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Lamezia e non solo

Editore: Grafichè di A. Perri

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Lamezia e non solo


A.M.A. Calabria

Lameziaenonsolo incontra

Nella Fragale

Questo mese incontriamo nuovamente, dopo un bel po’ di anni, il Direttore Artistico dell’Associazione Manifestazioni Artistiche Calabresi, dott Francesco Pollice. Dico nuovamente riferendomi all’intervista di copertina, perchè come articoli mensili, le Manifestazioni dell’A.M.A. sono sempre presenti nel nostro mensile. Con il Direttore abbiamo parlato di Arte, di manifestazioni di grande spessore, di emozioni che ci regalano da ben 40 anni. E’ fondamentale che Lamezia e la Calabria possa vantare simili presenze ed è importante che noi se ne parli perchè la Cultura è l’unico mezzo che noi abbiamo per sconfiggere i mali che affliggono la società. Buongiorno Direttore , grazie per averci dedicato il suo temo in un periodo dell’anno per Lei così impegnativo, concorsi da organizzare, istituto musicale ad inizio anno, stagioni concertistiche e teatrali alle porte, noi la intervistammo ben 13 anni fa, ne è passato di tempo e l’A.M.A. Calabria, in questi anni è cresciuta ancora di più, rafforzandosi e contribuendo a dare maggiore lustro alla nostra cittadina. Da quella intervista ad oggi gli obiettivi dell’A.M.A. sono gli stessi o sono cambiati? La ringrazio per questa rinnovata opportunità che la Sua rivista offre a A.M.A. Calabria. E’ trascorso più di un decennio dalla nostra ultima conversazione e, nel corso di questi anni, l’associazione è cresciuta sviluppandosi sull’intero territorio regionale. Facciamo un piccolo passo indietro, ci racconti la storia dell’Associazione attraverso importanti traguardi raggiunti in questi 13 anni. Le chiedo solo questo perché a voler raccontare quanto l’A.M.A. ha fatto, anche per sommi capi, non basterebbe l’intero giornale! Sarebbe molto lungo ripercorrere quanto si è fatto in questi ultimi 13 anni. Abbiamo ottenuto numerosi riconoscimenti dalla regione Calabria e dal MIUR nel campo della formazione e sviluppato l’attività musicale in tutta la regione grazie alla vittoria di numerosi bandi regionali. Informazioni

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su quanto abbiamo realizzato possono essere tratte consultando i nostri siti www.A.M.A.calabria.org e www.A.M.A.eventi.org Che cosa significa essere Direttore Artistico di una Associazione come l’A.M.A.? E’ una esperienza speciale soprattutto perché realizzata in Calabria una regione difficile e per molti versi in corso di maturazione sul fronte culturale. E’ una bella sfida, coinvolgente non priva di soddisfazioni poiché ogni scelta non solo deve incontrare i gusti del pubblico ma costruire e fare luce su i nuovi orizzonti culturali. Come si costruisce, nel tempo, la credibilità di una associazione? La credibilità è una relazione fra chi fa qualcosa e chi la riceve: realizzare questo rapporto in senso positivo richiede un processo lungo e senza interruzioni fatto di scelte artistiche, organizzative, logistiche, di comunicazione monitorate e valutate ad ogni manifestazione promossa. Nel corso degli anni il pubblico ha acquisito fiducia nella proposta culturale A.M.A. Calabria riconoscendone consapevolmente l’impegno, l’affidabilità, la competenza che genera qualità. Alla credibilità presso il pubblico si aggiunge quella conquistata nelle istituzioni pubbliche regionali e nazionali che riconoscono la

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qualità del progetto artistico e la capacità gestionale dell’associazione e negli organismi di rappresentanza italiani che hanno accolto A.M.A. Calabria come membro grazie ai requisiti raggiunti. Quando sceglie una compagnia, che sia teatrale o che sia una orchestra, un trio o anche semplicemente un singolo artista, su cosa basa le sue scelte? Si deve sentire coinvolto da ciò che andrà a proporre? Pensa alle esigenze del pubblico che andrà ad assistere e che oramai conosce da tanto? O sono altri i motivi sui quali basa le sue scelte? La scelta è ponderata e viene selezionata in funzione della notorietà delle compagnie nazionali. Predisporre un cartellone teatrale o musicale che si distingua per originalità e non sia, quindi, frutto delle agenzie del settore è un atto di responsabilità in quanto le attività artistiche contemplano in sé funzioni estetiche, formative, psicologiche, politiche e perché no ricreative. Le manifestazioni artistiche trasmettono, dunque, importanti messaggi che stimolano il pubblico a riflettere e i semi di queste sollecitazioni possono, insieme ad altri fattori, contribuire a fecondare idee nuove in una comunità. Naturalmente le scelte di questi anni, pur condizionate da aspetti economici, logistici, di calendario degli artisti,

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hanno riguardato percorsi il più possibile diversificati nei generi e nelle tendenze artistiche. Nel settore musicale due sono stati gli obiettivi che ci siamo posti: sul fronte dei performers sono stati presentati artisti, gruppi da camera e orchestre di consolidata esperienza internazionale accanto a giovani talenti, spesso emersi dai nostri concorsi, cui si è data fiducia perché si è creduto nel loro talento sostenendo l’inizio della loro carriera artistica; su quello dei repertori, senza alcun limite specialistico o di periodo storico si sono proposti brani del repertorio sacro e profano, della cameristica e della sinfonica, del jazz e della etnica convinti che la qualità musicale è indipendente dal genere. Nel settore teatrale e coreutico le scelte devono fare purtroppo i conti con le ridotte dimensioni del palcoscenico del massimo Teatro cittadino e con la difficoltà legata al fatto che, per il momento, la nostra stagione, prevede una sola serata e quindi non possono essere invitate quelle compagnie che pretendono almeno due rappresentazioni continuative nella stessa piazza. Nonostante queste difficoltà di ordine oggettivo siamo sempre riusciti a predisporre cartelloni di assoluto rilievo artistico che incontrano il favore del pubblico proprio perché anche nel settore teatrale abbiamo puntato alla contaminazione dei generi dalla tragedia alla commedia, dal balletto classico a quello moderno, dai monologhi alle incursioni multidisciplinari fra musica e immagini. Con questo voglio dire che le scelte sono ponderate e selezionate in funzione al valore e alla notorietà degli artisti invitati a Lamezia presenti nelle più importanti città italiane e straniere. Da sempre l’A.M.A. è stata una associazione nata per organizzare Manifestazioni artistiche in Calabria. Il fatto che la musica, inizialmente, abbia fatto da “padrona”, ha fatto pensare a quella M come acronimo di Musicale, ma voi in effetti, da sempre,

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avete portato in Calabria anche teatro, recital, balletti, musical, a conferma di una grande attenzione verso Euterpe, Tersicore e Talia, una scelta la vostra che permette di creare eventi di musica, teatro, danza, insomma eventi di cultura quasi a 360°. State pensando di offrire a chi vi segue nuove attrattive? Non so, magari legate ai libri, alla pittura, al cinema ... La mission dell’associazione è quella di contribuire con la propria offerta culturale a promuovere la cultura in tutte le sue espressioni. L’acronimo A.M.A. significa Associazioni Manifestazioni Artistiche e pertanto la risposta alla Sua domanda sta già in esso. Nel corso di questi anni abbiamo proposto come Lei ricordava concerti, spettacoli teatrali, coreutici, iniziative che mettevano in connessione le arti figurative e plastiche con la musica e, più recentemente, progetti tesi a valorizzare la funzione della musica nel cinema. L’auspicio è che in città si creino le condizioni perché con il concorso delle migliori energie e sono tante quanto fatto per la musica, il teatro e la danza, riguardi anche taluni settori dello spettacolo riprodotto in cui si registrano ritardi e criticità che non dovrebbero esserci. La nostra città e le comunità ad essa afferenti meritano di più! Quanto è importante per l’economia lametina l’organizzazione di Manifestazioni ed Eventi quali quelli che voi offrite? E’ ormai acquisito che le iniziative culturali di prestigio oltre a migliorare la qualità della vita di chi partecipa, l’immagine di una comunità che le sostiene, generano un valore aggiunto di tipo economico nelle realtà dove esse sono organizzate. A.M.A. Calabria contribuisce con la propria attività a generare un indotto economico che, soprattutto, con l’organizzazione dei concorsi e dei corsi è particolarmente significativo. Avete avuto modo di constatare se vi è stato un ritorno, in termini, di “non lametini”, che sono arrivati nella nostra città in

occasione dei vari eventi? Ai concerti e agli spettacoli teatrali e di danza programmati partecipano da sempre anche non lametini attirati dalla qualità della programmazione. Certamente questa parte di pubblico diventa addirittura preponderante rispetto a quello cittadino in occasione dei concorsi di musica. Ci vuole parlare anche dell’Istituto Musicale “S. Guzzi” che era appena nato 13 anni fa? Grazie alla sensibilità culturale del compianto Dott. Paolo Pirrone componente della troica commissariale del secondo scioglimento cui tanti lametini sono grati per l’amore, la competenza e l’onestà intellettuale e professionale con cui ha amministrato la città, nel 2003 fu fondato, in joint venture con il Comune di Lamezia Terme, l’Istituto Musicale “Sebastiano Guzzi” convenzionato con il Conservatorio Statale di Musica di Vibo Valentia. Fu quella un’esperienza unica e ancora ineguagliata che consentì a centinaia di giovani lametini di studiare musica seguiti da docenti qualificati. Nel corso di quegli anni si assistette a un fiorire d’iniziative musicali con la costituzione di orchestre giovanili e esperienze corali che hanno lasciato un segno. All’Istituto nel 2010 fu affiancato un Liceo Musicale Paritario. L’attività oggi si è ridotta rispetto al passato ma si sono sviluppati i corsi nazionali e internazionali d’interpretazione musicale che richiamano in città decine di musicisti italiani e stranieri. In questa epoca, che pare improntata sul “mordi e fuggi”, dove la TV sforna “artisti” a iosa, che a volte sono come delle meteore, spariscono prima che si abbia avuto il tempo di memorizzarne il nome, epoca nella quale l’apparire conta più dell’essere, i Concorsi che voi organizzate sin dal 1979, hanno ancora utilità per i giovani musicisti? La Sua amara analisi rappresenta

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certamente una realtà dello spettacolo non solo italiano frutto di un sistema che produce novità a getto continuo e ancor più voracemente consuma “fenomeni” spesso improvvisati e non sostenuti da una solida preparazione che insieme al talento e al costante impegno costituiscono gli elementi indispensabili per una carriera lunga e duratura. Proprio per questo stato di cose che genera superficialità, il nostro lavoro è invece, lento fatto di pazienza in modo da poter fare accedere alla profondità dei contenuti e della competenza. Siamo consapevoli che quanto facciamo rappresenta solo una goccia ma è con gocce siffatte che si alimenta il seme del talento. In questo senso i concorsi musicali rappresentano per i giovani che vi partecipano un’occasione d’incontro e confronto stimolante e indispensabile alla crescita. Ma non ci fermiamo qui; parallelamente percorriamo anche la pista della formazione attraverso le scuole di Lamezia Terme di ogni ordine e grado che accogliendo i nostri progetti si dimostrano sensibili a quanto proponiamo condividendo l’obiettivo di suscitare la curiosità conoscitiva nei ragazzi per far loro comprendere che la cultura è anche il più intelligente dei piaceri. Sappiamo che giovani concertisti, dopo avere partecipato o vinto uno dei vostri concorsi hanno trovato la via del successo, vi riempie di soddisfazioni questo? Dal 1979 sono circa 40.000 i giovani concorrenti esibitisi nelle diverse edizioni dei concorsi e sono tantissimi i talenti che si sono professionalmente affermati nella vita musicale nazionale e internazionale; aver contribuito, anche con il concorso A.M.A. Calabria, alla loro crescita artistica non può che essere motivo di soddisfazione che diventa sensazione di pienezza quando ripensiamo ai vincitori del concorso pianistico divenute stelle del concertismo internazionale come,

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per citare solo alcuni fra i più prestigiosi, Giuseppe Andaloro, Iulliana Avdeeva, Alessio Bax, Sergey Kuznetsov, Alexander Moutouzkine, vincitori dei celebri concorsi internazionali Busoni di Bolzano, Chopin di Varsavia, Leeds, Rubinstein di Tel Aviv, Geza Anda di Zurigo, Regina Elisabetta di Bruxelles. Legandomi alla domanda fatta prima dei 360°, ma un Concorso per giovani talentuosi, non legato alla musica. Vi ha mai sfiorato l’idea di organizzarne uno? Non escludiamo nessuna novità. L’Associazione è nata nel 1978, il prossimo anno saranno 40 anni di musica, di manifestazioni, di avvenimenti, di incontri, state pensando di festeggiare questo importante traguardo in modo particolare? 40 anni d’ininterrotta attività sono di per sé un risultato non scontato se consideriamo il settore e il territorio nel quale A.M.A. Calabria opera. Per i nostri primi 40 anni non pensiamo ad un evento celebrativo ma a una programmazione lunga tutta un anno ancora più ricca e diversificata. Difficoltà politiche e finanziarie? Sono certa ci siano, ne vogliamo parlare? Non mancano né le une né le altre e direi che le seconde sono figlie delle prime. Bisogna però sottolineare come, rispetto al passato, anche in sede locale e regionale è oramai superata la pratica dell’assegnazione discrezionale delle risorse destinate alla cultura e si sia consolidata quella dei bandi pubblici dove la competenza è divenuta il parametro di valutazione. Quali sono le maggiori criticità che vede nel sistema politico e finanziario italiano nei confronti di chi si muove nel suo ambito? Sono diverse: il ristretto orizzonte annuale del sostegno finanziario che impedisce agli operatori italiani di programmare, al pari dei colleghi europei, su un’orizzonte pluriennale;

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i ritardi generati da una burocrazia da riformare, la mancanza di politiche di defiscalizzazione degli investimenti privati nel campo della cultura. La situazione rispetto al passato è certamente migliorata ma abbiamo ancora molta strada davanti. Ora passiamo al teatro, anche perché il nove novembre inizierà la seconda stagione teatrale organizzata dall’A.M.A.. Come mai la decisione di organizzare anche stagioni teatrali? Credo richieda un notevole impegno in tutti i settori e che comporti parecchi rischi? Organizzare la stagione teatrale è stata la logica conseguenza di un percorso di anni durante il quale abbiamo promosso, nell’ambito della stagione musicale, numerosi eventi che hanno visto protagonisti alcuni dei massimi attori del teatro italiano come Arnoldo Foà, Paolo Poli, Giancarlo Giannini, Michele Placido, Alessandro Haber, Milena Vukotic, Ugo Pagliai, Paola Pitagora, Simona Marchini ecc. I risultati ottenuti e le sollecitazioni del pubblico volte a restituire alla città di Lamezia Terme una stagione teatrale da qualche anno interrotta, ci hanno convinto, ad allargare il ventaglio delle nostre proposte culturali nonostante i rischi economici dovuti alla mancanza delle risorse finanziarie del Comune che in passato avevano garantito per lo svolgimento dell’attività di prosa. Lo scorso anno il teatro è stato sempre sold-out. Può fornirci un “bilancio” della prima stagione? Il primo ringraziamento va al pubblico che ha risposto in maniera entusiasta alla nostra proposta teatrale. I suggerimenti, gli incoraggiamenti e le osservazioni che sono pervenute, di cui abbiamo fatto tesoro, sono stati la molla propulsiva per continuare questo felice percorso di soddisfazione reciproca. Ci sono stati spettacoli per i quali sarebbe stata necessaria una seconda serata?

