qui a Torgiano, per farne la sede centrale, era uno sfasciacarrozze di dimensioni notevolmente inferiori a quello che vede lei ora, consideri che eravamo sui 3500 metri, ad oggi invece raggiungiamo i 7200 metri. Nel momento in cui ho deciso di fondare Viander volevo che si differenziasse dalle altre aziende che avevo creato in precedenza per la produzione, mi spiego meglio, intendevo creare una realtà che oltre a commercializzare i prodotti si occupasse anche di produrli. Il primo stabilimento di produzione Viander lo abbiamo aperto in Puglia, a Mesagne, una scelta strategica visto il territorio fertile. L’azienda ha iniziato così la produzione d’eccellenza caratterizzata da carciofi, funghi, pomodori, insalatine e creme. Il secondo punto invece si tro-
Il fondatore Antonio Natalini con i figli Michele va a San Giovanni in Croce, a Cremona. Nel corso degli anni Viander è riuscita a strutturarsi anche per la produzione di alimenti prima solo commercializzati quali ketchup, maionese, senape, olio e aceto, sale e pepe, creme a base di carciofi, porcini, formaggi, radicchio e asparagi. Posso affermare con orgoglio che la produzione di Viander si contraddistingue da anni grazie ad un’evoluzione costante, curata da un laboratorio di ricerca sempre attivo, dinamico ed attento ai cambiamenti del merca-
to”. Servizio impeccabile e prodotti di alta qualità sono i punti cardine che caratteriz-
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arbene, ne fa 20
Mangiarbene”, fondato nel 1999 in Umbria, si trova bellezza e spiritualità. Componenti essenziali che unite Guillaume Tirel producono eccellenze al servizio del food
e Giancarlo sul palco della convention dei venti anni zano l’operato di Viander. “Scegliere Viander significa avere la certezza di un ottimo servizio, grazie ad una
presenza strategica su tutto il territorio nazionale riusciamo a soddisfare le richieste dei clienti in tempi brevissimi. Oltre ai due stabilimenti di cui le ho detto in precedenza, Viander è presente anche in Sicilia ed in Sardegna. L’altro punto forza dell’azienda è il grande assortimento e l’alta qualità dei prodotti che vendiamo, frutto di un accurato e costante studio”. Venti anni di successi sono il risultato di uno straordinario lavoro di squadra. “Un plauso è doveroso
rivolgerlo ai 300 collaboratori di Viander - afferma emozionato Natalini - perché i veri artefici di questo importante traguardo sono loro. Ognuno col proprio apporto ha contribuito a rendere grande l’azienda, per cui ci tengo a dire che Viander è il trionfo di tutti noi insieme”. Fino al 2010 l’azienda ha fatto registrare numeri da capogiro: la crescita annuale del fatturato si è aggirata intorno al 20 per cento. “Siamo riusciti a crescere del 20 per cento all’anno fino al 2010, successivamente, nonostante la crisi che ha attanagliato l’intero Paese, l’azienda ha proseguito il suo trend positivo facendo registrare un aumento del 2-3 per cento annuo. Siamo usciti indenni dalla crisi grazie al consolidamento finanziario dell’azienda che ci ha permesso di acquisire i prodotti pagandoli cash, senza dover ricorrere alle banche. Viander ha sedi di distribuzione in tutt’Italia oltre che sulle isole in Sicilia e Sardegna. Negli anni della crisi abbiamo deciso di potenziare il commercio estero, nel 2011, infatti, Viander è sbarcata a Miami dove ha aperto il suo primo deposito negli USA. Ad oggi posso affermare che andiamo molto fieri del fatturato estero in quanto cresce di un 10-12 per cento annuo”. Il passaggio generazionale è avvenuto, Antonio
Natalini ne parla con orgoglio. “Un buon padre non deve mai vantare troppo i suoi figli, tuttavia è doveroso da parte mia elogiare Giancarlo e Michele perché stanno dedicando anima e corpo all’azienda. Il passaggio generazionale è avvenuto ed io ne vado fiero, il nuovo assetto societario vede me ricoprire la carica di presidente, Giancarlo direttore commerciale e Michele responsabile acquisti e logistica. A volte i miei figli ed io abbiamo vedute differenti, come è normale che sia del resto, ma le dirò, i confronti sono uno stimolo importante”.
fare delle acquisizioni di altre aziende, ma ripeto, tutto dipende dalla volontà di Giancarlo e Michele. Ci tengo a sottolineare che Viander non è quotata in borsa e mai lo sarà, è di proprietà della famiglia e della famiglia rimane. La novità imminente che posso anticiparle è l’apertura di una vetrina degustativa della linea “Il Mangiarbene” a Bastia Umbra in Via dei Pioppi”. Antonio Natalini chiude rivolgendo un pensiero alle nuove generazioni. “Ai giovani mi sento di dire che devono credere sempre nei propri sogni, il successo si costruisce
Il ventennale è un traguardo che la famiglia Natalini sente come un nuovo inizio, tanto sta progettando ed innovando. “Il futuro dipenderà dalla volontà dei miei figli, dalla direzione che intenderanno prendere. L’azienda, avendo superato i 50 milioni di fatturato, è classificata come azienda di grandi dimensioni, ragion per cui si dovrà valutare l’idea di
passo dopo passo, partendo dal niente con la forza di volontà e di sacrificio. Credendo in sé stessi, è possibile raggiungere traguardi prestigiosi”. L’incontro con Antonio Natalini, un imprenditore di successo ed un uomo garbato ed elegante, è stato una splendida lezione di vita. Buon compleanno Viander!
HISTORY
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Memorie di un boia A cura di MARIO CICOGNA
A
pochi passi da Gubbio vi era un'amena villetta abitata da agiati possidenti, che vi conducevano vita tranquilla e beata. Il padre attendeva a qualche piccolo traffico e sovente si assentava per due o tre giorni dalla propria abitazione. La famigliola restava allora affidata alle cure della madre, la quale, casta ed esemplare signora, educava ed istruiva da sé i suoi figli: Evelina, una giovinetta di dodici anni, Paolo, un ragazzo decenne, e Luigi un bambino di quattro anni. Una mattina dei primi di agosto la signora Faustina, mentre suo marito era fuori, dovendo recarsi a Gubbio per qualche spesuccia, lasciò la casa af-
RAPINA IN VIL Giovanni Battista Bugatti, detto Mastro Titta, carnefice dal 1796 al 1864, eseguì a Gubbio la sentenza capitale di fidata alla vecchia domestica Margherita e all'uomo di fatica Gaetano, raccomandando poi ad Evelina di vigilare sui fratellini. Verso mezzogiorno, mentre la Margherita si era recata nell'orto per portare il desinare a Gaetano che vi lavorava con otto contadini, si presentò al cancello della villa un povero malconcio, il quale pareva volesse la carità. - Entrate, entrate, buon uomo - gli disse Evelina - a momenti tornerà la fantesca e vi darà qualche cosa da mangiare. Il supposto mendicante entrò e, traversato il cortiletto, penetrò nella sala da pranzo a terreno della villa seguito da Evelina, che si stupiva della sua audacia. - Siete soli? - domandò
imperiosamente ai fanciulli l'incognito. - Soli, perché? - rispose Paolo insospettito di quel contegno, e si diresse verso la porta intenzionato a chiamare aiuto. Ma il mendicante gli attraversò la strada e, tratto un coltello da sotto la giacca, glielo immerse nel collo. Luigi, a quella vista, si diede a gridare come un'aquila e Evelina corse verso di lui per fargli scudo con il proprio corpo. Ma il masnadiero non indugiò e col coltello colpì la giovinetta e il bambino rovesciandoli a terra uno sopra l'altro. L'assassino passò risoluto nella camera vicina, salì al piano superiore e, giunto alla camera da letto, facendo saltare col coltello insanguinato le serrature dei mobili, fece ricco bottino di roba e di
denaro, quindi ridiscese per fuggire attraverso il cancello della villa. Mentre usciva s'imbatté con Margherita che ritornava. Questa, insospettita, affrettò il passo e, giunta nella sala da pranzo, vide l'orrendo macello. - Il mendicante! Il mendicante, mormorò Evelina ferita. Margherita, pazza per il terrore, si diede ad inseguire l'assassino attraverso i campi urlando: - All'assassino, al ladro! Richiamati da quelle grida accorsero Gaetano e gli altri contadini e, datisi ad inseguire il fuggiti-
La casa di Mastro Titta a Roma
vo, giunsero a colpirlo con una terribile bastonata al capo, sul limite della macchia alla quale si avviava. Caduto, tentò di rialzarsi, ma i contadini gli furono so-
HISTORY
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LA
dello Stato Pontificio Antonio Casagrande pra e l'avrebbero fatto a pezzi se non era Gaetano a trattenerli. Lo trascinarono fino alla villa, dove appresero tutti i particolari dell'orribile misfatto, da Margherita che stava fasciando le ferite di Luigi ed Evelina. Il povero Paolo era giá morto. Il fratello e la sorella furono salvati dalle pronte cure del medico chiamato da uno dei contadini. Strettamente legato, l'assassino fu condotto a Gubbio dal bargello e "Il 28 agosto - annota Mastro Titta - fui chiamato per eseguire sopra di lui la sentenza di decapitazione e squartamento, pronunziata dai giudici". L'efferatezza del delitto aveva talmente esasperato la popolazione di Gubbio, che si voleva ad ogni costo sottrarre l'assassino alla esecuzione della sentenza legale, quantunque severissima, per martirizzarlo, e fu ne-
cessario da parte dell'autorità l'invio di una grossa scorta per proteggere il delinquente nel tragitto dalle carceri al patibolo. Ma non appena la carretta uscì, si sollevò tale chiasso, che si dovette retrocedere e chiamare nuove truppe, le quali occuparono militarmente la piazza e tutti gli sbocchi delle strade disperdendo la folla. "Allora soltanto - scrive nelle sue memorie il carnefice del Papa - si poté condurre al palco il delinquente, nominato Antonio Casagrande. Eseguita la giustizia, dovetti porre la testa in un canestro per andarla a piantare sulla porta della città, fuori della quale si
Mastro Titta offre una presa di tabacco a un condannato prima dell’esecuzione
trovava la villa ove era stato commesso l'orribile delitto. Ma anche questo mi fu impossibile. Si dovette attendere la notte, e il mattino raddoppiare le sentinelle perché non la staccassero. L'esecuzione di Antonio Casagrande fu la prima operata da me, alla quale non assistesse altro pubblico che i birri, i gendarmi e i soldati. Gli urli della folla che stazionava innanzi agli sbocchi mettevano spavento al giustiziando, per modo che si dovette portarlo sul palco a brac-
Il mantello di Mastro Titta
Il coltello del carnefice di Roma
cia. Prima di porre la testa sotto la mannaia era completamente incanutito, segno del terrore dal quale era stato invaso.
Parmi d'aver già avvertito che gli autori degli assassinii più feroci, si mostrano più vili innanzi al patibolo".
PETRINI-HISTORY
numero 6 - Ottobre 2019
LA VERA STORIA DELLA
Arrivano gli anni dello splendore e degli investimenti nel mondo. L’esportazione della pasta uno stabilimento produttivo con ottimi risultati. Il settore zootecnico veleggia leader con di LUCIANO TISBA
L
a costruzione del nuovo silos per una capacità di 200 mila quintali, suddivisi in venti tipi di grani, fu commissionata alla Cooperativa Cementisti di Ravenna e venne alla luce in quella struttura di giganteschi corpi cilindrici che ancor oggi incombono su Bastia. Il pastificio all’inizio degli anni ’70 fu potenziato con l’istallazione di nuove linee produttive, portando la capacità giornaliera sopra i 1.400 quintali di pasta. E’ in questo periodo che la Società indirizzerà le vendite verso i mercati internazionali. Nel corso di dieci anni i prodotti a marchio “Spigadoro” conquistarono tre quarti del globo: Europa (dal Portogallo alla Russia), in tutto il nord America (Stati Uniti, Canada), Messico, in tutto l’Estremo Oriente (Giappone, Cina, Malesia, Singapore), in tutta l’Australia e nella Nuova Zelanda. La visita periodica agli importatori portava, necessariamente, ad un moto d’orgoglio bastiolo nel mondo: negozi con scaffali stipati di prodotti della Petrini e, so-
prattutto, l’apprezzamento dei consumatori così lontani, ma mai così vicini. L’esportazione rappresentò il 30% del volume delle vendite rappresentando il 50% della redditività. Tanto era l’affidabilità degli impianti, dei tecnici, del personale che aziende come Plasmon e Milupa affidarono all’azienda le produzioni delle pastine “Prima Infanzia” che erano vendute nelle farmacie. Le paste dietetiche furono una specializzazione dell’azienda che produsse, per prima in Italia, la “pasta senza glutine” destinata ai consumatori affetti da celiachia e venduta nelle farmacie. Anche la soc. Farmaceutiche Giuliani si affidò alla SpigadoroPetrini per produrre alcune dei suoi prodotti che nelle farmacie ebbero un successo strepitoso. Queste relazioni industriali con colossi specializzati nel loro settore permise alla Spigadoro-Petrini un arricchimento tecnico-scientifico al personale incaricato di guidare e controllare le produzioni e all’azienda margini di fatturato di livello superiore alla media del settore. Nel 1986 l’esportazione
della pasta negli Stati Uniti era in continua espansione e la capacità produttiva non riusciva più a soddisfare la richiesta che proveniva d’oltre oceano. La ditta, che, al tempo, non mancava certo di lungimiranza, sondò il mercato USA e si mise in contatto con un giovane imprenditore desideroso di aver per partner la “Spigadoro” nel ramo della produzione della pasta e fu raggiunto un accordo societario con quote al 50% per costruire rapidamente un pastificio con annesso molino per grano duro. Tutta la progettazione, la tecnologia e la potenzialità fu affidata ai tecnici di Bastia. L’equidistanza dalla costa atlantica e da quella pacifica premiò Kansas City nello stato del Missouri quale luogo di costruzione degli opifici. Il luogo non era vicino ai grandi centri di consumo della pasta e cioè la costa atlantica e pacifica, ma fu condizionato da un grande contratto di fornitura con la Soc. Cisco Co. che era la più grande azienda di catering del Paese e operava in tutto il territorio statunitense. Alla fine del 1988 sia il pa-
stificio che il molino erano perfettamente funzionanti. Una nota di colore fu l’inaugurazione che ebbe il suo fulcro con una solenne cerimonia alla quale presenziarono oltre ai proprietari, il governatore dello stato del Missouri, giornalisti provenienti dagli Stati circostanti, emittenti televisive locali, cittadini festanti. La via che conduceva allo stabilimento fu immortalata dalla targa “Italian Way”
e mentre sulla parte più alta dello Stabilimento garriva il tricolore italiano, la banda suonava le note dell’”Inno di Mameli” cantato con voce stentorea dal “Pavarotti” locale. Il grande entusiasmo proiettò l’evento in uno schermo mondiale, tant’è che alla Spigadoro-Petrini fu richiesto di collaborare per la realizzazione di altri stabilimenti in altrettanti Paesi: - Giugno 1989 Seul (Corea del Sud) Carlo Petrini ed i suoi collaboratori vengono invitati al-
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PETRINI-HISTORY
SPIGADORO-PETRINI (PARTE 2)
Spigadoro rappresenta il 30% del volume delle vendite. A Kansas City (USA) viene realizzato il marchio Petrini in tutto il territorio nazionale. Nel 1998, purtroppo, arriva l’apocalisse
Il progetto originale del Molino e del Pastificio realizzati nel 1988 a Excelsior Springs Kansas City - Missouri (USA) l’ambasciata italiana per discutere la fattibilità tecnica di uno impianto simile a quello di Kansas City, in società con una facoltosa famiglia di imprenditori coreani. - Ottobre 1990 Obregon (stato di Sonora - Messico), tramite l’addetto dell’ambasciata messicana viene richiesto la riattivazione di un impianto fermo da anni. - Febbraio 1998 Perth (Australia): il Ministero dell’agricoltura invitò i rappresentanti italiani alla realizzazione di un nuovo pastificio in loco in società con una cooperativa del Paese grande produttrice di ottimo grano duro. Motivi tecnici particolari, ma soprattutto strategici ne impedirono le realizzazioni: nei Paesi sopracitati si esportavano già grandi quantitativi di pasta e avremmo compromesso molto le produzioni di Bastia. Ma a Bastia cosa stava avvenendo? L’Azienda era in ottima salute in tutti i settori, gli impianti lavoravano a tempo pieno le vendite andavano a gonfie vele ed i risultati di bilancio erano ottimi, ma…nonostante ciò alcuni membri delle diverse famiglie Petrini pensarono di uscire dall’attività e, dopo aver fatto valutare l’Azienda da una Società specializzata in tali competen-
ze, decisero di metterla sul mercato. I motivi sono rimasti riservati ed incomprensibili perché all’epoca lavoravano all’interno dell’Azienda diversi soggetti delle famiglie. - Alessandro Petrini, i figli Gastone e Maurizio, il nipote Marco figlio di Gastone. - Piero Petrini, i figli Ettore e Giampiero. - Riccardo Petrini, il figlio Roberto. - Carlo Petrini, il figlio Alberto. All’offerta che giunse immediata da parte di un concorrente al valore stimato e che fu, dal consiglio, accettata, giocò l’asso, sul metaforico tavolo, Carlo Petrini che fece sua quell’offerta divenendo di fatto il proprietario di tutta l’Azienda. Fece il gioco di Carlo Petrini il coraggio e la temerarietà: facendosi forte di un’operazione finanziaria sostenuta dalla banca “City Bank” di New York, liquidò gli azionisti e in compagnia del cugino Giorgio (che FCarlo rimase nelPetrini l’azionariato), e del figlio Alberto, ne assunse il comando. Essendo venuti meno nove operativi delle varie famiglie Petrini ridistribuì le responsabilità per la gestione dell’Azienda ad un ristretto comitato direttivo. L’indebitamento, che era vicino ai 100 miliardi di lire, in un momento in cui gli interessi bancari superavano il 10%, fu giudicato dal mondo finanziario locale e non solo, e dai più vicini collaboratori di Carlo, un macigno quasi insopportabile in relazione alla redditività storica dell’azienda. Contrariamente alle previsioni pessimistiche che provenivano da diverse direzioni, con la cessione di una serie di beni esterni all’azienda (tra cui le azioni
del pastificio americano, che realizzò tre volte l’investimento di 2 anni prima) ed una diligente gestione delle attività che incrementò la redditività storica, in soli 5 anni, l’indebitamento fu azzerato e l’azienda tornò ad essere la corazzata che a tutti noi era sembrata inaffondabile. Con il passare del tempo Carlo aveva avuto i primi sintomi di una malattia (che l’ha portato a fine vita nel 2007). Era molto preoccupato per il futuro dell’azienda e il destino intervenne nel 1998 quando una Soc. finanziaria americana comunicò di essere interessata a fare grandi investimenti in Europa nel settore agroalimentare e lo invitò a New York per un incontro. Il 6 giugno dello stesso anno si recò con un suo collaboratore all’incontro e dopo due giorni di colloqui ne condivise i progetti e le strategie che prevedevano la Spigadoro Petrini capofila di una serie di aziende da acquistare sul mercato per portare il Gruppo a 2000 miliardi di fatturato. Ritenne di cedere la maggioranza azionaria in buone mani e di restare come fiduciario al timone, seppur in minoranza nelle decisioni. All’epoca, nella nostra realtà, erano ancora vaghi gli effetti del connubio fra finanza e imprenditoria e ciò che può accadere quando l’invadenza dell’una piega ai propri interessi l’essenza del lavoro e la sua utilità. Ecco! Il computo di quanto avvenne fu la devastazione della Petrini come entità imprenditoriale: il suo svuotamento di risorse umane ed economiche a favore di azioni di finanza scellerata implacabile. In meno di tre anni manager prezzolati, incuranti dei consigli di uno staff radicato (costretto man mano all’esi-
lio), dilapidarono un patrimonio economico ed umano cinquantenario. In questo caso è duro chiudere un buon pasto con un amaro, ma tale è la realtà. Come avrete notato sono stati omessi nomi non indispensabili, ma mi preme chiudere con due citazioni: Una è per le organizzazioni sindacali dell’azienda con le quali, seppur ci furono scontri e dissensi, si lavorò insieme per il bene dell’Azienda e dei lavoratori che ci lavoravano coscienziosamente. La seconda è per il dottor Giuseppe Palumbo, pugliese di Lucera, assunto alla fine degli anni ’50 che guidò l’amministrazione e la finanza fino al 1998. Uomo riservato di grandissimo intuito e capacità, consigliere strategico di ogni decisione storica per il bene di tutto il Gruppo. Abile mediatore per ogni diatriba societaria,
con il cambio di proprietà (americana) e l’arrivo dei nuovi manager, preferì lasciare l’Azienda e ritirarsi nel suo eremo di Perugia. Nella speranza di aver rappresentato il mio vissuto aziendale che se non è tutta la verità è ciò che si può ricostruire della verità, ho deciso di scrivere per due motivi: il primo per ristabilire e mettere al proprio posto tutti i tasselli che altri hanno pervicacemente scomposto non per malafede, ma per ignoranza dell’argomento. Il secondo affinché sia data una giusta sepoltura ai morti riconoscendone i limiti e gli errori, ma anche il bene fatto alla comunità di Bastia. * (Nel numero di settembre abbiamo pubblicato per errore la foto d’epoca del pastifico Ponte anziché quella della vecchia fabbrica Spigadoro Petrini - Ci scusiamo con i lettori)
ATTUALITÀ
LA LEGGE IN PILLOLE A cura dello studio legale Andrea Ponti & Chiara Pettirossi
Il debito condominiale ed il pignoramento sui singoli condomini Se il creditore/fornitore del Condominio ha un titolo esecutivo può aggredire il credito condominiale nei confronti del singolo condomino per i contributi a questi dovuti. uesto è il principio espresso dalla Suprema Corte di Cassazione con sentenza del 14/05/2019 n. 12715. La Corte, ricordando i principi generali in tema di esecuzione forzata e quindi della responsabilità del debitore – Condominio, ha affermato che le rate dei contributi dovute dai Condomini al Condominio sono un vero e proprio credito che può essere assoggettato a pignoramento presso terzi. Unica condizione che permette però di aggredire tale credito condominiale è quella rappresentata dall’approvazione dell’assemblea condominiale del bilancio nel quale, appunto, vengano inseriti gli importi pro quota dovuti dai singoli condomini. Ovviamente il pignoramento potrà avvenire solo per quella parte di contributi non riscossi dal Condominio. Sul punto però occorre fare attenzione in quanto i pagamenti precedenti alla notifica dell’atto di pignoramento sono opponibili alla procedura (ossia sono validi) solo se dotati di data certa anteriore alla notifica. Se, in particolare, il Condomino ha effettuato il pagamento presso l’amministrazione con denaro contante ed anche se lo stesso ha rilasciato apposita ricevuta ciò non potrebbe essere sufficiente per provare l’avvenuto adempimento delle rate di contributi in quanto la ricevuta rilasciata solitamente non è dotata di data certa. Per ottenere l’effetto della certezza della data occorre che la relativa ricevuta sia inviata dall’amministratore a mezzo posta elettronica certificata (ad altro indirizzo pec) ovvero sulla stessa sia apposta la c.d. marca temporale. In assenza di tali accorgimenti il Condomino potrebbe essere tenuto a versare nuovamente quanto già corrisposto al Condominio ma questa volta in favore del creditore procedente.
