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Lamezia e non solo

Editore: Grafichè di A. Perri

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Lamezia e non solo


Lameziaenonsolo incontra

Giovanni Prezioso

Nella Fragale

Chissà quanti si chiederanno, vedendo la copertina, “ma questo chi è?”, “come mai un bambino?”, “che mai avrà fatto?”. Presto detto: Giovanni, con la sua giovane età, con quel suo modo disincantato di guardare ed approcciarsi con quanto lo circonda potrebbe diventare un “lametino illustre”, uno di quelli di cui poi si parlerà, del quale si potebbero raccontare aneddoti su quando era “uno di noi”. Quando vedemmo la prima sfilata che Anton Giulio Grande fece a Camporella, fummo i primi, o fra i primi, a scrivere di lui, a dedicargli copertine e, ancora oggi, che è diventato una luminosa stella del firmamento della moda, lo seguiamo e lui, sebbene sia sempre sui più importanti tabloid mondiali, accetta sempre di lasciarsi intervistare da noi. Speriamo succeda così anche con Giovanni, speriamo che questo sia il primo di una lunga serie di incontri, speriamo diventi una piccola Iena ma non di indole. Incuriositi? Leggete e saprete il resto.

Parlaci un po’ di te, come ti chiami, quanti anni hai, che classe fai…. Mi chiamo Giovanni Prezioso, ho 10 anni, frequento la prima media dell’Istituto Pietro Ardito Don Bosco, sezione D, studio, come lingue, spagnolo e inglese che mi appassionano tanto. Bene, è una fortuna che ti piacciano le lingue perchè conoscerle apre molte porte, anche nel mondo dello spettacolo. Dimmi, ti piace andare a scuola? A me piace molto studiare, però è brutto lasciare la scuola. Quando devo partire per un “Lavoro” ma contemporaneamente sono anche contento perché prendersi una vacanza per staccare un po’ non fa mai male. Come hai ragione, quando andavo io a scuola era la stessa cosa, l’occasione per staccare era sempre bene accolta. Qual è la tua materia preferita? La mia materia preferita è la storia perché è molto educativa infatti ci fa capire la storia dell’uomo e quanti progressi ha fatto nel corso dei secoli. Com’è il tuo rapporto con i professori e con i tuoi compagni di scuola? Con i miei compagni ho un ottimo rapporto, anche se è il primo anno che li frequento, lo stesso per i professori. Ma visto che passerò spero, altri anni sicuramente con loro, mi sentirò come con i compagni delle scuole elementari con i quali eravamo e siamo uniti come mai, anche oggi che non frequentiano la stessa classe. E sempre a proposito di scuola, i tuoi impegni con il mondo dello

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spettacolo e la scuola. Come coniughi le due cose visto che a volte devi allontanarti per fare l’inviato speciale e ritrovarti a contatto con i personaggi più famosi del mondo dello spettacolo? I tuoi professori sono comprensivi con te? La domanda è molto complessa perché per “lasciare” 4 giorni la scuola per fare il mio “lavoro” sempre tra virgolette è sempre un po’ pesante ma ho trovato degli ottimi insegnanti che mi supportano e mi aiutano al mio ritorno per quanto riguarda gli studi. Per i miei amici non lo so forse questa è una domanda che dovresti fare a loro. Perché difficilmente mi manifestano la loro approvazione. Ed i tuoi compagni di scuola ti ammirano o ti invidiano? Io spero che i miei compagni non mi invidino anzi spero, che sia per loro un vanto ma io poi forse mi sbaglio ripeto forse dovresti rivolgere questa domanda a loro. Magari quando ti faremo la prossima intervista la organizzeremo a scuola e faremo le domande anche a loro! Ci vuoi dire com’è cominciata questa avventura? Come ti sei trovato proiettato nel mondo della celluloide? Tutto è cominciato, lo ricordo bene, all’inaugurazione della piazza che intitolarono alla memoria di mio nonno che era morto da poco. Io gli ero molto legato ed ero presente, alla fine della cerimonia, alla quale era presente tanta gente, amici, parenti, ma anche il Sindaco, il Prete, le cosiddette “autorità” insomma, mi hanno fatto tirare via il telo che copriva la targa e, visto che io mi chiamo come lui, il Sindaco Paolo Mascaro chiese al giornalista di intervistare me, diretto discendente. Io fui così naturale davanti alle telecamere che colui che è diventato il mio mentore, Giovanni De Grazia organizzò subito dopo dei programmi che si chiamavano “Le chicche di Giovanni Prezioso”

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ed io ne ero il protagonista. Così è cominciato tutto! Allora il merito va anche a Giovanni De Grazia che è stato lungimirante ed ha capito subito di trovarsi di fronte ad un piccolo fenomeno! Il mondo dello spettacolo pare attarti molto, sei completamente a tuo agio accanto ai grandi nomi, hai già un’idea precisa su quello che vorrai fare da grande? Perché non credo vorrai fare un lavoro “normale”. Confesso che la mia prima esperienza con il mondo dello spettacolo e con i suoi BIG un po’ mi preoccupava ma, come ripeto spesso, quando si accendono le telecamere su di me la tensione scompare e mi sento a mio agio, naturale tanto che poi vado a ruota libera e anche stare a fianco di grossi personaggi non mi crea imbarazzo. Però devo anche ammettere che sono con me molto sempre molto disponibili. Ora parlando di lavoro non ci penso perché sono proiettato ancora nello studio. Ma se dovessi fare un lavoro che riguarda lo spettacolo ne sarei felice. Bravo, lo studio è importantissimo e non va trascurato, nei tuoi progetti futuri c’è, l’obiettivo di diplomarti e di continuare gli studi anche con la laurea? Studiare per me è fondamentale perché qualsiasi cosa io voglia fare nella vita devo comunque avere una buona preparazione e quindi spero di diplomarmi e naturalmente laurearmi in cosa è troppo presto per deciderlo Sei giovanissimo eppure frequenti un mondo di adulti, dimmi ti piacciono i cartoni animati o ti senti troppo grande per guardarli?

Per me vedere i cartoni animati è normale perché ci sono persone anche più grandi che li guardano e io spero di essere un po’ Peter Pan a vita. E poi non dimentichiamocelo io ho solo 10 anni. Ma facendo, sia pure “per gioco” un “lavoro da grandi” non credi che stai perdendo un po’ della tua fanciullezza? Non hai paura di diventare adulto troppo in fretta? No non mi stresso perché l’ho preso come un gioco infatti sono fortunato conosco personaggi che mi piacciono e che sono i miei idoli e capisco che infondo loro sono come noi. Fra tutti i personaggi famosi che hai incontrato qual è quello che, per te, è il più simpatico? Allora io quest’anno ho avuto la fortuna di incontrare le Iene e siamo entrati subito in sintonia loro sono simpatici spettacolari e mi hanno fatto sentire, anche se per poco, uno di loro. Le Iene, su di loro torneremo dopo per sapere se è vero quel che ho sentito dire! E… quello che non ti è piaciuto proprio? Dire che non mi è piaciuto è una parola grossa perché tutti sono stati gentili con me e quindi non mi sento di giudicare nessuno per me

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sono tutti molto bravi. Ma cosa provi quando ti trovi accanto a loro? Prima di porre loro delle domande ti viene un po’ di paura? Come ho già detto prima loro mi mettono sempre a mio agio e quindi vado spedito e faccio sempre quello che voglio. Manager permettendo Torniamo alle Iene, abbiamo saputo da un uccellino che le tue performance televisive sono piaciute a molti, non solo telespettatori ma anche a dirigenti e proprietari di Tv, che vorrebbero vederti schierato nelle loro fila, addirittura si parla di una collaborazione proprio con le Iene, cosa provi quando senti, percepisci questo interesse intorno a te? Sì sono orgoglioso di me stesso ma nello stesso tempo cerco di stare con i piedi per terra, ma permettetemi di dirlo: sogno, volo con la fantasia sperando che in futuro tutto si possa avverare. Mamma e papà non sono di certo severi con te e ti sono accanto,

assecondando la tua passione per un mondo bello ma difficile, se tu dovessi descriverli con un aggettivo, quale sceglieresti? Per descrivere papà e mamma devo dire che papà è quello che mi permette di più mentre mamma è più severa diciamo che io sono come un asinello da uno prendo il bastone e dall’altra parte la carota. Diplomatico di già il nostro Giovanni! Hai fratelli o sorelle? Vai d’accordo con loro? Allora io ho una sorella Francesca che è molto più grande di me quindi i litigi sono all’ordine del giorno ma se succede qualcosa siamo subito pronti ad unirci per combattere insieme il nostro “nemico” passatemela così. Giovanni, non c’è bisogno di “passartela”, hai descritto con un esempio semplice il grande rapporto che unisce fratelli e sorelle di tutto il mondo. Ora, a parte quello di cui abbiamo parlato, hai altre passione? La mia passione più grande è il Tennis che mi prende talmente tanto che non perdo una lezione e poi con i miei istruttori ormai siamo diventati così amici che ormai li capisco al volo e quando siamo fuori

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Magari in futuro ti ritroverai a dovere scegliere se diventare un campione di tennis o un big dello spettacolo! Ti piace viaggiare? C’è un posto che sogni di visitare in futuro? A chi non piace viaggiare? Anche se con il lavoro che fa papà non abbiamo possibilità di spostarci molto, lui è molto preso dalla sua azienda e lasciare gli viene molto difficile. Ma ci siamo ripromessi che appena possibile ci faremo una bella crociera.

E della violenza in genere, che sia guerra, rapina, omicidio, che si chiami mafia o ‘ndrangheta, che sia contro le persone o contro il credo religioso o contro gli animali, che ne pensi? Sai quante volte vedo il telegiornale e vorrei avere una bacchetta magica per fermare tutto questo? Ma so che è impossibile! Io e la mia mamma, la sera, quando andiamo a letto facciamo sempre una preghiera a Padre Pio che possa lui mettere fine a questo scempio nel mondo. Sai vorrei vivere in un mondo dove non ci sia nessuna differenza fra le persone, fra la gente, dove la pace regni fra tutti i popoli, in fondo noi siamo tutti uguali.

La mamma è una brava cuoca? Qual è il piatto che prepara e che ti piace di più? Mamma come tutte le mamme riesce sempre a soddisfare il mio palato anche se a volte come tutti i bambini faccio i capricci. Ma sa sempre come prendermi infatti appena può fa il suo piatto forte che a me piace tanto, sono gli spaghetti con gli scampi e così io sono super felice.

Invece dei bambini della tua età, ma anche più piccoli, che vengono sfruttati, che pensi? Io penso che ogni bambino debba vivere la propria infanzia giocando ma so che questo in certi paesi non succede ma da bambino che sono non so cosa si possa fare per fermare tutto questo, forse dovreste essere voi grandi a fare qualcosa non credi?

E quando sei fuori in tournee, ti manca la sua cucina? Allora sarei un bugiardo a dire che mi manca la sua cucina perché siamo quasi sempre al ristorante. Io direi invece che mi manca Lei, il suo modo di salutarmi la mattina quando vado a scuola e poi la sera ci facciamo le coccole a letto.

Saggio il nostro amico, ma i grandi sono proprio gli sfruttatori, la vedo dura! A proposito di animali, ne possiedi uno? Sì possiedo un gatto che ormai in casa nostra fa da padrona, ha preso possesso di tutta la casa. Infatti se gli neghi qualcosa lui poi ti fa i dispetti. Fa finta che non è successo niente ma poi ti fa gli agguati.

Ma che bella risposta, dolcissima, bravo Giovanni! Dimmi… credi di essere un bravo ragazzo? Io sono un bravo bambino non mi sento ancora di chiamarmi ragazzo anche perché vorrei ricordarti che io ho ancora 10 anni poi più in là ripetimela e sono sicuro che da bambino mi trasformerò nel bravo ragazzo che sono sempre stato sia prima che dopo.

Hai un profilo FB, quindi possiedi un computer o un tablet o uno smartphone, passi molte ore su di essi? E chi non ha un profilo su FB quindi anche io ne ho uno, inoltre si ho un tablet, un computer e anche uno smartphone ma non passo molto tempo perché sono monitorato dalla mia mamma che mi sgrida e chiude tutto e la sua frase ormai storica è … fai subito i compiti.

