Catalogo "Verba Volant, Arte Manent"

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presenta:

“VERBA VOLANT, ARTE MANENT” percorso espositivo di opere d’arte a cura di TIZIANA GRECO e VALENTINA LEONARDI all’interno del progetto

RIFAI IL TUO CONVITTO GIORNATA DELLE ARTI 12 GIUGNO 2016 Convitto Cutelli Catania, Via Teatro Massimo 1, h. 10/18

www.formartcurators.com


Testi e immagini in catalogo: degli artisti


“VERBA VOLANT, ARTE MANENT” Da un antico proverbio (in un discorso di Caio Tito) si prende spunto per una mostra che vuole sottolineare l’importanza della testimonianza dell’arte e della sua capacità di trasmissibilità alle nuove generazioni. In un luogo come la scuola, messaggera per eccellenza di sapere e cultura, l’arte vuole essere volano e portatrice di messaggi quali creatività, libertà culturale e libertà d’espressione. Le opere, pittoriche e scultoree, accompagnano il visitatore in un circuito emozionale e sinestetico, facendolo immergere in un’atmosfera piacevole e dal sapore aulico. Il legame con l’antico è inscindibile, le opere sono come inglobate in un nuovo linguaggio architettonico in cui l’osservatore rilegge e ridisegna un nuovo cortile. Un allestimento sobrio ed elegante, ma innovativo, crea emozioni contemporanee.

Pitture: Anna Maria D’amico, Demetrio Di Grado, Massimo Faraci, Salvo Ligama, Giovanna Mancuso, Carmen Roberta Mannino, Marinella Mendola, Debora Pluchino, Emanulele Vittorioso Sculture: Luca Mirko Maugeri, Iolanda Russo, Luigi Sapienza Murales: Tancredi Coco e Francesco Cottone Installazione: Mario Cantarella Curatori: Tiziana Greco, Valentina Leonardi


ANNA MARIA D’AMICO Anna Maria D’Amico nasce a Catania nel 1968, appassionata all’arte sin da piccola, continua gli studi nel settore artistico fino alla conclusione di questi con l’Accademia di Belle Arti di Firenze; allieva di Pietro Tinu, svolge la tesi finale su Mario Ceroli (artista che avrà per lei molta importanza). Nello stesso periodo svolge lavori di artigianato, esperienze che le saranno utili nel suo percorso artistico, poiché comincia a maturare l’idea che creare è anche un atto di forza fisica oltre che spirituale. Da qui in avanti Anna Maria abolirà la tela per la tavola di legno, intonacata a spatola con un impasto di sabbia lavica o polvere di marmo, quasi a riprodurre un finto muro. La sua maturità artistica però comincia al rientro nella sua città natale, verso la quale ha sempre avuto vari conflitti; qui ricomincia da capo e per certi versi, in pace con se stessa, trova un linguaggio tecnico ed espressivo coerente, che con le sue naturali evoluzioni, subisce pause di riflessioni e dinamiche riprese. Dal 1999 si allontana definitivamente dall’influenza di Mario Ceroli; i soggetti delle sue opere si staccano ormai dalla suggestione della figura umana che fino ad allora sembrava padroneggiare e da un eccesso di simbolismo dell’opera approda finalmente a una “libertà di contenuto”. Talvolta si sofferma al puro gioco pittorico e materico, dando risalto alle vibrazioni luminose, vivificando la materia con l’uso quasi totale della spatola al posto del pennello, usata spesso per aggredire e fendere la superficie pittorica. Se proprio un contenuto si vuole dare, lei lo dà al tema generale dei lavori, che non sono quasi mai fine a se stessi ma facente parte di una serie (più o meno lunga), che a volte diventa un vero e proprio studio.


Treno1” - Serie “Colori e Luci in Città” 2008. Olio a spatola su tavola intonacata con impasto di sabbia lavica. 100 cm x 100 cm

Significato: Percorso? Viaggio? Evasione? Evoluzione? Arrivo? O semplicemente un treno, che interessa per quello che è, come immagine oggettiva o evocativa o….