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numero 7 - OTTOBRE 2019
WALLA WALLA – CANNARA
Un gemellaggio sempre più forte
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lison e Chiara, sono due ragazze da poco rientrate da uno scambio culturale tra Cannara, piccola cittadina italiana, e Walla Walla, città dello Stato di Washington, negli Stati Uniti. Il gemellaggio tra le due città è stato promosso già nel 2014 da Antonio Baldaccini, CEO & President UMBRAGROUP, che ha trascorso negli Stati Uniti circa 20 anni. Queste due cittadine condividono, a distanza di km, la coltivazione dello stesso prodotto: la cipolla. Nel 2018 inizia lo scambio culturale tra ragazzi italiani e americani: quattro ragazze di Walla Walla arrivano in Italia e si fermano per due settimane a Cannara e due studenti dell’Istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri di Assisi partono alla volta di Walla Walla. Questo scambio permette di conoscere le tradizioni e la cultura eno-gastronomica locale e dà la possibilità ai ragazzi di vivere un’esperienza indimenticabile e fortemente educativa. Quest’anno è stata la volta di Alison e Chiara: due ragazze rispettivamente di 16 e 18 anni. Al loro rientro, le abbiamo intervistate per raccogliere le loro sensazioni su questa
esperienza. Alla domanda “Cosa vi ha spinte a partire?” Alison e Chiara ci rispondono cosi: “La curiosità di scoprire un Continente così nuovo che non ho mai visitato, di scoprire culture e tradizioni nuove e la possibilità di migliorare la mia pronuncia con la lingua inglese.” Nelle due settimane che sono state negli USA Alison e Chiara hanno avuto la possibilità di visitare musei, vedere le opere culturali della città e le meraviglie naturali del posto. L’arricchimento, poi, è avvenuto anche dal punto di vista personale: “lì abbiamo fatto amicizia con la famiglia in cui stavamo, con vari amici, varie persone che facevano parte del comitato e sono stati tutti tanto gentili e disponibili nei nostri confronti. Potevamo cambiare ad esempio, il programma se ce n’era bisogno.” In conclusione, Alison e Chiara ci dicono: “Siamo state inglobate in
una nuova società, diversa, in una cultura diversa. Tutto più grande tutto più ampio, e comunque ci hanno fatto sentire come se fossimo a casa, ci siamo trovate molto bene.” Quella di Alison e Chiara è stata sicuramente una bella esperienza che ha permesso ad entrambe di maturare una nuova identità, influenzata
da una cultura diversa da quella cui sono abituate. Antonio Baldaccini, CEO & President UMBRAGROUP, sottolinea così l’importanza e il valore dell’interculturalità: “Ho promosso questo scambio culturale lo scorso anno perché ritengo che questa sia un’opportunità d’oro per ragazze così giovani di fare un’esperienza internazionale”.
ASSISI/ATTUALITÀ L’EDITORIALE di Vittorio Cimino
Evoluzionismo e religione
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rattare questo argomento in poco spazio è quasi follia, ma ci provo. Non molto tempo fa alcuni giornali hanno pubblicato articoli e disegni per sostenere la possibilità che l’uomo derivi dalla scimmia. Le cose, spesso, non sono quello che sembrano a prima vista. L’evoluzionismo e la nascita di Adamo, creato da Dio, sono conciliabili; mi spiego: le sacre scritture sostengono che Dio non ha corpo, è purissimo spirito, perciò quando affermano che l’uomo è stato creato a somiglianza di Dio non può riguardare il corpo. Cerchiamo di capirci: In cosa consiste la somiglianza? Somiglianza non vuol dire uguaglianza, chi somiglia a suo padre non è perfettamente uguale a lui. Dio è perfetto e l’uomo è imperfetto, perché in parte è materia e in parte è spirito, cioè fatto di corpo e di anima. Non è difficile capire che se Dio non ha corpo non ha le mani e, quindi, non poteva impastare il fango per creare l’uomo, cosa, inoltre, disdicevole per l’Ente supremo. Ora veniamo alla possibilità di conciliare la tradizione religiosa con la teoria dell’evoluzione. Quando il grande scienziato inglese Darwin ha sostenuto che l’uomo è una scimmia evoluta non ha necessariamente contrastato le teorie religiose, perché se è vero che l’uomo ha un’anima può essere anche vero che sia stata data da Dio ad un certo momento del processo evolutivo di una sua creatura, non nata dal fango ma da un altro essere vivente, non di specie inferiore. Il vero atto della creazione dell’uomo, quindi, avviene quando la Mente suprema conferisce la scintilla del divino ad una sua creatura. Alcuni secoli fa sarei finito sul rogo per avere osato di dare spiegazioni che competono alla Chiesa, ma, per mia fortuna quei roghi non si accendono più e la Chiesa non condanna più Darwin, l’autore dell’evoluzionismo. Ho provato pù volte a sostenere che le scritture sacre vanno interpretate e lo ripeto ancora.
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PRO LOCO/PETRIGNANO D’ASSISI
Assegnato a Eugenio Fumagalli il Premio Samaritano 2019
Il 12 ottobre a Petrignano d’Assisi verrà celebrato il gesto eroico che è costato la vita al tassista brianzolo di Michelangelo Matilli
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l Comitato organizzatore istituito dalla Pro loco di Petrignano ha nel mese scorso nominato una Commissione esaminatrice la quale, dopo aver letto le segnalazioni giunte a mezzo stampa, ha ritenuto opportuno conferire il premio alla memoria di Eugenio Fumagalli, tassista della Brianza, che ha sacrificato la propria vita compiendo un gesto di estrema solidarietà. Nella notte del 13 gennaio scorso infatti, il quarantasettenne brianzolo, mentre stava guidando il suo taxi sulla Milano-Meda, si accorge di un’auto che in seguito a un incidente stradale si era cappottata, decise di intervenire coraggiosamente mettendo in salvo una coppia di giovani. Il gesto gli costa però la vita: due autovetture giungenti ad alta velocità urtano l’auto ferma di Eugenio che muore. “Era una persona splendida” ricorda la famiglia, che ha accolto con entusiasmo l’invito a venire a ritirare il premio. La manifestazione ha avuto luogo il 12 Ottobre, presso il Parco Samaritano a Petrignano d’Assisi. Numerosi i presenti che hanno onorato il gesto esemplare di amore verso il prossimo compiuto da Eugenio Fumagalli.
A memoria di Giancarlo Tofi La sera del 12 ottobre 1972 il giovane petrignanese Giancarlo Tofi soccorse coraggiosamente un ciclista caduto lungo la SS147 che congiunge Petrignano d’Assisi a Bastia. Mentre Giancarlo cercava di chiedere aiuto agli automobilisti in transito, tentando anche di fermare il traffico affinché il ciclista non venisse travolto, una macchina a forte velocità lo investì in pieno. Alcuni cittadini di Petrignano, a ricordo di Giancarlo e di tutte le vittime della strada, pensarono quindi di istituire un premio da assegnare ogni anno a una persona che, dietro segnalazione di enti, autorità, forze di polizia e stampa, si fosse distinta per un gesto di coraggio e solidarietà stradale. Il trofeo venne denominato “Il Samaritano” in riferimento alla parabola evangelica e dunque ai valori universali di altruismo e amore per il prossimo
ATTUALITÀ
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CAREGIVER: chi è e cosa fa? In Italia, secondo gli ultimi dati ISTAT, si stimano circa 8,5 milioni (il 17,4% della popolazione) di caregiver. L’Umbria è la regione con la percentuale più alta di familiari (17,1%) coinvolti in un processo assistenziale
di SAMANTA SFORNA
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onostante vada diffondendosi sempre più spesso l’idea secondo cui anche i professionisti (medici, infermieri, assistenti alla persona) sarebbero dei caregiver, questo termine è nato per indicare un tipo di assistenza informale. Il più delle volte il caregiver è proprio un familiare (di solito coniuge o figlio) o un amico che, spesso finisce col trovarsi impreparato perché non ha la sufficiente consapevolezza del proprio ruolo né delle competenze necessarie per assistere una persona non autosufficiente. I compiti del caregiver invece risultano essere complessi e riguardano sia l’assistenza diretta (lavare e cambiare l’assistito, preparare il cibo seguendo le prescrizioni mediche ed eventualmente imboccarlo, somministrare i farmaci, ecc...) che la sorveglianza passiva (laddove l’assistito, ad esempio, sia a letto ma deve essere controllato, oppure in quei casi dove il controllo è necessario perché l’assistito potrebbe causare situazioni di pericolo per sé o per gli altri). Oltre a questi due aspetti insorgono altri numerosi compiti collaterali (l’occuparsi delle questioni amministra-
Il termine anglosassone “Caregiver” indica colui che si prende cura, a titolo non professionale e gratuito, di una persona cara affetta da malattia cronica, disabile o con un qualsiasi altro bisogno di assistenza a lungo termine (anziani, soggetti colpiti da disturbi psichici o malattie neurodegenerative) tive e burocratiche, il tenere rapporti con enti o strutture che si occupano della persona, l’accompagnamento in ospedale o altri centri medici, l’acquisto di ausilii e protesi, ecc...) che possono tenere occupato il caregiver non solo in modo discontinuo e saltuario ma anche a tempo pieno in base alle condizioni dell’assistito, della presenza di altre persone impegnate nella cura e dell’eventuale accesso a servizi domiciliari o semi-residenziali. Tuttavia come spesso accade, quando si vuole tutelare un diritto, si finisce col metterne a rischio un altro. Se l’assistito può aver bisogno di un sostegno psicologico e di attività educative che favoriscano il mantenimento o l’incremento delle abilità residue, l’espressione di sé,
l’accesso ad adeguati stimoli sensoriali, il caregiver non è da meno, trovandosi in una situazione di stress fisico e psicologico dovuta al carico di lavoro, alle responsabilità e al coinvolgimento emotivo con l’assistito. È dimostrato infatti che l’attività di cura può compromettere il diritto del caregiver alla salute, al riposo, alla vita sociale e alla realizzazione personale. Dal punto di vista normativo, se a livello europeo le legislazioni di Francia, Spagna, Gran Bretagna, Polonia, Romania e Grecia prevedono delle tutele specifiche per i caregiver, come vacanze assistenziali, benefici economici e contributi previdenziali, l’Italia si pone in una posizione di arretratezza; ciò è dimostrato dal fatto che non esiste ancora
una legge capace di prendere in considerazione in modo diretto la figura del caregiver e di stabilirne in modo inequivocabile tutti i diritti e i doveri e, In linea di massima, occorre fare riferimento ancora alle leggi sulla disabilità, come la 104 del 1992, oppure alle disposizioni regionali. L’unica eccezione italiana è rappresentata dall’Emilia Romagna, la sola regione ad essersi dotata, nel 2014, di una legge, (Legge Regionale 28 marzo 2014) intitolata “Norme per il riconoscimento ed il sostegno del caregiver familiare” (con cui si istituisce la Giornata del caregiver l’ultimo sabato di maggio) che “riconosce e valorizza la figura del caregiver familiare in quanto componente informale della rete di assistenza alla persona e ri-
sorsa del sistema integrato dei servizi sociali, socio-sanitari e sanitari”, con l’intenzione di rendere più omogenee le risposte nei diversi territori, valorizzare l’apporto di queste figure e sostenerle nella loro vita, non solo nell’attività di cura, anche attraverso un rapporto più strutturato con la rete dei servizi, l’associazionismo non profit e il volontariato. Attualmente anche altre regioni (Abruzzo, Campania, Lazio, Marche, Piemonte, Sardegna) si stanno attivando per adottare provvedimenti simili ma la direzione migliore sarebbe quella di un Testo Unico che regolamenti in modo uniforme la figura del caregiver a livello nazionale e non regionale, che preveda anche più agevolazioni, detrazioni e bonus assistenza per anziani e disabili.
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Sessualità e contraccezione: lo sapevate che…?
Ne parliamo con la Dr.ssa Francesca Cenci, responsabile del Centro Donna dell’Ospedale di Assisi di STEFANO PICCARDI
Gli adolescenti iniziano a sperimentare la sessualità in età sempre più precoce e senza consapevolezza dei rischi. Le informazioni che ricevono sono scarse o quasi assenti e derivano principalmente da internet e dal passaparola tra pari. Per questo è importante costruire attorno a loro dei punti di riferimento ai quali potersi rivolgere, liberamente, senza alcun giudizio, scegliendo una modalità di comunicazione e di servizio che possa adeguarsi alle diverse esigenze ed età
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li adolescenti iniziano a sperimentare la sessualità in età sempre
più precoce e senza consapevolezza dei rischi. Le informazioni che ricevono sono scarse o quasi assenti e derivano principalmente da internet e dal passaparola tra pari. Per questo è importante costruire attorno a loro dei punti di riferimento ai quali potersi rivolgere, liberamente, senza alcun giudizio, scegliendo una modalità di comunicazione e di servizio che possa adeguarsi alle diverse esigenze ed età. Ne parliamo con la Dr.ssa Francesca Cenci, responsabile del Centro Donna
dell’Ospedale di Assisi che ci dice: - Da circa 3 anni, presso il Centro Donna, è attivo il Consultorio Giovani creato per garantire una presenza fattiva riguardo le esigenze dei ragazzi. Tale servizio è cresciuto in contemporanea alla nostra presenza nelle scuole finalizzata a mettere in atto un sistema di promozione della salute attraverso la conoscenza di tematiche relative al mondo giovanile. La nostra professione fa sì che i temi affrontati riguardino la sfera affettiva, la sessualità e la contraccezione, ma vengono affrontate anche problematiche mediche relative all’apparato genitale femminile.
