Maggio aiello

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Anche in questo numero, proseguiamo la nostra avventura editoriale, con una nuova intervista doppia. Finalmente, dopo una lunga attesa, la corte dei conti ha dato ragione al Comune di Lamezia Terme. In questi ultimi giorni, numerosi manifesti con una grande scritta blu “non c’è dissesto” hanno riempito la città. Appresa, dunque la decisione della corte dei conti, la prima domanda da fare ai due esponenti del centro destra e del centro sinistra, non poteva essere che questa: Nel precedente numero, sia l’Avvocato Muraca che l’avvocato Barberio auspicavano che il dissesto non venisse dichiarato. Anche lei si trova d’accordo con i due professionisti lametini? Non credo sia questo il tema, si è tutti stanchi del refrain abbastanza ipocrita dissesto si dissesto no. Il problema è piuttosto, come si è giunti a tale situazione e in questo mi trovo in totale disaccordo con la lettura che è stata data di tutta la vicenda dal Sindaco e dall’assessore al bilancio. Non c’è nessuna vittoria da parte di un comune che è stato costretto a votare in consiglio comunale un programma di riequilibrio finanziario, altrimenti detto “predissesto”, ad innalzare al massimo le aliquote dei tributi ed ammettere di aver fallito nei confronti di una delle fondamentali azioni della pubblica amministrazione, quella dell’equità fiscale.

Inviterei il Sindaco e l’assessore al bilancio, sicuramente abbastanza forbiti in materia, a leggere gli articoli che ha scritto sul predissesto il prof. Jorio, difensore del Comune. Il predissesto avviene in presenza di una grave situazione di squilibrio strutturale del bilancio che è presente nel nostro comune e che è conseguenza delle scelte economiche e finanziarie di questo sindaco. C’è una parola che non è mai stata pronunciata dal sindaco in questi anni: responsabilità. Questo la dice lunga sul tasso di demagogia con la quale l’amministrazione in carica ha affrontato una situazione di disagio che è tutta in capo alla sua azione politica. Lo diceva Kennedy “Gli uomini vincenti trovano sempre una strada... i perdenti una scusa”, e di scuse questo sindaco ne ha trovate a bizzeffe. Nel mondo, certa gente va più compatita che capita. Da tale punto di partenza non si può prescindere. Il resto, come i manifesti sei per tre che inneggiavano alla solidità dei bilanci comunali, sono tutte operazioni di alterazione della realtà. La corte dei conti ha accolto il ricorso presentato dal Comune di Lamezia Terme. Quale futuro, adesso per Lamezia? Anzitutto occorre leggere le motivazioni della Corte. In ogni caso con il piano di riequilibrio finanziario il Comune ha firmato una cambiale in bianco per i prossimi dieci anni,

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che sarà in carico alle prossime amministrazioni. C’è poco da dire, una eredità pesante, un lascito che nessun nuovo sindaco vorrebbe avere. Sarà un percorso complesso ma che prefigura anzitutto una sorta di ammissione di responsabilità nella conduzione dell’ente a fronte di un disavanzo da dichiarare che quasi certamente è stato precedentemente occultato. Non possono impunemente continuare a dire che non è successo nulla.

Finita ormai la querelle sul dissesto, non si può certo dire che i problemi di Lamezia siano risolti con questa decisione. La situazione è ancora critica e il futuro tutto da decifrare. Cosa dovrebbe fare l’Amministrazione Comunale per poter garantire quegli introiti che ancora non sono stati riscossi? I problemi finanziari del comune rimangono tutti intatti. Sinceramente è difficile comprendere come un ente che finora non è riuscito ad incassare i tributi dai suoi cittadini, possa ora concepire un piano di rientro che si basa sull’aumento delle aliquote senza spendere una parola sul recupero del pregresso. Così facendo coloro che hanno sempre pagato saranno costretti a pagare ancora e con aliquote più alte, al contrario di quelli che non hanno mai pagato e che potranno continuare a farlo contando sulla inefficienza amministrativa. Vorrei ricordare che la prima forma di legalità che deve garantire un’amministrazione è quella fiscale, altrimenti si creano diverse categorie di cittadini e paradossalmente a pagarne le spese saranno proprio i cittadini più virtuosi. Operare in questa difficile situazione, in ogni caso non è facile. Ci sono numerosi progetti iniziati che ancora devono essere portati a termine, facciamo esempio del lungomare o del teatro Grandinetti. Quando, secondo lei, tutto questo potrà essere completato?

