Lameziaenonsolo luglio 2021 sensibilità poetica lametina

Page 1


Alcuni dei nostri libri in commercio


grafichéditore Presentazione del libro

“Sensibilità poetica lametina, raggi di sole nella terra dei sogni” di Filippo D’Andrea e Rolando Greco

Si è concluso con successo, un altro ragguardevole appuntamento con la cultura lametina presso Grafichéditore. È stato presentato infatti, presso gli spazi esterni della tipografia Perri, “Sensibilità poetica lametina - Raggi di sole nella terra dei sogni”, volume curato da Filippo D’Andrea e Rolando Greco. L’opera si sofferma sulla vena poetica lametina, e raccoglie autori locali, con una breve biografia ed alcuni loro componimenti. Un'antologia di Autori del lametino dunque, che hanno pubblicato raccolte di liriche in lingua italiana, rappresentano la sensibilità poetica di un territorio e la volontà di raccontare e raccontarsi. La serata è stata introdotta e coordinata dallo storico, professor Italo Leone, direttore della collana Calliope della quale fa parte il libro. Un’opera importante per la finalità culturale dell’intera collana – ha sottolineato Leone – che mette in risalto la valenza didattica ed umana non di un libro, ma di un veicolo di cultura che racchiude circa 70 anni di produzione, e lo fa attraverso il pensiero di sensibilità lametine e del comprensorio che oggi, naturalmente rappresentano quel necessario raggio di sole e speranza per il futuro del territorio.

Lamezia e non solo

Uno dei due autori, il professor Greco, ha subito proiettato i presenti lungo il percorso di conoscenza delle peculiarità dell’opera, partendo dal sottolineare la grandiosa bravura della casa editrice nel creare una lucida sintesi, riuscendo senza carenze alcune, a concentrare la varietà culturale nella essenzialità grafica. La copertina raffigurante l’immagine del castello normanno -svevo, è stata scelta - ha continuato l’autore - oltre che per un suo personalissimo legame affettivo con quei luoghi natii, anche e soprattutto, come testimonianza della grandezza della città, che resiste al tempo perché si nutre del tempo storico. Un’opera nata come vibrante omaggio per quegli artisti della parola, purtroppo spesso poco conosciuti che, come minatori, sono scesi nelle segrete gallerie dell’animo, in profondità, per restituire oggi, a noi, la luce della poesia che, metaforicamente, si irradia dal sole che maestoso illumina partendo dal castello, con i suoi raggi, l’intera città. La poesia si presenta come forza liberatrice, anelito riscatto per il futuro. È stato poi, il prof. D’Andrea a riflettere e far riflettere sul concetto di sensibilità poetica lametina che, si fa spazio con delicatezza di versi e preponderanza di contenuti, nella pluralità urbanistica,

GrafichÉditore di A. Perri - & 0968.21844

pag. 3


di tradizioni e cultura sociale dell’intera città. Un patrimonio che deve essere conosciuto, tutelato e testimoniato, difendendolo dal rischio di un’omologazione artistica, nel segno della libertà poetica ed espressività locale. Tra gli Autori protagonisti presenti vi erano: Teresa Vera Amantea; Gino Buccinnà; Angela De Sensi Frontera; Giovambattista greco; Lina Latelli Aldina Mastroianni; Franca Maria Mete; Ines Pugliese: Franco Tropea; Rosetta Vecchi; Armando Federico Zaffina. Un vivo ricordo è stato rivolto a Franco Costabile, Alberto Costantino, Dario

Galli, Tonino Perri e Raffaele Talarico. Prima del brindisi finale, il prof. Leone ha ammonito a guardare a quel lavoro antologico, come riscatto umano e culturale di una popolazione che, solo da pochi decenni, raggiungendo maggior benessere economico, ha avuto la possibilità di accedere a modelli di vita e di sensibilità diversi in una società globalizzata.

scuola

Eccezionale, straordinaria, semplicemente “epica” l’esibizione delle orchestre della sezione a Indirizzo Musicale dell’Istituto Comprensivo Perri-Pitagora

Lamezia Terme, 16 giugno 2021 - Nonostante i mille imprevisti e gli innumerevoli “DPCM del lunedì”, che certo non hanno facilitato il già complesso compito che i vari Istituti formativi attivi sul territorio nazionale e regionale sono chiamati a sostenere ormai da due anni, l’Istituto ha portato a termine quella che per tante altre realtà formative statali, in quest’anno scolastico, è diventata un’ardua chimera da raggiungere. Giovedì 10 giugno 2021, nell’Auditorium dell’Istituto, si sono esibiti gli allevi del secondo e del terzo corso, tutti discenti frequentanti la sezione musicale. La manifestazione si è svolta in un clima di serenità e di gioia scaturita da molteplici motivi quali: la conclusione, per le classi terze, di un percorso iniziato tre anni or sono; la consapevolezza di aver acquisito competenze e conoscenze non comuni; la consapevolezza di aver fatto un ulteriore passo in avanti nella propria crescita personale, tutto nonostante i problemi climatici dell’ultimo minuto che non hanno consentito l’esibizione negli spazi esterni originariamente individuati, di cui l’Istituto dispone negli ambienti dell’Istituto “Magg. Raffaele Perri”, che avrebbero certamente consentito di accogliere, in sicurezza, un pubblico più vasto. La riduzione di presenze, imposta dalle norme anti covid in atto, non ha intaccato minimamente la qualità delle esibizioni, presentate, come nelle ottocentesche “Accademie”, in modo variegato dalle due orchestre, create, a causa della pandemia, una dagli allievi delle classi seconde, e l’altra dagli allievi delle classi terze, coinvolgendo attivamente allievi di sezioni diverse. Il programma prevedeva anche l’esibizione, pag. 4

solistica e in duo, di alcuni musicisti in erba delle classi terze in uscita, in rappresentanza delle quattro specialità strumentali impartite nell’Istituto, salutando, quindi anche a nome dei propri compagni, la scuola. Il numeroso ma composto pubblico è stato deliziato da un ampio e articolato programma. Le orchestre, dirette dal M° Giuseppe Mimmo Rotella, hanno spaziato tra autori di tutto rispetto come Morricone, G. Rossini, Sergio Leone, Astor Piazzolla, Giorgio Signorile, George Gershwin, Scott Joplin, W.A.Mozart, Maurizio Colonna, Alan Menken, Henry Mancini, e tanti altri. La soddisfazione per gli ascoltatori, misurabile negli svariati decibel prodotti dai plausi che, in modo spontaneo, partivano dopo ogni esecuzione, è stata la giusta ricompensa per questi allievi che, con sacrificio e dedizione, hanno affrontato la preparazione dei programmi. L’orchestra della sezione musicale dell’Istituto, i cui docenti sono i MM Rosa D’Audino per le classi di pianoforte, Gerardo Olivo per le classi di clarinetto, Giuseppe Mimmo Rotella per le classi di oboe e Claudio Fittante per le classi di chitarra, si può così fregiare di un’ulteriore conferma del lavoro svolto, facendo proprio il motto “La musica unisce la scuola”, titolo dal sapore premonitore e identificativo della “Settimana della musica”, promossa da Indire, che da XXXII anni coinvolge gli Istituti nella Rassegna musicale, di respiro nazionale, degli Istituti ad indirizzo musicale presenti sul territorio Italiano. Rassegna alla quale questi ragazzi hanno partecipato già dalla scorsa edizione e in piena pandemia.

GrafichÉditore di A. Perri - & 0968.21844

Lamezia e non solo


Ricordando ancora Giovannino

Dalla ex via Caronte n 7 al numero 3 della medesima (oggi via Giovanni Macri/curatore d'immagine) pochi passi ci hanno diviso attraverso gli anni. Premesso che la mia veneranda età mi consente di essere "la memoria storica" di questa via, mi sento e voglio, con semplicità, ricordare Giovanni (per me sempre Giovannino) in modo familiare, come farebbe una nonna. Muoveva ancora i primi passi e pronunciava le prime parole Giovannino, quando la famiglia Macrì è venuta ad abitare di fronte alla mia casa e l'affetto che ci ha uniti, sempre in ogni circostanza, nei momenti lieti e tristi, è cresciuto sempre più nel tempo. Guardando quel balcone, sento ancora il vocio di una famiglia numerosa ma felice di esserlo, intorno a mamma Rosa, chioccia dolce e tenera che, seppur stanca, aveva sempre un dolce sorriso e tanta premura per tutti loro. Ho condiviso con gioia le ricorrenze più importanti della vita di Giovannino; ogni conquista, ogni sua affermazione è stata per me motivo di gioia: i suoi brillanti risultati scolastici, la sua affermazione e il successo nel lavoro, che all'inizio sembrava a tutti una scommessa con la vita. È stata la sua forza di volontà, la lucida consapevolezza delle sue scelte, a farlo salire sempre più in alto, farlo quello che è stato nella vita e, possiamo dire, "nell'arte", tanto da diventare un orgoglio di Lamezia. Il mio vuole essere un ricordo affettuoso per quello che è stato e che ci ha lasciato: la sua educazione, il suo sorriso mite e le doti umane, le belle parole per tutti e, personalmente, la tenerezza che mi torna in mente ogni qualvolta guardo il suo balcone di fronte alla mia cucina e mi pare di sentire ancora il suo saluto: "Buongiorno signora Mantello".

te fosse professionalmente impeccabile, non si prendeva mai troppo sul serio. Era sempre solare. La sua era una compagnia sempre piacevole. Anche durante la malattia. Si sforzava di non gravare mai sulle persone a lui care e lottava sempre in silenzio con coraggio e dignità, cercando di condurre una vita normale. Ricordo ancora come se fosse ieri un viaggio lampo in auto a Firenze con lui ed il cugino Vincenzo: quante risate e quanti discorsi su progetti ancora da realizzare. Giovannino era così: un vulcano di idee, un fiume in piena. Se mi fosse chiesto di descriverlo in un’unica parola quella che più lo rappresentava era: coinvolgente. Aveva questa dote innata di attrarre a sé chiunque volesse arricchirsi della sua bontà, della sua generosità e del suo talento. Tra gli eventi che organizzò in quel periodo ricordo una sfilata in Piazza Diaz, ora Piazza 5 Dicembre, a Sambiase, in cui azzardò di coinvolgere anche ragazzi comuni al fianco di modelle professioniste (L’ Eden di Giovanni Macrì), di cui devo avere ancora una Vhs conservata da qualche parte, e soprattutto una festa a tema (orientale) in occasione del suo compleanno alla piscina di Lamezia Golfo, tra lo stupore generale. Furono entrambe dei grandi successi, frutto della sua abilità di organizzatore, che non lasciava niente al caso, meticoloso come pochi. Niente, Giovannino è sempre stato un precursore delle mode, in qualsiasi cosa facesse era sempre un passo avanti, e forse anche per questo ci ha

preceduto nell’aldilà... . Anche se il suo ricordo è sempre vivo dentro ognuno di noi, ci manca tanto!

Innocenza Lento Mantello Accolgo volentieri l’invito della sorella Isabella a parlare di Giovannino. Nonostante siano trascorsi già venti anni, per me, come per molti, la sua morte è una ferita ancora aperta. Anche se non ci conoscevamo da tanto tempo, ci legava un’amicizia spontanea, leale e sincera. E’ nato tutto per caso. Anche se profondamente diversi, ci siamo trovati subito in sintonia. Tra di noi si è subito instaurato un bel rapporto, diretto, soprattutto disinteressato, sarà che appartenevamo a mondi diversi: io sportivo, lui artista completo, estroso e poliedrico (truccatore, esperto d’immagine, stilista). Ricordo ancora con piacere le nostre chiacchierate quando nel tempo libero lo andavo a trovare nella sua Boutique in una traversa di Corso Nicotera o soprattutto nello store Diego Dalla Palma su Corso Numistrano, di cui andava tanto orgoglioso. NonostanLamezia e non solo

Francesco Piccioni GIUANNI' AJIU LIJIUTU Giuanni, ajiu lijiutu, tutti articuli chi t'anu scrivutu, è, ppì llà virità, und'ajiu truvatu, unu chi un ttà lludatu. Ad'ogni mmanifhistazioni, ha ricivutu ammirazioni, a ttutti i parti, i tutti quanti, di ggenti umili e ggenti mportanti. Na lodi particolari Ti là miritata, ppì llà bbinifhicenza cà organizzata, e cchistu nduvi a jiutu jiutu, a Rroma, all'esteru, randi tà ffaciutu. Ca è llà virità, oji u stamu vidiandu, ppì tti ricurdari, guarda echi stanu fhaciandu.

