Direttore Creativo TOMMASO CONCINA Coordinamento Generale ORNELLA CICCHETTI Consulente SABRINA QUERCI Junior Editor BEATRICE PAMPHILI Contributors CONSUELE ARANYI ALESSANDRA CATELLA EDOARDO CICCONI CESARE CUNACCIA ROBERTO D’ESTE CAROLINA DE LUCA CINZIA MALVINI EMANUELA NOBILE MINO CLARA TOSI PAMPHILI MARIA SILVIA VENTURINI FENDI Progetto Grafico TOMMASO CONCINA Impaginazione TOMMASO DAL POZ per U-Skill Media Agency Tipografia CREA PROMOTION Roma
Cover Credits FOTO Roberto D’Este MODA Tommaso Concina ILLUSTRAZIONI Bruno Grizzo TRUCCO E CAPELLI Sonia Veleno ANDRÉ LAUG COUTURE Abito in georgette di seta con stampa floreale inkjet, corpino drappeggiato e gonna lunga con spacco davanti IOSSELLIANI Collana con occhio di tigre blu, turchesi e jasper GILBERT HALABY Bracciale in catene diamantate color canna di fucile con cristalli Swarovski verdi Bracciale Demetra Honey a stampo di foglia in ottone e con ape e Swarovski arancio model Malin Akerstrom@Beatrice
il nome già la dice lunga sulle finalità che il progetto di questo nuovo magazine si pone e sul comune denominatore dei contenuti che affronterà,a partire dal numero 0. E’ di fatto una dedica alla città e alla sua personalità poliedrica: Roma città eterna, trasognata e adulata per la sua innegabile unicità, il suo potere seduttivo, il patrimonio storico-artistico e l’innato senso di spigliata creatività, ma anche Roma città contemporanea, energetica capitale europea e bacino di risorse creative, culturali, artistiche che meritano di essere maggiormente divulgate, esaltate, omaggiate. ROMA si occuperà di Roma, sotto forma di contenitore aperto, trasversale, libero e votato a dare voce alle realtà importanti che quotidianamente, attraverso l’impegno individuale e la rete di lavoro collettivo, contribuiscono a delineare il nuovo, sempre più competitivo, profilo identitario della città. Un medium “locale” ma con forti legami internazionali: i contributors non saranno soltanto romani ma anche stranieri o italiani residenti all’estero, quindi capaci di fornire uno sguardo disincantato e obiettivo sulla città. ROMA dedica il suo primo numero all’Alta Moda, settore di cui la capitale è tradizionalmente culla, grazie all’innata sensibilità estetica che la contraddistingue e alla proverbiale sapienza nel fatto a mano che l’hanno resa uno dei luoghi cult su questo fronte. A parlarne alcuni dei principali attori e attivi promotori della creatività italiana applicata alla moda e al design: il presidente di Alta Roma Silvia Venturini Fendi racconta LIMITED/UNLIMITED, progetto votato a valorizzare l’esclusività del pezzo unico e dell’edizione limitata; Cesare Cunaccia presenta l’ingegnoso e raffinato lavoro di Liborio Capizzi, visionario stilista di origine siciliana. Emanuela Nobile Mino si inoltra nel meraviglioso mondo di Delfina Delettrez celebrato in DELPHINARIUM, prima mostra monografica dedicata all’eclettica creatrice di gioielli; Bonizza Giordani Aragno introduce le creazioni di Caterina Gatta, tra memorie vintage e seduzione del nuovo; Cinzia Malvini incontra Maria Grazia Chiuri e Pier Paolo Piccioli, direttori creativi della storica maison Valentino; Clara Tosi Pamphili alza il sipario su A.I. Fair, la fiera delle vanità artigiane e del Made in Italy rigorosamente fatto a mano. Mentre, in apertura, l’editoriale firmato Fernanda Veron: uno spaesante viaggio visivo e temporale nell’universo simbolico, onirico, lussureggiante dell’artista fotografa argentina Rome-based. A partire da questo primo step, ROMA inizierà ad intessere, inoltre, una trama di corrispondenze tra diverse tematiche, argomenti e ambiti culturali, operando dei blitz di approfondimento nel mondo dell’arte, del cinema, della letteratura. Con l’intento di proporre dei focus quanto più accurati sull’attualità, ROMA non avrà una cadenza editoriale precisa, ma le sue uscite si legheranno periodicamente ad eventi e manifestazioni romane di rilievo, adeguando di volta in volta il proprio impaginato, i contenuti dei contributi e degli speciali e i toni del proprio linguaggio al mood del momento e alla personalità dei personaggi coinvolti, mettendo così in luce anche i diversi lati del proprio carattere, serietà, irriverenza, ironia, agilità, critica, curiosità e, soprattutto, la sua fiera “romanità”.
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Buona lettura e benvenuti a ROMA!
