Brownie | The Portfolio

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Portfolio di Federica Bruno

INDICE INTERATTIVO: CLICCATE SULLA VOCE CHE VOLETE CONSULTARE

1. Logo Design

1.1 Salerno 1.2 Boni+Foglia SA Lugano 1.3 XpertHealth

2. PROGETTI OFFLINE

2.1 Things Are Queer

2.2 Aifo per Amici di Follereau

2.3 Milano, la città e i suoi caratteri

2.4 I Marchi dei Trasporti

2.5 Mostrami Art per The Sociable Side of Technology

2.6 Gattinoni Travel Experience

2.7 New Horizons English Learning Franchise

2.8 BioPlose Tea Collection

2.9 Aqua Plose Gourmet

2.10 Indo | Catálogo de servicios digitales

3. INTERACTION DESIGN

3.1 The Energy Data Visualization

3.2 Presentazione per Zilli

3.3 Color&motion

3.4 Visual per la mostra De Rerum Cura

4. WEB DESIGN

4.1 I Am The George

4.2 Annabella Pavia

4.3 Indo Website

4.4 My Vittoria Newsletter

5. PROGETTI PERSONALI

5.1 La Baronessa Gelato

5.2 No all’Aeroporto

CONTATTI


H E Y. Possia mo comincia re.


Logo Design


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Sal e r n o

Politecnico di Milano, Design della Comunicazione Laboratorio di Elementi Visivi del Progetto Prof. Umberto Tolino e Andrea Rovatti Brandmanual per la cittĂ di Salerno

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boni + foglia sa lugano

Stage presso A. World Productions Sviluppo grafico logo Boni+Foglia Art director: Filippo Piantanida Idea creativa: A. World Productions



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X P E R T H E A LT H

Progetto realizzato presso The George Cliente: XpertHealth Junior Art director: Federica Bruno Sviluppo di logo e immagine coordinata

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progetti offline


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T H INGS A R E Q UEE R

Politecnico di Milano, Design della Comunicazione Insegnamento di Storia dell’Arte Contemporanea e Linguaggi della Comunicazione Visiva Prof. Paolo Castelli e Sergio Giusti Tesina di fotografia a tema Duane Michals e l’Arte Contemporanea


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AIFO PER AMICI DI FOLLEREAU

Realizzazione nuovo layout per la rivista “Amici di Follereau” dell’associazione AIFO.

Anno LIII - n.1 / Gennaio 2014 - Sped. abb. postale - Art. comma 20/C - Legge 662/96 - Filiale di Bologna - € 1,03 - In caso di mancato recapito inviare al CMP di bologna per la restituzione al mittente, previo pagamento resi.

Stage presso Swan&Koi

AMICI di FOLLEREAU Per i diritti degli ultimi

N. 1 Gennaio 2014

LEBBRA: non abbassare la guardia RIVISTA 21X28 CON MODIFICHE.indd 1

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Un papĂ di nome Francesco

Luciano Ardesi

7

Come cambia la nostra cooperazione

Giovanni Gazzoli

Un Mediterraneo sicuro per i profughi

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Bernardino Guarino

Fonte: http://www.google.it/imghp

UN PAPĂ€ DI NOME

Sunill Deepak

Progetti: India Assam / Guinea Bissau

19

Metti la comunicazione nello zaino

Patrizia Morgante

21

Aprirsi all’altro

Susanna Bernoldi

Nicola Rabbi / Tino Bilara

Nicola Rabbi / Tino Bilara

Patrizia Morgante

Susanna Bernoldi

C

‘

Lebbra: non abbassare la guardia

15

La domanda che ci si pone a questo punto è: come i beneficiari possono prendere parte a tutte le varie fasi – fattibilitĂ , progettazione, sviluppo, valutazione - che strutturano un progetto? Questo modo di lavorare sta giĂ avvenendo nei programmi di riabilitazione su base comunitaria mentre è piĂš complesso applicarli in quelli di tipo sanitario. Questo approccio, di tipo paritario, non è peculiaritĂ solo di Aifo ma si sta diffondendo nel mondo della cooperazione internazionale. Ăˆ un modo di fare cooperazione nel quale le stesse persone, nei paesi in cui si opera, si organizzano e creano opportunitĂ per migliorare la qualitĂ dei servizi, promuovere processi di inclusione sociale, attivare programmi in difesa dei diritti umani attraverso un forte coinvolgimento comunitario che STA AVVENENDO UNA poi si struttura a livello sempre piĂš ampio fino ad arrivare a quello INTERNAZIONALIZZAZIONE nazionale. DELL’AIFO NEI PAESI All’interno di questi cambiamenti

