Lameziaenonsolo multicop luglio

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Lamezia e non solo

Editore: Grafichè di A. Perri

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Esami di Stato 2016 Pensieri con Michela Cimmino, docente di Filosofia al liceo Campanella. Esami di Stato …tra un sorriso e una riflessione Pensieri con Michela Cimmino, docente di Filosofia al liceo Campanella. Giorni diversi dagli usuali sono quelli in cui i proff smettono di essere insegnanti curriculari e diventano esaminatori con obbligo di valutazione. Un ruolo che chiede una disciplina affinché il voto non penalizzi e non sia distante dalle effettive potenzialità degli allievi. Allievi emozionati, eppure consapevoli del momento, tutti ricordiamo quella votazione avuta agli esami di stato! Michela Cimmino che per tutto l’anno è stata “il motore non immobile di Aristotele” ogni mattina va al Liceo Campanella e propone varietà. Ora deve impersonare le Istituzioni e, tra mobile e immobile , procederà ai miracoli annuali. Gli allievi tremano e attendono il giudizio. Telefonano, wazzappano, chiedono e sapere vogliono quel che non sanno, la domanda che risposta vorrà per il voto finale. Cosa chiederà la prof? la domanda soffia nel vento, come la canzone di Dylan. In realtà le domande rivolte agli esaminandi, ogni anno, non sono semplici ripetizioni del programma ma riflessioni sul traguardo raggiunto. “Anche quello che è momento conclusivo del loro percorso è il risultato emozionale di quel che si è negli anni costruito , in una dimensione interpersonale che pone al centro la relazione , perché nella scuola la relazione deve essere al primo posto. A prova di ciò la rinnovata commozione che ci prende leggendo alla nuova classe le pagine che più amiamo. E allora , ancor di più in questo momento, senti che insegnare ti offre il privilegio di fare grandi doni, da consegnare intatti. il traguardo degli esami di stato si vive allora all’unisono, fino i fondo, tratteggiato da sentimenti dicotomici da ambo le parti; la gioia per il percorso concluso e l’inizio di una nuova esaltante fase esistenziale , densa di una progettualità che è anche frutto degli anni appena trascorsi; e la nostalgia già presente, prima ancora del distacco avvenuto. E , tra l’altro , quella” rappresentazione” autentica diviene quando la curiosità e le passioni dimorano in loro e le accompagneranno come un vizio per tutta la vita se si è riusciti a trasmettere l’amore che provi per ciò che insegni , a trasmettere che ciò fai ti tocca e , ancora, a far loro cogliere che il rapporto con il sapere e la cultura deve essere un approccio da dilettante, nel senso aperto e buono del termine, che rimanda al diletto, all’amore, alla scelta . E’ la mia visione del ruolo privilegiato che mi è capitato di avere nel mio tempo vissuto, il più alto, il più affascinante per tutti quelli che vivono il mondo scuola e il farne parte con sentimenti di orgoglio e di gioia.

La gioia è un bisogno essenziale dell’anima. La mancanza di gioia che si tratti di sventura o , semplicemente , di noia è uno stato di malattia in cui l’intelligenza, il coraggio, la generosità si spengono, è un’asfissia.( S. Weil) Partire dal bisogno di gioia e porla come fondante finalità di una “ buona scuola” significa, allora, credere fermamente che una scuola migliore sia ancora possibile. Se così è stato , gli alunni porteranno con loro gusti e sapori, anzi saperi, senza fatica, risultato di cinque anni di studi e crescita comune discenti e docenti “ Mentre i pensieri vagano sugli esaminandi e continuano i colloqui in queste assolate mattine di luglio, lei si augura che seguirà l’exploit dei suoi alunni sentendosi più lei alunna, esaminata che esaminatrice. Siamo alle ultime battute e riporto il bel pensiero che circola nella testa di Michela, sugli occhi sempre nuovi dei tanti allievi, sulle nuove emozioni di fronte alle stesse letture,sui tanti visi mai dimenticati ; su una nuova avventura educativa, un’altra ancora, che realizzi una scuola in cui poter crescere insieme , una scuola che si affermi come luogo aperto e esempio di una autentica “ civiltà di rapporti” In finale di partita, dal noto film, alla mia domanda che faresti se tornassi a nascere?- Michela risponde, e senza pensarci, che farebbe l’insegnante , che risceglierebbe ancora la scuola. Si può mai rinunciare ad un privilegio come missione ?

Ippolita e Michela

L’angolo della Poesia

Venezia

i tuoi folletti, i fauni e le principesse.

Venezia tu, mia città incantata ridammi il mondo dei miei sogni quando il sole accende le cupole di san Marco tutt’intera la piazza s’ammanta di rosa. Ridonami le tue fate,

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Cullami nelle tue gondole e fammi saggiare l’ebrezza dell’oblio.

le tue dame, i tuoi dogi, mischiare il sacro con il profano, coprire d’oro tutte le case, riempire d’usignuoli tutti i tuoi balconi.

Voglio dipingere mille stelle Dammi un’ala dei tuoi colombi per catturare i colori dell’arcobaleno. e poi pescarle nell’acqua per accendere il cuore degli uomini. Voglio dipingere nel cielo

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L’area Critica

Un Territorio, una Strategia “L’area critica”, il titolo di questo libro di Costantino Fittante, è riferito a quel lembo dell’Italia che è la Calabria: quella parte dello stivale racchiusa fra la catena montuosa del Pollino e lo Stretto di Messina, il suo cuore, anzi, quello che avrebbe dovuto/potuto essere il cuore pulsante della Calabria con le sue arterie, Lamezia Terme, Catanzaro, Cosenza, che avrebbero dovuto portare ossigeno alle altre città, paesi, strade e contrade, invece di bloccarsi perchè si è pensato al proprio tornaconto, si è pensato a far cadere il grasso che colava dalle arterie nella propria borsa, invece di farlo defluire, intasandone così la via, creando placche ed impedendo, di fatto, all’ossigeno di proseguire il suo cammino verso nuova vita, verso la prosperità del territorio tutto.

quale, invece, si potrebbero definire nuovi e più incisivi compiti dell’ente intermedio. E poi, una Provincia in più per fare che cosa? All’interno della riforma sarebbero invece possibili compiti di programmazione e la gestione di grandi servizi; Lamezia potrebbe esprimere le enormi potenzialità. Comunque, già oggi senza crociate per obiettivi fasulli e demagogici Lamezia potrebbe assolvere a un ruolo importante.“

Può un libro, apparentemente destinato agli “addetti al settore”, essendo una una selezione di relazioni, interviste, articoli sulle tematiche della nostra città e non solo, risultare interessante da leggere per tutti, può aprirti gli occhi, può indurti a pensare, a riflettere?Sì, è possibile, leggendo questo libro, ritrovando le infinite diatribe fra Lamezia, Catanzaro e Cosenza, comprendendo la mancanza di coesione fra i vari politici che si sono succeduti alla guida della città, (riferendoci ovviamente a Lamezia), spesso viene la tentazione di tornare indietro, ad inizio capitolo, per essere certi che s’alluda a tempi datati e non all’oggi. Eccone un esempio: da un’intervista del 1983, la risposta di Costantino Fittante alla proposta fatta per una Lamezia Provincia:“Ventura e altri dirigenti del centro-sinistra agitano questa bandiera in tutti i posti che capita. Lei sa che la stessa proposta viene avanzata a Vibo Valentia, Crotone, Rossano, ecc.. Tutto questo si accompagna al disimpegno sulla legge di riforma delle autonomie con la

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Tutto viene affrontato ed analizzato, tutte le problematiche di ieri che sono rimaste quelle di oggi; il trasporto aereo, l’Ospedale, la SACAL, la soppressione del Tribunale di Lamezia, l’impiantistica sportiva, gli ambiti sopracomunali, il porticciolo turistico, la SIR, il consorzio industriale , gli inceneritori, la Marangoni, Lamezia Provincia, l’Università, lo zuccherificio, e l’elenco non finisce qua, non v’è un problema che venga ignorato. E’ un excursus avvincente, supportato da riferimenti, leggi, anche foto storiche e quant’altro, che ci riporta in un altalenante indietro negli anni e l’oggi, confondendoci e facendoci capire quanto poco interesse c’è stato, verso la città, in chi ci ha governato. E’ un libro che tutti i lametini dovrebbero leggere, dovrebbero avere nelle loro biblioteche perchè abbraccia un trentennio che ci ha portati ad essere la città che siamo, per riflettere sugli errori, per non ripeterli, per trarne insegnamento e migliorare, se non per noi, almeno per i nostri figli. Sono 350 pagine, un tomo, ma si leggono come fossero un avvincente giallo, del quale si conosce già l’assassino, ma proprio perchè è tutto già accaduto nulla si può fare per il passato ma non è troppo tardi per il futuro per far sì che la nostra terra, baciata dalla fortuna per posizione geografica, possa finalmente migliorare sfruttando le risorse naturali che fanno della città una ricca sorgente di probabili risorse con l’agricoltura, il turismo, incluso quello termale, eccetera eccetera. Le lotte per fare diventare L a m e z i a Provincia, che non avrebbe portato ai lametini alcun beneficio, hanno fagocitato tempo, forze e impegni che avrebbero potuto essere indirizzate verso obiettivi più proficui.