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Insomma, in base all’esperienza dello scorso anno quali sono, secondo lei, le rappresentazioni che sono andate per la maggiore per il pubblico? Sono state molte le richieste e la realizzazione di una seconda serata è uno dei punti che valuteremo in futuro sempre che questo possa essere in equilibrio sul piano finanziario. Lamezia, per quanto riguarda il teatro, è molto esigente. I lametini sono stati abituati a grandi eventi. La città, come abbiamo detto, lo scorso anno ha risposto benissimo. Questa nuova stagione che, come abbiamo visto dal programma, porterà sul palcoscenico lametino altri grandi nomi, con le prevendite degli abbonamenti e le richieste di biglietti, fa sperare di bissare il successo della scorsa edizione? Consapevoli tanto del livello delle stagioni teatrali in passato organizzate direttamente dal Comune che della qualità che il pubblico si aspetta dalle programmazioni A.M.A. Calabria, proponiamo una stagione di particolare interesse con la presenza di alcune fra le principali produzioni in circolazione sul mercato italiano. Siamo soddisfatti che il cartellone abbia riscosso l’interesse degli appassionati in quanto abbiamo registrato una crescita di abbonamenti. In ogni caso un congruo numero di biglietti per ciascun spettacolo sono a disposizione per i non abbonati. Quali sono le principali novità della stagione di quest’anno rispetto a quella della scorsa edizione? La prima novità è rappresentata dall’aumentato numero degli appuntamenti che passano da 10 a 12 e la seconda da un’ancor maggior articolazione di generi e forme artistiche. Anche questo anno tutti nomi di grande prestigio, Raul Bova a parte, che sono certa attirerà migliaia di fan, quale credete sarà il fiore all’occhiello di questo anno? La stagione è costituita tutta da grandi

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nomi e faremmo torto a qualcuno se considerassimo un determinato spettacolo fiore all’occhiello rispetto agli altri. Abbiamo volutamente offerto un bouquet di proposte con generi differenti tutte di altissimo livello. Secondo lei cosa rappresenta l’A.M.A. Calabria per la città? Qual è il segreto della sua longevità? Alla prima domanda dovrebbero rispondere altri ma non mi sottraggo: credo rappresenti un’opportunità di stimolo culturale. Riguardo alla seconda nessun segreto ma solo impegno costante, passione e competenza. Computer, tablet, smartphone, il nostro futuro, quello del cinema, della tv, è sempre più legato alla tecnologia, ci sono speranze che i grandi eventi si salvino? Che non ci sarà il teatro in diretta sullo smartphone? Il coinvolgimento emotivo dello spettacolo dal vivo è unico, è una magia imparagonabile ad una visione attraverso un display. Certamente in realtà come la nostra dove abbiano l’impossibilità di realizzare grandi eventi anche per limiti logistici delle strutture disponibili non possiamo escludere la rappresentazione in streaming di alcune opere musicali, di capolavori sinfonici eseguiti dalle più celebri orchestre del mondo e di rappresentazioni teatrali o di musicals. Allo stato attuale, ritiene che l’approccio dei media alle vostre iniziative sia adeguato? Le nostre attività sono costantemente seguite dalla stampa generalista e da quella specializzata sia cartacea che on line come numerosi sono i servizi televisivi messi in onda da RAI Calabria e dai principali network televisi regionali. In ogni caso l’attenzione comunicativa alle nostre attività è alta attraverso i nostri siti e i social network aggiornati in tempo reale. Chiudiamo con la domanda che faccio a tutti, alla Marzullo, anche se in genere

chi risponde parla per sé, lei invece dovrà rispondere per l’Associazione. La domanda che non le ho fatto e che avrebbe voluto le facessi, si faccia la domanda, ci dia la risposta. Si conosce il front office A.M.A. Calabria ma dietro? Il ringraziamento va al nostro team di collaboratori che giornalmente sono impegnati nella riuscita delle manifestazioni. E’ un lavoro silenzioso, dietro le quinte senza del quale sarebbero impossibili i risultati ottenuti. Mi piace avere questa occasione per rivolgere loro un grande grazie. Nell’introduzione ho parlato di “emozioni” che le manifestazioni dell’A.M.A. ci hanno regalato e mi è venuto immediatamente in mente Arnoldo Foà, che è stato anche citato dal Direttore durante l’intervista. Ricordo una serata piovosa, fredda, l’Auditorium dell’Istituto Magistrale gremito (il Teatro Grandinetti era, non ricordo per quale motivo, chiuso), un leggio e lui. Lui che con la sua voce particolare ha cominciato a leggere poesie. Mi pare di sentirlo ancora mentre recita “Bella” di Pablo Neruda: Bella / gli occhi non li contiene il tuo volto, non li contiene la terra. / Ci sono paesi, fiumi / nei tuoi occhi, / c’è la mia patria nei tuoi occhi, / io vi cammino, / essi danno luce al mondo / dove io cammino, / bella. Non esisteva più nulla, freddo, pioggia, disagio, c’era spazio solo per le emozioni. E quante di queste ci ha regalato e continuerà a regalarci l’A.M.A.? Io non posso che dirle “grazie”, per la serietà e la costanza con la quale, anno dopo anno, ha lavorato per migliorarsi e ... migliorarci, grazie per quanto sta facendo e per quanto continuerà a fare e voglio concludere con una frase di Claudio Abbado: “La cultura è un bene comune primario come l’acqua; i teatri, le biblioteche, i cinema sono come tanti acquedotti dei quali necessitiamo per sopravvivere” Non credo di dovere aggiungere altro, questa frase esprime esattamente il mio pensiero!

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Dietro la fascia da sindaco… Ci scioglieranno oppure no?...questo il tormentone di quella che è divenuta ormai, la quarta città della Calabria, Lamezia Terme…! Non voglio parlare della vicenda giudiziaria e/o politica ma voglio simbolicamente togliere la fascia di sindaco e condividere con voi, l’immagine di Paolo Mascaro. Un professionista affermato, un avvocato illuminato, impegnato nella vita sociale e sportiva che quel 13 marzo del 2015, ha provato a spiegare a tutti le “Ragioni di una scelta, Le Ragioni di un impegno”. Ma cosa è accaduto da quella convention nel maestoso Teatro Grandinetti, gremito di persone e colmo di aspettative? Un cambiamento che ha il sapore di sudore, passione, folle amore ed oggi, dolore, sofferenza umana. Una campagna elettorale intensa e sofferta, durante la quale Paolo deve difendere il suo amore per Lamezia Terme che paragona ad una figlia femmina mai avuta. Lotta ogni giorno per contagiare di entusiasmo tutti i lametini, parlando al loro cuore e guardando i loro occhi. Un’agenda piena di impegni? No, un’agenda densa di appuntamenti, perché ogni comizio, ogni incontro, era per l’avvocato Mascaro l’occasione per sfiorare i sogni che i cittadini custodivano nella propria interiorità e che indirettamente, proiettavano su i tanti candidati a sindaco. Ogni giorno, l’occasione non per raccogliere consensi elettorali ma per rispondere alla richiesta di partecipazione a gioie e dolori, di anziani, bambini, donne e uomini di questa terra. Tanti incontri che hanno lasciato una traccia indelebile; tanti sorrisi e tante strette di mano. Un viaggio alla scoperta di ogni angolo della nostra città, assaporandone odori e sapori, colore e calore. E poi arrivò quel “Uomo di nessuno, figlio di Lamezia Terme” che in pochi giorni si diffuse a macchia d’olio, conquistando se fosse stata una classica in radio, le hit del momento. Perché uomo di nessuno? Perché Paolo Mascaro è un uomo libero, così autonomo da lottare per il bene di ogni figlio di Lamezia Terme. Iniziò una navigazione sofferta, con vento forza nove… “Poi quando lontano di là avranno spinto i compagni la nave, allora non posso più esattamente segnarti quale dev’esser la via: tu da solo col tuo cuore consigliati: io ti dirò le due rotte. Di qua rupi altissime, a

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picco: battendole, immane strepita il flutto dell’azzurra Anfitrite; “Rupi erranti” gli déi betai le chiamano. [...] Mai scampò nave d’uomini che qui capitasse, ma tutto insieme, carcasse di navi e corpi d’uomini l’onde del mare e la furia d’un fuoco mortale travolgono[…](Odissea, XII 55-68)” ma Paolo arrivò alla meta: 15 giugno 2015 Mascaro eletto sindaco. Una vittoria sofferta che apparve subito come la desiderata ed ora per qualcuno disattesa, rivoluzione culturale. Da quel giorno, il sindaco abbandonò il pranzo come la cena, la domenica come l’estate e cominciò a lavorare per salvare la sua città, per difendere il destino delle nuove generazioni e tutelarne i sogni. Decise di rispondere sempre con un sì, agli inviti che quotidianamente arrivavano numerosi sulla sua scrivania: inaugurazioni, saggi di danza, convegni, partite, conferenze stampa, Messe, Processioni…ma non come mera presenza ma come testimonianza di una vicinanza, ed una condivisione per ogni granello di senape che veniva gettato nel fertile terreno lametino. Sempre sorridente e pronto a parlare con il cuore perché Paolo, è il sindaco di tutti, degli ultimi e degli indifesi, dei potenti e dei re. Ogni giorno, la fatica sulla sua pelle ma mai un calo di passione e motivazione perché dietro quella fascia, c’è l’amore di un padre per i suoi figli. Una fascia, forse scomoda ed a volte pesante ma, a quello stemma, lui ha giurato fedeltà fino alla fine. - Sindaco non c’è lavoro; Paolo le buche;

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Mascaro ci sono le prostitute; ancora roghi…colpa del sindaco; il campo ROM, va smantellato, il sindaco trovi una soluzione; il mare inquinato per colpa dell’amministrazione Mascaro; l’acqua si paga…ed anche la TARI; dimesso il…; si è dimessa anche…; lascia la nave anche…; la spazzatura dovunque, sindaco basta; Allerta meteo arancione, il sindaco doveva chiudere le scuole; il cibo della mensa oggi, era freddo. Mascaro vada a controllare; comunicati; note stampa…; dichiarazioni su Facebook -. Ebbene sì, ogni minuto, Mascaro deve combattere le tante criticità della sua terra e deve vincere spesso, la battaglia senza armi e soldati. Paolo però, vuole far prevalere la legge di “positività chiama positività”, e con ottimismo saluta ogni alba e accarezza ogni tramonto. “La difficoltà maggiore sta nel fatto che un principato nuovo tende ad essere misto e ad avere dunque al suo interno varie fazioni e per di più è nella natura dell’uomo cambiare spesso ideologia”. Questa frase è forse un titolo della Gazzetta o del Corriere? No, è un tratto di Il Principe (De Principatibus) di Machiavelli - 1513. Ed allora non è qualcosa successa soltanto con l’amministrare di Mascaro ma ha segnato e segna il destino del genere umano nel suo divenire. Cosa c’è dunque dietro quella fascia? L’umanità di un uomo che ha deciso di non rassegnarsi al destino ma di invertire la rotta per approdare, con il vento in poppa, verso nuove prospettive e magari nel porto della piana lametina (gli lasceranno il tempo?). Dietro quella fascia le rughe di un lametino che ha deciso di sacrificare la propria vita ma non in cambio delle trenta monete d’argento ( E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone. [27]E ... a tradire solo dietro congruo compenso), ma solo ed esclusivamente per risanare bilanci, dissesti, piani di riequilibrio, far volare nell’Aeroporto Internazionale di Lamezia Terme, costruire su un suolo “pulito”, donare qualche bene prelevato ad altrui. Prima di giudicare, guardiamo al fratello, non soltanto per ciò che indossa ma per quello che il suo sorriso ci comunica! “A Menelao, che gli domandò se non temesse le difficoltà del viaggio, rispose: L’attesa del dolore è più dura da sopportare del dolore…”. Sia fatta la Sua volontà!