Giovanni Gazzoli

Dossier 11

Primo piano

Luciano Ardesi

Bernardino Guarino

Francesco LA GIOIA DELLA SPERANZA E I TWEET DI FOLLEREAU di Luciano Ardesi

è voluto poco per comprendere che la rivoluzione pastorale di Papa Francesco riguarda in primo luogo la persona, rimessa al centro, finalmente, delle preoccupazioni della Chiesa e, speriamo, anche della societĂ . Uno dei fatti straordinari di questa rinnovata “antropologiaâ€?, non è solo un diverso approccio. Il Papa non guarda solo le persone, va loro incontro nei luoghi dove vivono, dove soffrono. Ecco il motivo di una sensazione diffusa tra molti di coloro che la Chiesa l’avevano lasciata o non l’avevano incontrata. Le porte della Chiesa, che a molti sembrano socchiuse per giudicare e filtrare, appaiono ora ben aperte. La misericordia, il perdono, l’amore sono, diremmo nell’era delle comunitĂ virtuali, le password per accedere ad nuovo cammino. Anche tra i credenti colpisce il senso di una chiamata nuova, vissuta da molti come un risveglio,

per un impegno rinnovato. Vivere, è aiutare a vivere A Papa Francesco non piace vivere isolato, come simbolicamente mostra la scelta di abitare a Santa Marta. Il richiamo alla centralitĂ della persona proietta donne e uomini nella comunitĂ . Il bisogno di vivere insieme agli altri è il riaffermare una dimensione fondamentale dell’essere umano. In tempi di solitudine estrema, tanto piĂš grande quanto piĂš ci si culla nell’illusione dei Mi piace delle comunitĂ online, questo richiamo ha una forte valenza “terapeuticaâ€?. “Nessuno si salva da soloâ€? è il messaggio che Francesco pare non si stanchi mai di ripetere. Nessuno ha diritto di essere felice da solo Ecco quindi il ritorno ad una missione salvifica o piĂš semplicemente ad un impegno a prendersi cura del prossimo, ma anche a immaginare un mondo senza guerre. E fare appello, se necessario, a digiunare, a pregare per la pace. Amici di Follereau N. 1 / Gennaio 2014

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I

La situazione dei malati di lebbra nel mondo

di Sunill Deepak “Il nostro volo era arrivato nello stato di Assam e per andare in quello di Meghalaya,

era bloccato, eravamo fermi e guardavo fuori Aveva forse 10-12 anni e camminava sicura sul ripido pendio, piegata in due sotto il peso di due recipienti d’acqua. Arrivata vicino alla nostra macchina è andata avanti. Allora sono sceso e l’ho chiamata: si chiamava Anka e aveva i segni della lebbra sul visoâ€?. Il dott. Mani Mozhi, coordinatore Aifo in India per i progetti di lotta alla lebbra, racconta cosĂŹ il suo incontro con la piccola Anka. “Aveva giĂ una leggera disabilitĂ nelle dita della mano sinistra, per cui abbiamo organizzato un intervento di chirurgia ricostruttiva presso l’ospedale delle suore di madre Teresa. Ora sta beneâ€? spiega soddisfatto. “Si pensava che quella parte dell’India non avesse piĂš casi di lebbra - continua il dott. Mani - invece nel 2012 abbiamo trovato 22 casi nuovi in Meghalaya e piĂš di 1000 nell’Assam.â€?

Fonte: www.google.com

2007 34.468 42.135 171.576 4.091 5.863 258.133

LA SITUAZIONE DELLA LEBBRA NEL MONDO La malattia continua ad essere endemica in diverse parti del mondo. Nell’agosto 2013, il bollettino epidemiologico dell’Organizzazione Mondiale della SanitĂ (Oms) ha presentato il nuovo rapporto sulla situazione della lebbra nel mondo. Emerge che 101 paesi hanno denunciato nuovi casi di lebbra nel 2012, per un totale di 232.857 casi, con un leggero aumento rispetto al 2011. I dati sono però incompleti perchĂŠ mancano circa 50 paesi.

nazionali di lotta alla lebbra ad operare in reperire personale sanitario adeguatamente formato per la diagnosi e la cura della lebbra. Tre paesi concentrano l’80% dei nuovi casi di lebbra: India (134.752), Brasile (33.303) e Indonesia (18.994).

Numero di nuovi casi di lebbra diagnosticati 2008 2009 2010 2011 2012 29.814 28.935 25.345 20.213 20.599 41.891 40.474 37.740 36.832 36.178 167.505 166.115 156.254 160.132 166.445 3.938 4.029 4.080 4.357 4.235 5.859 5.243 5.055 5.092 5.400 249.007 244.796 228.474 226.626 232.857 Amici di Follereau N. 1 / Gennaio 2014

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MEGLIO RISCHIARE CHE RIMANERE Fonte: archivio fotografico di Aifo

Una politica che alimenta le reti criminali del traffico di esseri umani di Bernardino Guarino Direttore progetti Centro Astalli

L Fonte: Salvo Lucchese

Fonte: archivio fotografico di Aifo

8 Amici di Follereau N. 1 / Gennaio 2014 Fonte: Francesca Moore

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Progetti

NON ABBASSARE LA GUARDIA

Regione

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sta avvenendo una vera e propria IN CUI LAVORIAMO, internazionalizzazione dell’Aifo. PROMUOVENDO Con questo termine s’intende un processo che porterĂ gli uffici ASSOCIAZIONI LOCALI decentrati di coordinamento, nei CON COMPETENZE AMPIE paesi in cui lavoriamo, a essere non solo dei semplici gestori delle iniziative promosse, ma delle vere e proprie associazioni con competenze e responsabilitĂ piĂš ampie. La gestione delle progettualitĂ sarĂ solo uno dei compiti delle nuove associazioni che stanno nascendo, che dovranno invece agire nell’ambito di specifici programmi paese, con obiettivi, risultati attesi e attivitĂ determinate e condivise. Questo significa che dovranno agire in rete con altre Ong, movimenti popolari e istituzioni locali, promuovendo attivitĂ di informazione, di sensibilizzazione e di advocacy in difesa dei diritti e per favorire l’inclusione sociale delle persone in situazione di vulnerabilitĂ , anche attraverso l’attivazione di gruppi di volontari, a partire dall’esperienza della base associativa di Aifo in Italia. Anche per ciò che riguarda la disponibilitĂ di fondi il discorso cambia, perchĂŠ in alcuni paesi

