Lameziaenonsolo agosto 2021 Ma che Musical Maestro

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spettacolo

MA CHE MUSICAL... MAESTRO!

Tutto ha avuto inizio dall’amore per il teatro e dal desiderio di riprendere in mano sogni e speranze. Con questa certezza è stata organizzata la rassegna “MA CHE MUSICAL...MAESTRO!”, a cura della compagnia teatrale della “Scuola di arti sceniche A regola d’arte”, ed in sinergica collaborazione con il gruppo teatrale “Giovanni Vercillo”. La manifestazione si è svolta nella suggestiva cornice dell’Abbazia Benedettina di Sant’Eufemia a Lamezia Terme, con il patrocinio del comune ed all’interno delle progettualità artistiche della FITA (Federazione Italiana Teatro Amatoriale) alla quale appartengono entrambe le compagnie. Dopo il successo della precedente edizione, Tiziana De Matteo, responsabile ed insegnante della scuola A Regola D’arte, ha creduto nuovamente nel sogno di ridare anima al teatro, attraverso la forza della storia, riaccendendo così i riflettori, sul vincente connubio artistico di letteratura e modernità.

Lamezia e non solo

di Luisa Vaccaro

La location è stata infatti, la ricchezza scenica di una rassegna nata con la mission di promuovere le ricchezze del territorio attraverso l’arte. E così come per magia, la preponderante storicità del luogo, è divenuta palcoscenico di un teatro dell’oltre teatro, capace cioè, di diventare comunicazione culturale ed emozionale. Le luci hanno portato all’attenzione di tutti, quel bene storico-architettonico che dal buio è venuto fuori con tutta la sua maestosità, ammonendo il pubblico a diventare ambasciatore della propria città, culla di bellezza in tutte le sue forme. La bellezza salverà il mondo ma lo solo se coniugata ad essa, vi sarà passione e amore per una regione che come la Calabria, merita di giocare la sua partita certi che naturalmente, potrà mostrare le sue eccellenze. Con il buio scenico, si sono così accesi i quattro giorni di spettacoli di un evento, nato soprattutto come ripartenza artistica, emotiva, sociale.

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La manifestazione è infatti, divenuta occasione di socialità, nel pieno rispetto di tutte le norme anti contagio covid 19, e nel segno di un’offerta turistica da zero ai 100 anni. Il ricco cartellone degli spettacoli ha avuto come comune denominatore la valorizzazione del territorio, e delle sue vitalità culturali. Il teatro dunque, come strumento terapeutico seguendo i dettami della Federazione Italiana Teatro Amatori. Le due compagnie infatti, rappresentano due delle numerose realtà associative calabresi iscritte alla federazione. La FITA rappresenta oggi, a livello nazionale, la promozione dell’arte teatrale che se pur amatoriale per nascita, muove da professionalità di intenti ed impegno. Un teatro amatoriale divenuto nel tempo, nevralgico nel suo rapporto con le istituzioni, portando avanti progetti che partono sì da un palco, ma che si diramano in ogni ambito della società, riuscendone a leggere le istanze e a

regia di Tiziana De Matteo. Il pathos è calato sull’Abbazia con l’interpretazione del monologo Mi chiamo Valentina e credo nell’amore di Paola Cortellesi con la voce di una studentessa del Liceo Classico. Determinante infatti, è stato il sodalizio con i licei T. Campanella, l’istituto coreutico di danza, e con Classico F. Fiorentino. Preziosa per la messa in scena è stata la presenza del corpo di ballo del Campanella con le coreografie di Roberto Tripodi. La presenza del liceo classico invece, ha trovato espressione con le protagoniste femminili. Il ricco cartellone è stato caratterizzato da una diversificata offerta artistica per poter allietare un pubblico diversificato, senza distinzione di età. La seconda serata, a prendere vita e carattere è stato l’Otello - L’ultimo Bacio, regia di Tiziana De Matteo - ideato e scritto da Fabrizio Voghera. Una interpretazione che ha lasciato senza parole il pubblico presente, per la messa in scena di un capolavoro arricchito da virtuosismo musicale e da una caratterizzazione scenica di maestosa cura. Un evento che non poteva però, dimenticare i più piccoli. Importante è stata l’attenzione degli organizzatori nei confronti dei bambini, vittime inconsapevoli del triste periodo.

fornirne non risposta di parole, ma concretezza di azioni. E così, le due compagnie hanno rappresentato una federazione che si nutre di lavoro di squadra e di sinergie artistiche di cui la rassegna infatti, ne è stato magistrale esempio. Padrino d’eccezione della manifestazione è stato il performer nazionale Fabrizio Voghera, presente nelle vesti di regista ed interprete nonché, guida artistica per gli alunni impegnati. Il battesimo della rassegna è stato affidato allo spettacolo Pandemonium curato dalla compagnia teatrale A regola d’Arte con la pag. 4

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E dunque visto che Se puoi Sognarlo, puoi farlo, ecco che l’eco del “c’era una volta”, si è trasformato nell’ora delle fiabe. La terza serata infatti, è stata dedicata al mondo fiabesco, per grandi e piccini con Pinocchio - storia di un burattino, e La Bella e la Bestia

- regia di Tiziana De Matteo. Questa terza sera, ha acquisito poi, una particolare valenza sociale per il suo accompagnarsi ad un messaggio di sensibilizzazione sul tema della tutela delle colonie feline. Attraverso un divertente scheck, interpretato dal piccolo Aurelio e da una studentessa della scuola, Martina, si è posta l’attenzione sulla necessità di salvaguardare gli animali, gatti nello specifico, e del decoro della città. I gatti randagi infatti, sono solo e soltanto gatti vaganti che meritano la

nostra medesima attenzione e cura. A chiudere la rassegna è stata la

compagnia teatrale lametina “G. Vercillo”, con la esilarante commedia, La Fortuna con la C Maiuscola, in due atti, liberamente tratto da Eduardo De Filippo, in vernacolo lametino, con la regia di Raffaele Paonessa. Una conclusione all’insegna della comicità, accompagnata dal calore della tradizione linguistica e da una immancabile morale finale. Il gruppo Vercillo ha infatti, proiettato il pubblico indietro nel tempo, nella dimensione degli anni ’60. Con un incalzante alternarsi di battute e comiche interpretazioni, la compagnia è riuscita a trasformare la finzione scenica in realtà di memoria Lamezia e non solo

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e contemporaneità di sentimenti. Il gruppo con sottile ma spesso amara comicità, ha affrontato il tema della povertà economica ed emotiva lasciando alla puntuale morale finale dei fratelli De Filippo, il monito a non cercare la fortuna nel dio denaro ma negli affetti che non sono in

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vendita. La compagnia Vercillo ha così chiuso con il sorriso, una rassegna iniziata nel segno del teatro che è terapia d’urto contro le fragilità esistenziale ma prima di tutto Vita.

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Lucio Leone

Maggio 1914 Studenti in piazza per Trieste Grafichéditore di Italo Leone

Lucio Leone | Maggio 1914 Studenti in piazza per Trieste - Le agitazioni in Calabria

L’ultimo libro di Lucio Leone è frutto, come per i numerosi libri e articoli già pubblicati, di una ricerca attenta di fonti giornalistiche e storiografiche. Ma in questo libro lo sguardo dello storico spazia oltre la Calabria per approfondire un momento preciso della storia italiana ed europea: gli eventi di piazza che dal primo maggio 1914 a Trieste, ancora sotto il dominio austriaco, danno il via a proteste in tutta Italia. Per inquadrare bene gli eventi ricordo che poco tempo dopo, il 28 giugno 1914, a Sarajevo, l’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo, erede al trono dell’impero austro-ungarico, viene ucciso in un attentato da un nazionalista serbo. Inizia la catena di eventi che porterà all’intervento militare i maggiori Paesi d’Europa. L’Italia per quasi un anno resta a guardare, poi entra in guerra a fianco di Francia, Inghilterra e Russia contro l’Austria e la Germania nel maggio dell’anno successivo, il 1915. Nella introduzione Lucio Leone delinea brevemente i motivi che nel 1882 avevano spinto il governo italiano a entrare nella Triplice Alleanza con Austria e Germania, alleanza poco gradita a chi considerava il Trentino, Trieste e l’Istria territori italiani da ricongiungere allo Stato italiano. Ma l’Italia dei primi anni del nuovo secolo è notevolmente cambiata dal punto di vista culturale e socio-politico: sotto la guida di Giovanni Giolitti, prima ministro dell’Interno molto prudente e poi Presidente del Consiglio fautore di una politica di crescita della produzione industriale nel Nord, si realizza un miglioramento salariale di operai e impiegati, e un aumento della scolarizzazione. Nelle grandi città si sviluppa rapidamente l’edilizia urbana, aumenta la mobilità coi mezzi pubblici, circolano le prime automobili. La media e piccola borghesia frequenta i teatri e i cinema, dove si proiettano i primi film della nascente industria cinematografica italiana: Gli ultimi giorni di Pompei, Cabiria, Quo vadis?

