Lm multi novembre

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Lamezia e non solo

Editore: Grafichè di A. Perri

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Il Cacciatore di Meduse, il romanzo di

Ruggero Regna tra i testi scelti per “libriamoci 2016” , recensito da Albino Cuda

Dal 24 al 29 ottobre 2016 torna nelle scuole di ogni ordine e grado “Libriamoci”, l’iniziativa promossa dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) attraverso la Direzione Generale per lo Studente e dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT), con il Centro per il libro e la lettura. Tra i libri scelti anche “Il cacciatore di meduse” di Ruggero Pegna (Falco Editore), che sarà discusso il 26 Ottobre alle ore 11.00 presso l’Istituto Tecnico Trasporti e Logistica “M. Ciliberto” di Crotone, su iniziativa della professoressa Eleonora Stellatelli. Temi della giornata saranno i migranti, le diversità culturali e i razzismi. Numerosi sono già stati gli Istituti scolastici che hanno introdotto la lettura e lo studio del romanzo tra i propri studenti. Di seguito, la recensione al romanzo del Preside Prof. Albino Cuda: Caro Ruggero sono arrivato a pagina 386! Ho seguito il tuo Tajil da Chisimaio a San Vito Lo Capo attraverso Kufra, Roma, Milano, Perugia, Praga, sulle onde di una sorte sempre tragica e avversa, ma sempre mitigata dalla luce di sogni e apparizioni, speranza e fede che hanno reso la separazione dal villaggio natio, lo stesso viaggio sul barcone, la morte di alcuni amici del Branbur, meno dure per il lettore. Nel cuore e nella mente sempre il mare e la sua Africa come collant unitario. Luoghi, personaggi e situazioni sono stati narrati con forza icastica coinvolgente: la narrazione Lamezia e non solo

dell’attraversamento ti fa testimone oculare della loro sofferenza e della loro morte e dalla panchina al garage, dallo sgabuzzino ai cartoni del ponte, tocchi il dolore e la disperazione di questa gente, così come la felicità di Samira e Tajil per il tetto del casolare abbandonato di Andrea. Sono arrivato alla fine consolato e appagato da un epilogo degno della saggezza di alcuni dei più grandi poeti greci e latini quali Esiodo o Virgilio, nelle opere dei quali, vuoi che sia il lavoro duro della vita dei campi o un viaggio segnato continuamente dalla sofferenza, alla fine della giornata o del viaggio, che sia un giorno o siano anni, arriva sempre quella felicità tanto desiderata e per cui tanto hai lottato e tanto è più bella quanto più hai sofferto. Sto rileggendo la prima parte fino all’attraversata, che tu hai descritto veramente in maniera magistrale, quasi vissuta personalmente e di cui alcune immagini, veramente potenti, rimangono indelebili. Potrei dilungarmi sulla creatività di alcuni squarci riflessivi, paesaggistici e umani, sulla presenza quasi costante della tua vicenda personale in termini di fede e di speranza, sulla bellezza della vita anche nella disperazione, sull’aspirazione di una pace in una “terra che è di tutti”; ma voglio finire col dirti che chiunque avrà la fortuna di leggere il tuo romanzo sarà certamente un uomo migliore. Ciao, Albino Cuda.

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FIDAPA - Sezione di Lamezia Terme

Momento di grande spiritualità per la FIDAPA presso Casa Nazareth di Acquavona La Fidapa di Lamezia Terme, domenica 16 Ottobre 2016, per inaugurare l’anno sociale 2016-2017 ha organizzato una escursione alle falde del nostro monte Reventino, ad Acquavona, presso casa Nazareth di Villa Rosa, per vivere un momento di spiritualità celebrando il “Giubileo della Misericordia”. Ad accogliere la presidente, Angela De Sensi Frontera e le numerose socie, (alcune accompagnate dai consorti), sono state le suore: madre Violetta e suor Corradina, che insieme a suor Loredana, gestiscono questa struttura di grande valore architettonico e storico; immersa nel verde, è stata voluta da Suor Marina, nell’intento di offrire alle persone un’oasi di tranquillità, di pace e un occasione di riflessione sugli aspetti religiosi della vita:“tutto invita alla preghiera e alla contemplazione del creato”. Come ha spiegato suor Corradina in apertura della giornata, la struttura fu costruita quando Suor Marina ha ricoperto la funzione di madre generale delle Suore “Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue”, ordine monastico, fondato dal Servo di Dio Tommaso Maria Fusco, che vanta la sua presenza in più parti del mondo. Alle 10,30 Don Armando Augello, nella sala adiacente alla bella cappella, ha spiegato in modo agevole e toccante “il vero significato della Misericordia Giubilare” e ha invitato a riflettere sull’amore misericordioso di Dio padre, un amore che accoglie e genera, che “miserando”, avendo compassione per ogni uomo, e perdonando, lo invita a collaborare alla Sua opera di salvezza. Un evento storico di tale eccezionalità, come il “Giubileo della Misericordia”, non poteva essere trascurato da una associazione femminile come la Fidapa che, per quanto laica, è

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stata sempre attenta a trattare gli eventi storici contemporanei e a viverli. La Santa Messa ha completato la mattinata. Alle tredici il pranzo, gustoso e abbondante, preparato da suor Loredana, è stato consumato dagli ospiti in uno splendido salone di forma circolare, illuminato da finestroni, da cui si poteva ammirare la cima del Reventino, vicinissimo, tanto da generare in chi lo contemplava l’illusione di poter stendere una mano e toccarlo; al centro della sala un mastodontico caminetto, ancora spento, ma che richiamava alla mente i bagliori delle fiamme ardenti nelle lunghe e fredde serate invernali. Nel pomeriggio, alle ore 15,30 il gruppo in autobus si è trasferito a Conflenti per celebrare il rito del Giubileo della Misericordia nel Santuario della Madonna di Visora, che è tra le chiese giubilari della Calabria. Ad attendere le fidapine don Armando Castagnaro, che, celebrato il rito, ha illustrato agli ospiti sia il valore storico e artistico dell’edificio, sia il culto della “Madonna della Quercia”, che risale al 1578, quando a seguito di diverse apparizioni della Vergine, nei pressi della grande quercia, e vari miracoli documentati, si diede avvio alla costruzione della Chiesa. Nel 1581, mentre i lavori di costruzione dell’edificio erano ancora in corso, è stato trovato un Quadro Divino, con l’immagine della Vergine, bellissimo, tanto da pensarlo opera divina e non umana. La Vergine, ivi raffigurata, è stata proclamata protettrice e padrona di Conflenti, e a memoria di ciò vi è una lampada sempre accesa davanti a questo quadro, posto in alto dell’altare maggiore. La professoressa Franca Spagnulo, in qualità di docente di storia dell’arte, ha ulteriormente approfondito l’argomento, il-

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lustrando l’architettura del Santuario e le singole opere d’arte che lo abbelliscono. Un giro per il paese per assaggiare le specialità culinarie: bucconotti, fichi secchi infornati, noci, crocette, tutto e di più della bella tradizione conflentese. Due gustose torte, preparate ed offerte dalla signora Veronica Pugliano Burgo di Conflenti, e i bucconotti offerti da Giuliana Paola, socia di origine conflentese, sono state espressione di ospitalità e di piacevole accoglienza. Gustare i prodotti locali sul posto è segno di ami-

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cizia e di scambio culturale. Durante il viaggio, per non tediarci, la prof.ssa Rosa Nero, originaria di Confletti, ha letto alcune poesie di Butera in vernacolo e Rosetta Vecchi alcuni suoi versi, scritti in dialetto nicastrese. Rientro a Lamezia in prima serata. Una giornata da segnare con”bianche pietruzze” direbbe Catullo, per la sintesi che si è creata di bellezze naturali e artistiche, di emozioni religiose, di calore umano.

