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JORGE MARTINEZ
from Calcio2000 n.242
by TC&C SRL
Alf a beto dei bidoni Jorge Martinez
di Thomas Saccani
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El Dorado a Catania, poi il nulla… La carriera “double face” di Jorge Martinez…
EL MALAKA, L’UOMO CON LA VALIGIA
Jorge Andrés Martínez Barrios è un figlio di quella generosa Montevideo che ha dato alla luce diversi grandi calciatori. Juan Alberto Schiaffino, tanto per citarne uno di conclamata fama, è nativo proprio della capitale dell’Uruguay. Il giovane Jorge si fa notare, sin da giovane, per la sua notevole tecnica e la facilità di corsa. Davanti alla porta, sa cosa fare, anche se non è il classico centravanti da 20 gol a stagione. È più un esterno con il dribbling nel sangue e l’eccellente capacità di sfornare assist ai compagni. Ha, come idoli, Alvaro Recoba e un certo Gato Hernandez, uno che, parole di Jorge Martinez: “… faceva sempre la stessa finta ma la faceva così bene che ci cascavano tutti”. Dopo essersi forgiato con la casacca del Wanderers, club uruguaiano in cui ha giocato un certo Enzo Francescoli (anche lui nativo di Montevideo), luccica al Nacional (9 gol in 43 gare nella stagione 2006/07). Diventa, per tutti, El Malaka, termine di origine greca che può avere più significati, alcuni decisamente poco raccomandabili. Nell’accezione positiva, cercando di essere benevoli, potremmo tradurre la parola con un più che generoso “genio folle”. In effetti, il soprannome risulterà azzeccato. Ma torniamo alla carriera di Jorge. Nell’estate del 2007, il Catania, grazie ad un’intuizione dell’allora ds Pietro Lo Monaco, lo strappa alla concorrenza e lo porta nel calcio italiano per una cifra attorno ai tre milioni di euro: “È il giocatore più costoso della mia gestione. Ma sono convinto che ne
Alf a beto dei bidoni Jorge Martinez
Martinez in gol contro l’Inter di Mourinho con la casacca del Catania
valga la pena”, rivela Antonino Pulvirenti, numero uno del club siciliano. Il 26 settembre, contro l’Empoli, segna la sua prima rete nel massimo campionato italiano. Il suo gol vale la vittoria per i siciliani. El Malaka si trasforma in El Dorado il 18 maggio del 2008. Il Catania, al Massimino, affronta la Roma. In palio la permanenza nella massima serie e, sul fronte Roma, la concreta possibilità di vincere lo Scudetto, superando, in extremis, l’Inter, impegnata a Parma. Il gol del giallorosso Vucinic gela i tifosi del Catania. Lo spettro della retrocessione si fa sempre più reale, sino al minuto 85 quando Jorge Martinez supera l’estremo difensore dei capitolini Doni, trovando così la rete (deviando una conclusione del compagno Morimoto) che vale il pareggio ma, soprattutto, che permette agli etnei guidati da Walter Zenga di mantenere la categoria. Jorge Martinez è l’eroe di quella salvezza arrivata sul filo di lana: “Mi piace dribblare, non riesco a trattenermi, quando gioco la palla. È il mio modo di intendere il calcio, così, in allegria”, il suo mantra. Seguono due altre discrete stagioni con la casacca rossoazzurra poi accade l’impensabile. La Juventus di Beppe Marotta crede che l’uruguaiano possa essere utile a Gigi Del Neri, neo allenatore del club bianconero. L’uomo mercato Beppe Marotta è rimasto impressionato da El Malaka, in particolare da un suo strepitoso gol all’Inter di Josè Mourinho. L’investimento è
IL RICORDO DI ANTONIO CONTE
La carriera di Jorge Martinez alla Juventus è terminata nel momento in cui è arrivato Antonio Conte. L’uruguaiano ha un ricordo comunque positivo dell’allenatore che gli ha fatto svanire il sogno bianconero: “Dovrei dire che era una persona in mala fede ma non è così. Venne da me e mi disse: ‘Guarda Malaka, quando giocherai 20 o 30 partite, sarai uno dei miei ma così no. Io voglio soldati, quelli che giocano sempre. Il miglior giocatore, per me, è quello che sta sempre in grandi condizioni fisiche’. Era molto preparato, si andava a mille allora durante gli allenamenti. Era molto sincero, era un martello. Ti metteva alle calcagna un nutrizionista che ti controllava 24 ore su 24. Mi ha tolto il pane e la Coca Cola”, il pensiero dell’ex bomber rilasciato ai microfoni di pordeciralgo.com.uy.