Parlare di Giovannino Macrì, commuove, inorgoglisce, rattrista. La sua storia è costellata di successi, di ammirazione per il suo essere futurista nel presente. Insomma Giovannino Macrì manca alla città, alla sua famiglia, ai suoi innumerevoli amici che hanno goduto dei suoi successi. Giovannino ha lasciato un vuoto , difficile da colmare e i suoi riconoscimenti ne tracciano l’immagine di un giovane “ grande”. Seppur la sua giovane vita ha preso la via del cielo, la sua presenza rimane sulla terra. Vale a dire: non sono i passi che si fanno , ma le orme che si lasciano. E Giovannino sarà sempre con noi. Con affetto immutato

Salvatore De Biase

Ciccio Scalise GrafichÉditore di A. Perri - & 0968.21844

pag. 5


amici della terra

LE REGOLE PER ANDARE AL MARE IN SICUREZZA NELLA STAGIONE BALNEARE COL COVID Geologo Mario Pileggi del Consiglio Nazionale Amici della Terra - geopileggi@libero.it

Siamo nel pieno della stagione estiva, la seconda in tempo di Pandemia Covid, in un contesto territoriale ricco di spiagge meravigliose e con la necessità di mare e delle attività associate. La balneazione e le attività associate per tradursi in benefici, anche nel corso dell’attuale stagione 2021, devono rispettare sia le norme sulle acque di balneazione delle quali ci siamo occupati nel precedente numero di “lameziaenonsolo”, sia la normativa e le linee guida antiCovid vigenti. In Calabria la Giunta regionale, lo scorso aprile, ha prorogato le misure 2020 che, tra l’altro, prevedono: «su richiesta dei titolari di stabilimenti balneari, autorizzati alla posa di attrezzature balneari mobili (ombrelloni e sdraio), i Comuni possono concedere l’area “interposta” o “interclusa” – non oggetto di concessione – esistente tra le strutture di servizio poste a monte dell’arenile e quella a valle adibita alla posa di ombrelloni e sdraio, nonché dell’area a monte della medesima concessione, fino al limite del confine demaniale o della viabilità, per la mera posa di ombrelloni e sdraio, giochi, verde, parcheggi, senza alcuna realizzazione di opere». È prevista, in deroga al regime ordinario, anche «la facoltà dei Comuni di concedere un’estensione dell’area in concessione mediante ampliamento del fronte-mare sino al massimo del 30% di quello relativo alla concessione demaniale in essere, nel rispetto di particolari condizioni dettagliate nell’articolato, esclusivamente per la stagione balneare 2020 e su richiesta dei titolari di concessione.» In proposito è opportuno evidenziare alcuni dati e misure per la mitigazione del rischio presenti nelle “Indicazioni sulle attività di balneazione in relazione alla diffusione del virus SARS-CoV-2” fornite dall’ Istituto Superiore di Sanità nel suo Rapporto ISS COVID-19. Nelle Indicazioni sono, tra l’altro, riportate le relazioni e i rischi correlati al virus SARS-CoV-2, responsabile dei casi di COVID-19 (Coronavirus Disease), pag. 6

in rapporto agli ambienti e alle attività turistico-ricreative correlate alla balneazione e in particolare attività degli stabilimenti balneari e lacuali, spiagge libere e altre attività

a finalità turistico ricreativa che si svolgono sul demanio marittimo e lacuale. Il quadro di riferimento delle misure per la mitigazione del rischio è costituito dalle norme ambientali di vigilanza e monitoraggio di eventuali scarichi illeciti di reflui in acque superficiali (DL.vo 152/2006 e s.m.i.) e alle norme di controllo delle acque di balneazione (DL.vo 116/2008 e s.m.i.), sotto l’egida dell’autorità sanitaria. Le indagini analitiche prevedono, in particolare, la ricerca di E. coli ed enterococchi, come misura di controllo anche rispetto al rischio associato alla eventuale trasmissione di patogeni, incluso SARS-CoV-2. In particolaGrafichÉditore di A. Perri - & 0968.21844

re sono indicate: - Interdizione precauzionale alla balneazione è ravvisata per eventi a rischio di esposizione a SARS-CoV-2, rappresentati da: circostanze in cui dati storici di monitoraggio o altre informazioni disponibili, desumibili anche a seguito degli esiti di monitoraggio intensificato nella stagione balneare 2020, indichino l’area come interessata, direttamente o indirettamente, dalla presenza di reflui non depurati, scarichi illeciti a cielo aperto e/o contaminazione da fosse settiche, che possano impattare sulla qualità delle acque nell’area di balneazione; guasti agli impianti di depurazione, attivazione degli scolmatori di piena e/o dei by-pass dei depuratori a seguito di precipitazioni intense; possibile immissione in acqua di reflui da imbarcazioni con conseguente impatto sulla qualità delle acque nell’area di balneazione. -Misure di prevenzione integrative e Norme igienicosanitarie raccomandate per i gestori/operatori di stabilimenti balneari o spiagge attrezzate: far prenotare l’accesso agli stabilimenti (anche online), eventualmente per fasce orarie, in modo da prevenire assembramenti, e registrare gli utenti, anche al fine di rintracciare retrospettivamente eventuali contatti a seguito di contagi, mantenendo l’elenco delle presenze per un periodo di almeno 14 giorni, nel rispetto della normativa sulla privacy; esporre cartellonistica e locandine che illustrino regole comportamentali per i fruitori delle aree di balneazione e i bagnanti per prevenire e controllare i rischi – comprensibili anche per utenti di altre nazionalità regolamentare gli accessi e gli spostamenti sulle spiagge, anche attraverso percorsi Lamezia e non solo


dedicati, e disposizione delle attrezzature, in modo da garantire in ogni circostanza il distanziamento interpersonale di almeno 1 metro tra persone non appartenenti allo stesso nucleo familiare o a questo assimilabile, controllare la temperatura corporea, ove possibile, del personale e dei bagnanti con interdizione di accesso se questa risulta superiore ai 37,5°C – nel rispetto delle informative sulla privacy; installare dispositivi e attrezzature di protezione nelle postazioni di lavoro degli operatori che limitino il contatto con droplet e aerosol (es. schermature per gli addetti alle casse); interdire gli accessi alle piscine interne agli stabilimenti, a meno che non sia garantito un rigoroso rispetto delle distanze interpersonali e assicurata la conformità alle norme di prevenzione applicabili, utilizzare le aree giochi nel rispetto di quanto stabilito al punto 1 dell’Allegato 8 del DPCM 17 maggio 2020; consentire le attività ludico-sportive nel rispetto delle Linee guida per l’attività sportiva di base e l’attività motoria in genere emanate ai sensi del DPCM del 17.05.2020 art. 1 lettera f) dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri Ufficio per lo sport, tenendo conto di eventuali aggiornamenti; vietare qualsiasi forma di aggregazione che possa creare assembramenti, quali, tra l’altro, attività di ballo, feste, eventi sociali, degustazioni a buffet, ecc.; sono vietati altresì gli eventi musicali con la sola eccezione di quelli esclusivamente di “ascolto” con postazioni sedute che garantiscano il distanziamento interpersonale; vigilare sulle norme comportamentali e sul distanziamento interpersonale (anche durante la balneazione) – ad esclusione di persone dello stesso nucleo familiare o a questo assimilabile –, con particolare riguardo ai bambini, in tutte le circostanze; pulire, con regolarità almeno giornaliera, le varie superfici, gli arredi di cabine e le aree comuni; e sanificare (pulizia e disinfezione) in modo regolare e frequente attrezzature (sedie, sdraio, lettini, incluse attrezzature galleggianti e natanti), materiali, oggetti e servizi igienici, limitando l’utilizzo di strutture (es. cabine docce singole, spogliatoi) per le quali non sia possibile assicurare una disinfezione intermedia tra gli utilizzi promiscui; si raccomanda di consultare le indicazioni sulla disinfezione, tra cui i Rapporti ISS COVID-19 (31, 32), e di aggiornare le conoscenze su procedure e metodi ecocompatibili (es. vapore), evitando per quanto possibile ogni dispersione di detergenti e prodotti chimici in ambiente; si raccomanda di non trattare in alcun caso spiagge, terreni, arenili o ambienti naturali Lamezia e non solo

con prodotti biocidi; limitare la promiscuità nell’uso di qualsiasi attrezzatura da spiaggia, possibilmente procedendo all’identificazione univoca di ogni attrezzatura per evitare ogni possibile scambio accidentale; dotare di disinfettanti per l’igiene delle mani a disposizione dei bagnanti; fornire disinfettanti e DPI adeguati al personale (mascherine, schermi facciali, guanti) e utilizzare obbligatoriamente DPI in caso di contatti ravvicinati con i bagnanti e attività a rischio (es. contatto con rifiuti o reflui potenzialmente infetti, condizioni di formazione di aerosol durante la sanificazione); adottare procedure (anche in forma di semplici istruzioni e contatti) per facilitare eventuali interventi di autorità di pubblica sicurezza e presidi medici per la gestione di eventi critici legati a eventi sanitari rilevanti rispetto alla COVID-19. Per quanto riguarda la fruizione delle acque di balneazione da natanti, imbarcazioni da diporto e sport acquatici: per le unità da diporto, richiesta, ove necessario, di intervento da parte di polizia marittima per lo stazionamento illecito di natanti e per il rispetto sul divieto assoluto di scarico delle acque reflue in mare (Legge 182/2003, Direttiva del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare-MATTM 29 luglio 2005, e altra disciplina applicabile); in ogni caso mantenimento della distanza interpersonale minima, ove non si tratti di membri dello stesso nucleo familiare sia a bordo che ai punti di attracco, imbarco e sbarco; qualora si tratti di imbarcazioni a noleggio (compresi pattini, gommoni e piccole imbarcazioni), igienizzazione delle parti soggette ad essere toccate direttamente anche da più persone fra un noleggio e l’altro, evitando di sversare nell’ambiente liquidi per la pulizia e disinfezione. -Comportamenti igienico-sanitari che devono essere raccomandati agli utenti delle aree di balneazione e ai bagnanti: divieto di accesso all’area turistico-ricreativa di balneazione in caso di obbligo di quarantena, in presenza di sintomi influenzali o di temperatura corporea superiore ai 37,5°C, o se si proviene da aree di focolai epidemici e rispetto delle norme di accesso stabilite dal gestore dell’ambiente balneare (gestore dello stabilimento o autorità locale); obbligo di distanziamento interpersonale di almeno 1 metro, nel corso di ogni permanenza e attività su arenili e scogliere, e in acqua, nel corso della balneazione, e dell’utilizzo di docce e servizi igienici, ad esclusione di persone dello stesso nucleo

familiare o a questo assimilabile; responsabilità e vigilanza sul rispetto del distanziamento interpersonale da parte dei bambini; misure di igiene personale, pulizia e disinfezione frequenti delle mani dei bambini; igiene respiratoria: starnutire e/o tossire in fazzoletti di carta o nel gomito; uso di mascherine quando le misure di distanziamento siano di difficile mantenimento; le mascherine dovranno essere smaltite con i rifiuti indifferenziati. -Spiagge di libero accesso L’adozione di misure di mitigazione di rischio, inclusa la formazione per i gestori e gli operatori, l’informativa e la sorveglianza, in ambienti di libero accesso risulta di ben più difficile praticabilità rispetto ad aree marittime o lacustri assentite in concessione per finalità turistiche e ricreative. In queste ultime il concessionario può essere identificato come soggetto attuatore e responsabile delle stesse misure e sono presenti assistenti bagnanti, già formati per il salvamento e che dovranno comunque essere in grado di verificare che le misure siano rispettate sia in spiaggia sia in acqua. Nelle aree ad accesso libero si raccomanda al Sindaco, e/o agli altri enti locali competenti, la valutazione e l’applicazione di ogni adeguata misura volta a garantire condizioni di mitigazione dei rischi analoghe a quelle previste per gli operatori/gestori degli stabilimenti, comprendenti, ove necessario, la regolamentazione degli accessi per consentire il distanziamento interpersonale, con un numero massimo di bagnanti per spiaggia definito da un indice di affollamento, l’informativa e il rispetto delle misure di mitigazione di rischio da parte dei bagnanti, le procedure di pulizia e disinfezione delle attrezzature comuni, come i servizi igienici, l’attività di vigilanza sul rispetto delle misure da parte dei fruitori delle spiagge. Per quanto possibile dovrebbe essere promosso l’accesso alla spiaggia su prenotazione (anche in turnazioni) e mediante strumenti online, in modo da prevenire assembramenti.” Nelle conclusioni del sopracitato Rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità “si raccomanda che ogni messaggio comunicativo si focalizzi sulla consapevolezza del ruolo di ognuno alla conoscenza e al rispetto delle rigorose norme che caratterizzeranno anche questa stagione balneare, e che tali norme siano adeguatamente diffuse e illustrate ai professionisti del settore e alla popolazione generale. E proprio per favorirne la più ampia diffusione ce ne siamo occupati su questo numero estivo di “lameziaenonsolo”.

GrafichÉditore di A. Perri - & 0968.21844

pag. 7


eccellenze lametine

Concorso nelle scuole e un’intera serata dedicata a lui:

Totosaff continua a camminare con noi

di Salvatore D’Elia

Antonio ha continuato e continua a camminare con noi, a un anno dal termine della sua vita terrena e dal suo volo verso il Cielo. Non ci ha lasciati neppure un attimo: nei ricordi quotidiani di chi lo ha conosciuto, nella vita della nostra città, in tanti che lo sentono ancora vicino in ogni occasione pubblica, dalle presentazioni di libri ai concerti, da una manifestazione politica e battagliera a una serata più leggera con sottofondo musicale, di quelle che tanto piacevano a lui. Totosaff ha continuato a camminare soprattutto grazie alle sue battaglie civili, per una società inclusiva, giusta, in cui i servizi non siano scambiati per privilegi o favori concessi dall’alto, ma quali essi sono: diritti riconosciuti a ogni donna e a ogni uomo, messi nero su bianco nella nostra Carta Costituzionale e, prima ancora, nelle nostre coscienze. La famiglia Saffioti, insieme alla casa editrice Grafiché Editore, all’associazione “Il Girasole”, con il patrocinio del Comune di Lamezia Terme e del Sistema Bibliotecario Lametino, grazie in particolare alla sensibilità e alla spinta della professores-

pag. 8

sa Giorgia Gargano, ha dato vita nell’ultimo anno alla prima edizione del concorso destinato agli studenti delle scuole: “Antonio, una storia di buona vita”. In un anno estremamente difficile, che ha visto studenti e docenti costretti a rinunciare a quel vitale contatto umano senza il quale la vita diventa arida, gli studenti di tre scuole hanno partecipato al concorso esprimendo, con diverse forme artistiche, le riflessioni e le esperienze personali a contatto con la vita di Antonio e della sua famiglia, letta e condivisa attraverso i due libri “Chi ci capisce è bravo”, scritto con Marco Cavaliere, e “Respirare” scritto insieme a Salvatore D’Elia. Prima tappa conclusiva del concorso di quest’anno, all’istituto comprensivo “Manzoni-Augruso”, dove gli studenti della III D hanno realizzato un quadro con le parole chiave della vita e del messaggio di Antonio. “Questi ragazzi – ha affermato la dirigente Anna Primavera – hanno avuto l’opportunità di fare un pezzo di strada insieme ad Antonio, pur non avendolo conosciuto fisicamente. Vogliamo portare avanti il suo messaggio ogni gior-

GrafichÉditore di A. Perri - & 0968.21844

no, in questa scuola che ha come mission formativa principale quella di rendere i nostri studenti persone inclusive, capaci di fare spazio a tutti, non costruttori di barriere ma facilitatori di vita”. A spiegare i dettagli percorso portato avanti dagli studenti della III D, insieme alle docenti Eleonora Sirianni e Ida Panza, la docente Caterina Fazio che ha sottolineato come “i ragazzi abbiano lavorato prima individualmente, a cominciare dalla scelta delle parole che più li hanno colpiti nei due libri, per poi accorgersi che ogni parola e ogni elemento collocato nel quadro era la prosecuzione dell’altro. Abbiamo cercato di tradurre con il linguaggio dell’arte lo straordinario messaggio della vita di Antonio attingendo alle tecniche dell’arte contemporanea, con elementi di cubismo, graffitismo, pop art, stimolati dal fatto che dietro ogni foto di Antonio presente nei due libri si vede spesso un’opera di arte contemporanea. Un cartellone-collage che mette al centro la libertà di sperimentazione e la vocazione propria degli artisti di dare voce ai bisogni della gente, proprio come ha fatto