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CineCena

non solo cena, non solo cinema I Giardini Del NOVECENTO, uno dei più bei ristoranti della zona e ovviamente uno dei luoghi dove mangiare in maniera eccelsa, si appresta a diventare un luogo dove il cinema è di casa: se infatti già sia Pupi Avati che Carlo Verdone hanno avuto modo di gustare tutto quello che questo splendido casale immerso nel verde può offrire, lasciando così a Lamezia un pezzo del loro immenso talento, dal 5 giugno e per ogni mercoledì (con l’eccezione del primo appuntamento, che sarà appunto un giorno prima, martedì) nei giardini del locale saranno proiettati 9 capolavori assoluti del cinema. Chiunque vorrà cenare lì, nel mezzo della settimana, potrà allora partecipare ad un nuovo, originale e coraggioso esperimento, la CineCena: perché è questo che sostanzialmente offre la rassegna IL CINEMA NEL GIARDINO, ideata e curata dal critico cinematografico GianLorenzo Franzì. E se invitiamo tutti a conservare gelosamente il calendario che potete trovare in fondo alla pagina, per non perdere neanche un film, diamo adesso uno sguardo veloce ai film che si potranno vedere durante le cene del mercoledì ai Giardini del NOVECENTO. Si parte col botto, martedì 5 giugno alle 21.30, con uno dei film italiani più celebrati e conosciuti al mondo, ovvero Sedotta E Abbandonata, indimenticabile capolavoro di uno dei maestri del cinema italiano, Pietro Germi. Caustica e cinica satira della Sicilia bigotta e d’onore, ma più in generale di un certo modo di pensare e rapportarsi con il rapporto di coppia “all”italiana”, il film racconta di una ragazza (Stefania Sandrelli) che viene deflorata dal futuro sposo della sorella. In famiglia scoppierà un putiferio, e su tutto e tutti svetterà il padre-padrone Don Vito Ascalone. Dopo aver guardato con occhio spietato alle miserie d’Italia degli anni 50 e al mondo dei travet (con Il Ferroviere), Pietro Germi, attore ma soprattutto grandissimo regista, scelse di dedicarsi alla commedia sull’inizio degli anni 60 scendendo al Sud e in particolare in Sicilia. Il primo film di questa “calata meridionale” fu Divorzio All’Italiana, nel 1963, con il quale si affrontavano di petto argomenti caldi come quelli dell’onore e dell’adulterio, e la protagonista scelta fu una giovanissima Sandrelli; che sarebbe poi tornata nel secondo capitolo del Germi siculo, ovvero proprio Sedotta E Abbandonata, uscito un anno più tardi. Continuando a ironizzare (ma non troppo) su onore e adulterio, Germi scelse di enfatizzare i toni della storia a metà fra satira sociale e tragedia greca, contando sull’ottima recitazione di tutti i protagonisti, incredibilmente a loro agio nei rispettivi ruoli forse per un eccellente lavoro in fase di casting. La Sicilia, come recitano i cliché dell’epoca, è una terra dominata dalla calura e dal sole, con strade desolate e polverose, anticipazione di quei western all’italiana che spopoleranno di lì a poco; i personaggi sono caricaturali, i loro difetti fisici accentuati allo spasimo: pag. 4

florilegio di pance prominenti, dentature imperfette, strabismo non propriamente di Venere, pettinature improbabili. I personaggi sono allora esagerati nelle loro esternazioni, nelle movenze quasi coreografiche, nella recitazione enfatica, nel dolore femminile ripreso dalle antiche prefiche. Memorabile poi il protagonista maschile, l’attore siciliano Saro Urzì, nel ruolo del padre colpito nell’onore: personaggio tragicomico ai limiti del farsesco, capace di far ridere del suo dolore persino sul letto di morte. Tra i vari interpreti spiritati usciti direttamente da un quadro di Goya spiccano anche due ottimi caratteristi: il giovane Lando Buzzanca e Leopoldo Trieste, già al servizio di Fellini nel decennio precedente. Il film successivo, che sarà proiettato il 13 luglio, è invece il classico dei classici all’interno della filmografia di sir Alfred Hitchcock, ovvero Intrigo Internazionale (North By Northwest). Il protagonista è Roger Thornill, pubblicitario newyorkese che viene scambiato per un certo George Kaplan da due uomini che lo sequestrano e lo conducono fuori città. Vietato continuare nella trama per quei pochissimi che non hanno mai visto il film (e allora potranno rimediare il 13 luglio andando a vederlo ai Giardini Del NOVECENTO); sta di fatto che la storia è uno dei putni fermi della poetica hitchcockiana, fatta di scambi di persona ed equivoci, di innocenti scambiati per colpevoli e di everymen che tentano di combattere contro un’oscurità incipiente. Sono comunque davvero pochi nella storia del cinema i thriller dove l’articolata complessità dell’intreccio si avviluppa senza sosta, di pari passo con l’estrema godibilità del racconto. Intrigo internazionale è uno di questi: una delle sceneggiature più intricate, originali e meno verosimili messe in scena da Hitchcock. Film che segue un percorso ripido, scosceso e tortuoso come quello che intraprende il personaggio di Cary Grant nella prima delle numerose sequenze di suspense, impegnandosi da subito ad una manovra in curva che darà avvio ad una serie di continui tornanti diegetici. Ad Hitchcock bastano due minuti, la partitura incalzante di Bernard Herrmann e dei titoli di testa con dei vettori animati da Saul Bass, per predisporre un intero mondo narrativo dove un semplice schiocco delle dita permette di passare dall’ordinario allo straordinario. Nel passaggio a nord-ovest che sbatte Thornhill da New York a Chicago fino al Mount Rushmore, Hitchcock affida al fascino e all’ironia di Cary Grant il compito di distendere la suspense e attenuare le iperboli dell’intreccio. L’attore britannico media l’inverosimiglianza della sua situazione lavorando di attrattiva e sarcasmo, malizia e sberleffo, e consacrando i momenti distensivi all’umorismo brillante e al gioco della seduzione. In una continua tensione fra disorientamento

