GLI INTERVENTI DI CONSERVAZIONE E INCREMENTO DELLA BIODIVERSITÀ AREA MARINA PROTETTA E RISERVA NATURALE DELLO STATO DI TORRE GUACETO
VERSIONE 02 AGGIORNAMENTO 26 APRILE 2010
Registrazione n° I-000412 per il seguente campo applicativo: Gestione di Area Marina Protetta - Codice NACE dell’attività: 75.1 – 92.5 Migliorare continuamente le prestazioni ambientali è un obiettivo che comporta un impegno significativo, da rafforzare di giorno in giorno attraverso l’impiego di risorse umane, tecniche ed economiche adeguate rispetto ai principi che il Consorzio di Gestione dell’AMP di Torre Guaceto ha fatto propri con l’adozione della Politica Ambientale.
Sede amministrativa: Via S. Anna 6 72012 Carovigno (Brindisi) Tel. 0831 990882 Fax 0831 994916 e-mail: segreteria@riservaditorreguaceto.it sito internet: www.riservaditorreguaceto.it P.IVA: 01918280742
Centro Visite: Borgata Serranova Tel/Fax 0831 989885 -989986 e-mail: info@riservaditorreguaceto.it
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Premessa Il Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, fin dalla sua nascita, ha indirizzato il suo impegno verso la conservazione e la protezione dell’ambiente e delle risorse naturali, dando contemporaneamente agli abitanti e alle attività locali un’opportunità di sviluppo. Il territorio di Torre Guaceto è inserito all’interno di Rete Natura 2000 per la presenza del SIC IT9140005 (Torre Guaceto e Macchia San Giovanni) ai sensi della Direttiva 92/43/CE e della ZPS IT9140008 (Torre Guaceto), ai sensi della Dir. 79/409/CE. La complessità del territorio è evidenziata dalla presenza di un’Area Marina Protetta e di una Riserva Naturale dello Stato. I confini delle 4 tipologie di aree protette si sovrappongono, creando un mosaico che, a dispetto delle sue limitate estensioni territoriali, circa 3.500 ha, rappresenta un hot spot importante per la conservazione della biodiversità dell’ecoregione mediterranea. All’interno sono reperibili 3 habitat prioritari: •
Lagune costiere
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Steppe salate
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Dune costiere con Juniperus spp.
Inoltre, all’interno del SIC Torre Guaceto, nella parte marina, è individuabile un altro habitat prioritario, PRATERIE DI POSIDONIE (Posidonia oceanica). Nel corso degli anni l’attività di governance da parte del Soggetto Gestore, costituito dal Comune di Brindisi, dal Comune di Carovigno e dall’Associazione WWF Italia ONLUS, ha ricevuto numerosi riconoscimenti a livello internazionale divenendo un’AMP registrata secondo il Regolamento 761/01/CE EMASII e inclusa all’interno del protocollo “ Aree specialmente protette di importanza mediterranea” (ASPIM), programma “ Mediterranean Action Plan”, uno dei protocolli tecnici previsti dalla Convenzione di Barcellona per la protezione Mediterraneo.
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Sommario Premessa ....................................................................................................................................................... 3 Processi di pianificazione in atto ................................................................................................................... 7 Estensioni dei confini amministrativi dei livelli di protezione presenti ......................................................... 9 Principali attività realizzate e risultati raggiunti a sostegno della biodiversità ........................................... 11 Annualità 2004 – Restauro e ripristino di habitat costieri – Azione Pilota con tecnologia innovativa di conservazione in situ ed ex situ ............................................................................................................... 11 AM.JO.WE.L.S. (Adriatico Meridionale & Jonio Wet Lands System). Annualità 2005/2008 Realizzazione Chiaro d’acqua e manutenzione specie esotiche .................................................................................... 12 Annualità 2006/2008 HABI.COAST Azioni di tutela di habitat prioritari costieri di Torre Guaceto ........ 13 Annualità 2006 - Aumentare l’areale naturalistico delle aree protette .................................................. 15 Annualità 2006-2007 Sostegno della biodiversità faunistica – Reintroduzione della Testudo hermanni ................................................................................................................................................................. 16 Annualità 2008 - Intervento di riqualificazione selvicolturale della pineta costiera soggetta ad erosione sita all’interno della “Riserva dello Stato di Torre Guaceto”................................................................... 17 Annualità 2009 – interventi urgenti per l’antincendio boschivo all’interno della Riserva di Torre Guaceto ................................................................................................................................................... 18 Attività di governance ................................................................................................................................. 19 Monitoraggio stato ecologico e fattori di pressione su habitat .............................................................. 19 Pesca sostenibile ..................................................................................................................................... 21
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Processi di pianificazione in atto
AREA PROTETTA
NORMATIVA DI RIFERIMENTO
STRUMENTO DI GESTIONE INDIVIDUATO
Area Marina Protetta Torre Guaceto
Articolo 8 Decreto interministeriale 4 dicembre 1991 Istituzione della riserva naturale marina denominata "Torre Guaceto" (G.U. della Repubblica Italiana n. 115 del 19 maggio 1992)
Regolamento di Esecuzione ed Organizzazione
Riserva Naturale dello Stato
Articolo 5 Decreto MINISTERO DELL'AMBIENTE 4 FEBBRAIO 2000. Istituzione della riserva naturale statale denominata «Torre Guaceto».
Piano di Gestione e Regolamento Attuativo
Riserva Naturale dello Stato Piano Antincendio Boschivo
Articolo 8 Legge 21 novembre 2000, n. 353 "Legge-quadro in materia di incendi boschivi" G.U. n. 280 del 30 novembre 2000
Piano di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi
GRADO DI APPROVAZIONE
Proposto
MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE - DECRETO 26 gennaio 2009 Approvazione del regolamento di esecuzione ed organizzazione dell'area marina protetta «Torre Guaceto». (GU n. 42 del 20-22009) Proposto MATTM prot 936/F/ del 28/06/2006
Acquisito parere favorevole Regione Puglia
DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 29 dicembre 2007, n. 2247
Approvato
Approvato
Direttiva 92/43/CE
SIC Torre Guaceto e Macchia San Giovanni
Articolo 4 Decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n.357 così come modificato dal D.P.R. 12 marzo 2003 n. 120. (G.U. n. 124 del 30.05.2003)
RIFERIMENTO NORMATIVO
Approvato Piano di Gestione Adottato
DECRETO MATTM 28 dicembre 2009 Adozione dei Piani antincendi boschivi (piani AIB) delle riserve naturali statali «Saline di Margherita di Savoia», «Masseria Combattenti», «Il Monte», «Murge Orientali», «Stornara», «Le Cesine» e «Torre Guaceto» presenti nel territorio della regione Puglia, con periodo di validita' 2007-2011. (10A00593) (GU n. 17 del 22-1-2010 ) DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 29 dicembre 2007, n. 2247 DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 26 aprile 2010, n. 1097
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Estensioni dei confini amministrativi dei livelli di protezione presenti
AREA PROTETTA
NORMATIVA DI RIFERIMENTO
Area Marina Protetta Torre Guaceto
Decreto interministeriale 4 dicembre 1991 Istituzione della riserva naturale marina denominata "Torre Guaceto" (G.U. della Repubblica Italiana n. 115 del 19 maggio 1992)
Riserva Naturale dello Stato
Decreto MINISTERO DELL'AMBIENTE 4 FEBBRAIO 2000. Istituzione della riserva naturale statale denominata «Torre Guaceto».