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Come avviene sempre ci sono le amministrazioni entranti che assumono i debiti e i crediti degli uscenti. Oramai, ammesso e non concesso che il sindaco, già dimessosi di suo una prima volta, giunga alla fine della consiliatura, manca meno di un anno al termine di questa esperienza amministrativa. La nuova amministrazione si troverà a gestire verosimilmente progetti incompiuti e a godere di quanto fatto. Ma ciò avviene sempre, ad ogni cambio di consiliatura. Non credo sia questo problema che vive la nostra città. Forse l’eccezione è il Piano Strutturale in itinere. L’eredità che lascerà questa amministrazione è di grande confusione e di totale anarchia nelle decisioni. Lo stesso piano con l’emendamento presentato in consiglio è stato di fatto modificato ed assestato dalla commissione e non dal progettista che alcuni dicono dimesso (forse fuggito). Chi sarà eletto al prossimo mandato potrebbe decidere di fare tutto ciò che ritiene utile per curare gli interessi dei diversi gruppi di potere che lo sosterranno, scaricando poi la responsabilità su questa amministrazione che il PSC ha voluto e per il quale ha messo le basi. Certo un buon argomento per aprire trattative elettorali. Siamo ad un anno di distanza dalle prossime consultazioni elettorali. Tutto quello che è successo, non solo in ambito regionale, ma anche in ambito locale, cambierà gli scenari? Non c’è dubbio. Ma Lamezia in questi ultimi anni ha abdicato il suo ruolo politico a favore di rendite di posizione personali che hanno visto il centro destra frantumarsi e il centro sinistra afono di fronte a quanto veniva fatto e disfatto in ambito comunale. Il destino personale del sindaco ha completamente inaridito il dibattito politico sulle prospettive della città. È una città che arriva sfiancata ai prossimi appuntamenti elettorali, per questo occorrerebbe affranca-

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re definitivamente le sorti della città dalle prospettive politiche del sindaco tracciando una linea netta su quanto finora fatto e operare con forte discontinuità rispetto a prospettive amministrative che, come diceva lei, oggi sono profondamente diverse. Non so se il centro sinistra abbia questa capacità. Occorrerebbe dapprima abbandonare la demagogia così ben cavalcata da SEL e company che, nonostante la sua scarsa capacità elettorale, inizialmente ha lottizzato ogni cosa e poi, ad ogni accenno di dibattito, ha risposto con ingiurie e fango. Se la sinistra lametina, per riprendere a dibattere di temi politici finalizzati a delineare un nuovo scenario amministrativo, dovesse individuare le zavorre di cui liberarsi per rilanciare la sua azione politica, forse la più pesante sarebbe proprio SEL ed il suo entourage.

Quali problemi secondo lei, avrà il prossimo Sindaco di Lamezia? E soprattutto, cosa erediterà? Non pensa che, in questo periodo, possa essere un rischio quello di candidarsi come Sindaco? Oggi non abbiamo contezza di ciò che realmente erediterà il prossimo sindaco. Considerata la scarsa trasparenza della presente amministrazione, lo scopriremo solo al cambio di consiliatura. Solo allora vedremo se il prossimo sindaco sarà costretto ad esibirsi col solito refrain dell’eredità, una costante nel panorama regionale che denota la scarsa serietà della politica. Allargando il discorso politico in ambito Nazionale, in questi primi mesi di Governo, Renzi ha cercato di migliorare la situazione politica italiana? La sua azione è tutta orientata, in questo avvio, ad alcune operazioni simbolo, in grado di restituire credibilità alla politica prima che efficienza alle istituzioni o maggiore slancio all’economia. Certamente è un politico che appare

in forte sintonia con i desiderata dei cittadini, ma la storia recente, nazionale e locale, ci ha insegnato che non sempre questo è un bene. Cosa è, infine, per lei una “buona politica”? La buona politica è quella che ci rende liberi di relazionarci tra noi nell’idea di comunità senza personalismi. La buona politica si ha quando le istituzioni sono capaci di raccogliere le istanze di chi contribuisce efficacemente e senza interessi a migliorare la condizione del vivere nella propria comunità. Credo cha a Lamezia la buona politica si possa attuare solo se insieme riusciamo a superare l’indifferenza verso la società futura, e quando donne e uomini, giovani ed anziani, ricchi e poveri, riscoprendo insieme l’archetipo identitario perduto partecipano disinteressatamente al recupero dei valori ed alla ricerca del “bene comune”. Concludendo possiamo dire che è anche quella cosa che suscita speranza, che guarda lontano, che ha una visione ma è capace di darle concretezza. Un duro attacco, quello del consigliere comunale, al Sindaco Speranza e all’Amministrazione Comunale, ai quali addossa la responsabilità di una cattiva gestione della cosa pubblica, di aver portato il Comune in una situazione di predissesto e di aver saputo trovare molte scuse, senza mai prendersi le proprie responsabilità. Ringrazio il consigliere comunale Aiello per aver preso parte alla nostra intervista con l’augurio che veramente la politica e, soprattutto i nostri politici, siano in grado non solo di dare una speranza, ma un futuro a Lamezia.

