Lamezia mese ottobre de biase

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Lameziaenonsolo incontra

Salvatore De Biase

La nostra intervista di oggi, ha toccato diversi punti… la politica lametina, paragone fra nuova e vecchia amministrazione, le vicende dell’ospedale lametino, il piacere di scrivere libri in vernacolo… Chi è Salvatore De Biase? Sicuramente non mi sento un politico nel senso stretto del termine, poiché il mio modo di vedere la politica mi colloca e mi impegna in un sociale quotidiano, ovvero sempre vicino ai bisogni delle persone in generale. “Non della gente”, come siamo abituati a dire spesso, ma delle persone, perché “gens” di derivazione latina è più una discendenza di un ceppo familiare, mentre la conoscenza della persona è diretta. Mi permetto a questo punto di dire che conosco i miei elettori personalmente, ho con loro un rapporto amicale che curo da sempre e non solo nel periodo elettorale. Insomma mi piace il contatto umano e l’essere riferimento costante. Poi non mi faccio mancare il teatro e la poesia, da esprimere possibilmente nei rioni della città, allo scopo di riprendere e rimembrare espressioni dialettali che appartenevano ai nostri padri e che non andrebbero disperse perché sono il patrimonio culturale storico di questa terra. L’anima coriacea dei Calabresi-

lametini, mi forma, mi guida, mi ispira, e per questo non ho mai perso il contatto con questa meravigliosa terra Greca, e questa Lamezia che forse è figlia di dal lontano Achenez, dove da alcune fonti, Aschenez è ritenuto addirittura, anche fondatore di “Numistro”, nome che identificherebbe Nicastro (oggi Lamezia Terme). Lo scrittore Giuseppe Maria Alfano, Istorica descrizione del Regno di Napoli, 1795, p. 106 recita: “NICASTRO” città in mezzo alla parte settentrionale della Calabria Ultra, in sito alquanto piano vedesi questa città, una delle più antiche d’Italia, avendo avuta l’origine fin da Aschenaz, figlio di Gomer, che fu il primogenito di Jafet, quando dall’Armenia si portò in Ausonia, oggi Calabria. Fondò or dunque in quest’ameno luogo una magnifica colonia col nome di Numistro, la quale poi dagli Enotri fu ridotta a città, che divenne bella, e popolata. Nelle scorrerie de’ Bruzj fu anche questa, tra le altre città della Provincia abbattuta e diroccata: ma i conquistatori la riedificarono in altro luogo ivi vicino e la chiamarono Nicastro, cioè Novum Castrum. Ecco perché amo la storia ed il passato, in quanto tutto porta verso valori sconosciuti da ripercorrere e riproporre. Questa terra, per quanto mi riguarda, ispira i testi teatrali, poetiche e perché no, anche musicali, facendo emergere temi cocenti, ancestrali, come l’emigrazione e la povertà, ma anche parodie allegre che suscitano l’ilarità e la riflessione. Come nasce la passione per la politica? La politica mi è sempre piaciuta. Questa passione mi ha spinto a candidarmi anche nel consiglio comunale della mia città. Ho ricoperto varie cariche fra queste vorrei ricordare che sono stato Responsabile Direttivo Provinciale UIMEC (unione italiana mezzadri e coltivatori diretti) anni 1999/2000, Segretario Regionale (unione coltivatori Italiani) anni

1990/1998, Consigliere Comunale Comune di Lamezia Terme anni 19861991; 1993-1997; Assessore Comunale alle Finanze nel Comune di Lamezia Terme nell’anno 1991; <Presidente del Consiglio Comunale nel Comune di Lamezia Terme anni 1993/1995; Assessore Comunità Montana ReventinoTiriolo-Mancuso anni 1989/1992; Vice Presidente della Comunità Montana delega Artigianato-AgricolturaIndustria anni 1994/1995; Consigliere Provinciale Catanzaro anni 1995/1999; Amministratore AFOR (azienda forestale regionale) anni 2000-/2005 e 10-2005 /06-2007; Amministratore Enoteca Regionale Calabria 2012-2013-2014 -2015 Legge 10 febbraio 2011, n° 1 art. 5 quale componente CdA “casa dei vini di Calabria Enoteca Regionale” E adesso? Adesso, opero nella Direzione Amministrativa della struttura ospedaliera lametina, oltre ad essere Economo nell’azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro, ricopro il ruolo di Consigliere Comunale a Lamezia Terme. Quanto è stato importante l’apporto della sua famiglia per seguire questa “vocazione” politica? E’ stato, ed’è molto importante, direi fondamentale, anzi, voglio aggiungere che questa mia passione la ritrovo nell’insieme in tutta la mia famiglia, la quale ha adottato il famoso motto: “uno per tutti e tutti per uno” poi nello specifico in mio figlio Francesco, maggiormente esposto, politicamente. Che ruolo ha oggi suo figlio Francesco? Oggi opera nel mondo sindacale della UIL, con rapporti Nazionali, nonché componente della Uil e Segretario Provinciale a CS, UIL Pensionati, nonché, uscente consigliere comunale per dieci anni. Prima di ritornare a parlare di politica, facciamo una piccola digressione, lei è anche scrittore, ce ne parli un po’. Piuttosto mi piace scrivere!! Ma il tutto nasce dal fatto che sono un attento lettore

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delle storie e delle tradizioni popolari, della nostra terra. Quindi i suoi scritti prendono spunto da queste tradizioni? Certamente!! Il presente senza il passato non avrebbe futuro!! Quindi amare la Calabria, amare Lamezia, significa portare nel cuore ogni respiro passato e presente e per ciò che riguarda, la passione e l’amore che porto anche in politica, si incarna in tale principio, ovvero: fare sempre il bene della città. Ci parli dei suoi libri. Ho scritto diversi libri, dove emergono poesie in vernacolo, e non solo. Ma vorrei aggiungere che oltre a scrivere emozioni e tradizioni, sono anche un compositore musicale. Quali suoi libri sono stati pubblicati? “Calabria duci cumu u meli e amara cumu u fheli”, “fhatti ppi ridiri e ppi ciangiri”, “Fhorza guala”, “Jiuda fhu’ nu tradituri o u megliu amicu du Signuri?”, “Lamete, il terzo fratello di Romolo e Remo”, “Rumanzelli Calabresi”, “Tutto Passa”. Oltre alla commedia riuscitissima “ A cummari i l’Ugna”. Ci vuole parlare brevemente della situazione del nosocomio lametino? Lei è stato protagonista, quest’estate, di un “sit – in” di protesta davanti all’ospedale lametino, ci vuole dire qualcosa? Lamezia nel contesto sanitario ha avuto sempre un ruolo di prestigio. Illuminati primari come: Virgillo - Giraldi - Borrello - Menniti - Frasca - Ardito - Scuteri, giusto per citarne alcuni, che hanno fatto scuola, con prestazioni sanitarie di alta professionalità: ernia del discostomaco-operazioni alle mammelle, ecc.senza contare la Scuola Infermieri,

voluta fortemente dal compinto Prof. Aldo Tomaino.

come l’oncologia, la nefrologia, la diabetologia .ecc.

Tornando ai tempi attuali, quali sono i punti del Tavolo Massicci? 1 Chiusura di ospedali; 2) Risparmi, 3) blocco dei concorsi, tutto ciò porta a non poter offrire servizi adeguati e di conseguenza una emigrazione sanitaria costante che aumenta i costi anche per le piccole cose.

Lamezia oggi ha perso centralità e prospettiva sanitaria ai danni di Catanzaro, quali “realtà” sono state mantenute nel capoluogo calabrese? Due HUB; Tre ospedali : ciacciopugliese- università; tre ospedali privati come: S.Anna-Villa del Sole; e Villa Serena; quattro laboratori privati; due distretti sanitari; tre emodinamiche.

