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Federico Moccia e “La ragazza di Roma nord” alla Mondadori Il noto scrittore romano ha presentato a Tivoli il suo ultimo libro di Claudia Crocchianti
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enerdì 24 gennaio, presso la Libreria Mondadori di Tivoli, lo scrittore Federico Moccia ha presentato il suo libro “La ragazza di Roma Nord". Lo abbiamo incontrato per un'interessante intervista. Come è nata l’idea di scrivere questo romanzo? “L’idea di scrivere 'La ragazza di Roma nord' mi è venuto pensando che è bellissimo quando avviene un incontro in treno, quando due persone si perdono pensando di proseguire ognuno per conto suo la propria vita e poi si rendono conto in qualche modo di 'aver perso un treno…'”. Qualcosa sui protagonisti? “Simone è un ragazzo molto divertente e ironico, scherza con i suoi amici è innamoratissimo di Sara e della Lazio, mentre Luca il suo migliore amico è della Roma, gioca al Fantacalcio, ha una sorella più piccola e una più grande che si è sposata e ha un figlio. Abita nel quartiere Trieste, è un mio ottimo amico perché ha la mia stessa visione della vita, sa dare, credo, la giusta importanza alle cose”. La ragazza di Roma nord chi è? “La ragazza di Roma nord invece che si chiama Alice è bellissima, ma non è solo la sua bellezza estetica ma anche quella del suo carattere della sua sensibilità, mi piacciono le donne così che sanno ridere scherzare saper essere leggere ma realtà essere molto profonde. È una donna piena di valori e di qualità è una donna che sbaglia lo ammette ma che vuole ricominciare da un suo errore cercando di migliorarsi, è una donna che accetta le critiche, che
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si mette in discussione è una donna intelligente oltre che bella. E soprattutto è divertente, è una donna che ride della vita ride con la vita malgrado abbia un grandissimo dolore per il quale entrerà in conflitto con la vita e dovrà lavorare su se stessa per poterlo affrontare superare”. Una frase del libro che racconta tutto questo? “L’amore ti sposta…”. Uno scrittore a cui è più legato? “Sono due gli scrittori ai quali sono molto legato: Francis Scott Fitzgerald e Ernest Hemingway”.
Tre aggettivi per descriversi? “Curioso, attento, creativo”. Progetti futuri? “Creare qualcosa di nuovo, di bello, di curioso”.
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Mario Fazio: “A otto anni scrivevo fumetti in terza elementare” Lo scrittore di Guidonia racconta come è nata la sua passione per la scrittura, che ha voluto difendere nonostante una sua prof lo invitò a “cambiare mestiere” di Claudia Crocchianti
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ui è uno scrittore e viene da Guidonia. Si chiama Mario Fazio e scopriamolo attraverso questa intervista. Quando è nata la tua passione per la scrittura? “Intanto un saluto a tutti i lettori e grazie per questo piccolo spazio dedicato a me e alla mia passione. L'idea di scrivere è nata da sempre, pensa che ho cominciato a scrivere fumetti in terza elementare, insieme con il mio compagnetto di banco, Luigi. Avevo creato un personaggio che si chiamava Goccia Split ed era proprio una goccia che per non asciugarsi viveva una serie di avventure giornaliere. Mai avrei immaginato che sarebbe diventato il liet-motiv della mia esistenza, praticamente. Scherzo. Insomma i nostri fumetti giravano per tutta la classe. Capii che era bello e appagante inventare avventure. Poi sono andato avanti, mi sono evoluto. Il primo romanzo in primo liceo, con la professoressa di italiano che mi diceva 'cambia mestiere'. A me, che invece di giocare a calcetto o fumare fuori della classe scrivevo romanzi. Eh, sì. Fare i professori è un mestiere proprio difficile e bisogna dire che non tutti sono proprio portati”. A quale libro sei più legato? “Domanda mica facile. Sono un pessimo lettore. O meglio, mi piace leggere e ho letto tanto. Oggi che scrivo molto sono costretto a evitare. Perché lo stile dell'autore che leggo finisce sempre per influenzarmi e siccome non voglio che accada, evito. Almeno quando sono in fase di stesura di un libro, una commedia. Cioè praticamente sempre. Comunque per rispondere alla tua domanda ho divorato Agatha Christie da giovane, mi sono praticamente formato con lei. Quindi direi un qualunque suo romanzo anche se 'Dieci piccoli indiani' non lo batte proprio nessuno”.
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Luca Candidi: “I miei primi trent’anni di artista” Monte Gennaro e l’intero territorio guidoniano sono stati la sua ispirazione per tante opere pittoriche di Claudia Crocchianti
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originario di Guidonia e il suo territorio lo ha ispirato per tante sue opere pittoriche. Lui si chiama Luca Candidi e la sua è un'arte che abbraccia la vita. Qualche ricordo legato a Guidonia? “Io sono originario di questo comune e quindi la maggior parte dei miei ricordi sono legati a questo territorio, anche se da qualche anno non ci vivo più. Sono nato a Villalba cinquant'anni fa, e tutte le mie attività, personali e professionali, sono legate a questo territorio. I paesaggi guidoniani hanno ispirato e continuano ad ispirare molte delle mie opere pittoriche paesaggistiche, in particolar modo la catena montuosa, che comincia da Tivoli e termina con Monte Gennaro e che fa da sfondo ai campi e le colline che costeggiano la via Maremmana”. Cosa rappresenta per te questa città? “Guidonia rappresenta gli inizi della mia carriera di artista, cominciata e maturata con l'Associazione Culturale Hariel, purtroppo non più in attività da anni, con la quale ho partecipato alle molteplici mostre organizzate col patrocinio del Comune. In particolar modo, ricordo con nostalgia quelle organizzate in concomitanza con la festa patronale di settembre e che si svolgevano all'interno della pineta... Ecco, quello fu davvero un bel periodo, in cui la cultura e l'arte avevano un ruolo ancora importante in questo comune. Dopo lo scioglimento dell'Associazione Hariel, che era riuscita con un duro lavoro di anni a coinvolgere co-
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stantemente le amministrazioni comunali, c'è stato un lento declino, culminato con la chiusura della Galleria 'La Stanza dell'Arte', rimasta, fino allo scorso anno, uno dei rari luoghi di aggregazione degli artisti locali”. Cosa rappresenta per te la pittura? “Beh, considerando che ho cominciato a dipingere quando avevo circa 20 anni ed ora ne ho 50, direi che la pittura è stata una presenza costante per tutta la mia vita, e rappresenta, da una decina d'anni, la mia unica attività professionale. E siccome è praticamente impossibile scindere la propria vita privata da quella artistica, posso tranquillamente dire che la pittura rappresenta tutto per me.”. Come si svolge la tua attività di artista? “La mia attività si divide tra la produzione e l'insegnamento. La produzione riguarda prevalentemente la creazione di paesaggi in stile romantico-impressionista, dipinti ad olio, acrilico e pastello. L'insegnamento consiste nello svolgimento di corsi di pittura, che tengo personalmente ed in cui insegno la mia tecnica pittorica. In questo periodo, sono stato invitato ad iniziare un workshop di dieci lezioni presso la scuola media di Villalba, nell'ambito del progetto 'Bonum Iter, Corsi Gratuiti per Tutti', organizzato dall'istituto comprensivo Alberto Manzi, in collaborazione con diverse associazioni e realtà del territorio. Tutte le informazioni sulle mie attività artistiche, si possono trovare sul mio sito www.candidiluca.com”.