Come è organizzato il servizio e chi vi può accedere? - Il servizio è situato all’interno dell’ospedale, al 2° piano dall’ingresso CUP ed è attivo il venerdì pomeriggio dalle 14 alle 16 e l’accesso avviene in maniera diretta e gratuita (senza prenotazione e ticket da pagare) ed è aperto a ragazzi e ragazze di età compresa tra i 14 ed i 22 anni. In questi orari siamo sempre presenti io e l’ostetrica Daniela Fiorani. L’accesso si svolge nel modo seguente: la ragazza (solitamente si tratta di femmine anche se
a volte vengono accompagnate dal ragazzo per questioni inerenti la coppia) viene accolta dall’ostetrica che prepara una cartella con i dati sensibili della stessa e tale passaggio viene effettuato solo in pre-
senza dell’operatrice, senza eventuali accompagnatori anche se si tratta della madre e/o del padre. Questo perché la ragazza deve sentirsi libera di potere esternare i suoi problemi, le sue preoccupazioni o le sue curiosità senza temere condizionamenti e/o il giudizio di qualcuno. Quindi si passa all’incontro con la Ginecologa per valutare al meglio la situazione o la richiesta formulata dalla paziente. Come è stata l’affluenza al centro in questi anni? - La cosa veramente interessante è che, soprattutto dopo la nostra presenza all’interno delle scuole del comprensorio, l’accesso
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si è decuplicato, a testimonianza dell’assoluta necessità che hanno i ragazzi di affrontare, con figure professionali specialistiche, determinate tematiche verso le quali esiste ed esisterà sempre una certa riluttanza a parlarne ed una connaturata forma di pudore. Noi come operatori siamo contenti di avere constatato tutto ciò e del fatto che la vicinanza ai ragazzi ci ha permesso pure di intercettare situazioni psicologiche complesse che magari necessitavano di interventi specialistici da parte di Psicologi. A tal fine infatti accanto al nostro Servizio si è inserito uno Spazio Giovani curato da una psicologa che gratuitamente fornisce un sostegno psicologico e affronta le problematiche presentate dai ragazzi. Qual è la filosofia che vi anima e che messaggio si sente di dare ai giovani che ci leggono? - Noi crediamo ferma-
mente che la promozione della salute passi assolutamente attraverso la conoscenza e la comprensione di determinati aspetti della propria persona. Informare i ragazzi e saperli consigliare su questioni riguardanti l’aspetto affettivo e di conseguenza sessuale della loro vita, permette di creare individui più consapevoli e più rispettosi della loro persona. Da ciò deriva direttamente una sessualità responsabile e consapevole con conseguente riduzione di malattie a trasmissione sessuale e di interruzioni volontarie delle gravidanze, una maggiore consapevolezza del rispetto di se stessi che conduce ad una maggiore capacità a riconoscere e quindi a gestire situazioni di “violenza di genere”.
Nuovo comitato direttivo per BNI
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NI è l’organizzazione di scambio referenze strutturato più vasto al mondo dove i membri (professionisti e imprenditori), si aiutano reciprocamente per aumentare il proprio giro d’affari, costruendo relazioni forti e di fiducia grazie al principio del GIVERS GAIN (chi dà, riceve). La partecipazione offre l’opportunità di fare networking e business, quindi mettersi in contatto con centinaia di migliaia di membri Bni in tutto il mondo. In Umbria ci sono 2 capitoli attivi. In particolare quello di Assisi “il Cantico”, che si riunisce ogni giovedì mattina presso l’omonimo Agriturismo. Lo scorso 3 ottobre ha rinnovato il comitato direttivo: il nuovo presidente è Roberto Vaccai, vice presidente Monia Filippetti, segretario Giulio Lombardini, Responsabile formazione Sabina Brinkhoff, Responsabile Ospiti Fabio Tassi, responsabili del comito membri Federico Falini e Chiara Mencarelli. Guideranno questo capitolo nel prossimo semestre con l’obbiettivo di farlo crescere secondo la filosofia dell’Organizzazione, con il beneficio di far acquistare visibilità a chi vi partecipa. Se sei imprenditore o libero professionista e sei interessato ad avere maggiori informazioni www.bni-perugia.it facebook BniCapitoloAssisiCantico Email: bni.assisi19@gmail.com
HISTORY
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WOUNDED KNEE (Lacune storiche 3)
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(seguita dalla pag.20 di Terrenostre n.6 )
uelli di Sand Creek e del Washita non sono gli unici massacri perpetrati a danno degli indiani d’America, anzi, dall’arrivo di Cristoforo Colombo in poi si registra il sistematico sterminio dei nativi ad opera dei conquistatori prima e dei colonizzatori dopo. Il genocidio – mi limito a riportare pochi esempi - inizia nel XVI° secolo con la spedizione spagnola guidata da don Juan de Onate che, alla faccia degli undici frati francescani al seguito, inizia una spietata carneficina nei confronti delle tribù Hopi dell’Arizona, colpevoli di non abbracciare una fede professata da stranieri vestiti di corazze e armati di archibugi; prosegue nel XVII° secolo con la colonizzazione del Nord America ad opera di Francia e Inghilterra, un invasivo maltrattamento di territori, culture e tradizioni che, unitamente al diffondersi di epidemie di matrice europea, vaiolo e morbillo su tutte, causa la totale scomparsa degli Uroni, pacifici agricoltori residenti da
secoli lungo la sponda canadese dell’Ontario; va avanti nel XVIII° secolo con l’occupazione della Florida da parte degli Stati Uniti e la conseguente decimazione della popolazione Seminole lì stanziata; e si completa nel XX° secolo con la resa delle poche tribù scampate all’indiscriminata espansione economico-militare decisa da Washington. L’ultimo atto della tragedia indiana si compie il 29 dicembre 1890 a Wounded Knee (Sud Dakota), nella valle dell’omonimo torrente dove quattro squadroni di cavalleria scortano i circa trecentocinquanta Sioux, duecento dei quali donne e bambini, al seguito del vecchio capo Piede Grosso (nei testi scolastici il 1890 viene ricordato come l’anno in cui, dopo la Somalia, anche l’Eritrea cade sotto il protettorato italiano). Piede Grosso ha la polmonite, riesce sì e no a parlare, tant’è che quando il maggiore Whitside lo interroga, grosse gocce di sangue gli scendono dal naso congelandosi a causa di una temperatura molto al di sotto dello zero. Eppure, malgrado il vento soffi
Il corpo congelato di Piede Grosso
con tale forza da strappare le tende dei tepee e il freddo sia tale da cristallizzare la neve in sottili aghi di ghiaccio, gli ufficiali radunano gli indiani al centro del campo e ordinano loro di togliersi di dosso le coperte per sottoporsi a perquisizione. Ovviamente ci sono proteste, urla, spintoni e un giovane sioux – si saprà poi che, essendo sordo, non ha sentito l’ordine - si ribella alla consegna di un fucile da lui regolarmente acquistato per la caccia. C’è il tira e molla con un soldato, parte accidentalmente un colpo e accade il finimondo: gli ufficiali perdono la bussola, impartisco-
no l’ordine di sparare e dalle colline circostanti dove il colonnello Forsyth ha fatto piazzare i cannoni temendo non si sa cosa, gli shrapnel spazzano a più riprese il campo uccidendo uomini, donne e bambini, più una ventina di soldati, vittime inconsapevoli del fuoco amico. “Cercavamo di fuggire,” riferirà la squaw Orsa Astuta, “ma loro ci sparavano addosso come fossimo bisonti. Io so che vi sono persone buone anche tra i bianchi ma i soldati che spararono sulle donne e sui bambini furono infami. I soldati indiani non avrebbero fatto una cosa simile ai bambini
bianchi” . Di trecentocinquanta Sioux se ne salvano cinquanta, gli altri, compreso Piede Grosso, sono abbandonati in mezzo alla neve dove restano congelati in posizioni grottesche (fig. 1). Prima di notte i cinquanta superstiti vengono ammassati in un carro, condotti a Pine Ridge e lasciati per ore allo scoperto prima di essere sistemati all’interno di una chiesa: chi di loro non ha ancora perso conoscenza può così vedere gli addobbi natalizi pendenti dalle travi e lo striscione appeso al pulpito con la scritta: Pace in terra agli uomini di buona volontà. I più anziani, a quel punto, avranno riflettuto sulla frase pronunciata tempo addietro dal grande capo Nuvola Rossa: “Ci fecero molte promesse (i bianchi, ndr), più di quante ne posso ricordare, ma ne mantennero solo una, promisero di prendere la nostra terra e la presero” * Per i virgolettati cfr. Dee Brown, “Seppellite il mio cuore a Wounded Knee”, Ediz. Mondadori, 1972 (pag. 487 e pag. 491)
HISTORY
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Francesco, messaggero di Dio non degli uomini Annacquate nei secoli le ragioni di quell’incontro. I nostri amici Mussulmani sono avanti a noi di MAURO LORETI
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ommaso da Celano e Bonaventura da Bagno regio, due dei primi agiografi di San Francesco di Assisi, riferiscono ampiamente dell’incontro del Santo con il Sultano mussulmano di Egitto Malik Al Kamil, di cui ricorre in questo mese di settembre 2019 l’800esimo anniversario. Dal loro racconto comprendiamo quanto oggi siano travisati i termini con cui avvenne quell’incontro, avvenuto su ben altre altezze umane e spirituali di quelle che spesso ci vengono propinate, annacquate dalla retorica tradizional popolare di “pace e bene” (Francesco in realtà non ha mai pronunciato questa frase). Francesco non era un “pacifista” di quelli che oggi sventolano la bandiera arcobaleno, ridurre la sua missione a una mera ricerca della pace nel senso di semplice assenza di guerra non è la verità né storica, né religiosa. Da quanto trasmessoci dagli agiografi si devono trarre conclusioni secondo verità storica inalienabili. Francesco mise a rischio la vita e cercò il martirio - per un miracolo egli e il suo compagno nella missione, Illuminato, colcati di botte, rimasero in vita - per predicare il Vangelo al Sultano e cercare di convertirlo alla fede in Cristo. Prima di Damietta egli provò per tale scopo a raggiungere le popolazioni del Marocco attraverso la Spagna, ma una malattia lo fece desistere. Egli, animato da uno speciale e straordinario modo di essere rivolu-
zionario, davvero inusuale per l’epoca, si presentò davanti a lui inerme, come bambino, confidente solo in Dio: Francesco era in carne ed ossa la parola vivente, era esattamente ciò che predicava; non tentò un accordo con il Sultano, né offrì una pace dalle fondamenta umane, ma le argomentazioni sublimi che dovettero uscire dalla sua bocca, illuminata dalla grazia, riguardavano la salvezza che proviene da Gesù Cristo. Ottenne l’attenzione del Sultano e per poco non riuscì nella sua impresa, e cioè di convertirlo. Ma ciò non avvenne, e Francesco, pur ammirato dallo stesso Sultano, nel cuore del quale aprì un’ampia breccia di benevolenza e di amicizia, dovette tornare a casa. Francesco, dunque, non porta la pace secondo gli uomini, ma secondo Dio. Egli era a suo modo un crociato che combatteva la sua battaglia con altre armi che non le appuntite spade, sorretto esclusivamente dalla Provvidenza celeste. Il dialogo e la pace di Francesco possono adempiersi soltanto nella verità che vuole annunciare, Gesù Cristo, e mettono in conto anche un prezzo da dover pagare. Non abbiamo il diritto di adattare al nostro facile e superficiale perbenismo secolare la sua alta vocazione di Araldo del Gran Re. Francesco non è l’uomo della pace per la pace, non è l’uomo del “vogliamoci
bene”, semmai è l’uomo del confronto e del dialogo, ma per nulla accondiscendente al compromesso, egli era certo della Verità e solo quella cercava di far emergere dal cuore degli altri uomini, scavando nelle profondità dell’anima. Noi cristiani di questo secolo non ne siamo capaci perché per la nostra ambigua condotta non siamo più credibili. Esclusivamente il suo coraggio, il suo altissimo esempio, la sua profonda conoscenza di Dio, di Uno al quale Dio ha concesso di “parlare con Lui e tuttavia restare in vita” (Dt 4: 33), da soli devono ispirarci alla vera umiltà, alla vera fede, unica arma lecita da portare sempre con noi; alla vera pace in Dio, che solo Dio può dare, non gli uomini, alla vera e unica sapienza, al vero dialogo che si fonda sulla testimonianza vissuta e sul sacrificio per il vangelo, allontanando da noi la tentazione di rifugiarci nell’ipocrisia e nel facile compromesso. I nostri amici, fratelli e sorelle mussulmani, ci insegnano ogni giorno la costanza nella preghiera, la saldezza nella fede, sono molto più avanti a noi nella perseveranza, e nella lealtà verso Dio e verso gli uomini. Mi emoziona il loro modo di salutarmi mettendosi la mano con cui hanno stretto la mia sul loro cuore! Oh, potessimo avere la forza di far assaporare a questi nostri amici
mussulmani almeno un alito del sublime profumo di quell’alba gloriosa in cui Cristo è risorto! Allora la storia trattenne il respiro e il moto dell’universo fu scrollato dall’ineluttabile, ci fu dato il senso della vita, la gioia piena senza più ombre. Da allora non abbiamo più paura della morte, né di qualcos’altro,
nulla più ci turba. Che cosa potrebbe più tormentarci? Gesù è risorto! Anche se ancora non lo possiamo ravvisare con i nostri occhi mortali, da quell’alba di eternità sono in verità scomparse tutte le religioni; non esistono più nazioni, razze; non ci sono più partiti, gruppi, congregazioni, unioni, sette, generi, ma tutti, proprio tutti, siamo stati riuniti in un unico destino di bene; un epilogo, il Suo ritorno, che non potremo mai immaginare appieno, tanto sarà oltremodo esaustivo di tutte le nostre domande, anche di quelle che per i nostri limiti non sapremo mai porre.
AZIENDE
numero 7 - Ottobre 2019
Smartphone, tablet, assistenza contrattuale, computer, accessori vari
CON BYTEWOOD SENZA LIMITI
“La tecnologia sta evolvendo in maniera così rapida che l’utente medio ha difficoltà a rendersi conto della sua coscienza digitale. Vendere informati è il nostro obiettivo” di SONIA BALDASSARRI
O
ltre ai telefoni c’è di più! Definire Bytewood un semplice negozio di telefonia è riduttivo, Marco Gabrielli e Andrea Felicella hanno, infatti, messo in piedi un vero e proprio centro in grado di accompagnare il cliente nella scelta del prodotto, renderlo cosciente di cosa compra e soprattutto formarlo nell’utilizzo. Dalla passione di questi due talentuosi ragazzi nasce così un negozio che offre un servizio a trecentosessanta gradi, scegliere Bytewood significa avere la garanzia di assistenza 24 ore su 24. Com’è possibile? Semplice, basta scaricare l’app Secondhand e registrarsi a Bytewood per accedere ai servizi esclusivi del centro. Marco ed Andrea ci spiegano nel dettaglio le caratteristiche del loro ambizioso progetto, che ha aperto ufficialmente i battenti lo scorso 14 settembre. “La filosofia di base di Bytewood è assistere il cliente sia nella scelta del prodotto da acquistare sia dopo, una volta uscito dal negozio. Guidare il consumatore nell’utilizzo effettivo del telefono, computer, tablet o qualsiasi altro oggetto comprato è purtroppo considerato quasi da tutti una perdita di tempo, invece noi riteniamo sia
Andrea Felicella e Marco Gabrielli - “Attraverso l’app Secondhand è possibile ricevere assistenza 24 ore su 24. È più di un’app, ovvero, è lo strumento migliore per avere sempre in tasca tutti i servizi Bytewood”.