A quale struttura sanitaria, avrebbe dovuto esser accorpato l’ospedale lametino? Noi cittadini pensavamo alle strutture ospedaliere di Catanzaro, invere? A Chiaravalle, struttura chiusa; Soverato meno di Soveria e Girifalco. Dunque la sanità vera rimaneva solo a Lamezia, ma senza prospettiva, con l’inizio del nostro declinoQualcuno si è domandato perché il nosocomio lametino è risultato come SPOKE? Gli HUB e gli Spoke, sono previsti per legge, e dal Piano sanitario Nazionale, quindi Lamezia è destinataria di Spoke, equivalente cioè ad ospedale periferico; gli HUB, si prevedono da 500,000 abitanti, gli SPOKE da 150,000 a 300,000 Pertanto l’ospedale di Lamezia è uno Spoke? Certo, e viene dotato solo di alcune specialità di base, con il rischio, di perderle: malattie infettive, oculistica, bronco pneumologia, terapia intensiva neonatale, microbiologia e virologia, mentre alcune altre diventano specialità,

Questo è quello che è rimasto a Catanzaro, cosa succede, invece, a Germaneto? La nuova azienda, che sarà intitolata a Renato Dulbecco, catanzarese insignito del premio nobel per la medicina nel 1975 – conterà sugli attuali tre plessi: quello del policlinico, quello del “Pugliese” e quello del “Ciaccio”, ognuno con le sue specifiche competenze; La fusione Pugliese –Ciaccio- che richiama la cittadella sanitaria e quindi l’università, Mater Domini, e anche qui, l’apertura del Pronto Soccorso, (O PIÙ PRONTO SOCCORSI) e quindi corpose specialistiche e risorse infinite, DA ASSEGNARE, “NON A LAMEZIA”. Ed ancora al “Ciaccio” il dipartimento oncologico-Chirurgico, della nuova azienda sanitaria, mentre il dipartimento di ostetricia e di neonatologia al policlinico universitario. Nel plesso del “Pugliese”.Tutta la sezione afferente alla pediatria. Nascerà poi un altro pronto soccorso, questa volta al policlinico nel quartiere Germaneto. Accanto a quello generalista del “Pugliese”, ne nascerà uno nuovo che si occuperà di problemi cardiaci, neurologia e pazienti con politrauma. Cosa bisognerebbe chiedere al Ministro Lorenzin, al Governo Renzi, al Commissario Scura, considerando che, ormai, la battaglia va condotta sul tavolo romano, per salvare l’ospedale lametino? NO, LAMEZIA QUALE OSPEDALE TERRITORIALE; SI, ALL’APERTURA DEL CENTRO PROTESI INAIL; SI alla presentazione di una idea di sanità a carattere provinciale, di cui Lamezia ne dovrà far parte, diversamente lo SPOKE è una polpetta avvelenata, nel senso che l’Ospedale lametino, non avrà forza di permanenza nel contesto del territorio; Si ad una sanità con Hub tricefalo, su cui poggiare per l’area lametina, anche l’apertura del Centro Protesi Inail, e una sezione specialistica come

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totale delle funzioni diversificare le aree specialistiche? Perché sul piano risparmio non vengono tagliati i doppioni su Catanzaro ed affidarli di conseguenza a Lamezia di modo che con 20 minuti si può andare a CZ-Germaneto, ma anche l’inverso?? Perché continuare a sponsorizzare la costruzione di nuovi ospedali quando si stanno chiudendo quelli esistenti, attraverso chiusure di reparti e drastiche riduzioni di posti letto e Lamezia sanitaria invece è pronta per ospitare ogni genere di risposte, con una struttura che può accogliere circa 600, posti letto ?? il POLITRAUMA ; ovvero l’attivazione del Centro di Alta Specializzazione della Rete Politrauma nell’ospedale di Lamezia Terme, in quanto ciò sarebbe un forte incentivo verso la realizzazione di quell’Area Centrale della Calabria che tutti, da ogni postazione, richiedono di rafforzare e che, sicuramente, apporterebbe benefici alla Regione. SI al rilancio della centralità di LAMEZIA, la quale dispone di infrastrutture notevoli come aeroporto, FS, Autostrada, ecc, tutti al servizio di CZ e dell’Intera regione. QUALIFICARE L’ESISTENTE : TIN MICROBIOLOGIA CENTRO TRASFUSIONALE ORL-OCULISTICA. POTENZIARE alcuni reparti e servizi come: UTIC- Oncologia, pneumologiachirurgiaradiologia-anatomia patologica; ATTIVARE l’Emodinamica in cardiologia, o avviare una convenzione ad hoc, per beneficiare dell’Emodinamica ; INCREMENTARE I SERVIZI SANITARI SUL TERRITORIO ( nella città di CZ, insistono 2 distretti; di contro in un territorio vasto come il LametinoReventino, 1 solo, con specialità ridotte) AVVIARE LA FASE CONCORSUALE per favorire l’occupazione sanitaria ed amministrativa; valutare un centro GRANDI USTIONATI (viste infrastrutture) Perché bisognerebbe fare tutto ciò? Perché si sta realizzando progetto di unificazione Ospedale Pugliese-CiaccioUniversità, e su Lamezia non ripartire settori specialistici unici? Perché continuare ad affidare risorse notevoli, non già sull’intera provincia sanitaria di Catanzaro, bensì nel solo comune di Catanzaro, ed obbligare il comprensorio lametino verso il capoluogo? Perché non considerare il bacino di utenza unico e non separati (tra asp-CZ e il Pugliese-Università) e nell’ambito

Torniamo adesso a parlare di politica, è di questi ultimi giorni, la notizia che, diversi esponenti del consiglio comunale, fra i quali anche lei, hanno abbandonato Forza Italia, per seguire il nuovo partito dell’Onorevole Galati… che cosa vi ha spinto a cambiare? La politica, spesso ha la necessità di equilibrarsi nell’azione delle liste civiche locali, e in tal senso, la storia di Lamezia è costellata di civiche. A tale proposito, basta ricordare che Lamezia nasce con un governo comunale improntato sulle liste civiche, (il Carroccio) che nello specifico animarono il Padre fondatore di Lamezia, ovvero Arturo Perugini, un democristiano doc. e sostenitore dei partiti, costretto al civico. A continuare, qualche anno fa, sbocciò la lista civica, di ”Alleanza per Lamezia” dell’attuale Senatrice Doris Lo Moro e mica si può dire che la stessa non è, o non era, organica nella forma partito e primadonna del centro sinistra di oggi! Giungiamo velocemente al governo Mascaro: E’ pregno o no di liste civiche? E’ sostenuto o no da partiti che stanno nel governo Renzi? Renzi non guida un centro sinistra governativo, oppositivo, non includente allargato, e perciò richiama i partiti della responsabilità e delle riforme? Il patto del Nazareno, che vedeva Berlusconi e Renzi collaborativi, significava che l’uno diventava di sx e l’altro di destra? Allora qualcuno potrebbe storcere il naso se a Lamezia nasce una lista civica a vocazione partitica, che ha sulla città come suo impegno, il sostegno incondizionato, immutabile, determinato, tenace, vischioso verso il governo Mascaro? Può qualcuno non considerare che rispetto al recentissimo passato vi è un “gruppone di 6 consiglieri, di cui 1 anche consigliere provinciale, oggi valore aggiunto della maggioranza? Possono in tanti cicalare senza riflettere, interrogando gli altri e

non se stessi, non memori che durante la campagna elettorale amministrativa, c’era chi dava e chi invece toglieva e neanche partecipava. E se costoro avessero prevalso? Mascaro poteva, per loro, anche perdere? Ricorda qualcuno i disimpegni vari comandati ben manifestati su appuntamenti importanti? In molti dimenticano che quando qualcuno, ha come riferimento, si la politica, ma anche e soprattutto i bisogni della gente, e quindi intravede come partito vero i cittadini, non si preoccupa del giudizio superficiale di alcuni; Non si straccia le vesti; perché è consapevole che non stacca mai la spina della disponibilità verso i bisogni, (eletto o non eletto), mentre altri, si sentono qualcuno, quando rappresentano qualcosa. Il sottoscritto invece, comunque vada, da 13.145 gg, ha la votabilità crescente, diretta e indiretta. (parenti- figli-ecc). Ed allora, qualcuno può avere dubbi, che tutti noi, oggi, responsabilmente, per il peso politico rappresentato, possiamo non essere pronti a tutto, pur di energizzare la proposta politica governativa di Paolo Mascaro? Dopo 100 giorni di governo Mascaro, come si presentano i dati contabili verificati del comune di Lamezia Terme? Lei mi chiede un’“Operazione Verità”! Ossia? Dieci anni di Governo Speranza, 30 anni di debiti per la città! Ce ne parli brevemente! C’è bisogno di una breve cronostoria per far capire tutto. Il governo speranza inizia il suo mandato nel 2005, senza nessun obbligo di rispettare il cosi detto “patto

