Maggio benincasa

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Anche in questo numero, proseguiamo la nostra avventura editoriale, con una nuova intervista doppia. Finalmente, dopo una lunga attesa, la corte dei conti ha dato ragione al Comune di Lamezia Terme. In questi ultimi giorni, numerosi manifesti con una grande scritta blu “non c’è dissesto” hanno riempito la città. Appresa, dunque la decisione della corte dei conti, la prima domanda da fare ai due esponenti del centro destra e del centro sinistra, non poteva essere che questa: Nel precedente numero, sia l’Avvocato Muraca che l’avvocato Barberio si auspicavano che il dissesto non venisse dichiarato. Anche lei si trova d’accordo con i due professionisti lametini? Diversamente da chi ha espresso un’opinione, io ho testimoniato attraverso il voto al bilancio, la convinzione che Lamezia e i suoi cittadini dovessero essere salvaguardati dalle conseguenze del dissesto.

La corte dei conti ha accolto il ricorso presentato dal Comune di Lamezia Terme. Quale futuro, adesso per Lamezia? Credo che la sentenza vada rispettata anche seguendo le indicazioni che saranno espresse nelle motiva-

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zioni che immagino incardinati sulla necessità di riallineare i fondi del bilancio comunale e garantire una gestione efficiente della spesa. Anche la trasparenza dei rapporti con il tesoriere non potrà essere secondaria. Ma alla base, lo dico in modo semplice anche se mi rendo

conto che semplice non è, i partiti devono inchinarsi alla responsabilità collettiva. Il taglio dei trasferimenti statali impongono una gestione non solo più oculata ma soprattutto intelligente del territorio. A mio avviso c’è uno spreco che Lamezia continua a versare ipotecando il suo futuro e

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questo spreco riguarda l’incapacità di gestire le sue risorse naturali, non solo quelle finanziarie. Talvolta quello che fa sbroccare i nostri cittadini è quel modo cieco di non saper guadare alla realtà, di sembrare dormienti. Purtroppo al di là dello schema politico, la sola competenza che questa amministrazione ha saputo dimostrare è quella di intraprendere una difesa adeguata affidandosi a professionisti concretamente all’altezza del ruolo. Lamezia avrebbe meritato dirigenti e assessori altrettanto adeguati. Mi riferisco in particolare ai posti chiave per la gestione del bilancio e del territorio: scrivo zero e riporto zero, per dirla con disarmata franchezza. Il futuro, con tutto i limiti connessi al presente, dipenderà dalla consapevolezza maturata dai noi tutti a saper compiere le scelte giuste al momento giusto. E parlo partendo da me stessa. Il futuro per Lamezia, non credo possa essere migliore senza un’autocritica da parte di ciascuna forza politica. Il senso di autosufficienza che vive Lamezia uccide le sue prospettive. Fare restare la città slegata da ogni contesto istituzionale o in azione ma in modo disorganico non serve che all’esaltazione dei singoli. Lamezia funge da cassa di risonanza per la sua centralità, ma poi finisce come uno zerbino su cui tutti si puliscono le scarpe. Io sono molto infastidita da

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come lasciamo che la nostra città venga usata senza beneficio per la collettività. E lo sono tanto più perché vivo da vent’anni nella parte più centrale, che ha dato il nome alla città: Sant’Eufemia, vera porta di ingresso della città che deve riuscire a guardare al futuro.

Finita ormai la querelle sul dissesto, non si può certo dire che i problemi di Lamezia siano finiti con questa decisione. La situazione è ancora critica e il futuro tutto da decifrare. Cosa dovrebbe fare l’Amministrazione Comunale per poter garantire quegli introiti che ancora non sono stati riscossi? L’unico balsamo che può sciogliere i nodi delle Entrate è la trasparenza abbinata a un sistema di incentivazione per incoraggiare comportamenti operosi. In una fase così critica tanto per l’Ente che per i cittadini bisogna garantire la rateizzazione di tutti i tributi e abbattere le sanzioni per i ritardi pregressi. Per fare questo c’è bisogno di apportare alcune modifiche anche al Regolamento Generale per le entrate e riorganizzare gli uffici in cui ho esperienza di personale qualificato ma talvolta privato dei supporti necessari a svolgere il loro ruolo. Bisogna rivoltare le politiche collegate al bilancio, come un calzino. Consapevoli che senza un impronta autorevole, un’amministrazione non può riuscire a riscuotere neppure i tributi. L’amministrazione deve fare comprendere ai cittadini “come” e “dove” spende i soldi. Ci sarebbero persone disposte a dare di più se avessero certezza di come vengono impiegati i soldi. La sfida è fare concorrere i nostri cittadini alle scelte per la città, in modo effettivo e in ogni quartiere garantire un risultato onesto. Operare in questa difficile situazione, in ogni caso non è facile. Ci sono numerosi progetti inizia-

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ti che ancora devono essere portati a termine, facciamo esempio del lungomare o del Teatro Grandinetti, quando, secondo lei tutto questo potrà essere completato? Le difficoltà non sono un male assoluto. Talvolta possono stimolare comportamenti di valore. Il piano delle opere pubbliche a Lamezia è, a mio avviso, il manifesto di una frattura indecente con la realtà. I tanti progetti che girano attorno la città sono solo coriandoli di carnevale, perché manca un’idea di città e di funzioni a questa da assicurare. Le opere pubbliche hanno valore quando hanno uno scopo, una funzione finalizzata a favorire concretamente la socializzazione, gli investimenti lo sviluppo e l’occupazione. Limitandoci agli esempi da lei suggeriti, il lungomare della Marinella è scollegato da quello di Ginepri e il Cafarone è completamente isolato. Con i suoi lampioni, un lungomare, senza una strada adeguata a garantirne l’accesso, senza la concessione delle aree demaniali per le iniziative di attività economiche, è pochissima cosa. Così per il Teatro cittadino, una volta acquistato e ristrutturato, in tempi e procedure da fare contorcere lo stomaco, lo avremo vuoto di una programmazione culturale degna di questo nome. Ci troveremo ad inaugurare una bellissima struttura senza una politica culturale adeguata a garantire una stagione di eventi. E’ come festeggiare un matrimonio con i fichi secchi.