Lamezia e non solo


Antonio con la sua vita”. Guidati dalla docente Daniela Grandinetti, con la collaborazione di Simona Grillo e Antonio Cavaliere, gli studenti della II A indirizzo musicale del liceo “Campanella” nel corso dell’anno scolastico hanno approfondito la storia di Antonio leggendo i due libri, trovando proprio nella musica il filo conduttore di una vita “piena”, colonna sonora di battaglie per i diritti, per la vita indipendente e la buona qualità della vita. Insieme ai docenti Diego Apa e Daniele Augruso, gli studenti hanno dato vita a una performance musicale sulle note di Michel Petrucciani, pianista jazz colpito sin dalla nascita da una malattia genetica, e poi l’interpretazione di “A muso duro” di Pierangelo Bertoli, testo in cui riecheggia quella lotta e quella determinazione che han-

Antonio: passione, libertà, impegno. Impegno e passione civile a tutto tondo, richiamati dal dirigente dell’istituto Giuseppe De Vita per il quale “Antonio si è battuto per il primo dei diritti, che tutti noi spesso diamo per scontato: il diritto alla felicità.”. In occasione del primo anniversario del “volo in Cielo” di Totosaff, il 22 giugno scorso, è stata l’intera città a ricordarlo su corso Giovanni Nicotera. Una serata “con Totosaff”, con il sottofondo della tracklist di “Respirare” curata personalmente da lui, con la testimonianza di tanti: da alcuni docenti e dirigenti delle scuole che hanno partecipato al concorso agli amici della sua comunità politica, del teatro, della vita culturale e associazionistica cittadina. Tante le sfaccettature messe in evidenza da parte di tutti, unite da un filo rosso: la percezione di una figura

no segnato la vita di Antonio e della sua famiglia. La dirigente Susanna Mustari ha sottolineato il valore che una testimonianza come quella di Antonio rappresenta per le nuove generazioni, evidenziando il ruolo della famiglia che ha consentito al giovane lametino di raggiungere traguardi importanti nei suoi 37 anni di vita. Un fumetto sulla vita di Antonio è stato realizzato invece dagli studenti della II C dell’istituto comprensivo Maida – Vena, coordinati dalle docenti Valentina Arichetta e Lizia Cortese, che hanno letto i libri riassumendo in tre parole il senso della vita di

straordinaria che manca alla città eppure continua ad essere così presente. Anzi, continua a realizzare quello che avrebbe voluto fare. Lo ha detto in ogni occasione papà Pino, con la mamma Vittoria e la sorella Maria Rosaria: “Antonio, finito il lockdown, avrebbe voluto ricominciare a parlare con i giovani, nelle scuole. E nelle scuole, lui in questo ultimo anno è tornato ed è entrato nella vita di tanti ragazzi” Così come continueranno in città, in Calabria, nel Paese le sue battaglie per i diritti, per la dignità di ogni persona, per una società meno ipocrita e più autentica.

Lamezia e non solo

GrafichÉditore di A. Perri - & 0968.21844

pag. 9


riflettendo

Il design della complessità

di Pierluigi Mascaro

Una lettura breve e concisa, ma al contempo molto interessante che voglio suggerire per l’estate è “Design della complessità”, una trascrizione della lecture tenuta da Don Norman – ingegnere elettronico, psicologo ed antropologo, già vicepresidente del gruppo di ricerca sulle tecnologie avanzate di Apple Computer – presso la Mediateca Santa Teresa a Milano il 22 marzo 2011. L’intera architettura del testo sviluppa il concetto della complessità, dimostrando con nitidezza come essa non sia evitabile, poiché l’organizzazione della vita e di ciò che ci circonda ne è pervasa: per vivere, ne abbiamo bisogno. L’Autore spiega dunque che ciò che ci arreca turbamento e ci pone in situazioni di difficoltà non è la complessità in sé, quanto piuttosto la complicatezza, concetto assai diverso, che ha a che fare con il disordine logico, colpevole dell’incomprensibilità della realtà. Padroneggiare la complessità significa di conseguenza renderla comprensibile, cioè logicamente ordinata; al fine di pervenire a tale risultato, la ricetta offerta da Don Norman consiste nel design, che può essere inteso come schematizzazione esteriore: quanto più un oggetto ci mostra un’ interfaccia semplice ed intuitiva, tanto più ci sarà facile comprenderne e memorizzarne le modalità di funzionamento ed utilizzo, sfruttandone

appieno le potenzialità tecniche; tutto ciò, lungi dall’eliminare la complessità insita nell’oggetto, consente di ridurne drasticamente la complicatezza. Un design di qualità ci consegna chiavi di lettura e d’interpretazione logicamente ordinate capaci di guidarci nel mondo della complessità. Prendiamo ad esempio i nostri device smartphone o tablet; sono strumenti elettronici altamente complessi dal punto di vista tecnico, e la complessità in essi insita è necessaria per offrirci tutta quella vasta gamma di operazioni di calcolo e memoria che sono capaci di compiere, ma al contempo, a livello d’interfaccia, sono progettati in maniera piuttosto semplice, bastano pochi click per attivarne le diverse funzioni, e questa circostanza consente ai più di padroneggiarne l’utilizzo senza particolari difficoltà: hanno un design efficace, appunto. Tanti altri esempi si potrebbero citare, da una moderna automobile, sinergico connubio di tecnica meccanica ed elettronica, ad un software che consente di effettuare videoconferenze, ad un robot da cucina: in essi la complessità è irriducibile, pena la riduzione delle funzioni che sono in grado di svolgere, ma in tutti un buon design può contribuire a ridurre se non addirittura abbattere la complicatezza, prendendo la complessità e rendendola comprensibile.

scuola

Il Consiglio dei bambini dell’Istituto “Perri-Pitagora” incontra il commissario prefettizio del Comune di Lamezia Terme Visita “Istituzionale” per il Consiglio dei bambini dell’Istituto Comprensivo “Perri-Pitagora”. I piccoli studenti hanno infatti incontrato il Commissario straordinario che guida il Comune di Lamezia Terme, sua Eccellenza Prefetto Giuseppe Priolo, nella sala “Napolitano” in via Perugini, nel rispetto delle norme anti contagio. All’incontro hanno preso parte la dirigente scolastica Teresa Bevilacqua, il presidente del Consiglio d’Istituto Pasqualino Natrella, le insegnanti Stefania Vasta ed Antonella Tavernese e il Comandante della Polizia Municipale Aldo Rubino. È stata un’emozione particolare per il Consiglio dei bambini poter dialogare con il commissario Priolo, che ha risposto alle tantissime domande che i ragazzi hanno posto. Il Prefetto ha spiegato ai piccoli consiglieri il ruolo che in questo momento svolge all’interno del Comune, illustrando l’attività quotidiana che viene svolta negli uffici municipali. Il Commissario Priolo ha anche raccontato alcuni aspetti della sua vita personale, confidando le sue passioni più grandi, che sono i viaggi, lo sci, la montagna e la Juventus. pag. 10

Per i bambini è stata un’esperienza molto importante-, in quanto li ha aiutati a comprendere meglio quelle che sono le dinamiche dell’Amministrazione del nostro Comune e come i grandi governano le Istituzione, nel rispetto della Costituzione e delle leggi, sapendo che una volta eletti non si rappresenta più un partito o un gruppo ma tutti i cittadini e, soprattutto, che solo se uniti si possono migliorare le condizioni di vita della comunità. Il Consiglio dei bambini è nato ben 16 anni fa, con il compito di favorire la partecipazione attiva alla vita della scuola e di contribuire al suo “buon funzionamento”, ma anche con lo scopo di offrire ai giovani cittadini l'opportunità di conoscere la realtà pubblica locale, il territorio dove vivono e di sviluppare il senso di appartenenza alla comunità. Un modo anche per stimolare idee e capacità progettuali dei ragazzi, far conoscere agli adulti le loro esigenze e soprattutto renderli partecipi dei doveri della società. L’esperienza elettorale dalla candidatura al programma elettorale, dalla propaganda alle elezioni, fino alla proclamazione degli eletti ed alle sedute del “Consiglio” con tanto di presiGrafichÉditore di A. Perri - & 0968.21844

dente e di vicepresidente, è un modo per rendere i bambini consapevoli del sistema elettorale e del funzionamento degli organi democratici di rappresentanza. “L’istituzione del Consiglio dei bambini – ha sottolineato la dirigente scolastica Teresa Bevilacqua – rappresenta una interessante opportunità per educare alla cittadinanza attiva e per far vivere una concreta esperienza educativa e socio-culturale, nella piena consapevolezza dei diritti e dei doveri verso le istituzioni, ma soprattutto per rendere i bambini protagonisti della vita della scuola tramite il coinvolgimento nelle scelte che li riguardano”. Lamezia e non solo


eventi

“FIORI DI CACTUS” L’esordio poetico Di Franca Maria Mete di Domenico Mete Dirigente Scolastico V’è un dolore //di prima mattina// che il mondo non può capire// né raggiungere. F. Costabile Cactus e fiori sembrano apparentemente in contrasto fra di loro: l’uno è bellezza, armonia, piacevolezza, l’altro è spinoso, aspro nel suo offrirsi. Il titolo della raccolta custodisce, però, il tenue e delicato ricordo di quando il marito di Franca Maria Mete –Franco- la chiamò per mostrarle il fiore che un cactus da lui coltivato aveva fatto. Ora Franco non c’è più. Un male implacabile lo ha strappato alla vita, all’amore dei figli e della moglie. La morte spegne uomini e cose! Strazia e tormenta i cuori quando a morire è una persona cara. E’ nel ciclo naturale della vita -nos omnes morituri sumus - ma quando arriva sconvolge i ritmi dell’esistenza, vanifica certezze, speranze e sogni. Ma c’è una cosa che essa non può rubare agli Umani: l’ordito denso delle emozioni, dei pensieri, dei ricordi che legano le persone ai Defunti. In questo ordito Franca Maria Mete si rifugia per dare un senso al suo dolore e costruirsi una nicchia esistenziale nella quale sopravvivere anche se “….ogni giorno// assume forme nuove//il dolore dell’assenza….” (da “Attesa”).

Nasce così questa raccolta di poesie che sembra descrivere al lettore il dolente e amaro percorso della memoria come se l’autrice volesse accompagnarci nei luoghi e nelle suggestioni del suo amore. Ne scaturisce un periodare secco, breve, incisivo dove le espressioni del dolore si stemperano in uno stile denso di eleganti figure retoriche: “torrido odore”; “stupefatti silenzi”; “cuore già diroccato; “nuvole stupefatte”; “strade insonni”; “alba di cristallo”. Laddove la sofferenza si placa e concede soste, la poesia di Franca Maria Mete diventa elegiaca, ricca di sorprendenti sonorità e di colori. “Sontuosamente accolti//dall' abbraccio delle Alpi// e di nuvole stupefatte//che indugiano //sul grande fiume! (da “A Torino”). Un pittore saprebbe trarne mirabili tele. Ma i ricordi cocenti di un indicibile dolore incalzano e Franca Maria ritorna nella sua landa sperduta costellata solo di cactus che con i loro spini e il loro atteggiamento quasi ieratico incutono un reverenziale timore. Ma se anche il rude CACTUS FIORISCE allora a noi Umani è dato sperare che il dolore, pur abitando in noi, ci permetta di attingere e di godere gli incanti dell’esistenza.

scuola

Daniele Bonaddio

studente del quinto anno del Polo Tecnologico “Carlo Rambaldi” di Lamezia Terme primo classificato per la sezione Calabria dei Giochi della Chimica Daniele Bonaddio, studente del quinto anno del Polo Tecnologico “Carlo Rambaldi” di Lamezia Terme indirizzo Chimica, materiali e biotecnologie, articolazione “biotecnologie ambientali”, si è classificato primo nella categoria C (in cui gareggiano alunni del triennio di istituti tecnici a indirizzo chimico) per la sezione Calabria dei Giochi della Chimica, organizzati dalla Società chimica italiana. Un altro traguardo per lo studente che, commentano dal Polo, “è ancora motivo d’orgoglio per l’istituto. Daniele, infatti, ha ripetuto l’impresa: era già arrivato primo nel 2018 nella categoria A (destinata agli studenti del biennio di istituti tecnici e licei) per la sezione Calabria dei Giochi Lamezia e non solo

della Chimica, organizzati dalla Società Chimica Italiana. Il Polo Tecnologico di Lamezia Terme, quindi, si rivela nuovamente un istituto di altissimo livello anche nella formazione scientifica”. Ottime posizioni pure per altri studenti del Polo: Asia Malafarina e Martina La Pusata di IV B, Flavio Terranova della III B e Carmelo Buemi della III Q. Gli studenti, particolarmente emozionati per i risultati raggiunti, ringraziano i docenti che, affermano, “ci hanno trasmesso non solo le conoscenze necessarie per raggiungere un’ottima preparazione nella materia, ma anche la profonda passione per il mondo della chimica”. GrafichÉditore di A. Perri - & 0968.21844

pag. 11


Il nostro territorio

Lamezia Terme: Cinquantatre anni, tra storia e cronaca.

