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E-cigarettes: una modifica legislativa che colma una lacuna importante
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A cura della Redazione
Il Consiglio di Stato propone pure di vietarne la vendita ai minorenni - Stessa sorte anche per i prodotti a tabacco riscaldato. Raffaele De Rosa: «Evitiamo di mandare in fumo quanto fatto finora»
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In occasione della Giornata mondiale senza tabacco, il Consiglio di Stato, su proposta del Dipartimento della sanità e della socialità (DSS), ha approvato un messaggio che, di fatto, parifica le sigarette elettroniche a quelle tradizionali. Come già accaduto quindici anni fa con lo stop al fumo delle sigarette tradizionali negli spazi pubblici (allora fu una prima nazionale) il Ticino anticipa un giro di vite che prossimamente - verosimilmente nel 2023 - verrà deciso anche a livello federale a seguito dell’adozione, l’ottobre scorso della Legge federale sul fumo. In sostanza il divieto di vendita ai minorenni di sigarette elettroniche e prodotti a tabacco riscaldato, così come quello di utilizzo, per tutti, negli spazi chiusi, ossia in bar, ristoranti e negozi o sul posto di lavoro se presente più di una persona.
«Per noi la questione non rappresentava un grosso problema», premette Massimo Suter, presidente di Gastro Ticino. «Tuttavia, con questa decisione governativa si fa chiarezza su cosa gli avventori possono o non possono fare all’interno dei locali». Già, perché «anche se non era tabacco, e quindi con un odore meno sgradevole della sigaretta tradizionale, a qualcuno poteva comunque dare fastidio. Adesso, invece, ci sarà una parità di trattamento per tutti i clienti. E non credo neppure che sarà necessario per baristi e ristoratori richiamare gli avventori al rispetto delle regole: penso che saranno gli stessi clienti, semmai, ad avvertire i presenti».
Alberto Polli, presidente dell’Associazione non fumatori, afferma che «era un atto dovuto per adeguarsi al mercato». Un adeguamento di un quadro normativo che il direttore del DSS, Raffaele De Rosa, ha indicato come «non più al passo con i tempi». La legge attuale, ha ricordato il consigliere di Stato, «ignora la sigaretta elettronica e i prodotti affini». Infatti nel 1989, quando fu adottata la Legge sanitaria cantonale, non esistevano le sigarette elettroniche e prodotti assimilabili al tabacco che sono apparsi solo negli anni Novanta del secolo scorso e che hanno avuto un boom all’inizio degli anni Duemila. Da qui risultava necessario adeguare questa normativa che risulta poi la base legale per prendere decisioni anche di prevenzione.
Per il Governo, dunque, il criterio della «combustione» risulta «ormai sorpassato, con la conseguenza che la norma in vigore non protegge adeguatamente l’essere umano contro gli effetti nocivi derivanti dal consumo di prodotti del tabacco e dall’utilizzo di sigarette elettroniche». Con la modifica legislativa si elimina dunque il termine «combustione» e si estende la regolamentazione anche ai dispositivi, con e senza tabacco, per l’inalazione.
A preoccupare le autorità c’è dunque anche un mercato sempre più dinamico e che strizza l’occhio in particolare ai più giovani. Sia Bouvier Gallacchi sia De Rosa hanno infatti ricordato che molti messaggi, veicolati soprattutto online, si rivolgono proprio ai ragazzi. Secondo il Consiglio di Stato, «questa evoluzione desta una certa preoccupazione, anche perché dopo anni di campagne che hanno permesso con un discreto successo di denormalizzare il tabagismo, l’arrivo sul mercato di sigarette elettroniche e prodotti a tabacco riscaldato e le relative campagne di marketing reintroducono nuove modalità di consumo e nuove abitudini».