Lameziaenonsolo agg2 aprile

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Lamezia e non solo

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Lameziaenonsolo incontra

Anton Giulio Grande

Nella Fragale

Siamo un mensile nato per essere “lametino”, un mensile che parla di quel che accade nella sua città, che parla della politica della sua città, che parla degli uomini e delle donne che danno lustro alla città, chi più, chi meno, chi nell’ambito del solo lametino, chi nell’ambito nazionale, internazionale ed a volte, mondiale. Mentre il mensile Storicittà è la memoria storica del nostro comune e ci regala pagine indimenticabili su quel che “eravamo”, mi piace pensare al nostro mensile come al nostro presente che presto diventa il nostro “passato prossimo”. Sono 24 anni che il giornale esce, più o meno regolarmente e sono 24 anni di storie ed immagini che ci riguardano da vicino. C’è pure il “non solo” che accompagna il titolo ma, anche quando parliamo di attualità, di fattori contingenti o d’altro, è perchè, bene o male ci toccano da vicino. Parliamo del bello, del positivo, del triste anche, a volte. Non ci piace parlare delle negatività e non credo lo faremo mai. 24 anni sono tanti e le interviste fatte sono tante, alle star, come avviene in tutto il mondo, si dedicano più copertine, si dà loro più spazio, perchè lo meritano. Quando la star è Anton Giulio Grande che possiamo, per fortuna, non annoverare fra i “cervelli” in fuga in quanto la sua città è sempre nel suo cuore e continua ad affidare i suoi lavori alle abili mani di sarte lametine, non possiamo non seguire, con grande piacere, questa prassi consolidata.

un obiettivo, raccogliere consensi e gratificazioni e poi pensare e lavorare su altri progetti ancora più importanti. Il sentirsi arrivati è per i presuntuosi privi di umiltà Oramai i nostri lettori ti conoscono, non solo per i nostri articoli, ma anche per i titoli di testate molto più importanti, che ti hanno dedicato pagine e pagine. Che cosa è cambiato in Anton Giulio nell’arco di questi anni? All’apparenza tu sembri lo stesso, anzi, sei come Dorian Gray, non invecchi mai, ma non solo fisicamente, infatti, anche ora che potresti “ipoteticamente” guardarci dall’altro in basso, sei invece lo stesso ragazzo che conobbi oltre 20 anni fa, sempre gentile, sorridente, quale è il tuo segreto per essere così e per non esserti mutato in una di quelle “presenze aliene” che, diventate famose, sorridono solo di fronte ad un obiettivo per trasformarsi in “fate largo che passo io” appena l’obiettivo si spegne Sei davvero gentile, grazie per Le bellissime parole nei miei confronti. In realtà sono cambiate poche cose, il mio carattere creativo, visionario e folle è rimasto identico nonostante difficoltà e delusioni che non sono certo mancate. L’amore per il mio lavoro e nello specifico per l’alta moda, il mio aggiornarmi continuamente ed essere sempre all‘avanguardia per le mie clienti internazionali. Tirarsela non serve! Tutti sanno chi sono e cosa faccio! Tirarsela è preroragativa degli insicuri che dietro un atteggiamento vorrebbero dimostrare ciò che vorrebbero essere ma che non sono riusciti ad essere nella vita.

Nell’aprile e maggio del 1994 ti facemmo un’intervista, la prima, poi nel corso degli anni ti abbiamo dedicato ben 6 copertine, (1997, 2004, 2005, 2007, 2010, 2016) superando abbondantemente il motto “non c’è due senza tre”. Ora te ne dedichiamo una settima, lo facciamo sempre volentieri e, consentimi, sempre con una punta di orgoglio per la tua disponibilità verso di noi. La tua notorietà, è cresciuta in questi anni in modo esponenziale, tu ti senti finalmente “arrivato”? Sono molto soddisfatto per i traguardi prefissati e raggiunti ma ovviamente “sentirsi arrivati” mai! Nè nel mio settore nè in qualunque altro settore credo ci si possa sentire mai arrivati.. Anzi! Una volta raggiunto Lamezia e non solo

Lavori sempre in un ambiente che fa sognare ad occhi aperti, fatto di pizzi, tulle, sete, chiffon, di paillettes e svarowsky, di trasparenze e luccichii, di tavolozze di colori, ma come nasce un abito di sartoria? Come cresce? Prima lo vedi nella tua mente, ispirato magari da un colore, da un suono, da un pensiero, poi lo metti sulla carta, provi e riprovi fino a che non sei soddisfatto e poi ti affidi alle abili mani della sarte lametine per vederlo realizzato? È qualcosa di inspiegabile, Qualcosa che Editore: Grafichè di A. Perri

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senti dentro e naturalmente esprimi e realizzi. Non ci sono, almeno per me delle regole soprattutto nella fase creativa. In realtà prima di passare il lavoro alle sarte (non solo lametine) sono io personalmente a fare tantissime prove su un manichino o su una modella con i tessuti ecc e poi abbozzare il tutto con appunti e disegni che capisco solo io. Ovviamente in una seconda fase riporto il tutto in maniera meticolosa, pignola e precisa alle mie collaboratrici che mi supportano nella realizzazione. Non esiste nessun abito sia esso destinato ad una cliente piuttosto che ad una sfilata che non sia completamente ideato e realizzato nella fase iniziale creativa e di fattiva da me. Questo il vero lusso e pregio! Avere o comunque trovare il tempo per poterlo fare! Un lusso, un privilegio, qualcosa di veramente unico ed esclusivo che offro alle mie clienti.

femminilità e sensualità assoluta che da sempre mi ha contraddistinto e al quale sono rimasto fedele.

Come contraddirti? Quando le persone indossano un tuo abito, pur senza firme o segni distintivi è come se avessero AGG scritto dappertutto. E’ quello che ho pensato quando ho visto, senza ancora sapere fosse tuo, l’abito indossato da Beatrice Borromeo Casiraghi al Ballo della Rosa. Ancora una curiosità su questo mondo dell’Hi Society che ti ha reso famoso facendoti diventare un Guru della moda, quando sei nella fase “ispirativa”, magari ispirato come detto sopra, ti capita di pensare, prima ancora che sia finito, ad un personaggio che potrebbe indossare la tua creazione? O al luogo dove l’abito dovrebbe o potrebbe essere indossato e mostrato? Sì, capita spesso! Le muse sono sempre costanti nella mia vita sia privata che professionale. Vivo in simbiosi con loro, immaginando e ispirandomi a bellissime donne, modelle o celebrity che hanno peculiarità che suscitano e provocano il mio interesse attraverso atteggiamenti, sguardi, modi di camminare, toccarsi i capelli, accavallare le gambe.....

Un dono innato insomma, è quello che fa la differenza. Bene, in tutti questi anni hai conosciuto migliaia di persone, stretto milioni di mani, fatto centinaia di sfilate, ripensando a quello che è il tuo passato prossimo, visto che sei ancora giovanissimo, cosa cambieresti? Cosa ti ha deluso? Quale avvenimento ti ha lasciato l’amaro in bocca? Duro doverlo ammettere ma le delusioni peggiori le ho avute e subite in Calabria, spesso a Lamezia e questo fa molto più male che se fosse avvenuto altrove. Sicuramente non è stato facile affrontare delle delusioni importanti che mi hanno segnato e fatto comunque perdere molto tempo. Sono stato tradito, ingannato, sfruttato e pugnalato alle spalle da falsi amici, il tutto ha contribuito a farmi diventare diffidente. Comunque non amo parlare del negativo, ho coltivato la tendenza negli ultimi anni a valutare e considerare tutto ciò che mi ha deluso come esperienza, insegnamento a non cadere più in certe trappole, in abbagli, in belle parole e a circondarmi da professionisti del settore a farmi consigliare e supportare in scelte non solo professionali. La mia buona indole è spesso il mio peggior nemico. Altrove avrei messo in bilancio delusioni ecc... Dalla mia città natale fa male e rialzarsi costa sempre tante fatica. Ma alla fine caratterialmente mi piace ricordare solo ciò che mi fa piacere ricordare.

So che curi anche una linea di “pret a porter”, è esatto? Così anche una donna che non ha un fisico da top-model, può indossare i tuoi abiti e sentirsi bene, come in una seconda pelle. Quando crei per questa linea come trovi l’ispirazione? In realtà non mi viene nè difficile nè complicato. Il mio stile e mood restano invariati, anche la ricerca e la qualità dei materiali scelti rimane sempre al top. Cambia il discorso della taglia e dell‘esasperazione del concept che viene più semplificato in modo tale da renderlo più accessibile e portabile. Trasmetto in tutto ciò che creo, sia Alta Moda che pret o accessori, il concetto di glam,

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Anton Giulio come si arriva a diventare quello che sei? La bravura, la genialità, l’essere una persona che “guarda oltre”, sono doti necessarie, l’amore, ricambiato, verso le donne per le quali crei, ma basta solo questo? Sicuramente devi avere quel ‘quid’ in più... Essere disposto a sacrificare tanto di te stesso. Un mondo, quello attuale, molto competitivo e velocissimo. Devi avere di tuo qualcosa di unico, particolare che hai solo tu e che ti contraddistingue, creare uno stile riconoscibile, che attualmente, nel caos totale è molto difficile, ed avere una spiccata personalità che ti rende unico, ricercato per ciò che fai e sei.

So quanto ami la tua città e quanto ti amareggia tutto ciò. Dimmi hai mai pensato di gettare la spugna? Mai! Nemmeno nei momenti più difficili. Il mio lavoro è la mia vita, non potrei farne a meno.