ESTENSIONE ORIGINARIA
ESTENSIONE ATTUALE DEFINITIVA O IN PROPOSIZIONE
ZPS Guaceto
Torre
DECRETO MATTM 3 luglio 2008 (Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 184 del 7-8-2008) Primo elenco aggiornato dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica mediterranea in Italia, ai sensi della direttiva 92/43/CEE.
MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO DECRETO 25 marzo 2005 Elenco delle Zone di protezione speciale (ZPS), classificate ai sensi della direttiva 79/409/CEE.
VARIAZIONE
Totale: 2.212,78 ha Zona A: 184,60 ha Zona B: 161,04 ha Zona C: 1.867,13 ettari
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Totale: 1.114,00 ha
Totale: 1.154,17 ha (proposto)
Totale: 250,65 ha
Totale: 318,86 ha
Totale: 547,97 ha
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Direttiva 92/43/CE
SIC Torre Guaceto e Macchia San Giovanni
NORMATIVA DI RIFERIMENTO
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Proposta (prot 936/F/ del 28/06/2006) riperimetrazione in Piano di gestione quinquennale della riserva naturale statale di Torre Guaceto e del S.I.C. “Torre Guaceto e Macchia S.Giovanni” (IT9140005) DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE del 01/08/2008 n. 1465 S.I.C. "Torre Guaceto e Macchia S. Giovanni" (IT9140005). Richiesta di ampliamento deiconfini. Parere della Regione Puglia. Decreto 30 marzo 2009 Secondo elenco aggiornato dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografia mediterranea in Italia ai sensi della direttiva 92/43/CEE. (GU n. 95 del 24 aprile 2009, S.O. n.61)
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+ 40 ha (+3,6%)
+ 68,21 ha (+27%)
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Principali attività realizzate e risultati raggiunti a sostegno della biodiversità Annualità 2004 – Restauro e ripristino di habitat costieri – Azione Pilota con tecnologia innovativa di conservazione in situ ed ex situ OBIETTIVI GENERALI DEL PROGETTO
restauro di sistemi costieri in erosione attraverso il recupero e la valorizzazione del germoplasma in situ.
PROVENIENZA DEL FINANZIAMENTO
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare – Direzione Protezione della Natura
Il progetto ha come obiettivo finale la promozione di interventi per la tutela e la valorizzazione ambientale, in particolare il restauro di sistemi costieri in erosione attraverso il recupero e la valorizzazione del germoplasma in situ. La zona oggetto dell’intervento si presentava fortemente degradata a causa dell’azione antropica. La continuità del cordone dunale risultava interrotta in più punti; varchi aperti artificialmente dal continuo passaggio dei bagnanti avevano determinato punti di innesco di processi erosivi, con conseguente formazione di grosse soluzioni di continuità nel sistema dunale per l’azione del vento. L’area retrodunale si presentava in parte surrenata e per larghi tratti a suolo eccessivamente compattato per il continuo passaggio di uomini e mezzi. Per il riassetto del sistema dunale preso in considerazione sono stati proposti e realizzati: il restauro del cordone dunale Ricostruzione di ambiente dunale con ed il ripristino dell’area retrodunale umida. Il primo obiettivo è eliminazione di punti di discontinuità OBBIETTIVI stato raggiunto attraverso la chiusura degli ampi varchi responsabili dell’aumento della vulnerabilità preesistenti e con tecniche innovative che consentissero di all’erosione rispettare la natura “organogena” dei cordoni dunali costieri. Superficie interessata dall’intervento di 2 In tal modo sono stati innescati i processi evolutivi della ricostituzione dunale: 8.000 m vegetazione e favorito lo sviluppo della normale sequenza Numero di specie introdotte: 16 spaziale delle associazioni vegetali, procedendo dalla battigia RISULTATI Numero di plantule piantate: 5.000 verso l’entroterra. Un opportuno rimodellamento morfologico dell’area retrodunale ha permesso di ricreare le condizioni Ricostruzione e modellamento del 7% della sua estensione attuale di 11,55 ha ecologiche idonee allo sviluppo di piante di ambiente retrodunale umido e sub-umido. di ripristinare le tipologie di vegetazione caratteristiche di questo habitat e, quindi, di raggiungere il secondo obiettivo. Le azioni per il restauro del cordone dunale ed il ripristino della vegetazione retrodunale sono state articolate in più fasi: HABITAT TARGET
DUNE COSTIERE CON JUNIPERUS SPP. (2250*)
Fase 1: Raccolta in loco del materiale vegetale di propagazione (semi o parti di piante). Il materiale vegetale di propagazione è stato raccolto in forma e modi diversi a seconda della specie e della successiva tecnica di reintoduzione. Fase 2: Selezione, analisi, stoccaggio ex situ e riproduzione del materiale vegetale nella Banca del Germoplasma. I semi prelevati sono stati selezionati, analizzati in laboratorio e stoccati temporaneamente in celle con condizioni di temperatura e umidità controllate. Per le parti di piante prelevate e destinate alla riproduzione agamica, sono stati messi a punto specifici protocolli per la riproduzione e lo stoccaggio. Fase 3: Modellamento fisico del corpo della duna. Prima di procedere al modellamento del cordone dunale, sull’intera area di intervento è stato recuperato tutto il materiale vegetale presente, fino a una profondità di 70-80 cm, rimuovendo e setacciando la sabbia, che è stata temporaneamente stocca. Successivamente, è stato modellato il corpo della duna con materiale recuperato in situ e infine ricoperto con la sabbia precedentemente stoccata per formare uno strato adatto allo sviluppo della vegetazione. Il versante mare del corpo della duna è stato poi fissato mediante l’impiego di biostuoia e paletti di castagno per garantire la stabilità della sabbia fino al completo sviluppo della vegetazione. Fase 4: Reintroduzione in situ del materiale vegetale. Tutto il materiale vegetale di propagazione conservato temporaneamente ex situ nella Banca del Germoplasma, oltre quello raccolto al momento del modellamento del corpo della duna, è stato re introdotto in situ mediante semina precedente alla posa in opera della biostuoia e piantumazione. Il reimpianto delle specie è stato eseguito rispettando la naturale sequenza spaziale delle associazioni vegetali caratteristiche dei sistemi dunali.