fondamentale. Il servizio assistenza è ciò che ci differenzia dalla grande distribuzione. Il nostro obiettivo è fungere da guida in un mondo, quello della tecnologia, che oggi giorno è diventato una vera giungla, è un caos di offerte, di contratti e prodotti. Ciò che vogliamo proporre è un servizio concreto ed utile al cliente. Chi si rivolge a noi non sarà mai considerato un numero da cui ricavare profitto, ma un cliente da fidelizzare nel tempo attraverso un rap-
porto basato su fiducia e trasparenza. Un cliente va consigliato per il suo bene, se esce dal negozio soddisfatto di sicuro tornerà e magari porterà anche altri clienti”. Da Bytewood si organizzano corsi per l’utilizzo dello smartphone. “La tecnologia sta evolvendo in maniera così rapida che l’utente medio ha difficoltà a rendersi conto della sua coscienza digitale, ragion per cui abbiamo pensato di dar vita a dei corsi di formazione. At-
tualmente teniamo corsi su prenotazione, privati e di coppia, poi col tempo valuteremo anche la possibilità di farli di gruppo”. Molteplici sono i prodotti in vendita. “Da noi è possibile acquistare: smartphone, tablet, accessori vari, prodotti di domotica domestica e computer, che però è un prodotto più da listino. Riguardo ai prodotti, vorremmo aprire una parentesi, chi volesse spendere un po’ meno ma avere comunque la garanzia di ac-
quistare una macchina performante vendiamo smartphone, tablet e computer usati, non ricondizionati e quindi originali con garanzia Italia 12 mesi. Le compagnie telefoniche che trattiamo sono: Tim, Vodafone, Fastweb, Kena Mobile, Lyca e Ho, sia business che privati”. Attraverso l’app Secondhand è possibile ricevere assistenza 24 ore su 24. “Siamo raggiungibili in chat per l’assistenza tecnica e commerciale tutto il giorno. Un altro servizio che offriamo è la card di riepilogo del contratto stipulato con la compagnia scelta, in modo che il cliente abbia una visione chiara di cosa ha acquistato”. Raccontare Bytewood non è semplice, tanto è vasta l’offerta di prodotti e servizi che offre. Marco ed Andrea riassumono in punti cardine la loro idea commerciale. “Bytewood essenzialmente si occupa di offrire servizi ed assistenza, curare lo smartphone e dedicarsi alla compravendita di telefoni, pc... Soprattutto, essere una guida sicura e trasparente verso la formazione del cliente, che è lo spirito col quale abbiamo fondato Bytewood”. INFO BYTEWOOD s.n.c. Via delle Querce,15/17 06083 Bastia Umbra Tel. 075 4650034
numero 7 - OTTOBRE 2019
Benvenuta Scuola di XXV Aprile
Ha squillato la prima campanella nella nuova Scuola di XXV Aprile, un progetto lungo oltre 35 anni, passato per amministrazioni, piani urbanistici, concorsi e ricorsi. Il plesso potrà ospitare fino a 540 alunni, divisi in 20 classi da 27 bambini. Presenti anche cinque laboratori, un’aula per le attività motorie e la mensa. Soddisfazione del sindaco Lungarotti: «È stata costruita grazie ad una politica di rigore sul piano delle spese»
S
di SARA STANGONI - FOTO di FAP FOTO
arà un giorno memorabile il 21 set tembre per il quartiere di XXV Aprile. È stata inaugurata ufficialmente la nuova Scuola di XXV Aprile, in concomitanza con l’inizio dell’anno scolastico. Le grida festose dei bambini insieme ai genitori, le parole di soddisfazione della giunta bastiola al gran completo e di quanti hanno lavorato al progetto, la gioia del quartiere che vede chiudersi una questione decisamente annosa. A suggellare questo momento le note vivaci della Banda Musicale di Costano. La nuova Scuola di XXV Aprile è stata costruita con avanzate caratteristiche antisismiche nel rispetto della sostenibilità ambientale, volta al miglioramento dell’offerta formativa. Costo totale 5 milioni di euro. Un po’ di storia: la sua fattibilità si è concretizzata solo nel 2013 con l’approvazione definitiva del Piano San Marco che ha consentito al Comune di entrare in possesso dell’area dove oggi è stata costruita la scuola. Con Delibera 184 del 27 giugno 2013 viene sbloccato il piano San Marco così da per-
mettere all’allora assessore Marcello Mantovani di commissionare nello stesso anno il progetto preliminare ed approvare il definitivo il 25 febbraio 2014. La procedura è portata a compimento il 26 giugno 2014 con l’approvazione sotto l’assessorato Degli Esposti. Dopo 7 mesi (marzo 2015) la Giunta approva il capitolato d’appalto. Il Comune di Bastia, a seguito di gara pubblica, a marzo 2016 ha affidato l’appalto dei lavori alla società ‘RF APPALTI SRL’ di Aprilia. L’appalto è stato bloccato per un anno, a causa del ricorso presentato al TAR dell’Umbria e al Consiglio di Stato contro il Comune dall’impresa arrivata seconda nella graduatoria della gara. L’Amministrazione Comunale ottiene pieno riconoscimento delle proprie ragioni, con decisione definitiva si riavviano le procedure per l’affidamento dei lavori. Da qui tutto in salita. Nel giugno 2017 parte il cantiere. Dopo 35 anni quella scuola finita al secondo piano del centro commerciale Il Giramondo, non c’è più. Al suo posto c’è una struttura moderna, colorata ed efficiente. Il nuovo plesso raccoglie
oggi la primaria di XXV Aprile, Bastiola, Cipresso e, al piano terra, la scuola dell’Infanzia Santa Lucia insieme a quella di Bastiola “Madre Teresa di Calcutta”. Può ospitare fino a 540 alunni, divisi in 20 classi da 27 bambini. Al piano terra sono state realizzate dieci aule, tre laboratori, due magazzini, un’aula per le attività motorie, con servizi igienici, di cui uno accessibile a portatori di handicap. Al primo piano ci sono altre dieci aule, due laboratori, un’aula insegnanti, un’aula magna. Presente anche la mensa da 145 posti. Nelle prossime festività di Natale, con la chiusura delle attività didattiche, verranno completati i lavori che riguardano
l’area esterna all’edificio scolastico. • Il Sindaco Paola Lungarotti ha espresso tutta la sua soddisfazione: “Sono onorata ed orgogliosa nell’aver tagliato il nastro inaugurale della Scuola di XXV Aprile. Ho raccolto solo in ultima battuta il testimone dell’Amministrazione Ansideri che tenacemente ha creduto in questo progetto, anche quando la congiuntura economica e le lungaggini burocratiche sembravano allontanare la realizzazione del plesso scolastico. Una scuola efficiente ed all’avanguardia sia dal pun-
to di vista strutturale che funzionale; una scuola che chiude un’attesa di circa 35 anni. Una scuola costruita grazie ad una politica di rigore sul piano delle spese che ha sempre caratterizzato l’Amministrazione precedente, esempio di buona amministrazione a cui ci rifacciamo per proseguire e arricchire ulteriormente la qualità della nostra città. Rigore e oculatezza che hanno permesso di togliere la tassa di scopo, introdotta dell’Amministrazione di sinistra per reperire parte dei fondi necessari, e realizzare comunque, senza nemmeno confidare sui contributi ministeriali, questo plesso scolastico che accoglie oltre agli alunni della zona di XXV Aprile anche quelli di Cipresso e Bastiola. Un grande obiettivo raggiunto, una grande promessa realizzata, un serio lavoro di squadra. Altri obiettivi ci aspettano, sarà impegno da parte della squadra perseguirli con la massima serietà e trasparenza.
numero 7 - OTTOBRE 2019
Palio De San Michele
Il Rione SAN ROCCO e il SERAFICO binomio vincente Questa edizione 2019 per il rione San Rocco non è stata un’annata da incorniciare visti i risultati “sul campo”, ma ciò non toglie la soddisfazione per le vittorie morali che a livello rionale sono state tante. Quella che ci ha dato magI ragazzi e gli operatori giori soddisfazioni è la del Serafico collaborazione con l’Istituto Serafico di Assisi che ha partecipato con alcuni ragazzi alla sfilata del nostro rione. È stato bello vedere dagli spalti i nostri amici sfilare insieme a tutti noi. Regalargli un sorriso e l’emozione della piazza ha sempre qualcosa di elettrizzante! Vorrei ringraziare per questo Francesca Centrone, la nostra rionale e referente dell’Istituto, che ha dato a noi e soprattutto ai ragazzi del Serafico questa opportunità in questo mese magico per la nostra città e per il nostro amato Palio. “Tutto sembra impossibile fino a che non lo fai” (Nelson Mandela). Simone Ridolfi (Capitano del Rione San Rocco)
La poesia al tempo di internet
Prestigioso riconoscimento a Giuseppina Pacioselli La poetessa bastiola si è aggiudicata il secondo e terzo posto, su 150 partecipanti, al concorso nazionale LOGO D’ORO, città di Terni
L
a poesia, al tempo di internet, è come ha osservato qualcuno, l’ultimo baluardo di fronte all’invasione di ciò che è veloce, sintetico, essenziale, simultaneo, visivo e appiattito nello spazio e nel tempo. Forse per questo chi si rifugia in quella che Montale considerava la più discreta delle arti, è un vero e proprio artigiano che cesella la parola come fa l’orafo con il bulino. E a cesellare Giuseppina Pacioselli, insegnante in pensione, ha iniziato a 11 anni inviando una poesia ad un concorso radiofonico. Si classificò prima e vinse un libro. Da allora non ha più smesso. E’ passato attraverso la magia delle parole il desiderio di guardare gli avvenimenti privati e pubblici seguendo il filo rosso delle emozioni. Numerosi i riconoscimenti ottenuti nei concorsi locali e regionali. Quattro volte prima e tre volte terza al premio letterario nazionale LOGO D’ORO di Terni, Giuseppina Pacioselli, quest’anno, con le sue tre composizioni si è aggiudicata un secondo e due terzi posti, ex aequo, su 150 partecipanti. Creativa e curiosa, Giuseppina Pacioselli non partecipa a concorsi a tema perché le piace scrivere in assoluta libertà e per questo viaggia sempre con matita e blocchetto al seguito per appuntare, ordinandoli, pensieri ed emozioni. Oggi sono molti quelli che pubblicano sul Web le loro creazioni. Sono gli Instapoets, tra questi moltissime giovani donne, a riprova del fatto che la poesia non è scomparsa, ma ha solo cambiato pelle e target. Per questo non ci stupiremmo più di tanto se ritrovassimo la nostra accanto a Rupi Kaur, la ventisettenne canadese di origini indiane che, i soliti bene informati, definiscono l’autentica stella del Web. Oltretutto Giuseppina Pacioselli, attrezzata dal punto di vista tecnologico, è attiva sui social, ma quel tanto che basta, come si addice ad una vera creativa. Fuori dal coro, ma sempre attenta alle note, quelle del cuore. Complimenti e alla prossima. Giuseppina Fiorucci
DAL COMUNE DI BASTIA UMBRA
Foto di Rita Peccia
Ottobre 2019
Il Sindaco Paola Lungarotti e la Giunta incontrano i cittadini di Bastia
Iniziano il 29 ottobre a XXV Aprile gli incontri con i cittadini di Bastia Umbra, un impegno dell’Amministrazione verso la cittadinanza per far conoscere personalmente gli assessori, i consiglieri e i referenti di zona. Le assemblee pubbliche che periodicamente si ripeteranno su tutto il territorio sono un momento molto importante per ascoltare e confrontarsi, per presentare i progetti in fase di realizzazione e fare il punto su quelli in progettazione. Saranno designati referenti per ogni zona, unione costante tra il territorio, il Sindaco e l’Amministrazione comunale. • Martedì 29 ottobre XXV Aprile - Centro sociale ore 21.00 • Mercoledì 30 ottobre Cipresso - Centro sociale ore 21.00 • Lunedì 4 novembre Campiglione - Centro sociale ore 21.00 • Martedì 5 novembre Mezzo Miglio - Bar le Delizie ore 21.00 • Mercoledì 6 novembre Centro storico - Sala Espositiva Monastero Benedettino di Sant’Anna ore 21.00 • Giovedì 7 novembre Santa Lucia - Circolo Colonia Santa Lucia ore 21.00 • Lunedì 11 novembre San Lorenzo - Sala sottostante la Chiesa di San Lorenzo ore 21.00 • Mercoledì 13 novembre Bastiola - Centro sociale ore 21.00 • Giovedì 14 novembre Borgo 1° Maggio - Centro sociale ore 21.00 • Venerdì 15 novembre Ospedalicchio - Centro sociale ore 21.00 • Lunedì 25 novembre Costano - Centro sociale ore 21.00
Notizie di utilità
Censimento Permanente a Bastia Umbra - Il Comune di Bastia Umbra informa che dal primo ottobre sono ripartite le operazioni del Censimento Permanente che non coinvolge come in passato tutte le famiglie bastiole, ma solo un campione di esse. L’obiettivo è di fornire informazioni sulle principali caratteristiche della popolazione, sia nazionale che locale; informazioni utili a vari livelli per organizzare attività e programmare interventi sul territorio. I rilevatori incaricati dal Comune di Bastia per il Censimento 2019 sono due, muniti di cartellino identificativo. L’Ufficio Centrale di Censimento, situato presso la sede del Settore Demografico-Statistico in via Cesare Battisti n.11, rimane in ogni caso a disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento. Contatti: tel. 075 8018310-8018319; email: servizidemografici@comune.bastia.pg.it Progetto Famiglia Family Friendly - Il Comune di Bastia Umbra con il settore Servizi Sociali entra a far parte dei Comuni amici delle Famiglie, Network family, con una prossima certificazione ”Family Friendly”. 18 i comuni umbri che si impegneranno per garantire i diritti alle famiglie, con il prossimo coinvolgimento territoriale delle associazioni di categoria, per poter offrire sostegni, sussidi, scontistiche, azioni mirate a promuovere un ambiente accogliente, sicuro, riconoscente, amico e culturalmente valido. Obiettivo di progetto sarà costruire una rete di solidarietà e di attenzione con il marchio Family per ascoltare la voce delle famiglie in un vero e proprio tavolo operativo permanente che potrà soddisfare i bisogni delle politiche genitoriali, degli anziani e delle giovani generazioni. Progetto Famiglia Family Help - E’ prevista l’erogazione di vaucher per l’assistenza a minori e disabili nell’ambito del progetto family help"- FINANZIAMENTO P.R.O. DEL F.S.E. Umbria 2014-2020 - Asse "Inclusione sociale e lotta alla povertà". Un bando pubblicato dalla Regione Umbria, Assessorato alla Salute, Coesione sociale e Welfare per facilitare soprattutto le donne, facilitare nel rapporto con il mondo del lavoro quando nel carico familiare sono presenti persone bisognose di assistenza, anziani non autosufficienti, disabili. Si comunica che il termine per la presentazione delle domande è stato prorogato fino al 22/11/2019. Tutte le informazioni, i requisiti dei destinatari del contributo, le modalità di presentazione delle domande, il modulo della domanda è presente sul sito www.comune.bastia.pg.it nella sezione Avvisi-Eventi e news- Informazioni Sociale: AVVISO PUBBLICO "FAMILY HELP"- FINANZIAMENTO P.R.O. DEL F.S.E. Umbria 2014-2020 - Asse "Inclusione sociale e lotta alla povertà" A Bastia Umbra è possibile fare attività motoria idonea per il Parkinson - Sarà possibile eseguire attività motoria idonea presso i locali del Centro sociale di Borgo 1°Maggio da martedì 8 ottobre p.v. ore 9.30. “Molte ricerche scientifiche evidenziano che chi è affetto dal Parkinson ha necessità di attività motoria seguendo protocolli idonei” afferma la presidente Unione Parkinsoniani Elisa Marcaccioli. L’attività motoria è utile non solo per mantenere le abilità ma essendo svolta in gruppo c’è la possibilità di socializzare e di uscire dall’isolamento che spesso accompagna il malato e il suo nucleo familiare. ”Lo scopo di questo progetto è quello, dice l’assessore alle Politiche Sociali Daniela Brunelli, di andare incontro alle esigenze del territorio nella convinzione che i servizi vadano portati agli ammalati e non viceversa”. Per informazioni Unione Parkinsoniani di Perugia Aiutate l’Amministrazione nel segnalare disservizi o guasti - PUBBLICA ILLUMINAZIONE: Enel Sole, contact center, operativo tutti i giorni 24 ore su 24: chiamata gratuita anche da cellulare 800 90 10 50 UMBRA ACQUE: per le segnalazioni guasti rivolgersi 24h al servizio di emergenza telefonando al numero verde (gratuito): 800250445
Ricevimento Amministratori Paola Lungarotti Sindaco: tutti i giorni previa richiesta di appuntamento presso la Segreteria, tel. 075-8018203 Francesco Fratellini Vicesindaco e Assessore urbanistica-edilizia-ambiente: tutti i giorni
previo contatto telefonico. Tel. 335 5602602 Daniela Brunelli Assessore politiche sociali e scolastiche: Lunedì 10-12.30 Mercoledì 10.00-12.30 Venedì 10.00-12.30
Valeria Morettini Assessore bilancio- commercio – Polizia locale: Martedì 9.00-11.00 Giovedì 9.00-11.00 Stefano Santoni Assessore lavori pubblici:
Lunedì 8.30- 13.00 Giovedì 8.30 – 13.00 Filiberto Franchi Assessore sporttrasporti pubblici e scolastici-affari generali- anagrafe- cimiteri: Martedì 8.30 -10.30 Giovedì 8.30 – 10.30
SPORT
numero 7 - OTTOBRE 2019
Motociclismo
Luca Maria Casagrande Contardi Campione Italiano CIV Junior Ohvale 110 di SONIA BALDASSARRI
S
ono trascorsi circa otto mesi da quando l’ho incontrato per la prima volta. Il direttore di Terrenostre aveva deciso che quell’intervista toccava a me, dovevo presentare Luca Maria Casagrande Contardi, il bambino che in sella ad una moto è in grado di fare magie. È stato così, in un freddo pomeriggio di pieno inverno, che ho incrociato Luca Maria. Il suo sorriso, la sua bontà, i suoi modi garbati e quegli occhi che solo a guardarli ci si perde tanto sono genuini e schietti, hanno catturato la mia simpatia. In questi mesi la sua famiglia mi ha sempre aggiornata su ogni gara, ho tifato per lui e mi sono emozionata quando domenica 8 settembre è stato incoronato campione italiano del Civ Junior Ohvale 110. Luca Maria è riuscito nell’impresa di portare per la prima volta in assoluto in Umbria il titolo Civ Junior Federazione Motociclistica Italiana categoria Velocità. Lo incontro pochi giorni dopo il trionfo, apro la porta della redazione e mi ritrovo sommersa all’improvviso da un abbraccio muto, resto lì, inginocchiata, senza dire una parola, poi Luca Maria si scosta, mi guarda e dice: “sono tanto contento di rivederti”. Per correre il Campionato Italiano di velocità Junior della Federazione motociclistica italiana, Luca Maria ha necessitato della deroga poiché al momento dell’iscrizione non aveva ancora 10 anni. Ha disputato cinque gare straordinarie, superando di slancio intoppi tecnici e fisici, perché è vero che ha doti meravigliose ed un talento innato, ma gli ingredienti che hanno fatto la vera differenza sono un paio. Due genitori fantastici che lo sostengono sempre ed il suo essere
così solare che gli fa affrontare tutto col sorriso e l’ottimismo. Dice Luca Maria: - “All’inizio ho pensato: sono il più piccolino, devo fare esperienza, va beh, anche se ar-
rivo ultimo non importa. Facciamo le qualifiche e conquisto il terzo posto in griglia. Quando è giunto il momento della partenza per la gara 1 mi è venuto un dubbio: ma la partenza adesso come si fa? Papà mi ha detto: come sempre! Pensavo di aver fatto una partenza anticipata in realtà erano gli altri a non essere partiti. Insomma, ho vinto la gara, ma non sapevo che alla fine mi facevano
pure un’intervista, ero emozionatissimo”. Prosegue raccontando delle sue gesta con una naturalezza disarmante, come se correre una gara con un dito del piede rotto, un’altra gara con il pollice rotto ed un’altra ancora sobbalzando di continuo sulla sella per non far spegnere la moto, fosse una cosa semplice e normale. - “A parte che ho corso quasi sempre sul bagnato, ti racconto la gara che ho fatto a Modena.