CARMEN ROBERTA MANNINO Nata a Catania nel 1987, Carmen consegue nel 2008 il diploma di Maturità Artistica, nel 2005 il diploma Accademico di I livello presso l’Accademia di Belle Arti di Catania (indirizzo Pittura110/110 e lode) e nel 2011 il II livello biennio specialistico (indirizzo Pittura-110/110 e lode) nella stessa Accademia. Cultrice della materia di Incisione Calcografica (due anni) e attualmente di Pittura. Abilitata in discipline pittoriche presso l’Accademia di Belle Arti di Catania è docente nel 2015 della materia “Disegno per l’arte sacra” presso l’Accademia di Belle Arti di Catania, docente di sostegno presso la scuola media G.B. Vico, e docente in “Discipline Pittoriche” presso la scuola M.K. Gandhi, Liceo Artistico Statale (2015/2016). Ha partecipato ed è stata selezionata a mostre nazionali ed internazionali con la recensione di critici d’arte come Vittorio Sgarbi.


“Moti dell’Inconscio” 2016. Olio su tela/olio su tavola. 100 cm d

L’opera è una riflessione formale e cromatica, che rappresenta la gioia di vivere e l’amore per la vita, la felicità nonostante tutto, il potere di volare e far volare lo spirito; così come il colibrì, fragile e delicato ma in fondo forte e determinato, nell’intento di nutrirsi del proprio nettare vitale. L’inconscio e l’animo sono in continuo fermento e vibrazione, il tutto in simbiosi con ciò che istintivamente ci riporta alla natura delle cose.


Debora Pluchino Classe 1969, vive e lavora a Catania come libero professionista. La passione per la pittura contemporanea unita all’amore per la matita ed il disegno costituisce l’indissolubile connubio tra sfondo e figurativo che caratterizza la maggior parte delle sue opere. Ha partecipato ad alcune collettive presso GammaZeta per il “Ciclo 4” in occasione di “Castello Ursino Liberato” nella galleria d’arte all’aperto di via S. Calogero, Catania e a Ragalna (Ct) per la mostra “Energy Feeling”. Prima personale all'Herborarium Museum con la mostra 'Into The deep'.


“Non sei solo� 2014. Tecnica mista su legno. 94 cm x 122 cm

Quando pensiamo di non essere osservati da nessuno, quando supponiamo di essere soli, lo siamo davvero? Che sia l'ormai invasiva tecnologia o l'occhio discreto di un genitore, probabilmente siamo molto meno soli e inosservati di quanto crediamo. 'Non sei solo' pone l'accento sulla questione, a voi la risposta.


DEMETRIO DI GRADO Demetrio Di Grado, autodidatta, è nato a Palermo nel 1976. Inizia la sua attività pittorica nel 1999; ha al suo attivo la partecipazione a numerose mostre collettive e diverse personali. Da anni continua la sua ricerca informale, utilizzando una tecnica mista con smalti e materiali materici. La spiritualità e l’intensità della materia e dei materiali utilizzati si armonizza con i colori magnetici e magmatici. Vive e opera a Caltagirone (Ct). Energiche, forti, materiche le opere di Demetrio. Fa confluire nella sua opera l’energia insita in sé stesso, catturando intellettualmente l’attenzione dell’osservatore. Astratto informale. Artista riflessivo che opera con studio e accortezza, con forti contrasti cromatici ed espressivi, analizzando la materia e le sue drammatiche deformazioni, in continuo divenire.


“Cloud� 2015. Tecnica mista su tavola. 80 cm x 80 cm

Saggio sulla emotivitĂ : nuvole fatte per sognare, per dare spazio all'immaginazione, nuvole come stato d'animo... nere come portatrici di tempesta...nero aspetto come umore.


