Lameziaenonsolo bevilacqua2 aprile

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Lamezia e non solo

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Lameziaenonsolo incontra

Antonello Bevilacqua

Nella Fragale

Nel 2004 intervistammo Antonello Bevilacqua, in occasione della sua elezione a Presidente dei Lions. Parlammo, dedicandogli la copertina, di tutto un po’, del suo ruolo di presidente del famoso club, di avvocato, di dirigente della Vigor, di padre, di marito. Una bella intervista, con una bella persona, non solo fisicamente. A distanza di 12 anni torniamo ad intervistarlo, in occasione della sua elezione a Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati. Anche per lui il tempo sembra essersi fermato, qualche ruga appena visibile, il capello grigio che si sa, rende gli uomini più affascinanti. Lui si è dimostrato, come sempre disponibile e ... che l’intervista abbia inizio. Mi piacerebbe cominciassimo l’intervista partendo dalla sua famiglia perché le voglio chiedere se diventare avvocato è stata una scelta “obbligata” visto che suo padre è un noto ed affermato avvocato, oppure se è stata una scelta fatta per “vocazione” Non è stata affatto una scelta “obbligata” bensì molto ponderata! Mio padre mi ha sempre lasciato libero di scegliere pur consigliandomi a dovere di valutare con attenzione una scelta che mi avrebbe condizionato per la vita. Per un certo periodo ho avuto “il pallino” di studiare architettura ma, evidentemente, non era una grande passione atteso che al momento opportuno non ho avuto alcun tentennamento ad iscrivermi alla facoltà di giurisprudenza. Se architettura fosse stata per davvero una grande passione sono certo che anche mio padre non avrebbe fatto nulla per distogliermi. Oggi non ho alcun rimpianto e sono molto felice della scelta, consapevole che essere Avvocato è un grande privilegio nonostante l’attuale momento di difficoltà. Avendo, come detto, uno studio affermato alle spalle, lei, in un certo senso ha vissuto sempre in questo mondo, ci può dire come è cambiato il ruolo dell’avvocatura negli ultimi anni? Posso dirLe come io ho vissuto l’esperienza di mio padre, avvocato civilista e penalista come quasi tutti gli avvocati di quel periodo, e quale sia invece la mia esperienza. Mentre un tempo l’avvocato poteva occuparsi di tutto, oggi pensare ad un avvocato che si cimenti nel civile, penale, amministrativo, tributario ecc. appare una vera utopia. Un Avvocato che accetta tutti gli incarichi non è di certo al passo con i tempi. Oggi si va sempre più verso le specializzazioni ed anche le ultime modifiche legislative alla nostra professione vanno in tal senso. In uno studio legale si possono trattare molte materie, ma sempre mediante differenti avvocati specializzati e continuamente aggiornati. Ulteriore differenza con il passato è data dal fatto che uno studio associato, come per esempio il mio, nel quale lavoriamo tre associati e molti giovani colleghi/collaboratori, rappresenta una vera e propria piccola impresa più che uno studio professionale, e come tale va gestito.

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Essere Avvocato oggi in generale, ed esserlo a Lamezia Terme, è difficile? Se sì perché? Essere avvocato oggi, è indifferente se si tratti di Lamezia Terme o altra città, è certamente molto più difficile di un tempo. La crisi economica generale, le continue e spesso confusionarie modifiche legislative, unitamente ad un attacco concentrico alla nostra professione, completano l’opera. E’ da molti anni che continui ed improbabili provvedimenti legislativi hanno svuotato di contenuti questa professione e, per ultimo, grazie alla scomparsa dei minimi tariffari e la forfetizzazione delle parcelle, il reddito medio dell’avvocato in tutta Italia, si è fortemente contratto, mentre sono rimaste del tutto inalterate le difficoltà giornaliere e le importanti responsabilità che comporta questa professione. Sempre parlando di avvocatura e Lamezia Terme, il nostro tribunale era stato giudicato il più lento d’Italia, le cose adesso sono cambiate. Come mai? Grazie a nuove disposizioni? Grazie al suo intervento? Il nostro Tribunale, l’estate scorsa, era stato considerato da una testata giornalistica nazionale il più lento d’Italia in forza di assurdi criteri oggettivi che non tenevano conto di differenti ed ulteriori fattori. E’ bastato mettere a regime alcune situazioni, spiegare che in gran parte il contenzioso incagliato riguardava inconsistenti e numerosissime “cause seriali”, e procedere, unitamente all’attuale Presidente dr Bruno Brattoli, ad una migliore redistribuzione dei ruoli e delle competenze, per farlo diventare improvvisamente uno tra i primi tre per produttività. Per produttività intendo parlare dell’indice che prende in esame annualmente le cause in entrata ( nuove iscrizioni a ruolo ) e le sentenze emesse dai magistrati. Questa reale situazione è stata rappresentata anche al Ministro Orlando in occasione della sua recente visita presso il nostro Tribunale ed in quella occasione abbiamo chiarito come il nostro Tribunale sia un Ufficio virtuoso, in continuo miglioramento, nel quale magistrati, personale amministrativo e avvocati lavorano in grande sinergia e con rispetto reciproco consentendo di poter ipotizzare a breve lo smaltimento del contenzioso seriale e delle cause particolarmente “antiche”, circostanze che consentiranno a loro volta di poter dedicare maggiore attenzione all’accorciamento dei tempi dei giudizi ed ad una maggiore qualità. Speriamo sia vero e che processi vecchi di anni trovino finalmente la parole fine, almeno a Lamezia. Comunque, in generale, non solo in Italia, i processi, almeno alcuni, si sa quando cominciano ma non si sa quando finiscono. Negli ultimi anni sono state fatte diverse riforme per snellire ed abbreviare la durata dei processi. Lei pensa che queste riforme siano realmente servite? Perché a

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leggere sui giornali o ascoltando la televisione si ha l’impressione che non sia così Questo è un dato di fatto incontrovertibile. Molti fattori hanno causato questo fenomeno, primi fra tutti, a mio avviso, l’esiguo numero di magistrati e di personale amministrativo oltre a codici di rito ormai non più attuali, che andrebbero rivisti, però, con una riforma organica e complessiva della giurisdizione e non con piccole e continue mini-riforme (ben 35 negli ultimi 20 anni) che non hanno affatto migliorato la complessa macchina della giustizia. E’ inutile girarci attorno, continuare a tagliare i fondi nel comparto giustizia ed ipotizzare riti alternativi per migliorare la giurisdizione, è quanto di più errato si sia potuto, finora, fare. Un esempio fra tutti: nel 2012 con una riforma definita epocale, l’allora Ministro della Giustizia soppresse un gran numero di Tribunali, di sezioni distaccate di Tribunali e Giudici di Pace, il tutto in nome della tanto declamata “spending review”. Ebbene tale provvedimento causò la graduale scomparsa della cosiddetta “giurisdizione di prossimità” (un sacrosanto diritto per il cittadino…) senza alcun risparmio di spesa. Pensi soltanto che circa trenta milioni di lire vennero letteralmente buttati al mare dal Ministero della giustizia per due nuovi Tribunali che non vennero mai inaugurati ed anzi vennero soppressi. Le devo purtroppo rivelare, che ancora oggi, anche l’attuale Ministro della Giustizia, questa volta nel nome di una “migliore razionalizzazione” (non può più parlare di “spending review” attesa la precedente esperienza) ha inteso incaricare una nuova Commissione ministeriale perchè si occupi nuovamente della “geografia giudiziaria”. Si tornerà in sostanza a parlare di soppressioni e accorpamenti di Corti d’Appello e di Tribunali. Insomma non si è fatto tesoro della passata esperienza e, come spesso accade, cambia il nome e non la sostanza, mi viene da dire “povera Italia”. Oggi si parla di chiusura dell’Ospedale Civile e per questo il popolo lametino sta combattendo, poco tempo fa anche il Tribunale ha rischiato la stessa sorte, i lametini sono insorti. Lei ha combattuto in prima linea per evitarne la chiusura. Cosa provava mentre lottava e cosa ha provato quando il pericolo è stato scongiurato? Beh, quelli furono momenti di grandissima preoccupazione. Siamo stati davvero vicini alla soppressione del nostro Tribunale. Basti pensare che in una prima bozza risultava tra gli uffici giudiziari già dati per soppressi, poi la nostra abnegazione, la protesta civile ma forte della nostra categoria e di una intera cittadinanza (abbiamo, primi in Italia, occupato un Tribunale), unita ad un complesso e dettagliato studio socio-economico fornito dal nostro Consiglio dell’Ordine all’allora Ministro Severino, consentirono a

