INTRODUZIONE 5 ORIGINE DEI B-MOVIE (1930) PRENDI DUE PAGHI UNO 9 I B-MOVIE A HOLLYWOOD (1940) POVERTY ROW 13 PRC 15 B-MOVIE NELL’ ERA DELLA TELEVISIONE(1950) IL PRINCIPIO DELLA FINE 19 PLAN 9 FROM OUTER SPACE 21 EXPLOITATION, UN NUOVO INIZIO? (1960-70) CINEMA E TABÙ 25 GRINDHOUSE 27 DECLINO DEI B-MOVIE (1980-90) È LA FINE..? 31 SITOGRAFIA 35
“CON IL TERMINE PIUTTOSTO GENERALE FILM DI SERIE B, O ANCHE B-MOVIE, SI INDICA SOLITAMENTE UN FILM A BASSO COSTO E DI DUBBIA QUALITÀ, DI QUALUNQUE GENERE O SOTTOGENERE.”
Questa definizione è fin troppo generica e non rispecchia in tutto e per tutto il vero significato di questi capolavori! Il significato di questo termine varia da individuo a individuo. Molti credono che un B-movie indichi un film senza genere specifico, girato con un basso budget e che utilizzi attori e attrici sconosciuti o alle prime armi e materiali di scarto precedentemente adoperati in film con più finanziamenti. Altri sostengono che un B-movie viene realizzato da registi sconosciuti che dispongono di strumenti neanche lontanamente paragonabili a quelli usati da autori “famosi”. Tuttavia accade che alcuni registi in erba, ingegnandosi con questi strumenti, finivano per creare film di rara bellezza. Queste sono perlopiù le definizioni maggiormente utilizzate per definire questo genere cinematografico altamente sottovalutato. A mio parere l’espressione B-movie non indica film di dubbia qualità, ma film che accompagnano titoli di richiamo prodotti con basso budget. Questo non vuol dire che basso budget e scarsa qualità vadano a braccetto! Infatti un esempio che viene spesso utilizzato per definire il B-movie è Alfred Hitchcock, uno dei maggiori registi considerato una delle personalità più importanti della storia del cinema. In molti paesi come il nostro, la lingua porta a equivocare il termine. Per
questo motivo alcuni vorrebbero eliminarlo per evitare incomprensioni, tra questi troviamo l’attuale “Re dell’B-movie” Quentin Tarantino. Negli ultimi anni, specie gli ’80, i B-movie hanno ripreso valore fino a diventare dei cult per i cineasti. Si ricordano per generi i famosi Spaghetti western, la commedia erotica, e i vari splatter movie americani e australiani. In Italia si ricorda Sergio Leone per i suoi western all’italiana e Tanio Boccia, definito il “peggior regista italiano”. Tra gli attori una fra tutte Barbara Bouchet, che lavorò per Lucio Fulci, altro regista in voga in quegli anni per i suoi horror movie (Zombie 2). Questo genere cinematografico contribuì al lancio della carriera di registi come Francis Ford Coppola, Jonathan Demme e attori come Robert De Niro, Jack Nicholson e molti altri. Oggi un B-movie è utilizzato dai registi per testare le idee più strane e sperimentare tipi di riprese. Non mancano in questi moderni Bmovie comparse di attori famosi o degli stessi registi, questo per aumentare il valore stesso del film. Attualmente con il termine B-movie si indica a volte un Blockbuster-movie, letteralmente film da cassetta o meglio destinato alla produzione solo per l’home video. Anche se in realtà molti di questi film non hanno niente da invidiare a quelli usciti nelle sale.
ORIGINE DEI B-MOVIE (1930)
Nei primi anni ’30, a causa della grande depressione a seguito del crollo della borsa di Wall Street e la conseguente crisi economica del 1929 che colpì l’America, la maggior parte delle sale cinematografiche attuarono la “DOUBLE FEATURE”, che tradotta letteralmente vuol dire doppia funzione, ma che in questo caso significa doppio spettacolo. Essa consisteva nel proiettare due lungometraggi con uno stacco tra il primo e il secondo, occupato da un cortometraggio animato, il tutto pagando solamente un biglietto singolo. Il primo lungometraggio era il così detto film di serie A, ovvero quel film realizzato con un alto budget e con attori e attrici molto famosi a quel tempo, mentre per il secondo lungometraggio veniva proiettato un film di serie B in questo caso il B-movie, che per il pubblico era diventato la grande attrazione a discapito del film di serie A perché proponeva generi horror, thriller, noir a quell’epoca poco conosciuti e temi più interessanti rispetto ai classici film drammatici o di commedia. Con il passare degli anni questa pratica venne sempre più a mancare se non a Melbourne in Australia, dove un cinema noto come The Astor Theatre ha mantenuto la tradizione del Double Feature e quasi ogni giorno, dalla sua istituzione del 1936, ha proiettato due film al prezzo di uno. Negli anni ’90, molti VHS comprendevano due film sullo stesso nastro (solitamente il secondo era un sequel del primo) ed erano chiamati come “caratteristiche doppie”.