EMANUELE VITTORIOSO Emanuele Vittorioso nasce a Siracusa nel 1977. Nel 1998 si trasferisce a Milano per frequentare l’Accademia di Belle Arti di Brera con specializzazione in Restauro e Conservazione. Per mezzo della sua qualifica professionale e dell’esperienza laboratoriale, intraprende in diverse parti d’Italia, numerosi cantieri di restauro, ma riserva sempre spazio ed energia ad un viaggio personale nell’uso di colori e vernici. L’amore per la Street Art emerge prepotente dai suoi primi lavori: li realizza privilegiando le vernici spray e mutuando le tecniche dei writers con un impronta già personale. Indagando sui linguaggi artistici diversi percorre un cammino di continua e laboriosa ricerca tesa a raggiungere un proprio stile distintivo. Affascinato dalla pittura italiana degli anni Cinquanta e Sessanta arriva a elaborare un tratto personale. Le sue tele, materiche e informali, esprimono energia e movimento attraverso accostamenti cromatici perfetti e improvvise esplosioni di colore.


“Blueshift 10” 2016. Tecnica mista su tela. 120 cm x 120 cm

“Dicono che continuare a muoversi sia l’unico modo per non perdere l’equilibrio. Tornando nella mia Sicilia da Milano, la città dove ho iniziato a dipingere, ho scoperto che, se non ci fermiamo mai a guardare ciò che ci circonda, e a guardarci dentro, rischiamo di perdere delle cose. Una di queste è il blu.” Lo spostamento verso il blu è un fenomeno fisico causato dall’effetto doppler. Quando un osservatore resta fermo, gli oggetti che gli si avvicinano gli appaiono blu. Il blueshift è raro: la maggior parte dei corpi nell’ universo sono in movimento e il loro spettro è spostato verso il rosso secondo il fenomeno opposto, il redshift. “Blueshift” show ci ha attraversati e trasportati realmente e virtualmente mettendo in movimento cose e persone verso e attraverso l’arte.


GIOVANNA MANCUSO Giovanna Mancuso è nata a Catania nel 1962. Diplomata all’Istituto D’Arte di Catania collabora con Nino Mustica. Dal 1986 approfondisce i suoi studi al D.A.M.S di Bologna e nel 1988 partecipa alla "Biennale Giovani Bologna". Nel 1993 partecipa a Fiumara d'arte a Pettineo (ME) a cura di Antonio Presti. Negli ultimi anni ricordiamo: la partecipazione nel 2012 ad "Art Takes Times Square” International exibition Times Square, New York, 2013; "Creative Rising Exhibition", See|Exhibition Space, Long Island, New York; nel 2014 “MArte Live”, S. Cataldo (CL) e “Japanese Garden”, presso Centro Contemporaneo Atelier Antonio Recca, Catania; la “Biennale MarteLive” allo Spazio Factory la Pelanda, MACRO Roma; nel 2015 "Castello Ursino liberato", Officina GammaZ, Catania; "Sintonie e Dissonanze”, Teatro Machiavelli, Catania; "Ciclo 9” - Officina GammaZ, Catania; nel 2016 "40x40x40” - ManSourcing SpazioContemporaneo, Caltagirone; "International Mail art projects” - Brazil - Italy - Spain – Portugal.


“I Giocolieri� 2007. Tecnica mista su tela. 100 cm x 150 cm

Questa tela appartiene al periodo dedicato al linguaggio infantile. BenchĂŠ molto astratti, i lavori di questa serie si aprono ad un linguaggio segnico-infantile che indaga il gioco e la favola visti attraverso gli occhi dei bambini.


