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Il punto 43/57 L’esperto TCS
Iniziativa per i ghiacciai –tra il dire e il fare…
Salviamo i ghiacciai! Sbandierato da molti balconi in Svizzera, l’appello riassume l’obiettivo dell’iniziativa popolare «Per un clima sano». Per quanto lodevole, manca però un compasso preciso per raggiungerlo e non è dato sapere il prezzo che ci toccherà pagare. Attenzione a comprare a scatola chiusa!
Aprima vista l’idea sembra buona. L’iniziativa è certamente dettata dalle migliori intenzioni ed è capace di mobilitare la popolazione: chi fra le elettrici e gli elettori non vorrebbe combattere il riscaldamento globale e la scomparsa dei nostri ghiacciai? E sebbene le preoccupazioni legate alla pandemia l’abbiano relegata un po’ in secondo piano, la tematica resta d’attualità.
Tuttavia, esaminando più da vicino il testo sul quale saremo chiamati a votare diventa subito chiaro che è una falsa buona idea. Innanzitutto parte dal presupposto, erroneo, che il nostro paese possa agire da solo quando proprio l’Accordo di Parigi, cui i promotori si rifanno, enfatizza la cooperazione internazionale. Suscita poi opposizione perché ci va pesante con i divieti anziché puntare sugli incentivi. Ed infine risulta semplicemente impraticabile perché né la ricerca e il progresso tecnologico, né l’economia seguono agende ideologiche.
Lo hanno capito sia il Consiglio federale, sia il Parlamento, che preferiscono un approccio più calibrato ed efficace presentando un controprogetto, diretto il primo ed indiretto il secondo, che purtroppo non ottengono la risonanza dovuta. Anzi: verdi e sinistra tornano alla carica proponendo un ulteriore articolo costituzionale senza che il legislativo abbia ancora discusso e tanto meno deliberato su quello all’ordine del giorno. Una mossa intempestiva e puramente tattica con un occhio alle prossime elezioni, a spese peraltro del clima?
Ma la realtà ci aspetta ineluttabile al varco: i gas serra sono nocivi per il clima ed urgono soluzioni mirate. Alla fine queste non verranno dalla sinistra, dalla destra o dal centro ma dovranno essere l’espressione di un compromesso intelligente al di là delle divisioni partitiche. E nascere dalla consapevolezza che la mobilità non è nemica dei ghiacciai. Si tratta di sostenere politicamente l’ecologizzazione già in atto nel campo dei trasporti, analogamente a quanto stabilito nel progetto di legge riveduto sul CO₂. Occorre predisporre fondi per la costruzione di stazioni di ricarica elettrica al domicilio, sul posto di lavoro, nello spazio pubblico. E anche nel trasporto pubblico e in quello delle merci dobbiamo investire nello sviluppo di tecnologie rispettose dell’ambiente, favorendo carburanti a basse emissioni, in particolare, ma non solo, nel trasporto aereo.
In conclusione: la legge sul CO2 è stata rimessa a galla e speriamo che si possa mantenere il timone ben saldo sulla rotta costruttiva impostata: promuovere anziché proibire! Non dobbiamo vanificare gli sforzi compiuti finora appoggiando idee solo apparentemente buone come l’iniziativa per i ghiacciai. ◆
«La mobilità non è nemica dei ghiacciai»
Peter Goetschi, presidente centrale del TCS