Cosa ne pensi del bullismo? Questa è un parola che non mi piace proprio non condivido la violenza sotto qualsiasi forma essa si presenti e vorrei che si facesse qualcosa per fermare queste menti malate.

Libri e musica sono importanti? Se sì che libri ami leggere e he musica ami ascoltare? Amo sia i libri che la musica perché mi sono appassionato a leggere Harry Potter ma la mia vera passione è la musica infatti ascolto spesso Rocco Hunt e Gabbani e le ho imparate a memoria.

in trasferta cerco sempre di non deluderli perché loro in me ci credono ed io non voglio deluderli.

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C’è qualcosa che ti fa paura? Si mi fa molto paura il buio perché il non poter vedere niente mi mette in una posizione di inferiorità quindi anche quando dormo ho sempre una luce accesa. Così mi sento molto più al sicuro. Ora abbassiamo la voce, voglio farti delle domande “private”, hai una fidanzata? No non ho una fidanzata, amiche sì ma una che mi fa battere il cuore ancora no. Poi diciamoci la verità voi adulti e la scuola e il tennis mi impegnate molto. Giusto... ? Scherzo! Ti è piaciuta la canzone che ha vinto Sanremo? Dì la verità però, tanto non lo saprà nessuno! Sì mi è piaciuto molto anche se la prima volta che l’ho ascoltata non mi diceva niente poi forse ascoltandola più volte mi ha preso. Così sono stato contento che abbia vinto. Ultima domanda “privata”, anche questa volta ti chiedo la massima sincerità: è vero che il tuo scopritore e mentore Giovanni De grazia è antipatico? Guarda che la cosa resti tra di noi, è insopportabile, non si può fare niente, quando si lavora, massima serietà, non un sorriso …. Ma non è vero lui è di una simpatia unica e posso dire con orgoglio che per me è come se fosse uno zio cioè un mio parente. E so per certo che lui mi vuole un gran bene lo vedo quando mi sorride e mi chiama Giovannino facendomi arrabbiare, perchè sa che non mi piace sentirmi chiamare così, ma mi arrabbio in senso buono, con il sorriso. E’ stata strana questa intervista proprio perchè l’intervistato è così ... giovane, ma bella, con risposte fresche, ironiche a volte, che ti fanno ricordare sentimenti sopiti, che ti fanno sorridere per la loro disar-

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mante verità. Ha solo dieci anni Giovanni, come più volte mi ha ricordato durante l’incontro ma, di certo, pur avendo quell’ingenuità tipica della fanciullezza che confessa, senza remore di avere paura del buio, che afferma con tenerezza che quando è lontano le manca il contatto fisico con la sua mamma non la sua cucina, è, nel contempo, un bambino “maturo”, che ha sani principi, che non vede una punizione nel non poter sempre rimanere attaccato al cellulare, che capisce che studiare è imporante e quindi la laurea è un suo obiettivo. Ha conosciuto tanti di quei personaggi famosi che avrebbe anche potuto “montarsi” la testa, sentirsi già importante, ma non è così, per lui ha tutto il sapore di un bel gioco, quindi della normalità, nulla di cui vantarsi, ma molto da condividere con gioiosità. Grande merito hanno di certo i genitori, che lui dimostra di amare teneramente, così come ama la sorella, con la quale litiga ma con la consapevolezza che al momento del bisogno nulla potrebbe frapporsi fra di loro. Da come parla intuisco che anche il nonno è stata una figura importante per lui e, credo, gli dedichi più di qualche pensiero forse anche quando stringe il microfono in quelle piccole mani. Mi rendo conto che quello che ho scritto tante volte, a conclusione delle interviste con gli adulti, sull’importanza della famiglia, dei sani principi morali solidi, è confermato proprio dalle parole di questo scricciolo di uomo. Gli auguro che possa crescere davvero come lui stesso desidererebbe: conservando sempre un po’ del candore di Peter Pan. Con la sua famiglia alle spalle che lo segue con attenzione non gli sarà difficile. Per lui una frase tratta proprio dal film Peter Pan : “Non smettere di sognare, solo chi sogna può volare.“ E noi speriamo che lui spicchi il volo verso l’alto ma che non si dimentichi di planare ogni tanto e di conservare sempre nel cuore chi lo ama.

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Premiati

WEDDING AWARDS

PREMIO PER LO STAFF MUSICALE DI

GIANLUCA CRISTIANO E ALINA CARUSO

Lo Staff musicale creato dagli artisti lametini Gianluca Cristiano e Alina Caruso anche quest’anno si è aggiudicato il premio Wedding Awards per la categoria “musica e intrattenimento”. Da 4 anni il portale Matrimonio.com assegna il prestigioso premio al fine di riconoscere l’eccellente lavoro realizzato dalle aziende del settore “matrimonio” in Italia. Lo staff musicale dei nostri artisti lametini per ben 3 anni consecutivi vince questo premio. Matrimonio.com, leader europeo nel settore nuziale, assegna ogni anno il premio “Wedding Awards” alle aziende che hanno ricevuto il maggior numero di opinioni positive da parte delle giovani coppie. Considerando il numero delle aziende iscritte in Italia sul portale, oltre 44.000 e il fatto che solo il 5 % di queste aziende riceve il premio “Wedding Awards”, siamo molto orgogliosi che ancora una volta i musicisti lametini Alina e Gianluca e tutto il loro staff hanno conseguito questo riconoscimento. Spiega Nina Perez (CEO) di matrimonio.com “ noi di matrimonio.com consideriamo le opinioni delle coppie appena sposate, importantissime perché testimoniano la loro esperienza con il fornitore scelto e per questo pensiamo che debbano essere proprio loro a valutare e a premiare le aziende”. 18 le categorie premiate: banchetto, musica, fotografia e video, catering, bomboniere, fiori. Gianluca Cristiano, dj dall’età di 14 anni, 6 anni fa pensa di creare uno staff che possa garantire il meglio per le coppie che decidono di sposarsi, inizia così ad ingaggiare artisti tra cui la cantante Alina Caruso e il fisarmonicista Antonio Fazio (entrambi già impegnati nel mondo musicale, tra insegnamento e live), questa sarà l’accoppiata perfetta che permetterà a tutto lo staff di crescere e di varcare i confini lametini, i due giovani artisti si esibiranno in diversi paesi della loro regione, e saranno protagonisti di eventi molto importanti nella loro città quale il Capodanno 2015 (con più di 27.000 presenze) e il Festival della Birra al parco Peppino Impastato(con più di 10.000 presenze), saranno ospiti di diversi festival calabresi quali il “Festival dell’Emigrante” a Santa Domenica di Ricadi e il “Festival di Natale” di Soverato. Da qualche anno il loro staff è cresciuto sempre di più e molti artisti hanno scelto di farne parte tra cui la cantante Vanessa Caruso, la ballerina Teresa Chirumbolo, il dj Cristian Palaia, il maestro Dino Vescio, le animatrici Chiara Caruso, Chiara, Kety Rosseghini, Chiara Cittadino. Siamo molto orgogliosi che ancora una volta la città di Lamezia si distingua e venga resa nota in Italia grazie a degli artisti che amano il loro lavoro e portano allegria e gioia a moltissime coppie che decidono di sposarsi. Il matrimonio è il giorno più atteso, quello più sognato dalle donne e quello più ricordato da tutti gli uomini, quindi è importante sapere che ormai tutti i futuri sposi Lamezia e non solo

hanno a disposizione diversi mezzi per poter scegliere le aziende e i fornitori che li aiuteranno a rendere quel giorno indimenticabile. Lo staff musicale per matrimoni creato da Gianluca Cristiano è oggi gestito da Alina Caruso e Antonio Fazio che seguono le coppie dalla musica in Chiesa fino al ristorante e offrono loro anche l’animazione perfetta durante il momento dei balli e anche per quanto concerne l’animazione per i bambini. Gianluca cristiano cosa pensi di questo 3° riconoscimento consecutivo che vi è stato assegnato da una azienda leader nel settore matrimoni?: “Penso proprio di aver scelto i collaboratori giusti, seri e affidabili, da qualche anno sono meno presente durante il tour dei matrimoni perché impegnato in altri tour musicali e spettacoli live che gestisco direttamente io, ma se questi sono i risultati significa che ho lasciato il comando a due artisti che credono nel progetto e amano ciò che fanno. Solo con l’amore si può vivere facendo il musicista: non ci sono week-and, non ci sono feste passate in famiglie e non c’è un’estate che si possa andare a mare o in vacanza, la notte si rientra tardi e i ritmi sono molto frenetici nel pieno della stagione. Alina sei orgogliosa del premio Wedding Awards?: “ Si, quando ho ricevuto la mail con il comunicato stampa dell’azienda sono saltata in piedi perché ci tengo moltissimo alla considerazione che ogni coppia di sposi ha di noi dopo il loro matrimonio. Alina vuoi ringraziare qualcuno per il premio conseguito?: “Certo, innanzitutto mio figlio che ho lasciato per un’estate intera ai nonni, poi tutto il mio staff e Antonio Fazio, e poi Gianluca per aver investito su di noi e per averci dato la possibilità di crescere dal punto di vista musicale. Antonio Fazio cosa pensi di questo ennesimo riconoscimento ricevuto per il lavoro svolto: “Sono soddisfattissimo perché quando si fa il proprio lavoro con amore e si raggiungono questi risultati è la cosa più bella. Antonio raccontaci qualche retroscena simpatico del vostro lavoro: “ L’esperienza più simpatica è stata due anni fa. Alina era in dolce attesa, siamo partiti io, lei e Gianluca con direzione Diamante per un matrimonio, durante il tragitto, verso Paola, Alina si gira verso di me e mi chiede di controllare se nel cofano c’era la valigia dei nostri vestiti eleganti per la cerimonia, io mi giro e ahimè non c’erano. Ci siamo dovuti fermare e trovare un negozio di abbigliamento per acquistare i vestiti, poi subito di corsa a fare il matrimonio, abbiamo riso per un’estate intera ripensandoci.”

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Uniter 24 febbraio 2017 ; ABSTRACT della conferenza:

Il sogno di Icaro: l’esplorazione spaziale tra realtà e futuro relatore Col. CSArn

Fin dall’antichità il volo è sempre stato uno dei grandi desideri dell’uomo. Esplorare lo spazio cosmico, volare per conoscere lo spazio intorno alla Terra, ha sempre affascinato e fatto sognare gli uomini e, nel corso del tempo, tale sogno si è realizzato grazie all’azione di scienziati, inventori e costruttori che hanno trasformato in realtà quello che sembrava impossibile. La conversazione-lezione “Il sogno di Icaro: l’esplorazione spaziale tra realtà e futuro”, relatore il Col. CSArn Francesco Torchia, ha guidato il folto pubblico, presente nella sede dell’Università della Terza Età, lungo un avvincente percorso per raccontare la storia dei primi tentativi di volo fino alle ultime frontiere dell’esplorazione umana spaziale. Partendo dall’antichità del mito di Icaro, primo sperimentatore di volo, cui s’ispira il simbolo del Centro Sperimentale di Volo dell’Aeronautica Militare, si è sviluppato, attraverso slide, un racconto in cui i tentativi di superare le sfide poste dal volo atmosferico hanno lasciato posto alla relazione sul volo spaziale affrontato, da quasi sessanta anni, dagli astronauti. L’Italia è uno dei paesi che ha maggiormente contribuito al programma della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) sia per il numero di astronauti attivi, tra cui Luca Parmitano, Samantha Cristoforetti, entrambi ufficiali piloti dell’Aeronautica, e Paolo Nespoli, ingegnere civile, che sarà a bordo dell’ISS nei prossimi mesi, sia in termini di contributo industriale, perché più del 50% dei moduli è stato costruito in Italia. L’ISS è una stazione spaziale dedicata alla ricerca scientifica, un laboratorio viaggiante dove si sperimentano gli effetti della microgravità sull’uomo, è gestita come progetto congiunto di cinque diverse agenzie spaziali: statunitense, russa, europea, giapponese e canadese. Con il lancio dello Sputnik si accertò la capacità dell’uomo di porre in orbita terrestre un “manufatto” ma successivamente si evidenziarono alcune difficoltà riguardo il volo umano consistenti in limitazioni di carattere psicofisico. Nel volo orbitale è di fondamentale importanza il ruolo dell’assenza di peso per i tanti riflessi che essa ha sulle attività muscolari pag. 8

