Lameziaenonsolo cozzi luglio

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Lamezia e non solo

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Lameziaenonsolo incontra

Tommaso Cozzitorto

Tommaso Cozzitorto è nato a Salerno ed ha vissuto l’infanzia a Sapri, ha frequentato l’Università di Salerno, e si è laureato in Lettere Moderne con indirizzo filologico. Non è un lametino di nascita ma di adozione ed ha imparato ad amare la città in cui vive come noi che ci siamo nati. Ha pubblicato due libri: “Palcoscenico” ed “Along the way”, oltre ad avere scritto tante prefazioni per libri di altri autori. Ma dire solo questo di Tommaso sarebbe veramente riduttivo, egli è a Lamezia una di quelle persone il cui nome viene associato alla cultura. E’ stato gradito ospite di svariati eventi, è, come già detto, spesso invitato a recensire e presentare libri e la fa con garbo e professionalità, riuscendo ad entrare nell’intimo di chi scrive e, quindi, a capire e far capire quello che lo scritto rappresenta, aldilà di quella che potrebbe essere una mera lettura, un giudizio dato perchè richiesto. Parrebbe esitante a volte Tommaso, ma non lo è, al contario, è sicuro di sè, sa quel che vuole e segue le sue idee, non perchè testardo ma perchè convinto di quel che fa, che dice. Parrebbe sensibile Tommaso, e lo è, come tutti coloro che hanno rispetto della vita, non solo la propria, ma anche quella degli altri. E’ amato Tommaso, stimato, molto, dai suoi amici, dai suoi colleghi, dai suoi alunni, questo è certo ed è la risposta alla domanda che ci siamo fatti quando abbiamo deciso di intervistarlo: Cultura e Rispetto lo circondano, potevamo non tenerne conto? Non ha difetti Tommaso? Probabilmente li ha, ma fanno parte del suo essere e quindi gli si perdonano facilmente perchè hanno contribuito a renderlo quello che è: una bella persona. Se tu dovessi descriverti in dieci parole, mettendole in ordine di importanza, quali useresti? Sintetizzo: mi riconosco una profonda onestà intellettuale sia nella vita pubblica sia in quella privata. L’insegnante ha un ruolo importante nella vita delle nuove generazioni. Quelli delle scuole elementari e medie forse sono i più importanti, il loro approccio con l’alunno lo preparerà ad essere l’uomo

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Nella Fragale

che sarà. Anche per te è stato così? Dalle elementari all’università, c’è un insegnante che ha contribuito a farti diventare quello che sei? La mia maestra delle scuole elementari a Sapri, Rosa Cavaliere; La Prof.ssa Ivana Braganò, mia docente di lettere alle scuole superiori; il Prof. Valentino Gerratana con il quale ho preparato la tesi di Laurea; il Prof. Alfredo De Grazia con il quale ancora oggi mantengo rapporti di affetto e di stima. Tu sei un insegnante, vuoi dire a chi ci legge cosa insegni? Insegno lettere presso l’Istituto Ardito-Don Bosco. Come è il tuo rapporto con gli alunni? E quanto è difficile fare l’insegnante? Con gli alunni ho un rapporto autorevole ma anche di empatia e di “simpatia” mi piace dire. Un rapporto che molto spesso matura in intesa e affetto. Il lavoro dell’insegnante è bellissimo ma anche delicato: non si smette di essere insegnati al termine dell’orario scolastico ma con l’esempio lo sei sempre, in ogni momento della giornata. Gli alunni devono riconoscere nel loro prof. un modello anche quando lo incontrano per strada o al bar. Il nostro è un lavoro in cui l’etica è alla base di tutto. Quando finisce un triennio, come ti senti? Hai cominciato con bambini che si affacciano al futuro e quando vanno via sono già ragazzi pronti ad affrontarlo questo futuro, a scegliere quale sarà la via da seguire. Tu dai loro dei consigli sulla scuola da scegliere? Se ti accorgi che un alunno è particolarmente portato per una materia cerchi di indirizzarlo verso la scuola giusta per lui? Proprio in questi giorni la classe che ho seguito per tre anni è in procinto ad andar via: mi dispiace lasciarli, ogni volta è un magone ma è giusto che partano per il viaggio della loro vita verso esperienze nuove. Durante l’orientamento si parla molto con i ragazzi di scelta della scuola superiore; li consiglio fino ad un certo punto perchè la decisione

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finale spetta agli allievi insieme ai loro genitori. Come è nato il desiderio di scrivere e dove trovi l’ispirazione? Il desiderio di scrivere nasce da uno stato d’animo, da una riflessione o un’esperienza, da un’idea che si fissa nella mente e che diventa il nucleo dal quale partire ed espandere per farne una poesia o un racconto. L’ispirazione spesso deriva da un dato esterno che si interiorizza. Come descriveresti a una persona che non ti conosce i tuoi scritti? Onirici, surreali e un po’ disincantati Che consiglio daresti a chi vuole intraprendere la carriera come scrittore? seguire corsi, partecipare a concorsi o c'è qualcosa in più che bisogna avere, un dono innato da curare e sviluppare? Leggere, calarsi in quello che si legge, arricchirsi, trovare un proprio stile se questo non esce fuori in modo naturale. Analizzare i testi per costruirsi un proprio spirito critico, analizzare le proprie complessità interiori. Imparare le tecniche di scrittura. Il dono naturale può essere già evidente in alcuni ma si può anche costruire attraverso l’esperienza e lo studio. Alcuni scrittori scoprono la vocazione alla scrittura in età matura. Sempre restando legati al tema di cosa occorra per essere uno scrittore, secondo te la poesia, intesa come approccio poetico alla vita, ai sentimenti e alle parole, si può imparare? si può insegnare? Oppure no? La Poesia si può conoscere, studiare, meditare, capire, leggere. Non si può prescindere dai grandi poeti. Questa è la partenza. E l’amore, l’amore si può insegnare, magari attraverso le parole sapientemente amalgamate fra di loro? Se ami, inteso come amore universale, te stesso e il tuo lavoro puoi essere credibile, logicamente con tutti i limiti del caso. Spesso sei inviato a commentare, a parlare di pubblicazioni varie. Insomma, si può dire che tu sia un “critico letterario”. Come è nata questa sfaccettatura del tuo essere un “poeta delle parole”? “Poeta delle parole” mi piace molto... E’ nato per caso tanti anni fa e mi rendo conto che le cose fatte sono tantissime: il sodalizio con Ines, i convegni di Arte a Catanzaro, i Diritti dell’Uomo e tante altre cose. Ma ciò che resta è il contatto umano, gli incontri, le amicizie. Ho avuto modo di conoscere valenti intellettuali. E la Televisione che ancora oggi prosegue con nuovi progetti. Diventa un intreccio di cultura e affetto. Il primo a propormi e a convincermi a fare una conferenza è stato Costantino Fittante, subito dopo Anna Maria e Felice Iannazzo, lei allora Presidente Fidapa, quindi ho presentato tutti i libri di Ines Pugliese. Di quel periodo ricordo il felice incontro con Enzo Siciliano. Parliamo un po’ del tuo ultimo libro, che non è solo un libro ma anche una raccolta di pensieri legati alla musica: “Along the way” e “la Musica dipinge l’anima” Sei emozionato quando esce un tuo libro? Che sensazioni provi? Che domande ti poni prima

