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RELAZIONE PULIZIA DEI FONDALI MARINI AREA MARINA PROTETTA DI TORRE GUACETO ASSE 4, LINEA DI INTERVENTO B) PULIZIA DEI FONDALI MARINI

Registrazione n° I-000412 per il seguente campo applicativo: Gestione di Area Marina Protetta - Codice NACE dell’attività: 75.1 – 92.5 Migliorare continuamente le prestazioni ambientali è un obiettivo che comporta un impegno significativo, da rafforzare di giorno in giorno attraverso l’impiego di risorse umane, tecniche ed economiche adeguate rispetto ai principi che il Consorzio di Gestione dell’AMP di Torre Guaceto ha fatto propri con l’adozione della Politica Ambientale.

Sede amministrativa: Via S. Anna 6 72012 Carovigno (Brindisi) Tel. 0831 990882 Fax 0831 994916 e-mail: segreteria@riservaditorreguaceto.it sito internet: www.riservaditorreguaceto.it P.IVA: 01918280742

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Premessa L’area marina protetta di Torre Guaceto, localizzata a circa 17 km a nord di Brindisi interessai territori dei Comuni di Carovigno e Brindisi e si estende per circa 2200 ha fino alla linea batimetrica di 50 mt, interessando un tratto di costa di circa 8 km compreso tra Punta Penna Grossa e Apani. La zonizzazione dell’AMP di Torre Guaceto comprende 3 aree: Zona A ( zona di riserva integrale) è costituita da due aree entrambe estese sino ad una batimetrica di 10 metri. La prima comprende l’area di mare circostante la Torre e gli scogli di guaceto, la seconda l’area di mare circostante gli scogli di Apani. Zona B ( zona di riserva parziale): comprende un tratto di mare confinante con la zona A antistante la Torre e Punta Penna Grossa estendendosi sino alla batimetrica dei 10mt. Zona C ( zona di riserva generale): comprendente la rimanente area della riserva e si estende sino alla batimetrica di 50 mt.

Il contesto ambientale L’Area Marina Protetta è caratterizzato da un elevata diversità biologica, sia a livello di habitat sia a livello di specie. Questa situazione sembra essere favorita dalle particolari condizioni idrogeografiche dell'area; l’elevata eterogeneità ambientale, infatti, determina, anche su superfici limitate, la formazione di numerosi microclimi, permettendo così lo sviluppo di un mosaico di popolamenti differenti che includono molti ecosistemi tipici del Mediterraneo.