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AM.JO.WE.L.S. (Adriatico Meridionale & Jonio Wet Lands System). Annualità 2005/2008 Realizzazione Chiaro d’acqua e manutenzione specie esotiche PROVENIENZA DEL FINANZIAMENTO
PROGRAMMA DI INIZIATIVA COMUNITARIA INTERREG III A – ITALIA – ALBANIA 2000-2006 Asse II – Misura 2.1 – Tutela e valorizzazione ambientale - Azione 2 Azioni di valorizzazioni di Aree Umide di particolare valore ambientale con allestimento ed implementazione di modelli e strumenti di gestione delle risorse ambientali, scambi di esperienza, collegamenti in rete Definizione e implementazione del piano di gestione unico di tutti i siti interessati dalle attività di progetto
OBIETTIVI GENERALI DEL PROGETTO
Interventi di conservazione degli habitat e delle specie Esecuzione di lavori di recupero di aree naturali, di opere inerenti sentieri e altre infrastrutture leggere, di lavori di pulizia e rifunzionalizzazione dei bacini e delle aree umide Creazione di nuove imprenditorialità e spin-off
EVENTUALI PARTNER PRESENTI
per la parte italiana: Provincia di Brindisi, Provincia di Bari, Provincia d Lecce, Comune di Brindisi, Comune di Carovigno, Comune di Lecce, Comune di Nardo’, Comune di Ostuni, Comune di Vernole, Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari, Università degli Studi di Lecce. per la parte albanese: Ministero dell’Ambiente, Regione di Durazzo, Regione di Valona, Comune di Saranda, Agenzia di Sviluppo Teuleda di Scutari, Istituto di Ricerca Biologica – Accademia delle Scienze dell’Albania di Tirana, Università degli Studi di Tirana – Orto Botanico.
Il principale obiettivo del progetto è stato la tutela e valorizzazione delle zone umide e dei connessi ambienti dunali transfrontalieri apuloalbanesi, mediante la creazione di un “sistema costiero integrato adriatico-albanese”, basato su una rete di 6 siti pugliesi delle Province di Brindisi e Lecce e 10 siti albanesi, che abbracciano nel complesso una fascia di territorio costiero di oltre 250 km per la Puglia e l’intera costa dell’Albania. HABITAT TARGET
LAGUNE COSTIERE CODICE (1150*)
OBBIETTIVI
Ripristino habitat lagune costiere 33 specie avifauna censite tra il luglio 2008 e il giugno 2009, di cui 11 in Dir. Uccelli, 16 in Lista Rossa e 19 Lista SPEC
RISULTATI
1451 individui appartenenti alle specie individuate censiti tra il luglio 2008 e il giugno 2009 l’aumento della superficie dell’habitat del 144%. per una estensione di 9.000 m2
Nell’ambito del progetto è stato realizzato un intervento finalizzato alla rifunzionalizzazione di una parte del canneto, con la creazione di un chiaro d’acqua per favorire la presenza dell’avifauna e per migliorare il sistema ecologico della zona umida, eliminando in punti localizzati i fenomeni di interramento. La localizzazione dell’intervento è scaturita da un’analisi sulle curve di livello e la situazione del reticolo idrografico, permettendo un afflusso di acqua nei periodi piovosi tale da evitare situazioni di isolamento idrico con il sistema zona umida. Tale intervento ha comportato l’acquisizione al patrimonio del Comune di Brindisi delle
aree individuate per la realizzazione dell’intervento. L’altro intervento naturalistico è stato l’eliminazione di specie vegetali alloctone, introdotte con rimboschimenti di numerose specie esotiche completamente estranee all’ambiente naturale locale, in competizione con le specie autoctone. Pertanto si è proceduto con l’eliminazione selettiva degli individui esotici attraverso taglio del tronco e rimozione del ceppo e del relativo apparato radicale, in un’area di circa 1 ettaro dell’habitat di interesse regionale RIMBOSCHIMENTI.
HABITAT TARGET
FORESTE DI Quercus ilex E Quercus rotundifolia (9340)
OBBIETTIVI
conversione nel medio e lungo periodo dell’area di intervento da habitat di interesse regionale RIMBOSCHIMENTI nell’habitat di interesse comunitario FORESTE DI Quercus ilex E Quercus rotundifolia
RISULTATI
Superficie interessata dall’intervento: 1.016 ettari incremento del 10% della superficie attuale dell’habitat (9,91 ha)
Nell’ambito delle attività di governance, il progetto ha definito un piano di gestione unico di tutti i siti interessati dalle attività di progetto, attraverso un’analisi dei descrittori biologici dello stato ecologico degli ecosistemi di transizione selezionati in accordo alla WFD e una definizione delle attività compatibili e dei livelli di tutela; linee guida per la conservazione ed uso sostenibile dei siti;
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Annualità 2006/2008 HABI.COAST Azioni di tutela di habitat prioritari costieri di Torre Guaceto PROVENIENZA DEL FINANZIAMENTO
LIFE II Natura
OBIETTIVI GENERALI DEL PROGETTO
Il progetto si è proposto la salvaguardia degli habitat presenti Sito di Importanza Comunitaria “Torre Guaceto e Macchia S. Giovanni” con la contestuale riduzione delle minacce che insidiano tale ambito di eccezionale valore naturalistico. Il progetto ha agito in modo integrato per ridurre il degrado interessando, con modalità ed intensità diverse, gli habitat presenti.
EVENTUALI PARTNER PRESENTI
Università di Lecce – Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali, Comune di Carovigno, Comune di Brindisi, Regione Puglia – Assessorato Ambiente, Regione Puglia – Ispettorato Ripartimentale delle Foreste di Brindisi, CODRA Mediterranea srl, Provincia di Brindisi
Il progetto si è proposto la salvaguardia degli habitat presenti Sito di Importanza Comunitaria “Torre Guaceto e Macchia S. Giovanni” con la contestuale riduzione delle minacce che insidiano tale ambito di eccezionale valore naturalistico. Il progetto ha agito in modo integrato per ridurre il degrado interessando, con modalità ed intensità diverse, gli habitat presenti. Nelle aree dunali dove il Consorzio da tempo ha avviato una politica di controllo della frequentazione turistica, si è voluto prevenire l’allargamento delle aree degradate garantendo l’efficienza ecologica dei popolamenti vegetali presenti. Nelle aree boscate residue l’obiettivo è consistito nell’arrestare l’impoverimento della composizione e della struttura dei popolamenti, migliorandone la stabilità e la capacità di autoriprodursi, anche mediante l’eliminazione delle specie introdotte artificialmente negli anni passati (come Pinus halepensis e Tamarix africana). Altro obiettivo specifico del progetto è stato la riduzione dell’erosione degli habitat prioritari a causa delle attività agricole presenti nelle aree contermini, con l’acquisizione di terreni e la loro successiva rinaturalizzazione. Per garantire la tutela dell’integrità genetica delle popolazioni locali, tutto il materiale vegetativo utilizzato negli interventi è stato di origine locale. Al fine di sviluppare un ampio consenso della collettività verso la Riserva Naturale e le azioni di tutela intraprese, il progetto si è posto l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e i gruppi di interesse locali, consentendo anche di ridurre la pressione antropica che genera effetti di disturbo.