Il ruolo dell’avvocato Arturo Perugini e quello del Vescovo della diocesi di Nicastro, mons. Renato Luisi (sesta

Prima della consacrazione episcopale, don Luisi aveva ricoperto, nella diocesi di Foggia, diverse cariche e portato a termine numerosi incarichi. Tra le cariche più importanti ci fu quella di vicario generale della diocesi che spessissimo utilizzò come strumento per soccorrere il prossimo, soprattutto i poveri e le persone più bisognose ed emarginate della società. Ha scritto a questo proposito Pasquale Infante: << Mons. Luisi ha promosso durante tutta la sua vita una cultura orientata alla solidarietà e, con il suo atteggiamento di apertura all’incontro degli altri, ha anticipato una forma di annuncio cristiano che oggi si riconosce in varie esperienze di dialogo della Chiesa con il mondo contemporaneo. Il suo esempio può ancora oggi ispirare delle scelte che permettano a credenti e non credenti di rispondere alle sfide odierne per edificare una società più equa a vantaggio dello sviluppo umano e culturale di tutti coloro che ne fanno parte>>. Oltre alle notevoli capacità di realizzatore in campo religioso e sociale, mons. Luisi aveva mostrato una naturale attitudine a dialogare e stringere rapporti di amicizia con chiunque avesse avuto l’occasione di venire in contatto con lui. Dalle persone più semplici ed umili ad importanti personalità ecclesiastiche e politiche a cominciare, per esempio, da mons. G.B. Montini, futuro Paolo VI, che era stato assistente ecclesiastico nazionale della FUCI (Federazione degli universitari cattolici italiani) dal 1925 al 1933, negli anni in cui mons. Luisi lo era stato nella sua diocesi. In questo ruolo, aveva conosciuto e collaborato anche con Aldo Moro, presidente della FUCI di Bari nel 1936 e presidente della FUCI nazionale dal 1939 al 1942. Aveva conosciuto, pag. 12

di Giuseppe Sestito

e ultima parte parte)

soprattutto, il fucino Carlo Forcella amico fidatissimo e fraterno di Aldo Moro. Forcella avrebbe svolto le funzioni di sindaco di Foggia dal 1962 al 1966, ricoperto l’incarico di presidente dell’Ipres (Istituto pugliese di ricerche economiche e sociali) e di primo presidente della Copel (Consulta provinciale per l’economia e il lavoro) e sarebbe diventato un esponente di punta della corrente democristiana morotea a Foggia ed in Puglia. Con Aldo Moro e Carlo Forcella l’amicizia di Luisi sarebbe durata, integra ed intensa, per l’intera loro esistenza. Nel giorno della consacrazione episcopale - avvenuta nella cattedrale di Foggia per le mani del cardinale Marcello Mimmi il 28 febbraio 1960 - Aldo Moro, non potendo essere presente come aveva promesso, gli inviò il seguente telegramma; <<Impossibilitato intervenire 28 corrente per nota situazione politica at consacrazione episcopale Vostra Eccellenza, pregoLa gradire miei fervidi affettuosi auguri promettendomi ossequiarla at Suo ingresso diocesi Bovino et nel considerare scusata mia involontaria assenza mi ritenga spiritualmente presente at fausta cerimonia. Devoti ossequi. Aldo Moro”. Per quanto riguarda la creazione di Lamezia Terme, è del tutto plausibile, che mons. Luisi, prima di cessare il suo ministero di Pastore di Nicastro, abbia voluto lasciare un regalo prezioso al popolo lametino e alla sua “diletta” diocesi (come aveva fatto prima di partire da Bovino acquisendo a quella diocesi il fastoso castello dei duchi Suardo Guevara) attivandosi affinché il disegno di legge fosse riportato alla luce ed approvato. Di conseguenza è logico ipotizzare che si fosse rivolto ad Aldo Moro, direttamente o per mezzo di Carlo Forcella, per renderne spedita la realizzazione. Il progetto infatti era in sosta nelle secche delle competenti commissioni parlamentari senza che se ne discutesse e procedesse nel suo GrafichÉditore di A. Perri - & 0968.21844

iter. Fu tirato fuori e in appena due mesi, dal 18 ottobre al 20 dicembre 1967, fu discusso dalle citate commissioni, del Senato prima e della Camera dopo, che in sede deliberante lo approvarono. Evidentemente, le direttive di Moro ai presidenti delle due Commissioni camerali, Domenico Schiavone e Fiorentino Sullo, entrambi attivi nella corrente democristiana di cui Moro era l’autorevole ed indiscusso leader nazionale, erano state decise e perentorie: l’articolato normativo doveva essere convertito in legge al più presto e prima delle imminenti festività natalizie del 1967 e della fine del medesimo anno. Altro tempo non ce ne sarebbe stato perché nella primavera dell’anno successivo, tra alcuni mesi, dunque, si sarebbero tenute le elezioni politiche nazionali (aprile 1968) per cui, alla ripresa dei lavori parlamentari, le Camere avrebbero avuto ben d’altro ci cui occuparsi che non della creazione di Lamezia Terme. Per altro verso, c’è anche da sottolineare che il progetto di legge non aveva incontrato nessuna opposizione a Roma, e nemmeno a Nicastro e Sambiase. Solo a Sant’Eufemia Lamezia l’amministrazione comunale, tramite il sindaco Costantino Fittante, aveva contrastato in modo risoluto, e fino all’ultimo, il progetto. Eppure, nel collegio senatoriale di Nicastro, il Pci esprimeva un senatore di notevole valore professionale e politico. Ebbene, nessun intervento di rilievo, di cui ci si possa ricordare o di cui si possa avere una qualche documentazione, era stato manifestato durante quella legislatura (1963-68) da parte del senatore Armando Scarpino contro il progetto. Anche nelle due, più volte citate, commissioni non solo i rappresentanti dei partiti che formavano, insieme alla Dc, il terzo governo Moro (Psi, Psdi, Pri) ne furono a favore, ma persino i missini ed i liberali che erano all’opposizione con i comunisti si dichiararoLamezia e non solo


no favorevoli. Questi ultimi, mi riferisco ai comunisti, per bocca di due loro rappresentanti nelle commissioni, l’on. Luigi Borsari al Senato e l’on. Giovanni Battista Giaquinto alla Camera, dichiararono, al momento della votazione, che il loro partito era a favore dell’approvazione della legge per cui essa fu deliberata all’unanimità. Potenza dell’intervento moroteo su esplicita richiesta luisiana! Chi, pertanto, dovesse sostenere che il Partito comunista, in sede nazionale, sia stato contrario e si sia opposto al disegno di legge Perugini-Foderaro avallerebbe una tesi non vera, falsa. Solo del deputato Luigi Alberto Gigliotti, originario di Decollatura, ma eletto a Roma nelle file del Partito comunista, si ha notizia che in una delle prime sedute che si erano tenute poco dopo che il disegno di legge era stato presentato, prese la parola per dichiarare che: << Esaminato il disegno di legge n. 263 propongo, allo stato degli atti, parere contrario perché, a prescindere dal merito del provvedimento, non sono stati nemmeno informati i consigli comunali etc. etc. etc……>> Sono ormai convinto che le cose credo siano andate proprio così. Perugini aveva avuto la felice intuizione di presentare al Senato l’articolato di legge che prevedeva la creazione di Lamezia Terme. Alla Camera era stato presentato dal deputato Salvatore Foderaro. Ma, poi, per l’intera legislatura 1963-68 il senatore nicastrese, aggrovigliato in molteplici difficoltà, politiche e di altro genere, non aveva avuto la forza politica per portarlo avanti, farlo discutere e approvare. La sua posizione si era andata mano a mano logorando, fino a sgretolarsi (e gli avvenimenti successivi ne avrebbero fornito ampia conferma) nella Dc cittadina sia per i contrasti all’interno del partito con una fazione che gli era ferocemente ostile, che per la contrapposizione che si era creata fin dalle elezioni amministrative del 1965 con il “Gruppo dei giovani” che nella Dc provinciale. Con i dirigenti catanzaresi da tempo, infatti, il senatore nicastrese era in rotta di collisione ed in guerra aperta. L’avvocato Fausto Bisantis, catanzarese e relatore della legge alla Camera, giocò bene la sua partita perché, d’accordo con i vertici della Dc provinciale, aveva concepito il piano, politicamente “diabolico”, di presentarsi al Senato nelle imminenti elezioni politiche dell’aprile del 1968 nel collegio di Nicastro riuscendo così ad acchiappare non due, ma tre piccioni con una fava: lasciare libero nel Lamezia e non solo

collegio di Catanzaro la sua candidatura alla Camera ad un esponente di rilievo (il segretario provinciale della Dc), presentarsi candidato al Senato nel collegio di Nicastro e far fuori, nel contempo, il senatore nicastrese che non sarebbe stato ricandidato nella città che aveva concorso a creare, nelle imminenti elezioni. Nelle sue intenzioni, l’appoggio al progetto di legge Perugini non era stato gratuito, ma gli era servito per lisciare il pelo all’elettorato del collegio nicastrese proprio per le elezione in vista delle quali lui ed i vertici provinciali avrebbero confezionato il piano cui ho accennato. Insomma, nei giorni in cui si votata al Senato l’approvazione della legge per Lamezia, il senatore Perugini era già politicamente “fuori da ogni gioco” e nessuno, a cominciare da lui, se n’era ancora accorto. Non esercitava alcuna influenza sugli altri parlamentari, deputati e senatori, né era in possesso della forza politica per fare approvare in entrambe le commissioni parlamentari, in così poco tempo, la legge della creazione di Lamezia Terme. Ci sarebbe voluta l’azione determinante di mons. Renato Luisi attraverso il Presidente del Consiglio Aldo Moro e quella ci fu interamente e decisiva fino alla felice conclusione del progetto. Non è neanche da escludere, è una mia supposizione, che a sollecitare l’intervento di mons. Renato Luisi nei confronti del presidente Aldo Moro sia stato anche il senatore Perugini, per il quale la creazione di Lamezia Terme, prima delle imminenti elezioni politiche, avrebbe costituito la partita della sua vita (politica). Non aveva però fatto i conti con il senatore Bisantis e il ceto dirigente democristiano catanzarese per i quali la creazione di Lamezia Terme avrebbe potuto rappresentare, più che la rivendicazione dei “boia chi molle” reggini in rivolta, un pericolo mortale per le ambizioni dei politici catanzaresi. In relazione alla creazione della nuova città, continuo ad essere convinto da sempre, ed oggi più che mai, dell’assoluta validità del progetto. Voglio perciò riscrivere alcune delle righe che ho pubblicato alcuni anni addietro. <<Per noi la scelta di creare Lamezia Terme fu e resta una scelta giusta. Una scelta politicamente ragionevole, che va in direzione del progresso e della modernità; della razionalità economica, culturale, civile; della moderna concezione urbana di una città. Che poi il ceto politico che l’ha amministrata o rappresentata ai vari livelli istituzionali: comunali, regionali e parlamentari, non abbia avuto la capacità politica e progettuale per realizzare il modello di città cui si era pensato, quello cioè di una città-regione a servizio di tutti i cittadini calabresi, e la comunità sociale lametina non sia stata capace, fino ad ora, di

unificarsi intorno ad un ethos condiviso, è tutt’altro discorso>>. Il 1° giugno 1968 mons. Luisi rassegnò le dimissioni e decise di andarsene missionario in un Paese dell’ “altra parte del mondo”, da dove, diversi decenni dopo, sarebbe venuto a governare la Chiesa cattolica papa Francesco. Il 14 agosto fu ricevuto in udienza da papa Paolo VI che gli dichiarò di avergli concesso di partire per il Brasile, per dove si imbarcò il 17 del medesimo mese insieme al cardinale di Bologna, Giacomo Lercaro, legato pontificio al XXXIX Congresso eucaristico internazionale di Bogotà (18-25 agosto). Aveva 65 anni, mons. Luisi, quando raggiunse la missione di Candido Mendes nel Maranhao, in Amazzonia, quale vescovo titolare di Catulo. Dopo alcuni anni di permanenza ed aver contribuito a realizzare le cose che ho elencato nel precedente articolo, fu costretto a tornare in Italia perché colpito da una rara malattia tropicale. Fu accolto presso l’Istituto Maria Grazia Barone di Foggia dove rimase fino alla sua morte avvenuta, anche questo evento ho già menzionato, il 16 novembre 1985. Aveva 82 anni e nel suo testamento spirituale ha, tra l’altro, lasciato scritto: <<Premetto che non ho cose materiali da lasciare: non beni immobili, mai posseduti in proprio, e nemmeno quelli mobili. Da quando lasciai la diletta diocesi di Nicastro per il Brasile non ho più neanche i miei non molti libri. Potrei dire con San Francesco di Sales che “gli addii” sono già dati alle cose di questo mondo>>. Ai lametini aveva lasciato in dono, prima di andarsene definitivamente, come estremo e gratuito atto di amore, la realizzazione della loro nuova città, Lamezia Terme. Un Grande Vescovo, mons. Renato Luisi…veramente Grande!