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dell’uscita? Emozione, tanti dubbi, momenti di pentimento, poi di maggior sicurezza. Domanda? Questo libro può dare un piccolo contributo di riflessione? Si può dire che nella tua nuova pubblicazione Along the way, racconti di un uomo e del suo viaggio in luoghi diversi dove i sogni e le allucinazioni diventano reali? Sì, direi di sì. Il protagonista del tuo ultimo libro si muove in città come Roma e Manhattan, si ritrova in una grotta o è un uomo, in mezzo ad una folla, in un un quadro, ma l’ambientazione la definirei simbolica ed onirica. Come ti è venuto in mente questo viaggio? Dal contrasto di due necessità: la costruzione esteriore di sè stessi e lo scrutarsi nel profondo dell’anima. L’amore è presente, un amore sofferto, “un amore assente ed essente, along the way,” così come concludi il libro, allora ne approfitto per farti una domanda: cosa c’è di tuo in questo “amore”? Forse la consapevolezza attraverso l’esperienza. Quali sono i tuoi programmi futuri? Hai già un'idea per il tuo prossimo libro? Sì, devo sistemare un lavoro... che poi porterò alla tipografia Perri! I titoli, ho sempre avuto una curiosità sui libri e sugli scritti in genere: Nasce prima il titolo o la storia o la poesia? Cioè, ti viene in mente un titolo come “Along the Way” e da lì la tua mente parte e le parole si susseguono l’una dietro l’altra, sempre legate a quel viaggio, a quella via, oppure prima scrivi la storia, che ugualmente va avanti, si svolge naturalmente , come il filo di una matassa e poi rileggendo quello che hai scritto il titolo viene da solo? Nel caso di questo ultimo libro il titolo, Along the way, è venuto prima che lo scrivessi per via di quell’idea-nucleo di cui parlavo precedentemente. Ma quali sono gli hobby di Tommaso? Chi scrive in genere ama

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leggere, tu lo fai nel tuo tempo libero? Il tempo libero non è molto a dire il vero. Lavoro molto. Sì, leggo molto, mi piace tanto passeggiare, amo il mare, incontrare gli amici.

ha trovato d’accordo su quanto ha detto durante il suo viaggio in Armenia utilizzando giustamente il termine “genocidio” in relazione a questo popolo.

Quali sono i tuoi autori preferiti? Foscolo, Carducci, Montale, Bettiza, Fallaci e tanti tanti altri.

E la politica, alcuni scrittori non sono “politicamente” impegnati mentre altri lo sono, tu di quale schiera fai parte? Ho le mie idee politiche, sono di destra, ma mantengo ottimi rapporti di amicizia o conoscenza con persone di qualunque ideologia politica. Non sono un politicamente impegnato quando scrivo. E’ anche vero che tutto è politica...

E c’è un genere letterario che preferisci? Potrebbe sembrare una domanda banale ma non sempre amare un autore vuol dire amare allo stesso modo “quel” tipo di scrittura. Biografie e autobiografie. Saggi critici e storici. La Storia è un mio grande interesse. E la musica? che ruolo ha nella tua vita? Ascolto spesso la musica, tutta, a secondo del momento. Medito di e sulla musica. In molti spettacoli culturali sono stato accompagnato dalla musica o la musica era la protagonista. Viviamo in un mondo che è oramai frenetico, il computer ed i cellulari che sono oramai, veri e propri computer in miniatura, fagocitano il tempo della gente la cui soglia di attenzione è calata notevolmente. Sembra che ben pochi abbiano tempo da dedicare alla lettura, tu che ne pensi e che consiglio daresti a chi non legge per pigiare sui tasti di un telefonino? La lettura è un momento in cui gli occhi si incontrano con l’anima. La lettura ti fa comprendere le complessità e le problematicità della società e dell’animo umano. Io non condanno assolutamente le tecnologie ma bisogna trovare il giusto equilibrio. Importante è anche rileggere a distanza di tempo la stessa opera. E’ importante leggere anche per combattere la volgarità del nostro tempo in cui abbiamo dimenticato il senso del bello e dell’armonia nelle nostre esistenze. Il tuo rapporto con le nuove tecnologie? Computer e telefonini? Ho un rapporto di distaccata cortesia... ah. E dopo domande “generiche” tentiamo di entrare nell’intimo di Tommaso: l’amore per te cosa è? Credo di non aver messo l’amore al primo posto prediligendo la vita professionale. L’amore è non voler essere in nessun altro luogo quando sei con la persona amata, è un incontro profondo capace di diventare leggerissimo, lieve. Hai una donna ideale? se sì come la descriveresti? Mariangela Melato e Condoleza Rice. Donne forti, colte e con una profinda sensibilità nel leggere la natura umana e la società circostante. E la famiglia? Riconosci questo valore che oggi purtroppo si sta perdendo? La famiglia è un punto di riferimento indiscutibile, base della società. La Religione, qual è il tuo rapporto con la religione? E cosa pensi di Papa Francesco? Sono cattolico osservante. Non sono nel novero dei tanti fans di Papa Francesco. Non mi piace il suo pensiero incompleto, il ragionamento semplicistico, la mancanza di analisi profonda degli accadimenti. Il mio Papa ideale era Ratzinger. Comunque Papa Francesco mi

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Parlando di politica non possiamo non parlare della nostra città, la città in cui viviamo: uno spaccato di Lamezia con parole tue? Lamezia è un potenziale in parte inespresso ma non guardiamo sempre e solo le cose negative... Ho molta fiducia nel Sindaco Paolo Mascaro non solo come amministratore ma perchè avverto in lui una grande anima vibrante d’amore per la città che rappresenta. Credo che Lamezia sia un Progetto su cui i cittadini, per motivi in parte anche giusti, non abbiano la giusta dose di fiducia. Dovremmo ricreare un “I have a dream”, essere un po’ i Vati di noi stessi, tutti insieme. E per concludere la fatidica domanda alla Marzullo: La domanda che non ti ho fatto e che avresti voluto ti facessi. Fatti la domanda, dacci la risposta Sono due: Pronto, Tommaso, coma va? Vorrei incontrarti tra cent’anni! No, grazie, per quell’ora sono già a letto. Clic. A chi diresti grazie in questo momento? Dico grazie ai proprietari della Tipografia Perri nelle persone di Pino ed Antonio Perri ed in particolare un grande grazie a Nella Fragale per l’ospitalità, la collaborazione ed il progetto comune che abbiamo portato avanti partendo dalla pubblicazione del libro. Credo si sia instaurato un rapporto di affetto. Un’altra intervista è arrivata al termine e, rileggendola, mi rendo conto che a volte le domande sono più lunghe delle risposte. Non mi sorprende, è così Tommaso, sa usare le parole e non le spreca. Lo avrò detto altre volte, riferendomi a scrittori, personaggi di cultura, ammiro in chi scrive, chi parla, la grande capacità di prendere parole che usiamo tutti i giorni, metterle insieme e creare un pensiero che, quando letto, ti fa esclamare: “come è vero, l’ho sempre pensato ma non avrei saputo come dirlo”. Non ama parlare di sè, di quello che ha dentro, fondamentalmente è un affascinante timido, ama parlare sì, ma d’altro, di quel che legge, di quel che lo circonda, della scuola, del suo lavoro, non di ciò che ha dentro, dei suoi sogni, quelli li affida alla penna, sua compagna e testimone. Se dovessi usare un termine per Tommaso userei “giovane”, ha uno spirito positivo, che permea la sua vita, che non vede coe un viaggio solitario ma come un viaggio che si fa “insieme”, perchè la musica è il leitmotiv della sua vita. Una frase per Tommaso? C’è, quando l’ho letta sono rimasta folgorata, mi sono detta, è lui! “Le persone sensibili sono fatte così... Hanno la pelle fatta di anima…” di Giuseppe Donadei, e non credo di dovere aggiungere altro.

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Un titolo che è quasi una intuizione, along the way, un incontro, e poi un altro, e poi un altro ancora, lungo la via dove un delirio, un pensiero, un percorso, una scommessa, diventano realtà. A volte le cose avvengono per caso o … perchè era così che doveva essere? Un libro che si sdoppia, che si fa in due, nella prima parte un racconto che è è stato scritto seguendo l’intuizione del momento, su un’agenda, in momenti ispirati, a penna, come si faceva una volta, pagine dove le parole si rincorrono, si appaiano, danzano e formano una storia, che è un incanto sospeso fra il reale e l’irreale, un viaggio fra il cielo e la terra; nella seconda parte sempre queste parole diventano poesia, si insinuano fra le note musicali, quelle che dipingono, appunto, l’anima.