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Invece, legandoci alla domanda di cui sopra, un avvenimento, non riferito a persone, ma a fatti, che ti ha strappato un sorriso e che ricordi sempre sorridendo? Avviene quotidianamente, amo il mio lavoro che mi regala felicità e soddisfazioni continuamente C’è un abito al quale sei “affettivamente” legato e che non hai voluto vendere? Ce ne sono diversi e legati a momenti personali e professionali indimenticabili. Alcuni poi sono irripetibili in quanto tessuti che non vengono più prodotti e ricami che non si possono più realizzare. Mi piace avere un archivio anche di ricordi... Chissà un domani quando non ci sarò più magari qualcuno potrà trarne ispirazione e insegnamenti.... Sarò ricordato per la bellezza delle cose che ho creato con passione e spontaneità Sono certa che tu già sei fonte di ispirazione. Una domanda mi sono sempre fatta: in genere, gli abiti che sfilano, che sono il massimo delle produzioni, poi vengono venduti oppure voi stilisti li conservate per una vostra collezione personale e, per chi lo vuole acquistare, ne fate uno nuovo, anche se identico? Entrambe le cose. Vengono utilizzati per le sfilate nel mondo, per i servizi fotografici, le mostre, gli eventi, per le celebrity e per farli vedere alle clienti per realizzare su misura qualcosa di simile. Sempre un’altra curiosità, gli abiti di alta moda credo siano “unici”, ti è mai capitato che due donne famose ti abbiano chiesto lo stesso abito? Se sì come ne sei uscito fuori? È successo spesso anche con donne non famose. Spesso molte donne si fissano con un abito, con un modello. Anni fa successe in un programma di prima serata su Rai Uno condotto da Giorgio Panariello. Abiti molto simili... Ospite e conduttrice, quest‘ultima si arrabbiò molto e mi chiamò durante la pausa della diretta. Dissi la verità ma servì a poco... In realtà l’ospite era molto più bella di lei... Era agli esordi e infatti è diventata molto famosa, una delle mie migliori e più frequenti testimonial... Comunque una bella soddisfazione contendersi me e i miei abiti Mi hai messo una grande curiosità ma non ti chiedo di dirmi di chi si tratta, so che non mi risponderesti ... mi toccherà rimanere con la curiosità. Continuiamo allora, un abito di Anton Giulio, che sia di alta moda o che sia di pret a porter, segue la moda e quindi deve essere messo da parte finita la stagione,

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oppure è come “senza tempo” e può essere indossato sempre, con la consapevolezza di essere sempre eleganti? Senza voler peccare di presunzione, è quasi per sempre. Molte clienti me lo dicono che a distanza di anni lo rimettono avendo sempre tanto successo. I miei sono abiti comunque che hanno del classico, sia come colori, tessuti, linee.. Un abito Importante e di Alta Moda è un investimento Una anticipazione sulla moda autunno-inverno 2017? Perchè credo stiate già lavorando a quella no? Che colore andrà di moda? Che stoffe? E la lunghezza dei capi quale deve essere? Come sarà la donna del 2017 di AGG? Occupandomi principalmente di Alta Moda le tendenze non hanno molto spazio. Non seguo molto i trend ma creo qualcosa sempre di unico ed esclusivo e ovviamente sempre femminile, per rendere sempre al top la donna che ha comunque un unico obiettivo, che io conosco molto bene, che è quello di essere bella e ricordata! Come sempre, prima di un’intervista, si curiosa un po’ sui mezzi di comunicazione alla ricerca di notizie o altro, quando si mette il tuo nome si aprono centinaia e centinaia di pagine che parlano di te e ti esaltano, che ti descrivono come l’enfant prodige, come il calabrese arrivato ai vertici della moda eccetera, eccetera, ma non ho trovato in nessuna parte un articolo che elencasse tutti i tuoi successi, ora faccio la domanda direttamente a te: i tuoi successi, quelli di spicco, da quando hai cominciato ad oggi? Impossibile elencarli tutti, ho ricevuto moltissimi premi, qualche centinaio almeno, 4 cittadinanze onorarie, membro esecutivo ed Ambasciatore Della camera nazionale Della Svizzera e di Malta, Commendatore dell’ordine civile Di Sua Altezza Reale Vittorio Emanuele Di Savoia, Cavaliere dell’ordine al merito di Savoia con facoltà di fregiarsi delle insegne di tale grado, Calabrese nel mondo 2004 al Campidoglio premiato dal premio Nobel Rita Levi Montalcini, 4 partecipazioni a Donna sotto Le stelle a piazza di Spagna, moltissime partecipazioni a Roma fashion week Alta moda calendario ufficiale (la prima volta a 23 anni), fashion week pret a porter Milano, fashion week Montecarlo, moltissime sfilate all’estero: Londra, Las Vegas, Lugano, Ginevra, Malta, Istanbul, Dubai, Kiev, Rabat, Malta, New York, Parigi, Liechstein, Zurigo, Cannes, ecc. ecc. Cover di molti settimanali nazionali e non, articoli su moltissimi magazine, vari Servizi TG nazionali e non, partecipazioni a numerosissime sfilate televisive sia Rai Che Me-

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diaset, vestito moltissime celebrity e clienti internazionali... 18 anni di onorata carriera non si possono elencare o svilire in una risposta di una sola domanda durante un’intervista... Pardon Magari un giorno ti dedicheremo uno special, un numero solo per te! Nelle varie interviste che ho letto ti definiscono ancora l’erede di Gianni Versace, lo feci anche io alla prima copertina che la nostra testata ti dedicò, oggi io non sono più d’accordo con questa definizione, Versace rimane un grande, ma tu non ne sei l’erede a mio avviso, tu sei tu e sei unico nel tuo modo di essere, tu sei AGG e basta, concordi con me? È un appellativo che mi porto dietro dall’inizio della mia carriera, mi lusinga molto perché è una definizione che mi diedero importanti giornaliste di moda a Roma, forse per le origini calabresi di entrambi o perché amiamo Look sensuali, decisi, forti e femminili.. Chissà? Ecco, mi lasci nel dubbio ... Non ti chiedo i nomi dei personaggi famosi che hai conosciuto, non basterebbe tutto il giornale, nemmeno se fosse uno special, credo, ma, a parte Nina Moric, alla quale sei legato da un rapporto di amicizia e di lavoro. Quello che in tutti questi anni ti ha sorpreso di più, positivamente, che è stata una autentica sorpresa per come magari lo immaginavi e per quello che poi si è rivelato? Devo dire moltissime! Con quasi tutte siamo diventati amici e ci frequentiamo anche nella vita privata. Nina Moric a parte, che conosco da quasi 20 anni, anche Valeria Marini, Anna Falchi, Alba Parietti, Aida Yespica, Belen Rodriguez, Mara Venier, Dalila Di Lazzaro, Corinne Clery, Daniela Poggi, Nathaly Caldonazzo ecc ecc. Donne bellissime non sono esteticamente Chissà quanti uomini ti invidieranno per queste amicizie “femminili” con donne bellissime. Cambiamo argomento, Anton Giulio e la politica, che ne pensi della situazione in cui versa l’Italia attualmente? La situazione disastrosa in cui versa l’Italia in questo momento credo sia un dato di fatto oggettivo sotto gli occhi di tutti. Inutile che qualche politico di parte voglia convincerci del contrario. Solo nel 2015 hanno chiuso 1000 attività commerciali solo nella città di Roma, nel Nord Italia regioni che fino a qualche anno fa erano delle Isole felici sono state costrette a chiudere le loro aziende, vere e proprie eccellenze del Made in Italy, il numero dei suicidi degli imprenditori negli ultimi due / tre anni è impressionante, un dato di fatto drammatico. Non lontanissimo pag. 6

dal nostro paese succede il contrario. Paesi in via di sviluppo galoppante, in Italia sempre più alto il fenomeno della fuga dei cervelli all‘estero, mentre sale quotidianamente il numero di profughi, imbarcati, immigrati. Che non fanno altro che provocare una crisi, un disordine, un alto tasso di delinquenza ed insicurezza sempre più abissale ed irrimediabile. Renzi dice che la ripresa ci sarà, speriamo! Anton Giulio e la Religione: Papa Francesco, il papa della Misericordia, che ne pensi? Una figura vicina e rassicurante, alla portata di tutti senza orpelli. Simbolo di tempi che stanno cambiando, assumendo atteggiamenti moderni atti ad avvicinare alla fede chiunque e in modo semplice. Nonostante questa figura del Papa non vedo coesione, tolleranza e rispetto tra le religioni che negli ultimi anni hanno ancora acuito contrasti toccando limiti drammatici. Anton Giulio e Lamezia Terme, credi che il Sindaco Palo Mascaro sia finalmente l’uomo giusto al posto giusto? Me lo auguro per Lamezia. Non saprei, vivo poco la città, sto poco tempo e per quel poco sono presissimo dalle mie clienti e pertanto non ho modo di seguire le vicissitudini politiche di Lamezia, una città sicuramente complessa e difficile da gestire. Anton Giulio e l’amore … sei ancora single, ti si potrebbe definire lo “scapolo d’oro” della moda italiana … qualche scoop? Un amore in vista? Sono perennemente innamorato.. Della mia vita, del mio mondo e del mio Lavoro e dei posti e delle persone che frequento...Tra queste sicuramente esiste quella che mi ha conquistato più di altre... Sono molto riservato sulla mia vita privata e cerco di tutelarla il più possibile. Ma spesso non riesco Beh, dopo questa tua risposta, caro Anton Giulio, a registratore spento, ti farò il terzo grado per avere il nome che, prometto, non pubblicherò! Tornando all’amore, alle tue donne, quelle della tua famiglia, la tua mamma in prima linea, mi viene da pensare che, in un certo senso, siano loro le tue vere Muse Ispiratrici, è così? Provengo da una famiglia matriarcale: mia madre, mia sorella, mia nonna, le mie zie. Le mie più care amiche donne. Le mie clienti donne. Le mie sarte e collaboratrici /assistenti/ sarte donne....La mia moda è Donna da sempre! Sempre che tu ne abbia, come passi il tempo libero? Che musica ti piace ascoltare? Tempo libero per me stesso ne ho molto Editore: Grafichè di A. Perri

