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N.6/ 2007

Mensile a cura della Presidenza diocesana di Molfetta Ruvo Giovinazzo Terlizzi Piazza Giovene, 4 - 70056 Molfetta (BA) - Tel (fax) 080 3351919 e-mail: acmolfetta@libero.it - sito internet: www.acmolfetta.it Anno XVII - Sped. Abb. Post. L. 662/96 art. 2 C. 20/c Filiale di Bari Reg. N. 1430 del 5-8-1999 Tribunale di Bari

Anno XVII Giugno

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“Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri” (Gv 13,35)

Spiritualità Estate tempo dello Spirito Associazione Verso le Assemblee Convegno delle Presidenze a Roma Famiglia 2° incontro delle coppie ACR Sussidio campi scuola Testimoni Ricordo di Maria Camporeale Attualità Eutanasia e pena di morte Città “Gareggiate nello stimarvi a vicenda” Tornei sportivi a Terlizzi Notizie e appuntamenti

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esù è seduto a mensa con i suoi amici. È l’ultima cena prima di partire da questo mondo, il momento più solenne per consegnare l’ultima volontà, quasi un testamento: "Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri". Sarà questa, lungo i secoli, la caratteristica dei discepoli di Gesù che consentirà di identificarli: da questo tutti li riconosceranno! Meditazione per il tempo estivo (continua a pag.2)


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...se avrete amore gli uni per gli altri”

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(Gv 13,35)

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esù è seduto a mensa con i suoi amici. È l’ultima cena prima di partire da questo mondo, il momento più solenne per consegnare l’ultima volontà, quasi un testamento: "Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri". Sarà questa, lungo i secoli, la caratteristica dei discepoli di Gesù che consentirà di identificarli: da questo tutti li riconosceranno! Fu così fin dall’inizio. La prima comunità dei credenti, a Gerusalemme, godeva la stima e la simpatia di tutto il popolo proprio per la sua unità, al punto che ogni giorno nuove persone si univano ad essa. Quasi come un segno distintivo, di riconoscimento. Niente paramenti o simboli particolari; la semplicità, l’unità nella preghiera e nella carità, in poche parole, l’amore vissuto, questo era il segno distintivo. Anche pochi anni più tardi Tertulliano, uno dei primi scrittori cristiani, riportava quanto si andava dicendo dei cristiani: "Vedi come si amano tra loro, e come sono pronti a morire l’uno per l’altro". Era l’avverarsi delle parole di Gesù: «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri». L’amore reciproco è dunque "l’abito dei cristiani comuni che, vecchi e giovani, uomini e donne, sposati o meno, adulti e bambini, ammalati o sani possono indossare per gridare dovunque e sempre, con la propria vita, Colui nel quale credono, Colui che vogliono amare".Nell’unità che nasce dall’amore reciproco tra i discepoli di Gesù quasi si rispecchia e si rende visibile quel Dio che Egli ha rivelato come Amore: la Chiesa è icona della Trinità. La Chiesa come comunità di credenti ha ricevuto da Gesù il compito di rendere visibile e comunicare al mondo l’amore trinitario. La Chiesa è fedele al suo compito quando diventa riflesso della Trinità. È questa, oggi più che mai, la via per annunciare il Vangelo. Una società spesso frastornata dalle troppe parole, dai discorsi preparati a tavolino, cerca testimoni prima che maestri, vuole modelli prima che parole. Essa è più facilmente resa partecipe se vede un Vangelo fatto vita, un Vangelo fatto carne, incarnato, capace di creare rapporti nuovi e stili di vita realizzabili, e caratterizzati dalla fraternità e dall’amore. È questa la strada e la sfida dell’evangelizzazione e della testimonianza. Ma per quanto sia chiara la strada da intraprendere come Chiesa e anche come associazione di laici cristiani, tanto sembra oggi impraticabile. A volte si avverte la stanchezza della fede, l’aridità dello spirito, l’impraticabilità della carità evangelica. C’è bisogno di ricrearsi! Il tempo estivo può essere un tempo di grazia, se invece di essere caratterizzato solo dal relax del corpo e della mente, non si dimentichi anche lo spirito! La preghiera allora deve essere riscoperta anche come “ricreazione” dello spirito, la meditazione e la

contemplazione come strumenti per ridare vigore e freschezza alla nostra fede. Senza un cuore che arde è estremamente difficile testimoniare l’amore. E se, come abbiamo visto, l’amore è l’unica vera strada dell’evangelizzazione, è vitale allora dar slancio e continuità al nostro personale e comunitario rapporto con la fonte dell’amore stesso: Cristo Gesù! Se vogliamo davvero essere credibili come testimoni non possiamo fare a meno di Lui. Non possiamo mandare in vacanza la fede e lo spirito, come spesso succede. Si moltiplicano iniziative vacanziere, gite e feste. Cose buone e necessarie, ma anche lo spirito ha bisogno di essere “nutrito”. Per questo dobbiamo crearci spazi più ampi d’incontro e di riflessione con la Parola di Dio, approfittando di un ritmo quotidiano meno vorace per recuperare la serenità dello spirito e andare sempre più in profondità nel personale rapporto con Gesù. Il Vangelo non va accantonato, deve diventare il nostro compagno di viaggio insostituibile e non solo nel tempo estivo ma nella quotidianità. Il tempo estivo però può essere utile per riscoprirlo, se lo avevamo perso; scoprirlo, se non lo avevamo mai preso sul serio in considerazione. Solo un cuore che non interrompe il canale di comunicazione con Cristo Gesù, diventa capace di tradurre in gesti concreti l’amore che ha ricevuto sia come dono, ma anche come compito e stile che deve caratterizzare la nostra vita di cristiani. Quindi oltre a rinfrancare le nostre membra con il riposo, non dimentichiamoci di rinfrancare il nostro spirito e la nostra fede alla sorgente dell’amore: Gesù Cristo.

Don Fabio Tricarico

Assistente diocesano ACR

Se vogliamo davvero essere credibili come testimoni non possiamo fare a meno di Lui. Non possiamo mandare in vacanza la fede e lo spirito, come spesso succede.


