lamezianonsolo settembre 2021 ama calabia

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spettacolo

AMA CALABRIA si riparte con i Grandi Eventi EVENTI AMA CALABRIA

Dal prossimo 7 ottobre per 10 giorni Lamezia Terme, grazie all’impegno e la tenacia di AMA Calabria, diventerà centro di attrazione artistica internazionale per la presenza in città di interpreti iconici del panorama musicale mondiale, come il pianista Gerhard Oppitz, il violoncellista Misha Maisky e il violinista Shlomo Mintz. Accanto ad essi solide voci della migliore prosa italiana come Violante Placido e Gabriele Lavia cui si aggiungono una produzione internazionale di danza come Noches de Buenos Aires proposta dalla Tango Rouge Company e una coproduzione AMA Calabria, Camerata Strumentale di Prato, CIDIM dedicata al grande Federico Fellini eseguita dalla Camerata di Prato diretta da Bruno Moretti. Si aggiungono il raro programma per due pianoforti con la trascrizione di Liszt della IX Sinfonia di Beethoven nell’interpretazione di due veri pilastri del pianismo italiano, come Bruno Canino e Antonio Ballista, sodali in arte da mezzo secolo e l’ensemble di Nello Salza, prima tromba solista delle migliori compagini orchestrali europee, da anni votato alle trascriLamezia e non solo

zioni di musica cinematografica, qui impegnato in un omaggio ad Ennio Morricone, e il recital del soprano belcantista Carmela Remigio, nome di peso internazionale e voce scelta da grandi direttori del calibro di Claudio Abbado, Daniel Harding, Lorin Maazel, Antonio Pappano, Gustavo Dudamel. Si tratta di un programma poderoso mai realizzato nella regione che renderà la città di Lamezia Terme, già centrale dal punto di vista geografico e, grazie al suo aeroporto, porta internazionale per l’ingresso in Calabria, territorio non più marginale rispetto ai grandi eventi culturali italiani, europei e alle tournée internazionali degli artisti che rappresentano oggi lo status quo dell’eccellenza d’arte nel mondo, i quali, nel nostro paese, raramente scendono a sud e nella nostra regione. Il 2020 e 2021 sono stati, a causa della pandemia COVID 19, anni assai difficili, travagliati e tristemente

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eccezionali in tutto il mondo e particolarmente in Calabria, territorio cronicamente più povero di offerta culturale e sociale. Nella nostra regione il pubblico è rimasto senza eventi perché l’attenzione al settore dello spettacolo dal vivo è stata certamente inferiore rispetto sia alle altre regioni italiane, sia alle aspettative degli operatori locali che hanno subito i ritardi prima della promulgazione dei bandi e poi delle graduatorie pubblicate addirittura nell’anno successivo a quello durante il quale dovevano svolgersi gli eventi. La 43esima edizione di MusicAmaCalabria, troppo a lungo ritardata non solo dalla pandemia, ma anche dal contenzioso con la Regione Calabria, vuole dunque invertire questa triste tradizione di silenzio artistico e marginalità culturale rispetto soprattutto alla civiltà musicale internazionale, rivitalizzando i teatri storici di Lamezia Terme e ricordandone la loro funzione di importanti presidi sociali. Ai 10 appuntamenti principali si affiancheranno ben 35 altri eventi d’arte performata che avranno luogo

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presso le Terme Caronte, il Complesso Monumentale San Domenico, Il Teatro Franco Costabile, la Chiesa di San Giovanni Battista a Sant’Eufemia Vetere, il Santuario della Madonna della Spina a Bella di Nicastro, la Cunicella” nel Cortile Francesco Bevilacqua edificio Maggiore Perri, il Castello Svevo Normanno, i vagli di Sambiase e la sala Unioncamere di Sant’Eufemia. Il 43° MusicAMA Calabria però non è solo musica, teatro e danza. Il progetto è molto più ampio e si occupa di turismo, ambiente patrimonio storico, decoro urbano e di tutela dell’ambiente. L’obiettivo d’inserire le attività artistiche AMA Calabria nel ricco circuito del turismo eno-gastronomico che rappresenta uno dei principali driver del turismo italiano nonché uno degli asset economici più importanti del Paese è perseguito grazie al prestigioso accordo con la società Gambero Rosso che realizzerà la Web Guide «CALABRIA 2020 - I migliori indirizzi della regione» che, per la preziosità dei suoi contenuti e la minuziosa raccolta di “suggerimenti”, accompagnerà i

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Francesco Fiorentino e Franco Costabile nel Centro Storico Sambiase. AMA Calabria da tempo è sensibile al tema ambientale e opera nel pieno rispetto dei luoghi salvaguardando per quanto può le bellezze naturalistiche della regione. Sulla base del suo storico è riuscita ad ottenere l’autorizzazione ad applicare il protocollo ZEN Impatto zero da parte della Società SviluppUmbria che ha realizzato un importante progetto sostenuto dalla Comunità Europea. L’associazione nel corso del festival premierà con una targa e una specifica motivazione le più meritevoli real-

turisti in un viaggio alla scoperta dei sapori, dei profumi, delle tradizioni e delle novità del territorio calabrese. La Calabria diverrà la prima regione del meridione a realizzare questo innovativo progetto crossmediale, dopo il successo delle Guide regionali (Lombardia e Lazio), che, attraverso la promozione in simultanea di diverse attività, intende attirare l’interesse di appassionati, imprenditori, professionisti e giornalisti, sulla regione, sul territorio che la circonda, sulle potenzialità turistiche ed eno-gastronomiche di Lamezia Terme e della regione intera e sulla produzione agroalimentare che questa propone sui mercati di tutto il mondo. Parte del progetto è dedicata al miglioramento del decoro urbano e l’Associazione ha affidato a Maurizio Carnevali, il cui valore artistico travalica i limiti nazionali, il compito di realizzare un intervento di recupero di elementi strutturali (lampioni disattivati) esistenti sul territorio del Parco Fluviale Felice Mastroianni sito nella parte Nord di Lamezia Terme Nicastro. Oggi si presentano come monconi deturpanti e privi di alcuna funzionalità. L’intervento li porterà a nuova vita, trasformandoli in opere scultore dal carattere leggero ed evocativo sulle principali tematiche del festival. Domenica 10 ottobre alle ore 11,30 con intervento musicale del Nigun Clarinet Quartet saranno inaugurate 5 sculture dedicate rispettivamente a Ennio Morricone, Franco Costabile, al Cristo Bizantino, a Federico Fellini e a Ludwig van Beethoven. Grazie alla sensibilità e disponibilità del noto ambientalista Francesco Bevilacqua che propone una passeggiata Alla scoperta del genius loci della valle del Torrente Canne dal Castello Normanno-Svevo di Nicastro (Lamezia Terme) lungo la valle del Torrente Canne e quelle del filosofo Filippo D’Andrea sono dedicate a Lamezia e non solo

tà associative operanti sul territorio lametino che hanno contribuito, soprattutto in questo periodo emergenziale, a tenere viva la speranza di molti. Sarà dedicato un concerto pomeridiano per ogni singola associazione che potrà mettere in luce la propria attività tramite mostre o pubblicazioni. Le associazioni individuate sono le seguenti: LIONS Club Lamezia, LIONS Club Valle del Savuto e LEO Club, l’UNITER, Convegni di cultura “Maria Cristina di Savoia” di Lamezia, ROTARACT, ROTARY, SOROPTIMIST, ACLI Circolo “Don Saverio Gatti”, GrafiKé editori cui si aggiungono l’Avv. Francesco Bevilacqua e il prof. Filippo D’Andrea che collaborano al progetto. Tutti i locali dove si svolgeranno gli spettacoli saranno igienizzati; la capienza dei due teatri sarà rispettivamente di 300 persone per il Grandinetti e di 150 per il Costabile e sarà necessario il Green Pass e la mascherina per l’ingresso a tutti gli eventi. Agevolazioni, infine a quanti raggiungeranno Lamezia Terme con ITALO i cui viaggiatori potranno usufruire di uno sconto del 10% sul prezzo del biglietto per accedere alle manifestazioni.

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Il nostro territorio

L’andamento della popolazione residente in Italia, Calabria, Catanzaro, Lamezia Terme e nel Comprensorio lametino, dal censimento del 1971 all’ultima elaborazione dei dati demografici da parte dell’ISTAT del 31 dicembre 2019 di Giuseppe Sestito

La Pandemia da Covid 19 non è l’unico disastro che si è abbattuto sull’Italia, ne è solo l’ultimo. Una precedente catastrofe è costituita dalla stagnazione economica che, ci dicono le rilevazioni annuali dell’Istat (Istituto nazionale di statistica), sta strangolando l’Italia da venti anni. Stagnazione significa che il prodotto interno lordo (Pil), cioè la ricchezza prodotta in un anno dal nostro Paese, è cresciuto con valori bassissimi, prossimi allo zero. Le difficoltà in cui versa l’economia italiana risalta in tutta la sua gravità se il livello annuale lo si confronta con quello degli altri paesi dell’Unione Europea, soprattutto con i paesi dell’Eurozona. Ha scritto il presidente Draghi nella premessa al PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza): «La crisi [pandemica] si è abbattuta su un paese già fragile dal punto di vista economico, sociale ed ambientale. Tra il 1999 e il 2019, il Pil in Italia è cresciuto in totale del 7,9% [0,39% all’anno]. Nello stesso periodo in Germania, Francia e Spagna è aumentato rispettivamente del 30,2%, 32,4% e del 43,6% […..]. Dal 1999 al 2019 il Pil per ora lavorata, in Italia è cresciuto del 4,2%, mentre in Francia e Germania è aumentato rispettivamente del 21,2% e del 21,3%. La produzione totale dei fattori, un indicatore che misura il grado di efficienza complessiva di un’economia, è diminuito del 6,2% tra il 2001 e il 2019, a fronte di un generale aumento a livello europeo».

