I Cavalieri nel Mondo N.2 - 2018

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I Cavalieri nel mondo si aggira sul milione di quintali annui; e uno zuccherificio, tra i primi impiantati in Italia, con annessa raffineria (dal 1930), che lavora dai 250 ai 300 mila q. di barbabietole all'anno, e produce circa 40.000 q. annui di zucchero. Vi sono poi varî altri stabilimenti minori, tra i quali due lanifici, una fabbrica di mobili di legno, varî molini per grano e per olio, fabbriche di paste alimentari, ecc. Rieti da qualche anno è divenuta un centro turistico notevole, per l'apertura della magnifica strada del Terminillo, la "Montagna di Roma" dove nei mesi invernali accorrono in gran numero gli appassionati per lo sport degli sci. La strada del Terminillo va da Lisciano a Pian de' Valli, e Campo Forogna (v. terminillo). È da ricordare altresì che la città possiede una sorgente (Fonte Cottorella) di ottima acqua antiurica, con piccolo stabilimento. Per l'importanza che ha la coltura del grano nella fertilissima piana, fin dal 1903 fu istituita a Rieti una cattedra ambulante di granicoltura, divenuta dal 1907 R. Stazione sperimentale di granicoltura, con campi sperimentali dai quali furono ottenute ottime varietà di grano (caratterizzate da grande resistenza alle ruggini, alta produttività ed eccezionale precocità), che si sono largamente diffuse in tutta Italia. Rieti possiede numerosi istituti di beneficenza, varie scuole (tra queste un R. Liceo-ginnasio e un R. Istituto magistrale), una Biblioteca comunale, un Museo civico e un bel teatro. Per Rieti passa la linea ferroviaria a semplice binario Terni-AquilaSulmona; varî servizî automobilistici collegano la città con Roma, Avezzano, Amatrice, Leonessa e Terzone, Stazione di Poggio Mirteto, Roccasinibalda e Carsoli, Cantalice, ecc. Al 1878 risale il progetto di una ferrovia diretta tra Roma e Rieti, che ridurrebbe il percorso tra le due città di 60 km. (la distanza Rieti-Terni-Roma è di 153 km.) e la durata del viaggio a meno di due ore. Il comune di Rieti ha una superficie di 295,86 kmq. e una popolazione (1931) di 32.152 ab. (109 per kmq.). Esso comprende la piana reatina, vasta 98 kmq., lunga 14 km. e larga in media 7; parte dei Monti Reatini, che chiudono la piana a oriente e si elevano a 2213 m. col Terminillo; e un ampio tratto dei Monti Sabini, che chiudono la piana a occidente e a sud. La piana attraversata dal Velino e dal suo affluente Turano, e, nelle parti più depresse, a nord, accoglie le acque di due pescosi laghetti (di Ripa Sottile, kmq. 1,05, e di Cantalice, kmq. 0,78). Il 49% del territorio comunale è occupato da colture, il 37% da boschi e castagneti, il 9% da prati e pascoli; il resto è incolto o sterile. I cereali

(grano sopra tutto, poi mais), la vite, i legumi, la barbabietola da zucchero, l'olivo dànno i prodotti principali. Il 44% della popolazione vive in case sparse, più densamente sulle prime pendici delle montagne (tra i 400 e i 600 m.) che non nella piana, in parte soggetta alle inondazioni provocate dalle grandi e rovinose piene del Velino e del Turano. Oltre a Rieti, tra i centri sono da ricordare: Contigliano, costituito di un nucleo più antico, su un colle a 488 m. s. m., e di una parte moderna ai suoi piedi e sulle prime pendici del Capomonte, che complessivamente contano 863 abitanti; Cantalice (837 ab.), in posizione dominante la piana reatina a 680 m. s. m.; Poggio Fidoni (611 m., 193 abitanti); Poggio Perugino (821 m., 123 ab.); S. Giovanni Reatino (420 m., 428 ab). Monumenti. - Della Rieti romana pochi elementi rimangono. Sono avanzi di mura in via Pescheria, in via Roma, in via Pellicceria e altrove, da cui si può ricostruire il tracciato della cinta romana. Altri avanzi cospicui di mura perimetrali di una vasta costruzione furono trovati, recentemente, a circa quattro metri di profondità, nei lavori di sbancamento compiuti sulla piazza Vittorio Emanuele e sono ancora visibili. Una costruzione romana d'importanza notevolissima è il ponte sul Velino, che costituiva la parte terminale di un viadotto ad archi rampanti che si svolgeva quasi in direzione dell'attuale via Roma terminando all'antica porta romana. Alcune parti di questo viadotto si possono osservare in sotterranei di abitazioni lungo la via Roma. Tra le costruzioni medievali reatine, quella che domina il centro della vecchia Rieti, è tutto l'insieme pittoresco, che va dalla torre campanaria del 1252, dalla cattedrale, dal palazzo papale, fino all'arco di Bonifacio VIII. Del palazzo papale oggi sono restituiti alla luce i grandiosi portici a crociera del 1283. La cattedrale fu iniziata nel 1109; nel 1157 fu consacrata la cripta che ancora si conserva integra, mentre la chiesa superiore, terminata nel 1225, fu internamente modificata nel 1639 quando già, in varî periodi precedenti, erano state aggiunte cappelle praticando aperture nelle due navate laterali. Nella cappella di Santa Barbara, protettrice di Rieti (il cui corpo è venerato, in bellissima urna marmorea, nell'altare maggiore della cattedrale), la statua in marmo è su disegno del Bernini. Bella è la cappella del Sacramento; notevoli: l'affresco quattrocentesco della Madonna del Popolo, l'affresco della Madonna del Rosario di Antoniazzo Romano (1492) e la tavola di S. Vincenzo Ferreri e S. Nicola dei fratelli Torresani veronesi (1553). Dopo il