Fotografie 1-Mons. Renato Luisi il giorno della sua consacrazione episcopale, subito dopo la cerimonia religiosa, avvenuto il 28 febbraio 1960. 2-Aldo Moro e Carlo Forcella. Moro giovanissimo docente universitario; Forcella, suo allievo, presso l’Università di Bari. 3-Aldo Moro e Carlo Forcella, amici inseparabili, entrambi impegnati in politica nelle file della Democrazia cristiana. 4-Arturo Perugini e Fausto Bisantis 5-Lamezia Terme in pianta; i tre ex comuni uniti amministrativamente in una unica città. 6-La copertina della Guida ai monumenti di Lamezia Terme, edita dalla GrafichéEditore

GrafichÉditore di A. Perri - & 0968.21844

pag. 13


l’angolo di tommaso

Serata magica

È stata una serata magica presso il ristorante Torre dei Cavalieri in occasione della festa di fine anno della classe terza C secondaria di primo grado Ardito Don Bosco in una alternanza di divertimento, emozioni, affetto sincero, fotografie per ricordare in futuro un momento indimenticabile, il tutto durante una ottima cena. È stato uno scorrere di occhi le cui espressioni sfumavano tra il gioioso e il malinconico e notavo in ognuno delle ragazze e dei ragazzi una sorta di trepidante attesa per il nuovo percorso

di Tommaso Cozzitorto

che andranno ad affrontare il prossimo anno scolastico non scevro da quella giusta preoccupazione data dal senso dell’incognito. Dopo la cena, a noi professori e alunni si sono uniti i loro genitori, vivendo, un senso di festa pieno e appagante attraverso uno “scambio” di doni: ai prof una profonda ed emozionante lettera incorniciata, unito ad un elegante ricordo, e noi prof una pergamena ad ogni allievo con una frase personalizzata. La cornice di applausi e felicità sottolineava la bellezza del nostro lavoro e il suo senso più profondo, riflessioni che ci siamo scambiate tra noi colleghi. E ancora foto e ancora saluti e ancora sorrisi in conclusione di un altro capitolo che si chiude, capitolo che entrerà nel libro dei ricordi più belli: i visi meravigliosi degli alunni, dei genitori, dei colleghi della terza C. Tutto questo si chiama Umanità, autentico interscambio di Umanità. Ecco i nostri fantastici allievi: Francesco Arpaia, Francesca De Pace, Alice Di Bella, Valentina Di Nunno, Chiara Doria, Filippo Renato Failla, Riccardo Falvo, Silvia Fazzari, Ferdinando Furci, Antonio

Gallo, Vincenzo Lo Presti, Anastasia Valentina Marrazzo, Valentino Monteleone, Gianni Morabito, Marco Morabito, Paolo Piero Morabito, Francesco Giulio Murone, Antonio Nicotera, Lorenzo Paone, Marialaura Rispoli, Antonio Rubino, Andrea Scarpino, Antonio “Lillo” Stagliano, Christian Strangis, Mattia Torchia, Marianna Vecchio, Filippo Vescio. Ed ecco i colleghi presenti: Raffaella Vono, Rosetta Caruso, Pina Mantello, Carla Curcio, Lina De Fazio, Graziella Notaro, Nazarena Patania, Tommaso Cozzitorto. I rappresentanti di classe, efficientissimi nel loro compito per tutto il percorso scolastico, in nome di tutti i genitori: Annamaria Cittadino, Valentina Davoli, Giancarlo Nicotera.

pag. 14

GrafichÉditore di A. Perri - & 0968.21844

Lamezia e non solo


economia

Il commercio a Lamezia Terme di Francescantonio Mercuri Da sempre, la città di Nicastro prima e Lamezia Terme dopo è stata il punto di riferimento dell’intero hinterland e non solo. La città della Piana deteneva la leadership del commercio, il magnifico teatro “Grandinetti” (sempre in funzione) attraeva spettatori anche dalla vicina Catanzaro, ben cinque sale cinematografiche in piena attività, i corsi Numistrano e G. Nicotera (salotti della Città) pullulavano di intere famiglie per la passeggiata serale e festiva e tanto altro di bello che facevano di Lamezia Terme un città piena di vita. Per non parlare poi del famoso Giugno Nicastrese, che attirava decine di migliaia di persone provenienti da tutta la Calabria e non solo. Di tutto questo oggi non rimane più nulla, il punto di riferimento si è spostato su Maida grazie alla politica miope e all’incapacità delle Amministrazioni comunali e delle gestioni Commissariali straordinarie, che da trent’anni circa ad oggi si sono avvicendati. Un tempo in Lamezia: la Standa, l’Upim, l’OVS, i grandi magazzini Rinascenza, i grandi magazzini Furci, la Talmone, la Perugina e una miriade di boutique e negozi di tutti i generi e di tutte le dimensioni la facevano da padrona. Oggi corso Numistrano, corso G. Nicotera, via XX Settembre e le rispettive traverse di queste due ultime, stanno cambiando la fisionomia. Non sono più le strade dove, come accadeva nei tempi passati, trovare un locale in locazione era una mera impresa. La crisi in atto da qualche anno (aggravata in questo periodo dalla pandemia), il commercio online, il costo degli affitti che rimangono alti e soprattutto la realizzazione nel 2003 del centro commerciale “Due Mari” sul territorio di Maida a pochi chilometri dal centro di Lamezia, spingono quotidianamente i grandi marchi ad abbandonare definitivamente la città della Piana. Si corre il rischio che altri grandi marchi lussuosi, che un tempo avevano scelto di mettere le radici a Lamezia Terme riconoscendo la centralità e l’importanza della Città, lascino definitivamente la Stessa. Cade definitivamente il tabù che vedeva corso Numistrano, corso G. Nicotera, via XX Settembre e le rispettive traverse come le strade delle griffe e dei brand di lusso. American Jans, Calzedonia, Camomilla, Kappa, Bata, Primadonna Collection, Penny Black, Max&Co, Persona by Marina Rinaldi, Particolari, Carpisa, Stefanel, Momenti, Valleverde e tanti altri hanno salutato definitivamente Lamezia, per spostarsi in gran parte al “Due Mari”. La conferma che proprio quest’ultimo sia soprattutto la causa del fallimento del commercio lametino, ci vien data in questo periodo di pandemia in cui i fine settimana i centri commerciali sono Lamezia e non solo

rimasti chiusi. Infatti, la città di Lamezia si è riappropriata di quella vita scippata dal centro commerciale “maidoto”. La città della Piana forse è l’unica tra le città di medie e grandi dimensioni a non avere sul proprio territorio una struttura del genere. Eppure, oltre 15 anni orsono aveva avuto una grossa opportunità , ossia la realizzazione del grande outlet “Borgo Antico” in via del Progresso. Aver detto no al grande outlet dell’imprenditore catanzarese Floriano Noto da parte dell’Amministrazione guidata dal Prof. Gianni Speranza, ha significato perdere un investimento di 80 milioni di euro circa, 1000 lavoratori locali occupati di cui 500 subito, 1.000.000 di visitatori annui dall’intero sud Italia, entrate milionarie di IMU per le casse comunali e prestigio per la città della Piana. Nascono spontanee alcune domande: perché il sindaco Speranza rifiutò tale investimento? Perché non mise in atto l’istituto del referendum, per far decidere i lametini? Chi autorizzò per le vie del centro la scellerata manifestazione contro la realizzazione del Borgo Antico? Manifestazione organizzata dalle varie sigle sindacali dei commercianti e alla quale parteciparono: commercianti locali, imprenditori che su Maida e Feroleto avevano investito e politici lametini senza scrupoli, che nulla hanno fatto per lo sviluppo di Lamezia. Perché fu data la possibilità ad alcuni Sindaci del comprensorio lametino (alcuni dei quali ebbero un proprio tornaconto per le attività commerciali realizzate a breve distanza da dove sarebbe dovuto sorgere il grande outlet) di partecipare alla stessa manifestazione e di occupare in modo simbolico la sala del consiglio comunale di Lamezia, per dire no alla realizzazione del grande outlet? Tutto questo e a dir poco solo e soltanto vergognoso. Bisogna arrestare immediatamente quest’emorragia di negozi verso altri lidi e arginare il fenomeno delle chiusure degli stessi, altrimenti Lamezia nel giro di uno o due anni al massimo, diventerà un deserto. Non bisogna dimenticare che ogni negozio attivo, è un presidio di legalità. Pertanto, è necessario e urgente che la gestione Commissariale in carica adesso e la futura Amministrazione comunale dopo, aprano un tavolo di concertazione con i proprietari dei locali vuoti e con gli imprenditori che intendono investire su Lamezia, affinché ognuno faccia la parte che le compete. Bisogna riaprire il dialogo con l’ing. Noto, affinché quest’ultimo investa nella nostra città sul terreno di sua proprietà in via del Progresso, e non allontanarlo sempre più. Lamezia deve riappropriarsi dell’importanza e della centralità che ha

sempre avuto e che da circa 20 anni ha consegnato a Maida e dintorni. Non è più possibile che i lametini per assistere ad una proiezione cinematografica, devono recarsi al “Due Mari” perché nella nostra città non esiste più un cinema. Anche Lamezia deve avere il suo centro commerciale o il suo outlet con annesse sale cinematografiche. Basta con la politica del rifiuto come è stato fatto anche per il grosso investimento sull’area dell’ex zuccherificio. Quanto sarebbe bello un centro commerciale con negozi di alta moda presso quel magnifico palazzo antico, che un tempo fu sede di Corte d’Assise, situato in piazza P. Ardito vicino all’obelisco della Madonnina! Si contattino immediatamente grossi gruppi quali Ikea, Coin, Rinascente, Zara, Euronics, ecc. affinché investano a Lamezia per farla diventare un grande centro commerciale all’aperto. Purtroppo, lo sviluppo di Lamezia è stato bloccato da un Piano Regolatore Generale (oggi PSC) “ingessato” redatto dall’allora amministrazione comunale guidata dalla dottoressa Lo Moro. Piano che destina i terreni adiacenti alla via del Progresso un uso agricolo, e che ha fatto sì che molti imprenditori locali e non si riversassero sui comuni vicini per realizzare attività produttive. Eppure, esiste una legge dello Stato che nei comuni ove il tasso di disoccupazione è alto (il caso di Lamezia), permette a chiunque voglia investire in attività produttive e di conseguenza occupare manodopera locale, di realizzare il proprio sogno anche su terreni agricoli dopo aver chiesto e ottenuto il cambio di destinazione d’uso. Pertanto, gli imprenditori lametini e non, alcuni dei quali hanno fatto fortuna proprio nella città della Piana, invece di investire nei comuni limitrofi (portandosi dietro il nome “Lamezia” per ingannare gli ignari cittadini) e far morire così la Città, si avvalgano della legge esistente, come probabilmente ha avrà fatto l’ing. Noto. Non bisogna dimenticare che negli anni passati, molti amalfitani quali: Amatruda, Arpaia, Lucibello, Colavolpe e tanti altri di altre regioni (come Giglio dalla bellissima Puglia) e altri comuni del comprensorio lametino, hanno preferito investire a Nicastro prima e Lamezia Terme dopo, proprio per la fertilità commerciale che la Città possedeva. Per rilanciare il commercio a Lamezia, bisogna essere tutti uniti: politici, imprenditori, proprietari di locali ad uso commerciale e Amministrazione comunale, ma un sentito appello è rivolto soprattutto ai cittadini di Lamezia che devono aiutare il commercio locale, acquistando e spendendo nella città della Piana.

GrafichÉditore di A. Perri - & 0968.21844

pag. 15


a riveder le stelle

L’AVVERTIMENTO CHE DIVENTA ATTUALITÀ DEL TEMPO di Flaviana Pier Elena Fusi e Edoardo Flaccomio A riveder le stelle, qui racconteremo le più belle, che brillano di più e che lasciano col naso all’insù. Una rubrica da tratteggiare, con racconti da sublimare, per affondare nei destini e sentire gli accadimenti indovini. Trovare un senso lato, che ancora non era dato, una diversa prospettiva, che prima di leggere non si presagiva. Un aiuto in un minuto è quando scrivere divien contributo: il lettore non resta uguale, c’è un messaggio che vogliamo lasciare. È rivista dove si spazia, sul territorio tutto, non solo Lamezia. Siamo qui per garantire, che Edoardo e Flaviana vogliono proseguire, un editoriale amicale, che rende vicini valicando i confini.

LE STELLE DELLA RIBALTA PROFUMANO DI PASSIONE Basta avvicinarsi per sentirlo, quell’alone di vittoria che profuma l’aria. Una fragranza che si riconosce tra la folla e svela un mistero con la virtù che vi si accompagna: il profumo della notorietà. Un’essenza che inebria i personaggi famosi che disegnano la storia del mondo, non arresi all’anonimato, ma che per volontà e soprattutto per passione, hanno inseguito lo scopo della loro vita. Non è casualità se certi nomi salgono alla ribalta, non è fatalità se gli applausi arrivano scroscianti, ma è fato amico dipinto con costanza, perseveranza, studio e impegno spesi alla conquista di un sogno. Siamo orgogliosi di annunciarvi che è nata in Italia la prima tivù social network nazionale. L’editore Corrado Orfini è artefice di un progetto ambizioso: Talk City TV. L’uomo non si è arreso alle difficoltà, ha ascoltato il cuore che alimentava la voce dietro un microfono, creando la realtà dove la strumentistica serve per annunciare alla rete la vita che tesse con entusiasmo ed energia. Roma capitale e il Lazio sviluppano per primi il progetto. Ogni mattina Corrado Orfini, dagli studi di Talk City, mette il suo punto sulla giornata. In breve lo spazio si allarga invadendo il resto d’Italia. Vengo contattata da lui in persona ed è una frase cordiale che apre la mia finestra su un mare che ancora non avevo navigato. Mi

propone un’esperienza nuova che fa scorrere il mio sangue più in fretta, un’adrenalinica potenza si insinua sotto pelle e dopo i convenevoli sento chiaramente la proposta: aiutarlo a sviluppare il suo progetto in alcune città del Nord Italia. Sono ore anestetizzate dall’inconsapevolezza, quelle che vivo subito dopo, ma è l’affondare nel sogno che mi fa approdare su questa fantastica riva. Una corsa veloce a perdifiato è la raffigurazione più aderente a ciò che sperimento da quel momento, in mezzo a volti famosi che ho scelto per tracciare le basi di Talk City al Nord. Esperti del settore conducono programmi tematici, all’interno dei quali si susseguono rappresentanti ed estimatori d’arte e cultura, capitani di industria, persone impegnate in ambito politico e sociale, quotidianamente portano in scena la vita: la loro, la nostra che qui è protagonista. La passione che non si arrende ci ha sospinti fin qua. I beniamini sono: il poeta contemporaneo e fondatore dell’Associazione Nazionale per l’abbattimento delle Barriere Architettoniche Innocente Foglio, con il suo programma in Piemonte L’attimo fuggente, l’editore e scrittore già impalmato con un premio mondiale Edoardo Flaccomio, con il suo programma in Veneto Archè Parole in frac, Gianluca Bordiga, uomo impegnato da sempre nella difesa della salute del territorio Lombardo e non solo che a Brescia conduce Il megafono, Rolando Giambelli, custode per l’Italia della grandiosità dei Beatles e di chi con la musica ha fatto la storia, conduce da Milano Chiedi chi erano i Beatles, Flaviana Fusi, con lo spazio dedicato alla Stella dei venti, dove le stelle che brillano di più sono gli ospiti di puntata con i loro consigli da esperti e il bollettino telemeteo sempre aggiornato. Tanti altri ancora ci sono e tanti altri arriveranno a descrivere quel gusto inconfondibile: il profumo della notorietà. Qui ci sono cuori che battono e a questo ritmo disegnano una nuova bellissima storia. Non è mai troppo tardi, crederci sempre, crederci ancora.