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e determinazione, cinismo e romanticismo, assistiamo alla sua evoluzione da pubblicitario cinico e immaturo a eroe audace e innamorato. In fin dei conti, all’interno di tale intrigo quel che più interessa Hitchcock non è l’aspetto spionistico e “internazionale” della trama, quanto la singolarità del percorso che porta Roger Thornhill a divenire George Kaplan: Thornhill deve diventare Kaplan e indossare i suoi (più striminziti) panni affinché possa disfare il groviglio, padroneggiare la complessità della situazione in cui si è trovato suo malgrado e conquistare la donna amata. Questo gioco altalenante di tensione e ironia, suspense e sensualità, vede il suo momento centrale nella celebre sequenza dell’attacco aereo. Capolavoro di costruzione della tensione, la scena è una summa perfetta di tutto ciò che rende grande Hitchcock: la tecnica compositiva, il ritmo di montaggio, l’ironia degli sguardi di Grant, il senso di indeterminazione legata ad un pericolo che può arrivare dovunque. Anche nel bel mezzo dei campi dell’Illinois. Anche dal cielo. Per quanto il curatore del ciclo ami indistintamente tutti i film, ce n’è uno in particolare fra quelli proiettati durante le cene dei mercoledì d’estate ai Giardini Del NOVECENTO che confessa di amare incondizionatamente: Totò Diabolicus, di scena il 20 luglio, pietra miliare della sterminata filmografia del principe De Curtis e vero e proprio tour de force interpretativo. Il marchese Galeazzo di Torrealta viene ritrovato dalla sua convivente con un pugnale conficcato nel petto. Il delitto porta una firma: Diabolicus. Si sospetta subito dei quattro fratelli del defunto: un chirurgo, un monsignore, un militare e una sorella sposata con un nobile. Costoro avrebbero temuto che la cospicua eredità di Galeazzo andasse alla donna. Tre di loro vengono però assassinati e la polizia così brancola nel buio non potendo sospettare del sopravvissuto: il monsignore. Il sessantaquattrenne Totò in questo film diretto da Steno (che si ritaglia il ruolo del giardiniere scemo) affronta una delle performance più complesse della sua carriera e ne esce vincitore assoluto. Lo spunto per la sceneggiatura che vede al lavoro Vittorio Metz, Roberto Gianviti, Marcello Fondato, Giovanni Grimaldi e Bruno Corbucci, viene offerto da Sangue blu, un film del 1949 che vedeva Sir Alec Guinness impegnato in otto ruoli diversi rappresentanti i consanguinei di cui il protagonista deve liberarsi per accedere al rango di Lord. Nella rilettura italiana la vicenda non si limita ad offrire all’attore l’occasione per moltiplicare i virtuosismi di cui già si era mostrato capace in altri film. Indossando i panni dei diversi personaggi (e facendosi doppiare da Carlo Croccolo per il ruolo femminile e da Renato Turi per quello del prelato) Totò ironizza con la consueta feroce leggerezza su un’Italia che è entrata nel boom economico ma ha ancora lo sguardo rivolto al passato e in cui il benessere che si sta acquisendo non sembra in grado di modificare le vecchie, pessime abitudini. Abbiamo così una nobiltà avida e pronta a tutto e una ‘nostalgia’ per il fascismo che non si è spenta. È in particolare sull’ex gerarca fascista che viene esercitata la più pesante ironia tratteggiandolo come un personaggio pirandelliano da operetta circondato da figuranti prezzolati. La scena che però resta nell’antologia delle migliori prestazioni del principe De Curtis è quella in sala operatoria in cui il Lamezia e non solo

chirurgo senza occhiali strapazza il malcapitato Pietro De Vico il quale venne chiamato all’ultimo momento sul set senza copione consentendogli così di mettere in pratica magistralmente le sue doti di improvvisatore. E luglio si conclude con un vero e proprio colpo da maestro, un cult introvabile e misconosciuto proiettato il 27 luglio e diretto da Sergio Corbucci, Giallo Napoletano. E non poteva essere così: perché dopo Intrigo Internazionale e Totò Diabolicus, questo bellissimo film mette insieme le caratteristiche dei due personaggi (il maestro del brivido e il principe della risata) in una miscela esplosiva. Prima di tutto, un’occhiata al cast: Marcello Mastroianni, Peppino De Filippo, Ornella Muti, Renato Pozzetto, Michel Piccoli, Zeudi Araya. Poi, la trama: siamo a Napoli. Festività natalizie. Raffaele Capece, maestro di mandolino e zoppo, si arrangia suonando nei ristoranti o sulla strada. Un giorno, inguaiato dal padre perché incallito giocatore d’azzardo, è costretto a suonare una particolare serenata per riavere il suo libretto dei risparmi che il biscazziere Giardini ha in custodia come cauzione dei debiti del padre. All’appuntamento lo conduce una donna bionda al volante di un maggiolone bianco. Dopo aver incominciato a suonare quanto chiestogli, l’uomo che si trovava al balcone verso la quale la serenata era rivolta, muore cadendo dabbasso. Interrogato dal commissario milanese Voghera, scopre che il morto era il segretario del direttore d’orchestra Victor Navarro… Forse mai un titolo è stato così vicino a rappresentare concretamente il contenuto di un film. Qualora non fosse bastato questo, Corbucci inserisce le fotografie di Hitchcock e Totò sulle quali appaiono i titoli di testa. Proprio dall’unione dei due simboli, caratteristici di due generi differenti fra loro, il giallo complicato del maestro inglese e la commedia popolare dell’attore napoletano, trae la forza questo capolavoro. Elementi della commedia italiana (la scena sui tetti con Raffaele e i due malavitosi) si alternano con quelli del giallo, senza escludere punte nel poliziesco di matrice hollywoodiana (l’inseguimento sui tetti che termina dietro la grande insegna luminosa). La figura del vice commissario Voghera, istupidita ed assonnata (“Andiamo via, il mio istinto mi dice di lasciare stare” a due passi da Raffele e dopo averlo perso) in contrapposizione alla figura di Raffaele, investigatore occasionale, come spesso capita ai protagonisti di Hitchcock, zoppo come l’assassino, come un cane che cerca di azzannarlo una volta introdotto nella villa Coen, è l’immagine sdoppiata di uno stesso dilemma: chi è l’assassino? La figura di Peppino De Filippo invece, che interpreta il padre di Marcello Mastroianni, è l’elemento di continuità con la tradizione comica napoletana; per l’attore fu l’ultima apparizione sul grande schermo. Da sottolineare le musiche, come sempre bellissime, di Riz Ortolani (a partire dal motivetto suonato da Mastroianni con il suo mandolino).

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Neanche un film da perdere, insomma. E agosto e settembre non saranno da meno…

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18ª Cronoscalata del Reventino Siamo ormai sulla dirittura d’arrivo per la Cronoscalata del Reventino in programma dal 5 al 7 agosto con gara sul tradizionale tracciato che ripercorre, in parte, quella che fu la Nicastro-Passo di Acquabona, che da sempre ha attirato piloti ed appassionati. Una edizione importante questa del 2016 perché taglia il traguardo della maturità. Sarà infatti la 18ª edizione con l’egida del Racing Team Lamezia Motorsport che lavora sempre con entusiasmo sotto la guida del Presidente Enzo Rizzo, affiancato dalla scorsa edizione da Sergio Servidone per un binomio sicuramente vincente e competente. Lo spettacolare tracciato lametino ha sempre attirato i migliori piloti del CIVM e nel suo Albo d’Oro possiamo leggere i nomi di chi ha fatto non solo la storia del Campionato Italiano Velocità Montagna ma anche di quello Europeo, segno evidente che tutti i tasselli del puzzle necessario per allestire una competizione di alto livello si intersecano sempre nel punto e momento giusto. Doveva essere la gara d’apertura del CIVM ma la concomitanza con il Referendum ha fatto saltare l’appuntamento che cadeva nella migliore settimana della scorsa primavera (meteorologicamente parlando). Un vero peccato che però non toglie nulla alla valenza della nuova data del 7 agosto che cade proprio a metà della stagione; la Cronoreventino, infatti, sarà valida quale ottavo round del Campionato con validità anche per il Trofeo Italiano Velocità Montagna Sud. Racing Team Lamezia Motorsport, Lamezia Motorsport, ed Automobile Club Catanzaro, o se vogliamo Enzo Rizzo, Sergio Servidone ed Eugenio Ripepe hanno lavorato con grande impegno per ottenere elevati standard di sicurezza per concorrenti e pubblico, disponibilità e attenzione verso driver, team ed addetti ai lavori. Particolare attenzione per il pubblico che tradizionalmente accorre molto numeroso all’appuntamento sportivo atteso nell’intera regione, la data di Agosto permetterà anche la presenza di molti emigranti che tornano per le ferie estive nella terra natia e questo accrescerà il numero di presenze sui tornati che salgono da c.da Magolà a loc. Mulia. La Cronoreventino è quindi anche una preziosa occasione per vivere e riscoprire luoghi unici per la sua natura, tra mare e monti, godendosi la bellezza di un territorio unico della nostra penisola. Il test organizzativo con lo Slalom Curignhese ha lasciato molto contenti gli organizzatori per la soddisfazione riscontrata