Nel 2007, i registi Quentin Tarantino e Robert Rodriguez hanno voluto rendere omaggio a questa pratica cinematografica realizzando due film che vennero proiettati uno dopo l’altro. Una pratica simile viene utilizzata negli ultimi anni, proponendo due film o più purche siano dei sequel: nel 2009 la Disney propose una “maratona” del famoso film d’animazione Toy Story che comprendeva la prima pellicola e la seconda, in occasione dell’uscita del terzo capitolo nelle sale l’anno seguente.
I B-MOVIE A HOLLYWOOD (1940)
Nascono i primi studio cinematografici esclusivamente per i B-movie e prendono il nome di Poverty Row, un termine slang usato ad Hollywood fino alla metà degli anni Cinquanta per definire queste vere e proprie case studio grafiche di breve durata. La maggior parte dei film realizzati in queste Poverty Row erano delle serie a puntate che andavano dal western alle commedie e ai gialli, anche queste caratterizzate da un basso budget, con attori semisconosciuti. Le principali Poverty Row che vale la pena citare furono: Monogram Pictures, Republic Pictures (che affermò la popolarità di John Wayne) e la Producers Releasing Corporation. Mentre per quanto riguarda i piccoli studio, come Tiffany Pictures, ogni qual volta fallivano ne aprivano un altro cambiandogli semplicemente il nome, come fece Harry S. Webb più e più volte. Alcune organizzazioni come la Astor Pictures invece, cominciarono ottenendo il diritto di pubblicare vecchi film di altri studio prima di realizzarne di propri.
Producers Releasing Corporation è stato uno degli studio meno prestigiosi di Hollywood e per questo fa parte delle Poverty Row. Nasce nella fine degli anni ’30 dalle ceneri della PDC crollata qualche mese prima. La maggior parte delle pellicole realizzate in questa casa cinematografica facevano parte del genere western, azione, ma non mancava un corposo numero di film horror. Nel 1943 un magnate delle ferrovie di nome Robert R. Young acquisto la PRC. Ebbe pochissimi nomi noti tra i suoi attori (Lee Tracy, Patsy Kelly, Benny Fields) e dovette accontentarsi di giovani alle prime armi o poco conosciuti. Tuttavia la PRC riuscì ad acquistare i servizi di un certo Buster Crabbe, reduce dalla fine del contratto con la Universal Pictures e realizzò due lungometraggi horror con l’ex Miss America 1941 Rosemary Laplache come protagonista: Strangler of the Swamp e Devil Bat’s Daughter. Anni dopo realizzò la fortunata serie western “Billy the Kid”, che narra appunto le gesta di questo famoso serial killer della metà dell’ottocento. Successivamente tenterà di eseguire una propria versione di “The Kids East Side” intitolandola “The Gas House Kids” e suddividendola in tre pellicole. Un altro film degno di nota fu “Buby Face Morgan”, epico film gangster con Mary Carlisle, Robert Armstrong e Richard Cromwell. A partire dal 1942 durante la seconda guerra mondiale la PRC realizzò in maggior parte film di gurra, fra tutti Corregidor, e un paio di film girati in Cina interpretati tra gli altri da Anna May Wong. Successivamente il regista austriaco
Edgar G. Ulmer cominciò a lavorare per lo studio e diresse tre film noir: BlueBird (1944), Strange Illusion (1945) e Detour (1945). Tutte e tre le pellicole sono state riconosciute solamente recentemente come delle vere e proprie realizzazioni artistiche. Altri successi riportati dalla PRC sono: l’acquisto fa parte della famosa casa cinematografica MGM del film “Hitler’s Madman” realizzato appunto dalla PRC, la candidatura all’oscar del compositore di musica Leo Erdoy per il film “Minstrel Man” del 1944. Successivamente la Pathe Industries acquistò la PRC e l’unico cambio notevole che riporto lo studio fu il cambiamento del nome in PRC Pictures Inc. L’azienda realizzò vari film polizieschi e girò la prima serie tv occidentale a colori. Infine la PRC dovette piegarsi al Colosso della Eagle-Lion Films Inc. che a sua volta venne acqustata dalla United Artists. La PRC durante la sua attività realizzò 179 pellicole e non spese mai oltre i 100.000$ per un singolo film.