Per contrastare la pressione agricola e per aumentare l’estensione delle aree naturali mediante la realizzazione di specifici interventi di HABITAT TARGET naturalizzazione sono stati acquistati 10,11 ettari di terreni agricoli presenti all’interno della Riserva. Le OBBIETTIVI aree agricole acquistate sono state naturalizzate attraverso l’impianto di specie tipiche dell’habitat boscaglia a Quercus ilex. Il processo di naturalizzazione porterà nel tempo ad un notevole ampliamento della lecceta esistente che, in tal RISULTATI modo, raddoppierà la propria estensione. L’intervento ha previsto l’impianto di specie arboree ed arbustive, riprodotte a partire da ecotipi autoctoni, coltivate presso vivai regionali e piantumate, dopo circa 2 anni, nel periodo autunnale.
FORESTE DI Quercus ilex E Quercus rotundifolia (9340) Naturalizzazione di aree destinate all’agricoltura, previo acquisto e destinazione permanente alla salvaguardia della natura Acquisto e destinazione a conservazione della natura di 10,11 ettari Piantumazione di 11.000 piantine di 6 specie nelle aree acquistate, con una percentuale media di sostituzione di circa il 35% un incremento del 102% della sua estensione attuale di 9,91 ha
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HABITAT TARGET
DUNE COSTIERE CON JUNIPERUS SPP. (2250*)
OBBIETTIVI
Ricostruzione di ambiente dunale con eliminazione di punti di discontinuità responsabili dell’aumento della vulnerabilità all’erosione Superficie interessata dall’intervento di ricostituzione dunale: 8.000 m2
RISULTATI
Numero di specie introdotte: 16 Numero di plantule piantate: 5.000
In un’area dunale particolarmente compromessa di circa 8.000 m2 si è realizzato un intervento di ricostruzione dell’ambiente dunale. L’intervento ha previsto un modellamento superficiale della parte di duna in regressione ed il successivo consolidamento tramite l’impiego di materiale inerte e vegetativo (radici, rizomi, semi) e la copertura con una biostuoia di cocco biodegradabile. L’intervento è stato localizzato in corrispondenza della località Punta Penna Grossa, nella porzione centrale dell’omonima spiaggia.
Ricostruzione e modellamento del 7% della sua estensione attuale di 11,55 ha
HABITAT TARGET
FORESTE DI Quercus ilex E Quercus rotundifolia (9340)
OBBIETTIVI
conversione nel medio e lungo periodo dell’area di intervento da habitat di interesse regionale RIMBOSCHIMENTI nell’habitat di interesse comunitario Superficie interessata dal diradamento delle pinete: 22,2 ha
RISULTATI
Numero di specie introdotte: 7
Gli interventi forestali hanno interessato i boschi di Pinus halepensis e un ceduo invecchiato di Quercus ilex., oltre le formazioni di Tamarix africana e i rimboschimenti di Myoporum tenuifolium, Eucaliptus globulus, Acacia spp.. L’azione è stata calibrata per ricreare una composizione più naturale e ripristinare formazioni coerenti con le caratteristiche ecologiche del sito.
Nel soprassuolo costituito da Pinus halepensis si è effettuato un diradamento ed una piantumazione di piante arbustive e arboree (Quercus ilex). Si è voluto in tal modo aumentare la diversità floristica della futura lecceta accelerando notevolmente i tempi rispetto ad una ricolonizzazione spontanea. Numero di plantule piantate: 15.000, con attecchimento del 35%
Gli interventi sono stati accompagnati da azioni di manutenzione necessarie per garantire il successo dell’intervento (es. soccorso idrico nel periodo estivo e alle operazioni di pulizia dalle infestanti). Attraverso la conversione delle formazioni di Tamarix africana in macchia mediterranea si è contribuito ad aumentare la biodiversità e il grado di naturalità dei popolamenti forestali riducendone il degrado. L’intervento è consistito nel progressivo e graduale taglio degli individui di Tamarix africana e nella loro sostituzione con specie tipiche delle formazioni a macchia mediterranea quali Pistacia lentiscus e Phyllirea latifolia, riprodotte utilizzando ecotipi autoctoni. L’intervento ha interessato l’area dell’ex campeggio, ubicata in prossimità del cordone dunale a sud-est di Punta Penna Grossa e i due rimboschimenti localizzati in prossimità del limite meridionale di detto cordone. Anche altre specie esotiche introdotte in passato con i rimboschimenti, come ad esempio Myoporum tenuifolium, Eucaliptus globulus, Acacia spp., sono state oggetto di interventi di contenimento e di eliminazione.
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Annualità 2006 - Aumentare l’areale naturalistico delle aree protette PROVENIENZA DEL FINANZIAMENTO
PROGRAMMA LEADER+ - GAL ALTOSALENTO
OBIETTIVI GENERALI DEL PROGETTO
Tutela e qualificazione delle risorse naturali all’interno dell’area Leader del GAL Alto Salento
EVENTUALI PARTNER PRESENTI
Comune di Carovigno – GAL ALTOSALENTO
Il progetto ha avuto come obiettivo un’azione di riqualificazione di habitat compromessi all’interno dell’area protetta, inserita nell’Area Leader Alto Salento, attraverso una serie coordinata di interventi. L’intervento di selvicolturali sono stati realizzati su un soprassuolo costituto da Pinus halepensis per una estensione di 2 ettari, al fine di ricreare una composizione più naturale e ripristinare formazioni coerenti con le caratteristiche ecologiche del sito. L’intervento è consistito nel progressivo diradamento della pineta artificiale e nella sua sostituzione con il bosco di Quercus ilex mediante l’impianto di piantine acquistate presso il vivaio dell’Ispettorato Ripartimentale delle Foreste della Regione Puglia. Sono state messe a dimora circa 500 piantine di Quercus Ilex e 500 piantine di Myrtus communis, Phillyrea latifolia, Pistacia lentiscus e Rhamnus alaternus. Gli interventi di naturalizzazione hanno interessato una superficie di 2,5 ettari, dove sono state impiantate 300 piantine di Quercus Ilex e 1.700 piantine di Arbutus Unedo, Myrtus communis, Phillyrea latifolia, Pistacia lentiscus e Rhamnus alaternus per ettaro. Le piantine sono state ottenute da ecotipi autoctoni mediante raccolta dei semi presso la riserva o ambienti simili localizzati entro un raggio di cinquanta chilometri
HABITAT TARGET
OBBIETTIVI
FORESTE DI Quercus ilex E Quercus rotundifolia (9340) conversione nel medio e lungo periodo dell’area di intervento da habitat di interesse regionale RIMBOSCHIMENTI nell’habitat di interesse comunitario. Realizzazione di un corridoio ecologico di 1,5 ettari a congiungere il comparto agricolo (zona di alimentazione) con il comparto naturale (zona di rifugio) Superficie interessata dal diradamento delle pinete: 6 ha
RISULTATI
In queste zone per facilitare lo spostamento di vertebrati tra l’area a monte a quella a valle della S.S. 379 e viceversa è stata realizzata una fascia arbustiva in corrispondenza delle due complanari e tra queste e la superstrada; sono state messe a dimora 500 piantine di Arbutus Unedo e 500 piantine di Myrtus communis, Phillyrea latifogliae Pistacia lentiscus e Quercus Ilex per ettaro. Le piantine sono state ottenute da ecotipi autoctoni mediante raccolta dei semi presso la riserva o ambienti simili localizzati entro un raggio di cinquanta chilometri,
Numero di specie introdotte: 7
La realizzazione del sottopasso è stato supportato dalla realizzazione di corridoi ecologici che collegano le aree agricole a quelle naturalistiche, in particolare agli ambienti di macchia mediterranea, utili per la conservazione delle specie come rifugio notturno e per la nidificazione. L’area oggetto di intervento è rappresentata da terreno agricolo non coltivato con una estensione pari a 1,5 ettari. Sono state messe a dimora 1000 piantine di Quercus Ilex e 2.000 piantine di Arbutus Unedo, Myrtus communis, Phillyrea latifolia, Pistacia lentiscus. Numero di plantule piantate: 7.000
Il processo di naturalizzazione ha portato ad un notevole ampliamento della superficie occupata dalla macchia mediterranea aumentando la capacità di resistenza dell’habitat offrendo maggiori risorse alla fauna presenta nel territorio. La presenza di corridoi ecologici e sottopassi all’interno del territorio agricolo facilita gli spostamenti di mammiferi quali la volpe e il tasso.