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Verso le un’esperienza di

Angelo M. Pappagallo Presidente diocesano

Le assemblee sono itinerari in cui ogni tappa possiede un valore unico di cui beneficia l’intero corpo associativo ed ecclesiale. I temi assembleari che la presidenza diocesana affiderà a presidenti e responsabili: la formazione; la comunicazione tra parrocchie, città e diocesi; la laicità; l’organizzazione

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arissimi amici aderenti e responsabili, è da un po’ di tempo che sto pensando al cammino assembleare che ci vedrà tutti coinvolti in un contesto di discernimento propizio per tastare il polso alla nostra Associazione nella capacità autoctona di rinnovarsi non solo nei progetti, ma anche nelle cariche di responsabilità affidate alle persone.Quando il pensiero va a questi momenti, mi viene in mente quella pagina degli Atti (2,42-47) in cui si descrive la prima comunità cristiana: una comunità che vive forti legami spirituali, dati dalla Parola, dalla preghiera, dal vivere stretti intorno agli apostoli (il nostro Vescovo e i nostri parroci-assistenti), da un senso di responsabilità condiviso verso la missione evangelizzatrice della Chiesa. Ed è proprio a quest’ultimo aspetto che voglio dedicare queste mie riflessioni in un momento sereno e meno frenetico, come questo, di quanto potrebbe esserlo quello che inizierà da settembre in poi. L’eccezionalità del tempo che ci appresteremmo a vivere non deve trarre in inganno: per la nostra Associazione le Assemblee sono un evento ordinario. Il metodo del convenire, del discernere, dello scegliere insieme programmi e responsabili fa parte del nostro modo di essere comunità viva, radicata nella sua storia e allo stesso tempo protesa verso la novità del futuro. Tuttavia sbaglieremmo se riducessimo i cammini assembleari al mero ricambio dei responsabili o li concepissimo solamente come un’insieme di percorsi finalizzati all’Assemblea diocesana. In altre parole: non rispecchieremmo quella Chiesa delle origini se questo tempo lo vivessimo come una tappa “che si deve fare”, “che va fatta, perché sono inevitabilmente scaduti i tre anni”. Sarebbe, infatti, dannoso per la nostra Associazione e per la Chiesa diocesana partire da questo pre-

: che si rinnova supposto, in quanto tale convinzione genererebbe dei meccanismi comportamentali riflessi talmente pericolosi da indurre i responsabili e l’Associazione tutta a trascinare stancamente i propri impegni e le proprie incombenze per un semplice dovere formale, nella migliore delle ipotesi, o per dare fondo alle ultime residue forze mentali affinché il triennio si concluda al più presto. È questo l’atteggiamento sbagliato, che potrebbe ripercuotersi negativamente su tutta la comunità diocesana. Infatti, non è assolutamente esagerato affermare che se tante cose non vanno per il verso giusto nella nostra realtà associativa la causa di tutto ciò può risalire ai tanti “no” che, come cristiani, principalmente, e poi come aderenti, diciamo alla chiamata a servire Cristo e il Vangelo, secondo la nostra specifica vocazione, che ci proviene dalla comunità ecclesiale in cui siamo inseriti. Pertanto il primo discernimento che ogni aderente deve fare e quello di valutare il proprio grado di consapevolezza nel considerarsi anello vivo e insostituibile di una catena fatta di persone e di volti protesi verso Cristo e la sua Chiesa. E qui mi viene in mente un’altra immagine tratta dalla “Lettera a Diogneto”, secondo la quale Dio colloca nel mondo e, aggiungerei, nella Chiesa i cristiani in posti tali e specifici « che ad essi non è lecito abbandonare » (VI,10). Per questo i temi assembleari che la presidenza diocesana a breve (precisamente al campo scuola diocesano) affiderà a presidenti e responsabili per le riflessioni assembleari sottolineeranno il patrimonio ideale dell’Azione Cattolica e i quattro snodi fondamentali del nuovo progetto associativo: la formazione; la comunicazione tra parrocchie, città e diocesi; la laicità; l’organizzazione. Non sono tutti i possibili ambiti di riflessione, ma le sfide più urgenti attorno alle quali ridisegnare il volto attivo e dinamico dell’Associazione.


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Per edificare un cantiere… ...a cielo aperto

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i è svolto a Roma dal 27 al 30 Aprile il Convegno delle Presidenze Diocesane di A.c. e per la nostra associazione c’eravamo Marianna e Luca per l’Acr, Michele e Margherita per il Settore Giovani ed io per il settore adulti. Il tema del Convegno era: Le responsabilità pubbliche dell’Amore. Matrimonio, Educazione Famiglia. A questo convegno hanno preso parte circa 800 delegati in rappresentanza di oltre 150 diocesi italiane. L’attualità di questo tema con le questioni aperte nel dibattito sociale e civile di questi mesi è solo una conferma dell’attenzione che la nostra associazione ha per la famiglia, in un tempo in cui costruire legami è sempre più faticoso e meno conveniente e in cui l’amore è spesso vissuto come un’emozione, un’avventura senza progetto, senza ripercussioni serie sul proprio vissuto, senza disponibilità a lasciarsi cambiare, a crescere nella relazione con e per l’altro. Si è inoltre sottolineare la Responsabilità pubblica che l’amore genera sotto varie forme. L’appuntamento del convegno è stata un’ulteriore tappa di un percorso che l’associazione ha sviluppato a partire dal seminario del novembre 2006 a Roma, dedicato all’emergenza educativa; poi a Terni nel febbraio 2007 che ha visto protagonisti fidanzati e operatori pastorali e dove si è riflettuto in maniera particolare su quanto emerso sui temi della vita affettiva nel convegno ecclesiale di Verona. Durante il convegno sono state presentate alcune esperienze proposte ai gruppi famiglia nelle diocesi d’Italia, la nostra associazione ha presentato il progetto Nazareth sulla Famiglia, sperimentato nella parrocchia di San Giacomo di Ruvo.

