La prostituzione nesta emilio 3a

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Con il termine prostituzione si indica l'attività di chi offre prestazioni sessuali, dietro pagamento di un corrispettivo in denaro. L'attività, fornita da persone di qualsiasi orientamento sessuale, può avere carattere autonomo, professionale, abituale o saltuario. Strettamente legato alla prostituzione è il suo sfruttamento, o lenocinio, praticato per trarre profitto dall'attività di chi offre il servizio, da parte di persone che generalmente si presentano come protettori, o "lenoni". Inoltre vi sono altre figure legate al fenomeno della prostituzione per cui può configurarsi, al posto dello sfruttamento vero e proprio, il reato di favoreggiamento. La prostituzione nel mondo è regolamentata giuridicamente in modo estremamente variegato: passando da società che contemplano una legalizzazione completa, ad altre che ne reprimono lo svolgimento per mezzo della pena di morte.


Due fenomeni caratterizzano questo aspetto perverso della globalizzazione che va sotto il nome di mercato del sesso, controllato sia dalle organizzazioni cri-minali che dagli Stati. 1. Il primo è la forte crescita del traffico di esseri umani destinati ad alimentare il mercato della prostituzione, traffico che prospera grazie alle disparità economiche fra donne e uomini e fra le diverse regioni del mondo: si stima che 0,5 milioni di donne e bambini destinati alla prostituzione, raggiungano ogni anno l’Europa occidentale, provenienti dall’Asia e dall’Europa centrale e orientale. Spesso le ragazze vengono ingannate con la promessa di un lavoro e poi costrette a prostituirsi; a volte le famiglie stesse vendono un figlio sapendo che finirà a prostituirsi; molto spesso donne e bambini vengono rapiti per finire nel mercato del sesso. L’epidemia di AIDS, poi, aumenta la domanda di prostitute sempre più gio-vani, perché i clienti esigono dei partner non contaminati. 2. Il secondo è l’aumento del turismo sessuale, che permette ai clienti occidentali di raggiungere luoghi esotici dove possono approfittare di prezzi irrisori, dell’anonimato, della povertà e della sottomissione di donne e bambini, che per la loro origine e condizione sono ancora più facilmente considerati non come esseri umani ma come semplici oggetti sessuali. Da tutto ciò risulta che la prostituzione è un fenomeno complesso, non riducibile a un fatto individuale, ma strettamente legato alle strutture di potere e all’economia, e che riflette le relazioni disparitarie fra uomini e donne, adulti e bambini, Paesi ricchi e Paesi poveri.


PROBLEMI ETICI Con l’eccezione di coloro che vorrebbero attribuirle una funzione sociale (certi “bisogni” vanno pur soddisfatti), o giustificarla sulla base della sua costante storica (è il mestiere più antico del mondo), la prostituzione è da tutti ritenuta moralmente e umanamente inaccettabile. Annullando la dimensione affettiva e relazionale, infatti, non solo priva l’atto sessuale del suo senso esistenziale profondo (l’amore e il sostegno reciproci e la procreazione), ma trasforma la persona stessa in un oggetto, anonimo e intercambiabile, privandola del riconoscimento di quell’identità che imporrebbe una relazione di rispetto e di libertà.


La condanna però non può prescindere da una riflessione sulla responsabilità: a volte anzi, prima di chiedersi se un comportamento è moralmente lecito, bisogna verificare che non sia l’unica possibilità per la persona che lo ha adottato, perché una scelta obbligata, fatta in mancanza di reali alternative, ha un significato diverso per chi la compie e per chi la giudica. Questo non significa che deve mutare il giudizio di condanna, ma piuttosto che per risvegliare la coscienza morale, vanno prima risolti i problemi concreti. Nel caso di chi si prostituisce, spesso qualcun altro o qualcos’altro decide per chi poi si trova sul marciapiede: la necessità economica, il degrado sociale e culturale, la mancanza di scrupoli di chi, magari egli stesso vittima di ambienti disagiati, sfrutta queste situazioni. Diverse sono le considerazioni circa le responsabilità di chi sfrutta donne e bambini per accumulare enormi guadagni e dei clienti che l’opinione comune vuole innocenti e che si concedono il diritto alla più totale irresponsabilità, mentre è per loro che è organizzata la prostituzione. Gli esseri umani non sono merci, i loro corpi non possono essere venduti e acquistati: di fronte alla mercificazione crescente bisogna avere il coraggio di condannare e combattere una mentalità che fa del sesso uno strumento di potere e di profitto e di ripristinare una morale sessuale rispettosa della persona umana.