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Antonio Perri

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“La storia infinita della PISCINA COMUNALE di Via Marconi; vero esempio di disinteresse pubblico” Da cittadino e sportivo mi chiedo se è possibile che una struttura sportiva pubblica, di proprietà del Comune di Lamezia Terme, venga chiusa per diversi giorni e per motivazioni ad oggi rimaste sconosciute; mi riferisco, evidentemente, alla piscina comunale di Via Marconi la quale, proprio il mese scorso, è rimasta chiusa per, a detta di alcuni dipendenti, problemi di depurazione delle acque, piuttosto che per la rottura di alcune parti meccaniche. Da cittadino e da sportivo mi chiedo se è possibile sapere, con un comunicato ufficiale proveniente dalla Amministrazione Comunale, ciò che è avvenuto proprio in quei giorni e se oggi, visto che si tratta di un’attività e di una struttura ove l’igiene e la pulizia la deve fare, inevitabilmente, da padrona, sia, dal punto di vista igienico/sanitario, tutto in regola. Sempre da cittadino e da sportivo, mi chiedo se - essendo numerose le lamentele riscontrate proprio sull’attuale conduzione del “bene comune” - gli attuali gestori abbiano tutti i requisiti, tecnici, professionali, giuridici e legali, per poter portare avanti una struttura del genere e se, soprattutto, gli stessi stiano rispettando tutte le normative in tema di assunzioni lavorative piuttosto che in tema di sicurezza sul lavoro, atteso che è stata proprio l’Amministrazione Comunale di Lamezia Terme, sempre per quanto appreso nel corso degli ulti-

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mi mesi, ad aver escluso alcune società con comprovata esperienza nel settore, proprio per la mancata individuazione, nel relativo progetto, dei requisiti di tipo lavorativo. Il mio ragionamento nasce, in primis, da cittadino, perché non vorrei mai che una struttura come quella in commento, invidiata da tutti per la bellezza strutturale, venisse gettata alle ortiche sol perché l’Amministrazione non riesce, con motivazioni alquanto recondite, ad aggiudicarla a società, più o meno strutturate rispetto a quella che oggi la gestisce e che, vorrei ricordarlo a tutti, è stata costituita - senza averne alcuna competenza specifica - ad hoc; è, infatti, pro-

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prio quest’ultima che, con proroghe di affidamento, oserei dire “carbonare”, di sei mesi in sei mesi, gestisce la struttura con estrema lacunosità, con l’apparente obiettivo, per come sostenuto dall’Amministrazione, di assicurare la fruibilità dell’impianto stesso all’indomani della risoluzione contrattuale, per morosità, con la COGEIS, società cosentina. Sarebbe interessante sapere se questa società, costituita ad hoc, non sia il frutto di una operazione per “eludere” non solo quel canone di affitto che è stato fissato dall’Amministrazione, nel relativo bando, in minimo 20.000,00 (ventimila euro) annui, ma anche per esonera-

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re gli attuali gestori (a termine!!!) da responsabilità sia per quanto riguarda la gestione degli impianti tecnici, della pulizia, della depurazione delle acque, della gestione dei corsi di nuoto e del nuoto libero, senza quindi alcun tipo di controllo e/o penale in caso di gestione fallimentare, il tutto, chiaramente, a discapito dei cittadini lametini!!! In tale ottica, sempre da cittadino e da contribuente, e sempre per chiarezza di ragionamento, mi piacerebbe sapere se l’ultimo intervento tecnico approntato, per come informalmente appreso, sulle parti meccaniche della piscina (si parla di un intervento di circa 40.000,00), sia stato sostenuto dall’amministrazione comunale (come si dice!!!), e quindi da noi tutti cittadini, o dall’attuale gestore, nonostante tale spesa fosse di competenza proprio di quest’ultimo. Non vorrei, quindi, che la “voce” piscina comunale venisse gestita dall’Amministrazione come mezzo non solo per far accrescere un dissesto che, seppur formalmente non dichiarato, sostanzialmente è in corso, ma anche come mezzo per far accrescere interessi personalistici a dispetto di tutti quelli che, come il sottoscritto, sono costretti a spostarsi di diversi chilometri per coltivare una passione, come quella del nuoto, non avendo la certezza, ad oggi, che l’impianto di Via Marconi, sia impeccabilmente in regola dal punto di vista igienico/sanitario. Ed ancora mi domando: come mai l’Amministrazione comunale, la quale

si è sempre fregiata di portare avanti i principi di legalità e trasparenza, ha deciso di affidare la gestione della piscina comunale ad una società appositamente costituita, prorogandole di semestre in semestre l’affidamento, senza preoccuparsi, invece, e come giusto sarebbe stato, di indire una nuova gara pubblica per l’affidamento definitivo? Basta passare dinnanzi alla struttura ove è ubicata la piscina comunale per rendersi conto dello stato di degrado in cui è abbandonata la stessa, segno evidente di un mancato interesse da parte degli attuali gestori (c.d. società temporanea) i quali si preoccupano, evidentemente, proprio perché hanno un affidamento temporaneo, non già di investire nella struttura - magari migliorando le già fatiscenti condizioni igienico sanitarie bensì di incamerare quante più possibili

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somme di danaro, derivanti dalle iscrizioni per i corsi di nuoto e/o di nuoto libero, e sempre a discapito della cittadinanza la quale, oramai da oltre un anno, vive uno stato di incertezza sul futuro della piscina comunale!!! Con la speranza, quindi, che questi miei quesiti possano essere sciolti, magari con un comunicato ufficiale da parte, non dico del Sindaco Speranza, ma dell’Assessore allo Sport, ringrazio la redazione di “Lamezia e non solo….” per aver dato, e per dare ancora, spazio a tutti quanti coloro, come il sottoscritto, credono che si debbano evidenziare e portare all’attenzione dell’intera collettività, quei disservizi, quelle anomalie e quelle storture che riverberano i propri effetti su di noi, enermi cittadini!!! Massimo Amendola