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Annualità 2006-2007 Sostegno della biodiversità faunistica – Reintroduzione della Testudo hermanni PROVENIENZA DEL FINANZIAMENTO
PROGRAMMA LEADER+ - GAL ALTOSALENTO
OBIETTIVI GENERALI DEL PROGETTO
Tutela e qualificazione delle risorse naturali all’interno dell’area Leader del GAL Alto Salento
EVENTUALI PARTNER PRESENTI
Comune di Carovigno – GAL ALTOSALENTO
La presenza della testuggine di Hermann Testudo hermanni nel territorio era in passato abbondante, come documentato dai numerosi resti rinvenuti nei contesti archeologici locali (Rugge M., Marzano G., 2003) ed in particolare da rinvenimenti effettuati in più punti della Riserva (Rugge M., inedito) e la distribuzione probabilmente omogenea e sovrapponibile a quella della macchia mediterranea, habitat elettivo della specie, in particolare in presenza di copertura vegetazionale rada. Ben differente è la situazione attuale, in cui le trasformazioni avviate con le opere di bonifica e di SPECIE TARGET TESTUDO HERMANNI disboscamento hanno portato ad un utilizzo Elaborazione piano di reintroduzione Testudo OBBIETTIVI antropico quasi totale del territorio, destinato in hermanni hermanni gran parte alla coltura dell’ulivo e ampiamente BENCHMARKING Redatto piano di reintroduzione edificato. Nello scenario attuale la specie sopravvive in poche aree relitte, di limitata estensione ed isolate (Marzano G., Rugge M., 2003); l’isolamento non consente la naturale ricolonizzazione degli habitat da cui le testuggini sono scomparse. Nella Riserva Statale di Torre Guaceto la specie è attualmente estinta; alcune aree sono inadatte alla sua presenza a causa della meccanizzazione delle pratiche agricole, dell’utilizzo di sostanze chimiche in agricoltura e del transito non controllabile di visitatori della riserva, in particolare in periodo primaverile-estivo (bagnanti). Il progetto ha avuto lo scopo di verificare la possibilità di reintroduzione della testuggine Hermann Testudo hermanni hermanni (Gmelin 1789), nella Riserva Naturale Statale di Torre Guaceto (BR), area da cui risulta attualmente estinta. Il progetto si è composto di varie fasi: Studio dell’habitat, Calcolo della capacità portante del sito per la specie, Allevamento degli esemplari da introdurre, partendo da un nucleo già presente in cattività, Rilascio in natura di testuggini di Hermann seguite con tecniche di radio-tracking per studiare le scelte ambientali, determinandone l’home range della specie in quest’area.
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Annualità 2008 - Intervento di riqualificazione selvicolturale della pineta costiera soggetta ad erosione sita all’interno della “Riserva dello Stato di Torre Guaceto” OBIETTIVI GENERALI DEL PROGETTO
difesa e la conservazione del suolo, al miglioramento dell’efficienza dei boschi esistenti ai fini protettivi nelle aree a rischio idrogeologico ed erosivo, anche costiero per la difesa e la conservazione del suolo in ambito rurale ed al ripristino della vegetazione dunale e contro l’erosione eolica.
PROVENIENZA DEL FINANZIAMENTO
P.O.R. Puglia “2000/2006 Misura 1.4 Azione B: Sistemazioni idraulico-forestali
Il progetto ha avuto come obiettivo operazioni di miglioramento ambientale finalizzate all’aumento della protezione dai fenomeni di degrado idrogeologico, attraverso una serie di interventi di natura selvicolturale in una pineta litoranea, seguiti da una ricucitura negli “strappi” della copertura vegetazionale tramite impianto di latifoglie arboree ed arbustive tipiche della macchia mediterranea nelle zone completamente spoglie e prive di vegetazione.
HABITAT TARGET
FORESTE DI Quercus ilex E Quercus rotundifolia (9340)
OBBIETTIVI
conversione nel medio e lungo periodo dell’area di intervento da habitat di interesse regionale RIMBOSCHIMENTI nell’habitat di interesse comunitario FORESTE DI Quercus ilex E Quercus rotundifolia Superficie dell’intervento: 8,44 ha eliminazione di circa 300 piante/Ha
RISULTATI
1.500 piantine di macchia mediterranea impiantate incremento del 16% della estensione dell’habitat attuale di 9,91 ha
L’obbiettivo dell’intervento è stato da un lato quello di costituire un popolamento di elementi di macchia mediterranea sani e vigorosi, tramite la graduale sostituzione della pineta, in grado di ripristinare nel giro di qualche anno una chioma rigogliosa e conseguentemente un apparato radicale ben sviluppato ed ancorato al terreno in modo da contrastare energicamente ed incisivamente l’erosione eolica ed idrica. L’arricchimento della composizione vegetazionale in formazioni boschive monospecifiche assume un importanza fondamentale e determinante ai fini dell’ instaurazione di una dinamica evolutiva che porti ad un popolamento ben equilibrato.
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Annualità 2009 – interventi urgenti per l’antincendio boschivo all’interno della Riserva di Torre Guaceto OBIETTIVI GENERALI DEL PROGETTO PROVENIENZA DEL FINANZIAMENTO
Realizzazione di un sistema di antincendio e dotazione strumentale per la lotta attive degli incendi Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare - Divisione III
Il progetto è stato realizzato per poter intervenire operativamente con tempestività su un eventuale incendio, considerando le caratteristiche di infiammabilità e il rischio d’incendio della vegetazione presente nella riserva preventivamente rilevate e elaborate matematicamente e cartograficamente. Tale tipologia vegetazionale, è estremamente vulnerabile al fuoco e le cause sono da ricercare principalmente nell’esposizione e nel tipo di vegetazione. LAGUNE COSTIERE CODICE (1150*) STEPPE SALATE MEDITERRANEE (1510*) HABITAT TARGET
FORESTE DI Quercus ilex E Quercus rotundifolia (9340) Habitat di interesse regionale: Macchie e Garighe, Rimboschimenti
OBBIETTIVI
Tutela habitat da incendi boschivi
Per una logica e corretta attività di programmazione degli interventi sia ordinari che straordinari finalizzati a contrastare l’incendio sul nascere che, in base ai rilievi effettuati suffragati anche da dati statistici, prende origine sempre dal comparto sud, sono stati realizzati due impianti antincendio indipendenti lungo due stradine interne.