Il contesto morfo-batimetrico Questa fascia costiera (Ricchetti et al., 1994; Ricchetti e Pieri, 1999), caratterizzata da un pendenza medio-bassa dei versanti dell’area emersa, presenta una fisiografia contrassegnata, nel settore occidentale, da una serie di piccole cale subrettangolari con esigue spiagge (pocket beach) fino al promontorio poco pronunciato e proteso verso est di Torre Guaceto. Ad est di questa ultima, la geometria della costa, in prevalenza di natura sabbiosa con circoscritti affioramenti rocciosi nella zona prospiciente il promontorio ed in quella orientale (scogli di Apani), appare ad andamento regolare o debolmente sinuoso. Il settore costiero occidentale, inoltre, è dissecato da una decina di incisioni vallive orientate in direzione circa sud-nord, alcune delle quali proseguono anche in ambiente sottomarino. Alla terminazione di alcune incisioni, soprattutto a profondità maggiori di 30 metri, sono talora presenti esigui conoidi detritici in prevalenza di natura sabbiosa (Ambrosano et al., 1986). Il paesaggio sottomarino, invece, presenta ovunque i lembi di due ordini di falesie sommerse estese parallelamente all’attuale linea di costa ed a pendenza media, la cui morfologia articolata e per lo più a convessità verso nord-est probabilmente è legata al controllo esercitato da linee tettoniche con direzione circa appenninica (NW-SE). L’orlo della scarpata prossimale s’individua a 15-18 metri circa di profondità, mentre quello della scarpata distale è a circa 30-35 metri. Una terza scarpata, di estensione minore, è localizzata solo al largo del settore costiero occidentale ed è caratterizzata da una pendenza medio-alta e da un orlo ubicato a 35-38 metri circa di profondità. Queste scarpate sono intervallate da superfici spianate sia di tipo erosivo sia, in prevalenza, deposizionale (Aiello et al., 1994). La piattaforma costiera si estende dalla battigia fino a 5 metri circa di profondità ed all’interno delle cale e nel tratto ad est della Torre risulta più ampia ed incisa da solchi modellati in ambiente subaereo parzialmente ammantati da sedimenti. La falesia sommersa, di genesi più recente ed ubicata a breve distanza dalla costa, si approfondisce fino a circa 2530 metri. Su di essa sono presenti alcuni lembi di terrazzi marini alle profondità di circa 8-10 e 12-15 metri, correlabili a stazionamenti pleistocenici del livello del mare ed attualmente colonizzati per lo più da un substrato coralligeno. Nell’insieme la fisiografia della falesia prossimale nel tratto occidentale mostra un andamento subrettilineo, mentre in quello centro-orientale risulta convessa verso nord e sinuosa in quanto dissecata da incisioni sottomarine con sezione a V. Pertanto, l’evoluzione morfologica della costa in questa zona ha generato una singolare inversione orizzontale del rilievo costiero di una falesia prominente con la retrostante ampia baia attuale a morfologia concava verso nord, in seguito a sostituzione progressiva per fenomeni d’erosione manifestatisi in età tardopleistocenica-olocenica.

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La falesia costiera distale sommersa, d’età più antica, è ubicata a breve distanza dal piede di quella prossimale e presenta la base a circa 46-48 metri di profondità; probabilmente essa è confinata ai margini da allineamenti tettonici minori circa antiappenninici (NE-SW) che ne hanno controllato la strutturazione (Argnani et al., 1996), sui quali si sono impostate incisioni vallive più profonde attualmente con sezione a conca, soprattutto nell’area orientale. Lungo questa scarpata, alle profondità di 35 metri ad ovest e 40 metri circa ad est, si distinguono circoscritti lembi di terrazzi marini ricoperti da sabbie fini oppure, quelli posti a maggiore profondità, da limi. In alcuni punti, sia nei pressi del piede che lungo le scarpate prossimale e distali, ed in asse con le incisioni sottomarine, l’andamento convesso delle isobate suggerisce la presenza di morfologie deposizionali formate da probabili accumuli di sedimenti in seguito a movimenti di massa o deiezione, costituiti in prevalenza da depositi sabbiosi o limoso-sabbiosi e subordinatamente da materiali detritici più grossolani. Probabilmente tali paleofalesie strutturali sono state modellate durante la risalita postglaciale del livello marino, come testimoniato dalla presenza di terrazzi e paleoincisioni riconducibili ad una genesi fluviale in ambiente subaereo, e sono state interessate dalle dislocazioni tettoniche tardo-quaternarie (Westaway, 1993) che le hanno dislocate o smembrate lateralmente. La costa emersa, rimodellata dall’azione meccanica del moto ondoso, presenta ad est e ad ovest del promontorio, dove è presente la torre, due incisioni primarie che generano altrettante cale costiere e proseguono in ambiente subacqueo in direzione SW-NE, con percorso sinusoidale fino alla profondità di 15 metri circa. Tra questa quota e circa 25-30 metri le incisioni dissecano la scarpata prossimale sommersa spingendosi fino al margine di quella distale. Oltre tale profondità e fino a circa 35 metri, quasi alla base della scarpata distale, s’individua la traccia della prosecuzione della vallecola orientale, mascherata da sedimenti. Numerose incisioni secondarie, con il medesimo orientamento di quelle primarie, si riconoscono in tutta l’area sommersa, disegnando nell’insieme un paleoreticolo idrografico tardopleistocenico a pattern parallelo. Infine, a profondità maggiori la morfologia del fondo appare più regolare, con pendenza costante e bassa, mentre il fondo mobile risulta in prevalenza di natura limosa (Viel et al., 1986).