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Il 27 aprile 2014 è una data che sicuramente i tifosi lametini non dimenticheranno. La Vigor Lamezia Calcio batte 2-1 il Castel Rigone ed approda nella Lega Pro Unica con una giornata d’anticipo. Quei rigori che negli ultimi anni sono stati un vero e proprio incubo, hanno, invece, questa volta trasformato il sogno in realtà. Lamezia, che già nei giorni precedenti alla partita era stata colorata di biancoverde, è in festa. Sfilate, cori, sorrisi, lacrime, fuochi d’artificio, emozioni che solo il calcio può regalare. Gioie che i tifosi biancoverdi aspettavano da troppo tempo. Di questa impresa storica doveroso è parlarne con il Presidente della Vigor Lamezia Calcio: Claudio Arpaia, il quale a neanche un anno dal diventare massimo dirigente del sodalizio di Via Marconi ha potuto festeggiare un traguardo più che mai importante. Partiamo dall’inizio, cosa ha significato diventare il Presidente della Vigor Lamezia Calcio? “Diventare il presidente della squadra di calcio più importante della tua città è motivo di orgoglio e rappresenta, ma anche una responsabilità non indifferente. Gli occhi infatti sono sempre puntati, come è giusto che sia, sul presidente. I tifosi hanno sempre tante aspettative per la loro squadra del cuore”. E’ stato un anno lungo e intenso. Il momento più difficile?

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“Il momento più difficile è stato sicuramente l’esonero dell’allenatore e quest’anno vi sono stati ben due esoneri. E’ un momento di chiara difficoltà ed è un atto che dimostra gli errori commessi in precedenza. Ha mai avuto dubbi sul raggiungimento dell’obiettivo? “Non ho mai dubitato del traguardo finale

Ed ora veniamo a domenica 27 aprile 2014 quella che da tutti ormai è considerata una domenica storica. Lei come ha vissuto questa giornata? “E’ stata senza dubbio una giornata indimenticabile. La notte quasi sempre sveglio, il mattino alle 9.00 ero già allo stadio ad attendere l’inizio della partita. Partita che ho visto dalla panchina con un muro umano assordante alle spalle che mi ha fatto tremare i polsi. Al triplice fischio finale ho sentito dentro di me una gioia che poche volte nella mia vita ho assaporato, i festeggiamenti, gli abbracci i sorrisi di tutta una città, rimarranno scolpiti in eterno nei miei ricordi”.

Ora, però, c’è una stagione impegnativa da programmare. “La Lega Pro Unica comporterà un ulteriore sforzo organizzativo e finanziario. Cercheremo di costruire una squadra competitiva e con l’aiuto di tutti sia a livello istituzionale che privato affronteremo questa nuova sfida”.

che ci eravamo prefissati, sono ottimista di natura e penso di aver conservato anche da Presidente della Vigor Lamezia Calcio, questa mia peculiarità”.

Quando ha creduto, che sarebbe stata davvero la stagione storica? “Dopo la vittoria con il Tuttocuoio, (9 febbraio 2014) con quel straordinario e rocambolesco gol di Domenico Zampaglione. Quando il vento ha spinto in rete la palla, ho capito che era l’anno giusto, il vento soffiava sempre dalla parte giusta”.

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Quando si festeggia qualcosa, vi è sempre qualcuno da ringraziare. “Voglio ringraziare tutti i componenti di questa Società, che mi hanno voluto al posto di comando e che comunque non mi hanno mai lasciato solo, nemmeno nei momenti più difficili”.

Ai tifosi che ci leggono, invece, cosa vuole dire? Ai tifosi dico che l’intera Società li ringrazia per l’amore che hanno dimostrato per questi colori e aggiungo che faremo sempre quello che è nelle nostre capacità per traguardi sempre più ambiziosi”.

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Si è svolto sabato 13 marzo alle ore 18.00, un incontro organizzato dall’Associazione Culturale “ALTROVE” in Via Lissania, a Lamezia T. per la presentazione del libro: “58 RAMI DI NOCCIOLO SPEZZATI” L'Associazione, è luogo di incontri per giovani di tutte le età, e punto di riferimento anche per emarginati o portatori di handicap perché essi possano trovare, nelle varie espressioni di musica, arte e creatività un sollievo al proprio disagio. Viene dedicato, inoltre, ampio spazio ai detenuti, i più emarginati e i più soli, attraverso l’esposizione dei loro manufatti; saranno proposte iniziative specifiche atte al loro recupero e alla promozione della cultura della legalità. Ha aperto l’incontro: La Direttrice dell’Associazione, Dott.ssa Anna Cardamone, insegnante presso la Casa Circondariale di Siano (CZ),presentando le due autrici: Francesca Tedesco (1965), di S. Caterina dello Ionio, docente anch’ella presso la casa circondariale nonché socia fondatrice