Prima che la pandemia da Covid 19 deflagrasse in tutta la sua potenza distruttiva, il debito pubblico, al 130,7%, costringeva il governo a pagare un’elevata somma di interessi alle Banche e ad altri Enti possessori dei titoli di stato italiani (oltre 70 miliardi annui di interessi) per cui davvero poco restava al Paese per investimenti produttivi. Le regioni maggiormente colpite dalla crisi dell’economia sono state quelle meridionali la cui forbice del divario, in termini di reddito pro-capite e di investimenti infrastrutturali, con le regioni del centronord si è ulteriormente allargato. Altro che convergenza e coesione Nord-Sud.

A questi due catastrofici eventi, se n’è aggiunto un terzo che consiste nella continua decrescita della popolazione nazionale e, di conseguenza, del suo progressivo impoverimento e invecchiamento. La continua diminuzione demografica ha due cause; innanzitutto una bassa natalità che posiziona il nostro Paese tra i meno prolifici del mondo e, in secondo luogo, ai tanti cittadini italiani, soprattutto giovani di entrambi i sessi e soprattutto delle regioni del Mezzogiorno, che non trovando lavoro in Italia (il tasso di disoccupazione, in primo luogo giovanile e delle regioni del Sud, è uno di più alti dell’Unione) preferiscono emigrare. Molti italiani, anche a tale riguardo soprattutto giovani e meridionali, non vedendo riconosciuto in Italia il merito che hanno acquisito studiando e formandosi, preferiscono emigrare in altri Paesi, innanzitutto dell’Unione Europea, Come conseguenza di questi 20 anni di mancata cresci- dove la meritocrazia, costituendo un valore largamente ta della ricchezza globale, si è andato dilatando a dismi- diffuso ai vari livelli della società, consente a chi vale sura il debito pubblico, il cui rapporto con il reddito na- di più di trovare agevolmente lavoro e occupare con zionale costituisce una rappresentazione chiaramente facilità posizioni di rilievo nell’apparato produttivo e in esplicativa delle difficoltà in cui naviga tuttora l’Italia. ambito sociale senza dover ricorrere, come si usa fare pag. 6

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nelle regioni meridionali, ad alcuna raccomandazione con amici, amici degli amici, politici papponi o compari più o meno legati alla malavita organizzata. dal 31 dicembre 2018 al 31 dicembre 2019, la popolazione italiana ha subito un autentico tracollo passando da 59.816.673 a 59.641.488, con un saldo negativo di Facendo ricorso ai dati dell’Istat, e partendo dal censi- -175.185 unità residenti in valore assoluto e del -0,29 in mento del 1971 (il primo dopo la nomina di Catanzaro percentuale. In un anno, cioè, la popolazione in Italia è quale città capoluogo di regione e la creazione di La- diminuita di una cifra pari, quasi, ad una volta e mezza mezia Terme di cui, quindi, si ha l’andamento storico a quella dell’aumento annuale medio che si era verifidei dati demografici) ho cercato di elaborare una messa cato nel 48 anni precedenti. a punto sistematica delle situazione demografica che mettesse in relazione la variazione della popolazione dell’Italia, della Calabria, di Catanzaro, di Lamezia Terme, e dei paesi che concorrono a formare il Comprensorio lametino per avere una immagine complessiva e coerente delle città e dei vari territori che ho menzionato. Tutto questo serve a comprendere verso dove si stia andando dal punto di vista demografico. Ciò perché, a mio avviso, è importante che ci si renda consapevoli di quali potranno essere le condizioni di Lamezia fra alcuni anni se questa tendenza, decrescente in tutto il Paese, non verrà invertita, ed attrezzarsi, culturalmente e politicamente, affinché, per quanto ci riguarda, le amministrazioni che la governano oggi e la governeranno nel futuro, si mettano in grado di adeguare alle mutate condizioni demografiche le politiche urbanistiche, sociali, economiche e di sviluppo complessivo della città. ITALIA. In 48 anni, dal censimento del 1971 al 31 dicembre 2019, la popolazione italiana è cresciuta di 5.504.971 unità, pari in percentuale al 9,70 con un aumento medio annuo di 114.687 unità residenti. Il numero massimo di popolazione è stato raggiunto nel 2014 con 60.795.612 di persone residenti. Da allora, si è verificata una inversione di tendenza con una lenta decrescita che continua fino ai giorni nostri. In un solo anno,

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CALABRIA. Nel 1971 in Calabria è stato censito il numero di 1.988.051 abitanti residenti. Negli anni successivi, la popolazione è aumentata fino a raggiungere nel 1991 il numero massimo con oltre 2milioni e 70mila abitanti (2.070.203). La differenza tra quell’anno ed il censimento del 2019 (2.070.203 – 1.894.110 = 176.093) è di -176.093 unità pari al -8,50%. Pertanto, in 28 anni, (dal 1991 al 2019) la Calabria ha perduto 6.289 unità residenti all’anno. Si è trattato di una diminuzione continua, che non si è arrestata. La differenza negativa di unità residenti tra il 2018 ed il 2019 è stata di -53.021, pari in percentuale al -2,72. In un anno, hanno lasciato la regione oltre 145 unità al giorno. CATANZARO. Nel decennio seguente alla nomina della città quale Capoluogo di regione (1970), la popolazione nel comune di Catanzaro ebbe una forte impennata, raggiungendo la cifra record di abitanti residenti mai più toccata: 100.832 (censimento del 1981). Nei decenni successivi, la popolazione residente catanzarese ha subito una inarrestabile decrescita, attestandosi, nel 2019 ad 87.397 abitanti. La differenza, in negativo, nei 38 anni intercorsi tra il censimento del 1981 e la

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rilevazione Istat del 31 dicembre 2019 è di -13.435 unità, pari al -13,32%. Questo dato significa una perdita di a vivere ed operare con la propria famiglia. oltre 354 unità residenti all’anno. Quasi tutti i paesi del comprensorio hanno diminuito Al 31 dicembre 2018, la popolazione residente nella la loro popolazione, alcuni l’hanno addirittura dimezcittà dei Tre Colli ammontava a 89.065 unità residenti. zata. Come si può vedere sulla tabella sottostante solo Un anno dopo, al 31 dicembre 2019, essa ammontava in quattro paesi la popolazione è aumentata: Curinga a 87.397. Pertanto, in un anno, la popolazione catan- (+444 = +7,21%); Gizzeria (+750 = +17,13); Falerna zarese è diminuita di -1.668 unità residenti (in valore (+261 = +7,42%); Pianopoli (+743 = + 40,24%). assoluto), pari al -1,90%. CITTADINI stranieri residenti in Italia. “Sono conLAMEZIA TERME. La città lametina ha raggiunto siderati cittadini stranieri le persone di cittadinanza il suo massimo storico di unità residenti nel 2010, su- italiana aventi dimora abituale in Italia” (Istat). Al 1° perando i 71mila abitanti ed attestandosi alla cifra di gennaio 2020 gli stranieri residenti in Italia ammonta71.286. Rispetto al censimento del 1971, immediata- vano a 4.996.158 unità e rappresentavano l’8,4% della mente conseguente alla creazione della città, l’incre- popolazione. mento, in 48 anni, registrato al 31 dicembre 2019, è stato di +12.188, (+254 unità all’anno, cioè), pari in In Calabria, gli stranieri residenti alla data sopra conpercentuale al +17,86. Nel 2019, la popolazione resi- siderata erano 104.735, pari al 5,5% della popolazione. dente nella città della Piana ammontava a 70.598 uni- La comunità straniera più numerosa è quella provetà. Un anno dopo, al 31 dicembre 2019, in cui è stata niente dalla Romania (31,8%) di tutti gli stranieri preregistrata una popolazione residente di 68.206, la di- senti sul territorio, seguita dal Marocco (13,8%) e dalla minuzione è stata di -3.080 unità, pari al -4,3%. Una Bulgaria (6.1%). Nella città di Catanzaro, capoluogo decrescita più che doppia rispetto a quella di Catanza- della regione, gli stranieri residenti erano 2.972 unità ro. Resta da comprendere i motivi del forte aumento pari in percentuale al 3,4 della popolazione. di popolazione residente per Lamezia Terme nei 49 I cittadini stranieri residenti in Lamezia Terme, al 1° anni dal 1971 al 2019, atteso che nello stesso periodo gennaio 2020, erano 5.216, pari al 7,6%, di cui 2.816 di tempo, Catanzaro è stata interessata da una crescita (Maschi) e 2.390 (Femmine). quasi insignificante di 1.113 unità (in valore assoluto), pari al +1,27% e con una crescita media annua 23,18 I cittadini africani erano 1.442; gli europei 754; gli unità residenti. asiatici 585; gli americani 41, i cittadini australiani 9. La comunità straniera più numerosa in Lamezia è LAMETINO. Esaminando la dinamica demografica quella proveniente dal Marocco con il 31,9% di tutti gli della popolazione nei 21 paesi del Lametino che ho stranieri presenti sul territorio, seguita dalle comunità preso in considerazione nello stesso periodo di tempo rumena (20,2%) e ucraina (8,9%). che ho considerato per Lamezia Terme, si potrà rispondere, almeno in parte, a questa domanda. Nel periodo di Tabelle e grafici tempo, 1971-2019, i paesi del comprensorio lametino 1 – Tabella generale della popolazione residente in Italia, Calabria, Catanzaro, Lacontavano una popolazione di 64.792 unità residenti. mezia Terme. Al 31 dicembre 2019, ne contavano 54.417. Pertanto, 2 – Grafico della popolazione residente in Italia dal 2001 al 2019. nei 48 anni oggetto dell’indagine, la popolazione è di- 3- Grafico della popolazione residente in Calabria dal 2001 al 2019. minuita di 10.375 unità residenti, (64.792 – 54.417 = 4- Tabella della popolazione residente in Lamezia Terme dal 1971 al 2019. -10.375), pari al -16,01%. Questa cifra è pressappoco la 5- Grafico della popolazione residente in Lamezia Terme dal 2001 al 2019. medesima di quella di cui si è accresciuta Lamezia Ter- 6 – Tabella della popolazione residente nel Lametino dal 1971 al 31 dicembre 2019. me nello stesso periodo per cui è ragionevole ipotizzare 7- Grafico della popolazione di cittadini stranieri residenti in Lamezia Terme per che la maggior parte dei cittadini del comprensorio si paesi di provenienza. – Grafico della popolazione di cittadini stranieri residenti in Lamezia Terme per sia riversata in Lamezia Terme e qui abbia cominciato 8continenti di provenienza. pag. 8