Le tre relazioni svolte: Il Prof. D’AGOSTINO ha sottolineato che: “La famiglia è una società naturale, e quindi la difesa e la promozione della famiglia sono compito specifico del diritto positivo, anche se, ovviamente, secondo modi e forme dipendenti da variabili storiche e sociali. Le nuove dinamiche sociali, così come le nuove tecnologie riproduttive pongono al diritto problemi nuovi, ai quali vanno date chiaramente risposte nuove. Mons. ZUCCARO ha ricordato che: “Il matrimonio è una intima comunità di vita e d’amore, come lo chiama la Gaudium et Spes. L’amore sponsale non solo apre alla generazione della vita della coppia, ma apre anche alla generazione della vita dei figli, attraverso la procreazione. E’ l’amore che rigenera i figli già procreati e rende loro possibile una vita cha va oltre la dimensione puramente

biologica. Ma, come sappiamo, una volta generati, i figli ri-generano i genitori, nel senso che li fanno essere tali; così la nascita del figlio è un evento che investe tutta la famiglia”. Il Prof. LIZZOLA ha evidenziato come: “L’attesa è il cuore dei legami tra donne e uomini: sentire su

di sé un’attesa è richiamo al legame ed alla responsabilità, è valorizzazione del nome d’ognuno, della specificità d’ognuno nel dare sostanza alle relazioni. Senza attese, senza reciproche attese tra le donne e gli uomini, tra le generazioni, non c’è che legame sociale arido, fondato sulla forza e l’autoaffermazione. E non c’è una buona progettazione sociale. Resta una convivenza fatta solo di rapporti di forza e di scambi tra soggetti dal diritto acquisito, preoccupati di difendersi, di affermarsi, di tenere a distanza. Senza attese resta la solitudine di individui segnati dal mito dell’autogenerazione e dell’autosufficienza, dimentichi che tutti siamo anzitutto figli. Che siamo affidati gli uni agli altri, e per questo siamo chiamati ad essere responsabilmente affidabili”.

La formazione. Il convegno ha dato la possibilità di discutere anche su alcune tracce di lavoro per ambito, famiglia – educazione – matrimonio e di presentare le linee guida per gli itinerari formativi dei ragazzi, giovani e adulti. Anche questa scelta di mettere insieme itinerari formativi e riflessioni sulle responsabilità pubbliche dell’amore non è stata casuale, ma la naturale e peculiare risposta dell’associazione a queste esigenze. Gli itinerari formativi e l’attenzione alla famiglia sono il modo con cui l’AC si spende per la vita delle persone nell’ordinario della loro esistenza e della vita delle comunità civili ed ecclesiali, e non soltanto come soluzione ad uno stato di emergenza. Le conclusioni del convegno si traggono dalla relazione del Presidente Alici, che nel ricordare i 140 anni della nascita dell’Associazione e nel ribadire l’attualità della scelta religiosa voluta da Vittorio Bachelet, ha sottolineato che: - La popolarità come testimonianza di un cristianesimo visibile e condi(Continua a pagina 5)

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Alfonso De Leo Vicepresidente diocesano Settore Adulti

Il tema del Convegno: le responsabilità pubbliche dell’Amore. Matrimonio, Educazione Famiglia.

“La famiglia è una società naturale, e quindi la difesa e la promozione della famiglia sono compito specifico del diritto positivo”.


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Gli itinerari formativi e l’attenzione alla famiglia sono il modo con cui l’AC si deve spendere per la vita delle persone nell’ordinario della loro esistenza

Recensione AVE

Sentieri di speranza visibile ci impegna come Azione Cattolica a costruire ponti fra le due sponde che identificano la nostra vocazione umana e cristiana: ricercando nel cuore dell’uomo la radice di quel bene comune, che riunisce in sé i valori universali e irrinunciabili della vita e della pace; raccogliendo l’invito del Signore: “Andate! Io sono con voi”, che ci chiama a rinnovare e consolidare gli itinerari di cura della fede, integrandoli con esperienze nuove di ricerca e riscoperta della fede. - In questo modo, ha concluso il presidente, - potremo edificare quel “cantiere a cielo aperto”, dove ognuno di noi può innalzare lo sguardo verso il mistero dello spirituale, sperimentare l’infinito nel quotidiano e annunciare ad ogni fratello e sorella: “Non sei lontano dal Regno di Dio!”

La consegna di un Messaggio: A termine di questo convegno ci è stato consegnato un Messaggio “di fiducia e speranza”, rivolto a tutte le persona di buona volontà

“Un cantiere a cielo aperto”

L’Ac tra passato e futuro

Dieci passi verso l’Assemblea – Dalla relazione del Presidente Alici al Convegno delle Presidenze Nel vincolo benedetto della comunione che ci è stata donata …… ….. ci impegnamo in un discernimento comunitario straordinario e coraggioso. La grande tentazione di una cultura che riconosce l’io come il “figlio unico” di se stesso …… …..ci fa dimenticare che l’Amore è la risposta pubblica ad un Altro che ci precede. In nome della speranza cristiana che prometta un futuro all’amore, oltre il male e la morte…… …… chiediamoci che cosa lo Spirito si aspetta oggi a 140 anni dalla sua nascita, da un’Azione Cattolica che s’interroga sull’attualità della scelta Religiosa? La popolarità, come testimonianza di un cristianesimo visibile e condivisibile ci impegna a costruire ponti tra le due sponde che identificano la nostra vocazione umana e cristiana…… ……ricercando nel cuore dell’Uomo la radice di quel bene comune, che riunisce in se i valori universali e irrinunciabili della VITA e della PACE. Raccogliendo l’invito del Signore: ANDATE! Io sono con Voi!, che ci chiama a ritrovare e consolidare gli itinerari di cura della fede, integrandoli con esperienze nuove di ricerca e riscoperta della fede. In questo modo potremo edificare quel “cantiere a cielo aperto”, dove ognuno di noi può innalzare lo sguardo verso il mistero dello spirituale, sperimentare l’infinito nel quotidiano e annunciare ad ogni fratello e sorella: “Non sei lontano dal Regno di Dio!”

Linee guida per gli itinerari formativi Ed. A.V.E.

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ul tracciato della propria tradizione caratterizzata da un impegno formativo qualificato ed originale nel comunicare il Vangelo, con questa pubblicazione l’Azione Cattolica Italiana continua il cammino di approfondimento e di sviluppo che ha portato al nuovo Progetto formativo Perché sia formato Cristo in voi. Se da un lato il Progetto è già delineato ed articolato, dall’altro questo richiede un processo che, per ogni socio e per ogni età, lo realizzi trasformandolo in contenuti, percorsi, tappe e strumenti per raggiungere la meta. Con questo volume la proposta formativa ivi articolata vuole rendere concreto e sistematico il capitolo V del Progetto Formativo, rubricato Gli itinerari formativi, definendo quel particolare percorso attraverso il quale l’Azione Cattolica intende aiutare i propri aderenti a conoscere e seguire il Signore per divenire suoi discepoli e per annunziare con gioia il Suo Vangelo. La finalità è quella di intrecciare gli obiettivi della formazione indicati dal menzionato Progetto – interiorità, fraternità, responsabilità, ecclesialità – con le dinamiche esistenziali tipiche di ogni età, le tappe del cammino di fede e la vita associativa nel suo insieme. Gli itinerari formativi forniti costituiscono, dunque, una proposta dinamica non solo per il continuo mutare del contesto socio-culturale ma anche perché la stessa vita associativa, a partire da questa proposta, possa continuare ad arricchirla, a darle gambe, occhi, mani, creando occasioni di approfondimento e di studio per diventare realmente uno strumento che attraverso la rinnovata scelta educativa rilanci la progettazione formativa delle nostre associazioni e l’attenzione formativa della Chiesa italiana dopo il Convegno di Verona. (Disponibile al centro diocesano) A cura di Mimmo Facchini, Incaricato diocesano AVE