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in piloti ed addetti ai lavori. La stessa attenzione sarà rivolta alla Cronoreventino che avrà come contorno diverse iniziative sviluppate in varie direzioni. Nella scorsa edizione la vittoria con record di 2’32”30 in gara uno, fu di Simone Faggioli su Norma M20 FC Zytek uffciale, che qui conquistò il suo 11° Titolo Tricolore, che il fiorentino ha aggiunto, nello stesso anno, all’ottavo Europeo. Secondo al traguardo Christian Merli, driver ufficiale della Osella FA 30 RPE. Terzo gradino del podio per il giovanissimo Domenico Scola che sull’Osella PA 2000 conquistò il Trofeo Under 25 2015. Appuntamento per venerdì 5 agosto con le verifiche tecniche e sportive presso il Comune di Lamezia Terme in via Sen. Arturo Perugini con inizio alle ore 15.00 e termine alle ore 19,30. Quindi sabato 6, inizio delle prove alle ore 9,30, e chiusura al traffico alle ore 7,30. Domenica 7 agosto sempre con inizio alle ore 9,30 partenza della gara con le due manche che decreteranno il successore (o la conferma) di Simone Faggioli nell’Albo d’Oro della gara. Come di consueto la premiazione dei vincitori nella villetta in Piazza V. Veneto a Platania. Per ulteriori informazioni è possibile visitare il sito internet dell’organizzazione http://www. cronoreventino.it AnSca

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LA ROYAL TEAM LAMEZIA PROGRAMMA di Rinaldo Critelli

LA NUOVA STAGIONE Lavora a fari spenti la Royal Team Lamezia che prepara il suo secondo consecutivo torneo di Serie A di Calcio a Cinque. La società presieduta da Claudia Vetromilo e dal patron Nicola Mazzocca ha presenziato, a metà giugno a Milano, all’Assemblea di Lega della Divisione Calcio a Cinque. Alla presenza del presidente della Divisione, Fabrizio Tonelli e del suo vice Alfredo Zaccardi, la Royal Team Lamezia ha fatto parlare di sé anche nelle stanze del Palazzo. “I vertici del calcio a cinque – ha spiegato la presidente Claudia Vetromilo – si sono complimentati per quanto la Royal ha saputo costruire in questi tre anni di vita societaria. Non solo, tutti i dirigenti nazionali sono rimasti piacevolmente sorpresi dal grande sèguito di pubblico e passione che circonda la Royal. A noi ricevere questi attestati di stima ci inorgoglisce e ci spinge a proseguire su questa strada, ben consapevoli che le difficoltà, sotto tutti gli aspetti, aumenteranno. Ma siamo qui per fare sempre meglio con l’aiuto della città di Lamezia, delle forze imprenditoriali e degli sponsor che ringraziamo per la loro vicinanza, sia quelli che annunceremo a breve e sia quelli che, per un motivo o per l’altro, non saranno più con noi”. A Milano anche la possibilità per Vetromilo e Mazzocca di incontrare e scambiare opinioni col Ct Menichelli della Nazionale di Futsal femminile (nella foto in pagina).

Riguardo alla composizione dei gironi, si cercherà di raggiungere 14 squadre per ciascuno dei tre gironi, oggi fermi ad 11. Se ne saprà di più a metà luglio quando scadranno i termini per iscrizioni e ripescaggi. Inoltre, altra novità i play off saranno validi soltanto per la promozione in A Elite e non più anche per lo scudetto.

L’occasione dell’incontro con gli altri presidenti della Serie A è servito anche per fare il punto della situazione sulla stagione passata e per prendere contezza delle novità introdotte per la prossima stagione. Alcune delle quali non sono tali per la Royal, quelle riguardanti ad esempio l’obbligo per le società ospitanti di prevedere l’ambulanza e il defibrillatore, visto che la società lametina ha già adempiuto a tutto ciò fin dalla scorsa stagione.

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Argomento squadra e tecnico. Agli inizi di luglio, per ovvi motivi di tesseramento, verranno annunciati i primi colpi già in serbo da parte della Royal. Non ci saranno stravolgimenti per la guida tecnica (Paolo Carnuccio si avvia alla riconferma e dal 5 luglio prenderà il via per lui il Corso per l’abilitazione ad ‘Allenatori di Calcio a 5 di Primo Livello’ a Coverciano), e così anche per la squadra nel senso che verrà riconfermato lo zoccolo duro. Sul fronte arrivi, anche qui Vetromilo e Mazzocca hanno lavorato sodo, seguendo le indicazioni del tecnico. Rinforzi che alzeranno lo spessore tecnico dell’intera squadra. Ma il lavoro della società della Royal prosegue su vari fronti: in primis su quello del coinvolgimento di imprenditori e sponsor. E se da un lato c’è da registrare qualche uscita, dall’altro c’è fiducia per l’avvicinamento di nuovi sponsor che credono nella funzione non solo sportivo-agonistica della Royal ma anche in quella sociale. Al via anche la preparazione di tessere-sostenitori che daranno la possibilità di fidelizzare i tanti appassionati del calcio a cinque, che potranno con la stessa usufruire di sconti e promozioni presso vari negozi convenzionati. Ma allo studio tante altre iniziative sia sul piano del settore giovanile che su quello scolastico. Insomma la Royal è al lavoro con tutti suoi collaboratori per far vivere un’altra stagione da ricordare ai suoi tanti tifosi e affezionati spettatori lametini che ormai da tre anni seguono con passione le gesta della squadra biancoverde. pag. 7


Rodik Ballet

Spettacolo di fine anno accademico 2015/2016 21 giugno saggio dell accademia Rodik Ballet diretta dalla professionista Antonia Valeria Torcasio. Teatro full, tutto pieno, per la durata di tutto lo spettacolo. E’ stato il 10 anno di apertura della scuola un grande successo. Ad onorarci la presenza del sindaco Paolo Mascaro che ha consegnato personalmente il diploma alle 2 allieve diplomande Martina Parente in danza classica e Jessica Muraca in hip hop, allieve dell’accademia da 10 anni che hanno concluso il loro percorso accademico. Il sindaco ha notato l’altissimo livello degli allievi della scuola sottolineando che non

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non si è trovato di fronte a principianti ma allievi con una grande base tecnica e di altissimo livello. La danza è arte, disciplina, e bisogna sempre andare avanti e migliorarsi sempre di più. La scuola è oramai affermata ed ha visto grandi successi e numerosi artisti grazie all’impegno di una maestra lametina di solo 29 anni con grande esperienza alle spalle . Tema della serata Sissi a Vienna con le musica di Strauss per il repertorio classico, a seguire moderno e hip hop e per concludere la super danza del ventre che ha affascinato tutto il pubblico, anche il sindaco.

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Vacantiandotirando le somme

Con enorme piacere diffondo questi dati.

Report della diffusione di Vacantiandu 2016 sul web dal 03.11.2015 al 01.06.2016 Quest’anno come gli altri anni la rassegna teatrale “Vacantiandu” oltre ad avere avuto un grande successo in teatro, sulla stampa e sulle tv, ha riscosso un enorme successo anche sul web. Dall’inizio della rassegna la pagina web creata Vacantiandu 2016 ha raggiunto numeri e visualizzazioni sorprendenti, in dettaglio: · ha interessato circa 233.834 persone che hanno interagito con la pagina web; · ha coinvolto per qualsiasi contenuto pubblicato circa 2.054.321 persone; · ha raggiunto un numero di visualizzazioni complessive di circa 7.428.005 clik,.