La moto non andava bene, per non farla spegnere mi sono dovuto impegnare tanto, era difficile poi perché pioveva a dirotto, ho finito gara 1 terzo e gara 2 secondo. Ma il bello è nella terza gara di Varano, non arrivava benzina al motore allora facevo avanti e indietro sulla sella, in gara 1 mi sono ritirato, in gara 2 invece papà l’ha aggiustata e ho fatto primo, alla partenza sono andato via a razzo, ho lasciato la riga nera per terra. La gara più bella è stata la penultima a Magione perché ho corso col dito del piede rotto, nelle prove libere sono caduto, ho fatto un volo che non ti immagini, ma sono subito risalito. Alla fine, nonostante il dolore, ho vinto. L’ultima gara a Franciacorta invece ho corso col pollice destro rotto, la cosa più bella è stata quando alla fine ho abbracciato mamma e tutto il team. Questo anno mi ha fatto capire che io non ho mai un limite, riesco sempre a migliorarmi e a superare le situazioni difficili. Vorrei ringraziare Federico Malizia della CIAM S.p.A e la famiglia Perini di H. PIERRE che mi aiutano a vivere questo sogno”. A microfoni spenti mi parla del suo compleanno, delle vacanze al mare e poi ci facciamo un selfie, perché è sì campione italiano ma prima di tutto è un meraviglioso bambino di dieci anni con la passione per i Lego.
numero 7 - OTTOBRE 2019
ECCELLENZE
In viaggio con FORINI S.P.A. Fai il pieno di energia Crescere energicamente è l’obiettivo del nuovo brand 1Q della Forini S.p.A. Alla linea dei carburanti Acton special fuel si affianca la commercializzazione di metano ed energia elettrica con la linea Acton gas&power
I
l 12 maggio 2019 per la Forini Spa è una data importante, è stato il giorno in cui ha avuto inizio una nuova e prestigiosa avventura con l’autodromo di Misano. Per l’occasione è stato inaugurato l’impianto di distribuzione carburanti 1Q con i prodotti Acton Special Fuel del gruppo Forini, dal 1933 leader nel settore dei prodotti petroliferi. Una soddisfazione enorme per la famiglia Forini, oltre a Alberto vi sono anche Renzo e Antonio, da sempre fiera sostenitrice dell’importanza di offrire ai propri clienti prodotti di alta qualità. La garanzia della qualità è lo slogan perfetto che riassume l’operato della Holding Forini, come ci spiegano Alberto e Antonio Forini: “Il nostro marchio 1Q intende imporsi sul mercato dei carburanti ed in quello legato agli affini dei motori, in quanto il cliente ci deve scegliere perché vede in noi la soluzione ai suoi bisogni ad un valore equo. I nostri combustibili legati al marchio Acton Special Fuel sono formulati con tutti gli accorgimenti affinché si ottengano le migliori presta-
di Sonia Baldassarri
PIÙ PERFORMANCE MENO CONSUMI zioni in qualsiasi motore risparmiando anche nei consumi: Più performance meno consumi. I nostri principi imprescindibili di etica, qualità e innovazione ci hanno consentito come Gruppo, non solo di rimanere solidi durante il periodo della crisi economica, ma addirittura di crescere esponenzialmente passando da un fatturato di circa 15 milioni di euro nel 2008 ad un fatturato stimato di oltre 100 milioni di euro nel 2019. Essere diventati partner del circuito di Misano, pertanto, è per noi motivo di orgoglio e soddisfazione e ci dà la spinta motivazionale per continuare il nostro progetto di ricerca ed aggiornamento dei prodotti. Il cliente/consumatore è sempre al centro della Holding Forini”. Il giorno dell’inaugurazione del circuito di Misano il direttore dell’autodromo Andrea Albani ha dichiarato: “Con la Forini Spa
MISANO - Alberto, Renzo e Antonio Forini al taglio del nastro
condividiamo valori importanti come qualità ed affidabilità, 1Q First Quality ben interpreta le nostre linee guida ed è per questo che siamo ben lieti di aver dato inizio a questa collaborazione”. Sempre lo stesso giorno, Giovanna Carucci, coach
branding del marchio 1Q, ha commentato così: “Nel corso degli ultimi anni la Forini Spa è cresciuta significativamente in diversi settori. Spirito di gruppo, professionalità, innovazione e qualità sono stati la spinta per andare avanti”. Dal mese di ottobre il Gruppo ha ampliato la propria gamma di offera facendo nascere Acton Gas&Power (Luce e Gas) a complemento del settore energy. Con questo nuovo marchio inizierà un’altra avvincente sfida nella commercializzazione di metano ed energia elettrica sia per le famiglie sia per le aziende. “Opereremo a trecentosessanta gradi anche in questo campo, come in ogni altra
PAGHI CIÒ CHE CONSUMI attività intrapresa dal gruppo Forini – spiega il presidente Renzo Forini – Non saremo semplici rivenditori di metano ed energia elettrica, ma offriremo anche servizi e consulenza per ottimizzare i consumi dei nostri clienti. Intendiamo promuovere dei pacchetti a beneficio dei consumatori fidelizzati. Chi acquista da noi carburante, metano ed energia elettrica godrà di vantaggi particolari in bolletta. E con noi la bolletta sarà trasparente: Paghi ciò che consumi”.
ARTE
numero 7 - OTTOBRE 2019
Arte contemporanea al Museo della Città di Bettona e all'Auditorium Sant'Angelo di Bastia
Oggetti umili diventano, tramite Booker, affascinanti icone; il Palio de San Michele ispira ventisei artisti Sia la mostra di disegni del maestro australiano che “Visioni artistiche per raccontare il Palio” hanno chiuso i battenti il 29 settembre scorso di GIORGIO CROCE
B
ettona è uno dei borghi gioiello dell'Umbria ed il suo Museo della Città è una gemma che ne aumenta la preziosità. Questo Museo, ricco di pinacoteca e della sezione archeologica, di tanto in tanto ci delizia con mostre d'arte contemporanea oculatamente scelte, quindi di grande livello. David Booker è un pittore e scultore australiano che, dopo un periodo trascorso in Inghilterra, si è trasferito, con la famiglia, in Umbria. Per Booker Bettona è stato un amore a prima vista: la prima volta che ha passeggiato nel centro storico di questa cittadina, una delle “terrazze” affascinanti della nostra regione, l'artista ha avuto l'impressione di essere nel “paese più tranquillo dell'Umbria”. E Bettona, dal 20 luglio al 29 settembre scorso, ha reso omaggio a Booker con una sua personale impaginata, appunto, nel Museo della Città, dal titolo Disegni a matita di David Booker. I lavori esposti, tutti matite su carta a mano, addirittura in certi casi sospetteremmo la presenza del carboncino, che in realtà non c'è, esprimono una tecnica elegantissima, virtuosismi di “texture”, di tratteggio, d'intrecci e talvolta specie di frottage che amalgamano, ma nel contempo valorizzano, gli oggetti ritratti. Questi disegni, in un gioco di luci e ombre,
Opera di David Booker quasi sempre nelle tonalità del grigio e del nero, raramente con delle incursioni di colore, raffigurano soggetti molto umili, che definiremmo di riciclo: cartoni, scatole, pezzi meccanici. Oggetti sì poveri, ma che in questo contesto assumono un ruolo di nobiltà e autorevolezza; Booker si appropria di scarti, oggetti che hanno terminato il loro impiego utile, e li fa diventare protagonisti essenziali, icone che rimarranno ai posteri, dandogli quell'importanza, quell'aurea che richiama, agli occhi dei fruitori della mostra, il clima enigmatico delle piazze de-
chirichiane, nonché l'atmosfera metafisica delle composizioni di Morandi. Certamente, anche se condito da tanta poesia, è forte il richiamo ecologico che l'autore vuole trasmetterci con le sue opere. Immagino che Booker sia preoccupato, come molti di noi, per le sorti di questo nostro mondo condannato dal consumismo, quindi dallo spreco e dai rifiuti, ad un futuro certamente non felice e ci esprime questa sua preoccupazione col linguaggio dell'artista particolarmente abile ed ispirato. Un piccolo vezzo di Booker è di dare la paternità alle sue opere tramite un pezzetto di carta autografato e incollato sulle composizioni. In questa mostra non abbiamo potuto ammirare le sue sculture, speriamo in una prossima occasione, comunque sappiamo che la sua prima scultura, intitolata Totem è stata creata col legno della Tasmania, mentre la sua prima scultura italiana è stata ricavata da un blocco di marmo.
B
uona idea quella dell'Ente Palio di abbinare alla kermesse settembrina una mostra di arte figurativa. Anche perché a Bastia, dopo una feconda stagione di mostre, ormai risalente a più di dieci anni fa, se si escludono rare eccezioni (“Eterogenea”, “Uomo gentile con matita” e “Un percorso
tra arte e architettura”) in questi anni, per quanto riguarda l'arte figurativa, abbiamo vissuto una situazione di assenze. Or dunque con la curatela di Giuliano Belloni, Gianluca Falcinelli e Teresa Morettoni è stata allestita la mostra intitolata “Visioni artistiche per raccontare il Palio”. Ventisei creativi hanno svolto il tema proposto assecondando le proprie capacità tecniche e inclinazioni artistiche: in diversi hanno omaggiato la lizza (questo sta a significare l'importanza di questa corsa durante il Palio) altri hanno puntato palesemente sul simbolico oppure sull'informale giocando coi quattro colori dei Rioni, altri ancora hanno raccontato storie immaginifiche prendendo a pretesto il più importante evento socio-artisticoculturale di Bastia. Ovviamente la scelta degli artisti invitati è stata arbitraria, come in qualsiasi manifestazione espositiva; qualcuno potrà obiettare sulla validità o meno di qualche presenza, ma anche questa è la storia che si ripresenta ad ogni mostra e ad ogni curatela. Molto opportuno, grazie a quattro significativi pannelli, l'omaggio dedicato a Lucio Castellini, Antonello Coletti, Giuliano Monacchia e Fabio Rossi, artisti che ci hanno lasciato troppo presto e che hanno firmato pagine importanti della storia del Palio.
ECONOMIA
La nullità della delibera sulla pulizie delle scale a turno dei condòmini.
Confcommercio e la frontiera della nuova comunicazione
La formazione del mondo dei social consapevolmente
L
di SAURO LUPATTELLI
C
ome sia cambiato il nostro modo di comunicare è sotto gli occhi di tutti, ormai smartphone e tablet la fanno da padroni anche nella vita di chi meno te lo aspetti ed ecco che capita spesso di trovare signore e signori anche in età avanzata smanettare con il telefonino al pari di un adolescente per controllare la pagina facebook piuttosto che il profilo instagram. Sono sempre più le aziende che percorrono queste nuove vie di comunicazione avvalendosi anche e soprattutto dei cosidetti “influencer”, personaggi più o meno noti che si sono creati un seguito di fan virtuali, i cosidetti “followers” a volte misurabili in centinaia di migliaia se non milioni. Con i loro post sono in grado di decretare il successo o il flop di tanti prodotti o marchi, a dimostrazione che i social sono strumenti da utilizzare con estrema attenzione soprattutto da parte di chi non può avvalersi di una adeguata struttura. Questo nuovo modo di comunicare non deve essere ignorato nemmeno dalle piccole attività commerciali che però, a differenza dei grandi brand non hanno le risorse umane e fiEnigmistica, Indovinelli e Rebus nanziarie per afdi Moreno Gagliardoni frontare al meglio la situazione, rischiando di procurare alle Il mio ragazzo mi ha lasciata Faceva qualche goccia, era già freddo proprie attività dane mi trovavo a parlare con lui; ni indiretti nel tenpoi alle strette, cercando degli sbocchi, tativo di rincorrere me lo son visto soffiar sotto gli occhi. il trend in maniera autodidatta. Il nostro direttore è malato La Confcommercio Noi rimaniamo in pensiero per lui su questo come su però ne abbiamo le scatole piene: molti altri argomenagiamo ai suoi comandi ed è evidente ti di attualità corre in che se ci dà ragione è perché mente aiuto dei suoi soci attraverso corsi di formazione gratuiti sempre più specifici con il supporto di professionalità di primissimo piano in grado di offrire gli strumenti per una attenta valutazione di ogni singola azione. SOLUZIONI Indovinello 1 - il naso Indovinello 2 -Il cervello
a recente Ordinanza della Corte di Cassazione che si è pronunciata in materia di delibera sulle pulizie delle scale a turno tra i condòmini o chi per essi ha sancito che “va ritenuta nulla per impossibilità dell’oggetto, giacché tale statuizione, incidendo sulla misura degli obblighi dei singoli condòmini fissata dalla Legge o per contratto, eccede le attribuzioni dell’assemblea e pertanto richiede, per la propria approvazione, l’accordo unanime di tutti i condòmini, quale espressione della loro autonomia negoziale”. Nella specie si ha riguardo a delibere assembleari che, essendo stato revocato l’appalto affidato dal condominio a terzi per la pulizia delle scale, hanno stabilito che tale incombenza spetti a turno ai singoli partecipanti, i quali, ove non intendano sobbarcarsi personalmente l’opera, possano farsi sostituire da terzi sopportandone i costi. Secondo l’interpretazione giurisprudenziale più recente, la ripartizione della spesa per la pulizia delle scale va effettuata in base al criterio proporzionale dell’altezza dal suolo di ciascun piano o porzione di piano a cui esse servono, in applicazione analogica dell’art. 1124 c.c., il quale è espressione del principio generale posto dall’art. 1123 c.c. e trova la propria ratio nella considerazione di fatto che i proprietari dei piani alti logorano le scale in misura maggiore rispetto ai proprietari dei piani bassi. Si afferma il diritto-dovere di ciascun condòmino, ai sensi dell’art. 1118 c.c., che provvedere alla manutenzione delle cose comuni comporta certamente non solo l’obbligo di sostenere le spese, ma anche tutti gli obblighi di facere e di pati connessi alle modalità esecutive dell’attività manutentiva, rimanendo tuttavia affetta da nullità la delibera con la quale si modifichino a maggioranza i criteri legali o di regolamento contrattuale di riparto delle spese, come nella specie, di un obbligo di facere, ovvero di un comportamento personale, spettante in egual misura a ciascun partecipante e tale da esaurire il contenuto dell’obbligo di contribuzione. Infine si precisa il rischio di tale delibera sotto il profilo penale, in quanto tutti i condòmini comunque si troverebbero esposti al rischio connesso comunque alle lavorazioni sulle parti comuni da parte di soggetti non verificati e non in possesso comunque dei requisiti tecnico professionali sanciti dalla Legge. E fermo restando che comunque ad ogni effetto di Legge è l’Amministratore ad essere custode del condominio con la conseguente responsabilità penale solo a lui attribuita. Ed essendo l’Amministratore sempre presente in assemblea ha il dovere di far presente ai condòmini le conseguenze dell’adozione di una delibera nulla in quanto da essa come detto ne conseguono anche responsabilità penali a lui imputabili.
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• Richiedi informazioni all'ufficio Confcommercio di Bastia Umbra tel. 075 8011336 o invia una mail all'indirizzo di posta elettronica: bastia@confcommercio. umbria.it, potrai essere informato su tutte le opportunità e sui corsi di prossima realizzazione.
Perchè dovrei fidarmi di un consulente finanziario? di MARCO BRUFANI
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NASF (associazione nazionale promotori finanziari) ha stilato un elenco di vantaggi che si ottengono dall’essere assistiti da un consulente finanziario. Un professionista che segue personalmente un numero limitato di clienti che rappresentano i suoi datori di lavoro, la sua remunerazione è legata alla gestione, al mantenimento e alla crescita del portafoglio affidatogli. Deve essere iscritto all’Albo unico nazionale OCF (Organismo dei Consulenti Finanziari) e rispettare rigide regole di comportamento pena la sospensione e, nei casi più gravi, la radiazione. 1 Allineamento di interessi: più cresce il portafoglio del cliente più guadagna il consulente. 2 Massima attenzione ai rischi: in caso di perdita del cliente perde anche il consulente quindi porrà la massima attenzione nella pianificazione del portafoglio. 3 Assistenza continua: se il cliente si sente trascurato disinveste e il consulente perde portafoglio e remunerazione, il consulente ha infatti un’unica possibilità; la soddisfazione del cliente. 4 Dedizione e cura: il numero limitato di persone da seguire garantisce maggior attenzione e una qualità del servizio molto superiore. 5 Personalizzazione: gli investimenti sono studiati “su misura “ alle esigenze del cliente 6 Corretta pianificazione finanziaria: possibile solo attraverso una conoscenza profonda della situazione familiare, lavorativa e personale dei clienti 7 Informazione e coinvolgimento: nelle scelte d’investimento. Il consulente ha l’obbligo di fornire informazioni e assistenza in tutte le fasi del rapporto col cliente 8 Tutela: il consulente finanziario è una figura professionale che, se non si attiene alle regole, perde sicuramente il proprio lavoro (cancellazione dall’Albo professionale). Se risulta iscritto accertiamolo con questi semplici passaggi: su google digitare OCF, inserire il nome e il cognome del consulente ed avrete evidenza di tutta la sua storia professionale, se ha avuto sospensioni o radiazioni ma soprattutto, se risulta regolarmente iscritto! Newsletter completa sul mio sito digitando: Alfabeto Fideuram Marco Brufani. marco.brufani@spinvest.com cell. 335-6846723 https://alfabeto.sanpaoloinvest.it/ marco.brufani
Private Banker
numero 7 - OTTOBRE 2019
Rischiare di vincere
ECONOMIA
L’evasione fiscale non è peggio della Pubblica Amministrazione
di PAOLA MELA
di GIORGIO BUINI
er raggiungere i propri obiettivi, più o meno grandi, è assolutamente necessario correre dei rischi; molti, tuttavia, hanno paura del salto iniziale. Per ogni rischio c’è sempre qualcosa in ballo. Quando si tratta di un nuovo progetto aziendale, nella maggior parte dei casi, si teme di perdere tempo, reputazione, e denaro senza pensare che questi rappresentano anche tutto ciò che si potrebbe guadagnare! Osare, perdendo anche solo per un istante l’equilibrio, può essere davvero benefico: ci concede - in ogni caso - un arricchimento, e ogni cosa assume una dimensione molto più gratificante. Un ottimo punto di partenza per avviare un’attività in proprio è conoscere consapevolmente le proprie (vere!) passioni, creando un piano per poterne trarre profitto. Non sarà facile, ma si apriranno nuove opportunità, nuove sfide, e gli obiettivi da raggiungere saranno sempre più ambiziosi. Ognuno di noi ha una propria comfort zone, un confine all’interno del quale la mente trova rifugio nell’illusione che nulla possa accadere, spesso perdendo di vista quanto potremmo essere davvero in grado di realizzare e che potremmo effettivamente meritare. Uscire da questo spazio così “comodo” permette di sradicare le nostre più profonde incertezze, fissando nuovi confini per migliorare la nostra visione della vita, divenendo anche più creativi. Ricordiamoci che non sempre si può pianificare tutto con cura: se non si fa il primo passo in un nuovo “territorio” non potremmo mai essere in grado di fare i successivi. Ma soprattutto non dimentichiamoci della ricompensa, perché quando si fa tutto il possibile per raggiungere l'obiettivo, è molto probabile che questo si realizzi. È proprio il rischio stesso che deve spingerci a far funzionare le cose, ma bisogna prima determinare se la ricompensa rappresenta qualcosa che vogliamo davvero: se è così, si va avanti, senza più guardarsi indietro, finalmente liberi dalle sovrastrutture del pensiero comune. Non si lotta per rimanere al sicuro: manteniamo sempre vivo quello slancio, quella spinta a cogliere nuove opportunità, per sentirci sempre più forti, più fiduciosi nell’affrontare l’ignoto, ma soprattutto per accrescere la fiducia e il rispetto per noi stessi. Fidiamoci del nostro istinto, anche quando ci sembra che la strada da percorrere sia un sentiero irto di ostacoli perché finché non agiamo non potremmo mai sapere come andrà e il rimpianto non sarà facile da sopportare. E soprattutto continuiamo a sentirci sempre sognatori perché saremo noi, con le nostre visioni, a ispirare il futuro.