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“Và e anche tu fa lo stesso:

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Le relazioni di aiuto e di sostegno nell’educazione dei figli”

a famiglia di oggi si dibatte tra potenzialità e ambivalenza. La voglia di trasmettere alle nuove generazioni la tradizione e le esperienze, potenzialità acquisite lungo il cammino del proprio vissuto familiare, deve fare i conti con le ambivalenze dei modelli che la società contemporanea propone in alternativa ed in concorrenza alla famiglia monogama, eterosessuale, stabile, aperta ai figli. La famiglia appare fragile, debole ed in alcuni casi rinunciataria del suo ruolo educativo che spesso affida ad altre istituzioni. Anche il Presidente della Repubblica Napoletano, nel suo intervento alla Conferenza Nazionale della famiglia, tenutasi a Firenze, ha sottolineato la necessità di sostegno alla famiglia, perché torni ad educare. La situazione in cui versa la famiglia desta preoccupazione ma induce molti adulti, specie i più sensibili, a prendere coscienza che, se pur tra mille difficoltà, i genitori continuano ad essere ancora maestri che contano, la cui testimonianza lascia nei figli tracce profonde a livello di vissuto, piuttosto che di appreso, dell’essere più che del conoscere. Si avverte l’esigenza di riappropriarsi del ruolo educativo, cresce la voglia di affinare le proprie capacità, di chiedere e dare collaborazione e sostegno. Occorre spendersi, investendo tempo ed energie non solo all’interno della propria famiglia ma aprendosi all’esterno per creare ponti di solidarietà tra le famiglie, per tessere rapporti di amicizia, per diventare sostegno della famiglia che attraversa momenti di fragilità e debolezza educativa. Gli adulti devono attingere da altre agenzie educative e cercare insieme, nuovi equilibri, tra l’imposizione autoritaria della tradizione e la necessità di relazione autorevole, aperta al dialogo tra le generazioni che valorizzi le attitudini del ragazzo piuttosto che il desiderio del genitore. La famiglia cristiana ha la consapevolezza di possedere un valore aggiunto che le proviene dalla custodia dei valori evangelici e che, quotidianamente, attraverso riti, gesti, parole, segni, regole, scelte ed eventi, esprime la libertà e la profondità del vivere la propria umanità alla sequela di Cristo nella scoperta costante di essere figli, fratelli, salvati, amati, perdonati. Tutto questo è stato oggetto di riflessione da parte delle coppie diocesane di A.C. che hanno partecipato, nel pomeriggio di domenica 27 maggio, presso la Parrocchia S. Achille in Molfetta al consueto incontro. Anna e Ago-

Fam iglia

Assunta Rafanelli Vicepresidente diocesano Settore Adulti

stino Ferrante, con ammirevole disponibilità, hanno accolto la proposta di essere testimoni di famiglia tra le famiglie, sostituendo la coppia Nazionale Daniela e Maurizio Bellomaria che, per motivi di salute, non è riuscita ad essere presente. Il labo- La situazione in ratorio che le coppie hanno animato attraverso il cui versa la dibattito a più voci sui 4 aspetti del tema: difficoltà famiglia desta educativa, gesti e parole che aiutano a fare espe- preoccupazione, rienza, il vangelo e i sacramenti valide alternative ma induce molti all’individualismo, il contributo delle famiglie di adulti, specie i A.C. alla collaborazione e al sostegno in campo più sensibili, a educativo, hanno fatto emergere che non sempre prendere entrambi i coniugi viaggiano sulla stessa lunghezcoscienza che, za d’onda, che sono importanti le occasioni di se pur tra mille incontro fra le famiglie, che la catechesi deve prediligere esperienze concrete di affettività e di con- difficoltà, i divisione, che occorre cercare linguaggi più ade- genitori renti ai tempi che viviamo, è importante che i ge- continuano ad nitori che lavorano siano supportate da una rete di essere ancora famiglie che reciprocamente si scambiano espe- maestri che contano, la cui rienze e conoscenze a vantaggio di tutti. Non è mancata la preghiera, guidata da testimonianza don Pietro, cibo per l’anima, e il momento di festa lascia nei figli conviviale, cibo per il corpo, a testimoniare che, tracce profonde l’attenzione all’uomo, richiede sensibilità e dispo- a livello di nibilità a considerare la persona nella sua comple- vissuto, tezza. Credo che queste occasioni di scambio di piuttosto che di conoscenze ed esperienze, siano un piccolo passo, appreso, per contribuire a tessere relazioni significative a dell’essere più sostegno di tutti. che del conoscere.


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ACR

Luca Lucanie Viceresponsabile Diocesano ACR

Un’avventura durata un intero anno da parte dell’intera Equipe diocesana ACR e di alcuni educatori dell’intera diocesi…

Quello che accade è una grande NOVITÀ

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er alcuni momenti abbiamo avuto paura che non avremmo tenuto fede al nostro impegno ma poi.. è stato ancora più esaltante vincere questa sfida prima di tutto con noi stessi (chi mai l’avrebbe detto che un giorno avremmo scritto un sussidio per campi scuola!!!) Partiamo dal principio: era dal 2002 che l’equipe diocesana ACR non riusciva (non per pigrizia ma purtroppo la settimana e di 7 giorni e ogni giorno solo di 24 ore!!!) ma ogni anno comunque si “limitava” a consigliare testi di altri…Ma ovviamente questo non bastava per scoraggiarci… Quest’anno era il nostro obiettivo dichiarato sin dall’inizio. Come se non bastasse ci siamo voluti “complicare la vita”…Eh si! Siccome eravamo talmente sicuri di noi (sich!) non abbiamo voluto prendere spunto da nessun altro sussidio, in pratica nasce tutto dal nulla…Nella nostra mente avevamo solo la parola