anche in ambito locale, come cambieranno secondo lei gli scenari? Gli scenari elettorali sono talmente fluidi che posso solo esprimere l’auspicio che Lamezia possa trovare un’ancora di rappresentatività seria davvero a livello regionale. Al di là degli schieramenti, Lamezia deve riuscire ad entrare nel programma del prossimo candidato a governatore. Lamezia ha bisogno di persone con la schiena dritta, disposte a lavorare sodo su un progetto condiviso di città regionale. Quali problemi secondo lei, avrà il prossimo Sindaco di Lamezia? E soprattutto, cosa erediterà? Non pensa che, in questo periodo, possa essere un rischio quello di candidarsi come Sindaco? Non ci sono candidature o ruoli privi di rischio, se svolti con coscienza. I sindaci a mio avviso non devono mancare di un requisito: l’autorevolezza. Devono essere creduti e credibili. Io credo sia il ruolo più bello perché se fai bene si vede e la gente non lo dimentica. A Lamezia i sindaci che hanno dimostrato di volere il bene della città, penso all’irreducibile Arturo Perugini, non hanno trovato forza nei loro stessi partiti di riferimento. Sarebbe trop-

Ad un anno di distanza dalle prossime consultazioni elettorali, tutto quello che è successo nell’ultimo anno, non solo in ambito regionale, ma

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Cosa è, infine, per lei una “buona politica”? Una buona politica è possibile solo quando prevale il senso del “noi”. Sarebbe bello un giorno poter rispondere a questa domanda dicendo “Noi a Lamezia….” Senza necessariamente partire da sé. Sarebbe bello poter dire “noi a Lamezia abbiamo un sindaco che è riuscito a ridarci l’orgoglio di essere lametini”; “noi abbiamo una giunta che riesce a spendere i finanziamenti ottenuti riuscendo a fare ripartire il lavoro…”; “noi a Lamezia possiamo contare su una classe politica che da battaglia per ottenere una sanità al servizio dei cittadini”; “noi a Lamezia abbiamo un aeroporto finalmente collegato con la città e la sua presenza garantisce la realizzazione di importanti opere pubbliche grazie ad una tassa di scopo a carico delle compagnie aeree che quando atterrano trovano servizi efficienti…”; “noi a Lamezia…non ci piangiamo addosso perché possiamo contare su una classe politica che sgobba e supera ogni ostacolo per ridare a Lamezia il suo sogno”...

po facile fare esempi positivi e negativi dei sindaci che si sono avvicendati fino a oggi. Posso dire che quello che conta per i cittadini è sentirsi tenuti in considerazione e non dover fare la parte di chi è costretto a pagare l’inadeguatezza e i limiti di una classe politica. A Lamezia spero non ci siano candidati a sindaco pronti a parlare solo di eredità scomode. Sono geneticamente stanca della gente stanca che aspira a ruoli di rendita. Io credo nell’impegno civile quanto a quello politico. In entrambi ci vuole energia nuova per affrontare le sfide del presente. Il futuro non

piove dalle nuvole. Si costruisce con la consapevolezza e la fiducia.

Allargando il discorso politico in ambito Nazionale, in questi primi mesi di Governo, Renzi ha cercato di migliorare la situazione politica italiana? Renzi ha un consenso importante da parte della società italiana. Incarna l’esigenza di cambiamento ma è solo all’inizio. La sua opera si potrà misurare solo dopo che le riforme più importanti avranno dispiegato i loro effetti. Le attese sono naturalmente alte.

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I bisogni dei cittadini al centro della politica. Questo, riassumedo, il pensiero della dott.ssa Benincasa, pertanto, battersi per far approvare il piano di risanamento comunale ed evitare il dissesto, è stato un modo per fare il bene dei cittadini e della collettività. Fare con coscienza per poter fare bene e poter, forse, risollevare Lamezia da un’ecomia allo sbando e da una politica ormai sempre più lontana dai cittadini. Fare con coscienza per poter sentirsi ancora parte di un sistema che garantisce il cittadino e non una elitè di persone. Fare con coscienza per poter guardare al futuro con fiducia. Antonio Perri

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Tempo fa, io stessa, ho recensito, su un’altra rivista lametina, il libro che sto per presentare anche qui. Questa volta voglio lavorare in modo diverso. Porgendovi e fornendovi altri particolari interessanti. Di soltito, tutti sanno che non rileggo mai un libro, ma questo lo tengo sempre a portata di mano e, ogni volta che ne ho voglia, ne rileggo qualche pagina e mi dà gioia e, qualche volta, persino uno scatto adrenalinico di energia. Ovvio, il protagonista di questo libro è nientepopodimeno che... Wolfgang Amadeus Mozart... Il genio dei geni. L’uomo posseduto dal demone magico della Musica. Il musicista con le note nel sangue: DNA a base di plasma e accordi musicali... MARIA PRIMERANO è l’autrice di uno straordinario volume, denso e scoppiettante, che si legge meglio di un romanzo, di cui vorreste, quasi letteralmente, divorare le pagine. L’ANELLO STREGATO DI MOZART è il titolo. Edito da Tullio Pironti Editore, Napoli. Potete trovarlo in tutte le librerie e, per gli appassionati di bibliofilia e collocazioni, sarà importante sapere che, se vorranno ornare con questo libro la loro personale biblioteca, avranno come alleate anche molte bibliotece prestigiose del pianeta. L’ANELLO STREGATO DI MOZART è presente, infatti, presso le Biblioteche Nazionali di: Vienna, Lipsia, Monaco di Baviera, Francoforte, ma anche oltremare, presso la Biblioteca della Cornwell University di New York, La biblioteca della Stanford University, in California. In Italia si trova presso la Biblioteca Andrea della Corte di Settimo Torinese e nel Sistema Bibliotecario Torinese, presso la Biblioteca Comunale di Forlì, ecc. Maria Primerano, medico cardiologo, che ha compiuto i suoi studi di Medicina, presso l’Università di Firenze e lavora presso l’Azienda Ospedaliera di Catanzaro, ma è anche valente pianista, diplomata presso il Conservatorio “F. Cilea”, di Reggio Calabria, e appassionata giornalista, curatrice delle pagine di cultura e spettacolo, presso La Gazzetta del Sud, ha dedicato questo libro a tutti i meno fortunati (cfr. pag. 7), dandogli, come