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quest’ultimo di escludere il Tribunale di Lamezia Terme dagli Uffici giudiziari da sopprimere. Una bella soddisfazione quindi, per l’avvocatura lametina e per la città stessa, speriamo accada lo stesso per l’Ospedale. Oggi ha un ruolo prestigioso, è Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Lamezia Terme dal febbraio del 2015, quando è stato eletto. Si aspettava di essere eletto? La elezione di un Presidente dell’Ordine degli Avvocati, carica certamente molto prestigiosa e di grande responsabilità, passa tra differenti fasi. Dapprima gli iscritti all’Ordine eleggono i Consiglieri ed io fui il primo eletto con un inaspettato e grande successo personale di voti. Questa circostanza (che diceva chiaramente che i Colleghi del Foro avevano espresso evidentemente una chiara indicazione in tal senso) unitamente al fatto che per tre anni avevo svolto la carica di Segretario dell’Ordine e mi ero molto impegnato, unitamente al mio Presidente di allora avv. Gianfranco Barbieri, per la salvezza del Tribunale, ha fatto sì che i Consiglieri eletti, all’unanimità indicassero me per la carica di Presidente. Conoscendola so che la sua elezione è stata più che meritata. Per la gente comune, e cioè i non addetti al settore, vogliamo dire cosa rappresenta questa carica, e quali ne sono gli obiettivi? Il Presidente dell’Ordine degli Avvocati rappresenta il vertice ed il primo responsabile di un Ordine professionale che conta allo stato poco meno di 800 Avvocati e circa 350 tra praticanti avvocati e semplici dottori in giurisprudenza. E’ bene dire che il Presidente senza il supporto e la collaborazione giornaliera del suo Consiglio non sarebbe in condizione di far nulla, ed io ho la fortuna di avere al mio fianco un gruppo di Consiglieri davvero straordinario a cominciare dal Segretario avv. Lucio Canzoniere e dal Tesoriere avv. Teodoro Palermo ed a finire a tutti gli altri Consiglieri tra i quali si annoverano un ex Presidente dell’Ordine nella persona dell’avv. Fulvio Amendola, e tutti gli altri Consiglieri e cioè gli Avv.ti Salvatore Leone, Roberto Rocca, Giovanna Gaetano, Giuseppe Cerra, Francesco Grandinetti, Dina Marasco e Monique Famularo, senza dimenticare infine i nostri magnifici Collaboratori Amministrativi Serena, Francesca e Rino. Il Presidente è il destinatario di tutte le istanze e tutte le esigenze dei suoi iscritti ma anche il principale responsabile di qualunque cosa si verifichi nella categoria. Si occupa inoltre dei rapporti con le istituzioni e con la Magistratura del Tribunale dove opera e lavora, della continua sinergia con gli altri ordini e con il Consiglio Nazionale Forense, dal quale, istituzionalmente, dipende l’Ordine territoriale degli Avvocati. E’ responsabile ancora della formazione continua e di altre attività

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particolarmente importanti che riguardano la categoria. Inoltre, unitamente al Consiglio si occupa dell’Impegno Solenne dei giovani Avvocati e del giuramento dei Praticanti Avvocati. Oltre a tutti questi oneri, appena citati, come Presidente dell’Ordine, ha avuto il piacere, nel mese di giugno 2015, di consegnare le medaglie d’oro a chi ha esercitato la professione per cinquant’anni. E’ stata una manifestazione molto significativa ed emozionante. Come è stato per Lei premiare questi avvocati. In effetti questa è stata una grande soddisfazione. Poter premiare ben nove principi del nostro foro (uno purtroppo alla memoria) è stata una cosa straordinaria e molto emozionante della quale vado enormemente fiero. Sono tutti avvocati che hanno fatto la storia di questo Foro, del grande Foro lametino e pertanto essere io ad organizzare insieme al Consiglio e dirigere la manifestazione e procedere alla premiazione è stato per me motivo di grande vanto e, all’inizio, Le confesso, anche di notevole preoccupazione. Immagino ... Sempre parlando della sua professione, il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Lamezia Terme ha promosso lo sportello d’informazione e di orientamento in materia di Pari Opportunità e tutela antidiscriminatoria e antiviolenza in memoria dell’avvocatessa Paola Sirianni. Di cosa si tratta? E’ stata una magnifica manifestazione, organizzata alla perfezione, a dire il vero, dal Comitato Pari Opportunità, oggi presieduto dall’Avv. Angela Davoli, che amo definire una “costola” del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati. Si tratta di un sportello informativo che metterà in pratica tutto quanto contenuto in un importante protocollo anti-violenza sottoscritto in passato (e tra i primi in Italia) da tutte le più importanti realtà professionali e sociali, pubbliche e private del nostro territorio, unitamente alla Prefettura, l’Asp e tanti altri. Lo sportello è stato intitolato, come ha ben detto, alla giovane Collega Paola Sirianni, scomparsa pochi anni addietro. In quella occasione, amo dirlo, la famiglia Sirianni, presente alla manifestazione anche per ritirare una targa in memoria della Collega scomparsa, ha donato tutti i libri di Paola al Consiglio dell’Ordine, cosa straordinaria per la quale intendo ringraziarli pubblicamente. Segno, questo dono, che la famiglia ha apprezzato il gesto. Visto che siamo in tema di donne, un suo pensiero sul femminicidio dilagante che sembra aumentare invece che diminuire. Su questo argomento c’è davvero poco da ribadire. E’ sotto gli occhi di tutti un

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fenomeno che ha raggiunto numeri oramai davvero insostenibili. Io assocerei però il femminicidio a tutti gli altri episodi di omicidio o prevaricazione nei confronti comunque delle fasce più deboli, compresi minori e diversamente abili. Un fenomeno davvero aberrante che va combattuto con tutte le armi e soprattutto, a mio avviso, con un inasprimento di pene e senza la possibilità di poter godere di attenuanti di qualunque genere. Per ultimo mi permetto di aggiungere che la continua spettacolarizzazione di queste notizie in televisione e sui giornali (soprattutto con improbabili “talk show” ai quali partecipano altrettanto improbabili miei “colleghi”), oltre che creare spesso intralcio e disturbo alle indagini causa un effetto “emulazione” particolarmente pericoloso. In alcuni caso forse sarebbe meglio, data la notizia, far calare il silenzio e lavorare fattivamente per la repressione di quei reati e soprattutto per nuove e più complete normative. Confesso che il dare troppa importanza ad eventi particolarmente cruenti in tv o sui giornali, intervistare e fare diventare “famose” persone che meriterebbero di entrare nell’oblio, disturba anche me parecchio e credo non si dovrebbe cercare audience sulla morte e sul dolore. Come è oggi il rapporto tra magistratura e avvocatura? Non si può parlare in maniera generica di un argomento del genere. Io posso dirle che le due categorie da sempre in contrapposizione per ovvi (ma non condivisibili) motivi, nel nostro Tribunale convivono invece con grande rispetto reciproco. E questo è merito certamente dell’avvocatura lametina, da sempre considerata uno tra i migliori e più signorili Fori della Calabria, ma anche, me lo lasci dire, per merito dei vari Presidenti del Tribunale che si sono succeduti negli ultimi anni (ed amo ricordare con grande affetto i Presidenti Iacopetta, Frontera, Garofalo, ed il f.f. Spadaro ), ma anche dell’attuale Presidente dr Bruno Brattoli il quale ha dimostrato da subito un profondo rispetto per la nostra categoria ed ha chiesto fin dall’inizio ai suoi Magistrati di relazionarsi con gli Avvocati con rispetto ed educazione. Mi fa piacere sapere che il Foro Lametino gode di questa considerazione. Lei ha sempre avuto grande attenzione per i giovani avvocati che si affacciano in questo mondo, e da poco anche suo figlio Carlo ne fa parte. Cosa si sente di consigliare loro? Come ha giustamente rilevato, ho un profondo legame con i giovani iscritti al nostro Foro e, da quando rivesto questa carica, il rapporto con questa professione e con i giovani Avvocati è diventato viscerale oltre che pieno di re s p o n s a b i l i tà. Il momento dell’impegno

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solenne e del giuramento è quello nel quale, in particolare, mi rivolgo loro con grande vicinanza, supportandoli in questo periodo di evidente difficoltà per la categoria, e consigliandoli di essere tenaci e forti perché io sono fermamente convinto che questa straordinaria professione sarà ancora considerata necessaria nella nostra società e rivestirà per sempre un ruolo fondamentale e di prestigio. Finisco sempre il mio colloquio con loro esortandoli ad avere grande rispetto per i Clienti, per i Colleghi e per i Magistrati, ma anche ad esigere, da ognuna di queste tre categorie, il dovuto rispetto. A proposito di rapporto con i giovani Avvocati ci tengo a dire i giovani dell’Aiga lametina (Associazione Italiana Giovani Avvocati ), presieduta oggi dall’avv. Andrea Parisi, fa un grande lavoro per la categoria in termini di offerta formativa, organizzando i c.d. “Caffè Giuridici” che seguo personalmente con particolare piacere. Terminiamo ora la parte dedicata al suo lavoro con una domanda: Valerio Massimo, nato nel I secolo a.C. scrisse: “La legge è come una ragnatela: se vi cade qualcosa di leggero essa lo trattiene, mentre ciò che è pesante la rompe e scappa via.” Quanto è valida, se lo è, ancora oggi questa massima? Da uomo di legge non posso condividere. Sono sicuro che le legislazione italiana, peraltro univocamente conosciuta come la migliore, la più completa e la più garantista tra tutte, non consenta la repressione soltanto dei piccoli reati. Insisto ancora nel sostenere, cosa che dico in ogni occasione, che i tagli (economici), lineari ed ingiustificati, al comparto giustizia non consentano una proficua e puntuale risposta alle esigenze di giustizia dei cittadini. Fin quando i nostri politici non si renderanno conto di ciò l’Italia rimarrà nelle condizioni in cui si trova. Parliamo ora di Antonello Bevilacqua uomo, marito e padre. Lei oggi è Presidente dell’Ordine ma era già stato Presidente, della Vigor, la squadra lametina. Qualche ricordo di quel periodo? Sicuramente ricordi importanti ed indelebili di un periodo importantissimo, ma sia pur impegnativo, della mia vita. Ho lavorato fianco a fianco con un gruppo di imprenditori ed amici che andai a stanare per salvare una Vigor morente e sull’orlo della cancellazione. In quel caso tutti questi amici mi affiancarono in maniera straordinaria ma “pretesero” che io fossi il loro garante assumendo l’incarico di Presidente e legale rappresentante della società. Fu davvero pesante conciliare quell’impegno con la vita familiare (e mia moglie fu davvero straordinaria ), con il lavoro e con l’incarico di Consigliere dell’Ordine ma, ripeto, fu una esperienza davvero straordinaria della quale vado davvero molto fiero. Continua a seguire la Vigor anche oggi? Cosa prova sapendo che rischia la retrocessione? Continuo naturalmente a seguire la Vigor per la quale nutro un amore viscerale, pur se non vado