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Liriche, note e… sotto le stelle di San Lorenzo, la serata evento alle Terme Caronte si conferma un successo dell’estate lametina. Tra premi e ricordi di personaggi illustri anche l’omaggio a Bergamo città simbolo della pandemia Associazione culturale San Nicola

LAMEZIA. “Liriche, note e…sotto le stelle di San Lorenzo”, l’ottava edizione della serata evento svoltasi nel parco naturalistico delle Terme Caronte si è confermata come uno degli appuntamenti più attesi dell’estate lametina. L’iniziativa, ideata e promossa dall’associazione culturale San Nicola guidata da Pino Morabito, ha

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ancora una volta dato vita ad un mix perfetto di poesia, musica e intensi momenti di riflessione. La serata si è aperta con l’omaggio a Bergamo, città simbolo della pandemia: un momento di grande emozione e commozione trasmessa al pubblico presente dal dottor Guido Marinoni, presidente dell’Ordine dei medici della cittadina lombarda, il quale ha ripercorso i momenti più duri dell’emergenza sanitaria. Marinoni ha lanciato un appello di speranza sempre viva e forte per Bergamo, per l’Italia e per il mondo intero ancora afflitto dalla pandemia. Ad intervenire in diretta Skype anche Roby Facchinetti, storico componente dei Pooh che ha raccontato come è nata la sua canzone “Rinascerò rinascerai” scritta insieme al compianto Stefano D’Orazio. Un inno di fiducia e speranza scaturito dalla profonda angoscia vissuta e che da Bergamo si è poi diffuso ovunque. Altro pregnante momento della serata è stato quello dedicato a don Save-

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alla terza edizione, è stato assegnato al lametino Francesco Polopoli, docente di lettere classiche tra i massimi studiosi del pensiero gioachimita; scrittore, poeta e saggista tra le figure più apprezzate del panorama culturale contemporaneo. Per il primo anno è stata rio Gatti, sacerdote che, negli anni Sessanta e Settanta, è stato maestro di vita per laici e religiosi. A ricordarne la levatura morale, la preparazione teologica e il carisma sono stati l’avvocato Mario De Grazia, don Vittorio Dattilo ed il vicario generale della diocesi don Pino Angotti. Il vescovo diocesano, mons. Giuseppe Schillaci, intervenuto telefonicamente, ha concordato sul fatto che la figura di don Saverio vada riscoperta in modo che la sua opera diventi testimonianza viva per le giovani generazioni. Il premio La rosa nel bicchiere, giunto

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anche assegnata la targa speciale “Rosanna Cataudo”, dedicata alla compianta professionista lametina recentemente scomparsa. Il riconoscimento è andato al dottor Ettore Greco, già primario della divisione di Oncologia dell’ospedale Giovanni Paolo II di Lamezia, premiato per la sua professionalità e per le sue grandi doti umane. Altro riconoscimento per l’arte e la creatività è stato assegnato al lametino Francesco Spatara, pittore e scultore che da anni vive in Sardegna e che è tra gli artisti italiani presente nel primo Atlante dell’Arte Contemporanea edito dalla De Agostini. Il momento del teatro è stato animato dall’opera “Panta rei” di Salvatore De Biase, una ballata sulla Calabria di ieri e di oggi: terra controversa, ricca di luci

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e di ombre, che ancora non trova il suo equilibrio e la sua giusta considerazione. A mettere in scena la ballata i componenti del gruppo artistico: Tonino Arcieri, Marcello Bruni Pagnotta, Filomena Cervadoro, Pino Mete e Giovanna Pullano. Il Maestro Francesco Sinopoli, al pianoforte, ha curato i tanti momenti musi-

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cali con il supporto di Ivan Mancini (violino), Mimmo Caruso (mandolino), Flavio Nicotera (clarinetto), Francesco De Biase (chitarra elettrica). Un ensemble che ha brillato per la coordinazione e l’esecuzione magistrale delle musiche che hanno costituito la colonna sonora di una magica serata sotto le stelle nel magnifico parco delle Terme Caronte.

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eventi

La Meridiana di Sambiase

di Giovanni Mazzei

Non è dato sapere quando l’uomo iniziò a sentire l’esigenza di misurare il tempo ma è logico immaginare che all’inizio non riuscisse ad andare oltre l’interpretazione dei grandiosi fenomeni del sorgere e del tramontare del sole. Successivamente si interpretò la giornata col movimento dinamico del sole, ovvero: sole in ascesa, allontanamento dall’accampamento per la caccia, sole calante, necessità di raggiungere l’accampamento per trascorrere la notte al riparo dai pericoli. Tentare di comprendere il tempo ed il suo trascorrere è uno dei più ambìti traguardi cui concorrono varie scienze e anche le discipline filosofiche. In quest’ottica, troviamo ancora attuale citare Sant’Agostino, il quale nell’undicesimo libro delle sue Confessioni affermava: “io so cosa è il tempo ma quando me lo chiedono non so spiegarlo”. È stata probabilmente l’osservazione dell’ombra proiettata sul terreno da un albero sufficientemente diritto a suggerire come tramite le modificazioni della lunghezza dell’ombra si potesse suddividere il tempo di “luce” da quello di “buio”. Con l’evolvere della civiltà ed essendo un essere sociale, l’uomo – per dare senso e ordine alle vicende storiche – sentì impellente il bisogno di misurare il tempo. È questo il principio, ovviamente raffinato nel corso dei secoli e millenni, alla base del funzionamento delle meridiane. Questo antichissimo strumento per la misura del tempo inevitabilmente seduce. Si rimane colpiti dalla bellezza artistica dell’opera, molto spesso accompagnata da un bassorilievo, un mosaico, oppure da un motto che di solito invita a riflettere sulla natura del tempo, il suo scorrere inesorabile, la brevità della vita. Più semplicemente possiamo essere incuriositi dal funzionamento (e il pensiero va al sole, alla terra che gli gira intorno e inevitabilmente agli spazi infiniti tra le stelle). Forse il silenzio, in quel lentissimo scorrere dei minuti, ci aiuta a recuperare un senso più naturale del tempo. La meridiana ha anche il pregio di essere unica: le sue caratteripag. 12

stiche dipendono strettamente dal luogo e dall’orientamento del supporto su cui è realizzata. A Sambiase, accanto alla chiesa Matrice di San Pancrazio, vi è un’antica meridiana simbolo per eccellenza del centro sambiasino. Sotto il sistema di misurazione sono scolpite le Due Torri (presenti anche nel gonfalone dell’ex comune) richiamanti l’antica denominazione del territorio, citata negli itinerari romani di Antonino Pio e riportati dal Barrio: Turres. L’orologio solare di Sambiase fu scolpito da Vincenzo Roberti nel 1889 su progetto di Monsignor Giuseppe Candido. Monsignor Candido fu nominato da Papa Leone XIII, nel 1881, vescovo di Lampsaco e anche coadiutore, con futura successione, del vescovo di Nicastro. Nominato vescovo di Nicastro nel 1882, il Candido affrontò nella sua diocesi notevoli spese, soprattutto per il seminario. Giuseppe Candido entrò all’età di 10 anni nel Collegio Reale dei Gesuiti dove manifestò grande entusiasmo per lo studio dell’elettricità, in seguito conseguì a Napoli la laurea in matematica e fisica. Soprannominato il “vescovo scienziato”, ritornato post laurea a Lecce, sua città natale, Monsignor Candido realizzò numerosi apparecchi elettrici utilizzati nelle abitazioni private della città, ma il suo impegno principale in campo elettrico è rappresentato dalla rete di orologi pubblici elettrici sincroni a Lecce negli anni compresi tra il 1868 e il 1874. Quest’opera che egli stesso costruì dopo averla progettata non aveva precedenti in Italia e fu una delle prime in Europa, rimanendo in funzione fino al 1937. Tra le sue invenzioni si annoverano, inoltre, la pila a diaframma regolatore, il pendolo elettromagnetico sessagesimale ed il brevetto di un gassogeno automatico. All’opera di scienziato e di sacerdote affiancò un’appassionata attività di pittore dilettante.

