THE H FACTOR - N. 00 ANNO 2015

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The H Factor Hard & Heavy Magazine

The H Factor - Numero 00 Anno 2015

M Rock:
 Uno stile di vita
 
 Acme Recording: Professionalità italiana 
 
 Manguss:
 Living in America
 
 "Best Of Underground": 
 Disponibile il Volume I
 
 Le recensioni di
 The H Factor:
 Eldritch 
 Sadist 
 Coconuts Killer Band 
 Betrayers


Hot News Kerosene, alternative metal band di Terni influenzata da mostri sacri quali Alter Bridge, Black Label Society, Disturbed e Audioslave, ha rilasciato il lyric video del nuovo singlo "Lie" che farà parte del nuovo EP "Modern Slavery" in uscita ad inizio 2016 per Holier Than Thou Records (www.holierthanthou.co.uk). Di seguito il link per il video: https://www.youtube.com/watch? Sito della band: www.kerosenemetal.com Pagina Facebook: https://www.facebook.com/ Canale YouTube: https://www.youtube.com/ Pagina Twitter: https://twitter.com/

I 17Crash hard glam rock band labronica esordisce a livello discografico con il primo lavoro in studio " Reading your dirty minds " prodotto da Antonio Inserillo. La band ha inoltre firmato un contratto discografico di distribuzione con la prestigiosa Demon Doll Records di Los Angeles. L'uscita del disco va di pari passo con il lancio del loro primo video/singolo:”Let me live your rock n' roll”. Video che trovate su YouTube. L'album è ascoltabile su tutte le principali piattaforme digitali e acquistabile appunto tramite: www.demondollrecords.com La band al momento è in pieno tour promozionale in Italia. Potete seguire le date direttamente sul loro Facebook: www.facebook.com/17crash

E' uscito il 4 Dicembre il primo volume di “Best Of Underground” la compilation targata BBHells Records (www.bbhells.com) che racchiude alcune delle migliori proposte italiane e non in ambito hard&heavy. Per tutte le info e il download fate riferimento al sito ufficiale dell'etichetta e alla sua pagina Facebook (www.facebook.com/bbhellsrecords), per partecipare invece alle selezioni dei prossimi volumi scrivete a: bestofunderground@bbhells.com

Invia le tue news a: thehfactormag@gmail.com


Intervista a Pietro “M Rock” Zanetti Ciao Pietro e grazie per la tua disponibilità e quella della tua manager Cristina. Da dove nasce intanto questa collaborazione? Grazie a voi per avermi ospitato sulle vostre pagine. Con Cristina di Metalmorfosi ci conosciamo da molti anni ma non avevamo mai lavorato assieme. Conoscevo le sue doti come Manager e la professionalità con cui tutto lo staff di Metalmorfosi Promotion & Management opera così quando ho sentito la necessità di un Management ho contattato Cristina. Lei dall'alto della sua autorevolezza mi ha subito posto delle condizioni prima di iniziare a lavorare (mi conosce molto bene). Da li è cominciato il nostro sodalizio. Abbiamo ascoltato in anteprima la canzone “Coca Leader” inclusa nella compilation “Best Of Underground” distribuita da BBHells Records. Come definisci il tuo genere musicale? Sono nato artisticamente nel 1979 e ho avuto la fortuna di vivere molti generi come il Rock, il Punk, la New Wave, il Glam rock, l'industrial Metal, ecc. Oggi, con il progetto M rock, ritorno al mio primo grande amore: il Rock. So anche che non si dovrebbere distinguere la musica in generi ma è necessario riconoscersi in filoni musicali dunque inserirei M rock nel filone del rock con influenze hard rock. Mi offri anche l'occasione di ringraziare Max della BBHells Records per aver inserito "Coca Leader" nella compilation, traccia estratta dal mio nuovo Cd "Walking Alone". Nel brano sopracitato ha suonato un monumento della chitarra hard-rock italiana come Alex Masi. E' stato facile collaborare con lui e la sua presenza è limitata solo a questa canzone o si estende a tutto l'album? La mia amicizia con Alex dura dal 1980. Mentre registravo il nuovo album "Walking Alone" Alex si trovava in Italia, ci siamo incontrati ad un suo concerto e lì è nata l'idea della collaborazione. Ho chiesto ad Alex di mettere la sua grande maestria con la chitarra in due brani, “Coca Leader” appunto e in “Shock”. Lui con grande abilità e professionalità ha creato dei riff di chitarra che hanno aggiunto grande valore a tutto il cd. Vorrei ricordare che oltre ad Alex ho avuto in studio anche altri artisti amici: Massimo Mad Zanetti dei Mad Agony, la