Il primo impianto,della lunghezza di mt 600 è stato realizzato in posizione centrale lungo la strada di m 800 che porta alla “Torre” mentre il secondo impianto della lunghezza di 470 m, è stato posizionato lungo la stradina di mt 600 che porta alla “ Casa del guardiano”. Per la realizzazione di tutti e due gli impianti, è stato necessario provvedere all’allargamento degli stradoni e alla creazione di piazzole dove alloggiare e fissare le cisterne dell’acqua. RISULTATI
Realizzazione di un sistema di pronto intervento e contenimento del fuoco in caso di incendio
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Attività di governance Monitoraggio stato ecologico e fattori di pressione su habitat OBIETTIVI GENERALI DEL PROGETTO
valutazione dell’efficacia di protezione determinata attraverso la stima di parametri ambientali e biologici indicatori dello stato del sistema.
PROVENIENZA DEL FINANZIAMENTO
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare – Direzione Protezione della Natura
La valutazione degli effetti della protezione costituisce uno dei processi più critici per la corretta gestione dell’area protetta. L’efficacia di protezione può essere determinata attraverso la stima di parametri ambientali e biologici indicatori dello stato del sistema. Questo approccio ha lo scopo di individuare, all’interno dell’area, cambiamenti positivi e relazionabili alla presenza della protezione, come ad esempio la crescita delle abbondanze di specie con elevata valenza commerciale e/o ecologica, o il recupero di habitat critici. In questo contesto, il monitoraggio di indicatori appropriati, misurati all’interno dell’area e in opportune aree di controllo non protette, nel tempo, è fondamentale per definire lo stato del sistema, fornendo informazioni preziose per realizzare una gestione adattativa dell’area.
Monitoraggio indicatori biofisici AMP Il programma di monitoraggio corrente si concentra su habitat, popolamenti e specie di particolare importanza dal punto di vista biologico ed ecologico. Lo scopo era quello di monitorare habitat prioritari (Direttiva Habitat) presenti all’interno dell’AMP di Torre Guaceto, nel caso specifico le praterie di Posidonia oceanica. Inoltre sono stati monitorati gli effetti della presenza della specie algale invasiva Caulerpa racemosa sui sedimenti presenti in praterie di P. oceanica e su fondi sabbiosi. A questo si aggiunge la continuazione dei campionamenti, con riferimento a precedenti attività progettuali, atti a determinare e monitorare lo stato dell’AMP di Torre Guaceto e l’efficacia di protezione, al fine di fornire dati utili per supportare i processi decisionali per le definire le strategie di gestione future. Ad eccezione del campionamento della frangia, tutte le operazioni sono state effettuate in immersione con autorespiratore. Per quanto riguarda le praterie di P. oceanica e i popolamenti sessili di substrato duro, i campionamenti sono stati effettuati mediante metodiche non distruttive (campionamenti fotografici, visual census). I campioni di sedimento sono invece stati ottenuti mediante prelievi diretti con l'ausilio di attrezzature specializzate. Il monitoraggio ha evidenziato che le praterie di P. oceanica campionate presentano una generale riduzione delle densità dei fasci fogliari. Tale riduzione potrebbe essere sintomo di un peggioramento dello stato di salute delle praterie generalizzato all’intera area. Una delle cause più probabili potrebbe essere una variazione, ed in particolare un aumento, del regime sedimentario nell’area. La stima dei tassi di sedimentazione, purtroppo, presenta notevoli difficoltà logistiche e rischi legati al disturbo naturale, come ad esempio forti mareggiate, che possono pregiudicare gli apparati sperimentali atti alla raccolta del sedimento. Numerose trappole di sedimento sono state posizionate all’interno e all’esterno dell’AMP. Nel corso dell’esperimento, gli apparati collocati nel subtidale sono stati in gran parte divelti a causa del forte idrodinamismo sviluppato dalle recenti mareggiate. Ciò ha impedito una quantificazione rigorosa dei tassi di sedimentazione. Tuttavia, durante le ispezioni sul campo, le trappole risultavano costantemente ricolme di sedimento, suggerendo una elevata sedimentazione nell’intera area. Inoltre, un campionamento dei sedimenti è stato compiuto successivamente, raccogliendo campioni di sedimento in due habitat (praterie di P. oceanica e fondi sabbiosi), al fine di determinarne le caratteristiche qualitative, anche in relazione alla presenza dell’alga invasiva C. racemosa. Dallo studio emerge che, in entrambi gli habitat, la presenza dell’alga esercita chiari effetti sulla chimica organica dei sedimenti. L’effetto più evidente riguarda le concentrazioni di materia organica (anche se la composizione biochimica risulta simile) riscontrate nei sedimenti contaminati dalla presenza dell’alga, che risultano più elevati, se paragonati con quelli incontaminati. Come per altre macroalghe bentoniche, C. racemosa, avendo un tallo eretto e complesso, può rallentare le correnti d’acqua che interessano l’interfaccia sedimento-acqua: questo, a sua volta, determina un incremento dei tassi di sedimentazione del materiale in sospensione che si traduce in un aumento della concentrazione di sostanza organica al di sotto dell’alga stessa. Per quanto riguarda invece l’effetto sulla meiofauna, le analisi non hanno evidenziato, in generale, differenze nella struttura dei popolamenti riconducibili alla presenza dell’alga invasiva. Un’ulteriore analisi su campioni di sedimenti prelevati da tre diversi habitat (praterie di P. oceanica, fondi molli e
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rocciosi del subtidale) è attualmente in corso, al fine di determinare un possibile effetto antropico nell’influenzare le caratteristiche dei sedimenti. Altre cause, come il disturbo dovuto a pratiche di ancoraggio, sono meno plausibili dato che la rarefazione dei fasci è comune ai controlli e alle aree protette, nelle quali tali pratiche sono escluse. Inoltre non sono stati riscontrati durante i campionamenti evidenti segni di eradicazione e distruzione di porzioni di praterie riconducibili a forme di disturbo fisico come, appunto, l’ancoraggio. Sembrerebbero escluse anche cause dovute a sorgenti di inquinamento. Infatti, i risultati di altri studi di monitoraggio in cui l’AMP di Torre Guaceto è presente come località di controllo riportano, stando all’analisi dei biomarker in organismi sentinella, l’assenza di segnali di disturbo riconducibili a fonti di impatto chimico (AA.VV. 2009). La diminuzione delle densità di fasci fogliari, tuttavia, è risultata almeno in una data significativamente inferiore nelle aree protette rispetto ai controlli. In altre parole, la protezione dentro la riserva agisce efficacemente rispetto alle località di controllo e sembra attutire quelle che sono le sorgenti di deterioramento ambientale insistenti sull’area. Per quanto riguarda le popolazioni dei due echinodermi, Paracentrotus lividus e Arbacia lixula, le densità sono risultate estremamente basse all’interno dell’AMP, sebbene non significativamente inferiori rispetto ai controlli. Questo andamento conferma i risultati dei precedenti monitoraggi e sembra essere legato ad un effetto a cascata derivante dall’aumento dei pesci predatori di questi organismi dovuto alla protezione (Guidetti 2006). I risultati nel loro complesso suggeriscono una certa continuità di questi processi, che hanno portato ad un certo grado di stabilizzazione delle popolazioni di echinodermi all’interno delle località protette. L’efficacia della protezione è evidente sui popolamenti sessili di substrato duro del subtidale, sebbene questo effetto non sia continuo nel tempo. Tuttavia, i popolamenti presenti all’interno dell’AMP sembrano essere caratterizzati da una minore variabilità temporale rispetto ai popolamenti non protetti esterni al parco. Questo indicherebbe che, all’interno dell’AMP, i popolamenti bentonici sono più stabili e presentano una minore tendenza a cambiare nel tempo rispetto ai popolamenti esterni. Questa proprietà potrebbe tradursi in un aumento della resistenza da parte dei popolamenti protetti rispetto a possibili cambiamenti nelle variabili ambientali. I risultati mostrano, nel loro complesso, numerose evidenze di efficacia di gestione nell’Area Marina Protetta di Torre Guaceto. L’effetto della protezione si manifesta soprattutto nell’aumento della stabilità degli habitat protetti, in particolare nel subtidale, dove sia le praterie di P. oceanica che i popolamenti bentonici sessili di substrato duro, evidenziano risposte positive alla protezione. I risultati, al contempo, mostrano segnali che suggeriscono un deterioramento ambientale, che probabilmente ha origini antropiche, generalizzato all’intera area in cui è situata l’AMP di Torre Guaceto.