ascoltato Ines Pugliese, Pasquale Allegro, Giancarlo Davoli e Paolo Mascaro in un silenzio che era sincera attenzione alle parole che venivano dette sul libro da chi lo aveva letto, narrandone poi le sensazioni provate con pathos, riuscendo così a catturare l’attenzione di tutti e, sicuramente, a suscitare in ognuno il desiderio di leggerlo. Ines, che ben conosce Tommaso, ne ha fatto una attenta disamina, lo ha rivoltato quel libro, mettendo alla luce il disegno che era nella mente dello scrittore e condividendolo con noi. Pasquale, che ne ha curato l’editing, Presentazione del libro di ha sottolineato quanto di Tommaso Tommaso Cozzitorto nell’insolita c’è nel libro. Come da quelle pagine emerga l’anima dell’uomo, il suo cornice della Tipografia Grafiché conflitto interiore. di Antonio Perri Che dire poi della lettura, di alcuni brani, fatta da Giancarlo Davoli? La E quando Tommaso decide di voce calda e modulata ha rapito tutti. stampare il libro dà il via ad un’avventura che è quasi come il suo Giancarlo che, nella sua sensibilità, si è calato nella scelta fatta, libro, un viaggio fra l’onirico e la realtà, anzi un viaggio onirico diventando lo scrittore ed il tipografo nel contempo, continuando che si materializza in copertina, fogli, colori. così quella sorta di dualismo che permea tutto il libro. Per leggere, infatti, ha indossato manicotti e visierina tipici dei primi tipografi, tipografia perri - giovedi 21aprile 2016 - stralci di una quegli artigiani intorno ai quali si riunivano tutti gli scrittori. conversazione Ha concluso il Sindaco Paolo Mascaro, che ha avuto parole “Quello che so per certo è che Ines e Pasquale dovranno di elogio per Tommaso, che riesce ad essere notevole centro parlarne, mi piacerebbe presentarlo in una cornice differente da di attrazione per eventi culturali, ma anche per i presenti, quelle solite ma non mi viene in mente nulla” evidenziando l’importanza della presenza di tutte quelle persone, “Sai ho sempre pensato che la tipografia, una volta “salotto di quella piccola folla accorsa, non per un incontro ludico ma per intellettuale”, sia oggi sottovalutata! Ti piacerebbe presentarlo un incontro culturale. Dimostrazione che il sapere è, per Lamezia, qua? Fra macchine vecchie che conserviamo per amore, fra importante e, si sa, che la civiltà di un paese si basa molto sulla odore di inchiostro e di carta appena stampata, qua, dove le idee sua erudizione. che nascono nella tua mente vengono poi alla luce, diventano Sempre Giancarlo ha poi letto uno scritto di Luisa Stella sul libro pagine da sfogliare, orecchiette da fare, sogno da leggere ad ed ancora fra i presenti hanno preso la parola Caterina Vigliaturo, occhi aperti”. Maria Rita Di Cello, la giovanissima Maria Elena Varlaro e E’ bastato poco per intendersi, l’inarcarsi di un sopracciglio di Luciana Parlati. Tommaso ed il curvarsi delle sue labbra in un sorriso, l’annuire di Era scritto che l’epilogo dovesse essere quello che è stato, Ines, ed è stato un sì. magnifico, entusiasmante, semplicemente bello, di quelli che ti lasciano il calore dentro che si è concluso con un raffinato E’ nata così questa inconsueta presentazione che ha richiamato aperitivo. tanta gente, veramente tanta, amici, colleghi, alunni, che hanno Alle foto raccontare quello che non si è detto!

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La Musica dipinge l’anima.

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Fidapa - Sezione di Lamezia Terme

Dalla parte delle donne rifugiate, verso l’empowerment LA FIDAPA di Lamezia Terme, in collaborazione con L’Aspic di Catanzaro, per affrontare il Tema Internazionale” Making a difference trought leadership and action” “ fare la differenza attraverso la leadership e l’azione”, ha rivolto l’attenzione a un problema sociopolitico di portata internazionale, attuale e delicatissimo: quelle delle donne rifugiate che soffrono perché sono costrette a vivere in terra straniera, e perché, in quanto donne, spesso subiscono soprusi, abusi e violenza. La conferenza si è svolta sabato 25 Giugno 2016 alle ore 18.00 presso il Circolo di Riunione, in via Lissania,20, di Lamezia Terme, con la partecipazione numerosa delle socie di entrambe le associazioni. Erano presenti a sostegno della manifestazione autorità della Fidapa: l’avv. Maria Candida Elia, presidente nazionale della Fondazione Fidapa, la pastpresidente del Distretto Sud ovest avv. Angiola Infantino, la presidente di Catanzaro dott.ssa Marcella Russo, la presidente di Curinga-Acconia, Adalgisa Parisi, il presidente del Circolo di Riunione prof. Felice Iannazzo. Da parte delll’Aspic è pervenuto il Patrocinio dell’Università del Counselling UPASPIC di Roma, presidente dott.ssa Claudia Montanari, in considerazione dell’alto valore etico-sociale del tema e del valore scientifico delle soluzioni proposte. Come è noto la Fidapa, come movimento d’ opinione, non può limitarsi a porre all’attenzione pubblica problemi, a volte complessi e difficili, come questo, senza cercarne la soluzione, deve invece avvalersi di relatori che per competenza ed esperienza siano in grado di additare vie d’uscita e proposte risolutive. A introdurre il tema internazionale, di pertinenza delle pastpresidenti di sezione e del distretto, è stata la prof.ssa Luciana Parlati, la quale ha inquadrato storicamente il fenomeno sociale delle rifugiate, ha analizzato la situazione di disagio e infine prospettato la possibilità di uscire da esso attraverso il

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processo di “ empowerment”. L’esame della realtà concreta delle rifugiate è stata opera della dott.ssa Serena Peronace, psicologa, psicoterapeuta, formatasi in Etnopsichiatria a Parigi. Ella lavora presso la cooperativa sociale “Il Delta” di Miglierina, e si prende cura concretamente di queste donne, sollevandole dal disagio e dalla sofferenza, utilizzando anche le tecniche dell’EMDR, specifiche per i traumi. A lei è affidato anche il coordinamento di altri centri, per cui è responsabile della ripresa e del benessere di un centinaio di donne. La prof. Angela De Sensi Frontera, presidente in carica, lei stessa esperta di Psicologia di Comunità, formatasi presso l’Aspic di Roma, ha trattato il concetto di “Empowerment”, indicando i sottoprocessi che questo implica e come si possano attivare e generare benessere: l’attrbuzione causale con la collocazione interna della causalità, l’autovalutazione e il senso dell’autoefficacia, la speranzosità come prefigurazione del futuro. In virtù di questo processo, ( dall’inglese to empower”- mettere in grado di ) e’ possibile per queste donne, superato il momento critico, riprendere la loro vita in mano, attivare le proprie risorse e divenire risorsa per sé e per gli altri nel paese che le accoglie. IL pensiero conclusivo è stato di competenza dell ’avv. Angiola Infantino, la quale, con una sintesi lucida ed esauriente, ha ripreso i punti salienti trattati, e ha chiuso con parole di speranza e di fede nell’uomo, citando S. Paolo nella lettera ai Galati, “ Non c’è giudeo né greco, non c’è schiavo né libero, non c’è maschio né femmina, perché tutti voi siete UNO”. Il principio dell’uguaglianza contenuto nell’art. 3 della nostra Costituzione certamente ha trovato il fondamento nelle parole di S. Paolo. Con questa manifestazione si è concluso l’anno sociale 2015/2016. Per lo scambio degli auguri di “buone vacanze” presidente, ospiti, comitato e socie hanno concluso la serata con una apericena presso i Giardini del Novecento. A,D