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Il nostro territorio andamento della stagione balneare

2017

e necessità di agire subito per la tutela e valorizzazione del patrimonio costiero

Durante la stagione balneare 2017 i dati più significativi sullo stato di salute dei mari evidenziano una condizione di perfetta salute su quasi tutta la costa Jonica e parte della costa Tirrenica, e il permanere di una condizione non buona caratterizzata dall’alternarsi di giorni di mare sporco e giorni di mare pulito su varie aree del Tirreno centro-settentrionale. Il quadro complessivo emerge dai dati rilevati dall’Agenzia regionale per l’Ambiente preposta al monitoraggio ufficiale delle aree adibite alla balneazione, dalle principali Associazioni Ambientaliste nazionali e dai social, ed evidenzia un generale miglioramento rispetto al passato. Tra i vari dati emersi non possono essere sottovalutati: 1) Il primo maggio giorno di apertura della stagione balneare, i dati delle analisi e classificazioni ufficiali delle acque di balneazione fatte dall’Arpacal e pubblicate il 13 marzo con Decreto n. 2666 del Settore 7 sul sito web della Regione mostrano il prevalere di un eccellente stato di salute sia del Tirreno che dello Jonio calabrese. L’Arpacal ha certificato la qualità eccellente delle acque marine in corrispondenza di più 600 chilometri di costa calabrese, ben oltre il 90% dei circa 670 chilometri di costa adibita alla balneazione. Prelievi, analisi e classificazioni effettuate dall’Arpacal documentano acque inquinate e classificate di qualità scarsa solo in corrispondenza di 21 aree che rappresentano meno del 2% di tutte le aree

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adibite alla balneazione in Calabria. Gli stessi dati forniti dall’Arpacal evidenziano serie criticità in particolare nella città di Reggio Calabria dove lunghi tratti di spiaggia sono vietati alla balneazione. Criticità riportate nel rapporto dell’Agenzia europea dell’Ambiente e anche nel sito del Ministero della Salute. Le cause di queste criticità sono state individuate e descritte dalla stessa Arpacal in un precedente Report dove è evidenziato che : “i campioni che hanno dato esito sfavorevole riguardano sempre gli stessi punti di prelievo che nel corso degli anni hanno dimostrato di avere problemi di inquinamento. Tali punti insistono soprattutto nella provincia di Cosenza e Reggio Calabria. Le problematiche rimangono tendenzialmente non risolte e quasi sempre dovuti al malfunzionamento di alcuni depuratori costieri e di scarichi abusivi che giungono a mare tramite canali o torrenti. La situazione appare peggiore in caso di campionamenti eseguiti in presenza di pioggia, vicino alle foci di fiumi soprattutto nel periodo tra aprile e maggio o durante i mesi estivi quando il maggior numero di abitanti equivalenti causa inconvenienti al funzionamento dei depuratori costieri.” Per tutto il mese di maggio questo quadro generale, nonostante alcune variazione in peggio e,o in meglio sia sul Tirreno che sullo Jonio non è cambiato in base ai risultati ufficiali del monitoraggio eseguito dall’Arpacal.

Anche segnalazioni e foto di mare sporco inviate a giornali e social sono state di molto inferiori a quelli della stagione balneare precedente. 2) nel mese di Giugno le risultanze delle analisi Arpacal hanno confermato nel complesso la situazione del mese precedente con la riduzione delle immagini e segnalazioni di mare sporco sui social. Gli stessi dati del monitoraggio Arpacal, assieme agli altri aspetti e specificità del patrimonio costiero della Regione sono stati delineati nelle anticipazioni del Rapporto sullo Stato di salute dei Mari degli Amici della Terra pubblicati anche dai quotidiani. In controtendenza invece la posizione della regione nelle classifiche del mare illegale ed ecoreati di Legambiente. E in particolare la “CLASSIFICA DEL MARE ILLEGALE PER KM DI COSTA” pubblicata alle pagine 4 e 5 del Dossier Mare Monstrum dove la Calabria si trova al 12° posto e con un calo di ecoreati rispetto all’anno corso. Nel Dossier, con più ecoreati della Calabria per chilometri di costa, sono indicate undici regioni tra cui: l’Emilia Romagna al 4° posto, il veneto al 5° posto, l’Abruzzo al 6° posto, la Liguria al 9° posto e il Friuli Venezia Giulia al 10° posto. 3) Anche nei mesi di Luglio, Agosto e Settembre le analisi dell’Arpacal, a parte qualche limitato caso, hanno confermato il quadro d’inizio stagione e un complessivo miglioramento. Il miglioramento della condizione dei mari emerge anche dai dati rilevati da Goletta Verde in Calabria nello stesso mese di Luglio. In base alle analisi effettuate da Goletta Verde è emersa la diminuzione rispetto alla passata stagione balneare dei punti fortemente inquinati rilevati sulle spiagge calabresi. In pratica nei giorni scorsi su 24 punti esaminati da Goletta Verde sono stati rilevati solo 9 punti fortemente inquinati mentre lo scorso anno sempre su 24 punti monitorati ne risultavano 18, il doppio. Sul significato e rilevanza di questa diminuzione va considerato che i punti di prelievo e analisi di Goletta Verde avvengono solo

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in alcune delle aree non adibite alla balneazione e con divieto permanente di balneazione per inquinamento. E quindi il dato più rilevante è che in 15 punti non adibiti alla balneazione in corrispondenza delle foci con divieto permanente di balneazione Goletta Verde ha rilevato che l’acqua marina è idonea alla balneazione secondo la normativa vigente. Particolarmente significativo è il prelievo effettuato dai tecnici di Goletta Verde alla foce del Fiume Crati a Cassano allo Jonio e che ha fornito parametri che rientrano nei limiti di legge per la balneazione anche se “per un soffio”. Un dato non da poco se si considera che si tratta del più grande e importante corso d’acqua della regione e che ovunque nel Bel Paese in corrispondenza delle foci dei fiumi esiste il divieto permanente per inquinamento. Alla rilevanza di questi dati è da aggiungere anche il fatto che i punti fortemente inquinati rilevati in Calabria sono stati di meno di quelli rilevati dalla stessa Goletta Verde nella regione Liguria che ha molto meno della metà delle spiagge della Calabria. D’altra parte è da considerare che Goletta Verde rileva solo alcune delle tante criticità e aree con mare inquinato. L’insieme delle aree non adibite alla balneazione con divieto permanente di balneazione, come le cause e rimedi evidenziati ogni anno nei Rapporti sullo Stato di Salute dei mari calabresi degli Amici Terra, sono evidentemente molti di più dei 24 monitorati da Goletta Verde e riguardano com’è noto alcune decine di chilometri. In corrispondenza di tutte queste aree non sono ancora esposti i cartelli con le dovute informazioni sulla qualità delle acque e sulle specificità e criticità di ogni singolo tratto di litorale. Cartelli necessari per evidenziare sia le eccellenze dei circa 670 Km di spiagge naturali adibite alla balneazione con le acque più trasparenti e i fondali più sani della Penisola sia per impedire danni alla salute in corrispondenza dei tratti non adibiti alla balneazione localizzati alle foci inquinate dei fiumi, zone industriali, scogliere e porti con divieto di balneazione permanente per una lunghezza complessiva di circa 45 chilometri. Queste carenze informative e i rischi per la salute dei bagnanti evidenziate negli ultimi quindici anni nei Rapporti annuali degli Amici della Terra continuano anche nell’attuale stagione balneare. A giugno gli Amici della Terra e nelle scorse settimane anche Goletta Verde ha annotato “che la cartellonistica in spiaggia è inesistente Lamezia e non solo

anche se obbligatoria da tre anni per i comuni costieri. E che “in nessuno dei 24 punti campionati, i tecnici di Goletta Verde hanno avvistato i cartelli informativi previsti dalla normativa, che hanno la funzione di divulgare al pubblico la classe di qualità del mare (in base alla media dei prelievi degli ultimi 4 anni), i dati delle ultime analisi e le eventuali criticità della spiaggia stessa.” Sulla rilevanza del patrimonio costiero della Calabria va ribadito che la lunghezza delle spiagge adibite alla balneazione in Calabria è superiore a quella complessivamente di sei regioni: Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Abruzzo, Molise e Marche. Ulteriori dati sulla qualità dei mari calabresi erano emersi anche prima dell’inizio della stagione balneare a seguito dei servizi televisivi delle Iene e delle analisi Arpacal Dati che hanno confermato il Monitoraggio Straordinario Disposto dal Presidente dell’ANPA del Ministero dell’ambiente nel 1996 e l’assenza di radioattività come si può leggere sul sito web degli Amici della Terra Italia. Tra le specificità del patrimonio costiero della Calabria da non oscurare ci sono gli assetti idro-geomorfologici che favoriscono la presenza e lo sviluppo della più grande varietà di habitat e forme di vita in ambiente acquatico e terrestre. La straordinaria biodiversità e le specificità degli ecosistemi presenti nelle acque del Tirreno e dello Jonio della regione sono testimoniate, tra l’altro, dall’elevato numero di specie marine rare sottoposte a protezione da Direttive europee e dalla Convenzione di Rio de Janero. La ricca geodiversità della regione ha, tra l’altro, favorito una rilevante varietà di spiagge naturali formate da frammenti di rocce di tutte le ere geologiche e specificità rare come gli ammassi granitici dello

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Jonio e del Tirreno calabrese generati dallo stesso magma che ha generato le più note coste granitiche della Sardegna dalle quali sono stati separati a seguito d’imponenti movimenti della crosta terrestre iniziati milioni di anni fa e ancora in atto nel Tirreno. Varietà di terre e acque ricche di minerali e sostanze che alimentano una grande varietà di vegetali e animali e anche di quei preziosi prodotti enogastronomici presi in considerazione dal New York Times per inserire la Calabria tra i luoghi da visitare nel 2017. Oltre alla grande varietà di preziosi aspetti naturalistici, paesaggistici ed ambientali in corrispondenza dei circa 716 chilometri di fascia costiera della Calabria esiste un rilevante e unico patrimonio archeologico. Accendere i riflettori sulle specificità della bio e geodiversità che caratterizzano gli assetti idrogeomorfologici dei litorali e del patrimonio costiero può stimolare le attività e gli interventi per mantenere il mare sempre pulito e per porre fine ai danni provocati dall’erosione costiera, dalle alluvioni e crolli provocati da eventi naturali prevedibili come le correnti marine, mareggiate e pioggia. Il prezioso patrimonio costiero disponibile, con le ricche specificità alle quali si è fatto cenno, può e deve essere tutelato e valorizzato attraverso interventi e atti concreti dall’insieme delle classi dirigenti locali e nazionali. Interventi ed atti concreti che possono e devono essere realizzati subito, in particolare nel lametino, evitando di aspettare che si arrivi al prossimo inizio di stagione balneare 2018 per ricominciare con le solite e inutili passerelle e lamentele per il mare sporco. Mario Pileggi del Consiglio Nazionale Amici della Terra

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Libriamoci:

Quando Leggere Diventa Crescere Nella Solidarieta’ L’Istituto Comprensivo di S. Eufemia, ha aderito anche quest’anno con diverse proposte a “Libriamoci” che ogni anno si rivolge a tutte le scuole italiane, dalla primaria alle superiori, invitandole ad includere nelle attività scolastiche giornate di letture finalizzate ad incentivare il piacere di leggere. Nell’ambito della manifestazione, giorno 28 ottobre scorso, una classe, la Terza A della scuola primaria, si è recata presso la casa di riposo comunale “Bosco S. Antonio” a Nicastro per proporre agli anziani ospiti alcune letture sui temi della solidarietà, nella consapevolezza della forte valenza educativa dell’iniziativa. Gli alunni hanno vissuto con ansia e curiosità un incontro preparato, coltivato nel solco dei valori umani più sostanziali, imparando a modulare a voce alta le trame emozionali di semplici storie declinate nelle tante sfumature del donare e amare, negli innumerevoli modi dell’essere vicini all’altro, a chi più ha bisogno, a chi più è solo. Una volta giunti con le insegnanti a destinazione, Federica e Pietro, con gentilezza e disponibilità (la stessa che tutto il persona-

fino a giungere al cuore: “(…) Io vorrei solo dare gioia a qualcuno perché ho visto tanta tristezza sulla terra (…)- pensò la gocciolina- ma cosa posso fare io per loro che sono una piccola goccia? Scelse uno dei fiori più appassiti e si lasciò cadere nel suo cuore. Il fiore si riprese e diventò splendente dell’amore della gocciolina e tutti quelli che lo ammiravano sentivano nel cuore una grande gioia”. Così, anche i bambini hanno sentito la gioia nel loro cuore, e tutto è diventato, momento dopo momento, più familiare e affettuoso tra l’inanellarsi curioso delle loro domande, il sovrapporsi di narrazioni dense di frammenti di vita, di ricordi, di nomi, di luoghi. Mentre essi dispensavano e ricevevano abbracci, carezze e sorrisi, nonna Sara, non senza emozione, esclamava: “I bambini sono una gioia!” Dopo una canzone cantata a squarciagola e coreografata in modo divertente, ricantata su richiesta dei nonnini, sono diventati naturale conseguenza gli auguri gioiosi a nonna Triestina che tra qualche giorno compirà 101 anni. “Venite anco-

le dispensa ai loro anziani ospiti), li hanno condotti in una sala dove, da lì a poco, li hanno raggiunti numerosi nonnini, di età e condizioni fisiche diverse. Nell’incontro di sguardi, che rivelavano la stessa curiosa e trepida attesa, tutta l’ansia si è sciolta per incanto e tutto è scivolato via leggero, stemperato in un’affettuosa reciprocità cui si è aggiunto un momento di estemporanea ilarità allorché un bambino, in modo spontaneo e immediato, ha esordito affermando:” non è educato né bello chiamarvi vecchi. Siete solo diversamente giovani!” In un clima ormai diventato accogliente e festoso, hanno fatto seguito, una dietro l’altra, le letture dei bambini rivolte ai nonnini della casa di riposo che, palesemente contenti della loro presenza, le hanno accompagnate con frequenti applausi e col loro dolce e carezzevole sorriso, anche laddove la scansione infantile delle parole arrivava fioca al loro labile udito. E le parole, fertile dono, volteggiavano leggere,

ra a trovarci” - hanno chiesto. In risposta la promessa di ritornare per il prossimo Natale, ma una vecchina, con la tristezza nella voce, ha sottolineato:” E’ così lontano! Ci vogliono ancora tre mesi!” Arrivato troppo in fretta il momento di andare via, già all’uscita, negli sguardi, nei ricordi dei bambini, si rincorrevano i loro volti, i loro nomi, le loro storie, i loro vissuti e Maria, Ida, Sara e tutti gli altri avevano ormai conquistato un posto speciale nel loro cuore. I bambini, nell’ingenuo candore dell’infanzia, riescono a far felici con poco, magari solo con un sorriso. “Tutti gli adulti sono stati prima di tutto dei bambini, ma pochi di loro se ne ricordano” ( Il Piccolo Principe di Antoine de SaintExupéry). Forse, se ciò accadesse più spesso, i nonnini della casa di riposo sarebbero certamente più felici.