Il contesto bionomico La carta bionomica dell’Area Marina Protetta di Torre Guaceto, realizzata attraverso tecniche di stime visuali condotte tramite snorkeling e immersione subacquea mette in evidenza che le comunità più frequentemente riscontrate lungo la costa ispezionata possono essere raggruppate, in relazione al tipo di substrato colonizzato, in due principali categorie: Biocenosi dei Substrati Duri (rocciosi) in cui le biocenosi più rappresentative sono: Biocenosi della Roccia Mesolitorale Inferiore (RMI); Biocenosi delle Alghe Fotofile di substrato duro (AF); Precoralligeno (PC); Coralligeno (C). Biocenosi dei Substrati Molli (sabbiosi o fangosi), in cui le biocenosi più rappresentative sono: Biocenosi a Posidonia oceanica; Biocenosi lagunari eurialine ed euriterme; Biocenosi delle Sabbie Fini Ben Calibrate (SFBC); Biocenosi dei Fanghi Terrigeni Costieri (VTC). Passiamo ora ad analizzare le suddette biocenosi in dettaglio.

Biocenosi dei Substrati Duri Biocenosi della Roccia Mesolitorale Inferiore (RMI) E’ una biocenosi che caratterizza il litorale roccioso superficiale compreso nella fascia di marea. Questa zona, in genere, è colonizzata da specie fotofile che tollerano condizioni ambientali critiche: elevato idrodinamismo e alternanza di periodi di immersioni a periodi di emersione.

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Biocenosi delle Alghe Fotofile di substrato duro Questa biocenosi si sviluppa sui substrati rocciosi del sublitorale, zona al di sotto del livello di marea, ben illuminati e caratterizzati da uno scarso idrodinamismo. Nell’area marina protetta di Torre Guaceto, la biocenosi ad alghe fotofile ricopre una grossa superficie in corrispondenza delle due zone A e della zona C, tra esse compresa, ad una fascia batimetrica tra 1 e 8 metri. È da rilevare la presenza di chiazze di sabbia di modesta estensione che rendono i confini dell’area suddetta abbastanza irregolari. Alcune aree di questi popolamenti sono presenti nella zona B, a ridosso della costa rocciosa dove termina il limite della biocenosi della Roccia Mesolitorale Inferiore. Altre chiazze sono riscontrabili in zona C, in direzione di Punta Penna Grossa, dove si estendono sino ad una profondità superiore ai 10 metri. Precoralligeno Questa biocenosi rappresenta la fascia di passaggio fra l’ambiente fotofilo e il coralligeno, anche se le sue caratteristiche sono più simili al secondo ma con una copertura ed un concrezionamento meno sviluppati. Nell’AMP la sua distribuzione interessa una fascia dai profili non molto netti, tra i 12 e i 22 metri di profondità. Questa biocenosi si presenta sotto forma di piccoli panettoni di roccia con concrezionamenti di medie dimensioni, intervallati da chiazze di sabbia e matte (termine francese che indica l’insieme dei vecchi rizomi, o fusti, di Posidonia oceanica compattati dal sedimento). A Sud la sua estensione coincide con il limite inferiore di una fitta prateria di Posidonia oceanica; superati i 22-25 metri circa, invece, i concrezionamenti diventano più consistenti e si assiste al passaggio precoralligeno-coralligeno. In alcuni tratti del precoralligeno, soprattutto quello localizzato nella zona di mare antistante la torre tra i 15-17 metri di profondità, si è osservato una facies a gorgonie: Eunicella cavolinii (colonie arborescenti di colore giallo rossiccio), Eunicella singularis (colonie arborescenti di colore bianco-verdino), Eunicella verrucosa (colonie arborescenti di colore bianco). Queste specie, in virtù della modesta profondità alla quale sono state riscontrate, conferiscono un elevata valenza ecologica al fondale di Torre Guaceto. Coralligeno E’ una tipica biocenosi di substrato duro che si sviluppa in ambienti profondi e in condizioni di luce attenuata. Il coralligeno è una delle biocenosi più importanti del Mediterraneo: si tratta di un substrato biogeno, ossia costruito da organismi viventi, animali e vegetali, e in particolare dall’insieme di concrezioni calcaree formate principalmente da alghe rosse a tallo calcareo ed altri organismi costruttori tra cui briozoi, antozoi e serpulidi. La diffusione di questa biocenosi nell’AMP riguarda la batimetrica compresa tra i 22 e i 30 metri. La sua distribuzione è discontinua, infatti, forma una serie di chiazze alternate a sabbia; oltre la profondità dei 30 metri la probabilità di incontrare il coralligeno diminuisce sempre di più, fino ad arrivare ad una profondità massima di 45 metri circa dove il substrato sabbioso viene sostituito da un substrato fangoso.