Primo piano

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e cronache ci portano a contare il numero dei morti in un Mediterraneo in continuo lutto. Secondo Fortress Europe, negli ultimi 25 anni 19.372 persone sono morte lungo le frontiere dell’Europa. Da dove vengono? Cosa li spinge a pagare migliaia di dollari per un difficile viaggio dall’arrivo incerto? La maggior parte dei richiedenti asilo in Italia proviene dall’Africa (9.561) e da cittadini di origine asiatica (6.093, dati 2012). Le vittime (339) del tragico naufragio del 3 ottobre a Lampedusa venivano quasi tutte da un’Eritrea in perenne stato di mobilitazione militare, sotto il governo totalitario di Afewerki. Fuggono dall’arruolamento obbligatorio e a tempo indeterminato. Bambini e bambine in etĂ scolare (15 anni) devono completare l’ultimo anno della secondaria nel campo di addestramento di Sawa: le testimonianze descrivono violenze, punizioni durissime e lavori forzati. I renitenti alla leva e gli evasori subiscono maltrattamenti e detenzioni arbitrarie. In Siria, il conflitto, che da oltre due anni contrappone il regime di Bashar al- Assad alle forze d’opposizione, continua a provocare migliaia di morti tra i civili. Amnesty International denuncia come attacchi aerei indiscriminati, impiego di artiglieria pesante, uccisioni sommarie, minacce e rapimenti siano divenuti la norma. Trovare la morte in questi percorsi non può piĂš definirsi una “questione di emergenzaâ€?, ma il frutto di una gestione del fenomeno migratorio

10

solo in termini di protezione delle frontiere e di contrasto all’immigrazione “clandestinaâ€?. Politiche che non fanno che alimentare le reti criminali del traffico di esseri umani. PerchĂŠ finchĂŠ esisteranno guerre e persecuzioni le persone continueranno a fuggire, utilizzando l’unico modo che hanno: pagare i trafficanti sperando di giungere vivi a destinazione. Ăˆ necessario che gli stati garantiscano canali umanitari per consentire ai migranti forzati di arrivare in sicurezza in Europa, senza obbligarli ad affidare la loro vita a criminali pronti a lucrare sulla disperazione. Ăˆ urgente che l’Europa esamini seriamente la possibilitĂ di investire l’Agenzia Frontex (Agenzia europea per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne) della responsabilitĂ di accompagnare in sicurezza i migranti in fuga. Unico modo efficace per garantire una vera protezione

Fonte: www.google.com

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DOSSIER

Africa Americhe Asia del sud Medio Oriente Estremo oriente Totale

Fonte: www.google.com

Profezia

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progetti a sostegno del “Programma Nazionale di Eliminazione della Lebbraâ€? (NLEP) sono gestiti in collaborazione con il Governo locale. Si tratta di iniziative, sviluppate in sette stati dell’India, che intendono favorire e accompagnare il processo di integrazione del trattamento della lebbra nei servizi di sanitĂ di base. Aifo opera nei seguenti stati: Andhra Pradesh, Arunachal Pradesh, Assam, Karnataka, Meghalaya, Odisha, Bengala Occidentale. In ogni stato un team di Aifo sostiene e promuove le attivitĂ di controllo della malattia nei distretti sanitari. Il team è composto in genere da un medico e un infermiere; in alcuni casi, con il coinvolgimento di fisioterapisti e chirurghi per lo sviluppo di azioni di riabilitazione fisica e chirurgica delle persone con disabilitĂ causate dalla malattia. L’Assam è uno stato particolare in India poichĂŠ si trova in un’area remota all’estremo nord est, posto sopra il Bangladesh. La popolazione

La riabilitazione chirurgica per ridurre gli effetti della lebbra nell’Assam (India)

di Nicola Rabbi è prevalentemente tribale e vive in una situazione caratterizzata da arretratezza socio-economica, mancanza di strutture educative e di insegnanti, presenza di unitĂ sanitarie inadeguate e di personale medico o paramedico non qualificato. In questa zona l’Aifo porta avanti un programma di riabilitazione chirurgica per la correzione della disabilitĂ causate dalla lebbra. Spesso i danni causati dalla malattia possono portare a disabilitĂ , soprattutto agli arti superiori, inferiori e all’occhio, che a loro volta sono causa di emarginazione delle persone.