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Questo grazie al grande lavoro di tutti e soprattutto del blogger Patrizio Molinaro che ha postato quasi in tempo reale tutte le notizie, gli aggiornamenti e soprattutto le foto scattate dai fotografi Ennio Stranieri, Pasquale Cimino, Mimmo Greco e dallo stesso Patrizio Molinaro ed al mensile Lamezia e non solo, on le sue copie cartacee distribuite gratuitamente nelle edicole e le copie on line che ha recensito tutti gli spettacoli. Cosi facendo oltre a far conoscere “Vacantiandu” a tutto il mondo, ha permesso a tantissime persone della nostra regione emigrate, la possibilità di essere partecipi di questa bellissima rassegna teatrale in terra di calabria. Moltissimi i paesi esteri coinvolti tra i quali: America, Austria, Argentina, Australia, Belgio. Bielorussia, Brasile, Canada, Francia, Germania, Gran Bretagna, Kazakistan, Romania, Spagna, Svizzera e Venezuela

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Lamezia, siti archeologici e musei: prosegue percorso alternanza scuola-lavoro al Liceo Campanella di Lamezia Terme Lamezia Terme - Ad anno scolastico ormai concluso, continuano le iniziative del percorso di alternanza scuolalavoro al Liceo Campanella. Terzo incontro nell’auditorium dell’istituto, nell’ambito del progetto “Arché, musei, siti e botteghe” alla scoperta del territorio, delle sue radici e delle sua storia per gli alunni che nel corso di quest’anno scolastico hanno frequentato le classi terze del Liceo.

Italo che regnava su una piccola comunità protostorica e che, secondo il racconto di Aristotele, noto come maggiore decodificatore della storia, fu il primo a darle un’organizzazione sociale e la sua importanza fu grande a tal punto da far prendere il nome agli abitanti del territorio. Ancora oggi questo nome viene utilizzato per indicare il nome della nostra nazione.

A coordinare l’incontro, dedicato alla riscoperta dell’origine mitologica della città di Lamezia e del territorio calabrese, Giorgia Gargano, ispettore onorario dei Beni Culturali della Regione Calabria ed esperta archeologa per il percorso in oggetto. Entrando sempre di più nelle finalità progettuali , la tematica individuata per questa fase formativa , propedeutica alle escursioni nei siti archeologici del territorio e ad eventuali partecipazioni a scavi in corso, ha riguardato i miti arcaici della nostra terra.

A conclusione dei lavori la docente Michela Cimmino, referente del progetto, ha sottolineato la produttività della mattinata grazie alla coinvolgente relazione della Gargano che “ha saputo catturare l’attenzione dei ragazzi suscitando in loro il desiderio di misurare sul campo le conoscenze acquisite, di farsi “sentinelle e custodi” di luoghi resi misteriosi da miti ,leggende che meritano di essere conservati e salvaguardati, rivestiti di una sacralità che racconta la storia più esaltante e gratificante della nostra terra”.

Come la Gargano le definisce queste “storie travestite forniscono ai ragazzi modo e occasione di conoscere la genesi dei nomi e luoghi di Calabria, sorti dalla relazione tra geografia, nozioni storiche ed elementi pratici, “che insieme costituiscono le basi dell’archeologia”. Nel corso dell’incontro, si è parlato del monte Poro, la cui etimologia è Poros, “passaggio”, proprio ad indicare il passaggio dalla Calabria del Nord a quel del Sud; della sirena Ligea a Terina; dei Santi Quaranta; del Re

Dal dirigente Giovanni Martello un apprezzamento “al lavoro svolto in perfetta sinergia tra i docenti, gli studenti e tutte le figure esterne alla scuola che hanno collaborato a questo progetto che punta a fare della riscoperta della nostra storia e del nostro patrimonio culturale una leva di rilancio economico ed occupazionale, un’opportunità concreta sia per i nostri studenti sia per i ragazzi lametini già all’Università”.

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La dichiarazione di

Nigel Farage “Cca’ nisciunu è fesso, fuori dall’UE SI... fuori dallo stipendio NO... ”

La Gran Bretagna ha deciso di uscire dall’Unione Europea? Non credo ci sia bisogno di farlo. Perché? Per il semplice motivo che non può abbandonare una Casa comune chi in questa Casa non vi è mai entrato del tutto. Ebbene, è proprio così! La Gran Bratagna non è mai entrata interamente nella UE. Voglio dire che vi è entrata con solo mezzo piede mentre l’altro piede e l’altro mezzo li ha tenuti sempre fuori da essa. I britannici sono isolani gelosi della loro insularità, della loro libertà. La loro vita democratica è regolata da una Costituzione non scritta. Non potendo far fallire, all’atto delle sua costituzione e immediatamente dopo, la Comunità Economica Europea (CEE), antenata storica dell’attuale UE, fondata con i Trattati di Roma del 1957, decise di chiedere, solo nel 1973, di farne parte. Cioè, dopo oltre quindici anni dalla sua nascita. Occorre ricordare che, a fronte della creazione della CEE, la Gran Bretagna, insieme ad un altro gruppo di paesi europei occidentali, che non avevano voluto entrare nella costruzione comunitaria, fondarono, nel 1960, come suo contraltare, l’Associazione Europea di Libero Scambio (EFTA o AELS). Mentre, però, la CEE andava sviluppandosi economicamente e politicamente, e s’ingrandiva con un numero crescente di paesi richiedenti l’adesione, e costituiva via via un Soggetto economico-politico, che aveva come base i grandi valori dell’umanesimo occidentale, quale i Padri fondatori (De Gasperi, Adenauer, Monet, Spaak, Shuman ecc. avevano posto a sua base), l’EFTA andava incontro ad un insuccesso dopo l’altro. Una serie di fallimenti che indusse quasi tutti i paesi ad abbandonarla e a chiedere, alla spicciolata, di entrare nella UE. Oggi sono rimasti a far parte dell’EFTA solo quattro piccoli paesi (Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera). Sopravviverà l’UE alla Brexit? Io penso che si stiano ingigantendo le prospettive dei pericoli cui andrebbe incontro la Costruzione europea e penso anche che i guai più grossi finirà per doverli affrontare e superare, sia sul terreno economico, che politico, che sociale, proprio la patria di William Shakespeare. L’UE, al di là di quello che pensano i guastatori europei ed italiani alla Le Pen e alla Salvini, è condannata a sopravvivere perché, in tempo di globalizzazione generalizzata e crescente, rappresenta l’unico Organismo che può competere ad armi

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pari con i giganti già esistenti (USA, Russia, Cina) e con quelli emergenti (India, Brasile, Australia, Canada, Messico ecc. ecc,). I paesi europei, presi singolarmente, sarebbero dei vasi di coccio tra vasi di ferro (e che vasi di ferro!) e finirebbero per contare, in tutti gli ambiti, quanto conta il due di coppe quando la briscola va a danari (per usare una metafora logora e consunta). Sarebbe però non aver compreso il senso della crisi attuale se non si aggiungesse che occorre una rifondazione, che punti e guardi in avanti, attraverso cui l’UE realizzi maggiore coordinamento sia sul terreno politico che economico che sociale. Non è possibile, per fare un solo esempio, che ci sia una moneta comune, l’euro, senza un Ministero europeo dell’Economia che la governi. Quindi avanti tutta…… con la maggiore integrazione possibile. Ed infine, bisogna rivedere le politiche di sviluppo e di redistribuzione del reddito. Occorre adottare politiche di bilancio meno restrittive e più flessibili. Bisogna inventarsi nuovi campi di investimento, bisogna puntare all’innovazione permanente, per innescare un circolo virtuoso di crescita economica che sia coerente, sostanziale, duratura. Che garantisca un tenore di vita dignitoso soprattutto alle fasce di popolazione deprivate tra le quali, fondamentalmente, i giovani e gli immigrati. Nigel Farage, fino a qualche giorno fa leader dell’Ukip (United Kingdom Independence Party), si è battuto in prima fila perchè vincesse il Brexit al referendum della Gran Bretagna. Ora, a risultato acquisito e dopo essersi disintossicato dal troppo whisky bevuto per la felicità della vittoria, si è dimesso dalla presidenza dell’Ukip, ma coerenza vorrebbe che si dimettesse dal Parlamento europeo dove siede quale deputato. Ed invece no, non ne vuole sapere! Ad alcuni cronisti italiani, che gli hanno chiesto chiarimenti in merito ha risposto che no ”non ha alcuna intenzione di dimettersi” perchè il succulento stipendio che percepisce in quanto euro-deputato è “una manna che mensilmente gli piove addosso e che non intende mollare per nessun motivo... fino alla fine della presente legislatura”. A microfoni spenti ed in uno stentato italiano, Farage ha testualmente detto: “Cca’ nisciunu è fesso, fuori dall’UE SI... fuori dallo stipendio NO... ”?