B-MOVIE NELL’ERA DELLA TELEVISIONE (1950)
Durante l’era d’oro di Hollywood una delle tecniche utilizzate per sostenere lo studio system fu il “block booking”, un sistema di vendita multipla di più film alle sale cinematografiche in un unico stock. Cinque film erano lo standard di vendita praticato per la maggior parte degli anni Quaranta. La formula prevedeva la presenza di un solo lungometraggio particolarmente interessante, insieme ad un mix di film di serie A di dubbia qualità e da altri film di serie B come completamento dell’offerta. Il 4 maggio 1948, la Corte Suprema degli Stati Uniti dichiarò fuorilegge questa pratica. All’inizio degli anni ’50, la maggior parte delle case cinematografiche statunitensi continuarono a programmare “double feature”, ma solamente in alcuni giorni della settimana o addirittura del mese. Proponevano film già visti promuovendo il riciclaggio, ma con l’arrivo della televisione i minori studio cinematografici ne risentirono molto. La prima vittima di spicco del mercato in continua evoluzione fu proprio il Poverty Row studio: Eagle-Lion pubblicò i suoi ultimi film nel 1951. Successivamente è la volta del Monogram, è il 1953. Ne risentì anche una delle Big Five, orientata soprattutto ai B-movie, la RKO Pictures ma che successivamente riuscì a rialzarsi e riportarsi in carreggiata insieme ai maggiori studio cinematografici. In questi anni i B-movie continuarono ad essere usati in senso più ampio, facendo riferimento a qualsiasi film di genere pur che sia a basso costo. Questo fece si che diventassero sempre più territorio fertile
per la sperimentazione, sia seria che stravagante. Sempre in questi anni nacquero due dei più importanti registi della storia dei B-movie: Roger Corman che porta il soprannome di “The King of the B’s”, ovvero il Re dei B-movie, famoso per aver scoperto autori della new Hollywood come Matin Scorsese, Francis Ford Coppola, James Cameron e tantissimi altri; Edward D. Wood Jr. divenuto famoso per essere stato definito da diversi critici come “il peggior regista di tutti i tempi”. Nonostante questo soprannome, i suoi lavori sono stati recentemente molto rivalutati tanto che il regista americano Tim Burton, oltre ad essere un suo grande ammiratore, gli ha dedicato un film: Ed Wood che racconta la vita di questo regista sottovalutato e ritenuto uno dei padri del B-movie.
PLAN 9 FROM OUTER SPACE - UNITED STATES OF AMERICA - 1979
This is a poster for the film “Plan 9 from outer space” by Edward D. Wood Jr., a film released in March 1959. The target audience is just adults. The poster shows the main characters of the movie: Bela Lugosi, Vampiria, and Lyle Talbot. In The center there is the title in red, in the background there is a cemetery with some trees and men. At the top there is a sentece “Unspeakable horrors from outer space paralyze the living and resurrect the dead!” and at the bottom there are the names of the actors in the cast.