ASHINI, ANITA, MUNNU e tutti gli altri

Fin dall’inizio della malattia si possono manifestare alcune complicazioni che portano a disabilitĂ permanenti, anzi a volte la malattia si diagnostica proprio quando la perdita di funzionalitĂ di un arto è giĂ presente. Quando sono i giovani a esserne colpiti questo pregiudica la loro vita, soprattutto le relazioni sociali con gli amici, i rapporti nella scuola. Ăˆ quanto è capitato a Munnu

Fonte: archivio fotografico di Aifo

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ASHINI VUOLE GIOCARE A CRICKET

Amici di Follereau N. 1 / Gennaio 2014

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APPELLO

Strumenti

Fino a pochi anni fa, in India, sono stati portati avanti programmi verticali, cioè specifici per la lebbra, mentre ora, per favorire un consono sviluppo delle attivitĂ , aumentare l’accesso ai centri di salute e diminuire lo stigma, il trattamento della malattia è integrato nei servizi ambulatoriali del Sistema sanitario nazionale. Ciò ha portato però alla perdita di personale qualificato e specializzato. In questo contesto diventano particolarmente importanti i programmi Aifo.

I nuovi casi di lebbra sono, ogni anno, oltre 232.000, e milioni sono le persone che ancora soffrono per le disabilitĂ causate dalla malattia. Per vincere la lebbra Aifo sostiene i programmi di controllo della malattia al fine di garantirne la diagnosi precoce ed il trattamento, e promuove programmi di riabilitazione fisica e sociale delle persone colpite.

COME DECLINARE AMARE E AGIRE NEL NOSTRO TERRITORIO E TRASFORMARLO di Patrizia Morgante

I

mmaginiamo di dotare ogni volontario e socio Aifo di uno zaino di strumenti e risorse per Amare e Agire nel nostro contesto economico, politico e culturale. Cosa vi viene in mente? Pensateci e riprendete la lettura tra qualche minuto. Ci ho pensato anch’io e ho selezionato alcuni “attrezzi del mestiereâ€? che, però, mancano di quella materialitĂ che ci si aspetterebbe da strumenti di lavoro. E sĂŹ, perchĂŠ oggi la sfida è piĂš un cambiamento di prospettiva, di linguaggi, di approcci nel vivere la cooperazione. Anche il buon vecchio banchetto, con il miele e le foto dei progetti, deve assumere altri contorni se vuole sortire effetti: in termini di fondi e di trasformazione della societĂ . Questo cambiamento è giĂ in atto ed è piĂš veloce della nostra capacitĂ di interpretare e agire i segni dei tempi. Quindi che fare? Lasciarci travolgere dalla velocitĂ

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Per un aiuto concreto:

Fonte: archivio fotografico di Aifo

Metti la comunicazione nello zaino

dei bit e diventare professionisti della cooperazione? O continuare allo stesso modo perchĂŠ si è sempre fatto cosĂŹ e siamo troppo vecchi per cambiare? Pensiamo se esiste un’alternativa tra le due polarizzazioni. Dalle ultime ricerche, nonostante la crisi, gli italiani rimangono aperti alla solidarietĂ , alla “beneficienzaâ€?, all’accoglienza. Si rileva fortemente l’effetto “Papa Francescoâ€? che sta facendo riscoprire una tenerezza del dono che, forse, era solo nascosta dalle paure trasmesseci da una narrazione della “crisi economicaâ€? un po’ manipolata. Come si può inserire una Ong storica e solida come Aifo in questo desiderio di aprirsi all’altro/a? Il boom dei social network (reti sociali) tra i giovani (e non solo) risponde a un bisogno di relazionalitĂ , di socialitĂ , di appartenenza a una comunitĂ . Si parla di AgorĂ digitale che si affianca al ruolo del pub o del bar, dove molti di noi erano soliti imbastire le relazioni. Un errore che compiamo noi immigrati digitali (nati prima degli anni ‘90) è creare uno iato tra la vita offline (reale) e la vita online (su internet): un criterio del cambiamento in atto è percepirla come un continuum, dove ognuna risponde ai bisogni complessi della persona del III millennio. Posso promuovere banchetti, conferenze, tornei di burraco, concerti per raccogliere fondi e far conoscere Aifo (posto che siano obiettivi di un gruppo Aifo) e raggiungere un discreto successo, ma se non mi costruisco anche un’identitĂ e credibilitĂ in rete, rimango nel mio anonimato, seminando Amici di Follereau N. 1 / Gennaio 2014

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COME FARE LA TUA DONAZIONE Ä‘Ĺ? +((!00%*+Ĺ?,+/0 (!ÄŒĹ? +*0+Ĺ?*Ä‹Ĺ?ĈąĉąĹ? %*0!/0 0+Ĺ? Ĺ? %"+Ĺ?ĢĹ? *(1/ÄŒĹ? +(+#* Ä‘Ĺ? +*0+Ĺ? * Ĺ? +,+( .!Ĺ? 0% ÄŒĹ? + % !Ĺ? Ä?Ĺ? Ĺ?ĉĊĹ? Ĺ?Ä€Ä†Ä€Ä Ä‰Ĺ?ĀĂąĀĀĹ?ĀĀĀĀĀĀĹ? ĆĀĆĀĆĀ Ä‘Ĺ? .0 Ĺ? %Ĺ? .! %0+Ĺ? )!.% *Ĺ? 4,.!//ÄŒĹ? %/ ÄŒĹ? /0!. . Ĺ?0!(!"+* * +Ĺ? (Ĺ?*Ä‹Ĺ?2!. !Ĺ? %"+Ĺ? ĉĀĀĹ?ĆĆĀăĀăĹ?+,,1.!Ĺ?+*(%*!Ĺ?/1(Ĺ?/%0+Ĺ?333Ä‹ aifo.it Ä‘Ĺ? # )!*0+Ĺ?,!.%+ % +Ĺ? * .%+Ĺ?ÄĄĹ? Ĺ?ÄĄĹ? richiedendo il modulo al n. verde Aifo ĉĀĀĹ?ĆĆĀăĀă