ROMA. The name itself is loaded enough to suggest the goals that this new magazine aims for and to foreshadow the common denominator of the contents that it will face, beginning from number 0. It is certainly a tribute to the city and its eclectic personality: Rome the eternal city, dreamed of and praised by for its undeniable uniqueness, its seductive power, its historical and artistic patrimony, and its innate sense of self-confident creativity, but also Rome as contemporary city, energetic European capital and arsenal of creative cultural and artistic resources that deserve to be better known, exalted, honored. ROMA will deal with Rome, as an open container, transversal, free, devoted to give voice to those important realities that, through individual commitment and a network of collective collaboration, contribute to the delineation of the new and always more competitive identity and profile of the city. A local media but with strong international ties: the contributors will not only be Romans but foreigners or Italians living abroad, capable therefore of providing a disenchanted and objective view of the city. ROMA dedicates its first number to haute couture, a sector the city is known for, thanks to the innate aesthetic sensibility that characterizes it and the proverbial knowledge of the handmade that have allowed this town to become a cult location on this front. Starting from this first step, ROMA will weave correspondences between different topics and cultural realities while showcasing in-depth close ups of the art world, cinema and literature. With the intent of focusing accurately upon current events, ROMA will not have a precise cadence but its releases will be linked to important Roman events, adapting its layout, the contents of its contributions and the tones of its language to the mood of the moment and to the personality of its protagonists, shedding light on the diverse sides of its characters, seriousness, irreverence, irony, agility, critique, curiosity and, mostly, of its proud “romanità”. Have a good read and welcome to ROMA!
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Quando mi hanno affidato la Presidenza di Altaroma avevo già un idea di quali fossero le priorità per restituire a Roma un identità che negli anni si era appannata nel panorama della moda internazionale. Mi trovavo d’accordo con la mission, ma da creativa e addetta ai lavori era più semplice per me avere la visione di quella che avrebbe potuto essere la chiave per concretizzare un’intuizione. Un ideale ponte tra passato e futuro. Mettendo a lavorare progettualmente i nuovi designer italiani, insieme agli artigiani che conservano tutto il know-how della tradizione e del fatto a mano, immaginavo la rilettura in chiave contemporanea della couture. Così la sperimentazione più avanzata e l’interazione tra know-how avrebbero dato vita a una new couture. E’ nato così LIMITED/UNLIMITED, il progetto espositivo che ho ideato e fortemente voluto. Mi piace pensare che rappresenti la nuova anima di Altaroma: avanguardia e ricerca che incontrano la tradizione sartoriale. Produzioni limitate, rese uniche dalla preziosità dei materiali, della manualità, tornando ad abituarsi allo stile dell’unicità di un abito o di un oggetto. L’anima di ogni creazione, nasce dalla libertà sperimentale e dalla visionarietà dello stilista. Un ulteriore spinta l’ho avuta dalla convinzione che il boom industriale abbia generato un fortissimo desiderio di personalizzazione come unica risposta al desiderio di unicità e individualità. Ma non si tratta solo di demi–couture, direi piuttosto di creatività e ‘fatto a mano’ ad ‘ampio raggio’. Limited/Unlimited è un installazione di items in cui il limite è l’esclusività e l’illimitato è la creatività” per dare visibilità a creazioni utili ai media di settore e ai buyer internazionali presenti a Roma per conoscere l’eccellenza del valore creativo di quei talenti che stanno modificando la scena del Made in Italy Roma, è la sede ideale dell’avanguardia “artigianale” nell’ambito della moda e del design, un ruolo che non le viene conteso bensì riconosciuto tra le grandi capitali della moda. Credo che recuperando quell’unicità culturale continueremo a rendere la nostra città meta irrinunciabile per il fermento creativo e per un pubblico curioso e colto. Un immenso microcosmo di arti e mestieri destinati a creare movimento in un industria che richiede nuovi stimoli e nuove energie. Conservando e tramandando tutto il know-how della tradizione e implementando il crossover con la sperimentazione, il Made in Italy ritroverà certamente il suo ruolo da protagonista nel panorama della moda internazionale.
“Le grandi soddisfazioni della vita arrivano con il duro lavoro e non solo con le raccomandazioni”. Parola di Maria Grazia Chiuri e Pier Paolo Piccioli che dall’ufficio stile di Fendi, dove insieme a Silvia Venturini Fendi, idearono l’iconica ‘Baguette’, sono arrivati alla direzione creativa di Valentino. Nelle loro mani una grande eredità: gli insegnamenti del Maestro per dare vita ad nuovo concetto di femminilità in linea con i tempi, e capace di coniugare l’alfabeto tipico dello stile Garavani nel segno della tradizione che sposa ’innovazione”. di Cinzia Malvini