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PREMIO ROTARY CLUB LAMEZIA TERME “VALTER GRECO” - II EDIZIONE

Il controverso Processo a Gesù Luci ed Ombre Conferenza del Rotary Club Lamezia Terme tenuta dal Socio Fondatore Avv. Francesco Sirianni e dal Socio Onorario Don Guido Mazzotta Straordinaria occasione per il Rotary Club Lamezia Terme quella di rincontrare uno dei soci fondatori del Club, l’Avv. Francesco Sirianni, che assieme al socio onorario Don Guido Mazzotta (Preside della Facoltà di Filosofia della Pontificia Università Urbaniana da sei mandati e Professore Ordinario di metafisica e di teologia filosofica) ha conversato su “Il Controverso Processo a Gesù, Luci e Ombre”. L’incontro - avvenuto alla presenza di un pubblico numeroso e qualificato - ha tratto spunto da un opuscolo scritto dallo stesso Sirianni, una ricostruzione particolareggiata del processo a Gesù, che induce ad una riflessione profonda sulle sue modalità e sui suoi perché, corredato da una lunga e ricercata bibliografia, che attinge ad innumerevoli fonti, non solo evangeliche. Il Presidente del Rotary Club Lamezia Terme - Raffaella Gigliotti - nella sua introduzione ha affermato “Ed è un dono speciale quello ricevuto per questa occasione dall’Avv. Sirianni e da Don Guido Mazzotta; è il dono del loro tempo prezioso, ma, soprattutto, il dono dell’esempio di chi ha fede e sa come insegnare ad averne. Esempi che il nostro Club ha avuto ed ha ancora il privilegio di avere, come guide sicure, lungo il cammino di crescita di tante generazioni di rotariani; esempi di vita vissuta nella pienezza di un grande impegno, professionale e sociale; esempi ed espressione di un’etica morale autenticamente sentita e praticata, tanto nel lavoro quanto tra le gente; esempi, di semplicità, di umiltà, di grandezza. Il declino e l’assenza di valori stanno congelando l’umanità. La vita che viviamo, il frastuono che ci circonda, i contrasti tra uomini di ogni cultura o politica, la sfrenata quanto ingiustificata ambizione di molti, inaridiscono le relazioni interpersonali. Quindi oggi, più che mai, il nostro Club, il nostro Rotary, ha il dovere di riprendere a parlare di valori e di principi, quelli per i quali nacque e quelli che l’hanno portato ad affermarsi.” L’Avv. Francesco Sirianni - nel suo intervento ha detto “Ho ritenuto di scrivere questo opuscolo, allo scopo soltanto di chiarirmi le idee e dare una risposta ai tanti interrogativi che mi sono posto, ripercorrendo quella vicenda che appartiene al Figlio dell’Uomo. Nondimeno ho potuto effettuare qualche personale puntualizzazione di carattere storico e tecnico giudiziario, considerato che anche gli Avvocati si sono cimentati in questa affascinante impresa, perché quel Crocifisso io l’ho incontrato per circa 50 anni nelle aule giudiziarie in occasione della mia attività professionale, laddove il crocifisso sta appeso - per l’appunto -

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come ammonimento solenne a non commettere errori giudiziari. Sono arrivato a scrivere questo opuscolo dopo avere maturato, magari anche inconsapevolmente, lo svolgimento della tragica vicenda umana di Gesù, sin da quando ascoltavo i predicatori quaresimali che dal pergamo della Chiesa Matrice di Sambiase commentavano ed illustravano la Passione di Cristo (venivano dette ‘le tre ore di agonia’). Venni così a contatto con i quattro Evangeli, la cui lettura mi consentì di constatarne la bellezza, allontanandone le varie teorie perché consapevole che Cristo era - ed è - sempre vivo, in mezzo a noi. Le critiche sono un labirinto da cui non si esce; ma erano spinte a riflettere, perché Gesù è nella pienezza dei tempi. Ma si sa, dice Croce: Il Mondo è diversità ed è contrasto, è crescere sopra se stesso, è il poema divino della vita”. Don Guido Mazzotta - nelle premesse del suo intervento ha detto “Mi sono chiesto come presentare questo Processo e la soluzione m’è venuta inopinatamente dal testo stesso dell’Avv. Sirianni, da una chiosa sorprendente alla risposta di Gesù a Pilato sulla verità: Pilato non conosceva la greca aletheia e dunque nemmeno il suo significato etimologico. L’alfa privativo rovescia e sovverte il mito greco che obbliga le anime umane a dimenticare la storia, a purificarsi nelle acque del fiume Lethe obliando le vive passioni umane. Cosa sottrae questo opuscolo all’oscurità dell’oblio, cosa svela dell’Autore, quale segreto custodisce? Bisogna acconciarsi a un’operazione ermeneutica sottilissima e delicata, affinare l’occhio (e, prima ancora, sintonizzare il cuore) e cogliere un dettaglio, in indizio, un frammento: il Tutto è sempre nel frammento.” Don Guido Mazzotta ha offerto una approfondita lettura dell’opuscolo dell’Avv. Sirianni ripercorrendo i punti fermi della vita dell’autore: la sua famiglia, la sua attività professionale, il suo forte interesse per i mutamenti collettivi, la sua ricerca religiosa. E ha attirato l’attenzione su l’esergo che sta in capo all’opuscolo, che - ha detto - “…non sembra avere nessun nesso con le pagine che seguono - Luca 5, [11] Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono. Il testo si riferisce a un evento capitale e originario della storia evangelica, quando Gesù passa sulla via del mare e chiama i discepoli e manifesta la risposta radicale, la decisione, il taglio che i discepoli compiono;… il fascino che il Protagonista esercitò sui primi discepoli, e su gli innumerevoli altri discepoli.” “L’opuscolo - ha affermato Don Guido Mazzotta - svela e narra questo fascino, mai esibito e sempre pudicamente custodito, com’è nella psicologia discreta e riservata dell’Avv. Francesco Sirianni”.

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Soroptimist - Sezione di Lamezia Terme SUCCESSO AL “SALONE INTERNAZIONALE DEL LIBRO” DI TORINO PER GLI OPUSCOLI

“SALUTE AL FEMMINILE” e “PERCORSO ROSA BIANCA” REALIZZATI DAL SOROPTIMIST CLUB DI LAMEZIA TERME Lamezia Terme, 11 giugno 2016 – Hanno riscosso un grande successo i due opuscoli “Salute al femminile” e “Percorso Rosa Bianca” realizzati dal Soroptimist club di Lamezia Terme e presentati al “Salone internazionale del libro” di Torino. Due pubblicazioni che il club cittadino ha realizzato nel corso degli anni, nell’ambito di importanti progetti volti alla tutela e a favore della donna. Le due pubblicazioni, che hanno avuto una diffusione su tutto il territorio comunale, sono state presentate nell’importante vetrina nazionale, nello stand della Regione Calabria, su invito del presidente del Sistema bibliotecario lametino Giacinto Gaetano, alla presenza della presidente del club cittadino Giuseppina Mazzotta, della presidente nazionale Leila Picco, Prof.ssa di Storia Economica all’Università di Torino, le socie la dott.ssa Sabrina Curcio, dirigente psicologo dell’Asp che ha presento l’opuscolo “Salute al femminile” e la dott. ssa Lucia Greco, medico legale dell’Asp, che ha presentato il libretto “Percorso Rosa Bianca”. Presenti anche la past president nazionale Anna Maria Isastia e la past president cittadina Stefania Mancuso. La presidente nazionale Leila Picco ha parlato della valenza del Soroptimist, complimentandosi con il club lametino per il lavoro fatto e per la presenza al Salone del libro. Il Soroptimist International è un’organizzazione internazionale di donne che conta attualmente circa 90.000 socie in tutto il mondo. In Italia il Soroptimist è presente con 147 Club, in Calabria i club sono 6: Catanzaro, Cosenza, Soverato, Palmi, Reggio Calabria e Lamezia Terme, che proprio quest’anno celebra il decennale di club. “In questi dieci anni abbiamo lavorato tanto – ha affermato Giuseppina Mazzotta – portando avanti tutti i progetti definiti ogni anno dall’Unione italiana, abbiamo lavorato per far crescere l’immagine del Soroptimist attraverso atti concreti e risultati reali mettendo in campo le nostre professionalità e competenze. Ci siamo occupate di tematiche importanti e diverse: di diritti umani, di lotta contro la violenza sulle donne, di cibo e sprechi alimentari, di formazione, di arte e bellezza, di cultura, cercando sempre, e senza alcuna difficoltà a dire il vero, il coinvolgimento delle Istituzioni presenti sul territorio. Con il lavoro fatto abbiamo dato un segnale forte sul territorio della nostra presenza e della nostra volontà di promuovere e realizzare iniziative che ben possono contribuire alla crescita della società. E la realizzazione di questi due opuscoli, è il frutto del lavoro portato avanti dal nostro club”. “Il Soroptimist svolge un impegno costante, continuo e concreto a