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più allo stadio dal momento in cui sono venute alla luce le ultime vicende, e sono profondamente dispiaciuto ed amareggiato per la attuale situazione della quale, comunque, preferisco, non parlare. Immagino il suo disappunto per la vicenda, non bella, per usare un eufemismo, che ha coinvolto la squadra, sempre per la Vigor, che consiglio darebbe agli attuali dirigenti? Credo che stiano facendo il massimo in un momento di grandissima difficoltà e non penso di poter consigliare altro. Calcio … ha una squadra del cuore? E’ un tifoso di quelli che diventano intrattabili quando la squadra perde? Il mio cuore è biancoverde e molto, ma molto dopo, bianconero. Quando ero Presidente della Vigor il mio umore era certamente condizionato, ed anche fortemente, dalle vicende Vigor e pertanto da una sconfitta o una vittoria e non soltanto per un fatto di puro tifo, ma perché sentivo su di me la intera responsabilità del risultato sportivo e della tenuta dei conti che dovevano entrambi, necessariamente coincidere. La vittoria di un campionato ed i conti a rischio o viceversa una contabilità virtuosa ed una retrocessione sarebbero stati, in entrambi i casi un fallimento. A parte il calcio, ama lo sport? Se sì quali sport pratica? Come sa chiunque mi conosce, faccio sport da sempre e senza soluzione di continuità, dall’età di 7/8 anni. Ho fatto volley, basket, arti marziali, ma soprattutto Sci, tennis e calcio. Ancora oggi gioco a calcio assiduamente ( lo sport che più mi ha appassionato da sempre e che oggi pratico con i miei straordinari amici della “Amatori Pianopoli”) e da un paio di anni ho scoperto la mountain bike che considero uno straordinario “antistress”. Sposato, due figli maschi, una splendida famiglia, le manca non avere avuto una figlia femmina? Sarei bugiardo se Le dicessi che non sento la mancanza di una figlia femmina, ma è vero anche che ho due figli splendidi, Carlo che è arrivato da poco meno di un anno in studio e lavora con me con serietà ed impegno e Chicco che ci sollecita giorno per giorno e ci tiene vivi con la sua grande passione per la musica. Entrambi insieme a mia moglie Giovanna, insieme al mio lavoro e la mia carica, riempiono le mie giornate ed i miei pensieri. Sempre a proposito della sua famiglia, mi hanno detto che lei quando vide per la prima sua moglie, scendere dalle scale di un Hotel della capitale, sia rimasto folgorato e che abbia pensato: “è la donna della mia vita, dovrà essere mia moglie”, è vero? Verissimo, lo dissi di sicuro a chi Le ha consigliato la domanda, persona molto importante nella mia vita tanto da diventare il mio compare d’anello, e cioè mio zio Ermanno Guzzi. Ero con lui a Roma quando vidi per la prima volta Giovanna e rimasi letteralmente folgorato.

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Dissi subito e convintamente a mio zio: “io questa me la sposo” e così successe in poco più di un anno !. Una bellissima storia d’amore la vostra, una magia che so, continua nel tempo. Oggi viviamo in un mondo frenetico, mancanza di valori, mancanza di rispetto per gli altri e per se stessi, come ci mostra la TV spazzatura, della quale fanno parte un po’ tutti, dal plurilaureato a chi a scuola c’è andato solo perché obbligato, lei ha una bella famiglia, unita, ha un segreto da condividere per far sì che si ritrovino valori perduti? Non vorrei sembrare retorico, ma ho avuto la fortuna di crescere con due genitori che mi hanno insegnato i veri valori della vita pur senza limitarmi nelle scelte e nelle passioni. Genitori che vigilavano senza imporre, un po’ come sto provando a fare anche io con i miei figli. Credo che questo sia il modo giusto di aiutare i figli a crescere bene. Naturalmente i condizionamenti esterni unitamente alle amicizie posso creare ostacoli o difficoltà, e per questo bisogna avere anche un po’ di fortuna. Con i figli che rapporto ha? Come dicevo prima ho un magnifico rapporto con entrambi. Sono molto diversi tra di loro ma il rispetto e l’amore per entrambi mi aiuta a capire e condividere le loro aspettative, a rispettare le loro passioni ed a provare ad indirizzarli al meglio nella vita senza prevaricarli e lasciando comunque a loro l’ultima scelta in tutte le occasioni, pur senza limitarmi nel consigliarli. Ed il suo rapporto con la Religione come è? Sono religioso ma non troppo praticante. Credo di vivere cristianamente pur senza andare assiduamente in Chiesa, dove peraltro, quando vado, incontro spesso tanta gente, mi lasci dire, che farebbe meglio a restarsene a casa. Anche in questo condivido la sua opinione, sulla gente che va in chiesa e che farebbe meglio a non andarci! Torniamo all’intervista, una domanda d’obbligo quasi, visto che abbiamo parlato di avvocati, l’attuale sindaco è un suo collega, lei crede sia l’uomo giusto al posto giusto? Paolo Mascaro è per me come un fratello oltre che un Collega, abbiamo condiviso insieme tante altre esperienze tra cui la Vigor ed il Consiglio dell’Ordine, e sono certo che sia l’uomo giusto al posto giusto ma…nel momento sbagliato. Mi spiace sapere che combatte con una situazione economica a dir poco “disperata” e conoscendo la sua tenacia ed il suo incondizionato amore per la città mi sarebbe piaciuto vederlo invece Sindaco in un momento più florido per le casse dell’Amministrazione Comunale. Sono certo che avrebbe potuto e saputo fare grandi cose per la città e per tutti i lametini. In genere concludiamo le interviste con una domanda alla Marzullo: “qual è la domanda che non le ho fatto e che avrebbe voluto le facessi?” Si faccia la domanda e ci dia la risposta.

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Dopo tutte queste interessanti domande non saprei di cos’altro parlare. Mi piacerebbe però concludere questa conversazione con qualcosa sui giovani e soprattutto sui nostri giovani. Qualcuno si ostina, con un indiscutibile ed inaccettabile qualunquismo, a dir male dei nostri giovani, sostenendo che siano schiavi di un progresso fondato soltanto su internet e sui social. Ebbene Le dico che io sono totalmente in disaccordo. Le dico che i giovani di oggi vivono al passo con i tempi e non potrebbe essere altrimenti. Pensare che possano disinteressarsi totalmente di internet, dei social, dei telefonini, dei tablet e quant’altro sarebbe pura ed ingiustificata utopia. Credo invece che i nostri giovani ci stupiscano in tutto e per tutto, come è successo per esempio per mio figlio Carlo, iper coccolato e “viziato” da mamma e quattro nonni il quale invece, con mio piacevole stupore, al momento opportuno ha fatto le sue scelte in piena autonomia dimostrando di avere la testa sulle spalle. Sono certo che succederà la stessa cosa per mio figlio Francesco, ancora molto giovane, che però sto lasciando crescere in autonomia, pur vigilando a dovere, con le sue passioni (fortunatamente sane) che condivido spesso insieme a lui. Ecco, in sostanza credo che si debba avere più fiducia e rispetto dei nostri giovani, aiutarli e supportarli nel migliore dei modi ma con discrezione e senza prevaricazioni e soprattutto lasciarli liberi di scegliere della loro vita come meglio credono. E’ un uomo sereno, felice, è questo quello che mi viene da pensare a fine intervista e mi viene in mente una frase “Il successo è ottenere ciò che si vuole. La felicità è volere ciò che si ottiene” di Dale Carnegie. Perchè lui lo è un uomo di successo, nella vita pubblica ed in quella privata, il fatto stesso che spesso ricopra ruoli ai massimi vertici negli ambiti in cui si muove ne è la dimostrazione; e lui lo è un uomo felice, il fatto che sia un marito ed un padre soddisfatto ne è la conferma. “Il frutto non cade mai lontano dall’albero” ha detto qualcuno ed è questo, forse, il segreto, per essere un leader: il rispetto della famiglia, delle tradizioni, di ciò che ti circonda. I valori che gli sono stati trasmessi e che lui ha fatto suoi, non per imposizione ma per scelta, lo hanno reso quello che è ed aiuteranno i suoi figli, ai quali li sta trasmettendo, a far sì che la società possa ancora contare su un futuro migliore, con uomini e donne che sapranno dare ed ottenere rispetto. Di certo se non avesse avuto al suo fianco la donna giusta, se Giovanna non fosse la donna, la moglie, la madre che è, forse nemmeno lui sarebbe l’Antonello che tutti conoscono ed ammirano. Dietro un grande uomo c’è sempre una donna che gli è accanto, che lo aiuta, lo ispira e lo sostiene in tutti i suoi ruoli, non alla sua ombra, ma al suo fianco. Un uomo di successo, quindi arrivato? No, direi proprio di no, a mio avviso futuri allori lo aspettano e lui saprà ricoprire i suoi ruoli sempre con il garbo e la concretezza che lo contraddistinguono. Lo vedrei bene in politica, una politica, quella nostra, che ha bisogno di essere sfrondata dai rami secchi, da quelli infettati, per fare largo ai nuovi, a quelli belli, puliti dentro e fuori. Hai visto mai che la prossima intervista che gli faremo sarà per questo?