Monitoraggio Indicatori biofisici RNS MONITORAGGIO FLORA TERRESTRE L'attività di monitoraggio dell'anno 2009, relativamente agli aspetti di Ecologia vegetale, si è concentrata su due aspetti principali: 1.
La messa a punto del sistemi di indicatori del piano di monitoraggio ed il perfezionamento delle tecniche di campionamento specifiche di ciascun indicatore;
2.
La raccolta in campo di dati relativi agli indicatori “Struttura fitocenotica” e “Superficie topografica occupata da specie vegetali a rischio di estinzione”.
Relativamente al primo punto si osserva che l'elaborazione più recente del piano di monitoraggio implica un sistema di 14 indicatori suddivisi in tre categorie principali. Relativamente al secondo punto, è stata effettuata una serie di rilevamenti che ha condotto ai seguenti risultati: 21 rilievi che registrano lo stato strutturale delle comunità vegetali nelle aree interessate da interventi di rinaturalizzazione o sottoposte a disturbo (tali rilievi sono stati inseriti nel database del sistema anArchive, consultabile online alla pagina www.anarchive.it); La distribuzione geografica su scala fine di Convolvulus lineatus ed Erica manipuliflora, due specie a rischio di estinzione. Il numero di giornate dedicate al rilevamento in campo sono state complessivamente circa 20.
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Recentemente è stata appurata la presenza di un nuovo habitat prioritario secondo la Direttiva “Habitat” 92/43/CEE, sfuggito alle indigini precedenti; si tratta dell'habitat “Stagni temporanei mediterranei”, in cui è stata riscontrata la presenza della rara specie endemica del Salento Isoetes jagypia. Si osserva, inoltre, che è stata realizzata una nuova scheda per la registrazione dei dati di campo, più funzionale della precedente. È stata anche sperimentata una prima versione del sistema software per l'archiviazione dei dati geografici e delle fotografie. E' stato proposto il lavoro dal titolo “Monitoring plain for species and habitats in the State Nature Reserve of Torre Guaceto (Salento, Italy)” a firma di Leonardo Beccarisi, Giacomo Marzano, Caterina Scarafino, Alessandro Ciccolella, da presentare al Simposio "Il Monitoraggio Costiero Mediterraneo: problematiche e tecniche di misura" che si svolgerà a Livorno dal 15 al 17 giugno 2010. MONITORAGGIO FAUNA TERRESTRE Oggetto di studio è la fauna vertebrata terrestre; obbiettivo l’individuazione del ruolo che l’area riveste nella biologia delle specie presenti. Le indagini sulla fauna ornitica interessano le specie in migrazione autunnale, quelle svernanti, quelle in migrazione primaverile e quelle nidificanti, oltre naturalmente a quelle sedentarie nell’area. Le metodologie impiegate sono: il censimento a vista, al canto e l’inanellamento. L’attività di monitoraggio ha avuto due direttrici principali: 1.
il monitoraggio degli interventi di rinaturalizzazione (il laghetto realizzato in zona sud del canneto)
2.
il monitoraggio degli uccelli della Riserva (la comunità ornitica è stata scelta in toto come indicatore)
In relazione al primo punto, l’obiettivo è stato il confronto del ciclo annuale delle comunità ornitiche del vecchio e del nuovo laghetto in relazione ad alcuni parametri ambientali. La frequenza dei rilevamenti è stata ogni 15 giorni; intorno al 15 e al 30 di ogni mese. Il metodo utilizzato è stato il Censimento a vista da un punto di osservazione fisso di almeno 15 minuti tra le 7.00 e le 11.00 del mattina. Per quanto riguarda il secondo punto la frequenza dei rilevamenti è stata di quattro giornate di rilevamenti per ogni stagione. I periodi sono collegati alle tipologie di uccelli presenti: Svernanti: metà Gennaio Migrazione primaverile: metà Aprile Nidificanti: Giugno Migrazione autunnale: fine Ottobre Il metodo utilizzato è stato di utilizzare un punto di ascolto di 10' posizionato al centro di ogni quadrante di una griglia di lato 100x100 su tutta la superficie della Riserva.
Pesca sostenibile OBIETTIVI GENERALI DEL PROGETTO
valutazione della capacità portante dell’ecosistema in relazione all’autorizzazione di attività quale la piccola pesca artigianale e la pesca sportiva.
PROVENIENZA DEL FINANZIAMENTO
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare – Direzione Protezione della Natura
Lo studio della distribuzione delle specie ittiche focali, i.e. il sarago maggiore (Diplodus sargus) ed il sarago fasciato (Diplodus vulgaris) è stato condotto tramite tecniche di valutazione non distruttive (i.e. censimenti visivi). Tali tecniche, ormai ben collaudate a livello internazionale, sono le più appropriate ad essere impiegate per indagini all'interno di AMP. L’utilizzo di tali tecniche è stato effettuato nel quadro di un disegno di campionamento pianificato ad hoc. I campionamenti sono stati effettuati in maggio e giugno 2009 presso due località (P1 e P2) situate all’interno delle due zone a protezione integrale dell’AMP di Torre Guaceto (Zone A) e presso altre due località non protette (controlli) situate a nord (N1) e a sud (N2) dell’AMP. Le specie ittiche oggetto di studio sono state censite in ognuna delle quattro località attraverso otto repliche (i.e. transetti; vedi dettagli in seguito) in ognuno dei due periodi di campionamento.