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stabilita” quindi con un bilancio positivo, dove poteva spendere come un comune di nuova istituzione. Oggi più che mai sono fugati tutti i dubbi sul dissesto si, dissesto no, poiché i dati contabili smascherano un “bilancio gruviera” oltre che siamo in presenza di UN PIANO DI RIEQUILIBRIO con un impegno finanziario decennale, l’amministrazione Mascaro, ha preso in carica un BILANCIO moribondo e quindi un comune indebitato, con tasse elevate al massimo delle aliquote e un disordine finanziario costante, con l’assenza di rigori contabili, che impone al governo Mascaro, di vivere in un calvario contabile quotidiano, ancorato al Piano di Riequilibrio; Speranza ha beneficiato di 12 Dirigenti, poi 9, ed oggi il governo Mascaro ne può contare oggi, solo 4; Si spendeva in modo reale e corposo, e si incameravano somme in modo previsionale, dove i pochi pagavano per i tanti. Quindi l’ex Sindaco Speranza e la sua amministrazione sono da condannare per la gestione economica della città? Speranza merita una condanna inconfutabile poiché si spendeva illimitatamente sulle sole previsioni e non si operava massicciamente sulle entrate. Ad esempio? Per il trasporto alunni, al 99% i biglietti non si pagavano; quindi solo spese; con un costo complessivo di 1.100,000, euro annui, ed una entrata di euro 18,000, stesso costo anche quando i trasportati erano in numero inferiore; i pagamenti dovuti per le pubbliche affissioni latitavano; l’acqua utilizzata da grossi enti

pagamenti non venivano richiesti; Grandi evasori, riferiti a grosse strutture, non pagavano adeguatamente l’ IMU- Tarsu ecc, Una costante mora per bollette non pagate, nei termini di scadenza (5.000 euro bimestrale riguardanti servizi telefonici ecc); Sul costo complessivo energetico per la pubblica illuminazione, pari ad 1 mlne di euro, la mora risultava di circa 100,000 euro complessivi; (perché non si pagava nelle scadenze previste; Su tutte le fornitura di GAS, ENEL, TELEFONI, nessuna verifica, nessun controllo per risparmi per uso impropri ecc; Riscossione Tributi: Mai avviata una seria puntando sull’ANAGRAFE CONTRIBUENTI, per non inviare i pagamenti e le verifiche ai soliti noti; 35 Mlni di euro, affidati ad EQUITALIA e dopo 10 anni incamerare poco o niente!! Non adeguatamente osservati i PIANI ECONOMICI (vedasi Multiservizi) per poi prendere solo atto dei costi sui: rifiuti, gestione cimiteri, illuminazione, trasporti), che hanno determinato nel tempo, uno squilibrio di bilancio evidentissimo Quali sono le conseguenze di tutto ciò? Oggi, non si riesce neanche ad affidare la TESORERIA, in quanto le Banche non partecipano ai previsti bandi, perché vedono il Comune, una sorta di azienda fallita; l’anticipo di cassa: sfrenato e ricorrente; Accensione Mutui: oggi impossibili; piano triennale opere pubbliche : un elenco di opere soggette a fondi vincolati, (pari a circa 80%), che risultano in attesa di appositi finanziamenti e alla ricerca di fondi certi, QUINDI DA RIPROPORRE, come D.U.P. Dirigenti sovraccaricati, controllori e controllati: segretario generale, capo dei v.u., capo del settore economico e finanziario, Presidente della Multiservizi, Direttore Uff. tecnico, ecc; 13 lavoratori lsu-lpu, causa mancato rispetto dei tempi di pagamento, prodotti dal governo Speranza, probabilmente saranno licenziati, parimenti vanno a casa, altri 11 lavoratori vincitori di concorso. Presso la Multiservizi, sono stati verificati ben 500 sinistri pendenti, dovuti ad insidie autostradali, i quali, da una stima approssimativa, impegnerebbero un indennizzo da 700/800 euro a sinistro, ovvero una cifra da capogiro per il comune e la multi servizi. Ed invece, cosa ci può dire della

questione ICOM? Un pericolo incombente, dai costi esosi, lasciata nel limbo dell’incertezza. Cosa ha fatto l’amministrazione Speranza prima di andare via? Abbassare le indennità a coloro che amministravano dopo il suo governo, saldare debiti fuori bilancio, con criteri discutibili, assegnare ai soliti noti, strutture, teatri, complessi di elementi comunali, ecc; Cosa avrebbe dovuto fare? Approvare il proprio consuntivo non in giunta, non approvare un proprio BILANCIO PREVISIONALE; non assegnare I PEG, ai propri Dirigenti, nei tempi e nei modi previsti, con risorse ed obiettivi da raggiungere!!! (anche se la strana maggioranza speranziana, nel suo governo decennale, era solito fare così). Dopo questa attenta analisi, ci può dire quali sono i pericoli per la città di Lamezia? Vi sono tante criticità per come l’amministrazione Speranza ha lasciato la città di Lamezia, ne citiamo alcuni, che a mio avviso sono i più importanti: impossibilità a produrre entrate, visti i tempi ristretti, difficoltà per la copertura del costo minimo, specie sui capitoli riguardanti i servizi a domanda individuale, difficoltà a riscuotere massicciamente tributi lasciati insoluti per anni come: ICI-IMU ECC, difficoltà a rimodulare un Piano di Riequilibrio credibile da far approvare entro il 13.11.15, con la garanzia del costo minimo previsto del 36%. Sembra che, in questa intervista, si siano toccati tutti i punti più importanti per il futuro a breve, e soprattutto lungo termine (30 anni di debiti) della città di Lamezia. Certo sono passati solo 100 giorni circa dall’insediamento della nuova amministrazione comunale. Abbiamo capito che c’è tanto da lavorare per cancellare “gli errori” di chi ha governato precedentemente Lamezia… Non ci resta che ringraziare Salvatore De Biase per questa lunga “chiacchierata” e, chi lo sa, magari nella prossima intervista, ci potrà dire che le cose per Lamezia e, per i lametini, potrebbero migliorare…

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Fidapa Sezione di Lamezia Terme