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Scuola

Libriamoci PROGETTO EDUCATIVO DELL’ ISTITUTO COMPRENSIVO DI SANT’EUFEMIA Si è svolto a Lamezia Terme, coordinato dall’ Istituto Comprensivo di Sant’ Eufemia diretto dalla Dirigente Fiorella Careri, il progetto “ Libriamoci” grazie ai docenti prof.ssa Caterina Sorrenti e Prof Domenico Fragiacomo, finalizzato a educare gli alunni di scuola primaria e secondaria che grazie a loro volta hanno invitato gli adulti a dedicare maggior tempo alla lettura, attività che, oltre ad aiutarci a trascorrere serenamente il nostro tempo libero, favorisce certamente il miglioramento di noi stessi e delle nostre conoscenze. Gli studenti della scuola secondaria di primo grado (1, 2 e 3 media) sono stati i protagonisti dell’ attività “ Leggere per crescere” inseritasi nell’ambito della quarta edizione del progetto e nata dal desiderio di diffondere il piacere della lettura, consapevole della sua valenza educativa e fonte di arricchimento culturale, nonché momento di svago. Il progetto di quest’anno ha previsto una serie di iniziative atte a stimolare la lettura e ruotante intorno a un concetto fondamentale: L’apertura verso il territorio, diventandone parte, facendosi promotori d’iniziative al passo coi giovani, adeguate al loro modo di sentire e di vivere la realtà anche educativa e didattica. Il gruppo di lavoro ha previsto per le classi terze, dei momenti di lettura collettiva: ‘ flash-mob’¹, contemporaneamente, in tre diversi punti della città: All’aeroporto di Lamezia Terme Sant’ Eufemia, alla sta-

lidarietà, la tolleranza, la libertà, aiutando i ragazzi a crescere, diventando più consapevoli. Le classi seconde, il 23 e il 26 ottobre, recandosi presso le classi quinte della scuola primaria, hanno letto e illustrato le avventure di Fhileas Folg dal “Giro del mondo in 80 giorni, di Giulio Verne. Una classe seconda ha letto invece: “Io Emanuela agente della scorta di Paolo borsellino” di Annalisa Strada. Gli alunni della scuola secondaria han consegnato ai piccoli lettori, come testimonianza di questo momento di condivisione e di crescita, un segnalibro da loro realizzato. Si è svolto poi il 24 ottobre, con le classi prime e seconde, un altro interessante incontro presso l’aula magna dell’Istituto Comprensivo, con Rita Tudelli, autrice di “Fragola, limone e cioccolata” testo riguardante il bullismo. Gli alunni delle quarte e delle quinte della scuola primaria di S. Eufemia, han proposto momenti di lettura il 24 e il 26 ottobre nel Parco di Sorvolandia: In un ambiente naturale che invita al rispetto e alla protezione, essi hanno letto alcune pagine che educano alla conoscenza, alla libertà, e alla legalità. I ragazzi delle quinte han presentato anche pagine della Costituzione, per un primo approccio al mondo delle leggi, finalizzato allo sviluppo della consapevolezza e al rispetto delle regole, per divenire cittadini responsabili di domani. Infine le classi terze il 28 ottobre, si son recate presso la Parrocchia e la casa di riposo

zione ferroviaria ed al mercato rionale di Via delle Nazioni, il 27 ottobre alle 0re 9,00. Gli alunni delle classi terze del plesso di Gizzeria, han realizzato i ‘fash-mob’ presso il lungomare cittadino; leggendo brani tratti dal saggio “ Come un romanzo” di Daniel Pennac , lasciando ad ogni viaggiatore un volantino in cui si potevano leggere i “ diritti del lettore” di Pennac, condividendo in tal modo, con loro, momenti di lettura. Le classi prime si son recate presso la scuola primaria (ognuno presso la propria sede) leggendo, illustrando e animando le “Favole al telefono” di Gianni Rodari. Attraverso il testo l’autore riesce con ironia e leggerezza, a far riflettere su tematiche importanti, quali la so-

“Bosco Sant’Antonio” di Lamezia Terme, per condividere con la comunità, letture animate, su tematiche importanti come la solidarietà. E’ stato un progetto importantissimo in primo luogo, in quanto ha invitato i ragazzi alla lettura educandoli alla condivisone con gli altri e alla solidarietà; in secondo luogo perché condiviso e quindi ha reso partecipe un’intera comunità, invitando tutti alla lettura, alla solidarietà e alla legalità. ¹ “flashmob” , é un improvviso assembramento di persone in uno luogo pubblico, finalizzato a mettere in pratica un’ azione insolita, che si dissolve in breve tempo.

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le spigolature di tommaso

Don Carlo Cittadino

Non sapremo mai quanto bene può fare un semplice sorriso. (Madre Teresa di Calcutta). Serenità ed emozioni profonde la sera del 28 ottobre in Cattedrale per i 25 anni di sacerdozio di don Carlo Cittadino, senso di serenità si avvertiva durante l’intera celebrazione eucaristica insieme ad un costante sentimento di profonda commozione ed emozione. Quelle atmosfere che fanno un gran bene all’anima, un ristoro e una tregua ai tanti affanni che caratterizzano le giornate di ognuno di noi. Don Carlo mi ha sempre colpito per il suo sorriso che ti accoglie come un abbraccio caloroso ogni qualvolta lo incontri per strada oppure nei momenti in cui partecipi ad una sua messa. Per questo motivo gli ho sempre voluto un gran bene nel corso dei tanti anni in cui ci conosciamo. Don Carlo è felice, sempre, della sua scelta, del suo essere sacerdote e del conseguente stile di vita insito nella scelta stessa. Tutto questo dà sicurezza, ti rilancia in modo del tutto naturale i valori cardine della vita, dà speranza e fiducia in un mondo che si sta perdendo nel relativismo più vuoto e superficiale. Egli è il sacerdote che sa guardare al futuro pur rimanendo saldamente legato alla migliore tradizione cristiana del passato, un binomio antico/presente che personalmente apprezzo molto e mi fa provare un sentimento di nostalgia equilibrante, radici e futuro si uniscono e il cuore sembra riprendere quel posto spesso dimenticato. Mi piace definirla una “nostalgia storica”. L’altra sera in chiesa mi sembrava di essere in una foto in bianco e nero, una immagine sincera, leggera e profonda, colma di luce naturale, come Don Carlo sa essere sempre nella sua testimonianza di fede. Una di quelle foto da riguardare tra tanti anni con occhi lucidi. Auguri caro Don Carlo.

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Rubrica di Antonio Saffioti totosaff@gmail.com

Il cammino verso i diritti umani e la convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità La cultura dei Diritti Umani sostanziatasi nei principi espressi nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo adottata dall’ONU nel 1948 in seguito agli orrori nazisti e alla seconda guerra mondiale, è diventata progressivamente il paradigma su cui ricostruire il tessuto delle relazioni tra gli esseri umani, i popoli e gli Stati. I valori di dignità, autodeterminazione, uguaglianza e solidarietà sono i pilastri del sistema di protezione della libertà contro l’abuso del potere e creano uno spazio per lo sviluppo dello spirito umano. Ogni individuo è ritenuto essere di valore inestimabile e nessuno è insignificante. Secondo questo principio gli individui non sono valutati perché economicamente utili ma perché persone intrinsecamente umane. Tutto ciò è particolarmente importante in termini generali ma lo è in modo particolare nell’ambito della disabilità poiché è un promemoria affinché le persone che vivono questa condizione siano valutate a prescindere da considerazioni di utilità sociale ed economiche. Come ogni individuo il loro valore è in se stessi e per se stessi e non in funzione a ciò che gli altri stabiliscono sia di valore. Possiamo affermare che la dignità come valore è stato il fattore cruciale che ha permesso d’inserire la disabilità nella prospettiva dei diritti umani. Ancora oggi circa 600 milioni di persone, o approssimativamente 10% della popolazione mondiale ha una disabilità. Solo il 2% dei bambini con disabilità del mondo sviluppato ricevono istruzione e riabilitazione. In tutto il mondo vi è un forte collegamento tra disabilità, povertà ed esclusione sociale. Questo è il risultato drammatico dell’approccio, che per secoli, ha considerato la persona con disabilità come un problema ed oggetto d’interventi caritatevoli e non come soggetto di diritti. I diritti umani fanno si che tutto sia concentrato sulla dignità dell’essere umano e di conseguenza, solo e se necessario, anche sulle caratteristiche mediche della persona. La disabilità secondo questo modello scaturisce da una mancanza di sensibilità della Stato e della società civile nei confronti della differenza che la disabilità rappresenta. Ne consegue che lo Stato ha la responsabilità dell’eliminazione di tutti gli ostacoli, socialmente creati, in modo da assicurare il pieno rispetto della dignità e per garantire uguali diritti a tutti. La disabilità può essere definita, quindi, come una “sovrastruttura sociale”, una creazione umana. La differenza non è innata ma costruita Lamezia e non solo

socialmente e applicata attraverso etichette stigmatizzanti. Così l’essere “anziano”, “donna” o “disabile” non è una condizione negativa in se ma lo diventa in relazione ad una norma sociale che attribuisce negatività a tutto ciò che non aderisce a determinati standard. Questo ha prodotto una struttura sociale che vuole tenere separati tutti gli individui che, con i loro corpi, il loro linguaggio e il loro pensiero diverso, possono in qualche modo mettere in discussione il potere della standardizzazione. Solo costruendo società includenti si può garantire a tutti la piena partecipazione ed autonomia e la possibilità di autodeterminarsi. Presupposto irrinunciabile per la realizzazione di una società inclusiva è la centralità del valore dell’uguaglianza. I sistemi di welfare devono assicurare servizi – assistenza personale, trasporti accessibili, sistemi di comunicazione adeguata ecc Tra le persone con disabilità ci sono gruppi che sono maggiormente invisibili. I bambini con disabilità tradizionalmente non sono considerati degni di particolare investimento sociale, per esempio attraverso l’istruzione, rispetto ai loro coetanei. Le donne con disabilità sono vittime di discriminazione multipla. Le persone con disabilità intellettiva in molti contesti sociali hanno grande difficoltà a raggiungere una qualità di vita accettabile. Le persone con disabilità non hanno nessuna voce nel dibattito politico e anche dove ce l’hanno non sono necessariamente ascoltati e questa mancanza di partecipazione può dar luogo a politiche ed azioni che non rispondono ai loro bisogni concreti. Il movimento delle persone con disabilità è cresciuto notevolmente nelle ultime decadi e sta incominciando a parlare una lingua comune, quella dei diritti e dell’impegno politico. Questo fenomeno mondiale è un segnale di speranza per il futuro che è già iniziato il 13 dicembre del 2006. In quel giorno l’Assemblea delle Nazioni Unite dopo quattro anni di negoziati approva la Convenzione Internazionale dei Diritti delle Persone con disabilità. Adottata per consenso da 192 Paesi membri dell’ONU, è stata sottoscritta anche dall’Italia il 30 marzo 2007. Ratificata da diversi stati, è entrata in vigore il 3 maggio 2008, (dopo avere ricevuto il numero necessario di ratifiche, cioè 20), è stata ratificata dall’Italia con la Legge 3 marzo 2009, n. 18, ed entrata in vigore il 14 giugno 2009.