“Ogni grande viaggio inizia con un piccolo passo”, recita il vecchio adagio cinese. Quello di Maria Grazia Chiuri e Pier Paolo Piccioli cominciò proprio così, 20 anni fa, a Roma, nello ufficio stile di Fendi, storica azienda romana di pellicceria e alta pelletteria, dove allora i due giovani designers, matita alla mano e foglio bianco, si misero tenacemente al lavoro tra mille segni scartati, ripresi, rivisti, rielaborati, fino a quando non uscì fuori quel disegno, la “Baguette”, più che una borsa, un mito capace di scatenare saggi e scritti sulla fenomenologia di un accessorio di moda che proprio oggi festeggia i suoi primi 15 anni di vita. Un successo potente al punto tale da catapultarli, nell’Ottobre 2008, sulla poltrona di direttori creativi della Valentino. Loro, gli eredi del Maestro e di una storia, non solo di moda e unica al mondo, ci ricevono nel quartiere generale romano della Casa, in Piazza Mignanelli, più che un indirizzo un tempio del bello stile e della più significativa eccellenza italiana del fatto a mano riconosciuta in tutto il mondo per leggerezza, sensualità ma oggi anche innovazione modernità. “Riscoprire un nuovo romanticismo, racconta Pier Paolo significa coniugare un alfabeto tipico dello stile Valentino, i suoi grandi simboli di riconoscimento e le incomparabili lavorazioni, unendoli a tecniche innovative e sperimentali.”“Il bilanciamento tradizione-modernità, resta il nostro obiettivo -continua Maria Grazia- Avvicinare la manifattura fantastica dei nostri atelier, il saper fare delle sarte e delle premier a creazioni nuove e dedicate ad una clientela, anche giovane e moderna. Volevamo definire una nuova donna che potesse divenire sintesi tra il lessico stilistico, riconoscibile e amato, di Valentino e la nostra nuova e personale storia. Questa era la sfida!”.Una sfida lanciata alla Sorbona di Parigi,con il loro primo defilèè Haute Couture che sancì ufficialmente il passaggio di testimone dalla coppia Valentino-Giammetti a quella Chiuri-Piccioli.“Era fine Gennaio 2009, ricorda Piccioli. Non è poi così lontano ma sembra trascorso già così tanto tempo. Con quella collezione volevamo stabilire un nostro punto di partenza, esprimendo tutto il significato di 10 anni lavorati a stretto contatto con Valentino. Anche lì dovevamo bilanciare il grande passato storico della casa con la visione di oggi. Per niente facile!”“No….non riguardo mai le immagini di quel giorno ma sono ben impresse nella mia mente le immagini del signor Valentino e di Giancarlo Giammetti, in piedi, che applaudono con gli occhi lucidi- aggiunge la Chiuri - Tutto quello che è passato vive dentro
di me, non ho bisogno di rivederlo. Magari un domani, quando sarò in pensione, mi metterò a sfogliare l’album delle fotografie. Ora no… non ne ho il tempo e neanche l’attitudine. La mia , la nostra proiezione è tutta in avanti”. “Quando ricevemmo la telefonata dalla Valentino era il 1999, dice Pier Paolo, In quel momento gli accessori stavano vivendo una vera e propria rivoluzione e noi facevamo parte insieme alla famiglia Fendi di quel “dream team” che aveva costruito il piccolo grande sogno della Baguette. Anche da Valentino volevano fare qualcosa del genere. Ci incontrammo con il Maestro, nessuno poteva davvero mai immaginare che avremmo potuto convivere insieme. Nessuno, eccetto noi due e lo stesso Valentino. In dieci anni abbiamo costruito passo dopo passo, un progetto che oggi costituisce il trenta per cento del fatturato aziendale”.“Lavorativamente parlando Pier Paolo ed io stiamo insieme da vent’anni, aggiunge sorridendo Maria Grazia, ci siamo conosciuti per caso, poi ci siamo ritrovati da Fendi è lì abbiamo deciso che avremmo continuato il nostro viaggio insieme. E insieme passiamo buona parte del nostro tempo, tranne il sabato e la domenica, a meno che non ci siano le collezioni. Per fortuna abbiamo delle famiglie molto, molto tolleranti che ci supportano e che capiscono il nostro lavoro.”La conclusione arriva da Pier Paolo, insieme alla certezza di grande lezione di vita che questo lavoro ha dato ai due giovani italiani. “La nomina di direttori creativi della Valentino è stata una grande soddisfazione, spiega perché puoi raccontare ai tuoi figli che le cose belle ed importanti accadono anche con il vero lavoro e non soltanto con le raccomandazioni. Ecco, credo che questa sia una delle cose più importanti da tenere a mente: soltanto con un atteggiamento costruttivo e con delle persone che ti sono intorno e ti sostengono, passo dopo passo, si può arrivare all’obiettivo senza dover scendere a compromessi”. Reduci da Firenze dove, in occasione della 82 edizione di Pitti Immagine Uomo, Valentino ha presentato la sua nuova colleziona collezione maschile per l’estate 2013 negli incantevoli spazi della Limonaia del Giardino di Boboli, i nostri hanno mandato in scena giacche smoking dall’aria militare uniti a scarpe sneakers multicolor. Pubblico, maschile e femminile, calorosamente in visibilio, e non solo per l’afa: si attendono le reazioni di Valentino e Giancarlo Giammetti, da sempre affezionati ai loro classici papillon!!!
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abiti valentino haute couture p/e 2012 dipinto jean honorÉ fragonard “le petit parcâ€?