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poco, comunque sempre cose legate al mio lavoro, week end rubati al lavoro con le persone che amo in posti ricercati. Quindi viaggi, cinema e musica perlopiù classica: Antonio Vivaldi, Mozart, Tchaikovsky, Prokofiev, per citarne alcuni, insieme a David Bowie, Freddy Mercury, Maria Callas e Mina. C’è un genere letterario che prediligi? Leggo tutto ciò che mi passa tra le mani e di cose me ne passano tantissime. Quotidiani in primis tutti i giorni prestissimo (dormo pochissimo e mi alzo sempre molto presto), alle 6 so già tutto ciò che succede nel mondo, ovviamente giornali on line, di moda (quasi tutti internazionali) gossip. Il mio genere preferito è, ovviamente, la letteratura classica, i romanzi. I miei autori preferiti Oscar Wilde, Emily Dickinson, Ghoete, Baudelaire, Virginia Wolf, Dostoyevsky. Anton Giulio e gli animali, ne hai? Ti piacciono? Mi piacciono ma non ne posseggo. Possederli significa prendersene cura, con la vita che faccio per me non sarebbe conciliabile. Ma ci sono molte specie bellissime e spettacolari Allora ti faccio un invito formale, se dovessi essere a Lamezia domenica 17 aprile, giorno in cui si sta organizzando un Dog Day per gli ospiti del Rifugio Fata, ci faresti l’onore di essere nostro ospite? Se dovessi esserci volentieri ! Concludiamo con la domanda che facciamo a tutti, alla Marzullo. La domanda che non ti ho fatto e che avresti voluto ti facessi? Fattela e dacci la risposta Dato Che l’avete fatta a tutti... Io evito... Mi è sempre piaciuto distinguermi. Un’altra “conversazione” è finita, Anton Giulio, come sempre è stato molto dispo-

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nibile. Incontrarlo è un piacere, anche per le cose “non scritte”, quelle che vengono dette durante l’intervista e che ci fanno sorridere e ridere. Parlare con lui è ritrovarsi proiettati in un altro mondo, quasi lo si vive ascoltandolo, quasi lo si vede attraverso i suoi occhi scuri, caldi, del Sud, del nostro Sud. Un mondo patinato, un mondo dove tutto giunge ovattato, quello che ammiriamo attraverso le pagine dei giornali o che seguiamo sui social, nei vari talk-show; fatto di vacanze sulla neve o al mare, di vacanze che sembrano non seguire il corso delle stagioni, fatto di feste, di sorrisi, di cocktail coloratissimi, di calici di vino, di vestiti fantastici. Principesse, attrici, politici, uomini e donne di potere girano intorno a lui che lavora instancabilmente, che sale e scende da aerei di linea e privati, per seguire una collezione, per partecipare ad un party, per ritirare un premio, una onorificenza. Quando penso a lui e poi penso alla nostra città una sorta di sottile rabbia mi sale dentro, è vero che a Lamezia lo conoscono tutti ma è altrettanto vero, a mio parere, che non gli si dà abbastanza lustro, “Nemo Propheta in patria (sua)” una frase tratta dal Vangelo ed attribuita a Gesù, gli calza a pennello, ma non è questa la frase che gli voglio dedicare per concludere l’incontro, ne ho trovata una di Virginia Wolf, fra le sue autrici preferite, che pare essere stata scritta per lui: “Sono gli abiti a portare noi, e non noi a portare gli abiti; possiamo far sì che modellino bene un braccio, o il seno, ma essi ci modellano a piacer loro il cuore, il cervello, la lingua.” Ed è così, perchè le donne sentono l’abito giusto come una seconda pelle che le aiuta a “sentirsi bene, belle, insostituibili” e quindi si lasciano, volentieri, “portare” dagli abiti di Anton Giulio, creati con questo intento, creati con le donne, per le donne, per renderle sicure di sè. Dote, questa sua, innata, che lo rende unico, che lo rende, appunto, AGG.

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GUIDA IN STATO DI EBBREZZA le conseguenze di carattere amministrativo e giudiziario

La Commissione “Caffè Giuridico” della Sezione Aiga di Lamezia Terme ha allestito e messo in opera con la solita cura l’appuntamento per il corrente mese di marzo, avente ad oggetto il reato di guida in stato di ebbrezza e le conseguenze di carattere amministrativo e giudiziario che seguono all’accertamento dello stato di ebbrezza a carico di un ipotetico e poco avveduto conducente che improvvidamente si pone alla guida di un veicolo in condizioni non idonee e comunque punite dalla legge. L’incontro, come nelle precedenti occasioni, lungi dall’avere pretese di esaustività e/o di giustezza assoluta, ha costituito un momento di dialogo e confronto sulla tematica, teso ad attrarre l’attenzione dei partecipanti sull’argomento prescelto ed a sollecitare lo spirito critico di ognuno. Un cenno lo merita sicuramente l’intento che orienta la scelta degli argomenti di volta in volta trattati, giacchè la Commissione punta a privilegiare -oltre agli argomenti di maggiore interesse, attualità e/o problematicità- la trattazione di tematiche giuridiche la cui padronanza può concretamente agevolare -nello spirito dell’Associazione dei Giovani Avvocati- giovani operatori del diritto a formare la

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propria capacità di prestare assistenza legale e, perciò, ad affacciarsi in maniera tangibile al mercato del lavoro con prospettive di conseguire dei giusti compensi per l’attività prestata. In tale ottica la scelta dell’argomento trattato è stata anche in questo caso particolarmente calzante, se è vero che, purtroppo, il reato di guida in stato di ebbrezza è uno di quei reati che statisticamente viene commesso con una certa frequenza e che, in quanto tale, è uno di quei casi pratici che con maggiore ricorrenza possono porsi all’operatore del diritto. Peraltro, si tratta di un reato in cui può incorrere chiunque e non necessariamente e/o esclusivamente soggetti stabilmente dediti ad attività delinquenziali. Nel corso dell’incontro si è quindi fatto un rapido riferimento alle principali norme che disciplinano il reato in questione e, perciò, agli artt. 186 e 186 C.d.S., mettendosi in evidenza trattarsi di norme alquanto strutturate nel senso che contengono una disciplina abbastanza dettagliata e particolareggiata tale da ricomprendere e regolare un no-

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vero veramente ampio di circostanze di cui una condotta può in concreto comporsi (come, ad es., le tre differenti fasce di ebbrezza alcolica corrispondenti a tre differenti livelli di alterazione delle capacità psico-fisiche di un soggetto di attendere alla guida di un veicolo, ovvero l’eventualità che la condotta sia tenuta in ore notturne, ovvero che si sia accompagnata alla verificazione di un incidente, ovvero che sia stata commessa alla guida di un veicolo di proprietà o di cui il conducente ne aveva solamente l’uso, etc.). E’ quindi stato rammentato che a seguito del positivo accertamento dello stato di ebbrezza in capo ad un ipotetico conducente scaturisce un procedimento di natura amministrativa ed uno di natura giudiziaria. La relazione non ha mancato di delineare brevi cenni in merito agli avvisi che devono essere rivolti al conducente prima che questo sia sottoposto al controllo mediante l’apparecchiatura etilometro ed all’attività di verbalizzazione delle verifiche strumentali che vengono in concreto posto in essere. Naturalmente è stato anche fatto riferimento al provvedimento che nelle immediatezze è deputato a garantire e tutelare l’incolumità pubblica e che, al contempo, colpisce in maniera più concreta il trasgressore, ovvero la sospensione della patente; sospensione della patente che avviene in dipendenza di tre differenti fasi e/o in virtù di tre differenti Autorità che vi possono provvedere ed in particolare: - gli Agenti che hanno proceduto al controllo, nelle immediatezze del fatto ed in maniera concreta mediante apprensione della patente di guida e proibizione al trasgressore di continuare a fare utilizzo del veicolo; - la Prefettura competente per territorio, nel termine di venti giorni dalla data del controllo mediante ordinanza emessa e notificata al trasgressore e per un tempo corrispondente a quello normativamente previsto in corrispondenza del livello di ebbrezza riscontrato; - il Tribunale penale, in via eventualmente ulteriore rispetto alla sospensione già disposta dal Prefetto ed a titolo di sanzione accessoria aggiuntiva rispetto alla sanzione penale pecuniaria e/o detentiva, mediante decreto penale di condanna ovvero mediante sentenza. La relazione si è quindi anche soffermata sulle iniziative processuali che la difesa del trasgressoreimputato può assumere, in particolare, ed in considerazione di quelle che sono le differenti variabili e peculiarità del caso concreto oltre che le esigenze dell’Assistito, evidenziandosi la possibilità di: - non opporre il decreto penale di condanna Lamezia e non solo