cantante rock blues Clé e il giovanissimo Gianluca Poato. Hai un'etichetta inglese che ti sta aiutando nella promozione del disco e della tua musica, cosa puoi dirci a riguardo? Già durante le registrazioni del nuovo cd mi sono accorto che “Walking Alone” avrebbe potuto interessare e da lì è nata la necessità di trovare una label disposta a pubblicare e promuovere il cd e il progetto solista M rock. Molte label hanno accolto positivamente la mia proposta tra cui appunto la londinese Ghost. Per questo mio primo progetto da solista avevo bisogno di una Label che credesse veramente in me, nel mio progetto e in “Walking Alone”. Con Leandro, label manager della Ghost, è nato subito un grande rapporto basato sulla fiducia, sulla professionalità ma anche sull'amicizia. Tutto lo staff della Ghost sta facendo un ottimo lavoro promovendomi in tutti i canali alternativi e ufficiali. Stai infatti facendo una notevole promozione al tuo album con tante interviste per radio e fanzine. Dal punto di vista dei live come procede? Sì, come detto in precedenza, sono molto impegnato con la promozione di "Walking Alone". Ad agosto di quest'anno ho terminato un tour che mi ha visto protagonista in molte città italiane: in sette mesi abbiamo fatto ventiquattro concerti tra cui molti festival estivi. Per questo mese di dicembre ho in programma tre date di cui una in acustico, ma so che non finiranno qua. In aprile


2016 volerò a Los Angeles per delle sessioni in studio con dei musicisti californiani e penso che anche sul suolo statunitense avrò a che fare con il palco ma ancora i live non sono stati definiti. Colgo qualsiasi occasione mi venga proposta, amo la vita on the road, il pubblico dei concerti: non finirò mai con i live! Hai già idee in mente per un prossimo lavoro? Idee per eventuali nuovi lavori ne ho sempre molte ma per il momento sono parcheggiate. Mi stanno offrendo molte collaborazioni con altri artisti e band e queste saranno sicuramente tra le mie priorità imponendo sempre il marchio M rock, prima di pensare seriamente ad un nuovo lavoro come M rock. Qual'è l'obiettivo che ti sei prefissato per il tuo futuro musicale? Nella mia vita non mi sono mai posto degli obiettivi, credo molto al caso e credo che continuerò a condurre il mio percorso musicale così. Penso che darò ancora più importanza al mio nuovo slogan SEX FUN ROCK'n'ROLL! Ringraziandoti nuovamente per il tempo che ci hai concesso ti chiediamo un saluto e un messaggio per i nostri lettori e per quanti inizieranno a seguirti. Sono io che ringrazio tutta la redazione di The H Factor per avermi concesso di rancontare un pò di me e del progetto M rock ai vostri lettori, sperando di aver suscitato in loro la voglia di approfondire la conoscenza di M rock. Questi lettori possono seguirmi e tenersi aggiornati attraverso le pagine di Facebook e Reverbnation. Gli altri si fottano! https://www.facebook.com/pages/M-rockband/360074470675721 http://www.reverbnation.com/metalmusicmachine Grazie ancora a tutti!