Icons in Rome Un film meraviglioso che non finisce mai. nelle immagini dell’Archivio Cicconi milioni di immagini raccontano la storia italiana dalla fine dell’ottocento ad oggi di Clara Tosi Pamphili
Roma é la città femmina per eccellenza. Luogo e Tempio dove il femminile si nutre di una linfa arcaica di imperatrici e lupe. Sfondo senza tempo dove la silhouette si disegna con il corpo della dea, felliniana Città delle donne capaci di lasciare un segno nell’inconscio collettivo del mondo. Icone di stile anche se popolane, principesse aristocratiche perché collocate in uno spazio irreale con millenni di storia ma capace di reinventarsi continuamente. Come dire che Brigitte Bardot fotografata in una piazza romana diventa un’altra cosa, che ogni donna diventa dea perché entra nella storia, una storia di tutti, unpatrimonio comune di migliaia di immagini che diventano la cornice di inestimabile valore per queste icone. Roma é dove l’alta moda si muove accanto al cinema, le attrici provano nelle sartorie storiche il costume di scena e poi l’abito da cocktail, come non confondersi? Sempre interpreti di un ruolo di stile. E’ questo il fascino della moda romana a cui ogni donna ha sempre voluto attingere per far parte di un film meraviglioso che non finisce mai. jean shrimpton-via condotti-25 febraio 1966
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abito lungo con ampia gonna a pieghe e corpino asimmetrico drappeggiato a fasce in gazar a fantasia floreale raffaelle curiel couture Collana multicatene con perline arancio iosselliani bracciale pavÉ di swarovski a forma di fiore co laccio di cuoio nero e bracciale diamantato canna di fucile gilbert halaby
pigiama palazzo della serie “caleidoscopioâ€? in tessuto cloquĂˆ a stampa imprimĂˆ con triangoli,diagonali e diamanti verdi,giada,viola,limone e pesca irene galitzine collana con stampi di foglie ottone color oro,bracciale phoenix con stampo di piuma in ottone e swarovski color ambra,orecchini life con piume curve in ottone oro gilbert halaby
cocktail dress con gonna a sbuffo in puro cotone con stampa africana dipinta a mano stella jean girocollo con strass multicolor e pietre bronzo iosselliani
abito broccato scollato sulla schiena in tessuto di lana misto seta vintage lancetti alta moda lancetti re-edition by caterina gatta orecchini in argento brunito,oro,perle e diamanti fabio salini
Abito in georgette di seta con stampa floreale inkjet, corpino drappeggiato e gonna lunga con spacca davanti ANDRÉ LAUG COUTURE Collana con occhio di tigre blu,turchesi e jasper IOSSELLIANI Bracciale in catene diamantate canna di fucile con cristalli Swarovski verdi Bracciale Demetra Honey a stampo di foglia in ottone e con ape e Swarovski arancio ILBERT HALABY si ringrazia lo studio allucinazione - www.allucinazione.net / ha collaborato beatrice pamphili / model malin akerstrom@beatrice / trucco e capelli sonia veleno
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dal commerciale più sfrenato, dalla distribuzione più tradizionale. Costruire relazioni, ritrovare il gusto della scoperta e dell’esperienza, lasciarsi guidare dai piaceri e dalle proprie intuizioni. Riconcedersi il tempo. Era già lusso. Poi a questi desideri ho aggiunto aspetti concreti: le esigenze reali, le criticità, la necessità di un cambiamento Dare l’opportunità a questi designer di confrontarsi con l’ultimo anello della filiera mi sembrava indispensabile. Raccogliere personalmente la soddisfazione di vestire, sedurre, comunicare con la “persona” non con un cliente sconosciuto e astratto. Ritengo sia uno strumento di crescita e di consapevolezza anche per i designer che decidono di vivere questa esperienza. Per i clienti ritrovare dei veri beni dietro a troppo semplici “merci”. Restituire identità al prodotto, personalità al designer, creare una comunicazione diversa per creazioni ricercate ma ancora poco note al grande pubblico. Creare un contenitore esclusivo, quasi privato. Mi è sembrata una strada che bisognava percorrere. Potrebbe sembrare in antitesi con il grande successo dell’e-commerce ma ritengo che questi due fenomeni diametralmente opposti siano figli dello stesso tempo ed entrambi indispensabili. Il progetto Room Service, inoltre, si legava perfettamente alla storia di Altaroma, alla sua doppia anima, misto di tradizione sartoriale e ricerca. Roma, è una città trasversale, meno pressata dalle logiche dell’industria della moda
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e proprio per questo in continuo fermento creativo, un mix di cultura, arte, cinema capaci di comunicare tra di loro. Su cosa si basa una selezione di brand o designer da inserire in un progetto come ROOM SERVICE? R. La selezione si basa sulla scelta di brand che uniscono aspetti tradizionali, di artigianalità e pregio dei materiali ad una forte componente di ricerca, di rivisitazione. La vocazione per l’alta moda in un certo senso. Questi prodotti artigianali, o semi artigianali, consentono inoltre la possibilità di assecondare scelte personali del cliente come special order, customizzazione o made to measure. Riscoprire il valore dell’artigianalità italiana e rinnovarla attraverso le idee. Per me oggi sono questi elementi e queste interazioni a dare il senso della contemporaneità e a restituire valore al nostro prodotto, e alle tante maestranze del nostre paese. Come vedi il futuro di ROOM SERVICE? Crescerà fino ad essere adottato da altre realtà? R. Room Service è un contenitore che potrebbe ampliarsi aprendosi a piccole realtà altrettanto preziose provenienti da altri paesi, ma soprattutto è una nuova modalità per esportare il nostro gusto e la nostra cultura nel mondo senza dover seguire le logiche della globalizzazione. di Consuelo Arany
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Se ne parlava da un po’, un titolo che a me sembrava evocativo, forse perché i mesi pre fashion week lavoriamo molto e l’idea di crollare su una poltrona di una stanza d’albergo e di farmi portare su qualcosa per ‘nutrirmi’ mi solleticava. Si fa, non si fa, si fa non si fa ma questo per noi è normale, poi un po’ per volta il progetto ha preso forma e io ho cominciato ad appassionarmi a sentirlo anche un po’ mio. Simonetta Gianfelici, che il progetto lo aveva ideato e lo stava organizzando per Altaroma, mi aggiornava mano a mano. Un po’ come quando aspetti di vedere la puntata successiva di un programma che ti piace. Il fatto è che tutto quello che è esistente non richiede grandi approfondimenti mentre qualcosa che sta nascendo, che vuoi trasmettere ti cattura l’attenzione. Così tra un sorriso soddisfatto e una battuta di arresto siamo arrivati all’opening di Room Service. Un modo contemporaneo di presentare collezioni nuove ma anche di creare un business con modalità nuove, su un territorio che fino ad oggi era noto soprattutto per la visibilità che dava a chi ci sceglieva. Che Simonetta Gianfelici sappia fare scouting e riesca a scovare talenti e creativi innovativi, è scontato, ma come ha creato un progetto così? Come’è nato? A cosa ti sei ispirata? Lo chiedo direttamente a lei: R. Room Service è nato tre anni fa dalla mia immaginazione alla ricerca di un modo diverso di comunicare la moda e di creare un’ opportunità di vendita: straordinaria, esclusiva, temporanea rivolta al cliente Restituire intimità ai rapporti, uscire