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dell’Associazione e M. Teresa Rotiroti (1963) di Cardinale, assistente sociale. E’ intervenuto al dibattito il Criminologo Luigi Bigagnoli di Catanzaro, facente parte della SIC: Società Internazionale di Criminologia; impegnato presso il Ministero dell’Interno ed esperto profiler. 58 i rami di nocciolo 1) perché il 58 rappresenta il numero delle grandi imprese; 2) perché i rami del nocciolo hanno la capacità di ricrescita se vengono spezzati e inoltre il nocciolo costituisce una difesa contro alcuni animali come le serpi. L. Bigagnoli ha delineato il testo ai presenti, sostenendo ch’esso parli di violenza in particolare sulle donne: Donne che quotidianamente vengono offese e maltrattate, anche in famiglia. Come egli ha precisato, oggi, il 35 % delle donne italiane subisce violenza fisica o psichica: Questo è purtroppo un fenomeno dilagante nella nostra società. L’interesse maggiore dei criminologi è lavorare sulla prevenzione, su tutte le componenti del Sistema: Criminologi, Assistenti Sociali, Psicologi, ecc. per affrontare meglio il fenomeno della violenza, intervenendo anche nelle scuole. Si è creata infatti, una “Task Force” a livello europeo anche e soprattutto perché abbiamo importato un fenomeno nuovo: L’introduzione di un tipo di droga attraverso il bulbo oculare (non più siringa o fumo). A causa di ciò una persona soffrirebbe inizialmente di retinopatia per poi perdere la vista e entrare in coma. Sempre come ha precisato L. Bigagnoli, alcuni ragazzi, arrivano purtroppo, ultimamente all’ospedale di Catanzaro o di Lamezia in coma etilico. Come lo stesso sostiene, quando si consumano crimini efferati, l’indifferen-

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za ci rende … COMPLICI: Dovremmo invece essere ATTORI PROTAGONISTI di ciò che accade. Cogliere le grida, ascoltare le grida di tutte le donne che si ribellano ad ogni forma di violenza. Il silenzio uccide e tacendo, uccidiamo tutte quelle donne che quotidianamente vengono offese e maltrattate. Come già detto, oggi il 35 % delle donne italiane subisce ed ha subìto violenza, questo secondo quanto emerso da denunce, MA QUANTO RESTA ANCORA NASCOSTO? Quante donne non trovano il coraggio di denunciare ? La percentuale di violenza è destinata a salire, specialmente se si considerassero anche gli uomini come vittime di violenza e/o i bambini e i disabili. I dati sono preoccupanti all’interno di una società civile. L’incontro si è concluso con il classico ‘buffet’ di dolci che non poteva mancare dopo un argomento così amaro’. Annamaria Davoli

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RIAPRE LA NUOVA SCUOLA DI MUSICA BEQUADRO DOPO 11 ANNI Si punta sul Corso di Canto Moderno (Vocal Coach).

La nuova Scuola di Musica Bequadro di Lamezia Terme é un’associazione musicale, collocata in Via Milite Ignoto, n.5 nella caratteristica e storica Piazza D’Armi, una nuova realtà musicale basata sull’attività formativa di giovani artisti e non, che si prefigge di diffondere la musica e l’arte in genere fra le persone di ogni età. Le attività sono seguite dal M° Egidio Ventura Pianista e Compositore lametino, e da altri docenti di alto livello professionale,i quali svolgono tale attività in modo professionale, dedicandosi pienamente alla didattica musicale ed al concertismo. I metodi che utilizziamo sono semplici, divertenti e funzionali. Sono stati sperimentati e comprovati da un’esperienza ventennale svoltasi soprattutto nel campo della didattica dei bambini. Perché scegliere la nuova Scuola di Musica Bequadro? E’ stata la prima Scuola a Lamezia Terme dove si sono formati centinaia di allievi che ha offerto una formazione musicale completa.

La Scuola offre corsi propedeutici collettivi, corsi amatoriali e corsi professionali individuali indirizzati al Diploma del Conservatorio ed all’inserimento nel mondo lavorativo artistico. Comprendono anche lezioni di teoria, di musica d’insieme e prove corali. Da quest’anno verranno formate band a scopo didattico e formativo. I Corsi prevedono: imparare a suonare con gli altri, vivere in un’atmosfera vivace e stimolante, confrontarsi con altre esperienze culturali. La scuola offre inoltre: seminari tenuti da musicisti famosi, concerti, Il nostro obiettivo è anche quello di aiutare i giovani a comunicare, a socializzare, a sviluppare le capacità intellettive ed a percorrere un cammino di crescita interiore. I Corsi: Pianoforte, Canto Moderno,Chitarra Elettrica, Chitarra Acustica,Tastiera, Corsi di Improvvisazione, Introduzione alla musica, Musica per bambini La nuova Scuola di musica Bequadro si basa principalmente sul Corso di Canto Moderno “Vocal Coach”: Come viene strutturato l’incontro introduttivo con la Vocal Coach? Il primo incontro introduttivo verrà condotta una valutazione

globale dello stato della vocalità dell’allivo, il cui esito ti verrà dapprima spiegato nel corso dell’incontro, e successivamente verrà approfondito. Verrà anche proposto un concreto piano di lavoro, a breve e a lungo termine, che tenga conto del tuo stato attuale, delle tue aspirazioni e dei tuoi obiettivi: tutte cose davvero realizzabili e alla tua portata, non cose campate per aria o facili promesse.