LUCIO LEONE

MAGGIO 1914 STUDENTI IN PIAZZA PER TRIESTE Le agitazioni in Calabria

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rarie: col Manifesto del Futurismo, pubblicato a Parigi su Le Figaro nel 1909, Filippo Tommaso Marinetti inneggia alla vitalità, alla ribellione, alla guerra come sola igiene del mondo, alla modernità delle macchine contro il passatismo dei professori pedanti e dei polverosi musei. Da qualche tempo alcune associazioni avevano incanalato il nazionalismo diffuso trasversalmente in ampi settori del mondo industriale e culturale, ed esprimevano l’insofferenza per l’angustia della moderata politica giolittiana. La società italiana si avviava ormai a diventare una società di massa e il Parlamento, durante il governo Giolitti, approvò il suffragio universale maschile per le elezioni del 1913. Con il Patto Gentiloni, Giolitti favorì anche la partecipazione dei cattolici alla politica nazionale, rafforzando lo schieramento moderato nei confronti dei socialisti. Nel 1914, l’anno su cui verte l’indagine di Lucio Leone, tutti gli schieramenti, dai liberali ai socialisti e ai cattolici erano divisi al loro interno sulla eventuale partecipazione dell’Italia alla guerra per ottenere i territori ancora soggetti all’Austria e per far crescere in Europa il peso di quella che veniva definita sprezzantemente l’Italietta, o come l’aveva definita Pascoli per la conquista della Libia nel 1911, la Grande Proletaria tra le nazioni europee. E tuttavia, se vogliamo essere onesti, non furono le piazze a determinare il 24 maggio 1915 l’entrata in guerra dell’Italia contro il parere di Giolitti, bensì gli accordi segreti con Francia e Inghilterra per ottenere i territori italiani ancora irredenti. Con la vittoria dell’Intesa e la sconfitta degli Imperi austro-ungarico, prussiano e turco, e con la conseguente rivoluzione comunista in Russia la cartina geopolitica dell’Europa cambiò radicalmente, ma si preparò anche il terreno per lo scoppio della seconda guerra mondiale.

Ma, a mio giudizio, l’elemento decisivo del cambiamento risiede nella nascita di una classe abbastanza ampia della piccola borghesia che legge giornali, riviste, libri ed è influenzata dalle opere di autori allora di moda come Pascoli, o D’Annunzio coi suoi romanzi e i suoi drammi estetizzanti. Proprio in questi anni ha inizio il fenomeno europeo delle Avanguardie artistiche e lette-

«Per tutti quegli Italiani che si prendono a cuore i destini dei loro fratelli soggetti a straniera dominazione non furono mai un mistero le tristi, intollerabili condizioni delle genti di razza latina nelle regioni delle Alpi Giulie e della Val d’Adige. Ma per quanto il loro cuore si turbasse allo spettacolo delle persecuzioni, a cui sono quivi esposte la lingua e la cultura nazionale, nessuno osava fino a ieri parlarne a voce troppo alta per un sentimento di rispetto alle speciali circostanze, nelle quali si svolge la vita del nostro paese, vincolato con l’Austria-Ungheria da stretti impegni della più grande importanza politica e da obblighi morali facili ad intendersi in un popolo illuminato e prudente, sebbene non gli siano palesi le minute particolarità dei reciproci trattati». Così scriveva nel 1913 il Comitato Milanese della “Dante Alighieri”, che aveva allora, ed ha ancora oggi, per suo fine supremo la tutela dell’italianità.

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l’angolo di san pietro a maida

Notte verde II EDIZIONE

San Pietro a Maida. Amministrazione Comunale.

di Loretta Azzarito

a livello nazionale con la più alta densità di uliveti (800 ettari) e con la presenza di molti frantoi e produttori locali che scendono in campo al fine di promuovere l’Evo come brand della locale città dell’olio di oliva. Durante la serata sono emerse considerazioni importanti grazie ai relatori del Convegno Veritas e Cooltura dell’olio extra vergine di oliva Evo, il Sindaco di Soverato Ernesto Alecci che ha sottolineato l’importanza di fare squadra tra comuni limitrofi per valorizzare e condividere il forte potenziale della nostra terra, che non è ancora vissuto per quanto può offrirci, constatando come l’olio extravergine di oliva dei produttori sampietresi possa essere conosciuto a livello mondiale. Il dietista Vincenzo Gullo ha spiegato come al protagoniContinua l’apertura della mostra rinascimentale in omaggio al Cavalier Mattia Preti in collaborazione con UNICRAM (Camera Regionale Arti e Moda Calabria) rappresentata dal presidente Giuseppe Emilio Bruzzese e dalla costumista Renè Bruzzese, presso il Museo M.AR.TE, Palazzo della Cultura, fino al 25 agosto 2021, dove è possibile visitare tra le tante altre cose, gli abiti storici del periodo rinascimentale della SARTORIA STILE D’EPOCA srl, alcuni indossati da ragazze sampietresi, i cui otto scatti fotografici sono stati inseriti in una compilation d’autore, e due originali dell’artista calabrese Preti, grazie alla disponibilità del comune di Taverna. Nel quadro degli eventi culturali di arte, moda, spettacolo e tradizioni si è svolta la seconda edizione della Notte Verde, al fine di valorizzare San Pietro a Maida, tra i primi comuni,

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sta della serata, l’olio extravergine d’oliva, vadano riconosciute qualità fantastiche, ancor più curandone la cottura. L’oro verde dice il dottor Gullo è alimento principe della dieta mediterranea, celebre per le sue virtù salutari, perché comprende il consumo di verdura, cereali e di olio extravergine di oliva, che previene vari tipi di tumori. Il Presidente del GAL (Gruppo di Azione Locale) Serre Calabresi, Marziale Battaglia dopo aver spiegato la funzione di promozione dello sviluppo rurale del GAL , attraverso la gestione e realizzazione del Piano di Azione Locale finanziato dall’iniziativa Comunitaria Leader, ha espresso il nuovo entusiasmo tra i giovani calabresi che si insedia in nuove imprese innovative, favorendo per tale via il processo di rafforzamento dell’economia e dell’occupazione, valorizzando le produzioni tipiche territoriali e favorendo la crescita delle

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aree interne del territorio per frenare lo spopolamento. Il Sindaco Domenico Giampà dopo aver ringraziato i relatori ha sottolineato la responsabilità amministrativa nell’impegno di valorizzazione territoriale a 360°, facendo anche riflettere quanto il potenziale cui disponiamo sia strategico ai fini imprenditoriali, turistici e socioculturali. Infine Cristina Medaglia, direttore artistico dell’Associazione Aliante Mediterraneo ha parlato della bellissima iniziativa di pittura a secco sulle saracinesche dei garage del paese, rappresentativa delle fasi di lavorazione dell’olio di oliva, usi, costumi e mestieri, lavori realizzati dall’artista Bruno Catanzaro. Lungo la P.A. Sgro’ della locale sampietrese uno stand di degustazione di olio extravergine di oliva Evo anche aromatizzato al bergamotto, arancia, limone e peperoncino con le indicazioni dei piatti tipici e dolci per un uso a ritmo di palato, il tutto curato da imprenditori agricoli sampietresi. Presente anche l’esposizione di lavori artigianali di cittadine talentuosi, curato dal gruppo social “Santupetrisi nta lu core”. A chiosa della serata, lo spettacolo “Stasera Legg’io” di Gigi Miseferi Capace di una interazione a 360° con il pubblico a pochi secondi dall’apertura di sipario. Accompagnato dal grande maestro Sergio Puzzanghera Labate, Gigi con il suo ingegno poliedrico regala un’alternanza di emozioni a capacità di ritmo improvviso per il pubblico. Un pubblico che ride, riflette e si emoziona. Miseferi nel corso della serata ha dato prova delle sue grandi doti vocali coinvolgendo ancora una volta ed un’altra ancora gli spettatori a cantare canzoni alcune impegnative, ma tutte ben note che restano indelebili nel tempo, perché Miseferi del suo pubblico ha curato sempre l’attenzione. Si va in delirio quando la lingua italiana diventa il linguaggio del social network e ancora quando Gigi rispolvera dal reperto-