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ima summis transmutate Piccole grandi trasformazioni di Liborio Capizzi Un omaggio a Roma nella sua essenza che si spinge a dialogare e interagire con l’immaginario religioso cattolico di secoli e secoli di storia, visto come straordinario irripetibile laboratorio di segni e simbologie, di suggestioni estetiche atemporali, insieme misteriche e immediatamente eloquenti. È questa la speciale cifra interpretativa prescelta dal couturier Liborio Capizzi, base a Milano e Londra, a lungo principale collaboratore di Gianfranco Ferrè, per il suo approdo ad Altaroma, ai primi di luglio prossimo. Gli outfits pensati da Liborio pescano linfa direttamente nel classico guardaroba prelatizio, riusando innanzitutto il tipico abito talare, la sua silhouette che si trasforma in sinuosa maxi-gonna nera drap©e dalla linea vagamente debut du siecle o forse schiaparelliana. Ma il suo opulento e ironico gioco creativo di certo non si ferma qui. Egli si diverte a frugare anche in un trovarobato onirico nutrito di oggetti estremamente significanti e ingenuamente sontuosi, come i classici grossi cuori ex-voto in argento, arricchiti da fiamme catartiche, catenelle, rosari e da elaborati dentelles metallici, in questo caso siglati da una scala smisurata che li rende folli e particolarmente magici, quasi come scintillanti e fatate sorcières, specchi o corazze stregonesche. Le referenze immaginarie ideali che si manifestano in questo appassionate, quasi cinematografico opus romano di Liborio Capizzi, sono davvero tante e peculiari. Per questa installazione, appositamente creata per Altaroma-afferma Liborio, istituzione che ringrazio per l’invito, ho pensato a un immagine fortemente contemporanea della moda, cioè a fornire una possibile risposta all’inquietudine del nostro tempo che si ponga come un ulteriore domanda sul mondo che viviamo e sul modo in cui possiamo trovare una collocazione al suo interno. Un percorso, un itinerario tra fantasia, rigore, delirio e ironia,
che recupera guardando al futuro radici profonde e remote, che si spinge fin dentro la memoria stessa dell’abito clericale e dei suoi simboli e valenze, passando attraverso il recupero di indelebili dettagli assemblati dalla sapienza magistrale dei nostri artigiani. Un riposizionamento, una reinvenzione semantica ed estetica che di questi dettagli e apparati ridefinisce in toto la forma, l’utilizzo, il contenuto. L’abito talare, trasformato da un minuzioso e deciso intervento couture, dispiega così ogni sua visionaria e metamorfica nuance estetica, incrocia le armi con differenti apporti emblematici e diversi ambiti di contaminazione culturale, smonta e ricompone la propria campita silhouette. Insomma, diviene altro. L’omaggio a Roma consiste nella presentazione di sette figure simboliche presentate con una installazione di capi couture nati dal riassemblaggio di abiti e simboli ecclesiastici. Inoltre Liborio ha coinvolto a supporto di questo progetto che verra presentato l’ 8 di luglio al palazzo dell’Eur, una serie di artisti a lui molto cari come Skin degli Skunk Anansie, amica e musa, che si esibirà durante la serata con un dj set, John Maybury regista dell’avanguardia inglese, che ha prodotto per lui un video su uno degli abiti che verra proiettato durante la serata e cosi come tanti altri fra musicisti e ballerini che si alterneranno in performances varie. di Cesare Cunaccia
Coordinamento progetto Sabrina Querci Qconnections Photography Ale Mosso, Olaf Thu Model Elena Egorova Thanks to Tatiana Gecmen Waldeck
La Moda veste l’Architettura
Chiostro del Bramante, dal Sette al Dieci di Luglio, contaminazione tra Moda e Architettura “Moda e Architettura hanno moltissime connessioni, per citarne solo alcune: entrambe rispondono al bisogno di ogni essere umano di essere accolto e avvolto, e nel contempo sono mezzi con cui si esprime l’identità. E’ interessante notare quanto siano l’una, specchio dell’altra: sarebbe impossibile immaginare un’abito del 700’ accanto al MAXXI, o il Colosseo di sfondo ad una creazione di Iris Van Herpen. Mettere in comune metodologie di ricerca e modalità espressive differenti (ma non divergenti) porta ad una grande espansione dei propri orizzonti culturali e ad acquisire una sensibilità estetica molto più vasta che è impossibile acquisire rimanendo centrati su una formazione specifica. NU:S è un modo per condividere questa consapevolezza attraverso l’esposizione di un’opera corale risultato del lavoro comune di due architetti, quattro stilisti e un musicista che hanno collaborato fianco a fianco nell’arco di quattro mesi.” Antonella Buono, direttore creativo
“La contaminazione, lo sconfinamento territoriale ed il trasferimento di tecniche sono un’esigenza per l’arte, il presupposto per il suo rinnovamento. Oggi più che mai la contaminazione diventa l’unica possibilità per reinventare interi settori a rischio di estinzione. Un esempio su tutti: l’artigianato. È stato interessante ideare una scultura parametrica in grado di dialogare con lo spazio del Chiostro del Bramante, condividendo con i progetti sartoriali ospitati l’unicità e la complessità di ogni elemento.” Arturo Tedeschi, architetto, computational designer
“Sono convinto che attraverso la tecnologia ed i moderni software si possa mantenere un più stretto contatto con l’idea.” Maurizio Degni, architetto, computational designer
“Vivere e assaporare emozioni attraverso i colori e la materia utilizzata nell’arte di un’altro artista è stato come fare un viaggio davvero inaspettato.” Simone Bruno, fashion designer
“Nel mio lavoro di textile e fashion designer ideo spesso citta’ ed universi immaginari. Credo che molte delle mie creazioni abbiano un qualcosa di “architettonico.” Chiara Cola, digital artist, textile desig
“Il lavoro svolto per NU:S è un evoluzione del mio percorso professionale, lo arricchisce di nuovi spunti che sicuramente svilupperò ancora di più in futuro.” Alessio Spinelli, shoe designer
“La ricerca che promuove Double non é soltanto ricerca su tessuti, materiali, forme e sensazioni, ma é anche su altri piani secondo me. Negli incontri che facciamo, c’é un forte scambio di idee: é da qui secondo me che parte la vera ricerca di NU:S, proprio dalla ricerca “umana”. Flavia Migani, fashion designer
“Spero che la condivisione in un qualche modo commuova l’animo del pubblico, facendolo sentire meno spettatore e più partecipe; facendogli quindi sorgere il senso di responsabilità della bellezza.” Davide Severi, compositore, musicista polistrumentista.