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Rinascita della “Polisportiva Giovanile Salesiana” Presso l’Oratorio di Don Bosco nella Parrocchia Maria Santissima Delle Grazie a Sambiase, stà rinascendo, dopo 20 anni, la P.G.S. “Polisportiva Giovanile Salesiana”, che è un ente nazionale di promozione sportiva promossa dal C.N.O.S. “Centro Nazionale Opere Salesiane”, e del C.I.O.F.S. “Centro italiano opere femminili salesiani”. La P.G.S. ha carattere prettamente educativo riconosciuta dal CONI e come ente Nazionale a carattere assistenziale è riconosciuta anche dal Ministero dell’Interno, no ha scopo di lucro ma tutto è finalizzato sull’aspetto formativo – educativo dei giovani. L’associazione P.G.S. e proposta originale nell’esaltare il valore della corporeità, il senso della festa, l’apertura verso il territorio, vita di gruppo, spontaneità e accoglienza. Obbiettivo principale della Polisportivo è la crescita umana di chi fa sport,

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Don Bosco ci ha insegnato la preferenza per la gioventù privilegiando il cortile come luogo di educazione e qui si rafferma l’intento unico di dedicarsi ai ragazzi per farli crescere e formarli. Gli educatori offrono la loro esperienza gratuitamente offendo ai giovani il loro tempo, la loro disponibilità e soprattutto la loro voglia di tramandare buoni valori e principi mettendo al centro dell’attività sportiva l a persona e poi l’atleta. Cosa significa P.G.S.? P- POLISPORTIVA: tanti sport perché ogni bambino possa scegliere, ma con un progetto unico alla base. G- GIOVANILE: sport si, ma principalmente per i giovani e per chi si sente giovane. S- SALESIANA: perché sono state inventate da Don Bosco, il santo dei giovani. La P.G.S. cerca di educare i ragazzi

seguendo la crescita grazie allo sport attraverso il “Sistema Preventivo” Basato su: 1- Ragione: insegnare ad avere il cervello e non solo i muscoli; 2- Religione: insegnare a ringraziare il Signore della vita e della salute, giocando ed esprimendo il meglio di se stessi; 3- Amorevolezza: allenare facendo sentire amati i bambini, come se tutti fossero speciali, al di là delle capacità tecniche e dei risultati. Infatti, nella P.G.S. si parla di educatori, al centro c’è il ragazzo non l’atleta. Vi aspettiamo numerosi presso la Parrocchia Maria Santissima delle Grazie.

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Sabrina Cortese

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Patrizia La Fonte presenta

“ Dalla zeppola a Dante” Cronaca dell’ incontro con Patrizia La Fonte E’ un pomeriggio di fine estate al Lissania Garden ed i soci e gli amici di Altrove sono pronti per dare il benvenuto ad un’ospite di eccezione : l’attrice , autrice e regista teatrale Patrizia La Fonte , nota al grande pubblico per aver preso parte alla fortunata serie televisiva “ Incantesimo “ , interpretrando il personaggio di Olga. L’evento proposto da Patrizia è molto intrigante, come si intuisce dal titolo : “ Dalla zeppola a Dante” . Si tratta di una masterclass gratuita nel corso della quale Patrizia ci spiegherà come sia possibile parlare bene la lingua italiana senza studiare regole , ma avvalendosi di un metodo messo a punto da lei stessa e denominato ortofonico imitativo. E’ la prima volta che ospitiamo nella nostra associazione un personaggio così noto e così diverso dai nostri abituali frequentatori, per cui ci sentiamo un pochino in ansia perché vorremmo fare di tutto per metterla a suo agio e, non conoscendola, nel nostro immaginario temiamo l’arrivo di qualche diva magari un po’ capricciosa e con richieste alle quali non riusciremo a far fronte. Controlliamo e ricontrolliamo l’interno dell’ associazione e il giardino esterno con grande cura affinchè sia tutto a posto e all’orario stabilito arriva Patrizia , puntualissima, che ci spiazza subito per la sua estrema semplicità e cordialità , unita ad una grandissima professionalità che traspare fin dalle prime parole che ci scambiamo. Patrizia osserva la location sia interna sia esterna, si complimenta per l’anfiteatro e, senza esitazione, individua per la sua lezione uno spazio all’aperto, ingombro di tavolini sparsi un pò alla rinfusa, ricordo dell’estate che volge ormai al termine. Ci spiega che proprio quello spazio, il più modesto del giardino, è il più consono al suo evento , poiché le permetterà di parlare senza l’uso del microfono e di rendere così la sua lezione più vivace, poiché è sua intenzione coinvolgere il pubblico in alcuni esercizi sulla dizione e sull’ impostazione della voce. Ci adoperiamo per sistemare al meglio lo spazio prescelto ma , con nostra grande meraviglia,

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Patrizia si mette a spostare sedie e tavoli insieme a noi e capiamo immediatamente di avere davanti a noi una professionista seria, innamorata del suo lavoro….altro che una diva capricciosa ! Patrizia inizia la sua lezione in maniera molto informale. Seduta su un tavolo, con in mano un foglietto di appunti, ci parla del suo libro, in corso di pubblicazione, dal titolo GIUSTO PER DIRE che raccoglie gli strumenti di lavoro teorico e pratico da lei utilizzati in oltre trent’anni di insegnamento con oltre mille allievi italiani e stranieri che desideravano migliorare il loro modo di parlare in lingua italiana. Tali allievi non sono stati solamente attori e professionisti della parola ma anche semplici studenti, docenti e professionisti sia italiani che stranieri. Ci racconta , portando numerosi esempi, come l’esperienza pratica l’ha portata a sviluppare percorsi rapidi ed efficaci per far acquisire e fissare la corretta pronuncia dei suoni insieme alla gestione del respiro e dei risuonatori per un bell’italiano parlato. Attraverso il suo manuale ed i corsi che tiene in tutta Italia Patrizia promuove il metodo ortofonico imitativo da lei inventato, formato e affinato sulle esigenze di tanti allievi di diversa provenienza linguistica. Tale metodo ha il grande vantaggio di accorciare, in breve tempo, le distanze tra una lingua parlata incerta, con difetti di pronuncia, cadenze, inflessioni e un bell’italiano fluido e piacevole, utile non soltanto per chi recita ma per tutti coloro che vogliono migliorare il proprio modo di comunicare. Patrizia ci dà una dimostrazione pratica del suo metodo invitando chi tra il pubblico desidera fare una prova ; alcuni di noi sono un po’ riluttanti ma lei sa metterci veramente a nostro agio . Proponiamo a Patrizia di tenere un corso presso la nostra Associazione e prendiamo accordi per i dettagli tecnici. E’ ormai sera e non ce ne siamo accorti perchè Patrizia ha saputo catturare la nostra attenzione, rendendo la lezione fluida e molto piacevole. Anche lei è contenta del pubblico di Altrove e ci saluta declamando il V Canto dell’ Inferno , regalandoci un momento di intense emozioni.

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GRAFICHE’ di Antonio Perri La Tipografia Memoria di Passato, Fucina di Futuro La nostra è una tipografia che opera da quasi quarant’anni nel settore della stampa. Una stampa che sa di antico pur adattandosi alle novità in continua evoluzione del settore per potere soddisfare tutte le esigenze dei clienti. Vanta collaborazioni con i migliori grafici del settore. Stampa di Adesivi, Banner, Biglietti da visita, Block notes, Brochure, Buste commerciali, Cartelle, Calendari personalizzati, Creazioni Grafiche, Carta intestata, Cartelle personalizzate vari formati, Cartelle porta Dépliants, Cataloghi, Etichette, Dépliants, Fatture, Flyer, Fumetti, Illustrazioni, Inviti Nozze, Libri, Locandine, Manifesti, Opuscoli, Partecipazioni per tutti gli eventi, Pieghevoli, Planner, Pubblicazioni per Enti statali, Comuni, Regione, Provincia, Registri, Ricettari, Riviste, Roll-Up, Rubriche, Stampati Commerciali in genere, Stampe digitali e cartellonistica, Striscioni, Tovagliette stampate per ristorazione, Volantini, Volumi. LA MISURA DI OGNI STAMPA PUO’ ESSERE PERSONALIZZATA