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Fidapa Sezione di Lamezia Terme

Maria José De Santis Sdanganelli e Ivana Ferlaino Romano nominate Socie Onorarie Fidapa La FIDAPA di Lamezia Terme, il 20 Febbraio 2016, nella notte internazionale, che magicamente crea legami simbolici di amicizia con le donne di tutto il mondo, presieduta da Angela De Sensi Frontera, ha nominato due Socie Onorarie: la prof.ssa Maria José De Santis Sdanganelli e la prof.ssa Ivana Ferlaino Romano. Come “ospiti d’onore” per questa occasione sono intervenute la presidente nazionale, Pia Petrucci, la presidente distrettuale, Vincenzina Nappi, e la past presidente nazionale Angelica Branca Biacca, nonché fondatrice della sezione di Lamezia Terme nel lontano 2 Marzo 1970. Ecco come si è espressa ricordando quell’evento: “ ho incontrato donne che non hanno avuto paura del nuovo, anzi si sono subito dimostrate interessate ad esplorare la strada dell’Associazionismo…Donne disponibili ad inserirsi nel sociale evidenziando solidità di valori, rigore comportamentale, bisogno di partecipare per essere capaci di orientarsi nelle ombre di una società in trasformazione … nel voler essere una forza di pressione nel rimuovere le discriminazioni…” Angelica è’ stata felice di poter rivedere le amiche e riconoscerne il valore, dimostrato in anni di difficile conduzione di una sezione nascente in una città anch’essa da poco costituita. Per ben sei anni Maria Josè De Santis è stata presidente, eletta dopo appena un’ anno dalla costituzione della sezione, in seguito al trasferimento di Angelica Branca a Catanzaro. Socia fondatrice, donna intelligente, colta, ha guidato l’associazione con energia e tenacia affrontando temi per l’epoca molto controversi; ha promosso con attività culturali l’emancipazione della donna, salvaguardo nello stesso tempo la sua dignità e la sua vocazione. Il curriculum vitae allegato svela ampiamente l’opera di Maria Josè, che, instancabile, ha proseguito il suo volontariato come presidente dei Convegni di Cultura Maria Cristina di Savoia fino al 2012. Ivana Ferlaino Romano, socia fondatrice, intelligente, colta, aperta alle novità e alle innovazioni, è subentrata al mandato di Maria Josè e ha guidato l’associazione anche lei per sei anni, con intraprendenza, tenacia, mirando alla valorizzazione dei talenti presenti sul territorio e nella stessa federazione. Ha profuso la sua preparazione, le sue capacità intellettive, morali, sociali nella promozione umana e culturale delle socie e del territorio, senza mai demordere dinanzi alle difficoltà d’ogni genere. Ha continuato nel tempo a seguire l’evoluzione dell’associazione… nel riserbo… a volte però ha rotto il silenzio e la sua partecipazione è stata attiva e da protagonista.

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aria Josè De Santis Sfanganelli è nata a Trapani il 3 luglio 1932, città nella quale ha frequentato la scuola elementare e dalla quale si è trasferita con la famiglia, prima a Roma, poi a Reggio Calabria dove ha frequentato la scuola media ed il Liceo Classico. Figlia di un colonnello dell’ esercito, medaglia al valor militare, deve il suo nome al Principe Umberto di Savoia, che, molto amico di suo padre, gli chiese di chiamarla, una volta nata, come la sua fidanzata, Maria Josè del Belgio. Dopo la maturità classica , si è iscritta all’ Istituto Universitario Orientale di Napoli e si è laureata in lingua , letteratura Francese ed Istituzioni Europee. Ha superato , subito dopo, i concorsi statali, uno per la Scuola Media nel 1960, e l’altro per le Scuole Superiori nel 1963, ottenendo la cattedra di francese per alcuni anni presso la scuola Media “Pitagora” e, per il resto della carriera, fino al 1996, al Liceo Scientifico di Lamezia Terme. Sposatasi con il dott. Giacinto Sdanganelli, compagno che non dimentica mai per le sue doti di signorilità ed umano comportamento , ha tre figli, già coniugati; Rita, logopedista, Antonello, avvocato, Monica, pianista. Nel 1970 ha partecipato alla fondazione della FIDAPA lametina unitamente alla Prof. Angelica Biacca che, essendone stata la creatrice, ne fu eletta Presidente con Maria Josè segretaria. La Prof. Biacca ha svolto il suo ruolo di Presidente solo per due anni a causa del suo trasferimento prima a Catanzaro e poi a Roma. Indette nel 1972, le elezioni per la nuova presidente e del consiglio FIDAPA, Maria Josè risultò eletta Presidente, quasi all’unanimità, venendo riconfermata fino al 1978. Durante la sua presidenza, pag. 8

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Fidapa Sezione di Lamezia Terme è stato attivato un vasto programma relativo alla conoscenza approfondita dei problemi del paese, quali crescita umana , sociale, culturale, sanitaria, e , le socie tutte, seguivano le attività con interesse e partecipazione costante. Erano anni sessantottini che la Presidente ed il Consiglio, nonché tutte le socie, hanno affrontato con pacatezza, ma soprattutto con la ferma volontà di contribuire a realizzare una marcata crescita dell’associazione e della città. Il lavoro è stato arduo, ma affascinante per i risultati raggiunti; le donne crescevano e sviluppavano tutte le qualità della loro personalità, un tempo più sopite che evidenti. Il programma associativo internazionale e locale è stato sviluppato con attenta osservazione del vissuto, della storia del paese, delle novità in campo medico e politico che andavano sorgendo in un periodo difficile e ancora post- bellico. E’ stata , più volte , relatrice di vari testi narrativi e linguistici presentandoli , anche , come critico letterario , sia per la FIDAPA che per i CONVEGNI “MARIA CRISTINA DI SAVOIA”. Ha fatto parte di varie commissioni nazionali e dal 1979 al 2012 è stata Presidente dei Convegni di Cultura “ Maria Cristina di Savoia”. E’ Membre d’ honneur de l’ALLIANCE FRANCAISE e nel 1999, Sua Santità GIOVANNI PAOLO II l’ha insignita dell’onorificenza di “Dama di San Silvestro Papa.

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vana Ferlaino, nata a Conflenti, pr. Catanzaro, il 15 Aprile 1938; coniugata con l’avv. Antonio Romano, è madre di tre figli,: Vanda, avvocato, Giovanni, avvocato, e Antonella, avvocato e funzionario INPS; nonna di quattro nipoti, tre maschi e una femmina. Ha conseguito la maturità classica nel 1956 presso il Liceo Classico Francesco Fiorentino di Lamezia Terme e la laurea in Lettere Moderne nel 1962 presso l’Università degli Studi di Napoli, oggi Federico II. Ivana ha insegnato lettere da laureanda presso l’Istituto Tecnico per Geometri; dal 1966 al 1969 ha ricoperto la cattedra di latino e storia presso l’Istituto Magistrale Tommaso Campanella, dove nel l’anno 1968/69 ha incontrato Angelica Branca Biacca, giunta da Reggio Calabria, vincitrice di concorso per ricoprire da titolare la cattedra di Filosofia e Pedagogia. Da titolare ha ricoperto la cattedra di “Lettere Moderne” nella Scuola Media Alessandro Manzoni e nella Scuola Media Pitago-

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ra di Lamezia Terme, dove ha concluso il suo insegnamento per pensionamento. Vita associativa e di promozione umana. Durante il periodo universitario, 1960, su invito di Don Saverio Gatti, Il sacerdote che ha dedicato il suo apostolato alla gioventù, ha fondato insieme a Giovanni De Sensi, allora universitario, iscritto alla Sapienza di Roma in giurisprudenza, poi divenuto sindaco di Lamezia Terme, una sez. della F.U.C.I. a Nicastro, oggi Lamezia Terme. Il gruppo, prevalentemente di studio, era numeroso: vi facevano parte Angela De Sensi, Marisa Battaglia, Lina Amato, Antonio Romano, Torchia Pasquale, ecc. ecc. Il Gruppo F.U.C.I. era sostenuto da due personalità adulte: il prof. di filosofia Giuseppe De Benedetto e la prof.ssa di matematica Maria Valentino. Nel 1970, accogliendo l’invito di Angelica Branca Biacca, è stata socia fondatrice della sez. FIDAPA di Lamezia Terme, insieme a Maria José De Santis Sdanganelli, Rosarina Agapito, notaio, Angela De Sensi Frontera, prof.ssa di Scienze umane, Maria De Luca, medico analista, e altre donne, tutte laureate e professioniste. Ha fatto parte inoltre ed ha operato nella commissione “ Lettere” della Fidapa appena costituita, insieme a Ivana Braganò, Marinella Vitale, Maria Sorrento, Claudia Diaco ed altre. Nel 1978 viene eletta presidente della sezione e rieletta fino al 1984, sei anni quindi di guida autorevole ed illuminata della sezione, che superata egregiamente la fase d’avvio avvenuta con Maria José, è pronta a vivere esperienze culturali di ampio respiro, partecipando a Congressi Nazionali, (Palermo, Firenze, Bari), affrontando temi di attualità che la fase costruttiva dell’Italia imponevano, coinvolgendo relatori di professionalità universitaria locali e lontani, relatori, dotati di talento, chiamati a vivere l’opera come vocazione. E’ stata una specificità di Ivana Ferlaino saper individuare i talenti emergenti e confermarli nelle loro scelte esistenziali. Dopo il periodo In cui ha contribuito al processo evolutivo della sezione come past-presidente accanto a Rosarina Agapito, Ivana Ferlaino ha continuato la promozione umana e sociale in ambito scolastico, uscendo dai rigidi schemi dei programma e proponendo e attuando corsi di aggiornamento ai docenti su tematiche nuovissime e proiettate a costruire il futuro, anche in questo caso invitando a relazionare i migliori cervelli del territorio, incoraggiandoli a restare e a fare grande la propria terra. E’ stato un modo nuovo di fare cultura, innovando i contenuti e i relatori: non solo trasmettere cultura, ma elaborarla e crearla nel luogo migliore possibile, la scuola, e in favore delle future generazioni. Nella Scuola Pitagora si sono susseguiti a relazionare magistrati, sacerdoti, professori universitari, scrittori. Oggi questo è scontato, allora erano iniziative da pionieri. Il Vescovo, di allora, S. Ecc. Palatucci, è stato il suo mentore, soprattutto durante la presidenza della FIDAPA, come Ivana ha più volte riconosciuto pubblicamente. Negli anni seguenti Ivana ha sempre seguito l’Associazione e ne è stata spesso la consigliera segreta. E’ stata relatrice come critico letterario nella presentazione del libro di poesia “Fiori autunnali” di Angela De Sensi Frontera. Oggi è dedita alla famiglia, a prendersi cura del coniuge, Antonio Romano, dei figli e soprattutto dei nipoti, quella famiglia che non ha mai trascurato anche nei tempi d’intenso impegno sociale, riuscendo a distribuire bene le sue energie psichiche e fisiche, a ottimizzare i tempi e a tenere i giusti confini tra il privato e il sociale. Ivana è ed è stata una donna che ha sempre saputo cosa fare e come farla, coraggiosa e determinata nel perseguire le finalità istituzionali della Fidapa, intelligente, colta, sicura di sé, pronta ad osare pur di promuovere la donna e i giovani.