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sottotitolo, la parola Divertissement, per il divertimento di tutti, ma, soprattutto, per la gioia dell’anima di coloro che non si fermano alle ricerche antologiche, circa la vita dei grandi. Esistono, in questo volume, atmosfere, meraviglie, giochi di prestigio, espedienti ed escamotages letterari che non vi faranno pentire di averlo scelto. Entra talmente nell’immaginario personale, che sentirete il bisogno di ascoltare Mozart in tutte le sue alchimie musicali e, potendo, di recarvi a Salisburgo, presso la Geburtshouse, la Casa Natale, del grande musicista, per cogliere la magia del fiocco azzurro (cfr. titolo del cap. I, pag.19), in casa Mozart... Quasi in veste di strega benevola, la nostra autrice ci guida attraverso vie inusitate della vita del grande Mozart. Partendo dall’anello (stregato), che poi il maestro Gerardo Sacco ha realizzato in esclusiva (mistero che risolverete leggendo il libro) alle figurine di supporto, che danzeranno ai ritmi mozartiani, non avrete tregua, fino alla fine. Sarà una piacevolissima sarabanda gioiosa e continuerete a voler leggere il libro all’infinito, apprezzando anche i puntuali riferimenti, che lo impreziosiscono... Maria Primerano si muove magistralmente attraverso la Storia, le partiture musicali, le testimonianze dell’epoca, i carteggi epistolari: nulla è di difficile fruizione ed è straordinario ritrovarsi in un mondo meraviglioso, fatto di pizzi, trine e infinite melodie. Lasciatevi impressionare e soccombete alla felicità di un’onda che vi trasporterà, cullandovi, facendovi intravedere i sublimi abissi della musica, naufragando dolcemente, se volete, parafrasando una meravigliosa espressione leopardiana, senza mai annegare... Buona lettura.

Maria Palazzo

P.S. Troverete molte interviste all’autrice su YouTube e visitando la pagina dedicata al libro, presso il social network FACEBOOK, ormai fruibilissimo, in maniera superveloce. Cliccate, cliccate, cliccate.

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L’ ADISCO è l’associazione donatrici italiane sangue del cordone ombelicale.

E’ nata in Italia nell’ ottobre del 1995 come associazione di donne disposte a donare, dopo il parto, il sangue del cordone ombelicale che sarebbe altrimenti gettato via. E’ aperta a chiunque vuole sostenere le sue iniziative. I suoi obiettivi sono: Promuovere la donazione del sangue del cordone ombelicale e renderlo possibile su tutto il territorio nazionale Raccogliere fondi per la ricerca Consentire la nascita e lo sviluppo della rete di Banche del sangue del cordone ombelicale sul territorio nazionale Il cordone ombelicale, che normalmente viene gettato, contiene sangue ricco di cellule staminali, le stesse del midollo osseo e una donna che decide di donare quel sangue offre a tanti bimbi ammalati una speranza di guarire. il sangue del cordone ombelicale contiene cellule staminali capaci di generare globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Gli elementi fondamentali del nostro sangue. Che ci aiutano perciò a guarire pazienti affetti da leucemia e linfomi.

Donare il cordone ombelicale è donare la vita, con un semplice gesto, un grande atto d’amore. Ines Pugliese pres. Adisco Lamezia Terme

Resta

Resta ti terrò qui fra le mie mani ti terrò in uno scrigno dorato ti alimenterò di musiche dolci e soavi. TI porterò con me, lontano, al di là dei rossi orizzonti e ti darò le stelle e giocheremo col sole e con il vento. Resta, non andar via ti coprirò di perle e di conchiglie ti racconterò favole impossibili. Ma .. se vuoi prorpio andare.. metti le ali ai tuoi piedi e in silenzio, senza rumore, spogliati dalle mie sembianze e, lasciami addormentata, abbandonata in un angolo della casa. Io non alzerò gli occhi per vederti andar via perchè voglio tenerti con me, per sempre nel mio cuore.

ines pugliese 19/4/2013

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Grande attesa anche in Calabria per l’imponente Opera Musical

“KAROL WOJTYLA, LA VERA STORIA” che arriverà il 17 maggio al Teatro Politeama di Catanzaro.

Riceverà il “Riccio d’Argento” come “Migliore Produzione Teatrale dell’anno”

In attesa della canonizzazione di domenica in Piazza San Pietro, continuano anche in Calabria le prenotazioni da tutta la regione per l’arrivo al Teatro Politeama di Catanzaro, il prossimo 17 maggio alle 21.00, della grande Opera “Karol Wojtyla, la vera storia”, il musical colossal sulla vita di Wojtyla firmato da stelle dello spettacolo internazionale: canzoni e musiche originali di Noa, Gil Dor e Solis String Quartet, regia di Duccio Forzano, il regista degli ultimi Festival di Sanremo, coreografie di Tuccio Rigano, video scenografie in 3D di Giuseppe Ragazzini, scenografie di Nicola Cattaneo, costumi di Maria Sabato. Dopo la prima mondiale in Polonia dello scorso 2 aprile, l’imponente musical è in questi giorni a Roma con il suo straordinario cast di ben ventisette tra attori, cantanti e ballerini, con il piccolo Alessandro Bendinelli che interpreta il Papa bambino, Virgilio Brancaccio nel ruolo di Wojtyla a vent’anni e Massimiliano Colonna che sarà il Papa da adulto. La mamma sarà interpretata da Barbara Di Bartolo, il padre da Simone Pieroni, il fratello da Roberto Rossetti, il cardinale Dziwisz da Matteo Macchioni. “Karol Wojtyla, la vera storia” è un viaggio intenso e commovente, che ripercorre la straordinaria vita di Karol Wojtyla da quando era bambino e ragazzo a Wadowice. Racconta il suo percorso di vita da laico, prima verso il sacerdozio e poi verso il pontificato. La narrazione comincia dall’evento drammatico del 13 maggio 1981 in Piazza San Pietro, al quale Papa Wojtyla sopravvisse miracolosamente e si sviluppa, poi, con un flashback sulla sua