Francesco Torchia

e cardiovascolari e sulla struttura dell’organismo umano. La microgravità è un effetto combinato tra forza che la Terra esercita su ogni oggetto in orbita e la forza centrifuga (velocità) che deve essere applicata allo stesso oggetto affinché non cada sulla Terra; il risultato è un effetto di galleggiamento che provoca degli adattamenti fisiologici agli astronauti, principalmente a carico dell’apparato cardiovascolare, neuro vestibolare, muscolare e scheletrico. In generale gli effetti sono paragonabili a un accelerato invecchiamento cellulare e alcuni fenomeni adattativi simulano delle patologie importanti (osteoporosi) per cui lo studio degli effetti della microgravità sui cosmonauti è importante per la ricerca scientifica a beneficio dei cittadini del nostro pianeta. Si aggiungono a ciò le paure e gli altri disagi di ordine psicologico derivanti dalla

permanenza nello spazio e si avrà un quadro delle difficoltà che si presentavano al tempo dei pionieri delle missioni spaziali umane e che, in parte, si presentano ancora. L’ambiente confinato e la forzata convivenza in spazi ristretti, così come la diversa provenienza sociale e culturale, possono portare effetti anche psicologici che sono studiati in ambienti analoghi (Antartide) al fine di essere prevenuti negli astronauti. E’ importante anche considerare che la velocità applicata al veicolo spaziale (28.000 km l’ora) può provocare altri effetti fisiologici e psicologici in quanto gli astronauti, in un giorno, assistono a 16 albe e 16 tramonti. Non meno importante per prevenire gli effetti della microgravità legati alla

permanenza dei cosmonauti nella navicella spaziale è lo studio del cibo a cui ha dato un notevole contributo Samantha Cristoforetti. Per preparare gli astronauti prima di una missione spaziale e assisterli durante il volo è quindi fondamentale la figura del medico di “bordo” (Space Flight Surgeon) che deve occuparsi anche del monitoraggio dei cosmonauti durante la faticosa attività extra veicolare (Eva o passeggiata spaziale) e studiare gli effetti delle radiazioni cosmiche che possono limitare la loro permanenza nello spazio e che attualmente rappresentano un impedimento per un eventuale viaggio su Marte, qualora non si trovi il modo di accorciare i tempi di volo per il pianeta rosso. Nel panorama internazionale l’Aeronautica militare italiana si è distinta anche nell’affrontare le problematiche legate al volo spaziale qualificando alcuni suoi ufficiali medici, tra i quali Francesco Torchia, presso il Centro addestramento cosmonauti “Yuri Gagarin” di Mosca, che devono gestire tutti gli aspetti di natura medica riguardo alla salute dei cosmonauti, come per esempio, suggerendo il miglior esercizio fisico per tenere sotto controllo la propria salute durante il volo. La presenza del medico nella navicella spaziale è randomica, casuale, per cui un paio di astronauti sono addestrati come Crew Medical Officer proprio per gestire, sotto la supervisione dei medici a terra, eventuali situazioni di tipo clinico dei colleghi. Alla luce del fatto che numerose compagnie commerciali stanno affiancando le grandi Agenzie spaziali per portare astronauti e turisti nello spazio, il ruolo del medico di volo sarà indispensabile per selezionare e preparare astronauti professionisti e potenziali passeggeri che vorranno, nonostante qualche patologia, ammirare la bellezza del pianeta da altezze mai raggiunte. Tra pochi anni sarà possibile compiere voli suborbitali, cioè non una rotazione intera intorno al nostro Pianeta (orbita) ma rientrare a terra in poche ore.

“La storia dell’uomo abitatore del cosmo, deve sostanzialmente cominciare”. (Konstantin Tsiolkovsky)

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DIAMO UN’OCCHIATA CON IL ROTARY “Diamo una occhiata con il Rotary” è un importante iniziativa di service sul territorio, e rivolta ai cittadini, elaborata nell’ambito del Distretto Rotary 2100 (Campania e Calabria e Territorio Lauria), a cui ha aderito anche il Club di Lamezia Terme, presieduto dall’ Avv. Giuseppe Senese e il Club del Reventino, presidente dr.ssa Cristina Murone. Essa è indirizzato alla prevenzione della Maculopatia degenerativa senile, DMLE, malattia oculistica che interessa sempre più pazienti e che se adeguatamente prevenuta riduce notevolmente la morbilità e la gravità dei suoi esiti. Abstract: (Il progetto “ DIAMO UN’OCCHIATA CON Il ROTARY è finalizzato alla prevenzione della degenerazione maculare legata all’età ( DMLE ) mediante l’autotest di Amsler. La DMLE è una patologia che colpisce la regione centrale della retina, detta macula, deputata alla visione centrale, cioè alla distinzione dei dettagli più fini delle immagini ed al riconoscimento dei colori. Tale alterazione produce una drastica riduzione del campo visivo, ledendo grandemente l’autonomia della persona, comportando la perdita dell’indipendenza e della vita sociale e la riduzione della mobilità. Colpisce di solito a partire dai 60 anni e la sua frequenza aumenta nella popolazione all’aumentare dell’età. La DMLE è la prima causa di cecità nella popolazione over 65 anni, con una prevalenza globale stimata dal 7,1% all’8,5 % dopo i 50 anni, dall’8,5% all’11 % tra i 65 anni ed i 74 anni, del 27% tra i 75 e gli 85 anni . In considerazione del progressivo innalzamento dell’aspettativa di vita, l’OMS ha calcolato che l’incidenza della DMLE nella popolazione oltre i 60 anni aumenterà di quattro volte nei prossimi 20 anni. …)

Il programma prevede l’esecuzione di un semplice test visivo, il test di Amsler, che viene fornito dalle farmacie aderenti alla iniziativa e che espongono nella propria attività la locandina dell’iniziativa. Chiedendo nelle farmacie verrà consegnato un pieghevole idoneo ad effettuare il test, che consiste nell’osservare la griglia reticolata, un occhio per volta, occludendo l’altro, e notare eventuali distorsioni visive, che, pur non dando diagnosi alcuna, occorre riportare al proprio oculista per eventuali approfondimenti atti a prevenire la malattia. Per questo progetto le farmacie sono state scelte dal Rotary come partner privilegiato e qualificato per propagandare, consegnare e istruire il pubblico all’esecuzione del test, nonché a raccogliere i dati di affluenza. Numerose Farmacie cittadine e del comprensorio dell’ex Asl 6, hanno già aderito, partecipando anche all’incontro promosso da Federfarma e Ordine Farmacisti pv Catanzaro in un Hotel lametino. Altre se ne aggiungeranno a breve. Alfredo Pecoraro, presidente Club Nola e coordinatore del progetto, è stato presente per meglio illustrare le modalità operative ai numerosi intervenuti.

Al Centro Commerciale Due Mari un weekend dedicato agli amici a 4 zampe! Rassegna canina e sensibilizzazione contro il fenomeno del randagismo Si è svolta, sabato e domenica 18 e 19 marzo, la Prima Edizione del Dog Show “Qua la Zampa”, la prima rassegna canina amatoriale organizzata dal Centro Commerciale Due Mari. Alla manifestazione si sono iscritti più di 100 esemplari di tutte le razze e degli incroci di razze, di ogni età e dimensione, e quasi altrettanti hanno partecipato al percorso dell’agility dog adeguatamente allestito nella galleria del Centro. Un successo dovuto indubbiamente a quanti amano i loro cani e che hanno avuto l’occasione di trascorrere giornate speciali con i loro fedeli amici a quattro zampe in una piacevole atmosfera di divertimento e relax, ma anche alla serietà e professionalità con la quale l’evento è stato organizzato. Durante tutta la manifestazione infatti si sono succeduti esperti cinofili che hanno dispensato tantissime informazioni e consigli utili su come educare i cani, accudirli e alimentarli al meglio, ma anche come gestirli in situazioni di pericolo ed emergenza. A riguardo un particolare ringraziamento va ai Vigili del Fuoco del Nucleo Cinofili della Regione Calabria che sabato alle ore 16 hanno eseguito con i loro cani una breve dimostrazione illustrando le principali tecniche di ubbidienza e ricerca. Cuore della manifestazione sono state proprio le esibizioni e l’agility dog svolto nel percorso appositamente ideato dai centri cinofili del territorio, si sono succeduti in passerella cani di razza e meticci che hanno ricevuto i simpatici gadget messi a disposizione dal negozio Zooplanet oltre agli omaggi dell’ipermercato Carrefour con il contributo di Pedigree, Wiscas e Cesar.

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L’iniziativa, però, ha voluto essere molto di più: due giorni di sensibilizzazione contro l’abbandono dei cani e la diffusione del fenomeno del randagismo sempre più presente anche, e purtroppo, sul nostro territorio. Alla due giorni infatti hanno partecipato anche le associazioni Anima Randagia e Mai da Soli impegnate in campagne di adozione dei nostri amici cani e raccolta fondi per gli sfortunati ospiti dei rifugi. Un ringraziamento per l’ottima riuscita della manifestazione va naturalmente ai nostri amici a quattro zampe e ai loro proprietari che hanno simpaticamente partecipato e alla presenza dello studio veterinario di Rosario Fruci, dello studio Effemme Veterinari, dell’associazione cinofila Braccobaldo e della scuola cinofila Enjoy Your Dog A.S.D. che hanno fornito il loro prezioso contributo.

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Associazionismo

Per me scrivere è tirare fuori la morte dal taschino ... “Per me scrivere è tirare fuori la morte dal taschino, scagliarla contro il muro e riprenderla al volo”. Charles Bukowski Quasi come filo conduttore. ricompare Bukowski, dopo la bellissima esperienza vissuta con la visita di Simona Viciani, traduttrice ufficiale dei libri dello scrittore nella rassegna Bukowski Tales . Incontri con scuole, librerie, caffè letterari,biblioteche, un tuffo avventuroso nella vita, nella poesia e nella scrittura di un autore difficile, a volte crudo ma dal quale la Viciani ha tratto l’aspetto poetico e fenomenale nel suo genere nel descrivere stati di animo e immagini realistiche di vite al limite. Viene quindi spontaneo citarlo quasi come prolungamento di un momento vissuto letterario per ricongiungersi a un’altra bella esperienza che l’associazione Open Space ha condiviso e affiancato con il Comune di Carlopoli in occasione del Premio Letterario Internazionale Salvatore Piccoli. Da evidenziare la dinamicità e la composizione giovane di un’Amministrazione Comunale di un paese con circa 1600 abitanti, che con il premio ha ricordato la figura di Salvatore Piccoli per il suo prezioso contributo culturale, studioso del pensiero gioachimita, di storia medievale e risorgimentale, autore di diverse opere di storia, di poesia e narrativa In collaborazione con la Casa Editrice Leonida di Reggio Calabria nella persona di Domenico Polito editore, il Comune di Carlopoli, Comune d’origine dello scrittore e studioso, hanno dedicato il premio letterario sabato 25 marzo, nella Sala consiliare, alla presenza del Presidente Enzo Bruno, il Sindaco di Carlopoli Mario Talarico; Maria Antonietta Sacco, consigliere del Comune di Carlopoli e responsabile del Premio e Antonio Mangiafave, referente del Progetto Gedeone dell’Abbazia di Corazzo. L’occasione ha evidenziato le potenzialità che il nostro territorio ha in termini di patrimonio artistico storico e culturale. Gli organizzatori hanno intravisto, in un momento di celebrazione e di doveroso ricordo, il motivo e lo spunto di un concetto molto semplice, ma a volte quasi considerato secondario rispetto a delle problematiche che possono esistere nell’amministrare un territorio piccolo o grande che sia.