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rio le brillanti imitazioni degli storici radiocronisti sportivi. Continuano le risate, quando con la sua grande capacità artistica porta in scena tutta la sua simpatia (il cane che riesce a comunicare un no, ma anche un si, ma anche in chiosa un ululato) e con le sue battute dirette (parallelismo dei tempi, un passato ed un oggi assolutamente cambiati) fino a toccare il cuore con sane riflessioni. La cultura diventa un faro, l’attualità è pilastro, l’ironia è quella intelligente. Insomma uno spettacolo vincente e di grande spessore culturale, fatto di presente, passato, di musica, di satira, ma anche di messaggi profondi. In particolare quello dell’amata Calabria, terra ricca di storia e di natura, di arte, di profumi e di sapori. Una serata partecipata, ma non affollata nel rispetto normativa anti-covid. La stagione estiva 2022 accoglierà la terza edizione della Notte Verde divenuta ormai fedele all’impegno di valorizzazione territoriale, nella San Pietro a Maida Città dell’olio di oliva. Ancora in corso le bellissime iniziative della PRO LOCO di San Pietro a Maida, che ha coinvolto artisti di strada spettacolari e simpatici, avendo cura di coinvolgere il pubblico di ogni età.

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spettacolo

Un Anthurium per Francesco di Luisa Vaccaro

Anche quest’anno, l’associazione culturale “Un Anthurium per Francesco”, ha scelto di proseguire nell’impegno di promuovere arte e cultura e non ha mancato a due importanti appuntamenti, ormai fissi. Il primo appuntamento è stato la serata di premiazione della “Seconda Edizione Concorso Letterario Anthurium nel cuore – in memoria di Francesco”, tenutasi

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lo scorso 29 maggio nel piazzale esterno della GrafichèEditore. L’evento, emozionante conclusione della seconda edizione di un concorso nato con l’intento di valorizzare e far conoscere numerosi poeti in erba provenienti da tutta la regione, è stato dedicato alla professoressa Valeria Montalto, scomparsa prematuramente e figlia del socio onorario Gaetano Montalto. I componimenti per-

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venuti, alcuni anche in vernacolo, sono stati valutati da una giuria composta da Nella Fragale, imprenditrice ed editrice, nonchè padrona di casa; Tommaso Cozzitorto, professore amante della scrittura e della letteratura e Giovanni Mazzei, vincitore della prima edizione del concorso. Pubblico e partecipanti sono stati presi per mano e condotti, con garbo e vivacità, da Luisa Vaccaro, in una serata

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densa di ricordi ed emozioni, ma mai di tristezza, nel ricordo di Valeria e Francesco e nel loro modo leggero e scanzonato. Arte, poesia ed emozioni sono stati protagonisti ed hanno dominato la scena grazie alle parole dei poeti e degli ospiti che hanno condiviso, con i presenti, ricordi e riflessioni. Primo fra tutti Don Domenico Cicione Strangis, amico di Francesco Ruberto, che ha invitato a non farci sorprendere e spaventare dal cambiamento e dalla modernità, ma a saperli interpretare e leggere attraverso la lente della fede e della cultura. Don Peppino Ferraro, rappresentante della Diocesi di Lamezia Terme, va oltre i saluti di circostanza e, dopo aver porto i saluti del Vescovo, Mons. Schillaci e del Vicario generale, don Pino Angotti, si rivolge ai più giovani affinché, guida-

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ti e stimolati dagli adulti, si dedichino all’arte e alla cultura, non dimenticando che quest’ultime possono essere forme di celebrazione del mistero di Dio e che è proprio a Dio che dobbiamo “ricondurre il nostro agire”. L’esempio di ciò è Mons. Maiolo al quale è dedicato un concorso nazionale di poesie proposto, da più di 30 anni, dallo stesso don Peppino nelle scuole. Sentimenti di gratitudine, commozione ed emozione sono stati espressi da Rossella Aiello, presidente del Soroptimist Club di Lamezia Terme. La Aiello ha voluto sottolineare la sua ammirazione nei confronti di Giuditta Crupi, presidente dell’associazione “Un Anthurium per Francesco”, donna la cui tenacia ha permesso di realizzare quest’evento. Gli interventi e i contributi hanno arricchito la serata, senza, però, prendere la

scena alle poesie, celebrate e declamate dalla soprano Enza Mirabelli e dalle coinvolgenti note del violino della giovane Debora Strangis. Le poesie presentate sono state 11, ovvero le prime 10 classificate, ma con un ex-aequo. La poesia vincitrice del primo premio del concorso è “Cristo con violino”, del Toscano Davide Colacrai, non presente fra il pubblico, ma raggiunto telefonicamente. La seconda poesia classificata è “L’antico avia ragiune”, di Pietro Dastoli e la terza “Universo”, di Enzo Cavaliere. A tutti gli 11 poeti arrivati in finali è stato consegnato un attestato di partecipazione. A conclusione dell’evento, è stato presentato il libro di Gaetano Montalto “Schegge di Vita” pubblicato dalla “GrafichéEditore” e dedicato a Valeria. Italo Leone e Marinella Vitale hanno

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ripercorso i punti focali del libro, un viaggio tra i ricordi di gioventù e uno struggente presente, tra sentimenti ed emozioni vive e mai nascoste. pag. 12

Il secondo appuntamento dell’associazione culturale è stata la seconda edizione dell’evento di premiazione “Anthurium nel cuore”, tenutasi lo scorso 17 luglio nel Complesso Interparrocchiale “San Benedetto” di Lamezia Terme. L’evento, condotto da Luisa Vaccaro, è stato dedicato a Dante Alighieri, di cui ricorre il settecentesimo anniversario. Il professore e storico Lucio Leone che ha condotto i presenti in un viaggio fra Inferno, Purgatorio e Paradiso danteschi, spiegando quei versi attraverso i quali, il sommo poeta, riconobbe la terra Calabra come fertile luogo di espressione culturale. Gli stesi versi sono stati declamati da Raffaele Paonessa, regista del gruppo teatrale “Giovanni Vercillo”. Con leggerezza e maestria, il professore e socio onorario Gaetano Montalto ha declamato alcune terzine dantesche in vernacolo lametino. Con emozione e gioia, la presidente Giuditta Crupi e i soci dell’associazione hanno voluto condividere un pezzo di un cammino intrapreso con il desiderio e l’ambizione di proseguire nel dare spazio e luce alle eccellenze della nostra terra lametina e di Calabria, attraverso le diverse forme di espressione quali la cultura, l’arte, la musica e la poesia. Quella del 17 luglio non è stata una semplice manifestazione, limitata in un determinato momento e luogo, ma un’occasione di condivisione di vita e cultura, religione e scienza. I riconoscimenti sono stati consegnati a persone e realtà che operano con passione, dedizione e professionalità per divulgare e condividere sapere e scienza, valori e esempi di vita. GrafichÉditore di A. Perri - & 0968.21844

Il primo riconoscimento, “Un Anthurium nel Cuore – Alla Memoria”, è stato conferito a Padre Giovanni Vercillo, sacerdote nell’Ordine dei Minimi di San Francesco di Paola, ricordato dal prof. Filippo D’Andrea e dal regista Paonessa, per il suo carisma umano, spirituale e civile. “Un rivoluzionario nell’amore ed un anticonformista per eccellenza, capace di sfidare le realtà più ostiche, dalla delinquenza al carcere, educando tanti giovani al rispetto ed alla speranza, aiutandoli a credere in sé stessi, con il crocifisso non sul petto ma nel cuore”. A ritirare il premio è stato il fratello del sacerdote, Paolo Vercillo, commosso e grato alla comunità lametina che continua a portare avanti il ricordo e gli insegnamenti di padre Giovanni. Il Premio “Un Anthurium nel Cuore – Per Lamezia”, è stato consegnato alla Caritas Diocesana di Lamezia Terme, come segno di gratitudine e riconoscimento di per ciò che l’equipe, la “squadra”, fa nel suo “guardare all’altro con sguardo generoso e braccia aperte” e per il servizio di prossimità e vicinanza svolto soprattutto durante la grave crisi pandemica. A premiare è stato il