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Disabilita’, femminilita’, nuove forme di comunicazione: conclusa al Campanella la rassegna “Libriamoci” La realtà della disabilità, il cammino di chi ogni giorno su una sedia a rotelle supera i propri limiti e, quasi paradossalmente, aiuta la società a far superare le barriere mentali ed architettoniche. La vita di tutti i giorni raccontata con gli occhi di una donna, Tizianenda, emblema di una femminilità “funambula”. che ricerca l’equilibrio tra tante vite e tante storie. E poi la nuova comunicazione che viaggia sui blog e sui social network, canali di nuove espressioni artistiche e letterarie. Questi i temi affrontati al Liceo Campanella di Lamezia Terme nei tre giorni di “Libriamoci”, l’iniziativa promossa nelle scuole italiane dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT) attraverso il Centro per il libro e la lettura e dal Ministero dell’Istruzione (MIUR), per far entrare nelle classi i libri e gli autori, avvicinando gli studenti alla lettura. Antonio Saffioti, Tiziana Calabro, Ippolita Luzzo: tre autori calabresi sono stati protagonisti nei giorni scorsi della rassegna all’istituto superiore lametino, dialogando con gli studenti e risponde alle loro domande, confrontandosi sui temi dei loro libri e allargando lo sguardo all’attualità. Un invito all’impegno nel sociale e del volontariato agli studenti del Campanella da parte del vicepresidente Fish Calabria Antonio Saffioti, che ha raccontato la sua storia

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e quella della sua famiglia, alle prese con la sindrome di Duchenne di Antonio scoperta a due anni. Saffioti ha sollecitato i ragazzi “a spendersi per gli altri, nel volontariato, nella cultura, nella politica, a non pensare solo a se stessi. Negli anni l’approccio della società nei confronti della disabilità è cambiato. Ma è stato necessario lottare: anche con la mia famiglia abbiamo dovuto combattere per avere, ad esempio, le pedane per accedere a scuola o negli edifici pubblici. La vera vittoria non è l’assistenzialismo o il piangersi addosso, ma dimostrare che una vita normale è possibile ed è un diritto per tutti”. “Approcciarsi alla realtà con uno sguardo femminile non significa contrapporsi agli uomini, ma camminare insieme a loro e costruire insieme percorsi di vita”, ha detto Tiziana Calabrò agli studenti parlando delle conquiste e dei tanti stereotipi che ancora oggi condizionano negativamente la rappresentazione della donna nella società. Ha concluso la rassegna Ippolita Luzzo, che ha raccontato gli studenti l’esperienza del suo blog dove è conosciuta come “La regina della Litweb”: la Luzzo ha parlato di quello che la blogger chiama il “suo regno”, un regno virtuale, dove sfruttando le potenzialità del web si possono creare relazioni tra autori di varie parti d’Italia e del mondo, far conoscere libri ed autori che il mercato editoriale massificato scarta e il più delle volte non prende nemmeno in considerazione.

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CALCIO A 5 FEMMINILE Dopo sette giornate due sconfitte e cinque vittorie

LA

ROYAL TEAM LAMEZIA ALL’INSEGUIMENTO DELLA VETTA

Costretta ad inseguire la Royal Team Lamezia dopo sette gare di campionato. La recente sconfitta a Bisceglie, la seconda stagionale dopo quella all’esordio col Martina a Putignano, obbliga la squadra dei presidenti Vetromilo e Mazzocca a rincorrere la vetta. Come già illustrato da queste colonne, la Royal questa stagione punta a quel salto di qualità che, per una giovane società qual è quella lametina, avrebbe sicuramente del sensazionale. Ma non sarebbe frutto dell’improvvisazione, anzi mister Carnuccio può vantare un roster di tutto rispetto, che ha visto aggiungere ad un gruppo consolidato dell’anno scorso i, si spera, giusti aggiustamenti per ambire in alto. Già detto dello stop alla prima giornata, contro comunque un Martina che sarà sicuro protagonista di questo torneo, la Royal ha poi imparato la “lezione” mettendo in fila ben cinque vittorie, con 24 gol segnati e solo 7 subìti. In particolare la Royal ha superato Vittoria Calcetto, Noci e Molfetta in casa; e Cosenza e Policoro fuori. Quando poi a Bisceglie, domenica 6 novembre, c’era la possibilità di agganciare la vetta della classifica, occupata dal Real Sandos (altra favorita per la promozione in A Elite) che osservava il proprio turno di riposo, ecco l’inatteso capitombolo di Marrazzo&compagne per 3-1. Pesanti in tal senso le assenze dell’infortunata Erika Linza (3 gare out) che pur avendo diverse alternative, era reduce da una strepitosa performance fatta di cinque gol in due gare. E di Samanta Fragola, la più esperta del gruppo, capace di conferire qualità ed equilibrio alla squadra, assicurando quella coesione del gruppo soprattutto in campo. Altro discorso è la coesione fuori dal campo, parimenti necessaria checché se ne dica. Tra queste note ‘tristi’, c’è stata la bella novella del rientro di capitan Marrazzo: Alessandra ha iniziato proprio a Bisceglie a ritornare tra le convocate e quindi a respirare l’aria del campo. Dopo 5 mesi di sacrifici e riabilitazione per l’intervento al ginocchio, il capitano biancoverde darà sicuramente il suo contributo dentro e fuori il campo! Cosiccome note liete anche dai bomber: si è sbloccata anche in casa Sharon Losurdo (ora a 8 gol totali) e Mirafiore (a quota 3), entrambe una doppietta contro il Molfetta,

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ci si aspetta che siano loro a scardinare i bunker avversari pure in trasferta. Ovviamente, com’era prevedibile, la sconfitta di Bisceglie ha lasciato un po’ di delusione, in particolare nel presidente Nicola Mazzocca, non insensibile ai risultati negativi della propria squadra. “Non si può perdere contro questo Bisceglie sicuramente a noi inferiore. Non ho visto grinta e determinazione anzi siamo apparsi timorosi in una partita da vincere e pure facilmente. Le prossime 4 gare saranno decisive per capire se si può continuare a pensare di vincere il torneo che sembrava alla portata con la squadra che abbiamo costruito”. Insomma il riscatto è atteso inevitabilmente domenica 13 novembre contro l’altro Vittoria, lo Sporting Futsal, 9 punti in classifica, 6 in meno della Royal che ora insegue non una ma due squadre a 18, ovvero Sandos e Martina. Prima della lunga sosta natalizia, che per la Royal inizierà il 18 dicembre quando osserverà il proprio turno di riposo, la squadra di Carnuccio affronterà dopo Vittoria, Catanzaro e San Cataldo fuori alternate dalle gare interne contro Real Sandos (il 27 novembre) e Fasano. Il girone di ritorno riprenderà l’8 gennaio del nuovo anno ospitando l’altra favorita Martina per la prima di ritorno. Intanto però si pensi a vincere contro il Vittoria con l’aiuto del caloroso pubblico lametino, alquanto numeroso nell’ultima gara interna contro Molfetta, che nell’intervallo ha fatto registrare il gemellaggio con la Vigor Lamezia alla presenza del sindaco Mascaro e dell’Assessore Mascaro. FUTSAL-BABY. In attesa spasmodica poi di uno spazio dove iniziare l’attività giovanile (“abbiamo già tante ragazzine pronte ma non sappiamo dover farle allenare”, ammette sconsolata la presidente Claudia Vetromilo), la Royal ha iniziato il progetto-scuola Futsal Baby presso l’Istituto Omnicompresivo “Maggiore Perri”. Sotto la direzione di mister Carnuccio si alternano varie calcettiste della Royal per far appassionare le già entusiaste bambine e bambini dello Scolastico e chissà trovare “le future campionesse di Lamezia” si augura ancora Vetromilo.

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Dalle Ande agli Appennini La parafrasi del noto racconto ‘deamicisiano ‘ Dagli Appennini alle Ande ’ si presta agevolmente all’esperienza vissuta da Graciela Cruz, che ha seguito il percorso inverso rispetto a quello del piccolo Marco, eroe genovese, partito dagli Appennini e sbarcato a Buenos Aires, terra delle Ande, dopo un periglioso viaggio. Graciela Cruz, circa dieci anni fa, è partita da Buenos Aires, dall’ Argentina dominata dalla catena andina, per arrivare presso gli Appennini, nell’ Italia meridionale e fermarsi a Lamezia Terme, la nostra città. Parlare di Graciela è interessante, perché affiancata ad un costante riferimento: l’arte pittorica. Fin da bambina, Graciela si è messa alla sequela della sua Musa ispiratrice, cogliendone le spinte interiori, e , ancora acerba nel linguaggio e nella tecnica, ha frequentato parallelamente al corso di studi scolastici, una scuola di pubblicità. L’approccio diretto con la composizione di immagini e di parole funzionali alla comunicazione visiva e al sotteso messaggio, l’ha resa consapevole della sua abilità creativa . Esigendo da se stessa gravi rinunce e sacrifici, per ricevere in cambio molto di più in passione e sensibilità artistica, perfeziona e approfondisce lo studio pittorico presso l’ Accademia delle Belle Arti di Buenos Aires, conseguendo brillantemente la laurea in Disegno. Fortemente attratta dai colori, dai profumi, dalle tradizioni del suo Paese, si lascia coinvolgere da essi, invocando le Muse neolatine per essere fonte di ispi-