Passaggio delle consegne

Il 10 ottobre, presso il Savant Hotel di Lamezia Terme si è svolta la cerimonia del passaggio di consegne della FIDAPA, di Lamezia Terme. Come nella maggior parte delle associazioni, alla fine di un mandato vi è questo rito durante il quale, il presidente uscente, nel nostro caso Luciana Parlati, che ha “consegnato” al nuovo presidente, Angela De Sensi Frontera “l’onere e l’onore” della conduzione dell’associazione per il successivo periodo. E stato un interessante incontro, ambedue le Presidenti hanno catturato l’attenzione delle socie e degli ospiti presenti, parlando della Fidapa, dello spirito che le ha portate, seguendo le direttive nazionali, a fare determinate scelte durante il loro mandato, “loro” mandato perchè Presidente della Fidapa, Angela De Sensi Frontera lo è già stata, 20 anni fa. Un clima di grande cordialità ha caratterizzato l’incontro che in alcun momento è stato noioso poiché le “oratrici” hanno saputo catturare l’attenzione dei presenti con le loro parole. Ambedue socie storiche della FIDAPA, hanno sottolineato l’importanza delle associazioni femminili, non femministe, in generale e, ovviamente della Fidapa in particolare, per l’evolversi della figura della donna nella Società in tutti i campi, come del resto lascia intuire l’acronimo stesso della Associazione: Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari. Luciana Parlati ha salutato le socie con un breve excursus su quello che è stato il suo operato, ha ricordato diversi appuntamenti di particolare importanza per il tema trattato o perchè a lei particolarmente cari, ed ha concluso parafrasando il famoso libro di Marcello D’Orta con un “io speriamo che me la sia cavata” che ha suscitato scroscianti applausi che hanno voluto testimoniare il gradimento che le socie hanno avuto dell’operato della Presidente uscente, La nuova Presidente ha esordito con un interessante ricordo della sezione lametina, dalla sua nascita ad oggi, ricordo supportato dalla visione di alcune slide proiettate su un maxischermo, sul quale si è visto passare le immagini di tutte le past president. E, per ogni immagine, la nostra nuova presidente ha ricordato e sottolineato i momenti salienti che avevaLameziaenonsolo Editore: Tipografia Perri

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no caratterizzato quel mandato e l’operato dell’allora Presidente. Momenti di commozione quando il ricordo è andato a qualche socia che non è più con noi, triste ma anche bello, perchè le persone che si ricordano con affetto è come se non fossero mai andate via. Angela De Sensi ha poi anticipato alcuni degli appuntamenti a breve termine ed ha accennato, in grandi linee, quelli che saranno gli appuntamenti futuri che, comunque, saranno organizzati con l’apporto ed i consigli delle Socie tutte. A turno hanno preso la parola altre esponenti di Sezioni Fidapa, ospiti della serata, che hanno dato risalto allo spirito di collaborazione delle varie sezioni spesso unite da fattivi ed attivi gemellaggi, nazionali ed internazionali. Interessante l’intervento del Sindaco Paolo Mascaro che ha preso la paola augurandosi che in futuro sia dato alle donne il potere e la possibilità di decidere per il bene della nostra città, dell’Italia e non solo, pensiero, ha sottolineato, che gli è venuto ascoltando le varie socie elencare il percorso fatto dall’associazione negli anni, riuscendo ad ottenere ottimi risultati in tutti i campi, senza venire meno ai principi fondamentali della stessa, quindi senza scendere a compromessi. A moderare la serata, che si è conclusa con uno squisito buffet offerto a tutti i presenti, è stato il giornalista Antonello Torchia. Nella Fragale

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Geltrude Maione, uno degli ultimi medici condotti Nell’era dell’apparire e di internet trovare una persona che potrebbe scrivere una serie di romanzi tanto è stata avventurosa la sua vita, e che invece non vuole parlare di sé, tanto è schiva, è poco comune ma c’è, è donna ed è stata il primo medico donna di Sambiase, ed è stata, come recita il titolo, una degli ultimi medici condotti, figura oramai scomparsa, parlo della dottoressa Geltrude Maione Forse per capire perchè è giusto renderle omaggio è bene farne una breve “anamnesi”, tanto per usare un termine a lei caro. Geltrude è nata a Sambiase (ora Lamezia Terme) il 25-01-1928 ed è cresciuta nella casa dei nonni paterni, dove ancora era viva e presente la cultura degli avi, soprattutto del medico e chimico Dottor Vincenzo, padre del Nonno Giuseppe. In quella dimora erano gelosamente conservate le sue memorie: i testi di medicina, i suoi ferri, la corrispondenza assidua con Francesco Fiorentino, suo cugino, e con alcune note famiglie calabresi, che richiedevano la sua presenza nel momento in cui le donne di famiglia dovevano partorire. Infatti aveva raggiunto la notorietà per le sue competenze come ostetrico. Forse sarà stata la presenza-assenza si questo “Dottore” che, sin da piccola, la convinse che da grande avrebbe dovuto esercitare la professione di medico. Quando superò, brillantemente, gli esami di licenza liceale a giugno ed ad ottobre quelli di abilitazione magistrale, le fu offerto un posto di insegnante elementare nella vicina frazione di Gabella, il padre avrebbe voluto che lei accettasse ma, testarda, non lo fece ed insistette tanto perchè il padre le concedesse la possibilità d’iscriversi alla facoltà di Medicina e Chirurgia. Lì si laureò nel dicembre del 1952, una sessione prima che si chiudesse il sesto anno accademico, con il massimo dei voti. I primari, che avevano avuto l’opportunità di valutarne la sua preparazione, insistettero perché si fermasse ad esercitare in quel policlinico, dove aveva seguito l’internato in molti reparti, studiando anche di notte, ma i genitori la costrinsero a ritornare a casa e, questa volta, lei non disse di no. Probabilmente se fosse rimasta nel policlinico, come medico sarebbe cresciuta di più, ma certamente i lametini avrebbero perso una figura importante, di grande competenza. Così Sambiase ebbe il primo medico donna… nel 1953, quando ancora si guardava alla donna come alla “regina del focolare”, tutta casa e chiesa. E così era nella maggiorate dell’Italia, ma in Calabria ed a Sambiase, ancora di più, ed il comportamento dei sambiasini non fu di apertura. Il padre le fece apprestare un ambulatorio bene attrezzato nella parte anteriore della abitazione di famiglia, luogo posto al centro del paese, dove quotidianamente si svolgeva il mercato. Subito si diffuse la notizia della presenza, proprio lì, di un medico. Ma la delusione fu grande per il giovane medico Geltrude: i malati, quando si rendevano conto che il medico era una donna, andavano via senza esitare. Geltrude, comunque, benché mortificata per il comportamento dei suoi compaesani, era sempre più convinta che solo il medico poteva fare, decise quindi di fare volontariato nell’Ospedale di Nicastro, dove la sua professionalità e il suo rapporto con i malati

furono apprezzati dai professori, che lì operavano. Con il passare del tempo, quando ormai era evidente che la possibilità di lavoro nel suo paese erano nulle, accettò l’incarico di medico interino nel Comune di Sant’Eufemia Lamezia, sostituendo il titolare che era impegnato quale membro giurato nell’Assise di Catanzaro. Lì, in un breve lasso di tempo, potè dimostrare la sua professionalità e lo spirito di sacrificio, che le circostanze e il territorio richiedevano, per lei maggiormente encomiabili perché donna e con un fisico delicato. Gli abitanti di quel villaggio, tale era allora Sant’Eufemia, in gran parte forestieri, impiegati in Ferrovia o allo Zuccherificio, certo più evoluti dei sambiasini, 1’accolsero con fiducia e benevolenza, e lei ricambiò alleviando i disagi delle loro infermità, soprattutto quelle dei bambini verso i quali aveva un atteggiamento di maggiore protezione. Per fare un piccolo esempio del suo spirito di abnegazione nei confronti dei piccoli ammalati basta citare quel che fece per un bimbo ammalato in un periodo durante il quale si verificavano parecchi casi difterite, che spesso si risolvevano con la morte dei piccoli pazienti. Gli ospedali, in quei tempi, accoglievano solo pazienti bisognosi di chirurgia d’urgenza, non accoglievano altri tipi di ammalati e, men che meno, pazienti con malattie facilmente trasmissibili. Geltrude, curava, in quel periodo, un bambino affetto di laringotomia che aveva urgenza di essere operato ma che era stato rifiutato dall’ospedale di Nicastro per paura di contagio, lei insi-