Biocenosi dei Substrati Molli Biocenosi a Posidonia oceanica La Posidonia oceanica è una fanerogama marina endemica del Mediterraneo che, in ambienti sabbiosi del sublitorale, forma delle vaste praterie che costituiscono uno degli ecosistemi più produttivi in questo bacino (Mazzella et al., 1986; Boudouresque et al., 1984). Nell’AMP di Torre Guaceto essa si estende lungo una fascia parallela alla costa, mostrando una distribuzione piuttosto irregolare, sia per quanto riguarda i confini sia per quanto riguarda la sua densità. In particolare sono state individuate due diverse modalità di distribuzione. Le praterie di Posidonia sono considerate degli “hot spot” di biodiversità, ossia comunità di importanza ecologica particolarmente sensibili a varie forme di stress antropico (pesca, ancoraggio, inquinamento chimico) (Mazzella, 1988) e all’introduzione di specie aliene (Panayotidis, 1988). In virtù di questo ed in considerazione dell’impressionante declino delle praterie di Posidonia oceanica in tutto il Mediterraneo, l’Unione Europea (UE) ha individuato proprio nel posidonieto uno degli ambienti marini del Mediterraneo maggiormente degno di protezione (PNUE, 1990; Pergent et al., 1995). Biocenosi lagunari eurialine ed euriterme

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Si tratta di una biocenosi costituita da specie adattate ad ampie escursioni di salinità (eurialine) e temperatura (euriterme). A Torre Guaceto tale biocenosi è rappresentata dalla presenza della fanerogama marina Zostera noltii. Si tratta di una fanerogama comune su fondali sabbiosi e melmosi in acque salmastre. Una piccola area è situata in prossimità del secondo isolotto ad una profondità che si aggira attorno ai 3-4 metri. Biocenosi delle Sabbie Fini Ben Calibrate La diffusione di questa biocenosi nell’area ispezionata, riguarda una fascia continua che va dai 25 e i 45 metri intervallata da alcune chiazze di coralligeno. Una grossa chiazza di sabbia si può riscontrare all’interno della zona B sino alla profondità di 7 metri; altre due aree sabbiose si possono individuare in prossimità di Punta Penna Grossa ed Apani. Un’altra zona è localizzata in corrispondenza della baia situata nelle vicinanze della torre e ricadente in zona A; da questa, inoltre, si sviluppa una diramazione sabbiosa che arriva sino alla profondità di 10 metri. Biocenosi dei fanghi terrigeni costieri Il fondale fangoso è caratterizzato da una monotonia solo apparente, poiché esso è caratterizzato da una ricca fauna rappresentata da molluschi, ofiuroidi, asteroidi, oloturoidi, policheti di vari tipi, erranti, muniti di tubi di protezione, chitinosi o formati da granuli inorganici agglutinati, oppure ricoperti da un vero manicotto di fango compatto. Nell’AMP questa biocenosi è distribuita lungo una fascia continua e parallela alla costa a partire dalla batimetrica dei 44 metri estendendosi sino ai confini dell’AMP.

