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Furto dell’auto

«Son stato privato della mia auto in totale impunità»

Troppo fiducioso, un conducente vodese si è fatto rubare il suo veicolo da un malintenzionato recidivo, a seguito di un semplice raggiro amministrativo. Alcuni mesi dopo i fatti, ancora in collera, desidera però far passare un messaggio di prevenzione agli automobilisti che vogliono vendere la loro auto. Testimonianza, parere legale e consigli.

TESTO JÉRÔME LATHION | ILLUSTRAZIONE NICOLAS KRISTEN

Secondo uno studio inglese del 2021, in Svizzera vengono rubate quotidianamente 19 vetture. Lo scorso autunno,

Pierre Burger, domiciliato a

Villars-Le-Grand (VD), è entrato suo malgrado in questa statistica, vittima di una truffa a ripetizione. I fatti? Desideroso di vendere la sua Land Rover Defender, mette un annuncio sul sito Autoscout. «Un uomo, fattosi passare per un assicuratore, mi ha chiamato e mi ha detto che un suo cliente era interessato all’acquisto», racconta. L’appuntamento è fissato ad Aigle. Il sedicente assicuratore, un giovane dall’aspetto molto curato, arriva in BMW. Il prezzo fissato, 50 000 fr., viene leggermente rivisto al ribasso e il signor Burger, in cambio di un contratto di vendita, non pone alcuna obiezione quando il cliente chiede di provare la sua auto che confida all’intermediario, pronto a rientrare a casa con un altro mezzo.

Ci si lascia, accordandosi per un nuovo appuntamento per concludere la transazione in

presenza dell’acquirente. Una promessa non mantenuta. Una scusa dopo l’altra, il sedicente assicuratore continua a rimandare l’incontro, fino alla confessione finale fatta al telefono qualche giorno dopo: «Ho rivenduto il suo veicolo, ci ritroveremo in tribunale».

Negligenza fatale

Sbigottito, Pierre Burger si rende conto dell’errore commesso: avergli lasciato l’auto con l’originale della licenza di circolazione. «Si è recato all’Ufficio della circolazione, l’ha annullata e ha intestato il veicolo a suo nome prima di rivenderlo a un prezzo ribassato». Una ricerca permette alla vittima di scoprire due cose. Anzitutto che 4 altri proprietari – tutti di veicoli dal costo elevato – sono stati truffati nello stesso modo dalla stessa persona in Romandia, per un totale di circa 250 000 fr. Inoltre, ha scoperto che la sua Land Rover è in vendita in un garage dello Chablais vallesano. Malgrado la denuncia presentata, né le forze dell’ordine né la giustizia confischeranno e restituiranno i veicoli ritrovati, tra i quali quello del vodese. «La polizia l’ha bloccato, ma non m’appartiene più, dato che non è più a mio nome», ci racconta sconsolato Burger, che si dice «privato del suo veicolo impunemente». «Il mio sbaglio è stato quello di fidarmi, ma c’è una carenza nella legislazione. L’imbroglio è troppo facile», prosegue. La sua prima accusa è diretta al Servizio delle automobili e della navigazione (SAN) vodese: «Mi è stato detto che loro non avevano accesso allo schedario RIPOL dei veicoli rubati, condiviso tra le dogane, i corpi di polizia e di gendarmeria. Tuttavia, secondo un’informazione raccolta da una deputata del Gran Consiglio, su mia richiesta, il SAN può accedervi. Non controllare è come spalancare le porte a tutti i malfattori. Da parte di un servizio dello Stato è una grave negligenza». La sua collera è data anche da un altro aspetto: il rifiuto della sua compagnia assicurativa di entrare in materia dopo la sua domanda d’indennizzo, dato che lo sventurato sarebbe stato vittima, secondo lei, di appropriazione indebita e non di furto (v. riquadro). Infine, la tassa 2022 resta legalmente dovuta, tuttavia viene accordata una dilazione del pagamento fino a una decisione giudiziaria.

«La persona che presenta l’originale di una licenza di circolazione è considerata come proprietaria del veicolo» Pascal Chatagny, capo del Servizio delle automobili e della navigazione (SAN) vodese Sfruttata una piccola falla

Interpellato, Pascal Chatagny, direttore del SAN a Losanna e vicepresidente dell’Associazione svizzera dei servizi della circolazione (ASA), esprime anzitutto la sua comprensione per la vittima di una malversazione «sorprendente, ma fortunatamente rara». Ci tiene però a ricordare il principio in vigore in tutti i servizi della circolazione del paese: la persona che presenta l’originale di una licenza di circolazione è considerata come proprietaria del veicolo. «Questo procedimento è normale e legale. Quindi generalmente non facciamo domande e d’altronde non abbiamo i mezzi per effettuare un controllo. È diverso quando viene sporta una denuncia. I dati sono allora immessi nello schedario RIPOL, a cui abbiamo accesso, e i blocchi sono automatici. Questa persona ha trovato l’astuzia per infilarsi in una piccola falla procedurale. Mi dispiace per il proprietario e anche per il garagista che ha acquistato l’auto in buona fede». Il caposervizio conclude con alcune raccomandazioni elementari per casi simili: mai dare la carta grigia e il veicolo ad uno sconosciuto; salire preferibilmente a bordo se l’acquirente chiede un giro di prova; infine, assicurarsi del versamento dell’importo fissato prima di sbarazzarsi di un veicolo in vendita. ◆

Pubblicità RECUPERO DELICATO

Per la vittima il risultato è lo stesso: viene privato del suo bene. Ma in materia di diritto delle assicurazioni, v’è una chiara distinzione tra il furto e l’appropriazione indebita, dato che quest’ultima non è generalmente coperta. «Se l’autovettura fosse stata rubata, il caso sarebbe più semplice. Qui invece la persona s’impossessa illegittimamente di un bene che gli è confidato e ne dispone», commenta Dominique Charmillot, avvocato e capo dei servizi sinistri Romandia e Ticino presso Assista SA, società di protezione giuridica del TCS. In altre parole: l’eccesso di fiducia – per non dire d’ingenuità – viene sanzionato. In casi come questo, il recupero del bene da parte della persona lesa è possibile, ma delicato: «In virtù del diritto reale, l’articolo 933 del Codice civile protegge la proprietà di un acquirente in buona fede, in questo caso il garagista. Che non potrebbe più avvalersene qualora risultasse che la transazione era dubbiosa». Secondo il nostro esperto giuridico, un’azione di risarcimento danni è possibile e il recupero del veicolo in questione ipotizzabile, ammesso che la malafede dell’ultimo acquirente sia assodata. Ad esempio se fa parte di un’organizzazione criminale.

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