Flaviana Pier Elena Fusi

pag. 16

GrafichÉditore di A. Perri - & 0968.21844

Lamezia e non solo


a riveder le stelle

L’AVVERTIMENTO CHE DIVENTA ATTUALITÀ DEL TEMPO UNA BIBLICA DIMENTICANZA

Ciascun popolo della terra detiene una propria specializzazione, correlata al luogo terrestre occupato. La diversità delle lingue, degli usi e dei costumi, rafforzano l’esistenza di una Legge assolutamente straordinaria, in grado di legare la regione tellurica al popolo che l’abita. Così come nella nostra corteccia cerebrale esistono centinaia di aree destinate ad espletare tutte le capacità di cui il genere umano è potenzialmente in possesso, allo stesso modo i numerosi popoli della terra possiedono ciascuno una speciale predisposizione. Il caleidoscopio stupendamente vario di usi, costumi, razze, lingue, deriva proprio dall’Essenza della Mente di cui il nostro organo corticale ne è l’immagine fisica, tridimensionale. Così come il cervello, di norma, rende giustizia al concetto di unità e cooperazione, parimenti, i vari popoli della Terra, dovrebbero cooperare per natura e ricercare l’unità. Da questo sommo punto di vista, tutte le pulizie etniche sono il crimine più efferato che si possa commettere, poiché equivale alla deliberata

Lamezia e non solo

distruzione di ‘persone-cellule’ preposte al funzionamento di quella particolare area specializzata del cervello terrestre. La terra è un ente cosciente creato per accogliere le variegate sfumature della propria corticalità attraverso la diversità razziale, altro che razzismo! L’archetipo Inversione, norma ancestrale difficile da padroneggiare, determina il capovolgimento delle disposizioni strutturali. Alimentati dall’ignoranza circa l’esistenza della Coscienza Universale chiamata Rosh nei testi Biblici, gli esseri umani partoriscono nell’area del linguaggio un pensiero insano che degenera nelle nefandezze a cui assistiamo da millenni. Le Parole primordiali avviano la creazione, l’inimmaginabile silenzio originario è rotto dall’ondulatorietà del Pensiero iniziatore, il quale, di millenni in millenni, termina la sua corsa nell’unicità della creatura umana, chiamata ad afferrarLo e a rilanciarLo nell’avvenire. Attività, questa, d’inimmaginabile importanza, talmente importante che fallirla avrebbe comportato la ‘cacciata

dal Paradiso’. La prima coppia umana ‘intelligente’ non afferra pienamente l’energia evolutiva e resta intrappolata nel libero arbitrio. La prima coppia non rilancia la forza creatrice, preferendo l’abitudine e il dualismo alla novità e all’unità. Dal punto di vista simbolico, raccogliendo la ‘mela’ dell’albero del bene e del male, e ignorando i frutti-simbolo dell’Albero della Vita, anch’esso presente nell’eden, la prima coppia si autocondanna alla duplicità. Ignorando gli ammonimenti della Vita e favorendo la voce del ‘serpente’, i simboli viventi Adamo ed Eva condannano se stessi, nonché l’umanità tutta, alla separazione dall’Ideatore originario. È a quel punto che si accorgono di essere nudi, prigionieri del proprio corpo, che diviene così emblema di sofferenza e motivo unico in cui credere, generando, col tempo, l’idea e l’abitudine di vivere in un mondo esclusivamente materiale, lineare e, in un certo senso, duplice. Edoardo Flaccomio

GrafichÉditore di A. Perri - & 0968.21844

pag. 17


moda

Donne che hanno cambiato il mondo, eppur dimenticate di Antonella Caruso Rita Levi Montalcini. Margherita Hack. Samantha Cristoforetti. Maria Montessori. Chi non le conosce? Scienziate, ricercatrici, educatrici, matematiche. Alcune premi Nobel ampiamente riconosciuti e meritati. Ma quante eccelse menti femminili ignobilmente occultate e a noi del tutto sconosciute. Torniamo un po’ indietro di qualche secolo. Maria la Giudea vissuta attorno al I e III secolo d. C. ad Alessandria d’Egitto, grande studiosa di alchimia. Fu lei ad inventare i primi strumenti per la distillazione e la sublimazione delle sostanze, di estrema importanza per gli studi di coloro che vennero dopo di lei. A lei è dovuta la tecnica della cottura “a bagnomaria”. Sì, proprio a lei. Rivoluzionario sistema, tuttora in uso, che sfrutta il calore rilasciato dall’acqua per evitare di sottoporre l’alimento a sbalzi termici. E Teano di Crotone? (Calabria). La più famosa (aggiungerei solo agli addetti ai lavori), filosofa e matematica della scuola di Pitagora. Purtroppo pochi scritti emergono sul suo operato, fra questi sette lettere sono considerate autentiche. Il contenuto riguarda consigli alle donne sul comportamento da tenere nei confronti dei figli; sui rapporti di coppia ;sull’ideale della giusta misura fra eccessi e difetti. Famosa cosmologa e guaritrice e proprio nel campo medico elaborò dei concetti ripresi poi dalla fisiologia nei secoli successivi. Ed Elena Cornaro Piscopia? Veneziana nata nel 1624. Prima donna al mondo a laurearsi. Parlava il greco, il latino, lo spagnolo, il francese, l’inglese. Matematica, filosofa e astronoma. Suonava il clavicembalo, l’arpa e il violino. Una forza della natura. Appoggiata dal padre la convinse a iscriversi presso l’Ateneo di Padova, ma non poté frequentare poiché il vescovo riteneva “uno sproposito dottorar una donna”. Ridicolo. E Tapputi? (1200 a. C.). Considerata la prima chimica della storia. Babilonese. Fu lei a realizzare i primi profumi,neanche questo semplice all’epoca. Il lavoro richiedeva una grande abilità e conoscenze delle materie prime da trattare nonché capacità tecniche per la distillazione. Fu anche la prima ad usare i solventi, in grado di rendere le fragranze più durature e dolci. Utilizzati tutt’ora Vogliamo parlare della tormentata storia di Sophie Germain? (1776-1831). Dovette fingersi uomo e cambiare il nome per poter studiare. Genio della matematica più avanzata e della fisica. Si dedicò con passione alle vibrazioni delle superfici elastiche, ottenendo la soluzione corretta del problema della piastra. Dopo la sua morte, quando venne costruita la Torre Eiffel, venne deciso di scrivere sulla struttura i nomi di settantadue grandi scienziati. Manca il suo, chissà perché. Cito con orgoglio femminile e rammarico insieme Rosalind Elsie Franklin. Biochimica, cristallografa, scienziata britannica (19201958). Una vita triste, simile a quella di un’altra grande scienziata scopritrice del radio, Marie Curie. Muore uccisa dalla sua stessa passione per la scienza. Fu lei a scoprire il DNA ed i meccanismi che lo compongono e regolano,svelando la struttura a doppia elica. Riuscendo a fotografare lo stesso DNA con immagini straordinariamente chiare. Una, in particolare, la famosa Fotograph 51,trafugata tra l’altro allo scopo di attribuire il merito della scoperta ad altri tre ricercatori che stavano lavorando sul DNA, Watson, Crick

e Wilkins. Rosalind si ammala a causa delle frequenti esposizioni ai raggi x, morendo a soli 37 anni. Quattro anni dopo la beffa finale, i tre trafugatori ricevono il premio Nobel. Rosalind non viene neanche citata. Vorrei concludere citando la breve, intensa e atroce storia di un’altra grande, sconosciuta, perseguitata, ma testarda e sfrontata, convinta di essere in grado di superare gli assurdi e spesso convenienti pregiudizi :Ipazia d’Alessandria. È stata definita l’antesignana della scienza sperimentale. Una delle prime donne scienziate dell’antichità se non la prima. Fu riconosciuta come la terza grande caposcuola del platonismo dopo Platone. L’ultima grande astronoma dell’antica scuola matematica D’Alessandria, lasciando in eredità al mondo intero le basi per lo studio e la conoscenza dell’astronomia e della matematica. Sacrifico’ la sua bellezza, la sua giovinezza per seguire il suo ideale e il suo amore per la divulgazione del sapere e della conoscenza camminando per le strade parlando e regalando consigli alla gente pur cosciente di non essere affatto gradita ad una buona parte di altolocati ed alla chiesa. Venne fatta a pezzi dal clero. Per compiacere l’orgoglio, l’emulazione e la crudeltà del loro vescovo Cirillo, fatto “santo” dopo la sua morte. L’appostarono mentre tornava a casa da scuola. L’attaccarono ad un carro trascinandola fino alla porta della chiesa. Qui le strapparono i vestiti e la uccisero con dei cocci, riducendola a pezzi, membro a membro. Trasportarono i brandelli fino al Cinerone e ne cancellarono ogni pezzo con il fuoco compresi molti suoi scritti. La sua colpa? Avere avuto il coraggio di essersi avvicinata allo studio della scienza e aver tentato di divulgare le sue scoperte e il suo pensiero. Nulla di strano, probabilmente, per quanto crudele e disumano il fatto. Ma era donna. E ad una donna non era permesso nessun tipo di libertà, figuriamoci negli studi scientifici. Materie definite comprensibili solo da una mente maschile. La lista delle donne che sacrificò famiglia, amori ed anche la loro stessa vita si perde nella notte dei tempi. Donne pazze. Pazze d’amore per il loro lavoro. Testarde ribelli e caparbie,ma sconosciute, dimenticate perché mai citate. Donne di cui raramente c’è traccia nei libri. Vivono in un’ombra immeritata e ingiusta. È a tutte queste donne che la storia deve molto, per il loro lavoro,

sacrificio e percorsi segnati da discriminazioni di genere. Premi Nobel spesso trafugati, rubati appannaggio dei maschi. Retaggi e discrepanze forse non ancora del tutto abbattuti. Muri che tuttora non si riesce a far crollare nonostante i grandi passi già fatti. Ma qualcosa resiste ancora troppo in profondità da sradicare del tutto. Penso che, nei libri di testo, utilizzati nelle scuole, non sarebbe male porre a conoscenza gli studenti dell’esistenza di altre personalità sconosciute finora che appartengono alla storia, ma sopratutto, a questo nostro presente che esiste anche grazie a loro

pag. 18

GrafichÉditore di A. Perri - & 0968.21844

Lamezia e non solo


omaggio ai miti

LE ERE ZODIACALI

Prima parte

di Palma Colosimo Tutti noi abbiamo sentito parlare almeno una volta della nuova Era e dei grandi cambiamenti che ci attendono nel prossimo futuro. Per comprendere il meccanismo delle Ere è necessario sapere che esse sono scandite dalla precessione degli equinozi. Questo fenomeno è dovuto al fatto che la Terra gira su un asse che ha un’inclinazione di 23 gradi circa. Ogni anno il giorno dell’equinozio di Primavera, l’asse del Polo Nord ritorna sullo stesso punto dell’anno precedente con circa con venti minuti di ritardo. Gli studiosi hanno stabilito che esso ogni 72 anni si sposta di un grado. Possiamo paragonare il cerchio zodiacale ed i segni all’interno contenuti ad un grande orologio cosmico, ma invece dei minuti essi sono composti da dei gradi. Secondo studi accreditati si è accertato che occorrono circa 2.150 anni al nostro asse, per percorrere tutti i 30 gradi di cui è composto un segno. Ogni volta che la nostra lancetta cosmica, cioè l’asse terrestre il giorno dell’equinozio di Primavera tocca il grado zero di un segno si cambia Era. Occorrono circa 25.920 anni all’asse della Terra per compiere il giro completo di tutto lo zodiaco, cioè quello che viene definito un anno cosmico, esso riparte sempre dal segno dell’Acquario. Noi stiamo vivendo un periodo di transizione tra la vecchia Era quella dei Pesci e la nuova Era quella dell’Acquario. La precessione si sviluppa in moto contrario rispetto a come sono disposti i segni, ma non interferisce con essi infatti l’anno zodiacale inizia sempre con l’Ariete. Ma come questi avvenimenti celesti possono avere ripercussione sulle vicende umane? Secondo la Legge di Risonanza tutto ciò che succede in cielo o macrocosmo, ha ripercussioni sulla Terra o microcosmo. Ogni volta che si cambia Era si ha un’evoluzione della coscienza umana, ogni civiltà si sviluppa sulle ceneri di quella precedente, restare legati all’ Era trascorsa è negativo il progresso e la storia non aspettano…. Ogni Era racchiude un’esperienza evolutiva, essa non vede solo il fiorire dei valori legati al segno, ma anche quelli del segno opposto. Nel nostro viaggio a ritroso nel tempo la prima era di cui abbiamo notizia è quella del Granchio, che comprende un periodo che va dal 8.500 al 6.500 A.C. In questo periodo si può notare la nascita della prima forma di matriarcato l’uomo diventa stanziale, e si riconosce ad un clan di appartenenza. I valori espressi dal segno della Luna sono i bisogni primari della sopravvivenza: il nutrimento, la sicurezza ed il mantenimento della specie. Reperti archeologici di statuine raffiguranti donne, con forme prosperose e grandi seni, rappresentano il culto della Grande Madre terra, e che riconducono anche alla Luna L’Era dei Gemelli la possiamo collocare tra il 6.500 ed il 4.000 A.C. Questo è il segno della comunicazione della parola e dello scambio, l’uomo si evolve, non vive più solo di quello che produce, ma iniziano le prime forme rudimentali di baratto. L’uomo comincia a lasciare tracce di se attraverso le prime forme di scrittura cuneiforme in Mesopotamia, in Egitto con i geroglifici. E’ il periodo anche delle prime migrazioni (Sagittario segno del movimento opposto ai Gemelli). Il periodo che va dal 4.000 al 1.800 A.C., vide il sorgere dell’Età del Toro, i cui valori sono legati alla terra, all’agricoltura. E l’epoca in cui se tende a far crescere e prosperare colture e cose, vi è un fiorire di opere architettoniche imponenti. Cominciano a comparire le prime forme di proprietà legata alla terra e al numero di capi di bestiame, il primo concetto di confini nasce così la prima forma di economia da cui deriva il capitalismo che nasce proprio da quanti capi possiedi. Il passaggio dall’era dei Gemelli a quella del Toro si ha nella Bibbia nella narrazione di Caino e Abele. Caino è un coltivatore stanziale, mentre Abele è un pastore nomade, l’uccisione di Abele demarca questo passaggio. Il Toro diventa simbolo di fertilità, il suo culto si estese in tutto il mondo conosciuto. Molte civiltà fiorenti si svilupparono in questo periodo: quella cinese, quella indiana con il culto di Krisna Govinda, quella caldea del toro alato e quella egizia il bue Apis . Gli egizi manifestarono un forte attaccamento all’arte funeraria, e al culto dei morti. Il tema della morte è una prerogativa del segno opposto al Toro, lo Scorpione, la morte ha ossessionato questa civiltà a tal punto, che ricorreva all’imbalsamazione nel tentativo di arrestarla. Nel mondo Lamezia e non solo