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Oltre al momento di aggregazione, per ricordare l’amore, la cura, lo studio, la ricerca costante presenti in un uomo che ha dedicato gran parte della sua vita a far rivivere quello che di bello c’e, c’e stato nella propria terra esaltandola nella sua ricchezza di racconti fantastici e non di fantasia, l’occasione è servita anche a catturare l’attenzione, di tutti i concittadini e non, sulla consapevolezza che il sapere, il leggere, lo scrivere, sono forme di elevazione culturale. Chi scrive non lo fa per sé ma per trasmettere ad altri le proprie emozioni, le descrizioni di paesaggi, le narrazioni di vite, e chi riceve, attraverso la lettura e partecipando a simili eventi, condivide,socializza e si confronta con altra gente, ma soprattutto gioisce in una comunanza di pensiero. Open Space nelle serie di interviste effettuate ai vincitori, agli organizzatori e a figure responsabili e promotori di eventi culturali, ha raccolto un fondamentale concetto espresso, la cultura,nei nostri territori, riesce a sopravvivere anche con pochi mezzi finanziari a disposizione, con coraggio, con la determinazione di amministratori comunali e volontari che hanno uno spiccato senso di appartenenza al territorio e la consapevolezza circa le capacità e potenzialità individuali. Un contributo maggiore permetterebbe la realizzazione di eventi ad alti livelli, allargati a un’utenza anche non avvezza . Il tentativo più volte è quello di far comprendere che la cultura e la conoscenza sono la base sulla quale si ergono grandi opere, permettono una comunicazione equa che aiuta nel comune intendimento di risolvere i problemi attraverso un confronto costruttivo, una visione più ampia e non restrittiva . La citazione di Bukowski non a caso cita una morte nel taschino..è una morte in senso eufemistico,la morte dei pensieri positivi, la morte dei buoni propositi, la morte di una convivenza leale e pacifica, la morte del dialogo costruttivo.. Il coraggio, di tirarla fuori, questa “morte”, sta nel gesto di scagliarla al muro…..per scuoterla, paradossalmente, farla resuscitare, per cogliere l’opportunità al volo con il suo ritorno, di esaltare, tirare fuori un’umanità carica di cose da dire e da trasmettere in un contesto territoriale ricco ma che cerca l’opportunità di riscattarsi culturalmente.

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Lamezia e non solo


Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’ Autismo Domenica 02 Aprile, come ogni anno, si è celebrata la Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’ Autismo, istituita dalle Nazioni Unite nel 2007, allo scopo di promuovere l’informazione su questa disabilità, migliorare i servizi ad essa funzionali ed eliminare, quanto più possibile, ogni forma di discriminazione verso le persone affette da autismo e verso le rispettive famiglie, sovente legata a timori nell’approccio ed a mancanza di corretta conoscenza di delicate problematiche cliniche, quale questa. Nell’occasione verranno organizzati, in tutto il mondo, letture, seminari, convegni, mostre ed altre attività informative, legate da un comune filo conduttore: il colore blu, vessillo della campagna pubblicitaria “Light it up blue” ideata dall’Organizzazione “AutismSpeaks”, che prevede l’illuminazione di blu di edifici pubblici in città di tutto il mondo, al fine di sensibilizzare

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l’opinione pubblica sulle numerose e diverse problematiche legate al disturbo autistico. Anche Lamezia Terme darà il suo contributo a tale importante evento,in quanto, su richiesta dell’Associazione E.F.F.R.A -Nati per vivere Onlus, che sotto la Presidenza della Sig.ra Francesca Cirillo e la Direzione Scientifica del Pediatra Ernesto Saullo, è promotrice, nel territorio e nelle Scuole di ogni ordine e grado, di diverse campagne di informazione medica ed attività di prevenzione e che è attualmente impegnata in un Progetto di Ippoterapia, denominato “Ragazzi a Cavallo”, di cui sono fruitori molti ragazzi affetti da autismo, la sede della Delegazione Comunale di Corso Numistrano, si illuminerà di blu,il colore- simbolo di una mirata

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attenzione verso la patologia autistica.Tutto questo è stato reso possibile dalla piena disponibilità ad accogliere la richiesta, dimostrata dall’Amministrazione Comunale di Lamezia Terme, nella persona del Sindaco Paolo Mascaro e dell’Assessore Michelangelo Cardamone, che si ringraziano calorosamente per la sensibilità ed attenzione più volte dimostrate verso temi e problematiche sociali ed umane ed iniziative come questa.

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l’ideologia della possibilità Domenico Dara a ricreare la scena dell’attesa, il momento in cui si avvertirà anche il profumo del trifoglio e l’angelo custode sarà accanto a ciascuno di noi per quel sostegno in cui non speravamo più. Il mondo dell’astronomia e il mondo degli angeli si unisce ed il lettore può identificarsi in uno dei personaggi cercando quella somiglianza in un fare consolatorio che è il compito della lettura. Se è successo ad un altro può succede-

La possibilità è un attimo.

Un centimetro fra la vita e la morte, un minimo scarto fa di un avvenimento quel punto di non ritorno. Siamo al Liceo Campanella, Domenico Dara, ospite del Dirigente Giovanni Martello e delle docenti Michela Cimmino e Licia Di Salvo, dialoga con gli alunni che a turno fanno domande sul testo e sulla scrittura. Una allieva, Nadia Mahboub, legge “Come nuvole, sospesi” e restiamo sospesi fra il Dizionario delle similitudini che Domenico Dara avrebbe voluto scrivere e le tante similitudini come sospensioni presenti negli Appunti di Meccanica Celeste. L’aria profuma di rosmarino, sul tavolo molto rosmarino sta poggiato

scrittura rammenda i buchi, le mancanze, le scortesie che si ricevono, diventando strumento di giustizia. Sì è scrittori con la vista, con gli occhi, si vede prima ogni particolare e si annota nella nostra agenda, e tutto un farsi sta nelle tante agende che si portano dietro per consultarsi. C’è quel generale senso d’incompletezza che ognuno si porta dietro, risponde ancora ad una domanda sui desideri, c’è in tutti una inadeguatezza nel momento, un cosa ci manca? ed il privilegio dello scrittore è di crearsi un luogo possibile. Un luogo dove la possibilità intercetta quello scarto, l’attimo. Ci mostra ora la sua agenda fitta di appunti, di ritagli di giornali, in essa sta il terzo libro, in una immaginaria trilogia sul tema della mancanza, del riparare, in una accumulazione che presuppone la scelta futura. Nella

dell’incon-

re anche a me par che dicano i lettori, insieme allo scrittore, in quella possibilità su un milione che diventa miracolo il farsi.

Andrea lo sollecita sul tempo storico in cui è ambientato il romanzo e Domenico colloca il suo racconto in un tempo mitico, nel tempo del Telos, il tempo delle finalità comunitarie, e non di Chronos, il tempo cronologico di successione di eventi. Simone chiede come mai Girifalco e Domenico racconta di un luogo che appartiene alla sua infanzia, ogni luogo sapevolezza, di ciò che servirà e di ci appartiene, ogni luogo viene vissuto ciò che non servirà alla costruzionel tempo in cui vi fummo. ne del terzo libro già nato in agenTantissime le domande sulla scrittu- da. Nel senso latino: nel fare. ra e nel rispondere l’autore confessa Una Possibilità. che la scrittura è un atto anti naturale che serve a ricomporre la sensazione di una mancanza. Come nel Breve Trattato delle Coincidenze il postino rammenda i buchi nel calzino, la

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consapevolezza

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Ippolita Luzzo

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Non solo Cani

Lamezia Terme esportatrice di sani sentimenti Milano, Palazzo della Regione Lombardia, ore 9,30 del mattino di una giornata nitida e serena ... ultimo piano. Milano appare in tutta la sua estensione, una Metropoli in miniatura. Sfumature di grigio si inseguono tra le vie, i monumenti, i grattacieli, il verde dei Parchi sboccia ovunque. Una foresta incantata, questa è Milano vista dall’alto. E’ un incantesimo che coinvolge e trascina la mente ponendo prospettive inaspettate. Qui siamo tra le nuvole e tra le nuvole tutto è concesso, perfino fare un incontro straordinario con una Donna straordinaria, di Generazione Lametina. Vive nella Provincia Pavese, un Marito e due splendide Figlie. E’ a Lei che consegno le Sciarpe e i Cappelli del “Rifugio FATA” di Lamezia Terme acquistati per contribuire al sostentamento dello stesso. Un meritato riconoscimento per la Passione e l’Amore devoluto alla Natura e agli Animali da sempre. Ines Tango, oggi in prima linea nell’assistenza canina, Dog Sitter, Promotrice Alimentazione B.a.r.f, Asilo Dog, Soccorritrice, Cani, Gatti, Criceti, Conigli, Canarini, Pappagalli, Tartarughe, Animali Esotici e Pesci Rossi ... ma tutto ciò, quando è incominciato? Avevo 12 anni quando ho ricevuto in regalo il mio primo Canarino e li che è iniziato tutto. In pochi mesi sono divenuti 21. Ma la famiglia e cresciuta con l’arrivo di 2 gatti Toffy e Micia a seguire due cani e un gatto: Maya, Pongo e Fiocco. Una grande famiglia a cui solo da qualche mese si è aggiunta Ginger un Flat Coated Retriever. Attualmente Lei è l’Assistente di una nota Allevatrice Italiana, di Razza Flat Coated Retraiver di nome “Diamante Blu” un punto di arrivo o un tranpolino di lancio? Un punto di arrivo perchè ho realizzato un sogno che coltivavo da sempre. Ma anche un punto di partenza nell’allevare Ginger e competere ai futuri concorsi internazionali.

ricambiando così tutto l’amore che gli dedico da sei anni. Flat Coated Retriever, sono richiesti tra il soccorritori, perchè? Sono particolarmente richiesti per la ricerca di persone disperse e soprattutto il salvataggio in acqua in quanto predisposizione naturale della razza. I regolamenti Comunali sono sempre più restrittivi e la gestione dei nostri compagni di viaggio diventa sempre più complessa, qualche consiglio? Attenersi scrupolosamente al regolamento Comunale nell’interesse della nostra categoria e dei nostri amici pelosi. Il randagismo è una problematica presente

nel territorio di Lamezia Terme ed inesistente nella Provincia Pavese perchè? La prevenzione risale agli anni 90 con campagne di sterilizzazione dei senza fissa dimora che ha comportato la parziale scomparsa dei Randagi Spesso si regalano cuccioli, ma chi li riceve non è quasi mai preparato ad assumersi le responsabilità, a chi chiedere aiuto? L’Educatore Cinofilo e la figura professionale a cui rivolgersi, che affianca e sostiene il percorso educativo sia del Proprietario che del Cane. Quali progetti per il futuro? Una Fattoria Didattica, che sensibilizzi la società civile al rispetto del mondo animale, aperta h 24 ed un pronto soccorso veterinario per gli animali selvatici. Giunti al termine di questo fortunato incontro invitiamo la Sig.ra Ines a tornare anche solo per un giorno a Lamezia Terme, li dove affondano le sue radici per condividere le sue esperienze e diffondere l’Amore per gli Animali a trecentosessantagradi.