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La nostra storia

L’alluvione del Canne del 1563 e l’epigrafe del dott. Annibale Vitale nel Palazzo Anzani E’ noto che la città di Nicastro ha subito più volte, nel corso dei secoli, calamità naturali che ne hanno profondamente modificato l’assetto urbano e alterato o distrutto il patrimonio architettonico. Le cronache dei nostri storici locali, a partire dal tardo medio evo, sono piene di riferimenti a terremoti improbabili, come il “tremuoto della passione di Cristo” cui attribuivano i cambiamenti dei presunti nomi più antichi della città, da Numistro a Lissania. Ma di qualche terremoto drammaticamente reale, come quello del 1638 rovinoso in Calabria e nel Lametino, dove distrusse chiese, cattedrale, abbazia e castello, sono rimaste diverse cronache contemporanee (1) , ricche di dati su vittime e danni, e quella del nostro Giacinto Colelli, canonico della Cattedrale, ripreso e riassunto dal nipote Antonino in un manoscritto di cui si conserva ancora qualche copia in biblioteche private della nostra città (2) Calamità ben più frequenti e non meno drammatiche per la città di Nicastro furono le esondazioni dei suoi torrenti, fonte preziosa di acqua e di energia naturale per la numerosa popolazione e per le diverse attività che essa praticava, tra le quali la molitura del grano e la concia delle pelli, ma anche forza rovinosa capace di annientare interi quartieri, in regime di piena e nell’infuriare di qualche tempesta. Il caso più noto nella storia cittadina è rimasta l’alluvione del torrente Piazza nella notte del 10 dicembre 1782, che spazzò via l’intero quartiere di Cavallerizza/Terravecchia, sorto in piano con tanti bei palazzi di nuova fabbrica, attorno alla grande area della Coltura in cui si svolgevano il mercato e le fiere ricorrenti. Di quella drammatica vicenda, che provocò tantissime perdite umane ed espose i numerosi sfollati alla necessità di trovare dimora in altra sede più sicura, conserva memoria un nostro valente storico dell’800, Pasquale Giuliani (3), riportando integralmente la descrizione dell’archiviario provinciale Achille Grimaldi ed aggiungendo i suoi ricordi d’infanzia. Egli era figlio di Francescantonio Giuliani, amministratore della feudataria principessa d’Aquino, che curò la sistemazione degli sfollati nel fondo della Diocesi chiamato “Bella” dall’appellativo della sacra immagine della Madonna che vi era stata ritrovata secoli prima sotto rovi di spine. Una nuova pagina di storia cittadina, per un’epoca ancora più antica, emerge ora da un’epigrafe che per lungo tempo è stata ritenuta dispersa. Qualche anno fa il Direttore di Storicità ha avuto la cortesia di segnalarmela facendomi pervenire la riproduzione fotografica, adoperandosi poi perché potessi prenderne visione autoptica. Si tratta di una bella lastra di marmo bianco contornata da un bordo rilevato che esibisce sul lato inferiore la data del 1571 in numeri romani disposta ai lati di uno stemma posto al centro entro un esagono rettangolo. Questa importante epigrafe del XVI secolo, di ottima fattura e certamente autentica, è murata sulla parete sinistra dell’atrio del Palazzo Anzani, in via Garibaldi. Il testo scritto in un latino cancelleresco che tradisce familiarità con l’uso della lingua, inciso con nitidi caratteri a rilievo, presenta abbreviazioni e legamenti tipici dell’usus scribendi del tempo. Il testo è il seguente:

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CUM CIRCA 200 PALATIA VICINOSQ(UE) AGROS TOR(R)E(N)TES ISTI PRIORI SINV SUP(ER) 5 PASS. DOLOSE. TUMIDE MIREQ(UE) EX(S)ILIENTES. 6. IANUA. IN.X.1563.OLIMP. 585. 2°. PESSUM DEDERI(N)T HOC EFFOSSU(M). A TERGO DIRUTU(M). UBI (I)HEM. PUERI DUO MULIERES TRES PERIERE A FUNDAMENTIS INSTAURAVIT.ET.A FRONTE LACERUM RESARCIVIT HANNIBAL VITALIS ART(IUM). ET. MED(ICINAE). DOCT(OR). NEPOTUQ(UE) VIRO T(A)M DOCTORI VEL PRIMOGENITO.LEGAT.NE ERGO VOS INCAUTOS EURO. POT(ENT)ISSIMUM FLA(N)TE AQVIS ARENIS.LIGNIS AC SAXIS OBRUA(N)T NA(M) SAEPE NEOCASTRU(M) HAEC PASSUM CONIECIT MD // stemma // LXXI <<Poiché questi torrenti mandarono in rovina circa 200 palazzi e i campi vicini, straripando di oltre cinque passi rispetto al precedente alveo in modo ingannevole, tumultuoso e straordinario il 6 gennaio 1563, decima indizione, nel secondo anno dell’Olimpiade 585, Annibale Vitale, dottore nell’arte medica, ripristinò dalle fondamenta questo (palazzo) infossato, distrutto nella parte posteriore, dove durante l’inverno perirono due fanciulli e tre donne, e ne restaurò la parte anteriore rovinata; lo lascia in eredità al nipote primogenito, anch’egli dottore, affinché (i torrenti), quando soffia il fortissimo Euro, non seppelliscano anche voi incauti con acque, sabbie, tronchi e sassi; infatti spesso Nicastro ha dovuto patire queste cose.>> Dell’evento luttuoso in forma più generica aveva dato notizia Padre Giovanni Fiore da Cropani (4), collocandolo nel 1562 oppure 1565: parlava di una pioggia simile a un diluvio sulla città di Nicastro, che aveva ingrossato il fiume che le scorre ai fianchi provocando la distruzione di 300 case, la morte di 18 persone e la rovina di molti stabili seppelliti sotto 20 palmi di

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arena. Conosceva evidentemente la vicenda, ma non questa nostra epigrafe; la conosceva bene, invece, Pasquale Giuliani (5) , il quale attesta che fino al 1840 la lapide sovrastava il portone d’ingresso dell’antico palazzo ricostruito sul ponte della Piedechiusa, sul principio della Via Grande (ora Via Garibaldi) fin tanto che era stato di proprietà dei Vitale e poi dei Corona. Al suo tempo ne aveva acquisito la proprietà la famiglia del fu Dott. Luigi Montesanti, che doveva averla già rimossa dalla facciata, e la custodiva murata all’interno dell’atrio. Alla famiglia Corona il palazzo era probabilmente passato già sulla fine del ‘500 come dote di Margherita Vitale, figlia del medico Annibale (il giovane e promettente nipote dell’autore dell’epigrafe), andata sposa a Giulio Cesare Corona, detto il Seniore, in quanto capostipite dell’omonima famiglia, originaria del casale di Argusto, con lui trapiantata a Nicastro, stando a quanto si attesta nel libello manoscritto “A Magara” della fine del ‘700 (6) . Dalla famiglia Montesanti il palazzo è passato alla famiglia Anzani, che ci vive tuttora, intorno al 1875 a seguito del matrimonio di Teresa Montesanti con Vincenzo Anzani, padre del Dott. Federico Anzani, morto nel 1964 ormai molto avanti negli anni. Alla affettuosa amicizia della prof.ssa Cenzina Vatalaro Anzani ed alla cortesia del figlio, Dott. Federico Anzani, devo la conoscenza diretta dell’epigrafe e dei dati storici più recenti. Il testo dell’epigrafe è interessante anche sotto il profilo sociale e si presta a qualche considerazione ulteriore. Dell’autore del testo, Annibale Vitale, e dell’omonimo nipote, apprendiamo la professione, erano entrambi medici; appartenevano, dunque ad una famiglia nobile ex privilegio, cioè una famiglia di dottori che aveva in ragione di ciò meritato l’aggregazione al primo ceto. Attraverso le Memorie storiche della città di Nicastro di Pasquale Giuliani, possiamo anche capire in quali circostanze avesse ottenuto tale privilegio. Il Giuliani ricorda i Vitale fra le famiglie nobili della città solo nel ‘500, al tempo della signoria dei Caracciolo. Nei secoli successivi non li menziona più né li include fra le 14 famiglie nobili rimaste in città alla fine del ‘700, da oltre quaranta che erano nei secoli precedenti, perché decadute, o estinte, o trasferite altrove. Nel Catasto onciario di Nicastro del 1741 in verità sono registrate solo tre persone con cognome Vitale, due donne, Elisabella e Porzia, rispettivamente sposate a Paradiso Antonio, massaro, e a Cittadino Francesco, giardiniere, ed un giovane di 22 anni, Giuseppe, servo in casa del Magnifico don Nicola Frappa di Sambiase. Annibale Vitale al tempo dell’inondazione del Canne mostra di potersi fregiare di uno stemma, vistosamente incastonato tra le quattro lettere della data in caratteri romani. Lo stemma è diviso in due campi che contengono rispettivamente il simbolo parlante della casata, un albero di vite carico di grappoli, e il simbolo “professionale” che la distingueva per l’esercizio della medicina, una sega che taglia un cuore. Il nostro Annibale aveva dovuto ricevere il privilegio di potersi fregiare di questo stemma in occasione della venuta a Nicastro dell’imperatore Carlo V, il 5 novembre del 1535, quando ad accoglierlo fuori della città ed accompagnarlo in pompa magna fino al castello s’erano mobilitati i maggiorenti della città, il feudatario conte don Ferdinando Caracciolo, il sindaco dei nobili, Antonio Oliverio, e il sindaco del popolo, Nicola Vidimano, il vescovo mons. Nicola Capranica, e moltissimi gentiluomini. Riferisce il primo storico nicastrese, Ferdinando Vidimano, all’epoca giovanetto, che l’Imperatore si mostrò molto cortese coi cittadini e Giuliani potè accertare attraverso un atto notarile che aveva anche concesso a diverse persone carte di nobiltà, col diritto di portare uno stemma, tra cui anche al sindaco del popolo Nicola Vidimano, padre o nonno dello storico. Anche lo stemma così poco araldico del medico Annibale Vitale, deve aver tratto origine

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da quella graziosa concessione del sovrano, fatta ad una persona evidentemente stimata per la sua professione, ma anche colta ed amante della tradizione classica, che traspare dalla civetteria di segnare la datazione dell’alluvione anche con l’anno olimpico. Un’altra considerazione può essere proposta sul fenomeno alluvionale. Nell’epigrafe, come nei resoconti dei cronisti del tempo per altre alluvioni, viene dato grande risalto all’ingente massa di detriti depositatasi sui quartieri investiti dalla veemenza della tempesta. Annota Giuliani che l’interro provocato era di oltre cinque metri, tanto che le finestre dei piani superiori erano diventate porte d’ingresso ed i bassi rimasero sotterrati e che per alcuni edifici la situazione era rimasta tale ancora al suo tempo. Il fenomeno può essere agevolmente riscontrato tuttora nell’Abbazia di Sant’Eufemia, dove è stato necessario asportare alcuni metri d’interro per portare alla luce il pavimento dell’abside e dove ancora oggi si accede al chiostro dalle finestre della grande navata della chiesa. Basta questa osservazione a far capire quanto profondamente il tessuto urbano sia stato più volte sconvolto dalle alluvioni del Canne, del Piazza, del Bagni, del S. Ippolito, fino alla regimentazione delle acque ed alla sistemazione degli alvei realizzate con la bonifica della piana nel 1935, e quanto siano importanti, anzi preziosi, i dati che possono essere recuperati, come questa epigrafe, per ricostruire l’assetto urbano della città per epoche anteriori alle ricostruzioni dell’800 e del ‘900 Nella prima Amministrazione comunale del sindaco Gianni Speranza (2005/2100), ha ricoperto il ruolo di Assessore alla Cultura, ai Beni ed alle Attività Culturali del Comune di Lamezia Terme. Ha studiato tematiche riguardanti la Sicilia e la Magna Grecia dall’Età arcaica all’Età romana, i fenomeni politici della Tirannide e della Monarchia nel Mondo greco occidentale, i rapporti tra le città greche e le popolazioni indigene. * * * * * * * * * * * * * * * * * * *

1-G.C. Recupito, De novo in universa Calabria terraemotu congeminatus nuncius, Napoli 1638; L. D’Orsi, I terremoti delle due Calavrie fedelissimamente descritti, Napoli 1640; A. Di Somma, Historico racconto de i Terremoti della Calabria dall’anno 1638 fin’anno 41, Napoli 1641. 2- G. De Sensi Sestito, Tra l’Amato e il Savuto. I.Terina e il Lametino nel contesto dell’Italia antica, Soveria Mannelli 1999, pp.186189. 3- P. Giuliani, Memorie storiche della città di Nicastro dai tempi più remoti fino al 1820, 1° edizione Nicastro 1867, 2° ed. Nicastro 1893, Rist.anast. Forni Editore, 1977, p. 70 ss. 4- G. Fiore da Cropani, Della Calabria illustrata, tomo I, (Napoli 1671) seconda edizione a cura di U. Nisticò, Rubbettino, Soveria Mannelli 1999, p. 568. 5-Giuliani, Memorie storiche, cit., p. 38 s. 6- Il testo è pubblicato a puntate su questa rivista a cura di Antonio Raffaele. Per il riferimento alla famiglia Corona ed al legame matrimoniale con la famiglia Vitale vedi Storicittà XVII, nr. 161, aprile 2008, p. 39 e nr. 162, maggio 2008, p. 47. 7-A questa nostra importante epigrafe ormai ritrovata si farà riferimento nel saggio di Francesco Campennì, Le “fabriche ambitiose”: spazio urbano e dimore nobiliari nella Calabria d’età moderna, negli Atti del convegno sul tema Le dimore signorili nel Regno di Napoli: l’età spagnola (Maiori, 20-21 aprile 2007), in corso di stampa presso l’editore Rubbettino.