eventualmente emesso a carico del trasgressore, specie ove esso commini una pena sospesa, e lasciare che esso divenga definitivo in vista della successiva possibilità, decorsi due anni, di instare per la declaratoria dell’estinzione del reato come previsto dalle norme di riferimento del codice di procedura penale; - opporre il decreto penale di condanna eventualmente emesso a carico del trasgressore chiedendo l’oblazione (ove possibile), ovvero un rito alternativo (in particolare il patteggiamento, in uno alla richiesta di sostituzione della pena concordata in lavoro di pubblica utilità in considerazione della possibilità di poter mirare a sentenza dichiarativa dell’estinzione del reato previa verifica del regolare espletamento del lavoro di pubblica utilità); - opporre il decreto penale di condanna eventualmente emesso a carico del trasgressore, chiedendo il giudizio immediato e concentrando le difese prevalentemente sugli aspetti procedurali che possono favorire il decorso del termine quinquennale di prescrizione del reato ovvero su ulteriori aspetti procedurali (ove ricorrenti nei casi di specie) che possono determinare l’inutilizzabilità di atti ed attività essenziali ai fini dell’accertamento e della dichiarazione della colpevolezza, così favorendo la pronuncia di una sentenza di proscioglimento, senza escludere -ove percorribile- la difesa “nel merito” laddove possibile provare l’inaffidabilità dei riscontri strumentali per malfunzionamento dello strumento utilizzato ovvero per il suo non corretto impiego. Ulteriori cenni sono stati delineati in merito all’interazione con l’eventuale fase del giudizio delle novità introdotte con le recenti riforme legislative, ed in particolare con le ipotesi disciplinate dagli artt. 168 bis e ss. c.p. (in relazione alla possibilità di sospendere il giudizio per consentire all’imputato di fruire della c.d. “messa alla prova” anche in tale ipotesi in funzione di una pronuncia di estinzione del reato previa verificazione del positivo “superamento” della “messa alla prova”) e dall’art. 131 bis c.p. (“Esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto”, mettendosene in evidenza la non automatica applicabilità e comunque gli effetti non completamente favorevoli all’imputato di tale tipo di pronuncia). L’incontro, impreziosito anche dalla consueta partecipazione di Rappresentati dell’Avvocatura “adulta” che in tal modo intendono fare sentire la propria vicinanza ai Colleghi con minore esperienza ed intendono dimostrare la propria concreta disponibilità a sostenerne la formazione e la crescita, si è ancora una volta distinto per la particolare attenzione dei partecipanti, sinonimo di un approccio serio e responsabile all’importante ruolo che la professione dell’Avvocato comporta.

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COMMISSIONE PARI OPPORTUNITA’ UDC LAMEZIA TERME

I tempi cambiano

le professioni ambite e innovative anche? Nell’attuale crisi economica e sociale, in qualità di Presidente della CPO di Lamezia Terme con la collega avv. Odette Anania ed i componenti della Commissione, abbiamo voluto analizzare la possibilità di lavori alternativi alle professioni ed ai mestieri valutati sicuri e che oggi si trovano in una situazione di incertezza socio-economicofiscale ed in balia della transitorietà. Non tutte le famiglie riescono con lo stipendio a mantenere uno status economico familiare soddisfacente e per far fronte al disagio, alla precarietà vanno alla ricerca di un secondo o terzo lavoro. Il lavoro è scarso o relegato allo sfruttamento anche in quantità di tempo poiché è richiesta la prestazione fino a 12-15 ore al giorno. Il Presidente della Repubblica nel suo discorso di fine anno ha sottolineato: «L’occupazione è tornata a crescere... ma il lavoro manca ancora a troppi dei nostri giovani» perciò, per osservare il mondo del lavoro più da vicino, siamo scesi in campo seguendo aziende che offrono un’opportunità di lavoro a uomini e donne di tutte le età e che si reggono sul network marketing o sulla vendita diretta ed indiretta, settori che in tempo di crisi hanno sempre mantenuto un margine di guadagno garantito. Si parla di aziende del tipo Avon , Stanhome ed Herbalife. Avon fondata addirittura nel 1850 a New York, Stanhome fondata nel 1931 da Stanley Beveridge che intuendo le aspirazioni femminili dell’epoca negli Stati Uniti diede vita alla Stanhome, una formula di vendita completamente innovativa che favorisce la socializzazione e l’inventiva delle donne attraverso le donne: il party plan. Herbalife , il risultato di straordinari successi personali dal sogno del fondatore Mark Hughes ai grandi risultati conseguiti dai Distributori. Queste sono state le tappe fondamentali di quanto hanno pensato e creato questi sognatori. Nel 2016 sistemi di vendita come quelli citati Avon e Stanhome fondati prima della guerra mondiale, costituiscono nei nostri tempi di crisi un’alternativa al lavoro di oggi o ritornano in auge? Volendo conoscere più da vicino queste realtà, abbiamo contattato tali aziende chiedendo informazioni sullo svolgimento delle loro attività. In passato, sul territorio, la CPO ha diffuso informazioni e sostenuto varie tematiche sociali e nel contatto con queste aziende, dopo esaurienti e convincenti chiarimenti, venivamo informati che pure esse si prodigano sulle medesime tematiche come ad esempio l’Avon contro la violenza domestica e la Stanhome sostiene l’associazione Onlus Peter Pan, che offre accoglienza ai tanti bambini ed adolescenti malati onco-ematologico ed alle loro famiglie per il lungo periodo delle cure. Una vera opportunità Changing lives, uno dei motti fondanti dell’azienda Stanhome, che dà risalto al modo di incontrarsi per la pag. 10

condivisione di chi vive lo stesso percorso, creando preziosi legami di solidarietà e di aiuto reciproco. Una gratifica indiretta la riceve anche chi compra i prodotti poiché, oltre all’alta qualità ed all’efficacia del prodotto messo in commercio, vi è l’impegno dell’incaricata che fa sì che il cliente con il suo acquisto contribuisce a queste cause di rilevanza sociale. Lo slogan usato dalla CPO “La forza di una donna” si intreccia con lo slogan “Donne di Valore” della Stanhome . Il Privilegio di essere donna? O parità di Genere? Siamo nel terzo millennio ed ancora molte persone, donne incluse, devono recuperare autonomia e spazio, reddito e lavoro e non posizioni che esternamente mirano solamente al prestigio sociale. L’organizzazione sociale, oggi, ruota intorno a coloro che sono in grado di garantire lo sviluppo della società. Che dire delle donne nella società calabrese dove il turn over del lavoro non esiste e dove tutti partono perché “…fuori si sta meglio , l’ambiente è migliore” oppure “espatrio perché qui non si trova nulla.. mi hanno sfruttata/o!” Sono mai state poste alle donne calabresi che hanno un lavoro o stanno cercando un posto di lavoro domande del tipo : “dove sei brava? – “ dove hai valore aggiunto? Qual è la sua attitudine?” Nulla di tutto ciò ! Eppure di attitudini la donna ne ha tante: l’amorevolezza, la tolleranza, la solidarietà la libertà di pensiero, la capacità di dialogo, la flessibilità. Esiste un lavoro che fa esaltare tutte queste predisposizioni qui in Calabria? Noi le abbiamo trovate. Stiamo parlando di donne che hanno fatto una scommessa su se stesse e che non hanno fallito anzi hanno trovato qualcosa, in termini di realizzazione, che le ha formate e con intelligenza e coraggio, hanno dato priorità al senso della loro vita, rendendosi disponibili a riprogrammarla secondo una visione dinamica. Stiamo parlando della donna “di valore“ come le qualifica la Stanhome. Ma i soggetti maschili intraprenderebbero questo lavoro? Come reclutare soggetti maschili in tali attività quando sono più propensi per un posto fisso e un guadagno immediato? Questa sfida, che ha portato molto successo nell’operato ed in tutti campi in cui la Commissione si è mossa, oggi la lanciamo anche in questo campo. Abbiamo incontrato coloro che nella Stanhome ricoprono il ruolo di guida territoriale calabrese e alle quali ci si rivolge per l’inizio dell’attività ed abbiamo chiesto di raccontarci la loro esperienza, in un mondo qualificato quasi con ironia “quello …delle casalinghe” , valutato nella generalità del pensiero comune come secondario ad altre professioni. La signora Patrizia Bafaro, nella qualità di capo gruppo, ha cura delle nuove incaricate, del rapporto di accoglienza e formazione che viene fornito a mezzo dell’affiancamento nella conoscenza dei prodotti e della vendita. Ricoprendo quasi sempre il ruolo di

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ambasciatrice della cosmetica “testimonial” del marchio Kiotis, ha informato le clienti della linea della cura della persona nelle riunioni organizzate dalle incaricate con una prova gratuita dei prodotti Kiotis, condividendo un momento di benessere e di distacco dal ritmo quotidiano. Stanhome, continua a spiegare la capogrupo, è formata da tre brand: la linea casa Stanhome rivolta a fasce di persone che sono dedite alla cura della casa, la linea cosmetica Kiotis che studia e mette in commercio cosmetica di elevata qualità a base di oli essenziali e la linea Family Expert riguardante prodotti di Parafarmacia, rivolta a tutte le fasce di età dal bambino all’adulto ed ai soggetti più delicati. A queste linee si aggiunge oggi DPR una linea cosmetica da riscoprire. La signora Angela Cerchiaro, Direttrice di Filiale inizia la sua carriera lavorativa per un anno come responsabile di un grande magazzino a Pianopoli ma poiché riscontra che quel mondo lavorativo non offre le aspettative che le erano state prospettate, si inoltra nel mondo della Stanhome ed inizia la sua carriera con l’obiettivo di dare una mano alla sua famiglia. Appura che la Stanhome riconosce la donna a 360° e si identifica nella frase dell’odierno slogan “Donne di valore” perché questo lavoro non è facile in quanto esiste una diffidenza da parte della gente che non prova facilmente quello che non conosce. Perciò la signora Angela caparbiamente continua il suo lavoro riuscendo nell’obiettivo della carriera ed invita alla “prova di incaricata Stanhome” per incitare all’avventura di un lavoro dinamico, operoso e gradevole, oltre ad evidenziare che gli incontri per la vendita si svolgono senza distinzioni di ceto sociale , in un clima di rapporto umano. La signora Angela Cerchiaro precisa che la Stanhome è un’azienda che ti dà e non ti chiede nulla, è di qualità , di conoscenza e di distribuzione. Tutti elementi che danno garanzia soprattutto per l’inizio dell’attività. Infatti la Stanhome, a differenza di altre imprese, offre alle nuove iscritte/incaricate un Kit di prodotti che viene consegnato in comodato d’uso. Aggiunge Angela che in questo lavoro l’impegno, l’intraprendenza e la costanza garantisce lo stipendio. La signora Carmela Venneri entra come incaricata ma da subito persegue la sua ambizione di fare carriera. Una sfida molto ardua che si concretizza in breve. Diventa Cg offrendo le stesse opportunità aziendali. Le persone coinvolte possono conseguire gratuitamente formazione, gratifiche economiche e personali. Abbandona il lavoro pubblico cogliendo l’occasione di carriera in Stanhome, grazie ad un vero sistema meritocratico, all’operosità, alla qualità ed efficacia dei prodotti Stanhome. Diviene Direttore d’Agenzia su Cosenza e Vibo Valentia. La sua tenacia, il suo coinvolgimento e la sua formazione fanno raggiungere alla filiale i primi posti a livello nazionale in Vendita e Reclutamento, portando sempre più in alto il nome della nostra Terra conseguendo premi, trofei internazionali, Avedisco. Oggi è Manager di Zona per l’intera Calabria e Puglia. Il grande amore per la sua Azienda, per la nostra terra e per il diritto intangibile al lavoro, che ha contraddistinto il suo percorso, rende la signora Venneri un esempio di sviluppo e di opportunità’ al femminile nel mondo del lavoro. Il suo lavoro, la sua Lamezia e non solo