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razione e sentinelle delle sue opere. Produce dipinti sul ballo popolare dell’Argentina, il Tango, e fissa sulla tela i movimenti della figura femminile e di quella maschile, al ritmo dolce e lento della musica, in un vortice di pathos, amore, passione, reconditi aneliti dell’Eros. Fa percorsi di riflessione interiore, attendendo dalle pennellate sulla tela la risposta agli enigmi della condizione umana: il senso e il fine della nostra esistenza, l’origine e lo scopo del dolore, il bene e il male, il mistero che circonda la nostra vita, da dove veniamo e verso dove andiamo. La natura umana e le condizioni esistenziali , che da sempre interrogano e turbano il cuore dell’uomo, s’impossessano delle tele di Graciela nell’alchimia dei quattro elementi di vita: fuoco, terra, acqua e aria. Prendono forma in un inarrestabile andirivieni di linee, cerchi, spirali e nascono ‘ Le Gorgoni ‘, ‘ I sette vizi capitali’, ‘ L’inferno dantesco ‘. Attenta testimone di questi nostri tempi tragici e convulsi, la pittrice fa emergere nelle opere più recenti tutta la sua amarezza per la guerra, la violenza, l’indifferenza verso gli emarginati, il degrado ambientale, la sofferenza dei migranti. Valori universali come la libertà, l’uguaglianza, la fraternità, viaggiano da sempre insieme a lei, sia durante l’insegnamento a Buenos Aires, sia nelle attività realizzate in Italia con la partecipazione a mostre collettive, a mercatini itineranti, a concorsi artistici, anche on-line, a performance personali. Nel corrente anno ha riscosso successo di pubblico e di critica con la mostra sull’ Abazia di Santa

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Maria di Corazzo nel comune di Carlopoli, intitolata ‘ El camino a la Abadia ‘, per evocare il più famoso cammino di Santiago di Compostela. Mariacristina Michienzi Nota di redazione Graciela Cruz ringrazia la Tipografia Perri nella persona della signora Nella Fragale, per lo spazio riservatole nella rivista e per l’attenzione alla sua persona.

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La pittrice organizza per bambini, adulti, persone mature, gruppi e associazioni corsi , laboratori e attività con la precipua intenzione di coltivare l’amore per l’arte, facendo emergere la bellezza interiore di ciascuno come una vera e propria terapia dell’anima, in un’oasi di pace, serenità, equilibrio ed armonia. Per contatti ed informazioni telefonare al 327 9038466 o email gra05cruz@hotmail.com

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La coppia che scoppia da coniugi a genitori separati

All’inizio amore … poi bacini e bacetti … saluti … conflitti … litigi … infine la separazione … e dalla coppia si passa allo scoppio. Spesso questo è quello che avviene nelle diverse fasi di una coppia innamorata che poi arriva alla separazione. Due persone scelgono di stare insieme promettendosi amore e rispetto, da individui si passa ad essere coppia e poi genitori. L’arrivo dei figli dovrebbe essere elemento di unione, ma se nella coppia vi sono delle difficoltà, spesso un figlio diventa motivo di litigio, su come gestirlo, accudirlo ed educarlo. Sempre più spesso la coppia di coniugi dimentica il rispetto ed inizia ad aggredirsi verbalmente ed a volte anche fisicamente oppure arriva a non rivolgersi più la parola. Allora uno dei due o entrambi decidono di mettere fine al conflitto con la separazione o il divorzio, con l’illusione di aver risolto molto dei problemi creati dal matrimonio o dalla convivenza e di avere risolto tutti i propri problemi. Allora perché continuano a litigare anche da separati se la maggior parte delle coppie si lasciano proprio per questo motivo? Probabilmente perché non hanno ancora maturato l’idea che come coppia coniugale e coppia di conviventi ci si separa e si divorzia, mentre come genitori non si divorzia mai dai figli, però ci sono condizioni più complicate nel continuare ad essere bravi genitori: dunque sarebbe importante riuscire a lavorare sui residui della conflittualità e delle tematiche che hanno condotto alla separazione. Il passaggio da coppia coniugale a coppia genitoriale è difficile da metabolizzare e da esercitare. E’ un viaggio molto impegnativo e difficile, pieno di ostacoli e nemici. Tocca farlo a partire da ciò che lascia in eredità la separazione, soprattutto le emozioni, anche ingombranti, e gli atteggiamenti (senso di perdita, di fallimento, di tradimento, mancanza di riferimenti). I sentimenti e le emozioni che nascono dopo una separazione vanno al di là dei buoni propositi, di ciò che si è letto, di ciò che si è studiato... questa riflessione conferma la potenza dei sentimenti dentro di noi e del fatto che siamo dei reduci, dei superstiti. Allo stesso tempo, il buon senso ci dice che ci sono un padre e una madre che non possono smettere di essere genitori solo perché non vanno più d’accordo. Di conseguenza, serve collaborazione e raccordo tra i due genitori per non rischiare che i figli vivano due m ondi opposti fatti di richieste, risposte, sensazioni e aiuti contrastanti. Questo è importante da tenere in considerazione soprattutto in funzione delle esigenze dei figli, perché un bambino ha bisogno di sentirsi amato e di crearsi un’identità; ha bisogno di coerenza, di stabilità, di dare e ricevere affetto e fiducia e di vivere in scenari fra loro compatibili. Un bambino ha DIRITTO di poter stare con entrambi i genitori e NON DEVE essere messo nella posizione di dover scegliere con chi stare: con mamma o con papà? Perché proprio l’unica persona che non ha mai deciso, mentre i genitori litigavano e si uccidevano psicologicamente, ora dovrebbe scegliere? I figli sono spesso strumentalizzati nella coppia di separati … i genitori si uccidono a colpi di bambino. È importante che la coppia di coniugi inizi a lavorare sulla propria RABBIA, sulla perdita dell’altro, sulle motivazioni che hanno portato a separarsi, assumendosi anche delle responsabilità del fallimento della coppia coniugale … non è sempre l’altro ad avere pag. 14

sbagliato, anche noi commettiamo degli errori, è necessario fare un po’ di introspezione. Perché prima di sposarsi le coppie partecipano al corso pre-matrimoniale e poi non fanno un percorso alla separazione coniugale? A volte prima di separarsi o subito dopo sarebbe importante fare un percorso psicologico della coppia per lavorare a livello introspettivo sulle emozioni e diventare una buona coppia genitoriale. Dopo la separazione il primo passo importante è rispettare l’altro nel ruolo genitoriale, anche se non è stato un buon partner potrà essere un buon genitore. Sopportare la presenza dell’altro e riuscire a dialogare, senza demandare ai figli di mediare nella coppia per qualsiasi problematica è il secondo passo per costruire un buon modello di riferimento per i figli stessi. Questi, sono una risorsa, sono l’affetto che rimane, dopo le tempeste, come elemento di continuità del progetto originario. Nella crescita dei figli ci saranno anche problemi o questioni che possono essere affrontati insieme non solo per scambiarsi informazioni, ma anche per definire strategie di intervento educativo. Ogni genitore ha delle capacità più sviluppate rispetto all’altro, sarebbe il momento per farle emergere anziché distruggerle reciprocamente. A volte quando ascolto la coppia di separati, la moglie dice del marito: “lui è sempre stato superficiale, mi sono sempre occupata io di far fare i compiti ai bambini” e lui dice “lei è sempre stata pesante, fissata con l’ordine”. Separiamo allora le responsabilità nella coppia genitoriale, la mamma si occupa degli aspetti educativi e scolastici ed il papà di quelli ludici-ricreativi. Potenziamo la coppia genitoriale con tentativi di collaborazione e cooperazione, affinché i propri figli serenamente possano fare una crescita evolutiva adeguata alla loro età e ben strutturata nel tempo.