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favore delle donne – ha proseguito Mazzotta – con il nostro impegno abbiamo messo a punto progetti per sostenere la formazione scolastica di bambine di paesi disagiati, promuoviamo l’avanzamento della condizione della donna sostenendo le giovani ragazze nel delicato momento in cui devono decidere il proprio percorso universitario, supportando le giovani ragazze nell’altro delicato momento che è quello del post universitario, promuoviamo la leadership al femminile, il microcrocredito al femminile, la medicina di genere, la toponomastica al femminile”. Tra le iniziative, il corso Bocconi che ogni anno viene bandito dal Soroptimist d’Italia per permettere la frequenza a giovani laureate ad un master sulla leadership, la Borsa di Studio che il Soroptimist bandisce sempre per giovani laureate per la pubblicazione di lavori sul tema della leadership al femminile e il soffitto di cristallo, l’importante accordo che la nostra Presidente ha stipulato con l’Unioncamere per permettere la frequenza ai corsi previsti dalle Camere di Commercio locali a giovani ragazze da noi segnalate e ancora le borse di studio previste per le vincitrici del Concorso Giovani Talenti per la Musica che viene bandito ogni due anni dal Soroptimist”. “Un altro importante impegno, sul versante dei diritti delle donne – ha aggiunto Mazzotta – è quello con cui il Soroptimist mette a punto iniziative e progetti finalizzati a combattere la violenza sulle donne. Pensiamo alle manifestazioni organizzate in tutta Italia in occasione del 25 novembre, pensiamo alla diffusione del “Codice rosa” oramai legge nazionale che prevede l’istituzione di un percorso riservato alle donne vittime di violenza all’interno dei Pronto soccorsi dei presidi ospedalieri italiani, alle campagne di diffusione della cultura della non violenza all’interno delle scuole, al recente progetto voluto dalla nostra attuale Presidente della creazione di “Una Stanza tutta per sé” all’interno delle caserme dei carabinieri per accogliere le donne nel momento della prima denuncia di violenza. O ancora l’iniziativa di sensibilizzazione “Posto Occupato” che il Soroptimist International d’Italia sta portando avanti da qualche anno: si tratta di un gesto concreto dedicato a tutte le donne vittime di violenza. E’ il posto che riserviamo in ogni nostra iniziativa a quella donna che poteva essere qui con noi ma non è così perché un uomo, marito, amante, compagno, sconosciuto ha deciso di porre fine alla sua vita. a loro vogliamo riservare un posto tra noi”.

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Il fiume della vita Il riflesso di nubi e stelle sull’acqua che scorre, Tra le acque dei fiumi tantissime vite di poeti, descritto da Manuel Bandeira in questa poesia, Il Fiume artisti, musicisti hanno trovato ristoro e pace, è metafora di un perenne divenire: divenire perché meditare tra le sponde rappresenta della vita, del tempo, delle gioie e dei dolori, Essere come il fiume che scorre per gli animi più sensibili, un modo per che accompagna l’esistenza in ogni modo e silenzioso nella notte. ritrovare quella parte di sé lontana e forse in ogni forma. Il moto inarrestabile del fiume Senza temere le tenebre. perduta. Tra tante citazioni, riprendo la parte si presenta a chi, come Titti, protagonista Se ci sono stelle nel cielo, rifletterle. finale di “Fiumi” di Ungaretti il quale, dopo principale del romanzo, si siede sulla sponda E se i cieli si riempiono di nuvole, aver ripensato a tutti i corsi d’acqua che ha e attende, attende quel silenzio che porta alla come il fiume, le nuvole sono acqua, conosciuto e che rappresentano il simbolo delle riflessione, conduce ai ricordi, fa pensare e riflettere anche loro senza timore diverse tappe della sua vita, così conclude: prendere decisioni o semplicemente invita nelle tranquille profondità. […] all’oblio. In questo contesto risuonano (Manuel Bandeira) Questa è la mia nostalgia familiari le parole del filosofo greco Eraclito Che in ognuno di Efeso “panta rei os potamòs” (tutto scorre Mi traspare come un fiume). Non a caso Titti, seduta sulla Ora ch’è notte sponda, vede scorrere nella sua memoria volti familiari, ne risente Che la mia vita mi pare la voce, rivive con loro i momenti più significativi, riesce ad essere Una corolla obiettiva sull’esistenza umana e sulla sua incessante e determinata Di tenebre. volontà di non arrendersi. Eppure, per quanto affascinanti siano tutte le citazioni letterarie Così come si presenta con chiarezza a tutti noi il cambiamento che riportano il tema del fiume, a volte come recupero del passato, che segue ogni evoluzione terrena, il vuoto generato da ogni a volte come rapporto di armonia ed equilibrio con il creato, la mancanza, la gioia che segue gesti inaspettati e sinceri, così mia attenzione non può non soffermarsi su una specifica citazione la vita o la sembianza di essa, si mostra indomita nell’afferrare di Bertolt Brecht, il quale, del fiume, non ha visto l’acqua limpida l’animo umano e come un fiume lo trasporta in una realtà che e chiara e né quella in tormento. “Tutti a dire della rabbia forse ignoriamo fino in fondo ma che chiede di essere compresa del fiume in piena e nessuno della violenza degli argini che e vissuta. lo costringono”. Sono appunto quegli argini che mi colpiscono e Si intrecciano, tra le pagine del romanzo, le vite dei protagonisti che causano la rabbia dell’acqua, limitano la libertà che è propria legati da indissolubili affinità che, nella loro trama, si scoprono degli elementi puri e incontaminati che costretti poi si ribellano forti e fragili nello stesso tempo. per riprendersi il proprio spazio. Gli argini sono quindi metafora Scopriamo Mario, Giovannella, Rosetta, Gigi, i nonni e un uomo di quella limitazione che a volte tocca anche i pensieri e le azioni, di cui non si precisa il nome, al cui volto possiamo associare sono le regole insensate e imposte, le parole dette senza pensare, le quello di qualcuno che ha fatto o fa parte della nostra vita, in modo porte chiuse, il bene a senso unico, l’assenza di gratitudine. marginale o meno, che per diverse sue personali ragioni, si è servito Ritornando al romanzo, Titti ha trovato nella sua vita questi della nostra sensibilità per rafforzare la propria fragilità e sentirsi argini, ha straripato senza distruggere, e con maturità ha portato importante. Quell’uomo accompagna Titti lungo tutta la sua l’acqua del suo fiume verso una consapevolezza ferma e decisa, riflessione, quasi a significare che alcune presenze non smettono riprendendo il suo spazio con determinazione. mai di restare con noi e, nel bene o nel male, ci accompagnano fino Infatti solo quando avrà trovato il modo di curare le ferite, e il al raggiungimento di una consapevolezza che va oltre le trappole e coraggio di non temere gli eventi, ritroverà quella pace con sé i finti sentimenti, da cui spesso è difficile liberarsene. stessa e riuscirà a specchiarsi nell’acqua limpida di quel fiume che È sul terreno fertile delle sponde del fiume a contatto con il resto altro non è che lo scorrere a volte tranquillo, a volte tumultuoso della natura, che i pensieri di Titti nascono e tentano di far pace della vita stessa. con il mondo, ripercorrendo la storia della sua vita.

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Nik Spatari:

INFINITO CREATIVO DELL’ARTE ALL’INFINITO SOGNO DEL MUSABA DALL’

E’ una mattina calda e luminosa e il mio sguardo percorre, irretito, gli aspri e affascinanti paesaggi della Locride che si aprono tra le valli del Torbido a inseguire e cogliere le prime tracce visive del cammino creativo dell’artista Nik Spatari in questo che è il suo territorio, per poi giungere, fissando e analizzando ogni dettaglio, in quello che è il suo “Tempio artistico”, il MuSaBa ( Museo Santa Barbara) a sud est di Mammola. L’arrivo nel suo eremo è introdotto dagli enormi piloni cilindrici del viadotto stradale che corre in parte sopra il letto del torrente. Essi, prima dei miei occhi, hanno violentato un angolo incontaminato di natura, anche se, gradualmente, distese di colori e vivide tessiture figurali, realizzate da Nik e da giovani artisti in residenza, si stanno sovrapponendo al grigio spento del cemento, smorzandone brutture e forme assurdamente invadenti. Così ha inizio la mia esplorazione in cui gli occhi, appendici estremamente sensibili, sono canali privilegiati per giungere all’essenza linguistica delle creazioni di Nik. Mi introduco in una dimensione paesaggistica naturale in cui dominano l’arte e la bellezza e in cui si snoda il racconto dell’incredibile sogno cui hanno dato forma e concretezza d’esistenza Nik Spatari e la sua indomita compagna, l’olandese Hiske Maas che ne sostiene i passi, anche quelli più arrischianti, e ne motiva il libero fare creativo. La Foresteria si offre alla visione nella forza cromatica dell’arte musiva che ne riveste, con coinvolgenti racconti per immagini, le pareti:opera in progress, come tutto il resto del Parco Museo Laboratorio che si estende per sette ettari( è il più grande museo a cielo aperto d’Italia). Sui muri dell’originale struttura architettonica in cui predominano le forme triangolari, scorrono e si intersecano storie, sospese nell’abbacinante lucore delle tessere policrome di ceramica. Inseguo la rilettura dello “Stendardo di Ur”, scene di pace e di guerra, accese di colori che, nell’interpretazione di Spatari, insieme ad altri frammenti narrativi attinti nella Bibbia così come nella storia e nel mito, esaltano il paesaggio, la luce e l’essenza culturale mediterranea a lui tanto cara ( “Io- spiega