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a riveder le stelle di Edoardo Flaccomio e Flaviana Pier Elena Fusi

AOR: LA LUCE È SERVITA Il diario segreto è un mondo inquieto? Segreti e alfabeti dell’amore

Un diario segreto Nasconde un cuore inquieto Di chi vuole ammaestrare Un amore che non sa dove andare Così affida alla solitudine Ciò che poi diviene beatitudine. Una scrittura che pittura Una cucitura sull’anima pura Catartica è la missione Della parola fatta con ammissione Di fragilità e ingenuità Nel diario divengono immensità. Si rilegge per rinverdire E un ricordo vede un rifiorire Ma la distanza mette a posto la danza E quel che è stato Sarà ora in altro modo gustato. Consiglio meteo: se col buio era segreto con la luce diviene lieto.

Il diario segreto mette a contatto l’essere umano con la parte più profonda di sé in quel preciso momento esistenziale. È un’agenda confidenziale che nessuno può leggere. La profondità di chi lo redige varia a seconda dell’età e dell’evoluzione personale. I diari sono legati alle epoche, alle guerre, ai mondi fatati che aleggiano in noi, ai sogni, agli amori che nascono e muoiono. Possono contenere confessioni puerili, ma anche dichiarazioni pesanti come macigni. La penna che scivola sui fogli bianchi o colorati, somiglia al sismografo dei nostri terremoti interni. Diario, dal latino diarius che significa: durare per un giorno; come non restare affascinati dal fatto che la parola giorno compare nelle due lettere iniziali ’di’ richiamanti il dì? La parola restante, ‘ario’, contiene la vocale ‘ i ‘ che simboleggia, stando alle leggi ancestrali messe sotto silenzio in passato, l’energia ‘evolutrice’ della persona che si confessa a se stessa. Le restanti tre lettere, lette da destra a sinistra, formano la parola ‘ora’; il tempo, quindi, è chiamato in causa. Il passaggio dal latino all’italiano non fa una piega, entrambe le lingue conducono alla stessa conclusione: il diario privato non può essere conservato a lungo, va ‘consumato’ al più presto. L’energia personale impiegata nello scriverlo ha solo uno scopo: trattenere e identificare bene la sensazione o l’evento circoscritto, dopodiché occorre riversare all’esterno quanto riportato all’interno, non fosse altro che per liberare se stessi dalla chiusura al mondo. Anche in ebraico le sorprese non mancano perché la parola ‘diario’ contiene il termine ‘aor’ che vuol dire luce e la parola ‘idi’ che significa testo. In definitiva, utilizzando la lingua divina, diario significa ‘testo luminoso’. Tale deve essere il diario segreto: una tela affrescata raffigurante lo stato d’animo più profondo della persona e perciò stesso definibile lucente.

Flaviana Pier Elena Fusi

Edoardo Flaccomio

Il seme della gioia è ciò di cui si ciba l’uAl diario affido i pensieri, quelli veri fino a ieri, han segnato la mia storia e un giorno riguarderò la memoria. Un ricordo lontano passa come un uragano, l’istante in divenire inneggia alla vita con il suo fluire. Una pagina immacolata, viene con l’inchiostro bagnata, è colore che esce dal cuore, il solo che riconosce l’amore. Di quello son qui a raccontare e della difficoltà d’amare, soprattutto noi stessi, che siam così complessi. Vogliamo volare, senza pensare che privi d’ali non si può fare. Ci ritroviamo a terra bambini e nel diario tratteggiamo i confini, dove nessuno ci potrà disturbare così costruiamo il nostro amore ideale, quello che esiste solo nell’essenziale: sentimento che non si può toccare. Rappresenta il sogno primordiale e cerchiamo assolutamente un altro a cui poterlo raccontare.

BOLLETTINO METEO

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territorio

I SANTUARI MARIANI DELLA DIOCESI LAMETINA

MADONNA DI DIPODI

di Matteo Scalise

Continuiamo a raccontare le vicende storiche relative al Santuario di Dipodi. Risale al 1533 la più antica campana oggi conosciuta (sostituita dalla attuale nel 2014), mentre dei secoli precedenti al XVII secolo non sappiamo purtroppo da chi fosse retto il luogo sacro (rettore, arciprete, parroco delegato da Feroleto?) né della esatta quantità ed estensione dei fondi agricoli indispensabili per il mantenimento del clero che vi officiava. Ad inizio del XVII secolo (1600) nella diocesi di Nicastro giunse l’Ordine Agostiniano detti degli “Zumpani” (poiché seguirono le riforme introdotte dal beato Francesco da Zumpano) i quali fondarono conventi a Curinga, Serrastretta e uno a Feroleto Antico, precisamente nel 1604. Ebbero quindi pure la cura pastorale di Dipodi, tant’è che in una relazione del vescovo di Nicastro datata 1726 e redatta da monsignor Domenico Angeletti, Dipodi è definita Grancia degli Agostiniani (la Grancia era una struttura edilizia utile alla conservazione del grano o dei prodotti alimen-

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(II e ultima parte)

tari derivanti da uno sfruttamento di terreni agricoli, spesso sottratti dai monaci all’impaludamento tramite lavori di drenaggio idraulico e di bonifica e gestiti sotto forma di azienda agricola da parte degli Ordini Monastici). La gestione economica degli Agostiniani fu abbastanza florida, poiché possiamo leggere nel Catasto Onciario del 1746 di Feroleto Antico che il Santuario era creditore di ben dodici fuochi (famiglie) feroletane dello sfruttamento di sue proprietà per la coltivazione di alberi da frutto, del gelso bianco e rosso e per il pascolo. La cura pastorale degli Agostiniani fu interrotta però nel 1784 dalla Cassa Sacra, nel 1809 dalle leggi eversive Murattiane e infine nel 1866 dal neonato regno d’Italia che intaccarono sicuramente anche i ricchi possedimenti agricoli. Durante questa loro essenza il Santuario rimase comunque aperto, retto da un presbitero diocesano. Dal 1866 fino al 1911 ci furono dissidi fra Agostiniani e diocesi di Nicastro (dal 1986 diocesi di Lamezia Terme) su chi avesse la

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proprietà del Santuario, finché una sentenza della Pretura di Feroleto stabilì che fosse esclusivamente della diocesi, la quale inviò subito due presbiteri in veste di Rettore e di Cappellano affinché vi celebrassero la messa durante l’anno. Ricordo che v’era poi al Santuario, a tempo pieno, un laico detto romito e quasi sempre proveniente da Feroleto, il quale tre giorni a settimana si recava al Santuario per aprirlo e chiuderlo affinché i presbiteri potessero celebrare la messa. Nel 1840 fu edificato l’Altare Maggiore (oggi non più esistente) a devozione della benestante famiglia Torchia di Feroleto, mentre il 5 febbraio 1854 giunse da Napoli, via mare, la SECONDA e attuale statua della Vergine di Dipodi (dal costo di 80 ducati) e per il cui ricordo furono piantati due Platani ancora oggi esistenti davanti la chieusola. Tra il 1850/1855 fu costruito un coro ligneo, mentre nel 1855 per la prima volta l’immagine della Vergine di Dipodi fu portata a Feroleto Antico dove rimase fino al 25 marzo 1856. Dopo il devastante terremoto dell’8 settembre 1905 fece visita a Dipodi l’allora arcivescovo di Reggio Calabria, il cardinale Gennaro Portanuova, metropolita della diocesi di Nicastro (dal 2001 invece la diocesi di Lamezia Terme è suffraganea della arcidiocesi metropolita di Catanzaro-Squillace) il quale rimase colpito dal sacro luogo affermando: “Bello era il santuario nella quiete dei campi, con ampia piazza innanzi, e lungo portico, dalla parte inferiore attaccato alla chiesa, dedicata all’Assunta ed intesa comunemente come S. Maria de Puris”. Nel 1910 ci furono frizioni fra l’allora vescovo monsignor Giovanni Règine e l’arciprete di Feroleto don Francesco Paolo Augello, poiché il primo aveva deciso che la gestione delle festa sarebbe stata d’ora in poi curata direttamente dalla Curia. L’arciprete informò il Sindaco e questi la popolazione che, irritata dalla scelta di Règine, impedirono il 14 agosto l’entrata in chiesa per la celebrazione della messa ai 12 fra presbiteri e seminaristi inviati da Règine, i quali furono persuasi a tornarsene a Nicastro. Nel 1930 monsignor Eugenio Giambro commissionò la nicchia in marmo bianco della Cona votiva presente sulla strada provinciale. Nel 1940 la chiesuola era ricoperta nelle pareti laterali da migliaia di ex voto, oggi custoditi presso il Museo Diocesano. Nel 1950 la statua della Vergine di Dipodi fu portata solennemente a Feroleto in occasione della solenne proclamazione del dogma dell’Assunzione, avvenuta il 1 novembre 1950 per volere di papa Pio XII. Nel 1958 il quadro raffigurante la Santa Vergine col Bambino e con accanto re Ruggero, papa Callisto II e il vescovo Enrico, d’epoca seicentesca, fu restauraLamezia e non solo