Il suo Flat Coated Retriever Pongo ha concorso in Esposizioni Canine come si è classificato? Bene, mi ha dato e continua a darmi grandi soddisfazioni

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Spettacolo

La solitudine dell’eroe

Venerdì 17 marzo 2017, Teatro Comunale Grandinetti. In scena, per la Stagione di Teatro 2016.2017 organizzata da AMA Calabria con il Patrocinio dell’Amministrazione Comunale, L’Ulisse. Il mio nome è Nessuno tratto dal romanzo di Valerio Massimo Manfredi, con Sebastiano Lo Monaco e Maria Rosaria Carli, adattamento di Francesco Niccolini, regia di Alessio Pizzech. Il buio avviluppa la scena. Una barca ormeggiata e un uomo stanco che le giace accanto. È Ulisse, re di Itaca “Come ho fatto a non riconoscerne il profumo?” E inizia il racconto che scivola sull’acqua, quell’acqua che lo ha visto partire, patire e ritornare. Sempre magnifica presenza Sebastiano Lo Monaco che dà corpo e voce a Ulisse, figlio di Laerte, “colui che è odiato dai nemici”. E il mito diventa presenza permeante e operante ora, sempre. Una voce profonda, a tratti cupa, leggermente amplificata da un microfono che le dà risonanze lontane. Le sue parole vibrano veloci, alte, sonore e musicali come una partitura perfettamente orchestrata, accompagnate da qualche movimento o passo di danza. Il respiro, a volte, si avverte irto, come cavato dalle viscere di un luogo (di un corpo) desolato. Enfasi e retorica esibite con eleganza, senza eccessi perché il racconto si svolge per sottrazione. E il suo cuore di eroe mostra i suoi turbamenti nel ricordo di brandelli di storie passate. Il suo viaggio a Sparta, il suo rifiuto di fidanzarsi con Elena “il fidanzamento deve essere una festa non una guerra. Elena appassirebbe su quell’isola rocciosa” , il suo incontro con Penelope e quel suo gesto tenerissimo di prenderle una ciocca di capelli per sentirne il profumo, la ritrosia di lei e poi il loro ritorno ad Itaca da sposi e quel talamo nuziale incastonato in un ulivo antico ed evocato come promessa di amore eterno. Poi, nella cornice onirica che ha cadenza da poema epico, con controscene, repentina immobilità delle figure, dilatazioni/contrazioni del tempo e del gesto che asseconda, talvolta. movimenti marionettistici, le dramatis personae entrano in scena attraverso un solenne velo-sipario bianco. Uno stesso spazio abitato da personaggi – interpretati con grande pathos da Turi Moricca e Gianluca Pantosti – sempre appena riconoscibili che si travestono e nascondono tra le pieghe della drammaturgia. Il furioso Menelao e il titubante Achille che non vuol partire “Due destini: partire, morire giovane ed essere ricordato per sempre oppure non partire e vivere nell’oscurità” ma “È la gloria l’unica luce dei morti!” E poi la morte di Patroclo, il duello tra Ettore e Achille, la morte di Achille per mano di Paride “Paride, il più vigliacco dei principi troiani uccide il più grande degli eroi”, il lamento di Teti che sale dall’oceano, la furia di Aiace, il cavallo, l’inganno. La distruzione di Troia. E, sempre sull’eco della memoria, Ulisse rievoca la furia di Poseidone, l’oblio del fiore di loto, il ciclope stupido con un occhio solo, la morte dei suoi uomini, la bellezza di Circe, il canto delle sirene e la ferocia di Scilla e Cariddi fino a recuperare il tempo (presente) del suo ritorno ad Itaca sotto le spoglie di un mendicante. Qui l’incontro con il figlio Telemaco e la sua sposa. L’uccisione dei Proci e la ricomposizione di quel microcosmo familiare smembrato e lacerato per 20 anni che si sustanzia in quella posa plastica finale che tanto ricorda la “Sacra Famiglia” e si compendia nella chiosa ultima “Io che sono tutti e chiunque. Io che sono Nessuno.” In questo mondo al maschile che sa di sangue e sudore, l’universo femminile è affidato alle tante donne della poliedrica e vibrante Maria Rosaria Carli che, nell’espace d’un matin, cambia registro, abito (rosso, bianco, nero) e natura: la furibonda e bella Elena, “Eleandros, Elenaus, Eleptopolis”, Elena rovina degli uomini, delle navi e del-

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le città. Elena il veleno. Elena la spada che si pianta nella carne. La Penelope giovane e sognatrice e quella matura e provata dalla vita e poi Athena, la dea dalle labbra perfette e dal volto coperto. È lei che rappresenta l’ordine divino, causa di sofferenze e di disastri “Noi preferiamo che la guerra continui per il nostro diletto!” Elmi e corazze di un esercito (invisibile) calano dall’alto, come carcasse di pupi, a popolare le scene di battaglia mentre l’orchestra di fiati Work in Progress del Conservatorio Perosi di Campobasso, composta da Clara Galuppo, Giuseppe Natilli, Marco Fratini, Nicola D’Imperio, Isidoro Grasso, Valerio Gianferro, Elio Mancini, Carmine D’Alena, irrompe sulla scena come un coro greco accompagnando e commentando con le musiche originali, composte da Dario Arcidiacono e Davide Summaria, il racconto dell’eroe. Un mix di sonorità mediterranee con echi balcanici dove la ruvidità dei fiati e degli ottoni delle fanfare di paese incontra le litanie bizantine della pietà popolare, il pop-rock contemporaneo e l’eleganza del jazz a sottolineare scene d’amore e morte, di matrimoni e di funerali e a dar voce a tutti gli elementi della natura. Una straordinaria capacità di sublimare materiali della tradizione e di proiettarli, grazie all’incontro con i linguaggi contemporanei, in una dimensione, onirica, fantastica e lirica. La scrittura e l’adattamento drammaturgico di Francesco Niccolini ci restituiscono un Ulisse contemporaneo, molto più uomo che eroe in cui prevale un senso di smarrimento, di inconsistenza, di svuotamento “Da quanto tempo sto viaggiando... i giorni… non riesco più a contare i giorni, i mesi, gli anni… Da quanto tempo non vedo la mia terra, il mio mare, la mia sposa, mio figlio… l’unico figlio… Sono un re… Sono un re senza regno, senza sudditi, senza amici eppure sono ancora vivo…” Ulisse/Sebastiano è soldato malinconico per le sorti di una guerra incomprensibile “Possibile questo massacro per una sola donna?”; è uomo che tenta la mediazione e non lo scontro “Andiamo a Troia e parliamo con Priamo. Dobbiamo ragionare”; è marito e padre innamorato “Suonate, cantate il matrimonio tra una regina e il suo re…” Nel suo viaggio a ritroso nel tempo ritroviamo storie e sofferenze di questi nostri giorni di barbarie. Così il Tragico assolve all’indifferenza del dolore altrui e alla grecità che pervade il romanzo di Valerio Massimo Manfredi, la riduzione teatrale di Niccolini innesta frammenti di Sicilia che la rigorosa e poetica regia di Alessio Pizzech trasmuta sulla scena in suoni e segni/simbolo. Suggestivo il disegno luci di Nevio Cavina. Evocativi e originali i costumi di Cristina Da Rold.

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Spettacolo

Madama Quatte Solde

Successo per la commedia in dialetto napoletano “Madama quatte solde” messa in scena della compagnia “Il Sipario” di Napoli e diretta da Sasà Palumbo Risate a non finire per la commedia in dialetto napoletano “Madama quatte solde”, magistralmente interpretata dai bravissimi attori della compagnia Acis “Il Sipario” di Napoli, che ha visto sul palco anche l’attore e regista Sasà Palumbo, che è direttore artistico della rassegna “Vacantiandu 2016-17 – Città di Lamezia Terme”, insieme a Nicola Morelli e Walter Vasta. La commedia, una piéce in due atti, racconta lo spaccato di vita quotidiana di una donna di umili origini, Emilia Balestrieri, che in gioventù ha avuto due figli, Sisina e Michele, da un uomo sposato che poi ha fatto perdere le sue tracce. Dopo una vita di sacrifici, finalmente arriva la dea bendata, ed ecco che giunge per lei il momento del riscatto. Emilia,

per difendere l’onore della sua famiglia, s’inventa un passato diverso dal suo e si trasferisce in una delle zone più aristocratiche di Napoli. Qui si accinge, ma con scarso successo, a leggere i canti della “Divina Commedia” e a frequentare, per apprendere le regole del bon-ton, una famiglia di nobili decaduti senza una lira, che per risollevarsi, cerca di combinare un matrimonio tra i rispettivi figli. La quotidianità viene interrotta quando alla porta bussa l’uomo che le ha dato i due figli e che adesso, dopo la morte della moglie, vuole riallacciare i rapporti con Emilia e i loro figli, donando a loro una cospicua eredità. Nel frattempo, però, bussa alla porta anche l’uomo che Emilia aveva fatto credere ai figli di essere il loro padre, sperduto in guerra ormai da anni, che era diventato un barbone. Molti sono i colpi di scena che si susseguono nella vicenda, fino alla fine, quando tutto si risolverà per il meglio, ma soprattutto quando i protagonisti

comprendono che i soldi non fanno la felicità. Bella ed elegante anche la scenografia, che ha riproposto il salotto della casa della signora Emilia, con un bellissimo affaccio sul golfo di Napoli. Bravi gli attori sul palco, a cominciare da Sasà Palumbo, fino a Vincenzo Cuomo, Raffaele Wirz, Gianni Palumbo, Sara Palumbo, Elisabetta Fulgione, Giacomo Sugliano, Rosa Cece, Lucia Giuliano, Orlando Rea, Alfonso Marsella, Luca Liguori, Paola Disa e Maurizio Perillo.

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Scuola

Gli Studenti del Campanella alle finali del Comix Games a Torino

Saranno gli studenti della III D Linguistico del Liceo Campanella di Lamezia Terme a partecipare alla finalissima dei Comix Games, il quinto concorso nazionale di ludolinguistica organizzato dall’azienda Comix in collaborazione con Repubblica@ Scuola e il Salone Internazionale del Libro di Torino, in programma lunedì 22 maggio al Salone del Libro di Torino. Gli studenti lametini si confronteranno con gli studenti delle altre due classi finaliste, della sezione scuole superiori: il Liceo “Luigi Pietrobono” di Alatri (FR) e il Liceo Scientifico “Federigo Enriques” di Livorno. Per scegliere la classe che parteciperà a Torino, tra le tre dell’istituto superiore lametino arrivate alle semifinali, gli studenti si sono confrontati questa mattina in una entusiasmante sfida, guidati da Andrea Delmonte coordinatore editoriale dell’agenda Comix, cimentandosi nella produzione di lipogrammi, acrostici, rime baciate costruite sulle trame di opere letterarie. Gli elaborati sono stati giudicati da Silvia Stagi dell’ufficio comunicazione Comix. Una sfida avvincente, che ha visto prevalere per pochi punti in più la III D Linguistico e dietro, a pochissimi punti di distanza, la I D Scienze Umane al secondo posto e la II D Scienze umane al terzo posto. L’istituto superiore lametino dunque è tra le tre scuole superiori che parteciperanno alla finalissima del Comix Games, al termine di un percorso che già da settembre ha visto gli studenti, guidati dalla docente Licia Di Salvo, esercitarsi nel “lipogrammare” 5 capolavori della letteratura mon-

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diale, scelti dagli studenti stessi: dal poema virgiliano dell’Eneide, al Don Chisciotte di Cervantes; dal romanzo di Charles Dickens Oliver Twist al noto Harry Potter di J.K. Rowling a “Il nome della rosa” del compianto Umberto Eco. Per Andrea Delmonte, che si è complimentato con tutti gli studenti delle classi che hanno partecipato alle semifinali di questa mattina, “la partecipazione al Comix Games è un’occasione per i ragazzi di approfondire la conoscenza della lingua italiana, la sua ricchezza ed eterogeneità, esercitandosi con il gioco e coltivando valori positivi come lo spirito di squadra e la sana competizione. Un apprezzamento al Liceo Campanella, in particolare al dirigente e alla docente Licia Di Salvo, per aver creduto in questa opportunità”. Per il dirigente Giovanni Martello “anche in questa occasione tutti i nostri studenti, sia quelli che hanno vinto e andranno a Torino sia quelli delle altre classi che hanno lavorato con impegno già da settembre, hanno dimostrato quella freschezza e flessibilità nell’uso della lingua italiana che come scuola dobbiamo offrire, in una fase in cui si parla sempre più di scrittura creativa e la comunicazione richiede a chi entra nel mondo del lavoro competenze e professionalità specifiche. Conoscere e saper usare bene la lingua italiana ci fa muovere bene nel contesto europeo e mondiale”. Le semifinali del Comix Games sono state l’occasione per lanciare il progetto di alternanza scuola – lavoro su comunicazione editing e giornalismo, che coinvolgerà tre classi dell’istituto, coordinati dalla docente Michela Cimmino.