egizio è molto presente la simbologia scorpionica quale il serpente, l’interesse per la magia, l’occultismo, e una spiccata sensualità. Venere signore del Toro ha influenzato lo sviluppo artistico, il pensiero riflessivo e lo sviluppo dell’interesse astrologico. Fu definita l’Età del rame. L’ Era dell’Ariete racchiude un periodo che va dal 1.800 AC all’anno zero. Segno governato da Marte è associato come metallo al ferro. Questa Età viene appunto definita del ferro ed è proprio in essa che l’uomo si specializza nella costruzione delle armi. Mentre nell’ epoca precedente le guerre servivano a difendere i confini, gli egizi ad esempio non erano dei grandi guerrieri, l’Era dell’Ariete è quella delle grandi conquiste e grandi condottieri. Gli imperi attraversano i continenti, e si affermano i valori aretini della lotta per la gloria o per la conquista della libertà. Personaggio simbolo di questa epoca è Alessandro il Grande, non posso non citare il grande generale romano Giulio Cesare. Nella Bibbia la figura di Mosè rappresenta il traghettatore dalla vecchia alla nuova Era in due passi importanti. Il primo è quello della Pasqua, il cui significato in ebraico significa passaggio, giorno in cui venne consumato per la prima volta un agnello, l’uscita dall’ Egitto e la liberazione degli ebrei dalla schiavitù. L’altro fa riferimento alla vicenda di Mosè quando discese dal monte Sinai portando con se le Tavole della Legge e trovò gli ebrei che avevano forgiato un vitello d’oro. Mosè lo fece fondere segno che le trazioni egizie erano ormai obsolete e bisognava aprire le porte al nuovo. I valori dell’Ariete fanno capo all’individualità, l’uomo si evolve perché, non vale più solo per ciò che ha, ma anche per ciò che è. Questa era vide lo svilupparsi anche dei valori del segno opposto quello della Bilancia, governato da Venere amante della bellezza e dell’armonia. Nel periodo classico vi fu un fiorire di opere e di scultori che esprimevano nelle loro creazioni l’armonia delle forme e delle proporzioni, essi sono diventati il simbolo di quell’epoca come Fidia e il Partenone in Grecia. La Bilancia è anche il simbolo della giustizia, del diritto e dell’equità. I sistemi di diritto romano sono ancora il fondamento di buona parte degli ordinamenti giuridici europei. NEL PROSSIMO NUMERO CONTINUEREMO IL NOSTRO VIAGGIO ATTRAVERSOLE ERE TRATTEREMO QUELLA DEI PESCI E CERCHERO’ DI ILLUSTRARE I VALORI CHE SONO PROPRI DEL SEGNO DELL’ ACQUARIO E CIO’CHE CI ATTENDERA’ NEL PROSSIMO FUTURO

GrafichÉditore di A. Perri - & 0968.21844

pag. 19


territorio

I SANTUARI MARIANI DELLA DIOCESI LAMETINA di Matteo Scalise

Madonna della Spina

Prima di raccontare l’origine leggendaria del Santuario mariano è bene elencare brevemente le poche informazioni storiche che abbiamo affinché si possa inquadrare nel migliore dei modi la leggenda. • L’attuale Quartiere Bella, già frazione della fu Nicastro, nacque ad opera dei sopravvissuti nicastresi che abitavano l’attuale contrada Terravecchia poiché in due anni subirono prima l’alluvione del torrente Piazza (10 dicembre 1782) e poi il devastante terremoto del 1783. Essi poterono edificare il nuovo borgo urbano su un terreno ceduto dal Capitolo della Cattedrale di Nicastro, delle cui rendite ne beneficiava nello specifico il Canonico Penitenziere, sesta dignità capitolare. Il fondo si chiamava volgarmente o Torre dei Guerrieri, perché ab tempo fu di proprietà di un certo Cesare Guerrieri e soprattutto Bella, poiché vi era una chiesuola rustica (oratorio) dedicata alla Nascita di Maria, detta dal popolo Madonna Bella. • Purtroppo non conosciamo i nomi dei diversi canonici che nel tempo godettero delle rendite derivanti dal fondo Bella. Sappiamo soltanto che nel 1645 questo fondo fu creato grazie al lascito del Canonico Cantore don Giulio Caria (allora tale fondo era denominato sia Bella che Caccuri) in beneficio alla “Cappella del vescovo Giovanni”. Questa “Cappella del vescovo Giovanni”si riferiva ad una delle 19 cappelle laicali, detta appunto “Cappella del vescovo Giovanni Pagano” presenti nella antica Cattedrale Normanna, distrutta poi dal terremoto del 1638. Il vescovo monsignor Giovanni Pagano ( o De Paganis) resse infatti la diocesi di Nicastro dal 1431 al 1451. Dunque da queste poche notizie storiche fin ora esposte comprendiamo che la chiesuola (oratorio) dedicata alla Madonna “delle Grazie” o “Santa Maria la Bella” era già presente prima del 1645. Nella visita alla diocesi intrapresa nel 1769 del Visitatore Apostolico monsignor Paolino Pace però trovò il luogo sacro in completo abbandono sicché ordinò (pena l’interdetto perpetuo) che fosse celermente riparato e ripristinato a luogo di culto poiché l’eremita Pasquale, ivi dimorante da circa vent’anni , l’aveva trasformata in un deposito di tegole e materiale vario. Furono dunque i primi abitanti del Quartiere Bella a prodigarsi affinché l’oratorio potesse essere ristrutturato e usato come luogo di culto per la nascente comunità. Prima di continuare la narrazione storica a questo punto parlo brevemente della leggenda. In un anno imprecisato un contadino, di cui ignoriamo il nome, era intendo a roncolare legna da portare a casa sua in una zona boscosa fuori Nicastro. Giunto nei pressi dell’attuale Santuario all’improvviso vide una “Maestosa Signora” che indicandogli un roveto che copriva totalmente un vecchio muro gli diede l’ordine di ripulirlo. Restio nel fare ciò, cedette alle insistenze della “Maestosa Signora” e dopo aver pulito il sito restò di stucco nel vedere una immagine della Madonna con il bambino Gesù in bracciò dipinto su una lastra di pietra. La “Maestosa Signopag. 20

(sesta parte)

ra” ricompensò il contadino con un pezzo di carta. Questi voleva rifiutare ma poi cedette. Corse subito in un negozio e fece una spesa per venti ducati e gli rimase tanto di quel denaro che visse tranquillo per moltissimi anni. A questo punto il contadino capì che la “Maestosa Signora” non era altro che la Madonna e per la gioia andò in giro per Nicastro a raccontare il fatto prodigioso. Subito una folla variegata di malati, provenienti anche da fuori Nicastro si recarono presso quel muro dipinto per chiedere grazie alla Vergine Maria. Notiamo insieme due cose: La prima fonte che ha narrato questa leggenda è il libro “Lo Zodiaco di Maria” di fra Serafino Montorio (1715) che ho già menzionato quale prima fonte che ha narrato le leggende relative al Santuario Madonna del Soccorso (articolo n. 72/2021), mentre sulla apparizione ad una persona umile e semplice si notino le analogie con l’apparizione prima ad un contadino e poi a dei cacciatori per ciò che riguarda il Santuario Madonna di Bella Cava in Vena di Maida (articolo n.71/2021) e ad una bella ragazza per ciò che riguarda il Santuario Madonna della Salvazione in Jacurso (articolo n.70/2021). Tornando a Bella, il dipinto rinvenuto dal contadino, ancora oggi ben visibile e ottimamente conservato, fu attribuito inizialmente ad uno stile pittorico bizantino. Oggi si tende a datarlo come opera eseguita nel 1300 (XIV secolo). Purtroppo, al di là della data precisa di esecuzione del dipinto, non sappiamo chi e perché proprio li, in una zona allora boscosa, fu fatto questo dipinto e come mai all’improvviso si perse la memoria della presenza di questa immagine fino, appunto, al rinvenimento straordinario attuato dal contadino/ taglialegna. Con la nascita della frazione Bella, la chiesuola (oratorio) fu dunque ristrutturata e vi fu posto a celebrarvi messa un Economo Curato, dipendente dal Cappellano Maggiore (cioè il parroco) della Cattedrale di Nicastro (1797). Cresciuta ancora la popolazione, nel 1835 fu edificata una nuova chiesa, più in basso, dedicata alla Natività della Beata Vergine Maria che divenne parrocchia nel 1857. A ricordo del legame della nuova comunità parrocchiale con la Cattedrale, s’impose il dono, ogni anno, di tre libbre di ceri alla Cattedrale in occasione della festa dei Santi Patroni della Diocesi Pietro e Paolo (29 giugno).L’oratorio di Santa Maria la Bella, oppure chiamato anche della “Madonna della Spina” divenne Santuario diocesano soltanto nel 1994 su interessamento dell’allora parroco Monsignor Eugenio Zaffina (1935- 2015) e al vescovo di Lamezia Terme monsignor Vincenzo Rimedio (1982 -2004). Di recente è stata soggetta a restauro sia il Santuario che la chiesa Parrocchiale. A devozione della Madonna della Spina ancora oggi, in occasione del mese di Maggio, si recitano sia vecchie preghiere in dialetto nicastrese che il rosario cantato, mentre il 31 maggio si svolge una piccola processione con la statua della Madonna nel Quartiere. Attuale rettore del Santuario Madonna della Spina è il canonico don Aldo Figliuzzi che è anche parroco della chiesa parrocchiale “Natività della Beata Vergine Maria”.

GrafichÉditore di A. Perri - & 0968.21844

Lamezia e non solo


riflessioni

C’è Politica e politica. Ma quella televisiva è solo opinione.

di Alberto Volpe

Dove va la Politica? E’ questo, l’interrogativo che sempre più frequentemente ci si pone a ben osservare ed analizzare la eccessiva frequentazione dei vari esponenti (con evidente preponderanza per alcune prediletti) nei vari talk shoh e salotti televisivi, come si evidenzia dai resoconti delle grandi testate giornalistiche. Senza voler apparire “laudatores temporis acti”, va tuttavia immediato il ricordo dei più attempati alle sezioni che i vari Partiti nazionali avevano nei vari Comuni. Non certo trattasi dei moderni Movimenti civici sotto i cui più svariati nomi e simboli vorrebbero nascondersi i “figli” della “vecchia” Politica. Si deve registrare anche una sorta di Restaurazione che avanza col ritorno dei vitalizi ai pregiudicati e prossimamente agli ex parlamentari. Non migliore riflessione suscita la mossa della Corte Costituzionale, che “affida” alla Politica la soluzione del cosidetto “Ergastolo ostativo”. Una manovra pilatesca che finisce per premiare il collusionismo mafia-politica, e sa di grande offesa alla strage di Capaci, nel suo 29° anniversario. Senza voler scomodare affermazioni di grandi esegeti della Politica appunto, ma non possiamo svilire Questa di senso culturale e sociale, intesa come “servizio nobile e quindi gratuita per i cittadini”. Aristotele, come i costruttori della nostra Costituzione democratica, da De Gasperi a Berlinguer, non meno che Almirante e Pertini, i Padri nobili della storia recente del nostro sistema comunitario e sociale, attribuivano all’esercizio politico una funzione di artistica nobiltà e gratuità. Tutti concetti formali e sostanziali che l’attuale classe dirigente politica ha fatto di tutto, attraverso i propri comportamenti, leciti e meno leciti, per affossare, appalesando un “fare politico” sempre più affaristico, incoerente e sempre meno trasparente. Una “nebulosità” gridata nella quale la omologazione

Lamezia e non solo

dei concetti e posizioni appaiono indistinti, essendosi fatti e trasformati in opinioni, piuttosto che posizioni. E’ il caso di un segretario di Partito (il PD) che non esita a chiosare una trasmissione con i comici trash Pio e Amedeo, piuttosto che soffermarsi sulla credibilità in crisi di una Magistratura “politicizzata” a fini carrieristici. E sono proprio queste ultime a fare la differenza tra un Partito e l’Altro. Dove sta, vien da chiedersi, la differenza in politica estera, come in quella riformistica interna ad un Paese, se, come sta avvenendo in questi giorni di conflitto isaraelo-palestinese, tutti si uniformano a chiedere un “tavolo di Pace” , senza aver primo preso posizione che riconosca ai “convocati” dignità di Stato ? Così come si può accettare e riconoscere autorevolezza politica a chi, in presenza sempre più frequente di discutibili comportamenti compromissori, collateralistici e di collusionismo, sorvola per il solo criterio di “appartenenza politica” di propri militanti e rappresentanti istituzionali di bandiera ? Dove è finito quel caposaldo ideologico, affermato da soggetti politici del calibro di Berlinguer, quando affermavano che “un politico non solo deve essere moralmente ed eticamente corretto, ma deve anche apparire tale” ? Davvero è passabile il nuovo modo di concepire un politico “impresentabile” solo quando la Magistratura, dopo la fase dell’indizio di impeachment lo deve dichiarare definitivamente colpevole ? Eppure in altri Paesi europei non sono rari i casi in cui politici si dimettono dall’alto incarico per essere solamente essere stati scoperti di aver copiato una tesi di laurea. E da noi “non lasciano” neppure dopo essere stati sbugiardati dalla pretesa conseguita laurea, e dopo aver essere stati intercettati a plaudere atti corruttivi e di connivenza con la malavita. La vedo dura la risalita per una pur semplice affermazione della rappresentanza dal basso ad ogni livello istituzionale di quel “nobile servizio” al cittadino, piuttosto che diventare “casta” inamovibile che vive di privilegi e di immunità alle spalle del solito contribuente, costretto a vedersi chiedere un diritto scambiato per favore.