Ci risiamo. Arriva un nuovo governo, una nuova finanziaria ed una nuova guerra all’evasione! Non mi vorrei sbagliare ma è un film che abbiamo già visto un sacco di volte. Secondo un autorevole Ufficio Studi l’evasione in Italia è di circa 110 miliardi , secondo lo stesso studio gli sprechi, gli sperperi e le inefficienze della pubblica Amministrazione ammontano ad almeno 200 miliardi. Sia chiaro, chi evade commette un reato e va perseguito ovunque esso si annidi; tuttavia, la legalità deve essere rispettata da tutti. Sia dai soggetti pubblici che privati. Secondo le infrazioni europee subite dal nostro paese per inefficienze si dimostra che le nostre istituzioni devono migliorare tantissimo. Tornando al rapporto “ dare- avere” , e la comparazione sopra indicata, che ovviamente non ha alcun rigore scientifico, gli effetti economici delle inefficienze pubbliche che si”scaricano” sui privati sono di fonte diversa, gli ambiti in molti casi si sovrappongono e per tali ragioni, non sono addizionabili. Tuttavia il ragionamento ha una sua fondatezza. Nonostante ci sia tanta evasione, una Pubblica Amministrazione poco efficiente causa ai privati dei danni economici nettamente superiori. L’opinione pubblica ha una forte sensibilità verso il tema dell’evasione, dall’altro avverte in misura meno preoccupante gli effetti degli sprechi, degli sperperi e delle inefficienze. È verosimile ritenere che se recuperassimo una buona parte delle risorse nascoste al fisco, la nostra macchina pubblica avrebbe più risorse, funzionerebbe meglio e, forse, si potrebbe ridurre il carico fiscale. Tuttavia, è altrettanto plausibile pensare che se si riuscisse a tagliare sensibilmente le inefficienze presenti nella spesa pubblica, il Paese reale ne trarrebbe un notevole beneficio e molto probabilmente, l’evasione e la pressione fiscale sarebbero più contenute. Tengo a precisare che sarebbe sbagliato generalizzare e non riconoscere anche i livelli di eccellenza che abbiamo in molti settori della pubblica amministrazione: la sanità( in certe regioni), il livello di insegnamento e di professionalità di molte Università\Enti di ricerca e la qualità del lavoro delle nostre forze dell’ordine. In Italia, le nostre imprese, essendo prevalentemente di piccole dimensioni, hanno bisogno di un servizio pubblico efficiente, economicamente vantaggioso e di alta qualità, in cui le decisioni vengano prese senza ritardi e vi sia certezza per quanto riguarda le leggi e la durata delle procedure. In buona sostanza, posso affermare che l’ammontare dell’evasione fiscale, pur essendo un grave fattore di illegalità, sia molto inferiore degli effetti negativi generati dal cattivo funzionamento della nostra pubblica Amministrazione. Ai nostri politici in sede di bilanci: si alla guerra all’evasione ma altrettanta guerra agli sprechi ed agli sperperi della nostra pubblica amministrazione.
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Quando il web ci rende opinionisti “dilettanti”
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nternet è veramente uno strumento che diffonde la conoscenza rendendola universale? Oggi viviamo in un mondo dove ognuno crede di sapere tutto e dove tutto può essere messo in discussione da chiunque. Due persone che fanno la stessa ricerca sul più comune dei motori di ricerca non avranno mai gli stessi risultati perché escono dati in linea con precedenti ricerche, mail, post ecc. Il web è un enorme catino di informazione, ma qualche volta ci rende più disinformati e in casi estremi ci fa indossare la veste di opinionisti “dilettanti”. Questa situazione sembrerebbe ideale per sentire la necessità di ricorrere agli esperti, ma è anche vero che diventa più complicato costruire un rapporto di fiducia. Esperto è un ortopedico, un salumiere, un dietologo e chiunque possa vantare un’esperienza comprovata in un determinato campo. Naturalmente la relazione che ho con l’ortopedico non è la stessa che ho con il dietologo. La fiducia che ripongo sul primo si basa sui suoi titoli e sulla sua reputazione. L’importante è che mi risolverà il problema senza complicazioni. Con il dietologo la situazione cambia completamente; sarà bravo solo se dimagrisco. Il dietologo dovrà avere l’abilità di creare il rapporto fiduciario e il giusto feeling con il paziente. Essendo un termotecnico ed esperto consulente energetico non posso certo ispirarmi all’ortopedico, ma piuttosto come il dietologo, devo creare un connubio unico con la committenza e guadagnare la sua fiducia con una condotta esemplare, dimostrando competenza e professionalità, filtrando l’enorme flusso di informazioni pescate nel web. Chiudo con una promessa: prima o poi inizierò questa maledetta dieta.
ATTUALITÀ
numero 7 - Ottobre 2019
Una storia d’amore e di coraggio Protagonisti: un giovane, sua madre e la forza dell’amore di GIUSEPPINA FIORUCCI
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uella di Gianni non è stata una vita facile, ma non è stata facile neppure quella dei suoi genitori che da subito hanno dovuto confrontarsi con una realtà inaspettata: la diagnosi impietosa, rene policistico, la decisione di intervenire al più presto, l’operazione, l’ospedale, la degenza, le sofferenze. Tante, troppe, per un bimbo di pochi mesi cui veniva asportato interamente il rene destro e parte del sinistro. Circondato da professionalità, cure, attenzioni e amore, Gianni ce l’ha fatta, è cresciuto, è andato a scuola, ha frequentato gli amici e gli ospedali, fino a quando, nel 1990, la situazione è peggiorata e la dialisi l’unica soluzione possibile. È a quel punto che la mamma matura il proposito di donare al figlio un rene. Si consulta con il marito e i genitori, ma la decisione in cuor suo l’ha presa in modo
definitivo e irrevocabile. Insieme si ricoverano a Roma, al Policlinico Umberto I, dove il prof. Cortesini esegue l’intervento di espianto e di reimpianto. Gianni aveva 16 anni. Siamo scesi insieme in sala operatoria e insieme siamo risaliti. È come se lo avessi partorito una seconda volta. Ricordava così Maria Grazia quel momento nel corso dell’intervista durante una festa della mamma organizzata nella chiesa di S.Michele dal parroco Don Francesco Fongo. Era il 26 Maggio del 1990. Ma non tutte le fiabe hanno l’ultima riga. E proprio una di queste narra la storia di Gianni e del suo corpo che, dopo venti anni, rifiuta quel dono, rigettandolo. E come per un sortilegio, nel gioco del destino, il protagonista torna indietro alla casella del via. Da quel momento inizia un lungo percorso costellato di sofferenze, speranze deluse e aspettative tradite. Un percorso che
sembrava non finire mai e dove le caselle degli imprevisti erano tante, quelle delle probabilità, poche. Ma anche questa volta, dopo patimenti, cure e ricoveri, Gianni riesce a rimettersi in moto e riparte, piano piano, giorno Gli sposi con la madre della sposa, a sx, e i genitori di Gianni dopo giorno. Nel frattempo è diventato un dati dal calore e dall’affetuomo voglioso di vivere e to di parenti e amici. E di donare amore. Quel- quando, al termine della l’amore che ha sempre re- serata, i fuochi d’artificio spirato in casa da parte dei hanno colorato il cielo disuoi genitori e degli ami- segnando fiori e stelle, la ci. E nonostante le difficol- commozione ha riempito tà imposte dalla sua con- il cuore e gli occhi di tutti dizione, si organizza e si i presenti invitati non tanIl brindisi degli sposi attrezza per vivere come to ad una festa di matritutti gli altri, dialisi a par- monio, quanto alla festa te. E’ in questo momento della vita. che conosce Barbara, oggi sua moglie che l’assiste e La Redazione di Terrenolo ama senza asimmetrie stre si stringe intorno agli relazionali. Iniziano a fre- sposi e ai genitori in quequentarsi e, dopo quattro sto momento di gioia e foranni di convivenza, deci- mula tanti cari auguri di dono di compiere il gran- pace e serenità, ma sopratde passo. Gianni e Barba- tutto ringrazia Gianni e ra, oggi marito e moglie, Barbara per la bella testisi sono uniti in matrimo- monianza di amore e conio il 21 settembre circon- raggio. Barbara e Gianni con la torta
numero 7 - Ottobre 2019
BASTIA/ATTUALITÀ
La piazza di Bastia 2 intitolata a don LUIGI TOPPETTI
Don Luigi Toppetti (1922-2003), viene ancora ricordato da tanti cittadini bastioli per la costruzione della chiesa di S. Michele Arcangelo e ideatore del Palio de San Michele di STEFANO PICCARDI
La targa
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’intitolazione della piazza di Bastia 2 a Don Luigi Toppetti, voluta dalla Parrocchia di San Michele Arcangelo e dalle Confraternite (Buona Morte e Cristo Redentore, Immacolata Concezione, San Rocco, Sant’Antonio Abate e Santissimo Sacramento), è stata condisa anche dall’Amministrazione Comunale e dall’Ente Palio de San Michele. Il 14 Settembre 2019 è stata una giornata memorabile. Alle 17.00 sono state dapprima scoperte le targhe segnaletiche collocate ai margine della piazza e poi si è proseguito con la funzione religiosa. Alla fine di essa,
Don Francesco Don Franco Fongo Santini
sapientemente coordinati da Teresa Morettoni, alcuni personaggi che hanno conosciuto personalmente don Luigi, hanno emozionato la platea con i loro ricordi. Don Luigi Toppetti (1922 - 2003), è stato Parroco della città di Bastia Umbra dall’8 Maggio 1951 al 1980. Uomo all’avanguardia rispetto al periodo storico in cui è vissuto è stato precursore di pensieri e modi che sarebbero emersi nella Chiesa solo dopo il Concilio Vaticano II. La realizzazione della nuova chiesa di Bastia e l’ideazione del Palio de San Michele, con lo scopo di riunire intorno alla figura del Santo patrono la gente di Bastia e in particolar
Presentazione del libro “Black and White” di
GIAMPAOLO BELLUCCI
Auditorium Sant’Angelo - Venerdì 18 ottobre, alle 20.45
Al centro l’attuale parroco di Bastia Don Marco Armillei
modo i giovani, dando luogo ad un evento che ancora oggi è vivo e aggregante, ha un valore storico per molti cittadini indimenticabile. La morte lo ha colto il 24 marzo 2003 aveva già scritto da tempo, “posteritati”, un commovente commiato (vero e proprio testamento spirituale) che, in occasione delle solenni esequie, è stato letto dal pulpito, con voce ferma che però tradiva intensa emozione, dal suo succes-
Teresa Morettoni
Giorgio Giampiero Giulietti Franchi
sore, il parroco don Francesco Fongo mentre su molti visi si percepiva il dolore sincero che si prova quando ci si separa da una persona cara, da un vero amico. Lo scritto, datato 8 ottobre 1987, si chiude “... Quando arriverò lassù saluterò per voi tutti coloro che ci hanno preceduto nel segno della fede e dormono il sonno della pace. Arrivederci. Camminate nella retta via. Vi aspetto.”
BENTORNATE ALUNNE Domenica 15 settembre 2019, dopo 50 anni dal conseguimento del Diploma Magistrale, si sono rincontrate le ex alunne dell’Istituto Magistrale “Gesù Bambino” di Santa Maria degli Angeli, provenienti da molte regioni italiane
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otto la guida dell’allora Preside ed Insegnante Suor Alma Letizia, le ex alunne, si sono scambiate testimonianze, percorsi educativi e familiari, emozioni, sentimenti che hanno scandito e accompagnato il cammino personale di ognuna di loro. Nella cappella dell’Istituto hanno ringraziato il Signore per il dono dell’incontro e ritrovato quella spiritualità del motto del loro Istituto “SAPERE E VIRTU’ SON QUI CONQUISTA E DONO”, che a suo tempo hanno fatto proprio e connotato il modo di essere figlie, spose, madri, persone nell’ambiente del lavoro. Si sono, poi gioiosamente radunate intorno ad una tavola ottimamente imbandita per rivivere, ricordare, commemorare i tempi passati e, per poi ripartire, per lidi vicini e lontani, cariche di emozioni, speranze, soddisfazioni, ricordi e con la certezza che il tempo passa ma l’amicizia, quella vera, resta.
ATTUALITÀ/BASTIA UMBRA
numero 7 - OTTOBRE 2019
È TEMPO DI OLIO NUOVO
LUCIANO COZZALI “L’olio buono deve pizzicare...” Non tutti gli oli sono uguali. Per l’olio come per il vino esistono centinaia di differenze e sfumature. La qualità dipende dalla materia prima, dalla spremitura e... dal costo
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n questo periodo, comincia la raccolta delle prime olive e con essa inizia anche l’attività di frangitura o spremitura che portano alla produzione dell’olio nuovo. Innanzitutto, anche per l’olio come per il vino esistono centinaia di differenze e sfumature, e la qualità dipende sempre dalla materia prima – cioè dagli oliveti. Per gli amanti dell’olio extra vergine ottenuto con la spremitura a freddo delle olive è una vera gioia del palato. Per chi non ne avesse mai gustato il sapore, è questo il momento dell’anno per regalarsi l’esperienza di assaggiare l’olio novello. Per l’occasione siamo andati a trovare il nostro concittadino Luciano Cozzali (Fondatore della Movimac) e produttore di olio extra vergine di oliva per proprio conto. Luciano ci dice subito: "Olio nuovo e vino vecchio". Questo significa che, a differenza del vino (che migliora col passare del tempo), l'olio esprime al meglio le sue qualità da "giovane". Per lui la migliore tecnica per la spremitura delle olive è quella a freddo. Infatti, oltre ad avere una cospicua quantità di piante si è dotato di
di Stefano Piccardi un macchinario per la spremitura a freddo delle olive. Ci dice: “La temperatura durante il processo di lavorazione delle olive non deve superare i 27° centigradi. Aumentando la temperatura si facilità l’estrazione, ma si compromettono alcune caratteristiche fondamentali dell’olio”. Luciano Cozzali, che queste cose le sa bene e per fare un buon olio le olive se le coltiva da solo, le raccoglie da solo, le spreme a freddo da solo, lo imbottiglia da solo, ma lo beve e consuma insieme alla famiglia e pochi amici. Recentemente, a Palazzo di Assi-
si, ha gareggiato ad un concorso di produttori di olio. Ebbene, su circa cinquanta partecipanti è arrivato al primo posto. Lo abbiamo assaggiato anche noi il suo olio appena fatto e circa venti fette di pane in tre persone sono scomparse in men che non si dica. Luciano Cozzali ci dice anche che è orgoglioso del suo olio: “Purtroppo quest’anno la produzione delle olive è stata molto bassa, per cui ci sarà meno olio in giro.” Gli abbiamo chiesto quanto deve costare un buon olio extra vergine di oliva in un supermercato e candidamente ci ha risposto:
“Ho visto che c’è da tutti prezzi, ma quello che produco io non ha prezzo o perlomeno se lo avesse, sarebbe totalmente fuori mercato”.
ASSISI - In basso Luciano Cozzali mentre riceve il premio TERRE TORRI E OLIO per il miglior olio
I RESIDENTI DI VIA LEON BLUM A PORTO SAN GIORGIO Da alcuni anni in una via di Bastia Umbra, per l’esattezza in via Leon Blum, si svolge una simpatica iniziativa che coinvolge residenti ed ex residenti attorno una lunga tavolata imbandita all’insegna dello stare insieme e mangiar bene. L’evento si svolge una volta all’anno in tarda estate e si caratterizza con una ricca cena di prelibatezze per poi proseguire con canti e balli fino a tarda notte. Quest’anno si è deciso di procedere in maniera diversa ed il 1° settembre, gran parte dei residenti, oltre 60, con un autobus, sono andati a festeggiare a Porto San Giorgio con una bella mangiata di pesce. In tarda serata infine il rientro. I residenti di Via Blum hanno anche offerto in beneficenza un contributo al Comitato per la Vita Daniele Chianelli. Bravi tutti.