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Scuola

Digital Landscape il progetto del Liceo Classico “Fiorentino

Sono stati presentati questa mattina al Teatro Umberto i risultati del progetto “Digital landscape: percorsi interattivi per la conoscenza del territorio” finanziato dal MIUR nell’ambito del Concorso nazionale “Progetti didattici nei musei, nei siti di interesse archeologico, storico e culturale a nelle istituzioni culturali e scientifiche”. Il progetto, risultato vincitore a livello nazionale, è stato proposto dal Liceo Classico “Fiorentino Fiorentino”, capofila di una rete di scuole composta dagli istituti comprensivi “Perri-Pitagora” di Lamezia Terme, di Sant’Eufemia e Gizzeria, di Curinga, Falerna e Maida. Partner della rete di scuole sono stati anche il Comune di Lamezia Terme, la Soprintendenza Archeologia della Calabria e la 3D Research spin-off dell’Università della Calabria. In una prima fase, gli studenti dei diversi istituti, dopo essere stati sensibilizzati alla conoscenza storica del territorio Lametino, sono stati coinvolti nella ricerca di base e nelle attività preliminari finalizzate alla digitalizzazione dei reperti. In una seconda fase, hanno assistito alla riproduzione in 3d dei reperti attraverso un percorso altamente innovativo e moderno che ha collegato la cultura classica con le nuove tecnologie secondo le previsioni del Piano Nazionale Scuola Digitale e che ha portato alla realizzazione di un prodotto tecnologico di grande utilità per una migliore fruibilità delle informazioni culturali attraverso la “traduzione digitale”. Il sistema innovativo realizzato è costituito da un totem multimediale con display da 55’’ che consente la visualizzazione di modelli tridimensionali di oggetti (i reperti studiati dai ragazzi) che possono essere visualizzati utilizzando la tecnica stereoscopica, attraverso l’impiego degli occhialini 3D in dotazione del sistema.

Questi, indossati, permettono, insieme al monitor del totem, di visualizzare gli oggetti come “se questi uscissero dallo schermo”, dando così la sensazione di poter stimare la profondità di scena (non possibile con sistemi tradizionali). Oltre all’adozione di una postazione fissa come quella del totem, è stata sviluppata anche un’App per dispositivi mobili capace di adempiere alle finalità di audioguida interattiva per le vetrine espositive del museo: l’App, infatti, oltre a riportare la planimetria del museo con l’ubicazione dei reperti nelle vetrine, permetterà anche di leggere appositi QR-CODE che saranno posizionati vicino ai reperti selezionati per la costruzione del percorso di conoscenza del territorio. Un progetto di grande rilevanza non solo per il Liceo Classico “Fiorentino”, che lo ha promosso e per le scuole della rete, ma per tutta la città di Lamezia Terme e per il suo comprensorio. Il totem, infatti, al momento installato nell’Atrio delle muse del Liceo Classico, sarà collocato in via definitiva, nel Museo Archeologico Lametino per

essere fruito dai visitatori. Alla presentazione dei risultati di oggi hanno preso parte Teresa Bevilacqua dirigente scolastico del Liceo Classico ed Artistico Fiorentino di Lamezia Terme, Paolo Mascaro Sindaco di Lamezia Terme, Graziella Astorino assessore alla Cultura e Annamaria Scavelli assessore all’Urbanistica, che ha seguito tra l’altro il progetto a scuola, Fabrizio Sudano coordinatore per l’archeologia della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della città metropolitana di Reggio Calabria e Vibo Valentia e Maria Luigia Gullì, docente del liceo classico. Gli interventi sono stati affidati a Stefania Mancuso, docente Unical, progettista e coordinatrice scientifica del progetto, Maurizio Muzzupappa, presidente della 3D Research e docente Unical e agli alunni del liceo classico che hanno partecipato al progetto. I lavori sono stati conclusi Maria Domenica Lo Faro, direttore del polo museale della Calabria. “Senza il singolo contributo di tutti, di

ogni studente, questo progetto non avrebbe avuto la stessa riuscita – ha affermato la dirigente scolastica Bevilacqua – tutti noi possiamo sentirci pienamente soddisfatti per aver fattivamente contribuito alla crescita del nostro territorio: il patrimonio culturale appartiene a tutti noi e con questo progetto abbiamo sensibilizzato le nuove generazioni sul suo valore”.

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Sport Cronoscalata

La CronoReventino aprirà il CIVM A fine mese lo start da Lamezia alla grande kermesse tricolore

La data del 30 aprile rimarrà nella storia dei grandi eventi sportivi della nostra città e nella storia del Campionato Italiano Velocità Montagna. Aprire il campionato, molto atteso e seguito dagli appassionati delle quattro ruote, è sì un onore ma anche un grande onere che peserà sulle spalle degli infaticabili organizzatori lametini. Sarà la prima volta che la Calabria, e la Cronoscalata del Reventino in particolare, farà da apripista al CIVM e, certamente, non si potrà fare a meno di renderla, nonostante sia già molto apprezzata per circuito, sicurezza, ospitalità e logistica, una gara dai risvolti epici. Racing Team Lamezia, Lamezia Motorsport ed Aci Catanzaro, visti i numerosi attestati di stima ricevuti in questi anni per la capacità organizzativa non solo logistica ma anche sul piano della sicurezza, si aspettavano una tale possibilità (lo scorso anno c’era stato una prima investitura poi non andata a buon fine per la concomitanza con il referendum) e non si sono fatto trovare impreparati. Sergio Servidone ci racconta le emozioni dell’investitura: “Era il 3 dicembre ed insieme con Enzo ed Antonio Rizzo ci trovavamo a Roma per la riunione che avrebbe definito il calendario nazionale ed aspettavamo la comunicazione ufficiale sulla definizione del calendario, ad un certo punto hanno chiamato Enzo per comunicargli che, molto probabilmente saremmo stati designati come gara d’apertura del campionato. È stata una bellissima emozione mista ad un po’ di quasi preoccupazione, perché ti chiedi <Mamma mia saremo i primi. Sarà molto più gravoso. Dovremo accogliere molte più macchine.> Una serie di sensazioni e domande che

“Di solito l’apertura avveniva in regioni che possono vantare delle gare di una certa importanza e tradizione automobilistica, dalla Sicilia al Trentino. L’investitura della Calabria, evidentemente, ha portato i vertici dell’Acisport Italia a considerare questa nostra gara alla pari di altre tradizionalmente più titolate, per cui ci aspettiamo un riscontro importante non solo dagli addetti ai lavori ma di tutti; dagli sponsor agli Enti Locali che, a dir la verità non sono mai venuti meno nei limiti delle loro possibilità.” “Sicuramente la Federazione - conclude Servidone - ha voluto premiarci ed io dico che per noi è un Gran Premio ed un gran privilegio, ma significa anche che c’è un bel lavoro da fare perché sia noi che tutta la città vuole sentirsi degna di un avvenimento di tal portata.” Il 30 aprile quando, da c.da Magolà, sarà dato il primo start stagionale per scatenare la bagarre tra i vari piloti al fine di aggiudicarsi l’alloro nei vari gruppi e classi oltreché dell’assoluto nazionale, tutti gli occhi degli appassionati delle quattro ruote che sfrecciano in salita, dal vivo o tramite i social network, saranno puntati sulla Città della Piana mai, come questa volta, al centro dell’attenzione. Sicuramente, un impegno non da poco per il Racing Team Lamezia, Lamezia Motorsport e Aci Catanzaro che in questi 18 anni di gare sono stati sempre apprezzati per organizzazione ed impegno oltre che per le doti umane dei loro rappresentanti. Gli infaticabili Sergio Servidone ed Enzo Rizzo, coadiuvati da Mario Roppa sempre puntale e preciso nell’allestire il tracciato, nonché il Presidente dell’Aci Catanzaro, Eugenio Ripepe, vogliono presentarsi nel migliore dei modi al battesimo di una kermesse che si preannuncia ricca di novità anche sul piano tecnico che siamo certi non deluderanno i tanti appassionati provenienti da tutta la penisola. Programma: - MERCOLEDÌ 26 Aprile Conferenza Stampa di presentazione - VENERDÌ 28 Aprile dalle ore 10,00 alle 17,00 verifiche tecniche per la prima volta presso il Parco “Peppino Impastato” di Lamezia Terme. - SABATO 29 Aprile ore 9.30, prove con partenza da località Magolà di Lamezia Terme. - DOMENICA 30 Aprile ore 9.30, gara con partenza da località Magolà di Lamezia Terme e a seguire premiazione presso la Villa Comunale di Platania.

in quel momento ti assalgono a cui nell’immediato non sai quasi dare una risposta.” “A mente fredda poi si comincia a ragionare – continua Servidone - sul quando, dove e come organizzare una gara che, essendo la prima della stagione, ti porta ad avere molti più adempimenti da compiere, molte più macchine, piloti, meccanici e persone al seguito da sistemare per un indotto non indifferente che riempie tutte le strutture ricettive della nostra zona. Mettici anche che avremo bisogno di più spazio per il Paddock e per tante altre cose che stiamo cercando di sistemare al meglio sulla base delle precedenti esperienze.”

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Sport

Finali dei Campionati Regionali Indoor di Categoria e Assoluti Si sono conclusi il 4 e il 5 marzo i Campionati regionali di Categoria che han visto gli atleti dell’Acli Arvalia Nuoto Lamezia ottenere ottimi risultati nelle Finali dei Campionati Regionali Indoor di Categoria e Assoluti a Catanzaro Lido. I giovani lametini, guidati dal tecnico Katia Moscinska, han-

no realizzato i loro migliori tempi personali. La società Acli Arvalia Nuoto Lamezia si congratula, dunque, con gli allievi Francesca Zucco, Ester Cerra, Mattia De Blasi, Simone Nicotera, Luigi Perso e Andrea Lagana, quest’ultimo vincitore di ben sette medaglie:100 mix oro di categoria e bronzo assoluto,100 RA argento di cat e bronzo Ass,50 FA argento Cat,50 RA oro Cat e argento Ass. Un ottimo risultato frutto del grande impegno e del duro allenamento che ha caratterizzato con costanza la preparazione degli atleti Arvalia negli ultimi mesi. Le prossime competizioni saranno le finali invernali regionali esordienti A e B che si terranno a Reggio Calabria 11 e 12 marzo.

Nuoto, Arvalia ha partecipato al 32° circuito Supermaster Brixia Fidelis L’11 e il 12 marzo Arvalia Nuoto Lamezia ha partecipato al circuito Supermaster Regionale Lombardo che si è tenuto presso la Piscina Olimpica in vasca coperta da 50 mt. con ben 10 corsie. Il trofeo fa parte dello storico “Brixia Master Competition”, un circuito prestigioso nonché polo di attrazione per il grande movimento sportivo che riunisce tutte le manifestazioni a Brescia e provincia. Una vetrina che, senza l’ansia del confronto esasperato, consente di mettere in mostra le proprie capacità e il livello di preparazione raggiunto. Per la società lametina, ottimo risultato di Antonio Gigliotti, che ha migliorato il suo tempo personale sui 50 SL a 37”79. Lamezia e non solo

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La società Acli Arvalia Nuoto Lamezia si congratula con l’atleta Gigliotti per il traguardo raggiunto, frutto di grande determinazione e conseguito con grande spirito sportivo, atteggiamento necessario non solo a ottenere importanti riconoscimenti individuali ma anche a cementare la forza del gruppo.