È importante ricordare: “Siamo due buoni genitori, anche se separati” oltre al fatto che “l’amore finisce ma la stima come genitore rimane”. Dott.ssa Maria Mirabelli Viale Michelangelo, 25 Lamezia Terme Contatti: mariamirabelli@libero.it 339.5919310

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Randagismo aLameziaTerme il

Quelle del randagismo e della violenza sugli animali a Lamezia Terme sono problematiche serie che non possono essere tralasciate. È proprio per combattere simili fenomeni che è stato costituito il Coordinamento a difesa e tutela degli animali, nato ufficialmente ad ottobre. L’obiettivo principale è quello di operare mirando alla tutela e al benessere degli animali. La costituzione di questo gruppo permetterà altresì di dialogare in maniera più incisiva con le istituzioni anche e soprattutto grazie all’appoggio che il consigliere comunale Mimmo Gianturco ha dato al movimento permettendone proprio la costituzione. Un buon dialogo con gli organi competenti, inoltre, permetterà di concordare un piano di intervento di azioni comuni e contrastare in modo efficace e organizzato le inadempienze

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che si verificano in situazioni che vedono protagonisti gli animali. La volontà di dare vita al coordinamento è nata in seguito alla drammatica vicenda della cagnetta Vicky che, dopo aver passato un giorno ed una notte all’agghiaccio in una pozzanghera nella zona industriale di Lamezia Terme, è deceduta tra atroci sofferenze. In seguito a questo episodio, caratterizzato da un’inaudita violenza, cittadini, associazioni e volontari hanno effettuato un flash mob per protestare contro la violenza sugli animali. In seguito a ciò si è deciso di costituire il Coordinamento a difesa e tutela degli animali. Dopodiché si sono svolte varie riunioni ed incontri tematici ponendosi degli obiettivi da raggiungere nell’immediato futuro. Uno di questi è l’organizzazione della “Giornata del Cane” che si terrà il prossimo 27 novembre

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presso il Parco Dossi Comuni. SI tratta di una giornata interamente dedicata al cane durante la quale sono previsti dei “dog walking”, ossia delle passeggiate all’interno della pineta con un percorso realizzato ad hoc dall’educatrice cinofila. Nel corso della manifestazione si terrà anche un dibattito moderato dalla giornalista Nadia Donato durante il quale verrà trattata la tematica del randagismo e i problemi ad essa connessi. Sono previsti gli interventi del sindaco di Lamezia Terme Paolo Mascaro, del consigliere comunale Mimmo Gianturco e dell’assessore preposto. La giornata del Cane è aperta a tutta la cittadinanza e vedrà anche la partecipazione delle associazioni animaliste.

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Primo Raduno del

Golfo Club Off-Road Adventures Il Presidente dell’Associazione Sportiva e Culturale “Club Off- Roard ad Ventures” Fausto Russo , porge sentiti ringraziamenti a tutti i partecipanti e collaboratori che hanno decretato il successo del 1° Raduno del Golfo in nel territorio del Comune di Falerna Marina il 09 ottobre 2016. Alle ore 9 da piano Lupia sono partiti 54 iscritti alla guida delle “Fuori Strada”, una grande avventura tra terreni impervi e panorami straordinari. Tre ore di dura prova per mezzi meccanici e piloti, impegnati a superare difficili pendenze ee prove su piste “Hard” e “Soft” . Nella sezione “Hard” si sono contraddistinti:

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Giuseppe Donato, Giovanni Destefano, Marco Pugliese. Nella sezione “Soft”: Salvatore Fabiano, Fausto Paola, Francesco Folino. Hanno partecipato Sila Club 4x4, Gli Schizzati del 4x4, I Fanatici delle Serre, Team CZ 4x4, Le Aquile del 4x4, Stambecchi 4x4, Scoiattoli della Sila 4x4, I Ragni del Reventino, RDM 4x4, Dimensione Off-Roard . Un particolare ringraziamento per la collaborazione : Gli scoiattoli della Sila 4x4 Moto Club Endurorito Amministrazione del Comune di Falerna

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Ti Leggo con

Gaetano Savatteri Il salto temporale al Liceo Classico Loredana Lucchetti, responsabile della Treccani, saluta gli alunni e i docenti presenti nella Biblioteca intitolata ad Oreste Borrello, amatissimo preside del Liceo. L’Istituto dell’Enciclopedia Italiana sta realizzando il progetto Ti Leggo. Viaggio con Treccani nelle forme della lettura, mediante il finanziamento del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e di Arcus S.p.A. Aderisce all’iniziativa Trame, Festival dei libri sulle mafie. Stare nell’istituto dove si è stati alunni e poi docente, anche per pochissimo, procura sempre uno scarto temporale, per cui io mi rivedo in una ragazza fra gli allievi, che, nel mio immaginario, sembra me, al tempo che fu. Vivendo, con due tempi sovrapponibili a piacere, seguo gli interventi dei ragazzi, le loro recensioni sul libro di Savatteri, le loro domande, come se ad intervenire fossi anche io. Ma allora io non ricordo mai simili opportunità, non si usava incontrare autori, purtroppo!

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“Scusate il discorso moralista” conclude Gaetano Savatteri, il primo di uno dei suoi tanti interventi nella mattinata. Ci ha appena parlato della scrittura, dell’uso della scrittura per riuscire a parlare con chi non ha i mezzi, con chi in effetti non incontreresti, se nasci nel quartiere giusto, nella famiglia giusta, se frequenti la sezione giusta. Nella separazione che si perpetua e che vorremmo annullare vi stanno da una parte i fortunati, per censo, per opportunità, dall’altra gli sfortunati, coloro che non appartengono a nessuna parrocchia. E sul limite della scrittura si sofferma Savattieri invitando gli alunni a non nutrirsi solo di una conoscenza libresca. “Non alimentiamo i luoghi comuni”, altro importante momento della mattinata, quello in cui l’autore fa e disfà con semplicità i luoghi comuni su un sud che è di volta in volta silenzioso e loquace, diffidente e accogliente. Il libro di Savatteri I ragazzi di Regalpetra, in realtà Racalmuto, è stato anche un atto teatrale nel 2011, e noi salutando Gaetano

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Savatteri ci auguriamo di vederlo al nostro Teatro Comunale. Il Teatro Stabile di Catania il 15 giugno 2011 mette in scena “Quei ragazzi di Regalpetra” dal libro di Gaetano Savattieri “Un paese della Sicilia, un luogo letterario: la Regalpetra di Leonardo Sciascia. Un posto tranquillo, con una vecchia mafia dormiente. Una città segnata dalla presenza del grande scrittore, nella quale tutti finiscono per essere personaggi disegnati dal proprio autore. Credere nella parola, nella scrittura. Un gruppo di ragazzi fonda un piccolo giornale. Lo intitola Malgrado tutto. Un giornale per raccontare la propria realtà, per specchiarsi nella cronaca delle proprie vite.” “Regalpetra-Racalmuto, luogo reale e letterario insieme, dove diventare adulti significa scegliere tra legalità e mafia, far propria la lezione morale del genius loci o imboccare i sentieri della criminalità.”

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VENERDÌ

25 LAMEZIA TERME

TEATRO GRANDINETTI COMUNALE

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NOVEMBRE ‘16 ore 20.45

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con il patrocinio di

Comune di Lamezia Terme

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Parte oggi il progetto

Nati per Leggere presso l’Ospedale “GIOVANNI PAOLO II” DI LAMEZIA TERME E’ stato avviato il progetto “Nati per leggere” che promuove la lettura di libri per l’infanzia, da parte degli operatori della Biblioteca comunale di Lamezia Terme, ai piccoli pazienti del reparto di Pediatria dell’ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme. La presentazione dell’iniziativa si è tenuta nel corso di una conferenza stampa, organizzata dal Comune di Lamezia Terme, alla presenza del direttore generale dell’Asp di Catanzaro dott. Giuseppe Perri, del sindaco della città Paolo Mascaro, del primario dell’unità operativa di Pediatria Mimma Caloiero e dall’assessore alla Cultura Graziella Astorino. In particolare, la Biblioteca comunale lametina collaborerà con il reparto di Pediatria per la realizzazione del progetto tramite gli operatori dell’area socio-sanitaria (pediatri ospedalieri, assistenti sanitari, infermieri) e gli operatori dell’area educativa-culturale (bibliotecari e volontari). Da domani, e per i prossimi tre mesi, i volontari del servizio civile nazionale operanti in biblioteca (in particolare Domenico D’Agostino, Giovanni Mazzei, Natia Rocca, Alessandra Longo, Valentina Dattilo, Margherita Gigliotti, Caterina Anania, Alessandra Corrado, Fabio Lucchino, Federica Piazzetta, Manuela Bonavina), si recheranno in ospedale il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 15.30 alle 19, per leggere le fiabe ai bambini ricoverati in ospedale.