IOLANDA RUSSO Nasce a Catania il 07 Marzo 1988. Diplomata al Liceo Artistico Statale nel 2005 con il massimo dei voti. Dal 2006 al 2008 frequenta il corso di Ingegneria Edile – Architettura presso l’Università di Catania. Nel 2008 si iscrive al corso di Scultura dell’Accademia delle Belle Arti di Catania, dove ha avuto modo di approfondire diverse tecniche e conoscere i vari materiali d’uso, prediligendo, in ultimo, la scultura in legno. Dal 2011 partecipa a numerose collettive e fiere d’Arte di respiro internazionale. Nel 2013 con la partecipazione all’Art FaCTory 03 inizia una proficua collaborazione con la Galleria Arionte Arte Contemporanea di Catania, dove lo stesso anno metterà in scena la prima Mostra Personale dal titolo “Convergenti”. Ultime partecipazioni di rilievo del 2015 sono la mostra “Artisti di Sicilia, Nuovi talenti” a cura di Vittorio Sgarbi presso Palazzo della Cultura di Catania, e il “Premio Internazionale Lìmen Arte 2015 – VII edizione” presso Complesso Valentianum di Vibo Valentia, del quale vince il primo premio nella sezione ordinaria “Accademie di belle arti” con l’opera “Aspettando la notte” ‘per l’originalità tecnica che conserva il carattere estetico e narrativo della tradizione scultorea’.


“Buon viaggio” 2014. Installazione. Tecnica mista

L’opera “Buon viaggio” racconta una triste realtà che da sempre colpisce l’umanità: l’allontanamento dalla propria terra, dai propri cari, dagli affetti personali a causa di eventi sociali o personali che annullano la volontà dell’essere e rendono l’uomo succube di condizionamenti esterni. Ma la valigia è anche elemento simbolico positivo, indica il ‘bagaglio culturale’ ed esperenziale di ognuno di noi, è conoscenza e sapere, è il simbolo della capacità di aprirsi agli altri e di trascendere la propria chiusura, e per questo esprime apertura mentale. Solo possedendo una determinata cultura, ci si può confrontare con le altre e aprirsi al mondo e alle esperienze. Il contenuto "pungente" della valigia, invece, esprime il vissuto, le esperienze e tutti quei ricordi meno felici che ciascuno di noi custodisce e nasconde dentro sé, chi più chi meno.


LUCA MAUGERI Nato a Catania il 30/09/1978 si diploma presso il Liceo Artistico Statale di Catania nel 1997. Nel 2004 si laurea in Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Catania e nel 2015 ottiene l’abilitazione per l’Insegnamento nelle classi di concorso A025 (Disegno e Storia dell’Arte) e A028 (Arte e Immagine – Ex Educazione Artistica), presso la stessa Accademia. Cultore della Materia in “Disegno” nel 2016 . Docente di “Arte e Immagine” presso l’Istituto Salesiano San Francesco di Sales di Catania dal 2013 al 2015 e presso l’Istituto Comprensivo “Guglielmino” di Aci Catena nel 2015. Docente presso Liceo Artistico Statale “M.M. Lazzaro” di Catania, materia di Laboratorio Artistico “Scultura”. Ha partecipato ed è stato selezionato a mostre regionali e nazionali con la recensione di critici d’arte e pubblicazioni. È Insegnante, Maestro D’arte, Vignettista, Grafico, Decoratore, Scenografo, Fotografo, Scultore, Pittore, Restauratore, Vignettista TV ed Illustratore.


“Stati d’Animo” 2015. Scultura in legno. 120 cm h x 30 cm d Evoluzioni date dal tempo e dalle intemperie della vita, che mutano costantemente, modificando sentimenti ed emozioni in un rapporto costante e sinuoso di energia vitale, nella biforcazione naturale dell’Animo umano, partendo da un’origine comune fino al raggiungimento di equilibrio e stabilità.

“Contrapposizione di Essenza e Materia” 2011. Scultura in legno. Materiale di riciclo. 100 cm x 40 cm d

La casualità del quotidiano, interpretata e scolpita dalla natura viene ritrovata in forma di evoluzione, così come materiali rifiutati dall’uomo, si innestano irreversibilmente nella traccia che l’umanità lascia di sè al mondo; così come le idee, i pensieri e le opere, trasmutano la loro funzione ritornando alla natura, che come madre tutto perdona alle proprie creature, in un equilibrio e contrapposizione di forze dove nulla si crea e nulla si distrugge.