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infanzia a nove anni. Gli episodi personali della vita di Karol Wojtyla si intrecciano con le pagine drammatiche ed indelebili della storia dell’umanità. Musiche, coreografie, effetti speciali, video scenografie 3D, costumi, rendono l’Opera emozionante e spettacolare. La fantastica vita di Karol Wojtyla è narrata in centoventi minuti divisi in due atti, in cui la visione registica di Duccio Forzano ha fuso mirabilmente musica, testo e azione scenica. “Io non sono religiosa” - ha spiegato Noa, che ha avuto occasione di incontrare più volte Wojtyla e di cantare per lui un’indimenticabile “Ave Maria” in Vaticano, ovviamente inserita nel musical - “Non credo nei dogmi religiosi, sono ebrea per cultura, ma penso che i valori umani dovrebbero rappresentare la religione nella forma più pura”. Tra le sei canzoni scritte da Noa per lo spettacolo, cinque inediti e l’adattamento dell’”Ave Maria”, ci sono “Look at the Moon”, che racconta del giovane Wojtyla con la fidanzatina ebrea e l’emozionante “The Star”, sull’inizio della seconda Guerra mondiale con l’invasione nazista della Polonia. “Karol Wojtyla, la vera storia” del 17 maggio a Catanzaro fa parte della ventottesima edizione di “Fatti di Musica Radio Juke Box”, la rassegna del miglior live d’autore ideata e diretta da Ruggero Pegna, con la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura della Regione Calabria, il Comune e la Camera di Commercio di Catanzaro. Alla produzione dell’Opera sarà consegnato il “Riccio d’Argento” dell’orafo Gerardo Sacco, premio

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ai Migliori Live d’Autore dell’anno, per la “Migliore Produzione Teatrale del 2014”. “Questa Opera Musical – ha detto Pegna – è un vero grande spettacolo, emozionante e commovente, sulla vita di Wojtyla, con musiche splendide e scene indimenticabili. Ci sono in circolazione diversi piccoli spettacoli su Wojtyla, realizzati da scuole musicali e di danza, ma qui stiamo parlando di una produzione imponente che toccherà le principali città del mondo. Per la Calabria è una grande e imperdibile prima assoluta, in linea con gli eventi di maggior prestigio presentati negli anni dalla mia rassegna!”.

La vendita dei biglietti è in corso nei punti abituali e Ticketone. (Catanzaro: Bar Mignon, corso Mazzini; Tabacchi Rotundo, via

della Stazione; Lamezia Terme: Uffici Pegna, corso Nicotera; Siderno: Diano Viaggi, via Salici; Soverato: Quelli del Toto, via Nazionale; Vibo V.: Discomania, via Vittorio Emanuele e in tutti i punti Ticketona). Online su www.ticketone.it. I prezzi dei biglietti sono i seguenti: platea e palchi 1°ordine euro 44,50; palchi 2° ordine euro 39,50; palchi 3° ordine euro 34,50; palchi 4° ordine euro 26,50; loggione euro 18,50. Per associazioni, gruppi religiosi e scolastici, è previsto uno sconto dal 15 al 20%% sul prezzo di ciascun settore. Questi speciali pacchetti di biglietti sono prenotabili esclusivamente presso la Show Net di Ruggero Pegna (tel. 0968441888 sito internet www.ruggeropegna.it).

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SAVERIA MARIA GIGLIOTTI

Estorsione continuata in danno di dodici dipendenti. È questa l’accusa con cui il nucleo mobile del gruppo della guardia di finanza ha arrestato Beniamino Scalzo di Conflenti. Scalzo, che nel corso dell’interrogatorio di garanzia si è avvalso della facoltà di non rispondere ed al quale il gip Carlo Fontanazza ha confermato gli arresti domiciliari, era già indagato per il reato di estorsione continuata in danno degli stessi dipendenti. L’operazione è il frutto di attività info -investigative svolte d’iniziativa dagli uomini del tenente colonnello Fabio Bianco, i quali, acquisendo una serie di elementi indiziari circa l’illecito sistema retributivo adottato dall’imprenditore che opera nel settore dei trasporti, hanno poi informato la procura della repubblica che ha delegato alle stesse fiamme gialle l’esecuzione di specifiche attività investigative. Attività che hanno permesso, a detta degli inquirenti, di fare luce su un più vasto fenomeno di sfruttamento illecito dei dipendenti, attuato nel corso degli anni, in maniera sistematica dall’imprenditore. In particolare, secondo quanto emerso dall’inchiesta, i finanzieri hanno scoperto che almeno dal 1998 l’imprenditore costringeva sistematicamente i dipendenti, con l’implicita prospettiva di licenziamento, ad accettare gravose condizioni di lavoro, consistenti nel prestare la propria attività per sette-otto ore al giorno, a fronte di un contratto part time in base al quale venivano poi retribuiti per sole quattro o cinque ore giornaliere. Le indagini, nonostante la ritrosia di quasi tutte le vittime nel riferire le reali condizioni lavorative per il timore di essere licenziate, avrebbero anche consentito di verificare la reale estensione del fenomeno illecito, risultato tale da rappresentare una sostanziale fonte di arricchimento per l’imprenditore

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che, tra l’altro, sfruttava i propri dipendenti,m tutti lavoratori residenti nella provincia di Vibo Valentia e nella zona ionica del catanzarese, nell’ambito di un’attività appaltata presso un pubblico ente per il quale eseguiva trasporti in ambito provinciale. Sin qui, in maniera schematica, i dettagli dell’operazione, che tra l’altro fa seguito ad altre due inchieste (primo maggio e primo maggio bis) condotte sempre dalla guardia di finanza e riguardanti questo specifico fenomeno dello sfruttamento dei lavoratori che nei mesi scorsi hanno portato all’arresto ed alla denuncia di altri imprenditori della città della Piana oltre che al sequestro preventivo finalizzato alla confisca di beni come avvenuto nei confronti di Ferdinando Greco, un imprenditore nel ramo dei trasporti. In quella circostanza, il decreto, emesso dal Gip del tribunale lametino, Barbara Borelli, su richiesta del sostituto procuratore Santo Melidona (lo stesso che ha coordinato le indagini su Scalzo), ha riguardato beni complessivi per un valore di 310mila euro ed ha interessato: quote societarie intestate all’indagato ed al suo socio del valore di circa 35mila euro; titoli e disponibilità finanziarie per 122mila euro; un appezzamento di terreno del valore di 45mila euro; un Suv, un motociclo e sette camion aziendali per un valore di circa 118mila euro. Risultati, questi, che avrebbero indotto alcuni lavoratori a rompere quel muro di omertà che finora c’è stato su vicende simili ed a recarsi, non dai sindacati, ma dalle fiamme gialle o alla procura della repubblica per segnalare o addirittura denunciare le situazioni di sfruttamento esistenti a loro danno.