a rassicurarlo, perché genera in lui senso di protezione, suscita emozione, crea un legame. “Il progetto – ha affermato il dg Giuseppe Perri – è stato promosso in Italia dall’Associazione culturale pediatri, dall’Associazione italiana biblioteche e dal Centro per la salute del bambino onlus, che ha già dato vita a 800 progetti locali in più di 2mila comuni italiani. Questa iniziativa – prosegue Perri ha degli obiettivi molto significativi come il rafforzamento del legame tra genitori e bambino, il sostegno delle cure parentali (genitorialità), il miglioramento delle capacità di apprendimento, il miglioramento dell’autostima del bambino, il sostegno delle abilità di letturascrittura con conseguente miglior profitto scolastico e riduzione dell’abbandono scolastico. Queste attività – aggiunge il dg - possono essere concretamente realizzate quando fra istituzioni avviene un dialogo costruttivo e propositivo come quello che è avvenuto tra l’Asp di Catanzaro e il Comune di Lamezia Terme, che ringrazio nella persona del Sindaco Paolo Mascaro, in quanto proprio grazie a questa sinergia tra i due enti è stato possibile riorganizzare insieme la nuova rete ospedaliera ed evitare che molti servizi venissero chiusi o ridimensionati”. Un’iniziativa molto importante, ha evidenziato

L’obiettivo primario del progetto “Nati per Leggere 2016” è quello di offrire un supporto socio-culturale ai piccoli pazienti, con l’intento di alleggerire la loro degenza, ridurre lo stress da paura e la sofferenza, agevolare le terapie mediche, contribuire a migliorare la qualità della vita dei piccoli degenti. La lettura ad alta voce ha anche una valenza terapeutica; la voce di un adulto che legge con amore un libro ad un bambino spesso riesce a calmarlo, a consolarlo, Lamezia e non solo

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la dott.ssa Caloiero, in quanto “la lettura ad alta voce è un sistema particolarmente apprezzato in ambito pediatrico, importante per lo sviluppo cognitivo e comportamentale del bambino, utile a livello relazionale: è scientificamente dimostrato che i bambini a cui si leggono regolarmente storie, filastrocche e poesie evidenziano un più precoce sviluppo del linguaggio, un vocabolari più ricco ed una migliore capacità di esprimere il proprio pensiero. Ma non si tratta solo di questo: leggere insieme è un modo per creare e mantenere rapporti, prima di tutto fra chi legge e chi ascolta. Leggere ad alta voce al proprio bambino significa innanzitutto dedicargli tempo, condividere con lui emozioni e sensazioni, entrare con amore nel suo mondo, nella sua dimensione”. Il primo cittadino Paolo Mascaro ha sottolineato come Lamezia si attesta, ancora una volta, come “città nevralgica per la cultura calabrese, grazie alle tantissime iniziative messe in campo. Anche questo progetto rivolto ai bambini è molto importante”. L’assessore Astorino, nell’evidenziare l’importanza del libro come strumento indispensabile per implementare la fantasia, ha spiegato come la Biblioteca comunale lametina “promuove da tempo l’organizzazione e lo sviluppo della lettura, offrendo vari servizi che prendono in considerazione le esigenze dei cittadini, con attenzione particolari ai servizi bibliotecari per bambini e ragazzi. La sezione Ragazzi della biblioteca offre da tempo numerose possibilità d’aggregazione ludicoculturale per bambini e ragazzi tesserati, attività che di concerto alle altre svolte nella struttura contribuiscono all’accrescimento della valorizzazione culturale della città”.

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Studenti del Campanella incontrano il giornalista Antonio Padellaro “Il giornalismo è libero quando i conti sono in regola. Quando non deve dire grazie a nessuno, imprese, banche, politici, ma solo ai lettori che acquistando il giornale sostengono la buona informazione e l’attività editoriale”. Così il giornalista Antonio Padellaro, intervenuto questa mattina al Liceo Campanella di Lamezia Terme, per parlare con gli studenti di giornalismo e informazione, del mestiere del giornalista e della realtà complessa dell’informazione italiana che richiede, a partire dai più giovani, un approccio critico e una accurata capacità di analisi.

Strega d’Ottobre

Non voglio esser una donna tutta miele e neppure una che sputa solo fiele: non voglio ammaliarvi unicamente col sorriso, ma con ogni espressione del mio viso. Voglio fare a tutti ricordare che una donna, Strega o Fata, può ammaliare non sol con unghie strane e col rossetto, ma anche col “ben” del suo multiplo “intelletto”. Il mese di ottobre ha bellissimi colori: dal rosso al giallo, dai bruni agli ori. Credo sia il mese in cui maghe e folletti fanno mille giochi, dolci e scherzetti. Nelle Streghe non vedo alcuna cattiveria, ma piuttosto una simpatica follìa semiseria; negli gnomi, poi, credo per magìa, quando scateno la mia fantasìa. Niente incantesimi, non temete: né ossa o fantasmi, dalle rive del Lete. Voglio soltanto farvi rallegrare, con qualche motto o lazzo familiare. Vi prego, vi scongiuro, siate indulgenti e, nel ridere, mostrate bene i denti: non potendo essere come Belèn, che il suo fisico bene in vista tien, mi vanto d’esser la Strega della Zucca, che ride, scherza e non si trucca, ma se mi metti accanto al focolare, al crepitìo del fuoco, non ti puoi annoiare. Racconto storie che fanno l’ “en plein”, come diceva Mark Twain, il quale asseriva, contro la vecchiezza, esser la conversazione, la vera ebbrezza. Ora amici, andiamo a cominciare questa bella serata, tutta da gustare. pag. 20

Parlando del suo ultimo libro “Fatto personale”, nel quale ripercorre gli ultimi 50 anni di storia dell’Italia attraverso le sue esperienze in diversi giornali, dall’Ansa alla nascita de “Il fatto quotidiano” di cui è stato per anni direttore, Padellaro si sofferma sul ruolo e le responsabilità del gionalista che “troppo spesso si isola, racconta la realtà che vede con i propri occhi che non coincidono con gli occhi dei cittadini e della gente comune. Per queste ragioni, una buona informazione dipende dall’indipendenza economica di un giornale, che non deve dire grazie a nessun potente di turno, e dalla capacità del giornalista di raccontare i fatti basandosi sulle foti, senza lasciarsi muovere da suggestioni, ripicche o vendette personali”. Osservare, riflettere, scrivere sono i passaggi chiave dell’attività giornalistica per Padellaro che ha risposto alle domande degli studenti invitandoli “a seguire con interesse e spirito critico il dibattito sul referendum qualunque sia la vostra posizione. E’ importante che se ne stia parlando ampiamente. Attraverso ciò che ogni giorno leggete sui giornali e sul web, parlandone a scuola con i vostri docenti, voi potete formulare una vostra posizione personale, libera da qualsiasi influenza”. Padellaro si è soffermato sull’idea di giornalismo come “missione”, impegno civile, e ha commentato l’ultima vicenda che ha visto protagonista il fotografo Oliviero Toscani, che ha negato un selfie a un ragazzo di Vibo affermando che avrebbe potuto essere un mafioso. “Il pregiudizio contro il Sud è da imbecilli, da gente che non conosce ciò che ha prodotto il Meridione”, ha affermato Padellaro invitando i ragazzi ad impegnarsi “perché il Sud si liberi dal condizionamento asfissiante delle mafie, da quel pregiudizio che lo ha reso emblema dell’arretratezza. Sappiamo che non è così. E voi oggi, con le vostre domande e la vostra curiosità, ne siete la prova”. Ad accogliere Antonio Padellaro, le docenti Michela Cimmino ed Enzina Sirianni, che hanno evidenziato l’importanza per i giovani di possdere chiavi interpretative con cui distinguere la “buona informazione” dalla mistificazione e dalla propaganda, che ieri viaggiava attraverso i giornali e la Tv oggi attraverso il web. L’iniziativa si inserisce nel progetto sulla comunicazione e l’informazione avviato dal Liceo Campanella a partire dal 2013 con il progetto pon “Scuolinforma”.