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stette per farlo operare e lo fu, alla fine, alla sola condizione di dimissioni quasi immediate dopo l’intervento per il motivo succitato. Allora lei si fermò a dormire, per una settimana, a casa del piccolo, per dargli, in caso di pericolo, aiuto immediato. Fu quello un periodo d’intenso lavoro e di un formativo tirocinio nel vasto campo della medicina. Allora non esisteva il pronto soccorso perciò i medici dovevano essere preparati ad affrontare ogni caso patologico e curare ogni tipologia di ferita senza esitazione e con la massima tempestività. Nel caso particolare di Geltrude, tutto era più difficile perché la popolazione da curare era sparsa su un vasto territorio, dal fiume Amato a Sant’Eufemia Vetere e Gizzeria Lido, quando i mezzi di comunicazione erano inesistenti e le difficoltà di movimento erano enormi. I sacrifici comprendevano non solo la sua persona, ma anche la famiglia che riusciva a vedere poco proprio perchè curava una vasta area ed era sempre in giro per curare i suoi Pazienti. Si muoveva, da una parte all’altra, spesso con carri trainati da buoi per assistere ammalati o partorienti sparsi un po’ ovunque nelle campagne. Alcuni pazienti abitavano in fredde e malsane casupole vicine a porcili e pollai dove mancavano le più indispensabili condizioni igieniche, proprio fra questi si verificavano le più difficili e gravi infermità che lei non mancava di curare con altruismo mettendo a rischio la propria salute Ancora più difficoltoso diventava il suo lavoro quando si verificavano incidenti allo Zuccherificio o al nodo ferroviario: allora bisognava intervenire senza esitazione e con coraggio e lucidità per affrontare e cercare di risolvere casi talvolta disperati per salvare gli infortunati. Al termine del mandato, si fermò a Sant’Eufemia come medico di base. Intanto aveva ripreso a frequentare l’Ateneo di Messina, dove dopo 2 anni conseguiva la specializzazione in Igiene e Medicina Scolastica che, nel 1965, le permise di vincere il concorso di medico condotto proprio a Sant’Eufemia e a questo si aggiunse pure l’incarico di Medico delle Ferrovie dello Stato. Compito, questo, molto difficoltoso perché si richiedeva la sua disponibilità in tutto il compartimento di quel nodo ferroviario. Fedele al giuramento d’Ippocrate, con grande senso del dovere e spirito di sacrificio, ha affrontato circostanze che mettevano a repentaglio la sua stessa esistenza: una sera, chiamata al capezzale di un infermo grave, che abitava in contrada “Ginepri”, s’insabbiò con la sua “S00”. Quel giorno aveva piovuto molto perciò non riuscì a rimettersi sulla strada. Lei non si perse d’animo. Anche se era notte inoltrata, si chiuse in macchina, accese i fari e si preparò ad affrontare così la notte. Ma fortuna volle che qualcuno, vedendo le luci da lontano, si avvicinasse e la riconoscesse ed allora riuscì, grazie al provvidenziale aiuto, a tornare a casa. I familiari erano seriamente preoccupati per la sua incolumità quando non la vedevano tornare. D’altronde non potevano pre-

tendere di sapere cosa facesse e dove si trovasse: non era facile comunicare e conoscere gli spostamenti durante la giornata lavorativa perché spesso non rientrava nemmeno all’ora dei pasti e, di certo, non esistevano cellulari e nemmeno telefoni in tutte le abitazioni per potere comunicare. Totale è stata la sua dedizione ai suoi ammalati, che, nella sua vita, hanno avuto la precedenza su tutto e su tutti in qualsiasi ora del giorno e della notte. Anche stanca e malata, se qualcuno aveva bisogno, non esitava a correre al suo capezzale, sempre serena e disponibile. Non ha mai rifiutato il suo aiuto a nessuno, nemmeno a quei malati immaginari che quotidianamente si recavano nel suo ambulatorio col pretesto di un nuovo malessere. Tuttavia la sua dedizione ai pazienti e il suo spirito di sacrificio nell’espletamento della sua missione sono stati ricompensati dalla stima, dall’affetto e dal rispetto che la gente del luogo le ha sempre dimostrato e continua a dimostrarle anche ora che non è più il loro medico. Quelli che, allora bambini, lei curava, ancora oggi la ricordano con affetto e riconoscenza. I pazienti in lei hanno trovato, prima che un medico, un’amica, una confidente a cui potere chiedere consiglio se qualcosa in famiglia non funzionava. Ora, avanti con gli anni e con la salute malferma, le sono tutti vicini e la sostengono con le loro attenzioni e il loro affetto, anche perché è divenuta più fragile e molto riservata. Noi, come giornale che si occupa prevalentemente delle cose belle di Lamezia Terme non potevamo non parlarne. Speriamo che un giorno ci voglia raccontare di più, noi saremo lì, pronti ad ascoltarla per sapere e diffondere le notizie su una donna, calabrese, sambiasina, che ha saputo essere un esempio per tutti, in tempi difficili, quando il femminicidio esisteva ma non se ne parlava, quando la donna ancora era guardata, nella maggior parte dei casi, dall’alto in basso, ed il rifiuto di lei, come giovane medico ma con l’onta di essere “donna”, ne è l’esempio eclatante. E mi piace concludere questo breve excursus con un piccolo omaggio, la frase di un’altra grande donna, scienziato, premio nobel, che sento ben si addice al nostro “medico condotto”; che ne ha fatto uno stile di vita. “Non temete i momenti difficili, il meglio viene da lì.” (Rita Levi Montalcini) Nella Fragale

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Oriana Fallaci nel ricordo di Tommaso Cozzitorto

In Italia, ne hanno fatto bersaglio di critiche atroci, ne hanno fatto vilipendio, il suo nome storpiato in tutti i modi possibili e inimmaginabili, soprattutto declinato nei significati più volgari e osceni, insulti, cortei nella sua Firenze erano all’ordine del giorno, aveva sempre torto su tutto, mille volte bugiarda, razzista, forse pazza, sicuramente da curare, c’è chi le augurava di morire di quel male di cui già soffriva, tanto è vero che New York non fu per lei proprio una scelta, piuttosto un esilio più o meno volontario. Eppure, dopo la sua morte, come quasi sempre avviene, molti giornalisti e non, molti di quelli che l’avevano accusata e insultata e vilipendiata si resero conto che forse e non solo forse Oriana su tante cose ci aveva visto giusto, si anche una donna con un caratteraccio come il suo poteva aver ragione, poteva avere capacità di analisi, addirittura incredibili capacità di analisi e introspezione. La Fallaci, quella Fallaci dall’imperdonabile successo internazionale, dagli imperdonabili milioni di libri venduti in ogni angolo del mondo, poteva aver scritto, dopotutto, qualcosa di buono e valido: capirono che le sue interviste ai potenti del mondo erano e rimangono tra le pietre miliari e tra le più belle e incisive pagine di Storia e

Letteratura contemporanee, che Gheddafi era un idiota, e ce lo dimostrò in una avventurosa intervista del 1978, ma dopotutto stava al posto giusto, dopo di lui il peggio... ci disse, Oriana, che al fondamento del Potere l’intelligenza e la cultura quasi sempre non sono indispensabili attraverso dimostrazioni palesi, si, forse molto molto soggettive ma molto molto chiare e inconfutabili, molto molto attuali... e anche che forse nelle moschee oltre a pregare si facesse qualcos’altro, parlò di lenta e poi sempre più copiosa invasione dell’Europa, Eurabia, scriveva lei... non immigrazione, falsa immigrazione, invasione graduale era il termine da Oriana utilizzato, con tanto di ricostruzione storica, e giù a darle della razzista razzista... lei, laica, voleva difendere quel poco che c’è rimasto da difendere della nostra cultura occidentale e cristiana... e aveva scritto di Unione Europea fasulla, di guerra santa, dell’incapacità ipocrita delle potenze occidentali, in nome di una sola astratta parola, libertà, concetto-guida nella vita personale e professionale di Oriana Fallaci. Per capire la Siria di oggi basta leggere il suo Insciallah, c’è tutto... Ecco, tanti uomini e donne a voce alta come Minoli o a voce bassa o tra i denti o con giri di parole li senti dire, Oriana Fallaci lo aveva detto, lo aveva scritto, si si una grande giornalista, il Vietnam, grande scrittrice... Chi erano quei cretini che le davano della razzista? Cretini, lo hanno detto loro...