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“Piante e bellezza” La cosmesi moderna più avanzata ha riscoperto le cure a base di prodotti biologici o vegetali. Tutti i prodotti della natura, infatti, contengono sostanze curative efficaci; è necessario, però, ricordare che le erbe, le piante ed i fiori, devono essere coltivati in terreni non trattati con prodotti chimici, insetticidi, fertilizzanti, etc. etc. Le erbe devono, invece, essere state coltivate da meno di tre mesi e non si devono mai usare recipienti di metallo per conservare i liquidi. Ogni cura di tisane deve durare mediamente tre settimane. Le radici essiccate devono essere tritate, quelle semifresche, invece, grattugiate. Le erbe aromatiche esercitano un’azione molto efficace a seconda delle loro proprietà, stimolando, distendendo e calmando l’organismo. In quale modo? Con un buon bagno!!!

santoreggia

“Le rughe” Per lottare contro l’invecchiamento precoce della pelle, ecco una semplicissima tisana: versare in una tazza d’acqua bollente 2 pizzichi di santoreggia e 2 pizzichi di salvia. Bere questo infuso molto caldo due volte al giorno.

La santoreggia è il più potente ringiovanente e stimolante naturale che esista. Timo

La salvia, invece, purifica il sangue eliminando tutte le tossine nocive che, accumulate, paralizzano le funzioni dell’organismo.

“Bagno e relax” Dopo una giornata particolarmente pesante, preparate un decotto con 5 pizzichi di maggiorana; dopo averlo filtrato, versatelo nella vasca da bagno preventivamente riempita con acqua non bollente.

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Salvia

Questa è una ricetta semplice, ma di sicuro effetto; la maggiorana ha, infatti, virtù tonificanti e rilassanti.

“Acne” Fate bollire una tazza d’acqua e versate la seguente miscela: 2 pizzichi di timo e 2 pizzichi di salvia. Quando l’acqua bollirà, spegnete il fuoco e lasciate l’infuso per qualche minuto ancora nell’acqua. Bevetene una tazza la mattina e l’altra la sera,. Il timo esercita potenti virtù antibiotiche e purifica il sangue, mentre la salvia fortifica l’organismo. La loro unione ristabilizza il giusto metabolismo e l’acne sparisce. Un saluto a tutti dalla vostra Erminia

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Domenica 11 maggio, in occasione della giornata nazionale della bicicletta, a Lamezia Terme (in contemporanea con altre 129 città italiane) si svolge “BICINCITTÀ”: la manifestazione Uisp, giunta alla ventottesima edizione, dedicata alla bicicletta. La società sportiva ASD ALFABIKE, affiliata UISP, nata dall’aggregazione di alcuni cicloamatori della nostra città, ha deciso di promuovere la manifestazione nella nostra realtà cittadina con il patrocinio dell’amministrazione comunale, e fortemente voluta dal Presidente della Repubblica, dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Lamezia Terme è legatissima a questo nobilissimo sport; e non solo in conseguenza dell’ampia adesione alla disciplina ma anche, e soprattutto, lo sappiamo bene, in relazione alla tragedia del 5/12/2010 che ha portato via otto

illustri concittadini in conseguenza di un incidente caratterizzato da una dinamica assurda ed irripetibile. In un’ottica di risparmio energetico e di tutela della salute, ma anche di valo-

rizzazione delle aree più suggestive delle nostre città, la bicicletta si prospetta come il mezzo del futuro che può risolvere le gravissime problematiche di vivibilità delle nostre città. ANDARE IN BICICLETTA SIGNIFICA: -risparmiare in termini di risorse energetiche; -investire nella propria salute; -azzerare l’impatto inquinante della circolazione; -riuscire a godere delle nostre città e ad coglierne gli angoli più suggestivi; Non possiamo trascurare che oramai da tre anni i dati delle vendite parlano chiaro: in Italia (ma anche in tutta Europa) si vendono più biciclette che automobili.

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Ricordiamo che pure il nostro codice della strada, oltre a considerare i ciclisti come “utenti deboli” della strada, proprio in questa prospettiva, impone alle amministrazioni di creare una pista ciclabile in occasione della realizzazio-

ne di ogni nuova strada ovvero in occasione di interventi di ristrutturazione delle strade esistenti. La manifestazione non ha ovviamente alcun carattere competitivo; essendo dedicata alla “riconquista” dei nostri

centri urbani, E’ di fatto una passeggiata collettiva per la città aperta ai cicloamatori di ogni età ed a qualsiasi tipo di bicicletta (dalla bici “professionale” alla bici in acciaio di 20 kg). Gli organizzatori della manifestazione vogliono che BICINCITTA’ diventi un appuntamento fisso per tutta la cittadinanza e si ponga pure come un saluto alla “bella stagione”. Poichè è particolarmente caro il tema della sicurezza, gli organizzatori raccomandano l’uso del casco protettivo. L’appuntamento è alle ore 8 presso il parco IMPASTATO. Il percorso è essenzialmente pianeggiante salvo qualche breve tratto di lieve pendenza.

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Si è svolto a Lamezia Terme il 29 e il 30 marzo, presso il Chiostro di San Domenico il “Mercatino dell’ Artigianato e del Gusto”, patrocinato dal Comune di Lamezia Terme e organizzato dall’Associazione Donne e Futuro. L’ Associazione, diretta da Karim Faistnauer Catanese , ha sede a Lamezia in Via L. Da Vinci 2 e si propone l’alfabetizzazione delle donne zingare presso il CTP: Centro Territoriale Formazione Adulti . Il Mercatino ha avuto il fine, di promuovere il territorio lametino attraverso il recupero, la tutela e la valorizzazione di tradizioni, arti e mestieri della Calabria, offrendo ai visitatori un’ interessante e sfaccettata vetrina sull’artigianato locale, dove sono emersi, come sempre, creatività, professionalità e innovazione unite anche a forme di artigianato artistico confluite in opere di elevato valore estetico e culturale. Il Chiostro ha ospitato numerosi stands ricchi di manufatti artigianali in vetro, di prodotti agricoli della terra e della gastronomia calabrese, di originali lavori eseguiti a mano ed altri articoli: dal decoupage ai centrini, dalle confetture ai vini ed oli locali,farina di farro, miele, ai testi di editori calabresi. Apriva la mostra la Vetreria Artistica di un’ associazione che si occupa del laboratorio di creatività per ragazzi e adulti ed offre un insegnamento per la lavorazione del vetro. Si potevano ammirare sullo stand, Il filo che unisce, centrini, ricami e lavori di cucito eseguiti a mano, curati dall’Associazione “Intese”. Presenti anche pannolenci, gioielli e accessori per il corpo, il viso e i capelli. Un altro Stand era dedicato al materiale riciclato: lattine, carta,cartone, il tutto