Il progetto Il progetto ha avuto come finalità la tutela degli habitat presenti nei fondi principalmente nella zona A della Riserva: la situazione era grave in quanto è necessaria una costante attività di pulizia per le particolari condizioni di correnti e venti che accumulano continuamente rifiuti sui fondi. L’attività compiuta è stata suddivisa in due ambiti operativi differenti: il campionamento e la pulizia dei fondali profondi. Tale suddivisione è nata dall’esigenza di dover operare con metodologie dissimili, presumendo una differente distribuzione dei rifiuti e, soprattutto, diverse condizioni lavorative.

Obiettivi 1.

diminuzione della presenza dei rifiuti sui fondali

2.

diminuzione dell’effetto pescante delle reti abbandonate.

Interventi realizzati Come da progetto esecutivo l’azione è stata suddivisa in 4 fasi: FASE 1 – CAMPIONAMENTO FASE 2 – RACCOLTA FASE 3 – MONITORAGGIO FASE 4 – DIVUGAZIONE

Fase 1 – Campionamento La complessa linea di costa dell’AMP di Torre Guaceto e l’elevato idrodinamismo della corrispondente porzione di mare, oltre alla conformazione morfo batimetrica, comporta fenomeni di accumulo dei rifiuti su particolari tratti di fondi. Tale fase di campionamento doveva necessariamente tenere conto delle caratteristiche, oltre che geomorfologiche, anche di quelle bionomiche, relative alla presenza di biocenosi marine determinanti da salvaguardare maggiormente.

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Pertanto utilizzando la carta bionomica della Area Marina, sono state selezionate le macroaree ricomprese tra la batimetrica dei 5 e quella dei 15 metri, maggiormente interessate dalla presenza delle biocenosi legate alla Posidonia oceanica. Le macroaree individuate sono state cinque, ciascuna campionata attraverso 11 transetti lineari, di lunghezza 500 metri e distanza 25 metri ciascuno. Ciascun’area è stata numerata, partendo da nord a sud, dal numero 1 al numero 5. (cfr. Tabella 2)

FIGURA 1 - POSIZIONAMENTO DEI TRANSETTI (CFR. ELABORATO CARTOGRAFICO 2)

Ogni transetto, definito nella carta, è stato realizzato sott’acqua utilizzando una sagola stesa dal gommone di appoggio tra i due punti individuanti la rotta. Lungo il transetto due operatori subacquei hanno proceduto 10 mt, rispettivamente a destra e a sinistra della sagola, effettueranno una campionatura visiva per individuare i punti di maggiore accumulo. L’espletamento di questa fase ha visto l’impiego di 2 operatori subacquei, del mezzo nautico con a bordo 1 operatore di supporto per 30 giornate.

FASE 2 – RACCOLTA Individuati i punti di maggiore accumulo, è stata pianificata una campagna di raccolta, concentrando le giornate lavorative su questi, prediligendo, attraverso la sovrapposizione della cartografia ottenuta nella fase 1 con la carta tematica biocenotica, le zone di maggiore rilevanza ecologica. Durante questa fase sono stati utilizzati i mezzi nautici e le strumentazioni e attrezzature a disposizione del Soggetto Gestore. L’equipaggio era composto composta da n. 2 subacquei più un operatore in assistenza al mezzo nautico. Il materiale raccolto è stato trasportato a riva, dove è stato differenziato secondo le categorie espresse nella legislazione vigente. L’espletamento di questa fase ha visto l’impiego di 2 operatori subacquei, del mezzo nautico con a bordo 1 operatore di supporto per 312 giornate da maggio 2007 a dicembre 2008 Di seguito è riportato il numero di giornate effettuate nel periodo considerato. Per ogni giornata va considerato l’impiego di 3 operatori per 6,5 ore totali.