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Convegno Aica su nuova Ecdl: Liceo Campanella sempre più “scuola 2.0” Il Liceo Campanella di Lamezia Terme si conferma una “scuola 2.0.”, che fa della formazione all’utilizzo delle nuove tecnologie e dei nuovi mezzi di comunicazione uno degli asset principali della sua offerta formativa. E’ quanto emerso nel corso dell’incontro promosso nei giorni scorsi dal Liceo Campanella di Lamezia Terme e dall’associazione AICA (Associazione Italiana per l’informatica ed il calcolo automatico), che ha scelto l’istituto superiore lametino diretto da Giovanni Martello per presentare la Nuova Ecdl, la certificazione informatica europea che offre nuove competenze agli studenti che la conseguono rispetto alla precedente certificazione, alla luce delle continue evoluzioni del panorama informatico e tecnologico. L’ Ecdl – Health, un corso per coloro che vogliono utilizzare le potenzialità dell’informatica nel mondo medico e sanitario. Il corso “New media”, per acquisire le competenze fondamentali per utilizzare i nuovi mezzi di comunicazione e conoscere i criteri per discernere la qualità e l’affidabilità delle fonti di notizie. E poi l’It security, un corso specialistico che dà la possibilità di conseguire un attestato aggiuntivo, per conoscere i principali rischi per chi utilizza la Rete e gli strumenti per prevenirli. Queste alcune delle opportunità formative della nuova Ecdl illustrate dal responsabilie nazionale Aica Gianluca Mazzoccoli che ha sottolineato come “oggi il mondo del lavoro richieda una serie di competenze informatiche e tecnologiche che devono essere costantemente aggiornate e certificate. Per questo Aica consente, a chi ha già sostenuto l’esame Ecdl, di sostenere degli esami integrativi che certifichino l’ampliamento del proprio portfolio di competenze informatiche”. Parlando gli studenti, Mazzoccoli si è soffermato sull’esigenza da parte delle scuole di “formare ad un uso consapevole delle nuove tecnologie, affinché possano essere uno strumento reale di approfondimento e aggiornamento costante delle

proprie conoscenze. Questo significa anche avere una chiara consapevolezza dei rischi connessi all’utilizzo di questi strumenti, in modo da prevenirli. Pensiamo ad esempio alla tendenza diffusa tra i giovani di ricercare reti wi-fi libere con il cellulare, spesso ignorando il rischio di essere osservati e decriptati. Le nuove opportunità formative offerte dalla Nuova Ecdl avranno questa duplice potenzialità: promuovere un uso consapevole e informato del web e delle tecnologie informatiche nella vita quotidiana e far acquisire, a coloro che conseguiranno la certificazione, competenze informatiche e digitali indispensabili per il mercato del lavoro odierno”. Saverio Molinaro, responsabile Ecdl per il Liceo Campanella, e Licia Di Salvo, docente dell’istituto ed esaminatrice nazionale Aica insieme ad Antonio Carbone, hanno ricor-

dato che ormai da 4 anni il Liceo Campanella tiene corsi per il conseguimento dell’Ecdl ed è sede di esami per studenti, sia dell’istituto che esterni, lavoratori, professionisti e per chiunque voglia conseguire la certificazione informatica europea. Una scelta, quella fatta dal Liceo lametino, che – ha ricordato il dirigente Giovanni Martello – “si inserisce all’interno di un’offerta formativa di respiro europeo che caratterizza il nostro istituto e punta a trasmettere ai nostri studenti le competenze chiave della cittadinanza europea”. Un’adeguata preparazione informatica che, per la docente Michela Cimmino, “non è un fatto a sé stante, ma ben integrata con tutti i percorsi proposti dal nostro istituti nei 4 indirizzi liceali, dalle scienze umane al Liceo Musicale. E’ significativo che alcuni studenti che conseguono l’Ecdl, negli anni successivi fanno da tutor per i nuovi corsi: una proposta formativa che la nostra scuola mette a disposizione di tutto il territorio, a sostegno dell’innovazione e di tutto ciò che può facilitare l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro”

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ISTITUTI SCOLASTICI IN FERMENTO PER IL COLOSSAL

“I PROMESSI SPOSI” A REGGIO CALABRIA DAL 12 AL 14 NOVEMBRE, UNICA TAPPA CALABRESE PER L’ IMPONENTE OPERA DI MICHELE GUARDI’, CON UN SUPER CAST E GRANDI FIRME ED i GIOIELLI DI GERARDO SACCO Prenotazioni da Istituti Scolastici di tutta la regione per la grande Opera Musicale “I Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni che, con il colossale allestimento messo in piedi dal regista della Rai Michele Guardì, approderà al Palacalafiore di Reggio Calabria dal 12 al 14 novembre prossimi. Alla Show Net di Ruggero Pegna, promoter dell’ evento, si susseguono da tutte le province le richieste di biglietti per i due spettacoli mattutini del 13 e 14 novembre, con inizio alle ore 10.30, riservati esclusivamente alle scuole. Il nuovo straordinario allestimento de “I Promessi Sposi”, che nel quadro degli eventi patrocinati anche da Expo 2015 e Ministero per i Beni e le Attività Culturali, partirà il 2 ottobre da Milano, toccherà esclusivamente Padova, Reggio Calabria, Bari, Napoli, Palermo e Roma a gennaio 2016. Per la Calabria, quindi, un’unica imperdibile tappa nella più grande e accogliente struttura della regione. Tre gli spettacoli serali: alle ore 21.00 dei giorni 12, 13 e 14 novembre. Due gli spettacoli mattutini per le scuole: alle ore 10.30 dei giorni 13 e 14 novembre, al prezzo studenti di euro 13,50. L’imponente spettacolo, che durerà esattamente due ore e trenta minuti compreso intervallo, si avvale di un super cast in cui spiccano alcuni dei nomi più noti dell’Opera Musicale moderna italiana: Graziano Galatone nel ruolo di “Renzo”, Noemi Smorra in quello di “Lucia”, Vittorio Matteucci nell’ “Innominato”, Rosalia Misseri (già Esmeralda in Notre Dame de Paris) vestirà i panni della “Monaca di Monza”, l’amatissimo Giò Di Tonno sarà “Don Rodrigo”, Salvatore Salvaggio indosserà la tonaca di “Don Abbondio”, Brunella Platania sarà “Agnese”, Enrico D’Amore “Egidio”, Lorenzo Praticò sarà il “Griso”. Ed ancora in scena, con due ruoli ciascuno: Christian Gravina (Fra Cristoforo - Cardinale Borromeo),Chiara Luppi (Perpetua – la madre di Cecilia) e Vincenzo Caldarola (Avvocato Azzecca Garbugli – Conte Attilio). Un eccezionale Corpo di ballo completerà il nutritissimo cast. “Si tratta di uno spettacolo stra-