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Fonti: archivio fotografico di AIFO

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Politecnico di Milano, Design della Comunicazione Corso di Type Design

Federica Bruno

M I L A NO , L A C I T T À E I SUOI C A R A T T E R I

Prof. Marta Bernstein

Milano | la città e i suoi caratteri | un’identità costruita attraverso l’alfabeto

Tesina sulla tipografia della città di Milano


Sommario

Abstract

16

1. Il valore comunicativo della tipografia

20

2. Milano: storia di un successo annunciato

1.1

2.1 2.2

La città e il suo bel carattere

Simboli di un tempo ritrovato Il “salotto buono” dei Milanesi

43

3. All’insegna del gusto

64

4. Insegne istituzionali

3.1

4.1 4.2 4.3

Alimentari, gastronomie, bar, ristoranti e osterie

Palazzo di Giustizia Banche e istituti di credito Le banche della post-modernità

85

5. Teatri e cinematografi

96

6. Trasporti e comunicazioni

5.1

6.1

Insegne “spettacolari”

A

Bob Noorda, il signore della metropolitana

103

7. Un’industria di carattere

107

8. James Clough e Mattia Bonanomi

109

9. Per finire: contaminazioni dal mondo (e del mondo)

119

All’insegna della passione

124

Fonti bibliografiche, sitografiche e iconografiche

8

7

2.1

23

Abstract

13

Nel corso della sua storia Milano ha più volte trasformato la propria immagine nel tentativo di rispondere alle dinamiche del mutamento. Obbedendo a quelle che sono sempre state le logiche proprie della città, come l’operosità, il dinamismo, la determinazione, Milano, nel tempo, ha subito una profonda trasformazione testimoniata dalla sua urbanistica. La città ci parla anche attraverso le sue insegne. Ad un occhio distratto potrebbero sfuggire i messaggi che una semplice insegna, la scritta sulla facciata di un palazzo, l’indicazione di una strada, sono in grado di veicolare, attraverso la semplice contestualizzazione nel luogo e nel tempo. Il rituale dell’ aperitivo, ad esempio, diffuso in diverse città italiane già dal 1800, fu una moda che esplose a Milano negli anni ‘20 attorno al Caffè Campari (sito in Galleria Vittorio Emanuele II), e che seguì nella sua evoluzione fino agli anni ‘80, inaugurando quella Milano da bere perfettamente coerente con i tempi, e che incarnava i valori di un’ epoca nuova che si stava affacciando: cosmopolita, glamour, raffinata e affascinante. Insieme alla moda e al design, il Campari è uno dei simboli della città di Milano. La sua insegna, composta in

13

lla tipografia affidiamo moltissimi compiti, il più delle volte in modo inconsapevole. Alla “fonte del carattere” vi è stata e vi è tuttora l’esigenza di comunicare, che tutti possiamo sperimentare in ogni ambito della nostra vita. Le vie delle città, ad esempio, sono ricche di insegne, scritte che costantemente attraggono la nostra attenzione e sono in grado di condizionare le nostre azioni. La città si è rivelata feconda portatrice di una cultura tipografica che, nel corso dei decenni, ha registrato il mutamento delle sue condizioni storiche, economiche e sociali. Sulla scia di queste considerazioni ho ritenuto interessante indagare una possibile correlazione tra il carattere identitario assunto dalla città di Milano e l’influenza che le scelte tipografiche attuate possono aver avuto nella costruzione di tale identità. Lo scopo è quello di capire quali relazioni, più o meno evidenti, l’alfabeto cittadino possa aver avuto con le contemporanee trasformazioni

4.1

Simboli di un tempo ritrovato

Milano, quale cuore pulsante della vita economica, finanziaria e culturale è caratterizzata da imponenti sedi destinate all’esercizio del potere. La gestione della giustizia ha la sua sede d’eccellenza nel Palazzo di Giustizia. Il complesso, edificato tra il 1929 e il 1947, si trova lungo il corso di Porta Vittoria ed occupa un’area quadrilatera di circa 30.000 metri quadrati. Obiettivo del progetto era quello di realizzare un palazzo “semplice e severo”, ma al tempo stesso grandioso e razionale, degno quindi della Giustizia e di Milano. In perfetta coerenza con l’idea ispiratrice, il monumentale edificio presenta facciate marmoree, con un serrato

politiche, sociali e culturali. La storia della tipografia ha messo in luce come la produzione industriale abbia pesantemente condizionato la grafica commerciale al punto tale che alcuni caratteri sono diventati elementi distintivi di un prodotto e di una città. Ritengo possibile elevare il livello di analisi cercando di provare che, nel corso degli anni, a Milano si è andata formando una sorta di “tradizione” tipografica per cui la scelta dei caratteri si è rivelata strettamente legata al messaggio che si vuol veicolare. Milano e i suoi caratteri hanno reso la città riconoscibile non solo in territorio nazionale, ma anche a livello internazionale. Sarà interessante individuare l’esistenza di qualche “gemellaggio” con altre città del mondo dove ritrovare frammenti di Milano.