LUIGI SAPIENZA Luigi Sapienza è nato il 30 marzo 1984 a Catania. Animato sin da bambino da un'intensa e spontanea creatività, ha da sempre coltivato svariate attività espressive, le quali sono naturalmente maturate col tempo. Tra esse, disegno libero, sculture assemblate e dipinte, invenzione di storie e personaggi (anche fumettistici), scrittura su argomenti storico-artistici e altro. Dopo gli studi classici ha conseguito nel 2007 la laurea triennale in Lettere Moderne, in Arti e Spettacolo presso l'Università di Catania, nel 2010 il diploma accademico di II livello in Pedagogia e Didattica dell'Arte presso l'Accademia di Belle Arti di Venezia e infine la laurea magistrale in Storia dell'Arte e Beni Culturali, presso l'Università degli Studi di Catania con voti 110/110 e lode. Durante la permanenza veneziana ha svolto attività di coordinamento didattico nell'ambito del suo corso di studi di Pedagogia e Didattica dell'arte. Nel 2008 ha partecipato alla I edizione di Ri-Creazione, Biennale d'arte del riciclo promossa dal comune di Castelfranco Emilia (Modena), ricevendo una menzione speciale. Nel 2013 ha preso parte con 5 assemblaggi all’esposizione collettiva DEEP VISION presso il centro fieristico-museale de Le Ciminiere di Catania. Sempre nel 2013 ha esposto 10 assemblaggi presso il Teatro Coppola di Catania in occasione della mostra personale “Art Munnizza”. Nel 2014 ha esposto 7 assemblaggi presso il Palazzo di Città di Zafferana Etnea in occasione della mostra personale “Rottamanda Etnea”. Nello stesso anno ha preso parte con 5 opere a una collettiva promossa dall’associazione culturale Arteggiarsi presso il Borghetto Europa e successivamente ha esposto 10 assemblaggi nella seconda personale “Rottamanda d’autunno” presso il Teatro Coppola.


“Sentimenti Seriali” 2014. Assemblaggio di materiale vario dipinto con colori acrilici

Le sculture sono realizzate assemblando una serie di oggetti di consumo preesistenti, ormai guasti o inutilizzabili. Nella realizzazione, nessuno di essi viene alterato nella sua forma d’origine, bensì ne vengono modificate la funzione e l’aspetto, combinando le parti tra loro e dipingendole con colori acrilici. Le strutture sono concepite come smontabili e sono tenute insieme da colla acetovinilica, silicone o semplice incastro. Chi guarda può individuare le parti riciclate e comprenderne la nuova modulazione strutturale. Questa operazione permette di sviluppare tutta una serie di processi di lettura e decodifica dell’immagine, stimolando al contempo l’immaginazione. Si esercita così la capacità critica rispetto alle immagini che ci circondano e più in generale rispetto alla realtà circostante, la quale è fatta in senso lato di immagini che vediamo, pensiamo, imma-giniamo. In particolare, la nostra epoca è segnata da una superdiffusione di immagini di ogni tipo e funzione, e quindi a maggior ragione questi processi sono importanti, perché leggere le immagini significa interpretare la società che le produce. Stimolare la capacità critica visiva e mentale è fondamentale per migliorare la qualità ricettiva del nostro pensiero e della nostra dialettica con gli altri e col mondo. L’intento di tali opere è quindi di essere, al tempo stesso, belle, divertenti ed utili, caratterizzate da fantasia ed ironia.


MARLENE Marinella Mendola in arte Marlene, (12/10/1977) nasce come autodidatta, poi consegue la prima Laurea con indirizzo Pittura e la seconda in Grafica e Progettazione. Frequenta botteghe d’arte già in tenera età presso un ceramista e uno scultore (pietra e legno) e partecipa a varie collettive già dal 1997. Nel 2010 ottiene il premio della critica per il cortometraggio internazionale “Moak” di Modica, sezione corto sperimentale. Dal 2015 è membro della corrente artistica ‘Pentastrattismo’ e del Movimento ‘100 artisti per il mondo’, prima classificata sez. Scultura del concorso internazionale "La finestra eterea 2015”, seconda classificata sez. Pittura "La finestra eterea 2015”. Nel 2016 espone nella sala Bramante di Roma e attualmente al Palazzo Beneventano di Lentini con la sala polisensoriale "Siamo polvere di Stelle...". Si trova in mostra permanente presso la Galleria Casa del Lupo di Lentini, e Boxart di Taormina.