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Nik- ho viaggiato attraverso i continenti,ma ho un legame profondo con il Mediterraneo. Appartengo al Mediterraneo fortemente”). Dopo la Foresteria, mi abbandono,in una continua sinestesia visiva, alla scoperta delle opere site-specific disseminate nel Parco ( Realizzate da Nik e da altri artisti internazionali), per incamminarmi di seguito lungo la strada pietrosa che si inerpica sui fianchi scoscesi dell’antico acrocoro. Tra un tripudio di fichi d’india, giungo davanti all’emblema stesso del Parco, l’opera “Concetto universale”:una geometria colorata di pilastri piastrellati e rastremati verso l’alto che, simbolicamente, si innervano e si slanciano a punta verso il cielo. Tra il celeste degli ulivi,sospinta da una carezzevole brezza, mi avvio sul sentiero che conduce verso la chiesa di Santa Barbara:un antico complesso monastico medievale sottratto alla rovina e all’abbandono e di cui Nik ha ricostruito, pietra dopo pietra, e riportato a nuova vita la cappella. Hiske mi accoglie con la sua gioiosa vitalità. Entro insieme a lei nella luce abbagliante di vetrate policrome e mi sovrasta di colpo, imponente, l’opera più celebrata di Nik e nota come “La Cappella Sistina di Spatari”. Alzo lo sguardo dalla parete dell’abside verso il “cielo” della volta, più e più volte a scoprire il maestoso racconto pittorico “Il sogno di Giacobbe” in cui Nik è Giacobbe e Giacobbe è Nik nella dilatazione ammaliante della narrazione. “Giacobbe è simile a me.scrive Nik- Per sognare,vagare negli spazi dell’imprevedibile,alla ricerca del sé e del mondo che ci circonda;l’amore,la lotta,il, do mani,l’infinito,l’immaginario”. Un sogno, quello di Giacobbe, lungo 240 metri, dedicato a Campanella e a Michelangelo, in cui egli sperimenta una tecnica innovativa: le figure vengono dipinte su tavole di multistrato , ritagliate per essere poi applicate sullo sfondo: altrettante sagome lievi e volanti, bassorilievi aerei che comunicano armonia formale e sottili vibrazioni emozionali che dagli occhi arrivano alle profondità dell’anima. Dopo l’intensa esperienza visiva dell’ex chiesa di santa Barbara, mi dirigo verso l’altra ala annessa al museo, “ La Rosa dei venti”:

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struttura architettonica ancora incompleta, in cui si articola un ulteriore percorso museale che ricapitola la storia artistica di Nik. In essa si dispiegano i diversi periodi evolutivi del suo linguaggio che dal passato conducono all’oggi, alla vita vissuta e al suo felice intreccio con l’arte, alla sua esistenza quotidiana che si completa negli spazi abitativi al piano di sopra. E mentre salgo le scale per salutare Nik, il pensiero si sperde già a rivivere il percorso conoscitivo esperito, a rivedere le sue opere, a ripensare l’avventura utopica di questo straordinario uomo e artista, in un territorio spesso ostile che frappone ostacoli ai progetti culturali come quello del MuSaBa piuttosto che offrire forme di sostegno realizzativo. Nik è tra quegli artisti che, sfuggiti agli imperialismi dell’attuale sistema globalizzato, ha continuato a coltivare la propria ricerca linguistica nell’alveo culturale d’appartenenza, vissuto come luogo identitario, come contesto concettuale ed operativo in cui prende corpo l’opera, ma mai come limite, mai come chiusura

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asfittica nei confini del localismo. D’altronde, egli ha lasciato in età giovanile le geografie periferiche del suo paese spinto da impellenti bisogni conoscitivi, dal desiderio di aprirsi ad orizzonti culturali e artistici più ampi e stimolanti e, dopo aver attraversato il mondo e l’Europa e aver vissuto, da artista affermato, prima a Parigi e poi a Losanna , è ritornato nell’amata Calabria, per immergersi nell’infinito sogno del MuSaBa. Qui, tra memoria e innovazione, tra modelli linguistici del passato e assoluta libertà espressiva, si è sviluppato il suo percorso artistico. La sua ricerca affonda nelle densità figurali del passato,nella mitologia, nelle estensioni storiche dell’arte, di cui evoca modelli culturali e motivi linguistici che coniuga in una originale sintassi creativa. La sua sensibilità, pienamente contemporanea, senza confini linguistici, è in grado di esprimersi in modi e forme che sollecitano lo sguardo a percorsi interpretativi più profondi che non si esauriscano nel “qui ed ora”, né sono riducibili ad un unico viaggio di visione,per quanto intenso.

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F.I.G.C.

Settore Giovanile e scolatico

Un selezionato gruppo di ex giocatori si è dedicato a tempo pieno ai vari settori in cui è stato suddiviso il gruppo di oltre 100 ragazzi l’anno che sono passati dal nostro club. Quello juventino, importantissimo, veniva sfoltito e integrato ogni anno con accurata selezione ed oculatezza. Da questi ranghi sono usciti, in numero notevole, giocatori che hanno raggiunto fama e valore, fino a giocare nei professionisti. Un selezionato gruppo di ex giocatori si è dedicato a tempo pieno ai vari settori in cui è stato suddiviso il gruppo di oltre 100 ragazzi l'anno che sono passati dal nostro club. Quello juventino, importantissimo, veniva sfoltito e integrato ogni anno con accurata selezione ed oculatezza. Da questi ranghi sono usciti, in numero notevole, giocatori che hanno raggiunto fama e valore, fino a giocare nei professionisti

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Primo MemorialAldo Caserta Il 12 Giugno 2016, allo Stadio Guido D’Ippolito di Lamezia Terme, si è disputato il primo memorial Aldo Caserta, dedicato all’indimenticato tecnico lametino ed organizzato dai ragazzi della Polisportiva Aldo Caserta che hanno voluto dare continuità ai loro incontri. Questa volta, al termine del campionato Lusingadores, dove sono stati premiati come Squadra rivelazione, si sono cimentati nell’organizzazione di un fantastico torneo, che ha visto impegnate 5 squadre delle categorie piccoli amici, ASD Numistra, ASD Calcio Lamezia, ASD Accademia Lamezia , ASD Napitia, ed ASD

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biancoverdi Lamezia. Al termine degli incontri dei giovani ed instancabili campioncini si sono poi affrontate in un amichevole, la selezione Polisportiva Aldo Caserta (classe 1975/78) e la selezione dei Vigili del Fuoco, composta colleghi ed amici del grande Mister. Al termine di una partita corretta ed equilibrata ha avuto la meglio, per 2 reti ad 1, la Selezione della Polisportiva Aldo Caserta. Importante è stata la cornice di pubblico che ha partecipato con passione alla bellissima giornata di Sport