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Il nostro territorio

Il mancato sviluppo di Lamezia Terme le Responsabilità del ceto politico

e della comunità sociale lametina

“…a questa crescita numerica, (di Lamezia Terme nei suoi 49 anni di esistenza, n.d.s.) non è seguita però la crescita culturale e socio-politica che avrebbe sicuramente cambiato le sorti della popolazione residente, garantendo maggiore benessere con una qualità di vita sicuramente più accettabile…” Ad un post pubblicato sul mio web-site concernente una relazione sulla “storia della creazione di Lamezia Terme”, che ho svolto nel mese di marzo al Cenacolo filosofico, due amici, Antonio e Palma, mi hanno scritto la riflessione che ho sopra riportato ed a cui, sempre sul mio sito, ho dato la risposta che costituisce la sostanza del presente articolo. Comincio con il prospettare alcuni dati demografici tratti dall’Istat. Al 1° gennaio 2017, Lamezia Terme contava 70.714 abitanti. Poiché la popolazione della città, appena costituita nel 1968, era di 55.672 abitanti, la crescita, nei 49 anni, è stata di 15.042 abitanti in valore assoluto, pari al 21,27% in percentuale. Bisogna essere soddisfatti di questo risultato, soprattutto se si pone mente al fatto che nello stesso periodo, 1968-2017, Catanzaro è cresciuta di poco più della metà di Lamezia. Il Capoluogo di regione è passato, infatti, da 81.548 abitanti nel 1968 a 90.612 nel 2017. Con un incremento di 9.064 abitanti in valore assoluto, pari all’11,11% in percentuale.Nel 1968, perciò, la popolazione di Lamezia era il 68,26% rispetto a quella di Catanzaro; nel 2017 è il 78,04%. Ciò significa che in 49 anni, Lamezia è aumentata di circa 10 punti nei confronti della città dei Tre Colli. Nel medesimo periodo, 19682017, la Calabria è passata da 2.067.154

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abitanti a 1.970.521, con una diminuzione secca di 96.633 abitanti in valore assoluto, pari al 4,67% in termini percentuali. Se ci riempie di legittima soddisfazione la notizia Istat della crescita demografica di Lamezia, è necessario, nello stesso tempo, riflettere, amaramente, sulla circostanza che la Calabria in 49 anni non solo è rimasta la regione più povera e misera d’Italia, ultima in tutte le classifiche che contano (dal PIL, il più basso tra le regioni italiane, all’elevato tasso di disoccupazione, soprattutto giovanile; dall’infimo volume delle esportazioni, al notevole grado di inefficienza dei servizi regionali di vario genere, ecc. ecc.) ma si è impoverita anche dal punto di vista del capitale umano, delle persone che la abitano, cioè, soprattutto giovani. Sia perché molti di loro sono andati via per i motivi più vari senza fare più ritorno, sia per la de-natalità che colpisce la Calabria forse più di qualunque altra regione. Quanto alle responsabilità per la insufficiente crescita ed il quasi inesistente sviluppo della nostra città, nonché per il mancato (fino ad oggi, purtroppo ….) razionale raccordo urbanistico tra le sue tre storiche polarità (Nicastro, Sambiase e S. Eufemia Lamezia), il ceto politico che ha amministrato la città in questi 49 anni, porta le sue responsabilità. Ed anche pesanti. Ma non bisogna sottacere nemmeno quelle che hanno altri attori della nostra società. Le responsabilità, per esempio, di coloro che abbiamo eletto, nelle varie legislature, perché ci rappresentassero nelle sedi delle istituzioni regionale e parlamentare e quelle del ceto dirigente lametino nel suo complesso. Il contributo dei consiglieri regionale e dei parlamentari lametini per lo sviluppo di Lamezia, in questi decenni, è stato pressocchè nullo. Gli eletti, che si sono succeduti nei decenni, si sono distinti soltanto per la loro assenza dalla riso-

luzione e/o dalla impostazione di qualsivoglia problema fosse inerente alla nostra comunità. Sono scomparsi dopo ogni elezione e sono ricomparsi alla campagna elettorale successiva per ripromettere di fare e farsi eleggere. Rispetto al ceto dirigente preso nella sua accezione più larga (insegnanti, medici, avvocati, imprenditori grandi e piccoli, dirigenti della pubblica amministrazione, artigiani, ingegneri, architetti, intellettuali di varia estrazione, ceto medio nel suo insieme, ecc. cc.) che avrebbe dovuto giocare un ruolo fondamentale nella trasformazione in meglio di Lamezia, bisogna purtroppo constatare (anche a tale proposito, amaramente) che esso, invece, non lo ha giocato come doveva o lo ha fatto in misura insufficiente. E questo lo dico, si badi bene, non solo in relazione agli aspetti materiali, che pure sono di vitale importanza per edificare una città in cui si possa vivere bene; mi riferisco al dovere essenziale, e non delegabile ad altri, che questo ceto dirigente avrebbe dovuto avere, ed ha oggi più di ieri, di critica, stimolo, protesta, proposta politico/sociale e di crescita etica e civile; in modo che anche l’ethos e la cultura complessivi della città potessero subire una evoluzione positiva ed irreversibile. E si potessero superare le differenze perniciose di mentalità, di comportamento e di modi d’intendere gli avvenimenti della città che, di frequente, affiorano tra nicastresi e sambiasini. Mi riferisco, insomma, alla ‘comunità sociale lametina’ che avrebbe dovuto essere il motore del cambiamento e dell’evoluzione della città e che, invece, non lo è stato. Ma mi chiedo: esiste una ‘comunità sociale lametina’ consapevole, sottolineo consapevole, del ruolo che essa deve svolgere e del dovere che ha rispetto allo sviluppo della propria città? Che sia in possesso di senso civico di una tale caratura e di un livello così alto per cui gli interessi collettivi, della comunità, vengano prima di quelli individuali e strettamente privati? Oppure essa, la ‘comunità sociale lametina’, è caratterizzata da un ethos e da una cultura tali per cui, a guisa di un familismo amorale che Eduard Banfield tanto acutamente ha individuato e descritto studiando il Meridione d’Italia, la difesa degli interessi privati, familiari, indivi-

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La nostra storia e le nostre tradizioni

il Vecchio Faggio Come una leggenda passata da bocca in bocca fra la gente del luogo Svettava qui, sul cucuzzolo del monte Monaco (montagna di Gizzeria) ad un’altezza di 1257 metri il grande Faggio, il più grande di tutti, simbolo della nostra contrada e dei pastori. Avrà avuto senz’altro un paio di secoli di vita. Ormai vecchio e malandato era stato recintato, com’ è visibile nella foto degli anni 1980, da gente che avrà avuto senz’altro più cuore di noi, per preservarne e allungarne la vita .IL suo tronco cavo e annerito aveva più volte ospitato i pastori che venivano sorpresi da burrasche improvvise. Lo diceva anche Nunziato Raso, che era diventato il suo ricovero preferito nei giorni di cattivo tempo e per riscaldarsi col suo piccolo gregge vi accendeva anche il fuoco. Una creatura vivente, che aveva offerto in passato la sua cavità anche, alla gente di montagna, come cella frigorifera, ove vi si conservava la neve e il ghiaccio per i mesi estivi. Per questo era conosciuto con l’appellativo di “faggio delle Conserve”. Le conserve, non erano altro che enormi buche nel terreno, duali, degl’interessi del proprio clan, del proprio partito, della propria associazione, della propria parrocchia, del proprio parentato, del proprio circolo “culturale”, vengono, prima - sempre e comunque prima - di quelli pubblici e collettivi? Come si può vedere, la questione è ben più complessa di quanto sembri o ci venga prospettata con una rappresentazione spesso di comodo. Ed io sono da sempre convinto che noi cittadini, noi società civile, non possiamo demandare solo (sottolineo solo) alla politica ed ai politici di turno appartenenti alle diverse formazioni partitiche, la soluzione di qualsivoglia problema standocene a guardare. Dobbiamo, certamente, chiedere conto ai politici, che di volta in volta eleggiamo per governare la città e a quelli che eleggiamo per rappresentarla sia in sede regionale che parlamentare, ed ai partiti di cui sono espressione, di tutto quanto hanno promesso nelle campagne elettorali e in seguito non hanno mantenuto e della loro latitanza dai problemi cittadini. Ed essere sempre capaci di giudicare con

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le quali venivano riempite poi di neve che poi veniva pressata per renderla più consistente e poi ricoperta da uno strato di felci e infine di terra. Grazie a queste conserve, la neve d’estate veniva fornita ai gelatai per farne il sorbetto al limone, come pure spesso serviva per abbassare la febbre agli ammalati. L’unico fastidio era rappresentato dal fatto che, per ogni necessità ci si doveva recare a piedi in queste località di montagna. Vale la pena ricordare che E. Iannazzo valente studioso del nostro territorio, nelle sue molteplici pubblicazioni lo definiva una delle sette meraviglie del nostro paese. Peccato che l’incuria del tempo o delle persone non l’hanno preservato dall’estinzione e così a noi posteri non ci è stato consentito vederlo e usufruire dei suoi benefici, perché il tempo è stato più veloce a cancellarne ogni cosa, tranne che il ricordo che ancora aleggia fra la gente del luogo e lo si racconta come una leggenda passata da bocca in bocca fra la gente del luogo fanciulli increduli nelle fredde serate d’inverno.

rigore ed obiettività, in termini politici, la bontà e l’efficacia del loro operato cercando di non cadere nella trappola del clientelismo. Perché, su questo dobbiamo intenderci con le dovute onestà e chiarezza: nella nostra comunità sociale uno dei mali più devastanti è il clientelismo che presto si tramuta in servilismo. Ma bisogna non mentire a noi stessi ed essere consapevoli che in tanto c’è chi pratica il clientelismo e attraverso di esso costruisce le proprie fortune, fottendosene del bene comune, in quanto c’è chi vuole vivere da cliente, ed essere servitore dei comodi altrui per lucrarne i benefici che da questo status di servo possono deri-

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varne. Concludendo, penso che, detto in dialetto lametino, “scucullari sempri alli politici e alli amministraturi”, ogni carenza e tutto quanto non si è fatto o non si fa ancora o non ha funzionato o non funzioni nella nostra Lamezia pensando che ciascuno di noi non c’entri nulla con il suo sviluppo materiale e morale, significa lavarsene le mani, bellamente, alla Ponzio Pilato.

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Carissimi lettori, questa volta, per presentarvi degnamente il libro che ho scelto per voi, RICORDI DI UN ULISSIDE, di Pino Vitaliano, non mi rivolgerò ai lettori, ma all’autore stesso. Con questa forma insolita di commento, non intendo soltanto recensire, ma immergermi, cercando l’espressione dell’anima, che è l’unico modo per rendere un vero omaggio al contenuto meraviglioso delle sue pagine. Voi, poi, trarrete le conclusioni. Ne uscirete purificati da una realtà esterna che diviene sempre più piatta e ingenerosa, con la consapevolezza che essa cederà il passo a un tempo senza tempo, di cui abbiamo immenso bisogno, per ritrovarci... Carissimo Pino Vitaliano, pensavo che libri come il tuo fossero, ormai, estinti. Non so come tu abbia fatto a concentrare in poche, brevi, pagine, un’intensità infinita. L’essere e il non essere, il buio e la luce fanno capolino dalla fenditura dei titoli di ogni racconto, fase, rigo, presenti nel tuo prezioso volumetto. E’ un libro, questo? No. Sarebbe troppo riduttivo. I RICORDI DI UN ULISSIDE è un percorso. E’ un cammino, un pellegrinaggio, come quello di Santiago, che non conduce a una meta, ma porta in sé il vessillo, simbolo dell’esistenza. Ulisse è l’eterno mito bifronte dell’umano vagare e, al tempo sesso del restare, dell’ eterna ricerca-non ricerca, del velo misterioso e della chiarezza, dell’omba e della luce: di ciò che siamo e non siamo e di quel che vorremmo essere... E ulisside sei tu, come tutti noi, caro autore: or ti identifichi, or ti palesi, or ti celi, nelle vesti dei tuoi personaggi. Ti senti naufrago, eppure saldo alla terra; or forte nel grembo di Mensile di informazioni - anno 25°- n.31 - aprile 2017 Iscrizione al Tribunale di Lamezia Terme n. 609/09 Rug. - 4/09 Reg. Stampa Direttore Responsabile: Antonio Perri Edito da: Grafichè Perri Lamezia Terme - Via del Progresso, 200 Tel. 0968.21844 - e.mail. perri16@gmail.com Stampa: Michele Domenicano Allestimento: Peppino Serratore Redazione: Nella Fragale - Perri Antonio Progetto grafico&impaginazione: Grafiché Perri-0968.21844

Le iscrizioni, per i privati sono gratuite; così come sono gratuite le pubblicazioni di novelle, lettere, poesie, foto e quanto altro ci verrà inviato. Lamezia e non solo presso: Grafiché Perri - Via del Progresso, 200 - 88046 Lamezia Terme (Cz) oppure telefonare al numero 0968/21844.