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Associazionismo

Il Club del libro I libri consentono di vivere un’esperienza unica e personale, basata sulla magia delle parole, che ognuno percepisce in maniera originale. Anche l’ultima lettura condivisa, “Sostiene Pereira” di Antonio Tabucchi, non ha fatto eccezione. Ed infatti, a dimostrazione che i personaggi che incontriamo nella letteratura non hanno età e possono vivere in tutti i luoghi del mondo, l’ultimo incontro si è aperto con la constatazione che “Pereira vive a Sambiase!!!”. Pereira, protagonista del romanzo, è un giornalista che dirige la pagina culturale del quotidiano “Lisboa”, dopo aver lasciato la cronaca nera. Vive a Lisbona durante il periodo del regime salazarista, ma non si riconosce in nessun partito, ed anche se non condivide il pensiero dei salazaristi, non è attivista dall’altra parte. È un uomo di età ormai avanzata che ha problemi di peso, soffre di cuore e ha la pressione alta; buon cattolico che però non crede nella risurrezione della carne perché l’idea che il suo grasso possa risorgere lo disgusta. È ossessionato dalla morte, forse perché il padre aveva un’agenzia di pompe funebri e inoltre sua moglie è morta di tubercolosi, anche se Pereira continua a parlare al suo ritratto. La vita di Pereira comincia a prendere una svolta diversa quando legge per caso un necrologio

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fatto da un certo Francesco Monteiro Rossi su una rivista letteraria a carattere filosofico. Colpito dal fatto che un giovane possa scrivere su un argomento così profondo, la morte, Pereira fornendosi dell’elenco telefonico riesce a contattare Monteiro Rossi e ad ottenere un incontro col giovane. È così che Pereira viene a contatto con colui che darà una svolta alla sua monotonia ed alla sua indifferenza per le questioni che coinvolgono Lisbona. Pereira ingaggia Monteiro Rossi come collaboratore esterno del Lisboa, e gli dà il compito di scrivere necrologi anticipati di celebri autori ancora in vita. Ma il giovane scrittore non scrive necrologi sugli autori indicati, ma su altri che erano pericolosi da pubblicare perché attaccavano fortemente il fascismo. Tuttavia Pereira non ha il coraggio di licenziare il ragazzo, perché tra di loro si è venuto a formare, più che un rapporto di lavoro, un rapporto tra padre e figlio, il figlio che

Pereira non ha mai avuto... Nel corso della storia Pereira subisce un cambiamento profondo e, da “vecchio in discarica” che era prima, diventa un eroe, dopo aver percorso dure prove di carattere psicologico, nelle quali si trova a combattere contro la sua voglia di restare indifferente ai problemi che non lo coinvolgono direttamente. Il protagonista del romanzo si scontra con l’ordine costituito, ma alla fine vi si oppone, perché, come emerso nel corso dell’incontro del book club, la scrittura è potere, anche di opporsi a chi vuol tenerti soggiogato. Ma nei libri, come ribadito da qualcun altro nella discussione del gruppo di lettura, ti nascondi dentro, e quindi sta al lettore decidere che uso farne, della scrittura in sé o della letteratura in generale. Il prossimo appuntamento metterà i lettori del gruppo a confronto dello scrittore belga di lingua francese George Simenon, autore di numerosi romanzi, ma noto al grande pubblico soprattutto per avere inventato il personaggio di Jules Maigret, commissario di polizia francese. I testi da trattare sono “La camera azzurra” e “L’uomo che guardava passare i treni”. L’appuntamento è per il 19 novembre al Qmè. Se anche non si saranno letti i libri proposti, la magia dei libri accoglierà tutti gli amanti della lettura che vorranno partecipare.

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Associazionismo

S o l i d a r i e t à i n Re t e . . .

Lamezia c ’è!

e realizzato quello che è stato il desiderio dei dipendenti tutti, di contribuire con la loro donazione. La partecipazione dei dipendenti della Azienda Ionà è stata unanime e compatta ma non sono mancati numerosi donatori esterni venuti a conoscenza dell’evento. L’AVIS Comunale di Lamezia Terme, chi la conosce la “Ama”. La Ama per la sua storia, la Ama per le persone che in questi anni hanno contribuito alla affermazione di una entità in cui si rispecchia la Buona Lamezia. Una società, la nostra, che ha sostenuto la donazione, intesa come dono disinteressato da sempre in modo trasversale. Senza distinzione sociale o professionale, giovani e adulti, uomini e donne, ricchi e poveri. La donazione ha reso i Lametini, nonostante le dovute eccezioni, cittadini eccellenti, altruisti e solidali. La donazione ha reso Lamezia Terme migliore di quella che era. Io ne sono testimone, perché questi Cittadini Lametini li ho incontrati che donavano senza nulla chiedere in cambio, negli Oratori delle nostre Chiese, nel Centro trasfusionale dell’Ospedale Giovanni Paolo II e nella sede dell’AVIS Comunale pazientemente in fila, fieri ed orgogliosi di aiutare il prossimo. Questi sentimenti li ho ritrovati la mattina del 14 ottobre 2017 nel grande cortile della Concessionaria sede di un importante marchio automobilistico della famiglia Ionà. In questo cortile l’AVIS Comunale di Lamezia Terme ha allestito la raccolta del Sangue con l’ausilio di una Autoemoteca, dando seguito all’invito dell’Associazione Trapianti Epatici Calabria ONLUS Luigi Ionà. La Presidente Professoressa Marisa Lucchino dell’associazione ATEC sempre in prima linea nella promozione della solidarietà sociale, rappresenta una ulteriore eccellenza del territorio che ha interpretato Lamezia e non solo

Per l’occasione I Giornalisti Tonino Amatruda e Giovanni De Grazia hanno sviluppato la quotidiana rassegna stampa (Programma cult tra i più seguiti in Calabria) all’aperto nel cortile della concessionaria tra una Ambulanza e una unita Mobile per la raccolta del Sangue, dove con garbo hanno saputo trattare un argomento di grande spessore umano dimostrando altresì una inaspettata sensibilità votata anche essa alla solidarietà. La Professoressa Marisa Lucchino intervistata dal Direttore Tonino Amatruda ha sottolineato che l’artefice di questa iniziativa è Pippo, fondamentale collaboratore dell’azienda Ionà. Il Presidente dell’Associazione “ATEC” dopo aver sintetizzato la missione dell’associazione che supporta, assiste e sostiene iniziative in aiuto dei trapiantati o in attesa di trapianto di fegato, ha fornito anticipazioni confermando l’attivazione nel comune dell’“Interconnessione tra il Sistema Informativo Trapianti e l’Ufficio Anagrafe di Lamezia Terme”.

il pregio di essere in rete, tra i pochi comuni attivati che consentono ai cittadini di dichiarare, al’atto del rinnovo della carta d’identità, la volontà di donare i propri organi a fine vita per aiutare le tantissime persone che sono in attesa di un trapianto. Il Presidente dell’AVIS Comunale di Lamezia Terme Dot. Luciano Fazzari, anche lui in prima linea nell’affermazione del principio del dono, ha confermato quanto sia importante la fattiva collaborazione tra Associazioni, con la finalità di contribuire alla solidarietà, tradizione che affonda le sue radici nella antica cultura del territorio Lametino. In particolare ha ringraziato i dipendenti dell’azienda Ionà che si sono subito resi disponibili nel partecipare alla donazione. Ha anche descritto la funzione del mezzo, chiamato Emoteca, indispensabile per raggiungere le comunità più distanti dalle sedi accreditate e rendere così più efficiente la raccolta delle donazioni che ha permesso di rendere la nostra regione non solo più che autosufficiente, ma di essere anche di aiuto ad altre regioni in difficoltà. Con l’augurio di crescere ed incrementare i servizi rivolti al donatore, come le visite mediche mirate, il Presidente Dott. Luciano Fazzari ha chiuso il collegamento televisivo della Rassegna Stampa Quotidiana dei Giornalisti Tonino Amatruda e Giovanni De Grazia dal Piazzale espositivo della nota Azienda Ionà.

In collegamento telefonico il Dott. Pellegrino Mancini, Coordinatore Regionale dei Trapianti in Calabria ha spiegato Editore: Grafichè di A. Perri

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Sport

LAROYALTEAM SECONDADOPO 5 GARE Losurdo si conferma bomber con 7 gol finora. In evidenza la baby De Sarro

Campionato di Serie A2 atipico questa stagione, soprattutto per la defezione di due squadre che falsa un po’ il torneo, se non altro per il riposo domenicale di altrettante squadre. E così, al momento di andare in stampa, si è disputata la settimana giornata. Non per tutti ovviamente. Ad esempio così è per la capolista Napoli, con 16 punti, immediate inseguitrici proprio la Royal Team Lamezia e Salernitana a -4. E però, mentre le campane ne hanno giocate 6, la capolista virtuale è proprio la squadra lametina dei presidenti Mazzocca e Vetromilo che di gare finora ne ha giocate 5. Dopo i successi iniziali di Cosenza e contro Afragola in casa, ecco il primo ko stagionale a Rionero per la Royal. Sconfitta che ha minato un po’ la serenità del gruppo ed è stato necessario, nella settimana successiva, chiarire qualche aspetto da parte della società. I risultati si sono visti subito con due grandi prove di carattere della Royal. Intanto subito dopo superando il quotato Martina per 3-1; quindi nella successiva trasferta infrasettimanale a Palermo, vincendo sempre con lo stesso risultato. E quest’ultima vittoria acquisisce ancor più significato per alcune problematiche emerse poco prima della partenza. Infatti, ben sei calcettiste hanno dato forfait per motivazioni varie. Si tratta di Fragola e Mirafiore (spesso titolari) e di Marrazzo, Bagnato, Pota e Fucile. Il resto della squadra, Ceravolo, Leone, Corrao, Primavera, Losurdo, Linza (capitano per l’occasione), Ierardi e la promettente De Sarro, ha dato le giuste risposte, mettendo in campo concentrazione, grinta e carattere in terra siciliana. Dunque un plauso ancora maggiore a loro ed ovviamente al mister Ragona. Il tecnico, inizia a raccogliere i frutti del suo lavoro dopo due mesi dal suo arrivo, in una squadra per lui chiaramente nuova e dunque bisognosa dei giusti tempi per amalgamarsi, conoscersi e conoscere lo stesso tecnico. E non mancano le note liete in questo avvio di stagione, ci soffer-

miamo ovviamente sulla Royal poiché è ancora presto per tracciare bilanci, anche se Napoli, Salerno e Martina appaiono le favorite del girone. Note liete si diceva: in primis Federica De Sarro, 16 anni compiuti lo scorso 30 ottobre. Due gol a Cosenza all’esordio, uno in casa contro Martina (intelligente colpo di testa a beffare il portiere) e gol da opportunista a Palermo. “Abbiamo trovato un talento, sta a noi a farlo crescere bene” disse al riguardo saggiamente mister Ragona dopo Cosenza. Lei si sta confermando, senza montarsi la testa. Bene così! Da un ‘bomberino’ a un bomber il passo è breve: Sharon Losurdo non solo ha segnato 7 gol in 5 gare, ma la ritroviamo ancora più giocatrice a tutto campo in questa stagione. Ragona, intuiti i grandi mezzi della piemontese, la fa partire anche dalla difesa e lei si sta disimpegnando alla grande mostrando tutta la propria forza. Passiamo quindi all’altra bomber: Concy Primavera, 6 gol finora e presenza che si fa sentire in squadra. Non dimentichiamo ovviamente Ceravolo: il portiere ci ha messo molto di suo in questo avvio di stagione, opponendosi spesso miracolosamente agli attacchi avversari. Ma tutta la squadra si sta ben disimpegnando, con il solo neo dello stop di Rionero, augurabilmente già riposto nel dimenticatoio salvo chiaramente aver fatto tesoro di quella giornata no. Fiducioso il presidente Nicola Mazzocca, specie dopo la grande vittoria di Palermo: “Siamo reduci da due belle quanto significative affermazioni contro il Martina e Palermo. Nella prima mostrando quel giusto carattere dopo l’inatteso stop di Rionero; a Palermo bissando quella prestazione mettendoci lo stesso carattere oltre a grinta e concentrazione in una situazione di chiara emergenza per via delle varie assenze. E però – sottolinea il massimo dirigente della Royal - siamo soltanto all’inizio per cui c’è ancora tanta strada da percorrere. La squadra si sta gradualmente assemblando, recependo nel contempo le direttive di mister Ragona. Siamo determinati, nonostante tante problematiche e avversità, a portare alto il nome della Royal ovunque giochiamo, come del resto stiamo facendo con immani sacrifici da 5 anni a questa parte”.