curato dal Laboratorio di pittura “Buenos Aires” di Karim F. Catanese dov’ erano presenti alcune riproduzioni di alberi, di bonsai artificiali, o del muschio della Sila. Un altro angolo ospitava alcuni editori della nostra regione, la storia e microstoria calabrese, la cucina tipica e qualche ricetta tipica lametina. Interessante e originale anche lo stand con i bellissimi gioielli disegnati da Valentina Caruso. Valentina nata a Lamezia il 15.09.1987, specializzatasi a Firenze in Cultura e Stilismo della moda con Curriculum in Oreficeria. prosegue a Milano in Polidesign, alta formazione e Design del gioiello e infine a Roma prende il Master in “Product Design per il gioiello “. Da qualche mese ha registrato il marchio di Bijoux e si dedica alla realizzazione di splendidi gioielli, come si può notare nelle foto. Vogliamo ricordare che il Mercatino sarà presente ogni ultimo ‘weekend’ del mese che la vendita di ogni prodotto ha scopo benefico, in quanto la onlus organizzatrice Donne e Futuro, da sempre impegnata nel sociale, devolve i proventi dell’attività a favore di gruppi ed etnie socialmente deboli. In poche parole, al Mercatino dell’Artigianato e del Gusto, che è diventato oramai un appuntamento fisso mensile, si possono trovare cose originali, bellissime e buone da gustare, all’insegna della solidarietà, della semplicità e della natura". Annamaria Davoli

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TORTINI DI RISO TRICOLORE Ingredienti:

150 g di riso olio qb 100 gr di robiola o altro formaggio morbido un pugno di grana grattugiato mezzo litro di brodo (con i soliti sedano, carota, cipolla) un cucchiaio di concentrato di pomodoro 2 cucchiai di pesto 100 gr di primosale (ma si può utilizzare anche una sottiletta) 100 gr di prosciutto crudo o cotto origano o maggiorana poco olio per il padellino Procedimento per i sandwich

Riscaldare l'olio in pentolino e lasciar tostare il riso. Quando inizia a sfrigolare, bagnare un mestolo alla volta, a fiamma bassa, lasciando che si assorba. Poco prima del termine della cottura (meglio lasciare il riso bene al dente, visto che subirĂ almeno un'altra cottura), mantecare con la robiola e il grana. A questo punto, dividere in tre il riso Una parte mantecarla ancora con il pesto Un'altra con il concentrato La terza lasciarla in bianco.

Preparare un coppapasta da poggiare su carta stagnola o da carta forno Riempire la base del coppapasta con il riso verde, riempirlo con qualche fettina di formaggio. mettere quindi il riso bianco + la fetta di prosciutto crudo. Ricoprire con il riso rosso. Ripetere l’operazione per quanti tortini si vogliono preparare, poi mettere un po’ di olio e parmigiano e fare gratinare al forno per qualche minuto, impiattare e servire Definire con foglioline di aromi a piacere.

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Intervista a Lino Strangis Nato a Lamezia Terme il 19/01/1981, Lino Strangis è un artista intermediale e teorico di estetiche contemporanee, vive e lavora a Roma. E’ uno dei giovani artisti lametini più apprezzati nel panorama della videoarte a livello internazionale e con qualche domanda soddisfiamo la nostra curiosità per conoscerlo meglio.

Artisti si nasce o si diventa? Credo che la risposta più seria che si possa dare sia "entrambi" cioè : prima ci si nasce ma poi anche ci si diventa. Mi spiego meglio: Di certo una certa attitudine innata a volte fa la vera differenza, nel senso che se artista non ci sei nato a volte può succedere che anche dopo i migliori studi e tutto il resto manchi quel "fuoco" che è assolutamente necessario, quella fame atavica e quella passione quasi folle senza la quale non si riesce ad esprimere qualcosa di davvero interessante e originale. Ma è anche vero che non bastano ne l'essere "portati", ne i giusti studi e nemmeno il talento tecnico, ci vuole anche una storia personale particolare, una voglia di esprimersi che nasce da qualcosa di profondo, ma soprattutto un desiderio mai sopito di costruire un proprio linguaggio. Poi al di là dei fattori prettamente artistici è necessaria una certa capacità carismatica per "imporre" la propria ricerca agli occhi del pubblico e della comunità scientifica (critici, curatori, storici ecc), insomma secondo me bisogna sapere molto bene quello che si fa e riuscire a farlo emergere nel giusto

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di Caterina Cuda

modo. In fine moltissimo pesa la capacità (propria e/o degli operatori con cui si collabora, ma meglio tutt'e due) di intrattenere le giuste pubbliche relazioni e per dirla facile "frequentare i giri giusti" ma non tanto nel senso più "basso" , cioè che l'artista fa strada in quanto amico di questo o quello, cosa che andrebbe definitivamente cancellata, bensì in un certo senso l'opposto e cioè il sapersi rivolgere a coloro che si interessano del proprio ambito di produzione e legarsi a loro condividendo precise visioni... ... Non diventare qualcuno in quanto amico/a di qualcuno me bensì diventare amico di qualcuno in quanto si è qualcuno... Mi spiego?