“Credo che al di là della semplice forma espressiva tutto questo possa diventare linfa per nuove collaborazioni così da poter creare per i giovani quegli spazi fondamentali per tentare di emergere e raccontarsi, valorizzando le avanguardie espressive e produttive, come anche promuovendo l’inserimento nel mondo del lavoro.“ Maria Rosaria Melia, DOUBLE founder
Valentino’s Heirs “Life’s great satisfactions arrive with hard work and not only with recommendations”. These are the words of Maria Grazia Chiuri and Pier Paolo Piccioli who, after creating the iconic Baguette in the style office of Fendi together with Silvia Venturini Fendi, have arrived at the creative direction at Valentino. In their hands lies a great legacy: the teachings of the Maestro that give life to a new concept of femininity in line with the times, capable of conjugating the typical alphabet of Garavani’s style in the sign of a tradition that marries innovation. “Every great journey begins with a small step”, sings an old Chinese adage. And theirs began exactly in this way, twenty years ago in Rome, in the style office of Fendi, a historical Roman firm of furs and leather goods. Pen in hand and a blank sheet of paper before them, the two young designers began to tenaciously work at revisiting and re-elaborating a thousand sketches until that one perfect design emerged, the Baguette, an accessory that, more than a bag, is a myth that has inspired many an essay on the phenomenology of a fashion item and that just this year has celebrated its 15th year of life. A success so powerful as to catapult them on the creative director’s seat at Valentino in October of 2008. The heirs of a Maestro and of a unique story that is not only relegated to fashion, meet us at their Roman, general headquarters in Piazza Mignanelli, a temple of “bello stile” and of that most significative Italian excellence known throughout the world for its lightness, sensuality but also innovation and modernity. “It is the discovery of a new romanticism”, Pier Paolo tells us, “which means conjugating the typical alphabet of Valentino’s style, its great symbols of recognition and its incomparable manufacturing, and joining it to experimental and innovative techniques”. “The balance between tradition-modernity is our objective”, expounds Maria Grazia, “conjoining the fantastic manufacturing of our ateliers, the know-how of the seamstresses and of the premier to new creations dedicated also to a young and more modern clientele. We wanted to define a new woman that would synthesize the stylistically recognizable and beloved lexicon of Valentino with our new, personal history. This was the challenge!” A challenge launched at the Sorbonne of Paris with their first Haute Couture show that officially sanctioned the passing of the legacy from the couple Valentino-Giammetti to Chiuri-Piccioli. “It was the end of January, 2009”, Piccioli recalls, “It was not that long ago and yet so much time seems to have gone by. With that collection we wanted to establish our point of departure, expressing all the meaning of ten years spent working in close contact with Valentino. Also back then we had to balance the great historical past of the fashion house with today’s vision. it wasn’t at all easy!” “No … I never look back to those images but they are well impressed upon my mind, especially the images of Valentino and Giancarlo Giammetti, standing, applauding with glistening eyes”, adds Chiuri, “All that past lives within me, I do not need to revisit it. Maybe one day, when I will retire, I will sit down and flip through a photo album. Not now, however, I do not have the time or the inclination. My vision, our vision, is all about going forwards”. “When we received the call from Valentino it was 1999”, says Pier Paolo, “In that moment accessories were living a veritable revolution and we, along with the Fendi family, were part of a “dream team” that had built the great dream of the Baguette. We wanted to do something similar at Valentino. In ten years, and step by step, we built a project that today consists of thirty percent of the company’s sales”. “Speaking from a work point of view, Pier Paolo and I have been together twenty years,” adds Maria Grazia with a smile, “We met by chance, we ran into each other again at Fendi and decided that we would have continued our journey together. We spend most of our time together with the exception of Saturdays and Sundays, unless we have collections to tend to. Luckily we have very, very tolerant families who support and understand our work”. The conclusion arrives from Pier Paolo, together with the self-assuredness of a great life lesson that this job has given the two young Italians. “The nomination of creative direction at Valentino was a great satisfaction”, he explains, “because one can tell one’s children that beautiful and important things happen with hard work and not only with recommendations. I think that this is one of the most important things to keep in mind: only with a positive attitude and with the support of the people around you, step by step, can one arrive at destination without having to compromise”.