Intervista a Davide Rosati (ACME Recording Studios – Raiano (AQ) Ciao e grazie per il tempo che hai voluto concederci per questa breve intervista. Innanzi tutto com'è nata la tua passione per mixer e microfoni e da quanto tempo tutto questo è diventato per te una professione? Grazie a voi, devo dire che questa cosa mi lusinga molto. Credo che il mio percorso sia comune a quello di tanti altri, prima la passione per la musica, poi per uno strumento, nel mio caso particolare per il Basso e poi la prima esperienza in studio come “Musicista”. Lì se scatta la scintilla è fatta! Dopo quella esperienza ho iniziato ad appassionarmi prima come autodidatta registrando qualcosa in casa e lavorando molto Live, poi ho sentito l'esigenza di seguire un corso “Serio” e così da lì a poco mi sono ritrovato in questa avventura. Dopo 15 anni sono ancora qui :) Che tipo di bands vengono a registrare da te? Sei conosciuto come un tecnico specializzato in un genere preciso?

più esperta. E' un'esperienza di confronto dove le idee del musicista si sposano con quelle del “Produttore”, dove si condividono esperienza e professionalità. Il mio approccio in ogni produzione è assolutamente “singolare” non parto mai da preset o template ogni band avrà il suo suono, questo io lo chiamo rispetto per il musicista. Abbiamo conosciuto la tua attività grazie a dischi come il debutto dei Coconuts Killer Bands o per la collaborazione con etichette come la BBHells Records. Cosa puoi raccontarci di queste due esperienze? Ho conosciuto i Coconuts Killer Bands in occasione del loro primo Demo, di lì a poco però i ragazzi erano già maturi per un Full Album. Hanno un'intensa attività live e idee da vendere! Ricordo che ci siamo visti per delle pre-produzioni e per pianificare il lavoro in studio, non ci siamo fatti mancare sperimentazioni, diversi set, diversi ampli ma, la verità è che il suono è nelle dita.

Diciamo che in tutti questi anni ho lavorato moltissimo con Punk Rock, HC e Metal grazie anche alla collaborazione con diverse etichette indipendenti, in particolar modo con la Indelirium Records del buon amico Emiliano Amicosante e con la Overdub Recordings di Marcello Venditti grazie alla quale ho avuto la possibilità di lavorare con molte band di talento anche estere.

Cosa possono trovare da te i gruppi e musicisti che decidono di legare la produzione di un album al lavoro insieme a ACME Studio? Questa è una bella domanda. Oggi il mondo viaggia veloce, tutte le produzioni sono a budget strettissimi e spesso fatte in casa. Personalmente non ho nulla contro questa tendenza che spesso porta anche ad ottimi risultati sonori. L'esperienza in studio però è un'altra cosa, è sicuramente un motivo di crescita per ogni band, anche per la

Sono state circa due settimane fantastiche, lavorare con dei bravi musicisti è quanto di meglio possa capitare nel mio mestiere :) Durante le registrazioni sono entrati in contatto con l'attuale Label che si è voluta occupare di Mix e Mastering, a distanza di tempo siamo tutti soddisfatti e spero di lavorare con loro in futuro. La collaborazione con delle piccole Label è parte integrante del mio lavoro, la BBHells Records è una di queste, ho conosciuto Max (Braccianti, il titolare dell'etichetta N.d.R.) per caso ma ci siamo subito intesi, abbiamo già dei progetti per il 2016 da produrre insieme e chissà che le cose non si sviluppino ulteriormente!


Produci anche in prima persona i dischi che vengono registrati nel tuo studio e, se sì, hai una tua etichetta personale? Si. Ho una piccola Label. Anzi approfitto dello spazio per invitare i vostri lettori a dare un'occhiata al sito www.toreactrecords.com ma, le produzioni dello studio non sono direttamente collegate alle uscite dell'etichetta, in questi anni di lavoro solo pochi titoli sono finiti in To React Records tramite il mio studio, tra questi vorrei segnalarvi i miei conterranei e maestosi Draugr e i moderni e giovanissimi TrueLie.