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Il teatro comincia con te

Le Nuvole Capusutta Venerdì 17 giugno ore 21 al teatro comunale Costabile, il movimento Capusutta è in scena con le Nuvole di Aristofane. Nella conferenza stampa al Parco Impastato. Gianni Vastarella e Guide Christian Giroso di Punta Corsara, illustrano il progetto e lo spettacolo. Punta Corsara è la compagnia teatrale napoletana, nata anch›essa dallo stesso esperimento con cui nasce Capusutta, dal lavoro del Teatro delle Albe con la direzione artistica di Marco Martinelli. Il Teatro delle Albe / Ravenna Teatro si è aggiudicato il Bando MigrArti del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e ha dato vita negli anni scorsi a quattro movimenti analoghi a Capusutta. La tappa lametina verrà raccontata, assieme alle altre di Ravenna, Roma e Milano da Cristiano Sormani Valli che scriverà ‘4 racconti migranti per quattro luoghi della non-scuola’ Un lavoro, questo di Lamezia, possibile grazie alla collaborazione di associazioni e comunità, di cooperative e in particolare all›associazione La Strada, di cui fa parte Cecè, più volte ringraziato da Gianni, per il suo concreto aiuto. Alla conferenza stampa il sindaco parla di teatro medicina. Un teatro portato, anzi portati al teatro sono i ragazzi Rom, i ragazzini e giovani, dai cinque fino a 25 anni, che non vivono nel campo, fra lo scolo e i fiumi tossici di roghi accesi con frequenza, e di cui si auspica la chiusura, bensì nelle palazzine. Un teatro medicina. Medicina che possa far diventare attiva una popolazione, che possa guarire l›isolamento e favorisca la cittadinanza, l›appartenenza, il senso del luogo, del rispetto. Medicina che trasforma chi l›assume da fruitore passivo a soggetto carico di entusiasmo che scintilli così come scintillano i talenti, quelle monete date in dono da Gesù nel vangelo per farli fruttare. Medicina che porti la conoscenza del teatro come salvezza, salute, che allontani ciascuno dalle dipendenze siano esse alcoliche che mentali. Un teatro di grande partecipazione corporea questo di Capusutta, di Punta Corsara, e si nota nella inconsueta conferenza stampa in cui Gianni di Punta Corsara, racconta con gli occhi brillanti, di quanto loro fossero come i ragazzi di Capusutta, e del perché poi siano diventati una compagnia teatrale, molto premiata e seguita. «Punta Corsara è tra i vincitori del Premio della Critica 2014, è Premio IN-BOX 2013 per Il Convegno, Premio Ubu Nuovo Attore Under 30 2012, Premio Ubu Speciale e Premio Hystrio Altre Muse 2010, premio I Teatri del Sacro 2015 per lo spettacolo Io mia moglie e il miracolo» e a Luglio 2016 Lui e Christian non hanno accennato ai premi ma a me fa piacere riportare e diffondere la grandezza delle persone che con umiltà aiutano gli altri a diventare grandi, diventano grandi e continuano a sentirsi piccoli. Evviva. Anche Capusutta sarà una grande realtà, Dalle Donne in Parlamento agli Uccelli e ora Le Nuvole, la trilogia di Aristofane sarà augurale ad un teatro urlato, gesticolato, che corre, corre dalla scena alla platea e poi di nuovo alla scena, coinvolgendo lo spettatore che, all›uscita, come ci ha raccontato Cristiano, possano dire» Però, che talento!» 4 storie per 4 luoghi della non scuola, Eresia della felicità, il libro a cura di Cristiano Sormani Valli che uscirà ad ottobre e conterrà l›esperienza di Capusutta, insieme alle altre elettricità del momento, le fotografie, e... il teatro comincia con te: Capusutta. Ed ecco, Capusutta ovvero Aristofane fra noi Ho visto Aristofane sorridere nel vedere Socrate, femmineo, inneggiare al ballo, al divertimento,

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nella confusione delle nuvole che mistificano ogni cosa. Nella risata della corsa, della vitalità del gesto, del gioco, Riminio? è questo il verbo che una roulette vivente con coda di cavallo chiede ai partecipanti ad una tombola. Estraiamo i numeri. Vinciamo. Ed invece alla fine del giro «Anche stavolta non ha vinto nessuno» dice lei. «Riminia! Riminia! Urlano gli attori in coro. Girala! Girala! La traduzione dal lametino. Chiara rotea la testa, è lei il gioco del Lotto. Lei estrae i numeri sulla ruota di Lamezia Terme. Gli attori ascoltano e controllano i numeri estratti. In scena è di nuovo la febbre del gioco. La gran truffa legalizzata. Aristofane è vivo e vegeto in mezzo a noi, diventa il mondo di oggi. Ancora una volta la tradizione parla le parole del presente. In questa periferia del mondo in cui succede la magia.» da #4storieper4luoghidellaNonScuola Aristofane ci stava tutto, in una contaminazione che rispettava il senso del testo originale, non come tanti altri rimaneggiamenti di teatro dove il testo viene piegato a vaudeville e lontana farsa. No, qui eravamo nel testo, ho proprio percepito la connessione con l›autore che ci regalava il suo assenso. Il teatro è luogo di rappresentazione. C›è una scena e ci sono gli attori e in platea gli spettatori. Si mette in scena un testo che, secondo i greci, doveva creare la catarsi fra il pubblico. Ogni attore ha un ruolo. A volte i ruoli si mescolano e gli attori stanno fra gli spettatori, e gli attori non sono attori, bensì chiunque voglia cimentarsi a recitare una parte per vincere quella personale difficoltà ad esser fra la gente. Dal teatro parrocchiale al teatro dialettale, dal teatro scolastico al teatro di strada, sono varie le forme e l›uso di una modalità scenica. C›è chi usa il teatro per far distrarre, per far la grassa risata della commedia plautina, e mette in scena doppi sensi di pancia per smuovere risata, c›è chi usa il teatro per elegie religiose e recita preghiere edificanti su santi e miracoli, c›è chi usa il teatro come ribellione e chi come integrazione. Tantissimi i dilettanti, le compagnie che si dilettano a inscenare un loro omaggio ad Eduardo De Filippo, ricordo un Gennariellu, recitato a Napoli, in una cantina, da una compagnia di avvocati, ricordo poi altri testi, di qualsivoglia costrutto, recitati dappertutto. Anche io ho scritto un monologo e un attore lo ha recitato! Dilettanti che ci dilettiamo amando il teatro che ci rappresenterà. Non sto parlando di coloro che lavorano nel teatro ma di tutta una folla che calca la scena. Dilettanti. Dilettanti. Adoro il teatro dei laboratori scolastici, adoro le messe in scena dove il teatro viene usato per integrare, per

creare comunità, appartenenza, per far vincere ritrosie e timidezze, per trasformare menti giovani dando a loro entusiasmo e possibilità, curiosità e vivacità. Per tutto questo sono stata felice ieri sera di assistere allo spettacolo Le nuvole, Riadattamento dalla commedia di Aristofane, che il movimento Capusutta ha portato in scena al teatro Comunale Costabile di Lamezia Terme Capusutta III Movimento, dicono nella locandina, ed in effetti nel 2010 è iniziato il progetto Capusutta, guidato da Punta Corsara, Compagnia teatrale, costituitasi nel 2011 a Napoli, che ha continuato quello che era stato iniziato al teatro Mercandante dal regista M. Martinelli, del Teatro delle Albe, di Ravenna e che univa pratica teatrale e pedagogia ed ha portato l’esperienza della non-scuola in Calabria, da cui è nata la riscrittura del primo testo Donne al parlamento di Aristofane. Punta Corsara ora è una realtà teatrale e così forse mi auguro che diventi anche Capusutta, nella sua specifica estemporaneità di possibile teatro fra diverse commistioni. Un teatro di spettatori che diventano attori, momentaneamente, e che poi riprendano il testo nella vita per uscirne trasformati. Un teatro di ragazzi dai cinque ai venticinque anni, con situazioni complesse di emarginazione, come era il punto di partenza e allo stesso tempo di arrivo del progetto Capusutta e cioè le esperienze di Scampia e quella di Ravenna. «Nel 1983 Martinelli ha fondato a Ravenna la nonscuola del Teatro delle Albe, così chiamata perché «non vuole creare attori ma incendiare il cuore degli adolescenti con il teatro. Mandare in corto circuito la loro ignoranza in materia con i grandi classici, da Aristofane a Brecht». Questa esperienza è stata poi esportata a Napoli, nel quartiere di Scampia con il nome di Arrevuoto, progetto triennale del Teatro Mercadante. Nel 2007 il progetto si è trasformato in Punta Corsara che da pochissimo è diventata associazione ed è guidata da Emanuele Valenti. Punta Corsara ha messo su una compagnia costituita dai ragazzi più motivati del quartiere napoletano che ora girano tutta l›Italia con i loro spettacoli. «Proprio questo è l›obiettivo finale che vogliamo raggiungere - ha affermato Tano Grasso - formare a Lamezia una compagnia stabile che reciti in tutto il Paese». Così scrisse Tano Grasso allora assessore alla cultura di Lamezia Terme. Ora le nuvole di Aristofane dovrebbero sciogliersi in una pioggia che pulisca le mistificazioni del nostro presente