ICONS IN ROME A wonderful movie that never ends in the images of Archivio Cicconi where more than 7 million images narrate the backstage of Italian history from the end of the 1800’s until today. Rome is the female city par excellence. A place and temple where the feminine nourishes itself upon an archaic lymph of empresses and she-wolves. A timeless backdrop where the silhouette is drawn with the body of a goddess, a “fellinesque” city of women capable of leaving its trace upon the collective unconscious of the world. Popular icons of style, aristocratic princesses placed in an unreal space with millennia of history yet capable of reinventing itself continuously. As if to say that Brigitte Bardot becomes something else if photographed in a Roman square, and every woman becomes a goddess as she becomes a part of history, of everyone’s story, a common patrimony of thousands of images that become the frame of a priceless value for these icons. Rome is where haute couture moves alongside cinema, the actresses try on the set costume and then the cocktail dress in the historical “sartoria”, how can one not get confused? Always interpreting the role of style. This is the charm of Roman fashion that every woman has always wanted to draw from in order to be part of a wonderful movie that never ends.
LIMITED/UNLIMITED When I was given the presidency of Altaroma I already had an idea of what the priorities were in order to give back to Rome an identity that, throughout the years, had dimmed within the international scene of fashion. I was in agreement with the mission but, as a creative, it was easier for me to have a vision of what could have been the key to concretize an intuition. An ideal bridge between past and present. As I put to work new Italian designers on projects - along with the artisans that conserve the know-how of tradition and of the handmade I imagined a rereading of couture through a contemporary key. The interaction between a most advanced experimentalization and the know-how would have given life to a new couture. It was in this way that LIMITED/UNLIMITED was born, the expositive project that I created and strongly wanted. I like to believe that it represents the new soul of Altaroma: avant-garde and research meet sartorial tradition. Limited productions, made singular by their precious materials and the handmade, go back to the style and uniqueness of a dress or of a subject. The soul of every creation springs from the experimental freedom and vision of the designer. I was given a further push from the conviction that the industrial boom had generated a very strong desire for personalization as the only answer to a desire for uniqueness and individuality. It is not just about demi-couture but, rather, about a creativity and a handmade with a broad spectrum. LIMITED/UNLIMITED is an installation of items whose limit is its exclusivity and its limitlessness is its creativity. It will provide visibility to creations that are useful to the media of the sector and to the international buyers who will be present in Rome, and the new talent that is changing the scene of the Made in Italy will be known for its excellence and creative value. Rome is the ideal seat of artisanal avant-garde in fashion and design, a role that no other fashion capital usurps but rather recognizes. I believe that recuperating that cultural uniqueness will continue to render our city an unrenounceable destination for creative ferment and for a curious and cultured audience. An immense microcosm of arts and trades destined to create a movement in an industry that needs new stimuli and new energy. By conserving and transmitting all the know-how of tradition and implementing the crossover with experimentalization, the Made in Italy will surely recover its role as protagonist on the international fashion scene. Maria Silvia Venturini Fendi
ROOM SERVICE INTERVIEW Consuelo Aranyi interviews Simonetta Gianfelici
IMA SUMMIS TRANSMUTATE The little big transformations of Liborio Capizzi.
We had been speaking about it for some time, a title that seemed evocative perhaps because during the months before fashion week we were working so hard that the idea of passing out on a hotel room couch and ordering room service that could “nourish” me tickled my fancy. Let’s do it, let’s not, let’s do it, let’s not, this was normal for us, but a little at a time the project began to take shape and I became passionate about it and to feel that some of it belonged to me as well. Simonetta Gianfelici, who had thought of the project and was organizing it for Altaroma, was briefing me on it as it came along. It was a bit like waiting on an episode of a TV series that you are into. The fact is that anything that already exists does not need great looking into while something that is newly budding and that you want to transmit catches your attention. And so it was that between a satisfied smile and taking a break we got to the opening of Room Service. A contemporary way of presenting new collections but also of creating a business with new modalities on a territory that up until now was known mostly for the visibility that it gave those who chose us. That Simonetta Gianfelici was able to scout new creative and innovative talent was obvious to us all but how did she create a project like this one? How was it born? What inspired you? I ask her directly:
A homage to Rome in its essence that inspires us to dialogue and interact with a catholic, religious imagination of centuries and centuries of history, seen as an extraordinary and unique laboratory of signs and symbols and atemporal aesthetic hints,at once mysteric and immediately eloquent.
A: Room Service was born three years ago from my imagination as I was looking for a different way to communicate fashion and create an opportunity for retail that was extraordinary, exclusive, temporary and geared toward the client. A return to an intimacy of relationship, a way out of unbridled commercialism and traditional distribution. Building new relations, retrieving the taste of discovery and experience, letting one be guided by pleasure and intuition. Giving oneself time. It was already luxury. I then added concrete aspects to these desires: real needs, urgency, the necessity of change. Giving these designers an opportunity to face the last link of the weave seemed indispensable to me. To personally gather the satisfaction of dressing, seducing, and communicating with the “person” and not with an unknown and abstract client. I believe that this is an instrument for growth and awareness also for the designers who chose to live this experience. For the client this means finding some true value behind the simple “merchandise”. Giving back an identity to the product, a personality to the designer, creating a different communication for sophisticated creations that are relatively unknown to the general public. Creating an exclusive container, almost private. It appeared as a road that just had to be traveled. This might seem antithetical to the great success of e-commerce but I think that these two diametrically opposed phenomena are offspring of the same era and are as equally indispensable. Room Service, furthermore, tied in perfectly with the narrative of Altaroma, to its double soul, a mix of sartorial tradition and research. Rome is a transversal city, less impacted by the fashion industry and precisely because of this it is in continuous creative ferment, a mix of culture, art and cinema capable of communicating with one another.