I nostri lettori sono curiosi di conoscere qualche aneddoto divertente, magari senza citare i nomi delle bands coinvolte... Ragazzi c'è una legge tacita che si rinnova di produzione in produzione, ovvero quello che succede all'acme rimane all'acme, ma posso garantirvi che di robe folli ne succedono ogni giorno. Vi basti pensare che mediamente una produzione dura due settimane, in quel periodo le band “vivono” in una piccola depandance adiacente allo studio, senza freni, senza inibizioni, senza regole, a voi le conclusioni :) Speriamo di risentirti presto per nuovi lavori targati ACME Recording Studio! A te lo spazio per un saluto finale. Cosa dire, vi ringrazio ancora per l'interesse e lo spazio che mi avete concesso, in questo 2016 avremo modo di sentirci ancora. Ci sono

belle produzioni che bollono in pentola, un grande abbraccio e Buona Musica a tutti voi.

www.acmerecording.it


Intervista a Manguss (Showdown Boulevard) Ciao Manguss e grazie intanto per la disponibilità. Militi ormai da qualche anno negli Showdown Boulevard, band che abbiamo ascoltato e apprezzato nelle sue varie fasi, dal debutto molto hard rock classico alle sfumature industrial di “Face The Challenge”. Vuoi parlarci della tua esperienza nella band? “Ciao a Voi ed ai Vostri lettori. Sono entrato negli SDB nel 2012, durante la fase finale di composizione del primo album ed ho pertanto registrato tutte le parti di chitarra, differenti parti di tastiere e backing vocals. E' stata un'esperienza interessante e che da subito ha iniziato ad evolversi musicalmente verso nuovi lidi. Il risultato di questa crescita è stato ovviamente concretizzato in "Face The Challenge", un album molto più sperimentale e personale. Caratterizzato da diversi spunti crossover, alternative ed anche industrial come hai giustamente puntualizzato tu. L'esperienza con Andy finora è stata positiva e musicalmente stimolante”. Ovvio chiederti anche in prospettiva cosa devono aspettarsi i nostri lettori per il futuro. “Al momento ci stiamo concedendo il tempo necessario per mettere a punto il nostro prossimo obiettivo sonoro. La fase di composizione del nuovo materiale è già iniziata, o meglio non è mai terminata, come la bonus track della reissue di "FTC" testimonia. Nel frattempo Andy sta lavorando al suo progetto solista. Di certo ora l'atmosfera negli SDB è molto più distesa e serena e siamo liberi di esplorare ulteriormente senza limiti creativi e mentali. Non ci sarà sicuramente un ritorno all'hard rock, ma la nostra ricerca va avanti e toccherà altre sfumature”. Oltre agli Showdown Boulevard abbiamo letto un tuo lunghissimo curriculum con tante collaborazioni, in Italia e in America. Quali ritieni le più importanti, al di fuori degli Showdown Boulevard, senza

far torto a nessuno? “Ogni esperienza musicale affrontata è sempre importante in quanto diventa un capitolo di una propria crescita artistica, personale e professionale. Anche le esperienze che a caldo sembrano essere negative e finiscono amaramente lasciano comunque un'impronta. Mi diventa oltretutto molto difficile scegliere in quanto molte delle mie collaborazioni sono state e sono talmente lontane tra loro musicalmente che diventano imprescindibili in quanto talvolta quasi uniche”. Come chitarrista da chi sei stato ispirato maggiormente, sia come “maestri” del tuo strumento che come gruppi, del presente e del passato?

“Amo chi riesce a comunicarmi qualcosa di emozionante, originale, a prescindere dal genere. Sigue Sigue Sputnik, Alphaville, Depeche Mode, Led Zeppelin, The Cult, Black Crowes, Living Colour, Judas Priest, Isley Brothers, Otis Redding, Funkadelic... potrei stilare una lista infinita che va letteralmente a toccare ogni genere. L'importante è il feeling. Stesso discorso per i chitarristi. non ho mai avuto una passione per i vari guitar hero. Ho sempre preferito chitarristi magari meno tecnici o veloci che però sapessero scrivere musica di qualità”. Ora che vivi negli States, dal di fuori, quali sono le principali differenze che noti tra la scena underground italiana e quella americana? Davvero negli USA ci sono molte più possibilità, come ci racconta da sempre il “sogno americano” di tutti i musicisti rock? “La differenza fondamentalmente è sempre la solita. In Italia la musica è un lusso, fare il musicista è un hobby da fannulloni non un lavoro, mentre all'estero, non necessariamente solo in USA ma come sappiamo anche in molti Paesi europei, la musica è cultura e se sai suonare uno strumento vieni visto come un individuo con un talento e come una persona che