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Sport

VOLLEY FEMMINILE

COFER LAMEZIA

rinnovata ed ambiziosa È iniziato a metà ottobre anche il campionato di serie B2 femminile di pallavolo, che ha visto ai nastri di partenza la Volleyball Lamezia, sponsorizzata per il secondo anno consecutivo dalla Cofer Costruzioni. Con l’inizio del campionato la squadra si è presentata alla città in una cornice particolare, e cioè, presso la sala conferenze dell’Istituto Tecnico Statale per Geometri di Lamezia Terme. Presenti oltre ai dirigenti lametini ed alla dirigente dell’Istituto, Patrizia Costanzo, Mimmo Notaro in rappresentanza della Fipav C.T. Centro Calabria, gli Assessori Simone Cicco e Giuseppe Costanzo per il Comune di Lamezia, e tutti gli sponsor con i loro rappresentanti legali. Presente alla manifestazione anche l’Assessore, Mario Chiefalo, del Comune di Pianopoli che per il secondo anno consecutivo ospiterà le gare della società del presidente Carlo Burchi e del ds Demetrio De Benedetto, che, da parte sua ha provveduto a sistemare il taraflex sul fondo del PalaPianopoli per migliorare la struttura e la qualità degli allenamenti e delle gare. La compagine lametina non nasconde le ambizioni di vertice in questa stagione 2017-18 per cui si è allestito un roster di primissimo piano partito con il piede giusto nelle prime vittoriose giornate. Certamente si è consapevoli che non sarà facile spuntarla perché di avversarie agguerrite,

a cui in un secondo momento si è aggiunta Lucrezia Fico. Si è partiti con la numerazione dalla numero due perché la numero uno è stata donata dalla società alla dirigente scolastica, nell’occasione padrona di casa, Patrizia Costanzo che, come i più ricorderanno, era la Presidente in carica della Pallavolo Lamezia allorquando toccò il massimo della sua storia con il play-off di Trieste valido per l’accesso alla serie A1.“L’obiettivo stagionale è quello di provare a vincere – ha affermato coach Francesco Eliseo nel corso della cerimonia – anche se recentemente abbiamo dovuto fare i conti con la defezione improvvisa ed inaspettata di Marika Costabile chiamata a far parte del Club Italia di Beach Volley. Tra le svincolate riteniamo non ci sia chi fa per noi e quindi non ci resta che aspettare la riapertura del mercato (dicembre/ gennaio) per rimpiazzarla adeguatamente. Le principali nostre antagoniste nella lotta per la B1? Cerignola, Palermo, Santa Teresa e Catania, comunque l’importante è concentrarci e dare tutto partita dopo partita”.Al blocco storico la scorsa estate sono stati comunque aggiunti innesti di assoluto valore per la B2, come il caso dell’esperta centrale veneta Stefania Papa, che incalzata dalle domande, anche della dirigente scolastica, ha espresso tutto il suo apprezzamento per l’ambiente in cui si è venuta a trovare: “In carriera avevo sempre giocato al nord, per cui non nascondo che, quando mi è stato proposto di venire a Lamezia Terme, di primo acchito sono stata un tantino titubante. Invece mi sono dovuta ricredere visto il grande calore ed affetto della gente che ho trovato. Ad iniziare dai vicini di casa o dal salumiere, per finire a tifosi e dirigenti. Tutti quanti mi hanno fatto subito sentire come a casa”.La manifestazione ha avuto il suo epilogo con una partita a ranghi misti alla quale hanno preso parte, oltre alle atlete della Cofer, anche una rappresentanza di studentesse dell’Istituto con la dirigente Costanzo a mettere in gioco il primo pallone.

assortite e ben organizzate ce ne sono diverse, ma la sfida stimola ancora di più a fare meglio. Nel corso della cerimonia sono state consegnate, da parte dei tre sponsor principali (Antonio Ferraro, Serena Raffaele e Gino Vescio), le maglie ufficiali alle undici giocatrici attualmente componenti la rosa a disposizione di coach Francesco Eliseo: Ilaria Perri, Eleonora Carbone, Stefania Papa, Sandra Spaccarotella, Elisa Accorinti, Paola Rizzo, Serena Torcasio, Carolina Falcucci, Maria Elisa Marra e Ilenia Buonfiglio

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La parola alla Nutrizionista

Alimentazione e diabete Il diabete è una malattia cronica che causa un aumento dei livelli dello zucchero nel sangue . La causa è l’assenza o la scarsa capacità dei tessuti di utilizzare l’insulina un’ ormone prodotto dal pancreas. Esistono varie forme di diabete. Il diabete di tipo I (DM1) in cui si ha scarsa o assenza produzione d’insulina la terapia in questo caso consiste nella somministrazione quotidiana d’insulina e diabete di tipo II ( DM2) in cui l’insulina viene prodotta, ma il glucosio trova difficoltà ad entrare nelle cellule rimanendo nel sangue (iperglicemia) . Il diabete gravidico invece viene diagnosticato tra la 24a- 34a settimana gestazionale, periodo nel quale viene effettuato lo screening diagnostico. Generalmente scompare con il termine della gravidanza, sebbene il 50% delle donne con diabete gestazionale sviluppa un diabete tipo 2 5-10 anni dopo il parto. I fattori di rischio per l’insorgenza del diabete sono obesità, familiarità diabetica, diabete gestazionale in una precedente gravidanza, sovrappeso (BMI >25 kg/m2)Sedentarietà Ipertensione arteriosa (140/90 mmHg adulto) Colesterolo HDL < 35 mg/dl e/o trigliceridi > 250 mg/dl Nei diabetici il ruolo della dieta inteso come ‘’stile di vita’’ è fondamentale nell’ottenere la normalizzazione dei livelli glicemici. Il ruolo delle dieta e quindi del nutrizionista è importante per una riduzione dei rischi correlati alla patologia. Da un punto di vista nutrizionale in primis bisogna contenere l’appor-

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to di carboidrati soprattutto quello di zuccheri semplici in quanto assorbiti molto velocemente aumentano subito la glicemia. Per abbassare le glicemie specialmente dopo il pasto bisogna inserire alimenti ricchi in fibra. La fibra è uno zucchero indigeribile presente negli alimenti di origine vegetale . Essa ha il compito di rallentare l’assorbimento dei nutrienti , facendoci uno sconto sulle calorie . Gli alimenti più ricchi di fibra sono i legumi tra i cereali e derivati sono orzo perlato, fiocchi d’avena, pasta e pane integrali. Tra le verdure carciofi, radicchio rosso, porri , melanzane , finocchi. Tra la frutta fichi secchi , lamponi , pere, mele con buccia e kiwi . La frutta è un alimento molto ricco di fibra, ma contiene anche zuccheri semplici, ragion per cui fino a pochi anni fa il consumo era ristretto solo a poche varietà, come per esempio la mela. Attualmente non vi sono più restrizioni in tal senso, quindi un diabetico può mangiare qualsiasi tipo di frutta fondamentale è che impari il contenuto dei carboidrati all’interno dell’ alimento. Questo è possibile tramite una metodica semplice definita conteggio dei carboidrati purtroppo sconosciuta e sottovalutata. Impararla fin da subito tramite l’aiuto di un nutrizionista esperto è fondamentale per mantenere stabili le glicemie. Rivolgersi ad un nutrizionista che possa insegnare dove si trovano i carboidrati all’interno delle etichette nutrizionali , il contenuto dei carboidrati nei diversi alimenti consente di evitare banali errori e falsi miti nell’autogestione della patologia . Ovviamente dobbiamo dire che esistono alcune limitazioni come evitare le bevande alcoliche. E’ possibile concedersele occasionalmente e mai a stomaco vuoto ma all’interno del pasto in quanto aumentano il rischio di

ipoglicemie. Per evitare le ipoglicemie è importante anche suddividere i pasti in 5 colazione ,pranzo , cena e due spuntini. Alcuni esempi di spuntini possono essere · Un frutto e un po’ di frutta secca (2-3 noci, 5 o 6 mandorle) · Al bar un cappuccino con latte normale piuttosto che di soia in quanto ha un minor contenuto di carboidrati · 1 yogurt magro con una manciata di cereali · Uno smoothie di frutta ( fatto con il latte) L’esercizio fisico in maniera regolare va considerato come un potente mezzo terapeutico in quanto si ha un abbassamento della glicemia anche per diverse ore dopo l’esercizio fisico. Questo può determinare una ipoglicemia ritardata fino anche a 48 ore dopo. Per evitare questo rischio occorre introdurre la giusta dose di carboidrati prima e dopo l’esercizio o anche durante se lo sforzo è prolungato. Sul mercato esistono una vasta gamma di prodotti alimentari appositamente studiati per i diabetici; si tratta di pane, pasta, grissini, fette biscottate e dolciumi vari, come marmellate, gelati e cioccolato, a basso contenuto di amidi, nei quali il saccarosio è stato sostituito del tutto o parzialmente con una più abbondante componente proteica o con altre sostanze dolcificanti. Il consumo di questi prodotti non è determinante dal momento che, per prevenire le complicanze a lungo termine del diabete, basterebbe seguire una dieta semplice ed equilibrata, non molto diversa da quella che ogni persona “sana” dovrebbe adottare abitualmente. Alma Battaglia Biologa Nutrizionista Vice presidente SIPS delegazione Calabria FB Centro Nutrizione Sport Salute

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La parola alla Farmacista esperta in cosmetologia

La cosmesi del contorno occhi Gli occhi comunicano emozioni. Lo sguardo di una donna parla della sua vita più della sua voce. Per questo è bene riservare a questa zona le dovute attenzioni e premure, evitando che un contorno occhi trascurato finisca col togliere la naturale luminosità dello sguardo. Con il termine di “contorno occhi” si intende quella precisa zona che circon-

da gli occhi, nota precisamente come area perioculare. Essa è particolarmente delicata e vulnerabile sia per ragioni anatomiche (spessore della pelle e in particolare dello strato corneo molto ridotto, scarsità di ghiandole sebacee, estrema sottigliezza dello strato sottocutaneo), sia perché è caratterizzata da un’elevata mobilità muscolare. Inoltre, sottoposto continuamente agli insulti ambientali (vento, umidità, sbalzi freddo/caldo), il contorno occhi tende ad invecchiare più rapidamente rispetto alle atre aree cutanee. I problemi estetici del contorno occhi oggetto di trattamento cosmetico sono tre: ü OCCHIAIE: sono aree scure generalmente di colore bluastro sotto la palpebra inferiore. Sono spesso ereditarie e vengono accentuate da stress e fatica. Il meccanismo fisiopatologico delle occhiaie è dovuto ad un rallentamento del microcircolo linfatico e venoso nella zona periorbitale. Il ristagno di liquidi e sangue confeLamezia e non solo

risce la tipica ombra viola-bluastra. ü BORSE: è una situazione nella quale i tessuti e i muscoli che sostengono le palpebre si indeboliscono, la pelle inizia a cedere e nello spazio sotto l’occhio si accumulano liquidi che determinano gonfiore. Le borse, oltre ad avere una forte com-

ponente ereditaria, possono essere causate da differenti fattori tra cui la ritenzione idrica, lo stress e problemi ormonali. ü MICRORUGOSITA’: è in genere il primo segno di invecchiamento cutaneo a livello del volto. La micro rugosità dell’area perioculare (zampe di gallina) è legata ai ripetuti movimenti delle palpebre ed accentuata da aggressioni esterne come il freddo ed il sole. Indipendentemente dal tipo di pelle, la zona del contorno occhi richiede sempre un trattamento cosmetico molto delicato. I cosmetici per il contorno occhi, oltre ad evitare ingredienti che potrebbero essere fastidiosi se non irritanti per gli occhi, vengono formulati senza profumo e con un’attenzione particolare ai componenti degli attivi, degli estratti e al sistema preservante. Le texture più gradevoli sono quelle a base gel o formulate come emulsioni leggere. Per il trattamento delle occhiaie si utiEditore: Grafichè di A. Perri

lizzano particolarmente sostanze attive sul microcircolo, spesso di derivazione vegetale con azione veno-tonica e vaso protettrice, anche combinata con effetti illuminati e camouflage. In particolare, nelle formulazioni è diffuso l’impiego di Centella Asiatica ad azione regolatrice degli scambi capillaro-tissutali e normalizzante del tessuto connettivo perivascolare e Rusco e Ippoocastano ricchi di flavonoidi con proprietà di rinforzare la parete dei capillari riattivando la circolazione. Per il trattamento cosmetico delle borse è utile l’impiego di trattamenti decongestionanti e tonificanti. Tra gli estratti vegetali più indicati Calendula, Amemelide, Camomilla con azione lenitiva, calmante ed antiinfiammatoria. Per prevenire e contrastare la microrugosità dell’area perioculare si utilizzano trattamenti anti-age che contengono una serie di ingredienti attivi in grado sia di idratare e nutrire la pelle sia di contrastare i fattori che ne favoriscono l’invecchiamento ( Vitamina C e Vitamina E). Particolare attenzione deve essere anche posta alla rimozione del trucco intono agli occhi, utilizzando un latte detergente delicato e non troppo acido per evitare di irritare la congiuntiva che riveste l’ occhio o usando un’acqua micellare specifica per la detersione. Dobbiamo assicurarci che i nostri occhi siano lo specchio della nostra bellezza. Non dimentichiamo di curarli. Sono la prima cosa che rimane impressa. Ludovica Liparota, Dottoressa in Farmacia Presta servizio presso Farmacia Mallamo Ha frequentato il prestigioso Master II livello (teorico e pratico) in “Scienze Cosmetologiche “ presso Università di Pavia

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Carissimi lettori, la poesia, come tutti sanno, mi affascina. Ne scrivo, ne leggo, ne recito. È un mare in cui mi immergo. Non posso far a meno dei versi: onde del mare che mi cullano, col loro sciabordìo. A volte mi travolgono, con la loro spuma… Quest’estate ho conosciuto Alessia Gallello, una poetessa giovanissima, che crede, come me, nella poesia. L’ho conosciuta, insieme alla madre, in occasione di un evento culturale, nella magica atmosfera della fortezza aragonese, Le Castella. Lessero alcuni suoi componimenti e io mi appassionai ai suoi versi. VOLTEGGIA L’ANIMO (Albatros Edizioni) è un volumetto di delicate poesie, come si addice ai suoi 16 anni, ma non senza la forza interiore, che anima ogni verso. Come in: Vivo di vivere

Scrivo il presente Dalle fonti del passato, Musica, moda, cibo ritrovo di ieri. Lo sguardo giro, ritorno di ritocchi. Il futuro è un dettato non scritto, programma di fantasie fantastice, ma il reale è da vedersi, le varianti son tante. Cambiare si cambia, cambiare si deve, nulla è fermo, il destino, programma deciso dell’incerto. Fremo per il giorno dopo, sempre uguale, pare: è pur sempre diverso, giochi bizzarri di una vita da vivere. (Cfr. pag.78) La poesia è diventata un po’ la Cenerentola al Gran Ballo della Vita. A lei non ci s’inchina più… Sembra obsoleta. Molti la irridono, le mettono una corona secca in testa e provano a bastonarla. Molti sorridono, all’idea dei poeti. Esaltano quelli del passato, soltanto perché non possono farne a meno, dato che sono celebrati dalle antologie, ma non conoscono affatto la lieve carezza di un verso, la forza emotiva e impalpabile di una parola sussurrata, le ali de géant del poeta-albatros, troppo pesanti, in terra, ma meravigliose in volo… Ben vengano, invece, i nuovi poeti, anime giovani che ascoltino il cuore… Non importa quale sia la rima: se sciolta o legata dalla versificazione. Ciò che importa è travalicare il mero umano, il credere, il respirare aria nuova. I poeti nascono per questo: per dare speranza, per sorridere oltre le nuvole, per incantarsi di fronte alla Natura… Come in: Luna Pura, danzando con leggerezza, cambi fase,

limpida, osservi il mondo e con delicatezza lo illumini. Ti diverti a giocare a nascondino tra le nuvole, con le stelle, piccoli diamanti incastonati, in una trapunta di velluto blu. Ti osservano, ti ammirano tutti, musa ispiratrice per cuori innamorati. Riesci sempre a far nascere un sorriso, a rigare il roseo volto di un bambino, di un ragazzo o di un anziano con una lacrima leggera. (Cfr. pag.51) E nascono per illuminarci, per farci ancora innamorare: Mia luce Sole che illumini il volto, sole che illumini le membra ignare di un insolito mister. Luce della mia luce, pensiero di delicata saggezza, pensiero di dolce poesia. Luce calda mi avvolgi, mi trattieni, consoli la mia immagine, come la schiuma del mare accarezza le pietre in un impatto sfuggente. Con te non ho paura, perché tu sei parte della mia anima, completa esistenza di una vita di luce. (Cfr. pag.53) Immergersi, in questo piccolo, grande universo, equivale a sognare… Buoni sogni.