Il palazzo

di Giustizia

ritmo di finestre e portali. Preceduta da un’ imponente gradinata, la facciata principale è aperta da un triplice portale di accesso al grande vestibolo di smistamento, alto 25 metri. La fronte è sormontata da un’epigrafe giustinianea, unico elemento decorativo sul coronamento - Iustitia. Iuris praecepta sunt haec: honeste vivere, alterum non laedere, suum cuique tribuere -. La severa architettura, che mirava a conferire al palazzo la monumentalità richiesta dalle esigenze celebrative del regime, è arricchita da numerose opere artistiche che rappresentano il tema della giustizia. I caratteri delle scritte poste sulla

caratteri dorati su fondo nero, campeggia dal 1867 in Galleria Vittorio Emanuele II, e da allora ha contraddistinto uno spazio che ha visto nascere le tendenze, gli stili che si sono imposti negli anni, nonché cornice privilegiata di sentiti dibattiti politici. Al Caffè Campari sono passate personalità note e gente comune, e tutti riconoscono in quell’ insegna un pezzo della cultura di Milano. Si tratta di un valore che va oltre il tempo e lo spazio e risulta essere in grado di trasmettere tradizioni, ricordi e consolidare il senso di appartenenza. L’attaccamento a questo luogo storico di Milano, divenuto quasi simbolo stesso della città, è confermato dalla reinterpretazione in chiave moderna della celebre insegna, firmata da Ugo Nespolo, nella quale, a far da sfondo alla celebre scritta, è il profilo del più famoso monumento milanese: il Duomo. Bar Campari in Galleria Vittorio Emanuele

14

Il Palazzo di Giustizia, in via Carlo Freguglia al numero 1, fotografia di ©Enrico Antogiovanni (2007)

facciata marmorea sembrano emanazioni della stessa, come parti integranti dell’edificio, formando così un tutt’uno con esso, quasi a confermare un’unica, sacra e inviolabile destinazione d’uso del palazzo. Il carattere lineare dal disegno regolare e geometrico delle scritte che compaiono sulla facciata rimandano fortemente alla font “Futura”, i cui tratti così severi, inflessibili, quasi intransigenti trasmettono in modo inequivocabile il messaggio legato al ruolo istituzionale che l’edificio riveste. Salire le scale del Palazzo di Giustizia, così come leggere le scritte che compaiono sulla facciata, condiziona inevi-

tabilmente la postura, l’atteggiamento ed il comportamento delle persone che vi accedono. I caratteri scolpiti nella pietra rimandano ad un messaggio che, come la dura pietra, vuole rimanere scolpito nelle coscienze di ognuno. Una semplice ma audace riflessione mette in evidenza come l’adozione del corsivo non avrebbe mai avuto la forza di suscitare una simile carica emotiva.


8.James Clough L’alfabeto e la città

C

on questa tesina stiamo intraprendendo un percorso limitato ad analizzare la tipografia diffusa nella sola città di Milano: tuttavia, allo stesso modo, anche il professor James Clough, personalità molto attiva del mondo della tipografia, ha intrapreso un curioso viaggio tra le vie della città per analizzare le infinite differenze stilistiche delle insegne che popolano il capoluogo lombardo. A tale proposito, l’iniziativa “Biciclettering”, capitanata dal professor Clough, diventa un appuntamento annuale con la tipografia urbana e sicuramente un’occasione per scoprire uno degli aspetti che spesso passa inosservato: quello delle iscrizioni e delle insegne. L’articolo che segue, pubblicato il giorno 13 Novembre 2008 dal professor Giangiorgio Fuga nel suo portale internet Gio Fuga Type Blog, documenta con semplicità l’edizione “Biciclettering” dello stesso anno, in cui vengono analizzate non solo alcune insegne della città meneghina, ma con altrettanto interesse vengono accolte curiosi esempi provenienti da altre zone del nostro Paese.

“Si è svolta lo scorso Martedì (4 Novembre 2008, ndr) presso il Centro di Studi Grafici di Milano, la conferenza di James Clough “L’alfabeto e la città” con numerosa partecipazione di pubblico dove James ci ha incuriosito, divertito e fatto riflettere sulle varie insegne, iscrizioni, targhe e segnaletiche che ha fotografato personalmente, o che ha ricevuto, in giro per l’Italia. Tralasciando le lapidi e le iscrizioni antiche italiane, delle quali una sola serata non sarebbe bastato ad illustrarle, James ci ha fatto vedere un pot-pourri di immagini partendo dalle targhe stradali, da quelle “ordinate” milanesi con le indicazioni scolpite e pitturate di nero su lastre di marmo bianco e in alcuni casi adattate in ornamenti architettonici, a degli esempi di Bergamo che ne vanta ben 15 tipi differenti, o all’esempio di Urbino composte in «Didot» condensato che le rende illeggibili. Altre targhe che ci ha fatto vedere: una in ceramica di Faenza (molto pertinente con la cultura cittadina) o una, sempre in ceramica, di Monleale (AL) dove l’indicazione “via Castello” risulta molto bello e brillante, come pure una curiosa di Borgo