to dal pittore nicastrese Giorgio Pinna e nuovamente nel 2013 dalla dottoressa Romana Buttafuoco. Oggi troneggia sopra l’Altare conciliare, quest’ultimo consacrato nel 2014. Nel 1977 si procedette ad una discutibile opera di restauro del secolare edificio, talmente di dubbio gusto che nel 2012 è stato nuovamente restaurato portandolo all’attuale splendore architettonico ed estetico. Sempre nel 1977 fu creato il piazzale di fronte il Santuario, la strada asfaltata per raggiungerlo e la Casa del Pellegrino. Nel 2013/2014 (Anno della Fede) la statua della Madonna di Dipodi è stata pellegrina in molte parrocchie lametine, mentre nel 2016 monsignor Luigi Cantafora l’ha solennemente incoronata. Nel 2015 il Santuario ebbe per la prima volta la Porta Santa per concessione di papa Francesco che indisse il Giubileo della Misericordia. Infine, da agosto 2019 ad agosto 2020 il Santuario ha celebrato i mille anni di storia con un Giubileo Straordinario concesso dalla Penitenzieria Apostolica su richiesta del vescovo monsignor Giuseppe Schillaci. La memoria liturgica della Beata Vergine Maria di Dipodi è il 15 agosto, giorno della solennità della Assunzione in cielo in anima e corpo della Beata Vergine Maria, preceduta da 15 giorni di preparazione spirituale attraverso la recita del rosario solenne, messe celebrate dal clero diocesano e il canto del Responsorio alla Beata Vergine Maria. Fino a qualche decennio fa, a latere della festa religiosa, v’erano manifestazioni della pietà popolare oggi quasi estinte quali l’usanza di camminare con le ginocchia o di strisciare la lingua a terra come segno di devozione e mortificazione corporale, fare le nottate di preghiera nel Santuario, indossare abiti votivi, ballare tutta la notte sul sagrato, il tutto contornato dalla presenza di una fiera (“per antico immemorabile diritto” si legge in un Atto della Cassa Sacra del 1786) in cui si vendevano sia animali che prodotti agricoli (oggi la fiera dura dal 13 al 15 agosto, una volta per tutti e 15 giorni). Da poco è stata ripristinata l’antica processione delle bambine, detta “delle Verginelle” che vestite di bianco e con una corona di fiori bianchi in testa, provenienti da molti paesi del lametino, vanno in processione il 13 agosto recitando la seguente preghiera in vernacolo locale: ”Nua jamu a visitari la Madonna, lu jornu di la Vergini Maria, chi di lu paradisu è la culonna ed è la fidi e la speranza mia”. Da segnalare anche i 15 sabati alla Madonna di Dipodi, messe votive celebrate durante l’anno a turno dal presbiterio diocesano. Dal 2011 l’attuale rettore del Santuario Madonna di Dipodi è il canonico don Antonio Astorino.

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elementi della natura

LE ERE ZODIACALI

Parte seconda

di Palma Colosimo

Gli elementi della natura sono energie primordiali dell’Universo, senza di esse nulla potrebbe esistere. Secondo la legge dell’equilibrio, ogni cosa nell’Universo cosmico è in armonia. Gli stessi elementi, sono soggetti a questa legge, la prevalenza di un ’elemento sull’altro presuppone avvenimenti tragici. Gli elementi sono quattro il FUOCO, la TERRA, l’ARIA e l’ACQUA, essi si rivelano a noi attraverso le forze della Natura. Gli antichi, attraverso l’osservazione dei cicli naturali e dei comportamenti umani, capirono che queste forze non solo, agivano nel mondo esterno, ma erano attive anche all’interno dell’uomo. Le qualità degli elementi furono attribuite anche ai segni zodiacali, ad ogni elemento furono assegnati tre segni, i quali vennero denominati TRIADI. La TRIADE del FUOCO o dell’ESSERE, la TRIADE della TERRA o del FARE, la TRIADE dell’ ARIA o del RELAZIONARE e la TRIADE dell’ ACQUA o del SENTIRE. IL FUOCO : L’ARIETE IL LEONE E IL SAGITTARIO

Il Fuoco è il big bang iniziale, rappresenta metaforicamente, e non solo, l’inizio della creazione, la forza che ha smosso ed ha dato vita all’universo. E’ una forza sempre in movimento creativa, maschile, irrazionale, intuitiva e immaginativa. L’ osservazione dell’elemento ci fornisce tutte le informazioni su di esso. Il Fuoco ha bisogno di materiale da bruciare per poter vivere, altrimenti si estingue. Il suo nemico è il tempo, non ha la pazienza di aspettare, e non tollera la frustrazione. Il Fuoco è la creazione indiscriminata, è una forza indomabile e travolgente, passionale leale e generosa. Proprio perché ha bisogno sempre di nuovi stimoli, i nativi possono essere preda di facili entusiasmi, ma anche di depressioni. Questo elemento ha una visione oggettiva, nel senso che non introietta la realtà per rielaborarla, ma ne possiede una visione distaccata, non genera attaccamenti con persone o cose, ed è sempre alla ricerca di una nuova avventura. pag. 16

LA TERRA: IL TORO LA VERGINE E IL CAPRICORNO

Dopo il Bin Bang dove tutto ha inizio, il fuoco si raffredda ed appare la Terra. Accogliente, nutriente, fertile madre, che accoglie i tre regni della natura. La Terra è un elemento femminile, irrazionale e passivo. Ha un modo di leggere e introiettare il mondo in maniera introversa soggettiva, e non oggettiva come avviene nei segni maschili di Fuoco e Aria. La Terra sente attraverso i sensi, Sente gli odori e i sapori deve vedere e toccare, ha una sensualità innata. Si dice che la Terra rumina, trattiene, si aggrappa agli oggetti. Sviluppa attaccamenti verso l’ambiente e le persone, e fatica a lasciar andare. Il tempo è suo amico perché essa è in armonia con i ritmi naturali, ma rischia di diventare monotona e pesante. Non riuscendo a percepire l’astrazione, ha difficoltà con il pensiero astratto. Quando gli si richiede di improvvisare va in ansia. La Terra ha bisogno di concretezza di vedere i frutti del suo lavoro, ha bisogno di sicurezze sia materiali, che affettive. Anche se lenta, porta a termine il suo lavoro, è forte, e resistente alla fatica. Un suo limite può essere, in certi casi, proprio la resistenza e senso del dovere, che la portano a resistere a farsi carico di ogni incombenza. Può apparire fredda, ma dentro è calda e avvolgente, similmente al suolo che può essere percepito freddo, ma all’interno il suo nucleo ribolle. Ama la semplicità ed è dotata di una bellezza naturale, è attenta ai bisogni del corpo e lo cura, sia nell’alimentazione che nell’ uso di prodotti naturali. E’ bravissima nella gestione delle risorse, e sa riconoscere chi ne è dotato in talento o in mezzi. Un limite della Terra può essere un eccesso di materialismo e l ‘ incapacità di lasciar andare e aprirsi al cambiamento. L’ARIA: I GEMELLI LA BILANCIA E L’ACQUARIO L’Aria è leggera non si vede e non si tocca. E’ un elemento maschile, razionale e tende a leggere il mondo

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in maniera oggettiva e obbiettiva. Il suo pensiero è razionale mentale, non sente attraverso i sensi come la Terra, e nemmeno attraverso le emozioni come l’Acqua e non ha di certo l’irruenza istintuale del Fuoco. Essa è l’elemento più distaccato in assoluto. Non ha forma come l’Acqua e si adatta alla forma che vuole assumere al momento. Non ha confini ed ha uno sviluppato senso della libertà, non ha odore né sapore, è lo spirito della vita che Dio soffiò in Adamo. La maniera in cui si manifesta è il relazionare la socievolezza l’entrare in contatto con le persone. Il pensiero è l’elemento più umano in assoluto. Esso viene associato all’ aquila che dall’alto ha una visione distaccata. Ha quindi obbiettività e senso critico, sa immaginare e progettare. Il pensiero è astratto non si può vedere né toccare, e nel mondo immaginario tutto è possibile, ma quando viene calato nella materia perde, quella perfezione con la quale era stato partorito inizialmente nella mente, e questo disturba e mette in ansia l’Aria. Un’altra cosa che disturba l’Aria sono le emozioni, con le quali non riesce ad interagire, anzi ritiene che esse possano inquinare quella perfezione a cui tanto aspira. Questa lotta tra cuore e mente caratterizza l’Aria, essa infatti parla di sentimenti, ma trova difficoltà a sentire. Per questo motivo che a volte ferisce senza rendersene conto, con lo strumento con il quale è più a suo agio: le parole e il pensiero. Può essere crudele, a volte è dotata di un umorismo nero. L’ACQUA: IL CANCRO LO SCORPIONE E I PESCI L’ ultimo elemento è l’Acqua fonte di vita e di nutrimento dell’anima. Si esprime attraverso il sentire delle