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Per fare l’albero ci vuole il seme Per fare il seme ci vuole il frutto Arte e orto, cultura e coltura, semi e bambini Lamezia Terme, 7 aprile 2016. Arte e orto, cultura e coltura, semi e bambini. Un bel progetto organizzato dalla professoressa Michela Cimmino del Liceo Campanella con la collaborazione della blogger Ippolita Luzzo, la condotta Slow Food di Lamezia Terme, il FAI, la libreria Sagio Libri e l’Associazione culturale Theodora all’Istituto Comprensivo Don Milani di Lamezia Terme. Liceo Statale Campanella e Istituto Comprensivo Don Milani insieme, entrambi guidati dal D.S. Giovanni Martello, per la presentazione del libro di Serena Bonura L’orto dei bimbi, Terra Nuova Edizioni, “Una guida pratica rivolta a insegnanti, educatori, genitori, nonni, a tutti coloro che desiderano progettare un orto insieme ai bambini e alle bambine”. Un programma ricco e variegato iniziato alle 15.30 con la visita al Museo Archeologico Lametino condotta da una guida d’eccezione, Giorgia Gargano, Ispettore Onorario della Soprintendenza Archeologica della Calabria. Bimbi e adulti curiosi, entusiasti e pieni di stupore tra reperti preistorici, preziosi tesoretti di monete in bronzo e argento, statuine fittili, manufatti litici e ceramici, la leggenda della Sirena Ligea e il Tesoro di S. Eufemia e poi l’imponente tomba litica di S. Sidero, perfettamente conservata, che campeggia al centro della sala. Lungo la parete di fondo una piccola tomba d’infante a forma di piramide e di fronte una statua acefala in marmo avvolta in un morbido panneggio. Si passa poi nella sala che ospita i reperti ritrovati al Castello Normanno-Svevo e all’Abbazia Benedettina di S. Eufemia per finire con l’imponente collezione di ceramiche che riproduce fedelmente il vasellame ritrovato nei due siti archeologici. Una passeggiata lungo Corso Numistrano, una sosta davanti alla stuta bronzea di Federico II, lungo Via Garibaldi, e ancora più su fino all’Istituto Comprensivo Don Milani, nel centro storico, il quartiere Santa Lucia, ai piedi del Castello. Uno sguardo al suggestivo Muro di Storia con pannelli ceramici di artisti famosi che riproducono scene di microstoria calabrese, una sosta nel giardino per ascoltare quel pag. 12

torrente Niola che nel nome evoca la presenza di viole che non ci sono più e poi tutti nella Sala Polivalente, già gremita di alunni e genitori per presentare il libro di Serena Bonura. È Michela Cimmino ad aprire gli interventi. Prima il ricordo di Serena bambina perché vicini di casa in Sila, poi la storia di Re Italo raccontata da Aristotele ne La Politica. Una storia che nasce proprio qui in Calabria con Re Italo vissuto, secondo il mito, 16 generazioni prima della guerra di Troia. Da lui deriva il nome Italia, dato prima alla regione corrispondente al suo regno, ovvero quasi tutta la Calabria ad esclusione della zona settentrionale, e poi esteso a tutta la penisola. Con Re Italo, il popolo nomade degli Enotri diventa stanziale trovando dimora nell’attuale istmo di Catanzaro tra il Golfo di Squillace e il Golfo di S. Eufemia, quella terra di Scheria che si affaccia sui due mari. Sempre con Re Italo, gli Enotri si trasformano da allevatori in agricoltori, cominciano a coltivare gli orti e istituiscono i “sissizi” cioè i pasti comuni dove ognuno portava il cibo e lo divideva con altri. Anche gli animali erano invitati a questi banchetti in segno di amicizia. Sulla tavola erano presenti solo i prodotti della terra e dei pani a guisa di animali, forme sostitutive per non uccidere l’animale che veniva considerava un fratello minore al quale l’uomo doveva aiuto e protezione. Una tradizione ripresa, da una decina d’anni, dallo storico calabrese Salvatore Mongiardo che nei suoi banchetti usa un pane a forma di bue, in onore del filosofo Pitagora il quale, in segno di ringraziamento per la scoperta del suo famoso teorema, offrì agli dei un Bue di Pane. Sempre Mongiardo indica i mostacciolari di Soriano Calabro, con il loro mostaccioli a forma di bue, capra, cavallo, pesce come gli eredi di questa tradizione. Ancora riferimenti filosofici con Bacone che ci ricorda che “Dio fu il primo a piantare un giardino” e Cicerone che affermava che “accanto alla biblioteca serve un giardino e un orto”. Un ultimo ricordo per Gianfranco Zavalloni, uomo di scuola, pedagogista,

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ecologista e inventore del Movimento degli Orti di pace, morto all’età di 54 anni e sepolto sotto un albero. L’intervento del giornalista Salvatore D’Elia è un omaggio alle donne attraverso una lettura “in rosa” del libro di Serena. Anche per lui un ricordo della scuola elementare e della figura della “maestra” fondamentale per lo sviluppo della vita psichica e culturale del bambino. E poi la nascita dell’agricoltura che la tradizione attribuisce alle donne le quali, avendo probabilmente osservato che da alcuni semi caduti casualmente sul terreno crescevano piante simili a quelle che abitualmente venivano raccolte e intuendo la stretta relazione tra semi e piante, cominciano a capire i cicli produttivi della vegetazione e ad interrare i semi volontariamente. Ed è ancora la terra (femminile anch’essa) che accoglie il seme nel suo grembo come una Madre, lo nutre, lo protegge e lo fa crescere. Per finire con le lotte per la terra, che tanta parte hanno avuto anche nella storia calabrese, e che vanno lette non solo come lotte di classe (contadini contro proprietari) ma come forma di riscatto per il Mezzogiorno. Dopo il saluto del presidente della condotta Slow Food di Lamezia Terme Antonello Rispoli, è la professoressa Ippolita Luzzo a parlare, alla sua “maniera”, prima ai bambini e poi alle mamme. Ippolita bambina adora le nespole e le piace piantare il nocciolo del frutto nel vaso per vederlo crescere. Lei sa che per fare l’albero ci vuole il seme/ per fare il seme ci vuole il frutto / per fare il frutto ci vuole un fiore… come cantava Sergio Endrigo in una famosa canzone. Così, pian piano, le piantine crescono ma hanno bisogno di più spazio. Il papà prende i vasi e trapianta gli alberelli nell’orto. Gli alberi crescono e lei può ancora mangiare i frutti di quel seme che ha piantato. Quei semi sono come i bambini, hanno bisogno di amore e cura per poter diventare grandi e dare i frutti. È il ciclo della vita che accomuna tutti gli esseri viventi. Dalle nespole “antiche” si passa alle fragole “moderne”, belle, lucenti, grandi, rosse… ma insapori. Eppure il fruttivendolo le aveva assicurato che erano fragole biologiche! Adesso sono ancora là, in quel frigo,

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ancora perfette ma senza “anima” perché aprile non è il mese delle fragole! Bisogna ritornare a rispettare i tempi della natura. “Sono fragole di plastica ricoperte di colore rosso” dice un bimbo… La chiosa è perfetta. Il saluto del presidente del Consiglio di Istituto, Annita Vitale, pone l’accento sulla importanza che la scuola attribuisce alla Educazione alimentare che, in linea con quelle che sono le scelte pedagogiche dell’Istituto, promuove cibi sani e controllati in grado di garantire il benessere e la salute dei bambini estendendo le attività di educazione alimentare anche alle famiglie e realizzando, di fatto, il patto educativo tra scuola e famiglia. È poi la volta dell’autrice del libro, Serena Bonura, che svolge attività di ricerca nel campo dell’ecologia e della sostenibilità applicate all’educazione, alla formazione e alla comunicazione. Rompendo lo schema della comunicazione frontale, dopo una breve introduzione sui valori ambientale, economicoproduttivo, sociale, terapeutico e didattico dell’orto, Serena propone a tutti i presenti un gioco interattivo. Da una grande scatola di plastica verde vengono distribuiti dei post it e dei sacchetti di stoffa con un seme (ma questo si scoprirà solo alla fine del gioco) e una matita. Il pubblico viene invitato a non aprire il sacchetto ma a cercare di indovinarne il contenuto attraverso il tatto. Poi a ciascuno viene chiesto di scrivere una definizione scegliendo tra i valori dell’orto precedentemente illustrati. “L’orto aiuta l’economia della famiglia”. “Nell’orto si coltivano relazioni”. “L’orto contribuisce a migliorare la qualità dell’aria”… Assunti che si ritrovano nella presentazione del progetto didattico Educare alla sostenibilità. Educare al futuro che si sta realizzando con i bimbi della scuola primaria dell’I.C. Don Milani e che viene illustrato dalla maestra Giulia Costanzo. Gran finale con il buffet vegetariano preparato dal Comitato Genitori della scuola. Delizia per gli occhi.. e per il palato.