notevole: ben 12 milioni di euro con un ingaggio da un milione e 250 mila euro. Al suo arrivo, l’uruguaiano svela il segreto del suo soprannome. La Grecia conta poco, anzi nulla: “Da piccolo giocavo con un paio di scarpe che si chiamavano così. Erano bruttissime ma facevo sempre gol, e allora mi iniziarono a chiamare in quella maniera”, spiega ai giornalisti presenti alla sua prima conferenza stampa da giocatore bianconero. Va anche oltre: “Non sono un bomber che fa tanti gol ma posso promettere che darò il massimo. Poi se riuscirò a fare gol, sicuramente sarò più contento”. L’impatto de El Malaka è disastroso. Con una squadra, quella bianconera, male assemblata e con poche certezze in campo (la Vecchia Signora chiuderà settima, restando fuori anche dall’Europa League), l’attaccante uruguaiano, complice anche qualche infortunio di troppo, non decolla mai. Colleziona 20 presenze totali (14 in campionato) con la casacca della Juventus, con zero gol all’attivo. L’estate successiva, con l’arrivo del generale Antonio Conte sulla panchina bianconera, il destino di Jorge Martinez è segnato. Non rientra più nei piani della società. Inizia il valzer dei prestiti. Va al Cesena. Sceglie la maglia numero 55 e si presenta carico come una molla: “La società mi ha dato tanta fiducia e mi sono convinto a venire qua tanto da allenarmi pensando al Cesena”, dichiara. Pensa al Cesena ma non lascia nessuna traccia del suo passaggio in Romagna. Disputa 13 gare, quasi sempre con prestazioni poco brillanti, e non va mai in rete. L’anno seguente viene spedito in Romania, al Cluj dove non vede mai il campo. Il pellegrinaggio prosegue. Nella stagione 2013/14 è la volta del Novara dove scende sul rettangolo verde per mezza partita. Per essere precisi, disputa 28’ nel match contro il Varese, valido per i play-out del campionato cadetto. Finisce l’incontro, Martinez non incide e i novaresi retrocedono. Nuova estate e nuovo prestito, questa volta alla Juventus (ironia della sorte), club uruguaiano: “È un acquisto molto importante. Ha tanta esperienza ed è una persona umile. È un mese che stavamo lavorando a questa operazione”, esclama il tecnico Jorge Giordano appena viene ufficializzato l’approdo di El Malaka alla società di Las Piedras. Incredibilmente, torna a festeggiare una rete, a distanza di ben cinque anni dall’ultima gioia. Resta due anni alla Juventud (una sola rete), ovvero sino al termine del pesantissimo e lunghissimo contratto con i bianconeri durato sei anni in virtù della decisione, dello stesso Jorge Martinez, di prolungare il suo accordo con la Vecchia Signora di un anno. Ma come? No, c’è una ragione “economica” alla base di tutto ciò, spiegata dallo stesso Marotta ai tempi del rinnovo: “Gli abbiamo rinnovato il contratto perché il giocatore si è decurtato del 50% lo stipendio. La speranza è che in futuro ci sia la possibilità di collocarlo definitivamente”. Non accadrà… Al termine della sua esperienza con la Juventud, nonostante i soli 34 anni e una valutazione, secondo Transfermarkt, di soli 100 mila euro, lascia il calcio. Male malissimo ma c’è una ragione “fisica” alla base dei tanti, troppi problemi avuti da El Malaka durante le sue ultime, tragiche, stagioni: “Soffro di sacroileite e poiché è cronica non trovavo alcuna cura per guarire. È stato esasperante. Lavoravo bene per una settimana, ma appena forzavo un po’ immediatamente tornavano dolore e infiammazione. L’idea di smettere con il calcio mi è passata per la testa mille volte. Dovevo fare movimenti particolari anche per entrare in auto. Ho avuto la fortuna di avere al mio fianco la mia famiglia nei momenti peggiori”, le sue rivelazioni ai tempi in cui militava alla Juventud, rilasciate a Republica.com.uy.