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Penelope; or sfrangiato, come la spuma del mare, che rappresenta Calipso; or perso nei cieli della glaucopide Athena o fra gli incantesimi di Circe; intenerito dal palpito di Nausicaa... Cos’è il mito, se non la diafana mussola delle tende, sulla finestra dei nostri ricordi ancestrali? Cosa sono quei nomi antichi, se non il vento che agita quelle velate tende, trasparenti come tele di ragno? Tutto rivela le intimità della casa dell’animo umano. Al di là di quelle trame svolazzanti, la vita è or profumo di primavera, or gelo dell’inverno; or marosi al largo, or placido sciabordio sulla battigia... Io vedo e non vedo, in tutto quel che hai scritto, il segno del tempo e dell’eterno: ciò che passa, eppur non trascorre. O, forse, l’immortale soffio che ci anima e il sogno, che ci rende forti e fragili, al contempo. Ci leggo l’alba e il tramonto di tutta la Storia, ci sento l’alito del Nulla e del Tutto. Tanto da avere scritto, per questa lettera, inizialmente, con inchiostro, penna e pagine di carta, che sanno d’antico, per passare, poi, a tasti e schermo luminoso: perché ogni pagina di questo tuo libro ha qualcosa di ieri e di domani, mentre l’oggi sfugge e, con esso, tutto ciò che non s’arresta un’ora, di petrarchesca memoria... Eppure, resta una traccia in ciò che tu chiami stelle danzanti: quel guizzo che sembra sorridere e occhieggiare, in maniera irridente, come un fuoco fatuo, ma che, invece, è la fiamma o, almeno, la fiammella senza tempo, né limite, di ciò che siamo... Ad maiora semper, Pino Vitaliano: per te e per tutti i lettori. Perché, grazie a te, siamo tutti, un po’... immortali.

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Una storia d’amore

E’ il crepuscolo, il vento delira fra gli alberi, nubi scure attraversano il cielo, la tempesta è in arrivo.Giulia è in casa,per trovare la sua vita divisa tra sogni troppo dolci e consegne troppo amare.Questa sera sente il bisogno di tradurre in parole i suoi sogni..Una luce calda si spande per la stanza, tutto tace,comincia a raccontare:<<Quell’estate il cielo scoppiava di sole, il mare colorando d’ azzurro la terra giocava col vento che gonfiava le vele per trasportarle lontanoinsieme ai suoi pensieri.>>Che voglia di vivere, di cantare, di gioire! A Giulia la vita del piccolo centro, dove abitava da sempre, le impediva di realizzare quella parte nascosta di sè fatta d’ arte, di musica, di sogni che la trasportava in un mondo quasi irreale,il quale, annullando la monotonia giornaliera del piccolo paese di provincia le dava la possibilità di vivere quasi sospesa fra la terra ed il cielo.Spesso i suoi versi la distaccavano dalla realtà per solcare quei sentieri che permettevano alla sua anima di spaziare libera in mondi inesistenti, quindi Fra le tue braccia meno dolorosi.Fu in quella la mia anima atmosfera di sogno che un uomo bussò al suo cuore la dolcezza dei tuoi baci ed il corso della sua vita che sfiorano lievi fu completamente travolto. le mie labbra La pace che lei definiva monotonia finì, tutte le ore

del giorno e della notte venivano cadenzate dal ritmo frenetico del suo cuore, dall’angoscia,dalla paura, dal pentimento.L’amore è di tutti, ma non tutti lo vivono alla stessa maniera.Il telefono squillava ad ogni ora del giorno e della notte, con voce tremante afferrava la cornetta, di là una voce:-Ci sei ? esci!--Impossibile!. La vita diventò un incubo, dovunque andava si sentiva pedinata, spiata, braccata:-AMORE O STALKING? Era una situazione insopportabile, col passare dei giorni capì che a poco a poco, tutto ciò che aveva costruito con tanto senno, stava andandoa rotoli.Intanto un sentimento prorompente che non sopportava barriere si faceva strada nel suo cuore e la vita cambiò il suo corso.Per anni Giulia visse come ipnotizzata fuori dal tempo e dallo spazio.Ma un giorno molte nubi apparvero all’orizzonte, tutte le promesse fatte finirono nelle acque del mare antistante la sua casa, le sue lacrime si unirono alle gocce di rugiada che sostavano sulle rose del giardino e sparirono,di sera quando l’ultimo spasimo trattenuto la luna gioca con le per iniziare d’accapo.... onde,una dolce nenia culla le sirene, racconta ogni volta, ancora... d’un amore bruciante verso l’infinito che una tromba marina risucchiò.

Fra le tue braccia

Satirellando

Parodiando e spersonalizzando la nota espressione noi che… ho trovato il modo di “satirellare” passando al loro che... A me che non riesco ad essere perfetta, piace ironizzare su chi ha sempre la risposta per tutto. E, quando risposte non ce ne sono, non resta che… riderci su. Loro che… quando attraverso la strada, fan la sgommatella, potrebbero, almeno, dire: “Ciao, bella!”, invece, di fretta, son proprio malati: come fai fai, su’ semp’incazzati! Loro che…non han nemmeno la mia età e raccontano ai figli dell’Università, fatto, in sé, per nulla banale, ma si atteggiano a reduci della Guerra Mondiale!

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Loro che... Loro che…già in là con gli anni, trattano i più agés da vecchi catananni, senza notare, nel giornaliero frastuono, che anche loro ben anziani sono! Loro che…appena sei malato, chiudono il discordo con un “sei arrivato”, non ricordando quant’erano

“muccusi”, pur da ragazzi, e sempre ‘mbalusi! Loro che…non scrivono mai su FiBi, ma poi stan sempre attaccati lì: san tutto di tutti, pesino l’ora della cacca, ma nel dirti di sé battono la fiacca! Beh, di tutti questi che, ahimè, ho definito

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Loro che... in fede mia, non si salva nessuno: quattro scappellotti li darei ad ognuno! Montalbano li chiamerebbe puvirazzi, ma per me son, semplicemente, pazzi: così me ne infischio e dico loro: “Per me, la vita è un immenso tesoro, ma se, per voi, sapore non ha, pussate via e… fatevi più in là”!

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Il parere di Antonio Mallamo: Psicologo, Antropologo Esistenziale

L’interpretazione dei sogni Il significato dei sogni, confinato per secoli nel campo della superstizione o dei fenomeni sovrannaturali, considerato di provenienza estranea a chi li produceva, fu elevato decisamente a metodo di ricerca dell’interiorità della persona a inizio del “900 da Sigmund Freud che introdusse nella sua pratica terapeutica, la psicoanalisi, l’ “Interpretazione dei Sogni” dal titolo del suo famoso libro, come metodo di analisi fondamentale dei vissuti del paziente . Al di là della metodologia che egli seguì per decifrarne i significati, con questa opera si apre una nuova era dell’approccio alla persona, poichè attraverso la analisi del sogno egli riesce a confermare l’esistenza di un livello di elaborazione dei nostri comportamenti, poco accessibile ai più, a cui diede il nome di Inconscio. I desideri pericolosi, aggressivi o erotici sepolti nel profondo della propria psiche, venivano a galla, seppur mascherati e incomprensibili, grazie all’allentamento della coscienza ( leggi destrutturazione dell’Io), che avviene durante il sonno. Quindi affermava che “il sogno tende a realizzare un desiderio”, che, dalle descrizioni che si evincono nel suo libro, sono in genere desideri sessuali, anche incestuosi, oppure tendenze aggressive in cui si poteva desiderare anche la morte di qualche persona, ricordi penosi infantili e,comunque, bisogni assai prosaici . Questa, ripeto, era la visione di Freud e della Psicoanalisi ortodossa, in cui, è evidente, l’Inconscio più profondo e istintivo, l’Es, ha una funzione quasi di cestino dei rifiuti, o comunque del classico tappeto sotto cui è stata depositata la polvere. L’esplorazione di questo mondo non si è fermato con le sue teorie, ma è proseguito con altri autori che hanno via via arricchito di significati molto più stimolanti e, per certi versi, sconvolgenti, l’analisi dei sogni. Già a partire dallo stesso Jung, inizialmente seguace di Freud, e proseguendo con le psicologie umanistico esistenziali nelle sue varie declinazioni, tra le quali la Gestalt, l’antropoanalisi, la Sophia-Analisi ecc. ecc. si scopre che il Sogno non è l’espressione di desideri inconfessabili o prosaici, ma, al contrario, descrive, pur nel suo linguaggio contorto, la situazione esistenziale, sia disagiata che propositiva, del sognatore. Decifrare il contenuto del sogno porta così a connettersi con la parte più profonda e spirituale di noi stessi, che non è l’Es di Freud, ma il Sé degli esistenzialisti. Nel Sé risiedono le aspirazioni più profonde dell’essere umano ed il senso che ognuno di noi vorrebbe dare alla sua vita. Il Sogno ci dice da dove veniamo, dove siamo e, soprattutto, dove vogliamo andare . Per questo il sogno può essere considerato

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come il nostro navigatore esistenziale. Sognare di sciare sulla terra e sui sassi e non sulla neve, pertanto, può voler dire che stiamo percorrendo una strada che non è la nostra e poco adatta a quello che vorremmo realizzare, sognare una persona che muore non vuol dire, come scriveva Freud, che desideri la morte di quella specifica persona, ma la necessità che quella modalità del tuo carattere che ti accomuna a quella persona ha bisogno di “morire”, o che, comunque, nell’ambito di un cambiamento, a quella modalità, dannosa, gli si sta dando la morte. Le acque che si sognano sono l’espressione del nostro inconscio esistenziale, possono essere calme o burrascose, luminose o oscure, e tutto quello che succede, nel sogno, in queste acque è un richiamo a vissuti molto profondi, da cui emerge, sempre una indicazione di superamento. Sognare un figlio o un bambino, ci riporta ad una nostra parte infantile, nelle sue varie declinazioni, infantile o in crescita, come sognare il padre diviene la rappresentazione della nostra parte paterna e contiene l’indicazione di come essa si è strutturata, agisce dentro di noi e di come noi la esercitiamo. Lo stesso per la madre, espressione della parte materna . Così, per una donna sognare il proprio uomo, o per un uomo sognare la propria donna, o, comunque sognare un partner attuale o desiderato, ci dà indicazioni su come sta messa la armonizzazione tra maschile e femminile, Animus ed Anima, le due componenti interiori che albergano in ogni per-

sona e la cui armonizzazione è alla base di un equilibrio esistenziale e comportamentale. La coppia, sognata, quindi, indica la coppia interiore e, anche qui, è necessario soffermarsi sul contenuto più o meno armonico o conflittuale del sogno. Non mi dilungo oltre, per ragione di spazio, negli esempi infiniti che si possono produrre poiché il sogno, generalmente, oltre a descrivere le difficoltà ed i conflitti interiore, contiene anche una indicazione per perseguire quello che possiamo definire il “lieto fine”, esso può rappresentare la luce di un faro che illumina i nostri momenti più bui e tormentati. Naturalmente, queste indicazioni non sono intellegibili dal profano. L’analisi dei sogni deve esser frutto di una collaborazione tra il sognatore ed uno esperto, psicologo o psicoterapeuta che abbia anche una formazione specifica, ma non è escluso che una buona capacità di introspezione o di autoascolto possa anche fornire al comune individuo elementi importanti. Di certo, una cosa occorre tener presente, ovvero che La mente può mentire, il sogno no! La mente spesso ci inganna, i nostri ragionamenti spesso elaborano menzogne esistenziali, con cui ci rassicuriamo, considerando delle linee di condotta come le migliori che possiamo perseguire, salvo reiterare così i nostri errori. . Il sogno non soggiace a questi meccanismi, ma risponde a quegli elementi incorruttibili che, tentano di emergere dagli abissi in cui li abbiamo confinati, per illuminare la nostra strada . Questi elementi onirici furono da Jung chiamati “numinosi”, dal latino numen, attribuendo, così, un carattere divino e straordinario al nostro anelito a dare un senso alla vita. Se l’approccio Junghiano alla divinità (o numinosità) è profano, questo volume del monaco Anselm Grun, ripropone dal punto di osservazione cattolico il carattere divino che si cela nel nostro Sé e che si esprime, in forma privilegiata, attraverso il sogno. Dare attenzione ai propri sogni, anche se non si riesce a interpretarne, da soli, il significato, vuol dire allenarsi a una immersione nelle proprie profondità, che, gradualmente, può aprire strade sconosciute per la propria crescita individuale. Tutti sogniamo, alcuni pensano di non farlo, solo perché non ricordano. Abituarsi alla introspezione aiuterà a ricordare i sogni e poter non affermare più “ io non sogno mai” !

Editore: Grafichè di A. Perri

Lamezia e non solo


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