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già sindaco, avv. Paolo Mascaro che ha constatato ed evidenziato gli alti valori umani e morali della Caritas, evidenziandone la capacità di operare sul territorio, a fianco delle istituzioni e per la collettività. A ricevere simbolicamente il premio sono stati il vicedirettore, il Diacono Ubaldo Navigante, un gruppo di operatori e volontari e Vescovo di Lamezia Terme, Mons. Giuseppe Schillaci, che ha ricordato la necessità di vivere “il valore dell’insieme, con sincerità, nella perfetta combinazione di fratelli”. Il Premio “Un Anthurium nel Cuore – Sezione Scienza” è stato donato allo

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scienziato lametino Salvatore Chirumbolo, biochimico clinico all’università di Verona, sintesi perfetta di fede e solidarietà, che è riuscito, con la semplicità delle parole, a rendere comprensibili concetti complessi, riuscendo, durante la confusione vissuta nel periodo di piena emergenza Covid, a portare chiarezza con il sorriso e la semplicità. Lo scienziato è stato premiato da Nella Fragale. Il quarto premiato è stato Orazio Coclite, giornalista vaticanista cui è stato assegnato il Premio “Un Anthurium nel Cuore – Per la Calabria” a la cui voce, nota a tutti, comunica il messaggio

evangelico nelle case di tutto il mondo. I premi e i riconoscimenti della serata sono state realizzate dall’artista vibonese Antonio La Gamba. La musica del maestro Eugenio Aiello e la voce del Soprano, Enza Mirabelli, hanno reso ancora più suggestiva una serata ricca di arte, storia, cultura, ma soprattutto di umanità e impegno civico, conclusa con il conferimento del titolo di soci onorari dall’associazione culturale Un Anthurium per Francesco, a Nella Fragale ed Enza Mirabelli.

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Sport

NATA FC LAMEZIA TERME LA SQUADRA CHE DOVREBBE UNIRE… Il pres. Saladini: “Un messaggio di speranza per tutta la città”. Il dg Martino: “Legalità e trasparenza dovranno essere le nostre pietre miliari”. Mister Erra: “Ritorno in Calabria mia seconda casa essendo al decimo anno qui”

di Rinaldo Critelli

L’ambiziosa Promosport invece, resta in Promozione salvo ripescaggio in Eccellenza, e punta a vincere il campionato. A tal proposito, uno dei suoi dirigenti Angelo Folino è stato delegato da Saladini per la gestione del settore giovanile dell’Fc Lamezia Terme, o forse di quel che resta di Vigor e Sambiase. Insomma la chiarezza latita.

Stavolta la rubrica ‘Amarcord’ è andata in vacanza… Luglio 2021 verrà ricordato, forse, come il mese dell’auspicabile svolta per il calcio lametino. Almeno questo è l’augurio di tanti. Fusione sì, fusione no. Non potevamo non trattare della squadra unica, o almeno sembra. Martedì 27 luglio 2021 potrebbe restare una data storica per la città di Lamezia Terme. Dopo qualche tentennamento, con minaccia anche di lasciare il calcio lametino, il presidente della Vigor Lamezia, Felice Saladini (col suo vice Ferraro) in accordo con la dirigenza del Sambiase e la proprietà della Promosport ha dato vita ad un progetto di ‘unione’. Ciò in contraddizione con quanto disse al suo arrivo, ovvero che voleva portare la Vigor in alto, salvo tentare però anche in quei frangenti un progetto di unione col Sambiase. Al momento di andare in stampa (10 agosto) tutto questo favore all’iniziativa non c’è! Anzi. I rispettivi nuclei storici delle tifoserie di Vigor e Sambiase - non esclusi ex presidenti vigorini ed il sindaco sospeso Mascaro - sono del tutto contrari perché, a loro dire, non bisognava toccare colori, passioni e relativa storia di biancoverdi e giallorossi. Così sono pure iniziate le proteste: intanto sui social e poi con diversi striscioni comparsi sui muri della città ‘contro’ il presidente Saladini. E’ bene specificare che non si è creata una nuova società, bensì si è utilizzata la ‘matricola’ del Sambiase promosso in D e gli si è cambiato nome in FC Lamezia Terme. La Vigor Lamezia invece, di ‘proprietà’ di Saladini, ha rinunciato alla disputa dell’Eccellenza rifiutando anche la vendita del relativo titolo, di fatto restando soltanto come settore giovanile, almeno così pare. pag. 14

FUSIONE PROPRIO NO. Ma facciamo un passo indietro. Negli anni ’80, ce lo raccontava spesso il compianto ds Nicola Samele, sembrava si fosse in dirittura per la ‘fusione’ tra Vigor e Sambiase, salvo poi saltare tutto. Quindi nel 2000, proprio chi scrive con altri due colleghi di ‘Senzatitolo’, Giuseppe Zangari e Tonino Scalise, riunirono al ‘Magistrale’ le sei società lametine di allora (Vigor Lamezia, Sambiase, Promosport, Nicastro, Scinà e Capizzaglie). Anche in quell’occasione motivazioni campanilistiche, e non solo, stopparono il tentativo di unione. A distanza di 21 anni sembra esservi riuscito Saladini, ovvio che il dubitativo resta, poiché già dopo la formalizzazione dell’FC Lamezia Terme con i colori giallo/blu del gonfalone della città (anche qui un po’ di confusione visto che è l’azzurro e non il blu l’altro colore), per lunedì 9 agosto l’ex presidente Alfredo Mercuri indice, salvo poi annullarla in mattinata per motivi legati al Covid, una conferenza stampa al Parco Mastroianni. Motivo? Si vuole acquisire un titolo e ripartire almeno dalla Prima Categoria con il nome Vigor ed i colori biancoverdi. E pare identiche aspirazioni abbiano a Sambiase. Queste le news al momento di andare in stampa. Vi aggiorneremo. GARBUGLI. Una situazione generale a dir poco ingarbugliata ed un progetto che certo non nasce sotto gli auspici dell’unione e della condivisione. Anzi. E tra i garbugli, oltre all’anzidetto settore giovanile, vi è anche quello delle strutture. Dove giocherà l’FC Lamezia Terme? Al D’Ippolito, al Renda o più difficilmente al Carlei, anche se proprio quest’ultimo sarebbe il prescelto per il prossimo futuro?

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STAFF. Si riparte con figure ‘dirigenziali’ già presenti nelle vecchie Vigor e Sambiase. Si tratta del dg Gabriele Martino e del team manager Angelo Sorace, già al suo fianco la scorsa stagione come ds ma mai ufficializzato; e del ds Antonio Mazzei con spazio, nelLamezia e non solo


la gestione sportiva, per Nicola Samele che del Sambiase era il ds. Segretario Alfonso De Rito. In panchina è stato richiamato Alessandro Erra, vecchia conoscenza sia del Sambiase dove ha allenato tre anni e sia della Vigor, un anno in C. Suo vice una bandiera della Vigor, Tony Lio; prep. dei portieri Gianluca Caravella; prep. atletico Giuseppe Talotta. DICHIARAZIONI. Quel 27 luglio il pres. Saladini, poeticamente, ha detto: “In un momento difficile come quello che stiamo attraversando dobbiamo abbattere gli steccati, mescolare i colori e le passioni per far sorgere un arcobaleno che sia un messaggio di speranza per tutta la città. Lo sport è importante per la vita sociale e la storia di una città. Mi sono reso disponibile a creare un’unica grande squadra unendo competenze professionali e agonistiche. Per la città è una vittoria e una grande opportunità. Unendo le forze ho scelto di fare squadra per far vincere Lamezia Terme”. Alquanto esaustivo, come sempre, il dg Martino: “Bisognerà individuare calciatori con forti qualità umane e motivazionali, capaci di fare dell’Fc Lamezia Terme un club vincente. E creare quindi un modello di organizzazione nel quale legalità e trasparenza diventino pietre miliari di questo percorso”. E sulle difficoltà ad unire le due realtà: “Unire non è mai facile. Ciò è stato fatto nell’interesse dei lametini, solo così può nascere una realtà importante. È innegabile ci sia malumore in città e solo attraverso il lavoro di ciascuno di noi si potrà creare un nuovo senso di appartenenza. Se ne avvantaggerebbero i giovani di questa città”. Quindi Erra: “Emozionato di essere stato scelto per questo progetto volto a unire una città di 80mila abitanti per portarla il più in alto possibile. È stato un vero e proprio blitz e non ho esitato ad accettare. Dobbiamo vin-