esperienza e l’avanguardia con cui opera Stanhome sono stati oggetto di studio e di tesi di laurea alla facoltà di Scienze Giuridiche per l’Impresa di Milano. La nostra riflessione ha contribuito ad affermare che la Commissione Pari Opportunità all’atto della costituzione è stata innovativa perché si è rivolta, nella partecipazione, non solo alle donne ma anche agli uomini, chiedendo ed ottenendo il loro contributo attraverso la presenza attiva, all’interno di un gruppo generalmente formato da sole donne. Tanto è avvenuto perché le problematiche che vengono individuate come femminili nella realtà sociale colpiscono anche gli uomini. Se da una parte vi è resistenza per questo lavoro da parte degli uomini dall’altra invece Stanhome ha pensato alle donne ed agli uomini “single”, i quali sono facilitati nelle pulizie di casa per la scelta della confezione del prodotto che si può trovare in varie millilitri, quando difficilmente le imprese nel packaging pensano ai “single”. L’impegno assunto dalle figure femminili interpellate, la loro carriera e il loro coraggio ci hanno entusiasmati e comunque, le informazioni relative all’obiettivo sociale che persegue questa Azienda ci hanno indotto a coinvolgere alcune associazioni sull’iniziativa Stanhome “Dritti al cuore dell’accoglienza” dell’Associazione Onlus Peter Pan i cui proventi per l’acquisto di alcuni prodotti erano volti a realizzare un “salone più accogliente per far sentire le famiglie dei bambini oncologici ospitate a casa”. Tali associazioni si sono prodigate a contribuire all’esecuzione di tale obiettivo. Un ringraziamento speciale per questo apporto lo indirizziamo a Padre Bruno Macrì con l’Ordine Francescano, alla signora Gaetanella Pileggi con l’Associazione Domus Bethaniae, alla signora Ippolita Lo Russo Torchia, da anni volontaria Caritas Diocesana, i quali hanno riconosciuto la validità e l’importanza della connivenza tra il contributo e lo scopo umanitario dell’iniziativa. La signora Ippolita Lo Russo Torchia è stata Presidente della Fidapa del distretto di Lamezia Terme e del distretto sud ovest, creando durante la sua Presidenza dieci sezioni. Oggi è stata riconosciuta Socia Onoraria. In un convegno dal titolo “Solidarietà senza confini” tenutosi nel Comune di Trebisacce patrocinato dalla Regione Calabria ed ospitante la Fidapa, alla sig.ra Lo Russo Torchia durante il suo mandato da Presidente del Distretto dopo avere relazionato su “Donna, Politica e Volontariato, è stata consegnata la medaglia come ambasciatrice della Pace alla presenza di Maria Pia Fanfani. E’stata referente della Commissione della “Carta dei Diritti delle Bambine” adottata al IX Congresso Europeo BPW International a Reykiavik nell’Agosto del 1997 contenente nove punti sui diritti della Bambina. In qualità di Presidente dell’Associazione Iniziativa Umanitaria è stata premiata con la “ Medal 6f Friend Ship” . Ha scritto di Lei il Presidente del Distretto Fidapa “Ha profuso capacità, intelligenza , tempo , energia e tanto entusiasmo.” Auspichiamo che il sostegno iniziato da queste Associazioni sia condiviso da altre associazioni.

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Stagione Teatrale Anatra all’arancia ... di Sicilia a Lamezia Terme L’anatra all’arancia, commedia brillante in due atti di W. D. Home e M.G. Sauvajon, regia di David Amalfa. Un classico del teatro francese presentato dalla Compagnia teatrale siciliana “Dietro le quinte” nell’ambito della V rassegna teatrale “Vacantiandu – Città di Lamezia Terme” con la direzione artistica di Nico Morelli, Walter Vasta e Sasà Palumbo, in scena sabato 19 marzo 2016 al Teatro Comunale Grandinetti. Ingredienti: 1 marito 1 moglie 1 amante (di lei) 1 segreteria (di lui) 1 cameriera

500 grammi di buon umore 500 grammi di dinamismo 400 grammi di ironia 150 grammi di esotismo una manciata di cinismo un pizzico di erotismo

arafrasando la ricetta del celebre piatto che dà il titolo alla pièce, ci piace pensare che la Compagnia teatrale siciliana “Dietro le quinte”- con le dovute variazioni alla ricetta originale - abbia saputo miscelare con sapienza questi ingredienti per offrirci una pietanza dolceamara, ricca di humour, dalla risata gustosa e con un pizzico di piccante. Al mood tipicamente francese avvezzo al birignao e alla coquetterie, i nostri contrappongono una rivisitazione criticamente avveduta e un interessante adattamento in salsa siciliana - pur mantenendo inalterato lo spirito del vaudeville come genere teatrale - condotto attraverso più livelli linguistici affidati alla lingua italiana della coppia moglie-marito, alla vena esotica risolta nell’inflessione francese dell’amante che mantiene il legame con l’opera originale e ai dialetti – quello siciliano della cameriera Teresina e quello ciociaro della segretaria Patrizia - che valorizzano il contesto nostrano introducendo la radice identitaria attraverso l’elemento popolare della lingua parlata. Un mélange linguistico che predispone a dialoghi spumeggianti e a battute spiritose. Ma c’è anche un sottofondo velato di amarezza perché in ogni rapporto umano, e non soltanto in pag. 12

Tempo di cottura 2h c.

quelli amorosi, ci sono sempre competizioni, differenze all’apparenza invalicabili, tensioni inespresse, incomprensioni che si cristallizzano negli anni e tornano a galla nei momenti più impensati… Una ambientazione borghese, disseminata di messaggi subliminali (il giallo-arancio delle pareti, l’anatra e l’arancia sulla libreria a mo’ di suppellettili…) e una grande vetrata sulla quinta di fondo che lascia intravedere un bel giardino risolvendo il rapporto dello spazio tra interno ed esterno. Qui abita il vaudeville. Una moglie e un marito il cui rapporto si basa su delle speranze/illusioni di lui e sul desiderio di fuga di lei con l’altro e poi una segretaria svagata e una cameriera petulante. Qui, si consumano le “non-tragedie” dei personaggi e si dibattono in allegria temi come l’amore, il tradimento, la famiglia, il lavoro, i viaggi… Qui gli amplessi si si sognano, si progettano, si pianificano tra ipocrisia e gelosia, ma non si portano mai a termine… per effetto di provvidenziali interruzioni. E il marito avrà solo lo spazio di un weekend per riconquistare la moglie perduta ridicolizzando l’amante. Vivace e brillante l’interpretazione di

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David Amalfa nei colorati panni di Gilberto, marito tradito… e siciliano. Ma sovvertendo l’archetipo del “magnifico cornuto” ferito nell’onore, invece di urlare, crollare, delirare, con uno stratagemma estorce la confessione alla moglie esattamente il giorno prima che lei parta con il suo amante e le propone di invitarlo a casa per meglio pianificare i termini del divorzio offrendole una scappatoia perché la colpa non ricada su di lei. In questo ruolo di marito stranamente compiacente, decisamente troppo buono per essere onesto, si nasconde un uomo astuto che come un ragno tesse la sua machiavellica tela intorno alla sua legittima consorte. La moglie Lisa, interpretata da una convincente Arianna Rizzo, ha una sua logica. Si esibisce in giochi di strategia seduttiva ma vuole essere sempre presente a se stessa cercando di non perdere la sua visione complessiva di donna sposata con amante. Una figura di donna contemporanea rappresentata teatralmente e risolta nell’ironia liberando, con un sorriso, alcuni dei fondamentali problemi della lunga, secolare emarginazione imposta alle donne… specie in Sicilia. Direttamente dalla matita impertinente di un cartoonist irriverente i poli della seconda coppia “di fatto”. Esilarante la Patrizia/Patty di Laura Briguglio, segretaria ciociara un po’ svampita, dinoccolata come Olivia e vestita come Minnie che, giocando sull’ambiguità del suo personaggio, diverte per gli equivoci e i malintesi che crea e aggira con gaiezza e malizia. E che dire del Principe Jean-Claude interpretato con abilità macchiettistica da Andrea Gitto? Buffo satiro sotto cenere, esteriore e superficiale, con certa rigidità da soldatino di stagno ma con tutte le arie dello stupore e della dabbenaggine (simulata) di chi occupa un posto non suo e una mobilità facciale con certe espressioni rubate ai più audaci creatori di smile. La regia, impostata su ritmi frenetici, scandita da un sapiente gioco di entrate e uscite che presuppone il dono (raro) del senso dei tempi comici, di premeditate guitterie, vibrante per quel che concerne la definizione dell’atmosfera nell’evocazione di un meridione limpido e solare, presenta tuttavia qualche acerbità che viene

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però compensata dalla solidarietà di squadra dei 5 attori che nella Teresina di Marilena De Pasquale trova la punta avanzata del gioco scenico. È lei che, impicciona e arruffona come le più blasonate “colleghe” della Commedia dell’Arte, conferisce allo spettacolo la nuova matrice identitaria attraverso tutta la sua accattivante trasgressione lessicale fatta di sproloqui fonetici, alterazioni linguistiche, ossimori forzati che esaltano la lingua siciliana provocando gran divertimento ma anche figura specchio di una società conservatrice e di una mentalità popolare legata ad antichi valori. Applausi per tutti.