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Giornate 70,00 60,00 50,00 40,00 30,00 Giornate

20,00 10,00

dicembre-08

novembre-08

ottobre-08

settembre-08

agosto-08

luglio-08

giugno-08

maggio-08

aprile-08

marzo-08

febbraio-08

gennaio-08

dicembre-07

novembre-07

ottobre-07

settembre-07

agosto-07

luglio-07

giugno-07

maggio-07

-

STRUMENTI Si riportano di seguito gli strumenti utilizzati per lo svolgimento della pulizia dei fondali: Attrezzatura completa per immersione in A.R.A, sistema satellitare GPS, ecoscandaglio, sagola di 1.000 mt., retini per la raccolta dei rifiuti, due mezzi nautici, palloni di sollevamento. RISULTATI Nel periodo di attività sono stati raccolti su un’area di 270 ettari 3.402 kg di rifiuti, con una differenziazione qui di seguito esplicitata:

TABELLA 1 - DATI RELATIVI ALLA SUPERFICIE OGGETTO DELL'INTERVENTO E PESO ESPRESSO IN CHILOGRAMMI DELLE CATEGORIE DI RIFIUTO

superficie ettari 270,3798808

in

plastica

polistirol

vetro

speciali

tal_quale

totale

1.161

47

93

46

2.055

3.402

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Tipologia merceologica rifiuto

plastica 34% plastica polistirol

tal_quale 59%

vetro speciali tal_quale

speciali 2%

polistirol 2% vetro 3%

Per ogni macroarea individuata dai transetti sono stati raccolti i dati in peso dei rifiuti recuperati dal fondo, in modo da poter realizzare una carta dove evidenziare i punti di maggior accumulo, diversificati per tipologia. (cfr. elaborati 3 e 4) Come si nota la maggior parte del materiale recuperato fa parte della categoria TAL QUALE (59%), quota non differenziabile, e PLASTICA (34%). Legenda -15 metri

peso espresso in kg

-10 metri

30 - 36

-5 metri

37 - 48 51 - 60

63 - 72

74 - 84

87 - 96

98 - 108

109 - 120

FIGURA 2 - CARTOGRAFIA AREE DI MAGGIOR ACCUMULO (CFR. ELABORATO 3) elaborato 3

Provincia di Brindisi Settore Ecologia e Ambiente

Aree di maggior accumulo di rifiuti

1:15.000

Progetto Pulizia Fondali PPTA - ASSE IV LINEA DI INTERVENTO B) PULIZIA DEI FONDALI MARINI

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FASE 3 – Monitoraggio Le aree sottoposte a pulizia sono state monitorate successivamente, per determinare la velocità di accumulo dei rifiuti. Tale fase è stata svolta attraverso immersioni di campionamento e rilievo della percentuale di superficie occupata, lungo i transetti della fase 1 L’espletamento di questa fase ha visto l’impiego di 2 operatori subacquei, del mezzo nautico con a bordo 1 operatore di supporto per 30 giornate.

FASE 4 – Divulgazione Attraverso il sito internet, sono stati divulgati i risultati della campagna, con la pubblicazione dei quantitativi recuperati e delle cartografie risultanti. L’azione di disseminazione è stata utilizzata, inoltre, all’interno dell’aggiornamento dei dati ambientali relativi alla registrazione EMAS II dell’Area Marina Protetta. Inoltre, lungo le spiagge dell’Area Marina Protetta è stato distribuito materiale divulgativo inerente l’intervento, per informare i fruitori delle spiagge degli obiettivi e dei risultati dello stesso.

Metodologia applicata La pulizia dei fondali è stata effettuata con attrezzature subacquee complete e un gommone di supporto per gli operatori. L’intervento è stato realizzato tramite l’utilizzo di mezzi nautici a basso impatto ambientale (motore a quattro tempi). La raccolta del materiale RSU è stata effettuata manualmente con le attrezzature previste dalla normativa vigente, in periodi di minor disturbo della fauna marina e dei periodi riproduttivi. I dati raccolti sono stati elaborati attraverso l’uso di ArcGIS 9.2, Database relazionali. I dati sono stati inseriti nel Sistema Informativo Territoriale (S.I.T.) della Riserva Naturale dello Stato e dell’Area Marina Protetta di Torre Guaceto. I rifiuti raccolti attraverso sistema “viario interno” sono stati trasportati presso i punti di raccolta del materiale RSU individuati dall’Amministrazione comunale di Carovigno e smaltiti dalla stessa secondo normativa vigente, come da capitolato acquisito da questo Consorzio.