“Venere� 2016. Tecnica mista. 80x80 cm

"Siamo polvere di Stelle...l'uomo fa parte del tutto"


MARIO CANTARELLA Classe 1985, Mario Cantarella si diploma all'Accademia di Belle Arti di Catania nel 2008. Il suo lavoro, sempre legato alla scultura, seguì agli esordi studi estetici formali legati alle ricerche artistiche degli anni '60. Cercando nuove motivazioni sulla contemporaneità nei rapporti tra spazio, luce, ombra, traccia e segno, la sua ricerca intraprese poi strade che puntavano ad oriente. Dalle grandi strutture in ferro passò gradualmente agli haiku in scatola e poco soddisfatto iniziò ad interrogarsi su quanto prodotto. Nel 2011, con un'evidente taglio visivo ma senza dimenticare le ricerche precedenti, spinge la sua produzione ad avere un rapporto libero da condizionamenti e aperto verso gli altri; da lì i progetti per opere dal carattere partecipativo tra installazione happening e performance, le installazioni e le opere tra satira, paradossi e denuncia di sistemi politici, i packaging sulla serialità di prodotti di consumo che denotano la sterilizzazione dei rapporti umani e ripropongono in modo allusivo i meccanismi speculativi dei metodi di merchandising e molte altre che attingendo ai vari linguaggi dell'arte si legano ai più svariati contesti sociali.


“Sisma” 2012. Installazione. Legno. Misura ambiente Realizzata la prima volta in Sicilia a “Welcome to Paradise 2”, Modica (RG), “Sisma” rappresenta un’installazione che conta complessivamente un totale di 400 tavole di legno. Sviluppata su un progetto-gioco collettivo partito fisicamente e concettualmente da Modica con la partecipazione di 200 persone si è man mano ampliato fino ad arrivare, tramite il web, alla 13ª Mostra Internazionale di Architettura - Biennale di Venezia - Padiglione Italia (Novembre 2012). Qui il progetto coinvolse altre 200 persone in un percorso visivo e intellettuale lungo 120 metri. “Sisma” è nata immaginando un segno libero, come interpretazione istintiva d’una vibrazione dell’essere, e a sua volta la mano come il mezzo per registrare quel fenomeno. Un’impronta libera ed istintiva che sommata ad altre realizzate da individui differenti, ha creato un percorso visivo e intellettuale. Artisti o no, l’unica regola di questo ‘gioco d’arte’ è stata quella di annotare una linea in modo continuo dall’alto in basso su una tavola in legno disposta poi una dietro l’altra. Un percorso dal segno continuo ma sfalsato dalla linearità del supporto che ha sintetizzato una faglia carica di emozioni. Nella singolarità, queste tavole portano il carattere distintivo di chi le ha realizzate ma non vi sono elementi di riconducibilità per chi le osserva. Lo scopo principale di questo lavoro è stato quello di creare un’opera come percorso realizzato da tanti per dire che “nella diversità di forme, l’arte appartiene a tutti e ognuno può trovare il proprio filo intellettuale all’interno d’un processo artistico che parte da un segno, un semplice gesto più o meno articolato che diviene linguaggio”.


MASSIMO FARACI È nato a Catania il 13 Ottobre del 1973 ed ha frequentato, nella stessa città, l'Istituto Statale D'Arte sezione Grafica Pubblicitaria, conseguendo nel 1990 il diploma di Maestro D'Arte e nel 1992 il diploma di maturità d'Arte Applicata. Nello stesso anno frequentava l'Accademia di Belle Arti di Catania dove ha conosciuto, e ne è stato allievo, Antonio Freiles. Nel 1997, ha conseguito il diploma di Decoratore. Vive e lavora a Scordia, dove si occupa di grafica pubblicitaria. Non ha mai smesso tuttavia di dipingere e di dedicarsi alla ricerca di un tratto pittorico a lui più congeniale. Ha esposto in moltissime mostre collettive e personali che dal 1994 ad oggi lo vedono spostarsi a Roma e Forlì, a Vicenza e Verona, a Napoli, ritornando a Scordia, a Catania e a Siracusa.