Testata Giornalistica Di tutto un po’ - lamezia e non solo anno 29°- n. 76 - sttembre 2021 Iscrizione al Tribunale di Lamezia Terme dal 1993 n. 609/09 Rug. - 4/09 Reg. Stampa Direttore Responsabile: Antonio Perri Edito da: GRAFICHÈditore Perri Lamezia Terme - Via del Progresso, 200 Tel. 0968.21844 - e.mail. perri16@gmail.com Stampa: Michele Domenicano Allestimento: Peppino Serratore Redazione: Giuseppe Perri - Nella Fragale - Antonio Perri Progetto grafico&impaginazione: Grafiché Perri-0968.21844

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emozioni. Essa è un elemento femminile passivo e razionale, sente, quindi il suo è un pensiero introverso. Attraverso le emozioni legge il mondo che la circonda. Riesce a sentire le emozioni degli altri in maniera empatica, vorrebbe che gli altri sentissero come lei sente. Pensa che non siamo così separati, ma siamo uniti dalle emozioni, così come un sorriso che passando di bocca in bocca ci unisce nella stessa emozione. L’Acqua è incolore e insapore, non ha forma e prende la forma dell’oggetto che la contiene, ma essa non ha confini. E’ molto porosa sensibile ed assorbente, è morbida, per questo tende a non agire apertamente, ma ad essere subdola. Le due emozioni con cui deve fare i conti l’Acqua sono la paura e la rabbia. La paura dell’abbandono, e la rabbia generata dal fatto di non saper dire di no, sono due emozioni che vanno a braccetto e sono l’una la conseguenza dell’altra. Deve imparare a non far uso della manipolazione, del vittimismo e del ricatto emotivo, e che il solo controllo che può esercitare è sulle proprie emozioni e non sull’altro. Solo così sarà libera da condizionamenti emotivi.Il FUOCO e l’ARIA sono amici, così come lo sono l’ACQUA e la TERRA. Sicuramente i nostri lettori riconosceranno nel proprio segno la qualità degli elementi. Questa lettura spero possa servirvi a diventare più coscienti delle vostre attitudini e difetti, per poter migliorare i vostri talenti. L’ideale sarebbe che in tema natale tutti gli elementi fossero in equilibrio tra loro. Esso potrà non essere perfetto, ma lo è per noi per la missione che dobbiamo svolgere in questa vita. NB il tema natale lo si può ricavare attraverso la data e l’orario di nascita

88046 Lamezia Terme (Cz) oppure telefonare al numero 0968/21844. Per qualsiasi richiesta di pubblicazione, anche per telefono, è obbligatorio fornire i propri dati alla redazione, e verranno pubblicati a discrezione del richiedente il servizio. Le novelle o le poesie vanno presentate in cartelle dattiloscritte, non eccessivamente lunghe. Gli operatori commerciali o coloro che desiderano la pubblicità sulle pagine di questo giornale possono telefonare allo 0968.21844 per informazioni dettagliate. La direzione si riserva, a proprio insindacabile giudizio, il diritto di rifiutare di pubblicare le inserzioni o di modificarle, senza alterarne il messaggio, qualora dovessero ritenerle lesive per la società. La direzione si dichiara non responsabile delle conseguenze derivanti dalle inserzioni pubblicate e dichiara invece responsabili gli inserzionisti stessi che dovranno rifondere i danni eventualmente causati per violazione di diritti, dichiarazioni malevoli o altro. Il materiale inviato non verrà restituito.

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parlando di..

Grandi uomini e grandi manie di Antonella Caruso

Le idee migliori non vengono dalla ragione, ma da una lucida, visionaria follia* (Erasmo da Rotterdam) È difficile pensare che grandi scrittori, poeti, pittori, artisti famosi e geniali possano aver convissuto con fobie e strane abitudini. È difficile dire quanto queste manie facessero parte di un rituale di scrittura, ma penso sia interessante parlarne per capire se possa sussistere un legame con le opere che sono state prodotte proprio grazie a loro. Il grande Giacomo Leopardi lo definirei un portatore sano di strane abitudini. Pare che, forse troppo preso dal suo lavoro, non aveva troppo tempo da dedicare al suo abbigliamento. Aveva, infatti, l’abitudine di curarsi poco dei suoi vestiti, al punto che non solo puzzavano di tabacco, ma bisognava lavare gli indumenti intimi prima di portarli in lavanderia. Era anche ipocondriaco ed aveva una grande paura di morire. Questo lo portava a seguire le prescrizioni mediche esagerandole a dismisura. Si racconta, nelle sue biografie, che se un medico gli consigliava di evitare la luce del sole, lui si chiudeva al buio più completo. Se gli veniva prescritto di camminare un po’ durante la giornata, lui correva fino ad esaurire tutte le sue forze. Un’altra particolarità era quella di mangiare una quantità esagerata di gelati, l’importante è che fossero, però, prodotti da Vito Pinto. Rasentava il masochismo invece, un’abitudine strana riguardante Vittorio Alfieri. Ogni giorno si faceva legare ad una sedia dal suo cameriere, al quale ordinava di lasciarlo così per un certo numero di ore, il tempo necessario e deciso di trascorrere studiando o scrivendo. Andiamo un po’ fuori dall’Italia. Un’altra stranezza caratterizzava Charles Dickens. Semplice: amava visitare gli obitori. Lì trascorreva intere giornate osservando i corpi dei defunti per ore. Rilassante? A sostenere la sua abitudine era quella che lui stesso ha definito come “l’attrazione per la repulsione”. Meno macabra era la fissazione per l’inchiostro, in particolare quello blu, ma per ragioni pratiche. Asciugandosi più rapidamente, gli permetteva di fare a meno della carta assorbente e, dunque, di scrivere con maggiore velocità. Altre strane manie le ritroviamo in un’altra mente geniale :James Joyce. Quando scriveva amava pag. 18

farlo sdraiato sul letto e a pancia in giù, avvolto in una giacca bianca usando una grande matita blu. Pare, infatti, che abbia composto la maggior parte di “ Finnegans Wake” su un cartone servendosi di pastelli a cera. Questa strana abitudine era una conseguenza dell’irite, che l’aveva colpito e i pastelli erano un supporto sicuramente valido per la sua vista. Bizzarra davvero era un’altra mania di Joyce, tanto da far storcere il naso agli esperti di bon-ton :amava così tanto le flatulenze della moglie che elogiava in lettere a metà tra l’espressione di un intenso amore e la conferma di un’abitudine che nel tempo divenne una vera e propria ossessione. La Cappella Sistina ha un aspetto celestiale ma il suo creatore, un certo Michelangelo, uno dei nomi più importanti nella storia dell’arte occidentale, era lontano dall’esserlo. E per una semplice ragione: l’igiene. Michelangelo dormiva con i suoi stivali e vestiti, senza toglierli per giorni. Evitava di lavarsi e lo considerava persino un pericolo per la salute. Beh, potrebbe aver fatto bene, dato che ha vissuto fino all’età di 89 anni,che per l’epoca è un’età assolutamente incredibile. Vogliamo parlare della minestra di Thomas Edison? Assumeva i suoi ricercatori dopo un rigoroso colloquio durante il quale chiedeva al candidato di mangiare un piatto di minestra sotto l’attento sguardo dell’inventore. L’esame della zuppa di Edison serviva a verificare se il potenziale impiegato condisse il cibo prima di assaggiarlo. Se aggiungeva il sale alla minestra senza averla prima assaggiata, lo congedava immediatamente. Il test mirava a scartare coloro che iniziavano un’attività con troppe presunzioni. Genialità e Follia, un binomio che spesso ha accompagnato le grandi menti del passato. Ogni personaggio illustre, definito genio, aveva uno strano modo di approcciarsi alla vita. Probabilmente è proprio la loro eccentricità e il loro “vedere lontano” che li ha fatti passare alla storia come menti brillanti. I cosiddetti “geni”, infatti, avevano delle strane abitudini, bizzarre consuetudini che ne hanno caratterizzato la loro personalità. “Noi gente pazza ragioniamo col cuore” (Jim Morrison).

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Attivati i 12 posti letto dell’Unità Operativa recupero e riabilitazione del Polo Integrato ASP-INAIL di Lamezia Terme

Sono attivi dal 9 settembre i 12 posti letto ordinari più 2 in Day hospital (8 Asp Catanzaro e 4 Inail) dell’Unità Operativa recupero e riabilitazione del polo integrato Asp-Inail di Lamezia Terme. Un traguardo importante raggiunto grazie al lavoro della Commissione Straordinaria, del Direttore Sanitario e del Direttore Amministrativo a favore dei cittadini e di una sanità capace di dare risposte ai bisogni dei pazienti utenti. La struttura è all’interno del Polo Integrato ASP di Catanzaro-INAIL, situato in Contrada Ficarella presso la Fondazione Mediterranea Terina, zona industriale di Lamezia Terme. Il reparto è diretto dal Dott. Livio Perticone e la sua equipe è composta da: 9 Dirigenti Medici Fisiatri; 1 Coordinatore; 11 Fisioterapisti; 12 Infermieri; 6 operatori socio-sanitari. L’unità operativa è inserita all’interno del Dipartimento Medicina diretto dal Dott. Massimo Calderazzo. Inoltre l’avvio attività di ricovero ha visto la collaborazione, disciplinata da convenzione, dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro. L’apertura ufficiale dei posti letto ha visto la presenza del Commissario Straordinario Prefetto Luisa Latella, del Viceprefetto Carmelo Marcello Musolino, assieme al Direttore Sanitario Aziendale Dott. Ilario Lazzaro e al Direttore Amministrativo Aziendale Dott. Francesco Marchitelli. Una buona notizia non solo per la sanità lametina ma per tutta la Calabria, grazie alle attività riabilitative che saranno svolte dall’unità operativa di Recupero e Riabilitazione, che si trova in una zona strategica e centrale, facilmente raggiungibile da ogni angolo della regione. In particolare, il nuovo reparto soddisfa le prestazioni riabilitative motorie e funzionali, riabilitazione intensiva dopo intervento di chirurgia dell’anca e del ginocchio, sia in pazienti in elezione sia per pazienti traumatizzati operati, riabilitazione intensiva motoria per il paziente amputato che sarà seguito in tutto l’iter, dalle prime medicazioni, al bendaggio del