lavora sodo su ciò in cui crede. Poi moltissimi dei vari problemi economici che l'essere musicista comporta esistono qui come lì, purtroppo. Va inoltre detto che per quanto riguarda la scena rock o metal locale qui in North Carolina non ne so moltissimo in quanto non è l'ambiente in cui mi muovo io (suono per lo più in ambiti Rhythm & Blues, Reggae e Soul), ma vedo comunque molte band in giro e l'atmosfera sembra essere sempre molto viva”. Avremo la possibilità di ascoltare in futuro un tuo album solista? Abbiamo sentito diverso materiale sulla tua pagina di Soundcloud. Pensi di arrivare a mettere insieme tutti i pezzi del puzzle? “Questa è una buona domanda. Ci ho pensato varie volte e mi piacerebbe. Di sicuro però vorrei separare i miei progetti in modo che possano avere un senso stilistico. Il mio lato puramente elettronico e ambient ad esempio è più orientato verso lidi differenti dal CD, in quanto vorrei fossero accostati ad una controparte visiva, mentre sicuramente sarebbe una buona cosa riuscire ad assemblare un numero sufficiente di pezzi più consoni al formato canzone e riunirli in un singolo album. Mai dire mai”. E' stato un piacere averti con noi, perciò ti lasciamo molto volentieri le ultime righe per un saluto ai nostri lettori. “Grazie a Voi per il contatto ed il supporto. Ne approfitto per mandare un saluto a tutti i lettori ed allo staff ed invito chiunque sia interessato a seguirmi online sia sulla mia pagina Facebook (Manguss), che su Reverbnation (https://www.reverbnation.com/manguss) e la pagina di Soundcloud da te poc'anzi citata (https://soundcloud.com/manguss). Stesso discorso ovviamente per i contatti Showdown Boulevard. (https://www.facebook.com/ShowdownBoulevard / https://www.reverbnation.com/showdownboulevard / http://www.bbhells.com/roster/showdown-boulevard/) Stiamo arrivando...”.


“Best Of Underground” Disponibile il Volume I E' disponibile dal 4 Dicembre scorso il primo volume di questa bella iniziativa targata BBHElls Records- La label di perugina che ultimamente ha incrementato la sua distribuzione a livello mondiale grazie all'inserimento, per i propri artisti, del formato fisico (cd e vinile) in importanti catene di negozi di dischi, pubblica in tutti i digital stores la prima edizione della compilation dedicata all'underground. Spiccano le presenze di M Rock ft Alex Masi con “Coca Leader” oltre ai singoli delle principali bands sotto contratto con BBHells Records. Tra questi gli italiani Firbholg, The Extreme Duo Metal Project, ma anche i messicani Bumsonico e Cynthia Distorsion, le due realtà internazionali proposte dall'etichetta di Max Braccianti. Facile reperire, ad un costo assolutamente abbordabile, la compilation nei principali digital stores (si va da iTunes ad Amazon e tantissimi altri per una copertura comlessiva di 240 nazioni nel mondo). Un modo questo per sostenere ulteriormente l'underground nostrano e non, dove spesso è più facile piangersi addosso che fare concretamente qualcosa. Lo staff di BBHells Records lo sta facendo e chi ha a cuore le sorti dell'hard&heavy in Italia dovrebbe fare altrettanto. Fateci sapere cosa ne pensate inviando una mail a: thehfactormag@gmail.com I pareri e le recensioni migliori verrano pubblicate sui prossimi numeri!

Per le bands interessate alle prossime edizioni: è possibile candidarsi scrivendo a bestofundergorund@bbhells.com e inviando proprie info e un brano in formato mp3. Il secondo volume “New Year Edition” sarà pubblicato nel mese di Gennaio 2016.