cere: chi vestirà questa maglia dovrà essere uomo prima che atleta”. Appello all’unione dal ds Mazzei: “Chiediamo vicinanza affinché possiamo far ricredere tutti sulla bontà di un progetto ambizioso come lo è il nostro presidente che investirà in mezzi e strutture delle tre ex società, allora tutti si convinceranno della bontà del progetto”. Arrivati i primi acquisti, tra cui gli ex Sambiase: Bernardi, Umbaca, Verso, gli ex Vigor: Miliziano e Haberkon, e l’attaccante della Primavera del Crotone, Enrico Marco Trotta (‘02). Il ritiro è partito il 17 agosto. CONCLUSIONI. Ne abbiamo viste tante. Mai si riuscirà a mettere d’accordo tutti. Ma ognuno deve assumersi le proprie responsabilità. Partiamo da una certezza: Lamezia Terme esiste solo sulla carta. Il sogno di Perugini rimarrà forse un auspicio. Mentalità diverse, ovvio, ma una domanda sorge spontanea: a chi giovano le divisioni? Sportivamente parlando quanti e quali grossi tornei hanno disputato le squadre lametine nei oltre 250 anni di storia? Ecco la storia è lì impietosa a dirci che oltre ad una serie C sempre sudata, con poche gioie e tante delusioni (Dirty Soccer su tutte! Una vergogna!), non si è mai andati. Semmai ci siamo sempre chiesti come mai realtà più piccole, per restare in Calabria, quali Crotone bazzichino con costanza A e B, o a Vibo disputino i loro dignitosi tornei di C. Si vuol giocare ancora in campi sperduti e polverosi? O si vuol riproporre difficoltà ed ansie con pezze e rattoppi come in anni in cui si facevano le collette per l’acqua o per i panini prima delle trasferte? O peggio ancora riproponendo Dirty Soccer? La maggioranza forse è stufa! * pubblicate Castillo, Galetti, Sinopoli, Gigliotti, Scardamaglia, Sestito, Forte, Lucchino, Rogazzo, Ammirata, Samele, Sorace, Rigoli, Pagni. continua…

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eventi

Il Gran Galà della Cultura conclude “Ali sul Mediterraneo” 8

Tra grandi ospiti premiate eccellenze culturali e mondo della scuola

Grande successo e grande entusiasmo al PalaCultura di San Pietro a Maida (Catanzaro) nella attesissima tappa conclusiva del Premio Internazionle Ali sul Mediterraneo Libri & Cultura Festival 8’ edizione, dal titolo “Donne da raccontare che cambiano la storia”. Si conclude così uno degli eventi più importanti e più incisivi. Un successo ripagato da un intenso anno di lavoro portato avanti con grande passione dagli organizzatori, dalla commissione scientifico-culturale e dalla giuria del concorso che vedono nel progetto Ali sul Mediterraneo un atto concreto di maggior crescita culturale e territoriale del Sud e dell’Italia Intera. Dopo l’intervento dell’assessore alla cultura di San Pietro a Maida Loretta Azzarito, la serata, presentata dalla bellissima Pasqualina Postorivo e dalla Direttrice Artistica Cristina Medaglia, avvia la cerimonia di consegna dei premi realizzati dalla designer Teresa Spanò : “Cultura dell’Umanità” alla psicologa Daniela Lucangeli; “ Cultura delle Scienze e della Calabria che

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resite” alla professoressa dell’Unical Sandra Savaglio; “ Cultura della Musica e delle tradizioni popolari” alla cantautrice, cantastorie cavaliere della repubblica Francesca Prestia ed infine “Cultura della Legalità“ al libro di Silvia Camerino “Un giorno questa terra sarà bellissima”. Dopo l’ attestato alla memoria dedicato al musicista prematuramente scomparso Franco Maggisano, sono stati premiati e omaggiati con un libro (per sensibilizzare ad una maggiore lettura), i primi classificati di ogni categoria del concorso di Arte e Scrittura Creativa “Alessandra Medaglia” : la 1C, la 3B, Bernadette Michienzi della 4B primaria (IC Maida); Marta Blumetti della 5E primaria (IC Sant’Eufemia); Maria Grazia Mastroianni 1B secondaria (IC Falerna-Nocera); la 1C secondaria (IC Don Milani di Catanzaro); Giovanni Giuliano della 1A secondaria ( IC Maida); Ludovica Di Rende della 1C secondaria ( IC Perri-Pitagora Lamezia Terme); Pasqualino Bichiri e Letizia Grasso della 2A secondaria (IC di Maida); Teresa Staglianò ed Elena Mastroianni della 3B ( IC Sant’Eufemia). A premiare personalità della Cultura, delle istituzioni e dell’associazionismo come: Domenico Giampà sindaco di San Pietro a Maida, Ferdinando Serratore sindaco di Jacurso, l’archeologo Francesco Cuteri, il botanico Carmine Lupia, Giovanni Arena di Legambiente, Tommaso Colloca dell’Ass.cult. Natale Proto, Giuseppe Arena di Slow Food. All’Istituto Comprensivo di Maida il Premio “Miglior Scuola”, per aver contribuito in maniera larga e profonda a veicolari gli ideali e il lavoro proposto da Ali sul Mediterraneo, consegnato dall’astrofisica Sandra Savaglio, nelle vesti anche di assessore regionale all’ Istruzione, alla Ricerca, all’Innovazione e all’ Università. Una finalissima che ha lasciato molto soddisfatta la direttrice artistica Cristina Medaglia, il coordinatore generale Nico Serratore, il presidente Bruno Giuliano, supportati dalla delegata alla Comunicazione Stefania Rotella e da numerosi volontari (gli “Angeli della Cultura”). Presente la stampa e la tv in una cornice davvero originale dove si veicolava valore umano e grandi speranze dentro un contenitore di gioia culturale.

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I Meridiani: Voci calabresi in serie e parallelo

Federico II ed i gufi…

di Francesco Polopoli

caratteristiche morfologiche, con dettagli sugli organi interni ed esterni e sulle modalità di volo; · Libro II: attrezzature e pratiche per la falconeria e

per la cattura e la nutrizione dei rapaci;

· Libro III: tecniche di addestramento dei falchi a

piedi, a cavallo o in congiunzione con l’utilizzo dei cani da caccia;

· Libro IV: questo capitolo è interamente dedicato

alla caccia alla gru con il girafalco (Falco rusticolus), il rapace preferito da Federico;

Federico II ed i gufi…

· Libro V: libro dedicato alla caccia all’airone con il

La figura di Federico viene ricordata in modi diversi a seconda di chi ne tramanda la memoria: secondo David Abulafia, storico dell’università di Cambridge, nel suo libro Federico II. Un imperatore medievale (tradotto per Einaudi da Gianluigi Mainardi), “parte del fascino che ha sempre esercitato sui posteri risiede nella personalità che per così dire gli è stata cucita addosso: un razionalista, diciamo pure un libero pensatore, un pioniere allevato nel tollerante contesto della Sicilia semi-musulmana, un amico di Ebrei e Saraceni [...]”. Non era superstizioso, ma era aperto al mistero che amava sfoderare come in un duello cavalleresco: lui e i segreti del mondo. Sempre rapace di verità per anima sveva. “La seconda sua stranezza fu di voler scoprire che lingua e quale idioma avessero i bambini nel crescere, se non parlavano con nessuno. E perciò diede ordine alle balie e alle nutrici di dare sì il latte agli infanti e lasciar succhiare loro le mammelle e far loro il bagno e tenerli netti e puliti: ma che non li vezzeggiassero in nessun modo e stessero sempre mute e silenziose davanti a loro. Intendeva arrivar a conoscere se parlavano poi la lingua ebraica, la quale era stata la prima, o il greco, il latino o l’arabo: o almeno la lingua dei so’ genitori da cui erano nati. Tuttavia si affaticava invano: gli infanti morivano tutti. Ché vivere non potrebbero senza quei battimani, e quegli altri gesti e la letizia ridente del volto e le carezze delle loro balie e nutrici” (Salimbene De Adam, Cronaca, Giuseppe Tonna (traduzione), Edizioni Diabasis, Reggio Emilia 2006, pp. 166-167). Gli andò meglio con la falconeria, sicuramente! Ce lo immaginiamo a caccia dalle nostre parti lungo il pianoro lametino con il seguito dei suoi fidati, perché no! Tutta quest’esperienza venatoria andò a confluire successivamente nel De arte venandi cum avibus: una primissima trattazione ornitologica è suddivisa in sei libri. · Libro I: vengono descritti e classificati gli uccelli

secondo i loro tratti comportamentali e le loro

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falco sacro (Falco cherrug);

· Libro VI: trattazione della caccia agli uccelli

acquatici con il falco pellegrino.