chiave (slogan) che ci ha accompagnato tutto l’anno e che speriamo accompagni tutta l’estate con i nostri ragazzi: Bello, Vero!? Da qui poi la scelta della storia “La Bella e la Bestia”, le tematiche delle giornate…Siccome non eravamo contenti… la “ciliegina sulla torta”!!!: volevamo che il lavoro fosse quanto più il “vero” frutto di tutta l’ACR della nostra diocesi…Ecco che con tanta fatica abbiamo cercato, chiesto, convinto altri educatori delle nostre parrocchie a donarci un po’ della propria esperienza ed inventiva…Certo volevamo che tutte le parrocchie condividessero con noi questo percorso, ma come prima volta possiamo ritenerci soddisfatti! Il fatto di lavorare in tanti, con le esigenze più disparate, di città diverse, di parrocchie diverse non è stato semplice, ha allungato i tempi… ma alla fine: Bello, Vero!!! La gioia dello stare insieme, dello scambio di esperienze, di idee che in questo sussidio trovano frutto non può che rendere il lavoro migliore… Ora però permetteteci delle precisazioni:Il sussidio che avrete tra le mani non ha la pretesa di competere con i sussidi realizzati da chi li fa per mestiere, non nasce da attenti studi accademici sulla pedagogia dei ragazzi, ma dalla nostra modesta esperienza di educatori. Come tutti i sussidi, inoltre, anche questo vuole offrire solo gli spunti necessari per non iniziare da zero, la vostra esperienza e il vostro contributo saranno fondamentali per trasformare questa proposta per camposcuola ACR, in un’esperienza di crescita per i vostri ragazzi, persone uniche che pochi conoscono come voi. Proprio perché convinti che questo sussidi vada migliorato, ampliato, adattato, vi chiediamo di condividere (sempre per continuare a “lavorare insieme”!) il lavoro che ora, nelle parrocchie, farete sul sussidio attraverso uno strumento virtuale: il FORUM che abbiamo da poco aperto sul sito diocesano. Li troverete una discussione apposita per parlare, discutere, confrontarsi fra tutti gli educatori della diocesi, per scambiarsi consigli e suggerimenti… Che ne dite?! Può essere una buona idea!!! L’estate è alle porte…L’augurio che i nostri ragazzi quest’estate durante i campi possano esclamare:“quello che accade è una grande NOVITÀ!” (Leggi anche a pag. 10)

E allora… iniziate a cliccare: Trama della favola: Belle si sacrifica per il padre, caduto prigioniero nel castello della Bestia e, sostituendosi a lui, comincia a convivere con il mostruoso padrone. La presenza di Belle esercita un effetto sul suo ospite che pian piano, si addolcisce e rivela, sotto e oltre le orribili sembianze, un’intelligenza e soprattutto un cuore umano. Purtroppo le apparenze spesso creano le condizioni favorevoli per la crescita e la diffusione della diffidenza, del pregiudizio. Un bacio d’amore di Belle farà rinascere la Bestia che rivelerà il suo vero aspetto.

www.forummaci.forumfree.net


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«GRAZIE MARIA!»

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Ricordo di Maria Camporeale, ad oltre un anno dalla improvvisa morte

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Victorina Rebucane

abato 6 Gennaio 2007, a Quelimane, presso la Cooperativa Ceramica, con un momento Direttrice della di preghiera e di ringraziamento i membri della Cooperativa e i bambini della Casa Fa- Cooperativa sociale “Promover Homem” miglia hanno ricordato la nostra cara amica Maria Camporeale, improvvisamente deceduta lo scorso 19 Marzo 2006. Nata a Giovinazzo, in provincia di Bari, il 29 luglio del 1948, fin da giovanissima ha mostrato una grande passione per l'arte che ha coltivato con lo studio ed una produzione di opere pittoriche che rivelano il suo amore per la vita e una grande fede in Dio. In questo periodo ha avuto modo di conoscere e diventare amica di Fra Antonio Triggiante, che in quegli anni viveva e lavorava a Gio- Gli alunni hanno scritto molte lettere e poesie vinazzo, al fianco del professore Adolfo Rollo. Ha frequentato la in sua memoria e la più significativa ci parrocchia di S. Agostino crescendo in quella palestra di vita che è sembra essere questa: l'Azione Cattolica e ricoprendo incarichi di catechista e di responsabilità associativa. Lì ha conosciuto Angelo Depalma e sono conPer lei, volati a nozze nel 1973. Dalla loro unione sono nati tre figli, Tomche tanto amava i fiori e i loro colori, maso, Michelangelo e Cristina Maria. che tanto la affascinavano… Docente di Disegno e Storia dell'Arte nei Licei Scientifici di Stato, Fascino che cercava di trasmettere la cura della famiglia e l'attività professionale la hanno costretta ad guardando quei quadri che ora riempiono abbandonare i pennelli. Nella quotidianità della sua esistenza, vivele nostre vite… va con semplicità, ma sempre con grande impegno ed amore, il suo ruolo di madre premurosa, di compagna di vita incomparabile e di Continuerà per sempre ad essere con noi… insegnante stimatissima da alunni, famiglie e colleghi. Il suo disegno più bello prof. è stato…: Dopo 35 anni di attività lascia la scuola, dove attraverso il suo insequando ha colorato le nostre anime, gnamento e la sua testimonianza di vita ha educato diverse generadandoci qualcosa che era solo sua… zioni di giovani all'amore per l'arte, al gusto del bello, ai nobili vala passione e l'amore per l'Arte… lori della vita e alla fede in Dio. Grazie prof. Ma improvvisamente il 19 marzo 2006 ci ha lasciato, proprio quando si accingeva a riprendere a dipingere, lasciando nel rimpianto la famiglia e quanti l'hanno conosciuta. Al rito funebre di congedo la chiesa di S. Agostino non riusciva a contenere l'enorme folla che tributava la sua riconoscenza al Signore per il dono della sua esistenza. La famiglia ha ritenuto di devolvere una consistente cifra, con il contributo anche di alcuni amici, alla Scuola di Quelimane, consegnandola a Fra Antonio nello scorso mese di luglio, durante il suo soggiorno in Italia, interpretando così la volontà di Maria, che aveva sempre sognato di poter aiutare l'amico di gioventù, il quale aveva saputo sfruttare l'amore per l'arte per aiutare i più bisognosi. Così appena Angelo De Palma, marito di Maria, ha saputo che nelle feste natalizie si sarebbero recati a Quelimane Luciana( la nipote di Fra Antonio) e Walter (un giovane universitario di Bari), ha consegnato loro una foto della moglie. Tale foto, al termine della cerimonia commemorativa è stata posta all'interno del laboratorio di decorazione della ceramica. Con la somma offerta, che Fra Antonio ha portato in Mozambico, saranno acquistati i colori e gli smalti per decorare i prodotti in terracotta ed avviare un corso di lavorazione della ceramica per gli adolescenti recuperati dalla strada, che vivono nel convitto situato all'interno del cortile della Cooperativa stessa. A nome di questi ragazzi, dei membri della Cooperativa e di Fra Antonio, ringrazio il marito, i figli e gli amici di Maria per aver pensato a noi ed assicuro loro che lei sarà sempre nei nostri cuori e nelle nostre preghiere.


