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POR TFOLIO
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P R O F I LO
GRAFICI
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POTENZIALE
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2020
Curriculum Esperienze professionali
Bruno Munari Nascita M ilano, 24 O ttobre 1907 Decesso M ilano, 30 Settembre 1998
2018: Par tecipazione a concorso bandito da R imac Automobili (sede in Croazia) per progettazione Rimac Conc e p t O n e e C o n c e p t Tw o . Lavoro Svolto: Realizzazione di due tavole digitali di Design. 2017: partecipazione a progetto Scuola-Lavoro presso Castello della Cecchignola. Lavoro svolto : progettazione di allestimenti per mostra studentesca. 2016: Par tecipazione a progetto S cuola -Lavoro per r i q u a l i fi c a z i o n e d i u n o s p a z i o d e s t i n a t o a l l e m o s t r e p r e s s o s c u o l a s u p e r i o r e “ E l s a M o r a n t e ”, R o m a . Lavoro svolto: Creazione locandina esplicativa per giornata di inaugurazione. RHINOCEROS
PHOTOSHOP
I L LU S T R AT O R
P H O T O F I LT R E 7
“Se un problema non si può risolvere non è un problema, se un problema si può risolvere n o n è u n p r o b l e m a”
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Barcelona chair mies van der rohe mm
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La Barcelona Chair venne progettata da Mies Van Der Rohe in occasione dell’ Esposizione Universale di Barcellona nel 1929, per il padiglione tedesco. Que Questa poltrona è un l’incarnazione del famoso motto del suo autore: “LESS IS MORE”. La poltrona è realizzata con materiali innovativi per il tempo, come l'acciaio, molto amato da Mies, ed è strutturata in modo tale da favorirne la produzione in serie. Il cuscino è costituito da 40 riquadri, tutti diversi, tagliati e cuciti a mano con trapuntatura
a bottoni. I riquadri vengono dallo stesso taglio di pelle. Fu ri-progettata nel 1950 (l'architetto apportò alcune piccole modiiche ai materiali utilizzati). Sebbene il Padiglione di Barcellona rimase solo sette mesi, il progetto è riconosciuto con un risultato che deenisce l'architettura moderna. Mies, caro amico e mentore di Florence Knoll durante il suo periodo all' Illinois Institute of Technology, concesse a Knoll i diritti di produrre la poltrona Barcelona e lo sgabello nel 1953. Prendetevi una pausa dalla quotidianità!
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Posate Vico Magistretti
Le posate in argento di Vico Magistretti, disegnate nel 1986,sono un esempio del “form follows functionâ€?: la ricerca dell'essenzialitĂ e rigore, tipiche caratteristiche del design di Magistretti non escludono il ri ricorso a forme inusuali se giustiicate da solide motivazioni funzionali come in questo servizio di posate.Tuttavia le forme,che a primo acchito paiono inusuali, riescono a catturare l’utente. Disegnate per Cleto Munari,
si caratterizzano per una sorta di elemento decorativo essuoso che si innesta sul corpo dell'oggetto e che ha la funzione di accogliere il dito "oppositore", il pollice.La riiessione, quindi il disegno inusuale del servizio, nasce dall' at attenta osservazione della pratica culinaria dei cuochi e chef inglesi che, utilizzando forchettoni e coltelli per le preparazioni di grandi tranci di carne, fanno un evidente uso del dito pollice,premendo sull'utensile, e alla lunga stancando la mano.