Po a Torino in stile rococò fiorentino che “scaccia i romani” o i “nissioetti” (nizioletti — lenzuolini) veneziani, a me cari, introdotti nella città lagunare dagli occupanti napoleonici nella fine del ıx Secolo (come ci conferma anche James Mosley). Le targhe proiettate di seguito invece illustravano i numerosi “misfatti”, purtroppo facilmente ritrovabili, in giro per l’Italia: da una “via Tasso” a Cologno Monzese (MI) ad una sovrapposizione di targhe a Pianezza (TO) dove le nuove metalliche composte con un pessimo carattere coprono in parte

le antiche molto belle, memoria storica di un paese. Per non parlare delle targhe tipo “via D. Alighieri” con “via Dante A.” Nella seconda parte della serata James ci ha fatto vedere alcune iscrizioni archigrafiche degli anni ’30 in tanti diversi stili tra le quali il bellissimo bastoni spaziato del Tribunale di Milano fatto dall’Arch. Marcello Piacentini e sempre dello stesso progettista le iscrizioni del Museo Nazionale di Reggio Calabria e del Palazzo INPS-Missori a Milano. Alcuni curiosi nessi tipografici trovati sulle lapidi del Cimitero Monumen-

tale di Milano ed altre iscrizioni dove si notavano i diversi posizionamenti, più orizzontali o più verticali, delle ‘S’ sinuose tipiche di quegli anni. In contrapposizione al bastoni di Piacentini per il Tribunale milanese, l’uso tridimensionale dello «Stop» di Aldo Novarese per il Tribunale di Napoli. Aldo non avrebbe mai ipotizzato tanto onore per un suo carattere “sperimentale e giocoso” utilizzato per un luogo tuttaltro che allegro. Terza parte della conferenza riguardava le insegne di negozi nate come puro lettering dipinto su fondo metallico

o dipinto sul verso di lastre di vetro ora sempre più diventate di materiale plastico, perdendo quella manualità artigianale che creava “opere” molto interessanti. Di queste tipologie di insegne James ci ha illustrato tre tipi differenti: Liberty, vernacolari (inteso come opere non professionistiche ma molto “libere e fuori da ogni regola compositiva”) e progetti grafici veri e propri. Interessanti sono le ricerche sulle vecchie insegne che stanno scomparendo o che, purtroppo sono già scomparse, ma che fortuna rimangono almeno come fotografie, come la “Latteria” di

Milano in zona via Zecca Vecchia e una oramai rarissima indicazione, sempre nel centro di Milano, di denominazione di “Contrada”. Sopravvivono ancora delle vecchie insegne come quella del negozio “Mutinelli” a Milano o di un cinema a Modena come pure di mosaici pedonali a Venezia per indicare ristoranti (un esempio illustrato è l’uso di un corsivo inglese per un ristorante storico veneziano la “Antica Carbonera”), in alcuni casi la sensibilità di alcuni negozianti fa sì che, nonostante il negozio venda altra merce o che abbia cambiata solo la

propietà, mantenga le insegne storiche come testimonianza culturale e storica del vissuto (l’insegna “Paracqua” o di una ex Farmacia trasformata in boutique ambedue in via Solferino a Milano ne è un esempio). Tra le tante insegne progettate che James ci ha fatto vedere ci sono stati alcuni esempi tra i quali l’uso un po’ particolare di una ‘H’ per il fast food Harnold di Pesaro dove la lettera è diventato il busto di un cameriere che serve un burger o i giochi di lettere in altri elaborati. Anche in questa categoria non man-

8. Mattia Bonanomi Le font e la città

M

ilano, così come molte città, è la dimostrazione di quanto sia rischioso lasciare la progettazione di un’insegna e la scelta della font appropriata al puro gusto personale. L’insegna, come un capo d’abbigliamento, deve essere studiata in funzione della situazione in cui va impiegata, al contesto ambientale e alla natura dell’esercizio stesso. Innumerevoli sono le insegne “fuori tema”, e anche le font che sembrano adattarsi a ogni situazione, in verità giocano un ruolo fondamentale. Mattia Bonanomi, art designer che ha completato i suoi studi al Central Saint Martins College of Art under Design di Londra, ha affrontato il tema della font legata alla città in modo molto attento, generando tre caratteri

tipografici chiamati Milano, Firenze (coming soon) e Roma. La creazione di questi caratteri rimanda ad un’attenta valutazione delle caratteristiche stilistiche che distinguono le diverse città. La scelta di rigorose forme geometriche per la creazione della font Milano mette in evidenza la chiarezza, la modernità e l’universalità che ben si addicono alla città meneghina. Lettere e simboli si presentano della stessa larghezza, senza contrasti e grazie, in ossequio ad una filosofia minimalista secondo la quale less is more. Per comprenderne la particolarità basta confrontarle col carattere Roma, dove la pulizia geometrica della forma non rinuncia a delicati virtuosismi. Si tratta di una font, quella di Roma,

che sembra conservare ancora qualcosa di umano, che trasmette empatia ed emozione; al contrario, la font Milano potrebbe apparire fredda e impersonale. E questa è forse la critica più diffusa che viene fatta alla stessa città di Milano, da tanti e per tante ragioni. Ma è la storia stessa di Milano a smentire questa leggenda metropolitana, una storia fatta di lavoro, di sacrificio che ha creato grandi fortune e anche di tanta solidarietà.