Come descriveresti l’ARTE ad un bambino? Caro bambino/a l'arte è lo strumento tramite il quale l'umanità cerca di comprendere cosa sia stata fino ad oggi ed immagina cosa potrebbe essere in futuro, quale sia la sua condizione esistenziale, il suo ruolo nel mondo (naturale e storico) e come questa potrebbe raggiungere nuovi orizzonti... Ancor più semplicemente grazie all'arte (o meglio io direi a certa arte, la "vera" arte) possiamo immaginare tante possibili alternative di mondo che possono servirci per ri-pensare sempre "meglio" il mondo in cui viviamo. Ma a pensarci bene lo spiegherei più o meno così a tutti, così come al bambino.. Se lo capissero solo i dotti perderebbe molto senso di esserci. E come descriveresti la tua arte, la tua passione, il tuo lavoro ad un bambino? Il mio lavoro è proprio quello di immaginare mondi possibili (ancora mai visti) ed il loro possibile funzionamento, per allargare continuamente il confine di "ciò che può esistere".

Quale corrente artistica e quale artista ti piace di più nel panorama della storia dell’arte italiana e no? Non è facile rispondere in quanto in primo luogo credo di poter affermare di essere interessato e quindi in qualche modo influenzato da tutto e allo stesso tempo comunque non so come alla fine "faccio sempre come dico

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io". Devo dire di non essermi innamorato davvero dell'arte (se anche già da prima suonavo e scrivevo poesie) se non quando ho conosciuto le avanguardie storiche (e le neo-avanguardie), tramite la conoscenza e lo studio di queste ho trovato quello che davvero mi ha sedotto definitivamente... Successivamente ho capito che la vera arte in tutte le epoche è stata sempre contemporanea e in fondo "d'avanguardia", ma solo dopo le avanguardie storiche tutto ciò è emerso in modo chiaro e direi "definitivo". Mi sento molto legato a quel tipo di approccio che in pittura, ad esempio, portò a ricerche quali quella del cubismo o del futurismo ma anche per vari versi al surrealismo, il dada e il neo-dada e il cosiddetto informale, poi, avvicinandomi cronologicamente, l'universo Fluxus e personalità come quella di John Cage (essendo io almeno per metà musicista) e ovviamente videoartisti come Nam June Paik e gli amati Woody e Steina Vasulka da una parte ma anche da grandi maestri come il francese Robert Cahen (con cui ho collaborato in varie occasioni e di cui sono stato "assistente"). Ultimamente mi sono reso conto di intrattenere molti interessanti legami con il teatro di Beckett di cui ho avuto modo di approfondire alcune fondamentali "motivazioni" collaborando con due grandi del teatro d'avanguardia italiano come Carlo Quartucci e Carla Tatò. Ma alla fine ci tengo a dichiarare che sento una grande autonomia e di non aver mai avuto nessun "modello" o riferimento diretto, di aver sempre trovato spunti, possibilità di confronto e perfino "illuminazioni" in molte delle ricerche di certi grandi "colleghi", che percepisco fortemente come "collegate", ma ho sempre cercato di mantenere tutto questo come presupposti del mio intervento, come quando si interviene in un discorso e si è di base d'accordo con gli altri oratori ma ci si sforza di contribuire a questo suggerendo ulteriori possibili sviluppi invece che semplicemente adeguarsi a quanto si è già stabilito, a quanto è stato fatto. Raccontaci della tua prima mostra, dell’ultima e della prossima. Ci sono almeno 2 mie prime mostre, una molto

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underground e praticamente in alcun modo annotata dalla storia, che tenni in una sorta di atelier che ci eravamo inventati insieme ad alcuni amici giovanissimi aspiranti artisti (tra cui Pasquale De Sensi, oggi riconosciuto professionista) in vico Leone, nel rione Croci a Lamezia Terme nella seconda metà degli anni 90 (allora ero uno studente di liceo classico, un musicista rock emergente, un poeta in erba e un neo-pittore informale)... Era un magazzino di proprietà di mio nonno che lo vendette dopo qualche mese e l'esperienza rimase sostanzialmente ignorata. Circa 7 anni dopo, nel 2005, a 24 anni, ho tenuto invece la mia prima mostra personale ufficiale, presso il MLAC- Museo Laboratorio di Arte Contemporanea de l'Università La Sapienza di Roma: ho vinto un concorso dedicato agli under 30 chiamato GET UP FAST ed il premio era appunto poter tenere una mostra personale in un importante museo... ... Mi ricordo che, lasciato in totale libertà alla mia prima volta in un contesto museale, decisi di inserire in quella mostra tutto quello che mi fosse capitato di fare fino a quel momento... C'era di tutto: dai quadri dipinti ai collage e agli assemblage di oggetti trovati, alle fotografie, i video, la performance, l'intervento urbano ed altro ancora; tanto che tra i critici alcuni, oggi direi abbastanza a ragione, scrissero (ad esempio su Il Messaggero) che avevo voluto strafare, che c'era troppo e in troppe direzioni. In pochi capirono che per me quella mostra doveva essere un esperimento, una fonte di "prove" per me, che tramite quella e le reazioni di critica e pubblico rispetto a quanto avevo proposto ho cercato di prendere le misure per trovare il mio "centro gravitazionale". Da allora ho in un certo senso "riavvolto il nastro" e ho "ricominciato tutto" ponendo come nuova base la sperimentazione audiovisiva. Sull'ultima mostra sono davvero indeciso in quanto se considero le partecipazioni a collettive in giro per il mondo, quelle dove non intervengo con particolari installazioni ma invio "solo" le opere audiovisive, non esagero se scrivo che ultimamente tendo a perdere il conto: in questi giorni ne ho una Parigi e la prossima settimana una in India ma nel frattempo è ancora aperta quella di Scicli in Sicilia e va avanti così quasi senza soluzione di continuità da un po'... L'ultima mia personale importante risale invece all'ormai lontano 2010, presso la galleria LipanjePuntin a Roma dove protagoniste sono state le mie sculture audiovisive che hanno ottenuto anche un gran bel servizio giornalistico pubblicato a doppia pagina su Il Manifesto oltre

che il plauso di alcuni importanti critici tra cui anche ad esempio Achille Bonito Oliva (presente al vernissage e desideroso di rivolgermi i suoi complimenti). Ma come mi capita sempre la mostra di cui ho più piacere di parlare o scrivere è la prossima quanto più in questo caso dato che il mio nuovo progetto sarà inaugurato proprio a Lamezia Terme, dove per la prima volta ritorno come artista internazionale... ...Dal 17 al 30 Maggio, in collaborazione con Quadrature, in una mostra dislocata tra Palazzo Nicotera e il Liceo F.Fiorentino (di cui sono stato studente): il progetto, non una semplice mostra personale ma un concept show itinerante che dopo Lamezia toccherà diverse tappe in Italia e all'estero si intitolerà PENSIERO VOLANTE NON IDENTIFICATO e presenterà oltre che un'installazione audiovisiva omonima, anche una serie di stampe, sculture audio-visive e il mio primo dvd antologico di opere audiovisive monocanale. Ma non voglio rovinare la sorpresa, spero che il pubblico lametino risponda con interesse e che semplicemente "apprezzi".