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Soroptimist Club di Lamezia Terme

Protocollo d’intesa tra soroptimist, Siarc e Caritas Diocesana contro gli sprechi alimentari.

I pasti distribuiti in ospedale, sigillati e non utilizzati, andranno ai bisognosi Lotta agli sprechi alimentari. Questo è uno dei progetti che sta portando avanti il Soroptimist club di Lamezia Terme che, a tal proposito, ha promosso e sottoscritto un protocollo d’intesa con la Siarc (Società industrie alimentari e ristorazioni collettive) affinchè i pasti distribuiti in ospedale e non utilizzati non vadano sprecati. In particolare, con il protocollo sottoscritto dal club, denominato “Uguaglianza e sviluppo: gli sprechi alimentari e il cibo che non c’è”, promosso a livello nazionale dall’Unione italiana del Soroptimist International per il biennio 2015-2017, intende favorire sul territorio lametino il collegamento tra la domanda e l’offerta per la trasformazione degli “sprechi alimentari” in risorse. Il protocollo è stato sottoscritto dalla presidente del Soroptimist Giuseppina Mazzocca, dalla rappresentante della Siarc Simona Albano e dal presidente della Caritas diocesana padre Valerio Di Trapani, presenti anche le referenti del club per il progetto, Maria Curcio e Donatella De Grazia. A tal proposito la Siarc, che provvede in appalto alla somministrazione nella città di Lamezia Terme di pasti nel presidio ospedaliero “Giovanni Paolo II” e, pertanto, quotidianamente dispone di “portate sigillate” in eccedenza destinate allo smaltimento, s’impegna a mettere a disposizione tutti i giorni e per il tempo di durata degli appalti, ad operatori debitamente autorizzati, i pasti sigillati che eccedono al presidio ospedaliero cittadino, perché questi possano essere distribuiti entro e non oltre le ventiquattro ore successive previa conservazione a temperatura controllata. Da parte loro, gli operatori della Caritas s’impegnano a ritirare i pasti sigillati in eccedenza alle ore 13.30 o alle ore 18.45 di ogni giorno dal presidio ospepag. 10

daliero lametino per distribuirli, previa idonea conservazione a temperatura controllata, ai meno fortunati e ai più bisognosi. Gli operatori s’impegnano inoltre a smaltire correttamente quanto in esubero, trascorse le ventiquattro ore dalla consegna. Tutte le parti interessate, nei loro differenti ruoli, contribuiranno affinchè i pasti sigillati in eccedenza e ancora commestibili possano salvarsi e distribuirsi ai meno fortunati e ai più bisognosi nei centri parrocchiali tramite i propri volontari. “Questo protocollo – ha spiegato la presidente del Soroptimist club cittadino, Giuseppina Mazzocca – è molto importante, in quanto permette di lottare, concretamente, gli sprechi alimentari. Oltre all’opera di sensibilizzazione, è infatti necessaria quella operativa di collegamento tra offerta e domanda sul territorio, per evitare gli sprechi, ed è quello che abbiamo realizzato mettendo insieme la Siarc e la Caritas diocesana. Anche perché, la legge 155/2003 relativa alla “Disciplina della distribuzione dei prodotti alimentari ai fini della solidarietà sociale”, all’articolo 1 prevede che le organizzazioni riconosciute come organizzazioni non lucrative di utilità sociale, ai sensi dell’articolo 10 del decreto legislativo 4 dicembre 1997 n. 460, che effettuano, a fini di beneficienza, distribuzione gratuita agli indigenti di prodotti alimentari, sono equiparate, nei limiti del servizio prestato, ai consumatoti finali, ai fini del corretto stato di conservazione, trasporto, deposito e utilizzo degli alimenti. Un progetto che è in linea con quanto promosso dal Soroptimist a livello nazionale e che tutti i club stanno portando avanti nel proprio territorio”.

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Lamezia, progetto cineforum delle idee

La filosofia incontra il cinema al Liceo Campanella Lamezia Terme - La filosofia incontra il cinema. Da Aristotele a Galileo, da Nietzsche a Freud, la lezione di filosofia esce dallo schema della lezione in cattedrale per trasformarsi in un’esperienza coinvolgente, che usa i linguaggi e le tecniche comunicative dei giovani di oggi, i “nativi digitali”. E’ questo l’obiettivo del progetto “Cineforum delle idee” organizzato al Liceo Campanella di Lamezia Terme, che coinvolgerà gli studenti di alcune classi dell’istituto in un percorso in cui, attraverso la visione di alcuni film, si discuteranno i grandi temi della filosofia e il pensiero degli autori del ‘900 con uno stile partecipato e aperto al confronto. Ideatrici del progetto, le docenti Michela Cimmino e Olinda Suriano, che hanno dato il via al percorso martedì scorso con la proiezione del film “2001: Odissea nello Spazio”, a partire dal quale gli studenti hanno approfondito il pensiero del filosofo Nietzsche. A coordinare gli incontri, che proseguiranno nelle prossime settimane, l’esperto di cinematografia Massimo De Pascale che ha spiegato ai ragazzi della V A della V D del Liceo delle Scienze Umane e della VB del Liceo Linguistico come il linguaggio cinematografico “per le sue caratteristiche peculiari di enfatizzare il ruolo delle immagini e di giocare sulla dimensione emotiva degli spettatori, si presta bene per discutere di temi filosofici stimolando il coinvolgimento attivo e la partecipazione di chi guarda il film. Il pensiero teorico diventa esperienza concreta attraverso le immagini sullo schermo, il cinema ci mette di fronte a una realtà rispetta alla Mensile di informazioni varie - anno 24°-n. 20 - APRILE 2016 Iscrizione al Tribunale di Lamezia Terme n. 609/09 Rug. - 4/09 Reg. Stampa Direttore Responsabile: Antonio Perri Edito da: Grafichè Perri Lamezia Terme - Via del Progresso, 200 Tel. 0968.21844 - e.mail. perri16@gmail.com Stampa: Michele Domenicano Allestimento: Peppino Serratore Redazione: Nella Fragale - Perri Antonio Progetto grafico&impaginazione: Grafiché Perri-0968.21844

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quale siamo chiamati a interrogarci, a porci delle domande”. Nell’analisi del capolavoro della storia del cinema di Stanley Kubrick proiettato in classe, De Pascale si è soffermato in particolare sul momento in cui HAL 9000, il supercomputer tra i protagonisti della pellicola, perde la memoria, ritorna bambino e dichiara di aver paura. Un’immagina di tremenda attualità e una lettura del nostro tempo, caratterizzato dalla consapevolezza che senza memoria siamo nulla e si apre il cammino inesorabile verso il nichilismo, verso una modernità illogica e priva di valori etici e morali. Era quello che Nietzsche aveva previsto per l’Occidente, una profezia che sembra realizzarsi nel nostro tempo, rispetto alla quale l’unica speranza è ritrovare quella “stella danzante” che, per il filosofo tedesco, può partorire anche da chi ha un grande caos dentro di sé. Per le docenti Cimmino e Suriano, “l’avvio del cineforum ha avuto un’ottima risposta dagli studenti che hanno dimostrato di riuscire a conciliare la vivacità di un momento di aggregazione come il cinema alla riflessione sui temi filosofici proposti. Un ringraziamento a Massimo De Pascale per aver creduto insieme a noi a un progetto che punta a risvegliare negli studenti l’amore per la filosofia, sperimentando linguaggi e tecniche innovativi. Gli incontri del cineforum proseguiranno nelle prossime settimane con un focus filosofico-cinematografico sul padre della psicoanalisi, Freud”.

Le iscrizioni, per i privati sono gratuite; così come sono gratuite le pubblicazioni di novelle, lettere, poesie, foto e quanto altro ci verrà inviato. Lamezia e non solo presso: Grafiché Perri - Via del Progresso, 200 - 88046 Lamezia Terme (Cz) oppure telefonare al numero 0968/21844. Per qualsiasi richiesta di pubblicazione, anche per telefono, è obbligatorio fornire i propri dati alla redazione, e verranno pubblicati a discrezione del richiedente il servizio. Le novelle o le poesie vanno presentate in cartelle dattiloscritte, non eccessivamente lunghe. Gli operatori commerciali o coloro che desiderano la pubblicità sulle pagine di questo giornale possono telefonare allo 0968.21844 per informazioni dettagliate. La direzione si riserva, a proprio insindacabile giudizio, il diritto di rifiutare di pubblicare le inserzioni o di modificarle, senza alterarne il messaggio, qualora dovessero ritenerle lesive per la società. La direzione si dichiara non responsabile delle conseguenze derivanti dalle inserzioni pubblicate e dichiara invece responsabili gli inserzionisti stessi che dovranno rifondere i danni eventualmente causati per violazione di diritti, dichiarazioni malevoli o altro. Il materiale inviato non verrà restituito.