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I Cavalieri nel mondo Per la loro importanza storica, artistica e panoramica, sono da rammentare i quattro celebrati santuarî francescani della Valle di Rieti e cioè: Greccio, Fonte Colombo, Poggio Bustone e La Foresta. Storia. - L'antica Reate fu una delle più antiche e principali città dei Sabini. Non abbiamo notizie storiche della città prima della conquista romana; nel 211 a. C. Annibale passò sotto le sue mura sulla via di Roma; nel 205 Reate assieme con gli altri Sabini contribuì volontariamente ai rifornimenti di Scipione. Certamente fu mantenuta al grado di prefettura fino al tempo augusteo; in tempi imperiali fu elevata tuttavia a municipio, e sotto Vespasiano accolse un gran numero di veterani, senza avere però il titolo di colonia. Di Reate furono originarî l'erudito Varrone e l'imperatore Vespasiano. Il fertilissimo territorio reatino, bagnato dalle acque del Velino e dei suoi affluenti Turano e Salto, soggetto a lavori idraulici per la regolazione dei corsi dei fiumi sino dalla conquista della Sabina da parte di M. Curio Dentato, fu causa di gravi e secolari dispute fra la città e la vicina Interamna (Terni), dispute per le quali una volta fu chiamato a patrono di Reate Cicerone, che difese la sua causa davanti agli arbitri nominati dal Senato. Durante la dominazione dei Goti fu retta da un priore; dipese poi dal ducato di Spoleto e fu sede di un importante gastaldato. Nel sec. IX la devastarono i Saraceni, funesti a tutta la Sabina; in quel secolo e fino alla prima metà del XII, Rieti è retta da un conte. Nel 1149 la città patisce assedio e distruzione ad opera di Ruggero di Sicilia; in quel torno si colloca l'origine del comune (1171, prima menzione dei consoli). Nel 1198 Rieti fa atto di omaggio ad Innocenzo III (creazione del podestà) e da allora in poi resta sempre fedele figlia della Chiesa, e più volte sede e rifugio del papa. Durante il periodo avignonese subì in modo particolare le ingerenze dei sovrani angioini, data la sua vicinanza al regno di Napoli, e fu travagliata dalle lotte di parte. Non ebbe difficoltà a riaccostarsi alla Chiesa nel 1354, facendo dedizione al card. Albornoz; al tempo della guerra degli Otto Santi, pur non abbandonando le parti del papa, si diede in signoria temporanea a Cecco Alfani, la cui famiglia ebbe poi per vari decennî il predominio in Rieti: Rinaldo Alfani è nominato da Martino V vicario, ma nel 1425 la potente famiglia è sbandita. La storia di Rieti non registra, da allora in poi, fatti di molto rilievo; la città appare spesso in contesa con le vicine città abruzzesi per ragioni di confine, e con Terni a causa della Cascata delle Marmore. Nel