This is the special interpretative cipher chosen by the couturier Liborio Capizzi, based in Milan and London, a long time collaborator of Gianfranco Ferre’, for his arrival in Altaroma next July. The outfits created by Liborio draw their lymph directly from the classical prelate wardrobe, reusing especially the cassok habit and its silhouette which is transformed into a sinuous black, draped maxi-skirt evoking a début du siècle, Schiapparelli-derived line. But his opulent and ironic creative game certainly does not stop here. He amuses himself by searching an oneiric chest of props full of extremely significant and ingeniously sumptuous objects, such as large ex-voto hearts, enriched by cathartic flames, chains, rosaries, and elaborate large-scale metal dentelles that give them a touch of folly and magic, as if they were sparkling and fairylike sorcières, or witchlike mirrors or armours. The imaginary, ideal references that are manifested in these passionate and quasi-cinematographic Roman opus by Liborio Capizzi, are truly many and peculiar. “For this installation, specifically designed for Altaroma”, Liborio affirms, “I have thought of an image that was strongly contemporary to fashion, that is, providing a possible answer to that disquiet typical of our times that may pose yet another question about the world we live in and about the way in which we may find our place inside it. A path, an itinerary between fantasy, rigor, delirium, irony, that recuperates, while looking to the future, profound and remote roots that go deep into the memory of the clerical habit, its symbols and valences, through the magisterial knowledge of the indelible details assembled by our artisans. A repositioning, a semantic and aesthetic re-invention that redefines in toto its form, its utility, its content. The cassok habit, transformed by a decisive couture intervention, unfolds a visionary and metamorphic aesthetic nuance, crosses arms with different emblematic values and diverse locales of cultural contamination, disassembles and recomposes its own silhouette. In sum, it becomes Other”. The homage to Rome consists of a representation of seven symbolic figures presented as an installation of couture pieces born out of the reassembling of ecclesiastical habits and symbols. Furthermore, for this project (that will be presented on July 8 at the Palazzo EUR) Liborio has involved a series of artists that are very dear to him such as Skin of Skunk Anansie, his friend and muse, and that will perform during that very night with a DJ set, and John Maybury, director of the British avant-garde, who has created a video of Liborio’s clothes that will be projected during the evening alongside performances by other musicians and dancers.
What is the selection process for a brand or a designer to be part of ROOM SERVICE based on? A: The selection is based on choosing brands that unite traditional aspects of artisanship and quality to a strong component of research and revisiting. A vocation for haute couture, if you will. These handmade products, or semi handmade, allow one the possibility of indulging the client’s choices as a “special order”, as custom-made or made to measure. It is a rediscovery of Italian artisanship through a renewal of ideas. These elements and these interactions give a feeling of contemporaneity and give back value to our product and to the many trades of our country. How do you see the future of ROOM SERVICE? Will it grow to be adopted by other realities? A: ROOM SERVICE is a container that could become more ample by opening up to precious realities from other countries, but it is mostly a new modality of exporting our taste and our culture to the world without following the logic of globalization. Consuelo Arany
Cesare Cunaccia
“FREEDOM OF PRINT” (english captions) Eclectic prints, energetic graphisms, freedom of spirit: an energetic mix to say stop to the abuse of minimalism.PHOTOGRAPHY : ROBERTO D’ESTE ILLUSTRATIONS : BRUNO GRIZZO FASHION : TOMMASO CONCINA RENATO BALESTRA COUTURE: Strapless long silk chiffon dress with draped top in a psychedelic print. Large circular pendant/disc made of grey metal fans with blue and yellow Swarovski crystals GILBERT HALABY.PAG.13 A DESTRA RAFFAELLA CURIEL COUTURE Long flower printed gazar dress with asimmetric draped top and straps Multi strand necklace with orange beads IOSSELLIANI Flower cuff in pave’ Swarovski crystals with black leather lace and black metal studded grey cuff GILBERT HALABY FRANCESCO BALLESTRAZZI PER CATERINA GATTA Multicolor flowers headpiece in vintage Andre’ Laug Couture silk fabric Draped strapless cocktail dress in flower printed silk with heart shaped top LORIS AZZARO@ELIO FERRARO GALLERY STORE STELLA JEAN Strapless cocktail dress with pouf skirt in hand painted cotton with african prints.Large multicolor and bronze stones necklace IOSSELLIANI IRENE GALITZINE: “Pigiama palazzo” of the “caleidoscope” series in cloque’ fabric with imprime’ triangular prints. Leafs necklace in golden color copper, Phoenix cuff with golden copper leaf and amber Swarovski crystals, Life earrings with curved copper “printed” feathers GILBERT HALABY. LANCETTI RE-EDITION by CATERINA GATTA Flower brocade backless dress in vintage Lancetti haute couture silk/wool fabric.Earrings in dark silver with pearl and diamonds FABIO SALINI ANDRE LAUG COUTURE Silk georgette long flower inkjet print dress with draped top. Necklace with blue tiger-eye stone, turquoises and jasper IOSSELLIANI Dark grey “diamond”chained cuff with emerald Swarovski crystals and Leaf cuffs with Swarovski crystals and metal bees GILBERT HALABY Thanks to Studio Allucinazione - www.allucinazione.net Fashion Assistant Beatrice Pamphili.Model Malin Akerstrom@Beatrice Hair and Make Up Sonia Veleno.
Cinzia Malvini
English texts
translations by carolina de luca