(Fonte: www.bbhells.com)


“Underlying Issues” by Eldritch (2015 Scarlet Records) Graditissimo ritorno quello degli italiani Eldritch, giunti ormai al ventennale dal loro debutto discografico. Le tinte prog-metal degli esordi sono sempre ben presenti nel sound del combo fiorentino, anche se la matrice metal si fa sentire più che mai in questo “Underlying Issues”. La tecnica al servizio delle canzoni rimane il marchio di fabbrica degli Eldritch. Davvero rimarchevoli sia le parti soliste come nella track iniziale “Changing Blood” che quelle ritmiche. La produzione è altrettanto all'altezza delle più famose bands internazionali del genere, ma quello che davvero conta è l'appetibilità delle canzoni. Ottime melodie condite di volta in volta da chorus accattivanti e trascinanti, che fanno di tracce come “Danger Zone”, All And More” e “The Face I Wear” immediate candidate all'inserimento nelle scalette live. Sopra le righe senza dubbio la prestazione del singer Terence Höller, senza voler togliere nulla al resto della line up, che ha ormai raggiunto la piena maturità, e non da questo disco. “Underlying Issues” promette di accontentare sia i fans di vecchia data, che i nuovi che volessero avvicinarsi ai lavori della band toscana, così da riscoprirne autentiche gemme del prog-metal italiano ed internazionale.

Voto: 90/100 (Grande ritorno per gli alfieri del prog-metal italiano)


“Hyaena” by Sadist (2015 Scarlet Records) La band si affida ad uno scenario figurato, immerso nella savana più selvaggia, dove la sola preda è chi si adagia ad ascoltare la traklist, l' unico predatore, il sound estremamente energico, virtuoso, e devastante come l'assalto di un leone alla propria preda. Si parla di adrenalina pura, in apertura con The Lonely Mountain, un piccolo intro ambient, che riporta ai rumori tipici della savana, e poi si va di pura energia, con il tagliente timbro del frontman Trevor, in perfetta omegeneità con il sound della band, un balzo antilopesco verso Pachycrocuta, che non si tratta di una landa desolata, del continente Africano, ma della seconda title track in ordine, anche qui ritmiche di assoluto pregio, e si torna a scuotere la folta chioma, il ritmo è dirompente e cadenzato degno di una danza indigena rivolta ad uno spirito padroneggiante la cerimoniosa aggressività del sound. Bouki, ci trasporta in una combo fra tastiere e ritmiche di chitarra che trovano, l'apice nello screaming, un assaggio quasi distaccato dal titolo del concept, ma che non trasporta troppo lontanamente dalla selvaggia Africa, da qui arriviamo a The Devil Riding the Evil steed, e siamo già nel deserto dove rapiti dai miraggi, abbiamo intravisto un oasi di ritmiche tribali e metal, da non poterne più fare a meno, e passando per Scavenger and Thief, arriviamo a Gadawan Kura, e torniamo di nuovo nella dimensione virtuale del continente Africano, rapiti dal sogno di vivere questo percorso selvaggio, quanto misticospirituale. Eternal Enemies ci riporta nel vorticoso sound del quartetto Ligure, quasi come il racconto di un anziano del villaggio che descrive la sua lotta con la selvaggia bestia ai giovani cacciatori intorno al falò notturno, mentre tutto intorno respira a tratti, grazie ai cenni tribali, che non si assentano mai. African Devourers, risulta il brano della quiete, ovvero lo stato in cui si trova la bestia prima di sferrare l' attacco alla preda ormai smarrita ed esausta, e da qui il balzo decisivo, verso la sventurata, con Scratching Rocks, l' attacco finale devastante che si conclude con il laudato e meritato pasto in finale Genital Mask, la conclusione che in se racchiude tutto l'album, una sorta di riassunto di tutto il percorso affrontato in questo ascolto, l'ultimo assaggio prima di mettere repeat, e ripartire per un lungo viaggio, in sostanza il mal d'Africa, una misterioso stato d'animo nostalgico che colpisce chi visita il selvaggio continente, tanto da spingerlo a tornarvi. I Sadist con questo lavoro hanno creato appunto questo pseudo stato d'animo. Una maturità indiscussa, evoluta e priva di timore, sbattuta in faccia all'ascoltatore, un degno e meritato ritorno, per Trevor e soci, hanno saputo far coesistere la più tattica e d essenziale calma del predatore, in fase di caccia, alla devastante e tuonante carica di un rinoceronte inferocito.