1798-99 Rieti fa parte del dipartimento del Clitunno; nel 1809-1814 di quello del Tronto ed è sottoprefettura. Nel 1816 Pio VII la erige a capoluogo di delegazione. Da ricordare, nel 1821 la battaglia avvenuta al Colle di Lesta fra il Pepe ed il Frimont; nel 1831 il vano assalto del Sercognani; nel 1860 (23 settembre) l'ingresso delle truppe italiane. Rieti viene allora assegnata alla provincia di Perugia (fino al 1923), poi a quella di Roma, e nel 1927 diviene capoluogo di provincia. La provincia di Rieti. - Ricostituita il 12 gennaio 1927 (l'antica provincia di Rieti venne incorporata alla provincia dell'Umbria il 15 dicembre 1860), essa comprende i comuni già appartenenti agli excircondarî di Rieti e di Cittaducale, ed ha una superficie di 2749 kmq. e una popolazione (1931) di 163.985 ab. (59,6 per kmq.); il numero dei comuni è di 63. La provincia di Rieti non comprende tutta la Sabina, perché alcuni comuni di questa fanno ancora parte della provincia di Roma, ma include territorî che non sono sabini (comuni dell'ex-circondario di Cittaducale). Il territorio è prevalentemente montuoso e collinoso (Monti Reatini, Catena di Monte Velino, Monti Sabini); zone piane si hanno solo nella conca di Rieti e nella vallata del Tevere. La provincia di Rieti è essenzialmente agricola: i seminativi occupano il 40,5% della superficie agraria e forestale, le colture specializzate di piante legnose il 0,9%, i boschi il 28,3%, i prati permanenti e i pascoli il 30,3%. Si producono soprattutto cereali, foraggi, uva, olive, barbabietole da zucchero, patate e castagne. Notevole l'allevamento: nel 1930 la provincia possedeva 20.652 equini, 28.069 bovini, 30.634 suini, 127.930 ovini. Le industrie principali si trovano a Rieti (v. sopra), a Poggio Mirteto (fornace per laterizî, fabbrica di cemento), ad Antrodoco (pastificio), a Stimigliano (fabbrica di ceramiche), a Leonessa (stabilimento per la lavorazione del legno), ecc. Poiché la provincia è prevalentemente montuosa, le vie di comunicazione non hanno un grande sviluppo. Le ferrovie si riducono a un breve tratto (a doppio binario) della linea Roma-Orte-TerniFoligno-Ancona e a un tratto della Terni-AquilaSulmona (a semplice binario). Alla deficienza delle ferrovie rimedia una serie di linee automobilistiche. Passano per il territorio della provincia la Via Salaria e la Via Reatina. di Riccardo RICCARDI - Francesco PALMEGGIANI - Doro LEVI - Eugenio DUPRE' THESEIDER - Enciclopedia Italiana (1936)

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L’ASSOCIAZIONE

Religione, cultura e carità: le attività dell’Associazione In questa intervista, tratta da “Specchio Economico”, Monsignor Luigi Casolini di Sersale racconta come è nata l’Associazione Cavalieri di San Silvestro, gli scopi sociali, le modalità per farne parte, le delegazioni sparse per il Mondo e tutto ciò che contraddistingue chi ha il privilegio di farne parte

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on il titolo aggiuntivo di San Silvestro I Papa, l’Ordine dello Speron d’Oro o della Milizia Aurata aveva ritrovato sotto il pontificato di Gregorio XVI il proprio antico splendore. Con la riforma degli Ordini equestri pontifici avvenuta sotto il pontificato di San Pio X attraverso la Bolla «Multum ad excitandos» del 7 febbraio 1905, venne tratto da esso un nuovo Ordine cavalleresco pontificio, quello di San Silvestro I Papa. La decorazione dell’Ordine silvestriano è quella primitiva e prestigiosa della Milizia Aurata e riporta l’immagine del Sommo Pontefice San Silvestro I. Al pari degli altri Ordini equestri pontifici, l’Ordine equestre pontificio di San Silvestro Papa dispone di uniforme ed è in particolare conferito ai laici particolarmente benemeriti della Chiesa e delle opere cattoliche. Ad esso è legata l’associazione dei Cavalieri di San Silvestro. Ne parla a Specchio Economico il suo rettore, Monsignor Luigi Francesco Casolini di Sersale, presidente del Capitolo cattedrale di Tivoli, che risiede nella vicina Chiesa Medioevale di San Silvestro nata intorno all’XI secolo fuori di quelle che erano le antiche mure cittadine. Un tempo parrocchia, da alcuni decenni è sede della Rettoria vescovile e punto d’incontro e di preghiera dell’associazione dei Cavalieri di San Silvestro, che ha fondato sulla base degli insegnamenti di San Benedetto.