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Lamezia e non solo


le novelle di ines

Malinconie di novembre Sono fiorite sul mio balcone le orchidee. Esse però non appartengono alla famiglia delle orchidee nobili, eleganti nella loro moltiplicità dei colori ma sono fiori che in un mese malinconico come novembre portano un breve messaggio d’ amore e anche un precario senso di fragilità. Vivono uno o due giorni poi il rosso bocciolo si piega sullo stelo e muore. ‘In questo mese il cielo ,ora cupo ora sereno accompagna i nostri gorni e le nostre vicende esistenziali in una atmosfera di rarefatta solitudine e di silenzio. Si avverte così maggiormente la precarietà della vita. All’angolo della strada un mucchio di foglie ingiallite attende... Sull’albero d’acacia tremante singhiozza un fringuello. Il sole, a volte, d’un chiaro splendore e la campagna coperta d’un tenero giallo, provocano l’illusione di un tempo primaverile, ma da lontano arriva il rombare dei tuoni e il soffiar dei venti. Uno stormo di neri uccelli passa gracidando nell’ora del tramonto e si sperde dietro l’ azzurra collina.

Il mare brontola schiantandosi sulla costa, nessuna vela all’ orizzonte. Intorno degrado, nel cuore degli uomini bandita è la dolcezza, persino gli adoloscenti scelgono la morte. La vita ogni giorno si sconta con delusioni e sofferenze,ma c’è la consapevolezza che per tutti è così e che bisogna accettarla questa vita! Intanto la pioggia inonda la terra, l’inverno con la sua luce avara s’accosta malinconicamente alle case mentre ombre nere s’aggirano silenziose fra le sue mura. Canzone d’autunno. I lunghi singulti dei violini d’autunno mi lacerano il cuore d’un languore monotono. Pieno d’affanno e stanco, quando l’ora batte, io mi rammento remoti giorni e piango. E mi abbandono al triste vento che mi trasporta di qua e di là simile ad una foglia morta. PAUL VERLAINE.

Satirellando

Rieccoci al mese degli Scorpioni… Ogni volta che arriva novembre, sembra quasi che gli altri segni… ci guardino male! È giunto, dunque, il momento di regalare a tutti un bel vademecum, una guida, un GPS: se preferite, un filo d’Arianna, perché nessuno possa più rischiare di essere divorato dal Minotauro, per non perdersi più nel labirinto ed uscirne… vivo! Ed è ovvio far sapere, a questo punto, che io sia proprio uno… Scorpione. Ah, ah, ah! Quant’è vero che sono Scorpione, me ne frego di ogni blasone, del bon ton e del galateo: schifo ogni mummia in braccia a Morfeo! E’del segno sembrare un tiranno, ma le persone, perlopiù, sanno che sotto il suo eloquio venefico, si cela un… burbero benefico! Non devi proprio attentare mai Alla sua spontaneità, o sono guai! E’affettuoso, ilare, simpatico, ma non si perita di darti il viatico e, se ai suoi occhi, sei male in arnese, ti manda subito… a quel paese! Parte immediato, lancia in resta, con ciò che gli passa per la testa, non fa a nessuno i salamelecchi, non ti guarda mai di sottecchi. Tu lo consideri insano di mente, ma dice solo quello che sente. Odia i sotterfugi e le parole pie, non usa inganni, né strategie, poi, se ti riveli superficiale,

Lamezia e non solo

parlando, ti brucia come “SCORPIONELLANDO” Come amico, collega, compagno, il sale. poche volte succede, ciò che odia è, senz’altro, lo staRicorda tutto e, se ti spetta, è solo per un credo, per una fede: gno! ti “molla”, ad hoc, quando trova, in qualche persona Non mandarlo nella palude, una bella vendetta: non un miraggio, ma un tutto che scappa via, con parole crude, mai sarà per proditoria offesa, lo sprona. sbraita e lascia tutti muti, ma sempre solo Detesta avere, nella sua vita che con qualche improperio scorre, per legittima difesa! e… tanti saluti! Non lo scocciare con parole in- inutili, pesanti, Ma se hai bisogno, lui, c’è: sulse: complicate zavorre. col nemico e con l’amico, “serenità”, “pacatezza” Dà la vita solo per scelta, sacrifica il sé, gli sono avulse. non è comprensibile alla svelta: perché è capace di far grandi salti, Caso mai digli: “entusiasmo”, ci vuole tempo “chiasso”, “libertà”, per ciò che conta, per valori più e quintali di altro sale, alti, “passione” e instancabile “attiviper veramente capir quanto vale. tà”. ma non propinargli mediocrità: Non lo rinchiudere in una gabbia, Non gli parlare mai di riposo: odia ogni mera banalità! quando si rilassa, in silenzio reli- non ama i castelli fatti di sabbia, E, infine, ricorda, un’ultima cosa: gioso, perché sa che la vita vera fra tutti i fiori è più simile alla rosa, non lo fa, di certo, perché è stanco, è fatta di scalate: non è una quel fiore bello che, se non lo curi, chimera. ma per allontanarsi, un po’, infesta, selvatico, tutti i muri, Se lo vuoi veramente incantare, dal “branco”! non regalando nessun colore, E’ il leader della festa e dell’alle- devi stupirlo, ma non millantare; ma solo spine che pungono il gria, devi saper catturar la sua mente, cuore. ma non ama mai “per compa- la sua sete di universo nell’esiE’capace di regalarti, gnia”!| stente. appunto, la vita, Se s’innamora,

Editore: Grafichè di A. Perri

ma non barare nella partita. Se hai fegato, se sei coraggioso, sarà, con te, particolarmente amoroso, ma se vuoi il premio, perché ti arrendi e, se, nella resa, pure pretendi, una comprensione, magari per l’età, stai alla larga: è senza pietà. Ama la lotta, come Scipione e ogni battaglia, senza magone; regalagli sorrisi e niente paletti, in vecchiaia non sta “ai giardinetti”: avrà sempre qualcosa da fare, se tu sei decrepito, non disturbare! Vuole accanto a sé, soltanto chi ride: se lo conosci, non ti “uccide”. Lungi da lui, se hai debole il battito cardiaco: non essere sleale: è il vero Re dello Zodiaco!

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La parola alla Psicologa

Il Gioco d’Azzardo Patologico Il fenomeno del gioco d’azzardo ha assunto dimensioni sociali rilevanti, con un aumento vertiginoso negli ultimi anni, determinando gravi disagi personali e familiari. Questa patologia coinvolge milioni di italiani e rappresenta una delle dipendenze più studiate. Il DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali), nella sua ultima versione, include il Gioco d’Azzardo all’interno della categoria dei disturbi da uso di sostanze. Questo cambiamento riflette la crescente e consistente evidenza che alcuni comportamenti, come il gioco d’azzardo, attivano il sistema di ricompensa del cervello, con effetti simili a quelli delle droghe e che i sintomi del disturbo da gioco d’azzardo assomigliano in una certa misura a quelli dei disturbi da uso di sostanze. Lo stato di euforia e di eccitazione del giocatore d’azzardo durante il gioco sarebbe infatti paragonabile a quello prodotto dall’assunzione di droghe. La caratteristica principale del Disturbo da Gioco d’Azzardo Patologico (GAP) è un “comportamento di gioco disadattivo persistente e ricorrente che sconvolge l’equilibrio personale, familiare e sociale (educativo/ lavorativo)”. Il giocatore d’azzardo è totalmente assorbito dal gioco, ha bisogno di giocare con una sempre maggiore quantità di soldi, non riesce a controllarsi, a fermarsi, a ridurre l’attitudine al gioco; “giocando” evita i problemi o cerca un sollievo alla depressione e alle tensioni della vita, mente ai propri familiari o amici, tende a minimizzare la portata delle perdite ed è capace di compiere azione illegali per finanziare le perdite; è alla continua ricerca di soldi, mette tutto in secondo piano, rinunciando alle proprie responsabilità quotidiane. I sintomi principali, che per essere diagnosticati come gioco patologico devono durare da almeno 12 mesi, si riconducono alla necessità di giocare una quantità crescente di denaro al fine di raggiungere l’eccitazione desiderata, e all’incapacità di interrompere questo comportamento senza presentare irrequietezza e irritabilità. Il giocatore d’azzardo mette in campo una serie di strategie ed escogita una quantità innumerevole di bugie, al fine di nascondere i suoi comportamenti patologici e le ingenti quantità di denaro perse. Le relazioni affettive di questi soggetti sono compromesse, e i rapporti interpersonali con persone estranee al nucleo familiare, sono finalizzate di solito, al prestito di soldi. Nelle forme più gravi di patologia, il giocatore può arrivare a comportamenti illegali quali frode, falsificazione o furto. Nella mente di questi soggetti si instaurano pensieri distorti, superstiziosi, pensano di poter controllare gli eventi, quindi anche le giocate. Alcuni individui giocano perchè affetti da depressione e tristezza, e l’atto del giocare dipende dal senso di impotenza, dal senso di colpa e dal sentirsi senza speranza. Il

2 Novembre. Non sono venuta Madre ad accarezzare la fredda e nuda pietra No,mamma,oggi no. Ho solo posato per Te una lampada accesa una calda fiammella che vive in me. ines

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dato più preoccupante è che in circa la metà degli individui che vengono trattati per gioco d’azzardo patologico, è presente l’ideazione suicidaria. Il suicidio viene visto come la possibilità di uscire da una situazione disastrosa,estremo tentativo di fronteggiare il senso di colpa che opprime queste persone. Da un punto di vista terapeutico, il soggetto con dipendenza da gioco d’azzardo deve essere trattato da operatori preparati perchè sono in grado di mentire anche al terapeuta, oltre che alla famiglia. A livello scientifico, l’approccio che ha ricevuto maggiori evidenze di efficacia è quello cognitivo-comportamentale. Questo approccio utilizza tecniche atte a modificare i pensieri disfunzionali che caratterizzano e sostengono il gioco patologico come, ad esempio, la tendenza a sovrastimare la probabilità di vincita, l’illusione di avere un controllo su quest’ultima, la convinzione che una vincita debba necessariamente verificarsi dopo una sequenza di perdite e la tendenza a ricordare solo le vincite e dimenticare le esperienze negative connesse alle perdite. L’uso di tecniche cognitive è combinato a quelle comportamentali agendo sul controllo degli stimoli che vengono associati al gioco d’azzardo e si pone come obiettivo principale quello di rinforzare la capacità di coping (fronteggiamento) del soggetto per la prevenzione delle recidive. Nonostante i giocatori patologici siano molti, solo pochi di essi cercano aiuto e richiedono un trattamento. Molto spesso il giocatore giunge alla richiesta di aiuto, per tentare di risolvere problemi secondari che scaturiscono dalle perdite economiche, e non perchè consapevoli di aver sviluppato una dipendenza. I fattori responsabili della scarsa propensione al trattamento possono essere svariati, dalla convinzione non realistica di potercela fare da solo a risolvere il problema, alla vergogna ad esporsi, alla poca visibilità e chiarezza delle strutture dove recarsi per chiedere aiuto. In linea generale, sono le famiglie a richiedere l’aiuto dei professionisti, ed è necessario riflettere sull’importanza dell’occhio attento del sistema familiare, capace di captare i segnali di questa patologia e aiutare il giocatore d’azzardo a chiedere aiuto. Dr.ssa Valeria Saladino Psicologa Referente per la Provincia di Catanzaro della Società Italiana di Promozione della Salute (S.I.P.S.) Per contatti: saladino.valeria@gmail.com

Le poesie di Ines I MORTI. Triste coro d’autunno che stendi sui rami il grigiore delle nubi

Porti nel doloroso grembo tristi pensieri. Un freddo gelido accarezza il mio cuore: brividi di vita che fugge. E.. nel gioco dell’ ombra voi ritornate a me Anime spente.

Editore: Grafichè di A. Perri

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