ordinario che, per le dimensioni del nuovo allestimento – ha dichiarato Ruggero Pegna – in Calabria può essere organizzato soltanto nel palasport reggino, come accadde per Notre Dame De Paris e la Divina Commedia. Un evento eccezionale ed imperdibile, con gli attori-cantanti più bravi e amati del genere e grandi firme”. Tra le prestigiose firme, infatti, oltre a quella del celebre regista della Rai Michele Guardì, che ne ha curato anche testi e libretto, ci sono: Pippo Flora per le musiche e gli arrangiamenti, Luciano Ricceri per le scene, Luciano Cannito per le coreografie, Alessandro Lai per i costumi, il grande maestro orafo crotonese Gerardo Sacco per i gioielli, Marco Macrini per le luci. La direzione dell’Orchestra Sinfonica “Nova Amadeus” è del maestro Renato Serio. Un’altra stella calabrese, il musicista e cantautore Sergio Cammariere, figura come pianista, oltre ad aver fornito la Consulenza nell’Editing musicale. Uno spettacolo maestoso che, certamente, incanterà il pubblico di tutte le età. “I Promessi Sposi” a Reggio Calabria chiuderà col botto la ventinovesima edizione di “Fatti di Musica Radio Juke Box”, la rassegna del miglior live d’autore ideata e diretta da Ruggero Pegna, con il partenariato dell’Assessorato alla Cultura della Regione Calabria, della Comunità Europea e la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Reggio. Lo spettacolo sarà premiato come “Migliore Produzione dell’Anno”. I biglietti sono disponibili in tutti i punti Ticketone e online ai siti www.ticketone.it e www.ruggeropegna.it. Per gli spettacoli serali sono previsti sconti del 15% per comitive di almeno 25 persone e per gli spettacoli mattutini per le scuole è previsto il prezzo ridottissimo di euro 13,50 a studente. Per i biglietti per le scuole è necessario contattare la segreteria organizzativa al numero telefonico 0968441888 oppure alle mail info@ruggeropegna.it, segreteria@ruggeropegna.it.

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Scuola aperta all’Europa

Studentessa del Campanella, Rosamaria Viterbo già campionessa italiana di nuoto

“entra” all’Università di Vienna Dai banchi del Liceo Campanella di Lamezia Terme all’Università di Vienna. Dai successi ai campionati italiani di nuoto, che l’hanno visto ottenere per due anni consecutivi la medaglia d’oro nei 25 km di fondo ai campionati nazionali come Campionessa Italiana di Fondo categoria “Cadetti”, alla prestigiosa università dove studiò Freud, il padre della psicoanalisi. E’ il percorso della giovane studentessa dell’indirizzo linguistico del Liceo Campanella di Lamezia Terme Rosamaria Viterbo che tra qualche giorno partirà alla volta di Vienna dove, dopo aver sostenuto con successo nelle scorse settimane i test di ingresso in lingua tedesca, inizierà gli studi universitari in Scienze della Nutrizione alla Universität Wien, il principale ateneo austriaco e uno dei maggiori centri formativi universitari in Europa. La passione per il tedesco, la possibilità offerta dal Liceo Lametino, che è tra le sedi italiane del Goethe Institut, di approfondire la conoscenza della lingua attraverso il conseguimento delle certificazioni linguistiche di livello europeo. E poi la full immersion nella città di Vienna che un anno fa ha dato la possibilità a Rosamaria e ad altri studenti del Campanella, nell’ambito di un progetto PON dell’istituto cofinanziato con fondi strutturali europei, di migliorare “sul campo” la conoscenza del tedesco interfacciandosi con i costumi, la cultura e lo stile di vita caratteristici della capitale austriaca. Queste le tappe che hanno portato Rosamaria Viterbo a scegliere

di proseguire fuori dall’Italia gli studi universitari e mettere a frutto nell’università viennese le competenze acquisite nei 5 anni al Liceo diretto da Giovanni Martello, che ha fatto dell’apertura all’ Europa e dell’ interscambio con le università europee uno dei punti fondamentali della sua offerta formativa. Da Rosamaria Viterbo, che a Vienna continuerà a coltivare la sua passione per lo sport, un ringraziamento “al dirigente Giovanni Martello e a tutti i miei docenti per avermi sostenuto e incoraggiato in questa scelta che mi auguro mi darà la possibilità di realizzare la mia aspirazione professionale, che è quella di poter lavorare nel campo dell’integrazione alimentare. Un grazie particolare a Ursula Mader, docente madrelingua di tedesco al Liceo Campanella, per avermi seguito nel percorso che mi ha portato a sostenere i test d’ingresso, supportandomi nella preparazione per il conseguimento della certificazione linguistica di tedesco livello B2. Studiare in un Paese Europeo, per tutto il percorso universitario o anche per alcuni mesi come viene proposto da alcuni programmi Erasmus dalle università italiane, è una possibilità straordinaria per tutti gli studenti: significa sentirci parte di una grande famiglia, quella dell’Europa, che non è finanza e austerity, ma è anzitutto possibilità di studio, di crescita umana e formativa, occasione per arricchirsi reciprocamente nello scambio tra culture e modi di vivere diversi”.

L’Angolo della Poesia L’INDIFFERENZA

BLACK.

CRISTALLI

Verso un cielo indifferente punta il cipresso solitario: neanche una rondine a fargli compagnia..

Chiusi nella gora del tempo i desideri degli uomini.

Una luce perlata spande la luna sulle ferite degli uomini..

Scoppiano come fuochi d’artificio nel lago dell’ indifferenza.

Cristalli di neve sugli occhi. asfodeli nelle mani.

All’ alba briciole di fuoco sulla terra arida. Lameziaenonsolo Editore: Tipografia Perri

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Mini Expo al Liceo Campanella stamattina Così un alunno commenta contento attraversando il corridoio per andare in classe. Con qualche giorno di ritardo oggi al Liceo linguistico si tiene la giornata europea delle lingue. Iniziativa volta alla salvaguardia di molti idiomi che potrebbero sparire. Così io capitata per caso e per perorare altra causa, mi trovo ad essere partecipe, con la professoressa Michela Cimmino, del caffè tedesco. Siamo infatti nell’aula tedesca, con torte di mele e biscotti, ed io guardo incuriosita la lavagnetta delle parole consapevoli, così mi dice un alunno, mostrandomi scioglilingua da recitare in tedesco e altri giochi di parole, compreso un puzzle. Sorseggio stoicamente un pallido e lungo caffè nel mentre Michela mi presenta le insegnanti madrelingua Pyne Susan, inglese, Marra Carmen, francese, Mader Ursula, tedesca. Una di loro ha appena imparato che per arrabbiarsi in italiano può usare il termine adirarsi. Adirata, le piace di più, che arrabbiata. In effetti, meglio all’ira che alla rabbia. L’insegnante di lingua tedesca, Maria Carmela Agosto, agosto è proprio il suo bellissimo cognome, si mette accanto al tavolo della Germania, la vedete ora con gli alunni La Spagna per questo anno non ha preparato la paella perché il corso è appena iniziato ed i ragazzi, benché numerosi, non hanno fatto in tempo a pescare le cozze e gamberi necessari... Ahah sorridendo con l’insegnante di spagnolo Vanessa Ranieri, ci salutiamo scendendo ai piani dell’italiano. Le colleghe di lettere potrebbero dirmi che questa giornata, voluta dall’Europa, per la salvaguardia di lingue come il maltese e il bulgaro, dovrebbe includere, fra le lingue da proteggere, l’italiano, lingua orrendamente scempiata da neologismi e abbreviazioni, da sostantivi trasformati in verbi, e aggettivi in sostantivi. Nulla è come sembra, come lo era un tempo quando al primo ottobre a scuola si andava! Ed io stamattina per un riflesso condizionato andai a scuola. W la scuola.