Cosa bisogna portare con sè per il primo incontro? Alcuni brani da cantare, possibilmente differenziati per velocità e/o genere e/o italiano-inglese; se sis hanno a disposizione, portare con se anche le basi su CD o chiavetta USB. Un registratore per registrare tutto l’incontro, in modo da poter riascoltare i momenti più importanti quando sarai ritornato a casa. E’ vivamente consigliato portare sempre con sè il registratore alle lezioni. Ebbene, cantare meglio è possibile, e ci vuole molto meno tempo per arrivarci di quanto tu possa immaginare. Quello che ti manca è l’idea giusta. Alcune dichiarazioni delle Insegnati di Canto della Scuola di Musica Bequadro “…….Non si migliora più perchè gli allievi non riescono a vedere la soluzione che sta lì davanti a loro La verità è che da molto tempo si è bloccati e non si riesce più ad andare avanti. Ironia della sorte, la soluzione è sempre stata semplicemente lì, davanti a te e a portata di mano, solo che nè tu nè i tuoi insegnanti siete mai riusciti a vederla. Ma quando qualcuno riesce finalmente a mostrartela, succede allora che scocca la scintilla: una volta capito dove sta l’inghippo sei già a metà dell’opera, immediatamente ti rendi conto che la soluzione sta lì davanti a te e che ti basta solo tendere la mano per raggiungerla ed afferrarla… Credeteci è una bellissima sensazione! Per questo motivo, non ci vuole tanto tempo per migliorare, è tutta questione di ricevere gli input giusti. Le lezioni si svolgono la mattina dalle 10,00 alle 13,00 e il pomeriggio dalle 15,00 alle 21,00. Per informazioni e contatti telefonare al seguente numero telefonico, 331.3418192.

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Lunedì 07 aprile il Costellazioni tour ha portato Le luci della centrale elettrica ad illuminare il Teatro Auditorium dell’Unical. Quella di Rende è la tappa più a sud di tutto il tour ed è l’unica insieme a quella di Brindisi al meridione. Vasco Brondi, leader oltre che ideatore del progetto Le luci della centrale elettrica, ringraziando il numeroso e rumoroso pubblico dell’auditorium, ha invitato i fan ad affollare i concerti rock “questo è l’unico modo affinché i tour delle rock band includano più date al sud”. Si può dire che l’invito del rocker da Ferrara sia stato preso alla lettera, visto il sold out con cui è stato accolto lo spettacolo. Il tutto esaurito si è registrato al Teatro Auditorium dell’Unical anche per i due concerti di Brunori sas del 27 e 28 Marzo e per quello dei Massimo Volume del 5 Marzo. Questa risposta dei fan conferma che esiste in Calabria un pubblico reattivo ed appassionato alle nuove proposte musicali. Chi era in piazza Bovio nell’agosto del 2011 per il concerto che Le luci della centrale elettrica tennero nell’ambito della rassegna Enjoy Lamezia, non si sorprende dell’affetto e della partecipazione con cui i fan seguono i concerti della band emiliana. In quell’occasione presentavano il loro secondo lavoro Per ora noi la chiameremo felicità pubblicato nel 2010, scritto durante la lunghissima serie di

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live seguiti al clamoroso successo del disco d’esordio. Canzoni da spiaggia deturpata, primo album pubblicato dalle Luci della centrale elettrica nel maggio del 2008, è concordemente riconosciuto dalla critica (nel 2008 vince la targa Tenco, il premio FIMI ed il premio MEI) come uno dei momenti più importanti del rock italiano contemporaneo, oltre ad essere un “masterpiece” per il movimento indie nostrano. La storia del successo delle Luci della centrale elettrica sembra ambientata in un altro periodo storico, sicuramente non nell’epoca in cui le classifiche di vendita degli album sono piene di personaggi costruiti all’interno di format televisivi, nomi che spesso hanno un impatto mediatico sproporzionato rispetto alla qualità della proposta musicale. Inizia tutto con un demo registrato al costo di 200 euro in uno studio di Ferrara, per nulla soddisfatto della riuscita, Vasco decide comunque di farlo ascoltare al cantautore Moltheni in occasione di un suo concerto a Bologna. Umberto Maria Giardini, nome d’arte Moltheni, è il primo ad accorgersi delle potenzialità di Vasco e gli chiede di aprire i suoi concerti, ma è soprattutto l’apprezzamento di un altro grande della scena underground a cambiare il destino di questo ex-barista di Ferrara, Giorgio Canali (ex CCCP, ex CSI) è molto colpito dal demo e decide di collaborare alla produzione dell’album Canzoni da spiaggia deturpata. Succede, non di frequente, ma succede che un disco interpreti in pieno lo spirito del tempo e diventi in qualche modo un manifesto generazionale. Lo stile autobiografico ed emozionale di Vasco colpisce nel profondo le anime romantiche dei suoi ascoltatori, che diventano in poco tempo un esercito di fan. A Marzo del 2012, Le luci della centrale elettrica hanno terminato il tour seguito al loro secondo album, non si sono mai fermati dalla registrazione di quel demo, hanno suonato in centinaia di concerti e si sono affermati come una realtà importante della musica italiana. Dopo una lunga pausa creativa, nel Marzo 2014, esce il nuovo album Costellazioni che viene accolto con grande entusiasmo dagli ascoltatori, collocandosi al secondo posto della classifica di vendite. Si tratta di un disco molto ricco dal punto di vista stilistico, si sente che la collaborazione con Federico Dragogna della band milanese Ministri ha