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Carissimi lettori, questa volta ho letto per voi un libro davvero straordinario. Colmo di sfumature, di frammenti e giochi di vita. Di gioia e nostalgia. Ho appreso, per caso, della nascita di questo piccolo capolavoro, che viene alla luce senza pretese, ma che trova il modo di sfolgorare in tutta la sua bellezza emotiva. SONO MORTO DALLE RISATE, di ALESSIA LIONELLO (Ed. Bompiani), è molto di più di una semplice biografia del padre... Parliamo di Oreste Lionello, grande attore, grande autore, cabarettista, doppiatore, personaggio eclettico del panorama cinematografico e, soprattutto, teatrale, del nostro Paese. Colto fino all’inverosimile, Oreste sceglie, per esprimersi, la vastità del genere comico, che ingloba l’infinito rappresentativo, profondamente convinto che la comicità contenga anche il melodramma e la tragedia. Convinto pure che, per far ridere, sia necessario molto di più che una faccia espressiva e un eloquio facile. Conoscitore attento di ogni forma di spettacolo, fino a rubare l’anima del palcoscenico, Lionello appare, nel libro della figlia, come personaggio teatrale egli stesso, un personaggio che trascende la sua vita, fino alla fine, non trascurando alcun dettaglio che possa puntargli addosso l’ occhio di bue, in scena, come se fosse la vita fosse una semplice arena. Per i grandi attori (e autori) passati alla Storia, che cos’è la vita, se non un palcoscenico, sulla cui ribalta, noi tutti recitiamo una parte? La ribalta, questa volta, si trasferisce fra le pagine di un libro e pare animarsi ogni volta che lo sfogliamo. Scorre, attraverso le quinte, ogni aspetto dell’esistenza di Oreste. Oreste indomito maestro, Oreste ballerino, Oreste complesso e arzigogolato, Oreste padre esemplare, Oreste piccolino, ma dalla grande mente, Oreste coraggioso, mai arrendevole di fronte alla vita, come di fronte alla malattia...

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Oreste tutto intero, come solo una figlia può cogliere, come solo un grande amore può restituire... Alessia Lionello che, del padre, ha seguito le orme (doppiatrice, attrice, persino regista), si muove a proprio agio nel contesto che descrive. Narra dell’aspetto profondamente umano del personaggio, senza infingimenti. Avanza come figlia, nelle descrizioni intime e familiari e fa un passo indietro, sempre, come biografa. Tutto ciò nella consapevolezza di avere accanto una forza della natura, il cui sangue le appartiene, ma la cui anima va condivisa col mondo. Ce lo ricorda nella sua Introduzione (cfr., pagg. 7 e 8 del volume): “ I genitori non si scelgono, ti capitano. A me è capitato un tipo strambo. Un certo Oreste, fuori dal comune, che mi incuteva un po’ di soggezione. Con l’età della ragione ho imparato a decodificarlo. A compiere lo slalom tra i suoi criptici atti linguistici per arrivare a un unico traguardo: ridere. Ci siamo uniti così indissolubilmente attraverso la risata. Abbiamo riso sempre in tutti i momenti possibili e impossibili. Non ero la sua figlia preferita, se mai esistono figli preferiti. Ma sono stata la sua principessa, una principessa ridente che ora parlerà di lui, forse nello stesso modo strambo che aveva lui di essere genitore. Di solito, in questi casi, si descrive semplicemente la vita dei grandi artisti. Io ho scelto di farne un racconto sovversivo, proprio per rispettare il senso e la filosofia di un uomo che, con la sua comicità, ha sempre stravolto la realtà, per sottolinearne gli aspetti più ironici e paradossali. Mai morte vi farà tanto piangere dalle risate. Buona immersione.” E con questo sentimento augurale diretto, voglio lasciarvi anch’io, certa che sarà tutto il percorso delle 340 pagine, che si leggono d’un fiato e con un unico desiderio: divorarle per giungere al gran finale (cfr., pag.339), a darvi la dimensione di uno dei nostri uomini di maggior talento.

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Circa 900 persone alla cena raccolta fondi

per il Villaggio

della Carità

Circa 900 partecipanti, 700 biglietti in prevendita, un centinaio di volontari coinvolti tra persone che hanno cucinato e servito ai tavoli e coordinato la logistica per l’organizzazione della serata. Questi i numeri della cena di raccolta fondi organizzata dalla Caritas Diocesana di Lamezia Terme con il patrocinio del Comune che si è svolta ieri sera su Corso Numistrano, il cui ricavato servirà per la realizzazione del Villaggio della Carità “Mons. Francesco Maiolo”, opera segno del Giubileo nella nostra Diocesi, sollecitata da Papa Francesco per tutte le diocesi del mondo in occasione dell’Anno Santo della Misericordia. Un lavoro corale e sinergico, quello che ha dato vita alla serata di ieri sera su Corso Numistrano, che ha visto coinvolti, oltre ai volontari che quotidianamente svolgono servizio alla mensa della Caritas presso la Chiesa della Pietà, oltre 30 aziende lametine che hanno dato il loro contributo per la preparazione della cena e i giovani della Pastorale Giovanile della Diocesi lametina che proprio ieri hanno celebrato la loro giornata diocesana. Tante le associazioni e i movimenti ecclesiali che hanno partecipato e che nelle settimane precedenti si sono date da fare per sensibilizzare e coinvolgere i cittadini. Una serata di festa e solidarietà, animata dai giovani e dalla band dei Frati Minori Francescani, che hanno rallegrata la serata con performance musicali e momenti di intrattenimento. A tutti coloro che hanno partecipato all’iniziativa e a quanti nelle scorse settimane hanno lavorato per la realizzazione della serata, il ringraziamento del vice direttore della Caritas diocesana Don Claudio Piccolo Longo che ha sottolineato come “il Villaggio della Carità sarà il segno di una città che vuole crescere nella solidarietà, nell’accoglienza, nella vicinanza agli ultimi. Quello di stasera è solo il primo passo. Presto ci metteremo a lavoro per

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realizzare la struttura, che sorgerà in Via Indipendenza, alla quale invito tutti i cittadini che lo vorranno a dare una mano, ognuno secondo le proprie competenze e capacità”. Don Claudio ha ricordato che il progetto prevede la costruzione di spazi per raccogliere indumenti, generi alimentari, beni da donare ai più poveri , una serie di casette di legno per accogliere i volontari e tutti coloro che vorranno mettersi a servizio dei più fragili. “Grazie alla collaborazione con la Comunità Papa Giovanni XXIII fondata da Don Oreste Benzi – ha spiegato Don Claudio – avremo la gioia di ospitare nel villaggio una famiglia che da anni è in missione in varie parti del mondo. E’ l’inizio di un cammino di condivisione e di carità che spero coinvolga sempre più persone”. Per Padre Valerio Di Trapani, direttore della Caritas Diocesana di Lamezia, “il Villaggio della Carità è il segno dell’attenzione della Chiesa lametina ai giovani, in particolare a quelli più fragili e segnati da varie forme di disagio. Attraverso questo progetto, vogliamo far sì che il volontariato svolga sempre più una funzione educativa e formativa per i nostri giovani, per aiutarli ad uscire da ogni forma di chiusura e indifferenza e aprirli all’amore per gli altri e alla vicinanza a chi è più solo”. Ha ricordato la figura del sacerdote lametino Mons. Francesco Maiolo a cui sarà intitolata la struttura, il Vescovo Luigi Cantafora, che ha evidenziato “il grande patrimonio di umanità e solidarietà della città di Lamezia che anche attraverso questo progetto deve trovare nuovi stimoli per crescere sempre più nell’unità e nella costruzione del bene comune”. Apprezzamento dal Sindaco Paolo Mascaro che ha lodato la significativa partecipazione dei cittadini all’iniziativa