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Le nuvole di Aristofane erano in realtà una parodia della scuola sofista. Una presa in giro di Socrate. Aristofane si divertiva a scoprire gli effetti paradossali dei ragionamenti filosofici e di alcuni insegnamenti. Nelle nuvole vi è un padre che assillato dai suoi creditori manda il figlio dal filosofo affinché impari come difendersi dagli stessi. Come non pagare il debito. Quegli stessi argomenti usati per i creditori però possono essere usati contro di lui in futuro facendolo rammaricare della sua scelta. Credo che sia questo il momento in cui piombiamo nel 2016 direttamente da Atene

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Emanuele Trevi a Trame Voglio incontrare Emanuele Trevi per parlare di Rocco Carbone. Ed è così che mi presento e dico a lui che ho letto tutti i libri di Rocco, dopo Padre Americano, pubblicato postumo con prefazione proprio di Emanuele Trevi. Una prefazione che ho imparato a memoria. Lui mi conferma che anche altri hanno sentito il bisogno di ricordargli quella prefazione: una prefazione che testimonia il valore dell’amicizia. La frase stupenda che poi Emanuele mi regala è confidarmi di quanto sia stato sollevato di aver ricomposto una distanza fra lui e l’amico e di essersi riavvicinati proprio poco prima dell’incidente mortale. Suo compito fu quindi, come testimonianza, occuparsi del romanzo di Rocco, intervenire su qualche parola, pensando su come sarebbe intervenuto lui e E meno male che ci eravamo riavvicinati... mi dice più volte. Se vi capita comprate e leggete Padre Americano di Rocco Carbone, vi piacerà, così come vi piacerà moltissimo la prefazione di Emanuele Trevi. . Emanuele Trevi, Critico letterario e editor, viene presentato dal giornalista Luigi Saitta, nel chiostro del Palazzo Nicotera per Trame, Rassegna di libri sulle mafie. Il popolo di legno è il libro di Emanuele, un libro su un luogo e un popolo che gli appartiene:La Calabria. La mamma di Scalea, in provincia di Cosenza, è quasi presente nel libro, così come sono presenti Salgari e Sandokan, Cuore e i Teletubbies, L’isola del tesoro e il genio di Pinocchio. Lui crede che Pinocchio sia un libro geniale, così pensa che il suo bagaglio culturale sia una sacca

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di carbone che a volte impedisce il cammino, col suo peso, a volte lo rende più spedito. E ci racconta un sud letto sui viaggi di Norman Douglas, Old Calabria, ci racconta l’origine della parola Paparazzi dal libro di George Gessing che si intitola “Sulle rive dello Jonio” dove troviamo un nome prestigioso: “Paparazzo” che era il suo albergatore catanzarese. E dalla famiglia di Trevi, originaria di Nicotera, risaliamo alla Calabria degli scrittori. Dal privato al mondo narrato In Anime Nere, di Gioacchino Criaco, a Corrado Alvaro e alle mappe seguendo le sorgenti delle acque. e poi Goethe, Stendhal, come l’esperienza si trasforma nella forma narrata. Un sud raccontato attraverso Il Topo, un personaggio surreale, come i personaggi di Beckett, che vanno dal buffo all’amaro, dal dramma al riso, al ridicolo della vita con una forma di disprezzo. “Leggete al contrario Le avventure di Pinocchio”, ci dice Trevi, la letteratura è il luogo dell’individuo, del particolare, del dettaglio, della visione, della fantasia. Nella singolarità di ognuno vediamo le cose, lui, per esempio, cerca i difetti nelle persone che ama e in ogni situazione è portato a dire: sì, però, e a mettere in luce quello che stava in ombra. Così, lui e noi, con Il Carbone sulle spalle, con quel sacco di letture amate, riprendiamo tutti quel cammino chiamato letteratura

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“Sondaggio shock” TTIP, Stiglitz: “Non firmate! Non è un trattato di libero scambio!” Il premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz, spiega che cosa è in realtà il TTIP (Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti). Un giornale riporta la notizia di un sondaggio “sconvolgente” della Demos secondo cui se oggi si andasse a votare con la legge elettorale denominata ... i primi due partiti sarebbero Pd e 5S con il Movimento che raccoglierebbe la maggioranza dei voti espressi. Al successivo ballottaggio, non ci sarebbe partita perché il M5S supererebbe di gran lunga il Pd con una notevole rapporto, in percentuale, di voti a favore dei grillini. E pertanto, come conseguenza di questi per ora virtuali risultati, dopo le prossime elezioni politiche, potremmo essere governati dai seguaci del comico genovese. Per la verità non è la prima volta che succede in Italia che un qualche personaggio, cresciuto fuori dalla politica e recitante su di un qualche palcoscenico, riesce a creare, dal nulla, un movimento/partito che s’impone sulla scena politica generale. Poi, magari sparisce perchè i cittadini, comprendendo che si tratta di raggruppamenti politici fondati sul nulla e la cui improvvisa affermazione è dovuta prevalentemente ad un’ossessiva propaganda anti-sistema fine a se stessa, a qualunquismo, populismo (il reddito di cittadinanza…per esempio…), demagogia declamatoria e atteggiamenti masaniellistici... li abbandonano nel giro di poco tempo... di qualche anno... Nel secondo dopoguerra, il commediografo Guglielmo Giannini, anche lui esperto in spettacoli, nel 1944 inventò dal nulla il Fronte dell’Uomo Qualunque che, pensate un po’, alle elezioni del 2 giugno 1946 per l’Assemblea costituente, ebbe una notevole affermazione con il 5,3% dei voti e la correlata elezione di ben 30 deputati. In seguito, nel giro di qualche anno, il Fronte si liquefece rapidamente e di esso non restò altro che uno sbiadito ricordo. D’altro canto, basta guardare ai simboli relativi a tanti virtuali partiti presentati ad ogni elezione politica generale per constatare che sono molti questi soggetti, più portati allo spettacolo e alla comica che alla politica, che si presentano per correre nell’agone elettorale. La considerazione finale che mi viene da tirare a conclusione di questa premessa è che l’Italia non riesce a scrollarsi di dosso la nomèa che nella politica nazionale anche comici… nani… e ballerine… riscuotono la loro non trascurabile messe di consensi... Poi magari cadranno repentinamente nell’oblio... ma intanto avranno vissuto il loro momento di gloria e si saranno creduti grandi politici e statisti di spessore... o, magari... addirittura…..salvatori della Patria... Sarà questa a anche la sorte che attende i Grillo... i Casaleggio junior… Di Maio… Di Battista… Fico… Taverna… e compagnia cantando…? Fra qualche anno lo verificheremo...

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Festival della scienza e della lettura al Don Milani A conclusione di anno scolastico è stato inaugurato il Festival della scienza e della lettura presso l’istituto comprensivo Don Milani di Lamezia Terme. A tagliare il nastro sono stati il Presidente del tribunale di Lamezia Terme Bruno Brattoli e il Dirigente scolastico Giovanni Martello. Tema del Festival il futuro del nostro pianeta, le risorse naturali che si esauriscono, le specie animali e vegetali che si estinguono e la sempre meno disposizione di acqua potabile. Grandi protagonisti i bimbi impegnati a cambiare le abitudini dei grandi e ad essere solidali con gli altri, perché insieme si può preservare il mondo. Questa iniziativa, insieme con le altre degli anni precedenti, è l’intento forte di testimoniare la presenza di Don Milani, quale educatore straordinario di una vera rivoluzione culturale, formativa ed educativa. La mostra, di cui riportiamo documentazione fotografica, è costituita dai lavori degli allievi con l’aiuto delle maestre e del personale scolastico.

Editore: Grafichè di A. Perri

Lamezia e non solo


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