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Il concerto di CAMMARIERE Il prossimo 25 aprile a Locri apre

“DALLA PACE DEL MARE LONTANO -. MAGNA GRAECIA TERRA DI PACE E’ CULTURA” Sarà Sergio Cammariere il protagonista della prima edizione dell’evento intitolato “Dalla Pace del mare lontano - Magna Grecia terra di Pace e Cultura”, organizzato dall’Amministrazione Comunale di Locri Assessorato alla Cultura in collaborazione con “Fatti di Musica Radio Juke Box 2016”, la trentesima edizione della rassegna del miglior live d’autore diretta da Ruggero Pegna. Il prossimo 24 aprile alle ore 21.00 presso la Corte del Palazzo di Città, il concerto dell’amatissimo cantautore crotonese con la sua band inaugurerà un progetto che intende, attraverso la grande musica d’autore, sottolineare le molteplici eccellenze di Locri e del suo vasto comprensorio, dalla storia alla cultura, alle straordinarie bellezze paesaggistiche di uno dei luoghi più incantevoli e incontaminati del Paese. Sul palcoscenico, Cammariere sarà accompagnato dai suoi affiatatissimi musicisti: Amedeo Ariano, batteria, Luca Bulgarelli, contrabasso, Bruno Marcozzi, percussioni, Daniele Tittarelli, sax. “Dalla Pace del Mare lontano - Magna Grecia Terra di Pace e Cultura” vuole essere un messaggio che arriva direttamente dall’arte, dalla grande musica di Sergio Cammariere, un calabrese che ha dato lustro alla sua terra, conquistando sempre più spazi e trovando costantemente riscontro positivo nel giudizio del pubblico e della critica. “Dalla Pace del Mare Lontano” è il titolo di un brano scritto da Cammariere ed è il titolo che caratterizzerà l’appuntamento di Locri. Non è un caso, infatti, se il sottotitolo sia “Magna Grecia terra di Pace e Cultura”. L’evento è nato dalla volontà e dalla sinergia tra l’Assessore alla Cultura Anna Rosa Sofia e il promoter Ruggero Pegna. L’Amministrazione Comunale di Locri ha

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condiviso il progetto, manifestando compiacimento per un appuntamento importante e prestigioso che, negli anni, potrebbe storicizzarsi come uno degli eventi di maggior prestigio dell’intera regione. “Sergio Cammariere – afferma l’assessore Sofia - è un vero chansonnier; un talento straordinario che alla Calabria dedica tempo ed amore. Anche quando non è in giro per il mondo e pur non vivendo più a Crotone, non dimentica la sua radice ed il suo territorio. Magna Grecia per l’Amministrazione Comunale di Locri non è solo un concetto o un luogo, ma un principio di vita. Magna Grecia terra di Pace e Cultura – aggiunge Anna Rosa Sofia - è la sintesi perfettamente descrittiva di un percorso culturale e storico che, nella musica di Cammariere, trova massima esaltazione e cancella i molti luoghi comuni che accompagnano giornalmente la Calabria, terra prevalentemente di saggezza e solarità che la mafia ed il malcostume possono solo temporaneamente offuscare”. Il Concerto di Cammariere rientra nell’ambito di un programma avviato dall’Amministrazione Comunale con il fine di segnare Locri con eventi culturali di assoluto richiamo. “L’inizio della Primavera – conclude la Sofia - non solo come simbolo ma anche come strumento ideale per esaltare i pregi e le virtù di un grande territorio come il nostro, capace nonostante presenze nefaste di ritrovare slanci ed entusiasmi”. L’ appuntamento è stato presentato questa mattina in Comune dall’Assessore Sofia e dal sindaco dottor Giovanni Calabrese. I cinquecento biglietti disponibili per assistere al concerto saranno in vendita da giovedì prossimo al prezzo di € 34,50 nei punti Ticketone e presso lo stesso Assessorato alla Cultura.

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La nascita di Lamezia Terme

Le elezioni amministrative del 10 e 11 maggio del 1964 a Nicastro. Furono gettate, allora, le basi affinchè i cittadini prendessero consapevolezza del progetto peruginiano delle costituzione di Lamezia Terme, la Grande Città, la Città Regione nel cuore della Piana. Nicastro, campagna elettorale per le elezioni amministrative comunali del 10/11 maggio 1964. Siamo nel teatro Umberto I ancora agibile. In quel momento,

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io sono il delegato dei giovani democratico-cristiani nicastresi e il più giovane candidato non solo della lista democristiana, ma di tutte le liste presenti nella competizione. Il senatore Arturo Perugini, eletto l’anno precedente al Senato della Repubblica a conclusione delle elezioni politiche del 24 aprile 1963, ha lanciato la sua iniziativa per la creazione di una grande città nel cuore della Calabria: “Lamezia Terme, Città regione”. Quest’è il tema più dibattuto della campagna elettorale amministrativa del ‘64. Al teatro Umberto I, appunto, incontro i giovani nicastresi ai quali illustro il progetto peruginiano e chiedo loro, in un appassionato discorso, che avevo accuratamente preparato e dunque era il frutto dei sogni ardenti di un giovane poco più che ventenne, di farlo proprio e sostenerlo. <<La mia tesi è che il progetto della creazione di una nuova, grande città nel cuore della Piana lametina ed al centro della Calabria, costituisce la frontiera più avanzata, più ambiziosa e ricca di promesse di ogni genere che i nicastresi, i sambiasini e i sant’eufemiesi possano sognare di costruire, per loro e le future generazioni”. Chiedo anche di essere votato <<per poter contribuire, da un posto di maggiore responsabilità qual è il Consiglio comunale di Nicastro, all’esaltante impresa della costruzione di Lamezia Terme>>. Rispetto alle elezioni precedenti del 6/7 novembre 1960, allorché la Democrazia cristiana aveva ottenuto i 2/3 dei consiglieri comunali (20 su 30) l’esito per il partito non fu positivo. La DC perse molti voti e ben cinque consiglieri. Per me, invece, fu un successo insperato e lusinghiero. Nonostante la mia giovanissima età e nonostante io lavorassi in un’impresa privata agricola di Santa Eufemia Lamezia ogni giorno dalle 7 del mattino alle 19 di sera e nonostante le cattive condizioni di salute di mio padre, che nel dicembre del medesimo

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anno sarebbe purtroppo deceduto ancora in relativa giovane età, risultai il secondo dei non eletti dietro all’indimenticato amico Rico Costanzo. Che di li a poco, però, sarebbe subentrato in Consiglio comunale ad un consigliere decaduto per dimissioni. Quella legislatura fu molto travagliata e si concluse prematuramente con lo scioglimento del civico Consesso e di una breve parentesi di reggenza commissariale. Nel 1965 ci fu una nuova chiamata alle urne per nuove elezioni amministrative comunali il 28/29 novembre del 1965. Questa volta la DC nicastrese vinse le elezioni e poco più di due anni dopo, precisamente il 4 gennaio 1968, la legge istitutiva di Lamezia Terme n. 6 fu approvata dalla Camera dei deputati. Il sogno del senatore Perugini in primis, ma anche di tutti coloro che avevano creduto nel suo progetto e per esso si erano battuti insieme a lui, si era pertanto realizzato. La mia generazione, dunque, e quella precedente alla mia, degli Arturo Perugini per intenderci, lasciano in eredità ai giovani, che oggi si apprestano a governarla, una grande città. Che è la terza della Calabria per numero di abitanti, una delle più grandi per estensione territoriale, una delle più vivaci per iniziative culturali; ch’è ricca di storia, tradizioni e bellezze ambientali e naturalistiche; e ch’è posizionata, come sopra ho già detto, nel cuore della Piana lametina e proiettata verso l’Area centrale della Calabria: l’Area dell’Istmo lametino-scilletino. L’augurio che oggi sento di dover esprimere è che il sindaco Mascaro e la sua amministrazione ed i sindaci e le amministrazioni che seguiranno nei decenni dopo di loro sappiano continuare il lavoro iniziato dai loro padri. E sappiano perciò rendere Lamezia Terme più bella, prospera, culturalmente sempre più Lamezia e non solo

ricca, libera dai condizionamenti del malaffare e dalla presenza asfissiante della criminalità organizzata. E soprattutto sappiano sfruttare, Mascaro e la sua amministrazione, l’occasione che, oggi più che mai, le si offrono: impegnarsi e lavorare per far crescere l’idea che il progetto cui bisogna porre testa e mani sia quello di realizzare la Conurbazione dell’Area centrale della Calabria, la conurbazione dell’Istmo Catanzaro-Lamezia Terme. A me sembra che sia questa la vera ed ineludibile scommessa con cui oggi e nei decenni che verranno le nuove generazioni dei governanti delle due città dovranno confrontarsi e fare i conti.