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Carissimi lettori, ultimamente, a dire il vero, ho letto solo libri impegnati e impegnativi. Sentivo il bisogno di fare un tuffo nella fantasia. Perché la fantasia esiste ancora: basta solo saperla incanalare e trovare qualcuno che, con abile maestrìa, ci indichi la strada per seguirla, fino in fondo. L’autostrada per la fantasia è, spesso... l’arcobaleno, che troveremo spesso, sul cammino del libro che mi ha ricondotto presso un mondo meraviglioso, pressoché dimenticato. STORIA DI FOLLETTI MODERNI è la fiaba, lunga come un romanzo, che Valeria Nisticò ha scritto per i tipi di EUROPA EDIZIONI, Roma, in questo nostro anno, che volge, ormai, al termine. La lunghezza della sua fiaba, una fiaba ultramoderna, che non trascura affatto le caratteristiche della fiaba tradizionale, ci dà modo di avventurarci, per molto più tempo, nei meandri di quel mondo che tutti aneliamo, che tutti vorremmo percorrere, ma, spesso, non ne abbiamo il coraggio... L’autrice si pone come guida, nella forma di narratore extradiegetico che, in tutte le favole, assume il ruolo di cicerone, per meglio giovare, oltre che alla forza della narrazione, alla verosimiglianza dei fatti narrati. Secondo Vladimir Propp, notissimo critico e linguista russo che, nel 1928, pubblicò il suo saggio Morfologia della fiaba (in Italia fu tradotto circa quaranta anni dopo), così come per il linguista e critico francese Roland Barthes che pubblicò i saggi Il grado zero della scrittura e Frammenti di un discorso amoroso, le strategie narrative di un testo di fantasia partono da uno schema narrativo e privilegiano la forma linguistica, rispetto allo stile. Così, analizzando a fondo la lunga Lamezia e non solo

fiaba della Nisticò, ci accorgiamo che un testo che appartiene al fantastico, come genere letterario, non ha nulla da invidiare ad altri generi, considerati elevati, nella letteratura tradizionale. Molti, moltissimi, oserei dire quasi tutti i grandi autori hanno privilegiato il testo di fantasia, per poter esprimere concetti astrusissimi e loro opinioni, spesso, inaccettabili, in tempi storico-politici difficili. Erroneamente, fino alla metà del secolo scorso, si considerava il testo di fantasia, come un esercizio narrativo, pari al compito fatto in classe. Dopo la diffusione del saggio di Propp, il fantastico, proprio perché di radicatissima tradizione antica, assurge a testo narrato con pari dignità. Valeria Nisticò, col volume citato, supera, addirittura, un’altra barriera: crea un ponte, non solo con la realtà, ma con la moderna tecnologia.

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Unisce il mondo antichissimo e senza tempo dei folletti, col mondo tecnico di grande attualità. Finora, ogni testo narrato, ha conservato canoni precisissimi e non confondibili: al mondo della fiaba, fate e folletti; alla fantasia, ogni tipo di tecnologia e robotica. Valeria Nisticò, che mescola nel suo cursus honorum studi classici (proviene dal Liceo Classico) e studi scientifici (è laureata in Medicina Veterinaria), tenta, finalmente, per la letteratura, l’esperimento utilizzato dai cartoons: fa un magistrale amalgama fra l’atavico fiabesco e l’informatico progressista, con magico effetto straniante, che porta il lettore a fruire di un’opera, sia pure scritta, che abbraccia svariate dimensioni, finora negate al mondo tipico della scrittura. Di solito immaginiamo paesaggi, colori, atmosfere, sentimenti, attraverso una narrazione, ma con questa storia di folletti moderni, riusciamo, persino, a immaginare, a sperimentare, oltre ai suoni e al tempo, anche nuove dimensioni: il “futurama” del teletrasporto, della trasformazione reversibile, della simultaneità e della lettura del pensiero, ingabbiate finora nella fantascienza. Sdoganando così, la difficile comprensione pseudoscientifica di quest’ultima, dando libero sfogo all’immaginazione pura, anche in presenza di tecnologie varie, più o meno avanzate. Il contesto è piacevolissimo, per i contenuti tipici della fiaba, il lieto fine è assicurato dopo le mille peripezie dei personaggi e la morale della favola si evince dalle sentenze del narratore onnisciente. Una lettura amena, la cui conclusione vi lascerà col desiderio di leggere ancora... Buona lettura, talmente ghiotta, da... leccarsi i baffi!

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La vera disabilità è il non amore: recensione del libro di Cosa non avremo trovato nel libro scritto a quattro mani da Antonio Saffioti e Marco Cavaliere, ce l’hanno detto subito i due autori all’inizio della bellissima serata per la prima presentazione del loro libro: non avremmo letto un romanzo “strappalacrime”, non una storia a lieto fine fiabesco né qualcosa che ci avrebbe commosso e fatto liquidare il tutto con un semplice “poverino”. O per dirlo nel nostro vernacolo, un inconcludente “poariallu”. Quando si arriva alla fine del libro di Antonio e Marco, non è più tanto interessante quanto conosci la storia “privata” di quel ragazzo in carrozzina che vedi sempre alle iniziative e alle manifestazioni pubbliche. Particolari e scene da telenovela strappalacrime non ti interessano più. Interessa invece quanto quella storia ti interpella, quanto ti smuove la coscienza, quanto ti chiama in causa rispetto ad alcuni concetti fondamentali della vita di ognuno di noi: il limite, il farsi prossimo, le difficoltà da superare, le lotte quotidiane tra un presente a luci ed ombre e un futuro incerto.

Ci si mette in gioco, leggendo il libro di Antonio e Marco. Ci si interroga anzitutto proprio sul concetto di disabilità. E Antonio, che in un’occasione ha giustamente corretto il sottoscritto invitandolo a rompere con il politically correct del “diversamente abili” e ad utilizzare invece l’espressione corretta “persone con disabilità”, ci fa entrare subito nella dimensione ordinaria della disabilità. Che può riguardare ognuno di noi, nessuno escluso. Si è disabili quando, a causa di qualche piccolo o grande incidente, ci si frattura qualche articolazione, una parte del corpo, e per un determinato tempo si ha difficoltà

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Antonio Saffioti

a camminare e ad essere completamente autonomi. Si è disabili quando ci si rende conto del proprio limite, non sempre superabile con facilità. Ma tra tutte, penso ci sia una grande disabilità da cui il libro di Antonio e Marco ci mette in guardia: la disabilità d’amore. Si possono vincere le piccole e grandi battaglie quotidiane per essere autonomi, come la storia di Antonio ci insegna. Si possono escogitare le soluzioni più innovative, come la carrozzina elettrica da spiaggia o la prima macchina attrezzata di pedana e ancoraggio in città. Ma è impossibile superare la disabilità del non amare e del non essere amati. Disabilità è un cuore atrofizzato nell’egoismo, una vita che non riceve attenzione ed affetto, esistenze messe ai margini, scartate. Una prima lezione che ci viene dalla storia di Antonio è questa: l’amore è la chiave per comprendere tutto. Solo così si comprende la dedizione totale di un padre che al posto dei soldi regala ogni giorno un po’ più di autonomia al figlio, una madre che prega e lotta insieme al figlio senza stancarsi, una famiglia che regala ogni giorno e ogni attimo al figlio quell’ esistenza “normale” e libera che ricerca con tutto se stesso. La storia di Antonio, mentre smonta tanti cliché della disabilità che viene ridotta al livello di una macchina con cilindro danneggiato e luce fulminata, ci mette di fronte a tante possibili nostre disabilità a cominciare da quella più pericolosa e insuperabile: la disabilità del non amore. Ed ecco che, ancora una volta, siamo chiamati in causa e a fare un passaggio dalla vita di Antonio alla vita quotidiana di ciascuno di noi: quanto siamo capaci di quella spinta