GrafichÉditore di A. Perri - & 0968.21844

pag. 21


Sport La judoka lametina Chiara Castiello è medaglia d’argento ai campionati italiani cadette di Judo. La judoka lametina Chiara Castiello, classe 2005 – categoria 63 kg, atleta dell’Asd Accademia arti marziali di Lamezia Terme del maestro Enzo Failla, fondata nel 1974, è medaglia d’argento ai campionati italiani cadette di Judo. Dopo i successi degli scorsi anni, raggiunti soprattutto nella classe degli Esordienti B, l’inizio del terribile periodo vissuto a causa della nota emergenza sanitaria mondiale ha fortemente penalizzato l’ascesa della forte atleta lametina. La chiusura dal mese di marzo 2020 fino a maggio 2021, inframezzata da poche settimane di attività, ha condizionato pesantemente la sua preparazione tecnica specifica che, però, ha avuto continuità nell’allenamento della sua condizione fisica, praticato con coraggio e grandissima determinazione. Chiara, infatti, è apparsa molto determinata fin dalle prime battute della gara che l’hanno vista imporsi per ippon, vittoria prima dello scadere del tempo, su Elisa Del Duca, forte atleta della Società 'Banzai Cortina Roma', uno dei più forti sodalizi italiani di Judo. Nei quarti di finale e nelle semifinali, nessuna storia per la friulana Eva Castellani e per la toscana Valentina Bellini, sconfitte dopo pochissimo tempo e con punteggio pieno. Quinta nella ranking nazionale con numerose medaglie nel circuito Gran Prix Italia tra cui spicca l’oro conquistato in Sardegna nel 2019, proprio in virtù di questa forte volontà di riprendere a calpestare il tatami - il tappeto di gara - e per il desiderio di ritornare sul podio, il sodalizio lametino ha programmato la sua partecipazione ai Campionati Italiani. La gara del 5 e del 6

giugno al “PalaPellicone” di Ostia, struttura annessa al Centro olimpico federale Fijlkam (Federazione italiana judo lotta karate arti marziali), è stata caratterizzata anche dai rigidi protocolli previsti per il contrasto all’infezione da Sars – Cov-2. A questo proposito c’è da evidenziare che le linee guida anti Covid-19 emanate dalla Fijlkam, di concerto con il ministero della Salute, sono state adottate anche da molte altre organizzazioni sportive in considerazione dello scrupoloso protocollo di massima sicurezza previsto. Proprio per questo, Chiara, il tecnico Enzo Torcasio e il papà, arbitro di Judo, Gennaro Castiello, tutti componenti della proficua trasferta, hanno provveduto al tampone molecolare prima della competizione, oltre che ottemperare alle meticolose procedure nel corso dell’evento. Assente per impegni concomitanti legati alla sua figura di presidente della commissione nazionale Mga Fijlkam, il metodo federale di difesa personale, per Failla “ è un buon inizio che dona nuova speranza futura alla Società, duramente provata in questo brutto periodo, come tutto il mondo sportivo, che da combattente, com’è nella sua sostanza e nella sua indole, saprà organizzare la sua azione decisa di rilancio, anche in vista del 2024, quando sarà celebrato il 50/mo anno dalla sua fondazione”.

Sport

Presidente Sezione AIA di Lamezia Terme  La sezione AIA di Lamezia Terme ha immesso nel proprio organico 5 nuovi arbitri, che sabato 29 maggio hanno superato la prova d’esame nei locali sezionali. La Commissione esaminatrice, presieduta dal Componente del Comitato Regionale Calabria Giacomo Bruzzano, e composta dal Presidente di sezione Gianfranco Pujia e dai Componenti Antonio Guerrise e Franco Pisani, coadiuvati dal Segretario sezionale Mattia Roperto, dopo la somministrazione dei quiz regolamentari ed il colloquio orale, ha espresso grande apprezzamento per il buon grado di preparazione evidenziato da tutti i candidati. Soddisfazione sottolineata dal Presidente e del Consiglio Direttivo sezionale, soprattutto per essere riusciti a rinforzare il gruppo nonostante il durissimo periodo che la nostra realtà, così come il resto del mondo, sta affrontando, e nonostante un corso arbitri organizzato “a distanza”, con tutte le difficoltà del caso, e in un contesto in cui riuscire a sostenere l’esame nei locali sezionali risulta un primo, evidente segnale di speranza per un ritorno alla normalità. Ai colleghi neo-immessi, Guido Ianchello, Mattia Antonio Paradiso, Simone Persico, Francesco Torcasio e Simone Vaccaro, il caloroso benvenuto da tutti gli associati lametini con l'augurio di un percorso arbitrale pieno di ogni successo!

pag. 22

GrafichÉditore di A. Perri - & 0968.21844

Lamezia e non solo


festival delle erranze IL CAMMINO DI GIOACCHINO DA FIORE: CRONACA DELLA SECONDA GIORNATA DEL FESTIVAL DELLE ERRANZE E DELLA FILOXENIA.

Sessanta “pellegrini” provenienti, fra l’altro, da Lamezia, Conflenti, Platania, Carlopoli, Petronà, Catanzaro, Cosenza, Paola, Serrastretta, Decollatura, hanno compiuto domenica 4 luglio i 18 km del nuovo tracciato (percorso interamente per la prima volta proprio in questa occasione) della tappa Platania/Carlopoli del “Cammino di Gioacchino da Fiore”, in corso di realizzazione da parte della omonima associazione, che è stata anche l’organizzatrice dell’evento, il secondo nell’ambito del cartellone estivo del Festival delle Erranze e della Foloxenia. Una lunga, faticosa cavalcata fra monti, valli, foreste, antichi, villaggi rurali, testimonianze della storia. Si è partiti dalla Domus bethaniae, la base scout immersa nei castagneti a monte dell’abitato di Platania. Un lungo traverso ha portato i pellegrini alla falde della Faggeta di Condrò, da dove è iniziata la risalita fra le meravigliose navate della foresta dove già il Festival aveva, nelle scorse edizioni, ambientato lo “shirin yoku” (immersione nei boschi) ed “arpe nel bosco” (l’escursione-concerto nella faggeta che si ripeterà quest’anno il 13 di agosto). Giunti sul crinale, la guida dell’evento, Francesco Bevilacqua, ha delineato la figura del mistico e teologo calabrese Gioacchino da Fiore (nato a Celico nel 1135 e morto a Pietrafitta nel 1202). La comitiva ha poi raggiunto la cima di M. Condrò e il panoramico piano di Pietre delle Quadarelle, con ampia vista sulla Conca di Decollatura e con visita alle pittoresche rupi ornate di graffiti preistorici. Qui l’incontro con la mandria di “capre nicastresi” (una delle più pregiate razze caprine europee) dell’allevatore Michele Scalise di Serrastretta. Attraversato l’altro panoramico poggio di Colle Pica, i pellegrini hanno imboccato la stradina che collega Serrastretta a Cusino (piccolo villaggio rurale di Decollatura), da dove, guadato il torrente Marotta, sono risaliti nel bosco di castagni e cerri sino a Monte Palombara. Sosta per rifocillarsi fra gli abeti e poi, dal vicino Monte Carolea, la comitiva è scesa, con magnifica vista, verso la valle dell’Amato, attraversando l’Azienda Acqua del Signore appartenente al demanio regionale. Superata la strada provinciale presso la stazione di Serrastretta, i pellegrini hanno finalmente imboccato l’antico sentiero-acquaro nelle gole del

Lamezia e non solo

Corace, immergendosi in una vera e propria giungla mediterranea. Passando per un mulino sapientemente restaurato e per il complesso della Bioittica di Carlopoli, finalmente hanno raggiunto i magnifici ruderi dell’Abbazia di Corazzo, dove Gioacchino da Fiore fu monaco ed abate. Qui, rifocillati dalla pro loco e dall’Avis, i pellegrini hanno assistito alla conversazione fra Francesco Bevilacqua ed il prof. Massimo Iiritano autore del libro “Gioacchino da Fiore, attualità di un profeta sconfitto”, Rubbettino Editore. Per tutto il percorso, durato dalle 9 alle 17, con un dislivello in salita di circa 600 metri, auto di servizio hanno assistito la comitiva. Il ritorno alle auto è stato effettuato con un servizio navetta predisposto dagli organizzatori. Il prossimo appuntamento è per domenica prossima 11 luglio con una facile e remunerativa escursione nella montagna di Lamezia Terme, attorno al Monte Mancuso, alla scoperta dei borghi rurali dell’ex comune di Sambiase. Ricordiamo il tema dell’edizione 2021 del Festival: “Civiltà rurali: uniche e plurali”.

GrafichÉditore di A. Perri - & 0968.21844

pag. 23


lameziaeuropaspa Progetto Waterfront Lamezia e Porto Turistico: Consegnati da Lameziaeuropa e Coipa International agli Enti sottoscrittori del Protocollo d’intesa gli elaborati tecnici dello studio di fattibilità. di Tullio Rispoli Proseguono le attività operative riguardanti il Progetto Waterfront e nuovo Porto Turistico promosso da Lameziaeuropa. Nei giorni scorsi presieduta dall’assessore regionale alle Infrastrutture e Sviluppo Territoriale ing. Domenica Catalfamo, in qualità di Assessorato coordinatore del Tavolo Tecnico regionale riunitosi in data 10 giugno 2019, si è svolta presso la Cittadella Regionale una riunione al fine di fare insieme il punto sullo stato di attuazione del Protocollo d’Intesa sottoscritto a settembre 2019. Alla riunione hanno partecipato i consiglieri regionali Pietro Molinaro e Filippo Pietropaolo, i Dipartimenti Regionali Infrastrutture ed Urbanistica, il Comune di Lamezia Terme, il Corap, la Fondazione Terina e Lameziaeuropa. Dopo una panoramica sulle iniziative in corso in merito al Progetto Waterfront e Porto Turistico illustrate in particolare dal Presidente della Lameziaeuropa Leopoldo Chieffallo, dal Commissario Straordinario del Comune di Lamezia Terme Giuseppe Priolo, dal presidente della Fondazione Terina Gennarino Masi, dal Dirigente Generale Pallaria e dai Dirigenti Iiritano e Romeo della Regione Calabria e dal Dirigente del Corap Stefania Frasca, è stata ribadita da parte di tutti gli Enti presenti e dalla Regione Calabria l’importanza ai fini dello sviluppo regionale del progetto che rappresenta uno degli interventi qualificanti delle iniziative programmate o in fase di realizzazione ovvero già operative contenute nel MASTERPLAN di Sviluppo 2021 – 2027 e funzionali allo sviluppo integrato ed al rilancio produttivo dell’area industriale dismessa ex Sir di Lamezia Terme. Nel mese di aprile 2021 è stata definita la scelta della Regione Calabria di finanziare e localizzare nell’area industriale di Lamezia Terme, su 4 ettari all’interno della Fondazione Terina già di proprietà regionale, gli Studios Cinematografici e Televisivi proTestata Giornalistica Di tutto un po’ - lamezia e non solo anno 29°- n. 74 - luglio 2021 Iscrizione al Tribunale di Lamezia Terme dal 1993 n. 609/09 Rug. - 4/09 Reg. Stampa Direttore Responsabile: Antonio Perri Edito da: GRAFICHÈditore Perri Lamezia Terme - Via del Progresso, 200 Tel. 0968.21844 - e.mail. perri16@gmail.com Stampa: Michele Domenicano Allestimento: Peppino Serratore Redazione: Giuseppe Perri - Nella Fragale - Antonio Perri Progetto grafico&impaginazione: Grafiché Perri-0968.21844

Le iscrizioni, per i privati sono gratuite; così come sono gratuite le pubblicazioni di novelle, lettere, poesie, foto e quanto altro ci verrà inviato. Lamezia e non solo presso: Grafiché Perri - Via del Progresso, 200 -

pag. 24

mossi dalla Film Commission Calabria guidata da Giovanni Minoli. Un nuovo importante intervento che legato agli attrattori ed alle infrastrutture del Progetto Waterfront e del Porto Turistico, al Centro di Ricerca della Fondazione Dulbecco promosso dal prof. Giuseppe Nisticò, alla Aula Bunker Regionale già operativa, agli 11 milioni di investimenti previsti dall’Accordo Regione – Anas per migliorare la viabilità legata alla SS 18, ai 351 ettari inseriti nella ZES CALABRIA, ai progetti di ricerca sulla transizione ecologica del Distretto Matelios, al Centro Servizi per le Imprese già completato e ad Agriexpo in fase di realizzazione, rafforzano e qualificano la vocazione naturale dell’area quale Polo Logistico, Turistico, Produttivo e di Servizi per l’intera Calabria e potranno permettere concretamente, nell’ambito del nuovo ciclo di programmazione europea 2021 – 2027 e di quanto previsto anche per la Calabria dal PNRR “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza” trasmesso dal Governo alla Commissione Europea, il riposizionamento strategico di Lamezia e dell’area Centrale della Calabria nell’ambito dello sviluppo regionale e del Mediterraneo. Sulla realizzazione di tali iniziative si continuerà a lavorare insieme per definire il nuovo ACCORDO DI PROGRAMMA PER LO SVILUPPO INTEGRATO DELL’AREA INDUSTRIALE EX SIR DI LAMEZIA TERME, da sottoscrivere sulla base di quanto previsto dal Protocollo d’Intesa del 13 Settembre 2019, che permetterà di aggiornare e portare avanti in maniera condivisa la nuova strategia di intervento per il rilancio produttivo dell’area già disciplinata in passato attraverso l’Accordo di Programma del 12 ottobre 2000 ed il Protocollo d’Intesa del 21.12.2011 sottoscritti presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

88046 Lamezia Terme (Cz) oppure telefonare al numero 0968/21844. Per qualsiasi richiesta di pubblicazione, anche per telefono, è obbligatorio fornire i propri dati alla redazione, e verranno pubblicati a discrezione del richiedente il servizio. Le novelle o le poesie vanno presentate in cartelle dattiloscritte, non eccessivamente lunghe. Gli operatori commerciali o coloro che desiderano la pubblicità sulle pagine di questo giornale possono telefonare allo 0968.21844 per informazioni dettagliate. La direzione si riserva, a proprio insindacabile giudizio, il diritto di rifiutare di pubblicare le inserzioni o di modificarle, senza alterarne il messaggio, qualora dovessero ritenerle lesive per la società. La direzione si dichiara non responsabile delle conseguenze derivanti dalle inserzioni pubblicate e dichiara invece responsabili gli inserzionisti stessi che dovranno rifondere i danni eventualmente causati per violazione di diritti, dichiarazioni malevoli o altro. Il materiale inviato non verrà restituito.

GrafichÉditore di A. Perri - & 0968.21844

Lamezia e non solo


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.