Presente all’appello anche il gufo: lo Stupor Mundi rifuggiva dalle paure ancestrali. Quella creatura bubolante dagli occhioni strabuzzati catturava la sua attenzione, senza diminuirla in un pensiero bigotto, assolutamente no! Tuttora c’è chi paragona il gufo ad un felino (Il gatto [...] pratica una caccia notturna e solitaria, d’agguato, soprattutto a roditori. Proprio come un gufo. Non avete notato come il gatto assomiglia al gufo? Stesse orecchie, stessi occhi rotondi, stessa faccia appiattita. È proprio vero il detto che «il gatto è un gufo senza ali», Danilo Mainardi, Del cane, del gatto e di altri animali, 1996); a chi, invece, non piace proprio (Il medesimo sole fa conoscere ed onora le gesta di uno, espone al biasimo le azioni di un altro. Si contristano per la sua presenza le notturne strige, il rospo, il basilisco, il gufo: esseri solitari, notturni e sacri a Plutone. Esultano invece gallo, fenice, cigno reale, cigno, aquila, lince, ariete e leone, Giordano Bruno, Le ombre delle idee, 1582). Copioso, tra le altre cose, un repertorio proverbiale italiano, spesso dequalificante: Al gufo piace il canto della cornacchia /Anche i gufi a volte entrano in chiesa/ Chi falco non ha, cacci col gufo / Chi segue il gufo si ritrova tra le rovine / Dove cantano i gufi gli asini battono la solfa / Gufi e civette non vanno in giro di giorno / Gufi e sciocchi spalancano gli occhi / Il topo che per fuggire il gatto va nel bosco ci trova il gufo / In compagnia del gufo e del lupo non s’impara a cantare / L’aquila quando è vecchia chiama il gufo fratello / Sfuggendo al falco si può finire negli artigli del gufo / Stare nel campanile non aumenta la fede al gufo. Federico II, per converso, sospese il giudizio: osservava, mentre allo stato embrionale sorgeva la Scienza.

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blaterando

Luciano Procopio al microfono di Anna Maria

di Anna Maria Esposito

Intervista a Luciano Procopio Una delle voci italiane più belle e apprezzate; speaker radiofonico, voce narrante e docente di dizione: Luciano Procopio ha fatto dell’utilizzo della voce il suo lavoro, grazie anche ad un lungo percorso formativo esperienziale.

vocazione. Sono stato sin dall’adolescenza un amante della radio: ascoltavo in particolar modo una radio di Catanzaro, non perché trasmettesse bella musica, ma per via di un jingle radio con voce maschile che mi era entrato in testa; era diventato un mantra dentro di me; così mi venne l’idea di entrare nel mondo della radio; vicino casa mia c’era un’emittente radiofonica, era il 1987, mi presentai davanti la porta e chiesi se potevo fare un programma radio, naturalmente ero privo di esperienza ma mi fecero entrare, all’inizio come spettatore e in seguito, avevo 17 anni, come conduttore anche se la mia conduzione consisteva solo nell’annunciare le canzoni. Hai fatto solo radio? Ho iniziato per chiamata come ho detto prima ed evidentemente quella era la mia strada perché dopo un periodo trascorso nell’esercito italiano, mi sono ritrovato, dopo una serie di circostanze, di nuovo in radio; era il 1992 e da allora non ho più smesso tra radio calabresi e nazionali, sempre in viaggio, abitando quasi in ogni parte d’Italia.

Luciano cos’è per te la voce Innanzitutto la voce è un meraviglioso dono dato all’essere umano, e non parlo di bellezza della voce, ma di un preziosissimo strumento che permette alle persone di comunicare, di farsi conoscere e di sentirsi parte di questa grande vibrazione che si chiama vita.

I tuoi studi quali sono stati? Ogni cosa che sai fare, per farla ancora meglio necessita di studio, pertanto ho iniziato a studiare par-

Hai detto che la voce è un dono, ma solo una bella voce lo è? Assolutamente no, ognuno di noi ha un particolare tipo di voce che lo contraddistingue, la reale bellezza della voce dipende da ciò che essa riesce a trasmettere; un eccellente oratore o un eccellente attore, non sono bravi perché hanno una bella voce, ma perché la sanno usare bene, e qui entra in gioco lo studio e la disciplina. Tu sei un professionista della voce… come è iniziato tutto Beh Anna, con la classica chiamata che ti porta alla pag. 18

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tendo proprio dal mio dono, ovvero la voce; mi sono documentato prima come autodidatta, poi frequentando corsi e infine passando anche per il teatro, mi sono diplomato all’Accademia.

Bisogna studiare, e qui entro in gioco sempre io: nei mie corsi spiego come utilizzare la propria voce al meglio; ripeto, non esistono voci belle o voci brutte ma, solo voci che vanno educate.

Fare questo tipo di lavoro per te sarà stato più semplice visto che hai già una bella voce Come ti ho detto prima, la bellezza di una voce dipende da quello che riesce a trasmettere; puoi avere una voce profonda ma….lasciarla completamente piatta, senza nessuna emozione, risultando così solo come un rumore sordo; di contro avere una voce squillante ma ben modulata nelle espressioni. Mi rendo conto che non è una cosa semplice anzi, difficilissima, ecco perché bisogna farsi guidare da un bravo professionista. La voce è uno specchio delle emozioni, quindi di una parte di noi che il più delle volte tendiamo a nascondere, a reprimere, però questa costrizione inevitabilmente, il più delle volte, si ripercuote sulla voce.

Cosa stai facendo in questo periodo? La radio sempre, Radio CRT è la mia radio attuale, poi vari corsi di dizione, audiolibri e altre cose… sempre con la mia voce.

Quindi per avere una bella voce cosa bisogna fare?

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Quindi in conclusione? Quindi in conclusione… qualunque cosa vi piaccia fare… fatela, ma studiate sempre; nonostante siano ormai tanti anni che faccio questo lavoro, non ho mai smesso di studiare e soprattutto di confrontarmi, bisogna sempre mettersi in discussione e non credere mai di essere arrivati soprattutto chi fa un lavoro come il mio, il cosiddetto lavoro artistico o lavoro emozionale; ultima cosa: per riuscire in qualunque cosa si faccia…bisogna rimanere semplici e umili. Grazie... “The voice”

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naturopatia

LA KINESIOLOGIA: questa sconosciuta

di Dino Mastropasqua Naturopata - mail: drmastropasqua@gmail.com - facebook: Dr Mastropasqua - cell.: 339 534 9119

Nei primi anni del 1960, il Dr. George Goodheart cominciò ad indagare su cause ed effetti delle debolezze muscolari. Da allora, quasi ogni anno, si aggiungono nuove conoscenze che permettono di aprire nuovi orizzonti diagnostici e terapeutici. Il sistema così ingegnosamente ideato dal Dr. Goodheart, è stato denominato KINESIOLOGIA APPLICATA. A tutt’oggi questa tecnica è stata migliorata ed approfondita attraverso studi di fisiologia, biochimica e biomeccanica. Sappiamo che il nostro corpo ha un linguaggio proprio, tutto particolare, che dobbiamo imparare a decodificare. La Grande Medicina Moderna, sotto questo aspetto, è estremamente miope in quanto, con la semeiotica classica studia segni e sintomi di un apparato o di un organo senza evidenziarne le interrelazioni esistenti sotto il profilo energetico e reflessogeno. La grande novità introdotta dalla KINESIOLOGIA APPLICATA consiste proprio nella evidenziazione del rapporto esistente tra: TONO MUSCOLARE – POSTURA - STATO DI SALUTE. Spesso il linguaggio del nostro corpo non viene correttamente interpretato, a causa di convinzioni talora fuorvianti, secondo le quali, per esempio, si considera il cranio come una struttura fissa, oppure semplicemente a causa di una scarsa conoscenza della MEDICINA ENERGETICA. La Kinesiologia Applicata, superando queste difficoltà, offre quindi una chiave per l’interpretazione delle cause di numerose patologie oltre che una nuova opportunità terapeutica per esse. Lo stato di salute di un soggetto è realizzato dal perfetto equilibrio dinamico tra: STRUTTURABIOCHIMICAPSICHE ed è rappresentato dalla figura di un triangolo, definito il Triangolo della Salute L’alterazione anche di uno solo di questi fattori, pag. 20