Mensile di informazioni varie - anno 4 - n. 14 - Ottobre 2015 Iscrizione al Tribunale di Lamezia Terme n. 609/09 Rug. - 4/09 Reg. Stampa Direttore Responsabile: Antonio Perri Edito da: Grafichè Perri Lamezia Terme - Via del Progresso, 200 Tel. 0968.21844 - e.mail. perri16@gmail.com Stampa: Michele Domenicano - Allestimento: Peppino Serratore Redazione: Nella Fragale - Perri Antonio Progetto grafico&impaginazione: Grafiché Perri - 0968.21844

Le iscrizioni, per i privati sono gratuite; così come sono gratuite le pubblicazioni di novelle, lettere, poesie, foto e quanto altro ci verrà inviato. Lamezia e non solo presso: Grafiché Perri - Via del Progresso, 200 - 88046 Lamezia Terme (Cz) oppure telefonare al numero 0968/21844. Per qualsiasi richiesta di pubblicazione, anche per telefono, è obbligatorio fornire i propri dati alla redazione, e verranno pubblicati a discrezione del richiedente il servizio. Le novelle o le poesie vanno presentate in cartelle dattiloscritte, non eccessivamente lunghe. Gli operatori commerciali o coloro che desiderano la pubblicità sulle pagine di questo giornale possono telefonare allo 0968.21844 per informazioni dettagliate. La direzione si riserva, a proprio insindacabile giudizio, il diritto di rifiutare di pubblicare le inserzioni o di modificarle, senza alterarne il messaggio, qualora dovessero ritenerle lesive per la società. La direzione si dichiara non responsabile delle conseguenze derivanti dalle inserzioni pubblicate e dichiara invece responsabili gli inserzionisti stessi che dovranno rifondere i danni eventualmente causati per violazione di diritti, dichiarazioni malevoli o altro. Il materiale inviato non verrà restituito.

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SCORDOVILLO, ALLARME FUMI TOSSICI Ha avuto luogo il 26/09 nella Sala Convegni presso il Parco P. Impastato alle 17,30, un incontro riguardante l’inquinamento provocato dai fumi esalati in località Scordovillo, a Lamezia Terme, che inquinano l’intera città. Iniziativa promossa dall’ Associazione “ Meet up 5 stelle “ presieduta dall’ Avv G. D’ Ippolito. Sono state invitate a partecipare varie altre Associazioni quali: “Unione Mediterranea “, “ Luna Rossa” “ Progetto Sud” , “ Malgrado Tutto “ . La finalità dell’incontro è stata è quella innanzitutto di far sì che i Lametino aprano gli occhi di fronte a un problema serio, reale e pericoloso per la salute, inoltre quella di organizzare un comitato cittadino, composto da movimenti, associazioni, comitati e semplici persone interessate, che programmino insieme una serie di iniziative contro TUTTE le forme di inquinamento presenti in città. Senza bandiere, senza simboli di partito perché la salute è bene imprescindibile di tutti i cittadini e un diritto di cui dobbiamo pretendere la tutela e la salvaguardia. Soltanto una mobilitazione generale potrebbe risolvere tale problema: La tutela della nostra vita e di quella dei nostri figli. Tutti i cittadini di Lamezia devono essere uniti. L’ Avv. D’Ippolito ha aperto l’incontro evidenziando l’importanza di un incontro con tutte le forze sociali, affinché possa esserci una condivisione collettiva sul problema e su una forma d’inquinamento più evidente, che si avverte nella nostra città. . E’ necessario pertanto, creare un percorso per attivare una serie di politiche costruttive. Analizzando una direttiva Europea sulla qualità dell’aria, bisognerebbe ricondurre tutto in un quadro di legalità sul territorio. L’ Avv. D’Ippolito invita i presenti a prendere la parola e in un primo intervento fa notare come l’ambiente si sia trasformato da volano di sviluppo, in ricettacolo di rifiuti tossici e sia divenuto causa di gravi malattie quali tumori, o meglio cancri e leucemie. Non è concepibile che lo Stato rimanga inerme di fronte a tutto ciò: Se qualcuno ci riempie di rifiuti tossici. Un secondo intervento,( un rappresentante dei pensionati,) sostiene che sarebbe necessario fare la raccolta differenziata in maniera adeguata e in questo la Regione non ci sta aiutando affatto, in quanto necessiterebbero delle figure specifiche ed esperte nel settore. Un terzo intervento, un abitante della zona ( Scordovillo )sostiene di avvertire l’odore del fumo tutti i giorni e di vedere il fumo; fa notare inoltre che nella zona sono presenti tre istituzioni: La Polizia, L’Ospedale ( Sanità ) e il Comune : Perché non sono ancora intervenute contro questo problema ? Se queste tre istituzioni non sono intervenute e NON intervengono, CHI DEVE INTERVENIRE ? Non si può NON NOTARE L’ASSENZA DELLE ISTITUZIONI anche se ci sarebbero MODI e TEMPI per intervenire

ti agricoli, inquinano, benché li rendano più belli e più maturi. Lo stesso fa la Provincia. Dovremmo essere noi Lametini a prendere l’iniziativa e non inquinare più il nostro territorio: I Lametini invece gettano la spazzatura in modo illegale, nel fiume Bagni: presso San Sidero vi è : La discarica abusiva Bagni: Televisori, materassi, lavatrici, ecc. tutti rifiuti tossici. Prende poi la parola il coordinatore del Circolo Mediterraneo, Cefalì, sostenendo che per purezza dell’aria significa assenza di inquinamento acustico: La presenza di ripetitori di cellulari provocano l’inquinamento elettromagnetico. Interviene nuovamente l’Avv. D’Ippolito, sostenendo che su alcuni temi, le iniziative vengano condivise da gran parte dei cittadini, che sarebbe necessario organizzare un comitato di cittadini che portino avanti e approfondiscano il problema della Tutela dell’Ambiente. Quel che è necessario e importantissimo, è creare una coscienza civica nei cittadini di Lamezia Per troppo tempo, troppi anni non sono esistite regole, leggi, sanzioni per poter essere buoni cittadini. Andrebbero perseguiti i reati ambientali, che sembrano, invece, essere ignorati. Interviene la Prof.ssa Rosa Tavella, ex Cons. Comunale, facendo notare come per alcuni anni l’Amministrazione Comunale abbia ignorato il problema dell’ inquinamento. Era stata proposta come discarica quella di Pianopoli e comunque, si continuava a scaricare rifiuti abusivamente e illegalmente alla presenza di vigili che ignoravano il tutto. In sintesi: Non c’è mai stata una grande sensibilità riguardo tale problema: Le forze democratiche della città non hanno prestato molta attenzione a tale problema. Ha continuato R. Tavella dicendo che se si vuole costruire un momento di lotta si deve ricordare la storia, gli intoppi, gli errori. Ha concluso l’Avv. D’Ippolito domandandosi : “ Il problema dei fumi perché non lo si vuole affrontare ? A chi serve il rame ? Molte imprese scaricano rifiuti nella Discarica di Bagni”

Interviene un insegnante di Educazione Fisica dicendo che con i suoi alunni parla di salvaguardia dell’ Ambiente, di conoscenza del territorio. Tutti sappiamo che produciamo troppa spazzatura: cicche di sigarette, cartacce, ecc. Abbiamo un territorio bellissimo e non dovremmo inquinarlo. Gli anticrittogamici nei prodot-

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Patate al latte farcite Ingredienti per 4 persone: 600 gr di patate 100 gr di prosciutto cotto 150 gr di formaggio tipo galbanino 20 gr di burro 400 ml di latte sale, pepe, noce moscata

Tempi Tempo di preparazione: 20 min Tempo di cottura: 40 min Tempo totale: 1 ora

Esecuzione Cospargere una pirofila da forno con il burro. Pelate le patate e affettatele a rondelle molto sottili. Adagiate ora i dischi di patate fino a coprire completamente la pirofila. Salate,pepate e fate una grattugiata di noce moscata sullo strato di patate. Ricoprite con uno strato di Galbanino a fette e poi uno strato di prosciutto cotto. Formate ora un altro strato di patate. Versate ora il latte fin quasi a ricoprire interamente le patate, salare, pepare e guarnite con dei riccioli di burro. Infornate le patate al latte farcite e fate cuocere per 30/40 minuti in forno a 180째 o fino a far assorbire tutto il latte . Far gratinare la superficie prima di sfornarle. Una volta tirate dal forno far raffreddare le patate al latte farcite per qualche minuto prima di servire.

Per info: Andrea 3397617017

Per info: Salvo 3200563756

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