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OSCILLAZIONI CLIMATICHE RIFLESSI SUL PAESAGGIO E SUGLI ESSERI VIVENTI Ha avuto luogo il 18 Giugno alle 17,30 presso il Teatro Umberto a Lamezia Terme,un Convegno organizzato dall’Associazione Culturale Insieme. L’Associazione promuove iniziative culturali, ricreative e aggregative per i Lametini favorendo interrelazione ed educazione permanente a qualsiasi fascia d’età, incentivando al tempo stesso lo sviluppo di creatività, attitudini, e potenzialità individuali. Tutto ciò è finalizzato a ritardare il processo d’invecchiamento,mantenendo in esercizio corpo e mente. A tal fine l’ Associazione organizza seminari, conferenze e dibattiti di carattere storico, artistico, scientifico, letterario, corsi di ballo, corsi di Informatica,concerti di musica, Viaggi in Calabria, in Italia e all’ Estero. Tutte le attività sono organizzate da professionisti di chiara fama. Il Convegno del 18 Giugno presieduto da Rosaria Rizzo,ha avuto come tema i Cambiamenti climatici, le possibili cause e gli effetti sugli esseri viventi. Aprendo l’incontro, la Presidente dell’Associazione, Rosaria Rizzo, salutando i presenti e i relatori ha ringraziato tutti rendendo noto che l’argomento sia di portata mondiale ed ha presentando il primo intervento del Prof. Vincenzo Carbone Direttore del Dipartimento di Fisica dell’ Università della Calabria ( CS). V. Carbone ha illustrato il problema dei cambiamenti climatici in atto, esaminato il paleo-clima e le problematiche scientifiche causate da tali mutamenti ponendo l’interrogativo di cosa potremmo attenderci da futuri mutamenti climatici. Pur essendo certi di non poter avere una conoscenza diretta dei cambiamenti climatici, ci interroghiamo su quali possano essere le cause di tutto ciò. Carbone ha analizzato il clima sulla Terra sostenendo che l’effetto serra ha un ruolo importante nel mantenerlo teoricamente costante. E’ risalito poi alle cause di tali mutamenti di tipo sia naturale sia antropogenico, quest’ultimo dovuto all’immissione di gas serra nell’atmosfera, che ne alterano l’equilibrio facendone variare la composizione: L’aumento di Gas Serra causa un aumento di CO2 provocando quindi un surriscaldamento. Questo è un effetto antropogenico, dovuto all’intervento umano. Sono presenti, comunque, anche i mutamenti causati dalla Terra stessa. Basterà osservare i ghiacciai dal 19601980 ad oggi: La loro superficie è molto più ridotta: Se in precedenza infatti, essa tendeva ad aumentare, oggi tende invece a diminuire. Allo stesso modo si può assistere al surriscaldamento e all’avanzamento dei mari. Carbone ha sostenuto inoltre che i cambiamenti climatici siano sempre esistiti sulla Terra anche in epoche precedenti alla nostra e lo ha dimostrato parlando di Paleoclimatologia ed esaminando le

Mensile di informazioni varie - anno 24°-n. 23 - LUGLIO 2016 Iscrizione al Tribunale di Lamezia Terme n. 609/09 Rug. - 4/09 Reg. Stampa Direttore Responsabile: Antonio Perri Edito da: Grafichè Perri Lamezia Terme - Via del Progresso, 200 Tel. 0968.21844 - e.mail. perri16@gmail.com Stampa: Michele Domenicano Allestimento: Peppino Serratore Redazione: Nella Fragale - Perri Antonio Progetto grafico&impaginazione: Grafiché Perri-0968.21844

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calotte polari. Il Clima è cambiato negli ultimi 900.000 anni, con periodi glaciali quasi ciclici. Tali glaciazioni sarebbero state causate dal movimento ellittico del nostro pianeta. Dal momento che noi viviamo in una stella, cioè nell’eliosfera, ( nel Sole), questa è un gas, quindi si espande molto dinamicamente, essendo il sole molto dinamico: Il ciclo di attività solare è costituito da attività a ‘grande scala’ e attività a ‘piccola scala’; l’attività solare è inoltre caratterizzata da ‘Gran Minima’ e da ‘Gran Massima’: Flussi di raggi cosmici. Quando l’entità di raggi cosmici è maggiore, la terra si raffredda. In Epoca Preistorica, durante le Ere Glaciali e i vari cambiamenti climatici, gli uomini primitivi di differenti specie, sopravvissero o meno a seconda delle diverse capacità di adattamento. Nella nostra epoca vi è un aumento di probabilità di avere “eventi estremi” : Siccità, alluvioni, onde di calore, come nell’ Agosto 2003. Si può prevedere un cambiamento climatico ? Vi è scarsa conoscenza scientifica: Non si è in grado cioè, di valutare l’attività solare . Nel 2050 probabilmente si avrà un’Era Glaciale. >Un altro passo necessario < ha concluso Carbone, > è riconoscere che la Natura non ci è ostile, la sua bellezza porta il segno del suo Bene per l’uomo; il non riconoscere ciò, ci sta distruggendo. I cambiamenti climatici sono sempre esistiti e dovremmo imparare a conviverci >. Ha preso poi la parola Il componente del consiglio nazionale “Amici della Terra Italia”, il geologo Mario Pileggi, che con l’ausilio di slide, immagini e dati ha relazionato riguardo i principali cambiamenti climatici nella storia della Terra e dell’Uomo e le conseguenze causate dallo scioglimento dei ghiacciai, dall’avanzamento degli oceani e dal riemergere di alcune terre prima sommerse, per un continuo alternarsi di aumenti e abbassamenti della temperatura rispetto alla media registrata negli ultimi decenni. E’ arrivato poi l’intervento del Direttore sanitario delle Terme di Caronte, dott. Giancarlo Gaetano che ha relazionato riguardo gli effetti di tali cambiamenti climatici sull’uomo: Il dottore ha fatto notare che tali mutamenti repentini di temperatura influiscono negativamente sulla natura umana: L’organismo deve adattarsi a variazioni continue, per tale ragione alcune persone soffrono di meteoropatie: insonnia, cambiamento d’umore, nervosismo, debolezza, apatia, depressione. Spesso possono manifestarsi alcune forme allergiche o la riduzione delle difese immunitarie la cui causa è la ‘ adenodipofisi ‘ .

Le iscrizioni, per i privati sono gratuite; così come sono gratuite le pubblicazioni di novelle, lettere, poesie, foto e quanto altro ci verrà inviato. Lamezia e non solo presso: Grafiché Perri - Via del Progresso, 200 - 88046 Lamezia Terme (Cz) oppure telefonare al numero 0968/21844. Per qualsiasi richiesta di pubblicazione, anche per telefono, è obbligatorio fornire i propri dati alla redazione, e verranno pubblicati a discrezione del richiedente il servizio. Le novelle o le poesie vanno presentate in cartelle dattiloscritte, non eccessivamente lunghe. Gli operatori commerciali o coloro che desiderano la pubblicità sulle pagine di questo giornale possono telefonare allo 0968.21844 per informazioni dettagliate. La direzione si riserva, a proprio insindacabile giudizio, il diritto di rifiutare di pubblicare le inserzioni o di modificarle, senza alterarne il messaggio, qualora dovessero ritenerle lesive per la società. La direzione si dichiara non responsabile delle conseguenze derivanti dalle inserzioni pubblicate e dichiara invece responsabili gli inserzionisti stessi che dovranno rifondere i danni eventualmente causati per violazione di diritti, dichiarazioni malevoli o altro. Il materiale inviato non verrà restituito.

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