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Pornografia secondo business per l’economia illegale Don Fortunato Di Noto al Liceo Campanella “La pornografia e la pedopornografia sono diventati il secondo business per l’economia illegale e le mafie dopo la vendita di armi. La foto di un bambino abusato da un adulto sulla Rete arriva a costare 500 euro e diventa un mezzo per amplificare i guadagni, un vero e proprio mercato sulla pelle dei bambini il cui corpo diventa oggetto di guadagno”. E’ l’allarme lanciato da Don Fortunato Di Noto, fondatore dell’associazione Meter, intervenuto questa mattina al Liceo Campanella di Lamezia Terme nell’ambito di un incontro organizzato dall’Ufficio Diocesano per la Pastorale Familiare e dal Liceo Campanella, nell’ambito dei percorso avviato tra le docenti di religione dell’Istituto e l’ufficio diocesano diretto da Padre Gianni Dimiccoli sui temi dell’educazione e della formazione delle nuove generazioni. Dalle azioni sulla Rete che sembrano più “innocenti”, come postare un selfie o caricare un video in cui ci si fa vedere ubriachi per sentirsi apprezzati dagli amici, ai veri e propri video pornografici condivisi, per il fondatore dell’associazione Meter “c’è tanta irresponsabilità tra i ragazzi nell’uso della Rete. Tante ragazze e tanti ragazzi non sono consapevoli che nel mondo della globalizzazione dell’immagine, la loro identità può essere acquistata e venduta come un qualsiasi prodotto. Le grandi società del web fanno affari sulle immagini e sui corpi che con spregiudicatezza e irresponsabilità vengono caricati sulla Rete, insieme a una grande mole di informazioni e riferimenti personali. Solo creando un’alleanza tra la famiglia, la scuola, la Chiesa e le diverse agenzie educative possiamo promuovere un’educazione digitale “liberante”, in cui il Web non è qualcosa che ci schiavizza e ci ingloba, ma siamo noi i protagonisti con il nostro pensiero e la nostra capacità”. Sul tema della lotta alla pedofilia, Don Fortunato Di Noto, fondatore di una realtà associativa impegnata da oltre 25 anni anche livello internazionale nella lotta all’abuso dei minori pag. 18

attraverso i mezzi di comunicazione, non si è tirato indietro dal pronunciarsi riguardo agli scandali che hanno coinvolto alcuni esponenti del clero, riconoscendo come “se è vero che nel passato si è fatto poco, la Chiesa non può essere vista come una multinazionale della pedofilia perché non è così: dopo gli scandali sono state attivate linee guida, documenti pastorali importanti, con circa 300 sacerdoti ridotti allo stato laicale da Benedetto XVI. Vorrei vedere se tutti gli Stati dove si sono registrati fenomeni di pedofilia e abuso sui minori si fossero attivati con la stessa incisività con cui si è mossa la Chiesa in questi anni. La lotta alla pedofilia è nel cuore della Chiesa e di tanti sacerdoti. Siamo consapevoli dei tanti sacerdoti che purtroppo hanno sbagliato e dei tanti che si sono voltati dall’altra parte. Ma ora dobbiamo guardare avanti e ciò significa che tutta la società deve attivarsi con una mobilitazione collettiva contro quei movimenti di opinione che vorrebbero far passare la pedofilia come un fatto normale, contro le lobby pedofile che ogni anno celebrano la giornata dell’orgoglio pedofilo, contro quanti ancora oggi arrivano a dire che un minore che ha rapporti con adulti in fondo vive una condizione di benessere. Contro tutto questo c’è un silenzio assordante” Formazione, prevenzione, denuncia le parole chiave di Don Fortunato Di Noto a docenti e studenti dell’istituto superiore diretto da Giovanni Martello, evidenziando come “le lobby pedofile e quanti promuovono l’ideologia pedofila dispongono di molti più mezzi e molte più risorse di noi. Per questo mi sono appellato a registi e attori di Hollywood: lavoriamo insieme per far conoscere il dramma mondiale dello sfruttamento di bambini e far arrestare chi sfrutta e lucra su questo fenomeno. Dobbiamo rompere il velo del silenzio e denunciare”. All’incontro hanno preso parte alcune volontarie della sezione lametina dell’associazione Meter, che ha sede presso l’istituto “Tommaso Maria Fusco” con responsabile Suor Maria Teresa Porrello.

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Domenico Dara

da BeCouse al Liceo

Campanella abitanti e dei vicoli di Girifalco. Ci “parla” la sua solitudine che si contrappone al veloce susseguirsi degli eventi quotidiani. E il silenzio, il suo silenzio, sembra quasi di percepirlo tra una pagina ed un’altra. Un silenzio colmo di memorie e sentimenti, stupore e meraviglia. Nel caos degli eventi che si succedono senza sosta, questo eroe solitario, attraverso il mezzo della scrittura, cerca di mettere ordine alla casualità della vita. Perché un senso c’è nelle cose che accadono. “Un senso deve esserci nelle scelte che noi facciamo. Forse, ce ne accorgeremmo tutti se avessimo occhi diversi con cui osservare la realtà che ci circonda, occhi liberi da pregiudizi e imbarazzi che ci impediscono di valorizzare e amare le nostre radici.” Dice Domenico Dara.

Il connubio tra le opere d’arte dell’artista Alberto Badolato, oggetto della mostra di pittura “La ragione dell’informale” (tuttora in corso) e la lettura da parte dell’autore di alcune tra le pagine più intense del libro, ha aggiunto ulteriore emozione alla bellezza e al mistero dell’informale di cui nel pomeriggio siamo stati fruitori. Si è conclusa, infatti, da poche ore una giornata magica che ha estasiato e avvolto in un surreale senso di quiete e fascino le persone giunte ad ascoltare la voce e i pensieri di Domenico Dara. Il suo Breve trattato sulle coincidenze è stato ospite del Liceo T. Campanella nell’ambito della “Settimana dello studente”. L’autore accolto con entusiasmo dal Dirigente Scolastico Giovanni Martello e dalle Professoresse Michela Cimmino e Ippolita Luzzo, ha voluto innanzitutto sottolineare l’importanza e il valore della scrittura. Con le lettere scritte da alcune alunne della scuola è venuta allo scoperto la realtà intima che si cela dentro l’animo umano. Dara ha sostenuto che la scrittura altro non è che un atto libero da finzioni perché rappresenta un momento assoluto di sincerità e un valore catartico in cui predomina la difficoltà ad esporsi e a comunicare a voce.

Così come nell’arte. Essa diventa esigenza di riappropriarsi di quell’aspetto della realtà che spesso ci sfugge pur sentendola intimamente nostra e, come ogni aspetto dell’umano sentire, ci trasporta in uno spazio altro da cui non è facile liberarsi. Dal valore terapeutico della scrittura alle coincidenze. Dallo stupore ai pensieri di Wittgenstein. Dal postino che osserva gli altri vivere a Leibniz e al migliore dei mondi possibili. Dal dialetto come linguaggio letterario ai sassolini. Dalla lettera testimonianza di Domenico Dara secondo la quale: “…gli uomini, le azioni, i pensieri, ogni cosa compie centinaia e centinaia di giri, si muove, si allontana, sparisce, ma poi, alla fine, tutto si colloca nel suo giusto posto” al pensiero sui grafomani di Ippolita Luzzo al quale aggiunge Juan Villoro e il suo Libro selvaggio. Di quest’ultimo vengono a noi proposte alcune riflessioni. Una in particolare, dalla quale si comprende che: “Un libro è come uno stagno: mostra una storia in superficie e un’altra in profondità. Non avete pensato che possa esserci qualcosa sotto quello che avete letto?”.

l protagonista del Breve trattato sulle coincidenze continua a parlarci.

Queste, per qualche misteriosa coincidenza, si ritrovano a percorrere insieme alcuni passi del cammino che la vita propone, permettendo loro di provare uno stupore e un’emozione senza fine, tra parole scritte e intermittenti silenzi.

Ci “parlano” le lettere che con cura apre, legge, ricopia, cataloga e consegna, così come le coincidenze che decide di annotare su un taccuino, oltre alle storie degli Lamezia e non solo

Io aggiungo che al di sotto di quello che si legge, si costruisce e si fa strada una fiducia, una stima, una simpatia tra le persone.

Editore: Grafichè di A. Perri

pag. 19


Carissimi lettori, Umberto Eco si, Umberto Eco no... Cosa ne pensate? Io adoro Umberto Eco. Avevo prenotato il libro, sapendo che sarebbe uscito, e mi ha colto di sorpresa la sua dipartita... Avrei dovuto intervistare il Prof. Eco, nel 1989, per la mia tesi. Le citazioni in italiano, nella mia tesi di laurea, appartengono quasi tutte a lui. Poi decisi di non attivare la parte sperimentale del mio lavoro, per laurearmi prima... Mi sarebbe piaciuto incontrarlo, ma ho continuato sempre a seguirlo. Lo ammmetto, non l’ho mai particolarmente amato come romanziere, ma come saggista, Eco, è sempre stato il mio preferito. Pesante e complicata, a parer mio, la sua prosa narrativa, ma fluido e appassionante il suo modo di scrivere saggi, che si leggono velocemente, nonché i suoi articoli, fantasticamente arguti e pieni d’ingegno e i suoi acuti e profondi aforismi, nati da una riflessione penetrante operata nei confronti del mondo. Ovviamente, il libro che vi propongo è PAPE SATÀN ALEPPE , un compendio, l’ultimo del maestro, denso di articoli, riflessioni, idee, Infinite le citazioni che potrete trarne, gli spunti per confrontarvi, la possibilità di discussione con amici e conoscenti: circa 500 pagine di pura cultura contemporanea. Chiunque si sentirà attratto dai vari capitoli e dai vari paragrafi, secondo i pag. 20

suoi interessi... Io sono rimasta conquistata, com’è ovvio, dal paragrafo a pag. 97, appartenente al Capitolo On line. Il titolo mi riguarda da vicino: ”A che serve il professore?”. Eco risponde, a suo modo, alla domanda impertinente che un alunno ha rivolto al suo professore: “Scusi, ma nell’epoca di Internet, Lei cosa ci sta a fare?”. Mi pare di sentirlo ridere, il Professore Eco, con quella sua risata da omone (quasi da cartone animato) e, alla fine del paragrafo, ecco che arriva la soluzione: “ A immagazzinare nuove informazioni, purché si abbia buona memoria, sono capaci tutti. Ma decidere quali vadano ricordate e quali no, è arte sottile. (...) [Il professore] può mettere quotidianamente in scena lo sforzo per riorganizzare in sistema ciò che Internet gli trasmette in ordine alfabetico. (...) Altrimenti le tre I di Internet, Inglese e Impresa rimarranno soltanto la prima parte di un raglio d’asino che non sale in cielo”. Immancabile, la sua ironia. Ed è proprio questo che mi ha sempre catturato di Eco. Un’ironia che non scade mai in becero sarcasmo e che troviamo nei suoi pseudomanuali, tipo Come si fa una tesi di laurea: la Bibbia di noi studenti universitari degli anni Ottanta, ma che, ancora oggi, fa strage di cuori scolastici e che consiglio di leggere a laureandi e no: i primi vi troveranno un sacco di cose importanti e di suggerimenti interessanti; per i secondi, il puro piacere della lettura è assicurato. Buona viaggio, newlla scrittura di Eco (un nome, un programma dichiarato!) e... cercate altri libri del maestro: viassicuro, egli non delude mai! A’ la prochaine...