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Una parola “morte”, due attualità: eutanasia e pena capitale.

Leonardo De Gennaro Animatore adulti Parrocchia S. Achille

Ogni uomo relazionandosi con l’altro vive ogni giorno in una continua tensione fra una esigenza di giustizia ed una istanza di perdono. Per questo motivo il diritto sforna quotidianamen te delle regole per cui in ogni comunità/ società c’è bisogno di una sanzione/pena se le regole non sono rispettate. Personalità, legalità, tassatività, determinatezza e proporzionalità le caratteristiche della sanzione/ pena.

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ell’ambito della settimana sociale volevo, unitamente ai responsabili del settore adulti, organizzare due incontri su temi di recente attualità. Dopo aver letto i due articoli apparsi sul Filodiretto n. 02/2007, accomunati da una parola poco simpatica quale la morte, ci siamo rivolti a due nostri aderenti parrocchiali di AC e li abbiamo invitati a tenerci due incontri: il primo sull’eutanasia e il secondo sulla pena di morte. Il primo incontro è stato condotto dal dott. Nicola Poli, famoso neurologo, che ha iniziato la sua conferenza spiegandoci il significato della parola “eutanasia”. Abbiamo appreso che deriva dal greco e precisamente da “eu” buono e da “thanatos” morte, quindi “buona morte”. Tale definizione attualmente fa riferimento all’atto di concludere la vita di un’altra persona, su sua richiesta, allo scopo di diminuirne le sofferenze. L’eutanasia – ha continuato il dott. Poli – non è riconosciuta dalla legge italiana, per cui in assenza di una legislazione specifica, essa si configura in un omicidio. Tale termine, però, necessita di chiarimenti poiché presenta diverse sfaccettature. L’eutanasia può essere attiva quando volontariamente si procura la morte somministrando una sostanza tossica ad una persona afflitta da una malattia incurabile; può, invece, essere passiva quando viene sospeso l’uso di strumenti ritenuti vitali e/o la somministrazione di medicine. La finalità è la stessa, cambia la modalità concreta. Il suicidio assistito consiste, invece, nella richiesta avanzata da una persona gravemente malata (ma non sempre in fase terminale), in piena coscienza e lucidità, ad un medico per avere un farmaco che gli procuri la morte ed interrompere ogni forma di sofferenza e/o evitare l’inevitabile peggioramento delle sue condizioni fisiche o mentali derivanti dalla malattia che l’affligge. Si è passati poi a chiarire il significato di altri concetti apparentemente simili. Accanimento terapeutico. Si tratta di una pratica medica inefficace che procura al paziente ulteriore sofferenza senza poterlo guarire. Per un medico è psicologicamente difficile accettare di non poter far più nulla per guarire un malato, per cui si accanisce nel praticare cure che servono solo a prolungare l’agonia. Si è poi fatto riferimento – visto l’attuale dibattito politico sul tema – al cd. testamento biologico che dovrebbe essere sottoscritto dal paziente e che contiene alcune semplici indicazioni sulle forme di assistenza che egli desidera o meno ricevere nel caso in cui diventasse incapace di decidere autonomamente per sé. A questo punto, il dott. Poli ci ha rivolto una semplice domanda: è

giusto che ogni persona possa decidere quando e come morire? Partendo da questo interrogativo Nicola ci ha ricordato che per noi cristiani la vita è sacra, è un dono di cui nessuno può disporre a suo piacimento. Nel volto del sofferente c’è il volto di Gesù Cristo che ha patito per noi ed è risorto per noi. Tuttavia, ci sono molti cristiani tra i sostenitori dell’eutanasia e per i quali a tutti deve essere garantito il diritto (!) di porre fine discrezionalmente alla propria vita. Inevitabile il riferimento al noto caso Welby in merito al quale Nicola ha concluso il suo intervento con le parole del dott. Melazzini, presidente dei malati di S.L.A. (sclerosi laterale amiotrofica): “l’amore per il dono della vita, anche se vissuta nella sofferenza, non può essere misconosciuto, dobbiamo lottare affinché una persona che riesce appena a muovere gli occhi possa avere i mezzi per parlare di vita, non di morte”, evidenziando così la sua convinzione nella necessità di migliorare le condizioni di assistenza, non lasciando mai solo il paziente, ma cercando di stargli vicino umanizzando la dolorosa esperienza della malattia.

Per l’incontro sulla pena di morte abbiamo invitato un giovane della nostra associazione parrocchiale, l’avv. Mimmo Facchini (il nostro coordinatore cittadino), il quale si è avvalso di un powerpoint capace di attirare agevolmente la nostra attenzione. Mimmo ha esordito ricordando che “Il diritto c’è dove c’è l’uomo”.Con la pena di morte il diritto/lo Stato diventa giustiziere, giardiniere, rinunciando ad una giustizia equa e non vendicativa. Mimmo, spiegando brevemente, le varie modalità di esecuzione della pena di morte nel corso (Continua a pagina 10)