Senza Titolo 2013. Tecnica mista su compensato. 100 cm x 100 cm

Se nei precedenti lavori erano riconoscibili forme e trame che ricordavano paesaggi e tessuti urbani, oggi Massimo Faraci interiorizza totalmente il credo dell'astrattismo e lo cala nella sua scelta poetica. Annulla qualsiasi traccia della realtà, optando per il modulo dell'informe, verso un gesto pittorico nervoso istintivo e nero, suggerendone caos, casualità e atemporalità. Quello della sua pittura, ci confessa, è un rito professato in solitudine e in silenzio, le uniche dimensioni in grado di generare motivi incisivi e liberi. Con un ampio salto cronologico, i suoi segni ribelli a tratti rupestri, sembrano citare contemporaneamente le pitture paleolitiche, negandone però i contorni e sporcandole di più, e la più novecentesca e primitiva tradizione di "pittura d'azione”. È un astratto lontano dal tutto e vicino solo al pittore che svuotato del quotidiano ritorna infante, riempiendosi le mani e i pensieri di cromie inquiete e mai finite. Vibrazione senza rumore ma armonica, rosso freddo e bianco caldo, nero sempre. Per lui, catarsi.


SALVO LIGAMA Classe 1986. Diplomato in Grafica all’Accademia di Belle Arti Catania. Ha esposto a Catania, Noto, Siracusa, Pozzallo, Modica, Taormina, Palermo, Napoli, Teano, Caserta, Perugia, Roma, Torino, Cremona, Padova, Milano, Bologna, Dignano, Budapest, Bucarest, Parigi. Segnalato al Premio Nazionale delle Arti (Catania 2007, Napoli 2010, Milano 2011), selezionato per Et Verbum Caro Factum est, mostra di incisioni in occasione dell’ostensione della Sacra Sindone, Reggia di Venaria, Scuderie dello Juvarra, nello stesso anno è segnalato al Concorso di Incisione Comune di Gorlago. Nel 2013 espone all'Istituto Nazionale per la Grafica e ottiene una Menzione Speciale al Primo Premio Libro d’Artista dell’Associazione Incisori Italiani. Vincitore, alla VI edizione del Premio Internazionale Limen Arte, dei riconoscimenti di "menzione speciale pittura" e "opera più votata", Vibo Valentia 2014/1015. Hanno scritto di lui: Lara Caccia (premio LIMEN), Liborio Curione (Accademia Belle Arti Catania), Sara Del Dot e Stefania Pianu per Taluni, Piero Di Domenico per Il Corriere Della Sera, Rita Fenini per Panorama, Tiziana Greco, Margheria Meccaferri per Inside Art, Manuela Valentini per Il Resto del Carlino, Emanuela Zanon per Juliet, Leonardo Regano per Gagarin, Carla Rotta per La Voce.


“Un martirio a colazione” 2013. Tempera e acrilico su cartone vegetale. 120x100cm

“Un martirio a colazione” parla in modo brutale di come possa consumarsi un sacrificio tra l’indifferenza e la convinzione di chi interpreta la fede in modo assolutista e del tutto anacronistico. “Raramente mi è capitato di reinterpretare opere di altri artisti, ma appena visto questo lavoro dell’iperrealista Marcello Berenghi ho sentito subito che si sposava incredibilmente con il progetto a cui lavoravo in quei mesi di tre anni fa. Approfondivo una serie di immagini quotidiane (o comunque pop) che potessero associarsi alle iconografie classiche e/o sacre dei martiri… e quelle uova di Berenghi mi hanno subito dato l’impressione del seno di una donna. Da lì l’associazione ad Agata è stata immediata.”




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