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L’AMICIZIA

IERI ED OGGI AMICITIAM, AMITIEʹ, AMISTAD, FRIENDSHIP, amicitia,ae - amicus, a, um = amico, amare: Rapporto di affetto reciproco che lega due o più persone “ Il vero amico è un altro te stesso.” Cicerone La parola amicizia, ripresa dal latino ‘ amicitia’, derivato di ‘amicus’, che significava amico, era a sua volta collegato al verbo amare. Nel suo significato principale, l’amicizia è un rapporto di affetto reciproco che lega due o più persone. Per molto tempo filosofi e poeti in ogni epoca e società, si sono interrogati per capire quale fosse il fondamento di questo rapporto ed hanno risposto a questa domanda. Nel mondo romano l’amicizia era considerata una manifestazione della volontà: Secondo lo storico Sallustio, infatti , ‘volere o non volere la stessa cosa, é una salda amicizia’. L’affinità tra amicizia e amore è chiara dall’origine stessa delle due parole, entrambe legate all’azione di amare. In realtà, il concetto di amicizia è così ampio, che può estendersi a qualsiasi forma di rapporto di vicinanza. Anticamente, infatti, gli alchimisti chiamavano amicizia l’affinità di due elementi chimici, e i grammatici studiavano le amicizie nell’alfabeto, cioè le combinazioni tra le varie lettere. Ci può essere un’amicizia tra una persona e un animale, o tra due animali. Sono in rapporto di amicizia gli alleati nella politica interna ed estera, siano essi persone, partiti o Stati. L’amicizia come la intendiamo oggi, è fondata piuttosto su complicità e su comprensione reciproche, su lealtà e genuinità del rapporto. Ancor più che l’amore, l’amicizia nasce di solito dalla consuetudine e dalla frequentazione personale. Fanno eccezione, ovviamente, le amicizie di penna, nate e coltivate per lettera, oppure quelle acquisite tramite le chat-lines. A tali amicizie nate per voce o per lettera manca infatti, sempre, qualcosa rispetto all’ideale classico dell’amicizia, che vuole che tra amici si condividano esperienze di vita e non solo opinioni. “ Solem e mundo tollere videntur ii qui amicitiam e vita tollunt qua nihil a dis immortalibus melius habemus nihil incundis.” (Cicerone.) “ Sembra che tolgano il sole dalla terra coloro che tolgono dalla vita l’amicizia, di cui nessuna cosa migliore abbiamo (ricevuto ) dalla disposizione degli (dei) immortali.

se considerato uno dei beni più preziosi per l’uomo. Per questo è l’amicizia, in greco al centro dell’attenzione di molti autori. Il tema dell’amicizia intesa come fonte di sincerità, affetto e lealtà è ampiamente trattato in epoca classica, nella società greca, all’interno della quale il filosofo Platone, in uno dei suoi dialoghi, il ‘Simposio’, celebra l’amicizia come il bene più prezioso che possa sussistere, però soltanto tra gli uomini buoni, e il modo migliore per procurarsi buoni amici pare sia la pratica delle virtù:Giustizia, Sapienza, Coraggio, Temperanza. Sempre nella cultura greca ricordiamo la vicenda di Achille e Patroclo narrata nell’Iliade; il rapporto che lega i due eroi è basato soprattutto su virtù quali: Coraggio, Giustizia,Lealtà, valori che essi condividono, ma anche sulle esperienze vissute insieme. Il loro sentimento non é soltanto una solidarietà in ambito militare, ma anche un affetto profondo e sincero, che spingerà Achille a dar sfogo a tutta la sua ira nel momento in cui si ritroverà di fronte, nel duello finale, ad Ettore, l’uccisore di Patroclo. Un rapporto di Amicizia, dunque, dovrebbe essere fondato innanzitutto su un vicendevole affetto, così come su complicità, comprensione e in particolar modo, su reciproche genuinità e lealtà.. A volte, purtroppo, particolarmente in età adolescenziale, si scambiano alcune persone per amiche e poi si rimane delusi perché non c’è affinità tra i sentimenti: Alcuni non ricambiano un sentimento di leale e sincera amicizia, perché di carattere non affine o perché superficiali. Questo può accadere sempre, nella vita, in modo particolare in un’epoca come la nostra, così come scritto nel N° 18 di Febbraio 2016, in un’epoca in cui sian venuti meno valori, come Affetto e Amicizia, aventi sede nell’emisfero destro del cervello umano, per dar spazio alla logica, con sede nel emisfero sinistro. Qualcuno che si reputa amico, in realtà non lo è, ma, molto slealmente e ignobilmente non lo comunica, fingendosi tale. Triste esempio di tutto ciò è l’agghiacciante uccisione di Luca Varani da parte di coloro che si dichiaravano suoi amici e che, imbottiti di alcool e droga lo hanno fatto soffrire, battendolo fino alla morte, come fosse un gioco:…” Vedere cosa succede “ Veder soffrire e morire un amico ! ?

Pare che fin dalle epoche più antiche tale sentimento fos-

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Volando: weel-end a Vienna Il tramonto aveva regalato ai monti il suo colore di liquido oro, ogni tanto pennellate di rosso,arancione, verde bosco, si perdevano all’infito. Man mano che il sole spariva i monti venivano coperti da una morbida coltre blu, dalla quale, per incanto, emergevano cespi di nuvole grigie a forma di rosa dai cento petali. L’aereo, sulla via del ritorno, procedeva silenziosamente, come gabbiano libero nell’immensità: Non un rumore, non uno sbalzo. L’incanto del momento mi prese, dal piccolo oblò potevo osservare il sole,splendente come specchio riflesso nell’ acqua. Le vibrazioni della luce di un sereno crepuscolo estivo infiammavano,in alcuni momenti, le nubi che solcavano il cielo. Il cielo aveva un aspetto magico. In quell’ attimo mi parve di scorgere il “Sacro” che è nella Natura per cui

tutto mi sembrò avvolto in un’atmosfera di grande Spiritualità. Mi vennero in mente le parole di un grande artista tedesco, Gaspar Fiedrich: “di fronte a un bellissimo paesaggio chiudi il tuo occhio fisico perchè tu possa vedere con l’occhio dello Spirito”. Se fossi stata una pittrice avrei potuto fissare nello spazio della tela, l’eternità di un fenomeno che si ripete nell’alternanza dei cicli della natura. In quel momento credo che sono entrata in simbiosi fra ciò che rappresentava la natura e il significato mistico che io davo allo spettacolo. E’ stata un’esperienza intensa, meravigliosa che mi ha fatto esclamare: DIO ESISTE DAVVERO! Era il tramonto, il sole spariva lentamente, lasciando al suo posto pennellate incandescenti. Il giorno si preparava ad accogliere la notte. Mille destrieri al galoppo sorpassarono il carro del sole e la notte arrivò. Soltando le luci dell’aereo illuminarono la scia del ritorno

Una personale riflessione su

H

Moment for Morricone

o appena terminato di ascoltare Moment for Morricone da un medley dei film “C’era una volta il west” e “Il buono il brutto il cattivo”, ho pensato, quindi, di porgervi qualche riflessione personale scaturita dalle emozioni che la grande musica sempre suscita nell’anima. L’entrata del brano è “importante”: si entra sul palcoscenico della vita con un’affermazione in senso positivo dell’Io; segue un momento di riflessione, metafora degli alti e bassi della vita; appare il dubbio costruttivo proprio della natura umana attraverso un intreccio di emozioni. Poi la fase dell’equilibrio faticosamente conquistato, culturalmente è una consapevole classicità ormai raggiunta insieme ad un uso intelligente dell’ironia. E’ un viaggio in bilico fra umorismo pirandelliano e complessità della costruzione della personalità umana. La tendenza è quella di armonizzare il nuovo con l’antico. Il west rappresenta, a mio modo di vedere, l’epopea della storia degli uomini di mettersi in gioco, il rischio, l’esserci nelle

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entità positive e negative. Il Maestro Morricone non dimentica mai la lezione della Storia, come un romanzo ad intreccio colmo di flash back e anticipazioni. Le note descrivono pienamente tutte le scene dei film relativi alla colonna sonora specialmente per quanto riguarda il film “C’era una volta il west”. Mi viene in mente un’altra indimenticabile musica da film di Ennio Morricone, “Nuovo cinema Paradiso” dal film omonimo, ascoltata da me tempo addietro: una costruzione visionaria e mitica della Storia del Cinema e una ricostruzione sentimentale che permette al musicista, come al regista, di far leva su sentimenti struggenti, gli stessi dello spettatore attento e sensibile. L’Uomo e la Storia sempre al centro della ricerca del Maestro, come risulta evidente. Ci ritroveremo per altre meditazioni musicali... Buon ascolto intanto.

Editore: Grafichè di A. Perri

Lamezia e non solo


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