Che quotazioni hanno sul mercato i video artistici e chi sono solitamente gli acquirenti? Prima di tutto bisogna distinguere tra installazioni o sculture audiovisive e opere esclusivamente audio-visive (che in sostanza equivalgono a file impressi semplicemente su dvd o altro supporto): nel primo caso i contenuti audiovisivi divengono parte (se anche sempre integrante) di opere complesse che, per capirci a volte comprendono molti schermi o proiettori e diversi generi di intervento in cui l'oggetto artistico è costituito da tutta una serie di elementi compresi tutti dispositivi impiegati; questo tipo di lavori può variare di molto quindi a seconda delle tecnologie utilizzate e poi ovviamente delle specifiche quotazioni dell'artista... Andando più nello specifico ad esempio un'opera di Bill Viola (uno dei più famosi videoartisti del mondo insieme al quale con un piccolo gruppo di italiani ho avuto il piacere di esporre) che da anni ormai usa offrire come opera finita, anche nel caso di lavori monocanale, l'oggetto completo di tutto, cioè con specifico televisore (piatto e appeso come un quadro al muro) o proiettori, casse audio ecc si può par-

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tire tranquillamente da 30/40.000 euro, raggiungendo facilmente gli 80/100.000 e arrivando in certi casi, passando da aste e varie transazioni fino a casi come i 712.452 $ per Eternal return (2000), schermo al plasma su pannello piatto e due speakers, due canali canne, dvd playback, realizzato in 5 edizioni, aggiudicato il 14 ottobre 2006 da Phillips de Pury & Company New York. Ma ovviamente stiamo parlando di uno degli autori più famosi del mondo e vanno dette almeno due cose: che per più di vent'anni Bill Viola stesso ha lavorando vendendo pochissimo e a prezzi infinitamente più bassi e che oggi purtroppo lui e qualche altro grande nome "mangiano" gran parte del mercato. A comprare le sue opere sono oggi i grandi collezionisti e i musei oltre che varie municipalità ma ormai non raramente facoltosi privati a cui semplicemente "piace", ma questo vale oggi solo per pochi... Per quanto riguarda invece ad esempio il semplice dvd di un artista "medio" (cioè un professionista internazionale ma magari senza un nome particolarmente "altisonante") si parla più o meno di 1000 euro al minuto per opere audiovisive stampate in 15/20 copie. Ma per questo genere di lavori molti artisti (tra cui io in prima linea) stanno cercando altre vie che permettano una distribuzione che punti su un maggior numero di copie per prezzi molto più alla portata, che sfrutti la riproducibilità per arrivare ad un pubblico più ampio e a tasche più "normali". E' un lungo discorso e la cosa più interessante è che si tratta di un processo ancora in atto; qui si aprirebbe tutto un altro ampissimo discorso, per chiudere aggiungo che comunque in linea di massima (tranne che in qualche nazione tra cui in particolare il Giappone) l'acquisto della videoarte è piuttosto minoritario rispetto ad altri tipi di opera, anche oggi quando comunque dopo 50 anni di vita certi linguaggi sono parte rilevante della cultura odierna e agli eventi dedicati il pubblico è sempre maggiore, e molti cosiddetti videoartisti vendono molto più spesso e facilmente ad esempio le stampe di frame (o elaborazioni più complesse), che si accostano più o meno ai parametri di quotazione che si usano per la fotografia come opera d'arte. QUADRATURE formedarte tel 349.7878724 info@galleriaquadrature.com www.galleriaquadrature.com

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Non Dimenticarmi Odore di vento e di magia. Ritorna, come le luci che si scorgono in lontananza sul mare, nelle notti d’estate; ritorna attraverso fili d’argentea luce, come la luna che si riflette tra le onde.. “Ciao” mi dici, con quel sorriso d’avorio, luminoso e incantato. “Ciao” rispondo piano, intimorita. La tua presenza è forte, grande, immensa; odora di buono, di sogni che non hanno fine. La tua figura è così come me la ricordavo: alta ed austera, massiccia, con quei lineamenti maschili, duri. Gli occhi grigi t’illuminano i tratti decisi, le labbra carnose, la fronte alta, corrugata – come se fossi assorto chissà in quale pensiero – i capelli biondi, colore del grano, si muovono nel vento, così come i tuoi vestiti leggeri, colorati e scuciti. Sento l’odore della tua persona e il tuo respiro, è calmo, sa di luoghi lontani, sa di acqua di mare… di stelle e polvere magica. “Ti ho cercato tanto, nei miei sogni ed in ogni cosa. Ti ho cercato nelle ali di una farfalla che si posava di fiore in fiore, nei fili d’erba e nel cielo azzurro di primavera… nei canti degli uccelli-

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ni, tra le luci e le ombre del bosco, nei sospiri incantati della natura. Ti ho cercato sempre da quando sei andato via…”. “Ero sempre vicino a te, ero in ogni cosa che ti circonda, in tutto ciò che è buono e puro. Quando avrai bisogno di me, guarda la bellezza del Mondo che ti circonda, lì mi troverai- e nel silenzio e nella semplicità- troverai la tua pace e la tua serenità. Adesso devo andare.” “Arrivederci. Ti prego, ovunque tu sarai, non dimenticarti mai di me.” Vai via senza voltarti. Continui a camminare con quei movimenti lenti, eleganti, pieni di dignità e umiltà; ti allontani piano dal mio mondo che un giorno - è stato anche il tuo -; questo mondo che ci tiene sospesi e divisi. Percepisco nell’aria quello che rimane di te, di me, di noi… di questo amore che mi lega ad un filo sottile che resta in bilico tra il presente e il passato, tra la realtà e il sogno: la vita terrena e l’eternità…

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