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La Coppia è Mario Maruca recita “ La Coppia è”. Al teatro Antigone di Roma, il 25 ottobre 2015, Mario Maruca ha recitato questo monologo, scritto da me, divertendomi a giocarci un po’. Di nuovo interpretato al Parco Dossi Comuni di Lamezia Terme, è un testo in itinere... come tutte le coppie che vanno via. Con i molti spunti di Mario, che è veramente esilarante al vederlo recitare, giorno 8 Aprile, alle ore 17, dopo la relazione di Lia Pallone all’Uniter e poi... in Parlamento. “La coppia è” di Ippolita Luzzo - Recita Mario Maruca - Parco Dossi Comuni. La coppia è una relazione, con articolo determinativo “la”, è proprio quella e nessun’altra, quella che conosciamo noi, formata da due persone. Non importa di quale forma e sesso i due siano, importa la funzione. Funzione Femminile e funzione maschile: Basta che funzioni! Allen ci fece un film. Non c’è differenza tra uomo e donna, c’è il lato maschile e femminile in ognuno di noi. Nella diversità dei ruoli stereotipati gli uomini provengono da Marte e le donne da Venere… Ah ecco Diversi! Sono diversi nella fisicità e lo vediamo; il corpo come strumento musicale, l’uomo lo possiamo paragonare ad una tromba, la donna ad un violino. Diversi nei suoni e lo sentiamo! “A proposito degli acuti del violino, donne, quando emettete gli acuti fate attenzione, perché hanno un effetto devastante nel cervello di un uomo. In una lite familiare là dove lui suona il suo trombone (suono) e voi il vostro violino (suono)… il violino ha un effetto trapano nel cervello dell’uomo, lo manda in tilt e potrebbe anche perdere il controllo delle azioni… quindi, donne, fate attenzione!” Diversi siamo e lo capiremo solo vivendo. Da Marte oppure da Venere poi sulla Terra dobbiamo vivere… insieme. Non troppo. Un Poco. Pochissimo, per non annoiare. Non abbiamo bisogno di categorie: e che facciamo? dobbiamo infilarci in una scatola uomini e donne e far decidere al gioco dei pacchi per la scelta? Voglio il pacco numero tre…e a sorpresa (suono). Voler fare divisioni nette in categorie precise, ormai non si può più. Quanti uomini sono ordinati, si guardano allo specchio ogni mattina, si fanno fare le sopracciglia ad ali di gabbiano, lo giuro, il mio fornaio li ha, quando mi porge le rosette, “parano” più leggere!! Quanti uomini cucinano, si prendono cura delle pelle, con creme costose, hanno un beauty case da viaggio e quante donne invece sono disordinate, non cucinano, non sanno farlo e non vogliono imparare, si trascurano e sono ossessionate da carriera, e…

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poi ora vanno di moda le donne selvagge, non si depilano più! Ah non lo sapete? Uomini tutti depilati e donne nature! Una completa inversione di ruoli! Chi ho in casa? Ma chi è questa? Si chiedeva Alberto Sordi, al risveglio, in una scena del film Ed in questa confusione, tutti ce lo saremo chiesto dopo, solo dopo, subito dopo. Chi è Lei? Chi è Lui? Tardi ormai. Coppia è etimo da copulum … copulare, un composto da cum e àpere attaccare, attaccare con lo scotch, il nastro adesivo delle convenienze sociali. D’altronde una società civile sulla coppia si regge. Infatti è incivile. La coppia è una idea…parafrasando Gaber che cantava… una idea, un concetto un idea, finché resta una idea è soltanto una astrazione, se potessi mangiare un idea avrei fatto la mia rivoluzione. Poi diventa partecipazione così: -Buongiorno caro -buongiorno cara -sei bellissima cara -sei bellissimo caro - mi sta bene questo maglione? - ti sta bene questo vestitino -torni per pranzo? –certo che torno! -Se non torni mi avvisi –certo che ti avviso -non ti scordare –no non mi scordo, poi si scorda, di sicuro si scorda -E perché non mi hai telefonato?, avresti potuto avvisare? – Wind la persona chiamata è impegnata in altra conversazione, se si desidera…, che ti costava mandare un messaggio? primo mess, secondo mess, terzo mess, e ti telefono, tu mi telefoni e ti messaggio, tu mi messaggi: una coppia si messaggia in un mare di messaggi e… WhatsApp che invenzione!! “Un ricettacolo per coppie frustrate che inondano il telefono di cuoricini, gattini parlanti e foto di ogni genere. –Dove stavo non c’era linea –Prima, ma alle 12,15 la linea c’era, avevo una spunta. –Ma non stavo in internet –Prima, ma alle 12,30 sei entrato in Internet, avevo due spunte bianche e nere!! –Ma non ho letto il messaggio? –Prima, ma lo hai visualizzato alle 12.45 avevo due spunte blu… e mi hai risposto alle 13.15 ci voleva mezz’ora? non potevi dirmelo subito che non saresti venuto a pranzo? E soltanto l’inizio della fine, un incubo!! VaZZapp ha rovinato le coppie!” TIPOLOGIA DI COPPIE 1) La Coppia francobollo: così la chiama mia cugina, che vanno insieme a riunioni, a matrimoni, a battesimi, lettera e francobollo, fanno tutto insieme. Io ne conosco una: bellissima coppia di anziani. Quattro figli. Mano nella mano. Sempre. Poi lei mi confessa di non aver mai amato il marito. Ha sempre amato il suo primo ragazzo, che i suoi familiari le fecero lasciare… e non c’è stata una sola sera in cui lei sia andata a dormire senza pensare a lui, all’altro, mica a quello accanto. 2) Le coppie con corna palesate: quelle di una volta. Io sto sempre al mio posto! dice lei che sa di esser

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moglie pluricornificata. Lei sta al suo posto, lui le regala vestiti e gioielli. Lei mi dice che sono tutte chiacchiere di invidiosi, invidiosi della loro coppia. Lei sa ma copre lui. Quelle di oggi, lui chatta con una lei e la moglie chatta con un lui da due angoli della stessa stanza …e magari si sorridono pure. In quattro. Un quadrato. Altro che coppia! 3) La Coppia cannibale: due cannibali insieme. Chi si mangia per primo? Apparentemente una bella coppia, serena, vanno in chiesa, ma alla prima occasione si sbranano come lupi. 4) Una coppia dove uno dei due si ammala, perché ci si ammala, e scoppia e “andiamo via dalla coppia”, pensa ognuno dei due, scoppiato, dal non poter esser sé stesso ma purtroppo sempre una coppia. 5) La Coppia alternativa: che si organizza per non vedersi mai… impossibile, direte voi, e che coppia è? Eppure sono quelle che durano. Partecipazione non vuol dire vedersi e guardarsi e ascoltarsi… che chissà perché dopo tre mesi uno si annoia ed all’altro viene la dipendenza. 6) La Coppia perfettina: Lui parla, gli sfugge un errore, lei corregge, lui riparla, e rifà errore dialettale, lei ricorregge. Chi ama di più? Chi corregge o chi scorregge? Coppia mia bella coppia chi è la più bella coppia del reame? Siamo la coppia più bella del mondo e ci dispiace per gli altri che sono tristi e sono tristi perché non sanno più cos’è l’amore, cantava Celentano, e quindi per esser coppia più bella, basta saper cos’è l’amore. Una distrazione? o un’attrazione di corpi e di mente? Quindi se siete una coppia serena, se non vi annoiate insieme, se riuscite a guardarvi con stima, noi lo consideriamo un miracolo, un dono. Una fortuna. Una coppia con un nido, una stanza, una casa, una villa, già siamo oltre!! con amici con cui incontrarsi, un gruppo, una comitiva, una coppia, allora la coppia è!! Demenziali pensieri su un lemma, un sostantivo, Coppia; che non esiste. Come non esiste la pipa surrealista di Renè Magritte, aggiungendo: però si può riempire. MUSICA

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Libera il tuo Daimom al via incontri filosofici Campanella Al via i laboratori filosofici al Liceo Campanella di Lamezia. Nei giorni scorsi si è tenuto il primo degli incontri che ha visto partecipare tutte le terze classi del liceo Linguistico. Gli incontri sono stati proposti ed organizzati dal Dipartimento di scienze umane e filosofia dell’istituto e curati dalle docenti Olinda Suriano e Michela Cimmino. I “Libera il tuo daimon” è stato il tutolo del primo incontro tenuto dal dottor Andrea Lucisano in collaborazione con il Festival della Filosofia della Magna Grecia insieme al maestro di yoga Emanuele Righes. Per le docenti, “si tratta di un’esperienza didattica formativa che invita i partecipanti a realizzare un percorso filosofico sia fuori che dentro di sé. Protagonisti principali sono gli adolescenti, che sperimentano un percorso di conoscenza esperienziale capace di contribuire alla crescita personale. L’aspetto fortemente innovativo che caratterizza il percorso è la metodologia della ricerca-azione”. L’incontro si è svolto durante l’orario scolastico con un confronto tra Lucisano e gli studenti durato circa due ore. Il percorso che è stato proposto ai ragazzi è stato quello di procedere alla possibile scoperta, attraverso la maieutica, del proprio “daimon” socratico. Obiettivo di questo primo incontro è stato quello di cercare di portare alla luce le potenzialità di ciascuno attraverso una metodologia attiva che coinvolga e stimoli i partecipanti a lavorare sulle riconosciute nove intelligenze così come formulato da un famoso psicologo statunitense come Gardner. Per le docenti responsabili del progetto Cimmino e Suriano, i laboratori filosofici con gli studenti hanno una forte valenza educativa “in un’epoca di transizione, di disgregazione, d’incertezza identitaria, in cui abbiamo bisogno di una filosofia educativa. L’obiettivo dei laboratori con i ragazzi è quello di creare momenti di confronto, di riflessione, di pensiero critico: spazi creativi per le menti”.