HISTORY/BASTIA
L’ex Avviamento
BRILLANTE LAUREA
CHIARA CORBA Giovedì 4 luglio 2019 Chiara Corba di Cannara ha conseguito la Laurea in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Perugia, Dipartimento di Lettere - Lingue, Letterature e Civiltà antiche e moderne con il massimo dei voti: 110/ 110 e lode. Chiara ha discusso la tesi in filologia e critica dantesca intitolata: “Uomini e sterpi, il XIII canto dell’Inferno”, relatrice Prof.ssa Silvia Chessa. Alla neo dottoressa giungono le congratulazioni della famiglia, del fidanzato e delle amiche per il brillante traguardo e un futuro pieno di successo.
BRILLANTE LAUREA
MARINA SANTUCCI Marina Santucci di Santa Maria degli Angeli l’1 ottobre 2019 ha conseguito brillantemente la laurea triennale in Scienze della Mediazione Linguistica presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici di Perugia con la tesi “Proposta di sottotitolazione del film-documentario First Position”. Relatore Prof.ssa Lucia Cipriani. Alla neo dottoressa giungono le più felici congratulazioni di tutta la famiglia e di tutti gli amici in particolare dei nonni Guido, Maria Rosaria ed Irma.
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La Scuola di Avviamento Professionale a realizzato il grande edificio per le Elementari proprio le Elementari, ed di RINO CASULA
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uando il tecnico del Comune dovette fare un sopralluogo per la prima volta, nel 1962, in quel vecchio edificio scolastico quasi si sentì deprimere: si parla del fabbricato in piazza Umberto 1°, confinante con il Monastero delle Monache Benedettine, oggi sede dei Vigili Urbani. Allora era costituito da soli due piani alti quattro metri e mezzo, con sei aule, presidenza, servizi e legnaia (ora i piani sono tre); locali disadorni, finestroni altissimi, ma il peggio era il riscaldamento con le stufe a legna, che non avrebbero potuto minimamente intiepidire quei volumi nemmeno dopo le cinque ore di lezione. Questa era la Scuola di Avviamento Professionale a indirizzo Agrario, istituita dopo che nel 1940 era stato realizzato il grande edificio per le Elementari in Via Marconi. Infatti prima di allora quell’immobile ospitava proprio le Elementari, ed era stato inaugurato l’11 novembre 1900 insieme alla piazzetta antistante, ricavata dalla demolizione dell’antico muro della Rocca Baglionesca. La Storica bastiola Edda
Vetturini ricorda e descrive bene la manifestazione con cui venne tagliato il nastro all’ingresso di quell’edificio, molto importante per i tempi in cui era stato realizzato, cioè la fine del XIX secolo, quando il Sindaco Giuseppe Petrini e la sua Giunta dettero incarico di progettazione all’Ing. Attilio Cangi di Assisi, a cui seguì l’appalto alla Impresa Beniamino Lamincia. Il costo complessivo dell’opera era previsto in £.14.975. A quel tempo l’antica Rocca era di proprietà comunale, a seguito del famoso Decreto Pepoli emesso con l’unità d‘Italia, il quale prevedeva l’espropriazione di tutti i beni ecclesiastici, per cui fu facile occupare l’antica zona fortificata come area di sedìme della nuova realizzazione, fiore all’occhiello dell’Amministrazione per quei tempi e per le modeste dimensioni del Comune di Bastia. Infatti le aule della scuola primaria erano state, sino ad allora, dislocate nei luoghi più svariati, compresa parte del Palazzo comunale, per cui era d’obbligo provvedere a dare un’unica sede per i ragazzi dai 6 ai 10 anni. Quell’area scelta era utilizzata dalle Monache in quanto chiusa da spesse mura (dove c’è la
catena e i due pali in ferro) e qui c’era un largo portone da dove entravano i carri per rifornire la legna. I visitatori dovevano tirare una cordicella collegata ad una campanella con la quale la Priora veniva avvertita che bisognava andare ad aprire. Su parte dell’area dove sorge la scuola c’era la casa del Confessore, pronto ad impartire assoluzioni e penitenze. Ma, addirittura, quel piazzale veniva utilizzato come pollaio e stalletto del maiale da ingrasso. Tornando al grande giorno della inaugurazione, riportiamo parte dell’articolo dell’Unione Liberale: “Tanto solenne riuscì a Bastia la cerimonia sacra al lavoro, sacra alla gratitudine, perché fu onorata dalla presenza di persone insigni quali il Prefetto Conte Sormani Moretti e il Deputato On. Cesare Fani. Dopo che la Banda Comunale aveva suonato la Marcia Reale, l’Onorevole Fani aveva pronunciato un applaudito discorso, poi seguito dalle belle parole del Regio Prefetto, che ha consegnato al Maestro Ramadori la medaglia d’argento di benemerenza, il quale ha risposto ringraziando commosso pronunciando, tra l’altro,
una storica frase: Istruire quanto basta, educare più che si può”. Ai nostri tempi e prima che l’Avviamento venisse soppres-
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HISTORY/BASTIA
Professionale Agrario
ODONTOIATRIA Dr. Pesaran Mohammad e Dr.ssa Alipanah Rashin
indirizzo Agrario venne istituita nel 1940 dopo che era stato in Via Marconi. Prima di allora quell’immobile ospitava era stato inaugurato l’11 novembre 1900
so e incorporato dalla locale Scuola Media “Colomba Antonietti”, quel corso era guidato dal Preside Prof. Vezio Faenzi e per un certo periodo coadiuvato come Segretario da Bruno Bratti. Tra gli Insegnanti si ricorda la Prof.ssa Faenzi e il Prof. Cunzolo. Era addetta ai servizi Ausiliari la Sig.ra Debia Castellini Ciai. In via Torgianese, dove sorge ora l’edificio con la Rosticceria Leonello, la Banca Mediolanum e il deposito di acque minerali, c’era in basso un orto con accesso tramite una scala in mattoni: lì venivano condotti i ragazzi per imparare a coltivare
e conoscere il lavoro di cui all’indirizzo agrario del corso. Andavano nell’orto una o due volte la settimana e l’insegnante distribuiva loro zappa, vanga, rastrello e poi c’era chi do-
veva innaffiare quelle colture che, se fiorivano, producevano contentezza come il risultato di una gara. Le ragazze, invece, venivano istruite alla conduzione della casa. In aula naturalmente si studiavano le tradizionali materie, da italiano a matematica, alla contabilità e poi una lingua straniera che era il francese, insegnato dalla Prof.ssa Faenzi. Furono in tanti i giovani bastioli che avevano frequentato i tre anni dell’Avviamento e che poi si affermarono in posti e uffici di prestigio, quali la ragioneria e l’anagrafe del Comune e negli uffici privati di Bastia e dintorni, senza nulla invidiare a colleghi che avevano potuto arrivare a frequentare corsi superiori. Ma tutto è rapportato ai tempi e alle epoche. Quel massiccio edificio di Piazza Umberto sul quale era stato addossato, negli anni trenta, il “conservone” dell’acqua potabile
per il centro storico secondo il progetto di risanamento igienico dell’Ing. Leopoldo Lolli, venne abbandonato per qualche anno, divenendo anche rifugio di decine e decine di piccioni che avevano “locazione gratuita” nell’ampia soffitta, da loro riempita di guano. Ma finalmente il Comune, avendo necessità di altri uffici, fece redigere un progetto di modifica dall’Ing. Giuseppe Latini. Con questo venne prevista la completa trasformazione che la notevole altezza dei piani permetteva, vale a dire che dai due piani originali se ne ricavarono tre, con nuove finestrature nello stesso stile di quelle esistenti, razionali suddivisioni, comodi servizi e una adeguata centrale termica, dando nuovo lustro a quella zona urbana e così decentrando vari importanti servizi comunali.
Flusso di lavoro digitale per abbattere i costi ed i tempi in nostra pratica
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e moderne tecnologie hanno migliorato le prestazioni delle sistematiche digitali in odontoiatria, ed hanno modificato di gran lunga la sequenza di lavoro da seguire per lo svolgimento della prestazioni, permettendoci di produrre in tempi minori e con abbattimento dei costi, riabilitazioni affidabili e predicibili, privo di metallo. Il restauro dentale, subirà dunque delle fasi di rifinitura e sarà immediatamente pronto per la cementazione adesiva definitiva; tutto questo lo possiamo potenzialmente eseguire in una singola seduta, inquanto possediamo un fresatore computerizzato a studio. Le immagini eseguite tramite scansioni ottiche intraorali (CAD) vengono visualizzate immediatamente sul monitor del computer e possono essere elaborate da noi in maniera diretta ed interattiva. Il nostro potente software Cerec, ci permette di evidenziare i margini della preparazione, disegnare diverse ipotesi riabilitative e consente sopratutto una particolare attenzione alla pianificazione, alla progettazione delle linee del sorriso, alla regolazione dei contatti occlusali ed interdentali. I dati finali vengono inviati all’unità di fresatura controllata tramite computer, che si occuperà di scolpire un monoblocco di pura porcellana (CAM). Noi utilizziamo lo scanner intraorale con successo nella conservativa e nella protesi, per la rilevazione dell’impronta necessaria alla fabbricazione di tutta una serie di restauri CAD-CAM di altissima qualità, potendo abbassare sia i costi di produzione che quelli di vendita.
StudioDentisticoAssisi S. Maria degli Angeli Via S.Bernardino da Siena, 41 075.8044571 www.studiodentisticoassisi.it
GLI OCCHIALI - HISTORY
numero 7 - Ottobre 2019
L’OCCHIALE NELLA STORIA (PARTE 2) di Gianfranco Burchielli gfburch@alice.it
L’occhiale, questo strumento così importante, è per noi oggi quasi ovvio. Ha origini incerte che si perdono nel tempo. Vari studiosi nell’arco dei secoli si sono interessati a questo enigma e fra le diverse interpretazioni e congetture sembra prevalere quella che attribuisce l’invenzione degli occhiali ad un anonimo italiano, probabilmente veneto, intorno alla metà del XIII secolo. Da una ricerca di Gianfranco Burchielli
Continua dal numero precedente (Settembre 2019 pag. 42/43)
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alla fine del 400 si producevano strumenti ottici più comodi in cuoio, nei due secoli successivi si usarono il corno e la stecca di balena o il metallo. In alcuni casi per rendere l’occhiale più comodo da indossare veniva legato alla testa o ad una striscia attorno alla fronte tramite nastri, cordine o cinghie. Venivano prodotti occhiali anche senza montatura le cui lenti venivano forate ai lati ed dotate di lacci da legare all’orecchio o ad un berretto per fermarle meglio sul naso. Nel 1500 furono sviluppate delle stanghette elastiche precursori delle odierne montature. Nel 1611 Johannes KEPLER enunciò le leggi di Rifrazione e Riflessione della luce e ipotizzò la differenza fra la visione centrale e periferica dell’occhio nonchè la presenza di punti retinici corrispondenti come requisito per una visione
Johannes KEPLER binoculare. Con i suoi studi fornì un importante contributo alla spiegazione dei difetti visivi e loro correzione mediante l’uso di lenti tanto da essere considerato il fondatore dell’Ottica moderna. Nel 1600 e 1700 gli occhiali erano accettati e desiderati dalle classi medie ma non a corte anche se Goethe era miope e usava un monocolo o un occhiale a
forbice. Napoleone BONAPARTE portava occhiali e indossava un binocolo di madreperla con montatura in oro tempestata di cristalli. Gli occhiali a forbice venivano portati davanti all’occhio tramite un manico. Più tardi nel 1780 fu inventata la lorgnette la cui par- Beniamino FRANKLIN te frontale era collegata ad un talliche preziose e spesso piccolo involucro usate come spille da esitramite una cer- bire su corpetti . Occorre niera ed una stanghetta arrivare al 1784 per troche fungeva da impugna- vare occhiali con doppie tura. Successivamente gli lenti (bifocali). Tale inocchiali acquisirono sem- venzione viene attribuita pre più un aspetto come a Beniamino FRANKLIN elemento di moda nelle che trovando insopportaclassi più alte della bor- bile dover cambiare ogni ghesia. La lorgnette spe- momento occhiali per vecie quella a molla era vi- dere da vicino e da lontasta sempre più come or- no pensò di adoperare per namento ed indossata ciascun occhio due lenti molto più dalle donne che spezzate a metà. dagli uomini. Erano co- In realtà FRANKLIN fu struite su strutture me- solo uno dei primi illustri
utilizzatori ma sembra che l’idea e la realizzazione spettassero a due inventori distinti che in date e luoghi diversi arrivaro-
Edward SCARLETT no a mettere a punto la stessa geniale soluzione delle lenti bifocali. Tali inventori furono: S. PIERCE nel 1760 ed A. SMITH nel 1783. Nello stesso periodo l’ottico inglese Edward SCARLETT inventò le stanghette (aste) rigide che risolvevano una volta per tutte il problema di tenere fermi gli occhiali davanti agli occhi. In questo periodo gli ottici iniziarono a compiere esperimenti con la forma delle lenti rettangolari, ottogonali, ovali. (Continua nel prossimo numero)
numero 7 - Ottobre 2019
NOZZE DI DIAMANTE Antero Cicognola e Giovanna Sciarpetti
Il 6 settembre 2019 Antero Cicognola e Giovanna Sciarpetti hanno festeggiato i 60 anni di matrimonio. Ai due coniugi vanno gli auguri dei figli Elvisio e Graziano, delle nuore Nadia e Sonia, dei nipoti Michele, Federica, Riccardo, Federico, Ilaria, Pierluca e da tutta la famiglia. Siete per noi un esempio di vita, ci avete insegnato che per raggiungere successo e soddisfazioni è necessario sempre impegno e sacrificio. Avete vissuto una vita insieme, affrontato momenti belli e momenti difficili sempre uno al fianco dell’altro. Vi ringraziamo per tutto l’amore che ci avete donato e vi auguriamo ancora una vita lunga da percorrere insieme. Vi vogliamo bene.
NOZZE D’ORO Gianfranco Morichetti e Nicolina Usai
Il 21 settembre 2019, Nicolina Usai e Gianfranco Morichetti, residenti a Costano, hanno celebrato con una bella festa i loro cinquant’anni di matrimonio. Circondati dal calore e dall’affetto di parenti e amici, si sono recati dapprima all’Eremo delle Carceri, dove padre Fulvio Festa, l’ex parroco di Costano, ha officiato la messa di ringraziamento e successivamente al ristorante per condividere il momento di gioia. Curata nei dettagli, grazie alla fattiva e generosa collaborazione della figlia Marida, l’organizzazione della ricorrenza ha mescolato gli elementi tipici della cultura sarda, in onore di Nicolina con quelli della cultura umbra, in onore di Gianfranco creando un mix di armonia pur nella diversità. Perché la morale della favola è sempre questa! E Nicolina e Gianfranco con la loro solidità di coppia lo hanno ricordato a tutti in maniera gioiosa.
NOZZE D’ORO Mario Coraggi e Assunta Canestri
Il 14 settembre 2019, Mario Coraggi e Assunta Canestri hanno raggiunto e festeggiato il bellissimo traguardo dei 50 anni di matrimonio. Un augurio da parte dei figli e dei parenti più stretti giunga a questa splendida e solida coppia che con il loro esempio hanno contribuito a creare una FAMIGLIA SPECIALE. AUGURI.