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contribuito ad impreziosire le sonorità e gli arrangiamenti. Resta il cantautorato sporco di Brondi, i cui punti di riferimento più che l’arcicitata scuola cantautoriale italiana anni ‘70 sono quelli del rock italiano alternativo, vedi

Afterhours e soprattutto CCCP. I testi hanno uno sguardo meno malinconico e più rivolto ad un futuro rispetto al quale non c’è alternativa, “ma è tutto perfetto, è tutto perfetto” sostengono Chiara e Sara le due protagoniste del brano Le ragazze stanno bene uno dei pezzi che dice di più del mood di tutto l’album. Questo approccio rinnovato e disincantato è una svolta per un progetto che è stato accusato dai detrattori di cavalcare le crisi adolescenziali. L’illogica allegria (“evviva, evviva la deriva economica”) che si respira in molti brani è una sorta di reazione al contesto melodrammatico e lamentoso dei giorni nostri. Sul blog Le luci, Vasco Brondi spiega che ha pensato ai brani di quest’album “come piccole storie provinciali e spaziali” ed ha immaginato come questi pezzi potessero risuonare in una festa senza senso e, scrive, “ho pensato di ambientare tutto in un bar sulla Via Lattea”. Nella notte del 7 aprile, avvistato un oggetto non identificato sui celi della provincia di Cosenza, si tratta del Teatro Auditorium dell’Unical che si dirige nell’infinito iperspazio con dentro circa mille hipster, ma non temete, il tempo di una festa senza senso, poi tornano. Forse. Robertoso

AUTONOLEGGIO E VENDITA

Aeroporto di Lamezia Terme

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tutto, creavano un rapporto umano, amichevole, fra esercente e cliente.

grazie a splendide foto, ci riporta indietro negli anni, a quando, probabilmente, una buona parte dei lettori nemmeno c’era.

Prendendo spunto dalle parole iniziali della canzone “Varietà” di Gianni Morandi: “In questo mondo che pare proprio ormai una palude…” si potrebbe ormai dire “in questo mondo che pare proprio ormai tutto uguale”, in cui il “generale” ha sostituito il “particolare”, è quasi diventata una necessità andare alla ricerca di qualcosa che ci faccia ritornare un po’ alle origini. Prova ne è il successo della rivista “storicittà”, che parla appunto di “come eravamo” e che,

Nella città di Lamezia, in questi ultimi anni c’è stato un proliferare di supermercati, di franchising, di negozi monomarche di grandi marchi nazionali, che hanno ormai livellato e generalizzato il consumo, sostituendo tutte quelle piccole realtà imprenditoriali a carattere familiare che erano alla base dell’economia locale e che, soprat-

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Sono pochi oggi quei negozi che, come una volta, vendono poche cose, ma di qualità, prodotti cercati con cura da chi gestisce, per offrire al cliente la novità, quello che non si trova fra gli scaffali, lungo un corridoio anonimo. Prodotti che ti vengono indicati, spiegati, mostrati, quasi con orgoglio e non, quando chiedi informazioni, con un semplice e sbrigativo: “articoli da regalo? Corrdoio F, in fondo”, “prodotti per la casa? Corridoio A all’inizio”. Prodotti che, sorpresa fra le sorprese, hanno costi accessibilissimi, che ti consentono di fare, o

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perché no, farsi, un regalo particolare senza doverci troppo pensare. L’avere scoperto la bottega “Nicastro il Caffè”, del sig. Perri Pasquale, che, rilevando l’antico marchio “Nicastri”, ha creato un piccolo gioiello nel centro della città mi ha fatto venire il desiderio di scrivere questo articolo. Una bottega dove il rapporto con chi vende è diretto, è amichevole, dove trovi i sapori di una volta, ti sembra, infatti, varcando la soglia della piccola bottega, di tornare indietro nel tempo, non ti ritrovi quindi in mezzo a luci, suoni, fra-

stuoni, grida, ma in mezzo ad odori, aromi, colori, vociare soffuso di consigli chiesti e dati. E ti ritrovi a volere comprare di tutto, dal buon caffè Nicastri, alla pasta artigianale con scodella annessa, ad i liquori veramente artigianali, (che quasi oscurano quelli dai marchi famosi che ugualmente puoi trovare negli scaffali), all’autobus con le insegne del Napoli. Che dire di più? Vi invito ad andare a visitarlo anche per far sì che l’eventuale dono che volete fare o farvi non debba essere il frutto di una scelta fatta quasi come un dovere

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piuttosto che una scelta fatta per il “piacere” di farla. Una “bottega” dal “sapore antico”, si potrebbe dire, tant’è che l’insegna che accoglie il cliente appena arriva è “Nicastro il caffè... la storia continua”. Antonio Perri