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AUTOSTIMA: l’amore per se stessi

è, si cresce con la pienezza dell’amore e della stima per se stessi. Si è soddisfatti delle scelte fatte in autonomia e ci si può assumere la responsabilità dei propri errori, si accetIrene Orce tano i propri limiti e si rinforzano le risorse. È inutile cerIl primo passo per amarci consiste nel conoscerci, com- care di soddisfare gli altri se si è insoddisfatti di se stessi. prendendo come funzioniamo per discernere tra ciò che Accettarsi incondizionatamente può portare a consolidadesideriamo e ciò di cui abbiamo bisogno per essere feli- re quello che siamo senza trasformarci in quello che non ci. Nonostante in un primo momento appaia tale, questo sentiamo dentro, e che prima o poi viene a galla e spazprocesso di auto-conoscenza non è fine a se stesso. È il za via tutto ciò che si è cercato di costruire nel tempo, mezzo che ci permette di impadronirci della nostra mente, lasciandoci insoddisfatti e con l’amaro in bocca. Non è superando attraverso l’accettazione e l’amore, le nostre possibile eliminare quelle parti di noi che non accettiamo e che tanto combattiamo, ciò a cui resisti persiste! paure, i complessi e le frustrazioni. Amare se stessi sembrerebbe un sentimento egoistico, Spesso le persone chiedono: “come si fa ad amare se stesin realtà è il primo passo per poter amare gli altri. E’ si?”. Forse è la cosa più difficile perché purtroppo non ce la prima cosa pratica da fare per imparare a riconoscere le lo hanno insegnato. Significa capire ciò che davvero ci proprie emozioni, provare amore verso se stessi insegna piace e ciò che invece facciamo perché “dobbiamo“ farlo; ad amare le altre persone, se non lo fai con te stesso come imparare quali sono le nostre capacità e farle diventare delle abilità; conoscere le nostre emozioni e non aver paupuoi farlo con chi non conosci. Sin da piccoli si cresce con il “dovresti” fare questo e ra di manifestarle agli altri; durante il giorno gratificarsi quello, in pochi ti chiedono “cosa ti piacerebbe fare?”. con delle piccole cose che aiutano a superare i momenti di Spesso si cresce con l’idea di non aver soddisfatto le ri- frustrazione dopo averli elaborati ed accettati. chieste altrui, in primis dei tuoi genitori e via via parenti, Lavorare psicologicamente con se stessi è una cosa molto amici, insegnanti, ecc. Così facendo si innesta nella men- difficile da fare, ma se per primi noi non impariamo ad te l’idea di non essere all’altezza di poter soddisfare le amarci come lo si può pretendere dagli altri… aspettative degli altri, quindi di valere molto poco o quasi Stare in compagnia di se stessi è il primo passo per supeniente; fino ad arrivare a provare quasi odio verso se e rare i momenti di solitudine e condividere con gli altri le proprie emozioni ed esperienze è la scalata verso il sucquindi anche verso gli altri. Osho diceva “quanto più sbagli, più odi. Quanto più sba- cesso del potenziale umano. gli, tanto più ti senti condannato. Quanto più sbagli, tanto Il rispetto per se stessi porta a rispettare ed accettare gli altri, così come una buopiù ti senti impotente. E na stima di Sé favorisce la da questo odio, impotencondivisione delle diverza, come può nascere la sità arricchendo emotivacompassione? La commente l’individuo. passione nasce quando sei perfettamente centraDott.ssa Maria Mirabelli to nel tuo essere. Tu dici: psicologa-psicoterapeuta “Sì, io sono così”. Non mariamirabelli@libero.it hai ideali da raggiuncell. 339.5919310 gere. E immediatamente comincia la pienezza!” Solo conoscendo se stessi ed imparando ad accettarsi per quello che si Non c’è amore sufficientemente capace di colmare il vuoto di una persona che non ama se stessa.

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La palla vola, l’uomo resta Il Club è l’Uomo

Forse sono le storie future renderanno pieno omaggio agli impegni che la Juve Lamezia ha saputo assolvere negli anni 70/80 del calcio giovanile la lametino. C’è stata una “bellezza” calcistica nel corso degli anni 70 80, che e appartenuta tutta alla pedata lametina ed il marchio bianconero è riuscito a contrassegnarla con innumerevoli patenti di nobiltà, ponendo non solo un freno ad una certa decadenza della “scuola” lametina, offrendo vie di uscita, termine di paragone, modelli di comportamento, in campo e fuori. Sempre fedele alla tradizione ed all’immagine stilistica che deriva da questa tradizione, la Juve Lamezia si è offerta come specchio di una società umana, io Uno spirito agonistico disciplinato ed esemplare. Ha prodotto “calcio reale” in anni in cui il “calcio parlato” tendeva ad una sproporzionata deflagrazione. Ha fornito pochissime occasioni di intervento alla giustizia sportiva. Ha accumulato vittorie nelle varie categorie, tornei, maratone, ha sostenuto prove in tutta la Calabria con un puntiglio ed un doverismo che meritano massimo rispetto. C’è una “bellezza” juventina che è fatta pudore, di ritrosia, di educazione, di ri-

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serbo, anche se è sul campo tutti bianconeri sanno combattere a denti stretti; ma aldilà della carica sportiva rimangono queste lezioni esemplari, amate persino gli avversari, che sempre hanno riconosciuto nella Juve Lamezia, un punto di riferimento, un magistero calcistico e societario. Per assurdo vorremmo dire, chi è anche senza la caterva di campionati e di allori conquistati in quegli anni, l’insegnamento bianconero sarebbe ugualmente valido; per dignità, per vocazione realistica, per integerrima interpretazione dello spettacolo sportivo. No per nulla, la “scuola” juventina viene vagheggiata anche da coloro che hanno dovuto abbandonarla; non esiste atleta che, vestendo altra maglia, non ricordi con affetto “questa” Juventus ed il momento da lui vissuto nel club lametino. Chi ha attraversato gli anni 70 80 seguendo le imprese del calcio giovanile lamentino non può mettere in solaio i ricordi di tanta avventura. Prospettive è l’uomo, diceva un filosofo. Ma lo stile, con 11 ragazzi che corrono su un campo, è anche una scelta di fondo, è anche una sfida alle facilonerie ed ai comportamenti caotici del nostro vivere attuale. È quasi impossibile, dovendo scrivere una pagina per una società di calcio giovanile, non fare ricorso ad aneddoti, nomi, frangenti ed occasioni tipici; solo il “modello Juve” lo consente, perché il “modello Juve” al di là dei risultati, è una figurazione amalgamata, è un prototipo. Puoi girare la Calabria e dire “Juventus Lamezia”. Anche questa è una lezione di misura, 1 m di paragone con il vivere. La palla vola, l’uomo resta, il club è l’uomo. Aldilà di vittoria sconfitte rimane quel timbro, quella “Bellezza” che diventano un segreto ma anche una maniera di essere ed una certezza di essere ed una intelligenza di essere. Vincenzo De Sensi

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ROYAL TEAM LAMEZIA un altro passo avanti L’avversario dei quarti della Royal, la Thienese, ha vinto la Coppa Italia. La Royal ha vinto pure… la sua partita, quella della maturità. La Royal è più consapevole che migliorare si può. Anzi si deve. La Royal esce dalla Coppa da imbattuta e segnando un gol in più alla vincitrice Thienese rispetto al Cagliari, che ha perso in finale. La lunga avventura della Royal inizia l’8 marzo: l’abbina-

mento con lo Studio Immagine Parrucchieri di Catanzaro ha dato una marcia in più all’intero ambiente. Nel senso che c’è fiducia nella Royal, non solo all’interno ma anche dall’esterno. Addirittura da Catanzaro. E la semplice ma significativa cerimonia di consegna della mimosa alle ragazze della Royal presso la Sala Napolitano nel giorno della Festa della Donna, ha mostrato ulteriormente come anche le Istituzioni, il Comune di Lamezia in primis, abbiano fiducia nella società e nella squadra della presidente Claudia Vetromilo e del patron Nicola Mazzocca. E, ribadiamo, per una società giovane tutto ciò è già un successo. Il mercoledì mattina la partenza per Pesaro: 11 ore di pullman sì, ma in allegria e coesione. Squadra e società all’unisono verso una meta prestigiosa qual era la Final Eight. Chi l’avrebbe mai detto: confrontarsi con le altre migliori 7 squadre d’Italia. E la Royal c’era. Basterebbe questo, ad altri, per accontentarsi. Ma non è il caso della Royal. E lo si è dimostrato fin dalla rifinitura al PalaFiera di Pesaro: dopo la lunga traversata adriatica infatti, subito in campo per la rifinitura le ragazze di mister Carnuccio concentrate e determinate a pag. 16

di Rinaldo Critelli

ben figurare. CUORE. Che emozione l’ingresso in campo nella gara contro la Thienese: quelle maglie biancoverdi guidate da capitan Marrazzo, e di sèguito le altre. Tutte poi per il rituale di autocarica assieme a Pota e Iellamo sugli spalti, con tutta la dirigenza ad incitare la squadra. Le prime cinque in campo sono Reda, Fragola, Leone, Marrazzo e Linza. Poco dopo subentrano a turno anche Mirafiore, Loiacono e Bagnato. Inizio frenato in entrambi i tempi per la Royal, poi però vien fuori cuore e carattere, che le lametine mostrano soprattutto quando si è sulla graticola. L’andamento del match è altalenante, tanto da fare esclamare ai telecronisti della Divisione Calcio a 5 sul 4-4: “E’ una partita strana, una partita folle. Una partita diventata bellissima”. Niente di più vero! Avanti loro 1-0. Quindi il ribaltamento Royal di Leone e Loiacono 1-2. Il pari a fine primo tempo è di Ferro.2-2. Nella ripresa, all’inizio, Royal assente. Avanti Thienese prima 3-2 poi 4-2. Ma ecco riemergere le lametine. Assist dell’ottima Loiacono e Marrazzo fa 4-3. Quindi sale in cattedra super-Fragola: palla rubata e pallonetto al bacio 4-4! Linza spreca il vantaggio e Battistoli fa 5-4. Quindi il minuto è mezzo finale più lungo per la Royal: il pari è firmato ancora da Loiacono per il 5-5 finale. RIGORI. “…. ma Nino non aver paura di tirare un calcio di rigore non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore un giocatore lo vedi dal coraggio dall’altruismo e dalla fantasia...”

Editore: Grafichè di A. Perri

Lamezia e non solo


Ed eccoci ai tiri di rigore: onore e merito a chi il rigore lo ha inteso battere, dunque a Mirafiore, Fragola, Linza e Vezio. Non servono altri commenti, basta la strofa qui sopra del famoso De Gregori. FUTURO. Ed ora? Il patron Mazzocca lo ha detto e richiesto alle ragazze la sera stessa dell’eliminazione alla squadra. “Ora voglio vincere i play off”. Parole chiare ed ambiziose. Anche se non programmato, un obiettivo che ora bisognerà perseguire. Lo si deve dopo questa significativa

partecipazione alle Final Eight, che deve rappresentare non certo un traguardo per la Royal ma un punto di partenza per una crescita ancora maggiore. Un passo alla volta la Royal può e deve riuscirci, lo chiede non solo il patron Mazzocca ma tutta la città che in questi sette mesi di campionato ha compreso, con la sua presenza costate, la serietà del progetto-Royal.”