BASTIA -ATTUALITÀ GRUPPO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
Cresciamo in PROTEZIONE CIVILE, cresciamo bene
"I volontari non sono remunerati, non perché non valgono nulla ma perché sono inestimabili" - Questa anonima citazione coglie il senso profondo dell'impegno di tutte le Associazioni che si occupano di Volontariato. Anche la stessa parola Volontario ha un significato profondo: una persona che liberamente ed in modo spontaneo e gratuito mette a disposizione la propria attività; azione mossa dalla volontà individuale del singolo
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di Emanuela Marotta
l gruppo Comunale Volontari di Protezione Civile di Bastia Umbra lo scorso mese di agosto, insieme ad altre Organizzazioni locali, ha riproposto il campo scuola "Cresciamo in Protezione Civile" per bambini dai 10 ai 13 anni grazie al progetto nazionale "ANCHE IO SONO LA PROTEZIONE CIVILE". - Il progetto - ci dice l'Ing. Roberto Raspa (Coordinatore della Protezione Civile di Bastia Umbra) - ci mette nelle condizioni di far crescere i nostri giovani ragazzi resilienti, capaci di vivere i rischi del territorio in maniera consapevole e pronti a diventare cittadini attivi. Un percorso che dal 2015 si rinnova costantemente in una spirale virtuosa che mette al centro la Protezione Civile, il volontariato e il territorio. Il Campo Scuola rappresenta un momento fondamentale nella vita di un Volontario della Protezione Civile. È un concentrato unico di attività, addestramento, esercitazioni, incontri con i Soggetti del Sistema Nazionale di Protezione Civile, diffusione della Cultura di riduzione del rischio, incontri con i Cittadini del proprio territorio. In circa 10 giorni di intensa attività si vive tutta la Protezione Civile, nelle previsioni, prevenzioni e simulazioni di soccorso in emergenze. - L'ingegnere conclude dicendo:- Alcune famiglie dei giovani che hanno partecipato al campo hanno avuto la possibilità di vedere da vicino la Protezione Civile e capire meglio i Volontari e le loro innumerevoli attività. Varie attività svolte al Campo. Ai ragazzi sono state insegnate nozioni sui comportamenti da tenere in molteplici circostanze. Ognuno di loro ha Foto di Emanuela Marotta vissuto momenti ludici ma anche momenti formativi potendo visitare sedi importanti quali la Centrale Operativa Unica del 118 Umbria, il Comando di Foligno dei Vigili del Fuoco e il Centro Regionale di Protezione Civile di Foligno. Hanno visto da vicino come lavorano i mezzi di soccorso e seguito le divertenti lezioni della Guardia di Finanza unità cinofila così come molto interessante è stata la lezione con i Carabinieri sui pericoli in generale di internet, dei social e del cattivo uso della rete. Infine c’è stata la Polizia Municipale che ha insegnato ai giovani il rispetto delle norme a tutela dell'ambiente in relazione all'inquinamento idrico, atmosferico, acustico e del suolo, come fare una corretta raccolta differenziata ed i requisiti per catalogare i rifiuti. Molti momenti ludici al campo sono stati caratterizzati dalla presenza del Gruppo Scout Agesci di Bastia Umbra, con il quale i partecipanti hanno creato costruzioni in legno e corde. Hanno imparato a fare diverse tipologie di nodi di salvataggio e le imbracature di emergenza. Con la start-up IdeAttivaMente, un gruppo di professionisti impegnati nel settore dell animazione, educazione e dell'innovazione didattica. I ragazzi, hanno utilizzato i giochi di una volta, riprodotti in alcune versioni in legno o altri materiali di riciclo e giocato con giochi educativi e creativi. Momento indimenticabile è stata la gita avventurosa all'Attivo Park di Scheggino, un'esperienza unica, come anche i vari giochi al campo e il Diario del campo, dove hanno potuto scrivere o disegnare le loro sensazioni. Sono stati giorni che hanno impegnato molti volontari e si ringraziano tutti, anche chi ha supportato l'iniziativa e condiviso il progetto. Si ringraziano le famiglie che hanno dato la possibilità ai propri figli di vivere un'esperienza istruttiva e di fare attività costruttive, lontani dalla televisione, dal cellulare e dai video giochi. Foto di Claudio Proietti (Protezione Civile ECB, Emergenza Calamità Bevagna)
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numero 7 - Ottobre 2019
IL CUSTODE DEL TEMPO
Il Circolo Foto Hispellum di Ennio Angelucci è un patrimonio da tutelare di LEONARDO MARINANGELI
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’è una porta che difficilmente si trova chiusa a Spello, in via Poeta sotto Porta Montanara. È quella del Circolo Foto Hispellum dove Ennio Angelucci, fotografo e figura storica della città, custodisce gelosamente le memorie di un tempo sempre più remoto. Nonostante l’archivio conti più di 35.000 reperti – anche se a lui questa sembra una stima al ribasso – quando si entra nel circolo tutto è meticolosamente ordinato e catalogato. Ennio ha una personalità sanguigna: scherza, si arrabbia col mondo, ma quando parla del suo lavoro d’archivista assume un tono decisamente serio. Dal 2009 il suo archivio, dopo un lungo girovagare, ha trovato una fissa dimora in questo storico ambiente dove, mi racconta, una volta lavorava un fabbro. Ma il Foto Hispellum esiste ufficialmente dal 1976. Oltre alle foto, il circolo è ricco di ogni minima testimonianza: pellicole, ritagli di giornale, cartoline, appunti di telefonate o riunioni; in questo locale Ennio conserva ogni frammento della sua vita la quale, per forza di cose, si intreccia con la storia di Spello. Gli indico una delle stampe che sono appese al muro, colpito dalla qualità dell’immagine: raffigura un cane che si trova sotto ad un arco; mi racconta che passava su questa strada ogni volta che c’era
un funerale. Mentre parliamo entra un gruppo di turisti tedeschi. Non è un evento eccezionale: Ennio ospita decine di visitatori ogni giorno che, incuriositi, si imbattono in quella che è come la sua seconda casa. Quando gli mostra gli album fotografici delle Infiorate scoppiano tutti in un’esclamazione di sorpresa, a dimostrazione di come la fotografia riesca a superare ogni barriera linguistica. Quando se ne stanno per andare mi chiede di fargli una foto insieme a loro. È così che l’archivio si è riempito di ricordi. La passione per il suo lavoro nasce un po’ per caso: quand’era ragazzo e faceva l’elettricista lavorò su un impianto elettrico. Non glielo pagarono, ma gli regalarono la sua prima macchina fotografica: una Kodak Retinette. Erano i primi anni Sessanta. Da allora sotto l’obiettivo di Ennio è passato in rassegna ogni momento di vita quotidiano degli spellani. Oltre alla sua stessa produzione Ennio colleziona testimonianze della storia di Spello grazie ad un costante lavoro di ricerca: così facendo nel suo archivio si può trovare materiale risalente fino al 1890. Con questa costante espansione è arrivato il momento per lui di digitalizzare l’archivio. Questa esigenza nasce anche da un fruttuoso incontro con la Soprintendenza archivistica e bibliografica dell’Umbria e delle Marche (organo che risponde al Ministero dei Beni Culturali), che ha definito il suo archivio di rilevante interesse storico. I contatti con il Ministero sono ancora in corso e nel frattempo gli è stato consigliato di creare un archivio digitale riordinando le foto per sezioni. Ed è qua che gli servirebbe un aiuto per custodire al meglio questo patrimonio di memorie, così come gli è stato dato per costituirlo. Anche perché, mi dice con grande sensibilità, si rende conto che tutto questo
Ennio Angelucci al lavoro
lavoro che sta facendo non è solo per lui ma sarà un’eredità importante per tutti gli spellani. D’altronde, se spesso si fa fatica a conservare la propria memoria, custodire quella di un’intera città è un’impresa da titani.
PER PRECISARE Aggiornamenti - A pag. 45 del numero di settembre: • L’ASD Spello Volley ha avuto una modifica del suo organico a settembre. La situazione attuale dello staff è la seguente: Minivolley - Fabio Tocchi Under 13, Under 16 e I Divisione - Elena Piatatchenko Under 14 - Luca Tinivelli e Barbara Longarelli II Divisione - Luca Tinivelli Errata Corrige - A pag. 44 del numero di settembre: • Il nome ufficiale della villa romana situata in località Sant’Anna è “Villa dei Mosaici di Spello” e non “Villa Romana dei Mosaici”. • Il nome completo del concorso “Vicoli fioriti” è “Finestre, Balconi e Vicoli fioriti”.
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numero 7 - Ottobre 2019
Il Real Cannara piace e convince Trovare il giusto amalgama per un gruppo che conta ben sei nuovi arrivi non è semplice, tuttavia i rossoblù sembrano proprio sulla buona strada, certo c’è da lavorare ancora molto per dare fluidità alle geometrie di gioco, ma l’avvio è promettente
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l Real Cannara del presidente Danilo Morici ha ricominciato a sudare. La società in estate ha lavorato alacremente per mettere a disposizione del tecnico Mirko Pagnottini una rosa competitiva. L’organico allestito ha tutte le carte in regola per disputare un campionato ricco di soddisfazioni, infatti, nonostante la stagione sia solo alle battute iniziali i ragazzi esprimono un gioco che piace e convince. Trovare il giusto amalgama per un gruppo che conta ben sei nuovi arrivi non è semplice, tuttavia i rossoblù sembrano proprio sulla buona strada, certo c’è da lavorare ancora molto per dare fluidità alle geometrie di gioco, ma l’avvio è promettente. Ne è sicuro il fondatore e membro del consiglio d’amministrazione Simone Agostinelli, il quale ai nostri microfoni si dice fiducioso che la squadra disputerà un campionato di alta classifica. “Sono molto soddisfatto
di SONIA BALDASSARRI di come Danilo Morici si è mosso sul mercato – dice – ha dimostrato ancora una volta di saperci fare. La squadra ha un grosso potenziale tecnico, credo che potremo confrontarci con tutti a viso aperto, senza paure. I presupposti per una stagione di cui andare fieri ci sono tutti, ora non ci resta che lavorare a testa bassa e ragionare di partita in partita. Dobbiamo credere nelle nostre buone qualità ma allo stesso Simone Agostinelli e Danilo Morici tempo è d’obbligo evitare errori di presun- tini si dice contento di zione, restare umili è il se- come i suoi ragazzi abbiagreto per raggiungere no iniziato la stagione ma mete ambiziose. Sono preferisce mantenere un convinto che lavorando prudente profilo basso. quotidianamente con im- “La squadra cresce di giorpegno questa squadra pos- nata in giornata, sia da un sa ambire a posizioni di punto di vista fisico che alta classifica e ad un pre- tattico-tecnico, tuttavia si stigioso traguardo finale”. deve lavorare ancora molIl mister Mirko Pagnot- to sul feeling. Il gruppo è
stato abbastanza rimaneggiato, ci sarà bisogno di tempo per trovare un linguaggio comune. L’aspetto incoraggiante è che in ogni partita i ragazzi tirano fuori un gran carattere. Sul piano fisico il neo preparatore atletico Vanni Sereni sta facendo un gran bel lavoro, colgo l’occasione per ringraziarlo e complimentarmi. Purtroppo il problema che ci portiamo dietro dall’anno scorso è la scarsa concentrazione, a tratti ci si annebbia la vista, voglio dire che dobbiamo restare concentrati per tutto l’arco della partita, perché troppe volte paghiamo conti salati per negligenze solo nostre”. Circa l’obiettivo stagionale da perseguire il tecnico
tiene i piedi per terra. “Dobbiamo ragionare per gradi, prima di tutto c’è la salvezza, poi si alzerà l’asticella. Non nascondo che mi piacerebbe riuscire a portare la Coppa Italia a Cannara, ce la metteremo tutta. Sicuramente l’obiettivo di partenza è migliorare quanto fatto la passata stagione, servirà impegno e dedizione perché a mio avviso il livello del campionato quest’anno è salito, ci sarà più da battagliare, è per questo che dobbiamo toglierci il vizietto di complicarci la vita da soli”.
L’allenatore Mirko Pagnottini e il preparatore atletico Vanni Sereni
numero 7 - OTTOBRE 2019
CANNARA/ATTUALITÀ
21 SETTEMBRE 2019
LA CHIESA DI SAN MATTEO TORNA A NUOVA LUCE
Don Francesco Fongo: “Bisogna impegnarsi tutti affinché la riapertura della Chiesa sia una vera e propria ripartenza” di S. BAL
FOTO DI PAOLO D’ANTONIO
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o scorso 21 settembre, in occasione della festa del Santo Patrono, la Chiesa di San Matteo è stata ufficialmente riaperta. Cannara si è riappropriata dopo tre lunghi anni della Chiesa parrocchiale, Don Francesco si auspica che questo possa donare nuova linfa e più slancio alla comunità cristiana. La Chiesa di San Matteo è il luogo che unisce tutti i cannaresi, è il collante che tiene unita e viva la popolazione, con la riapertura il parroco spera che il popolo di Dio, carico di entusiasmo, riprenda il cammino di fede. La cerimonia di apertura è stata seguita dalla celebrazione della Cresima di ventisei ragazzi, è stato deciso di legare i due eventi perché i giovani che hanno ricevuto il sacramento rappresentano un nuovo inizio, così come la restituzione della Chiesa ai cannaresi è emblema della rinascita del paese. “Sono molto orgoglioso del fatto che sabato 21 settembre la Chiesa era stracolma di gente – dice Don Francesco – è stato un evento pastorale di straordinaria importanza che Cannara ha meritato dopo una sofferenza durata tre anni. Grazie a Dio avevamo altre chiese, tra l’altro artisticamente notevoli, che se pur piccole di dimensioni hanno co-
munque consentito di coltivare la fede. Intendo dire che la Chiesa di San Giovanni, di San Biagio e delle Sacre Stimmate di San Francesco hanno rappresentato piccoli fuochi che non hanno fatto spegnere la fede. La riapertura di San Matteo è stato un evento che i cannaresi hanno sentito nel profondo, ricevere
nei giorni successivi i ringraziamenti da parte della gente mi ha emozionato. La comunità si è come risvegliata da un sogno per poter poi riprendere un cammino significativo”. Le porte della Chiesa sono state aperte da alcuni ragazzi della Cresima come simbolo di speranza per il futuro.
“Lasciare che siano stati i ragazzi ad aprire le porte della Chiesa è stato un gesto dal valore inestimabile. I giovani sono il futuro, a loro spettano compiti importanti: sognare, creare, progettare … Devo dire che hanno sentito molto la celebrazione della Cresima, durante tutto il periodo di preparazione ho spiegato loro che ricevere questo sacramento significa che il Signore mi chiama a diventare qualcuno, dentro la Cresima c’è l’anima della vocazione”. Don Francesco attraverso le colonne di Terrenostre ringrazia coloro i quali sono stati gli artefici della messa in sicurezza della Chiesa di San Matteo. “Un grazie speciale mi sento di rivolgerlo all’Ing. Francesco Longarini e all’Arch. Adelio Rosi che hanno seguito i lavori giorno dopo giorno. Grazie anche alla ditta Pelucca Samuele che ha lavorato brillantemente e all’Ufficio tecnico della Curia responsabile della messa in sicurezza. La commissione dioce-
sana ha apprezzato molto come sono state realizzate le opere. Certamente è da ringraziare anche lo spirito collaborativo dell’amministrazione comunale, che ha facilitato i lavori di messa in sicurezza”. È stata ipotizzata la possibilità di accedere a dei fondi della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) per intervenire sulla casa parrocchiale di San Matteo. “L’obiettivo in questo momento è trovare i fondi per la ristrutturazione della casa parrocchiale di San Matteo, ci stiamo lavorando, vediamo cosa sarà possibile fare”. Il mese di ottobre è di riflessione e programmazione del nuovo anno pastorale. “Il mese di ottobre tradizionalmente i gruppi operanti in parrocchia si riuniscono per stilare un programma pastorale da realizzare con l’inizio dell’anno liturgico, il prossimo primo dicembre”. Don Francesco chiude con un pensiero personale. “Bisogna impegnarsi tutti affinché la riapertura della Chiesa di San Matteo sia una vera e propria ripartenza. La comunità cristiana di Cannara deve crescere, sia attraverso le esperienze consolidate che rappresentano la tradizione sia con iniziative pastorali nuove. Per il paese sabato 21 settembre è stato un giorno di gloria, d’ora in avanti l’impegno dovrà essere collettivo”.
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numero 7 - OTTOBRE 2019
Arte e Cultura
La città polo culturale di eccellenza Bettona, con il suo Museo e la sua Biblioteca Comunale, si conferma un’importante fucina di idee e progettualità con l’obiettivo di confermarsi polo culturale attrattivo n interessante appuntamento, si è svolto il 12 ottobre scorso, presso la biblioteca comunale “Madonna del Ponte”, che ha festeggiato i vent’anni di “Nati Per Leggere”, un progetto nazionale sviluppatosi assieme all’Associazione Culturale Pediatri, l’Associazione Italiana Biblioteche e il Centro per la Salute del Bambino. L’ARTE DELLE PAROLE, questo il titolo scelto per l’evento, ha visto svolgersi una tavola rotonda sull’importanza della lettura nelle nuove generazioni. Per l’occasione, il Comune di Bettona in collaborazione con Sistema Museo, ha proposto anche un interessante incontro dibattito sulla promozione e valorizzazione della lettura nella società contemporanea. Sono intervenuti il sindaco Lamberto Marcantonini, la Responsabile Sezione Biblioteche e Archivi Storici Regione Umbria Olimpia Bartolucci, la giornalista e scrittrice Paola Gualfetti, la Presidente dell’associazione “Il Giunco” Rossella Aristei e la Responsabile Sistema Museo del circuito museale di Bettona Iolanda Cunto. Ha concluso gli interventi la
lettura di un brano da parte della lettrice di NATI PER LEGGERE Valentina Piano. Uno degli eventi cui Bettona sarà protagonista, dal 5 ottobre 2019 al 6 Gennaio del 2020, è la mostra “Icone e Martiri”, con opere provenienti dalla Galleria Nazionale dell’Umbria. Inaugurata venerdì 4 ottobre, l’esposizione esporrà una monumentale tavola della Madonna con bambino in trono di Eusebio da San Giorgio e dello scomparto raffigurante Santa Lucia del Perugino, già parte del polittico smembrato di Sant’Agostino, proveniente dall’omonima chiesa perugina. Due opere diverse, ma al con-
tempo profondamente strette da un legame fatto di ereditarietà artistica e poetica che passa anche dalla magistrale resa iconografica dei santi martiri rappresentati, protagonisti e testimoni della grande tradizione cristiana. Questa occasione imperdibile consentirà al visitatore una lettura integrata ed approfondita dei due capolavori, in relazione anche al contesto storico-artistico delle collezioni permanenti: interessante sarà il confronto tra le opere della Galleria Nazionale dell’Umbria e quelle riconducibili al medesimo ambiente peruginesco presenti nel Museo bettonese. Per informazioni, prenotazioni, il Museo resterà sempre a disposizione al n. 075/987347, al sito http://www.comune.bettona.pg.it e all’indirizzo di posta elettronica bettona@sistemamuseo.it
di Lamberto Caponi
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di MICHELA PROIETTI
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IL BUSINESS DELL’OMBRA
ergola, pergotenda, pergolatenda, pergolato, tettoia, gazebo, veranda, tante definizioni di strutture simili che hanno in comune la funzione di riparare dal sole e dalle intemperie, oggi molto diffuse e dove gira un'attività economica di tutto rispetto. Si infatti, viste le regole meno restrittive per le pertinenze in genere, l'attenzione di chi ha una casa di proprietà si rivolge a questa categoria di opere che permettono di estendere all’esterno lo spazio abitativo e soddisfano la voglia di realizzare qualcosa in più per stare all'ombra o al coperto, specie ora che il bel tempo sembra non finire. Se è vero però che si possono realizzare più facilmente, occorre tuttavia fare molta attenzione alle diverse regole, a volte di difficile inquadramento, che il legislatore ha posto a questo nuovo segmento di prodotti che ha registrato nel 2018 un incremento del 2% rispetto all’anno precedente, senza contare l’impiego diffuso del faidaté. Le tecniche costruttive sono le più disparate, con costi d’investimento anche consistenti e con tecnologie sofisticate che consentono in molti casi la possibilità di trasformazione e adattamento alle varie esigenze. Con determinati congegni una pergola può diventare una tettoia o una veranda, cambiando di conseguenza il regime abilitativo a cui è sottoposta. È capitato anche che la copertura di una tettoia è volata via col vento facendola diventare un pergolato! In linea di massima occorre distinguere se sotto ci piove o non ci piove, oppure se ha un ancoraggio al suolo o se è semplicemente appoggiata, se è chiusa o aperta, se è stabile o provvisoria, se ci sono sopra i moduli fotovoltaici e così via… Ora una domanda sorge spontanea: se è vero che le regole sono principalmente mirate alla tutela dell’interesse pubblico, che danno si arreca alla comunità se una struttura di questo tipo è adatta o meno a ripararsi dalla pioggia pur mantenendo lo stesso aspetto esteriore?