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TABELLA 2 - COORDINATE GEOGRAFICHE FASE 1 – CAMPIONAMENTO (COORDINATE WGS84 UTM33N) Area transetto

1

2

3

4

5

transetto n. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11

PUNTO ORIGINE LATITUDINE 4511542,580 4511542,580 4511542,580 4511542,580 4511542,580 4511542,580 4511542,580 4511542,580 4511542,580 4511542,580 4511542,580 4511423,040 4511423,040 4511423,040 4511423,040 4511423,040 4511423,040 4511423,040 4511423,040 4511423,040 4511423,040 4511423,040 4511418,440 4511418,440 4511418,440 4511418,440 4511418,440 4511418,440 4511418,440 4511418,440 4511418,440 4511418,440 4511418,440 4510881,120 4510881,120 4510881,120 4510881,120 4510881,120 4510881,120 4510881,120 4510881,120 4510881,120 4510881,120 4510881,120 4510039,210 4510039,210 4510039,210 4510039,210 4510039,210 4510039,210 4510039,210 4510039,210 4510039,210 4510039,210 4510039,210

PUNTO ORIGINE LONGITUDINE 734968,570 734993,570 735018,570 735043,570 735068,570 735093,570 735118,570 735143,570 735168,570 735193,570 735218,570 735626,000 735651,000 735676,000 735701,000 735726,000 735751,000 735776,000 735801,000 735826,000 735851,000 735876,000 736361,590 736386,590 736411,590 736436,590 736461,590 736486,590 736511,590 736536,590 736561,590 736586,590 736611,590 737024,260 737049,260 737074,260 737099,260 737124,260 737149,260 737174,260 737199,260 737224,260 737249,260 737274,260 738081,040 738106,040 738131,040 738156,040 738181,040 738206,040 738231,040 738256,040 738281,040 738306,040 738331,040

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Legenda -19 - -20 -19 - -10 -9 - 0

Barren

Fondi Molli

Mosaico di Posidonia e Matte

Popolamenti algali di substrato duro Prateria di Cymodocea nodosa Prateria di Posidonia oceanica Coralligeno

Precoralligeno

Provincia di Brindisi Settore Ecologia e Ambiente

elaborato 1

Carta Bionomica Area di indagine

Progetto Pulizia Fondali PPTA - ASSE IV LINEA DI INTERVENTO B) PULIZIA DEI FONDALI MARINI

1:15.000


Legenda -15 metri -10 metri

Transetto

-5 metri

Provincia di Brindisi Settore Ecologia e Ambiente

elaborato 2

Transetti di indagine per l'individuazione delle aree di accumulo

Progetto Pulizia Fondali PPTA - ASSE IV LINEA DI INTERVENTO B) PULIZIA DEI FONDALI MARINI

1:15.000


Legenda -15 metri -10 metri -5 metri

peso espresso in kg 30 - 36 37 - 48 51 - 60 63 - 72

74 - 84

87 - 96

98 - 108

109 - 120

Provincia di Brindisi Settore Ecologia e Ambiente

elaborato 3

Aree di maggior accumulo di rifiuti

Progetto Pulizia Fondali PPTA - ASSE IV LINEA DI INTERVENTO B) PULIZIA DEI FONDALI MARINI

1:15.000


Legenda -15 metri -10 metri -5 metri 38

plastica tal_quale vetro polistirol speciali

Provincia di Brindisi Settore Ecologia e Ambiente

elaborato 4

Aree di maggior accumulo per tipologia di rifiuti

Progetto Pulizia Fondali PPTA - ASSE IV LINEA DI INTERVENTO B) PULIZIA DEI FONDALI MARINI

1:15.000


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