da un lato determina l’insorgenza della malattia (clinica o subclinica) e dall’altro interferisce inevitabilmente con gli altri due, determinando ulteriori alterazioni che esitano nel peggioramento e/o nella cronicizzazione dei sintomi. Ad esempio, un soggetto pesantemente stressato (alterazione della psiche) sviluppa una gastrite ipersecretiva (alterazione della struttura). Non solo, quindi l’alterazione iniziale della psiche (STRESS) darà i suoi sintomi caratteristici come irritabilità, insonnia, tachicardia, etc., ma sarà in grado di produrre una alterazione sull’altro lato del triangolo, producendo una vera e propria patologia fisica, la gastrite, che a sua volta avrà i suoi sintomi caratteristici (gastralgie, acidità, etc.) Questi saranno motivo di ulteriore stress per il pz. che vedrà dunque aggravarsi la sua condizione iniziale. Tutto ciò è di fondamentale importanza in quanto conduce alla concezione olistica dell’uomo, perfettamente racchiusa ed adeguatamente simboleggiata proprio dall’immagine del TRIANGOLO DELLA SALUTE. Pertanto con questa tecnica abbiamo uno strumento potentissimo per valutare ogni sistema del nostro organismo, possiamo indagare a livello di funzionalità organica, meccanica/posturale, chimica ed emotiva. Tengo a precisare che è una tecnica in grado di scendere sotto il livello di coscienza per cui se razionalmente la persona in osservazione ci vuole dare una informazione distorta, il test ci darà sempre la versione reale della situazione. Inoltre con questa tecnica possiamo scendere eventualmente nei ricordi dei primi anni di vita, magari dimenticati o archiviati per traumi ricevuti, oppure tornare al periodo della gestazione per individuare eventuali momenti decisivi che si sono impressi e di cui non portiamo ricordo. Oltre tutto questo possiamo eventualmente fare anche una indagine nelle nostre vite precedenti, per individuare cause che possono portarci nella vita attuale a condizioni di sofferenza o disagi a cui non riusciamo a dare una spiegazione logica. Nell’augurarvi buone vacanze colgo l’occasione per invitarvi a leggere di più in quanto ogni lettura ci dà l’opportunità di aprire ed allargare sempre più i nostri orizzonti. Buona Vita.

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fidapa - sezione di maida

Occhio alla vista Le socie della sezione Fidapa Maida-Vena, nell’ambito del progetto “Occhio alla vista” che prevede anche un’attività di screening ad avvio del nuovo anno scolastico, hanno consegnato 100 paia di montature di occhiali da vista al direttore della Caritas diocesana, don Fabio Stanizzo.

‘ottica Santo’ in San Pietro a Maida e Pianopoli ha generosamente offerto e ringraziamo don Fabio per aver accolto benevolmente la nostra azione”.

“Si tratta di un piccolo gesto – ha dichiarato la presidente Vincenza Piraino - finalizzato al sostegno delle persone più bisognose segnalate dai centri d’ascolto tramite i parroci. Abbiamo voluto devolvere alla Caritas diocesana la donazione che la socia Antonietta, titolare della

l’angolo di ines

LA COPERTA ALL’UNCINETTO. di Ines Pugliese Tutto è stato, le voci del tempo sono lontane, velte, ma non tanto da non capire più l’altezza profonda dei ricordi e lo scorrere sottile dei giorni. Ora la luna è più pallida, la sua voce più lontana, ma. la sua immagine è presente in ogni ora del giorno e della notte: -Lei è ancora li, curva su una tela bianca che da sopra le gambe scende giù per terra. Un punto dopo l’ altro, a volte incrociato, a volte doppio, va su e giù con un leggero uncinetto nella mano destra mantenuta da solo due dita. E... va! Mi incanto a guardarla, lei non si ferma, va veloce, deve finirla questa coperta prima che la guerra avanzi e il filo non arrivi più. Si disperava mamma quando la trama bianca veniva interrotta per forza maggiore: -Il treno, che portava il filo bianco a cordoncino, non arrivava, era stato bombardato e con il filo, s’erano perse tante merci, compresi i passeggeri. E i giorni trascorrevano al ritmo dell’uncinetto: -Bisognava fare un quadrato con delle foglioline ai quattro lati e poi al centro un altro piccolo quadrato con quattro foglioline che formavano un fiore. Lavorava la mia mamma, la coperta doveva essere regalo di nozze per la figlia maggiore: -Io, e a me fu donata il giorno delle nozze. Lamezia e non solo

Poche volte l’ho stesa sul letto, e quelle poche volte l’ho subito raccolta per rimetterla nel baule per paura che i bambini potessero sciuparla. Così gli anni si sono consumati silenziosamente nel fondo del baule; oggi la coperta è stesa sul letto, ma fra una fogliolina e l’altra c’ è un buchetto, il filo non ha retto la fatica del tempo e s’ è spezzato. Io con amore prendo ago e filo e punto dopo punto riprendo le piccole foglie sdrucite, non posso farla morire, in ogni punto è racchiusa una lacrima di mia madre, in ogni punto un sospiro. (Oh se avessi potuto ricucire la vita del miei genitori allo stesso modo!) La guerra degli anni quaranta s’era portato via il suo uomo che combatteva in prima linea contro il nemico, e lei per molto tempo non lavorò più all’ uncinetto. La coperta rimase a metà, ci vollero anni perchè la riprendesse. ma quando s’accorse che nonostante tutto io ero cresciuta ed ero prossima alle nozze, allora in fretta e furia, insieme ad un’ amica finì la frangia e la signora riggitana l’applicò. Lungo la franga di filè bianco scorrono tanti fiori, sono quelli che oggi io dedico a lei mamma amorosa, preziosa, generosa, mamma che in tutti questi lunghi anni è stata presente nel mio cuore e che lì rimarrà fino al mio ultimo respiro.

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riflessioni

di Alberto Volpe

CHI PIU’ SA, PIU’ VALE a la RAI Non Disinformi

E’ stato proprio quell’assioma il motore della mia esperienza di docente. E qualche ex alunno che occasionalmente mi rincontra oggi, mi gratifica della bontà di quell’insegnamento che,evidentemente nelle mie intenzioni, puntava a valorizzare la persona in fieri nella consapevolezza del conoscere come strumento di “libertà” e per rompere le catene delle moderne “dipendenze”. Quella che nel dopoguerra ha rappresentato la lotta all’analfabetismo (v i vari Centri di cultura popolare), non diversamente oggi quella spinta a SAPERE, a conoscere, a verificare, ha il valore aggiunto per affermare le proprie doti e qualità, per essere sempre più utili alla Società di appartenenza e sempre più sena limiti e confini. Diversamente i manipolatori di quel sapere sono dietro ogni angolo per “usarti” per cause subdole e ingannatore, quando non anche complice. Dunque conoscere per sapere, nella prospettiva di acquisire gli elementi certi per reggere un confronto e riscuotere il giusto rispetto per le proprie idee. In tale quadro e prospettiva trova spazio l’affermazione della priorità di valori, per cui la persona non è monetizzabile, e che il rispetto per la propria dignità personale non vale una candidatura facile, una pacca sulla spalla, un favore sanitario. Ma RESISTERE a tal genere di lusinghe, oggi sempre più frequenti quanto infido, bisogna sapere che ha un “prezzo” da pagare. Quell’invito a “resistere” lo ripeteva tre volte l’ex Procuratore della Repubblica di Milano, Francesco Saverio Borelli. L’invito era mirato a non piegarsi alle “pratiche” corruttive della sempre attiva “casta politica”, per non tradire i principi cardini della Costituzione. E non mi pare che quel mio “mantra” professorale si discosti poi tanto dalle profondità

culturali dell’affermazione del defunto magistrato. Questo l‘atteggiamento di ciascuno di noi rispetto al mondo da “leggere”. Per non trovarsi impreparati e “deboli” al cospetto di una Informazione di Stato, che dovrebbe tutelare l’utente, lettore, radio o tele ascoltatore che sia. Specie quando quel lettore è anche contribuente “forzato” di un canone Rai ed ai suoi componenti dirigenti fornisce laute indennità. Se, invece, correttezza, attendibilità, pluralità, diventano un optional al servizio di lobby politiche, allora il tradimento di una Informazione è bello e servito. E la denuncia di una giornalista come Maria Luisa Busi, che per decenni abbiamo imparato a vedere ed ascoltare dietro la scrivania del telegiornale di Rai Uno, conferma più di un sospetto circa l’affidabilità di quelle giustificate attese di correttezza. “Oggi- accusa testualmente la Busi- l’informazione del Tg1 è una informazione parziale e di parte. Non vi è il Paese reale. Non vi sono le Donne della vita reale. Quelle che devono aspettare mesi per una mammografia, perché non possono pagarsela. E quelle coi salari peggiori d’Europa, quelle che fanno fatica ogni giorno ad andare avanti perché negli asili nido non c’è posto per tutti i nostri figli”. Già, il Paese reale. Quello che ogni giorno noi viviamo, e per il quale siamo tentati di “venderci” con favori, e nei confronti di chi nelle istituzioni locali, come nelle aule del parlamento, piuttosto che in quelle di Giustizia, a sua volta svende la legalità per carrierismo politico. Chi più sa, è una remora contro tale deriva, e vale affermare il concetto di una democrazia solidale ed egalitaria.