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Una parola “morte”, due attualità: eutanasia e pena capitale. (Continua da pagina 9)

della storia (crocifissione, impiccagione, schiacciamento, ghigliottina, rogo, lapidazione, fucilazione, colpo di postola alla nuca fino a giungere alle forme più moderne (!) della sedia elettrica, iniezione letale, camera a gas) ha illustrato quali i possibili criteri per applicare la pena di morte: politici, etici, economici, religiosi, culturali, sociali, di sicurezza…?!, evidenziando i pro (funzione deterrente; necessità di una pena esemplare per “ripagare il colpevole con la stessa moneta”; il non funzionamento del sistema carcerario; le spese eccessive per il mantenimento dei detenuti) ed i contro (inumanità dell’esecuzione; possibile errore giudiziario; si tratta di una strada senza ritorno se il condannato è dichiarato innocente; non funziona come deterrente; impedisce la rieducazione del colpevole). E il cristiano come si pone dinanzi a tutto ciò? Dopo aver fatto cenno a passi del Vecchio e Nuovo Testamento sul tema (per tutti, il quinto comandamento “non uccidere” e le parole di Gesù a Pietro «“Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?” e Gesù gli rispose: “non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette») Mimmo ha suscitato

il dibattito con le parole de L’Idiota di Fëdor Mikhailovič Dostoevskij: “Ora, può darsi che il supplizio più grande e più forte non stia nelle ferite, ma nel sapere con certezza che, ecco, tra un'ora, poi tra dieci minuti, poi tra mezzo minuto, poi adesso, ecco, in quell’istante, l’anima volerà via dal corpo e tu non esisterai più come uomo, e questo ormai con certezza; l’essenziale è questa certezza. [...] La punizione di uccidere chi ha ucciso è incomparabilmente più grande del delitto stesso. L’omicidio in base a una sentenza è incomparabilmente più atroce che non l’omicidio del malfattore». Ma la discussione è diventata più “agguerrita” da queste provocatorie domande rivolte da Mimmo ai presenti: 1) è giusto aver impiccato Saddam Hussein? 2) è giusto che gli uccisori del piccolo Tommy siano condannati a morte? 3) è giusto che il pedofilo italiano scoperto dalle Iene, che “operava” in Indonesia, sia stato condannato al solo carcere… non sarebbe stato meglio condannarlo a morte per quello che ha fatto! Su queste domande come sugli interrogativi posti da Nicola noi ci siamo confrontati trovando diverse opinioni …. E voi che dite…?

Leonardo De Gennaro Animatore adulti Parrocchia S. Achille

Ancora qualche motivo per valorizzare

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il sussidio ACR per i campi

l sussidio ha lo scopo di valorizzare al meglio il Tempo Estate Eccezionale, in quanto conclusione perfetta dell’intero anno associativo dell’ACR, caratterizzato dalla categoria della NOVITÀ: non tanto la novità delle cose belle fatte, ma quelle della persona di Gesù, della Sua Parola e della Sua Pasqua. Con lo slogan “Bello, vero?!”, durante tutto l’anno, siamo stati chiamati ad educare i nostri ragazzi (e attraverso loro noi stessi), a scorgere da ciò che è presente attorno a noi e che gratifica i nostri sensi, la presenza discreta di Dio, che non ama giocare a nascondersi, ma chiede di diventare Suo Amico, mediante un esercizio di discernimento che abilita a distinguere il bene dal male, ciò che è brutto ai Suoi occhi, da ciò che è bello e per questo Vero. Pertanto i bambini e i ragazzi hanno riconosciuto le opere dell’Artista come dono d’amore per tutti gli uomini e a prendere consapevolezza dell’artista che c’è in ognuno di loro.

È proprio la Vera Bellezza il tema guida di tutto il campo: la storia della Disney “LA BELLA E LA BESTIA” presa come sfondo e ambientazione, richiama perfettamente il cammino e le tematiche affrontate durante l’anno. Pertanto nelle varie giornate i ragazzi saranno condotti in un percorso che parte dalla scoperta di se stessi, che porta alla conoscenza dell’altro per arrivare alla scoperta della Verità che dona la Vera bellezza: Gesù Cristo. In Lui siamo persone nuove e in Lui siamo una comunità nuova. Non aggiungiamo altro… Lasciamo a voi il compito di studiare il sussidio e adattarlo al meglio alla vostra realtà parrocchiale... Il sussidio sarà ben presto scaricabile dal sito diocesano (www.acmolfetta.it) e, oltre al testo, contiene un cd audio con tutte le musiche (e basi) de “La Bella e la Bestia” e il dvd diviso in capitoli così come strutturata l’intera proposta.

Francesca Polacco Equipe ACR diocesana


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Filodiretto 6/2007—giugno

Cit

Maria Mangiatordi Coordinatrice cittadina Terlizzi

Presentiamo l’esperienza del secondo torneo di calcio organizzato a Terlizzi dall’Azione Cattolica a livello cittadino. Slogan dell’iniziativa è “Gareggiate nello stimarvi a vicenda”, proprio per valorizzare la sana competizione e agevolare le occasioni di incontro e di conoscenza per tutti i partecipanti: bambini, giovani e adulti.

L

nello stimarvi a vicenda”

unedì 30 aprile 2007 ore 20.00: il fischio dell’arbitro dà il via alla prima partita del II torneo di calcio organizzato a Terlizzi dall’Azione Cattolica cittadina, dal titolo “Gareggiate nello stimarvi a vicenda”. È già il terzo anno che l’Azione Cattolica promuove sul territorio iniziative sportive aperte ai tesserati e non, nello spirito di valorizzare la sana competizione e di fare in modo che anche lo sport possa diventare occasione di incontro e di conoscenza. Bisogna risalire a settembre 2005 quando l’A.C. cittadina si fece promotrice di una maratona che ha visto protagonisti proprio tutti: bambini, giovani e adulti. E poi, ancora, nel 2006 i tornei di calcio e di pallavolo. Ed eccoci di nuovo qua: il 30 aprile ha avuto inizio il torneo di calcio femminile e maschile con rispettivamente 6 e 13 squadre. Significativa è la partecipazione di giovani di tutte le parrocchie, ma anche di altre realtà associative e non. Anche qualche adulto ha voluto cimentarsi nell’impresa. Le partite si svolgono presso i campetti in Via Sarcone dove, al di là di qualche piccolo incidente di percorso, si respira la voglia di stare bene insieme. D’altra parte i piccoli incidenti fanno parte di ogni percorso, soprattutto se

condiviso e pensato come luogo di incontro di persone diverse, ma tutte singolarmente portatrici di grandi ricchezze. Nel frattempo si sta lavorando per avviare il torneo cittadino di pallavolo. Un grazie particolare va ai quattro organizzatori, Pasquale Cataldo, Fabio Chiarolla, Mario De Lucia, e Onofrio Grieco e agli arbitri Massimo d’Aniello, Francesco d’Elia, Michele Volpe, Costantino Chiapparino, Stefano Boragine, Felice Casamassima, Nico De Lucia e Gianluca Albanese che con tanta generosità, entusiasmo e premura stanno rendendo possibile lo svolgimento del torneo. Si ringrazia anche don Pasquale De Palma per la disponibilità data al fine di rendere

materialmente possibile lo svolgimento delle partite. Non mi resta che sperare di incontrare sempre gente disponibile e generosa, che faccia dono del proprio tempo agli altri e che creda instancabilmente nei sogni, senza temere di perdere tempo o di avere la testa fra le nuvole… A tutti gli instancabili sognatori e costruttori di piccole cose buone ricordo le parole di don Tonino “…Se vi dicono che afferrate le nuvole… prendetelo come un complimento…”. Buon torneo a tutti!