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Tra il Gennaio 2008 e Luglio 2009 sono state condotte 109 pescate sperimentali all’interno della zona C della AMP di Torre Guaceto, coinvolgendo imbarcazioni di piccole dimensioni e con la cooperazione di pescatori professionisti locali. L’attrezzo di pesca autorizzato dall’AMP ed usato nella presente indagine è stato, come per gli anni precedenti, il tremaglio. Durante la presente indagine sono stati utilizzati tremagli di altezza pari a circa 1.5 m con maglie piccole pari a circa 3 e 2.7 cm di lato cm, detti tremagli “da 10” e “da 11”, rispettivamente. Il maglione esterno è sempre stato da 17 cm e la lunghezza è variata tra circa 850 e 1200 m. Le reti, calate la sera e salpate all’alba, sono state posizionate tra circa 12 e 30 m di profondità. Al fine di evitare che gli attrezzi si sovrapponessero o lo sforzo di pesca si concentrasse solo in pochi tratti di mare ritenuti dai pescatori particolarmente pescosi, in occasione di ogni giornata di pesca si provvedeva alla distribuzione delle barche da pesca in 5 subaree definite a priori all’interno della zona C dell’AMP. In accordo con i pescatori professionisti e secondo quanto stabilito sulla base dei risultati del progetto condotto l’anno precedente si è convenuto di stabilire a priori la frequenza con cui pescare all’interno dell’AMP, pari ad una pescata per ogni settimana per tutte le barche autorizzate. In alcune date non tutte le barche sono uscite, così come in alcune settimane non si sono potute effettuare le pescate per l’indisponibilità del personale tecnico-scientifico o le avverse condizioni meteomarine. Per quel che concerne ancora le attività condotte all’interno dell’AMP, va detto che il controllo degli attrezzi ed il loro uso corretto (lunghezza massima consentita, misura delle maglie, posizione di cala, etc. etc.) è stato effettuato da personale dell’AMP deputato a questo compito ed opportunamente preparato da parte del personale scientifico attraverso una continua attività di formazione teorico-pratica. Il piano di campionamento e l’elaborazione dei dati sono stati effettuati dai Ricercatori del CoNISMa (Unità di Ricerca Locale di Lecce c/o Laboratorio di Zoologia e Biologia Marina dell’Università del Salento). La valutazione del pescato è stata effettuata sia dal personale dell’AMP ormai addestrato a tal compito, sia da personale scientifico del CoNISMa-URL Lecce. La formazione del personale dell’Area Marina Protetta è cominciata nel 2005 ed è proseguita nel tempo. L’attività di formazione si è basata su due punti: 1) attività seminariale sui risultati ottenuti nel 2009, a cui hanno partecipato sia il personale dell’AMP, sia gli operatori della piccola pesca coinvolti nel progetto; 2) attività di campo nell’acquisizione dei dati di pescato ed inserimento in fogli elettronici. L’Area Marina Protetta ha indicato una unità del suo personale che ha raccolto i dati di campo. Questa persona, incaricata anche di controllare che i pescatori seguissero le linee guida per la pesca nella AMP (e.g. tipo di attrezzo, lunghezza, disposizione dell’attrezzo nelle varie subaree, etc.), si è resa infatti, via via indipendente relativamente alla raccolta del dato durante le pescate. Va detto che in caso di dubbi sulla classificazione di alcune specie, si è provveduto a conservare o fotografare gli esemplari al fine di giungere ad una accurata classificazione. I dati relativi alle specie ittiche focali hanno mostrato modalità di distribuzione comparabili, in termini generali, con quelle osservate durante gli ultimi anni. Le densità osservate all’interno delle zone A dell’AMP di Torre Guaceto sono risultate non certo enormemente superiori a quelle registrate all’esterno dell’AMP in zone aperte alla pesca, sebbene una certa tendenza sia piuttosto chiara. La distribuzione di taglia, per contro, ha messo in evidenza taglie individuali per i due saraghi di gran lunga superiori nelle zone A rispetto alle località esterne all’AMP. Questa tendenza a favore delle zone A è risultata chiara sia per le taglie medie, sia per le taglie massime. Le densità complessive dei due saraghi registrate sia in AMP, sia fuori sembrano essere prossime al valore soglia che consente a tali popolazioni di predatori di controllare quelle dei ricci (Guidetti e Sala 2007). Questo suggerisce che l’effetto riserva a Torre Guaceto è tale da mantenere in uno stato di salute buono l’intero sistema del sublitorale roccioso, ma che a tale risultato si giunge anche perché le taglie (e non solo le densità) dei predatori sono elevate. Fuori dalla AMP infatti i ricci sono più numerosi ed i barren più estesi (Guidetti 2006). La buona sorveglianza che viene mantenuta a Torre Guaceto, quindi, ha determinato negli anni effetti positivi che sono mantenuti nel tempo sia sulle specie bersaglio della pesca, sia a livello ecosistemico. La valutazione della composizione del pescato e delle specie target principali, così come i trend pluriannuali permettono di confermare che la frequenza di cala e l’attrezzo utilizzato dai pescatori professionali hanno un impatto sulle risorse che è possibile ancora definire ‘sostenibile’. I risultati fin qui raggiunti sono attribuibili a molti fattori: la protezione reale dell’AMP, un piano di monitoraggio appropriato per la valutazione del recupero delle popolazioni ittiche, ma soprattutto ad effettivi coinvolgimento e collaborazione dei pescatori.
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Vi sono, tuttavia, anche dei possibili segnali che devono mettere sull’attenzione, in modo da intervenire in modo appropriato se necessario. L’analisi dei trend pluriannuali della pesca dentro l’AMP, infatti, ha evidenziato un decremento delle catture totali dal 2005 al 2007-2008, comunque con valori pari ad almeno il doppio di quelli ottenuti al di fuori dell’AMP. Una certa preoccupazione, da questa prospettiva, deve destare la richiesta pressante di altri operatori della piccola pesca di pescare in AMP oltre a quelli già autorizzati. Dal punto di vista teorico e scientifico ciò non sarebbe un problema dal momento che compito della ricerca è di indicare quale debba essere o meno lo sforzo di pesca, gli attrezzi da utilizzare, etc. L’indicazione di una stessa frequenza di cala o la necessità di diminuirla, tuttavia, si riflette necessariamente in una diminuzione delle volte in cui ogni singolo operatore potrà pescare in AMP, ancora più se altri operatori saranno autorizzati. Questo potrebbe tradursi anche in forme di tensione tra pescatori e l’Ente Gestore che vale la pena tenere in conto. Questa attenta gestione, quindi, sembra per ora poter dare i suoi frutti sia a vantaggio degli operatori della piccola pesca locale, sia della conservazione, ma è necessaria molta attenzione nei prossimi tempi.
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