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moncone, al programma riabilitativo motorio specifico fino alla prescrizione della protesi temporanea e definitiva. Ogni paziente durante la degenza ha un medico di riferimento che lo informa e lo accompagna insieme con tutto lo staff. L’accesso al ricovero nell’UOC di Recupero e Riabilitazione prevede l’attivazione, su richiesta dello specialista, del reparto ospedaliero di degenza che invia una specifica modulistica alla segreteria Degenze (0968/289626) oppure tramite richiesta online di consulenza internistica specialistica fisiatrica che sarà valutata dallo staff medico del reparto che ne conferma i criteri di appropriatezza al ricovero. L’équipe medica è costituita da diversi specialisti in medicina fisica e riabilitazione, neurologia, geriatria e pneumologia, in grado di fornire una risposta complessiva alle problematiche dei pazienti. Il Coordinatore è il garante del processo assistenziale con competenze di organizzazione, gestione e valutazione del personale infermieristico e tecnico. Si occupa del coordinamento e dell’integrazione dei componenti l’équipe assistenziale; pianifica e gestisce il cambiamento e i progetti innovativi; gestisce le risorse materiali e le tecnologie; gestisce la sicurezza. I fisioterapisti eseguono la valutazione ed il trattamento riabilitativo utilizzando varie tecniche in relazione ai diversi bisogni. Lo scopo del loro intervento è di raggiungere il massimo recupero motorio possibile dei pazienti. La terapista occupazionale si occupa delle problematiche relative alla vita quotidiana, effettua interventi riabilitativi che, utilizzando come mezzo privilegiato il fare e le attività di vita quotidiana, coinvolge la globalità della persona con lo scopo di migliorarne la qualità di vita. Ha un ruolo fondamentale nella scelta degli ausili per l’autonomia. Gli infermieri si occupano dell’assistenza preventiva, curativa e riabilitativa del paziente; è all’infermiere che il malato può rivolgersi in ogni situazione per la risoluzione dei vari problemi che accompagnano il ricovero ospedaliero. Promuovono la salute, la prevenzione della malattia attraverso tecniche educative rivolte al paziente o ad eventuali caregiver, qualora ve ne fosse la necessità, ai fini di garantire un ottimale inserimento del paziente a domicilio. Gli OSS soddisfano i bisogni primari della persona, favoriscono il benessere e l’autonomia dell’utente e provvedono all’assistenza diretta di cura alla persona con particolare riferimento all’igiene, all’alimentazione, alla mobilizzazione. Mettono in atto gli elementi di fisioterapia, posture e tecniche di movimentazione concordate con i fisioterapisti. La loro attività è coordinata dal personale infermieristico al quale fanno riferimento per la personalizzazione dell’assistenza. Un ringraziamento va anche alle Unità Operative e Servizi che hanno contribuito all’apertura di questo reparto: Servizio Tecnico Patrimoniale, Direzione POU, Servizio Provveditorato Economato e Gestione Logistica, la Gestione Risorse Umane, l’UOC di Ortopedia del POLT, il Dipartimento di Medicina, l’UOC di Medicina Fisica e Riabilitativa dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “Mater Domini” di Catanzaro e tutte le Istituzioni Regionali e Locali.

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lameziaeuropaspa Centro Servizi per le Imprese: sottoscritto contratto di locazione per la gestione tra Comune di Lamezia Terme e Lameziaeuropa.

Da ottobre 2021 piena operatività di Tullio Rispoli

Il presidente della Lameziaeuropa spa Leopoldo Chieffallo ed il Dirigente del settore Promozione e Valorizzazione del Patrimonio del Comune di Lamezia Terme Andrea Gattuso hanno sottoscritto nei giorni scorsi il contratto di locazione che affida per 20 anni la gestione del Centro Servizi per le Imprese alla società Lameziaeuropa spa soggetto responsabile del Patto Territoriale Lametino ed Agrolametino sulla base della Deliberazione del Commissario Prefettizio assunta con i poteri della Giunta n° 194 del 17.08.2021 e di quanto previsto dal Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del dicembre 2013 con cui è stato finanziato per 1,3 milioni di euro l’intervento infrastrutturale di ristrutturazione ed efficientamento energetico degli immobili ex Uffici Direzionali Sir e portineria siti nell’area industriale di Lamezia Terme.

Aree operative: polo per l’internazionalizzazione delle imprese con spazi espositivi e showroom per la promozione dei prodotti delle imprese e delle attività imprenditoriali; polo formativo multimediale con aule e spazi attrezzati; polo della Coesione Istituzionale destinato alla promozione delle attività istituzionali dei soggetti promotori del Patto; polo dei Servizi innovativi per le imprese; Sale convegni e di riunione attrezzate per Video Conferenza e per lo svolgimento di Seminari, Workshop aziendali. Strutture di servizio e Spazi attrezzati per la fornitura di servizi comuni del Centro quali Centro di sorveglianza, sportelli informativi, reception, sale ristoro.

Questo importante risultato è frutto del positivo lavoro svolto dalla società insieme al Comune di Lamezia Terme, soggetto attuatore dell’intervento e beneficiario delle risorse stanziate dal MISE, a partire dal gennaio 2014. La società Lameziaeuropa ringrazia in particolare il Commissario Giuseppe Priolo, il Centro Servizi per le Imprese. Sub Commissario Antonio Calenda, il Segretario All’interno del Centro Servizi saranno realizzate e sviluppate le seguenti Aree Comunale Carmela Chiellino, i dirigenti Andrea operative: polo per l’internazionalizzazione delle imprese con spazi espositivi e Gattuso e Nadia Aiello, il Rup Francesco Esposito, showroom per la promozione dei prodotti delle imprese e delle attività imprenditoriali; polo formativo multimediale con aule e spazi attrezzati; polo della per la fattiva collaborazione istituzionale, che ha Coesione Istituzionale destinato alla promozione delle attività istituzionali dei promotori del Patto; polo dei Servizi innovativi per le imprese con sale permesso, a partire da marzo 2021, la definizione soggetti uffici attrezzate per coworking, commercio elettronico, call center, telemarketing; dell’iter amministrativo finalizzato alla piena polo dei servizi comuni con lo sportello unico per la certificazione e le delle imprese; Nodo Principale della Rete infrastrutturale per i operatività, dal prossimo mese di ottobre, del autorizzazioni servizi di telecomunicazione a banda larga; Sportelli informativi per le Centro Servizi per le Imprese a seguito del imprese; Portale per le aziende del Patto e per quelle insediate nell’area di Lamezia Terme; Sale convegni e di riunione attrezzate per Video completamento dei lavori effettuati tra il 2019 ed industriale Conferenza e Connessione alla Rete per lo svolgimento di Seminari, Workshop; Strutture di servizio e Spazi attrezzati per la fornitura di servizi comuni del Centro i primi mesi del 2021 dalla Ferraro Spa. Tale struttura, insieme ad AGRIEXPO’ in fase di realizzazione, potrà contribuire a migliorare l’attrattività generale dell’area industriale ex Sir di Lamezia Terme e permettere, soprattutto in questa fase economica ancora molto difficile e delicata a causa della pandemia Covid, una proficua contaminazione ed integrazione tra imprese, Enti ed Istituzioni, forze sociali ed associazioni di categoria.

quali sportello bancario o postale, Centro di sorveglianza, sportelli informativi, reception, sale ristoro.

In particolare all’interno del Centro Servizi saranno realizzate e sviluppate a regime le seguenti pag. 20

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Satirellando

Ogni anno, da oltre mezzo secolo, ormai, sono costretta a battagliare sul mese di settembre. LO ODIO. SENZA APPELLO. Credo che, ognuno di noi, abbia delle idiosincrasie verso qualcosa… Io ho quella verso settembre! “Eh, ma è un bel mese: porta il freschetto!” …

Impossibile. Non mi adeguo mai. ODIO SETTEMBRE: la luce cala repentinamente, soffro di dolori atroci, soffro di di Maria Palazzo malinconia e la malinconia è, altrettanto, un’altra cosa che ODIO. Mi sento come se mi avessero rotto le ossa, tutto sembra acquistare tono basso e tristezza e devo pure dire che settembre sia di mio gradimento? Non lo è.

Rispondo in rima: “A me non fa effetto!”! Mi si oppone: “Piace a tutti, solo a te no! Fai il bastian contrario ogni volta, però” … A mia volta, contesto: “A me fa schifo, che cosa me ne frega: non cambio parere, chiamatemi strega!” … Molta gente dice che sono intollerante, ma non si accorge di esserlo più di me, sol perché ha dalla sua troppa solfa solidale. Fanno gruppo o branco e dovrei adeguarmi anch’io…

Provo a satirellare, perché resti una prova provata del mio… odio! Unica concessione a settembre: la nascita di mio fratello, il 15. E il mio onomastico, il 12: giorni di tregua, per poi ricominciare a bombardare questo mese più corto, per fortuna… AH,AH, AH! E vai con la satira!