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Baby shower

Era il 2002 e per la prima volta sentivo parlare di baby shower: stavo guardando una puntata di “Friends” in inglese, Rachel stava per diventare mamma e le sue amiche organizzarono per lei una piccola festa tra donne in cui la futura mamma ricevette molti regali in previsione dell’arrivo del bambino! In quel periodo questa usanza non era praticata in Italia, oggi invece a molte future mamme intorno all’ottavo mese di gravidanza, piace organizzare questo tipo di festa. Letteralmente, la definizione baby shower si potrebbe tradurre come una “doccia di regali” torta di pannolini destinati al bebè. o “diaper cake” In realtà, il termine shower ha un’etimologia diversa, si ricollega infatti al cognome del suo ideatore, Franz Schauer, un argentiere tedesco immigrato a New York, che cercò di promuovere i lavori di sua produzione, definendoli regali ideali

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per i cittadini newyorkesy di ceto più elevato. Oggi i doni che vengono offerti da parte di parenti e amiche sono vestitini, pannolini, accessori e prodotti per l’igiene e per la cura del nascituro, e la festa è un’occasione per trascorrere qualche ora insieme in allegria, scambiarsi consigli e “coccolare” la futura mamma. Un’altra deroga recente riguarda la presenza maschile: un tempo questo era un appuntamento tutto al femminile, mentre ora - se la coppia lo preferisce - sono ammessi anche i futuri papà e relativi amici. Non solo, pare stia pian piano prendendo piede anche il Baby Shower al maschile, una sorta di addio al celibato in cui, però, si celebra la paternità imminente… Ma come si svolge il party in onore del bebè? Il Baby Shower è un vero e proprio ricevimento, con tanto di lista degli invitati, biglietti di invito, decorazioni a tema, addobbi, palloncini, tovaglie e piatti rosa o azzurri, merenda o brunch e piccolo omaggio per tutti i partecipanti. Ad organizzarlo può essere direttamente la futura mamma, anche se il bon ton del Baby Shower vorrebbe che l’iniziativa venisse dalle amiche o da qualche persona a lei vicina. Per quanto mi riguarda, quando mi viene chiesto di organizzarne uno, la cosa che amo di più fare è parlare a lungo con la futura mamma e farmi raccontare qualche abitudine particolare presa durante la gravidanza,(una mia amica, ad esempio, non faceva altro che mangiare cubetti di ghiaccio) cosi da poter creare delle decorazioni ad hoc per lei.

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Per quanto riguarda il menù Se il Baby Shower si svolge nel pomeriggio e le invitate non sono tantissime l’ideale è una bella merenda a base di tè, biscotti e pasticcini. Un buffett che comprenda dolci, ma anche salato (pizzette e salatini) è indicato per ogni orario anche in caso di partecipanti numerosi. Se invece la futura mamma decide di organizzare un pranzo o una cena, il buffett potrebbe ancora essere la soluzione più funzionale, ma l’ideale sarebbe chiedere la collaborazione di tutte le amiche invitate: se ognuno porta qualcosa, la tavola sarà sicuramente più ricca e sfiziosa! Il momento clou della festa è quello della consegna dei regali: l’apertura dei pacchetti è accompagnata da commenti e consigli delle amiche, soprattutto di quelle che sono già mamme. Oggi, intorno a questo evento, si è sviluppato un vero e proprio mercato: negli USA e anche in Europa, le aziende di prodotti per l’infanzia hanno predisposto delle liste di gadget e prodotti, simili alle liste nozze, che la futura mamma può compilare per evitare regali doppi. Non solo. Ci sono proprio delle idee-regalo pensate ad hoc per questa occasione: la più gettonata è la Diaper Cake ovvero la torta di pannolini (i pannolini sono confezionati in modo da formare una torta a più strati), seguita a ruota da

graziosi bouquet in cui si alternano rose e accessori (calzine, body, asciugamani per il bebè) ripiegati ad arte per sembrare fiori colorati. Attenzione, però, per quanto riguarda i doni, non necessariamente si dovranno accogliere gli aspetti più “consumistici” di questa usanza. Il dono portato all’amica in dolce attesa potrà essere un oggetto realizzato con le proprie mani, come una copertina lavorata a maglia o un bavaglino ricamato. E per chi ha un occhio di riguardo per l’ambiente e si interessa alle tematiche legate al consumo critico, la festa potrebbe essere l’occasione per ricevere accessori e abitini dalle amiche che sono già mamme. I bimbi crescono tanto in fretta e le prime tutine sono praticamente nuove quando già non possono più utilizzarle. Il riciclo da mamma a mamma permette di allungare la vita degli oggetti, risparmiare, rispettare il Pianeta. Insomma, ogni futura mamma potrà trovare la formula di Baby Shower più congeniale per lei! Una volta scartati e commentati i doni, la festa - secondo l’usanza americana - continua con dei giochi di società “mirati”, che vedono gli invitati impegnati ad esempio, ad indovinare la data in cui avverrà il baby shower cake parto o la circonferenza del pancione… Il taglio della torta, rigorosamente a tema, ovvero decorata con motivi adatti all’occasione, corona il pomeriggio di amicizia e condivisione di esperienze. Silvia Pirrotta

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di

Luigi Russo

Via Oberdan - Tel. 0968.25211 - Lamezia Terme 16 e non solo lamezia

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