La prostituzione sacra Un tipo particolare di prostituzione è la prostituzione sacra, corrente in alcune religioni antiche, soprattutto semitiche. Era forse già praticata dai Sumeri, certamente lo fu in Babilonia fin dai tempi di Hammurabi e fra i Fenici. La si ritrova poi in Asia minore, collegata al culto della Magna Mater e in Grecia, con quello di Afrodite. Praticamente il fenomeno è circoscritto alle popolazioni del bacino del Mediterraneo. Nella prostituzione sacra si combinano variamente motivi religiosi, magici, e sessuali: con l’andar del tempo questi finiscono col prevalere e la componente religiosa del rito svanisce del tutto. All’origine la prostituta funge da personificazione della dea della fecondità, di cui in qualche modo, nel raptus sessuale, sprigiona le energie vitali: l’unione con la prostituta introduce nel mistero della procreazione e può valere sia come esperienza “mistica”, sia come atto propiziatorio. La prostituzione sacra si diffuse anche in Israele ma fu violentemente combattuta dai profeti, in particolare Osea ed Ezechiele. In effetti, secondo il pensiero biblico, tutta la sfera sessuale della vita ed il mistero della procreazione non hanno in sé nulla di divino. Sono realtà create; tra loro e Dio vi è l’infinita differenza qualitativa che intercorre fra Creatore e creatura. Nessuna esperienza sessuale, comunque inquadrata, può in alcun modo introdurre nel mistero di Dio o anche solo avvicinarsi ad esso.


PROSTITUZIOE NELLA RELIGIONE CRISTIANESIMO: Nell'Antico Testamento la prostituzione è citata molte volte, nella quasi totalità dei casi in un contesto di riprovazione. Viene sempre presentata come peccato o motivo di vergogna e la prostituzione sacra viene esplicitamente vietata nel Deuteronomio e deprecata in Osea. Viene utilizzata spesso come metafora del cattivo comportamento del popolo d'Israele, in particolare in Osea, che, per ordine divino, sposò una prostituta come simbolo dell'amore tradito di Dio per il suo popolo e della possibilità per quest'ultimo di redimersi. Del tutto particolare la vicenda della prostituta Raab, che a Gerico nascose e protesse gli emissari di Giosuè. Per questo venne risparmiata dagli Israeliti e portata ad esempio da San Paolo nella Lettera agli Ebrei fra coloro che si salvarono per fede. Nel Nuovo Testamento permane la condanna della prostituzione, che viene citata anche come causa di rovina nella parabola del figliol prodigo. Accanto a questo emerge la possibilità di redenzione per chi ha creduto, esposta con chiarezza nell'affermazione Il perdono ad una prostituta viene effettivamente praticato da Cristo nell'episodio della peccatrice penitente. Anche se non è confermato dagli studi biblici, questa figura viene identificata tradizionalmente con Maria di Màgdala, o Maria Maddalena, divenuta simbolo del pentimento.


INDUISMO: Nell’induismo la sessualità è finalizzata alla procreazione e all’armonia della coppia, e va vissuta solo all’interno del matrimonio. CONFUCIANESIMO: Confucio non condannava la prostituzione, almeno dal punto di vista del maschio che poteva usufruirne a suo piacimento. Del resto le donne nel confucianesimo antico non solo non potevano esprimere un punto di vista, ma neanche averlo. ISLAMISMO: Tutti i rapporti sessuali al di fuori del matrimonio sono proibiti, in particolare il rapporto con le prostitute. Per evitare il rischio di non riuscire a controllare il desiderio sessuale, è fortemente raccomandato il matrimonio. EBRAISMO: Nell’ebraismo, la prostituzione è proibita perché favorisce l’adulterio. Un figlio nato da una relazione con una prostituta è ritenuto un “bastardo” e non può celebrare un matrimonio ebraico BUDDHISMO: La prostituzione, vesiya, è condannata perché è un comportamento sessualmente impuro, contraria alla disciplina religiosa che vieta lo sfruttamento di un’altra persona.


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