Voto: 70/100 (Il ritorno del quartetto prog-death Ligure lascia subito concordi su un punto fermo: NON SI SCHERZA)


“Coconuts Killer Band” by Coconuts Killer Band (2015 Go Down Records) Nulla di meglio di un po' di sano rock'n'roll per iniziare la giornata. Questo mi è successo oggi ascoltando il debut-album dei Coconuts Killer Band. Il gruppo abruzzese, già autore di infuocati live quando principalmente si occupavano di cover – rivisitate e non – dei classici rock dei mitici anni 50 (sì quelli di Fonzie&C.), esordisce su Go Down Records, etichetta nostrana sempre attenta a un certo rock retrò. Il disco composto da 10 tracce ed uscito in tutti i formati possibili, dal cd a quello digitale, scorre piacevole e non accontenta solo gli appassionati del genere, ma anche gli amanti dell'hard rock sanguigno dei decenni successivi. Infatti qui troviamo chitarre roventi e una sezione ritmica molto presente, grazie anche all'ottima produzione degli ACME Recording Studios de L'Aquila, dove il combo ha registrato l'intero lavoro. La promozione dell'album è iniziata con il singolo “Charity Boy” del quale è stato prodotto anche un video, ed in effetti la scelta si rivela azzeccata, se è vero che la traccia è tra le migliori dell'intero fulllenght. Si fanno notare a mio avviso anche “You Have To Know”, “Liars” e la ballad “Better”, quest'ultima dal tocco davvero vintagee che ci riporta a un ballo di liceo nell'America del dopo-guerra. In definitiva un disco che merita almeno un ascolto, perché suonato e prodotto ottimamente, perché fatto da una band italiana, registrato in Italia e uscito per una Label di casa nostra. Se non vi sembrano motivi sufficienti non vi vogliamo più tra i nostri lettori!

Voto: 8/10 (Per la perfezione attendiamo solo il prossimo lavoro di conferma!)


“Raging Sounds” by Betrayers (2015 Autoprodotto) Spesso la critica è portata ad identificare nelle influenze di un gruppo quella sorgente alla quale attingere senza alcun tentativo di personalizzare la proposta. Non è il caso dei liguri Betrayers, band con i piedi ben saldi nel loro background ma non per questo esenti da idee e trovate musicali proprie. Dopo svariate problematiche “classiche” di quasi tutte le bands, con problemi di line up ed affini, il gruppo di Chiavari torna a rockeggiare con “Raging Sounds”, un album ottimamente autoprodotto, e che nel sound segue fedelmente le linee guida del genere. Le canzoni sono autentiche bombe, termine con significato quasi sempre negativo, anche ai giorni nostri purtroppo, ma che nella sua versione musicale ha un significato assolutamente bello e gioioso. Le 10 tracce dell'album (non il primo dei Betrayers) trasudano passione ed energia, ed è difficile sceglierne una manciata e basta: il consiglio è quello di ascoltare tutto il disco e – perché no – scaricarvelo andando così a scoprire un gruppo nostrano davvero meritevole e contemporaneamente sostenendolo nel loro sforzo di proporre a vecchi e nuovi fans il meglio che Ed e soci può tirare fuori. Il messaggio è rivolto anche alle etichette discografiche: puntate sui Betrayers e non vi sbaglierete!!!

Voto: 9/10 (Stoner Rock all'italiana di grandissima fattura!)


The H Factor cerca proprio te! Per comparire sui prossimi numeri come Rock Model del mese invia le tue foto e info a: thehfactormag@gmail.com


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