Le perle di Ciccio Scalise

A GRANDIZZA I DDIU A grandizza i Ddiu a vidi, guardandu u

a vidi, guardandu nù jiummi, ngrussari, a

zatu, ppimmu u mundu e

mari, a vidi, guardandu autu, i muntagni,

vidi, si ti gusti u suli, nisciri,

llà vita, puanu cuntinuari.

a vidi, trasiandu ntrà nù vuascu, a ppassia-

o, si sianti u viantu, fhriscari.

ri, magari sulu, miditandu, nò ccù ccumpagni.

Simu nua, vandali scrianzati, Mà, l’uaminu tuttu stà struggiandu,

chi campamu senza nenti vidiri,

i muntagni, u mari, e un ssì ndi cura, un

un ccriu cà, n’autra vota vinimu pirdunati,

A vidi, guardandu n’aggilluzzu vulari,

bbidi cà ormai, tuttu stà ppiriandu, cà sof-

simu troppu piccaturi e mmarbaggi, hamu

a vidi, vidiandu nù fhrusculicchjiu fhujiri,

fri e mmori, tutta a natura.

i piriri.

Ddiu, tanti voti u mundu là ssarbatu,

E’ mmù sì dici cà, senza mù ccì pinsamu,

dù diluviu, chi nà bbulutu prisirbari,

a fhossa, ccù llì manu nostri, nà scavamu.

a vidi, guardandu l’erba ggirmugliari, o, vidiandu l’acqua dà terra nisciri. A vidi, vidiandu nù jiummariallu, curriri, pag. 22

e ccù llù Fhigliu chì, nCruci hanu ammazGrafichÉditore di A. Perri - & 0968.21844

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diocesi

Settantesimo anniversario di sacerdozio di monsignor Rimedio nel segno della gratitudine comunicato stampa S. D. (Uff. com. sociali Diocesi Lamezia Terme)

Celebrato in Cattedrale il settantesimo anniversario di ordinazione sacerdotale di monsignor Vincenzo Rimedio, alla presenza del vescovo di Lamezia Terme monsignor Giuseppe Schillaci e del clero diocesano. “Un giorno di gratitudine al Signore per il mio sacerdozio e per il dono del sacerdozio che ci riguarda tutti - ha detto il vescovo emerito della diocesi lametina nella sua omelia – Il sacerdozio è simbiosi, comunione di vita con Cristo, e il sacerdote realizza l’affinità con Gesù incarnando nella propria vita e nel proprio ministero le Beatitudini evangeliche, che ricalcano il vissuto del Maestro, lo specchio di come è vissuto il Signore. E’ Gesù che ci ha scelti, la nostra vocazione è venuta da Lui, e noi siamo chiamati ad essere sua immagine in mezzo al popolo per edificarlo e farlo crescere. E’ urgente che in tutte le diocesi calabresi ci sia la presenza di figure sacerdotali fedeli ai valori della maturità Lamezia e non solo

sacerdotale e dell’affinità con Gesù, che rispondano sempre più generosamente alla vocazione. Solo così si potrà scrivere una nuova storia cristiana in questa nostra martoriata regione. Ringrazio il Signore perché gli anni abbondanti sono un dono e un’opportunità di riflessione e ulteriore maturazione spirituale”. In conclusione un augurio particolare alla Chiesa lametina, guidata da monsignor Vincenzo Rimedio dal 1982 al 2004, e al vescovo Schillaci “perché Dio possa portare a compimento ogni progetto di bene” con l’invito a “riconoscere la Provvidenza di Dio che opera nella mia vita, nella vita della nostra comunità e di tutti noi”. All’inizio della concelebrazione, il saluto del vescovo Schillaci che ha espresso “gioia e gratitudine per i settant’anni di sacerdozio di monsignor Rimedio, settant’anni di vita consegnati al Signore, per amore del Signore e della Chiesa”.

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caritas

Visita al campo ROM di Scordovillo comunicato stampa Solidarietà, ma anche vicinanza ed ascolto. Questi i punti centrali della visita fatta ieri mattina dalla Caritas della Diocesi di Lamezia Terme al campo rom di Scordovillo nel corso della quale il direttore, don Fabio Stanizzo, e gli operatori del Centro di ascolto diocesano sono stati accompagnati da don Gianni De Ronchi della parrocchia di San Giovanni Calabria e da volontari della stessa parrocchia. “La visita di oggi – ha dichiarato don Fabio Stanizzo - vuole essere un importante segno di vicinanza a chi tra i rom si sforza per vivere onestamente e ad una fascia di popolazione vulnerabile sia perché appartiene ad una minoranza etnica non tutelata, sia perché il peso del pregiudizio e dei preconcetti resta forte, nonostante gli sforzi evidenti”. Ispirata all’enciclica “Laudato Sii” di Papa Francesco, la Caritas Diocesana, ormai da anni, è vicina alla popolazione rom di Lamezia Terme sia con attività rivolte ai bambini per avviare processi di integrazione e socializzazione sia con laboratori rivolti alle giovani mamme, che purtroppo hanno un basso livello di scolarizzazione, per accompagnarle e sostenerle nella loro crescita personale. Il Centro d’Ascolto diocesano, infatti, accompagna e sostiene molte famiglie nel loro cammino di integrazione sociale, promuovendo un importante lavoro di rete con i servizi territoriali e avviando percorsi di consapevolezza dei propri diritti e dei propri doveri. Questo anche se, purtroppo, come sottolineano dallo stesso Centro, “il contesto territoriale in cui si opera non è dei più semplici e molti cittadini rom onesti rischiano di essere vittime di chi, tra loro stessi, è vittima e complice del malaffare”. Nel corso della visita, alla quale non ha fatto mancare il suo sostegno spirituale il vescovo, monsignor Giuseppe Schillaci, che non ha potuto essere presente perché attualmente è fuori Lamezia, vi sono stati momenti di preghiera comune, ma anche momenti di confronto nel corso dei quali sono stati tanti i temi affrontati: dalla questione dei fumi tossici che, spesso si alzano dal campo e rispetto ai quali è stato fatto notare la gravità e pericolosità anche per la salute degli stessi rom, alle esigenze di questi ultimi che non hanno mancato di esprimere il disagio di vivere in condizioni di forte degrado sociale ed ecologico. “La ‘Casa Comune dell’umanità’ – hanno evidenziato gli operatori della Caritas -, la nostra madre terra, ha bisogno di essere curata attraverso una ‘ecologia integrale, che comprenda chiaramente le dimensioni umane e sociali’ e la Caritas diocesana e la parrocchia, in un periodo storico caratterizzato da forti tensioni sociali, incarnano chiaramente la dimensione umana e sociale del concetto di ‘Ecologia Integrata’ espresso nell’enciclica ‘Laudato Sii’. Con la visita di oggi si vuole esprimere la vicinanza alle famiglie rom che vivono ai margini della nostra Diocesi, periferie sociali di una delle città più importanti della Calabria”. Ed è stato così che, passeggiando tra “i vicoli e le strade” del campo rom, tra baracche e container, rigagnoli e pozzanghere, i partecipanti hanno parlato con le famiglie, circondati da bambini e donne, avvicinati da chi a causa di gravi condizioni di salute e/o di forte disabilità non può più uscire dalla propria baracca e nonostante tutto continua a vivere in condizioni igienico sanitarie pag. 24

precarie e pericolose per la salute.

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Lamezia e non solo


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