che ha fatto fare “miracoli” alla famiglia di Antonio? Quanto siamo capaci di una solidarietà che vada oltre la commiserazione del “poriallu” per regalare invece dignità e felicità a chi ci è accanto? Spingere una carrozzina è facile. Lo è anche imboccare e perfino aiutare ad andare in bagno. Ed è facile, tanto da essere utilizzato frequentemente come escamotage per lavarsi la coscienza in questa società individualista e indifferente, elaborare ragionamenti e spiegazioni “pseudo-psicoanalitiche” per interpretare la sofferenza altrui. Addirittura – ne sono testimone in prima persona – c’è chi arriva a parlare dell’attenzione all’altro come una “violenza su se stesso”, una sorta di atto contro natura. Dimenticando un piccolo particolare: la sofferenza non chiede spiegazioni, chiede amore. Non chiede subito un aiuto materiale, ma chiede una presenza. Chiede di “farsi prossimo”. Dal padre “tutto fare” con un approccio scientifico-razionale alla madre che senza stancarsi ha pregato e prega per lui, la vita di Antonio è stata costellata di persone che si sono fatte prossimo. Che hanno vissuto l’amore nella prospettiva cristiana della Croce che, da simbolo di dolore, diventa emblema dell’amore più totale, incondizionato, senza fine. La storia della famiglia Saffioti è una storia scritta con la grammatica dell’amore e raccontata con il lessico della sofferenza. Dove tutto è una conquista, un passo in avanti, giorno dopo giorno. Dove la differenza non la fa la macchina, come scrive Antonio, ma il conducente, ognuna delle persone che hanno condiviso il cammino di Antonio. E la benzina – per usare la stessa immagine – non può essere che l’amore. Chi non ne è capace, è il vero disabile. E non ci sono cure.

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La devozione Mariana Man mano che il tempo copre

di grigio le ore, avverto piu’ impellente

la

necessità

di

approfondire alcuni dogmi che in

gioventù accettavo passivamente,

non per una forma di superficialità,

ma perchè il richiamo della vita era troppo pressante per poter( perdere tempo?) nel cercare nella storia antropologica del nostro PAESE, i

comportamenti, le tradizioni, il modo di vivere, il rapporto affascinante

tra l’uomo e DIO che per noi Calabresi assume aspetti particolari che meritano d’essere conosciuti.

Alcuni studiosi hanno rivolto la loro attenzione allo studio di epistolari, carte, diari, prediche, testi di meditazione, appunti preparati da preti poco noti anche nella parrocchie più povere di periferia, per una più approfondita conoscenza della società meridionale e sono venute fuori

notizie veramente affascinanti, da cui si può estrapolare il significato più profondo dell’approccio reale che l’uomo calabrese stabilisce con DIO.

grazie per cui si invoca con espressioni bellissime:

-Vergine bella ,regina della pace, consolatrice degli afflitti, sollievo dei miseri, luce dei dubbiosi ecc ecc. e poi...

-Inginocchiata a te dinanzi, ti stringerò le mani, ti bacerò i piedi te li bagnerò di calde lacrime e tanto piangerò gridando, sino a che tu intenerita non mi dirai:- alzati che la grazia te l’ho fatta.

Spesso si onora la Madonna con canti e danze come avviene a Reggio dove si venera la Madonna della Consolazione.

A POLSI, sull’Aspromonte, il culto della Vergine della montagna richiama migliaia di pellegrini: - sale e discende

da tutte le montagne una teoria di uomini, e nell’ora viva di scintille che pare sprizzano da un poderoso maglio arroventato,

un grido che pare toccare le stelle tremanti sorvola da tutti i petti: viva Maria di Polsi!(Alvaro)

Tutti cantano , tutti pregano, non mai stanchi e par che dal lungo viaggio li rinfranchi la canzone dettata da un rapsodo occulto che è il più grande:

l’animo del popolo calabrese ove ,la fede nella leggenda e nel miracolo impera.

Sin dal 1898,ad esempio, in una chiesa di Reggio Calabria, si legge una coroncina dedicata a san Giuda Taddeo il cui contenuto

denota una tipica mentalità diffusa nel sud: implorare quei Santi legati di “parentela” a Gesù Cristo o alla Vergine ,particolarmente noti per la loro capacità di ottenere grazie da Dio.

Le preghiere alla Vergine, poi, invocata sotto titoli diversi sono molte e non v’è dubbio che anche l’aspetto devozionale sia condizionato dalle situazioni ambientali, che in Calabria sono affascinanti.

Le condizioni della Calabria dopo la Restaurazione erano gravi: clero

incapace, vescovadi vacanti, magia, superstizione, strapotere dei baroni e delle consorterie dei notabili ecc. tutto ciò rese quasi impossibile una vera riforma ecclesiale.

La devozione Mariana, già abbastanza diffusa dopo l’editto di Costantino,

trovò in Calabria condizioni felici che si consolidarono soprattutto

con il bassorilievo della Roccelletta che rappresenta la Vergine ed il

Bambinello vestiti da

abiti imperiali, per dimostrare la regalità di Maria e Gesù.

La Vergine poi venerata a Rosssano sotto il titolo di ACHEROPITA (non dipinta da mano umana) precede l’importazione di immagini bizantine

avvenute tra il nono e il decimo secolo così che la devozione andò

sempre più consolidandosi e la Madonna fu venerata anche sotto il nome di ITRIA.

Nel MEDIO EVO poi la devozione andò sempre più consolidandosi

ad opera di confraternite laicali e di monasteri, a questo proposito, ricordiamo la certosa di SERRA SAN BRUNO, la costruzione di santuari

dedicati alla Vergine e il rapido diffondersi di strepitosi miracoli attribuiti a Maria, spesso frutto di fantasia popolare.

Con l’età moderna il culto alla Vergine non si è affatto affievolito, come dimostra la documentazione esistente negli archivi della chiesa

La VERGINE, Madre di Cristo, è anche regina, generosa dispensiera di

Lamezia e non solo

Editore: Grafichè di A. Perri

pag. 23


suggerimenti di bellezza

Il nostro corpo: coccoliamolo trattamentidibellezzacheck-updellapellepuliziadelviso

TRATTAMENTI DI BELLEZZA La bellezza non è un segreto alchemico, ma un insieme di sane pratiche da coltivare con costanza, magari avvalendosi dei numerosi programmi estetici messi a punto dai centri benessere e dalle SPA con tecniche personalizzate. Check-up della pelle, per intervenire su eventuali inestetismi; trattamenti contro l’invecchiamento cutaneo, drenanti, snellenti ed anticellulite tramite pressoterapia o cavitazione ad ultrasuoni; manicure e pedicure in linea con le attuali tendenze; bagni e massaggi al cioccolato, all’uva ed al fieno, ma anche al latte alle castagne; ed, infine, solarium, depilazione transitoria o definitiva … Queste sono alcune delle tante metodologie presenti sul mercato, capaci di trasformare in realtà i sogni di bellezza più ambiti.

PULIZIA DEL VISO

È il trattamento classico di base per mantenere le funzioni naturali della pelle e prepararla ai rimedi estetici più specifici. Nelle SPA tale pratica viene attuata con metodi precisi ed efficaci, consentendo non solo di rimuovere in profondità le impurità della superficie cutanea, ma anche di curare la pelle con creme, sieri e trattamenti mirati, in base al tipo di epidermide ed agli inestetismi presenti. Generalmente, dopo la detersione e la tonificazione preliminare, si interviene con un peeling, od un gommage, per favorire il distacco delle lamelle cornee superficiali. Successivamente, con l’utilizzo di metodologie moderne (che hanno sostituito oramai il vapore caldo ozonato) si passa all’estrazione delle cellule CHECK-UP DELLA PELLE morte e dei comedoni (punti neri). Di seguito vengono applicati (in relazione al tipo di Medici estetici, dermatologi ed estetiste possono derma) creme e sieri calmanti-disarrossanti, sebodefinire con precisione il tipo di pelle di ogni riequilibranti, idratanti-nutrienti, ecc., mediante individuo, grazie ad un check-up completo che - un massaggio manuale esperto ed accurato. tramite l’uso di strumenti appropriati - consente di stabilire l’età del derma e lo stato effettivo, evidenziando i rimedi più adeguati al suo mantenimento. Questo prezioso esame è utile per conoscere - nel dettaglio - il biotipo (pelle grassa, mista, secca o sensibile) ed il fototipo cutaneo e, quindi, le connesse autodifese in grado di contrastare l’azione degli agenti esterni, L’esame, inoltre, è utile per individuare nonché il grado di invecchiamento della pelle, formulando un trattamento mirato all’igiene (detersione, idratazione protezione) od al riequilibrio di eventuali alterazioni mediante applicazioni cosmetiche e farmacologiche. pag. 24

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Lamezia e non solo


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