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Lampada Eclisse Vico Magistretti
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Eclisse, disegnata da Vico Magistretti nel 1965, ha vinto il Compasso d'Oro nel 1967 ed è diventata la rappresentante del design italiano nel mondo. Eclisse è un equilibrio all'avanguardia tra forma e funzione, design e utilità. Viene premiata con il Premio Compasso d'oro nel 1967 e venduta ancora oggi in tutto il mondo. Si tratta di una lampada da tavolo, a luce diretta o diffusa, ma concepita anche per l'installazione a parete; il concetto, come è facile intuire, deriva dal fenomeno astronomico.Vico Magistretti narra che nel 1965 mentre era sulla Metropolitana di Milano stava pensando a una lanterna nel lm:
pensando a una lanterna nel lm:i Miserabili. La sua prima idea fu quella di creare una lampada combinando un paio di sfere, fece così uno schizzo sul retro del biglietto per non dimenticarsi il suo nuovo concetto progettuale. La lampada Eclisse permette al suo utilizzatore di oscu oscurare, a suo piacimento, la fonte di luce sovrapponendovi a scorrimento un corpo tondo pieno e quindi di regolarne il usso luminoso. Nella tavola ho cercato di creare una composizione, cercando di condurre l’occhio dell osservatore in un sentiero, un itinerario nel bagliore del desig design. Un bagliore che illumina le menti e le indirizza verso la strada della ragione
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Cavatappi Alessi mm
mm mm Il cavatappi Anna G. disegnato da Alessandro Mendini per Alessi, è forse l’oggetto più conosciuto e iconico. Nel 1994 infatti, il pubblico ricevette molto bene il nuovo cavatappi, anche grazie alle sue forme ant antropomorfe: quelle di Anna Gili, una donna reale e tutt’ora in vita. Anna Gili è una designer e insegnante:vanta diversi ruoli importanti nel campo del design, e gestisce uno studio di design di rilievo nel mondo
Disponibile in varie colorazioni nel primo anno di lancio vantò ben 10 mila vendite, e 1 milione e mezzo no ad oggi. Il suo funzionamento è semplice, si potrebbe quasi deenire un “classico cavatappi”; lo stesso Mendini, disse che ogni oggetto deve avere un errore, in modo tale che l’utente si concentri sull’oggetto e lo possa guardare con occhi nuovi e totalmente diversi. questo è il suo punto di forza.
Moka Bialetti
La moka Bialetti, progettata nel 1933 da Alfonso Bialetti, ha avuto un successo quasi intramontabile, arrivando a vendere oltre 105 milioni di esemplari in tutto il mondo in quegli anni. Un’icona di design presente nella grande collezione permanente del Triennale Design Museum di Milano e del MOMA di New York. Il progetto ha subito negli anni solo lievi nel tempo.
L’idea rivoluzionaria nacque dalla osservazione della moglie intenta a fare il bucato con una lavatrice. In questa lavatrice era presente una caldaia con un tubo, la cui estremità inferiore era forata. Giunta ad ebollizione, l’acqua risaliva lungo il tubo, poi si raffreddava e scendeva, sciogliendo il detersivo che progressivamente andava a ricoprire i panni. Un cult.
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Diabolix Alessi
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Il Diabolix, prodotto da Alessi, è un apribottiglie intramontabile, poichè riesce a combinare la semplicità e una vivacità cromatica senza precedenti. Diabolix è il tipico oggetto che nasce dalla cultura pop post-moderna, che ha sdoganato tutto rendendo ogni cosa fungibile, ogni stile adatto all'eterogeneità delle contaminazioni, "meticciando" (come s'usa dire) linguaggi e funzioni, rendendo compatibile il nulla al tutto, il tutto al nulla, il serio al faceto, il bambinesco al primitivo: diabolix!
Nato all’interno del metaprogetto F.F.F., operazione che nei primi anni ’90 si è data l’obiettivo di scandagliare la struttura affettiva delle forme e degli oggetti, è disponibile in blu,verde,rosso,giallo,antracite. E bisogna dire che l'apribottiglie "Diabolix" e' stato un grande successo, anche perché ben si è coniugato al magma creativo del Centro Studi Alessi, sempre in grande fermento, sempre volto alla ricerca formale più autentica. Un oggetto di design intramontabile.
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Paimio chair Alvar Aalto
Una delle più note poltrone realizzate da Alvar Aalto è la poltrona Pamio, nota anche come poltrona 41. Disegnata nel 1931, appositamente per la sala d’aspetto del Sanatorio di Paimio in Finlandia, utilizzato nel passato per la cura della tubercolosi. Parte del progetto per la costruzione dell’ ospedale di Pamio in Finlandia, venne commissionato ad Alvar Aalto nel 1929, dopo la vincita del bando di gara con sua moglie.
Invece di utilizzare i tradizionali tubi metallici, Aalto in realtà desiderava qualcosa di più caldo e umano per i suoi mobili. Con ciò realizzò nel 1931 la poltrona usando compensato curvato e legno laminato.Infatti il sedile della poltrona e lo schienale sono realizzati in multistrato curvato mentre le braccia e la base sono in faggio laminato e curvato.L’esperienza Thonet con la sedia n.14 ha sicuramente contribuito alla sua realizzazione
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Graal
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The Wall
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Hanko
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Scottish
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Resin
T E X T U R E
FINE