MAZZOCCA: “ORA VOGLIAMO VINCERE I PLAY OFF” Ha sofferto, ha urlato, ha imprecato, ha sorriso. Stati d’animo differenti nei 4 giorni di Final Eight per il patron Nicola Mazzocca. Ma, alla fine, più che il rammarico per aver perso ai rigori, c’è la consapevolezza che ora si può e si deve osare in questo finale di campionato. In cui non è ancora detta l’ultima parola sulla promozione “diretta”. Se invece dovrà passare dai play off, allora il monito di Mazzocca è chiaro. Ecco le sue impressioni. “Abbiamo fatto un’ottima Final Eight perdendo solo ai rigori contro una squadra, la Thienese che si è poi aggiudicata la Coppa Italia. Un avversario fortissimo, composto da giocatrici di gran livello come Begnoni, Dall’Olmo, Battistoli, Begnoni, Cogo, ma su tutte le portoghesi Pinheiro e Queiroz e la croata Brkan. Noi ci siamo difesi bene e dopo questa gara ci conoscono ora un pò in tutta Italia, prova ne sia che si sono complimentati in tanti lì a Pesaro. Tutti gli addetti ai lavori non si aspettavano una Royal Team Lamezia così compatta e competitiva. Ciò dopo che in molti alla vigilia ci davano come la cenerentola della manifestazione, invece non è stato così. Un ringraziamento lo faccio a tutta la squadra, al mister Carnuccio, e chi lavora per la nostra società, da Tonino Scalise ad Eugenio Mercuri, passando per Rinaldo, Gianluca, Giacomo, Peppino, Rosa, Francesca e Totò. E così anche agli sponsor, al pubblico e alla città che ci seguono con affetto in questa nostra prima Serie A. Siamo una famiglia che rema compatta verso traguardi importanti. Ed infatti l’ultima cosa voglio dirla alla squadra, cosa che ho già fatto dopo la partita. La stagione non è ancora finita! Serve un sacrificio in più per ancora un altro mese. Ora puntiamo ai play off, in modo da chiudere ancora meglio questa stagione, e se ci riusciamo proveremo anche a vincerli. Ma serve l’aiuto di tutti: serve allenarsi il più possibile, serve concentrazione e determinazione. Serve tutto ciò a Rionero e col Palermo. Ma servirà anche nei play off. Uniti si può. Lo vogliamo!” Nicola Mazzocca

L’angolo della Poesia

Senza Parole

Datemi due ali, due ali grandi, infinite per attraversare l’universo.

Voglio due ali per penetrare il cuore degli uomini voglio capirne i conflitti e i tradimenti, gli imbrogli e le decisioni balorde le gioie e le malinconie, l’odio e l’amore.

Lamezia e non solo

Voglio due ali per penetrare il tramonto del sole rubare i suoi raggi dorati e distribuirli nel buio delle case. Datemi due ali per sfiorare le onde di un mare in burrasca. Voglio rubare le stelle, toccare la luna.

Voglio posarmi sulle cime più alte dei monti nevosi, e poi,giù, librarmi nell’aria.

Editore: Grafichè di A. Perri

Voglio sentire mille e mille violini suonare posarmi su prati fioriti, su nuvole bianche. Voglio fuggire la noia, l’ipocrisia, l’inganno, il perbenismo.. le scioccherie della vita.. Voglio guardarvi nel fondo degli occhi e.. sentire un palpito voglio stingervi la mano e sentire un fremito. Datemi due ali vi prego.

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La Bellezza:I consigli di Antonella

Antiossidanti e cosmesi anti-aging I recenti progressi nella comprensione del ruolo svolto dallo stress ossidativo nei meccanismi di carcinogenesi e invecchiamento cutaneo, hanno acceso i riflettori su un gruppo di sostanze, gli antiossidanti, in grado di contrastare lo stress ossidativo indotto dall’eccessiva produzione di specie reattive dell’ossigeno (ROS). I radicali liberi sono specie chimiche particolarmente instabili. A livello cutaneo i ROS (specie reattive dell’ossigeno) sono prodotti nel corso dei fisiologici processi metabolici cellulari oppure per effetto di svariati fattori ambientali (raggi UV, radiazioni ionizzanti, fumo, inquinanti ambientali, insulti meccanici e chimici di varia natuI recenti progressi nella comprensione del ruolo svolto dallo stress ossidativo nei meccanismi di carcinogenesi e invecchiamento cutaneo, hanno acceso i riflettori su un gruppo di sostanze, gli antiossidanti, in grado di contrastare lo stress ossidativo indotto dall’eccessiva produzione di specie reattive dell’ossigeno (ROS). I radicali liberi sono specie chimiche particolarmente instabili. A livello cutaneo i ROS (specie reattive dell’ossigeno) sono prodotti nel corso dei fisiologici processi metabolici cellulari oppure per effetto di svariati fattori ambientali (raggi UV, radiazioni ionizzanti, fumo, inquinanti ambientali, insulti meccanici e chimici di varia natura). I raggi UV, fra tutti i fattori ambientali, sono quelli responsabili della formazione di circa l’80% dei ROS a livello cutaneo. Fortunatamente, la cute è dotata di un efficiente sistema antiossidante endogeno (glutatione perossidasi superossido dismutasi e catalasi) che neutralizza i ROS e protegge le strutture cutanee dallo stress ossidativo. Il problema insorge quando, con il trascorrere degli anni, questi meccanismi antiossidanti diventano meno efficienti (crono-invecchiamento), oppure quando viene prodotta una eccessiva quantità di ROS, come dopo una esposizione eccessiva ai raggi UV. Quando, infatti, la produzione dei ROS supera le capacità di difesa antiossidante cutanea, si genera uno stress ossidativo. Anche l’invecchiamento cutaneo è caratterizzato da una progressiva diminuzione della capacità antiossidante cutanea (riduzione del 70% della concentrazione di vitamina E, vitamina C e GSH). L’accumulo di ROS è quindi responsabile dei danni alle cellule, in particolare sul DNA (mutazioni genetiche) e sulle strutture proteiche. L’ormai noto ruolo dei raggi UV nell’accelerazione del processo di invecchiamento cutaneo (fotoinvecchiamento) è, in gran parte, mediato proprio dai ROS generati dall’esposizione cronica ai raggi UV, i quali sono in grado di attivare le metalloproteinasi, con aumento della degradazione delle fibre collagene ed elastiche e perdita progressiva delle strutture di sostegno della cute. Il DNA danneggiato è costantemente riparato da diversi sistemi di riparazione cellulare. Quando, tuttavia, la frequenza di eventi dannosi supera la capacità di riparazione della cellula, il danno può accumularsi fino a divenire irreversibile e a portare la cellula verso l’autodistruzione. Nel caso in cui questo sistema di controllo sia soppresso, la conseguenza più grave è l’espansione clonale delle cellule fotomodificate dall’insorgenza di tumori cutanei. Ecco, dunque, il concetto di rafforzamento delle difese antiossidanti

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cutanee attraverso l’integrazione orale o, più di recente, l’applicazione sulla pelle di composti antiossidanti. Nella pratica dermatologica sono da anni disponibili numerose preparazioni topiche a base di vitamina C e suoi derivati, coenzima Q10, vitamina E, acido lipoico e glutatione. Vitamina C e vitamina E, in particolare, sono le molecole antiossidanti più utilizzate in ambito cosmeceutico, non solo in virtù della loro attività antiossidante ma soprattutto per la loro capacità di migliorare la qualità della pelle in termini di elasticità e tono. La vitamina C inoltre aiuta la sintesi di collagene ed esercita un’azione schiarente sulle macchie. L’associazione di vitamina C e vitamina E è in grado di fornire una protezione antiossidante maggiore rispetto alle stesse vitamine usate singolarmente. L’acido ferulico, potente antiossidante di origine vegetale, viene spesso aggiunto alle formulazioni come agente stabilizzante aumentando l’effetto fotoprotettivo da 4 ad 8 volte. Per poter essere efficaci gli antiossidanti devono essere in grado di penetrare nella cute, raggiungere il tessuto target e rimanere in forma attiva per il tempo necessario. Esistono diverse strategie per aumentare il grado di penetrazione cutanea di questi composti e mantenerne la stabilità il più a lungo possibile. Una delle molecole più “problematiche” da questo punto di vista è sempre stata la vitamina C che, per poter essere assorbita dalla cute, deve essere formulata ad un pH inferiore a 3.5. Molecole di origine vegetale come i carotenoidi ed i polifenoli sono un altro importante gruppo di antiossidanti, spesso inclusi nelle formulazioni topiche “anti-aging”. Tra queste i flavonoidi, sostanze estratte da foglie, cortecce e fiori, di cui si sfruttano da tempo le proprietà antitumorali, antinfiammatorie e protettive verso i raggi UV: semi di soia (ginesteina), semi d’uva (vitis vinifera) ed estratto del tè verde. I raggi UV, fra tutti i fattori ambientali, sono quelli responsabili della formazione di circa l’80% dei ROS a livello cutaneo. Fortunatamente, la cute è dotata di un efficiente sistema antiossidante endogeno (glutatione perossidasi superossido dismutasi e catalasi) che neutralizza i ROS e protegge le strutture cutanee dallo stress ossidativo. Il problema insorge quando, con il trascorrere degli anni, questi meccanismi antiossidanti diventano meno efficienti (cronoinvecchiamento), oppure quando viene prodotta una eccessiva quantità di ROS, come dopo una esposizione eccessiva ai rTra queste i flavonoidi, sostanze estratte da foglie, cortecce e fiori, di cui si sfruttano da tempo le proprietà antitumorali, antinfiammatorie e protettive verso i raggi UV: semi di soia (ginesteina), semi d’uva (vitis vinifera) ed estratto del tè verde.

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