ARRIVA SETTEMBRE Arriva settembre,

non ho, io, buon porto

mi sento una pezza,

e nulla mi tenta!

molto meglio dicembre,

Dicon tutti sia romantico

pur con la sua asprezza!

a guardar suoi tramonti:

Il cambio di stagione

con un transatlantico,

mi porta dolori,

verso altri mari, altri monti!

non ho stoffa da campione:

Il nono mese non è salutare,

di lui, nulla ch’io adori!

non sono tollerante:

In tal mese corto,

chi lo vuole amare,

con giorni trenta,

mi stia ben distante!

Le perle di Ciccio Scalise

A CAMBIALI E LL’ASSEGNU PUSDATATU Adrianu Cantafhiu e Pasquali Cappelli, “Battagliari”, mpurtaru a Ssambiasi a cambiali, mù ricuardu cumu si fhussi statu aiari, chilla striscicella i carta fhirmata, cumu i sordi vali. Ancunu assegnu, puru ngiru si vidia, mà, u brocchettu dà banca, sulu i mprosari, putigari, prufhissionista e pprupritaru, l’avia, un ssì ndì vidianu pirò tanti ngiru, eranu rari. A cosa chi mbeci alla grandi girava, era llà cambiali, ti putia accattari tuttu chillu chi vulia, “Iu mì ricuardu, nd’ajiu fhirmatu cchjiù ddì nù quintali, mà, alla casa, ogni ccumudità muderna, tinia”. Lamezia e non solo

Quandu, alla scadenza, un ssì putia ppagari, unu, un cc’era bisuagnu mù si prioccupava, putia jjiri nduvi u putigaru a llà rinnuvari, è, a qquandu ccì fhacia ccomudu, a data spustava. Pua, pedi anu ncignatu a ppiari, assegni, unu, quandu pagari i vulia, cuncurdava llà data chi putia ssignari, è dd’accussì, a vita tranquilla, avanti jia. Oji mbeci nò, un ssì paganu né assegni né ccambiali, a fhirma, nduvi a minti minti, propriu a nnenti vali.

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diocesi

Il 20, 21 e 22 settembre Convegno Pastorale Diocesano

“Essere Chiesa in Lamezia Terme oggi: camminare insieme” comunicato stampa S.

D. (Uff.com.sociali Diocesi Lamezia Terme)

“Essere Chiesa in Lamezia Terme oggi: camminare insieme”. Questo il tema del Convegno Pastorale Diocesano che la Diocesi di Lamezia Terme si appresta a vivere nei giorni 20, 21 e 22 settembre prossimi e che vuole essere un momento in cui, come sottolinea il vescovo, monsignor Giuseppe Schillaci, si vuole riprendere “con fiducia, gioia e speranza, il nostro cammino di discepoli credenti, ‘ tutti insieme’, ognuno con il suo passo, senza dimenticare il passo degli ultimi, cioè di coloro che non hanno concretamente le nostre stesse possibilità sia da un punto di vista materiale, ma anche spirituale, morale, psicologico, culturale”. Il convegno, quindi, segna l’avvio del cammino della chiesa lametina in questo nuovo anno pastorale che si vive con speranza, pur nelle difficoltà che impone il periodo che stiamo attraversando a causa della pandemia, e prevede due momenti: il 20 e 21, con inizio alle 18.30, nella chiesa di San Benedetto; il 22 con gli incontri nelle vicarie. Relatore degli incontri del 20 e 21, aperti a religiosi e laici e trasmesso in diretta da EsseTv, sarà monsignor Dario Vitali, ordinario di Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana. Il Vescovo, nella lettera inviata alla Chiesa lametina, nel ricordare che “la pandemia del Covid-19 ci ha scioccati, ci ha travolti prima, ci ha provati dopo e continua a farlo oggi”, invita a ravvivare “tutti nel nostro cuore il desiderio di essere Chiesa che cammina insieme con gioia; il vangelo – prosegue monsignor Schillaci – sia la nostra guida e l’orizzonte di senso per l’essere e l’agire della nostra Chiesa che è in Lamezia Terme; cresca sempre di più in tutti noi, la consapevolezza di essere umili operai nella vigna del Signore; sì, perché, cerchiamo di non dimenticarlo mai: la vigna è Sua! La Chiesa è Sua! Noi siamo Suoi! Per questo motivo, con la luce e la forza che ci viene dalla fede in Gesù Cristo, cogliamo nel momento presente le sfide, le opportunità, i doni, per offrire agli uomini e le donne del nostro territorio la gioia e la bellezza del Vangelo che anima quella speranza che non delude; consegniamo a questo nostro mondo variegato e complesso quella Parola che ci affranca da ogni pericolo; non chiudiamoci in noi stessi nell’individualismo senza compassione e senza amore che non vede mai spiraglio di bene nell’altro e negli altri; cogliamo, invece, e lasciamo venir fuori tutte le ricchezze di bontà, di generosità, che sono diffuse a piene mani tra la nostra gente, lasciamo emergere sempre di più l’umano dell’uomo in noi e negli altri, senza voler per questo occultare fatiche, errori, sofferenze, incomprensioni, malvagità, che sono anche il nostro pane quotidiano. E allora il mio pensiero corre ancora ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze, ai nostri giovani, ma anche a tutti i nostri malati e sofferenti, colpiti e provati duramente dalla pandemia e non solo, in questo periodo che speriamo presto di metterci alle spalle non per rinchiuderlo nell’oblio dell’indifferenza, ma per farne tesoro di umanità e fraternità universale”.

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spiritualità

Il “Gregge smarrito” da ricomporre S.E.R. Mons. Vincenzo Rimedio Vescovo emerito di Lamezia Terme

Come? È possibile? Sì, è possibile. Deve avere spazio un desiderio ardente di riforme, nello spirito “della Ecclesia semper reformanda”. È richiesta l’invocazione allo Spirito Santo, è richiesto il coinvolgimento dei componenti della Comunità ecclesiale. A livello dei laici cristiani – che sono Chiesa – la riforma consiste nell’aiutarli pastoralmente a vivere la vocazione ad essere pietre vive, elementi attivi dell’edificio spirituale, che è la Chiesa. Sentirsi e operare da soggetti in comunione. Nessuna inerzia, ma prontezza della propria risposta a tornare a vivere con la Chiesa e per la Chiesa, Madre e Maestra. È importante rinnovare il dialogo di fede che deve intercorrere nelle Diocesi, nelle Parrocchie, con rinnovato ascolto, che è parte del cammino sinodale. A livello di Clero, i Vescovi non mancano di esortare e di orientare verso una risposta sacerdotale sempre più generosa, sull’esempio del Buon Pastore, Gesù. Il Sacerdozio è dono. È rilevante la presenza del Clero, che con il Vescovo è guida della Comunità; e la riforma delle Parrocchie scaturisce dal desiderio di rinnovamento e di offerta di testimonianza cristiana per trasformare l›indifferenza religiosa in anelito di Dio. A livello di cultura, non può mancare il compito di proporre la verità, e occorre svolgerlo con più coraggio con gli errori che circolano nella società: sulla costituzione umana, maschile e femminile, sull’eutanasia, sull’utero in affitto e su altre degenerazioni. Da quanto succede in diverse famiglie (i femminicidi) e nella società, si deduce che la vita, il suo valore davanti a Dio e davanti agli uomini è Lamezia e non solo

venuto meno, con il conseguente degrado. La verità è liberante; vi sono le chiare parole di Gesù: «Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Il male del nostro tempo è il soggettivismo: l’uomo, che con il progresso scientifico e tecnologico, tenta di prendere il posto di Dio nei confronti della natura e della vita. La realtà è altra: è data dai limiti umani. È aberrazione la presunzione. A livello delle Famiglie, il discorso è complesso, anche preoccupante, se non si verifica una svolta verso un’etica familiare e la presenza del vero amore tra gli sposi, tra genitori e figli. La famiglia ha bisogno di diventare consapevole della propria missione e dedicarsi al suo compimento alla luce dei valori umani (della lealtà, della sincerità) dei valori cristiani (della fede e della preghiera) e dell’appartenenza alla Chiesa. Spetta alle famiglie questa responsabilità: educare le ragazze e le giovani al pudore, che è difesa della dignità personale. Non può mancare l’esempio delle madri e delle altre donne. La Chiesa e i giovani, in passato è stato un binomio vissuto, ma da qualche decennio si è verificato il loro esodo. Tanti fattori della società e la Pandemia hanno contribuito: deve tornare a rifarsi il binomio, di cui sopra. Ascoltarli, rendersi loro amici, desiderosi di formarne delle personalità che si aspettano la società e la Chiesa. Con Cristo al centro del loro nuovo percorso. Egli non delude, anzi…è la Via, la Verità e la Vita per noi credenti. Anche il Vescovo Diocesano è stato di avviso per l’articolo sul ricongiungimento delle membra del Corpo mistico sparse: con fiducia nel Signore e nelle qualità dei componenti della Chiesa arride la speranza “del Gregge” ricomposto.

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