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Notizie & appuntamenti

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Campo-scuola diocesano

È in arrivo presso tutti i segretari parrocchiali e presso tutte le comunità parrocchiali della diocesi la brochure del campo diocesano che si svolgerà in forma semiresidenziale presso la Casa di preghiera di Terlizzi. I presidenti parrocchiali sono pregati di comunicare al segretario diocesano nominativi e numeri dei partecipanti.

ForummAci Presso il nostro sito diocesano www.acmolfetta.it é stato attivato un nuovo forum, dedicato al torneo cittadino terlizzese di calcio “Gareggiate nello stimarvi a vicenda”. A breve la creazione di nuovi forum! Non perdete questa nuova occasione per conoscere l’Azione Cattolica diocesana!

Auguri a... Gino Sparapano, già presidente diocesano e coordinatore cittadino di Ruvo (vedi lettera sotto), che ha ricevuto l’incarico di vicedirettore del periodico diocesano “Luce e Vita”, e che collaborerà con don Mimmo Amato. A lui l’augurio di adempiere a questo nuovo compito con la stessa passione e generosità che hanno da sempre caratterizzato il suo impegno nella nostra associazione (di seguito la lettera di dimissioni)

Auguri a Vincenzo Colaluce, della Parrocchia S. Giuseppe di Giovinazzo, nuovo Webmaster diocesano, per una proficua e duratura collaborazione. Un ringraziamento sincero a Vito Lamonarca per il lavoro silenzioso, prezioso e impareggiabile profuso in questi anni. Il sito della nostra associazione diocesana è molto apprezzato a livello nazionale (ce lo hanno detto in molti! ).

Novità AVE

Sono disponibili le nuove magliette diocesane dell’ACR in un vasto assortimento di taglie e colori. Quanti fossero interessati ad acquistarle possono contattare l’incaricato AVE diocesano, Mimmo Facchini (340.2569155). Ogni acquisto sarà arricchito da un simpatico omaggio educativo.

Recital e musical… Ritorna in scena “La lampara”, musical in 2 atti sulla vita di don Tonino Bello, prodotto dalla nostra associazione diocesana e richiestoci, ormai, da tantissime associazioni diocesane. Sarà messo in scena dai giovanissimi della Parrocchia S. Achille il 7 luglio p.v. Biglietti e prenotazioni presso i responsabili parrocchiali.

Al Consiglio diocesano di AC. Carissimi, non senza un velo di malinconia scrivo queste righe per comunicare le mie dimissioni da coordinatore cittadino dell’Azione Cattolica di Ruvo. La ragione unica di tale decisione sta nell’aver accolto l’invito del Vescovo a ricoprire il ruolo di vicedirettore del settimanale diocesano “Luce e Vita” che, per l’intuibile impegno conseguente, non riuscirei a conciliare con l’incarico associativo. So di creare un disagio organizzativo nell’associazione, alla fine di un triennio già abbastanza movimentato per il turn over di responsabilità; ma è una decisione inevitabile di cui vi chiedo scusa. Del resto, nonostante le perplessità rispetto all’assunzione di un incarico che considero molto importante nella chiesa locale, ho accettato di collaborare più direttamente al giornale diocesano anche perché lo vedo come un segno di fiducia oltre che nella mia persona, nell’esperienza associativa di cui sono orgogliosamente intriso; in particolare la direzione di Filodiretto è stata una palestra preziosa che ora mi spinge a proseguire in una direzione più ampia qual è quella del giornale diocesano. A voi tutti Responsabili e, tramite voi, a ciascun aderente, e a voi carissimi Assistenti, esprimo il mio più profondo grazie per la ricchezza di doni umani e spirituali da cui ho attinto a piene mani in tutti questi anni di umile servizio diocesano. Allo stesso tempo dico forte a ciascuno di voi di continuare a dare il massimo, anzi il meglio, al servizio associativo perché è servizio alle persone e alle comunità, e anche quando non fosse ben evidente l’apprezzamento delle vostre proposte fate in modo che non manchi il riconoscimento della vostra testimonianza. Proprio in questi giorni il Papa ha riconosciuto le virtù eroiche di Armida Barelli, la Sorella maggiore di tante generazioni di aderenti, per cui i 140 anni di vita dell’AC saranno celebrati con particolare intensità; quindi sentiamo il conforto di essere in sintonia piena con la Chiesa e per questo non possiamo che tenere alta la nostra presenza dando una giusta accelerata alla traduzione in percorsi concreti delle istanze di rinnovamento che abbiamo individuato e delineato in questi anni. In tutto lasciamoci pervadere dal vento dello Spirito Santo che saprà scomporre ogni nostro progetto per ricomporlo come e quando piace a Lui. Un fortissimo e fraterno abbraccio, Gino.

Consiglio regionale sul tema “La famiglia”

Presidenza

Consiglio diocesano

Convegno pastorale diocesano

Incontro dei ccordinatori dei gruppi di lavoro—Campo diocesano. Presidenza

Filodiretto è inviato gratuitamente ai responsabili educativi ed associativi dell’Azione Cattolica diocesana Presidente Diocesano: A. Michele Pappagallo Direttore responsabile: Luigi Sparapano Coordinamento: Antonella Lucanie Redazione: Cristina D’Elia, Francesca Polacco, Giangiuseppe Falconieri, Maria Mangiatordi, Michele Sollecito, don Pietro Rubini, Vincenzo Colaluce (webmaster). Elaborato in proprio. Tiratura: 700 copie. Chiuso in tipografia il 13.06.2007 Sede: Piazza Giovene, 4 - 70056 Molfetta (BA) Tel (fax) 080.3351919 Email: acmolfetta@libero.it Sito internet: www.acmolfetta.it

Per offerte utilizzare ccp n. 66195850 intestato a Azione Cattolica Diocesi di Molfetta Ruvo Giovinazzo Terlizzi


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