EXPLOITATION UN NUOVO INIZIO? (1960-70)
Tra gli anni settanta e ottanta negli Stati Uniti e in Europa ogni tipo di tabù andava sempre di più diminuendo. A questo proposito anche se già esistente sin dai primi giorni del cinema il genere cinematografico “d’exploitation” prese sempre più piede, questo perché anche se metteva da parte ogni merito artistico, mostrava spesso scene di sesso e di violenza e ciò attirava il pubblico. La parola stessa “d’exploitation” deriva dall’inglese ed è un termine che serve a pubblicizzare spettacoli e film. I film d’exploitation sono appunto quelli il cui successo non è dovuto alla qualità del contenuto, ma piuttosto alla pubblicità. Per esempio, un fattore usato da molti film d’exploitation è quello di avvertire il pubblico del divieto in una certa regione. Questo genere cinematografico si divide in tanti altri sottogeneri, iniziando dall’exploitation classica dove i film vengono additati come sensazionali pellicole create sotto effetto di droghe e per l’epoca risultarono sensazionali, l’esempio più famoso è Reefer Madness. L’exploitation nera o Blaxploitation erano realizzati inizialmente solamente per un pubblico nero, utilizzando attori di colore e temi stereo tipicamente afroamericani come la vita povera, la droga e la prostituzione. Esempi degli anni settanta sono: Cleopatra Jones, Coffy, Foxy Brown. I film di Sexploitation, il cui scopo principale era l’esibizione di situazioni sessuali non esplicite e di nudità gratuite. Dopo la legalizzazione dell’hardcore il genere è stato rinominato “softcore”. Il più noto regista di
questo genere cinematografico è senz’alcun dubbio Russ Meyer (Supervixens, Vixen!). I film della Shock exploitation sono quelli contenenti scene o sequenze miranti a terrorizzare il pubblico, si focalizzano su contenuti normalmente ritenuti tabù, come violenza grafica estremamente realistica. La Bikexploitation si focalizzava su bande di motociclisti che si divertivano a somministrare dosi di sesso e violenza alle povere vittime. Tra i più importanti, I Selvaggi di Roger Corman, Arancia Meccanica di Stanley Kubrick. L’influenza del genere può essere riscontrata nel cinema contemporaneo in film come Kill Bill, Grindhouse di Quentin Tarantino e Robert Rodriguez (amanti dichiarati dei film d’exploitation).
Per Grindhouse si intende un cinema che principalmente presenta film d’exploitation; spesso gli stessi film d’exploitation vengono chiamati “grindhouse”. Le grindhouse sono note per le maratone non-stop di Bmovie, di solito con due film mostrati di seguito, della stessa serie. Molti di questi cinema cittadini ospitavano degli spettacoli a carattere burlesco, con balli e altro materiale frivolo. Iniziato nei tardi anni sessanta specialmente durante i primi anni settanta, il fulcro dei film d’exploitation mostrati in questi cinema spesso includevano scene di sesso esplicite, violenza con trame bizzarre o addirittura perverse, e altri contenuti tabù. Molte grindhouse mostravano esclusivamente pellicole pornografiche. Nel 2007 i registi Quentin Tarantino e Robert Rodriguez deciserò di realizzare due pellicole che fossero proiettate una dopo l’altra proprio come accadeva nelle Grindhouse negli anni ‘70 e le intitolarono rispettivamente, Grindhouse: Death Proof e Grindhouse: Planet Terror, che riscossero un buon successo da parte degli spettatori, un pò meno da parte della critica.
DECLINO DEI B-MOVIE (1980-90)
Agli inizi degli anni ottanta la maggior parte delle case di produzione dei B-movie crollarono oppure vennero acquistate da aziende più grandi, orientate su film di genere ad alto budget aumentando così le aspettative del pubblico per quanto riguarda le sequenze d’azione realizzate con effetti speciali sempre più realistici. Il costo di produzione di ogni singolo film quindi aumento e in soli dieci anni raddoppio, e nei successivi quattro anni oltre che essere raddoppiato una seconda volta aumento ancora. Una delle prime vittime del nuovo regime economico fu l’allora venerato studio cinematografico di B-movie, ovvero l’Allied Artists che dichiarò il fallimento nel mese di aprile del 1979. Nonostante le crescenti pressioni finanziarie, molti film di genere provenienti da piccoli studi e cineasti indipendenti riuscirono a raggiungere alcuni teatri, soprattutto per quanto riguarda il genere horror. Ne è un esempio “Suburbia” di Corman che ebbe critiche quasi tutte positive. Nel 1990 il costo del film americano medio era passato a 25 milioni di dollari. La popolarità degli home video e della tv satellitare via cavo andava sempre più crescendo, la sopravvivenza dei piccoli teatri invece si faceva sempre più difficile. I Drive-in andavano pian piano scomparendo dal paesaggio americano. Mentre le sedi principali per la realizzazione delle pellicole B-movie scomparivano, nasceva il movimento cinematografico indipendente, con ottimi risultati dato il low budget a disposizione. Tra questi: Pulp
Fiction (1994) per la regia di Quentin Tarantino che usufruì di un budget di 8,5 milioni di dollari guadagnandone oltre il doppio e aggiudicandosi il premio oscar per la miglior sceneggiatura originale.
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