Font Milano

Font Roma

cano i “sotterfugi” come nel negozio di casalinghi dove la lettera ‘g’ è stata completamente posizionata sopra la linea di base. In chiusura di serata alcuni esempi di insegne esposte e di tombini di ghisa interessanti per alcuni accorgimenti per visualizzare, a seconda della forma del tombino stesso, gli acronimi di appartenenza.”


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Politecnico di Milano, Design della Comunicazione Preparazione Elaborato di Laurea (PEL) Prof. Francesco E. Guida, Andrea Braccaloni, Pietro Buffa, Alessandro Masserdotti Tesi di laurea: i marchi dei trasporti; identitĂ visiva di Hilky, compagnia di trasporti futuristici

I MARCHI DEI TRASPORTI IdentitĂ visiva di Hylki, compagnia di trasporti futuristici Federica M.C. Bruno

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Stage presso LikeMi Ideazione e realizzazione dell’invito per la mostra “The Sociable Side Technology” tenutasi alla Triennale di Milano dal 12 al 18 febbraio 2015

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G A T T INONI T R A V E L E X P E R IEN C E

Progetto realizzato presso The George Cliente: Gattinoni Mondo di Vacanze Junior Art director: Federica Bruno Realizzazione del nuovo catalogo viaggi

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T H E NE W H O R I Z ONS ENG L IS H L E A R NING F R A N C H ISE

Progetto realizzato presso The George Cliente: New Horizons English Junior Art director: Federica Bruno Realizzazione del nuovo layout per la brochure Learning Franchise

THE NEW HORIZONS ENGLISH LEARNING FRANCHISE



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B IO P L OSE T E A C O L L E C T ION

Progetto realizzato presso The George Cliente: Plose Junior Art director: Federica Bruno Realizzazione delle illustrazioni per le etichette della nuova collezione “Tea Collection� firmata Bio Plose

Guarda il progetto sul sito acquaplose.com



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A Q U A P L OSE GOU R M E T

Progetto realizzato presso The George Cliente: Plose Junior Art director: Federica Bruno Realizzazione delle illustrazioni per la nuova etichetta Aqua Plose Gourmet, frizzante e naturale, e upgrade della campagna (la scritta “aqua” è stata richiesta dal cliente). Fotografie delle bottiglie: Matteo Tranchellini (www.matteotranchellini.it) Guarda il progetto sul sito acquaplose.com



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IN D O | C A T รก L OGO D E s e rv i c i o S D IGI T A L ES

Progetto realizzato presso The George Cliente: Indo Junior Art director: Federica Bruno Realizzazione del catalogo di servizi digitali per gli ottici: una presentazione di pacchetti per la creazione di pagine web, strategie per il posizionamento nei motori di ricerca, analisi SEO, introduzione ai social network e altro ancora.



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INTERACTION DESIGN


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T H E ENE R G Y D A T A V ISU A L I Z A T ION

Politecnico di Milano, Design della Comunicazione Corso di Scenari del Design e Nuove Tecnologie Prof. Paolo Ripamonti Infografica animata sul consumo di energia rinnovabile in vari continenti

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pr e s e n taz i o n e i n t e ratt i va p e r z i ll i

Stage presso A. World Productions Disegni per presentazione progetto e-commerce Art director: Filippo Piantanida Idea creativa: A. World Productions Software utilizzato per l’animazione: PREZI Illustrazioni realizzate con Photoshop


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V ISU A L P E R la m o s tra d e r e r u m c u ra

Stage presso A. World Productions Realizzazione tavola grafica per presentazione progetto di mostra Art director: Filippo Piantanida Idea creativa: A. World Productions Realizzazione di una tavola visuale per la mostra De Rerum Cura


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Progetto realizzato presso The George Cliente: The George Junior Art director: Federica Bruno Realizzazione del layout del sito web dell’agenzia

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A NN A B E L L A P A V I A

Progetto realizzato presso The George Cliente: Annabella Pavia Junior Art director: Federica Bruno Realizzazione del sito Internet cinese

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Progetto realizzato presso The George Cliente: INDO Junior Art director: Federica Bruno Realizzazione del layout del nuovo sito web

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Progetto realizzato presso The George Cliente: Vittoria Assicurazioni Junior Art director: Federica Bruno Realizzazione della grafica della newsletter per promuovere la nuova app “MyVittoria�

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P o rtf o l i o d i f e d e r i ca br u n o Graphic Designer, Digital/Freehand Comic Artist, illustrator

• Data di nascita: 14 ottobre 1991 • Via G. Carducci 15, Cambiago, 20040, Milano (Italy) • Maturità artistica presso Liceo artistico Preziosissimo Sangue di Monza • Laurea triennale in Design della Comunicazione (Politecnico di Milano) • Diploma di Progettazione Web (IED, Istituto Europeo di Design) • Patente B (automunita) • +39 351 871 1780 • Altre lingue: inglese (professionale); spagnolo (B2)

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Federica M.C. Bruno

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