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Gli associati sono divisi in tre categorie: effettivi, ordinari e onorari, secondo se con la loro opera hanno particolarmente contribuito al perseguimento degli scopi sociali. Sono tutti uniti nell’intenzione di cooperare, secondo le proprie possibilità, alle finalità dell’associazione. La domanda di ammissione è presentata da un associato garante e corredata di curriculum vitae nonché della certificazione di un’autorità ecclesiastica (esclusa per gli insigniti di Ordini della Santa Sede, dello S.M.O.M., del Santo Sepolcro, di altri ordini che già richiedono detta certificazione), attestante «una vita religiosa consona allo status di un Cavaliere». In casi di eccezionalità, sentito il parere del Consiglio di presidenza, il rettore può procedere all’ammissione honoris causa nei ruoli del sodalizio di personalità che, pur non appartenendo al mondo cattolico, si siano particolarmente distinte in opere di umanità e di scienza. I membri sono divisi in due categorie: ecclesiastici e laici. Nella categoria ecclesiastica confluiscono i chierici che, in relazione al loro status personale, sono denominati prelati o cappellani di San Silvestro. Il loro abito è la mozzetta, dello stesso colore dell’abito da Chiesa dei membri laici, ma è data anche facoltà d’indossare l’abito da chiesa proprio degli associati. La seconda categoria è suddivisa in tre classi: gentiluomini o dame, cavalieri, beneme-

















STORIA & DINTORNI III. Siate generosi e prodighi con tutti. Generosità è anche sinonimo di nobiltà. IV. Se qualcuno vi pone una nobile e ammissibile richiesta, non potete rifiutarvi di esaudirla. V. Non pretendete mai alcun compenso per il vostro aiuto. La ricompensa migliore per un cavaliere è l'aver compiuto una nobile impresa. VI. C’e' sempre un valoroso cavaliere pronto ad aiutare un altro valoroso cavaliere quando lo vede in pericolo, e sempre un uomo valoroso dovrebbe detestare che un uomo valoroso venga ingiuriato. Ecclesia: I. Abbiate fede negli insegnamenti della Chiesa e rammentate il voto fatto durante la cerimonia di investitura. II. Difendete la Legge di Dio e servitevene per fermare le ingiustizie. III. Siate rispettosi nei confronti di tutte le religioni, e non offendete mai le credenze religiose altrui. Integritas: I. Non siate vanitosi, la vanità si cela dietro la virtù e la gloria. Guardatevi dall'eccessivo orgoglio perché è una debolezza alla quale nessuno è immune. II. Tenetevi lontani dalla malvagia gloria mondana, perché la grande superbia porta inesorabilmente a grandi dolori. III. Un cavaliere invidioso non otterrà mai onore, e poiché egli è anche un uomo invidioso che vuol avvantaggiarsi dell'onore, sarà disonorato due volte senza ottenere nulla. Per questo motivo gli uomini d'onore odiano quelli invidiosi e non mostrano loro alcun favore. Puellae: I. Rispettate le donne e soccorretele sempre quando sono sofferenti. 30

II. Se tenete al cuore di una dama, cercate di divenire il suo campione e cimentatevi in tornei sostenendo l'onore della vostra dama. III. Non cercate volutamente di turbare la donna legata all'amore di un altro. IV. Non importunate dame e damigelle, e desistete in caso le vostre intenzioni vanno contro la loro volontà. Pugna: I. Disputate duelli e tornei per difendere la vostra causa, e vendicare le offese. II. Combattete sempre con onore e coraggio. III. Non attaccate mai un nemico disarmato, e non caricate mai un avversario senza cavallo. IV. Non colpite mai alle spalle, ed evitate i trucchi. V. In battaglia, non aspettate nessuno e per primi date di sprono per infliggere un buon colpo; ma in consiglio, finché siete giovani, guardatevi dal dare il vostro parere prima che i vostri maggiori abbiano parlato. VI. Non abbandonate mai un amico o un alleato che si trova in difficoltà. VII. Non rifiutare mai una sfida e non fuggite davanti al nemico. Chi non accetta una sfida, ebbene l'ha già perduta; e nel peggiore dei modi. VIII. Se combattete con un cavaliere, ricordatevi che, quando l'avversario è battuto e non può difendersi ne resistere e chiede grazia, dovete averne misericordia e non ucciderlo. IX. Non torturate mai l'avversario battuto.

Un sentito ringraziamento a: Comando Generale della Guardia di Finanza, la Prefettura e la Questura di Rieti, e all'Amministrazione Comunale di Rieti in particolare all'Assessorato alla Cultura e ai settori di competenza che hanno reso possibile lo svolgimento dell'Evento. Alla Presidenza di "Doc Italy Selection" per il concreto contributo. Ai Fratelli Biallo, stampati di Pregio.






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